rosario velonà - Ordine della Madre di Dio

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rosario velonà - Ordine della Madre di Dio
ROSARIO VELONÀ
INEDITO
In copertina:
San Giovanni Leonardi.
Dipinto di autore ignoto - secolo XVII
conservato nella Comunità di
S. Maria in Portico in Campitelli - Roma.
Dono delle Clarisse Cappuccine di Sant’Urbano
delle quali il Santo fu confessore.
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INTRODUZIONE
La Congregazione, inizialmente denominata dei “Preti Riformati
della Beata Vergine”, eletta nel 1623 al grado di Ordine sotto il
titolo di “Chierici Regolari della Madre di Dio”, ha sempre avuto
nei suoi religiosi un amore particolare per il culto eucaristico, sin
dai primi tempi della fondazione (Lucca, 1° settembre 1574).
Amore che scaturiva dal carisma orante che, a partire dalle fonti
che furono la base dell’esperienza spirituale di San Giovanni
Leonardi (1541 - 1609) padre Fondatore, è sempre continuato nel
tempo e continua ancora ai nostri giorni.
L’idea di questo opuscolo è scaturita da una considerazione
unitamente ad una domanda che spesso mi ponevo.
-La considerazione: quando ci capita di visitare grandi santuari,
cattedrali o musei diocesani possiamo ammirare, tra l’altro, anche
dei bellissimi vasi sacri. Tra questi gli ostensori che, con la loro
maestosità e bellezza, vogliono evidenziare l’importanza che la
Chiesa ha sempre riservato all’adorazione eucaristica.
-La domanda: perché non fare apprezzare allora anche gli ostensori
delle varie comunità leonardine? Pure questi molto belli, ma
visibili purtroppo, soltanto durante le “Giornate Eucaristiche”
(ex “Quarantore”) e solamente a quanti frequentano le rispettive
chiese in quelle specifiche giornate!
Coloro che si accosteranno a questo testo avranno allora la
possibilità di ammirare, anche se soltanto fotograficamente, gli
ostensori delle varie comunità religiose dell’Ordine presenti in
Italia, Cile, India, Nigeria, Indonesia e Colombia.
La redazione però, non vuole essere soltanto un servizio
fotografico, ma il suo intento è soprattutto quello di far conoscere e
condividere la spiritualità leonardina nei riguardi dell’Eucarestia a
cui facevo riferimento nelle prime riga di questa introduzione.
Pertanto la presentazione di questi ostensori è stata intervallata da
riflessioni sulla spiritualità eucaristica riguardante San Giovanni
Leonardi ed i suoi figli spirituali.
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Spazio è stato dato anche agli scritti più importanti sull’Eucarestia
dello stesso Leonardi, ma anche di Cesare Franciotti, uno dei suoi
primi seguaci
Si potranno consultare quindi:
- due sermoni di San Giovanni Leonardi;
- uno stralcio di un suo manoscritto :
“Dottrine Notabili del N. P. Gio . Leonardi del SS. Sacramento”;
- due capitoli de “L’apparecchio al Sacro Convito” del venerabile
Cesare Franciotti.
Poche pagine, alcune immagini e brevi considerazioni quasi tutte
inerenti lo “sguardo” dovuto all’Eucarestia, “Sole” indispensabile
per la nostra vita cristiana (cfr. ostensorio alla pagina 5 e 6).
Con questo mio lavoro mi auguro di aver contribuito, anche se in
minima parte, a far riscoprire lo splendido “vissuto” di “maestri
eucaristici” come San Giovanni Leonardi, il venerabile Cesare
Franciotti ed altri ancora, tutti infervorati dall’amore per
l’Eucarestia, come San Giovanni Maria Vianey, Lorenzo Villar…
In quest’Anno dell’Eucarestia, indetto dal 110° Capitolo Generale
dell’OMD, consegno con affetto questo mio lavoro ai religiosi
leonardini, quale segno di ringraziamento per l’affiliazione
all’Ordine che gli stessi hanno voluto concedermi nell’anno 2009.
Napoli, 30 maggio 2015.
ROSARIO VELONÀ
- Nato a Napoli il 23 maggio 1950.
- Coniugato dal 1977, è padre di tre figli.
- Diacono permanente dell’Archidiocesi di Napoli
dal 1 marzo 1998.
- Nello stesso anno viene assegnato dalla
Curia Arcivescovile di Napoli ad esercitare il ministero
in S. Maria in Portico a Chiaia.
- Affiliato dal 2009
all’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio.
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L’OSTENSORIO
L’ostensorio, da ostendere, mostrare, è una un vaso sacro destinato
all’esposizione dell’Eucarestia per l’adorazione dei fedeli, per le
processioni e per la benedizione eucaristica.
Pur non essendo un vero e proprio vaso sacro è considerato tale in
quanto in esso è contenuta una cosiddetta lunetta (a forma di mezza
luna) che sostiene l’ostia consacrata e quindi è a contatto con
l’Eucarestia. Rispetto al calice ed alla pisside l’ostensorio è meno
antico. Di esso si comincia a parlare intorno all’anno 1300.
Prima di allora il culto e la devozione verso l’Eucarestia erano
concentrati soltanto durante la Messa nella quale era integrata la
comunione.
Ma nel secolo XIV si verificarono due fenomeni importanti.
- Cominciarono a serpeggiare un po’ per tutta la Chiesa occidentale
alcune eresie che mettevano in dubbio la Presenza reale
nell’Eucarestia. Per combattere tali eresie iniziò a svilupparsi il
culto dell’Eucarestia separatamente dalla Messa.
Si andavano diffondendo sempre più adorazioni e benedizioni
eucaristiche; venne istituita la solennità del Corpus Domini ed il
tabernacolo fu posto sugli altari al centro dell’attenzione dei fedeli.
- Il secondo fenomeno fu il diffondersi di un rispetto forse troppo
esagerato verso l’Eucarestia, tanto che i fedeli si sentivano sempre
più indegni della comunione sacramentale che progressivamente
disertavano sostituendola con quella spirituale fatta “con gli occhi”
cioè guardando l’Ostia santa, ma con fede ed adorazione.
Da questo desiderio di guardare derivano le due ostensioni delle
Specie sacre che si conservano ancora oggi nella liturgia:
- quella al momento della consacrazione durante la Messa;
- l’altra ostensione, quella solenne sugli altari, che avveniva, allora,
con le ostie racchiuse in un’urna oppure in un cofanetto.
L’urna era simile a quella che si usava fino a qualche tempo fa il
Giovedì Santo per l’altare della “reposizione” (anche se l’urna del
Giovedì Santo veniva usata perché nella tradizione e nel linguaggio
popolare antico, ma anche fino a pochi anni fa, tale altare veniva
denominato “sepolcro”).
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Nell’urna o nel cofanetto era contenuto un calice, più tardi una
pisside ed infine una teca. L’ostia non si vedeva, ma i fedeli
sapevano che era là e ad essa indirizzavano l’adorazione.
Per gli ammalati, invece, l’Eucarestia veniva conservata fuori
dall’altare in apposite custodie infisse nelle pareti del presbiterio o
della sacrestia.
Ben presto però, tutto questo divenne insufficiente per l’adorazione
eucaristica che andava sempre più diffondendosi.
Si voleva vedere l’Ostia santa con gli occhi, non solo della fede,
ma anche con quelli del corpo. Si voleva essere benedetti da
quell’Ostia e si voleva portarla solennemente in processione, ma in
modo visibile. Nacque allora l’ostensorio; siamo nel periodo gotico
(XIV e XV secolo). All’inizio esso non era altro che una pisside a
forma di torre con tre o quattro aperture chiuse da cristalli,
attraverso le quali si poteva, appunto, vedere l’ostia.
Pian piano, imitando i già esistenti reliquiari, gli ostensori
assunsero le forme più svariate. Torri cuspidate ricche di pinnacoli
e guglie sull’esempio delle cattedrali gotiche; oppure costruzioni
esagonali, ottagonali, terminanti a piramide ornata di archi a sesto
acuto. In seguito le guglie gotiche vennero sostituite da colonnine,
timpani o cupolette; si cercò di dare una migliore armonia alle
proporzioni ed il cesello cominciò ad invadere tutta la base ed il
fusto. Alla fine del XVI secolo l’ostensorio assunse, però, la forma
di un sole, cioè a raggiera e questa è la forma che si conserva
ancora ai nostri giorni. Al cristallo a cilindro fu sostituito un
cristallo a teca rotonda contenente l’Ostia santa.
Dalla teca partivano numerosi raggi concentrici, di varia lunghezza,
spesso alternati di colore oro ed argento, che facevano somigliare
l’ostensorio ad un sole.
Perché come il sole è al centro dell’universo, così l’Eucarestia è al
centro del culto, anzi dell’intera vita cristiana. L’ostensorio
diventava così la glorificazione dell’Eucarestia; esso doveva
richiamare il volto raggiante di Cristo nella Trasfigurazione.
In alcuni luoghi l’ostensorio è chiamato semplicemente “raggio” in
relazione, appunto, al significato di sole raggiante.
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La forma del piede, del gambo e del nodo, ordinariamente era
quella del calice.
Il periodo barocco mantenne tale forma, caratterizzata da ricchezza
ed esuberanza di ornamenti.
A questo periodo appartengono i grandi e pesanti ostensori, non
molto agevoli nell’uso, come ad esempio l’arca ostensorio del
duomo di Genova, per il cui spostamento occorrono più persone;
oppure l’ostensorio della cattedrale di Padova, più piccolo, ma
molto prezioso e bello.
Al gambo dell’ostensorio talvolta si sostituisce la figura di un
angelo, la figura della Vergine o di una virtù simboleggiata.
Per la manifattura dell’ostensorio sono richiesti metalli preziosi
quali oro, argento, rame dorato o qualsiasi lega di rame purché
dorata. Anche l’avorio è considerato materiale idoneo alla
manifattura. Non è stabilita una misura determinata, l’importante è
che l’ostensorio sia ben visibile anche ad una certa distanza, che
esso sia solido e stabile e che gli ornamenti del gambo e del nodo
non siano tali da rendere meno pratico l’uso. In alto deve esserci
una croce piccola ma visibile, a meno che l’ostensorio stesso non
rappresenti già la croce (vedi ostensorio della comunità OMD di
S. Ferdinando di Puglia a pag. 23).
(Liturgia delle Ore - prima antifona delle Lodi mattutine
Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo re dell’universo).
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A Te, levo i miei occhi,
a Te, che abiti nei cieli,
a Te, che sei presente
in questa Eucarestia.
A Te, non al mondo
che non mi può dare che affanni;
a Te, che da quelli mi liberi;
a Te ogni pensiero,
non più ai sensi, non più alla carne
che nel suo cappio mi soffoca e inganna,
a Te, non più agli amici,
perché non c’è chi fa il bene (Sal. 52, 2);
non più alle cose
che purtroppo mi portano ad offenderti
A te, non più alle creature,
ma a Te, che sei il mio Creatore.
Di fronte a Te,
sollevo i miei occhi
conquistati da Te.
Particolare del quadro di
S. Giovanni Leonardi.
Iglesia N. S. del Carmen
Rancagua - Chile.
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A Te, vita mia.
A Te, verità mia.
A Te, guida mia.
A Te speranza mia.
Di fronte a Te,
sollevo i miei occhi
conquistati da Te.
A Te, che m’hai dato questa anima.
Alla tua magnificenza e perfezione.
Sei sovrano dell’essere tutto,
governi il tutto,
dispensi il tutto,
regoli il tutto
e il tutto in niente puoi ridurre.
Di fronte a Te,
sollevo i miei occhi
conquistati da Te.
Particolare della pala
di S. Giovanni Leonardi
(Mario Barberis - 1951).
Abside della chiesa omonima
Torre Maura (RM)
A Te, che per amore mio,
hai sudato sangue,
fosti legato,
percosso,
coperto di sputi,
deriso come pazzo,
battuto come reo,
coronato di spine come superbo,
e crocifisso come assassino.
Di fronte a Te,
sollevo i miei occhi
conquistati da Te.
Rendici il senso nostro,
il senso vero della vita,
per non vivere più come bestie
ma come veri uomini.
Solo facendo così
saremo liberi da tante preoccupazioni.
Particolare del quadro
di S. Giovanni Leonardi
conservato nella Comunità OMD
in Lariano (RM)
Villa Mater Dei.
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A Te la lode e la gloria,
con il Padre e lo Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli. Amen.
(dalle preghiere di S. Giovanni Leonardi).
Nacque a Diecimo (LU) nel 1541.
Dalla sua prima giovinezza fino alla piena maturità,
contemporaneamente alla professione di speziale, frequentò la
“Compagnia dei Colombini”, uno dei centri laicali nei quali si
coagulava la reazione cattolica al diffondersi sempre più
capillare, nello stato lucchese, delle sollecitazioni luterane.
Questa prima esperienza d’impegno ecclesiale lo indusse ad
una scelta più radicale e totalizzante, attraverso il sacerdozio,
realizzata nel 1571.
Tre anni dopo P Giovanni fondò la famiglia religiosa dei “Preti
Riformati della Beata Vergine” elevata nel 1623 al grado di
Ordine denominato dei “Chierici Regolari della Madre di Dio”.
Gli inizi del suo sacerdozio furono contrassegnati dalla
premura verso i fanciulli per i quali istituì la “Compagnia della
Dottrina Cristiana” e per i quali pubblicò un manuale di
catechesi. Il suo radicalismo evangelico lo pose in conflitto con
il diffuso dissenso religioso.
Giovanni Leonardi dovette pagare con velata diffidenza o con
aperto contrasto, fino all’esilio, le sue scelte di ortodossia e di
fedeltà al pontificato romano.
Nel 1592 fu inviato come Amministratore Apostolico al
santuario della Madonna dell’Arco (Napoli) e dal 1596 al 1601
visitò e riformò, per incarico del papa Clemente VIII, le
congregazioni benedettine di Montevergine e Vallombrosa e
successivamente quella dei Servi di Maria a Firenze.
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Infine intorno al 1607-1608 diede vita a quello che in seguito
sarebbe divenuto il Collegio “De Propaganda Fide”, in realtà
ufficialmente eretto da papa Urbano VIII, ma il cui primo
progetto fu espresso dalla creatività del Leonardi.
Nell’estate del 1609, nel corso di un’epidemia del tipo
influenzale, colpito da una febbre violenta, all’alba del 9 di
ottobre rendeva a Dio la sua anima.
La figura del Leonardi si colloca in tutto quel moto di revisione
ecclesiale più noto col nome di “riforma cattolica”.
Egli ebbe il dono di una singolare lettura dei segni di un tempo
che andava trasformandosi radicalmente.
Come suo personale carisma seppe proporre le nuove tensioni
e gli antichi interrogativi dell’uomo in termini di continua
verifica interiore e di coerente testimonianza evangelica.
Nel 1756 venne riconosciuta l’eroicità della sua virtù; fu
beatificato il 10 novembre 1861, mentre il 17 aprile 1938
Pio XI ne proclamò la santità.
Il giorno 8 agosto 2006 Benedetto XVI lo dichiarò Patrono dei
farmacisti.
Le spoglie mortali di S. Giovanni Leonardi riposano nella chiesa
di S. Maria in Portico in Campitelli a Roma.
“Soltanto i santi, uomini e donne che si lasciano guidare dallo Spirito
divino, pronti a compiere scelte radicali e coraggiose alla luce del Vangelo,
rinnovano la Chiesa e contribuiscono, in maniera determinante, a costruire
un mondo migliore come fece san Giovanni Leonardi”.
Benedetto XVI
(Udienza Generale del 7 ottobre 2009 - Piazza San Pietro).
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Nel personalissimo itinerario spirituale di Giovanni Leonardi
un rilevante connotato carismatico è costituito nella singolare
percezione che egli ebbe del mistero eucaristico.
È indispensabile soffermarsi, anche se brevemente, su questa
polarizzazione del suo profetismo di riformatore in un’epoca
che spesso si esprimeva in contrapposte ed erronee posizioni
come il tralasciare frequentemente la celebrazione eucaristica
e la comunione al Corpo di Cristo.
Accadeva anche che l’eccessivo rigorismo distruggeva la vera
fiducia che viene dall’amore allontanando così le anime da
Cristo. Ludovico Marracci OMD (1612-1700), biografo del
Santo, affermava che Giovanni Leonardi:
“Introdusse nella città di Lucca quell’uso tanto frequente che
hora vi è della sacra comunione, essendo rarissimo, et appena
una volta l’anno… Nel celebrare la santa Messa stava talmente
unito a Dio e mostrava, anco esteriormente, tanta devotione e
gravità in quelle sacre cerimonie che quelli che vi si trovavano
presenti erano forzati anch’essi a raccogliersi e compungersi con
speciali sentimenti di devotione… sentiva grand’amaritudine in
vedere con quanta poca dispositione s’accostassero molti
secolari alla sacra comunione. E molto maggiormente si
affliggeva vedendo tanti sacerdoti celebrare con sì
grand’indecenza che, invece di muovere i circostanti a devotione,
più tosto a scherno et a riso gli eccitavano, generando in essi
assai basso e vil concetto di quel tremendo mistero”. (L. Marracci,
Vita del Ven. P. Giovanni Leonardi, Roma, 1673).
Anche Giuseppe Bonafede OMD (1605 –…) affermava che il
Santo:
“Havea ardentissimo desiderio che tutti i cristiani volgessero
l’animo et i pensieri a honorar questo divino sacramento” .
(Cf Giuseppe Bonafede pag. 760).
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Il neo presbitero Leonardi, alla luce dei suoi meditati
convincimenti, cominciò ad inculcare nei propri seguaci una
maggiore familiarità eucaristica, anche con degli artifizi, che
rivelavano quale fosse la sua fermezza di fede verso
l’Eucarestia come insostituibile nutrimento.
A questo proposito va ricordato un episodio dei primi anni di
apostolato di P. Giovanni avvenuto nella chiesa di Maria
SS. della Rosa in Lucca, riguardante uno dei suoi primi seguaci,
Cesare Franciotti (1557-1627):
“Non poteva Cesare (Franciotti) ricevere frequentemente
l’Eucharestia senza pericolo che alcuno della servitù lo riferisse
a’ parenti… Il sacerdote (il Leonardi), di concerto con lui,
conservava una particola riponendola sopra il calice nella
patena e poi, terminata la Messa, in sagrestia occultamente la
riportava… Cesare fra tanto, consapevole del secreto,
s’allontanava con belle maniere dalla madre o dà servitori… et
entrando nella medesima sagrestia si univa col suo amato
Signore”. (Cf M. Dezza OMD, Vita del Ven. P. Cesare Franciotti, Roma,
1680).
P. Giovanni Leonardi visse sempre la presenza eucaristica
come nodale punto di riferimento e sostegno di quel cammino
di riforma della Chiesa per il quale s’impegnò in tutta la sua
esistenza. Egli diede molta importanza anche all’arredo
liturgico come visiva mediazione e sensibile linguaggio del
culto che, secondo lui, doveva esprimersi con gesti e con
oggetti carichi di particolare valore simbolico.
Tra questi un importante rilievo assume il tabernacolo che si
può ammirare ancora oggi al centro dell’altare maggiore di
S. Maria Corteorlandini in Lucca, chiesa Madre dell’Ordine dei
Chierici Regolari della Madre di Dio.
Pur se realizzato molti anni dopo la morte di San Giovanni
Leonardi, precisamente nel 1673 dall’argentiere di origine
fiamminga Giovanni Vambré, esso è riconosciuto come
“Il tabernacolo del Fondatore”.
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Tale attribuzione deriva dal fatto che il Santo stesso aveva
commissionato personalmente all’architetto Agostino Lupi nel
1586 un tabernacolo. Esso risulta citato nelle varie “visite
canoniche” nelle quali si chiede un accurato restauro di questo
tabernacolo. Ma i vari tentativi di restauro risultarono
purtroppo vani, allora i padri leonardini commissionarono un
altro tabernacolo che, pur se creato ex novo, fosse nelle
sembianze uguale a quello voluto dal loro Fondatore. Il Vambré
lo ripropose con assoluta fedeltà all’originario messaggio
iconografico. Singolarissimo nel suo genere, esso è un
autentico gioiello artistico e nello stesso tempo è una vera
espressione visiva del mistero eucaristico. Le figure ed i
simboli che esso contiene non vanno intesi come decorazioni,
bensì vogliono proporre, ad un attento osservatore,
un’autentica riflessione teologica. La dottrina ed il magistero
del Concilio di Trento avevano trovato quindi in San Giovanni
Leonardi un appassionato interprete sia nella catechesi orale
che in quella iconografica.
GIOVANNI VAMBRÈ
Tabernacolo del 1673,
fedele all’iconografia del precedente
tabernacolo commissionato da
San Giovanni Leonardi nel 1586
all’architetto Agostino Lupi,
perciò detto:
“Tabernacolo del Fondatore”.
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L’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio è praticamente
presente in Italia (senza considerare il periodo delle due
soppressioni degli Ordini Religiosi) sin dalla sua Fondazione
avvenuta a Lucca il 1° settembre 1574.
Delle comunità esistenti a tutt’oggi, la prima comunità costituita
fu quella di:
- S. Maria Corteorlandini, in Lucca nel 1580,
seguita da quella di:
- S. Maria in Portico in Campitelli, in Roma il 14.01.1662.
A queste due comunità fece seguito la costituzione delle due
comunità di Napoli:
- S. Maria in Portico a Chiaia, alla fine dell’anno 1633;
- S. Brigida a Toledo, il 10 febbraio 1637.
Queste quattro comunità sono considerate quelle storiche
dell’Ordine.
Senza tenere conto delle altre comunità fondate e poi soppresse,
oppure di quelle soppresse per un certo periodo e poi riaperte,
attualmente le altre comunità religiose presenti in Italia sono:
- Maria SS. Della Stella, in località Migliano - Fosciandora (LU)
dal 6 giugno 1903;
- Sacro Cuore, in Gallipoli (LE)
dal 1939;
- Maria SS. Del Rosario, in S. Ferdinando di Puglia (BT)
dal 9 marzo 1947;
- S. Maria Intemerata, in Lariano (RM)
dal 5 aprile 1950;
- S. Giovanni Leonardi, in Torre Maura (RM)
dal 25 aprile 1951.
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Chiesa
SANTA MARIA CORTEORLANDINI
Via S. Maria Corteorlandini, 10/a
55100 LUCCA
Tel. e Fax: 0583.467464 - e-mail: [email protected]
Anche la spiritualità tridentina aveva dato molta importanza allo sguardo,
al vedere, e soprattutto al “vedere l’Eucarestia”.
(Eb 12,2).
Ostensorio
cesellato a Roma nel 1621
dall’argentiere Ambrogio Giannoni
della Comunità di Lucca.
“A dì 15 gennaio 1621 si ricevenne
per Cesare Franciotti un sole grande
per espuonere il Santissimo Sacramento…”
Postilla (datata 1621) ad un inventario del 1609
(La Riforma Permanente nel vissuto quotidiano
Di Vittorio Pascucci - 2012).
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Chiesa
S. MARIA IN PORTICO IN CAMPITELLI
Piazza Campitelli, 9
00186 ROMA
Tel. e Fax: 06.6874285
e-mail: [email protected]
www.santamariainportico.it
Guardando l’Eucarestia, non solo si è trasformati in Colui che si adora,
ma si partecipa anticipatamente a quella visione di Dio che rappresenta la
felicità di ogni uomo.
(Lc 10,23).
Ostensorio del XVIII Secolo.
Tesoro della Chiesa di S. Maria in Portico in Capitelli.
Dono del Cardinale Stuart Duca di York
figlio di Giacomo III ultimo re cattolico d'Inghilterra
il quale stabilì ogni sabato nella Chiesa di Campitelli
la preghiera per il ritorno degli Anglicani alla fede Cattolica.
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Chiesa
S. MARIA IN PORTICO A CHIAIA
Via Martucci, 17
80121 NAPOLI
Tel. e Fax: 081.669294
e-mail: [email protected]
Lo sguardo e la felicità, la visione e la vita quotidiana, si lasciano
conquistare da Colui che è la misura di tutte le cose.
(San Giovanni Leonardi,
lettera del 16 maggio 1592).
Ostensorio
della Comunità di Napoli
S. Maria in Portico a Chiaia.
19
Chiesa
S. BRIGIDA A TOLEDO
Via S. Brigida, 72
80132 NAPOLI
Tel.: 081.5523793
e-mail: [email protected]
www.santabrigida.net
Il primo atteggiamento per sostare con il Signore, che si offre nel suo
dono d’amore è fissare gli occhi in Lui, che ci aspetta per pregarlo,
contemplarlo ed amarlo.
(Jacques Berthier, compositore di musica sacra).
Ostensorio raggiato alt.133
argento sbalzato/cesellato
argentiere napoletano, datato 1843
della comunità di Napoli
S. Brigida a Toledo.
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Santuario
MARIA SS. DELLA STELLA
Via Santuario della Stella
Località Migliano
55020 FOSCIANDORA (LU)
Tel.: 0583.662407
Sollevare lo sguardo è l’invito che San Giovannni Leonardi ci esorta a
fare davanti a Colui che donandosi nel Corpo e nel Sangue, diventa il
centro della nostra vita.
(Liturgia delle Ore - Inno - Ufficio delle letture).
Ostensorio della Comunità di
Fosciandora.
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Chiesa
SACRO CUORE
Corso Roma
73014 GALLIPOLI (LE)
Tel. e Fax: 0833.266252
e-mail: [email protected]
Nell’Eucarestia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, di ogni
singolo fedele, di ciascuno di noi.
In essa troviamo il sollievo e la forza per la nostra vita.
(Liturgia delle Ore - Inno - Lodi Mattutine).
Ostensorio argentato con raggiera dorata
alto cm. 67 - degli anni 50 o 60
della Comunità di Gallipoli.
22
Chiesa
MARIA SS. DEL ROSARIO
Via Nicotera, 2
76017 SAN FERDINANDO DI PUGLIA (BT)
Tel.: 0883.621086
e-mail: [email protected]
www.smrosario.org
La spiritualità eucaristica nutrì l’esistenza di San Giovanni Leonardi.
Partecipare al convito eucaristico, significa prendere parte alla gioia
senza misura: è l’inizio della felicità che si compirà nel giorno ultimo.
(San Giovanni Leonardi,
lettera del 16 settembre 1603).
Ostensorio in argento dei primi anni del ’900
della Comunità
di S. Ferdinando di Puglia.
23
Chiesa
S. MARIA INTEMERATA
Piazza S. Eurosia, 5
00040 LARIANO (RM)
Tel. e Fax: 06.96498738
e-mail: [email protected]
www.santamariaintemerata.it
Il pensiero e l’esperienza del Leonardi sull’Eucarestia:
Essa è l’alimento, il cibo che da forza, il farmaco d’immortalità, il
corroborante, la possibilità della vita eterna e della visione beatifica, il
ristoro, il sollievo nell’attività quotidiana.
(Dall’Inno di AMALARIO - sec. VIII).
Ostensorio di colore oro e blu di metallo
dorato con filigrane di perline
inizio anni 2000
della Comunità di Lariano.
24
Chiesa
S. GIOVANNI LEONARDI
Via della Cicogna, 2
00169 TORRE MAURA (RM)
Tel.: 06.262177 - Fax: 06.260165
e-mail: [email protected]
www.sangiovannileonardi.com
Lo sguardo amante e adorante rende partecipi della contemplazione che è
il fine dell’uomo: vedere Dio faccia a faccia.
(Liturgia delle Ore - Inno - Lodi Mattutine).
Ostensorio della Comunità di
Torre Maura.
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Dai Sermoni di San Giovanni Leonardi:
“ Beati gli occhi che vedono...”.
È bellissimo questo versetto, degno di non passare senza
considerazione.
Vedremo quattro cose qui indicate: la prima, di che occhi parli il
Signore; la seconda, di che beatitudine; la terza, che cosa
vedranno gli Apostoli per essere beati; la quarta, perché li loda,
c’è scritto, infatti, che li lodava.
Per ben intendere questo versetto è da tenere presente che il
Salvatore, ringraziando il Padre del beneficio fatto agli Apostoli
di manifestare i suoi segreti e di nasconderli ai cattivi, dice:
“Ti benedico o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai
tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai
rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te”.
(Mt.11, 25-26).
Poi, chiamati da parte i discepoli, con volto sereno disse:
“Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete” quasi volesse dire:
beati e felici voi ai quali è fatta tanta grazia, dato tanto dono, che
vediate tante grandi cose, e conosciate tanti misteri.
Di che occhi parla qui il Salvatore?
Non di quelli del corpo, perché così sarebbero stati beati anche i
farisei i quali vedevano con gli occhi corporali tutto quello che
vedevano gli Apostoli.
Gesù parla, dice il Crisostomo commentando il Capitolo
tredicesimo del vangelo di Matteo, degli occhi dell’anima, cioè
dell’intelletto, questo è infatti l’occhio dell’anima nel quale
risiede la fede.
Come dice S. Tommaso, è come un occhio per il quale, l’anima,
vede le cose appartenenti alla nostra salvezza.
A tal punto che la beatitudine è posta nella conoscenza di Dio e
delle cose di Dio: perfetta nel futuro e imperfetta in questa vita.
Questa è di due sorti.
Una fruttuosa e l’altra sterile.
26
La prima, fruttuosa, è di quelli che conoscono impegno e grandi
opere.
E questa è in S. Giacomo quando disse:
“mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti
mostrerò la mia fede” (Gc. 2, 18).
E S. Paolo: “ la fede opera per mezzo della carità” (Cfr. Gal. 5, 6).
Questa fede era del samaritano (Cfr Lc. 10, 34), come racconta la
parabola.
La seconda è la fede senza la grazia, della quale ha detto S. Paolo:
“Dichiarano di conoscere Dio, ma lo rinnegano con i fatti,
abominevoli come sono, ribelli e incapaci di qualsiasi opera
buona”. (Tt. 1, 16).
Questa fede è quella del sacerdote e del levita (Cfr. Lc, 10, 31-32)
come racconta la parabola.
San Giovanni Leonardi, sacerdote e maestro eucaristico.
Tela conservata nella comunità di S. Maria Corteorlandini - Lucca
27
L’Ordine dei Chierici
Regolari della Madre di
Dio è presente in Chile
dal
novembre 1946.
La prima comunità
costituita fu quella di
N. S. de la Asunción in
QUINTA DE TILCOCO.
Successivamente fu
fondata la comunità in
SANTIAGO
N.S. de Guadalupe.
Seguì la fondazione
della comunità di
RANCAGUA
N.S. del Carmen.
Sempre a SANTIAGO
i padri leonardini
sono presenti nella
chiesa di San Lázaro,
nelle cui adiacenze si
trova anche la
comunità formativa
San Juan Leonardi.
28
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—N.S. De Guadalupe - SANTIAGO
—N. S. De La Asunción - QUINTA DE TILCOCO
—N.
S. De
Carm
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Il Cile è il paese più lungo e stretto del Sud America: 4.329 Km di
lunghezza per una media di 177 Km di larghezza.
Questa terra è formata dall’Altopiano e dal Deserto de Atacama, il più
arido del mondo, continua attraverso le belle e temperate Valles
Centrales circondate dalla Cordillera de los Andes a est e dall’Oceano
Pacifico a ovest, continua verso il sud con la Región de los Lagos,
coperta di laghi, vulcani, fiumi e boschi nativi, e finisce con la
Patagonia e l’Antartide, terre di ghiacciai, verde e natura primordiale.
Inoltre, nel mezzo dell’ Oceano Pacifico, si trova un piccolo e magico
pezzo di terra: l’Isola di Pasqua.
Sostenitore della pace e stabile è il governo cileno, amichevole ed
accogliente la sua gente.
Tutto questo, unito con l’infinita meraviglia delle sue terre, fanno di
questo paese un incredibile e perfetto luogo da conoscere, ma
soprattutto da vivere.
La lingua ufficiale è lo Spagnolo.
La Popolazione conta 16,6 milioni di abitanti; il 70% di essa è cattolica.
La Capitale è Santiago del Cile (4,6 milioni di abitanti), grazie alla sua
ubicazione nella zona centrale, possiede un clima mediterraneo con
stagioni ben definite.
La primavera va dalla metà di settembre alla metà di dicembre, è
temperata e ciò contribuisce alla fioritura del colore verde in ogni
angolo cittadino.
L’estate va dalla metà di dicembre alla metà di marzo è calda e secca
con temperature che arrivano a 33°C; la notte si rinfresca leggermente,
mentre sulla costa questo fenomeno è molto più marcato.
L’autunno va dalla metà di marzo fino alla metà di giugno; ha
temperature che diminuiscono gradualmente.
In inverno le mattinate sono spesso fredde, alcune volte più basse
di - 2°C; temperature che poi risalgono durante il giorno fino a circa
16°C.
29
Iglesia
NUESTRA SEÑORA DE LA ASUNCIÓN
Av. Tomás Argomedo 1470
QUINTA DE TILCOCO VI Región- CHILE
Tel.: 0056.72.541232 - 0056.72.541472
Come il Leonardi nella preghiera del cuore proclamiamo e sperimentiamo
che nell’Eucarestia vi è il bene di ogni bene: “qui vi è Cristo”.
(SEI TU - Testo ispirato al Sermone della
XI domenica dopo Pentecoste
di S. Giovanni Leonardi).
Ostensorio della Comunità di
Quinta de Tilcoco.
30
Iglesia
NUESTRA SEÑORA DE GUADALUPE
Av. San Pablo 5093
Quinta Normal
SANTIAGO - CHILE
Tel.: 0056.2.7731555
“Quando siamo davanti al SS. Sacramento
apriamo il cuore, il nostro buon Dio aprirà il suo;
noi andremo a Lui, Egli verrà a noi;
l’uno chiede, l’altro riceve;
sarà come un respiro che passa dall’uno all’altro”.
(Il piccolo catechismo del Curato d’Ars, San Giovanni Maria Vianney).
(SEI TU - Testo ispirato al Sermone della
XI domenica dopo Pentecoste
di S. Giovanni Leonardi).
Ostensorio della Comunità di
N.S. de Guadalupe
in Santiago.
31
Iglesia
NUESTRA SEÑORA DEL CARMEN
Alameda 945 - Casilla 730
RANCAGUA - CHILE
Tel.: 0056.72.222074
e-mail: [email protected]
“Oh, se avessimo gli occhi degli angeli per vedere nostro Signore Gesù
Cristo, che è qui presente su questo altare e ci guarda, come lo
ameremmo!
Mai vorremmo andarcene via da Lui.
Vorremmo restare sempre ai suoi piedi; sarebbe pregustare il Cielo:
tutto il resto non avrebbe più gusto per noi”.
(Dal piccolo catechismo del Curato d’Ars, San Giovanni Maria Vianney).
(SEI TU - Testo ispirato al Sermone della
XI domenica dopo Pentecoste
di S. Giovanni Leonardi).
Ostensorio della Comunità di
Rancagua.
32
Iglesia
SAN LÁZARO
Vergana 352
SANTIAGO - CHILE
Tel.: 0056.2.6988335
“Abbiate davanti agli occhi della vostra mente solo l’onore, il servizio e
la gloria di Cristo crocifisso, spogliandovi di ogni interesse personale”.
(Dalle massime di S. Giovanni Leonardi).
(SEI TU - Testo ispirato al Sermone della
XI domenica dopo Pentecoste
di S. Giovanni Leonardi).
Ostensorio della Comunità di
San Làzaro
in Santiago.
33
Comunidad Formativa
“San Juan Leonardi”
Vergana 352
SANTIAGO - CHILE
Tel.: 0056.2.6963849
“È la Chiesa la casa del vero pane, cioè di Colui che disse: “Io sono il
pane vivo disceso dal cielo. Chi dunque vuole essere di Cristo vada a
questa casa, riceva questo pane e vedrà il suo nome scritto in cielo”.
(Dalle massime di S. Giovanni Leonardi).
(SEI TU - Testo ispirato al Sermone della
XI domenica dopo Pentecoste
di S. Giovanni Leonardi).
Ostensorio della
Comunità Formativa
in Santiago.
34
Dai Sermoni di San Giovanni Leonardi:
“ Beati gli occhi che vedono, ciò che voi vedete, passim”.
Il Redentore del mondo chiamati da parte i discepoli, con volto
sereno e aspetto benevolo, disse:
“Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete”
come se volesse dire: Felici non solo voi, ma tutti coloro che
conosceranno quello che voi conoscete.
Per comprendere meglio questa parola, è da notare che beato è
colui che ha in sé tutta la pienezza.
L’essere beato è propriamente solo di Dio e si attribuisce
all’uomo per partecipazione, perché ha detto il Signore:
“io vi ho scelti”.
I cristiani pongono la beatitudine nella conoscenza di Dio e delle
cose di Dio. Questa è di due sorti, una perfetta e l’altra
imperfetta; una della via e l’altra della porta; una in speranza e
l’altra nelle cose; una per fede e l’altra per gloria, come ha detto
San Paolo: “Ora vediamo come in uno specchio, in maniera
confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in
modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come
anch’io sono conosciuto” (1 Cor. 13, 12).
Quando il nostro Signore dice agli Apostoli: “Beati gli occhi che
vedono ciò voi vedete” (Lc. 10, 23) non intende della beatitudine
carnale, ma di quella della pratica, non di quella sola per fede
della via, ma di quella che è fruttuosa in via; cioè di quella
conoscenza per fede che va con la sapienza cristiana.
Fa a proposito quel detto di S. Paolo di quelli che “Dichiarano di
conoscere Dio, ma lo rinnegano con i fatti, abominevoli come
sono, ribelli e incapaci di qualsiasi opera buona” (Tt 1,16).
Infatti altro si vede e altro si crede; altro vede l’anima e altro
vede il corpo.
Quindi, dicendo: “Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete” è
come se volesse dire: Beati quegli spiriti, quelle anime che hanno
questa conoscenza di Dio e delle cose sue, che voi avete.
35
Ma infelice il mondo e i suoi seguaci che, pur vedendo non
vedono, e pur udendo non odono e non comprendono
(Mt. 13, 13). Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite?
(Mc. 8, 18). Quelli che dicono sono ricco, mi sono arricchito; non
ho bisogno di nulla, ma non sanno di essere infelici, miserabili,
poveri, ciechi e nudi (Cfr. Ap. 3,17).
A questi sembra vedere per il fatto di essere battezzati, per non
essere eretici e dicono, con il fariseo, che non sono come gli altri
uomini, ladri, ingiusti, adulteri, (Cfr. Lc. 18, 11). Miseri certo e
hanno sugli occhi il prosciutto e non vedono il loro male la loro
malizia ha accecato il loro cuore (Cfr. Sap. 2, 21) e cammineranno
come ciechi, perché hanno peccato contro il Signore (Sof. 1, 17).
A questi succede come ciò che capitò al santo Tobia che,
dormendo, fu accecato dallo sterco della rondine; così costoro,
affannati dalle pazzie del mondo, dormono per l’anima e, non
vigilando sui loro pericoli, dallo sterco sono accecati che altro non
è che le cose del mondo: ho lasciato perdere tutte queste cose e
le considero come spazzatura dice San Paolo (Cfr. Fil. 3, 8).
Oh quanti acceca la vanità! Quanti la carne! Oh, se conoscessero
il pericolo, certo che tremerebbero sempre! […]
Per guarire questa cecità giova il fiele, cioè aver pentimento
dell’animo di una vera confessione, far violenza a se stesso,
mettere sotto gli occhi il fiele della morte, del giudizio.
Cominciamo ora ad essere beati perché possiamo poi esserlo in
futuro. “Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa;
ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo
imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io
sono conosciuto (1 Cor. 13, 12).
Ma che cose erano quelle cose che vedevano gli apostoli per le
quali erano beati?
Vedevano, dicono i dottori della Chiesa, per fede viva, il Verbo
eterno, essere venuto il Salvatore del mondo, essere venuto
l’atteso da tutti, il diletto.
36
Vedono in lui corrispondere tutto il loro bene, la loro felicità, la
loro consolazione.
Vedono tutto il resto, in obbedienza (2 Cor. 9, 13): Quanto vane le
cose del mondo, quanto instabili i favori, le grandezze, le
ricchezze, le dignità e perciò disse: Beati gli occhi che vedono ciò
che voi vedete beati voi che, per seguirmi, avete lasciato la barca,
la rete, il padre!
Molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma
non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l’udirono
(Cfr Lc. 10, 24). Oh quanti vorrebbero vedere quel che voi vedete,
conoscere quel che voi conoscete, intendere quel che voi
intendete e non poterono.
Quadro del sec. XVII conservato nella comunità di S. Maria in Portico a Chiaia - Napoli.
San Giovanni Leonardi distribuisce la comunione ai primi compagni,
apostolato del tutto inedito e decisamente coraggioso
per quell’epoca pregiansenistica a favore della Comunione frequente.
37
THIRVANNAMALAI - St. Antony of Padova Church
TIRUCHY - Mother of God House Samayapuram
TIRUCHY - OMD Community Samayapuram
MADURAI- OMD Community Oothupatty
KANNIYAKUMARY - OMD Community Azhikal
38
Il Tamil Nadu è uno dei 29 stati dell’India.
Si trova nella parte meridionale della penisola indiana.
È l’undicesimo stato più grande dell’India per area ed il sesto più
popoloso (65.555.000 abitanti nel 2008).
Mentre gli abitanti degli stati dell'India settentrionale sono per lo più
di razza ariana, lo stato meridionale del Tamil Nadu (bagnato dal
golfo del Bengala) è la patria dell'antica civiltà dravidica, ricca di
tradizioni religiose, letterarie, filosofiche ed artistiche, che ha
mantenuto inalterato il proprio stile di vita.
Il Tamil Nadu possiede una delle culture più antiche e complesse del
mondo.
Una delle caratteristiche dell'India meridionale è proprio la "continuità
culturale" consentita dal fatto che i Musulmani ed i Mogol invasero
soltanto il nord e non i regni dravidici del sud e quindi l’architettura e
l'arte originarie indù poterono essere perfettamente preservate dalle
dinastie che si succedettero nel tempo.
Il 20 marzo 1994 l’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio aprì
una missione a Tiruchy-Samayapuram nello stato del Tamil Nadu.
Dopo oltre tre secoli si realizzava così il desiderio del fondatore,
S. Giovanni Leonardi, il quale aveva in animo di partire missionario,
appunto per le Indie. I biografi narrano che S. Filippo Neri, suo
confessore, gli aveva detto che le sue Indie erano l’Italia.
Negli anni successivi, nello stesso stato del Tamil Nadu, l’Ordine aprirà
altre comunità religiose a Mandurai, a Kanniyakumari ed a
Tiruvanamaliai.
39
MOTHER OF GOD HOUSE
SAMAYAPURAM
Samayapuram - Tiruchy
621112 TAMIL NADU South India
Tel.: 0091.431.2670051
“Andiamo anche noi come i pastori a Betlemme, che significa: casa del
pane.
Il pane è Cristo, la mangiatoia è l’altare, il presepe è il nostro cuore”.
(Dalle massime di S. Giovanni Leonardi).
(SEI TU - Testo ispirato al Sermone della
XI domenica dopo Pentecoste
di S. Giovanni Leonardi).
Ostensorio della Comunità di
Tiruchy
Mother of God House Samayapuram.
40
OMD COMMUNITY S
AMAYAPURAM
Arulagam - Chennai Main Road
Samayapuram - Tiruchy
621112 TAMIL NADU South India
Tel. e Fax: 0091.431.7373985747
E-mail:[email protected]
Professiamo la nostra fede, nel Pane vivo disceso dal cielo, memoria viva
e perenne del tuo amore per gli uomini.
Ti offri per la salvezza del mondo, Pane vivo disceso dal cielo,
Tu sei il cibo che da vigore, nel cammino della vita.
(SEI TU - Testo ispirato al Sermone della
XI domenica dopo Pentecoste
di S. Giovanni Leonardi).
Ostensorio della Comunità di
Tiruchy
OMD Community Samayapuram.
41
OMD COMMUNITY - OOTHUPATTY
Amalagam OMD Philosophical
Checkanoorami Post
OOTHUPATTY, MADURAI
625514 TAMIL NADU South India
Tel. 0091.4549.9715713474
“Sotto le specie del pane e del vino consacrate sappiamo di avere con noi
il Signore della vita e della morte, < Colui che è, che era e che viene >”.
(Apocalisse 1,4).
(SEI TU - Testo ispirato al Sermone della
XI domenica dopo Pentecoste
di S. Giovanni Leonardi).
Ostensorio della Comunità di
Mandurai.
42
OMD COMMUNITY - AZHIKAL
St. Mary’s Church
Azhikal Post - Kanniyakumari Dist.
629202 TAMIL NADU South India
Tel. 0091.4651200533
Egli è con noi tutti i giorni sino alla fine (Cf Mt 28,28), e la sua presenza
per noi è festa. Una festa che si realizza per la memoria della cena e della
morte del Signore, al di là di ogni distanza temporale, una festa del futuro,
perché già adesso sotto i veli del sacramento è presente Colui che porta
con sé ogni futuro, il Dio dell’eterno amore.
(SEI TU - Testo ispirato al Sermone della
XI domenica dopo Pentecoste
di S. Giovanni Leonardi).
Ostensorio della Comunità di
Kanniyakumari.
43
ST. ANTONY OF PADOVA CHURCH
New Sanipoondi - Avoor
Via Tiruvanamaliai
Dt. Tamil Nadu INDIA Pin.606755
Dice il Signore: << Io sono il pane della vita… se uno mangia di questo
pane vivrà in eterno >> (Gv 6, 48-51).
La vita umana ha in Cristo il suo compimento, il suo pegno di vita
immortale.
(SEI TU - Testo ispirato al Sermone della
XI domenica dopo Pentecoste
di S. Giovanni Leonardi).
Ostensorio della Comunità di
Tiruvanamaliai.
44
Nell’archivio dell’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di
Dio in Roma è conservato un manoscritto dal titolo “Dottrine
Notabili del N.P. Gio. Leonardi del SS.mo Sacramento”.
Si tratta di schemi di omelie tenute dal santo Fondatore su
diversi argomenti tra i quali anche quelli eucaristici.
Il manoscritto non è firmato né datato ed è incompleto.
Molto probabilmente l’autore è il Venerabile Cesare Franciotti
(1557 - 1627) uno dei primi seguaci del Leonardi.
“Era tanto devoto del SS.mo Sacramento dell’altare che
non parea che gli potesse mai uscire dalla memoria nè dalla
bocca un sì raro favore. Onde si vedeva molte volte anco in certe
solennità nelle par che l’animo nostro gusti più mirar Dio sotto
qualche altra sembianza, hor di pargoletto, hor di giovanetto
disputante, hor di predicante, hor di crocifisso, egli nondimeno,
che ogni cosa nel SS.mo Sacramento conosceva, ogni cosa anco a
quello si impegnva di applicare; e qui non voglio lasciare di
scrivere ad utilità di chi questo è per leggere, una non meno bella
che devota consideratione che facea egli per la festa di natale,
acciò si veda questa sua devotione et insieme il modo che in
questa che abbiamo detto teneva.
Soleva dire sopra l’evangelo corrente quello giorno: exiit
edictum che in questi tempi fassi una descrittione; ma bisogna
con Giuseppe e Maria andarsi a descrivere in Betlehem, la quale
è interpretata come casa di pane. Qual è questa casa di pane se
non la Chiesa Santa, e di che pane è casa? Se non di quello che
disse Ego sum panis vivus.
45
Onde quelli che voglion esser descritti vadino a questa casa,
piglino questo pane e saranno poi in cielo scritti dicendo egli qui
manducat hunc panem vivet in aeternum e dopo haver alquanto
discorso sopra il misterio del presepio replicava infine non
potendosi ritenere che anco questo non al suo modo non
aplicasse: Andiamo anche noi a Betlemme, casa di pane, che è la
Chiesa, il pane è Cristo, il diversorio l’altare, il presepio il nostro
core; Non erat eis locus in diversorio cioè non si contenta di stare
nel tabernacolo, nè sull’altare, ma nel nostro core; nella
mangiatoia si mette il cibo agli animali, noi siamo anco il fieno
omnis caro fenum, et Verbum caro factum est; il fieno sta sotto,
cioè le cose del mondo, il bove è la volontà, l’asino è l’intelletto, il
bove è l’anima, l’asino il corpo: cognovit bos possessorem suum
et asinus presepe Domini sui.
Diceva che Dio volle fra un epilogo nel quale con molto
nostro utile havessimo a conoscere la provvidenza, sapientia,
onnipotenza, pazienza e bonta sua verso l’anima nostra
memoriam fecit mirabilium suorum.
1) La providenza che ha dell’anima nostra, che sì come
Adamo provvide di cibo col quale poteva non mai morire, così
conveniva al nostro ristauramento proveder di cibo poichè aruit
tamquam testa virtus mea; et qui manducat hunc panem vivit in
aeternum.
Il Salvatore venne per trarre l’homo d’un essere bestiale e
dargli vita celeste onde conveniva provederli cibo che lo facesse
celeste: qui manducat me, vivit propter me.
Conveniva che gli uomini havessero un memoriale per
ricordarsi delle gratie, doni, et beneficij che Dio havea fatti loro e
per comunicarli i frutti della sua passione.
2) La sapienza poi si vede nell’ordine et istitutione così
lirabile che, essendo l’homo composto di anima e di corpo,
procede con quello secondo la sua natura che sotto un pane
corporale miri a nutri l’anima. E l’instituisce sotto specie di pane
poichè, dovendo quello essere comune a tutti, sotto un comune
cibo l’instutisce. Ad piace il pane.
46
3) L’onnipotenza dove maggiormente si scopre che in
questo SS.mo? Poiché qui bisogna al tutto cattivar l’intelletto,
credendo che l’istesso che è in cielo sia nell’hostia e sia in più
luoghi, e sia preso da molti, si spezzi l’hostia, et esso non si
franghi, sia in un fragmento; si dia e non si consumi. O altitudo
divitiarum sapientie et scientie Dei; onde quod non capis, quod
non vides etc. Di qui l’anima può cavarne che, ricevuto
l’Onnipotente ancora lei, comunicandosi, si fa onnipotente.
4) La pazienza di Dio, poichè vol essere trattato non solo
da giusti ma anche dai peccatori. Che se tanta fu la pazienza che
ebbe quando patì dai Giudei, non minor ne ha adesso con i
peccatori. E se prima non voleva che niuno si accostasse a lui
nell’antica legge ma stesse lontano probet autem seipsum homo.
5) La bontà et amor suo, poichè qual maggiore amor
poteva mostrar che darci il corpo suo? E se le madri danno il
latte ai figli, i padri gli danno l’essere, e gli provvedono d’ogni
cosa, ma chi gli dia per nutrirlo la propria carne, dove è? Qui
l’anima si trasforma in Dio e Dio in lei, in me manet et ego in eo.
Qui l’anima acquista tutte le virtù, sì come la manna haveva tutti
i sapori.
Ma era tanta la devotione che a questo Sacramento come ho
detto haveva, che mi par cosa mirabile in lui che non pareva
legesse o trovasse cosa che a questo, non senza gran contento di
chi lo sentiva, nè l’applicasse e da questo affetto mosso, se gli era
mai domandato da alcuno consiglio o rimedio per qualsiasi fosse
necessità, che egli questo divino Sacramento non gli
commendasse. Onde, dicendo una volte che questo sacramento
havea virtù di scacciar i demonij, lo mostrava poi e con gran
sentimento lo provava raccontando et ingegnosamente
esplicando a suo proposito quella figura che si legge in Tobia,
dicendo che Tobia, havendo preso il pesce appunto gli disse
l’Angelo cordis eius particulam si supra carbones pones fumus
eius volet ad eijciendum omne genus demonum; l’acqua, diceva,
dove sono i pesci è questo mondo, i pesci significano diverse sorti
47
di persone e popoli, quello pesce (sic) grande ci significa il popolo
hebreo, come solo accetto a Dio, il cor di questo pesce come
membro pricipale è la Vergine Santissima, principal membro, dal
quale è derivata la vita e cosi la parte di questo core è il corpo
del Signore. Hor questo, posto sopra i carboni dell’affetto del
nostro core, il fumo di quello, cioè la gratia abondante che da
quello procede, scaccia ogni sorte di demonio da donna o da
homo, onde S. Giovanni Chris.: ut leones flamma spirantes ab illa
mensa discedimus facti demoni terribiles; parasti in cospectu
meo mensam adversus eos qui tribulant me.
Di più, tre effetti mirabili fra gli altri fa il SS.mo
Sacramento contro 3 mali causati dal mangiar del vietato pomo,
cioè concupiscentia nella carne sentio aliam legem, caro
concupisci. Nella anima ignoranza et tenebre erant super faciem
abissi, gloria eius super faciem cordis humani, et finalmente
morte nell’uno e nell’altro; e questo cibo contro il p.° reprime gli
appetiti carnali, contro il 2° illumina l’intelletto, accedite ad eum
et illuminamini, e contro il 3° ci dà la vita qui manducat hunc.
etc. la nobiltà del cibo; recolitur… passionis etc. contro la
concupiscentia; mens impletur etc. contro la ignoranza; et future
glorie etc. contro il 3° che è la morte.
E non voglio lasciar di dir a questo proposito un’altra
aplicatione che faceva pur a questo Sacramento di quella
parabola del fermento che si legge in San Matteo, dicendo che il
fermento messo in 3 misure di farina ci denota questo SS.mo
Sacramento: la farina l’anima, le tre misure le 3 potenze contro i
3 vitij sopra detti”.
48
La Nigeria è un paese dell’Africa occidentale, il più popoloso del
continente.
Confina con il Benin ad ovest, il Ciad ed il Camerun ad est, il Niger a
nord ed a sud si affaccia sull’Oceano Atlantico nel golfo di Guinea.
È il settimo stato al mondo per popolazione.
Il territorio nigeriano è abitato sin dal 9000 a.C.
Dal punto di vista religioso la popolazione si divide quasi perfettamente
tra cristiani e musulmani.
JUBILEE
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49
—Owerri
Il 15 novembre 2006, in un piccolo villaggio a circa 20 Km da Owerri,
capitale dell’Imo State nel sud della Nigeria, fu benedetta la prima
pietra per un nuovo seminario in terra di missione.
Nelle fondamenta furono calati quattro mattoni, gli stessi che i
pellegrini del Movimento Laicale Leonardino avevano portato come
“segno” nella preghiera alla Santa Casa di Nazaret di Loreto il
15 ottobre dello stesso anno 2006. Su uno di questi mattoni c’era una
targa su cui era inciso: << Stringetevi a Cristo, pietra viva…>> (1 Pt 2,4).
Il 15 agosto 2014 l’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio ha
compiuto un altro passo avanti!
La delegazione nigeriana ha inaugurato l’apertura di una nuova scuola
a Omakohia costruita con fondi dell’Ordine, dell’EsseGiElle ed in parte
con i fondi dell’8 per mille devoluti in favore di progetti di
beneficenza.
Questa scuola dedicata al Fondatore, San Giovanni Leonardi, è
finalizzata a garantire una formazione intellettuale, morale, spirituale,
fisica ed alla crescita dei bambini in un ambiente favorevole
all’apprendimento.
Alla cerimonia hanno partecipato autorità religiose e civili insieme a
tanta gente piena di gratitudine per la costruzione della scuola per i
loro figli.
50
JUBILEE SEMINARY
ST.JOHN LEONARDI’S
P.O Box 2653
OWERRI
ImoState NIGERIA
“Nell’Ultima Cena, Gesù istituendo l’Eucarestia, domanda ai suoi di
perpetuare come memoriale del suo amore, il gesto del pane spezzato e
del vino versato, ponendo così in essere la Chiesa che vive del suo
Signore”.
(Lorenzo Villar - Notiziario OMD n. 151 aprile - giugno 2007).
(SEI TU - Testo ispirato al Sermone della
XI domenica dopo Pentecoste
di S. Giovanni Leonardi).
Ostensorio della Comunità di
Owerri.
51
MARIA ASSUMPTA
COMMUNITY
N° 3 St. John Leonardi Street
Amakohia Layout
OWERRI ImoState NIGERIA
“Sacerdote vero ed eterno, egli istituì il rito del sacrificio perenne;
a te per primo si offrì vittima di salvezza e comandò a noi di perpetuare
l’offerta in sua memoria.
Il suo corpo per noi immolato è il nostro cibo e ci dà forza,
il suo sangue per noi versato è la bevanda che ci redime da ogni colpa…”
(dal Messale Romano - Prefazio della SS. Eucarestia I)
(SEI TU - Testo ispirato al Sermone della
XI domenica dopo Pentecoste
di S. Giovanni Leonardi).
Ostensorio della Comunità di
Amakohia.
52
Come già detto precedentemente, l’Ordine dei Chierici Regolari
della Madre di Dio, dal Fondatore, che animò i primi compagni al
culto dell’Eucarestia, ai religiosi che ne hanno seguito le orme, ha
da sempre collegato la propria spiritualità al mistero eucaristico
celebrato, meditato e vissuto.
La Chiesa continuamente ricorda che l’Eucarestia è fonte e
culmine del vissuto cristiano.
Leggendo le Costituzioni dell’Ordine, queste, sin dalle prime
battute, sottolineano che la realizzazione della perfetta carità
avviene attraverso l’obbedienza alla Chiesa e l’amore
all’Eucarestia.
Inoltre esse sottolineano che l’oblazione della fraternità si associa
al sacrificio perenne di Cristo che si rinnova nel mistero eucaristico
(cf. Costituzioni OMD, 2;14).
Prove e testimonianze di questo amore per l’Eucarestia le troviamo
già tra i primi seguaci di San Giovanni Leonardi.
Uno di questi è senz’altro il venerabile Cesare Franciotti, il quale
ha lasciato un trattato teolologico-ascetico atto ad indirizzare i
fedeli ad accostarsi in modo consapevole e preparato al sacramento
eucaristico dal titolo: “L’APPARECCHIO AL SACRO CONVITO”.
Pur risentendo della prassi vocazionale e dell’ampollosità barocca
del suo tempo, tuttavia questo manuale di spiritualità eucaristico
risulta ancora attuale per i nostri tempi.
Nella trascrizione si è tenuto conto della differenza di linguaggio e
della composizione delle frasi, cercando di lasciare inalterato il
pensiero dell’autore.
53
Cesare Franciotti nacque Lucca il 3 luglio 1557.
La profonda devozione all’Eucaristia segnò gli anni della
fanciullezza e dell’adolescenza tanto da caratterizzare la nota
spirituale del suo futuro servizio alla Chiesa.
L’amore ed il servizio per le anime caratterizzarono tutta la sua
vita sacerdotale.
Con particolare ingegno organizzò la catechesi dei fanciulli in
osservanza alle prescrizioni del concilio Tridentino.
Ma Cesare si distinse soprattutto per la predicazione e la vivace
capacità comunicativa, attraendo tutti per la santità della sua vita.
Per quaranta anni predicò nella città di Lucca e per la fama di
santità e la vita apostolica meritò il titolo di “Lucensis Apostoli”.
Sempre in obbedienza alla Chiesa predicò anche a Firenze, Siena,
Genova e Napoli.
Instancabile servitore della Parola, illuminò oltre che con la
predicazione anche con scritti il mistero eucaristico.
Il suo magistero spirituale si rifletté soprattutto nei “Soliloqui
Eucaristici” opera più volte edita in Italia ed all’estero.
Apprezzarono e furono testimoni della sua predicazione numerosi
prelati, il Papa Clemente VIII e S. Filippo Neri.
Accanto al Leonardi fu promotore della riforma della Chiesa e del
delicato riassetto organizzativo e spirituale della vita consacrata.
Aprì gli occhi al cielo il 9 dicembre 1627, vigilia della festa della
Madonna di Loreto, molto cara alla famiglia leonardina.
54
“L’Apparecchio al Sacro Convito”
di Cesare Franciotti - Capitolo I - L’uomo abitazione di Dio.
“In principio Dio donò l’essere (l’esistenza) a tutte le creature, trovando in
ciascuna una conveniente e proporzionata dimora perché fosse
custodita l’esistenza delle cose.
Ma fra tutti gli esseri volle che il cuore dell’uomo fosse il luogo eletto
della sua abitazione, in quanto creato a sua immagine e somiglianza.
Ora, il corpo umano ha in comune con gli animali irrazionali il fatto di
abitare e vivere su questa terra, usufruendo dei benefici dell’aria,
dell’acqua e del fuoco. Tuttavia, la dimensione spirituale, mente e
cuore, non può avere altro luogo come abitazione sicura e provvidente
che il grembo e le braccia di Dio.
Per questo il profeta Davide era solito affermare: <<in Dio è la mia
speranza>> (Sal 62,6) e nelle mani dell’Altissimo riponeva la sua sorte
futura: <<nelle tue mani sono i miei giorni>> (Sal 30,16).
Ora lo stesso Signore, che per l’uomo e riposo e custodia, si compiacque
di trovare in lui dimora per la sua incarnazione.
Con ragione la sapienza d’Israele afferma nel Cantico dei Cantici:
<<il mio diletto è per me e io per lui>> (Ct 2,16).
O dono sublime! Chi non è riempito di stupore contemplando tale
abbassamento di Dio? Raramente i sovrani frequentano le case di basso
rango o le capanne dei contadini cercando tra i pari l’amicizia (L’autore
riporta l’esempio citando Aristotele, Etica Nicomachea, Lib.8, cap.7) .
Ma Dio, Re dei re, Altissimo Signore, si degnò di venire ad abitare
l’umile tenda dell’umanità sedendo in mezzo ad essa, come afferma
Gregorio Magno nelle sue omelie sui Vangeli: <<l’anima dei giusti è
sede della Sapienza>> (Gregorio Magno, Omelia 38). Inoltre nei Proverbi è
scritto: <<ponendo le mie delizie tra i figli degli uomini>> (Pr 8,31).
E questo non per ricevere qualcosa dall’uomo, ma per concedere doni e
grazie particolari come dice Davide: <<su di me o Dio i voti che ti ho
fatto>> (Sal 56,13).
Si rallegri pertanto ogni uomo (anima) che desidera il paradiso mentre
apprende che Dio stesso vuole abitare la sua interiorità (seno) e con lui
dialogare.
Per tale ragione Isaia afferma: <<gridate giulivi ed esultate, abitanti di
Sion, perché grande in mezzo a voi è il santo d’Israele>> (Is. 12,6).
55
È opinione di Aristotele nel suo trattato di Etica (Ibidem, Aristotele, Etica
Nicomachea) che non è possibile trovare dialogo ed amicizia tra Dio e gli
uomini.
Ma, come afferma san Tommaso (Tommaso D’Aquino, 2.2. quest. 23 art. 1 ad
primum), non si tratta della conversazione esteriore, sensibile e corporea,
ma di quella che, attraverso la mente e lo spirito, si compiace di
Dio come afferma l’Apostolo Paolo: <<il nostro dialogo (Franciotti segue la
versione latina con l’espressione <<conversatio>>-dialogo) al posto di <<municipatus>>
-patria) è nei cieli>> (Fil 3, 20).
Questo dialogo trovò pienezza di significato quando: <<il Verbo si fece
carne e venne ad abitare in mezzo a noi>> (Gv 1, 14) e prosegue
quotidianamente nella Chiesa mediante il sacramento dell’Eucarestia.
Qui si consuma l’amicizia e il dialogo tra Dio e l’uomo come è scritto:
<<Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me ed io in
lui>> (Gv 6, 56).
Quale miglior dialogo è possibile? Chi mai tra gli amici fu tanto unito da
dare la propria carne ed il proprio sangue in nutrimento l’uno all’altro?
San Tommaso ricorda questa verità, quando osserva che Dio creò
l’uomo dopo tutte le altre creature e poi si riposò, perché Egli solo è
riposo a se stesso.
Così non si trova nella creazione altro luogo degno che il cuore
dell’uomo per il riposo del Creatore (Tommaso D’Aquino, De Potent. 9. disp.).
Un esempio concreto del dialogo tra Dio e l’uomo, lo troviamo nella
figura di Mosè il quale, riferisce la Scrittura, s’intratteneva a discorrere
con Dio come con un amico (Es 33, 11).
L’autore della lettera agli Ebrei tessendo l’elogio di Mosè, ricorda come
questi rifiutò la parentela e il regno del faraone d’Egitto ( Eb 11, 24).
Lo stesso Signore venendo tra gli uomini, insegnò ai suoi discepoli il
disprezzo delle cose del mondo, la ricerca sincera di Dio centro della vita
e dimora del cuore.
A tal proposito così ebbe occasione di affermare san Gregorio
Nazanzieno per esperienza personale:
<<cerchi pure chiunque vuole argento e oro, ami le ricchezze, i pasti
raffinati, i fastosi giardini. Io cercherò solamente il mio Cristo. Tutto il
resto del mondo lo stringa a se chi vuole (Gregorio Nazianzeno, Carmen II)”.
56
Il 2 febbraio 2013, festa della Presentazione al Tempio del Signore, fu
inaugurata la Comunità religiosa dei Chierici Regolari della Madre di
Dio in Indonesia, precisamente a Kupang.
La finalità di questa nuova missione era ed è tutt’ora quella di
accogliere soprattutto quanti vogliono condividere il carisma di
S. Giovanni Leonardi nell’Ordine da lui fondato.
—-Se
mina
ry Ti
nggi
O
rdo B
unda
Allah
L’Indonesia è uno stato del sud est asiatico.
Composto da circa 17508 isole ed è il più grande stato arcipelago.
Con una popolazione di 238 milioni di abitanti (2010) è il quarto
paese più popolato della Terra.
La religione prevalente è quella musulmana.
È una repubblica democratica presidenziale con capitale Giacarta.
57
ORDO BUNDA ALLAH
Jln. Nome Tosi, (Belakang Biara OCD)
Desa Penfui Timur
Kupang - NTT.85111 - Indonesia
“Gesù, che prima di annunciare se stesso come pane del cielo, ha
moltiplicato il pane della terra fino alla sazietà di coloro che per ascoltarlo
lo avevano seguito in una zona disabitata e che non avevano di che
mangiare (Gv 6,11 ss), è Lui che ha rivolto all’umanità l’invito: < Venite a
me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi ed io vi ristorerò > (Mt 11,28)”.
(Lorenzo Villar - Notiziario OMD n. 151 aprile - giugno 2007).
(Costituzioni OMD, 87)
Ostensorio della Comunità di
Kupang.
58
“L’Apparecchio al Sacro Convito”.
di Cesare Franciotti - Capitolo II - Prepararsi ad accogliere Dio.
“Per comprendere con maggior facilità cosa significhi prepararsi per
accogliere Dio e diventare luogo degno della sua dimora, useremo
esempi tratti dalle cose sensibili e naturali, per intuire le soprannaturali
e celesti come insegna l’Apostolo Paolo (Rm1,1ss).
Sappiamo dalla riflessione filosofica che, lo spazio contenente un
oggetto, ha per caratteristica la custodia adatta e proporzionata
dell’oggetto stesso. Per questo è possibile parlare di rapporto simbolico
tra lo spazio contenitore e l’oggetto in esso collocato (Cfr. Aristotele, Fisica,
Libro IV).
Dalla natura cogliamo l’esempio dei pesci che spaziando a schiera
nell’acqua dei fiumi e dei mari non si stancano di desiderarla e cercarla,
consapevoli per istinto naturale, che senza di essa troverebbero la
morte. Così la pietra per il peso tende al baricentro e la fiamma si sforza
di salire in alto per raggiungere la sua sfera (vedi il concetto di fuoco e sfera
celeste). Le cose naturali ci insegnano che nessuna forma s’inserisce nella
materia se questa non è preparata a riceverla (Cfr.Aristotele. De Anim,
Libro II). Ora se ciò avviene nella natura, non dovrà accadere anche per le
realtà soprannaturali?
Ragionando per analogia, avendo Dio eletta la nostra anima come sua
dimora, non vi abiterà senza che la volontà e il cuore siano disposti ad
accoglierlo. Tali disposizioni essendo Dio soprannaturale, dovranno
essere colte non dall’ingegno umano, né dalle proprie virtù, ma dal cielo
stesso, come dono proveniente dalle mani dell’Altissimo.
Un esempio celebre è raccontato nella Scrittura quando la giovane
regina Ester dovendo entrare in udienza presso il re Assuero e non
avendo vestiti appropriati, ricevette tutto da lui per ornarsi come
conviene ad una sovrana (Est 2,1ss).
A tal proposito scrive san Bernardo (Tommaso D’Aquino, De Grat. et libero arb.)
seguito da san Tommaso, che questa impresa non si può adempiere
senza l’opera di due mani. La prima è quella di Dio stesso (E. Giannarelli,
<<L’uomo immagine di Dio, nei testi greci. Linee di lettura: dal Nuovo Testamento a
Origene>>, in Parole spirito e vita, 45 (2002), 148-149) la quale muove con soave
e sensato impulso il cuore dell’uomo: persuadendolo, svegliandolo e
accendendolo di vivo amore, come afferma la Scrittura:
59
<<il Signore dirige i passi del giusto>> (Pr 16,9), <<ecco sto alla porta e
busso>> (Ap 3,20); ed il Concilio di Trento (Sessione VI. cap.5).
La seconda mano è quella dell’uomo, il quale già mosso da Dio e
sostenuto dalla sua grazia, apre il cuore, consentendogli di cooperare
attraverso azioni virtuose che preparano l’anima ad accogliere il suo
Signore (Pr 16). L’uomo sarebbe stato felice se avesse continuato
nell’innocenza iniziale, quando insieme all’anima venne concessa la
grazia. Ma per la colpa personale e per aver voluto ospitare nel cuore il
male, meritò, non solo lui, ma tutti i suoi discendenti, di essere privato
delle grazie che lo rendeva capace di ricevere Dio (Tommaso D’Aquino,
Summa 1. 2.quest. 109 art 8. et 9) .
L’uomo nasce come un carbone spento e altro ristoro non ha in questo
stadio della vita che la grazia battesimale. La luce del Battesimo è
rimasta così flebile, a causa della colpa iniziale, che gli sforzi dell’uomo
sono paragonabili a coloro che vogliono riaccendere la fiamma da
carboni spenti e umidi. Un altro esempio ci fa comprendere la nostra
grande dignità. Solitamente i palazzi dei Signori sono sempre ordinati
per ricevere visite, ma le ville fuori città necessitano di essere preparate
prima dell’arrivo dei padroni. Anche noi eravamo dei palazzi per il Re
del cielo sempre in ordine, ma a causa del peccato siamo diventati delle
ville fuori città, piene di polvere del mondo, di tenebre e ogni bruttura
(Is 13). Occorre dunque adornare con attenzione la nostra interiorità, per
mezzo della preghiera; lo studio; la vigilanza; la mortificazione e
l’astinenza e così gustare la presenza di Dio. Come afferma Davide nei
Salmi, quando desidera accendere nella sua intimità il fuoco di Dio e
offrire dimora al suo Signore impegnandosi con penitenze e veglie, fino
a percepire la presenza di Dio (Sal 131). Ci è di esempio in questo il padre
san Girolamo, quando nelle solitarie grotte della Siria, mortificando i
sensi per trovare Dio, non cessava mai di digiunare e dormire sulla nuda
terra, fino a quando non era appagato della divina presenza.
Sono persuaso che il lettore ha intuito con questi esempi cosa significhi
prepararsi per incontrare Dio. Attraverso lo sforzo delle proprie opere e
la benignità della grazia divina occorre disporsi a preparare una degna
dimora, ricordando continuamente chi riceviamo e da chi siamo
ricevuti: <<perché la Dimora non è destinata a un uomo, ma al Signore
Dio>> (1Cr29,1)”.
60
L’ultima comunità religiosa fondata dall’Ordine dei Chierici Regolari
della Madre di Dio è stata quella di Bogotà in Colombia.
Il 30 marzo 2014 i religiosi leonardini hanno preso possesso della
Parrocchia intitolata al beato Michele Rua, (successore di San Giovanni
Bosco) e già da quella data hanno iniziato il loro apostolato.
Parrocchia Beato Michele Rua———
La Colombia è un paese situato nel
nord-ovest del Sud America.
Il territorio di quello che oggi è la
Colombia fu originariamente abitato
da popolazioni indigene.
La maggior parte dei centri urbani si
trova negli altopiani delle montagne
delle Ande, ma comprende anche il
territorio colombiano della foresta
amazzonica, la prateria tropicale ed
entrambe le coste dei Caraibi e del
Pacifico.
La religione più diffusa è quella
cattolica che viene professata dall’80%
della popolazione. La restante parte
dei colombiani si riconosce nei
dettami del Protestantesimo.
61
Parrocchia
Beato MICHELE RUA
Kra 3° # 181A - 42
BOGOTÀ Cundinamarca
Colombia
Tel. 0057.1.5287038
“L’Eucarestia, non offre alla nostra conoscenza sensibile se non le
immagini apparenti, le specie del pane e del vino.
Mentre, in realtà, queste specie celano la carne e il sangue, e loro stesse
contengono sull’altare gli elementi di un sacrificio di una vittima
immolata, di Cristo crocifisso, Corpo unito al proprio sangue, alla sua
anima ed alla divinità del Verbo”.
(Lorenzo Villar - Notiziario OMD n. 151 aprile - giugno 2007).
(Antifona dal Rosario che si recita a Pompei
riferita alle virtù teologali.
È stata composta da S.E. Domenico Sorrentino
Arcivescovo emerito di Pompei attuale Vescovo
di Assisi).
Ostensorio della Comunità di
Bogotà.
62
A conclusione di questo lavoro vorrei accennare, anche se
brevemente, al linguaggio della bellezza ritenuto ancora attuale ai
nostri giorni.
Nelle pagine precedenti abbiamo già avuto modo di vedere che a
partire dai tempi del Fondatore, per antica tradizione, nelle
comunità dell’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio, la
testimonianza artistica ha sempre trovato numerose espressioni al
fine di comunicare, anche attraverso l’arte, il mistero della fede
nell’Eucarestia.
Questo linguaggio è stato quindi adottato dai padri leonardini
perché ritenuto efficace e leggibile da tutti, sia per l’annuncio della
Parola che per la celebrazione dei sacramenti, in particolare per
l’Eucarestia.
Molta importanza veniva data, per esempio, alle cosiddette
“Quarantore”, una delle tante espressioni devozionali verso
l’Eucarestia.
Quaranta ore polarizzate principalmente verso l’adorazione del
Santissimo Sacramento che veniva esposto in bellissimi ostensori
(visibili nelle pagine precedenti) e tra un apparato imponente di
luci, drappi e fiori.
Erano giorni intensi di preghiera e di predicazione.
Nella prassi a noi contemporanea, invece, le “Quarantore” sono
state sostituite dalle “Giornate Eucaristiche”.
Anche in esse la polarizzazione è per l’adorazione eucaristica.
Il Santissimo Sacramento però, pur se esposto nell’ostensorio,
viene collocato non più maestosamente in alto in mezzo a drappi,
ma viene posto sull’altare-mensa a significare la continuazione
della celebrazione eucaristica, ma forse anche la più stretta
vicinanza di Gesù in mezzo a noi.
63
Lucca,
chiesa di S. Maria Corteorlandini,
trono per le “Quarantore”.
Roma,
chiesa di S. Maria in Portico in Campitelli,
addobbata solennemente per le “Quarantore”.
64
Altrettanta importanza veniva data nelle chiese dell’Ordine anche
all’adorazione eucaristica del Giovedì Santo, quando il Santissimo
Sacramento veniva posto in un luogo al di fuori del presbiterio
oppure in un altare laterale, racchiuso in un’urna.
Il Santissimo veniva posto nell’urna, perché nella tradizione e nel
linguaggio popolare antico, ma anche fino a qualche tempo fa,
tale luogo o altare veniva denominato “Sepolcro”.
Lucca,
chiesa di S. Maria Corteorlandini,
tempietto del Giovedì Santo finemente decorato.
65
Ai nostri tempi l’adorazione del Giovedì Santo viene proposta ai
fedeli al cosiddetto “Altare della Reposizione”.
L’addobbo, piuttosto sobrio, cerca di richiamare l’attenzione sulle
tematiche dell’Anno Pastorale, proposte di anno in anno, dalla
Santa Sede, dalla Diocesi oppure dalla Congregazione religiosa.
Ecco, per esempio, come fu allestito l’Altare della Reposizione nel
2013, Anno della Fede, in S. Maria in Portico a Chiaia in Napoli.
Logo dell’Anno della Fede
2012-2013.
Napoli,
chiesa di S. Maria in Portico a Chiaia,
Altare della Reposizione, richiamante il logo dell’anno della fede.
66
Signore, pietà
Cristo, pietà
Signore, pietà
Cristo, ascoltaci
Cristo, esaudiscici
Signore, pietà
Cristo, pietà
Signore, pietà
Cristo, ascoltaci
Cristo, esaudiscici
Ostia di pace
Prigioniero di amore
Sole della Chiesa
Centro dei nostri altari
Centro dei nostri cuori
Delizie delle anime pure
Ristoro dei tribolati
Medicina dei peccatori
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
Fonte di vita
Consolatore dei cuori
Pane degli angeli
Cibo soave delle anime
Cibo dei forti
Sacro convito
Sposo delle anime
Nostro pane quotidiano
Nostro aiuto e fortezza
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
67
Modello di virtù
Fonte di grazia
Diadema dei sacerdoti
Segno di unità e di pace
Vincolo della carità
Sacramento d’amore
Gioia dei fanciulli
Arma dei giovani
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
Lume degli studiosi
Sostegno degli anziani
Conforto dei morenti
Pegno della gloria futura
Sospiro delle vergini
Difesa dei calunniati
Costanza dei martiri
Paradiso della Chiesa
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
Pegno di amore
Verbo fatto carne
Anima di Gesù
Sangue di Gesù
Dignità di Gesù
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
noi ti adoriamo
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo
abbi pietà di noi
abbi pietà di noi
dona a noi la pace
68
BIBLIOGRAFIA
- DECORO E BELLEZZA NELLA CASA DI DIO,
Volume 1 e 2 n.16, Supplemento a “La Vita in Cristo nella Chiesa” 1966.
- P. VITTORIO PASCUCCI,
Giovanni Leonardi, una scelta radicale per il Vangelo, Lucca 1991.
- NOTIZIARIO OMD n. 65
gennaio - marzo 1984.
- NOTIZIARIO OMD n. 98
gennaio - marzo 1994.
- VITTORIO PASCUCCI
L’Allusivo Iconografico in Santa Maria Corteorlandini, Lucca 1996.
- DAVIDE CARBONARO,
Santa Maria in Portico, Roma 1999.
- NOTIZIARIO OMD n. 123
aprile - giugno 2000.
- NOTIZIARIO OMD n. 134
gennaio - marzo 2003.
- NOTIZIARIO OMD n. 141
ottobre - dicembre 2004.
- LIBRO DI PREGHIERE - VOLUME II,
Curia Generalizia OMD, Roma 2007.
- NOTIZIARIO OMD n. 151
aprile - giugno 2007.
- P. VITTORIO PASCUCCI,
La riforma permanente nel vissuto quotidiano, Lucca 2012.
- NOTIZIARIO OMD n. 170
marzo 2013.
- NOTIZIARIO OMD n. 174
aprile 2014.
- NOTIZIARIO OMD n. 175
settembre 2014.
- AGENDA 2014 e 2015
Ordine della Madre di Dio.
69
INDICE
- INTRODUZIONE
pag. 3
- L’OSTENSORIO
pag. 5
- PREGHIERA DI S. GIOVANNI LEONARDI
pag. 8
- BIOGRAFIA DI S. GIOVANNI LEONARDI
pag. 10
- LA CENTRALITÀ DELL’EUCARESTIA NELLA SPIRITUALITÀ
DI SAN GIOVANNI LEONARDI
pag. 12
- LE COMUNITÀ OMD IN ITALIA
pag. 15
- PRESENZA IN ITALIA DEI CHIER. REG. DELLA MADRE DI DIO pag. 16
- LUCCA - S. Maria Corteorlandini
pag. 17
- ROMA - S. Maria in Portico in Campitelli
pag. 18
- NAPOLI - S. Maria in Portico a Chiaia
pag. 19
- NAPOLI - S. Brigida a Toledo
pag. 20
- FOSCIANDORA - Maria SS. della Stella
pag. 21
- GALLIPOLI - Sacro Cuore
pag. 22
- S. FERDINANDO DI PUGLIA - Maria SS. del Rosario
pag. 23
- LARIANO - S. Maria Intemerata
pag. 24
- TORRE MAURA - S. Giovanni Leonardi
pag. 25
- SERMONE: “BEATI GLI OCCHI CHE VEDONO...”
pag. 26
- LE COMUNITÀ OMD IN CHILE
pag. 28
- REPUBBLICA DEL CHILE
pag. 29
- QUINTA DE TILCOCO - Nuestra Señora de la Asunción
pag. 30
- SANTIAGO - Nuestra Señora de Guadalupe
pag. 31
- RANCAGUA - Nuestra Señora del Carmen
pag. 32
- SANTIAGO - San Lázaro
pag. 33
- SANTIAGO - Comunidad formativa “San Juan Leonardi”
pag. 34
- SERMONE: “BEATI GLI OCCHI CHE VEDONO, PASSIM”
pag. 35
- LE COMUNITÀ OMD IN INDIA
pag. 38
70
- LO STATO DEL TALIL NADU
pag. 39
- TIRUCHY - Mother of God Cose Samayapuram
pag. 40
- TIRUCHY - OMD Community Samayapuram
pag. 41
- MANDURAI - OMD Community - Oothupatty
pag. 42
- KANNIYAKUMARI - OMD Community - Azhikal
pag. 43
- TIRUVANAMALIAI - St. Antony of Padova Church
pag. 44
- DOTTRINE NOTABILI DEL N.P. GIO LEONARDI...
pag. 45
- LE COMUNITÀ OMD IN NIGERIA
pag. 49
- PRESENZA IN NIGERIA dei Chierici Regolari della Madre di Dio
pag. 50
- OWERRY - Jubilee Seminary St.John Leonardi’s
pag. 51
- AMAKOHIA - Maria Assumpta Community
pag. 52
- CULTO DELL’EUCARESTIA NEI RELIGIOSI OMD
pag. 53
- BIOGRAFIA DEL VENERABILE CESARE FRANCIOTTI
pag. 54
- APPARECCHIO AL SACRO CONVITO Capitolo I
pag. 55
- LA COMUNITÀ OMD IN INDONESIA
pag. 57
- KUPANG - Ordo Bunda Allan
pag. 58
- APPARECCHIO AL SACRO CONVITO Capitolo II
pag. 59
- LA COMUNITÀ OMD IN COLOMBIA
pag. 61
- BOGOTÀ - Parrocchia del beato Michele Rua
pag. 62
- IL LINGUAGGIO DELLA BELLEZZA
pag. 63
- LITANIE EUCARISTICHE
pag. 67
- BIBLIOGRAFIA
pag. 69
- INDICE
pag. 70
71
Mensa dell’Eucarestia: banchetto e nutrizione.
È Medicina salutare:
non solo nutrirsi, ma comprendere come nutrirsi.
Occorre guarire dalle emozioni distruttive
per entrare nella logica eucaristica dell’alterità.
È Medicina salutare:
diventare consapevoli che mangiare il pane eucaristico,
è prendere posizione di fronte al Crocifisso Risorto,
nella luce di Colui che ha dato tutto se stesso.
Scegliere di nutrirsi di Lui, è crescere verso l’altro,
verso la gioia di nutrire,
di prendersi cura di dare la propria vita.
È Terapia efficace:
- riscoprire la convivialità e l’ospitalità nei gesti quotidiani;
- entrare nella logica della gratuità e del primato del dono;
- perseverare nel bene nonostante le difficoltà;
- imparare ad offrire
e donare tutto se stesso a vantaggio degli altri;
- migliorare la qualità della vita umana e spirituale
a livello personale, comunitario e apostolico.
(110° Capitolo Generale OMD - Documento Finale).
72
Curia Generalizia
Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio
Piazza Campitelli, 9 - 00186 ROMA
Tel.: 06.68804897; e-mail: [email protected]; www.omdei.org