Le storie / Gli innovatori del 2016

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Le storie / Gli innovatori del 2016
laRepubblica
SABATO 31 DICEMBRE 2016
PALERMO XII
Le storie / Gli innovatori del 2016
Hanno scommesso sui loro progetti
che hanno riscosso l’interesse
anche di imprese internazionali
Spesso senza spostarsi dall’Isola
I 10 siciliani
nel futuro
GIOIA SGARLATA
Sono partiti da un’intuizione. L’hanno seguita per giorni, mesi,
anni. Passo dopo passo senza mai indietreggiare. Fino a darle una
forma, un fine. Fino a vederle materializzare. Maghi
dell’informatica come Salvatore Sanfilippo di Campobello di
Licata che ha creato un free software utilizzato da colossi come
Twitter, Yahoo e che oggi lavora da Catania per una grossa
azienda di Tel Aviv. Ma anche medici come Massimiliano Oliveri di
Palermo che ha inventato occhiali in grado di stimolare il cervello o
biologi come Angela Cuttitta la cui scoperta permetterà di
facilitare trapianti di organi vitali come il pancreas. E ancora,
geologi, ex professori con la passione per l’informatica o avvocati
mancati. Tutti capaci di idee innovative. Geni nel senso più vero e
profondo del termine, dal latino geno, ovvero “creare”, “generare”.
Siciliani proiettati nel futuro in grado di accendere su di sé i
riflettori internazionali. Senza lasciare l’Italia e, a volte, la Sicilia.
SALVATORE SANFILIPPO
MASSIMILIANO OLIVERI
GIOVANNI DE LISI
ANGELA CUTTITTA
Il software scelto Le lenti intelligenti La linea ferrata
Il diabete curato
da Twitter e Yahoo contro la dislessia che offre energia da polpi e granchi
A
L
S
C
veva iniziato a studiare per diventare architetto ma dopo un anno
di università ha mollato per seguire la passione che gli aveva trasmesso il
padre fin da quando era bambino: i computer e l’informatica. Così Salvatore Sanfilippo, 39 anni, di Campobello di Licata,
è oggi uno tra i programmatori più corteggiati al mondo perché ha inventato
un programma che aiuta gli altri programmi a gestire i dati più velocemente, e la velocità dei dati è
una proprietà dei nuovi
social network. Lo usano
Twitter, Yahoo, Instagram, Pinterest, Craigslist, The Guardian e
Tumblr e persino Youporn perché rende possibile organizzare dati senza appesantire il funzionamento delle piattaforme. Fatto sta che grazie
a questo free software
Sanfilippo ha ricevuto offerte da grandi aziende Salvatore
statunitensi e inglesi: al- Sanfilippo
la fine ha scelto VMWare (colosso della Silicon Valley, capitalizzato per 50 miliardi di dollari). Oggi, invece, lavora per un’azienda di Tel
Aviv che si chiama Redis Labs. La sua
scelta? Produrre tecnologia restando in
Sicilia. «A Catania dove vivo con la mia
famiglia — dice — Il campo dell’Internet tecnology lo permette, almeno per il
momento. In futuro, probabilmente,
per passare dalla programmazione al
management sarà necessario andare
via».
a definizione “occhiali con lenti prismatiche”, ha il sapore di fantascienza. La finalità è ancora più sorprendente perché servono a potenziare alcune funzioni cognitive e mnemoniche del cervello e prevenire così malattie degenerative come l’Alzheimer e
il Parkinson. L’inventore è Massimiliano Oliveri, 48 anni, medico specialista
in neurologia e professore di neuroscienze cognitive all’Università di Palermo.
L’intuizione risale a
quindici anni fa durante un laboratorio di ricerca universitaria. Oggi, invece, gli occhiali sono una realtà: si chiamano Neurogoggles e sono
prodotti da una start
up, la Neuro Team, incubata dal Consorzio Arca
dell’Università di Palermo che ha già stretto un
accordo con la Fifth Ingenium, una società di Massimiliano
Milano che sviluppa e di- Oliveri
stribuisce prodotti digitali. Insieme agli occhiali anche un pacchetto di esercizi.
In pratica gli occhiali distorcono la
realtà e le azioni richieste dagli esercizi
stimolano l’attività del cervello a trovare soluzioni a questa nuova condizione.
«Per queste caratteristiche — dice Oliveri — gli occhiali Neurogoggles possono essere anche una valida risorsa terapeutica contro le forme di dislessia ed
essere utilizzati per potenziare le facoltà cognitive».
tudiava giurisprudenza ma il suo sogno era fare l’imprenditore. Così ha
mollato l’università. Per tutta risposta
il padre, titolare di un’azienda che si occupava della posa in opera delle traversine ferroviarie, lo ha mandato a fare l’operaio in cantiere: cinque anni a montare traversine. Ma
è proprio qui che Giovanni De Lisi, oggi 31
anni, ha avuto l’idea di GreenRail, una traversina ferroviaria ecosostenibile, unica al
mondo perché rivestita di plastica e gomma riciclata. «Più sicura
per i trasporti perché garantisce maggiore stabilità ai convogli, ma anche
più sostenibile perché
creata attraverso il riciclo
di materiali di scarto», dice lui alle prese con le certificazione della prima linea, quella basic, che saranno completate quest’anno (2017).
Ma allo studio, la GreenRail ha anche altre due linee: una in grado di gene- Giovanni
rare energia al passaggio De Lisi
dei treni mediante un sistema che si attiva per effetto della compressione e delle vibrazioni (piezoelettrico); l’altra a energia solare. Progetti su cui
ha puntato anche la Comunità europea con
un finanziamento di oltre 3 milioni di euro
del programma Horizon 2020.
Il brevetto è già stato registrato in 58 Paesi e oggi alla Green Rail lavorano 4 ingegneri e 40 persone. «Il primo impianto – dice De
Lisi con orgoglio – partirà nel 2018 e abbiamo ricevuto offerte sia dall’Italia che dall’estero».
hi l’avrebbe mai detto che un polpo poteva essere la soluzione per il
trapianto di cellule pancreatiche
contro il diabete? A scoprirlo è stata una
ricercatrice palermitana che da bambina sognava di fare il medico e che invece
ha finito per laurearsi in biologia.
Lei si chiama Angela Cuttitta ed ha 51
anni. Studiando gli organismi marini,
ha scoperto che alcuni enzimi prodotti
da aragoste, granchi e polpi, possono essere determinanti per
rendere accessibile la terapia cellulare di gravissime malattie come il
diabete.
Grazie a questa intuizione, suffragata poi da
approfonditi studi scientifici, le speranze di chi
ha bisogno di un trapianto di pancreas sono decisamente aumentate.
Angela insieme a Monica Salamone e al team
multidisciplinare
con Angela
cui lavora ha trasforma- Cuttitta
to la ricerca nell’impresa Abiel, una spinoff del Cnr e dell’Università di Palermo presentata anche a
Wall Street di fronte a investitori americani.
Oggi l’impresa di Angela Cuttitta è finanziata dalla William Cavendish di Life
Science Capital e si propone nuove sfide
come l’applicazione dei suoi enzimi per
la ricerca di cellule staminali dal tessuto
adiposo, la cura delle ustioni e le terapie
delle malattie del fegato.
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ILGEMELLAGGIO
PALERMOCHIAMABARCELLONA
La giunta comunale di Palermo ha approvato l’adesione alla rete
“Xarxa”, onlus del Comune di Barcellona che opera sulla mobilità, la
formazione e l’istruzione degli studenti per promuovere la transizione al
mondo del lavoro. Tra gli obiettivi prefissi dall’adesione: la promozione
della collaborazione tra il settore educativo e le aziende nei settori
professionali delle città consorziate, rendere possibile la mobilità
attraverso tirocini in aziende per i giovani, stimolare l’apprendimento
delle lingue, favorire l’ingresso nel lavoro per i giovani, l’elaborazione di
progetti per la transizione scuola-lavoro, promozione e organizzazione
della mobilità del personale e della diffusione delle buone pratiche.
FABIO RIFICI
Il doppio tablet
senza confini
D
IL TEAM DI SBSKIN
ANTONIO D’ARGENIO
XIII
JACOPO MONTEFORTE SPECCHI
Il sigillo infallibile
per oro e diamanti
C
a bambino il suo gioco preferito
era smontare e rimontare. A 10
anni ha fatto la guerra per ottenere il suo primo Commodor 64 e a
Sant’Angelo di Brolo, paese d’origine
nel messinese, era l’unico a possedere
floppy disk. Poi la strada che ha seguito
è stata un’altra: diploma magistrale e insegnamento. Professore di giorno e
nerd di notte, fino a quando la passione
non ha avuto il sopravvento.
Dal 2007, Fabio Rifici,
38 anni, è il cuore e la
mente di Microtech,
azienda leader nazionale in materia di tecnologia. Il suo E-tab è in grado di integrare contemporaneamente le funzionalità di Android e di
Windows. Un progetto
che ha meritato subito
le attenzioni di colossi come Intel e Macrosoft.
«Il nostro primo tablet è del 2012 – raccon- Fabio
ta – quello con schermo Rifici
a retina del 2013, prima
ancora di Samsung». Poi arrivano i primati: in Italia per il dispositivo Dual Os e
in Europa per il sistema operativo Remix che offre il meglio di Windows e di
Android in un’unica interfaccia utente.
«Ci muoviamo in un settore cosmopolita
– dice lui – Facciamo progettazione a
Buccinasco (Milano), ricerca software a
Dublino e assembliamo in Cina». Il fatturato? 1,8 milioni nel 2016 con una stima
per il 2017, di 3 milioni di euro.
on l’azienda di famiglia, la Certiline fondata a Varese nel 1989 dalla
“capostipite” Laura De Monti, ha
migliorato il brevetto di un involucro
speciale utilizzato in tutto il mondo per
il trasporto di lingotti d’oro e diamanti:
la Certi-card.
Si tratta di un imballaggio particolare, dotato di vari sistemi di sicurezza. Se
manomesso, il materiale si modifica. Sulla carta compaiono alcune scritte che
lanciano l’allarme ma a
subire cambiamenti è
anche una membrana interna talmente sottile
da non potere essere riprodotta da eventuali
falsari o malintenzionati.
Sulla stessa carta, inoltre, è applicato l’inchiostro all’ultravioletto, utilizzato anche per impedire la contraffazione della carta moneta. Lui è Jacopo Monteforte Spec- Jacopo
chi, 36 anni, di Siracusa. Monteforte
Ed è proprio nella sua
città d’origine che sta organizzando per
il prossimo maggio la terza Mediterranean gemological and jewellery conference con gemmologi provenienti da tutto il mondo.
«Il nostro sistema — dice — è unico ed
è utilizzato dalla maggior parte delle
Zecche nazionali: dall’Italia all’Olanda,
dagli Emirati Arabi alla Cina, al Brasile,
agli Stati Uniti, fino allo Stato Pontificio».
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GIOVANNI MILAZZO E ANTONIO CARUSO
EDOARDO SCARSO
I mattoni elettrici L’ispettore volante La nuova plastica Il robot domestico
per le case “smart” dei grandi impianti nata dalla canapa per gestire la casa
L’
T
I
M
autorevole rivista statunitense di
economia e finanza “Forbes” ha
inserito la loro azienda nella classifica 2016 dei “trenta progetti europei
under 30 del futuro”. La startup si chiama Smart Building Skin e dal 2013 punta a realizzare mattoni ad alta prestazione energetica e mattoni di vetro fotovoltaici da utilizzare per realizzare le costruzioni del futuro.
A fondarla due giovani dottori di ricerca, un ingegnere elettrico e una professoressa
della Scuola Politecnica
di Palermo: Marco Morini, 28 anni e Luisa Pastore, 31 anni, ingegnere
edile e architetto; Santi
Cucco, 37 anni, ingegnere elettrico; e Rossella
Corrao, 49 anni, professore associato presso il
Dipartimento di Architettura dell’Università
di Palermo e oggi Ceo di
Il team
Sb Skin.
«Il 2017 – dice Marco di SbSkin
Morini - segnerà l’avvio
della produzione e di una prima commessa in Francia per i mattoni ad alta
prestazione energetica.
Per la linea dei mattoni fotovoltaici
c’è ancora la pratica per il rilascio della
certificazione in corso e una trattativa
aperta con un grosso investitore italiano».
Il brevetto è stato esteso dall’Europa
all’America, al Giappone e alla Cina e
l’interesse è arrivato anche dal Kuwait.
ra pochi anni immagina droni programmati per controllare in autonomia i grandi impianti di produzione
di energia, con specifici hangar ricavati a
intervalli regolari lungo gli oleodotti dove
i piccoli robot volanti possono sostare e ricaricarsi prima del nuovo giro di perlustrazione.
Lui è Antonio D’Argenio, 54 anni, geologo di formazione, che per anni ha lavorato
al Consorzio di tecnologia geospaziale di
Palermo “Ticonzero”: è
tra i fondatori di Panoptes, start up nata nel
2012 che realizza sistemi
di ispezione e monitoraggio aereo degli impianti
fotovoltaici in maniera innovativa.
In che modo funziona?
Montando hardware e
software su piccoli droni
in grado di produrre relazioni dettagliate sullo stato di salute degli impianti. Una tecnologia innova- Antonio
tiva da tanti punti di vi- D’Argenio
sta. Tanto che Enel e Sumbola Fondazione hanno inserito Panoptes
tra le 100 eccellenze italiane del settore
energetico nazionale presentate alla conferenza delle Nazioni unite sul cambiamento climatico che si è tenuta a Parigi.
«I droni – dice D’Argenio - sono oggetti
affascinanti, vocati al lavoro e all’automazione. Gli ambiti con il maggiore valore aggiunto sono proprio le ispezioni: far lavorare un drone anziché arrampicarsi su una
pala eolica è molto più veloce e sicuro».
n un’epoca in cui la sostenibilità ambientale è non solo un’ambizione ma
soprattutto un’esigenza, hanno sviluppato una plastica naturale che nasce
dagli scarti di lavorazione di una sostanza umilissima, come la canapa industriale. Un’intuizione che ha conquistato l’attenzione di media e addetti del settore.
Loro sono Giovanni Milazzo, 24 anni,
e Antonio Caruso, 28: il primo, visionario studente di ingegneria industriale a
Catania, il secondo analista finanziario attento
ai numeri. Il risultato è
stato Kanèsis, l’azienda
catanese che produce
questa innovativo materiale composito termoplastico vegetale, più
leggero del 30 per cento
e più resistente del 30
per cento rispetto alla
più economica bio plastica in commercio.
«È un primo passo verso il futuro. Fra 20 o 30 Antonio
anni — dicono Giovanni Caruso
e Antonio — saremo in
grado di produrre tutto ciò che ci serve
utilizzando come materia prima quello
che la natura ci concede».
E se il primo campo di applicazione
della Hbp (HempBioPlastic), come tecnicamente si chiama questo loro prodotto, sono state le stampanti 3D, precisano: «l’Hbp può essere utilizzata in tutte
le applicazioni industriali tradizionali
senza modifiche sostanziali dei macchinari». Insomma, una vera rivoluzione.
omo è il robot domestico che controlla le funzionalità della casa.
Nel 2015 il progetto di Momo ha
vinto il bando Smart & Start Italia con
un finanziamento di quasi 830 mila euro. Morpheus, l’impresa che produce Momo è la prima siciliana incubata da Digital Magics, business incubator quotato
sul mercato Aim Italia di Borsa Italiana.
Co-founder e Ceo è Edoardo Scarso,
32 anni, ingegnere informatico catanese. «Momo è un robot a
forma di lampada —
spiega — dall’uso semplice e immediato perché non richiede installazione o configurazione.
Da poco meno di due anni è diventato il nostro
core business».
Il prototipo definitivo
è stato presentato ad ottobre e nel 2017 partirà
il crowd founding per finanziare gli stampi industriali e la messa in pro- Edoardo
duzione. «Sarà — spiega Scarso
ancora Scarso — come
avere un maggiordomo, solo che dall’intelligenza artificiale».
Momo infatti riconosce la presenza degli esseri umani, memorizza le abitudini
e, da solo, crea le migliori condizioni di vivibilità della casa: adattando la luce, la
temperatura e vigilando anche su eventuali fughe di gas e altri pericoli.
Le prime vendite partiranno in estate
ma da marzo si potranno fare le ordinazioni online (www.morpheos.eu).
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