rosario velonà - Ordine della Madre di Dio
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rosario velonà - Ordine della Madre di Dio
ROSARIO VELONÀ INEDITO In copertina: San Giovanni Leonardi. Dipinto di autore ignoto - secolo XVII conservato nella Comunità di S. Maria in Portico in Campitelli - Roma. Dono delle Clarisse Cappuccine di Sant’Urbano delle quali il Santo fu confessore. 2 INTRODUZIONE La Congregazione, inizialmente denominata dei “Preti Riformati della Beata Vergine”, eletta nel 1623 al grado di Ordine sotto il titolo di “Chierici Regolari della Madre di Dio”, ha sempre avuto nei suoi religiosi un amore particolare per il culto eucaristico, sin dai primi tempi della fondazione (Lucca, 1° settembre 1574). Amore che scaturiva dal carisma orante che, a partire dalle fonti che furono la base dell’esperienza spirituale di San Giovanni Leonardi (1541 - 1609) padre Fondatore, è sempre continuato nel tempo e continua ancora ai nostri giorni. L’idea di questo opuscolo è scaturita da una considerazione unitamente ad una domanda che spesso mi ponevo. -La considerazione: quando ci capita di visitare grandi santuari, cattedrali o musei diocesani possiamo ammirare, tra l’altro, anche dei bellissimi vasi sacri. Tra questi gli ostensori che, con la loro maestosità e bellezza, vogliono evidenziare l’importanza che la Chiesa ha sempre riservato all’adorazione eucaristica. -La domanda: perché non fare apprezzare allora anche gli ostensori delle varie comunità leonardine? Pure questi molto belli, ma visibili purtroppo, soltanto durante le “Giornate Eucaristiche” (ex “Quarantore”) e solamente a quanti frequentano le rispettive chiese in quelle specifiche giornate! Coloro che si accosteranno a questo testo avranno allora la possibilità di ammirare, anche se soltanto fotograficamente, gli ostensori delle varie comunità religiose dell’Ordine presenti in Italia, Cile, India, Nigeria, Indonesia e Colombia. La redazione però, non vuole essere soltanto un servizio fotografico, ma il suo intento è soprattutto quello di far conoscere e condividere la spiritualità leonardina nei riguardi dell’Eucarestia a cui facevo riferimento nelle prime riga di questa introduzione. Pertanto la presentazione di questi ostensori è stata intervallata da riflessioni sulla spiritualità eucaristica riguardante San Giovanni Leonardi ed i suoi figli spirituali. 3 Spazio è stato dato anche agli scritti più importanti sull’Eucarestia dello stesso Leonardi, ma anche di Cesare Franciotti, uno dei suoi primi seguaci Si potranno consultare quindi: - due sermoni di San Giovanni Leonardi; - uno stralcio di un suo manoscritto : “Dottrine Notabili del N. P. Gio . Leonardi del SS. Sacramento”; - due capitoli de “L’apparecchio al Sacro Convito” del venerabile Cesare Franciotti. Poche pagine, alcune immagini e brevi considerazioni quasi tutte inerenti lo “sguardo” dovuto all’Eucarestia, “Sole” indispensabile per la nostra vita cristiana (cfr. ostensorio alla pagina 5 e 6). Con questo mio lavoro mi auguro di aver contribuito, anche se in minima parte, a far riscoprire lo splendido “vissuto” di “maestri eucaristici” come San Giovanni Leonardi, il venerabile Cesare Franciotti ed altri ancora, tutti infervorati dall’amore per l’Eucarestia, come San Giovanni Maria Vianey, Lorenzo Villar… In quest’Anno dell’Eucarestia, indetto dal 110° Capitolo Generale dell’OMD, consegno con affetto questo mio lavoro ai religiosi leonardini, quale segno di ringraziamento per l’affiliazione all’Ordine che gli stessi hanno voluto concedermi nell’anno 2009. Napoli, 30 maggio 2015. ROSARIO VELONÀ - Nato a Napoli il 23 maggio 1950. - Coniugato dal 1977, è padre di tre figli. - Diacono permanente dell’Archidiocesi di Napoli dal 1 marzo 1998. - Nello stesso anno viene assegnato dalla Curia Arcivescovile di Napoli ad esercitare il ministero in S. Maria in Portico a Chiaia. - Affiliato dal 2009 all’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio. 4 L’OSTENSORIO L’ostensorio, da ostendere, mostrare, è una un vaso sacro destinato all’esposizione dell’Eucarestia per l’adorazione dei fedeli, per le processioni e per la benedizione eucaristica. Pur non essendo un vero e proprio vaso sacro è considerato tale in quanto in esso è contenuta una cosiddetta lunetta (a forma di mezza luna) che sostiene l’ostia consacrata e quindi è a contatto con l’Eucarestia. Rispetto al calice ed alla pisside l’ostensorio è meno antico. Di esso si comincia a parlare intorno all’anno 1300. Prima di allora il culto e la devozione verso l’Eucarestia erano concentrati soltanto durante la Messa nella quale era integrata la comunione. Ma nel secolo XIV si verificarono due fenomeni importanti. - Cominciarono a serpeggiare un po’ per tutta la Chiesa occidentale alcune eresie che mettevano in dubbio la Presenza reale nell’Eucarestia. Per combattere tali eresie iniziò a svilupparsi il culto dell’Eucarestia separatamente dalla Messa. Si andavano diffondendo sempre più adorazioni e benedizioni eucaristiche; venne istituita la solennità del Corpus Domini ed il tabernacolo fu posto sugli altari al centro dell’attenzione dei fedeli. - Il secondo fenomeno fu il diffondersi di un rispetto forse troppo esagerato verso l’Eucarestia, tanto che i fedeli si sentivano sempre più indegni della comunione sacramentale che progressivamente disertavano sostituendola con quella spirituale fatta “con gli occhi” cioè guardando l’Ostia santa, ma con fede ed adorazione. Da questo desiderio di guardare derivano le due ostensioni delle Specie sacre che si conservano ancora oggi nella liturgia: - quella al momento della consacrazione durante la Messa; - l’altra ostensione, quella solenne sugli altari, che avveniva, allora, con le ostie racchiuse in un’urna oppure in un cofanetto. L’urna era simile a quella che si usava fino a qualche tempo fa il Giovedì Santo per l’altare della “reposizione” (anche se l’urna del Giovedì Santo veniva usata perché nella tradizione e nel linguaggio popolare antico, ma anche fino a pochi anni fa, tale altare veniva denominato “sepolcro”). 5 Nell’urna o nel cofanetto era contenuto un calice, più tardi una pisside ed infine una teca. L’ostia non si vedeva, ma i fedeli sapevano che era là e ad essa indirizzavano l’adorazione. Per gli ammalati, invece, l’Eucarestia veniva conservata fuori dall’altare in apposite custodie infisse nelle pareti del presbiterio o della sacrestia. Ben presto però, tutto questo divenne insufficiente per l’adorazione eucaristica che andava sempre più diffondendosi. Si voleva vedere l’Ostia santa con gli occhi, non solo della fede, ma anche con quelli del corpo. Si voleva essere benedetti da quell’Ostia e si voleva portarla solennemente in processione, ma in modo visibile. Nacque allora l’ostensorio; siamo nel periodo gotico (XIV e XV secolo). All’inizio esso non era altro che una pisside a forma di torre con tre o quattro aperture chiuse da cristalli, attraverso le quali si poteva, appunto, vedere l’ostia. Pian piano, imitando i già esistenti reliquiari, gli ostensori assunsero le forme più svariate. Torri cuspidate ricche di pinnacoli e guglie sull’esempio delle cattedrali gotiche; oppure costruzioni esagonali, ottagonali, terminanti a piramide ornata di archi a sesto acuto. In seguito le guglie gotiche vennero sostituite da colonnine, timpani o cupolette; si cercò di dare una migliore armonia alle proporzioni ed il cesello cominciò ad invadere tutta la base ed il fusto. Alla fine del XVI secolo l’ostensorio assunse, però, la forma di un sole, cioè a raggiera e questa è la forma che si conserva ancora ai nostri giorni. Al cristallo a cilindro fu sostituito un cristallo a teca rotonda contenente l’Ostia santa. Dalla teca partivano numerosi raggi concentrici, di varia lunghezza, spesso alternati di colore oro ed argento, che facevano somigliare l’ostensorio ad un sole. Perché come il sole è al centro dell’universo, così l’Eucarestia è al centro del culto, anzi dell’intera vita cristiana. L’ostensorio diventava così la glorificazione dell’Eucarestia; esso doveva richiamare il volto raggiante di Cristo nella Trasfigurazione. In alcuni luoghi l’ostensorio è chiamato semplicemente “raggio” in relazione, appunto, al significato di sole raggiante. 6 La forma del piede, del gambo e del nodo, ordinariamente era quella del calice. Il periodo barocco mantenne tale forma, caratterizzata da ricchezza ed esuberanza di ornamenti. A questo periodo appartengono i grandi e pesanti ostensori, non molto agevoli nell’uso, come ad esempio l’arca ostensorio del duomo di Genova, per il cui spostamento occorrono più persone; oppure l’ostensorio della cattedrale di Padova, più piccolo, ma molto prezioso e bello. Al gambo dell’ostensorio talvolta si sostituisce la figura di un angelo, la figura della Vergine o di una virtù simboleggiata. Per la manifattura dell’ostensorio sono richiesti metalli preziosi quali oro, argento, rame dorato o qualsiasi lega di rame purché dorata. Anche l’avorio è considerato materiale idoneo alla manifattura. Non è stabilita una misura determinata, l’importante è che l’ostensorio sia ben visibile anche ad una certa distanza, che esso sia solido e stabile e che gli ornamenti del gambo e del nodo non siano tali da rendere meno pratico l’uso. In alto deve esserci una croce piccola ma visibile, a meno che l’ostensorio stesso non rappresenti già la croce (vedi ostensorio della comunità OMD di S. Ferdinando di Puglia a pag. 23). (Liturgia delle Ore - prima antifona delle Lodi mattutine Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo re dell’universo). 7 A Te, levo i miei occhi, a Te, che abiti nei cieli, a Te, che sei presente in questa Eucarestia. A Te, non al mondo che non mi può dare che affanni; a Te, che da quelli mi liberi; a Te ogni pensiero, non più ai sensi, non più alla carne che nel suo cappio mi soffoca e inganna, a Te, non più agli amici, perché non c’è chi fa il bene (Sal. 52, 2); non più alle cose che purtroppo mi portano ad offenderti A te, non più alle creature, ma a Te, che sei il mio Creatore. Di fronte a Te, sollevo i miei occhi conquistati da Te. Particolare del quadro di S. Giovanni Leonardi. Iglesia N. S. del Carmen Rancagua - Chile. 8 A Te, vita mia. A Te, verità mia. A Te, guida mia. A Te speranza mia. Di fronte a Te, sollevo i miei occhi conquistati da Te. A Te, che m’hai dato questa anima. Alla tua magnificenza e perfezione. Sei sovrano dell’essere tutto, governi il tutto, dispensi il tutto, regoli il tutto e il tutto in niente puoi ridurre. Di fronte a Te, sollevo i miei occhi conquistati da Te. Particolare della pala di S. Giovanni Leonardi (Mario Barberis - 1951). Abside della chiesa omonima Torre Maura (RM) A Te, che per amore mio, hai sudato sangue, fosti legato, percosso, coperto di sputi, deriso come pazzo, battuto come reo, coronato di spine come superbo, e crocifisso come assassino. Di fronte a Te, sollevo i miei occhi conquistati da Te. Rendici il senso nostro, il senso vero della vita, per non vivere più come bestie ma come veri uomini. Solo facendo così saremo liberi da tante preoccupazioni. Particolare del quadro di S. Giovanni Leonardi conservato nella Comunità OMD in Lariano (RM) Villa Mater Dei. 9 A Te la lode e la gloria, con il Padre e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen. (dalle preghiere di S. Giovanni Leonardi). Nacque a Diecimo (LU) nel 1541. Dalla sua prima giovinezza fino alla piena maturità, contemporaneamente alla professione di speziale, frequentò la “Compagnia dei Colombini”, uno dei centri laicali nei quali si coagulava la reazione cattolica al diffondersi sempre più capillare, nello stato lucchese, delle sollecitazioni luterane. Questa prima esperienza d’impegno ecclesiale lo indusse ad una scelta più radicale e totalizzante, attraverso il sacerdozio, realizzata nel 1571. Tre anni dopo P Giovanni fondò la famiglia religiosa dei “Preti Riformati della Beata Vergine” elevata nel 1623 al grado di Ordine denominato dei “Chierici Regolari della Madre di Dio”. Gli inizi del suo sacerdozio furono contrassegnati dalla premura verso i fanciulli per i quali istituì la “Compagnia della Dottrina Cristiana” e per i quali pubblicò un manuale di catechesi. Il suo radicalismo evangelico lo pose in conflitto con il diffuso dissenso religioso. Giovanni Leonardi dovette pagare con velata diffidenza o con aperto contrasto, fino all’esilio, le sue scelte di ortodossia e di fedeltà al pontificato romano. Nel 1592 fu inviato come Amministratore Apostolico al santuario della Madonna dell’Arco (Napoli) e dal 1596 al 1601 visitò e riformò, per incarico del papa Clemente VIII, le congregazioni benedettine di Montevergine e Vallombrosa e successivamente quella dei Servi di Maria a Firenze. 10 Infine intorno al 1607-1608 diede vita a quello che in seguito sarebbe divenuto il Collegio “De Propaganda Fide”, in realtà ufficialmente eretto da papa Urbano VIII, ma il cui primo progetto fu espresso dalla creatività del Leonardi. Nell’estate del 1609, nel corso di un’epidemia del tipo influenzale, colpito da una febbre violenta, all’alba del 9 di ottobre rendeva a Dio la sua anima. La figura del Leonardi si colloca in tutto quel moto di revisione ecclesiale più noto col nome di “riforma cattolica”. Egli ebbe il dono di una singolare lettura dei segni di un tempo che andava trasformandosi radicalmente. Come suo personale carisma seppe proporre le nuove tensioni e gli antichi interrogativi dell’uomo in termini di continua verifica interiore e di coerente testimonianza evangelica. Nel 1756 venne riconosciuta l’eroicità della sua virtù; fu beatificato il 10 novembre 1861, mentre il 17 aprile 1938 Pio XI ne proclamò la santità. Il giorno 8 agosto 2006 Benedetto XVI lo dichiarò Patrono dei farmacisti. Le spoglie mortali di S. Giovanni Leonardi riposano nella chiesa di S. Maria in Portico in Campitelli a Roma. “Soltanto i santi, uomini e donne che si lasciano guidare dallo Spirito divino, pronti a compiere scelte radicali e coraggiose alla luce del Vangelo, rinnovano la Chiesa e contribuiscono, in maniera determinante, a costruire un mondo migliore come fece san Giovanni Leonardi”. Benedetto XVI (Udienza Generale del 7 ottobre 2009 - Piazza San Pietro). 11 Nel personalissimo itinerario spirituale di Giovanni Leonardi un rilevante connotato carismatico è costituito nella singolare percezione che egli ebbe del mistero eucaristico. È indispensabile soffermarsi, anche se brevemente, su questa polarizzazione del suo profetismo di riformatore in un’epoca che spesso si esprimeva in contrapposte ed erronee posizioni come il tralasciare frequentemente la celebrazione eucaristica e la comunione al Corpo di Cristo. Accadeva anche che l’eccessivo rigorismo distruggeva la vera fiducia che viene dall’amore allontanando così le anime da Cristo. Ludovico Marracci OMD (1612-1700), biografo del Santo, affermava che Giovanni Leonardi: “Introdusse nella città di Lucca quell’uso tanto frequente che hora vi è della sacra comunione, essendo rarissimo, et appena una volta l’anno… Nel celebrare la santa Messa stava talmente unito a Dio e mostrava, anco esteriormente, tanta devotione e gravità in quelle sacre cerimonie che quelli che vi si trovavano presenti erano forzati anch’essi a raccogliersi e compungersi con speciali sentimenti di devotione… sentiva grand’amaritudine in vedere con quanta poca dispositione s’accostassero molti secolari alla sacra comunione. E molto maggiormente si affliggeva vedendo tanti sacerdoti celebrare con sì grand’indecenza che, invece di muovere i circostanti a devotione, più tosto a scherno et a riso gli eccitavano, generando in essi assai basso e vil concetto di quel tremendo mistero”. (L. Marracci, Vita del Ven. P. Giovanni Leonardi, Roma, 1673). Anche Giuseppe Bonafede OMD (1605 –…) affermava che il Santo: “Havea ardentissimo desiderio che tutti i cristiani volgessero l’animo et i pensieri a honorar questo divino sacramento” . (Cf Giuseppe Bonafede pag. 760). 12 Il neo presbitero Leonardi, alla luce dei suoi meditati convincimenti, cominciò ad inculcare nei propri seguaci una maggiore familiarità eucaristica, anche con degli artifizi, che rivelavano quale fosse la sua fermezza di fede verso l’Eucarestia come insostituibile nutrimento. A questo proposito va ricordato un episodio dei primi anni di apostolato di P. Giovanni avvenuto nella chiesa di Maria SS. della Rosa in Lucca, riguardante uno dei suoi primi seguaci, Cesare Franciotti (1557-1627): “Non poteva Cesare (Franciotti) ricevere frequentemente l’Eucharestia senza pericolo che alcuno della servitù lo riferisse a’ parenti… Il sacerdote (il Leonardi), di concerto con lui, conservava una particola riponendola sopra il calice nella patena e poi, terminata la Messa, in sagrestia occultamente la riportava… Cesare fra tanto, consapevole del secreto, s’allontanava con belle maniere dalla madre o dà servitori… et entrando nella medesima sagrestia si univa col suo amato Signore”. (Cf M. Dezza OMD, Vita del Ven. P. Cesare Franciotti, Roma, 1680). P. Giovanni Leonardi visse sempre la presenza eucaristica come nodale punto di riferimento e sostegno di quel cammino di riforma della Chiesa per il quale s’impegnò in tutta la sua esistenza. Egli diede molta importanza anche all’arredo liturgico come visiva mediazione e sensibile linguaggio del culto che, secondo lui, doveva esprimersi con gesti e con oggetti carichi di particolare valore simbolico. Tra questi un importante rilievo assume il tabernacolo che si può ammirare ancora oggi al centro dell’altare maggiore di S. Maria Corteorlandini in Lucca, chiesa Madre dell’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio. Pur se realizzato molti anni dopo la morte di San Giovanni Leonardi, precisamente nel 1673 dall’argentiere di origine fiamminga Giovanni Vambré, esso è riconosciuto come “Il tabernacolo del Fondatore”. 13 Tale attribuzione deriva dal fatto che il Santo stesso aveva commissionato personalmente all’architetto Agostino Lupi nel 1586 un tabernacolo. Esso risulta citato nelle varie “visite canoniche” nelle quali si chiede un accurato restauro di questo tabernacolo. Ma i vari tentativi di restauro risultarono purtroppo vani, allora i padri leonardini commissionarono un altro tabernacolo che, pur se creato ex novo, fosse nelle sembianze uguale a quello voluto dal loro Fondatore. Il Vambré lo ripropose con assoluta fedeltà all’originario messaggio iconografico. Singolarissimo nel suo genere, esso è un autentico gioiello artistico e nello stesso tempo è una vera espressione visiva del mistero eucaristico. Le figure ed i simboli che esso contiene non vanno intesi come decorazioni, bensì vogliono proporre, ad un attento osservatore, un’autentica riflessione teologica. La dottrina ed il magistero del Concilio di Trento avevano trovato quindi in San Giovanni Leonardi un appassionato interprete sia nella catechesi orale che in quella iconografica. GIOVANNI VAMBRÈ Tabernacolo del 1673, fedele all’iconografia del precedente tabernacolo commissionato da San Giovanni Leonardi nel 1586 all’architetto Agostino Lupi, perciò detto: “Tabernacolo del Fondatore”. 14 15 L’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio è praticamente presente in Italia (senza considerare il periodo delle due soppressioni degli Ordini Religiosi) sin dalla sua Fondazione avvenuta a Lucca il 1° settembre 1574. Delle comunità esistenti a tutt’oggi, la prima comunità costituita fu quella di: - S. Maria Corteorlandini, in Lucca nel 1580, seguita da quella di: - S. Maria in Portico in Campitelli, in Roma il 14.01.1662. A queste due comunità fece seguito la costituzione delle due comunità di Napoli: - S. Maria in Portico a Chiaia, alla fine dell’anno 1633; - S. Brigida a Toledo, il 10 febbraio 1637. Queste quattro comunità sono considerate quelle storiche dell’Ordine. Senza tenere conto delle altre comunità fondate e poi soppresse, oppure di quelle soppresse per un certo periodo e poi riaperte, attualmente le altre comunità religiose presenti in Italia sono: - Maria SS. Della Stella, in località Migliano - Fosciandora (LU) dal 6 giugno 1903; - Sacro Cuore, in Gallipoli (LE) dal 1939; - Maria SS. Del Rosario, in S. Ferdinando di Puglia (BT) dal 9 marzo 1947; - S. Maria Intemerata, in Lariano (RM) dal 5 aprile 1950; - S. Giovanni Leonardi, in Torre Maura (RM) dal 25 aprile 1951. 16 Chiesa SANTA MARIA CORTEORLANDINI Via S. Maria Corteorlandini, 10/a 55100 LUCCA Tel. e Fax: 0583.467464 - e-mail: [email protected] Anche la spiritualità tridentina aveva dato molta importanza allo sguardo, al vedere, e soprattutto al “vedere l’Eucarestia”. (Eb 12,2). Ostensorio cesellato a Roma nel 1621 dall’argentiere Ambrogio Giannoni della Comunità di Lucca. “A dì 15 gennaio 1621 si ricevenne per Cesare Franciotti un sole grande per espuonere il Santissimo Sacramento…” Postilla (datata 1621) ad un inventario del 1609 (La Riforma Permanente nel vissuto quotidiano Di Vittorio Pascucci - 2012). 17 Chiesa S. MARIA IN PORTICO IN CAMPITELLI Piazza Campitelli, 9 00186 ROMA Tel. e Fax: 06.6874285 e-mail: [email protected] www.santamariainportico.it Guardando l’Eucarestia, non solo si è trasformati in Colui che si adora, ma si partecipa anticipatamente a quella visione di Dio che rappresenta la felicità di ogni uomo. (Lc 10,23). Ostensorio del XVIII Secolo. Tesoro della Chiesa di S. Maria in Portico in Capitelli. Dono del Cardinale Stuart Duca di York figlio di Giacomo III ultimo re cattolico d'Inghilterra il quale stabilì ogni sabato nella Chiesa di Campitelli la preghiera per il ritorno degli Anglicani alla fede Cattolica. 18 Chiesa S. MARIA IN PORTICO A CHIAIA Via Martucci, 17 80121 NAPOLI Tel. e Fax: 081.669294 e-mail: [email protected] Lo sguardo e la felicità, la visione e la vita quotidiana, si lasciano conquistare da Colui che è la misura di tutte le cose. (San Giovanni Leonardi, lettera del 16 maggio 1592). Ostensorio della Comunità di Napoli S. Maria in Portico a Chiaia. 19 Chiesa S. BRIGIDA A TOLEDO Via S. Brigida, 72 80132 NAPOLI Tel.: 081.5523793 e-mail: [email protected] www.santabrigida.net Il primo atteggiamento per sostare con il Signore, che si offre nel suo dono d’amore è fissare gli occhi in Lui, che ci aspetta per pregarlo, contemplarlo ed amarlo. (Jacques Berthier, compositore di musica sacra). Ostensorio raggiato alt.133 argento sbalzato/cesellato argentiere napoletano, datato 1843 della comunità di Napoli S. Brigida a Toledo. 20 Santuario MARIA SS. DELLA STELLA Via Santuario della Stella Località Migliano 55020 FOSCIANDORA (LU) Tel.: 0583.662407 Sollevare lo sguardo è l’invito che San Giovannni Leonardi ci esorta a fare davanti a Colui che donandosi nel Corpo e nel Sangue, diventa il centro della nostra vita. (Liturgia delle Ore - Inno - Ufficio delle letture). Ostensorio della Comunità di Fosciandora. 21 Chiesa SACRO CUORE Corso Roma 73014 GALLIPOLI (LE) Tel. e Fax: 0833.266252 e-mail: [email protected] Nell’Eucarestia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, di ogni singolo fedele, di ciascuno di noi. In essa troviamo il sollievo e la forza per la nostra vita. (Liturgia delle Ore - Inno - Lodi Mattutine). Ostensorio argentato con raggiera dorata alto cm. 67 - degli anni 50 o 60 della Comunità di Gallipoli. 22 Chiesa MARIA SS. DEL ROSARIO Via Nicotera, 2 76017 SAN FERDINANDO DI PUGLIA (BT) Tel.: 0883.621086 e-mail: [email protected] www.smrosario.org La spiritualità eucaristica nutrì l’esistenza di San Giovanni Leonardi. Partecipare al convito eucaristico, significa prendere parte alla gioia senza misura: è l’inizio della felicità che si compirà nel giorno ultimo. (San Giovanni Leonardi, lettera del 16 settembre 1603). Ostensorio in argento dei primi anni del ’900 della Comunità di S. Ferdinando di Puglia. 23 Chiesa S. MARIA INTEMERATA Piazza S. Eurosia, 5 00040 LARIANO (RM) Tel. e Fax: 06.96498738 e-mail: [email protected] www.santamariaintemerata.it Il pensiero e l’esperienza del Leonardi sull’Eucarestia: Essa è l’alimento, il cibo che da forza, il farmaco d’immortalità, il corroborante, la possibilità della vita eterna e della visione beatifica, il ristoro, il sollievo nell’attività quotidiana. (Dall’Inno di AMALARIO - sec. VIII). Ostensorio di colore oro e blu di metallo dorato con filigrane di perline inizio anni 2000 della Comunità di Lariano. 24 Chiesa S. GIOVANNI LEONARDI Via della Cicogna, 2 00169 TORRE MAURA (RM) Tel.: 06.262177 - Fax: 06.260165 e-mail: [email protected] www.sangiovannileonardi.com Lo sguardo amante e adorante rende partecipi della contemplazione che è il fine dell’uomo: vedere Dio faccia a faccia. (Liturgia delle Ore - Inno - Lodi Mattutine). Ostensorio della Comunità di Torre Maura. 25 Dai Sermoni di San Giovanni Leonardi: “ Beati gli occhi che vedono...”. È bellissimo questo versetto, degno di non passare senza considerazione. Vedremo quattro cose qui indicate: la prima, di che occhi parli il Signore; la seconda, di che beatitudine; la terza, che cosa vedranno gli Apostoli per essere beati; la quarta, perché li loda, c’è scritto, infatti, che li lodava. Per ben intendere questo versetto è da tenere presente che il Salvatore, ringraziando il Padre del beneficio fatto agli Apostoli di manifestare i suoi segreti e di nasconderli ai cattivi, dice: “Ti benedico o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te”. (Mt.11, 25-26). Poi, chiamati da parte i discepoli, con volto sereno disse: “Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete” quasi volesse dire: beati e felici voi ai quali è fatta tanta grazia, dato tanto dono, che vediate tante grandi cose, e conosciate tanti misteri. Di che occhi parla qui il Salvatore? Non di quelli del corpo, perché così sarebbero stati beati anche i farisei i quali vedevano con gli occhi corporali tutto quello che vedevano gli Apostoli. Gesù parla, dice il Crisostomo commentando il Capitolo tredicesimo del vangelo di Matteo, degli occhi dell’anima, cioè dell’intelletto, questo è infatti l’occhio dell’anima nel quale risiede la fede. Come dice S. Tommaso, è come un occhio per il quale, l’anima, vede le cose appartenenti alla nostra salvezza. A tal punto che la beatitudine è posta nella conoscenza di Dio e delle cose di Dio: perfetta nel futuro e imperfetta in questa vita. Questa è di due sorti. Una fruttuosa e l’altra sterile. 26 La prima, fruttuosa, è di quelli che conoscono impegno e grandi opere. E questa è in S. Giacomo quando disse: “mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede” (Gc. 2, 18). E S. Paolo: “ la fede opera per mezzo della carità” (Cfr. Gal. 5, 6). Questa fede era del samaritano (Cfr Lc. 10, 34), come racconta la parabola. La seconda è la fede senza la grazia, della quale ha detto S. Paolo: “Dichiarano di conoscere Dio, ma lo rinnegano con i fatti, abominevoli come sono, ribelli e incapaci di qualsiasi opera buona”. (Tt. 1, 16). Questa fede è quella del sacerdote e del levita (Cfr. Lc, 10, 31-32) come racconta la parabola. San Giovanni Leonardi, sacerdote e maestro eucaristico. Tela conservata nella comunità di S. Maria Corteorlandini - Lucca 27 L’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio è presente in Chile dal novembre 1946. La prima comunità costituita fu quella di N. S. de la Asunción in QUINTA DE TILCOCO. Successivamente fu fondata la comunità in SANTIAGO N.S. de Guadalupe. Seguì la fondazione della comunità di RANCAGUA N.S. del Carmen. Sempre a SANTIAGO i padri leonardini sono presenti nella chiesa di San Lázaro, nelle cui adiacenze si trova anche la comunità formativa San Juan Leonardi. 28 GO TIA SAN i ard ona e L n a a ativ S.Ju m for ad O d i NTIAG un om Lazaro - SA C — San — —N.S. De Guadalupe - SANTIAGO —N. S. De La Asunción - QUINTA DE TILCOCO —N. S. De Carm en RAN CAG UA Il Cile è il paese più lungo e stretto del Sud America: 4.329 Km di lunghezza per una media di 177 Km di larghezza. Questa terra è formata dall’Altopiano e dal Deserto de Atacama, il più arido del mondo, continua attraverso le belle e temperate Valles Centrales circondate dalla Cordillera de los Andes a est e dall’Oceano Pacifico a ovest, continua verso il sud con la Región de los Lagos, coperta di laghi, vulcani, fiumi e boschi nativi, e finisce con la Patagonia e l’Antartide, terre di ghiacciai, verde e natura primordiale. Inoltre, nel mezzo dell’ Oceano Pacifico, si trova un piccolo e magico pezzo di terra: l’Isola di Pasqua. Sostenitore della pace e stabile è il governo cileno, amichevole ed accogliente la sua gente. Tutto questo, unito con l’infinita meraviglia delle sue terre, fanno di questo paese un incredibile e perfetto luogo da conoscere, ma soprattutto da vivere. La lingua ufficiale è lo Spagnolo. La Popolazione conta 16,6 milioni di abitanti; il 70% di essa è cattolica. La Capitale è Santiago del Cile (4,6 milioni di abitanti), grazie alla sua ubicazione nella zona centrale, possiede un clima mediterraneo con stagioni ben definite. La primavera va dalla metà di settembre alla metà di dicembre, è temperata e ciò contribuisce alla fioritura del colore verde in ogni angolo cittadino. L’estate va dalla metà di dicembre alla metà di marzo è calda e secca con temperature che arrivano a 33°C; la notte si rinfresca leggermente, mentre sulla costa questo fenomeno è molto più marcato. L’autunno va dalla metà di marzo fino alla metà di giugno; ha temperature che diminuiscono gradualmente. In inverno le mattinate sono spesso fredde, alcune volte più basse di - 2°C; temperature che poi risalgono durante il giorno fino a circa 16°C. 29 Iglesia NUESTRA SEÑORA DE LA ASUNCIÓN Av. Tomás Argomedo 1470 QUINTA DE TILCOCO VI Región- CHILE Tel.: 0056.72.541232 - 0056.72.541472 Come il Leonardi nella preghiera del cuore proclamiamo e sperimentiamo che nell’Eucarestia vi è il bene di ogni bene: “qui vi è Cristo”. (SEI TU - Testo ispirato al Sermone della XI domenica dopo Pentecoste di S. Giovanni Leonardi). Ostensorio della Comunità di Quinta de Tilcoco. 30 Iglesia NUESTRA SEÑORA DE GUADALUPE Av. San Pablo 5093 Quinta Normal SANTIAGO - CHILE Tel.: 0056.2.7731555 “Quando siamo davanti al SS. Sacramento apriamo il cuore, il nostro buon Dio aprirà il suo; noi andremo a Lui, Egli verrà a noi; l’uno chiede, l’altro riceve; sarà come un respiro che passa dall’uno all’altro”. (Il piccolo catechismo del Curato d’Ars, San Giovanni Maria Vianney). (SEI TU - Testo ispirato al Sermone della XI domenica dopo Pentecoste di S. Giovanni Leonardi). Ostensorio della Comunità di N.S. de Guadalupe in Santiago. 31 Iglesia NUESTRA SEÑORA DEL CARMEN Alameda 945 - Casilla 730 RANCAGUA - CHILE Tel.: 0056.72.222074 e-mail: [email protected] “Oh, se avessimo gli occhi degli angeli per vedere nostro Signore Gesù Cristo, che è qui presente su questo altare e ci guarda, come lo ameremmo! Mai vorremmo andarcene via da Lui. Vorremmo restare sempre ai suoi piedi; sarebbe pregustare il Cielo: tutto il resto non avrebbe più gusto per noi”. (Dal piccolo catechismo del Curato d’Ars, San Giovanni Maria Vianney). (SEI TU - Testo ispirato al Sermone della XI domenica dopo Pentecoste di S. Giovanni Leonardi). Ostensorio della Comunità di Rancagua. 32 Iglesia SAN LÁZARO Vergana 352 SANTIAGO - CHILE Tel.: 0056.2.6988335 “Abbiate davanti agli occhi della vostra mente solo l’onore, il servizio e la gloria di Cristo crocifisso, spogliandovi di ogni interesse personale”. (Dalle massime di S. Giovanni Leonardi). (SEI TU - Testo ispirato al Sermone della XI domenica dopo Pentecoste di S. Giovanni Leonardi). Ostensorio della Comunità di San Làzaro in Santiago. 33 Comunidad Formativa “San Juan Leonardi” Vergana 352 SANTIAGO - CHILE Tel.: 0056.2.6963849 “È la Chiesa la casa del vero pane, cioè di Colui che disse: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Chi dunque vuole essere di Cristo vada a questa casa, riceva questo pane e vedrà il suo nome scritto in cielo”. (Dalle massime di S. Giovanni Leonardi). (SEI TU - Testo ispirato al Sermone della XI domenica dopo Pentecoste di S. Giovanni Leonardi). Ostensorio della Comunità Formativa in Santiago. 34 Dai Sermoni di San Giovanni Leonardi: “ Beati gli occhi che vedono, ciò che voi vedete, passim”. Il Redentore del mondo chiamati da parte i discepoli, con volto sereno e aspetto benevolo, disse: “Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete” come se volesse dire: Felici non solo voi, ma tutti coloro che conosceranno quello che voi conoscete. Per comprendere meglio questa parola, è da notare che beato è colui che ha in sé tutta la pienezza. L’essere beato è propriamente solo di Dio e si attribuisce all’uomo per partecipazione, perché ha detto il Signore: “io vi ho scelti”. I cristiani pongono la beatitudine nella conoscenza di Dio e delle cose di Dio. Questa è di due sorti, una perfetta e l’altra imperfetta; una della via e l’altra della porta; una in speranza e l’altra nelle cose; una per fede e l’altra per gloria, come ha detto San Paolo: “Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto” (1 Cor. 13, 12). Quando il nostro Signore dice agli Apostoli: “Beati gli occhi che vedono ciò voi vedete” (Lc. 10, 23) non intende della beatitudine carnale, ma di quella della pratica, non di quella sola per fede della via, ma di quella che è fruttuosa in via; cioè di quella conoscenza per fede che va con la sapienza cristiana. Fa a proposito quel detto di S. Paolo di quelli che “Dichiarano di conoscere Dio, ma lo rinnegano con i fatti, abominevoli come sono, ribelli e incapaci di qualsiasi opera buona” (Tt 1,16). Infatti altro si vede e altro si crede; altro vede l’anima e altro vede il corpo. Quindi, dicendo: “Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete” è come se volesse dire: Beati quegli spiriti, quelle anime che hanno questa conoscenza di Dio e delle cose sue, che voi avete. 35 Ma infelice il mondo e i suoi seguaci che, pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono (Mt. 13, 13). Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? (Mc. 8, 18). Quelli che dicono sono ricco, mi sono arricchito; non ho bisogno di nulla, ma non sanno di essere infelici, miserabili, poveri, ciechi e nudi (Cfr. Ap. 3,17). A questi sembra vedere per il fatto di essere battezzati, per non essere eretici e dicono, con il fariseo, che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, (Cfr. Lc. 18, 11). Miseri certo e hanno sugli occhi il prosciutto e non vedono il loro male la loro malizia ha accecato il loro cuore (Cfr. Sap. 2, 21) e cammineranno come ciechi, perché hanno peccato contro il Signore (Sof. 1, 17). A questi succede come ciò che capitò al santo Tobia che, dormendo, fu accecato dallo sterco della rondine; così costoro, affannati dalle pazzie del mondo, dormono per l’anima e, non vigilando sui loro pericoli, dallo sterco sono accecati che altro non è che le cose del mondo: ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura dice San Paolo (Cfr. Fil. 3, 8). Oh quanti acceca la vanità! Quanti la carne! Oh, se conoscessero il pericolo, certo che tremerebbero sempre! […] Per guarire questa cecità giova il fiele, cioè aver pentimento dell’animo di una vera confessione, far violenza a se stesso, mettere sotto gli occhi il fiele della morte, del giudizio. Cominciamo ora ad essere beati perché possiamo poi esserlo in futuro. “Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto (1 Cor. 13, 12). Ma che cose erano quelle cose che vedevano gli apostoli per le quali erano beati? Vedevano, dicono i dottori della Chiesa, per fede viva, il Verbo eterno, essere venuto il Salvatore del mondo, essere venuto l’atteso da tutti, il diletto. 36 Vedono in lui corrispondere tutto il loro bene, la loro felicità, la loro consolazione. Vedono tutto il resto, in obbedienza (2 Cor. 9, 13): Quanto vane le cose del mondo, quanto instabili i favori, le grandezze, le ricchezze, le dignità e perciò disse: Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete beati voi che, per seguirmi, avete lasciato la barca, la rete, il padre! Molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l’udirono (Cfr Lc. 10, 24). Oh quanti vorrebbero vedere quel che voi vedete, conoscere quel che voi conoscete, intendere quel che voi intendete e non poterono. Quadro del sec. XVII conservato nella comunità di S. Maria in Portico a Chiaia - Napoli. San Giovanni Leonardi distribuisce la comunione ai primi compagni, apostolato del tutto inedito e decisamente coraggioso per quell’epoca pregiansenistica a favore della Comunione frequente. 37 THIRVANNAMALAI - St. Antony of Padova Church TIRUCHY - Mother of God House Samayapuram TIRUCHY - OMD Community Samayapuram MADURAI- OMD Community Oothupatty KANNIYAKUMARY - OMD Community Azhikal 38 Il Tamil Nadu è uno dei 29 stati dell’India. Si trova nella parte meridionale della penisola indiana. È l’undicesimo stato più grande dell’India per area ed il sesto più popoloso (65.555.000 abitanti nel 2008). Mentre gli abitanti degli stati dell'India settentrionale sono per lo più di razza ariana, lo stato meridionale del Tamil Nadu (bagnato dal golfo del Bengala) è la patria dell'antica civiltà dravidica, ricca di tradizioni religiose, letterarie, filosofiche ed artistiche, che ha mantenuto inalterato il proprio stile di vita. Il Tamil Nadu possiede una delle culture più antiche e complesse del mondo. Una delle caratteristiche dell'India meridionale è proprio la "continuità culturale" consentita dal fatto che i Musulmani ed i Mogol invasero soltanto il nord e non i regni dravidici del sud e quindi l’architettura e l'arte originarie indù poterono essere perfettamente preservate dalle dinastie che si succedettero nel tempo. Il 20 marzo 1994 l’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio aprì una missione a Tiruchy-Samayapuram nello stato del Tamil Nadu. Dopo oltre tre secoli si realizzava così il desiderio del fondatore, S. Giovanni Leonardi, il quale aveva in animo di partire missionario, appunto per le Indie. I biografi narrano che S. Filippo Neri, suo confessore, gli aveva detto che le sue Indie erano l’Italia. Negli anni successivi, nello stesso stato del Tamil Nadu, l’Ordine aprirà altre comunità religiose a Mandurai, a Kanniyakumari ed a Tiruvanamaliai. 39 MOTHER OF GOD HOUSE SAMAYAPURAM Samayapuram - Tiruchy 621112 TAMIL NADU South India Tel.: 0091.431.2670051 “Andiamo anche noi come i pastori a Betlemme, che significa: casa del pane. Il pane è Cristo, la mangiatoia è l’altare, il presepe è il nostro cuore”. (Dalle massime di S. Giovanni Leonardi). (SEI TU - Testo ispirato al Sermone della XI domenica dopo Pentecoste di S. Giovanni Leonardi). Ostensorio della Comunità di Tiruchy Mother of God House Samayapuram. 40 OMD COMMUNITY S AMAYAPURAM Arulagam - Chennai Main Road Samayapuram - Tiruchy 621112 TAMIL NADU South India Tel. e Fax: 0091.431.7373985747 E-mail:[email protected] Professiamo la nostra fede, nel Pane vivo disceso dal cielo, memoria viva e perenne del tuo amore per gli uomini. Ti offri per la salvezza del mondo, Pane vivo disceso dal cielo, Tu sei il cibo che da vigore, nel cammino della vita. (SEI TU - Testo ispirato al Sermone della XI domenica dopo Pentecoste di S. Giovanni Leonardi). Ostensorio della Comunità di Tiruchy OMD Community Samayapuram. 41 OMD COMMUNITY - OOTHUPATTY Amalagam OMD Philosophical Checkanoorami Post OOTHUPATTY, MADURAI 625514 TAMIL NADU South India Tel. 0091.4549.9715713474 “Sotto le specie del pane e del vino consacrate sappiamo di avere con noi il Signore della vita e della morte, < Colui che è, che era e che viene >”. (Apocalisse 1,4). (SEI TU - Testo ispirato al Sermone della XI domenica dopo Pentecoste di S. Giovanni Leonardi). Ostensorio della Comunità di Mandurai. 42 OMD COMMUNITY - AZHIKAL St. Mary’s Church Azhikal Post - Kanniyakumari Dist. 629202 TAMIL NADU South India Tel. 0091.4651200533 Egli è con noi tutti i giorni sino alla fine (Cf Mt 28,28), e la sua presenza per noi è festa. Una festa che si realizza per la memoria della cena e della morte del Signore, al di là di ogni distanza temporale, una festa del futuro, perché già adesso sotto i veli del sacramento è presente Colui che porta con sé ogni futuro, il Dio dell’eterno amore. (SEI TU - Testo ispirato al Sermone della XI domenica dopo Pentecoste di S. Giovanni Leonardi). Ostensorio della Comunità di Kanniyakumari. 43 ST. ANTONY OF PADOVA CHURCH New Sanipoondi - Avoor Via Tiruvanamaliai Dt. Tamil Nadu INDIA Pin.606755 Dice il Signore: << Io sono il pane della vita… se uno mangia di questo pane vivrà in eterno >> (Gv 6, 48-51). La vita umana ha in Cristo il suo compimento, il suo pegno di vita immortale. (SEI TU - Testo ispirato al Sermone della XI domenica dopo Pentecoste di S. Giovanni Leonardi). Ostensorio della Comunità di Tiruvanamaliai. 44 Nell’archivio dell’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio in Roma è conservato un manoscritto dal titolo “Dottrine Notabili del N.P. Gio. Leonardi del SS.mo Sacramento”. Si tratta di schemi di omelie tenute dal santo Fondatore su diversi argomenti tra i quali anche quelli eucaristici. Il manoscritto non è firmato né datato ed è incompleto. Molto probabilmente l’autore è il Venerabile Cesare Franciotti (1557 - 1627) uno dei primi seguaci del Leonardi. “Era tanto devoto del SS.mo Sacramento dell’altare che non parea che gli potesse mai uscire dalla memoria nè dalla bocca un sì raro favore. Onde si vedeva molte volte anco in certe solennità nelle par che l’animo nostro gusti più mirar Dio sotto qualche altra sembianza, hor di pargoletto, hor di giovanetto disputante, hor di predicante, hor di crocifisso, egli nondimeno, che ogni cosa nel SS.mo Sacramento conosceva, ogni cosa anco a quello si impegnva di applicare; e qui non voglio lasciare di scrivere ad utilità di chi questo è per leggere, una non meno bella che devota consideratione che facea egli per la festa di natale, acciò si veda questa sua devotione et insieme il modo che in questa che abbiamo detto teneva. Soleva dire sopra l’evangelo corrente quello giorno: exiit edictum che in questi tempi fassi una descrittione; ma bisogna con Giuseppe e Maria andarsi a descrivere in Betlehem, la quale è interpretata come casa di pane. Qual è questa casa di pane se non la Chiesa Santa, e di che pane è casa? Se non di quello che disse Ego sum panis vivus. 45 Onde quelli che voglion esser descritti vadino a questa casa, piglino questo pane e saranno poi in cielo scritti dicendo egli qui manducat hunc panem vivet in aeternum e dopo haver alquanto discorso sopra il misterio del presepio replicava infine non potendosi ritenere che anco questo non al suo modo non aplicasse: Andiamo anche noi a Betlemme, casa di pane, che è la Chiesa, il pane è Cristo, il diversorio l’altare, il presepio il nostro core; Non erat eis locus in diversorio cioè non si contenta di stare nel tabernacolo, nè sull’altare, ma nel nostro core; nella mangiatoia si mette il cibo agli animali, noi siamo anco il fieno omnis caro fenum, et Verbum caro factum est; il fieno sta sotto, cioè le cose del mondo, il bove è la volontà, l’asino è l’intelletto, il bove è l’anima, l’asino il corpo: cognovit bos possessorem suum et asinus presepe Domini sui. Diceva che Dio volle fra un epilogo nel quale con molto nostro utile havessimo a conoscere la provvidenza, sapientia, onnipotenza, pazienza e bonta sua verso l’anima nostra memoriam fecit mirabilium suorum. 1) La providenza che ha dell’anima nostra, che sì come Adamo provvide di cibo col quale poteva non mai morire, così conveniva al nostro ristauramento proveder di cibo poichè aruit tamquam testa virtus mea; et qui manducat hunc panem vivit in aeternum. Il Salvatore venne per trarre l’homo d’un essere bestiale e dargli vita celeste onde conveniva provederli cibo che lo facesse celeste: qui manducat me, vivit propter me. Conveniva che gli uomini havessero un memoriale per ricordarsi delle gratie, doni, et beneficij che Dio havea fatti loro e per comunicarli i frutti della sua passione. 2) La sapienza poi si vede nell’ordine et istitutione così lirabile che, essendo l’homo composto di anima e di corpo, procede con quello secondo la sua natura che sotto un pane corporale miri a nutri l’anima. E l’instituisce sotto specie di pane poichè, dovendo quello essere comune a tutti, sotto un comune cibo l’instutisce. Ad piace il pane. 46 3) L’onnipotenza dove maggiormente si scopre che in questo SS.mo? Poiché qui bisogna al tutto cattivar l’intelletto, credendo che l’istesso che è in cielo sia nell’hostia e sia in più luoghi, e sia preso da molti, si spezzi l’hostia, et esso non si franghi, sia in un fragmento; si dia e non si consumi. O altitudo divitiarum sapientie et scientie Dei; onde quod non capis, quod non vides etc. Di qui l’anima può cavarne che, ricevuto l’Onnipotente ancora lei, comunicandosi, si fa onnipotente. 4) La pazienza di Dio, poichè vol essere trattato non solo da giusti ma anche dai peccatori. Che se tanta fu la pazienza che ebbe quando patì dai Giudei, non minor ne ha adesso con i peccatori. E se prima non voleva che niuno si accostasse a lui nell’antica legge ma stesse lontano probet autem seipsum homo. 5) La bontà et amor suo, poichè qual maggiore amor poteva mostrar che darci il corpo suo? E se le madri danno il latte ai figli, i padri gli danno l’essere, e gli provvedono d’ogni cosa, ma chi gli dia per nutrirlo la propria carne, dove è? Qui l’anima si trasforma in Dio e Dio in lei, in me manet et ego in eo. Qui l’anima acquista tutte le virtù, sì come la manna haveva tutti i sapori. Ma era tanta la devotione che a questo Sacramento come ho detto haveva, che mi par cosa mirabile in lui che non pareva legesse o trovasse cosa che a questo, non senza gran contento di chi lo sentiva, nè l’applicasse e da questo affetto mosso, se gli era mai domandato da alcuno consiglio o rimedio per qualsiasi fosse necessità, che egli questo divino Sacramento non gli commendasse. Onde, dicendo una volte che questo sacramento havea virtù di scacciar i demonij, lo mostrava poi e con gran sentimento lo provava raccontando et ingegnosamente esplicando a suo proposito quella figura che si legge in Tobia, dicendo che Tobia, havendo preso il pesce appunto gli disse l’Angelo cordis eius particulam si supra carbones pones fumus eius volet ad eijciendum omne genus demonum; l’acqua, diceva, dove sono i pesci è questo mondo, i pesci significano diverse sorti 47 di persone e popoli, quello pesce (sic) grande ci significa il popolo hebreo, come solo accetto a Dio, il cor di questo pesce come membro pricipale è la Vergine Santissima, principal membro, dal quale è derivata la vita e cosi la parte di questo core è il corpo del Signore. Hor questo, posto sopra i carboni dell’affetto del nostro core, il fumo di quello, cioè la gratia abondante che da quello procede, scaccia ogni sorte di demonio da donna o da homo, onde S. Giovanni Chris.: ut leones flamma spirantes ab illa mensa discedimus facti demoni terribiles; parasti in cospectu meo mensam adversus eos qui tribulant me. Di più, tre effetti mirabili fra gli altri fa il SS.mo Sacramento contro 3 mali causati dal mangiar del vietato pomo, cioè concupiscentia nella carne sentio aliam legem, caro concupisci. Nella anima ignoranza et tenebre erant super faciem abissi, gloria eius super faciem cordis humani, et finalmente morte nell’uno e nell’altro; e questo cibo contro il p.° reprime gli appetiti carnali, contro il 2° illumina l’intelletto, accedite ad eum et illuminamini, e contro il 3° ci dà la vita qui manducat hunc. etc. la nobiltà del cibo; recolitur… passionis etc. contro la concupiscentia; mens impletur etc. contro la ignoranza; et future glorie etc. contro il 3° che è la morte. E non voglio lasciar di dir a questo proposito un’altra aplicatione che faceva pur a questo Sacramento di quella parabola del fermento che si legge in San Matteo, dicendo che il fermento messo in 3 misure di farina ci denota questo SS.mo Sacramento: la farina l’anima, le tre misure le 3 potenze contro i 3 vitij sopra detti”. 48 La Nigeria è un paese dell’Africa occidentale, il più popoloso del continente. Confina con il Benin ad ovest, il Ciad ed il Camerun ad est, il Niger a nord ed a sud si affaccia sull’Oceano Atlantico nel golfo di Guinea. È il settimo stato al mondo per popolazione. Il territorio nigeriano è abitato sin dal 9000 a.C. Dal punto di vista religioso la popolazione si divide quasi perfettamente tra cristiani e musulmani. JUBILEE SEMINA ST.JOHN RY LEONAR DI’S OW ERRI— ERY URS IN ARD OL N O N LE RI SCHO JOH ST. PRIMA AND 49 —Owerri Il 15 novembre 2006, in un piccolo villaggio a circa 20 Km da Owerri, capitale dell’Imo State nel sud della Nigeria, fu benedetta la prima pietra per un nuovo seminario in terra di missione. Nelle fondamenta furono calati quattro mattoni, gli stessi che i pellegrini del Movimento Laicale Leonardino avevano portato come “segno” nella preghiera alla Santa Casa di Nazaret di Loreto il 15 ottobre dello stesso anno 2006. Su uno di questi mattoni c’era una targa su cui era inciso: << Stringetevi a Cristo, pietra viva…>> (1 Pt 2,4). Il 15 agosto 2014 l’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio ha compiuto un altro passo avanti! La delegazione nigeriana ha inaugurato l’apertura di una nuova scuola a Omakohia costruita con fondi dell’Ordine, dell’EsseGiElle ed in parte con i fondi dell’8 per mille devoluti in favore di progetti di beneficenza. Questa scuola dedicata al Fondatore, San Giovanni Leonardi, è finalizzata a garantire una formazione intellettuale, morale, spirituale, fisica ed alla crescita dei bambini in un ambiente favorevole all’apprendimento. Alla cerimonia hanno partecipato autorità religiose e civili insieme a tanta gente piena di gratitudine per la costruzione della scuola per i loro figli. 50 JUBILEE SEMINARY ST.JOHN LEONARDI’S P.O Box 2653 OWERRI ImoState NIGERIA “Nell’Ultima Cena, Gesù istituendo l’Eucarestia, domanda ai suoi di perpetuare come memoriale del suo amore, il gesto del pane spezzato e del vino versato, ponendo così in essere la Chiesa che vive del suo Signore”. (Lorenzo Villar - Notiziario OMD n. 151 aprile - giugno 2007). (SEI TU - Testo ispirato al Sermone della XI domenica dopo Pentecoste di S. Giovanni Leonardi). Ostensorio della Comunità di Owerri. 51 MARIA ASSUMPTA COMMUNITY N° 3 St. John Leonardi Street Amakohia Layout OWERRI ImoState NIGERIA “Sacerdote vero ed eterno, egli istituì il rito del sacrificio perenne; a te per primo si offrì vittima di salvezza e comandò a noi di perpetuare l’offerta in sua memoria. Il suo corpo per noi immolato è il nostro cibo e ci dà forza, il suo sangue per noi versato è la bevanda che ci redime da ogni colpa…” (dal Messale Romano - Prefazio della SS. Eucarestia I) (SEI TU - Testo ispirato al Sermone della XI domenica dopo Pentecoste di S. Giovanni Leonardi). Ostensorio della Comunità di Amakohia. 52 Come già detto precedentemente, l’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio, dal Fondatore, che animò i primi compagni al culto dell’Eucarestia, ai religiosi che ne hanno seguito le orme, ha da sempre collegato la propria spiritualità al mistero eucaristico celebrato, meditato e vissuto. La Chiesa continuamente ricorda che l’Eucarestia è fonte e culmine del vissuto cristiano. Leggendo le Costituzioni dell’Ordine, queste, sin dalle prime battute, sottolineano che la realizzazione della perfetta carità avviene attraverso l’obbedienza alla Chiesa e l’amore all’Eucarestia. Inoltre esse sottolineano che l’oblazione della fraternità si associa al sacrificio perenne di Cristo che si rinnova nel mistero eucaristico (cf. Costituzioni OMD, 2;14). Prove e testimonianze di questo amore per l’Eucarestia le troviamo già tra i primi seguaci di San Giovanni Leonardi. Uno di questi è senz’altro il venerabile Cesare Franciotti, il quale ha lasciato un trattato teolologico-ascetico atto ad indirizzare i fedeli ad accostarsi in modo consapevole e preparato al sacramento eucaristico dal titolo: “L’APPARECCHIO AL SACRO CONVITO”. Pur risentendo della prassi vocazionale e dell’ampollosità barocca del suo tempo, tuttavia questo manuale di spiritualità eucaristico risulta ancora attuale per i nostri tempi. Nella trascrizione si è tenuto conto della differenza di linguaggio e della composizione delle frasi, cercando di lasciare inalterato il pensiero dell’autore. 53 Cesare Franciotti nacque Lucca il 3 luglio 1557. La profonda devozione all’Eucaristia segnò gli anni della fanciullezza e dell’adolescenza tanto da caratterizzare la nota spirituale del suo futuro servizio alla Chiesa. L’amore ed il servizio per le anime caratterizzarono tutta la sua vita sacerdotale. Con particolare ingegno organizzò la catechesi dei fanciulli in osservanza alle prescrizioni del concilio Tridentino. Ma Cesare si distinse soprattutto per la predicazione e la vivace capacità comunicativa, attraendo tutti per la santità della sua vita. Per quaranta anni predicò nella città di Lucca e per la fama di santità e la vita apostolica meritò il titolo di “Lucensis Apostoli”. Sempre in obbedienza alla Chiesa predicò anche a Firenze, Siena, Genova e Napoli. Instancabile servitore della Parola, illuminò oltre che con la predicazione anche con scritti il mistero eucaristico. Il suo magistero spirituale si rifletté soprattutto nei “Soliloqui Eucaristici” opera più volte edita in Italia ed all’estero. Apprezzarono e furono testimoni della sua predicazione numerosi prelati, il Papa Clemente VIII e S. Filippo Neri. Accanto al Leonardi fu promotore della riforma della Chiesa e del delicato riassetto organizzativo e spirituale della vita consacrata. Aprì gli occhi al cielo il 9 dicembre 1627, vigilia della festa della Madonna di Loreto, molto cara alla famiglia leonardina. 54 “L’Apparecchio al Sacro Convito” di Cesare Franciotti - Capitolo I - L’uomo abitazione di Dio. “In principio Dio donò l’essere (l’esistenza) a tutte le creature, trovando in ciascuna una conveniente e proporzionata dimora perché fosse custodita l’esistenza delle cose. Ma fra tutti gli esseri volle che il cuore dell’uomo fosse il luogo eletto della sua abitazione, in quanto creato a sua immagine e somiglianza. Ora, il corpo umano ha in comune con gli animali irrazionali il fatto di abitare e vivere su questa terra, usufruendo dei benefici dell’aria, dell’acqua e del fuoco. Tuttavia, la dimensione spirituale, mente e cuore, non può avere altro luogo come abitazione sicura e provvidente che il grembo e le braccia di Dio. Per questo il profeta Davide era solito affermare: <<in Dio è la mia speranza>> (Sal 62,6) e nelle mani dell’Altissimo riponeva la sua sorte futura: <<nelle tue mani sono i miei giorni>> (Sal 30,16). Ora lo stesso Signore, che per l’uomo e riposo e custodia, si compiacque di trovare in lui dimora per la sua incarnazione. Con ragione la sapienza d’Israele afferma nel Cantico dei Cantici: <<il mio diletto è per me e io per lui>> (Ct 2,16). O dono sublime! Chi non è riempito di stupore contemplando tale abbassamento di Dio? Raramente i sovrani frequentano le case di basso rango o le capanne dei contadini cercando tra i pari l’amicizia (L’autore riporta l’esempio citando Aristotele, Etica Nicomachea, Lib.8, cap.7) . Ma Dio, Re dei re, Altissimo Signore, si degnò di venire ad abitare l’umile tenda dell’umanità sedendo in mezzo ad essa, come afferma Gregorio Magno nelle sue omelie sui Vangeli: <<l’anima dei giusti è sede della Sapienza>> (Gregorio Magno, Omelia 38). Inoltre nei Proverbi è scritto: <<ponendo le mie delizie tra i figli degli uomini>> (Pr 8,31). E questo non per ricevere qualcosa dall’uomo, ma per concedere doni e grazie particolari come dice Davide: <<su di me o Dio i voti che ti ho fatto>> (Sal 56,13). Si rallegri pertanto ogni uomo (anima) che desidera il paradiso mentre apprende che Dio stesso vuole abitare la sua interiorità (seno) e con lui dialogare. Per tale ragione Isaia afferma: <<gridate giulivi ed esultate, abitanti di Sion, perché grande in mezzo a voi è il santo d’Israele>> (Is. 12,6). 55 È opinione di Aristotele nel suo trattato di Etica (Ibidem, Aristotele, Etica Nicomachea) che non è possibile trovare dialogo ed amicizia tra Dio e gli uomini. Ma, come afferma san Tommaso (Tommaso D’Aquino, 2.2. quest. 23 art. 1 ad primum), non si tratta della conversazione esteriore, sensibile e corporea, ma di quella che, attraverso la mente e lo spirito, si compiace di Dio come afferma l’Apostolo Paolo: <<il nostro dialogo (Franciotti segue la versione latina con l’espressione <<conversatio>>-dialogo) al posto di <<municipatus>> -patria) è nei cieli>> (Fil 3, 20). Questo dialogo trovò pienezza di significato quando: <<il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi>> (Gv 1, 14) e prosegue quotidianamente nella Chiesa mediante il sacramento dell’Eucarestia. Qui si consuma l’amicizia e il dialogo tra Dio e l’uomo come è scritto: <<Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me ed io in lui>> (Gv 6, 56). Quale miglior dialogo è possibile? Chi mai tra gli amici fu tanto unito da dare la propria carne ed il proprio sangue in nutrimento l’uno all’altro? San Tommaso ricorda questa verità, quando osserva che Dio creò l’uomo dopo tutte le altre creature e poi si riposò, perché Egli solo è riposo a se stesso. Così non si trova nella creazione altro luogo degno che il cuore dell’uomo per il riposo del Creatore (Tommaso D’Aquino, De Potent. 9. disp.). Un esempio concreto del dialogo tra Dio e l’uomo, lo troviamo nella figura di Mosè il quale, riferisce la Scrittura, s’intratteneva a discorrere con Dio come con un amico (Es 33, 11). L’autore della lettera agli Ebrei tessendo l’elogio di Mosè, ricorda come questi rifiutò la parentela e il regno del faraone d’Egitto ( Eb 11, 24). Lo stesso Signore venendo tra gli uomini, insegnò ai suoi discepoli il disprezzo delle cose del mondo, la ricerca sincera di Dio centro della vita e dimora del cuore. A tal proposito così ebbe occasione di affermare san Gregorio Nazanzieno per esperienza personale: <<cerchi pure chiunque vuole argento e oro, ami le ricchezze, i pasti raffinati, i fastosi giardini. Io cercherò solamente il mio Cristo. Tutto il resto del mondo lo stringa a se chi vuole (Gregorio Nazianzeno, Carmen II)”. 56 Il 2 febbraio 2013, festa della Presentazione al Tempio del Signore, fu inaugurata la Comunità religiosa dei Chierici Regolari della Madre di Dio in Indonesia, precisamente a Kupang. La finalità di questa nuova missione era ed è tutt’ora quella di accogliere soprattutto quanti vogliono condividere il carisma di S. Giovanni Leonardi nell’Ordine da lui fondato. —-Se mina ry Ti nggi O rdo B unda Allah L’Indonesia è uno stato del sud est asiatico. Composto da circa 17508 isole ed è il più grande stato arcipelago. Con una popolazione di 238 milioni di abitanti (2010) è il quarto paese più popolato della Terra. La religione prevalente è quella musulmana. È una repubblica democratica presidenziale con capitale Giacarta. 57 ORDO BUNDA ALLAH Jln. Nome Tosi, (Belakang Biara OCD) Desa Penfui Timur Kupang - NTT.85111 - Indonesia “Gesù, che prima di annunciare se stesso come pane del cielo, ha moltiplicato il pane della terra fino alla sazietà di coloro che per ascoltarlo lo avevano seguito in una zona disabitata e che non avevano di che mangiare (Gv 6,11 ss), è Lui che ha rivolto all’umanità l’invito: < Venite a me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi ed io vi ristorerò > (Mt 11,28)”. (Lorenzo Villar - Notiziario OMD n. 151 aprile - giugno 2007). (Costituzioni OMD, 87) Ostensorio della Comunità di Kupang. 58 “L’Apparecchio al Sacro Convito”. di Cesare Franciotti - Capitolo II - Prepararsi ad accogliere Dio. “Per comprendere con maggior facilità cosa significhi prepararsi per accogliere Dio e diventare luogo degno della sua dimora, useremo esempi tratti dalle cose sensibili e naturali, per intuire le soprannaturali e celesti come insegna l’Apostolo Paolo (Rm1,1ss). Sappiamo dalla riflessione filosofica che, lo spazio contenente un oggetto, ha per caratteristica la custodia adatta e proporzionata dell’oggetto stesso. Per questo è possibile parlare di rapporto simbolico tra lo spazio contenitore e l’oggetto in esso collocato (Cfr. Aristotele, Fisica, Libro IV). Dalla natura cogliamo l’esempio dei pesci che spaziando a schiera nell’acqua dei fiumi e dei mari non si stancano di desiderarla e cercarla, consapevoli per istinto naturale, che senza di essa troverebbero la morte. Così la pietra per il peso tende al baricentro e la fiamma si sforza di salire in alto per raggiungere la sua sfera (vedi il concetto di fuoco e sfera celeste). Le cose naturali ci insegnano che nessuna forma s’inserisce nella materia se questa non è preparata a riceverla (Cfr.Aristotele. De Anim, Libro II). Ora se ciò avviene nella natura, non dovrà accadere anche per le realtà soprannaturali? Ragionando per analogia, avendo Dio eletta la nostra anima come sua dimora, non vi abiterà senza che la volontà e il cuore siano disposti ad accoglierlo. Tali disposizioni essendo Dio soprannaturale, dovranno essere colte non dall’ingegno umano, né dalle proprie virtù, ma dal cielo stesso, come dono proveniente dalle mani dell’Altissimo. Un esempio celebre è raccontato nella Scrittura quando la giovane regina Ester dovendo entrare in udienza presso il re Assuero e non avendo vestiti appropriati, ricevette tutto da lui per ornarsi come conviene ad una sovrana (Est 2,1ss). A tal proposito scrive san Bernardo (Tommaso D’Aquino, De Grat. et libero arb.) seguito da san Tommaso, che questa impresa non si può adempiere senza l’opera di due mani. La prima è quella di Dio stesso (E. Giannarelli, <<L’uomo immagine di Dio, nei testi greci. Linee di lettura: dal Nuovo Testamento a Origene>>, in Parole spirito e vita, 45 (2002), 148-149) la quale muove con soave e sensato impulso il cuore dell’uomo: persuadendolo, svegliandolo e accendendolo di vivo amore, come afferma la Scrittura: 59 <<il Signore dirige i passi del giusto>> (Pr 16,9), <<ecco sto alla porta e busso>> (Ap 3,20); ed il Concilio di Trento (Sessione VI. cap.5). La seconda mano è quella dell’uomo, il quale già mosso da Dio e sostenuto dalla sua grazia, apre il cuore, consentendogli di cooperare attraverso azioni virtuose che preparano l’anima ad accogliere il suo Signore (Pr 16). L’uomo sarebbe stato felice se avesse continuato nell’innocenza iniziale, quando insieme all’anima venne concessa la grazia. Ma per la colpa personale e per aver voluto ospitare nel cuore il male, meritò, non solo lui, ma tutti i suoi discendenti, di essere privato delle grazie che lo rendeva capace di ricevere Dio (Tommaso D’Aquino, Summa 1. 2.quest. 109 art 8. et 9) . L’uomo nasce come un carbone spento e altro ristoro non ha in questo stadio della vita che la grazia battesimale. La luce del Battesimo è rimasta così flebile, a causa della colpa iniziale, che gli sforzi dell’uomo sono paragonabili a coloro che vogliono riaccendere la fiamma da carboni spenti e umidi. Un altro esempio ci fa comprendere la nostra grande dignità. Solitamente i palazzi dei Signori sono sempre ordinati per ricevere visite, ma le ville fuori città necessitano di essere preparate prima dell’arrivo dei padroni. Anche noi eravamo dei palazzi per il Re del cielo sempre in ordine, ma a causa del peccato siamo diventati delle ville fuori città, piene di polvere del mondo, di tenebre e ogni bruttura (Is 13). Occorre dunque adornare con attenzione la nostra interiorità, per mezzo della preghiera; lo studio; la vigilanza; la mortificazione e l’astinenza e così gustare la presenza di Dio. Come afferma Davide nei Salmi, quando desidera accendere nella sua intimità il fuoco di Dio e offrire dimora al suo Signore impegnandosi con penitenze e veglie, fino a percepire la presenza di Dio (Sal 131). Ci è di esempio in questo il padre san Girolamo, quando nelle solitarie grotte della Siria, mortificando i sensi per trovare Dio, non cessava mai di digiunare e dormire sulla nuda terra, fino a quando non era appagato della divina presenza. Sono persuaso che il lettore ha intuito con questi esempi cosa significhi prepararsi per incontrare Dio. Attraverso lo sforzo delle proprie opere e la benignità della grazia divina occorre disporsi a preparare una degna dimora, ricordando continuamente chi riceviamo e da chi siamo ricevuti: <<perché la Dimora non è destinata a un uomo, ma al Signore Dio>> (1Cr29,1)”. 60 L’ultima comunità religiosa fondata dall’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio è stata quella di Bogotà in Colombia. Il 30 marzo 2014 i religiosi leonardini hanno preso possesso della Parrocchia intitolata al beato Michele Rua, (successore di San Giovanni Bosco) e già da quella data hanno iniziato il loro apostolato. Parrocchia Beato Michele Rua——— La Colombia è un paese situato nel nord-ovest del Sud America. Il territorio di quello che oggi è la Colombia fu originariamente abitato da popolazioni indigene. La maggior parte dei centri urbani si trova negli altopiani delle montagne delle Ande, ma comprende anche il territorio colombiano della foresta amazzonica, la prateria tropicale ed entrambe le coste dei Caraibi e del Pacifico. La religione più diffusa è quella cattolica che viene professata dall’80% della popolazione. La restante parte dei colombiani si riconosce nei dettami del Protestantesimo. 61 Parrocchia Beato MICHELE RUA Kra 3° # 181A - 42 BOGOTÀ Cundinamarca Colombia Tel. 0057.1.5287038 “L’Eucarestia, non offre alla nostra conoscenza sensibile se non le immagini apparenti, le specie del pane e del vino. Mentre, in realtà, queste specie celano la carne e il sangue, e loro stesse contengono sull’altare gli elementi di un sacrificio di una vittima immolata, di Cristo crocifisso, Corpo unito al proprio sangue, alla sua anima ed alla divinità del Verbo”. (Lorenzo Villar - Notiziario OMD n. 151 aprile - giugno 2007). (Antifona dal Rosario che si recita a Pompei riferita alle virtù teologali. È stata composta da S.E. Domenico Sorrentino Arcivescovo emerito di Pompei attuale Vescovo di Assisi). Ostensorio della Comunità di Bogotà. 62 A conclusione di questo lavoro vorrei accennare, anche se brevemente, al linguaggio della bellezza ritenuto ancora attuale ai nostri giorni. Nelle pagine precedenti abbiamo già avuto modo di vedere che a partire dai tempi del Fondatore, per antica tradizione, nelle comunità dell’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio, la testimonianza artistica ha sempre trovato numerose espressioni al fine di comunicare, anche attraverso l’arte, il mistero della fede nell’Eucarestia. Questo linguaggio è stato quindi adottato dai padri leonardini perché ritenuto efficace e leggibile da tutti, sia per l’annuncio della Parola che per la celebrazione dei sacramenti, in particolare per l’Eucarestia. Molta importanza veniva data, per esempio, alle cosiddette “Quarantore”, una delle tante espressioni devozionali verso l’Eucarestia. Quaranta ore polarizzate principalmente verso l’adorazione del Santissimo Sacramento che veniva esposto in bellissimi ostensori (visibili nelle pagine precedenti) e tra un apparato imponente di luci, drappi e fiori. Erano giorni intensi di preghiera e di predicazione. Nella prassi a noi contemporanea, invece, le “Quarantore” sono state sostituite dalle “Giornate Eucaristiche”. Anche in esse la polarizzazione è per l’adorazione eucaristica. Il Santissimo Sacramento però, pur se esposto nell’ostensorio, viene collocato non più maestosamente in alto in mezzo a drappi, ma viene posto sull’altare-mensa a significare la continuazione della celebrazione eucaristica, ma forse anche la più stretta vicinanza di Gesù in mezzo a noi. 63 Lucca, chiesa di S. Maria Corteorlandini, trono per le “Quarantore”. Roma, chiesa di S. Maria in Portico in Campitelli, addobbata solennemente per le “Quarantore”. 64 Altrettanta importanza veniva data nelle chiese dell’Ordine anche all’adorazione eucaristica del Giovedì Santo, quando il Santissimo Sacramento veniva posto in un luogo al di fuori del presbiterio oppure in un altare laterale, racchiuso in un’urna. Il Santissimo veniva posto nell’urna, perché nella tradizione e nel linguaggio popolare antico, ma anche fino a qualche tempo fa, tale luogo o altare veniva denominato “Sepolcro”. Lucca, chiesa di S. Maria Corteorlandini, tempietto del Giovedì Santo finemente decorato. 65 Ai nostri tempi l’adorazione del Giovedì Santo viene proposta ai fedeli al cosiddetto “Altare della Reposizione”. L’addobbo, piuttosto sobrio, cerca di richiamare l’attenzione sulle tematiche dell’Anno Pastorale, proposte di anno in anno, dalla Santa Sede, dalla Diocesi oppure dalla Congregazione religiosa. Ecco, per esempio, come fu allestito l’Altare della Reposizione nel 2013, Anno della Fede, in S. Maria in Portico a Chiaia in Napoli. Logo dell’Anno della Fede 2012-2013. Napoli, chiesa di S. Maria in Portico a Chiaia, Altare della Reposizione, richiamante il logo dell’anno della fede. 66 Signore, pietà Cristo, pietà Signore, pietà Cristo, ascoltaci Cristo, esaudiscici Signore, pietà Cristo, pietà Signore, pietà Cristo, ascoltaci Cristo, esaudiscici Ostia di pace Prigioniero di amore Sole della Chiesa Centro dei nostri altari Centro dei nostri cuori Delizie delle anime pure Ristoro dei tribolati Medicina dei peccatori noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo Fonte di vita Consolatore dei cuori Pane degli angeli Cibo soave delle anime Cibo dei forti Sacro convito Sposo delle anime Nostro pane quotidiano Nostro aiuto e fortezza noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo 67 Modello di virtù Fonte di grazia Diadema dei sacerdoti Segno di unità e di pace Vincolo della carità Sacramento d’amore Gioia dei fanciulli Arma dei giovani noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo Lume degli studiosi Sostegno degli anziani Conforto dei morenti Pegno della gloria futura Sospiro delle vergini Difesa dei calunniati Costanza dei martiri Paradiso della Chiesa noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo Pegno di amore Verbo fatto carne Anima di Gesù Sangue di Gesù Dignità di Gesù noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo noi ti adoriamo Agnello di Dio che togli i peccati del mondo Agnello di Dio che togli i peccati del mondo Agnello di Dio che togli i peccati del mondo abbi pietà di noi abbi pietà di noi dona a noi la pace 68 BIBLIOGRAFIA - DECORO E BELLEZZA NELLA CASA DI DIO, Volume 1 e 2 n.16, Supplemento a “La Vita in Cristo nella Chiesa” 1966. - P. VITTORIO PASCUCCI, Giovanni Leonardi, una scelta radicale per il Vangelo, Lucca 1991. - NOTIZIARIO OMD n. 65 gennaio - marzo 1984. - NOTIZIARIO OMD n. 98 gennaio - marzo 1994. - VITTORIO PASCUCCI L’Allusivo Iconografico in Santa Maria Corteorlandini, Lucca 1996. - DAVIDE CARBONARO, Santa Maria in Portico, Roma 1999. - NOTIZIARIO OMD n. 123 aprile - giugno 2000. - NOTIZIARIO OMD n. 134 gennaio - marzo 2003. - NOTIZIARIO OMD n. 141 ottobre - dicembre 2004. - LIBRO DI PREGHIERE - VOLUME II, Curia Generalizia OMD, Roma 2007. - NOTIZIARIO OMD n. 151 aprile - giugno 2007. - P. VITTORIO PASCUCCI, La riforma permanente nel vissuto quotidiano, Lucca 2012. - NOTIZIARIO OMD n. 170 marzo 2013. - NOTIZIARIO OMD n. 174 aprile 2014. - NOTIZIARIO OMD n. 175 settembre 2014. - AGENDA 2014 e 2015 Ordine della Madre di Dio. 69 INDICE - INTRODUZIONE pag. 3 - L’OSTENSORIO pag. 5 - PREGHIERA DI S. GIOVANNI LEONARDI pag. 8 - BIOGRAFIA DI S. GIOVANNI LEONARDI pag. 10 - LA CENTRALITÀ DELL’EUCARESTIA NELLA SPIRITUALITÀ DI SAN GIOVANNI LEONARDI pag. 12 - LE COMUNITÀ OMD IN ITALIA pag. 15 - PRESENZA IN ITALIA DEI CHIER. REG. DELLA MADRE DI DIO pag. 16 - LUCCA - S. Maria Corteorlandini pag. 17 - ROMA - S. Maria in Portico in Campitelli pag. 18 - NAPOLI - S. Maria in Portico a Chiaia pag. 19 - NAPOLI - S. Brigida a Toledo pag. 20 - FOSCIANDORA - Maria SS. della Stella pag. 21 - GALLIPOLI - Sacro Cuore pag. 22 - S. FERDINANDO DI PUGLIA - Maria SS. del Rosario pag. 23 - LARIANO - S. Maria Intemerata pag. 24 - TORRE MAURA - S. Giovanni Leonardi pag. 25 - SERMONE: “BEATI GLI OCCHI CHE VEDONO...” pag. 26 - LE COMUNITÀ OMD IN CHILE pag. 28 - REPUBBLICA DEL CHILE pag. 29 - QUINTA DE TILCOCO - Nuestra Señora de la Asunción pag. 30 - SANTIAGO - Nuestra Señora de Guadalupe pag. 31 - RANCAGUA - Nuestra Señora del Carmen pag. 32 - SANTIAGO - San Lázaro pag. 33 - SANTIAGO - Comunidad formativa “San Juan Leonardi” pag. 34 - SERMONE: “BEATI GLI OCCHI CHE VEDONO, PASSIM” pag. 35 - LE COMUNITÀ OMD IN INDIA pag. 38 70 - LO STATO DEL TALIL NADU pag. 39 - TIRUCHY - Mother of God Cose Samayapuram pag. 40 - TIRUCHY - OMD Community Samayapuram pag. 41 - MANDURAI - OMD Community - Oothupatty pag. 42 - KANNIYAKUMARI - OMD Community - Azhikal pag. 43 - TIRUVANAMALIAI - St. Antony of Padova Church pag. 44 - DOTTRINE NOTABILI DEL N.P. GIO LEONARDI... pag. 45 - LE COMUNITÀ OMD IN NIGERIA pag. 49 - PRESENZA IN NIGERIA dei Chierici Regolari della Madre di Dio pag. 50 - OWERRY - Jubilee Seminary St.John Leonardi’s pag. 51 - AMAKOHIA - Maria Assumpta Community pag. 52 - CULTO DELL’EUCARESTIA NEI RELIGIOSI OMD pag. 53 - BIOGRAFIA DEL VENERABILE CESARE FRANCIOTTI pag. 54 - APPARECCHIO AL SACRO CONVITO Capitolo I pag. 55 - LA COMUNITÀ OMD IN INDONESIA pag. 57 - KUPANG - Ordo Bunda Allan pag. 58 - APPARECCHIO AL SACRO CONVITO Capitolo II pag. 59 - LA COMUNITÀ OMD IN COLOMBIA pag. 61 - BOGOTÀ - Parrocchia del beato Michele Rua pag. 62 - IL LINGUAGGIO DELLA BELLEZZA pag. 63 - LITANIE EUCARISTICHE pag. 67 - BIBLIOGRAFIA pag. 69 - INDICE pag. 70 71 Mensa dell’Eucarestia: banchetto e nutrizione. È Medicina salutare: non solo nutrirsi, ma comprendere come nutrirsi. Occorre guarire dalle emozioni distruttive per entrare nella logica eucaristica dell’alterità. È Medicina salutare: diventare consapevoli che mangiare il pane eucaristico, è prendere posizione di fronte al Crocifisso Risorto, nella luce di Colui che ha dato tutto se stesso. Scegliere di nutrirsi di Lui, è crescere verso l’altro, verso la gioia di nutrire, di prendersi cura di dare la propria vita. È Terapia efficace: - riscoprire la convivialità e l’ospitalità nei gesti quotidiani; - entrare nella logica della gratuità e del primato del dono; - perseverare nel bene nonostante le difficoltà; - imparare ad offrire e donare tutto se stesso a vantaggio degli altri; - migliorare la qualità della vita umana e spirituale a livello personale, comunitario e apostolico. (110° Capitolo Generale OMD - Documento Finale). 72 Curia Generalizia Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio Piazza Campitelli, 9 - 00186 ROMA Tel.: 06.68804897; e-mail: [email protected]; www.omdei.org