Pag 8 - Coldiretti Torino
Transcript
Pag 8 - Coldiretti Torino
1-31 dicembre 2011 Movimenti anno 67 – numero 22 pagina 8 con distributore automatico; si sviluppa su 120 ettari di superficie di cui, in rotazione, 20 di grano, 20 di prato polifita, 10 di barbabietola e 70 di mais. La produzione di mais non è però sufficiente agli usi aziendali e si rende quindi necessario l’acquisto da aziende vicine, con una spesa di circa 1.500 euro per ettaro, per comprare l’insilato di mais sul campo, a cui occorre aggiungere la trinciatura e il trasporto. Si ricorre al contoterzismo per la raccolta del mais, sia da foraggio sia per la biomassa da inserire nel digestore, e della barbabietola, con pagamento a ore. La produzione di mais trinciato si attesta sulle 60 tonnellate per ettaro. La manodopera è esclusivamente famigliare: quattro persone, ossia padre, madre – che a detta del marito lavora per due – e due figli. L’allevamento conta 120 bovine da latte e 120 tra vitelli e manze da rimonta, con una produzione media di stalla di circa 11.000 litri di latte per capo all’an- no. Il latte conferito al caseificio viene pagato circa 40 centesimi di euro a litro, mentre con il distributore di latte crudo presente in azienda vengono venduti circa 100 litri al giorno, al prezzo di 70 centesimi a litro. Secondo le stime del titolare dell’azienda, il costo di produzione di 1 litro di latte è di circa 0,30-0,35 euro. La razione delle vacche in lattazione è composta da 10 chili di scarti della lavorazione della barbabietola provenienti dallo zuccherificio, 10 chili di mais insilato, 10 chili di fieno, 5 chili di carote, scarti della produzione di birra, insilato di soia, integratori e bicarbonato di sodio a disposizione libera dell’animale, secondo le sue esigenze. Gli scarti dello zuccherificio vengono acquistati a 170 euro per tonnellata, mentre le carote sono prelevate gratuitamente – con il solo costo del trasporto a suo carico – da un’azienda vicina. Germania, andata e ritorno per 45 giovani Coldiretti La cronaca del viaggio svolto dal 15 al 19 novembre scorso ❚❚❚ Torino – Dal 15 al 19 novembre 2011 Giovani Impresa Coldiretti Torino ha organizzato un viaggio in Germania per visitare alcune aziende agricole, la fiera di Hannover e la città di Monaco di Baviera, con la sua storica tradizione di birrifici artigianali. I 45 partecipanti hanno percorso in bus il lungo itinerario, con la curiosità di scoprire alcune peculiarità della realtà agricola tedesca, oltre ad aspetti prettamente turistici. Di seguito, un resoconto del viaggio. Mercoledì, 16 novembre. Dopo l’arrivo in terra tedesca, alle prime luci del mattino, la prima azienda visitata dal gruppo dei giovani Coldiretti è la Gemüsebau Großhans, situata a Reilingen, un paese di circa 7.000 abitanti, a 25 chilometri da Mannheim, nel land del Baden-Württemberg – www.gemuesebau-grosshans.de Si tratta di un’azienda orticola a conduzione privata, specializzata nella coltivazione, lavorazione e vendita di carote. Le produzioni sono effettuate su una superficie di circa 400 ettari, per la maggior parte in affitto, sulla quale viene effettuata la rotazione annuale delle seguenti colture: 190 ettari a carote – normali, nere, rosse e bianche –, 30 a cipolle, 30 a barbabietola, 150 a cereali. Tutta la filiera delle carote si svolge in azienda, dalla semina al confezionamento, con l’impiego di circa 40 dipendenti fissi e di 250 avventizi. L’attuale impostazione aziendale risale al 1995. In precedenza l’azienda coltivava tabacco, asparagi bianchi – il 90 per cento degli asparagi in Germania è di tipo bianco – e conduceva allevamento di bovini. La scelta di orientarsi alla produzione di carote è stata influenzata dalla graduale riduzione dei contributi comunitari per il tabacco. Per le caratteristiche climatiche della zona – non nevica quasi mai e inoltre il terreno rimane gelato solo a dicembre e gennaio – la semina delle carote avviene da fine gennaio a giugno. Il terreno, particolarmente sciolto e sabbioso, tipicamente alluvionale in quanto a una decina di chilometri scorre il fiume Reno, ha un pH intorno a 5,5 e permette produzioni di ottima qualità. Le carote vengono raccolte fino a fine gennaio poiché in campo vengono coperte da circa 50 centimetri di paglia di cereale per isolarle e impedire che gelino; per ogni ettaro coltivato a carote servono circa 10 ettari di cereali e la paglia che rimane in campo, dopo la raccolta, viene interrata per migliorare la struttura del terreno. In alcuni terreni più argillosi le carote vengono coltivate su prose sopraelevate di circa 30 centimetri di altezza, per favorire lo scolo dell’acqua. Per la concimazione viene usato anche il letame equino aziendale, sebbene in quantità limitate. Viene impiegata anche la calcio cianamide, per contrastare l’acidità del terreno. L’acqua per l’irrigazione proviene da una serie di pozzi profondi circa 25 metri. La raccolta è completamente meccanizzata; inizia a giugno, con rese di 50 tonnellate per ettaro, e si protrae in estate-autunno con 80 tonnellate per ettaro, produttività che si riduce nuovamente con gli ultimi raccolti invernali. La vendita avviene per mezzo di supermercati e il settore ruota intorno al mercato di Stoccarda, dove le carote vengono vendute all’ingrosso a circa 80 euro per tonnellata (8 centesimi per chilogrammo). L’azienda è dotata di un capannone, costato 1,2 milioni di euro, con un impianto per la lavorazione e il confezionamento del prodotto. Le carote vengono confezionate in diversi formati: in sacchi da 1 a 5 chilogrammi, in vaschette da circa 1 chilo per la categoria extra, in sacchi da 9 a 12 chili, in sacconi da 300 a 500 chilogrammi per l’industria dei minestroni e degli aromi. L’azienda percepisce contributi comunitari per circa 300 euro a ettaro. Il costo della terra è di circa 30.000-40.000 euro per ettaro, mentre gli affitti si aggirano sui 400 euro per ettaro. L’azienda dispone anche di un impianto fotovoltaico sui tetti dei fabbricati, realizzato quattro anni fa e della potenza complessiva di 900 kW. Successivamente è stata visitata l’azienda di Iris e Günter Großhans GbR, a Weinheim – nelle vicinanze della prima –, a indirizzo zootecnico con bovine da latte, nella quale vi è un impianto di biogas e si effettua la vendita diretta del latte crudo continua a pagina 9