Cs 68-2016 - Pomodori e profughi

Transcript

Cs 68-2016 - Pomodori e profughi
COMUNE DI MORI
comunicato stampa 68 - 29 settembre 2016
«Una coppia di ospiti ha dato alla luce la piccola Chiara
Profughi a Mori, Caliari traccia un bilancio
Martedì nuova serata di «Trovarsi altrove». L'aperitivo
lo offrono i richiedenti asilo coi prodotti del "loro" orto
A una bimba dalla pelle scura è stato dato il nome Chiara. È una storia di integrazione ed è
stata scritta a Mori, dove sono ospitati alcuni richiedenti protezione internazionale, tra cui
una coppia che da poco ha festeggiato il lieto evento e ha scelto un nome italiano per la
piccola. Di belle storie, a Mori, ce ne sono anche altre, come quella del parroco che assieme
ai profughi coltiva l'orto. Con l'occasione del nuovo incontro di "Trovarsi altrove.
Migrazioni tra miti e realtà", l'assessore comunale alle politiche di aiuto sociale, Roberto
Caliari, traccia il bilancio di un'esperienza di accoglienza che sta dando ottimi frutti.
Il nuovo incontro di "Trovarsi altrove" è programmato per martedì 4 ottobre alle 20.30
all'oratorio, col coinvolgimento di Mandacarù Onlus. Il ciclo di conferenze ha già fatto luce
su molti aspetti legati alle migrazioni. Martedì si parlerà di "Il lato oscuro dei pomodori
italiani", con la proiezione del cortometraggio di Stefano Liberti e Mathilde Auvillain.
Interviene Fabio Ciconte: giornalista, direttore dell'Associazione ambientalista Terra! Onlus
e portavoce della campagna FilieraSporca contro lo sfruttamento del lavoro in agricoltura.
Caliari spiega: «Norme europee, che favoriscono l'esportazione, fanno sì che i pomodori in
scatola italiani vengano venduti in Africa a prezzi inferiori di quelli acquistati sul posto. Un
meccanismo che genera disoccupazione e conseguente migrazione: un meccanismo perverso
dell'economia, come a dire che i profughi li creiamo noi per muovere i nostri commerci».
Ad accogliere la comunità, alle 20, ci sarà un piccolo aperitivo organizzato dai richiedenti di
Mori, per condividere quanto prodotto nell’orto.
Quanto al progetto di accoglienza a Mori, che coinvolge Parrocchia, Gruppo missionario,
Caritas, Cinformi, Atas, Astalli, Punto d’approdo e alcuni volontari, l'apertura degli alloggi
del Comune risale al 15 settembre 2015 con 6 persone da Costa D'Avorio, Mali e Pakistan.
Altre 4 sono in un alloggio di Atas e provengono da Ghana e Nigeria. In questo primo anno
sono molte le attività in cui i ragazzi si sono impegnati: il servizio ambiente a Rovereto, la
Ganzega, la colletta alimentare, il volontariato a Mandacarù a Mori, il volontariato al Grest
di Rovereto, all'allestimento della notte verde, per la raccolta di ferro e mobili a Mori. Sono
stati attivati quattro tirocini formativi con possibilità di assunzione, di cui 1 in un ristorante
a Mori. Tre persone hanno trovato piccoli lavori nella vendemmia o nel volantinaggio. Una
persona ha concluso il periodo di accoglienza e ha trovato una sistemazione in un
appartamento privato, una uscirà a breve ed entrerà in un alloggio di Atas a Rovereto. Dal
2015, su 10 persone, finora in 2 hanno ottenuto i documenti per rimanere in Italia.
I richiedenti asilo ospitati a Mori frequentano corsi di cultura e lingua italiana, di
informatica e corsi formativi a seconda della loro pregressa esperienza. Numerose iniziative
sono state organizzate anche per coinvolgere la comunità di Mori, far conoscere i richiedenti
asilo e sensibilizzare sul tema delle migrazioni forzate.