Il coraggio di un figlio e lo stupore di un padre
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Il coraggio di un figlio e lo stupore di un padre
IL CORAGGIO DI UN FIGLIO E LO STUPORE DI UN PADRE Erano usciti insieme in canoa, Milo e Valentina, i gemelli-goccia-d’acqua e poi…Valentina era sparita. Un attimo c’era e un attimo dopo non c’era più traccia né di lei né della sua canoa. “Dai, non fare la scema!”, aveva strillato Milo, pensando che si fosse nascosta dietro una roccia, per fargli uno scherzo. Ma niente. Allora, s’era messo a pagaiare come un forsennato fino alla caletta e aveva arrancato, trascinando la sua gamba secca, lungo le scale che portavano alla villa. “Valentina s’è persa”, aveva detto, quasi senza fiato. “L’hai persa”, lo aveva corretto il padre, mentre saliva precipitosamente su una barca e chiamava aiuto per cercare sua figlia. Milo ci aveva provato a seguirlo, ma lui gli aveva fatto segno di no, che non ce lo voleva. “Che vieni a fare? Hai già fatto il danno…e poi saresti solo d’intralcio…”, aveva mormorato. Non lo voleva. Come sempre. Il padre non riusciva proprio a capire quanto fosse importante Milo che avrebbe fatto anche l’impossibile per dimostrare il suo valore e conquistarsi l’affetto dell’uomo. Il ragazzo, fiducioso nonostante tutto delle proprie capacità, decise di andare da solo alla ricerca di Valentina, così uscì di nascosto dal padre e s’incamminò. Inizialmente, si recò nel posto in cui si erano perse le tracce della ragazza, ma niente! Poi, si ricordò di un luogo in cui Valentina amava rifugiarsi per trovare pace e serenità: uno splendido giardino fiorito e pieno di farfalle! Così decise di andarci. Arrivato a destinazione, rimase deluso perché non c’era anima viva; tuttavia, dopo aver camminato a lungo, vide in mezzo all’erba un ciondolo a forma di cuore identico a quello che lui aveva regalato a Valentina il giorno del suo compleanno. Lo prese, lo girò e lesse le iniziali della sorella. Milo scoppiò in lacrime perché pensava fosse accaduto qualcosa di brutto a sua sorella, ma allo stesso tempo si fece coraggio e proseguì nella ricerca. Trascorsa qualche ora, il ragazzo sentì un gemito provenire da lontano, precisamente da una vecchia casetta malandata, a poca distanza da una collina. S’incamminò anche se era molto stanco e la gamba iniziava a fargli male. Si avvicinò alla casetta e spiò da una piccola finestra. Il lamento era sempre più vicino. Milo riconobbe la voce: era quella di Valentina che chiedeva aiuto! Il ragazzo non riusciva a capire dove si trovasse la sorella; tutte le stanze dell’abitazione erano vuote. Si accorse, però, che in fondo ad uno stanzino c’era una scala; decise di salire, anche se la sua gamba era ormai a pezzi. Dopo aver tanto faticato, finalmente riuscì a raggiungere la stanza in cima alla scala, aprì la porta e vide Valentina imbavagliata e legata con una corda intorno ad una sedia. Milo, allora, la slegò e la liberò dal fazzoletto che le impediva di parlare. “Oh, finalmente sei arrivato, fratello mio!” - esclamò la ragazza - “Sapevo che saresti venuto tu a salvarmi!”. I due fratelli subito si abbracciarono e Valentina in lacrime, supplicò il fratello di portarla via di là. Mentre percorrevano la strada del ritorno, Valentina spiegò a Milo quello che era accaduto: “Approfittando del fatto che mi fossi allontanata da te, un vecchio uomo mi ha trascinata via con lui. Gli ho chiesto perché lo avesse fatto e lui mi ha risposto di aver perso un anno prima la sua nipotina a causa di una terribile malattia.” “Che cosa c’entra tutto questo con te?”- chiese incuriosito Milo – Valentina continuò: “Secondo l’uomo io somiglio moltissimo alla sua amata nipotina, così ha deciso di rapirmi per poter stare di nuovo con lui e, perché nessuno potesse trovarmi, mi ha rinchiusa nella casetta dietro la collina utilizzata da lui per conservare gli attrezzi di lavoro”. “Pover’uomo!”, esclamò Milo, “Nonostante la sua cattiva azione, il vecchio mi fa tanta pena, deve essere terribile perdere qualcuno che si ama!”. Era ormai tardi, ora i due fratelli dovevano affrettarsi per arrivare a casa il prima possibile, prima cioè che il vecchio si accorgesse della fuga della ragazza; camminarono per ore e ore, fin quando Milo, costretto a fermarsi per il forte dolore alla gamba, disse: “Prosegui da sola Valentina, io sono stanco, la gamba mi fa troppo male!” – “Non se ne parla neanche Milo! Non ti lascio da solo! Dopo quello che hai fatto per me, noi staremo sempre insieme!” – “Ma è troppo pericoloso per te!” – gridò Milo – “Se il vecchio ti trovasse qui…..” “Non insistere Milo, io resto con te!”, concluse la ragazza. Dopo essersi riposati un po’, Valentina prese in braccio il fratello e faticosamente ripresero il cammino. Finalmente all’alba giunsero a casa, dove, sulla porta, trovarono il padre disperato e in lacrime, addolorato perché temeva di aver perso tutti e due i figli. Quando vide Milo e Valentina, l’uomo gli corse incontro, li abbracciò e disse piangendo: “Finalmente a casa figli miei! Vi prego, raccontatemi quello che è successo!”. L’uomo li fece entrare e dopo aver ascoltato con attenzione le parole dei due ragazzi chiese a Milo: “Come hai fatto a trovare tua sorella con quella gamba così secca?! Io che sono grande e forte non ci sono riuscito!” – “Papà” - rispose Milo, non è stato facile…mi sono dovuto fermare tante volte per la stanchezza e il dolore alla gamba, ma il desiderio di ritrovare Valentina mi ha dato la forza di andare avanti”. “Sei davvero un ragazzo coraggioso, figlio mio, sono orgoglioso di te!”, disse l’uomo dopo aver ascoltato queste parole. Quindi lo abbracciò e gli chiese scusa per averlo considerato diverso per tutti quegli anni, per non avergli dimostrato l’affetto che comunque provava per lui. Alla fine di questa storia egli si rese finalmente conto che il valore di una persona non dipende dalla sua forza fisica ma dal suo carattere. Aveva capito di avere un figlio eccezionale! Classe: 1^D (Scuola secondaria di primo grado) Insegnante: prof.ssa Vincenza Favale