Prologo - Rizzoli Libri
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Prologo - Rizzoli Libri
Guido Tonelli la nasciTa imperfeTTa delle cose la grande corsa alla particella di dio e la nuova fisica che cambierà il mondo le scoperte • le invenzioni Proprietà letteraria riservata © 2016 Rizzoli/RCS Libri S.p.A., Milano © 2017 Rizzoli Libri S.p.A. / BUR Rizzoli ISBN 978-88-17-09274-6 Prima edizione Rizzoli 2016 Prima edizione BUR Scienza gennaio 2017 Seguici su: Twitter: @BUR_Rizzoli www.bur.eu Facebook: /RizzoliLibri A Luciana Vivere è una faccenda molto seria e molto pericolosa. João Guimarães Rosa L’uomo deve sognare per salvarsi. Walter Bonatti Prologo Una corsa e l’ansia per alcune misure Stoccolma, 9 dicembre 2013, ore 17,30 Devo correre. Manca poco alla chiusura di Hans Allde in Birger Jarlsgatan al numero 58. Ci si arriva a piedi dal Grand Hotel, saranno un paio di chilometri. Ho mandato tutte le misure per mail, da settimane, e non ci dovrebbero essere sorprese, ma sono un po’ in ansia. È già buio. Fino a poco fa c’era il sole, qui a Stoccolma. La giornata è stata bella e luminosa. L’aria nitida, con i suoi dieci gradi sotto zero, rendeva tutto scintillante. Sono deluso soltanto dal Baltico: non è ghiacciato come me l’immaginavo. Non ho mai visto il mare gelato e speravo che questa sarebbe stata la volta buona. Da tempo sognavo questo momento. Ci eravamo dati appuntamento qui con Peter Higgs e François Englert l’estate scorsa. Eravamo a Stoccolma per il congresso della Società europea di fisica e, a cena, eravamo seduti allo stesso tavolo. Peter era fra me e Fabiola Gianotti, di fronte avevo François e intorno un sacco di amici, colleghi e 7 La nascita imperfetta delle cose giovani che passavano per salutarci e fare fotografie. In quell’occasione avevo azzardato che ci saremmo rivisti qui, a fine anno. Peter e François avevano sorriso, senza dire nulla. Sono un fisico delle particelle e la mia professione è misurare le proprietà più complicate della materia nelle sue forme più esotiche; ma trasmettere al negozio le mie misure per l’abito da cerimonia mi ha messo in difficoltà. Altezza e circonferenza del collo sono semplici da definire; ma che cosa vuol dire lunghezza dei pantaloni o larghezza del girovita? Da dove si prendono le misure delle gambe dei pantaloni? A che altezza si definisce il girovita? Per non commettere errori ho chiesto aiuto a Luciana, mia moglie, che mi ha spiegato e tranquillizzato. Ma mi è rimasta una certa agitazione. E se invece avessi sbagliato tutto? Hanno ricevuto le misure fin da novembre e dovrebbero aver già preparato un frac che mi dovrebbe stare a pennello. Il negozio chiude fra un’ora e la cerimonia è domani. Se qualcosa va storto non c’è tempo per rimediare. Sarebbe il colmo che, senza l’abito formale previsto dal protocollo, non fossi ammesso alla Sala dei Concerti. Non ci posso neanche pensare. Mi conoscono tutti, sanno che sono qui, l’elenco ristrettissimo degli invitati è stato vagliato personalmente dai premiati. Come farei a spiegare che non sono riuscito a partecipare alla cerimonia della consegna dei Nobel perché non ho saputo usare un metro per sarti? 8 Una corsa e l’ansia per alcune misure Mentre affretto il passo verso il negozio, la mente ripercorre quello che è successo negli ultimi due anni. Mi sembra di vivere un sogno che procede per sequenze velocissime. Ancora non mi pare vero. 1 La posta in gioco Il sorriso di Voltaire Ferney-Voltaire, 28 novembre 2011 Mi sono svegliato di soprassalto, alle 6,30 del mattino. Oggi è un giorno speciale. Il momento decisivo arriverà alle 9, quando mi troverò di fronte a Fabiola nell’ufficio del direttore del Cern. Siamo i cacciatori del bosone di Higgs, una delle particelle più elusive della storia della fisica. I giornalisti la chiamano «particella di Dio», altri l’hanno ribattezzata il «Santo Graal» della fisica, perché è sfuggita a tutte le ricerche condotte da generazioni di scienziati. Ma noi, ne sono certo, l’abbiamo intrappolata. Adesso ho solo bisogno di un caffè, e molto forte. La vecchia moka che mi sono portato dall’Italia comincia a emettere la sequenza di sibili e borbottii che mi è familiare. Come sempre, la prima cosa che faccio appena sveglio è controllare al computer lo stato del bimbo. È il nomignolo che abbiamo affibbiato a Cms, 11 La nascita imperfetta delle cose ovvero il Compact Muon Solenoid, quella «bestia» di 14.000 tonnellate d’acciaio ed elettronica di cui sono responsabile e che prende dati tranquilla, cento metri sottoterra, a dieci chilometri da qui. Io sono lo spokesperson di Cms, il portavoce dell’esperimento, chi nelle grandi collaborazioni internazionali coordina lo sforzo collettivo intorno al quale è organizzata la ricerca. Migliaia di scienziati che lavorano a studi e calibrazioni dai quattro angoli del pianeta e attraverso tutti i fusi orari, nell’ansia perenne che uno stupido incidente possa mandare al macero anni di lavoro. Fabiola è a capo dell’altro esperimento, Atlas, e la competizione fra noi è feroce. È da mesi che dormiamo poco la notte. Piccoli segnali, indizi, anomalie nei grafici continuano ad apparire per qualche giorno sui nostri computer, resistono alle verifiche per una settimana, magari due. E poi, proprio quando cominciamo a crederci, finiscono inesorabilmente per scomparire nelle fluttuazioni del rumore di fondo. È un lavoro frustrante, di controlli e verifiche continue, di tensione perenne ed emozioni che non finiscono mai. Quando sono entrato nel management dell’esperimento, cinque anni fa, io e Luciana ci siamo trasferiti qui da Pisa. Abbiamo scelto insieme di abitare a Ferney-Voltaire, il piccolo paesino francese sorto intorno alle proprietà del grande filosofo. Dal terrazzo della nostra stanza da letto si distinguono le finestre dello studio di Voltaire, nel castello, lì sulla collina. È in 12 La posta in gioco quella stanza che ha scritto Candide. Lì riceveva ospiti come Adam Smith o Giacomo Casanova. Un viale alberato conduceva al lago Lemano direttamente dal castello. Voltaire lo percorreva in carrozza ogni volta che la censura in Francia diventava più aggressiva: si trasferiva a Ginevra per alcuni mesi e rientrava appena le acque si calmavano. Ferney-Voltaire è posizionato strategicamente al centro di un triangolo i cui vertici definiscono la maggior parte della mia vita qui. In uno c’è il sito centrale del Cern, dove si trovano il mio ufficio e il quartier generale di Cms. Un altro è Punto 5, o P5, dove si trova il rivelatore, a Cessy, un minuscolo paesino alle pendici del Giura. Infine c’è Ginevra, la piccola città internazionale con 200.000 abitanti di 180 diverse nazionalità e una ricchissima vita culturale. Lhc è proprio qui sotto. Il Large Hadron Collider, l’acceleratore di particelle più potente al mondo, corre per 27 chilometri sotto il confine tra Francia e Svizzera, nei pressi di Ginevra. Disegna nel sottosuolo un cerchio gigantesco che passa sotto le pendici del Giura per sfiorare le rive del lago. Qui, sotto i nostri piedi, centinaia di miliardi di protoni sono accelerati a velocità indistinguibili da quella della luce, per poi scontrarsi con altri protoni che corrono in direzione opposta. I protoni sono particelle minuscole, che compongono i nuclei degli atomi, e le energie che scaturiscono dalle loro collisioni sono insignificanti se rapportate alla nostra vita quotidiana. Ma lì, concentrate nello spazio infinitesimo in cui questi urti av13