biowatching - Alla scoperta di

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biowatching - Alla scoperta di
BIOWATCHING
a cura di M. Stefania Contini
“L’emozione
gratuita e forte”
(D. Ruju)
dell’incontro col
selvatico non è
facilmente
descrivibile, ma è
indubbiamente
un’esperienza
indimenticabile e
fortemente
appagante, che
induce in ogni
persona suggestioni
e sensazioni uniche.
BIOWATCHING
• L’uomo che vive a stretto contatto con la
natura ha una grande capacità di osservazione
e sviluppa una particolare attitudine al
contatto con i selvatici, di cui riconosce le
tracce e i segni di presenza.
• Anche noi “cittadini” possiamo recuperare
questa dimensione, se siamo disposti ad
avvicinarci in modo corretto all’ambiente
naturale.
BIOWATCHING
Perché l’incontro col selvatico
avvenga, occorre accostarsi al
mondo naturale in punta di piedi,
entrarvi in silenzio per farsi
riempire da tutto ciò che ci
circonda
(suoni
e
odori
compresi!), fino quasi a farne
parte e a percepire la presenza
degli altri viventi pur non
vedendoli.
BIOWATCHING
1° REGOLA
NON
DISTURBARE!!!
BIOWATCHING
Il Biowatching è
l’osservazione della
diversità biologica,
cioè della natura in
tutte le sue forme.
forme.
Spesso si inizia con
il birdwatching e poi
si continua con i
mammiferi, con le
piante, con la
geologia, etc. cioè
con la biodiversità.
BIOWATCHING
Praticare il
Biowatching significa
scoprire, osservare e
capire le componenti
viventi di un
ecosistema
lasciandole intatte,
in modo che altri
possano a loro volta
osservarle e
conoscerle.
BIOWATCHING
OCCORRE:
– pazienza
– concentrazione
– attenzione
– silenzio
– abbigliamento adatto
– binocolo
– guide da campo
– taccuino
– matita
BIOWATCHING
evitare:
– fumo
– profumi
– materiali
tintinnanti
– radio
– suonerie di
cellulari
– tutto ciò che fa
rumore
BIOWATCHING
• L’avvistamento del selvatico non è un
evento
garantito,
specialmente
quando si tratta di mammiferi, sia a
causa dell’etologia delle specie che
della densità delle popolazioni.
• Ma anche l’attività di ricerca delle
tracce e dei segni di presenza dei
selvatici
è
un’attività
molto
coinvolgente!
BIOWATCHING
Cercare i “segni di
presenza”
• sul terreno
• tra la vegetazione
• sulle rocce
• in cielo
 Osservare e/o
ascoltare gli altri
animali
BIOWATCHING
I segni di presenza
consistono in:
– orme
– fatte
– borre
– peli, penne e piume
– resti di prede o di pasti
– accumuli di cibo
– nidi, tane
– luoghi di igiene
– cadaveri o parti di essi
– emissioni vocali
Le impronte
Le specie lasciano le impronte
dei loro passi sulla neve, sul
fango, sulla sabbia e sul terreno
morbido.
Da queste possiamo ricavare
diverse informazioni: la specie,
talvolta l'età e il sesso,
l'andatura, l’attività
dell’animale, il territorio
occupato.
Per imparare a riconoscere le
impronte occorre pratica di
campo e una fase di studio
paziente delle tracce una volta
tornati a casa.
Esistono libri e siti internet
dedicati.
Le fatte
Gli erbivori devono fare più
pasti al giorno per ricavare
energia dal cibo, dal momento
che i vegetali hanno un basso
potere calorico.
Questo spiega perché sia così
frequente trovare le fatte degli
erbivori (mammiferi o uccelli) ,
mentre più raramente si trovano
fatte di carnivori, che possono
mangiare con intervalli di giorni.
Le borre
Molte specie di uccelli espellono
borre, costituite da resti alimentari
non digeriti. Esaminandole si hanno
notizie sulla dieta e sulla
distribuzione dei micromammiferi,
difficilmente monitorabili in altro
modo.
La borra del Barbagianni è grossa,
avvolta da muco, scura e contiene
peli e ossicini delle prede,mentre
quella della Civetta è piccola e
lucida perché contiene i resti
chitinosi degli insetti predati.
Le borre degli Strigiformi si
trovano nei vecchi edifici, sotto i
posatoi.
Peli, penne e piume
Gli uccelli perdono penne e piume durante la
muta.
Gli accipitridi strappano i peli a ciuffi dai
mammiferi e le penne una per volta dagli
uccelli perché non sono in grado di digerirli.
I mammiferi staccano a morsi ciuffi di penne.
Penne col calamo spezzato sono indice di
predazione da mammifero, quelle col calamo
intero indicano predazione da rapace.
Durante il periodo degli amori si possono
trovare ciuffi di pelo di coniglio strappati
dai contendenti durante la lotta.
E’ possibile identificare le specie di uccelli
dalle penne e piume (guide apposite).
I rettili lasciano sul terreno le esuvie dopo la
muta.
Resti di prede e di pasti
Oltre a penne, piume e peli, possiamo
trovare scheletro o parti di esso,
residui della predazione da parte di
rapaci.
Le Averle appendono alle spine o al
filo spinato le prede (roditori, rettili
e insetti) per attingere alla
“dispensa” in caso di bisogno.
I Picchi incastrano lo strobilo nella
corteccia dei pini per prelevare i
pinoli.
I gusci di nocciole e ghiande aperti ai
piedi degli alberi sono indici di
presenza di Roditori, Cinciallegre, e
Ghiri.
I buchi conici di forme irregolari sui
tronchi sono opera dei Picchi
Picchi,, che
predano le larve di insetti xilofagi.
Resti di prede e di pasti
Il cappello di funghi che presenta
solchi è stato mangiato da un
Roditore, mentre buchette
superficiali e più lisce sono tracce
dell’azione di chiocciole.
Polloni giovani di alberi e arbusti
sono alimento per Cervi (bordi
sfrangiati) e Lepri e Conigli (bordi
netti).
Il Cinghiale smuove il terreno col
grugno in cerca di tuberi, bulbi e
radici.
Uova rotte in piccoli pezzi indicano
predazione da Riccio, che cosparge
il contenuto; la Martora rompe
l’uovo a un lato, la Donnola alle
estremità.
Se troviamo gusci aperti, uno
dentro l’altro, ci troviamo invece
davanti a una schiusa avvenuta.
Accumuli di cibo
Oltre alle già citate dispense
delle Averle, altre specie
mettono da parte riserve
alimentari: i Picchi incastrano
nocciole e noci sulla corteccia
di pini, la Volpe talvolta
nasconde la preda dopo averla
catturata.
Nidi e tane
I nidi dei Picchi sono fori circolari a
discreta altezza, costruiti sui
tronchi degli alberi.
La Civetta utilizza cavità naturali per
nidificare.
Il Coniglio costruisce in un terreno
sciolto e ben drenato la sua tana,
sotterranea, con diversi cunicoli e
varie entrate; si identifica perché
nelle immediate vicinanze si vedono
le latrine, raccolte di feci.
Le lunghe chiazze biancastre sulle
rocce sono segni della presenza dei
rapaci che nidificano nelle pareti
rocciose.
La Lepre e il Cinghiale non hanno tana
ma si allestiscono un covo in cui
riposano e partoriscono. Si
identifica perché l’erba schiacciata
assume la forma dell’animale.
Luoghi di igiene
Cinghiali e Cervi si rotolano
nelle pozze coprendosi di fango
e strusciandosi
successivamente su un tronco
d’albero, per rimuovere i
parassiti. Possiamo identificare
sia le pozze che i tronchi
perché la corteccia è macchiata
di fango ad altezze diverse (più
in basso per il Cinghiale).
Possiamo riconoscere anche i
punti in cui la Pernice sarda
effettua i bagni di polvere per
liberarsi dei parassiti: il
terreno, sciolto ed asciutto,
appare smosso in superficie.
Canti e emissioni vocali
Canti ed emissioni vocali
hanno la funzione di
segnalare il territorio ai
conspecifici e di attirare gli
individui dell’altro sesso.
Sono utili per identificare
le specie anche non
vedendole. Si può imparare
a riconoscere canti ed
emissioni vocali utilizzando
le registrazioni in
commercio, che non
possono però essere
utilizzate come richiami.
Sus scrofa meridionalis Cinghiale
–
Cervo
Daino
Nel cervo le singole
pillole sono diverse
nei
due
sessi:
cilindriche con un
apice concavo ed uno
appuntito
nel
maschio, ovali nella
femmina.
Muflone
Vulpes vulpes ichnusae Volpe
Fatta
Fatta vecchia
Mustela nivalis boccamela Donnola
Martes martes Martora
Fatta
Oryctolagus cuniculus Coniglio
Orme
Fatte
Tana
Lepus capensis mediterraneus Lepre sarda
Orme
Fatte
Erinaceus europaeus Riccio
Orme
Fatta
Rapaci notturni
Tyto alba Ernesti
Barbagianni
Borre
Athene noctua
Civetta
Borra
Borra
Penna
Uccelli: Borre e Penne
Borre di:
Aquila reale
1 - Gufo reale (Bubo bubo);
2 - Allocco (Strix aluco);
3 - Gufo comune (Asio otus);
4 - Assiolo (Otus scops);
5 - Lodolaio (Falco subbuteo)
6 - Poiana (Buteo buteo);
7 - Gheppio (Falco tinnunculus);
8 - Gipeto (Gypaetus barbatus)
con visibili zoccoli di ungulati
(disegni di Armando Nappi)
Gheppio
Poiana
Ghiandaia
Astore
Alectoris barbara Pernice sarda
Piume, fatta e
pista
Bibliografia
AA.VV. Tracce e segni degli uccelli d’Europa. Muzzio. 1989
Brichetti, Gariboldi Il libro delle tracce. De Vecchi Editore. 1992
Bouchner Le tracce degli animali. De Agostini. 1998
Mezzatesta, Zanichelli Biowatching. Calderini. 2002
Gibson Animali selvatici Collana Natura in tasca. Fabbri Editori 2007
Lang Tracce di animali Zanichelli. 2007
Sitografia
www.ebnitalia.it/
http://xoomer.virgilio.it/filpo/impronte_e_tracce.htm
www.naturamediterraneo.it