Incontro a Marsiglia. 2-5 giugno 2015.

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Incontro a Marsiglia. 2-5 giugno 2015.
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Incontro a Marsiglia. 2-5 giugno 2015.
Angelo Cupini
Una chiave per leggere l’Europa
Sono le 20 del 2 giugno; siamo arrivati da qualche ora nel quartiere di saint
Lazaire dove da meno di un anno hanno posto la loro tenda tre missionari
clarettiani: Gustavo Pez, argentino/italiano, Ainé Césaire, congolese, e Raymond,
filippino. Sono accampati in una casa che ha moltissimi locali messi su più piani
ma tutti da riorganizzare. La casa è appoggiata alla chiesa di s. Lazaire ricca
di colonne e di quadri fine ottocento e primo novecento.
Chi siamo quelli che siamo venuti per tre giorni a Marsiglia?
Lecco - via C. Cattaneo, 62
tel. e fax 0341 286106
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La Casa sul Pozzo
Lecco - corso Bergamo, 69
tel. 0341 421427
fax 0341 1972188
Clarettiani e laici da Bilbao impegnati in una esperienza sociale da molti anni
e della trasformazione di un edificio appartenente ai clarettiani nel quartiere
di san Francisco per farne uno spazio di una vita con la gente in difficoltà.
S. Francisco è una strada senza legge come si ascolta in un reportage su yotube;
c’è spazio per tutte le droghe, la prostituzione, gli zingari, gli immigrati di tanti paesi.
Una zona da evitare dicono alcuni suggerimenti di guide turistiche.
- Gli amici del Casal Claret di Vic arrivano con un importante riconoscimento:
il premio Casaldàliga per la Solidarietà. Dagli anni 90 sono immersi nel sostegno
a progetti sociali con i più deboli, a far crescere cittadinanza e modelli di economie
condivise, con una spiritualità liberante; in una promozione della donna e del dialogo
tra le religioni. La loro sede è vicina al sepolcro del fondatore dei Clarettiani:
Antonio Maria Claret.
- Carvalhos in Portogallo. Sono arrivati in due dal Lar giovanile (casa, dimora)
che accoglie oltre un centinaio di adolescenti e minori sottoposti all’intervento
del giudice. È un’esperienza iniziata negli anni 90 da Marçal e che ora si è strutturata
in una istituzione dello Stato.
Da Lecco siamo andati in tre: Daniele Togni, Elia Panizza ed io.
Perché Marsiglia saint Lazaire?
A Marsiglia era passato un giovane prete, Claret, nel settembre/ottobre 1839,
in viaggio per Roma, in attesa di un imbarco che gli avrebbe aperto, nel suo desiderio,
le strade del mondo; poi entrerà in un noviziato dei gesuiti e Roma e una strana
malattia lo farà tornare in Spagna. I Clarettiani sono presenti a Marsiglia con una
attenzione all’immigrazione spagnola, latinoamericana e oggi filippina. Oltre quest’opera
storica l’istituto sceglie di collocarsi nella città con una seconda presenza dallo scorso
anno nel quartiere di saint Lazaire, un quartiere abitato fondamentalmente da cittadini
musulmani. Nella zona pastorale vi sono 9 moschee e 7 parrocchie frequentate da piccoli
gruppi di fedeli provenienti dal mondo e da vecchi francesi che nella chiesa avevano
iniziato il loro cammino di appartenenza tanti anni fa.
Marsiglia è popolosa; la seconda città della Francia, dopo Parigi. Nel 2013 è stata
Capitale europea della cultura.
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Perché i clarettiani hanno fatto una scelta così? Perché Marsiglia è una chiave
importante per entrare in un’Europa. È un gesto di fiducia verso il futuro,
è il riconoscimento di un metodo di società e di chiesa che sullo stimolo
di papa Francesco ci dice che l’Europa, anche clarettiana, è a un bivio: rifugiarsi
nella conservazione o aprirsi a un inedito. Iniziato a Lecco nell’autunno scorso
abbiamo dato vita con molta semplicità a questo incontro annuale decisi a superare
le logiche di parte o di resa.
Tre giorni di lavoro e di sguardi sulla città
Arrivi nella serata del 2 con accoglienza presso le due comunità clarettiane
e presso una famiglia.
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Mattino del 3: Eucaristia con la gente, ascolto e dialogo con un francescano
della comunità di Noailles, della Fraternità Bernardette, della Colocations S. Lazaire.
Nel pomeriggio visite alla Fraternità Bernardette e al centro di assistenza dei malati
di HIV. Raccolta delle prime impressioni.
Cosa ci ha colpito?
Gustavo (Marsiglia). Mi ha colpito l’esperienza dei francescani, soprattutto il modo
di impostare la nuova realtà ecclesiale: luogo di ascolto, di accoglienza, di condivisione.
Non grandi discorsi teorici ma aderenza alla vita.
Diogo (Portogallo). L’importanza della prossimità che è frutto di un lavoro reale.
La relazione cristiani-musulmani a volte richiede il lasciar fare. In Portogallo il modo
di vivere la realtà religiosa è molto diverso dalla Spagna, dall’Italia e dalla Francia.
In Portogallo il mondo musulmano costituisce una minoranza.
Marçal (Portogallo). I documenti precapitolari: ci sentiamo chiamati a uno stile
di vita incarnato con i poveri: 1. Optare per uno stile di vita con i poveri; 2. Uscire verso
le periferie esistenziali e fisiche: 3. Azioni solidarie, in modo particolare, con gli immigrati,
gli esclusi…lasciandosi evangelizzare da essi.
Daniele (Lecco). Gli edifici; a Lecco non ci sono di dimensioni così mostruose.
A Milano ci sono quartieri che vanno cambiando. Un’altra cosa importante: il francescano
ha parlato di lavare i piedi agli immigrati. Il dialogo interreligioso si riafferma
con la condivisione intelligente del quotidiano, del giorno dopo giorno.
Angelo (Lecco). Il mercato informale di ieri sera che aveva tratti di sub-umanità vissuto
dai poveri. Di fronte a questa moltitudine di persone (donne e uomini, venditori
con la mercanzia sull’asfalto e compratori) noi chi siamo? Quali parole per e con loro?
Quando a Lecco ci sarà un numero così alto quale lo smarrimento complessivo?
Quale parola del Vangelo può toccare queste persone? L’esperienza del francescano
ha molti tratti comuni con quella di via gaggio. Noi siamo una terra intermedia (altra)
tra quella ecclesiastica e quella laicale; siamo residuo interrogante le altre due terre
dichiarate; e i laici con i quali viviamo quali caratteristiche esprimono?
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Il dialogo interreligioso: noi abbiamo scelto quello delle singole persone perché non siamo
chiamati a difendere o definire territori di appartenenza; tutto è terra di tutti,
dove lo Spirito agisce. Nella Mostra i luoghi santi condivisi era documentato che molti
luoghi dove si esprime la cura della vita gli uomini appartenenti alle tre religiosi
(cristiani, ebrei e musulmani) scavalcano senza problemi i confini e li vivono.
Le prassi ritornano ad essere vitali.
Joan Soler (Catalogna). Ci sono delle contraddizioni: la moltitudine che si deve
al primo gruppo che arriva perché ha perso tutto; il tentativo di accogliere e di cambiare
delle leggi, cioè ad ampliare la dimensione della cittadinanza. Tutto questo è superiore
a noi, forse su qualcosa possiamo interagire insieme.
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Mi hanno colpito le strade che abbiamo attraversato. Mi sono domandato quali erano
quelle che mi piacevano di più, e a partire da questo, ci sono scelte di vita: in rapporto
a dove ci mettiamo e come viviamo. C’è una presenza di culture molto diverse, alcune
di queste chiuse. Dobbiamo chiederci come possiamo vivere queste identità diverse.
Questo si riscontra con le persone che troviamo nelle strade e quelle con le quali possiamo
fare qualcosa insieme. Questo ha a che vedere con il dialogo interreligioso.
Questo dialogo, nel giorno dopo giorno, si allontana da quello che diceva il cardinale
Martini. Continuo a pensare che nell’Islam come nel Vangelo ci sono molti semi per fare
delle letture più accoglienti. Il dialogo non è un tema di dibattiti teologici o politici,
ma di poter fare un cammino a piedi per la strada.
Mateo (Paesi baschi). Riporto alcune parole che hanno avuto risonanza in me:
1. Inserzione: come risposta alla realtà nella quale vogliamo stare.
2. Presenza quotidiana: come vicinanza, vivere la vita con i vicini (francescano)
3. I tre relatori hanno parlato di atteggiamenti, tra questi, semplicità, accompagnare.
I tre progetti presentati hanno, oltre l’inserzione e la presenza, un progetto reale
dove trova dimora il tutto.
4. Dialogo interreligioso: non ho trovato le risposte che sto cercando. C’è difficoltà
nel dialogo tra le religioni. Nel dialogo e nell’inclusione la parola rispetto è difficile.
Emma (Paesi baschi). (In riferimento alla casa Bernardette): sono stata richiama
dagli edifici enormi che abbiamo incontrato ma all’arrivare al quartiere tutti conoscevano
questa casa. La casa agisce come un fuoco di attenzione, ma nel dialogo interreligioso
ogni tradizione si mantiene separata.
Anna (Catalogna). La multiculturalità che si vive nella strade. Si rileva l’impotenza
che è risaltata questa mattina. Malgrado questo il frate francescano ha parlato
di speranza. Dalla visita del pomeriggio rilevo il lavoro con donne e bambini, come il fatto
di poter condividere la merenda. La cappella è una presenza, pregano con la porta aperta.
Gustavo (Marsiglia). Importante è la teologia della baguette di cui parlava
il francescano. L’importante è sapere chi siamo. Entrare nella vita quotidiana il resto
delle cose verranno dopo. Una frase lo indica: “per conoscere l’altro non bisogna
annetterlo, bisogna che sia ospite”. Il mondo oggi è molto diverso. Ho paura
che la realtà passi al largo da noi e noi rimaniamo nella teoria.
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Elia (Segrate). Si riconosce l’umanità che hanno tutti, si vede nelle strade, nel mercato.
L’importanza della legge per un musulmano. Mi chiedo perché esistono delle frontiere,
dove c’è l’Europa a Marsiglia. Ci sono ragazzi piccoli che mi hanno fatto pensare, la loro
madre chiedeva aiuto in denaro: è andata a comprare quello di cui avevano bisogno?
Vi è un modo di far conoscere il cristianesimo che è la comunità.
Bernard (Paesi baschi). Abbiamo punti di lavoro in comune: giovani, immigrazione,
dialogo interreligioso. Ci sono anche dei temi che si possono trattare in gruppo:
come lavorare insieme a partire dai fondi europei? Ultimamente sono cambiate
le forme per finanziare.
Alla scoperta della vecchia Marsiglia
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Dalle 8 alle 10 del 4 giugno, partendo dal vecchio porto con il racconto
che ci fa una donna della comunità, dell’arrivo dei greci, successivamente
della presenza dei romani per finire con Napoleone III e con l’ultima architettura
moderna, abbiamo salito il colle dei mulini e sceso alla cattedrale per rientrare
a casa. Qui raccogliamo in un lavoro o per gruppi territoriali lo stare di oggi.
Bilbao
Elementi significativi che raccolgono il detto fino ad oggi:
- Impegno con la realtà dell’immigrazione.
- Impegno con il dialogo interreligioso
Il focus principale dei gruppi:
- Rendere operativo il progetto sociale Gizartetxea di Bilbao inter relazionandolo
con altre entità clarettiane sociali e con l’appoggio economico di Programmi
sociali europei.
- Entrare nel Programma operativo di cooperazione tra Spagna-Francia-Andorra
(POCTEFA 2014-2020).
- Intercambio tra entità sociali clarettiane: di volontari-professionisti,
di giovani e adulti.
Vic
Lavoro nell’economia informale. Cambiamenti legali in questo senso. Di fronte
alla crisi permanente è necessario continuare a lavorare su questo tema (Tapis
e Caritas desiderano fare qualcosa).
- Donne monoparentali e donne giovani (divorziate, escluse dalle loro comunità
o che fuggono).
- Lavoro in rete con altre associazioni e movimenti.
- Dialogo interreligioso a livello di strada. Condividere a livelli semplici
e di vita concreta.
- Formarsi. Denuncia.
- Dialogo interreligioso:
1. Istituzione della Generalitat per l’interreligioso.
2. Rete di gruppi di dialogo interreligioso (12/13 gruppi). Organizzano un parlamento
interreligioso.
3. Municipio di Vic: Tavolo delle religioni.
4. Dialogo più a piedi e di strada: da cuore a cuore. Compartire la nostra esperienza
di vita e di fede. Ci richiede formazione e capacità di entrare in questo
dialogo di vita.
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5. Azioni: recital poetico di differenti religioni. Materiale (registrazione) con domande
da un gruppo religioso a un altro gruppo religioso.
Tutto questo ci porta a riconoscere la diversità e a saper costruire una città
dove tutti ci sentiamo inclusi e condividendo tra tutti.
Nelle nostre tradizioni vi sono identità chiare e aperte che ci possono aiutare
a realizzare processi di interelazione.
Lecco
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L’associazione comunità di via Gaggio di Lecco è una piccola associazione costituita
negli anni ’70 da due Clarettiani, Angelo Cupini e Roberto Rocchi, con laici.
È un’associazione non confessionale, non politica, dove laici e clarettiani si sono
fermentati negli anni riconoscendosi in uno statuto per un cammino comune; richiama
l’immagine del lievito e della pasta del pane.
Lo stile di lavoro è quello di lasciarsi interrogare dai bisogni emergenti, prima
che arrivassero all’attenzione dell’istituzione, sviluppando di volta in volta un metodo
nuovo, spesso basato sul “laboratorio” e sempre organizzato nei passaggi di prassi,
riflessione e prassi.
I bisogni affrontati sono cambiati negli anni: tossicodipendenza, disagio giovanile,
immigrazione. Il non avere un metodo e un pensiero preconfezionto per affrontare
il bisogno emergente del momento è il punto di forza e di fragilità dell’associazione,
che richiede sempre energia di pensiero e progettazione rinnovata.
Quest’anno celebriamo i 40 di presenza a Lecco dell’associazione. Abbiamo proposto
un itinerario di 3 incontri per questa occasione. Il tema trasversale di questo
anniversario è: cosa abbiamo fatto in questi anni?
Siamo rimasti!
I temi affrontati: il lavoro e l’economia; le esperienze lavorative nate in seno
all’associazione e diventate autonome e attualmente vive. Economia solidale
e del bene comune.
La vita quotidiana nell’accompagnamento terapeutico, il rapporto con l’istituzione
pubblica, l’obiezione di coscienza e l’immaginare la vita condivisa.
Un incontro sarà dedicato al tema della vita religiosa con l’associazione: quale futuro
in un momento di passaggio della presidenza da Angelo a un laico? Questo ci pone
alcune domande: quali rapporti con l’istituto Clarettiano? Come continuare a fecondarci
reciprocamente?
La preoccupazione attuale: il lavoro giovanile e la crisi dei Neet. Stiamo nel progetto
Lavoriamo alto in rete con diverse associazioni e partecipiamo alla coprogettazione
con il Comune di Lecco.
Portogallo
- È una fondazione clarettiana che fa da supporto giuridico del centro di accoglienza
di Carvalhos che lavora con bambini e giovani a rischio.
Il centro può accogliere 117 bambini e giovani.
- La comunità fa un servizio impregnativo ogni giorno di appoggio di cucina sociale
con una distribuzione diaria per cento famiglie in difficoltà economica. La Fondazione
Claret inoltre appoggia progetti missionari in Sao Tomè e Principe.
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- Costruire localmente ed oggi una risposta sociale che sviluppi una famiglia cosciente
del bene che è il condividere i sentimenti.
- Che tutte le azioni solidali sono una sfida costante per aiutarci ad aprire la mente
e ad essere una risposta per l’orientamento.
- Il lavoro di prossimità è l’elemento fondamentale per l’avvicinamento
e l’inculturazione.
Francia
- Cominciamo un avvicinamento con la pastorale dei migranti e con diverse associazioni
che lavorano soprattutto nel sociale.
- Crediamo che sia indispensabile un dialogo interreligioso riconoscendo il contesto
nel quale ci troviamo.
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- Dopo un tempo prudente di osservazione della realtà possiamo cominciare
a interrogarci e a proporre qualcosa di concreto.
- Su questo coinvolgeremo la prefettura di apostolato e l’assemblea nel prossimo anno.
Nella serata, dopo aver ascoltato e posizionato il tema dei progetti sociali europei,
si decide di orientare la ricerca su un possibile progetto per il marzo del 2016
impegnandosi ad un primo rilevamento delle necessità, della capacità di sostenere
di lavorare sul progetto. Il 5 mattino si raccoglie quanto detto e si imbastiscono
alcune conclusioni che riportiamo in seguito.
Lo stile di lavoro
-A
scolto della realtà. Avere occhi aperti senza pregiudizi. Sentire vicino il grido
di aiuto delle persone.
- L avorare con altri: altre associazioni facendo rete, non per essere più forti,
ma come immagine della società da costruire.
- Importanza della presenza e dell’inserzione.
Nuclei di lavoro comune da potenziare
- La mancanza di lavoro per i giovani e l’economia (quella informale e alternativa
- Dialogo interreligioso.
Programmi europei per finanziare i nostri progetti
- In relazione con i nuclei di lavoro indicati
- Realizzare un gruppo tecnico che dinamizza e gestiona
- Possibile programma: Erasmus + per marzo 2016
Condividere buone pratiche
- Con Dropbox. Incluire i nuovi.
Prossimo incontro
- Luglio 2016 (prima settimana 5/8)
- In Portogallo
- Ci farà da specchio il Lar di Carvalhos.
Per il Capitolo Generale (Mateo sarà presente)
Valutazione dell’incontro (per le lingue, migliorare il sistema di traduzione)