Lavoro Bancario e Assicurativo
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Lavoro Bancario e Assicurativo
9/12 il settembre/dicembre 2004 mensile Fiba anno XLXIII Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. d.l. 393/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n.46) art.1, com.2, dcb Roma Rinnovo Abi: un tavolo difficile, ma vitale Tante attese dai lavoratori. Vogliamo costruire una banca eticamente e socialmente responsabile 3 Credito Assicurativi: cooperativo: ecco quando il lavoro la piattaforma esce dalle imprese A proposito di appalti, spin-off, cessione ramo d’azienda Lo scenario del settore e le nostre richieste 14 Inoltre: Riscossioni 8 Covip 9 Asili nido 13 A tutti gli iscritti FIBA i nostri auguri di Buon Natale e Buon Anno 16 Donne 19 Conti correnti 21 IN BREVE UN PROGETTO COMUNE PER IL MEZZOGIORNO è convergenza comune sull’insoC’ stenibile gap tra Nord e Sud del nostro paese. Di recente anche il presi- dente della Repubblica Ciampi è intervenuto per chiedere azioni concrete. Ma quali? Le ricette degli ultimi anni hanno lasciato piccoli segni e spesso anche veri e propri danni. Il sindacato italiano si è mosso e ha firmato il 2 novembre un importante Progetto Mezzogiorno, incise ad Abi, Ania, cooperazione, Confindustria, Confesercenti, mondo agricolo. Tre le priorità indicate: consolidamento di un tessuto imprenditoriale aperto all’innovazione e alla competizione; l’attrazione di nuovi investimenti nazionali ed esteri; la valorizzazione delle specificità produttive, culturali, ambientali locali. Tra i primi interventi, un premio fiscale alle imprese che si concentrano e crescono di dimensione; specializzare SviluppoItalia nella crescita delle reti locali; il rilancio del turismo e la riqualificazione dei centri urbani. Non manca un passaggio sul ruolo del credito, a cominciare dall’adeguamento del funzionamento dei principali Fondi di garanzia pubblici, anche per renderli idonei alle nuove regole del Basilea2. Il documento si conclude con un rilancio della concertazione e degli impegni assunti dalle singole parti. CORRENTISTI LENTAMENTE PIÙ TECNOLOGICI G li sportelli bancari sono saliti del 30% in neanche 10 anni: sono ormai oltre 30mila, a fronte di un calo degli istituti di credito del 18,8%. Non sorprende, da una recente indagine Bankitalia, il conseguente boom dei bancomat: erano appena 8mila nel 1995, sono in tutti gli sportelli oggi, con netta prevalenza di quelli multifunzionali. D’altra parte sono oltre 900mila i negozi che accettano bancomat per i pagamenti. Meno noto è il progressivo spostamento dei clienti verso i servizi via Internet: ormai sono 2 milioni e mezzo (Forrester research parla di 4), con tendenza costante alla crescita, anche se restiamo gli ultimi in Europa. D’altra parte se aumentano le sedi sotto casa, a quali condizioni servirsi di servirsi on-line è davvero un risparmio e non un costo aggiuntivo? CONOSCI LA COSTITUZIONE EUROPEA? l Trattato entrato in vigore da novemIStati bre e in corso di ratifica dai singoli (in Italia da parte del Parlamento e non con referendum tra i cittadini) rappresenta una svolta storica. Fissa pilastri importanti sul rispetto di valori comuni e la costruzione di società basate su pluralismo, tolleranza, solidarietà. Rafforza la vita democratica dell’Unione e introduce la figura di un ministro degli Esteri comune. Fissa tra gli obiettivi comuni la pace, la libertà, la sicurezza e la giustizia, lo sviluppo sostenibile e il progresso scientifico, la coesione economica e sociale, la solidarietà tra Stati membri, lo sviluppo del patrimonio culturale europeo. È possibile avvicinarsi al complesso e dettagliato documento utilizzando questo sito: http://europa. eu.int/italia IL PUNTO SULLE FONDAZIONI ono già 13 le fondazioni che hanno S dimesso tutte le azioni dalla propria società bancaria. Altre 12 stanno sotto il 5%. In sostanza non sono più holding di controllo di banche trasformate in società per azioni in enti non profit, la cui partecipazione può rivestire solo un valore di diversificazione finanziaria. Sono ancora 48 quelle con partecipazioni dal 5 al 50% e 15 quelle sopra il 50%. Probabilmente sarà l’evoluzione delle regole europee a favore di acquisizioni anche incrociate tra gruppi continentali a favorire un rimescolamento delle carte. Forte è ancora il ruolo, soprattutto locale, delle fondazioni nel sostenere iniziati- QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» - SETTEMBRE/DICEMBRE 2004 2 ve non profit. Il tasso di crescita delle risorse è stato fin qui del 25% annuo, con un patrimonio calcolato sui 37 miliardi di euro. Il principale segmento sostenuto è quello dell’arte e dei beni culturali. IN CRESCITA I FONDI PENSIONE con la tradizione anglosassoIprioparagoni ne restano impietosi, ma sembra proche qualcosa si muove sul fronte dei Fondi pensione italiani. L’attivo (2 miliardi) dell’ultimo anno è cresciuto del 36% e gli iscritti veleggiano verso i 400mila iscritti. Ovviamente il futuro dipende quasi tutto dalle regole introdotte dall’imminente riforma previdenziale, in particolare sull’uso del Tfr da dirottare almeno in parte verso i Fondi. A scoprire oggi i Fondi sono i lavoratori dipendenti, cresciuti fino al 37%, e in generale il Centro-Nord. Resta un nodo che è di carenze informative, ma anche di visioni del proprio futuro: la scarsa propensione dei giovani ad aderire: in appena 30mila aderenti hanno meno di 29 anni. QUEL CONTRATTO MI PIACE DI PIÙ n anno di applicazione della cosidU detta legge Biagi sul mercato del lavoro è stato analizzato da Assolombar- da. Ne emerge il successo prioritario del “contratto di inserimento”, cioè la nuova versione della vecchia formazione/lavoro. Nettamente distanziati sono il “job on call” e il “job on sharing”. L’interesse è per ora concentrato sulle aziende medio-grandi, sopra i 250 dipendenti, anche se dal sondaggio emerge disponibilità all’uso delle nuove opportunità nel 55% delle imprese lombarde dai 249 ai 50 dipendenti. Molte voci poi si lamentano per l’eccesso di offerta di soluzioni in questa fase iniziale, con conseguente ricorso agli strumenti più conosciuti rispetto a quelli ancora tutti da valutare. Resta il nodo del passaggio dai contratti flessibili al “posto” a tempo determinato: nella stessa Lombardia, secondo Cgil, appena il 3% dei giovani riesce nella agognata impresa. ATTUALITÀ 3 ABI: UN RINNOVO DIFFICILE di Giuseppe Gallo Vogliamo una banca eticamente e socialmente responsabile. E il contratto nazionale può essere uno strumento decisivo in questa direzione. Cogliamo le grandi attese dei lavoratori. Ecco il punto su un percorso di rinnovo a dir poco accidentato N ella tarda serata dell’11 luglio 1999, verso le 23, quando firmammo l’ipotesi di accordo del ccnl, dopo oltre due anni di trattative complesse e di tensioni conflittuali iniziate nella primavera del 1997, pensammo che le profonde innovazioni introdotte (un unico contratto dagli ausiliari ai quadri direttivi, il fondo di solidarietà di settore, gli assetti professionali ed inquadramentali) avrebbero favorito la stabilità delle relazioni sindacali nel medio-lungo periodo ed agevolato i successivi rinnovi contrattuali. Non potevamo prevedere che le nostre valutazioni sarebbero state complessivamente ridimensionate e, talora, smentite dagli eventi successivi. Ai quali è opportuno dedicare una breve ricognizione per comprendere le difficoltà del rinnovo contrattuale in corso. Dopo le speranze del 1999 per relazioni produttive Emerse, infatti, in forme sempre più visibili negli anni successivi al 1999, che il ccnl trovava crescenti difficoltà applicative soprattutto nelle componenti più innovative e lungimiranti dedicate al ruolo strategico delle risorse umane ed alla loro, coerente, gestione. Il sistema bancario italiano aveva recuperato, in teınpi brevi, standard competitivi europei sotto il profilo economico, reddituale e patrimoniale sacrificando, però, al riequilibrio competitivo il profilo di qualità delle risorse umane e, in generale, degli asset intangibili ad esse direttamente o indirettamente correlate rappresentati dal capitale cliente e dal capitale organizzativo. L’elusione e i QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» - SETTEMBRE/DICEMBRE 2004 deficit applicativi del ccnl rinviavano, pertanto, non solo alle inevitabili difficoltà nella gestione di innovazioni profonde, ma alle opzioni strategiche, al modo stesso di concepire e di tradurre la funzione economica e sociale delle aziende di credito, al modo di essere e di fare banca. Questione assai più complessa della riforma delle scatole craniche (talora burocraticamente ingrippate) di molti capi del personale (o della loro sostituzione). A proposito dell’accordo dell’aprile 2002 Di qui ha preso avvio la riflessione che ha condotto all’accordo del 4 aprile 2002. Quell’accordo, nel momento in cui rinnovava il primo biennio economico 2002-2003, impe- 4 gnava, infatti, le Parti sociali alla definizione di un Protocollo di sviluppo socialmente ed ambientalmente sostenibile e compatibile del sistema bancario italiano, ovvero chiamava in causa direttamente il passaggio dal riequilibrio competitivo allo sviluppo e dallo sviluppo indifferenziato ad uno sviluppo qualificato dalla compatibilità con la coesione sociale e con l’equilibrio ambientale. Il nesso tra le difficoltà applicative del ccnl e le scelte strategiche e gestionali delle banche veniva, così, correttamente riconosciuto. Le difficoltà incontrate nell’esigibilità delle 50 ore di formazione annua pro capite (per fare un esempio eloquente) non derivavano dalla cattiva volontà dei capi del personale ma da politiche commerciali “Siamo andati al cuore del problema. Un atto di coerenza col disagio percepito e di coraggio negoziale” esasperate di brevissimo periodo, dalla priorità assoluta degli obiettivi di budget, dalle distorsioni dei sistemi incentivanti, ovvero da determinanti strategiche e gestionali con le quali la formazione permanente non era conciliabile. Essere andati al cuore del problema è stato un atto di onestà intellettuale, di coerenza con il profondo disagio manifestato dalla nostra categoria e di coraggio negoziale. Il rinnovo contrattuale si è, pertanto, immediatamente qualificato come QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» - SETTEMBRE/DICEMBRE 2004 un progetto rigoroso e difficile ad un tempo. Lo testimonia il percorso tormentato della prima fase, che ha condotto alla firma con l’Abi del Protocollo per lo sviluppo socialmente ed ambientalmente sostenibile e compatibile del 16 giugno scorso, dopo aver consumato la rottura tra il primo tavolo negoziale (Fiba, Falcri, Fisac, Uil.Ca in rappresentanza di 160.000 iscritti) ed il secondo (Fabi, Discredito, Sinfub in rappresentanza di 90.000 iscritti), aver vissuto la presentazione di piattaforme separate e la firma separata del Protocollo, ritenuto premessa fondamentale per il rinnovo contrattuale dal primo tavolo e dileggiato dal secondo sino al momento della firma, apposta con motivazioni di dichiarato opportunismo. 5 Un punto di svolta: il Protocollo di quest’anno Il Protocollo rappresenta, per noi, un punto di svolta. Esso si regge sul postulato secondo il quale il modello di banca autocraticamente centrato sul primato dell’azionista rispetto agli altri portatori di interessi (stakehol- “Mettere i lavoratori al riparo dalle pressioni esasperate sulle vendite” der), sugli obiettivi interni rispetto alla reputazione esterna, sulla quantità rispetto alla qualità, sulla tattica rispetto alla strategia, sul breve periodo rispetto al me- dio-lungo periodo ha palesato tutte le sue contraddizioni e le sue tare strutturali. Per questo il Protocollo opera all’interno di una sintesi ampia laddove mettere i lavoratori al riparo dalle pressioni esasperate sulle vendite, dal “mal di budget” diffuso e dal mobbing crescente, tutelandone la dignità umana e professionale, implica, contestualmente, mettere al riparo la clientela da po- ➜ SALARIO Per una politica solidale rinnovo del contratto nasulle politiche salaIrialilzionale ha una proposta con una forte connotazione di solidarietà fra i lavoratori attuali ma anche nei confronti dei futuri addetti al settore. Le maggiori storture sul versante salariale si sono realizzate da quando le aziende hanno iniziato ad avvalersi, come in altri settori, della propria prerogativa imprenditoriale di definire quote discrezionali di salario aggiuntivo: il cosiddetto salario incentivante o premiante. Attualmente tale quota salariale ha raggiunto una dimensione assolutamente significativa e l’Abi sostiene che, soprattutto per i quadri direttivi, non sono giustificati aumenti salariali legati alla professionalità richiesta dalla prestazione lavorativa. L’idea espressa dalle aziende è che l’incentivazione è di per se una forma di retribuzione che contribuisce a remunerare la professionalità, il risultato raggiunto ed il tempo dedicato al lavoro oltre il normale orario. Da tutto ciò deriva un modo di operare distorto e discrezionale che crea grandi disuguaglianze nel retribuire il lavoro in tutte le sue componenti. Infatti crea diversificazione profonda di remunerazione a prescindere dalla professionalità espressa e dal tempo di lavoro prestato. Si tratta di un modello che da grande centralità al lavoro in ambito commerciale, ma incapace di valorizzare armonicamente il contributo degli addetti in molti altri settori operativi. Il sindacato da anni lavora per orientare questa impostazione aziendale, nella direzione dell’adottare un modello incentivante del personale capace di adottare obiettivi di qualità del lavoro, supe- rando la logica dell’utilizzo esclusivo di obiettivi quantitativi. In una visione più evoluta, questi ultimi dovrebbero essere condivisi con gli addetti che operativamente dovrebbero raggiungerli alla luce delle condizioni locali di mercato. Questa impostazione sindacale è solidale, valorizza tutti i contributi lavorativi, è capace di creare partecipazione attiva. La distanza tra i due orientamenti è profonda, con le aziende di credito focalizzate sul massimizzare il profitto attraverso forti sollecitazioni al raggiungimento di obiettivi incentivati con elevati premi, ed il sindacato che punta ad inserire un limite quantitativo ai salari incentivanti ed obiettivi qualitativi da affiancare a quelli quantitativi. Il duro confronto sul rinnovo del contratto, che ha richiesto ai lavoratori più giornate di sciopero, ha l’obiettivo di argi- QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» - SETTEMBRE/DICEMBRE 2004 nare una visione aziendale del lavoro finalizzata a comprimere il salario professionale ed anche l’adeguamento del potere d’acquisto dei salari ma, contestualmente, ad erogare premi discrezionali sempre più elevati. Un approccio che motiva alcuni ma crea profonda demotivazione in tanti altri, che accresce la dipendenza economica in coloro che, per via “dell’incentivante”, abituandosi ad una remunerazione più elevata non possono fare a meno di raggiungere gli obiettivi aziendali. Il contratto, grazie al contributo di tutti i lavoratori che hanno capito la posta in gioco, vuole contribuire a ricreare una stretta correlazione tra prestazione professionale e salario, un rapporto solidale fra tutti i lavoratori che collettivamente contribuiscono a creare il vero valore aggiunto per l’azienda. Mario Mocci 6 litiche commerciali potenzialmente indifferenti alle propensioni finanziarie che essa manifesta e, in ultima istanza, mettere al riparo le aziende di credito da gravi cadute dell’indice reputazionale associato a distruzioni di valore sia nel breve, sia nel lungo periodo. Si tratta, come ognuno può osservare, di questioni tutt’altro che accademiche ed asettiche. Esse esprimono, al contrario, nella complessità del nostro momento storico una concezione confederale della rappresentanza sindacale che guarda ai nostri colleghi come persone (portatrici di domande inderogabili di dignità), come lavoratori (portatori di tutela soli- dale nell’unità del lavoro dipendente), come bancari ed assicurativi (portatori di domande di specifica tutela economica e professionale). La seconda fase ha preso avvio dopo il 16 giugno, data della firma del Protocollo, con l’intento di tradurre la piattaforma in contratto, all’interno dell’“utile cornice” rappresentata dal Protocollo. Il tentativo dell’Abi di imporre la formula: Protocollo + inflazione programmata = rinnovo contrattuale, ha condotto alla rottura del 13 luglio, allo sciopero nazionale del 10 settembre, agli scioperi regionali del 1° e del 4 ottobre, alle manifestazioni di protesta in numero- se città. La partecipazione massiccia dei lavoratori alle iniziative di lotta ha indotto l’Abi a riprendere le trattative cambiando tattica: il rifiuto pregiudiziale a discutere le richieste normative della piattaforma ha lasciato il posto alla disponibilità purché le OO.SS. riconoscessero la legittimità delle sua contropiattaforma (soppressione dell’indennità di rischio, superamento delle garanzie sui trasferimenti, riduzione di un livello retributivo nella terza area professionale, ridimensionamento dell’area contrattuale, esasperazione delle flessibilità di orario, applicazione integrale della riforma del mercato del lavoro ex D.Lgs. 276/2004). QUADRI DIRETTIVI L’importanza di investire nelle risorse umane area professionale dei quaL’ dri direttivi, opportunamente focalizzata nella piattaforma di rinnovo del Ccnl, rappresenta per molti aspetti una delle contraddizioni gestionali realizzate dalle banche negli ultimi anni. Le strategie di sviluppo professionale e di valorizzazione di ruolo sono state sacrificate sull’altare di un orientamento al profitto di breve periodo caratterizzato da politiche commerciali esasperate: antitesi e paradigma di una logica incompatibile con la qualità del servizio e con la responsabilità sociale. Il confronto in atto con l’Abi ripropone, tra gli altri, i temi ineludibili di questa area professionale in ordine a previ- sioni ed orientamenti (in parte già contenuti nel Ccnl 1999) frequentemente elusi. La prestazione lavorativa, i sistemi incentivanti, lo sviluppo professionale, i ruoli chiave rappresentano le specificità di “area”, che unitamente ad altri temi di interesse dell’intera categoria (area contrattuale, recupero economico, tutela del rischio professionale ecc.) misureranno le coerenze dell’Abi ma, soprattutto, orientano la posizione della Fiba e delle altre organizzazioni sindacali del primo tavolo negoziale. Lo spartiacque tracciato dal Protocollo del 16 giugno 2004 sullo sviluppo sostenibile e compatibile del sistema bancario richiama i principi che giustificano una svolta delle banche italiane anche nel senso sopra richiamato e che, tuttavia, ancora arrancano nella perpetuazione di modelli orientati alla contrazione dei costi. Eppure, la valorizzazione del capitale umano e dei contributi professionali rappresenta la principale garanzia di competitività in un mercato oggettivamente traumatizzato ed alla ricerca delle basi sulle quali ricostruire un rapporto fiduciario tra la clientela e le aziende di credito. L’evidenza di questi fatti richiede un investimento sul capitale umano a partire dalle QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» - SETTEMBRE/DICEMBRE 2004 alte professionalità che solamente l’Abi pare non avere ancora compreso. Scandali, default e crisi di reputazione sono il sintomo evidente di una patologia che non rappresenta l’eccezione, ma l’orientamento di fondo di un sistema che ha creduto in una scorciatoia illusoria e che ha tradito, prima di tutto, il diritto al futuro dei lavoratori. Sul tavolo del confronto, anche per i colleghi quadri direttivi, ci sono questioni molto concrete che riguardano la loro prospettiva professionale in un sistema che sia in grado di guardare ai risultati come prodotto della responsabilità e della qualità. Alessandro Spaggiari 7 Clima di incertezza, ma in noi idee chiare La contropiattaforma dell’Abi ha indotto le OO.SS. del primo tavolo a dichiarare il blocco delle relazioni sindacali di gruppo e di azienda ed ha risospinto la vertenza verso una nuova, più grave, rottura evitata, il 25 ottobre u.s., allorché l’Abi ha accolto la nostra richiesta di ritirare le proprie pregiudiziali e di ricercare un equilibrio di alto profilo a partire dalle proposte normative della piattaforma sindacale. Liberato il terreno del confronto negoziale dalle scorie inquinanti (alcune radioattive) scaricate dall’Abi, la trattativa nel mese di novembre, mentre scriviamo, ha assunto una dialettica più fisio- logica e produttiva. Nel frattempo Dircredito, dopo un confronto approfondito, è stato accolto, con soddisfazione, al primo tavolo. Se la bonifica del terreno preluda ad un buon raccolto non possiamo ancora dire. Terremo ferma la direzione di marcia faticosamente conquistata: un contratto per le lavoratrici ed i lavoratori in una banca eticamente e socialmente responsabile. GIOVANI La solidarietà generazionale le richieste specificatamenai giovani nel rinnoTvo ratedelrivolte Ccnl credito, il sindacato ha proposto un incremento economico indiretto, in riferimento alla copertura previdenziale complementare, dell’1%, come versamento aggiuntivo nei fondi pensione aziendali. Tale richiesta è rivolta agli assunti successivamente al 19 dicembre 1994, data in cui venne sottoscritto il contratto nazionale che prevedeva l’abolizione degli automatismi di carriera e la riduzione de- gli scatti per i neo assunti. La stagione dei rinnovi contrattuali della seconda metà degli anni novanta, in particolare del ’94 e del ’99, fu infatti caratterizzata da una forte attenzione del sindacato al tema del risanamento del settore, che doveva affrontare le sfide dell’introduzione dell’euro e dell’ampliamento dei mercati finanziari come scenario competitivo nuovo per il sistema bancario. La tutela dei livelli occupazionali, la creazione del Fondo di solidarietà di settore per l’accom- pagnamento agli esodi, le nuove tutele professionali (nascita dei quadri direttivi) e salariali (l’introduzione di elementi negoziali nei nuovi sistemi incentivanti) hanno accompagnato le innovazioni contrattuali di quegli anni, comprendendo anche una riduzione in termini complessivi del costo del lavoro per i nuovi assunti post- ’94, per favorire comunque una politica di assunzioni di giovani. Con il rinnovo contrattuale in corso, il sindacato ha scelto di dirottare una parte di richie- QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» - SETTEMBRE/DICEMBRE 2004 sta salariale in termini di incremento della quota di previdenza complementare per i giovani, come segnale concreto di attenzione della categoria ad un rapporto di solidarietà tra generazioni che lavorano fianco a fianco nelle aziende, e come contributo qualitativo in considerazione della sempre maggiore importanza del secondo pilastro previdenziale, al fine di pervenire ad un riallineamento salariale di questi lavoratori. Sergio Girgenti 8 RIFORME Dopo un anno di batti&ribatti, ancora incertezze sui criteri della riforma U na scelta obbligata, quella della proroga. Fino al 31 dicembre 2005 nulla cambierà nelle attuali concessioni del settore riscossione, come il pagamento dell’Ici attraverso il modello F24. Almeno questa è la proposta contenuta in Finanziaria. La Commissione Finanze della Camera ha discusso a lungo sul provvedimento, fino a schierarsi a favore di una proroga più lunga, fino al dicembre 2005. Particolarmente attiva su questa scelta Alleanza Nazionale, con l’on.Leo, vicepresidente della Commissione, e l’on. Contento, sottosegretario all’Economia e al- RISCOSSIONI: non basta la proroga le Finanze. Ma il Governo in Finanziaria ha preferito una proroga più breve. Non migliore accoglienza ha avuto un’una articolata proposta di Risoluzione, avanzata a fine settembre, dall’opposizione e sostanzialmente accolta da tutta la Commissione. Il testo firmato Benvenuto, Pistone, Lettieri, richiedeva un attento studio sulle conseguenze delle riforma e, in caso di riforma entro giugno 2005, la garanzia dei livelli occupazionali e il pieno rispetto dei parametri contrattuali, giuridici e retributivi per i lavoratori del settore. Nulla di ciò risulta in Fi- Accordi sul Fondo di solidarietà in Caralt e Sestri Con la firma dello scorso 13 agosto si è formalizzato l’accordo sul Fondo di solidarietà per il sostegno del reddito, dell’occupazione e della riconversione e riqualificazione professionale del personale della Caralt Spa, società per la riscossione dei tributi della provincia di Alessandria. L’intervento, di natura straordinaria ed incentrato sulla mera volontarietà, riguarderà un numero di dipendenti massimo quantificabile in 13 unità, su un totale di circa 80 dipendenti attualmente in forza. Oltre all’utilizzo degli strumenti della formazione e dell’addestramento professionale, l’accordo prevede che venga riconosciuto un incentivo ‘una tantum’ pari a due mensilità della retribuzione utile per il calcolo del Trattamento di fine rapporto e che verrà erogata entro un mese dalla data di comunicazione dell’aliquota applicata al Tfr da parte dell’Inps. L’accordo siglato lo scorso mese di agosto menziona altresì che per coloro che volontariamente accederanno al Fondo vengano mantenute per l’intera durata del periodo di transito nel fondo stesso, le coperture per l’assistenza sanitaria con le medesime prestazioni previste per il personale in servizio. Stesse tutele anche nell’altro accordo stato siglato lo scorso 1° luglio con la Sestri, società del Gruppo Banco Popolare Verona e nanziaria. Sparito anche l’impegno al coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, tuttora mancante in questa strana riforma-non-riforma, annunciata più volte ma sempre avvolta nel mistero. La preoccupazione del sindacato è ormai profonda. Per Alessandro Delfino, del Coordinamento nazionale Fiba, “appare del tutto insufficiente l’invito rivolto dalla Commissione al Governo di accompagnare la proroga di un anno con un’attività di controllo volta a verificare che le banche di riferimento delle attuali società con- cessionarie della concessione non riducano i livelli di investimento in risorse e persone , necessario al funzionale svolgimento del servizio”. Siamo vicini a un progressivo processo di svuotamento di attività e l’ulteriore allungamento può vanificare le tutele previste per lavoratrici e lavoratori. Fabi, Fisac, Uilca e Falcri hanno dunque ancora richiesto con forza incontri col nuovo ministro dell’Economia e audizioni da parte delle Commissioni, affinché tutti siano consapevoli delle ricadute di scelte non ben meditate. p.g. Novara. L’intesa raggiunta prevede una riduzione complessiva a tutto il 2004 di 55 unità. Nello specifico l’accordo prevede che a coloro che aderiranno volontariamente al Fondo venga corrisposto a titolo di incentivazione all’esodo un importo corrispondente a due mensilità lorde di retribuzione, liquidato come anticipo nella misura del 70 % entro il mese successivo alla risoluzione del rapporto di lavoro, mentre il saldo verrà corrisposto non appena l’Inps darà comunicazione dell’aliquota fiscale applicata al Tfr. Nel contempo l’azienda, in un ottica mirata a voler riservare alla Sestri prospettive di continuità e sviluppo attraverso l’efficientamento ed il miglioramento operativo ed in virtù della diminuzione di personale a seguito dell’avvio del Fondo di solidarietà, ha provveduto ad avviare una profonda revisione del proprio assetto gestionale ed organizzativo. Il progetto di ristrutturazione prevede infatti l’accentramento delle funzioni prima suddivise in sette concessioni (Asti, Biella, Imperia, Novara, Savona, Vercelli e Verbano Cusio Ossola) in tre Aree operative (Liguria, Piemonte Est e Piemonte Ovest). A tal proposito, i processi di riconversione e riqualificazione del personale saranno favoriti dall’ampio utilizzo degli strumenti della formazione e dell’addestramento professionale che si rendono indispensabili per elevare l’efficienza dell’organizzazione produttiva. QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» - SETTEMBRE/DICEMBRE 2004 Marco De Ambrosis 9 COVIP Quali sono le prospettive L a nomina, da parte del governo, del presidente della Commissione di Vigilanza sui Fondi pensione, nella persona del prof. Luigi Scimìa, e il suo insediamento unitamente alla contestuale nomina dei commissari Eligio Boni e Fabio Ortolani, a completamento del collegio, sono atti che sembrano porre fine allo stato di incertezza in cui si è trovata ad agire negli ultimi tempi la Covip. Questa autorità, creata con il decreto legislativo 124 del lontano 1993, per vigilare sulle forme di previdenza complementare, cioè su quel secondo pilastro previdenziale che dovrebbe garantire nel futuro adeguati livelli di copertura pensionistica a noi (ahimè) futuri pensionati, sembrerebbe così essere tornata alla piena funzionalità del proprio organo di governo. Inoltre la legge delega in materia pensionistica, di recente approvazione, ha attribuito alla Commissione nuovi e importanti compiti, stabilendo fra l’altro la devoluzione dell’intero Tfr, con il meccanismo del silenzio assenso, ai fondi pensione. Ciò che nelle intenzioni del legislatore dovrebbe contribuire ad ampliare le dotazioni patrimoniali dei fondi e, nel futuro, rafforzare il ruolo dei fondi pensione e permettere a questi ultimi di erogare pensioni complementari in grado di rappresentare una seria integrazione al futuro assegno pensionistico erogato dall’Inps, è dal punto di vista della vigilanza sui fondi pensio- ne un aumento dell’impegno ed implica una intensificazione delle attività di vigilanza svolte sui singoli fondi. Sul percorso appena delineato si profilano però alcuni ostacoli, derivanti da situazioni mai affrontate e definite una volta per tutte. Il primo ostacolo è ancora rappresentato dal disegno di legge risparmio, il quale pur essendo ancora lontano dall’essere varato, non sembra aver perso quel contenuto di riordino delle competenze delle autorità di vigilanza esistenti e, conseguentemente, di accorpamento delle funzioni della Covip ad altra autorità. Il secondo è invece rappresentato dalla situazione in cui opera la Covip: una carenza di risorse umane, unita alla precarietà del posto di lavoro dei dipendenti esistenti, ed una altrettanto notevole carenza di risorse finanziarie. Sono tutte situazioni, queste, che pongono anche un problema di carattere strutturale circa la capacità della stessa di operare nel mutato quadro legislativo. È dunque con queste premesse e con questa realtà operativa che i nuovi vertici della Covip si dovranno misurare nell’immediato futuro. Non si tratta pertanto solo di riallineare l’organizzazione della Commissione alla luce delle nuove ed aumentate competenze, o di ottenere il riconoscimento della Covip (ancora!) quale regolatore indipendente del- l’attività dei fondi pensione, come da più parti viene invocato, anche in considerazione della necessità di una singola autorità dedicata al settore della previdenza complementare. Probabilmente la soluzione del principale problema, cioè la sopravvivenza della Covip alla luce del riordino delle autorità indipendenti ed il riconoscimento della indipendenza, potrebbe essere propedeutica alla soluzione delle problematiche circa l’operatività della Commissione. Senonchè apparirebbe migliore, rebus sic stantibus, che i problemi riguardanti la scarsità delle risorse umane e finanziarie abbiano una separata e rapida soluzione. Ciò per evitare che, nell’attesa, la Covip debba continuare ad effettuare tutti i compiti ad essa demandati per legge con una inadeguata capacità finanziaria e di personale. Sembrerebbe infatti molto difficile poter continuare ad esercitare una vigilanza efficace su circa 650 fondi pensione, con 59 dipendenti (se si pensa poi che il 50% per cento circa della attuale e molto qualificata forza lavoro è rappresentato da personale a tempo determinato o in prestito da altre amministrazioni) e con una dotazione di circa 5 milioni di euro, e una possibile fonte di autofinanziamento che, una volta attivata, potrebbe garantire risorse per poco più di un milione di euro. In tale situazione il ruolo che la rappresentanza della Fiba Cisl intende svolgere all’interno dell’Istituzione, sarà di sicuro sostegno alle iniziative rivolte al riconoscimento dello status QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» - SETTEMBRE/DICEMBRE 2004 di autorità indipendente a tutti gli effetti. Per svolgere però una piena ed efficace azione sindacale, l’opera della rappresentanza Fiba dovrà necessariamente avere come ulteriore obiettivo quello della contrattualizzazione del rapporto di lavoro, cosa che invece attualmente si realizza, anche con indebite intromissioni dei ministeri vigilanti Lavoro e Economia, per il tramite di atti unilaterali della Commissione. In tale mutato scenario la rappresentanza Fiba Cisl potrebbe non solo offrire una valida collaborazione ai vertici dell’Ente, ma individuare soluzioni all’insieme delle problematiche precedentemente esposte proponendo anche, qualora possibile, interventi sui decreti legislativi di attuazione della delega o sui decreti ministeriali sui quali si è già incominciato a discutere, e che potrebbero contenere le necessarie disposizioni circa l’aumento della dotazione patrimoniale dell’autorità e la modifica della pianta organica, per adeguare le risorse di personale e finanziarie ai nuovi e più numerosi compiti posti in capo alla Covip dalla delega previdenziale. Nel quadro delineato dunque l’impegno della rappresentanza aziendale della Fiba è quello di riuscire a realizzare un ampio e sereno confronto con i vertici della Commissione e con le forze politiche, per trovare soluzioni non solo ai problemi della Covip, ma anche per offrire risposte certe ai risparmiatori e ai vigilati nell’interesse primario della previdenza complementare. Gianluca Poggetti 10 Dieci anni a tutto GAS Etica e solidarietà nel carrello della spesa F arina, pasta, olio, riso. Detersivi, prodotti per la casa. Prodotti che tutti quanti conosciamo, usiamo, compriamo quotidianamente. Cosa ci attrae nell’acquisto di un bene, cosa ci spinge ad acquistare quella determinata pasta, quel determinato detersivo? Il prezzo, il colore della scatola, la qualità? L’abitudine, l’allestimento del negozio, la comodità? Dieci anni fa, a Fidenza, un gruppo di famiglie ponendosi queste domande andò oltre: i criteri di scelta divennero criteri legati alla solidarietà, alla critica verso un modello di sviluppo non più sostenibile, alla ricerca di un’alternativa più equa nell’acquisto di prodotti. Da qui hanno origine i Gas, Gruppi di Acquisto Solidale. …La politica si fa in ogni momento della vita: al supermercato,in banca, sul posto di lavoro, all’edicola, in cucina, nel tempo libero. Scegliendo cosa e quanto consumare, da chi comprare, come viaggiare, a chi affidare i nostri risparmi, rafforziamo un modello economico sostenibile o di saccheggio, sosteniamo imprese responsabili o no, sosteniamo un’economia solidale e dei diritti o un’economia di sopraffazione reciproca.” Francuccio Gesualdi CENTRO NUOVO MODELLO DI SVILUPPO Assunta è una dirigente sindacale della Fiba Cisl di Lecco, lavora alla Banca Popolare di Milano. Alcuni anni fa, lei e il marito decisero di entrare a far parte di un Gas. La incontro alla cooperativa Karibuny, una bottega del commercio equo e solidale, nell’alta Brianza, a Bevera di Castello Brianza, per capire meglio il significato di questo consumo alternativo. Cos’è un Gruppo di Acquisto Solidale? divisi sul territorio in sottogruppi di circa quindici famiglie, ciascuno con un proprio referente. All’arrivo della merce, stoccata presso la cooperativa, ciascun referente con altri volontari ritira i prodotti, che verranno poi ridistribuiti tra i componenti del sottogruppo. La spesa assume pertanto un notevole significato sociale, non sei tu sola davanti allo scaffale del supermercato… Dal 1994 sono ormai oltre un centinaio i gruppi GAS censiti in Italia. Dai due o tre della Campania e della Sicilia, alle decine e decine di gruppi del Piemonte, della Lombardia, dell’Emilia Romagna. L’elenco completo dei gruppi organizzati è reperibile sul sito www.retegas.org, una rete di collegamento che ha lo scopo di scambiare le informazioni tra i gruppi e diffonderne l’idea. cità, nella qualità, nel rispetto delle risorse naturali, dei lavoratori, nell’impatto ambientale. La ricerca di nuovi fornitori viene spesso effettuata cercando di conoscerli direttamente, di incontrarli. I tuoi colleghi di banca conoscono la tua scelta? Cosa ne pensano? Il Gas è un insieme di persone che decidono di incontrarsi per acquistare all’ingrosso prodotti alimentari e non, direttamente dai produttori, L’obiettivo non è il risparmio in sé, ma il risvolto etico della scelta di consumo. Per rendere quotidiana la parola solidarietà, solidarietà tra i componenti del gruppo, per garantire il lavoro ai piccoli produttori che forniscono i prodotti, per la ricerca di un modello di sviluppo rispettoso dell’ambiente e dei lavoratori, in ogni angolo del mondo, vicini e lontani. Effettivamente il valore aggiunto del Gas sta proprio qui. È una rete di relazioni che nasce, che si consolida, che ti permette uno scambio ed un confronto continuo. Non è un supermercato, ma diventa luogo di riflessione, di condivisione, di amicizie, di solidarietà. Per questo ogni sottogruppo vive momenti propri di incontro, oltre la distribuzione della spesa, per il gusto di stare insieme e di non sentirsi soli nella propria critica al consumismo. Dal punto di vista organizzativo, come funziona? La priorità viene data ai piccoli produttori, spesso cooperati- Per chi vuole saperne di più, per chi ve, piuttosto vuole avviare un gruppo d’acquisto che alle LA GUIDA DEI GAS grandi azien- Andrea Saroldi de. I requisiti “Gruppi di Acquisto Solidali” vanno ricerEdizioni EMI, 2001 cati nell’eti- Noi facciamo parte di un gruppo molto numeroso, circa centoventi famiglie, che si appoggia alla bottega Karibuny. Essendo molto numerosi, ci siamo sud- Come scegliete i fornitori? QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» - SETTEMBRE/DICEMBRE 2004 Sì, ne sono a conoscenza. L’esperienza dei Gas direi che suscita molto interesse e tantissima curiosità. Se non altro per la qualità dei prodotti. Aderire ad un Gas è semplice. Basta collegarsi in rete e contattare il gruppo più vicino. Perché non imitare Assunta, Maurizio, Lara, Roberto, Elena e tanti altri? È arrivato anche per noi il momento di Gasarci!! Maurizio Locatelli 11 PROMOTORI Fiba: Proponiamo una Basilea2 del risparmio per la reale tutela del cliente incentivare la cultura del risparmio di Carlo Piarulli Q uanto sta accadendo nelle reti di vendita di prodotti finanziari oggi, è speculare a quanto è accaduto nel sistema bancario in termini di aggregazioni e fusioni, con un problema in più, ossia la mancanza totale di strumenti a tutela dei promotori finanziari. Dopo l’euforia degli anni 1999/2000 dove le banche si sono dotate di una rete di promotori finanziari e le Sim hanno richiesto la licenza banca, siamo di fronte oggi alla situazione paradossale in cui il massimo dell’aspirazione di queste aziende è trovare il modo per chiudere le reti di promotori finanziari. Tutto ciò sta a dimostrare come spesso vi sia poco di razionale, nelle scelte e nelle strategie che vengono messe in campo, e come spesso, purtroppo, sia semplicemente il rincorrere una “moda”. Naturalmente il costo di progetti costruiti sulla sabbia, oggi viene scaricato sui lavoratori, dipendenti e promotori finanziari, che sono stati coinvolti in queste avventure. Prima hanno gettato la spugna le realtà meno forti, quali Claris Net di Veneto Banca, Banca Idea, della Popolare di Vicenza, Desio Partner del Banco Desio e della Brianza; poi abbiamo assistito a cessioni inaspettate quali la vendita di Banca Primavera da parte di Banca Intesa al gruppo Generali, di Ing a Unicredit Xelion Banca, di Area Banca a Bipielle Investimenti, di Banca Bnl Investimenti a Rasbank. Infine rimane il dubbio di quanto potranno reggere sul mercato realtà quali Axa sim, Intra Private Banking piuttosto che Aletti Invest sim o quanto siano ancora strategiche oggi, nello sviluppo dei gruppi, realtà quali Banca Finanza e Futuro piuttosto che Fineco, se non addirittura Banca Fideuram, la pietra miliare della promozione finanziaria. Noi abbiamo la convinzione, e i dati della raccolta netta lo dimostrano, che lo spazio sul mercato per le reti dei promotori finanziari sia ancora ampio. Sarà necessario abbinare sempre di più alla vendita dei prodotti, la profonda conoscenza dei mercati, il saper cogliere il profilo del cliente, soddisfarne i bisogni finanziari presenti e futuri, insomma senza voler assegnare troppa enfasi al termine, realizzare quella che viene definita consulenza oggettiva e indipendente. In tal senso la Fiba Cisl, attraverso il Coordinamento Nazionale dei Promotori Finanziari, si sta attrezzando al fine di avviare, fin dalla prima sessione del 2005, percorsi formativi in preparazione della certificazione Epfa, ossia la certificazione europea di financial advisor, rispondente alle caratteristiche richieste dalla direttiva che entrerà in vigore con il 2006. Con questa ulteriore opportunità i promotori finanziari avranno gli strumenti per essere sempre di più vicini alle istanze del cliente, loro vero patrimonio. C’è ancora spazio per le reti I passaggi descritti sono fondamentali alla luce del permanere della situazione di difficoltà dei mercati finanziari: ciò non è solo un problema delle banche o delle reti di pf, ma ricade in ultima analisi sulle famiglie, detentrici ultime della ricchezza, colpendo proprio quelle più deboli, per le quali il risparmio accumulato con sacrificio deve assi- QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» - SETTEMBRE/DICEMBRE 2004 curare l’integrazione di modesti redditi, spesso di pensione, la protezione contro circostanze avverse, un tenore di vita dignitoso nella stagione non più verde della vita. Prima ancora che un’esigenza economica, dunque, la tutela del risparmio è un’istanza etica ed è per questo che lanciamo la proposta di realizzare la Basilea 2 del risparmio. Così come le aziende di credito si stanno attrezzando per Basilea 2 verso il mondo delle imprese, così le banche e l’industria del risparmio gestito devono attrezzarsi per la reale tutela del cliente! Perché la tutela del risparmio non è la protezione di ogni capitale investito, né tanto meno la sicurezza di un rendimento, ma due sono i pilastri della tutela: la cultura del risparmiatore e un ordinato svolgimento del mercato finanziario. Ma incentivare la cultura del risparmio vuol dire anche diffondere i principi della sua importanza, educare tutti partendo dai giovani, a considerarlo una risorsa fondamentale del paese a cui dedicare rispetto ed attenzione. Chi viene derubato del risparmio, viene privato del futuro. Non è solo un reato contro il patrimonio ma un’offesa verso la persona nella sua componente più alta: la possibilità di realizzare i propri disegni e noi possiamo contribuire a far sì che ai nostri ragazzi non venga sottratto il futuro. 12 BANCA INTESA: Laboratorio Fiba Cisl sul clima aziendale. Da novembre i 32mila colleghi segnalano volontariamente le criticità meno visibili che stress D a almeno un quinquennio a fronte di fusioni, incorporazioni e ristrutturazioni, l’organizzazione delle banche è percorsa da “ansia”. Sia la dimensione operativa (azioni e decisioni che dovrebbero consentire di raggiungere gli obiettivi prefissati – i budget! –), sia la dimensione relazionale (intreccio di sentimenti ed emozioni che scaturiscono dalla collaborazione e dal confronto tra i colleghi, dal loro lavorare insieme per raggiungere gli stessi obiettivi), sia la stessa concezione del lavoro presuppongono ansietà. L’idea stessa del lavoro come produzione di servizi che possono essere considerati utili sembra essere soppiantata dall’idea del lavoro come costante preoccupazione dell’organizzazione stessa. La vera finalità del comportamento organizzativo non è quella di “lavorare per migliorare la qualità della vita”, ma quella di “lavorare per sopravvivere” . L’ansia ed il conseguente stress che ne deriva sono strettamente legati ai temi della vulnerabilità e della provvisorietà; il senso di incertezza che può accompagnare lo svolgimento dei compiti di lavoro non sfugge mai alla compagnia dell’ansia. Quando l’organizzazione è mal disegnata o mal gestita si viene a creare stress o ansietà in quanto viene a mancare la necessaria barriera protettiva all’incertezza ed alle turbolenze esterne. L’esercizio del potere gerarchico rappresenta un crocevia nodale particolarmente insidioso, in quanto l’esecuzione di ogni tipo di lavoro, dal più semplice al più complesso, apre in ogni occasione interrogativi in tema di potere. Ad esempio: chiedere o rifiutare un consiglio, tentare o lasciarsi convincere, concedere tempo o prendersi tempo per riflettere, rendersi disponibile o non concedere la propria disponibilità. L’incertezza nella copertura di un ruolo può indurre, per esempio, a sottovalutarsi e a non ritenersi all’altezza dei compiti affidati. Per converso, un ruolo negato potrebbe generare sentimenti di frustrazione e stress, originando una valutazione del clima lavorativo come non equo e svalutante. Vi sono inoltre altri fattori scatenanti dello stress: lo sviluppo di carriera, le relazioni di lavoro (con i superiori, con i colleghi, con i sottoposti). Una situazione prolungata di stress o d’ansia nel lavoro incide in modo significativo sull’individuo, logorandolo e inducendolo ad allontanarsi dal proprio ruolo nell’organizzazione (aumento dei giorni malattia ed esplosione delle dimissioni). Alle banche non è sfuggita la problematica del- QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» - SETTEMBRE/DICEMBRE 2004 lo “stress da ristrutturazione” e si sono quindi moltiplicate le cosiddette “indagini di clima” commissionate a società specializzate in sondaggi… a fronte dei quali emerge inevitabilmente che, a parte qualche leggera tensione, tutto va bene! Per questa ragione la Fiba ha deciso di scendere in campo con una propria indagine di clima sullo stress in ambiente bancario, utlizzando uno strumento semplice, immediato, scientifico e che garantisca riservatezza ai 32.000 lavoratori delle diverse aree professionali del Gruppo Intesa che, a partire da fine novembre, saranno chiamati ad esprimersi “liberamente” sul reale clima aziendale. L’ intento della Fiba non è solo quello di rilevare dati ma quello di recuperare un ambiente di lavoro vivibile, dove operare con qualità e crescere professionalmente, monitorando a livello locale in modo preciso ed analitico elementi di criticità poco visibili ma in netto contrasto con quanto previsto dalla normativa vigente (626), poichè non si può prescindere dal principio che la salute e la sicurezza dell’individuo corrispondono alla salute e sicurezza dell’azienda. Marcello Minora 13 Qualcosa si muove per gli ASILI NIDO L a Sas Fiba Cisl della Banca di Cesena (Banca di Credito Cooperativo) ha proposto all’azienda un progetto di sostegno per i dipendenti con figli di età fino a tre anni, tramite l’intesa che prevede che, dal mese di settembre i figli dei lavoratori possono fruire di un “asilo nido aziendale”. È questa, in estrema sintesi, la notizia che tuttavia merita di essere approfondita in ogni sua parte, comprese le citazioni testuali. Il progetto, che ha carattere sperimentale, prevede, per l’anno scolastico 2004/2005, che i dipendenti possano presentare richiesta di utilizzo di convenzioni che la banca ha stipulato con alcuni asili nido privati. I figli dei lavoratori in possesso dei requisiti necessari hanno accesso all’asilo nido prescelto fra quelli convenzionati ed il genitore usufruisce di un contributo al pagamento della retta da parte dell’azienda per un periodo di dieci mesi. Gli obiettivi del progetto sono: 1) fornire una risposta alla domanda di asilo nido che il sistema pubblico non riesce a soddisfare; 2) accedere al sistema privato agli stessi costi di quello pubblico; 3) incentivare l’utilizzo di percorsi educativi rivolti ai bambini anche prima della scuola materna; 4) consentire ai genitori una maggiore tranquillità nell’organizzare la propria attività professionale. Non si tratta, dunque, di un autentico asilo nido aziendale, ma di una forma più flessibile per il lavoratore e meno onerosa per l’azienda. Esperimento a Cesena, promosso da Fiba, con integrazione economica da parte dell’impresa, per accesso ad asili privati ai costi dei pubblici Sul versante socio-pedagogico questo modello, inoltre, permette ai bambini provenienti da diversi ambiti sociali di relazionare tra loro e di integrarsi, elemento rilevante se consideriamo che viviamo in una società che si configura come multietnica. Per quanto riguarda la copertura economica del progetto, la stessa è a totale carico della Banca di Cesena, anche perché i finanziamenti pubblici attualmente previsti sono rivolti ad esperienze che prevedono la gestione diretta dell’asilo e non forme di convenzione come in questo caso. La normativa nazionale, inoltre, è oggetto di contesa tra lo Stato e le Regioni per una questione di competenza, mentre gli Enti Locali potrebbero essere in difficoltà nel finanziare progetti integrativi agli asili nido pubblici causa la diminuzione dei trasferimenti dallo Stato. www.fiba.it: Con l’intesa raggiunta tra la Sas Fiba/Cisl e la Banca di Cesena Bcc si sono soddisfatte le esigenze di quel 50% di lavoratori che non avevano trovato posto, per i loro figli, nelle strutture pubbliche; al termine di questa sperimentazione le parti potranno valutarne gli esiti. L’esperimento riveste una notevole importanza poiché rappresenta, finalmente, la nascita di esperienze concrete nel mondo del lavoro, in cui sindacato ed azienda si impegnano per fornire risposte all’aumento dell’occupazione femminile ed alla natalità. Da un lato il sindacato Fiba/Cisl realizza il mandato “sociale” che i propri iscritti gli hanno conferito, dall’altro Banca di Cesena Bcc pratica una forma di responsabilità sociale di impresa nei confronti dei propri dipendenti. tutte le risposte ai tuoi problemi QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» - SETTEMBRE/DICEMBRE 2004 RINNOVI 14 BANCHE DI CREDITO di Antonio Maranella S i sono svolte nei mesi di settem- bre-ottobre in tutte le Bcc italiane le assemblee per la discussione e approvazione della piattaforma rivendicativa per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro per i Quadri Direttivi e per il personale delle Aree Professionali dei dipendenti del sistema delle Banche di Credito Cooperativo. L’ampio consenso espresso dai colleghi nelle assemblee tenute in tutte le aziende del Movimento costituisce per Fiba Cisl una conferma ampiamente positiva degli obiettivi strategici della piattaforma rivendicativa: rilanciare il ruolo partecipativo dei dipendenti nel Credito Cooperativo. Credito Cooperativo in pillole Anno 2003 Banche di Credito Cooperativo Regioni / Prov.Aut. Piemonte Valle d'Aosta Liguria Lombardia Bolzano Trento Veneto Friuli Venezia Giulia Emilia-Romagna Marche Toscana Umbria Lazio Campania Abruzzi Molise Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Totale B.C.C. Italia B.C.C. 10 2 1 48 52 53 41 16 25 21 35 5 26 23 8 3 22 6 19 28 1 445 Sportelli 131 19 16 569 189 327 493 180 307 136 234 36 177 108 60 14 84 29 82 128 4 3.323 Dipendenti 928 127 4 5.060 1.607 2.036 3.769 1.202 2.480 1.007 2.075 160 1.462 709 308 49 586 97 452 817 30 24.965 Società ed Enti del Gruppo Società ed Enti del Gruppo Dipendenti Federcasse + Federazioni Locali Iccrea + Casse Centrali Società Elaborazione Dati Società collegate al Gruppo 782 1.024 1.348 795 Totale Società ed Enti del Gruppo 3.949 Tali obiettivi contribuiscono a rafforzare ulteriormente il ruolo e la funzione del sindacato nel settore del Credito Cooperativo, anche per mantenere e rilanciare l’autonomia e la specificità del sistema rispetto agli altri soggetti del comparto creditizio e finanziario. In data 4 novembre 2004, quindi, la piattaforma è stata formalmente presentata a Federcasse, da parte delle Segreterie nazionali e dei Coordinamenti nazionali delle organizzazioni sindacali unitarie. Le proposte sindacali confederali sono state ampiamente dibattute e condivise dalla stragrande maggioranza dei lavoratori con una percentuale media di consensi superiore al 90% dei partecipanti. QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» - SETTEMBRE/DICEMBRE 2004 Il Credito Cooperativo ha in questi anni sviluppato e rafforzato il proprio ruolo di banche locali e di sostegno alla piccola e media impresa e alle famiglie. Si è mantenuto costante la funzione di intermediazione creditizia senza esasperare la leva finanziaria che, di fatto, ha reso sempre più difficile e poco trasparente il rapporto con la clientela. Questo sviluppo ha portato le Aziende del sistema cooperativo a forti incrementi dei volumi e a significative acquisizione di nuove Sistemi a co anno 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2002 Aziende 431 419 400 349 351 343 354 A.B.I. Sportelli 10.706 11.173 11.833 15.929 21.210 25.311 26.843 Dipende 279. 310. 325. 330. 325. 319.4 Fonte dei dati:Bollettino S 15 COOPERATIVO clientela. Tale ruolo deve oggi trovare un riconoscimento reale nel nuovo Contratto collettivo di lavoro che dovrà essere rinnovato. Anche le materie della previdenza e dell’assistenza sono state ampiamente discusse. Per quanto riguarda il Fondo pensione nazionale fermo restando il positivo giudizio sugli andamenti finanziari degli ultimi anni particolari attese si registrano per la diversificazione degli investimenti e la istituzione del multicomparto. Per quanto riguarda la Cassa mutua nazionale viene confermata la validità del modello “autogestito”. Andranno ulteriormente razionalizzate le prestazioni e aggiornata la rete dei servizi. È di tutta evidenza che il Fondo pensione nazionale e la Cassa mu- tua hanno la necessità di aumentare le risorse disponibili. Solo in questo modo potranno essere sviluppati gli obiettivi che tutti i lavoratori del sistema ritengono importanti tenuto conto dell’abbattimento reale che la previdenza e assistenza pubblica hanno sancito con le nuove legislazioni. In conclusione, i livelli di partecipazione e di confronto registrati nelle assemblee confermano l’attenzione e l’attesa che i lavoratori del Credito Cooperativo hanno nei confronti del nuovo Contratto di Lavoro. Il sistema del Credito Cooperativo potrà ulteriormente sviluppare la propria presenza e il proprio ruolo solo garantendo ai lavoratori i giusti riconoscimenti economici e normativi e il loro ruolo di partecipazione. Le nostre richieste quote di mercato. Anche l’occupazione nell’ultimo biennio è cresciuta, con un aumento complessivo di circa il 6% della forza lavoro. Attualmente gli addetti delle Bcc, delle Federazioni e delle Società collegate al Gruppo sono circa 29.000. Nella consultazione assembleare appena conclusa è emerso, quindi, come lo sviluppo complessivo del sistema è stato reso possibile da una evidente capacità dei lavoratori del Credito Cooperativo di svolgere il proprio ruolo di consulenza e assistenza nei confronti della nfronto enti n.d. 369 105 591 291 792 434 Presentata la piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale Aziende 643 650 701 715 619 499 461 tatistico - Ed. Ecra B.C.C. Sportelli 911 1.001 1.200 1.792 2.382 2.967 3.208 Dipendenti n.d. 7.120 10.301 14.688 19.809 22.703 24.520 Particolare attenzione dovranno trovare tutte le materie più qualificanti come: • la tutela del potere di acquisto delle retribuzioni e il riconoscimento economico delle funzioni effettivamente svolte; • la valorizzazione della qualità professionali della prestazione lavorativa. Particolare attenzione dovrà essere dedicata ai percorsi formativi e di formazione permanente; • occorre valutare in modo approfondito la struttura delle scale parametrali sia per i Quadri Direttivi sia per le Aree Professionali; • sviluppare il ruolo di partecipazione dei dipendenti del sistema rafforzando sia le procedure informative, sia gli enti bilaterali, sia un rapporto più stringente con la base sociale; • corrette politiche aziendali nella commercializzazione dei prodotti nel rispetto della clientela e dei lavoratori; • la solidarietà della categoria; • il riequilibrio territoriale per favorire lo sviluppo economico e occupazionale del Mezzogiorno; • il potenziamento e la rimodulazione del sistema delle relazioni sindacali per l’effettiva esigibilità delle previsioni contrattuali; • il consolidamento dell’area contrattuale anche con la determinazione di regole certe sui trasferimenti e cessioni di rami d’azienda; • la difesa della stabilità occupazionale anche alla luce della nuova legislazione in materia di mercato del lavoro. QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» - SETTEMBRE/DICEMBRE 2004 16 ASSICURATIVI: quando il lavoro esce dalle aziende di Carlo Coletta A ppalto, spin-off, cessione di ra- mo d’azienda; sono questi i modi con i quali le imprese si “alleggeriscono” liberandosi di attività non sempre marginali in nome di una maggiore flessibilità, per poi concentrarsi esclusivamente sul “core business”, ossia sul prodotto. Questa tendenza ha cominciato ad affermarsi agli inizi degli anni ’80 in coincidenza con la crisi del fordismo, caratterizzato dal gigantismo delle imprese, rigide e fortemente gerarchizzate, e con l’inizio della globalizzazione. Essa ha dapprima interessato i settori industriali, per poi espandersi recentemente anche alle Banche ed alle Compagnie di Assicurazione. Negli anni ’90, in seguito alla liberalizzazione dei mercati seguito al completamento del processo di unificazione europea, in un quadro economico interessato da fusioni e scorpori e cessioni di L’APPALTO Generalmente il ricorso alle esternalizzazioni che rientrano nella tipologia degli appalti viene presentato dalle aziende come una scelta strategica il cui vantaggio può essere quello di concentrare le risorse interne sul “core business” affidando a terzi la gestione di attività che possono essere marginali, come il servizio di pulizia degli uffici, la manutenzione delle reti informatiche e telematiche e degli immobili d’uso, la mensa aziendale ecc. o ben più importanti come l’Information Tecno- rami di attività, la flessibilità sia in termini di mansioni che come possibilità di ricorrere all’outsourcing, è diventata per le aziende un imperativo categorico ed un obiettivo primario da raggiungere attraverso la contrattazione collettiva ed integrativa. Già in occasione del rinnovo del Ccnl assicurativo firmato il 18.12.1999 il presidente dell’Ania , Alfonso Desiata, chiedeva mano libera per le imprese del settore di poter esternalizzare tutte quelle attività non facenti parte “del core business” (Ced, ufficio posta, paghe e contributi ecc). Attraverso la contrattazione, sia nel settore bancario che in quello assicurativo, e con il sostegno dei lavoratori, il sindacato è riuscito a porre degli argini alle esternalizzazioni rafforzando l’area contrattuale, potenziando l’informazione sia a livello nazionale che aziendale e delimitando l’area delle attività complementari appaltabili regolando nel contempo la relativa procedura che vede come parti attive le organizzazioni sindacali aziendali e na- logy, la contabilità paghe e contributi ecc. In tutti questi casi (outsourcing di base) non si assiste alla dismissione di settori aziendali ma alla cessazione di una attività ed al subentro da parte dell’appaltatore nella gestione della stessa, con effetti negativi sui livelli occupazionali dell’impresa. È indubbio che una delega all’esterno di attività prima svolte in proprio, produce come prima conseguenza un esubero di personale che può essere assorbito attraverso programmi di riconversione se l’azienda è in forte sviluppo. Le cose cambiano radicalmente se zionali (art.16 ccnl credito). Molto è stato fatto ma c’è ancora tanto da fare, anche perché a livello di singola impresa sono frequenti i tentativi di eludere le norme contrattuali delegando all’esterno attività svolte in proprio il cui effetto è quello di produrre all’interno dell’azienda una minore necessità di manodopera. Una particolare attenzione deve essere riservata alle “cessioni di ramo d’azienda”, in alcuni casi fatte a società controllate dal venditore per procedere poi a licenziamenti collettivi, una volta isolata l’area con il relativo personale. Qualsiasi processo di esternalizzazione di attività deve essere posto sotto la lente di ingrandimento da parte del sindacato per le possibili ripercussioni negative nei confronti dei lavoratori. Ad esso spettano due compiti fondamentali: 1) mettere a fuoco le reali motivazioni che spingono un’azienda ad esternalizzare attività e, nel caso possano derivarne gravi pregiudizi per i lavoratori, contrastare l’operazione. 2) approntare un quadro di garanzie per i lavoratori che dovessero seguire l’attività, avendo cura di acquisire tutte le necessarie informazioni sull’acquirente. l’azienda è in ristrutturazione per motivi che possono essere diversi e che implicano una riduzione del personale, poiché all’esubero strutturale va ad aggiungersi quello derivante dalla esternalizzazione delle attività. LO SPIN-OFF Nel settore assicurativo il via è stato dato dall’Ina quando nel 1998 costituì l’Unim (Unione Immobiliare) attribuendo ad essa il suo enorme patrimonio costituito da palazzi ed abitazioni sparsi QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» - SETTEMBRE/DICEMBRE 2004 in tutto il Paese, seguita dall’Uniorias (poi Swiss Re). A questa operazione ne sono seguite altre anche nel settore bancario ( Banca di Roma) che ha visto la costituzione di società create ad hoc per la gestione di patrimoni immobiliari. Tra le operazioni più recenti vanno annoverate lo spin-off della Banca Popolare di Vicenza che ha conferito alla società controllata “Immobiliare Stampa” il proprio patrimonio immobiliare del valore di 169 milioni di euro, nonché il personale e la struttura organizzativa preposta alla gestione dello stesso e lo spin- 17 off realizzato dalla Banca Antonveneta con Antonveneta Immobiliare. Se lo spin-off immobiliare va ricondotto nella tipologia di quelle operazioni dettate dalla necessità di effettuare interventi per razionalizzare la gestione e migliorare l’efficienza e la redditività aziendali, diverso è il caso di quei processi effettuati sotto la spinta di crisi aziendali che comportano eccedenze di personale; in questi casi il personale in esubero, soprattutto se professionalmente preparato, può essere motivato nell’intraprendere un’attività in proprio, collegata con l’azienda di origine. In tutti i casi i processi di spin-off possono avere delle ripercussioni negative sui dipendenti che trasmigrano nella nuova società nonché sugli assetti occupazionali delle imprese madri; basta pensare all’impatto dello spin-off dell’Ina – sui 100 dipendenti addetti agli immobili passati all’Unim ed in seguito spezzettati in miriadi di società e su alcune aree della casa madre come le Risorse Umane e il Ced, in termini di minor lavoro per gli addetti. LA CESSIONE DI RAMO D’AZIENDA Sono evidenti i pericoli ai quali va incontro il lavoratore “ceduto” al quale la Legge stabilisce che devono essere conservati i diritti acquisiti e l’obbligo per l’acqui- rente di applicare i trattamenti economici e normativi previsti dai contratti collettivi, anche aziendali, vigenti alla data del trasferimento fino alla scadenza, salvo sostituzioni. Detti trattamenti, come risulta nel caso della vendita del call-center (Sicurtà 1879 spa) della Zuritel, con circa 23 addetti, ad Innovaconsulting, società operante in Sardegna, sono stati messi in discussione dall’acquirente mediante l’applicazione del contratto del commercio ai dipendenti trasferiti. Altro rischio per i lavoratori può essere rappresentato dal subentro nell’attività ceduta da parte di un imprenditori non affidabili commercialmente con un possibile grave pregiudizio per i posti di lavoro. QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» - SETTEMBRE/DICEMBRE 2004 ALTRI CASI Tra i casi di esternalizzazioni non regolati dalle Leggi può rientrare “l’esproprio” di lavoro da parte di Società o Gruppi esteri operanti in Italia che hanno acquisito imprese nazionali; in più di un caso si è verificato il trasferimento all’estero di attività prima svolte sul territorio italiano con grave pregiudizio per gli assetti occupazionali. Ricordiamo il caso della Swiss Re che dopo aver acquistato l’Unione Italiana di Riassicurazione, trasferì il portafoglio estero detenuto da quest’ultima in altre imprese del gruppo creando così i presupposti per un esubero strutturale all’interno dell’azienda. ORGANIZZAZIONE 18 RICERCA E FORMAZIONE: un dipartimento “nuovo” per la Fiba Cisl di Pier Luigi Ledda “R ispondere ai mutamenti e alle sfide di nuovi contesti è un impegno ormai abituale per chi fa sindacato”, soprattutto nella Cisl. Questo è quanto si evince nella premessa dei documenti che i quadri sindacali hanno discusso nell’assemblea programmatica e organizzativa della Fiba del 2003 e che dovrà tradursi in proposte da dibattere nell’oramai prossimo confronto congressuale. Una riflessione certamente condivisibile, tipica dell’impostazione cislina; infatti la nostra organizzazione sindacale è da sempre impegnata a rinnovarsi costantemente per rispondere adeguatamente alle sfide che il tempo via via pone. Oggi viviamo nell’era dell’economia globale e questo richiede la presenza di soggetti (individuali e collettivi) dotati di quantità crescenti di conoscenza, competenze ed informazioni. Richiede strutture sociali ed economiche (sindacati, imprese) che siano in grado di trarre tutti i possibili vantaggi derivanti dalla disponibilità di capitale intellettuale qualificato. Richiede un’azione convergente tesa, da una parte, a contribuire ad innalzare la qualità del capitale umano e, dall’altra, a qualificare le strutture sociali ed economiche nelle quali l’individuo, le comunità, le organizzazioni, come la nostra, vivono ed agiscono. E in questo quadro che va inserita la decisione con la quale la Federazione nazionale ha, pochi mesi or sono, ricostituito in un Dipartimento l’attività della ricerca e della formazione. Obiettivo: valorizzare, sistematizzare, rendere sinergica l’attività che nel campo della ricerca e della formazione tradizionalmente già svolgeva. La Fiba in questo modo ha teso a dimostrare, concretamente, la vo- lontà di voler lavorare per favorire un ulteriore crescita delle competenze sindacali, della capacità di elaborazione politica, della qualità del proprio “capitale umano”. E ciò per rappresentare sempre meglio le istanze del mondo del lavoro che cambia, anche nell’area finanziaria. E in questa ottica e con queste prospettive che alla ricerca ed alla formazione è richiesto il difficile compito di provare a migliorare il proprio lavoro, mantenendo coerenza e qualità, conservando come punto di riferimento primario le esigenze dei lavoratori, dell’organizzazione, degli individui e delle comunità nel nuovo contesto della società della conoscenza. Ma per riuscire ad affrontare questo difficile compito, con qualche speranza di successo, occorre seguire alcune linee di azione ed assumere una prospettiva globale che guardi alla ricerca ed alla formazione non come a realtà separate ma come componenti integrate tra loro e nel sistema Fiba. Chiarito ciò, alla ricerca va il compito di fornire strumenti che possano praticamente facilitare la Fiba nella valutazione e nell’individuazione delle possibili soluzioni per la gestione di problemi complessi. Infatti, per interpretare il contesto e tracciare gli scenari futuri, oggi è sempre più necessario ricorrere, con sistematicità, all’ausilio di metodologie e di strumenti di natura scientifica conseguibili attraverso la realiz- zazione di studi teorici ed empirici promossi con esperti dei vari settori. Mentre alla formazione va il compito di elaborare un programma formativo nazionale che si rivolga ai quadri sindacali per “motivarli” in specifici percorsi formativi. Tutto questo andrebbe sistematizzato all’interno di un modello di formazione integrata per fare in modo che la programmazione dell’offerta formativa si muova dai fabbisogni accertati sul territorio e realizzi un sistema teso alla erogazione di saperi essenziali. In estrema sintesi integrazione di ricerca e formazione, scambio e circolazione delle esperienze, acquisizione di competenze, saldatura di “sapere” e “saper fare” finalizzata a conferire una più efficace dimensione operativa alla ricerca ed alla formazione. Sono queste sfide alle quali la Fiba dovrà dare una risposta, per le quali il dipartimento ha già iniziato a lavorare e sulle quali si impegnerà ancora di più nel prossimo futuro. La composizione del Dipartimento Ricerca e Formazione responsabile: Pier Luigi Ledda Ufficio Ricerca coordinatore: Andrea Scaglioni Corrado Giani Matteo Ghisellini Giovanni Sentimenti Domenico Iodice QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» - SETTEMBRE/DICEMBRE 2004 Ufficio Formazione coordinatore: Luca Scatena Sandro De Cristofaro Maurizio Locatelli Paola Vinciguerra Anna Masiello Antonio Masciale 19 La Fiba ha bisogno delle DONNE di Giusi Esposito “L a Cisl ha bisogno delle donne” è uno slogan caro a Savino Pezzotta e nel nostro caso coniugato nella nostra federazione diventa “La Fiba ha bisogno delle donne”. Inizia in questi giorni il lungo periodo del percorso congressuale ed è pur sempre attuale il tema del riequilibrio della rappresentanza tra donne e uomini, tema che necessariamente deve essere affrontato in maniera forte in tutti i livelli e momenti di dibattito, adottando misure adeguate ad una realtà paradossale: il mondo del lavoro si sta femminilizzando; poche sono le donne che lo rappresentano. Ogni momento decisivo della vita della nostra organizzazione mette a fuoco iniziative volte a facilitare tale riequilibrio, vengono assunte deliberazioni dagli organismi preposti. Rimane comunque lungo il cammino per renderle attuative ma soprattutto per praticarle. Un tema strano questo, se ne parla nei momenti dei congressi e delle assemblee organizzative come se tutti si aspettassero uno spazio del dibattito su tali argomenti…un eventuale vuoto sarebbe oltremodo ingombrante, ma tra un momento rituale e l’altro sembra quasi che la quotidianità e l’emergenza tengano gli addetti ai lavori lontani da tali problematiche. Eppure la scarsa presenza femminile nei nostri gruppi dirigenti è una situazione che va affrontata giorno per giorno, creando, individuando, e sfruttando tutte le opportunità che il lavoro quotidiano fra i lavoratori e nell’organizzazione offre come opportunità alle donne. E noi, come donne del Coordinamento femminile nazionale, riteniamo che in questo momento sia prioritario rivedere soprattutto i contenuti della contrattazione intercettando le domande contrattuali delle donne. Tra queste ne citiamo solo alcune come le esigenze al rientro dalla maternità, le flessibilità variamente richieste, la salute nei luoghi di lavoro, il clima ambientale, il differenziale salariale tre donne e uomini, l’incidenza della flessibilità sul salario differito, l’opportunità di utilizzare fondi nazionali per finanziare progetti sperimentali nei casi non previsti dal contratto nazionale e dai contratti collettivi. Questi sono solo alcuni dei temi che rappresentano la quotidianità del lavoro del nostro coordinamento ma che ci sforziamo con ogni mezzo di riportare lì nelle sedi dove si negozia per migliorare la qualità della vita dei lavoratori, e cioè nelle aziende. I Coordinamenti femminili finora si sono battuti intervenendo sulla legislazione, promuovendo nuove leggi o migliorando quelle in vigore. Non basta, la nostra esperienza di vita sindacale ci insegna che una semplice legge non è sufficiente a frenare le aziende, è necessario che le stesse siano recepite nei contratti e soprattutto nella contrattazione di secondo livello. E per questo che abbiamo scelto di “lavorare a porte aperte” con tutte le donne della nostra organizzazione che vivono la quotidianità della sas di complesso e soprattutto con la referente delle politiche di genere. In particolare nell’immediato abbiamo chiesto la loro collaborazione per la raccolta e studio dei dati biennali che le aziende al di sopra QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» - SETTEMBRE/DICEMBRE 2004 È prioritario, in questo momento, intercettare le domande contrattuali delle donne dei 100 dipendenti sono tenute a consegnare alle consigliere di parità e alle organizzazioni sindacali. Parliamo dei dati ex art. 9 legge 125, dati disaggregati per genere sulla situazione del personale nei quali sono indicati in particolare gli stipendi, le ore di formazione, le assunzioni, le fuoriscite, gli avanzamenti di carriera. L’indagine è tuttora in corso ma da una prima sommaria analisi i risultati che emergono sono sconfortanti. I dati, se forniti, sono qualche volta non conformi agli schemi previsti, spesso inesatti, aggregati in maniera da renderli poco utilizzabili per un confronto di sistema ma qualche volta addirittura inesatti se non artatamente costruiti e non incrociabili con altri, pure ufficiali, come il bilancio annuale, il bilancio sociale, le semestrali. In questa fase di rinnovo contrattuale e soprattutto dopo la firma del Protocollo del 16 giugno sottolineare le incoerenze con cui si utilizzano gli strumenti che a fatica le donne e gli uomini del sindacato si sforzano di costruire per limitare il libero arbitrio delle aziende ci sembra oltremodo doveroso. 20 CONSULENZE RISPARMIATORI a caccia di certezze di Luigi Verde L a dichiarazione di nullità delle clausole anatocistiche (di quelle clausole cioè che prevedono la capitalizzazione trimestrale degli interessi dovuti dal correntista alla banca, ad es. quelli che si pagano quando il c/c va in rosso) precedenti al 1999, pronunciata dalla nota sentenza della Suprema Corte di cassazione a sezioni unite del 4 novembre 2004, fa sorgere il problema di individuare quali siano i crediti di cui oggi si possa pretendere il pagamento e quali siano invece quelli da considerare prescritti. Si tratta in buona sostanza di individuare, alla luce dei principi dell’ordinamento sulla prescrizione dei diritti, la “portata” temporale della retroattività della dichiarazione di nullità fatta dalla Suprema Corte delle clausole anatocistiche contratte prima del ’99 (anno in cui la Cassazione dichiarò per la prima volta nulle tali clausole e il legislatore, con il DLgs n. 342, ridefinì le modalità di calcolo degli inte- ressi su base paritaria tra banca e cliente). Le disposizioni del codice civile, che disciplinano la prescrizione dei diritti, sono, come noto, l’articolo 2935 del Codice civile, per il quale “la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere”, e l’articolo 2946 sempre del codice civile per il quale “salvi i casi in cui la legge dispone diversamente, i diritti si estinguono per prescrizione con il decorso di dieci anni”. Ci si chiede ora se il termine, che nel caso in questione è appunto quello dei dieci anni, inizia a decorrere dal giorno in cui l’interesse anatocistico è stato conteggiato dalla banca sul conto corrente, a fronte delle sue periodiche chiusure (la chiusura periodica del conto è infatti il momento in cui l’interesse viene capitalizzato); o se la recente sentenza della Sezioni unite rimetta in qualche misura in gioco tutti coloro che possano dimostrare di aver in ogni tempo subito il prelievo di interessi anatocistici. Ora, alla luce di quanto precede e segnalando che www.fiba.it: Quelle clausole Le clausole “anatocistiche” sono quelle che prevedono la capitalizzazione trimestrale degli interessi dovuti dal correntista alla banca, ad esempio quelli che si pagano quando il conto corrente va in rosso. sulla portata della retroattività le valutazioni sono ancora discordi, ci appare allo stato più fondato l’orientamento espresso dagli esperti giuridici che, commentando “a caldo” la sentenza, hanno giudicato non plausibile ritenere che il recente intervento della Cassazione possa rimettere in termini i crediti di rimborso per la cui riscossione vi sia stata un’inerzia ultradecennale. Secondo la giurisprudenza consolidata nel pagamento indebito il termine di prescrizione decorre dal momento in cui si accerti che chi ha ricevuto il pagamento non aveva diritto di conservare quanto ricevuto (Cassazione 2028/1971). Nel caso dell’anatocismo quindi sarà possibile avviare il contenzioso, interrompendo la prescrizione, sollecitando la restituzione di quanto indebitamente versato a partire dal 1994 (i dieci anni per l’esercizio del diritto), o meglio dall’ultimo trimestre del 1994. Così a poter ottenere il rimborso sarebbero solo i clienti che avessero inserita nel contratto di conto corrente una clausola anatocistica nel periodo compreso tra il 1994 e il 2004. Di fatto però il periodo utile ai fini del recupero sarebbe quello compreso tra il 1994 e il 1999, in quanto che dopo il ’99 la prassi della capitalizzazione trimestrale degli interessi passivi per il cliente è stata dimessa dalle banche. Si segnala infine il fatto che, in pratica, i risparmiatori interessati potranno intraprendere l’azione nei confronti delle banche sino al 2010, quando l’utilità del contenzioso si estinguerà naturalmente dal momento che, come dicevamo, a partire dal 2000 clausole anatocistiche non sono più state inserite nei contratti bancari. chiedi ai nostri esperti QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» - SETTEMBRE/DICEMBRE 2004 21 CONTI CORRENTI: costi alle stelle N essun rendimento, ma spese sempre maggiori. Le associazioni dei consumatori fanno i conti ai conti correnti bancari e scoprono che per la maggior parte dei clienti questi rappresentano ormai un puro costo e sempre più elevato. Secondo Adiconsum, che ha recentemente presentato una ricerca condotta in collaborazione con il Consumers Forum, un conto corrente standard può arrivare a costare ad una famiglia anche 500 euro. I costi di un pacchetto medio di 180 operazioni annue (tra prelievi Bancomat, assegni, invii di documentazione) oscilla tra i 130 e i 500 euro. Le condizioni migliori sono quelle praticate da Poste Italiane, anche se bisogna considerare che il vantaggio di costo di questo istituto va confrontato con un’offerta di prodotti e servizi più ridotti rispetto a quella proposta dalle banche. Un aspetto importante che emerge dall’indagine è che le banche offrono alla propria clientela soprattutto “conti a pacchetto” che, a fronte di un canone periodico forfettario forniscono una serie di servizi e la possibilità di accedere ad alcune convenzioni in ambito extrabancario: i servizi non inclusi nel pacchetto, però, possono costare anche molto. L’associazione denuncia poi in particolare i costi affrontati per la chiusura di un conto (fino a 60 euro) a cui si aggiungono quelli per trasferire eventuali titoli di risparmio gestito (oltre 100 euro a titolo). Riguardo poi ai fondi comuni di investimento l’indagine si è basata sui prospetti informativi dei 4 gruppi bancari che dominano il mercato italiano dei fondi comuni. Confrontando il rendimento e il Ter (Total expenses ratio) per gli anni 2002 e 2003 è emerso che molto spesso il rendimento ottenuto da un fondo viene eroso in modo rilevante da costi e commissioni previsti dai contratti, e in alcuni casi si arriva a non essere neppure sufficienti a coprirli. Mentre nel 2003 nessuno dei fondi ha conseguito un risultato negativo, nel 2002 sono addirittura 5 i fondi che presentano un rendimento netto sfavorevole per i risparmiatori. E questo rendimento già di segno negativo viene aggravato dai costi previsti da contratto. I dati di di Adiconsum trovano riscontro in un’altra ricerca condotta dal sociolo- go Enrico Finzi, presidente di Astra e Demoskopea che ha analizzato il tasso di fiducia dei clienti nei confronti della propria banca: il 58% del campione della ricerca chiede “maggiore trasparenza” ed è del 53%, invece, il grado di insoddisfazione per quanto riguarda il rapporto qualitàprezzo dell’offerta bancaria. Nel complesso gli insoddisfatti sono cresciuti negli ultimi vent’anni dal 42% del campione al 69% allineandosi al 72% di chi ha meno fiducia nel sistema bancario in generale. Secondo l’indagine la rapidità delle risposte da parte delle banche è migliorata dell’8% in dieci anni e ancora più velocemente si è moltiplicata l’offerta di nuovi servizi (+31%) da parte di un sistema che ha fatto enormi passi avanti sul fronte tecnologico. Tutto questo però è avvenuto a discapito del rapporto umano. Il tasso di “simpatia” del personale TIRANDO QUALCHE SOMMA Nel 2002 i soldi in banca si sono svalutati del 2,5% (tasso medio di inflazione annua). Gli istituti di credito hanno versato un interesse poco lontano dallo zero e, solo nei casi migliori, pari allo 0,99%. In più c’è l’aggravio delle spese, 400 euro all’anno. Dall’Abi fanno sapere che effettivamente gli aumenti ci sono stati. Ma non tutte le banche si sono comportate nello stesso modo. Per esempio, secondo le condizioni standard della Banca Popolare di Milano per un conto con saldo attivo di diecimila euro si ottengono appena 2,5 euro di interessi. Intesa e Banca Sella, che applicano ai depositi in conto corrente un tasso dello 0,05%, pagano infatti 5 euro per una giacenza dello stesso ammontare. E la Popolare di Verona e Novara arriva a remunerare un conto di 10 mila euro con appena 55 euro di interessi. Ma a questo azzeramento degli interessi corrisposti ai risparmiatori che lasciano sul conto i loro soldi, non corrisponde una riduzione dei costi per operazione o di tenuta del conto. Ad esempio i bonifici: il costo di un ordine di versamento su di un altro conto corrente arriva a costare in banche come la Popolare di Bergamo fino a 4,13 euro. Attenzione poi ad andare in rosso. Se questo avviene, oltre ai tassi passivi, quelli applicati dalla banca al cliente che va in scoperto di conto corrente, talvolta superiori al 14%, la banca prevede una commissione di massimo scoperto (0,75%) cui spesso si aggiunge una commissione di istruttoria che può superare i 50 euro trimestrali. Ma sono le spese di tenuta conto, o spese di chiusura trimestrale, la voce standard che rischia di far lievitare maggiormente il costo di un conto corrente. Alcune banche arrivano a praticare spese di chiusura trimestrale superiori ai trenta euro, un ammontare che a fine anno può rappresentare anche un terzo, o la metà del costo complessivo di un conto corrente, a seconda del numero di operazioni effettuate e del grado di utilizzo. QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» - SETTEMBRE/DICEMBRE 2004 era giudicato pari al 27% degli intervistati vent’anni fa, mentre oggi è sceso al 17%; quello di “cordialità” è passato invece dal 36% al 23%. Una fotografia del settore che dovrebbe far riflettere le banche , le quali vengono giudicate attraverso l’impatto del pubblico nei confronti dei loro dipendenti. Secondo la Fiba, lo strumento per risolvere questi problemi è il “protocollo sullo sviluppo socialmente compatibile e sostenibile” firmato con l’Abi il 16 giugno scorso. Basti pensare, come ha sostenuto il segretario nazionale della Fiba, Mario Mocci in occasione della presentazione della ricerca di Adiconsum, quanto gli impiegati addetti alla vendita dei prodotti finanziari siano pesantemente condizionati dal sistema incentivante e dalle priorità che vengono indicate dalle direzioni centrali. Gli incentivi raggiungono cifre importanti, in alcuni casi prevedono il raddoppio dello stipendio, e spesso il dipendente per poter raggiungere questi obiettivi è costretto a non guardare troppo al profilo del risparmiatore. Si tratta di una delle più evidenti incongruenze nell’organizzazione del lavoro bancario. Peccato che le banche non mostrino grande fretta per entrare nel merito del problema e rendere il protocollo uno strumento concreto. Angela Cappuccini CONSULENZE 22 BONUS previdenziale: per capire di più È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 6 ottobre 2004 il decreto ministeriale, attuativo della legge delega di riforma del sistema pensionistico (L. 243/04), che concede un “bonus” previdenziale a chi rinvia il pensionamento di anzianità. Il decreto ha efficacia a partire dal 6 ottobre 2004, data di entrata in vigore della L. 243/04 L a legge prevede che i lavoratori dipendenti del settore privato, che maturino il diritto a pensione di anzianità nel periodo 20042007 e che decidano di rinviare la data del pensionamento, possano godere di un incentivo economico in busta paga durante il suddetto periodo. Il bonus sarà corrisposto fino al 31 dicembre del 2007, oppure fino al compimento dell’età pensionabile, se raggiunta prima di tale data. In sostanza, il lavoratore potrà chiedere di essere esonerato dal versamento dei contributi, a decorrere dalla prima data utile per l’accesso al pensionamento: in tal modo, la sua retribuzione risulterà aumentata della quota percentuale di retribuzione lorda, dovuta dal datore di lavoro e dal lavoratore per la contribuzione pensionistica (IVS). Ad esempio: per la generalità dei lavoratori, l’aliquota contributiva complessiva (quota IVS) è pari al 32,70% della retribuzione lorda, di cui il 23,81% a carico del datore di lavoro e l’8,89% a carico del lavoratore. L’incentivo economico consiste nel fatto che l’8,89% non verrà detratto dalla re- tribuzione dell’interessato, mentre alla stessa sarà aggiunto il 23,81%. Ricordiamo che, per alcune categorie di lavoratori (ad es. gli agricoli), sono previste aliquote contributive inferiori, che conseguentemente produrranno un importo del bonus più basso. Al momento del pensionamento, sarà erogato l’importo della pensione che sarebbe spettato alla data della domanda di esenzione contributiva, maggiorato della sola perequazione nel frattempo intervenuta. I lavoratori che hanno la finestra di uscita già aperta, per ottenere il bonus sulla busta paga di novembre 2004 dovranno presentare la domanda entro il 30 ottobre. Anche se le modalità applicative, inerenti il beneficio, non sono state ancora rese note, si può presu- QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» - SETTEMBRE/DICEMBRE 2004 La rubrica curata da mere (ancorché l’importo del bonus sia netto) che l’aumento del reddito disponibile per il lavoratore potrebbe influenzare l’eventuale diritto a prestazioni di sostegno al reddito (ANF, ISE, ecc.). Coloro che intendano avvalersi dell’incentivo, dovranno presentare apposita richiesta al proprio Istituto previdenziale ed al datore di lavoro: il modello della domanda è disponibile presso tutte le sedi dell’Inas Cisl. Il patronato Inas è in grado di assistere i lavoratori interessati nella compilazione della domanda, e può determinare a quanto ammonterà la retribuzione comprensiva dell’incentivo, calcolando, con il proprio programma informatico, l’importo mensile del “bonus”. Ricordiamo, in proposito, che la tutela e l’assistenza fornite dal patronato Inas-Cisl sono assolutamente gratuite. Dipartimento Politiche Sociali Inas Per la consulenza e l’assistenza necessarie, ci si può recare presso la più vicina sede dell’Inas Cisl (gli indirizzi si trovano su www.inas.cisl.it, oppure chiamando il numero verde 800 001 303): ricordiamo che la consulenza offerta dall’Inas è assolutamente gratuita. CONSULENZE FISCO e SUCCESSIONI: 23 Rubrica curata da quando e come occorre ancora pagare Come è noto l’imposta sulle successioni e le donazioni è stata soppressa con effetto sulle successioni che si sono aperte a partire dal 25 ottobre 2001. Sui beni caduti in successione a partire da tale data, dunque, non è più dovuta l’imposta di successione indipendentemente dal loro valore e dal grado di parentela che legava il defunto agli eredi. Le imposte ipotecarie e catastali Fanno eccezione i beni immobili per i quali restano ancora dovute le imposte ipotecaria e catastale rispettivamente nella misura del 2% e dell’1% dell’imponibile determinato secondo le norme relative all’imposta sulle successioni. L’importo minimo da versare è comunque pari a 129,11 euro per ogni tributo. Le imposte vanno liquidate dagli eredi e versate utilizzando il modello F23, reperibile in formato pdf sul sito dell’Agenzia delle Entrate all’indirizzo: http://www.agenziaentrate.it/documentazione/versamenti/modello_f23/2002/nuovof23c.pdf Le agevolazioni “prima casa” Se almeno uno degli eredi ha diritto alle agevolazioni prima casa, le imposte ipotecarie e catastali si applicano in misura fissa, pari a 129,11 euro. Ricordiamo brevemente che per ottenere tali agevolazioni è anzitutto necessario che si tratti di abitazioni non di lusso (per le caratteristiche delle abitazioni di lusso vedi il DM 2 agosto 1969). Inoltre, l’immobile deve essere ubicato nel Comune di residenza dell’erede oppure nel Comune in cui l’erede stabilirà, entro 18 mesi, la propria residenza. Infine l’erede, dovrà dichiarare di non possedere altra abitazione nello stesso Comune e di non aver mai usufruito di simili agevolazioni. La dichiarazione di successione La dichiarazione di successione deve essere presentata solo nel caso siano caduti in successione beni immobili siti nel territorio italiano. La dichiarazione deve essere presentata entro do- dici mesi dal decesso, all’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate nella cui circoscrizione era fissata l’ultima residenza del defunto. La dichiarazione va resa utilizzando il modello 4 e può essere sottoscritta anche da uno solo degli eredi. Alla dichiarazione vanno allegati il certificato di morte (o autocertificazione), lo stato di famiglia (o autocertificazione), il prospetto di liquidazione delle imposte ipotecaria, catastale, di bollo e della tassa catastale e il modello F23 utilizzato per il pagamento. Il modello 4 è reperibile in formato pdf sul sito dell’Agenzia delle Entrate all’indirizzo: http://www.agenziaentrate.it/modulistica/altri/dichiarazione_successione.pdf Dopo la dichiarazione Entro 30 giorni dalla presentazione della dichiarazione di successione occorre presentare la richiesta di voltura degli immobili presso gli Uffici del territorio. Gli eredi che abbiano presentato la dichiarazione di successione sono invece esonerati dalla presentazione della dichiarazione ICI. Spetta infatti all’Ufficio delle Entrate che ha ricevuto la dichiarazione, trasmetterne copia ai Comuni in cui si trovano gli immobili. I vostri quesiti Lavoro occasionale D.: Avrei bisogno di alcuni chiarimenti riguardanti le prestazioni di lavoro autonomo occasionale: trattandosi di prestazioni escluse da Iva ai sensi dell`art. 5 DPR 633/72, è necessario per chi effettua la prestazione essere titolare di partita IVA? Inoltre vorrei sapere se la ritenuta d’acconto del 20% ai fini Irpef deve essere versata dal committente o da chi effettua la prestazione ed entro quali termini? Ringrazio e cordialmente saluto. R. Nel caso di prestazione di lavoro autonomo soltanto occasionale la partita IVA non è necessaria. La partita IVA è necessaria per coloro che esercitano attività di lavoro autonomo in modo abituale (art. 5 co. 1 D.P.R. 633/72). Il versamento della ritenuta d’acconto è a carico del committente/sostituto d’imposta e deve essere effettuato entro il giorno 16 del mese successivo a quello in cui è operata la ritenuta (cioè quando viene pagata la prestazione) con il codice tributo 1040. Case e successioni D.: Mio suocero, regolarmente sposato, ha acquistato la casa in cui vive abitualmente con la famiglia nel 1971 quando non era ancora in vigore la legge sulla comunione o separazione dei beni e pertanto risulta intestata soltanto a lui. La scorsa settimana è venuta a mancare mia suocera. Le chiedo: “La successione deve essere effettuata anche se la casa è intestata a mio suocero?”. R. Assolutamente no, nel caso prospettato tale cespite non ricade in successione. Conguagli D.: Volevo sapere se il debito risultante dal modello 730 e non conguagliato dal sostituto d’imposta, possa essere versato dopo la scadenza del 20 luglio senza applicazione delle sanzioni previste in caso di ravvedimento operoso. R Il conguaglio del debito senza applicazione delle sanzioni previste dalla legge è possibile soltanto nel caso in cui il datore di lavoro/sostituto d’imposta abbia comunicato al dipendente l’impossibilità ad effettuare operazioni di conguaglio (Circolare 11/E del 18 marzo 2004). www.fiba.it: una rete di protezione QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» - SETTEMBRE/DICEMBRE 2004 24 Il “NODO GORDIANO” della giustizia del lavoro Seminario europeo su conciliazione e arbitrato “Una profezia condusse Gordio a divenire, da contadino, re dei Frigi; un vaticinio, inoltre aveva predetto la fine di tale regno a vantaggio di chi fosse riuscito a sciogliere il nodo che legava il suo aratro. Alessandro Magno, spazientitosi dopo numerosi e infruttuosi tentativi, recise con un colpo di spada il nodo gordiano: divenendo, sia pure per breve tempo, il conquistatore di tutta l’Asia Minore”. Qualcuno dei corsisti, udendo tali parole dalla bocca del relatore, avrà per un attimo pensato di avere sbagliato appuntamento o contesto. Ma quando, poco dopo, la storia ha assunto i contorni della metafora, il paragone con l’attuale stato della giustizia pubblica è apparso appropriato nella sua drammaticità. I rappresentanti delle categorie contrattuali dei Quadri direttivi italiani ed europei si sono dati convegno, il 12 e 13 novembre scorsi, presso il Centro studi Cisl di Fiesole, per tentare di dipanare l’attuale “nodo” della giustizia del lavoro: come coniugare celerità di giudizio, semplificazione di procedure e tutele del lavoratore. L’occasione del confronto è stato il seminario europeo su “Arbitrato e conciliazione: strumenti di prevenzione dei conflitti di lavoro nelle imprese del settore bancario in corso di ristrutturazione organizzativa”. L’iniziativa, organizzata dall’Associazione quadri e alte professionalità della Fiba (Apf) con il patrocinio di Uni e finanziato dalla Commissione europea, con l’intento di promuovere l’armonizzazione normativa nei vari Paesi dell’Unione. Dopo la presentazione del Progetto, a cura di Andrea Pastacaldi e Roberto De Santis, l’introduzione di Pietro Veneri ha evidenziato le criticità del sistema giudiziario italiano. Domenico Iodice, del dipartimento nazionale Ricerca Fiba, ha condotto un’attenta disamina degli strumenti alternativi in uso in Europa per la risoluzione delle controversie individuali di lavoro, soffermandosi sull’attuale normativa di legge (che riconosce centralità al ruolo sindacale) e contrattuale. Rileggendo l’articolo 9 del contratto In particolare, da una rilettura dell’art. 9 del nostro ccnl si sono ricavati spunti di riflessione per il definitivo decollo degli istituti conciliativo e arbitrale. Il leit-motiv, condiviso nella tavola rotonda, è che occorre lavorare, prima che sugli strumenti giuridici, sulla diffusione di una cultura del dialogo e della (ri)conciliazione sociale, riconducendo le parti dalla sclerosi di posizioni conflittuali ad un sano e fisiologico confronto tra interessi contrapposti. Per ottenere ciò, è necessario riavvicinare le vertenze ai luoghi di lavoro e fornire a chi è arbitro o conciliatore adeguata conoscenza del contesto tecnico-professionale. Si è discusso, ancora, di arbitrato di equità: osteggiato per anni in quanto considerato pericolosa QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» - SETTEMBRE/DICEMBRE 2004 breccia nel sistema di tutele del lavoratore, esso è invece, nell’attuale quadro normativo, strumento di garanzia dei valori costituzionali della persona (artt. 3 e 4), in grado di informare le decisioni arbitrali verso l’obiettivo di una giustizia sostanziale e dinamica. Hanno arricchito il dibattito gli interventi dei delegati del Belgio (Angelo Macchia del Gnc) e della Spagna (Emilio Corral Aloràs dell’Utc-Ugt) e, per il settore pubblico, di Mario Canuzzi (Quadrinet), presidente della Camera di Conciliazione di Roma. Nella seconda giornata, dopo una sintesi dei lavori, si è svolta una feconda tavola rotonda sulle concrete prospettive di sviluppo degli strumenti della giustizia convenzionale privata. I lavori del seminario si sono conclusi con la formulazione, da parte dei partecipanti, di alcune proposte, che saranno a breve restituite alla Commissione Europea. Un anticipo? Forti patti d’incentivo tra aziende e territorio (in attuazione del principio comunitario di sussidiarietà), diretti a raffreddare le tensioni sociali e a promuovere il dialogo come strategia di struttura. Più che obblighi giuridici, servono insomma veicoli di cultura: perché la conciliazione divenga regola pervasiva del sistema. I tempi del cambiamento non sono brevi; ma l’ottimismo della volontà che ci anima sfida la tentazione autoritaria di modelli legislativi coercitivi, imposti con il classico “colpo di spada”. D.I. 25 BANCASAI L’evoluzione di coinvolge anche il settore assicurativo È stato siglato nei giorni scorsi il protocollo d’intesa riguardante la fusione per incorporazione di Effe Investimenti in BancaSai. L’operazione che si concretizzerà entro il 31/12/2004, ha lo scopo di razionalizzare e valorizzare le società del Gruppo Fondiaria Sai operanti nel settore Banca e Risparmio Gestito, al fine di garantire una migliore collocazione di prodotti e servizi finanziari verso l’utenza. Effe Investimenti consta di un organico di 32 risorse di cui 14 dipendenti della Società e 18 distaccati da altre Società del Gruppo. Il protocollo ha garantito per tutti i lavoratori, che la fusione non porterà né ricadute occupazionali né professionali e i rapporti di lavoro dei dipendenti di Effe Investimenti passeranno senza soluzione di continuità in capo alla Milano Assicurazioni con il mantenimento dell’anzianità e dei diritti maturati, pertanto continuerà ad essere applicato il ccnl delle Assicurazioni nonché il contratto integrativo della Milano Assicurazioni. Dato significativo è che, anche per questi soggetti, vengono estese tutte le tutele riportate nell’accordo quadro del 30 luglio 2002 di cui elenchiamo i principi cardine vale a dire: rinuncia alla legge 223/91 in materia di licenziamenti collettivi, trasferimenti solo su consensualità dei lavoratori, indennità di trasferimento ecc...; non solo, ma anche le tutele degli accordi applicativi successivi a tale data. Inoltre è stato respinto il tentativo aziendale di effettuare la prestazione lavorativa il venerdì pomeriggio. Con questo accordo le parti riconoscono la temporaneità del distacco e pertanto convengono di effettuare entro il 15/12/2005 un incontro di verifica, conseguente al processo di fusione. Tra un anno la verifica sulla fusione Nella fattispecie saranno affrontate problematiche in ordine a ricollocazioni laddove sia venuto meno l’istituto del distacco, al fine di garantire il rientro del lavoratore nella sede di lavoro di appartenenza, salvaguardando l’equivalenza di mansioni e funzioni precedentemente svolte. La Fiba Cisl ha cercato, con questo nuovo accordo, da un lato di estendere tutte le garanzie di tutela e di salvaguardia sia dell’occupazione che della professionalità acquisita a tutti i lavoratori interessati al processo di fusione, entrando così sempre di più nella logica di Gruppo, dall’altra proprio in coerenza con la logica di Gruppo, lavorare per raggiungere l’obiettivo di costituire un contratto integrativo aziendale di cui BancaSai è sprovvista. Riteniamo che le condizioni oggi sussistano, sia in quanto dettate dalla collocazione di prodotti finanziari competitivi, che in presenza di un organico di alta professionalità. Il fine sarà quello di rendere omogenea questa categoria di lavoratori, sia verso il Gruppo a cui appartengono, sia verso il mondo bancario. Andrea Rochas Per tutti gli iscritti: chiedete l’accesso al portale www.fiba.it Il portale della Fiba è sempre più vicino agli iscritti: Servizi Utili, Vorrei sapere, Chiedi all’esperto, Forum, Sondaggi, Pubblicazioni, Documentazione, Fisco, Previdenza, Legislazione, e tanto altro. Da oggi possiamo rilasciarvi automaticamente login e password che vi consentiranno l’accesso al mondo Fiba. Per avere questo codice rivolgiti alla sede della Fiba territoriale o al responsabile sindacale della tua sas, quindi, vieni sul nostro portale: www.fiba.it nell’area registrazione e, digitando il codice, ti verrà rilasciata la tua login e la tua password, che ti permetteranno di accedere ai servizi e aprire una casella di posta. QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» - SETTEMBRE/DICEMBRE 2004 LO SAPEVI? 26 TUTTO PER L’ISCRITTO La Fiba cerca di offrire ai propri iscritti opportunità di risparmio, dalla spesa quotidiana agli acquisti straordinari. Come iscritto, ti sono riservati vantaggi e servizi. Hai a tua disposizione servizi di consulenza gratuita che puoi richiedere per posta, fax o e-mai quali: I SERVIZI DELLA FIBA CISL – Consulenza Giuridica, Consulenza Fiscale, Consulenza Previdenziale: I nostri consulenti ti informano e ti consigliano nel modo più efficace e ti indicano il comportamento legalmente più corretto, aiutandoti a risolvere eventuali problemi; se necessario, intervengono direttamente per arrivare a una soluzione rapida e amichevole della controversia. – Consulenza Assicurativa: un servizio on-line per aiutare tutti coloro che hanno un problema assicurativo (polizze e sinistri rca; infortuni, danni da incendio/furto, responsabiltà civile ecc). CONVENZIONI Gli iscritti presentando la tessera FIBA possono godere di sconti in diversi punti vendita sparsi in Italia, nei vari settori ASSICURAZIONI E CREDITO: – CONVENZIONE SERVIZI ASSICURATIVI 2004 (INTERBROKERS) R.C.Patrimoniale; R.C.Ammanchi di cassa, R.C.Capofamiglia, Infortuni Caso Morte. – Polizza Salute UNIONVITA; Questa copertura assicurativa abbinata alla tessera del sindacato viene offerta gratuitamente a tutti gli Iscritti; – LA MIGLIORE POLIZZA RC. AUTO – IL MIGLIOR MUTUO TURISMO: – ETSI CISL: gli iscritti possono usufruire di particolari agevolazioni sui servizi gestiti dall’ente, sconto non inferiore al 10% su cataloghi e proposte Etsi, possibilità di rateizzare l’importo in rate senza interessi. Sarà inoltre possibile usufruire della rateizzazione anche sull’acquisto di pacchetti turistici di altri Operatori; – TRENITALIA – CISL: Carta d’Argento – Carta Club Eurostar, sconti del 50% – TRENITALIA – CISL: Intercity Card, bonus di 50 punti agli iscritti Cisl; – SHOW TOUR, Roma, sconto 12% sui propri cataloghi; – SUMMER TOUR, Torino, sconti vari; – COURTESY TRAVEL, Roma, sconti vari. ALBERGHI CONVENZIONATI: – Grand Hotel Olimpic, Hotel GEA, Hotel PARIS, NOTTI A ROMA, Roma – BLUSERENA Club & Hotel, convenzione valida in tutte le strutture di proprietà del gruppo – A.M.A.T. – Alberghi e centri termali in iItalia; – ALTAMAREA – sconti fino al 18% sugli alberghi gestiti dal Tour Operator; – PARK HOTEL ROMANTICA – Ischia – Sant’Angelo Infine troverai: – TANTE NOTIZIE UTILI su pubblica amministrazione, fisco, lavoro, previdenza, sanità, turismo, privacy e scuola; – le CONVENZIONI stipulate dalle strutture Regionali, Territoriali e dalle Sas. www.fiba.it: – HOTEL VALLEVERDE, Procchio Isola d’Elba; – HOTEL TERME MARCONI, Montegrotto Terme, – HOTEL TERMALE CASTANEA E HOTEL SALUS, Porretta Terme. RISTORAZIONE – FINI FAST, sconti nei locali FINI GRILL E FINI RISTORANTI; – GRUPPO VERA , sconti nei locali RISTO’ e Margherita; – AUTOGRILL, sconti nei locali Ciao, Spizzico e Burger King – CREMONINI, sconti nei locali Roadhouse e Chef Express (stazioni e treni) – CIBIS, locali: Break, DeGustibus, Pixx, Bareostato, Il Circolo. ELETTRONICA E VARIE: – DIGITAL PIX, il modo più conveniente per stampare le tue foto; – AUTO PARTS ITALIA, ricambi e accessori auto e pneumatici; – BRICOFER , ferramenta e Fai da Te; – MEDIASONIC (Centri GIOTTO) sconti vari su tutti i prodotti – POINT’S, la catena di assistenza pneumatici, con oltre 950 centri in 400 città. Per conoscere i dettagli delle convenzioni nazionali e regionali visita il sito www.fiba.it e clicca nel link “per gli iscritti”, troverai: – La tabella dei PREMI ANNUALI DI RIFERIMENTO POLIZZE RC VEICOLI A MOTORE – OFFERTE TURISTICHE, – I CORSI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE IAL Cisl. tante notizie fresche e consigli utili QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» - SETTEMBRE/DICEMBRE 2004 27 “VALORI”, IL PERIODICO DELL’ECONOMIA SOCIALE E DELLA FINANZA Un nuovo progetto editoriale a cui partecipano Fiba e Cisl “Valori” è la rivista dell’economia sociale e della finanza etica. Ora si presenta al pubblico con una nuovo progetto editoriale che coinvolge la Cisl e la Fiba. Abbiamo chiesto al direttore responsabile, Andrea Di Stefano, di illustrarci gli obiettivi di questo importante strumento di comunicazione. Chi sono i vostri lettori, e chi intendete rivolgervi, in particolare? Tutti quelli che non si accontentano di leggere le versioni “ufficiali” sugli avvenimenti dell’economia e della finanza e desiderano approfondire le implicazioni e risvolti di fenomeni che possono avere effetti materiali molto concreti. Per esempio nel primo numero abbiamo puntato l’attenzione sul ruolo della speculazione finanziaria nel boom dei prezzi petroliferi scoprendo che secondo gli esperti dieci dollari dell’attuale prezzo del barile di greggio sono riconducibili esclusivamente ai “giochi” di mercati dei derivati petroliferi. La Fiba da tempo avverte l’importanza di dialogare e comunicare sui temi relativi allo sviluppo economico eticamente alternativo. Siamo l’unico sindacato che ha scelto di partecipare ad una iniziativa come la vostra, per aprirsi al mondo esterno in un rapporto di condivisione su tali temi. Quali spa- zi si aprono, quindi, grazie a “Valori” per noi, come Fiba, e come Cisl? Io credo grandi opportunità per offrire ai cittadini un supporto concreto per difendersi dall’invadenza e prepotenza di un mondo dove il danaro produce solo altro danaro e la povertà altra povertà. Il sindacato può costruire una relazione nuova con mondi diversi, ma molto vicini nello spirito e negli ideali a quelli di un grande movimento dei lavoratori come è la Cisl in Italia. Per esempio il tema della democrazia economica potrebbe diventare un terreno di confronto e un domani di alleanza concreta a sostegno di un economia socialmente responsabile. Passiamo ad un informazione utile, per chi fosse interessato: a chi rivolgersi e come effettuare l’abbonamento? Nei prossimi giorni sarà online anche il sito www.valori.it, una vetrina di informazione aperta ogni giorno sul mondo dell’economia, della finanza e dell’economia e finanza etica. Altrimenti è a disposizione un numero 02.67199099 dove abbonarsi telefonicamente con carta di credito oltre al sempre valido conto corrente postale, n. c/c 28027324 intestato a Cooperativa Editoriale Etica, Via Copernico 5, 0125 Milano, o il bonifico bancario sul c/c 113600 Abi 5018 Cab 12100 della Banca Popolare Etica intestato a Cooperativa Editoriale Etica, Via Copernico 5, 20125 Milano QUESTO È IL MENSILE DELLA FIBA CISL «LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO» - SETTEMBRE/DICEMBRE 2004 DATI freschi dati freschi Fiba dati freschi dati freschi Mensile della Federazione Italiana Bancari e Assicurativi Cisl n. 9/12 Settembre-Dicembre 2004 2 – Contratto Abi: un rinnovo difficile Giuseppe Gallo 8 – Riscossioni: non basta la proroga 9 – Covip: quali sono le prospettive Gianluca Poggetti 10 – A tutto Gas Maurizio Locatelli 11 – Promotori Fiba Carlo Piarulli 12 – Che stress in Banca Intesa Marcello Minora 13 – Asili nido 14-15 – Bcc: presentata piattaforma rinnovo ccnl Antonio Maranella 16-17 – Assicurativi: quando il lavoro esce dalle aziende Carlo Coletta 18 – Ricerca e formazione: nuovo dipartimento Pierluigi Ledda 19 – Donne Fiba Giusi Esposito 20 – Risparmiatori in cerca di certezze Luigi Verde 21 – Conti correnti: costi alle stelle Angela Cappuccini 22 – Bonus previdenziale 23 – Tutto su fisco e successioni 24 – Conciliazione e arbitarato 25 – BancaSai GLI AUTORI Angela Cappuccini è resp.ufficio stampa Fiba Cisl Carlo Coletta è nella segr. Fiba Roma-Lazio Marco De Ambrosis è membro del Coord. Piemonte Ascotributi e nella sas Sestri Giuseppe Gallo è segr. gen. Fiba Cisl Sergio Girgenti e Alessandro Spaggiari sono segr.naz. Fiba settore credito Pierluigi Ledda è resp. Dip. Formazione e ricerca Fiba nazionale Maurizio Locatelli è resp. formazione Fiba Lombardia Antonio Maranella è resp. del Coordin. Nazionale Bcc Fiba Marcello Minora è segr. di Coordin. Fiba Banca Intesa Mario Mocci è segr. naz. Fiba Carlo Piarulli è resp. del Coordin. Nazionale Promotori Fiba Gianluca Poggetti è resp.Fiba in Covip Luigi Verde è resp. ufficio legale Fiba nazionale 2005: IL NUOVO LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO Dal prossimo numero la nostra rivista si rinnova. Le novità riguardano la veste grafica, il taglio degli articoli, l’impostazione generale e la cadenza: da mensile a bimestrale. Ricordiamo che “Il lavoro bancario e assicurativo” nasce nel gennaio 1983 con l’unificazione de “Il lavoro bancario” della Fib e de “Il dibattito” della Fila. Da allora di acqua ne è passata sotto i ponti…La rivista è ormai uno strumento consolidato, apprezzato e sicuramente utile per chi opera nel nostro settore, per tutti i nostri iscritti ma non solo. Nel corso degli anni ci sono stati diversi cambiamenti, dettati dall’esigenza di adeguarsi ai tempi e quest’ultimo nasce dalla necessità di realizzare uno strumento più di approfondimento, ma senza nulla togliere all’attualità. I tempi cambiano, gli strumenti di conseguenza. Oggi operiamo in un settore altamente tecnologizzato e come Fiba abbiamo uno strumento di comunicazione fortemente innovativo come il nostro portale (www.fiba.it) dove gli iscritti possono cogliere le informazioni in tempo reale. Ma ciò non toglie che la carta stampata mantenga la sua utilità e il suo fascino. Più pagine, più foto, informazioni più approfondite caratterizzeranno il nuovo numero che partirà il prossimo anno. Buon 2005. Le principali novità del Decreto di riforma del mercato del lavoro Comunicate le vostre VARIAZIONI di indirizzo alle Fiba locali!!! il COPIE NON RECAPITATE da restituire a Fiba, via Modena 5, 00184 Roma 28 ??????? Direttore: Giuseppe Gallo Comitato di direzione: Giovanni Casiroli, Guido Cavalieri, Giuseppe Gallo, Sergio Girgenti, Pietro Mariani, Mario Mocci, Giancarlo Pezzanera, Alessandro Spaggiari, Matteo Tammaro, Elena Vannucci, Marina Zanobini, Eligio Boni (dir. resp.). Redazione: Andrea Baccherini, Umberto Bognani, Angela Cappuccini, Giusi Esposito, Pierluigi Ledda, Maurizio Locatelli, Anna Masiello, Paola Vinciguerra Illustrazioni: Michelangelo Pace LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO Aut. decreto n. 236/92 del 15/04/1992 - reg. stampa Roma Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. d.l. 393/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n.46) art.1, com.2, dcb Roma Direzione e amministrazione: Via Modena 5, 00184 Roma Tel. 06/4746351 - Fax 06/4746136 e-mail: [email protected] sito web: www.fiba.it Fotolito: Top Colors srl - Via Giamaica, 6 00040 Pomezia (RM), tel. 069107235 Stampa: Società Tipografica Romana srl Via Carpi, 19 - 00040 Pomezia (Roma), tel. 0691251177