Cuore di ghiaccio

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Cuore di ghiaccio
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Martedì 7 Luglio 2015 Corriere di Bologna
BO
Cultura
 Società
Unipol Arena
Cremonini fa il bis
nuova data a novembre
Concederà il bis anche a
Bologna Cesare Cremonini, che
con il suo «Più che Logico Tour
2015» ha dovuto inserire una
seconda data all’Unipol Arena l’1
novembre, in aggiunta a quella
del 31 ottobre. Diventano 17
quindi i concerti da ottobre a fine
novembre che riporteranno il
cantante bolognese nei più
grandi palasport d’Italia con uno
spettacolo totalmente rinnovato.
La prevendita sarà aperta già
dalla mattinata di oggi, mentre
continua ad avere ottimi
riscontri il cofanetto live di
Cremonini legato al tour e uscito
a quasi 10 anni dall’ultimo disco
dal vivo dell’ex Lunapop.
Quando Cremonini, allora
ventiseienne, si cimentò in un
tour accompagnato, oltre che
dalla sua band, dalla London
Telefilmonic Orchestra.
La strage di Utoya, Ikea
e la democrazia: i Paesi
scandinavi sotto la lente
di Teatri di Vita tra
danza, teatro e cinema
Dal 22 luglio al 2 agosto
Colori
Nella foto la
locandina nel
festival, un
format che ogni
anno esplora
realtà
geopolitiche
Quest’anno ci
saranno anche
alcune
«schegge»
all’ora
dell’aperitivo
dedicate a temi
vari e curiosi,
dai Lego a Pippi
Calzelunghe,
alla censura
italiana ai film
di Bergman, a
una lezione di
svedese sui
nomi dei mobili
Ikea, ai giocatori
scandinavi del
Bologna.Info:
www.teatridivit
a.it.
Qual è il cuore della vita dei
Paesi scandinavi? La tolleranza,
la (social)democrazia, il razionalismo creativo di Lego o Ikea,
la libertà sessuale, Ibsen, Bergman, von Trier, o piuttosto un
modo estremo di vivere la comune crisi europea, con rigurgiti violenti di razzismo e con
stragi feroci come quella di
Utoya nel 2011, quando un
estremista cristiano sterminò
77 giovani?
Teatri di Vita dedica a Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia «Cuore di ghiaccio»,
versione 2015 di un format decennale che esplora realtà geopolitiche vicine o lontane, mostrandone i lati meno noti. I
passaporti per entrare a fondo
in temi, fantasie, problemi sono le arti contemporanee, la
danza, il teatro, la musica, il cinema. Ma sono anche discorsi
che precedono gli spettacoli: le
«Lettere dal fronte interno»
che politici o intellettuali dei
Paesi considerati inviano alla
rassegna, lette da loro omologhi italiani (per Cuore di Grecia
arrivò anche uno scritto sulla
crisi di un allora sconosciuto
Yanis Varoufakis). Quest’anno
ci saranno anche «schegge» all’ora dell’aperitivo dedicate a
temi curiosi, dai Lego a Pippi
Calzelunghe, alla censura italiana ai film di Bergman, a una
lezione di svedese sui nomi dei
mobili Ikea, ai giocatori scandinavi del Bologna. Su tutto aleggerà una domanda sulla strage
di Utoya, con una lettera del
sindaco di Oslo e dell’isola teatro della strage letta da Virginio
Merola e con la presentazione
di un libro sull’argomento di
Luca Mariani. Le date del festi-
Dal ministero
Teatri di Vita non è
stato riconosciuto
«Centro di produzione»
Limitati i finanziamenti
Insieme
Nelle foto
alcune
immagini degli
spettacoli in
cartellone
A sinistra la
compagnia
danese
Kassandra
Production
si interroga sui
consumi
Sotto, in uno
spettacolo di
danza i danesi
HimHerAndIt
creano un
lavoro sui ruoli
maschili e
femminili
«Cuore di ghiaccio»
val non sono casuali: si va dal
22 luglio, anniversario dell’atto
terroristico norvegese, al 2 agosto, ricorrenza della bomba del
1980 alla stazione di Bologna.
Nel festival, cinque spettacoli di danza in prima nazionale,
due di teatro, due serate musicali, dodici film, un corso di teatro e cibi da scoprire. «Cuore
di ghiaccio» si colloca in Bè Bolognaestate, con un finanziamento del Comune di 22 mila
euro (4 mila più dell’anno scorso) e uno della Fondazione del
Monte di 10 mila. «Avremmo
voluto rendere gratuiti gli appuntamenti — annota Stefano
Casi, condirettore artistico del
teatro — ma non ci è possibile.
Offriamo però un abbonamento a tutto il programma a 39 euro e il biglietto giornaliero a
12». Piatti forti sono la danza e
il cinema. I film saranno uno
per sera. Si vedranno pellicole
recenti, spesso passate per importanti festival. C’è anche
Imatra, un finto documentario
sul confine tra Finlandia e Russia dello scomparso Corso Salani, attore e collaboratore di
Teatri di Vita.
La danza percorre tensioni
di costume, sociali, di genere. I
finlandesi Kaari e Roni Martin
Company presentano due spettacoli: nel primo rivivono il flamenco calandolo in sonorità
dell’estremo nord (22 e 23 lu-
glio). L’italo-svedese Mirko
Guido indaga il corpo femminile in movimenti rituali che
portano fino all’assoluta nudità. I norvegesi Toyboys, invece,
con il movimento coreografico
si interrogano sull’identità gay
e queer, mentre i danesi HimHerAndIt creano un lavoro
sui ruoli maschili e femminili.
Chiude il danese Bliss Point,
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Il ritorno di Melinda, «l’eroina vorace»
Stasera all’Archiginnasio la Servadio parla di «Tanto gentile e tanto onesta»
«All’età di tredici anni, dopo
aver sedotto il padre, Melinda
fu sottoposta alle cure del miglior analista del mondo, il
professor Hochtensteil». Se
l’incipit del romanzo Tanto
gentile e tanto onesta di Gaia
Servadio poteva già essere motivo di turbamento, il lettore
non sapeva ancora cosa lo
aspettava. Era il 1967, anno non
ancora segnato dalla rivoluzione sessuale e dei costumi e la
giovane Servadio, dopo il rifiuto di 12 editori, riuscì a far pubblicare dalla Feltrinelli questo
romanzo che per lo scrittore
Giulio Mozzi è «il romanzo più
divertente di tutta la letteratura
italiana del Novecento». Un ro-
Il libro
Riedito
dalla collana
Bittersweet
della
Sonzogno,
che riscopre
piccolo
capolavori del
Novecento,
il romanzo
racconta della
bizzarra vita
di Melinda che
segue solo
le leggi del suo
desiderio
incurante
delle regole
manzo che se non fosse stato
riscoperto dalla collana Bittersweet della Sonzogno, specializzata nelle rivalutazioni di
vecchie passioni letterarie, sarebbe destinato a rimanere una
piccola e misconosciuta perla
letteraria. Un capolavoro invisibile. Oggi, nell’ambito di «Stasera parlo io», l’autrice presenterà il libro con Irene Bignardi,
direttrice della collana Bittersweet. (Ore 21, cortile della Biblioteca dell’Archiginnasio).
Scrittrice, poetessa, giornalista
— tra gli altri, per Il Corriere
della Sera, La Stampa e The Times — una vita tra l’Inghilterra
e l’Italia, Servadio scrisse questo romanzo quando viveva a
un viaggio nelle «beatitudini»
del cibo.
Il teatro vede la ripresa di
Frigo di Andrea Adriatico con
Eva Robin’s (tutte le sere alle
20) e Woodland Games, un affresco multidisciplinare della
norvegese Lisa Lie sui mondi
mistici di Uspenskij e Gurdjeff
(28 e 29 luglio).
Alla musica scandinava sono
dedicate due serate: una imperdibile «Abbanight» e una
rivisitazione dei sound dei Paesi iperborei a cura di Alessio
Bertallot. Nelle schegge-aperitivo si parlerà anche di scuole
senza materie e di carceri senza
sbarre. Nota a margine: Teatri
di Vita, nonostante l’impegno
nella produzione e nella progettualità, non è stato riconosciuto dal Ministero «centro di
produzione», e ha dovuto accontentarsi dei finanziamenti,
riduttivi per l’attività svolta, di
«impresa di produzione».
Massimo Marino
Autrice
Gaia Servadio
Ha scritto
il romanzo
nel 1967
ben prima della
rivoluzione
sessuale
Londra già da circa dieci anni.
Tradotto in 16 lingue, il romanzo, sebbene in Italia sia stato
quasi dimenticato, è diventato
un bestseller mondiale. Ma chi
era Melinda Publishing? La
scrittrice cult statunitense
Mary McCarthy, che di affre-
schi sul nostro Novecento se ne
intendeva — deliziosamente
narrati in romanzi, tra gli altri,
come Il gruppo, Gli uomini della sua vita — la descrisse come
«un’eroina candida, impaziente, vorace, che osserva furtiva la
nudità insospettabile del mondo». Il candore glielo riconobbe anche la sua autrice quando
disse che «Melinda non capiva
perché il padre avesse voluto
interrompere bruscamente un
rapporto tanto felice e affidarla
alle cure di Hochtensteil». Ma
come si diceva, questo è solo
l’inizio. Quello psicanalista di
scuola freudiana non faceva
domande e «Melinda — ancora Servadio — non sapeva proprio cosa raccontargli. Molti
mesi noiosi passarono, prima
che Melinda mettesse in applicazione le sopracciglia tristi e
gli occhi spalancati». Di passi
ne farà molti, e in fretta. Si scopre che Melinda, che aveva sedotto anche il fratello, si fa
amico il terapeuta freudiano,
lascia presto gli studi e decide
di imparare tutto dalla vita.
Passa di matrimonio in matrimonio, accoppa un paio di mariti, riesce a diventare duchessa, a fare carriera politica, a trasformarsi in spia. Soprattutto,
ottiene dalla vita sempre ciò
che desidera. E grazie alla profonda conoscenza dell’universo maschile, vive un’esistenza
inimitabile tra l’organizzazione
di rapine e, addirittura, spedizioni sulla Luna (sarà la prima
donna a metterci piede). Melinda è la donna assolutamente
libera di decidere del proprio
destino, emancipata prima
dell’«emancipazionismo»,
esempio per tutte le donne che
hanno lottato per i proprio diritti. E sullo sfondo, il lucido e
disincantato ritratto della società europea ai tempi della
Swinging London.
Paola Gabrielli
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