Lavoro Bancario e Assicurativo

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Lavoro Bancario e Assicurativo
Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. d.l. 393/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n.46) art.1, com.2, dcb Roma
rivista bimestrale, numero 3
maggio/giugno 2006
DIALOGO
DIALOGO SOCIALE
SOCIALE
All’interno:
Lavoro bancario e
assicurativo News
Patto di unità d’azione
Cisl, Fiba, Fabi e Sinfub
Terra futura
Quali diritti
per i lavoratori
nell’impresa
transnazionale
Inoltre: Intervista al segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni - Contratto Ania - I primi Cia
SOMMARIO
N. 3
MAGGIO/GIUGNO 2006
Direttore responsabile:
Giuseppe Gallo
Comitato di direzione:
Giuseppe Gallo, Giovanni Casiroli, Guido Cavalieri,
Roberto Garibotti, Sergio Girgenti, Pier Luigi Ledda,
Pietro Mariani, Mario Mocci, Giancarlo Pezzanera,
Giulio Romani,Alessandro Spaggiari, Elena Vannucci
Redazione:
Angela Cappuccini (caporedattore),
Andrea Baccherini, Umberto Bognani,
Giusi Esposito, Maurizio Locatelli,
Anna Masiello, Paola Vinciguerra
Fotocomposizione e ricerca iconografica:
Antonella Di Girolamo
3–
Editoriale di Giuseppe Gallo
4–
Diario di Bak a cura di Andrea Baccherini
5–
Internazionale a cura di Maurizio Locatelli
6–
Intervista a Raffaele Bonanni a cura di Andrea Baccherini
8–
Focus Dialogo sociale
Quali diritti per i lavoratori di Luciano Malvolti
Alliance di Giovanni Casiroli
Unicredit, l’Europa, le regole di Ezio Massoglio
Generali, l’esperienza Cae di Alberto Correnti
15 – Società civile a cura di Paola Vinciguerra
16 – Ccnl Ania di Guido Cavalieri
18 – Come calcolare... a cura di Cesare Sandulli
20 – Contratti integrativi: San Paolo (Mauro Incletolli),
Monte dei Paschi di Siena (Emanuela Anichini),
Carige (Monica Sebastiani),
Previdenza complementare BdS (Gino Sammarco)
24 – Legale a cura di Luigi Verde
LAVORO BANCARIO
E ASSICURATIVO
25 – Recensioni a cura di Anna Masiello
Aut. decreto n. 236/92
del 15/04/1992 - reg. stampa Roma
26 – Come eravamo a cura di Paola Vinciguerra
Poste Italiane Spa - Sped. abb. post. d.l. 393/2003 (conv. in
l. 27/02/2004 n.46) art.1, com.2, dcb Roma
Direzione e amministrazione:
Via Modena 5, 00184 Roma Tel. 06/4746351 - Fax 06/4746136
e-mail: [email protected]
sito web: www.fiba.it
Fotolito:
Jumbo Services srl - Via Carpi, 19 - 00040 Pomezia
(Roma), tel. 0691607624
Stampa:
Società Tipografica Romana srl
Via Carpi, 19 - 00040 Pomezia
(Roma), tel. 0691251177
Tiratura: 83.000 copie
GLI AUTORI
Emanuela Anichini segr. resp. Fiba gruppo MPS
Giovanni Casiroli segr. naz. settore assicurativo Fiba Cisl
Guido Cavalieri segretario nazionale Fiba Cisl
Alberto Correnti segr. Cae gruppo Generali
Giuseppe Gallo segretario generale Fiba Cisl
Mauro Incletolli segr. resp. Fiba gruppo San Paolo Imi
Domenico Iodice comp. ufficio ricerca Fiba Naz.
Maurizio Locatelli resp. formazione Fiba Lombardia
Anna Masiello comp. ufficio formazione Fiba naz.
Luciano Malvolti resp. Internazionale Fiba Cisl
Ezio Massoglio coordinatore Unicredit Group
Cesare Sandulli collaboratore Fiba naz.
Monica Sebastiani segr resp Fiba gruppo Carige
Luigi Verde resp. ufficio legale Fiba naz.
Paola Vinciguerra resp. formazione Fiba Sicilia
Achille Cadeddu e Giuseppe Gargano sono gli autori della vignetta
EDITORIALE
E ora ricominciamo
a parlare di lavoro
di Giuseppe Gallo
Il Segretario generale
Fiba Cisl Giuseppe Gallo
“Come Fiba
siamo
sostenitori da
tempo della
necessità di
riformare i
mercati
finanaziari
attraverso
l’adozione di
comportamenti
socialmente
responsabili da
parte
dell’impresa e
stiamo
lavorando
affinchè la Cisl
inserisca
questo tema
nel confronto
con il governo”
Una primavera di svolta. Per il nostro Paese, che ha un nuovo governo, un nuovo
parlamento (con ben due ex sindacalisti a
capo delle prestigiose cariche istituzionali
di presidente del Senato e di presidente della Camera) e un nuovo Presidente della
Repubblica; per noi della Cisl che abbiamo
un nuovo segretario generale, Raffaele Bonanni, affiancato dal segretario generale
aggiunto Pier Paolo Baretta.
Una Cisl più energica e più determinata?
Comunque, una Cisl che si farà sentire e
che – come possiamo leggere nell’intervista
che riportiamo in questo numero – sta
spingendo con forza per la ripresa della
concertazione, per l’apertura di un tavolo
di confronto su alcuni temi prioritari, individuando obiettivi importanti e con tempi
di realizzazione e modalità di verifica.
Continuità e rinnovamento, dunque, nella
nuova Cisl: per ridare vitalità, forza e capacità di attrazione ai nostri valori, al nostro modello di sindacato e gambe alla nostra strategia, la cui forza è solo nella proposta e nella rappresentanza.
Dopo una defatigante e lunghissima campagna elettorale, dai toni esageratamente
forti, è ora di rimetterci al lavoro per rilanciare finalmente l’economia del nostro
paese e delle nostre regioni. Finalmente potremo tornare a parlare dell’essere e non
dell’avere, di politica, di concertazione, di
sviluppo, di redditi, di pensioni, insomma
del valore del lavoro. L’Italia ha bisogno
di una politica responsabile che dedichi
tutte le sue energie al lavoro, alla sua crescita qualitativa e quantitativa, ultimamente dimenticata a favore di politiche di
rendita finanziaria.
Come sindacato, come Cisl riteniamo che
alcune priorità dovranno trovare una risposta discussa e concertata. La crescita
economica, il contenimento del debito pubblico, la protezione sociale, sono alcune di
queste: solo un siffatto scenario consentirà
all’Italia di rimettersi in moto.
Come Fiba siamo sostenitori da tempo della
necessità di riformare i mercati finanaziari
attraverso l’adozione di comportamenti socialmente responsabili da parte dell’impresa
e stiamo lavorando affinchè la Cisl inserisca
questo tema nel confronto con il governo.
Vi sono poi altre vicende che condizioneranno il nostro futuro e che avranno grandi ripercussioni per i lavoratori bancari e
assicurativi. La creazione di grandi gruppi
europei determinano lo spostamento di attività lavorative tra aziende di paesi diversi e
l’affievolimento delle tutele contrattuali (anche di questo tratta la piattaforma del Ccnl
Ania di cui parliamo in questo numero).
Bisogna, quindi, puntare sui Comitati
aziendali europei e sullo Statuto Europeo
delle società. Bisogna, cioè, mirare ai principi della democrazia economica e della
partecipazione dei lavoratori. Il tema viene
affrontato nel focus di questo numero, dove
parliamo di dialogo sociale, delle opportunità che ci offrono leggi, direttive e accordi,
ma anche dei ritardi nel nostro settore.
Infine, vogliamo ricordare ai nostri lettori
un importante appuntamento: il 25 e 26
giugno si terrà il referendum confermativo
della riforma costituzionale che modifica
la parte II della Costituzione, definitivamente approvata dal Parlamento il 16 novembre 2005.
La Cisl ha espresso la sua netta contrarietà
alla riforma, sia per quanto riguarda il merito, in particolare la devolution e il rafforzamento dei poteri del Presidente del Consiglio, sia per il metodo adottato per l’ approvazione, a maggioranza, senza confronto
con l’ opposizione e con la società civile.
Siamo quindi impegnati, come Cisl, a sostenere il No nella consultazione referendaria.
In considerazione della assoluta rilevanza
delle tematiche, e delle loro ricadute, in termini di tutela dei diritti, sulla società civile
e sul mondo del lavoro, riteniamo importante una partecipazione informata e cosciente al voto.
Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006
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IL DIARIO DI BAK
a cura di Andrea Baccherini
24 gennaio – Crisi petrolifera:
via libera al decreto che taglia i riscaldamenti. La Cisl insiste per
rinnovare il modello contrattuale.
27 gennaio – Sbloccati i contratti nel pubblico impiego. Rapporto Eurispes: l’Italia è spaccata
e in crisi. Più occupati nelle grandi imprese, ma solo nei servizi.
31 gennaio – La Fiat torna all’utile. Ferrovie, i guasti dei treni dovuti ai tagli alla manutenzione.
Ciampi invita a tornare alla concertazione anche per risolvere i
problemi del Mezzogiorno.
3 febbraio – Alitalia, il confronto
non decolla. Chiesto all’azienda di
fare chiarezza sui conti. Allarme
stress sul lavoro: nasce l’Osservatorio Cisl.
7 febbraio – Draghi incontra i
sindacati per introdurre un codice etico e per risolvere il contenzioso di Bankitalia. L’Ocse chiede
all’Italia meno presenza dello stato. Civitavecchia: frenata la riconversione della centrale per l’opposizione dei contrari al carbone.
ispettiva del ministero del Welfare.
Il sindacato autonomo Fabi chiude
il suo primo congresso straordinario deliberando un rapporto strategico con la Cisl e la Fiba Cisl.
contratti Angeletti insiste: con la
Cgil nessun confronto.
08 marzo – Festa delle donne.
Ciampi: ancora lontane le pari
opportunità. Siglato il rinnovo del
contratto alla Presidenza del
Consiglio.
Firmato il contratto degli edili.
25 marzo – Alitalia, la cura non
funziona. Muore Polo Cavezzali (87
anni), uno dei fondatori della Cisl.
10 marzo – Cisl iscritti in crescita, siamo 4.287.551 con un +
0,6%. Oggi scioperano i lavoratori chimici.
27 marzo – La Cisl ricorda Ezio
Tarantelli, ucciso nel 1985 dalle
Brigate Rosse.
14 marzo – Sciopero generale
degli edili. Primo confronto televisivo tra Berlusconi e Prodi.
28 marzo – A Parigi tre milioni
in piazza contro il “contratto di
primo impiego”. Firmato il contratto “Università”.
17 marzo – Per Bankitalia la ripresa nel 2006 sarà dell’1,3%.
Battaglia di cifre sulla flessibilità
31 marzo – Firmato il contratto
di lavoro “energia e petrolio”. Nel
tessile giornata di mobilitazione.
20 marzo – Sono passati 4 anni
dall’assassinio di Marco Biagi da
parte delle Brigate Rosse. A Modena un seminario in sua memoria.
4 aprile – Elezioni: la Cisl invita i
partiti a dire la verità sull’economia del Paese. La celebrazione del
primo maggio si terrà a Locri.
22 marzo – Secondo l’Istat l’occupazione resta in affanno. Pezzotta
interviene al congresso della Fabi.
6 aprile – L’Istat comunica che il
deficit/pil è al 4,1%. Fiat, accordo
fatto per la Cigs.
23 marzo - Cisl, Cgil, e Uil protestano contro i tagli all’attività
10 febbraio – A Torino prendono il via le Olimpiadi invernali.
La nuova Cisl
14 febbraio - Pezzotta annuncia
che lascerà la segreteria generale
della Cisl. Autonomia e unità restano i valori cardine del sindacato di via Po. Il 9 marzo si terrà il
Consiglio Generale.
Segretario generale: Raffele Bonanni
In particolare dipendono tra l’altro dalla segreteria Generale: Ufficio dell’assistente politico con responsabilità degli organi collegiali:
Donatello Bertozzi; Direttore sede confederale: Fausto De Simone
Gestione risorse umane e servizi interni alla sede confederale.
16 febbraio – Per la paura dell’epidemia di aviaria crolla il consumo di pollo. A rischio migliaia
di posti di lavoro.
Segretario generale aggiunto: Pier Paolo Baretta
Dipendono tra l’altro dall’aggiunto: Rapporti con Enti Previdenziali;
Edizioni Lavoro.
20 febbraio – Approvato dalle
tute blu l’ipotesi di accordo contrattuale. Successo di adesioni alla proposta di Fim, Fiom e Uilm.
Istat: cresciuto il fatturato dell’industria ne 2005
Coordinamento Enti e associazioni Cisl: segretario confederale Cesare Regenzi
25 febbraio – Strage in fabbrica
nel Bangladesh: intrappolate dal
fuoco muoiono più di 60 donne.
Firmato il contratto dei lapidei.
Sanità, l’accordo è vicino.
03 marzo – Pezzotta spinge sull’acceleratore della riforma contrattuale. Epifani frena. Bonanni: sì alla
flessibilità accompagnata da tutele.
06 marzo – Pensionati Cisl: agganciamo le pensioni ai salari. Sui
Segreteria organizzativa: segretario confederale Antonino Sorgi
Segreteria amministrativa: segretario confederale Ermenegildo Bonfanti
Politiche dei servizi e del terziario: segretario confederale Annamaria Furlan
Politiche attive del lavoro, politiche del Mezzogiorno e dello sviluppo del territorio: segretario confederale Giorgio Santini
Politiche contrattuali e pubblico impiego: segretario confederale Giovanni Battista Baratta
Politiche di cittadinanza, tutela e promozione e solidarietà
sociale: segretario confederale Sergio Betti
Politiche per l’ambiente, ecologia, salute e sicurezza, agricoltura: segretario confederale Renzo Bellini
Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006
4
7 aprile – Firmato il contratto
della ricerca. Per il parastato ancora un rinvio.
10 aprile – Pezzotta lascia la segreteria generale della Cisl. Elezioni: è la svolta, vince di misura il
centro sinistra.
11 aprile – Al Consiglio Generale dell’Emilia Romagna Bonanni
propone una concertazione a
tutto campo.
15 aprile – Riforma delle professioni, una priorità. Esce un documento Cisl, Cgil e Uil.
19 aprile – Il prezzo del petrolio continua a crescere: toccata
quota 72 dollari. Mercato del lavoro, Cisl e Uil difendono le riforme.
20 aprile – Industria: vola la domanda. L’esecutivo Cisl ratifica
le dimissioni di Pezzotta. Il Consiglio Generale si terrà il 27
aprile.
24 aprile – Nozze d’affari per
autostrade. Fusione con la spagnola Abertis. I sindacati preoccupati, la Borsa dice sì.
27 aprile – Pezzotta lascia. Raffaele Bonanni è il nuovo segretario generale della Cisl, segretario generale aggiunto Pier Paolo
Baretta. In segreteria entra
Gianni Baratta. Confermati gli
altri. Muoiono 3 militari italiani a
Nassiriya per lo scoppio di una
bomba.
1 maggio – Grande manifestazione sindacale a Locri. Un Primo
Maggio dedicato ai giovani e al
Mezzogiorno.
2 maggio – Si dimette il Governo Berlusconi.
4 maggio – Diffusi i dati Inail sugli infortuni sul lavoro: -2,8%, ma
il fenomeno resta grave.
5 maggio – Uccisi a Kabul due
alpini in missione di pace. Muore
Orazio Sapienza, una vita spesa
per il sindacato.
9 maggio – Assegnate le deleghe
alla nuova segreteria Cisl.
11 maggio – Il senatore a vita
Giorgio Napolitano è l’undicesimo Presidente della repubblica
Italiana. Felicitazioni dalla Cisl.
INTERNAZIONALE
a cura di Maurizio Locatelli
Dalla guerra
fredda alla
guerra calda
dell’energia
Ci stiamo avvicinando alla stagione
estiva. Chi non ricorda le interruzioni dell’energia elettrica della
scorsa estate in Italia ? La forte
domanda di energia dovuta anche
ai condizionatori ha messo in crisi
il nostro sistema. L’Italia è da sempre caratterizzata da una forte dipendenza estera: le importazioni
di combustibili fossili (petrolio, gas,
carbone) pesano per circa l’85%
dei consumi totali (la media europea, nel 2002, è del 54%).
Dei circa 178.000 miliardi di metri
cubi di riserve mondiali di gas, la
Russia ne detiene oltre 46.000
miliardi, che la collocano al primo
posto nel mondo. Di questi la metà è di proprietà della Gazprom.
Una buona parte dei conflitti in
corso nel pianeta, nell’emisfero
Nord soprattutto, si giocano sul
futuro del mercato dell’energia.
Da un lato la Russia, congelati gli
arsenali militari, usa l’arma dell’energia di cui dispone direttamente contro le ex repubbliche sovietiche non più “amiche”. Dall’altra la situazione dell’Iran, con
analoga concezione dell’energia
come elemento strategico, in una
zona che già di per sé svolge un
ruolo rilevante nel mondo islamico. E con l’Iran tutta una regione
ma si fa fatica a incontrare una podell’Asia centrale, grande serbalitica energetica comunitaria: finché
toio di energia, notevolmente ingli Stati sovrani non smetteranno
stabile sul versante politico.
di porre freni all’Unione, l’Europa è
La Russia, attraverso la Gazprom,
destinata ad una sovranità limitata,
un gigante controllato dallo Stato
che accrescerà ulteriormente la distesso, ha raddoppiato il prezzo
pendenza energetica, con il rischio
del gas venduto all’Ucraina, facendi vedersi proporzionalmente dido pagare alla repubblica ex sominuire il proprio ruolo di ricerca
vietica il prezzo politico della “ridel dialogo, a danno di una militavoluzione arancione” del 2004, così
rizzazione dei conflitti.
come lo stesso prezzo lo ha dovuto pagare la Georgia
con la sua “rivoluzione
colorata, delle rose” del
Dipendenza dall’importazione di combustibili
2003. Due messaggi
Tutti i combustibili
Combustibili solidi
Petrolio
Gas
chiari non solo ai due
UE25
48,0
33,2
76,8
51,3
stati, ma indirettamente
UE15
50,2
53,2
75,5
47,3
a tutta l’Unione Europea, “colpevole” di simIT
86,7
95,6
94,7
84,1
patizzare per questi
Fonte: Commissione Europea 2004
due paesi.
Sull’Iran, grande produttore di petrolio, grava il possibile
al fosforo bianco per l’esercito
utilizzo della energia nucleare a fini
americano, la Teledyne TechnoloAXA e ING
militari: di fronte a ciò le grandi pogies e la Shaw Group. Esse saranno
finanziano
tenze (seppur non più riconducibili
responsabili del disegno, assemle armi
alle storiche Usa e Urss) sotto alblaggio, integrazione, distribuzione
tra forma assumono posizioni tra
e test di un moderno sistema per
al fosforo bianco
loro contrastanti e discordanti: l’Uriempire le munizioni con la contenione Europea è ferma nella ricerstata sostanza, che ha già causato
Alcune ricerche condotte dalla orca del dialogo, gli Usa minacciano
molte vittime civili in Irak, all’interganizzazioni promotrici della cam(anche qui) un intervento militare,
no di un progetto che si concludepagna internazionale “My Money.
la Russia è imbarazzata ma non
rà nel gennaio 2007. Sia per Axa
Clear Conscience?”, rivelano che il
ostile, e la Cina, grande colosso diche per Ing non si tratta in realtà di
gruppo assicurativo francese Axa
voratore di energia, e quindi noteuna sorpresa, dato che entrambe
(prima assicurazione in Europa) e il
volmente dipendente dall’Iran, quacontinuano tuttora ad investire
gruppo finanziario olandese Ing
si alleata del paese islamico.
nella produzione di armi, anche le
(quello del Conto Arancio) hanno
E la nostra cara Unione Europea?
più controverse. (Fonte: Netwerk
investito complessivamente 37 miOggi dipendiamo almeno al 50%
Vlaanderen vzw - www.netwerklioni di dollari in due società cha
dall’importazione di combustibili,
vlaanderen.be/en, 16/03/2006)
supportano la produzione di armi
Davos, Porto
Alegre, Lyon
Primo Forum internazionale
economico e sociale
Anche la Cisl partecipa al primo Forum internazionale economico e sociale, a Lione dal 25
al 28 ottobre. Un appuntamento importante,
poiché punta a riunire attorno alle problematiche della mondializzazione degli scambi e delle
imprese tutti gli attori che possono intervenire sul piano economico, sociale e ambientale.
Obiettivo: far emergere nuovi modelli di sviluppo, che tengono conto delle esigenze dell’economia ma anche del sociale, senza sganciare
l’uno dall’altro, legando il benessere alla solidarietà. Per conoscere il programma dettagliato
dei tre giorni e tutti i dettagli dell’evento, visitare il sito www.forum-lyon.com/
IL Binocolo: lavoro e lavoratori oltre confine
LAVORATORI MINORI AL LAVORO: l’Organizzazione Internazionale del Lavoro
(ILO) denuncia nel rapporto sul lavoro minorile il numero di 218.000.000, dei quali 126
milioni coinvolti in lavori pericolosi. L’unico dato positivo sembra essere il calo del 11% sul totale tra il
2000 e il 2004. Secondo Cecilia Brighi, del Dipartimento internazionale della Cisl, consigliera di amministrazione Ilo e presentatrice del rapporto, il calo dipende dall’impegno internazionale di lotta al fenomeno ma anche da un forte aumento del tasso di disoccupazione nel mondo.
BIRMANIA: Myo Aung Thant è un sindacalista in carcere dal 1997 condannato all’ergastolo per la sua
attività sindacale con un processo farsa e l’accusa di tradimento, terrorismo e contrabbando di esplosivo.
La Cisl il 29 aprile, al Campidoglio, ha consegnato il riconoscimento internazionale dedicato al fondatore
Giulio Pastore al sindacalista birmano, per l’impegno suo e di altri sindacalisti al ripristino del diritto di
associazione in Birmania. È stato presentato anche il libro di Cecilia Brighi:“Il Pavone e i generali – Birmania, storie da un paese in gabbia, Baldini e Castaldi”.
ROMANIA, ottava provincia veneta: l’Italia è il primo partner commerciale della Romania, presenza
imprenditoriale soprattutto veneta. 2.578 sono le aziende delocalizzate , su un totale di 11.656 imprese
italiane.Tre istituti di credito sono sotto il diretto controllo italiano. Banca Italo-Romena controllata dal
gruppo Veneto Banca, Unicredit Romania controllata da Unicredit e Banca Commerciale San Paolo Imi
Bank. Le assicurazioni Generali sono state fra le prime compagnie ad investire in Romania.
Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006
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SINDACATO
LA CISL E IL FUTURO DEL NOSTRO PAESE
Per una ripresa
della vera
concertazione
Intervista al segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni
a cura di Andrea Baccherini
ranza ed opposizione. Si è privatizzato senza alcun
modello di politica industriale ma solo per fare cassa.
Era una occasione straordinaria per “democratizzare”
il sistema capitalismo, per far decollare i fondi pensioni e la democrazia economica. Si poteva conciliare
finalmente il lavoro con il capitale, attuando anche il
dettato costituzionale. Invece sono arrivati i soliti
gruppi industriali che sostenuti dalle banche hanno
comprato e poi rivenduto a prezzi maggiori le società
statali, facendo profitti enormi grazie alla mancanza
di concorrenza e per di più con tariffe compiacenti.
Ecco perché speriamo di riaprire il dibattito sulle liberalizzazioni. Il Governo Prodi non può fare orecchie
da mercante. Bisogna ridiscutere il modello per poter
avere una vera concorrenza che tuteli i cittadini, i risparmiatori, i lavoratori.
Appena eletto ti sei distinto subito per il modo
franco di esprimerti e su quei toni stai continuando. È solo un cambiamento di stile o c’è
una nuova Cisl che si affaccia sulla scena politica con più grinta e più determinazione?
Ho soltanto detto quello che pensa la mia organizzazione sul futuro del nostro paese. Nessun personalismo. Abbiamo criticato la Cgil per la sua posizione
ideologica sulla legge Biagi che va modificata e non
abrogata. Siamo per il ripristino di una vera concertazione con il Governo, in cui le questioni del lavoro
vengano disciplinate dalle parti sociali e non attraverso la legge. E poi c’è la questione delle privatizzazioni, il vero buco nero della nostra democrazia, dove
siamo passati dai monopoli pubblici a quelli privati
senza alcun vantaggio per i cittadini- lavoratori.
Hai attaccato la Cgil, con parole durissime, per
la sua chiusura nei confronti della legge 30 e
per gli orientamenti favorevoli alla “regolamentazione legislativa” della rappresentanza sindacale.
Ma se è così, come dobbiamo interpretare l’art.
39 della Costituzione?
Hai attaccato frontalmente la Cgil, poche ore
dopo la tua elezione, poi (sul “Corsera”) hai
contestato alla classe politica, di governo e di
opposizione, grosse responsabilità per la questione della società autostrade.
In questo paese in troppi hanno chiuso gli occhi
mentre veniva svenduto a quattro soldi il patrimonio
pubblico delle ex partecipazioni statali, Telecom,
Enel, Autostrade. Sono stati tutti d’accordo, maggio-
Noi difendiamo l’idea del sindacato come libera associazione di iscritti. Rifiutiamo questo modello statalista che vuole imbrigliare con una legge il ruolo e l’au-
Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006
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SINDACATO
tonomia del sindacato. Non si capisce perché deve essere il Parlamento a regolare il rapporto tra il
sindacato, i datori di lavoro e gli
iscritti. Se esiste il problema di regolare meglio la rappresentanza,
dobbiamo farlo attraverso un accordo tra le parti sociali. Basta e
avanza la contrattazione, così come è accaduto per il meglio della
tradizione giuslavoristica italiana
che ha sempre recepito gli accordi
sindacali con una legislazione di
sostegno.
Cina e India stanno stravolgendo le gerarchie mondiali
della produzione e si stanno
affacciando prepotentemente
anche sui mercati finanziari.
Tutto è solo imputabile al basso costo della manodopera o
soprattutto al fatto che dalle
loro scuole escono ogni anno
centinaia di migliaia di tecnici
in tutti i campi della attività
umane?
Sono tanti i fattori che hanno
creato il fenomeno della concorrenza cinese e indiana. Sono paesi enormi e sono diventate potenze economiche con una modernizzazione forzata e tassi di crescita vertiginosi. C’è un basso costo del lavoro, non vengono rispettati i diritti sindacali, i lavoratori sono costretti a lavorare in
una condizione di sfruttamento. È
una concorrenza che viene fatta
sulle pelle dei cittadini. Ma naturalmente questo non basta a spiegare il loro successo. C’è una
grande capacità di penetrazione
nei mercati occidentali con prodotti tecnologicamente avanzati e
a prezzi ridotti. Vanno combattute
le frodi fiscali, ma l’invasione
orientale non si contrasta innalzando dazi doganali ma aumen-
tando la competitività dei nostri
prodotti, facendo più qualità, design, innovazione, ricerca. I cinesi
potranno copiare anche le nostre
auto, ma non hanno creatività,
frutto della nostra tradizione culturale.
Il sindacato può ancora rappresentare le categorie lavorative in una fase storica in
cui le differenze professionali
sono così grandi e variegate?
Il lavoro che cambia è il primo
terreno cruciale di sfida per il sin-
“
È nato un percorso di
rapporto molto positivo
tra la Cisl, la Fiba e la Fabi
e il Sinfub che nasce da
una condivisione forte
dei valori e delle strategie
comuni a queste
organizzazioni”
”
dacato confederale. Dobbiamo
agire in una società che vede
cambiare i lavori ma anche il posto che viene assegnato al lavoro
stesso. Non va sottovalutata l’area
della precarizzazione, dei lavori
poco qualificati e poco pagati fino
a rasentare la povertà, dei lavoratori immigrati, dell’economia di
un sommerso che sconfina nell’illegalità. Ma neppure vanno trascurati i fenomeni di professionalizzazione del lavoro, un lavoro
che si fa azione e relazione e alimenta la ricerca di un riconoscimento del proprio status e insieLavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006
7
me delle proprie capacità individuali. Il sindacato deve saper raccogliere queste trasformazioni. Ci
sono tanti soggetti che chiedono
di essere rappresentati. Il nostro
obiettivo è assicurare una nuova
legittimazione sociale al lavoro,
anche nelle sue nuove forme, ovvero assicurargli la capacità di essere fattore effettivo di cittadinanza, riducendone i rischi di precarietà e instabilità. Bisogna accompagnare le tutele contrattuali con
la partecipazione, a cominciare da
una gestione bilaterale delle politiche attive del lavoro. Questo è il
futuro del sindacato.
Quindi, entrando nel pratico,
questo ragionamento si coniuga con l’apertura della Cisl e
della Fiba Cisl al maggior sindacato autonomo dei bancari
la Fabi e a quello dei quadri
direttivi della stessa categoria, il Sinfub. In pratica un
concreto allargamento dell’area confederale.
È nato un percorso di rapporto
molto positivo tra la Cisl, la Fiba e
la Fabi e il Sinfub che nasce da
una condivisione forte dei valori e
delle strategie comuni a queste
organizzazioni. Ritengo che questo sia un fattore importante di
presenza del sindacato confederale e soprattutto della Cisl in un
settore strategicamente importante come quello del credito. Da
questo processo si svilupperà una
forte spinta a favorire una maggiore partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori nonché una
maggiore tutela dei risparmiatori.
La Cisl rinnova il suo grande impegno affinché questo progetto
abbia percorsi positivi e fruttiferi
con un grande protagonismo di
Fiba, Fabi e Sinfub.
FOCUS
DIALOGO SOCIALE
Quali diritti per i
lavoratori nell’impresa
transnazionale
di Luciano Malvolti
L’evoluzione della legislazione europea negli ultimi anni
L
e rilevanti operazioni di integrazione transnazionale che hanno direttamente interessato imprese e lavoratori italiani negli ultimi dodici mesi hanno acceso l’attenzione sui temi della rappresentanza, della negoziazione collettiva e della attività sindacale nelle imprese di dimensione internazionale: la fusione per incorporazione della Hypovereinsbank in Unicredit darà vita al
nono polo bancario a livello europeo, la fusione per incorporazione di Ras in Allianz rappresenterà uno dei primi
esempi di Società di diritto europeo, l’acquisizione di Banca Antonveneta e Bnl da parte rispettivamente di Abn-Amro e di Bnp-Paribas metterà direttamente a confronto lavoratori e culture aziendali italiani con la realtà europea.
Come il sindacato stia concretamente affrontando le
problematiche transnazionali nelle operazioni Unicredit
e Ras-Allianz è il tema di specifici approfondimenti, insieme all’esperienza, unica nel settore finanziario italiano, del comitato aziendale europeo a legislazione italiana del gruppo Generali.
Per comprendere il complesso intreccio tra norme e diritti nazionali e internazionali e di conseguenza sfruttare
appieno le possibilità offerte dal legislatore europeo ai
lavoratori in tali contesti transnazionali è, però, necessario partire dalle nozioni e dai diritti di base così come si
sono evoluti nella legislazione europea degli ultimi anni.
mensione comunitaria”, costituisce probabilmente la
più importante iniziativa legislativa presa nel campo
delle relazioni industriali a livello europeo.
L’obiettivo della Direttiva 94/45/CE era, e resta, quello di
garantire il diritto all’informazione e consultazione dei lavoratori su materie d’interesse transnazionale nelle imprese e nei gruppi di imprese a dimensione europea con oltre
I Comitati aziendali europei (Cae)
La Direttiva 94/45/Ce del 22/9/1994, “riguardante l’istituzione di un Comitato aziendale europeo (Cae) o di
una procedura per l’informazione e la consultazione dei
lavoratori nelle imprese e nei gruppi di imprese di diLavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006
8
FOCUS
1000 dipendenti negli stati membri e
almeno 150 lavoratori per Stato membro in due distinti Paesi.
Nello specifico, per ‘gruppo di imprese’ si intende un gruppo costituito da una impresa controllante e
dalle imprese da questa controllate,
mentre per “influenza dominante”,
necessaria per identificare la situazione di controllo, si intende la presenza di uno dei seguenti requisiti:
– maggioranza del capitale sottoscritto,
– maggioranza dei voti in rapporto
alle partecipazioni al capitale,
– potere di nomina di più della metà dei membri del consiglio di
amministrazione, di direzione o
di vigilanza.
La Direttiva si “limita”, peraltro, a
prevedere diritti di informazione e
consultazione (con l’obiettivo ultimo di favorire la continuità e la proficuità del dialogo sociale, ovvero,
di relazioni industriali costruttive a
livello aziendale) senza prevedere
la finalizzazione della consultazione
ad un ‘accordo’ o ad una ‘partecipazione’ dei lavoratori al processo decisionale dell’impresa (novità, quest’ultima, introdotta dalla più recente Direttiva sulla Società europea).
All’atto pratico, la Direttiva prevede
che la trattativa per la costituzione
del Cae possa cominciare su iniziativa della direzione centrale o su richiesta scritta di almeno cento lavoratori, o dei loro rappresentanti, di
almeno due imprese o stabilimenti
situati in non meno di due Stati
membri diversi.
L’accordo viene negoziato dalla direzione centrale dell’impresa o del
gruppo di imprese di dimensioni
comunitarie e da uno speciale organismo di rappresentanza dei lavoratori, la Delegazione speciale di negoziazione (Dsn).
Risulta evidente l’importanza della
composizione della Dsn, che infatti
è dettagliatamente prevista dalla Direttiva:
– il numero minimo e massimo dei
suoi membri sono rispettivamente tre e diciotto,
– la Dsn deve garantire “in primo
luogo, la rappresentanza di una
persona per ogni Stato membro
in cui l’impresa conta uno o più
stabilimenti o in cui il gruppo
conta l’impresa controllante o
una o più imprese controllate,
– in secondo luogo, deve essere
garantita anche la rappresentanza
Provo a “bruciare” le comuni sinapsi scodellando qui un ardito confronto: tra Costituzione europea e Società europea. Il
sottotitolo dell’esperimento potrebbe
essere:“Come ingoiare il cammello e filtrare il moscerino”. Sì, perché se da un
canto gli Organi consultivi dell’Unione
europea pedantemente rimarcano l’esigenza di dialogo sociale come chiave del
processo di integrazione, d’altro canto i
referendum dei singoli Stati dell’Unione
sembrano bocciare il processo di armonizzazione politica, e inoltre l’economia
europea continua ad essere governata dai
mercati finanziari. A tale schizofrenia politica si cerca di porre degli argini culturali, oltre che legislativi: in tale direzione
vanno le Direttive istitutive di Cae e Se.
In sostanza, si cerca di recuperare spazi di
dialogo sociale e di partecipazione all’interno del mondo d’impresa, atteso l’insuccesso del processo di integrazione
squisitamente politico.Tale sforzo è sicuramente encomiabile, perché intellettualmente onesto e strategicamente lungimirante: mediante la sapiente combinazione
di carota e bastone (risparmio fiscale per
le aziende previo accordo sindacale sulle
prassi di consultazione) si possono creare meccanismi virtuosi. Ma che senso ha
parlare di ciò senza stigmatizzare che la
recente riforma del Diritto Societario
italiano ha trascurato i temi dei diritti di
informazione, consultazione e partecipazione dei lavoratori? Che nel nostro Paese il valore-integrazione non è unanimemente inteso come istanza di unificazione
politica e di pacificazione sociale? Che si
propone un modello europeo ed evoluto
di Costituzione a chi fa persino fatica a
preservare la visione solidaristica della
Costituzione italiana del 1948?
Domenico Iodice
Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006
9
di un numero di membri supplementari proporzionale al numero
dei lavoratori”.
La direttiva affida, poi, agli Stati membri (e, quindi, anche alle parti sociali
al livello nazionale) il compito di stabilire le “modalità di elezione o di designazione dei membri della Dsn”.
Le parti negoziali hanno il compito
di “determinare tramite accordo
scritto, il campo d’azione, la composizione, le attribuzioni e la durata
del mandato del comitato aziendale
europeo”, con l’alternativa di poter
decidere per iscritto di istituire una
o più procedure per l’informazione
e la consultazione: in concreto,
questa opzione, allo stato, è stata
scelta in soli sette (7) casi a fronte,
invece, di oltre 700 Cae costituiti.
Dal punto di vista del coinvolgimento del sindacato, la Direttiva,
pur facendo esclusivo riferimento ai
“rappresentanti dei lavoratori”, prevede la possibilità per la Dsn o il
Cae di essere assistiti da esperti, a
spese dell’azienda (seppur con dei
limiti), che possono essere anche di
estrazione sindacale.
La Direttiva, infine, ad ulteriore tutela dei lavoratori e per garantire il
conseguimento dell’obiettivo indicato nell’art. 1 (“migliorare il diritto all’informazione e alla consultazione
dei lavoratori”), prevede che delle
‘prescrizioni accessorie’ (sinonimo,
in questo caso, di “minime”), debbano essere applicate nell’ipotesi di:
– rifiuto della direzione centrale di
avviare la negoziazione per un
periodo di sei mesi a decorrere
dalla richiesta scritta dei lavoratori o dei loro rappresentanti;
– mancanza di accordo tra le parti
entro tre anni dalla richiesta;
– decisione della Dsn di non avviare i negoziati o di annullare quelli
già in corso;
– decisione comune della direzione centrale e della Dsn.
Le prescrizioni accessorie, che costituiscono, di fatto, il contenuto mi-
FOCUS
nimo al di sotto del quale non possono scendere neanche gli accordi
Cae, stabiliscono in particolare:
– l’oggetto dell’informazione e della consultazione (“questioni che
riguardano l’insieme dell’impresa
o del gruppo di dimensioni comunitarie, oppure almeno due
stabilimenti o imprese del gruppo, situati in due stati diversi”);
– la composizione del Cae (da un
minimo di tre ad un massimo di
trenta membri), con la possibilità di
eleggere un comitato ristretto composto al massimo di tre membri;
– la frequenza delle riunioni del Cae
con la direzione centrale (una volta all’anno), le modalità e il contenuto delle informazioni e della riunione con la direzione centrale;
– il diritto del Cae di essere informato e consultato da parte della direzione centrale o qualsiasi altro livello decisionale aziendale più
appropriato “qualora si verifichino
circostanze eccezionali che incidano notevolmente sugli interessi
dei lavoratori, in particolare nel
caso di delocalizzazione, chiusura
di imprese o di stabilimenti oppure licenziamenti collettivi.
Nonostante le “buone intenzioni”
del legislatore europeo e delle organizzazioni sindacali (il 93% degli accordi costitutivi dei Cae sono stati
firmati con il concorso determinante delle organizzazioni sindacali nazionali e con il ruolo fondamentale
delle federazioni europee), la Direttiva ha ben presto mostrato tutti i
suoi limiti, inducendo la confederazione sindacale europea (Ces), di
concerto con le federazioni europee di settore, a predisporre una
proposta articolata in vista della revisione della Direttiva.
Partendo dal presupposto che sia
arrivato il momento di riconoscere
formalmente il ruolo delle organizzazioni sindacali, nazionali e internazionali, all’interno dei Cae, la Ces
rivendica in particolare:
Union Network International
Union Network International (Uni) è la federazione mondiale che riunisce i sindacati dei
servizi. Oggi rappresenta circa 16 milioni di iscritti in 109 stati e comprende circa 800 organizzazioni sindacali nazionali. Uni nasce nel 2000 come nuovo soggetto sindacale per rispondere alle sfide della nuova economia globalizzata. Per questo si pone come interlocutore privilegiato delle multinazionali, dei governi e delle istituzioni internazionali per la
negoziazione di standard minimi delle condizioni di lavoro e soprattutto per assicurare
l’esercizio del diritto di associarsi al sindacato e di contrattare collettivamente. Punti di
forza della struttura organizzativa sono l’utilizzo delle più moderne tecniche di comunicazione, per assicurare informazione e partecipazione in tempo reale, e i quattro livelli
organizzativi (mondiale, regionale, settoriale e interprofessionale), che assicurano autonomia e coordinazione nelle iniziative.
Uni collabora strettamente con l’Icftu, la Confederazione mondiale sindacale che rappresenta 156 milioni di iscritti in 148 stati, e l’Ilo, l’Organizzazione internazionale del lavoro,
unica istituzione mondiale che riunisce allo stesso tavolo di confronto rappresentanti dei
lavoratori, degli imprenditori e dei governi.
Il segretario generale della Fiba-Cisl, Giuseppe Gallo, è componente del comitato esecutivo mondiale.
Uni Finanza, che riunisce i sindacati bancari e assicurativi, è uno dei settori più rappresentativi con 3 milioni di lavoratori iscritti e 200 sindacati affiliati.
A livello europeo, Uni Europa Finanza coordina le federazioni affiliate nelle attività e nelle
iniziative relative al dialogo sociale europeo, alla contrattazione collettiva, ai rapporti con
le istituzioni Europee, alle imprese transnazionali (Comitati aziendali europei e Società
europea).
In particolare, UnI Europa Finanza ha adottato nel 2002 linee guida di riferimento per la
negoziazione di accordi Cae, che, fra l’altro, prevedono:
– la nomina di un coordinatore sindacale Uni per ogni Cae costituito (di norma il segretario/presidente del Cae),
– la nomina di due esperti Uni per ogni paese europeo, uno per il settore bancario e uno
per il settore assicurativo (attualmente Marina Zanobini, Fiba-Cisl).
Di seguito il link alla pagina web di Uni Europa Finanza dedicato alla contrattazione collettiva, che contiene informazioni sia sui singoli stati sia sui singoli Cae:
http://www.union-network.org/UNICBNetwork.nsf/EWCs?OpenFrameset
Comitati aziendali europei
coordinati da UNI Europa Finanza
Azienda
ABN AMRO (Olanda)
ALLIANZ (Germania)
AXA (Francia)
BARCLAYS (UK)
BNP (Francia)
CITIGROUP (Belgio)
CREDIT LYONNAIS (Fr)
CREDIT SUISSE (Ch)
DEUTSCHE BANK (Ger)
DEXIA (Belgio)
FORTIS (Belgio)
GENERALI (Italia)
HSBC (UK)
HYPOVEREINSBANK(Ger)
ING (Olanda)
KBC-BANK (Belgio)
LLOYDS TSB (UK)
NORDEA PENSION
PRUDENTIAL (UK)
ROYAL&SUN ALLIANCE
SKANDIA (Svezia)
SOCIETE’ GENERALE (Fr)
ZURICH (Ch)
Coordinatore
Huug Gorter (Fnv)
Joerg Reinbrecht (Ver.di)
J. D. Dommergue (Fds-Cfdt)
Andrew Case (Unifi)
Bernard Drevon (Fsbsf-Cfdt)
Dany Balcaen (Lbc-Nvk)
Dominique Tresse (Ffsbsf-Cfdt)
Benny Lammens
Wolfgang Hermann (Ver.di)
William Plas (SETCa)
Bruno Demaitre
Alberto Correnti
Rob O’Neill (Unifi)
Peter Koenig (Ver.di)
Leo Vlek (Fnv)
Wim De Clercq (Lbc-Nvk)
John Bancroft (Unifi)
Steen Fremming (Dfl)
Ian Maidlow (Amicus)
Ian Templeman (Amicus)
Ingolf Lundin (Ftf)
B.V.Carlos (Comfia Ccoo)
Michèle Ledrut
Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006
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FOCUS
– una definizione precisa delle nozioni di “informazione” e “consultazione”, ora troppo evasive;
– una definizione più chiara del
concetto di “controllo”, con riferimento alle imprese che devono o
no essere comprese all’interno di
un gruppo societario;
– la definizione della procedura
per la rinegoziazione degli accordi Cae esistenti;
– previsioni minime per la formazione dei rappresentanti dei lavoratori;
– la previsione di almeno due incontri ordinari per anno, con sessioni preparatorie e conclusive;
– il diritto di accedere ai luoghi di
lavoro e di contattare i lavoratori
da parte dei componenti del Cae;
– la rappresentanza bilanciata di uomini e donne all’interno dei Cae;
– sanzioni dissuasive a carico delle
imprese in caso di gravi violazioni della Direttiva.
Una revisione della Direttiva 45/94
nel senso indicato è sicuramente la
condizione minima per poter rende-
re pienamente esigibili i diritti di informazione e consultazione dei lavoratori nel contesto europeo, ma l’esigenza che comincia a manifestarsi
nell’esperienza concreta dei Cae è
quella di portare a sintesi una regolamentazione armonizzata sulle materie d’interesse transnazionale con il
conseguente necessario trasferimento ai Cae di alcuni poteri negoziali.
La materia, ovviamente delicata e
complessa, è però già oggetto di discussione sia a livello sindacale (mentre le corrispondenti associazioni datoriali europee rifiutano anche la sola
consultazione sul processo di revisione della Direttiva 45/94/CE) sia in sede istituzionale europea, con la predisposizione da parte della Commissione europea di un primo studio di
fattibilità tecnica e legale in vista della
definizione di una possibile legislazione quadro di riferimento per la
contrattazione europea (ridefinizione
dei livelli, dei soggetti e delle competenze negoziali a livello aziendale,
nazionale e transnazionale).
La Società europea (Se)
L’introduzione da parte del legislatore europeo (dopo una gestazione,
ad onor del vero, quasi trentennale)
di un nuovo tipo di società, la Società di diritto europeo ha risposto
in primo luogo ad esigenze economiche e di semplificazione burocratica ed organizzativa.
La Se è, infatti, per principio una
impresa transnazionale e come
tale viene disciplinata in modo uniforme, almeno nelle regole di base,
Alliance verso la Società Europea
Il coinvolgimento dei lavoratori nell’impresa europea è senza dubbio l’aspetto più interessante nell’ambito della costituzione della Società europea. È bene precisare in premessa che la Società Europea (Se) rappresenta un tipo societario nuovo per l’esercizio delle imprese. La Se si presenta come transnazionale e necessita di una disciplina uniforme, almeno nelle regole di base, nei diversi Paesi che compongono il mercato unico.
In Italia, il processo di ricezione delle direttive europee, pur essendo stato avviato in ritardo rispetto ad altri Paesi, ha registrato un primo
positivo risultato con la firma (2 marzo 2005) di un Avviso Comune tra Confindustria, Abi, Ania e altre con Cgil-Cisl-Uil che ha costituito la base del successivo atto legislativo (dl.188 del 19.8.05).
Non è nella finalità di quest’articolo l’analisi delle “ricadute economiche” dello Statuto della Società europea. Richiamo solo la convenienza di un ordinamento favorevole alle imprese che intendono operare nella prospettiva di una loro più ampia dislocazione sul territorio comunitario. La possibilità cioè di poter mettere in comune, mediante operazioni di fusione (vedi Allianz con Ras) il potenziale delle
imprese esistenti in Stati membri differenti. Sarà possibile inoltre per la Società Europea effettuare fusioni transfrontaliere e trasferimenti delle sedi sociali in altro Stato membro, senza dover passare attraverso lo scioglimento della società stessa.
Queste operazioni non erano prima consentite dai vari ordinamenti nazionali. Nell’articolazione legislativa (europea e nazionale) sono
normati i criteri d’uniformità, armonizzazione, disciplina generale e modalità di costituzione di una Se (per fusione, trasformazione, holding o affiliata). Riprendo ora alcuni temi che interessano in particolare il coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori.
La normativa vigente prevede che l’amministrazione della Se possa essere strutturata secondo due sistemi differenti: il sistema dualistico
(quello scelto da Allianz) e il sistema monistico. La scelta è rimessa allo Statuto della Se.
Nel sistema dualistico, all’organo di direzione che gestisce sotto la propria responsabilità la Se, si affianca l’organo di vigilanza, il quale esercita un potere di controllo della gestione, assicurata dall’organo di direzione,ma non può svolgere esso stesso il potere di gestione.
L’organo di vigilanza rappresenta senza dubbio una profonda novità per la realtà storica italiana. Quest’organo amministrativo, composto
per la metà da membri nominati dai lavoratori, viene informato dall’organo di direzione, almeno ogni tre mesi sull’andamento degli affari
della Se e sulla loro probabile evoluzione e sugli avvenimenti che possono avere ripercussioni sensibili sulla situazione della Se.
Lo Statuto della Se può stabilire quali categorie di operazioni devono essere autorizzate dall’organo di vigilanza il quale può chiedere alla
direzione ragguagli di qualsiasi genere necessari al proprio controllo. Si tratta di fatto di un ruolo di informazione e consultazione (il presidente ad esempio è sempre indicato dall’impresa) il cui parere può condizionare le scelte direzionali.
Infine lo Statuto della Se deve contenere disposizioni specifiche volte a garantire che la costituzione di una Se non comporti la scomparsa
o la riduzione della prassi di coinvolgimento dei lavoratori esistenti nelle società partecipate. Si definiscono procedure per l’informazioLavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006
11
FOCUS
a prescindere dallo stato comunitario dove decide di stabilire la propria sede legale.
Giuridicamente, alla costituzione
di una Se si può arrivare con una
delle seguenti modalità (Regolamento 2157/2001 del Consiglio
dell’8.10.2001):
a) fusione di più società Spa o Se,
delle quali almeno 2 abbiano sede
effettiva in Stati membri differenti;
b) costituzione di una “Se holding”
da parte di una Spa, Se e Srl, almeno due delle quali abbiano la sede
effettiva in Stati membri distinti;
c) costituzione di una “Se affiliata” da
parte di società, Se o altre entità giuridiche di diritto pubblico o privato,
almeno due delle quali abbiano la
sede effettiva in Stati membri diversi;
d) trasformazione di una società Spa
avente da almeno due anni una affiliata in uno
Stato membro diverso
da
quello
della sua sede effettiva.
Ma
l’intervento del legislatore si è
spinto molto più in là della semplice
predisposizione delle condizioni favorevoli alla nascita della Società di
diritto europeo, entrando nel merito
di questioni importanti anche e soprattutto dal punto di vista sindacale.
Il presupposto è che la costituzione
di una Se implica di per sé una trasformazione dei precedenti assetti relazionali e di potere all’interno di ciascuna delle società coinvolte con
conseguenze di rilievo anche sull’efficacia delle forme di coinvolgimento
dei lavoratori attuate in precedenza.
Di qui la Direttiva 2001/86/Ce, che
ha l’obiettivo di garantire che la costituzione di una Società europea
“non comporti la scomparsa o la riduzione delle prassi di coinvolgimento dei lavoratori esistenti nelle
società partecipanti alla costituzione
di una Se”, imponendo il rispetto di
una soglia “minima” di diritti di coinvolgimento dei lavoratori nella Se
stessa, che si deduce dalle modalità
di coinvolgimento applicate in “passato” nelle società fondatrici della Se.
La Direttiva, cioè, pur segnando il
passo dal punto di vista dell’innovazione nel campo degli strumenti di
dialogo sociale, limitandosi alla sal-
vaguardia dei diritti acquisiti, garantisce nei fatti l’estensione di tali diritti
a tutti i dipendenti della nuova Se, ivi
compresi coloro che ne erano precedentemente sprovvisti (ed è questa
la situazione dei lavoratori italiani).
La portata innovatrice della Direttiva 2001/86/Ce si comprende pienamente considerando, infine, che essa recepisce, seppur in un contesto
diverso, una delle storiche rivendicazioni della Ces, riconoscendo formalmente le organizzazioni sindacali come attori-esperti che intervengono ad assistere il gruppo speciale di negoziazione .
In tutte le direttive precedenti in
materia di diritti d’informazione e
consultazione mai era stato attribuito alle organizzazioni sindacali un
ruolo formale di sostegno o un ruolo nel negoziato.
La Direttiva precisa che il coinvolgimento dei lavoratori nella Se consiste
in un “qualsiasi meccanismo, ivi comprese l’informazione, la consultazione e la partecipazione, mediante il
quale i rappresentanti dei lavoratori
possono esercitare un’influenza sulle
decisioni che devono essere adottate
nell’ambito della società”.
ne e la consultazione a livello transnazionale che si aggiungono alle previsioni di legge e di controllo (in Italia
particolarmente tutelanti rispetto ad altri Stati) previste dalle singole normative nazionali.
A tale scopo è prevista la costituzione di una Delegazione speciale di negoziazione in rappresentanza dei lavoratori delle società dei singoli Paesi d’insediamento. Questa delegazione, che resta in per un periodo limitato e contingente, negozia con la Se sulla costituzione dell’Organo di rappresentanza europeo (alternativo all’attuale Cae),
sui diritti base e sui criteri e modalità dell’informazione/consultazione; ovvero su cosa s’intende per “coinvolgimento” che dovrà essere recepito dallo Statuto della Se.
Quest’accordo, che rappresenta di fatto l’altra novità rispetto ai modelli nazionali, sarà efficace se alle parti negoziali
verranno fornite informazioni di qualità per consentire dialettica e comportamenti costruttivi. È questo in buona sostanza lo “scambio”, la ratio
della Se: convenienze commerciali per le imprese nell’ambito di un unico mercato europeo e maggior ruolo dei lavoratori attraverso i loro
rappresentanti.
“L’avventura”della Società europea, primo caso nel settore, è iniziata per Allianz nel settembre 2005 quando è stata comunicata la fusione di Ras in Allianz e la trasformazione di quest’ultima in Se. Si tratta di un operazione estremamente complessa che determinerà una
serie di modificazioni che investiranno l’intero Gruppo Ras.
La prima parte dell’operazione ha previsto un’offerta pubblica di acquisto da parte di Allianz delle azioni Ras ed, entro la fine del 2006, la
incorporazione in veste giuridica di Società europea con il conferimento di tutte le attività.
Dal punto di osservazione sindacale Ras, si è dichiarata disponibile per addivenire agli accordi previsti dalla legge e dal contratto nazionale, lo scopo è di mantenere l’integrità del gruppo sul territorio nazionale e la professionalità degli addetti.
La negoziazione per il “coinvolgimento” – Statuto, Organo di rappresentanza e altro..-per le aziende del Gruppo tedesco Allianz, con circa
ottomila dipendenti in Italia tra Ras, Rasbank, Lloyd Adriatico, Mondial,Allianz Subalpina, Euler, inizia a Monaco di Baviera il 28 marzo 2006.
Per la Fiba-Cisl e per tutto il sindacato di settore, sarà nei fatti l’inizio di un percorso di verifica per aiutare la creazione di un’Europa non
solo dei capitali e degli interessi finanziari, ma anche e soprattutto dei lavoratori.
Giovanni Casiroli
Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006
12
FOCUS
La “partecipazione”, in particolare, a sua volta si sostanzia
nel diritto dei lavoratori e/o
dei loro rappresentanti di
eleggere o designare alcuni
componenti dell’organo di vigilanza o di amministrazione
della società o di raccomandare la designazione di alcuni
o tutti i componenti dell’organo di vigilanza o di amministrazione della società e/o di
opporvisi.
La disciplina del coinvolgimento dei lavoratori nella Se
non cambia pur in presenza
di strutture amministrative
differenziate: l’opzione è fra il
sistema monistico, con la presenza esclusiva del consiglio
di amministrazione, e il sistema dualistico, dove all’organo di gestione si affianca l’organo di vigilanza, che esercita il potere di controllo della
gestione stessa.
La procedura prende avvio in
modo concretamente diverso
rispetto al Cae, ponendo ad
esclusivo carico dell’azienda o
delle aziende interessate l’onere di informare i lavoratori dell’avvio del processo di costituzione della Se (con particolare
riferimento all’identità e al numero di lavoratori delle società
partecipanti, delle affiliate o
dipendenze interessate, per
avviare una negoziazione).
Sono, quindi, i dirigenti delle
imprese coinvolte a doversi
attivare per mettere i lavoratori nelle condizioni di poter costituire la delegazione speciale di negoziazione (Dsn) che
contratterà con l’azienda l’accordo per il coinvolgimento
dei lavoratori stessi nella nuova Se.
L’importanza di tale procedura è confermata dal fatto che
sia il Regolamento che la Di-
Unicredit, l’Europa, le regole
Il 2005 costituisce per UniCredit l’anno della svolta, quello che ha trasformato una banca italiana
con delle radici in alcuni stati europei, in un gruppo di dimensione europea, fortemente radicato
oltre che in Italia, nell’Europa centrale e dell’est, tutto ciò tramite l’accordo con Hvb Group.
L’accordo tra le parti, operativo dal mese di novembre 2005, ha portato UniCredit Group ad essere presente in 19 paesi, con 7000 sportelli e 140.000 dipendenti, facendo nascere nel frattempo, la necessità da parte del sindacato, di “governare” la nuova entità, tenendo conto delle diverse
storie sindacali presenti negli stati coinvolti nell’operazione.
Hvb, ha da diversi anni costituito un Cae, che ha operato nei paesi nei quali era presente, partendo
da esperienze che affondano le radici nella storia della Germania, una delle prime nazioni europee
a muoversi sul difficile terreno della rappresentanza d’interessi multinazionali.
L’esperienza tedesca, è figlia ovviamente della situazione sindacale di quel paese che, vede gli
iscritti al sindacato attorno al 10%, ma che ha tradizioni (da Volkswagen in avanti) e leggi di supporto molto favorevoli alle rappresentanze sindacali; situazioni normative che ritroviamo anche in
Bank Austria, nella quale però la presenza sindacale è molto più robusta, con un 60% di lavoratori
iscritti al sindacato.
Arrivati al 2006, con la presenza degli italiani dove il radicamento sindacale è oltre il 70%, ma le
esperienze in fatto di Cae la latitano, sorge l’esigenza della nascita di un nuovo Cae, che tenga
presente le caratteristiche del nuovo soggetto multinazionale e, quando possibile, salvaguardi le
molte e diverse facce che lo stesso presenta.
La presenza da anni d’UniCredito in paesi dell’est, aveva già portato il sindacato italiano ad interrogarsi sul modo di trasferire parte delle conquiste e delle normative nei paesi dell’ex area comunista;
in questi paesi, come facile immaginare, le normative presenti sono di diretta derivazione dei governi “ante caduta del muro” e sono paragonabili a quelli italiani degli anni ’20.
La composita situazione descritta, ha convito il sindacato italiano ed in particolare la Fiba, che nell’Europa della moneta unica, seppur con politiche nazionali molto diverse, si debba creare un modello di relazioni sindacali ispirato alla Società europea, in modo da portare diritti e garanzie, anche
in quei paesi che oggi sono all’alba delle conquiste sindacali. Il modello da costruire, deve tenere
conto del fatto che il modello tedesco di partecipazione con la presenza rappresentanti dei lavoratori nel Supervisory Board, non ha corrispondenza alcuna con la situazione italiana, e prevedibilmente incontrerà la contrarietà d’UniCredito, oltre a quella di qualche organizzazione sindacale.
Proprio la partecipazione dei lavoratori ad organismi di “governo” e non solo di controllo, dovrebbe
favorire in Italia un confronto tra le varie componenti sindacali; confronto che dovrebbe superare
mere divisioni ideologiche, per ragionare su fatti concreti, avendo presente che la partecipazione di
rappresentanti dei lavoratori ad organismi aziendali, consentirebbe di conoscere anticipatamente le
politiche di un gruppo iperattivo come UniCredito, per potere se del caso, controbatterle fin dal nascere, anziché rincorrere solo le ricadute di decisioni ormai prese.
Oggi alla necessità della nascita in tempi rapidi di un Cae, che abbracci paesi anche non Ue, si affianca con forza l’urgenza di creare un sistema di relazioni sindacali al passo con i tempi, soprattutto adeguato ad un gruppo che si estende dai mari del Nord alla Turchia, che si muove con
estrema disinvoltura anche alla presenza di “intoppi istituzionali”, come dimostrato dalla soluzione raggiunta in Polonia.
L’urgenza quindi di dotarsi di normative che consentano l’istituzione del Cae, viaggia di pari passo
con i contenuti, che diventa indispensabile ritrovarvi.
La rapidità dell’evoluzione del sistema bancario, passato nel caso d’UniCredito da banca internazionale a grande gruppo europeo, deve spingere il sindacato a far sì che la controparte riconosca
al Cae il diritto ad avere non solo informativa “postuma”, ma possibilità di confronto prima che le
decisioni diventino operative. È indispensabile provare ad imporre ad Unicredit oltre a quanto sopra, anche il riconoscimento in tutti i paesi della responsabilità sociale così come intesa dal protocollo del giugno 2004, o delle best-practices,
La possibilità oggi del sindacato di incidere sulle scelte aziendali in senso favorevole ai lavoratori, è
direttamente proporzionale alla tempestività con cui si viene a conoscenza dei piani aziendali; è
altresì molto improbabile che anche un gruppo come UniCredit che si dice (si badi si dice…), all’avanguardia nelle relazioni industriali, sia favorevole ad ampliare il confronto con il sindacato oltre alle striminzite regole degli attuali Cae.
Proprio sulle effettive volontà di far partecipare i rappresentanti dei lavoratori, in modo più incisivo alle scelte aziendali, si giocheranno le prime partite sulla costituzione dei Cae, vedremo se i
tanti proclami di disponibilità venuti da parte d’UniCredito si concretizzeranno in norme avanzate ed adeguate ad un gruppo che si vanta di praticare la responsabilità sociale e che per primo si
è dotato di una CARTA D’INTEGRITÀ.
Ezio Massoglio
Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006
13
FOCUS
rettiva stabiliscono che la costituzione e la registrazione della Se è subordinata alla espressa previsione di
una modalità di “coinvolgimento
dei lavoratori”.
La composizione della Dsn è garantita da norme altrettanto rigide: ogni
10% della (futura) forza lavoro della
Se ha diritto ad un posto nell’organismo, così come ogni paese in cui
sono presenti dipendenti delle società partecipanti alla Se (e ad
ognuna delle società preesistenti in
caso di creazione di una Se attraverso una fusione).
La contrattazione può durare fino a
dodici mesi e l’ipotesi di accordo finale deve essere approvata dalla
Dsn a maggioranza assoluta dei delegati che rappresentino anche la
maggioranza assoluta dei lavoratori
interessati.
Una maggioranza (ancor più) “rafforzata” di voti all’interno della Dsn
(due terzi della Dsn in rappresentanza dei due terzi dei lavoratori interessati di almeno due stati diversi) è invece richiesta allorché l’accordo definisca modalità e contenuti della partecipazione negli organi societari di amministrazione o
di vigilanza tali da condurre a una
“riduzione dei diritti di partecipazione”, intendendosi per tale una
presenza dei rappresentanti dei lavoratori negli organi di amministrazione o di vigilanza della Se “inferiore alla quota più elevata” preesistente in una qualsiasi delle società
fondatrici.
Il fallimento dei negoziati, invece,
comporta l’applicazione delle norme di riferimento, che disciplinano
l’informazione, la consultazione e la
partecipazione.
Mentre, però, i diritti di informazione e consultazione e la relativa costituzione dell’organismo di rappresentanza dei lavoratori sono garantiti in ogni caso (e costituiscono una
condizione sufficiente per poter registrare la Se), i diritti minimi di par-
Generali, l’esperienza Cae
Il Comitato aziendale europeo del gruppo Generali, quest’anno, spegne la sua 12a candelina. Fu infatti nel marzo del 1994 che a Blankenberge, in Belgio, per la prima volta rappresentanti dei lavoratori del gruppo Generali provenienti dai principali paesi europei si
riunirono intorno ad un tavolo per iniziare un cammino che, se pure previsto da una Direttiva europea, veniva sentito come una necessità di conoscenza e di collaborazione fra
le variegate realtà del gruppo Generali.
Da quel giorno di passi avanti se ne sono fatti molti, ma il percorso è ancora lungo e non
privo di difficoltà. Nel 1997 venne sancita ufficialmente, con la sottoscrizione tra la Dsn
(Delegazione speciale di negoziazione) e la capogruppo dell’accordo sul Cae, la nascita di
questo nuovo organismo di consultazione dei lavoratori del gruppo.Vi facevano parte
rappresentanti di 10 nazioni che da subito si trovarono a dover affrontare la necessità di
creare un linguaggio comune fra tutti, non tanto a livello di lingua (quasi tutti masticavano
un po’ di inglese e durante le riunioni era garantita la traduzione nelle varie lingue), ma di
termini che identificassero in modo univoco, per esempio, le varie figure professionali, le
varie metodologie di lavoro, i termini usati nei contratti nazionali; da qui la nascita di un
“glossario” che ha aiutato, in questi anni, tutti i delegati a comprendere meglio le diversità esistenti tra le varie nazioni.
Nel 2000 l’accordo è stato rivisto, di comune accordo, anche in prospettiva dell’allargamento della Comunità europea; sono state apportate delle integrazioni e delle modifiche
resesi necessarie dall’esperienza dei primi anni di attività. In particolare si è codificata la
necessità di creare dei percorsi formativi per i delegati. Da qui sono nati numerosi corsi
di formazione. Centralizzati, per tutti i delegati, su: rappresentanza dei lavoratori a livello
nazionale ed aziendale, orario di lavoro nelle varie realtà del gruppo, reti di vendita, la società europea (SE) per esempio; altri, personali e decentrati per migliorare le proprie conoscenze linguistiche.
Con l’ingresso, nel 2004, nella Comunità europea dei paesi dell’Est Europa il numero delle nazioni e dei delegati è aumentato in modo considerevole: ora il Cae riunisce più di
trenta delegati provenienti da 15 paesi. Questo fa sì che il Cae Generali sia, nel settore finanziario, il Cae che, a livello europeo, rappresenta il maggior numero di nazioni.
Quest’anno, poi, si andrà a rivedere l’accordo che dovrà, a nostro avviso, allargare le
competenze e le possibilità di intervento di quest’organismo a difesa e a garanzia di una
corretta applicazione, in tutte le nazioni, dei diritti e delle tutele dei lavoratori sancite
dalle varie Direttive europee spesso disattese.
Ma, ci si potrà chiedere, quali sono i rapporti con la dirigenza del gruppo e come viene visto il Cae da parte dei lavoratori?
Sul primo interrogativo la risposta è: è stata dura! È stato duro far capire ad una dirigenza che, pur facendo parte di un gruppo internazionale, non vedeva oltre al suo piccolo orticello, e che vedeva la nascita, imposta, del Cae come un’ulteriore controparte
sindacale, i reali ambiti e gli scopi di questo organismo. Per fortuna le cose sono e stanno cambiando, forse anche merito di una presidenza non italiana che ha dimostrato di
avere una visione più internazionale che nazionale. Ora, e spiace dirlo, la dirigenza di
gruppo ha una visione molto più “europea” delle delegazioni nazionali dei rappresentanti dei lavoratori.
Per quanto riguarda il rapporto con i lavoratori, solo nelle nazioni dove il concetto di
“comunità europea” viene vissuto in modo positivo, il Cae è riuscito a farsi conoscere ed
apprezzare; nelle realtà dove l’Europa viene vista come fumo negli occhi o dove vi è il “filtro” delle rappresentanze dei lavoratori o delle oo.ss. timorose di perdere “potere”, il
Cae non è riuscito ancora a stabilire un rapporto diretto con i lavoratori. Solamente
quando il Cae verrà accettato, condiviso e apprezzato da TUTTI i lavoratori del gruppo,
solamente allora potrà dire di aver raggiunto il suo scopo, la sua meta.
Alberto Correnti
tecipazione sono specificati caso
per caso, a seconda delle modalità
di costituzione della Se e di partecipazione dei lavoratori nelle società
Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006
14
preesistenti e, di fatto, sono garantiti solo se forme di partecipazione
erano già presenti in almeno una
delle società partecipanti alla Se.
SOCIETÀ CIVILE
a cura di Paola Vinciguerra
LA MAFIA
UCCIDE,
IL SILENZIO PURE
La Sicilia
dopo Bernardo
Provenzano
Cinisi (Pa), 7-9 Maggio,
Forum Sociale Antimafia 2006.
Migliaia i giovani accorsi alla marcia antimafia che si è svolta lo
scorso 9 maggio dalla sede storica di Radio Aut di Terrasini (Palermo), da dove Peppino Impastato tuonava contro i mafiosi denunciando soprusi e illegalità, alla
Casa della Memoria di Cinisi.Tante le bandiere della pace, stessi
gli striscioni che accompagnarono i funerali di Peppino
28 anni fa.
Intervista
a Giovanni
Impastato
“Caro Angelo, caro Francesco Paolo,
sono stato anch’io ragazzo come voi
e ancora prima di me lo è stato mio
fratello Peppino, che ha pagato con
la vita la sua scelta. Siamo tutti figli
partoriti dalla stessa mafia (..) quando mio padre morì provai un dolore
atroce (..) ma contemporaneamente
non riuscivo a contenere quel senso
di liberazione dal vincolo di mafiosità che mi aveva lacerato fino a quel
momento (..) ho deciso di guardare
avanti per fare di me stesso un uomo libero dalla schiavitù mafiosa (..)
Per questo con delicatezza,con umiltà, senza la spocchia di chi è riuscito
a vincere dentro di sé la battaglia
più difficile, mi rivolgo a voi.(..) nessuno vuole, tanto meno io, che rinneghiate l’amore profondo che vi lega
a lui. Ma tacere è condividere.(..) ec-
co perché il giudizio deve essere necessariamente severo e chiaro.(..)
Questi gli stralci
più significativi e
toccanti della lettera che Giovanni
Impastato, fratello
di Peppino ucciso
dalla Mafia nel
1978, ha pubblicamente scritto ai
figli di Bernardo Provenzano all’indomani dalla cattura del superlatitante e capo supremo della mafia.
Incontro Giovanni alla Casa della
Memoria, distante 100 passi da
quella del boss Badalamenti, che
fu sua e di Peppino durante l’infanzia e dove abitò Felicia, la madre, fino alla sua morte nel 2004.
Perché la scelta di scrivere ai
figli del boss Provenzano?
I figli di Provenzano conducono
una vita diversa del padre. Uno si
è laureato ed insegna italiano in
Germania, l’altro abita in Sicilia
ma non è coinvolto nell’attività
criminale mafiosa. Scelte di vita
quasi eroiche con un cognome
come il loro. Pensa che impatto
avrebbe sul consenso popolare se
prendessero pubblicamente le distanza dal padre, che valore simbolico. Mio padre non era un mafioso del calibro di Provenzano,
eppure il gesto di Peppino di rinnegare la mafia familiare, primo
nella storia della Sicilia, fu di grande risonanza.Vivere nella legalità
è importante ma non sufficiente.
Come ti è venuta l’idea?
La lettera è nata dal cuore, di getto, senza calcolo, ho sentito di farlo spontaneamente. È stato naturale per me identificarmi in loro.
Come hanno reagito alla lettera?
Non ho avuto risposta, ma il loro
avvocato mi ha fatto sapere che
l’hanno ricevuta e gradita, il che è
per me già un buon risultato. Ho
cercato di mantenere nella lettera il rispetto umano per il padre
anche se mi dissocio completamente dalle sue scelte criminali,
penso sia stato apprezzato.
Appare stanco e disilluso Salvo,
malgrado i giovani appassionati
accorsi in questi giorni a Cinisi,
malgrado il suo costante e infaticabile impegno nell’antimafia,
malgrado la nuova primavera di
Palermo, la rinascita delle coscienze contro la mafia.
Perché hai l’aria di uno che ha
combattuto e perso la sua battaglia?
Sono trent’anni che si parla di rinascita, riscatto, indignazione, ma
poi le cose non cambiano. Qui a
Cinisi, ad esempio, non è cambiato nulla. Il 90% della gente è asservita alla mafia, è indifferente,
non ha condiviso e non condivide
nemmeno oggi la lotta di Peppino. A Palermo le cose non sono
poi così diverse: i giovani, gli studenti sembrano decisi a lottare,
alcuni pezzi della società reagiscono, gli intellettuali, parte della
classe media – la candidatura di
Rita Borsellino incarna tutto questo – ma la gran parte della popolazione convive o è costretta a
convivere con la mafia.Trovare lavoro in Sicilia è ancora oggi difficile. È lì che si insinua il ricatto,
quello che io chiamo meccanismo
nazista: se vuoi lavorare devi legarti a qualche potente, il clientelismo è il cancro di questa
terra, la disoccupazione e la sottocultura sono le cause. E allora
come si può cambiare…
Ma mi pare ci siano segnali
forti di rinnovamento.. la manifestazione Addiopizzo della
settimana scorsa a Palermo ha
portato 10 mila persone in
piazza…
Si questo è vero, però fino a quando non vedremo sfilare in corteo
i ceti popolari, i malacarni, non potremo essere ottimisti. La legalità
non riempie lo stomaco. Ci vuole
giustizia sociale, opportunità di lavoro regolare per i giovani dei
quartieri degradati, su questo si
può sperare di costruire un vero
movimento di massa. Bisogna
contrapporre interessi ad interessi, lavoro, sviluppo e diritti a privilegi, precarietà e lavoro nero.
Un ricordo, un insegnamento
di Peppino…
Ci ha insegnato ad andare avanti,
senza tentennamenti, senza mediazioni, senza paura, a non scendere mai a patti con i propri valori e convinzioni. Un’eredità ingombrante e preziosa.
Intervista a
Salvo Vitale
Docente di filosofia, amico fraterno
di Peppino, autore della sua biografia e curatore di un libro di poesie
dedicate a Peppino appena edito.
Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006
15
Intervista
a Lucia Sardo
Intensa ed impegnata attrice siciliana e interprete nel film “I cento
passi” di Felicia Impastato, la madre di Peppino –
Ho saputo che stai preparando uno spettacolo teatrale su
Felicia, come la interpreterai?
Ho girato tutte le scuole d’Italia
presentando il film di Marco Tullio
Giordana e tutti mi fanno i complimenti su come ho reso la figura della madre di Peppino, donna
dignitosa e chiusa nel suo dolore.
Ma Felicia, che ho conosciuto e di
cui sono diventata amica, era
molto di più.Voglio rendere giustizia alla sua figura, mostrare il
suo vero volto.
Com’era la Felicia reale?
Era spiritosa, ironica, di grande intelligenza, una donna forte ed eccezionalmente anticonformista
per i suoi tempi. Molto prima che
Peppino si impegnasse nella lotta
antimafiosa, aveva fatto delle scelte inconcepibili per il suo ambiente: aveva rotto negli anni 50 un fidanzamento ufficiale per sposare
l’uomo che amava e contemporaneamente si era dissociata dalla
famiglia mafiosa alla quale il marito apparteneva. Non frequentava
i mafiosi – “a casa mia i mafiosi
non debbono mettere piede”
aveva detto da subito al marito –
non andava ai matrimoni o ai funerali. Pensate a Cinisi, uno scandalo! Lei era la vera rivoluzione. Il
dolore indescrivibile per la morte
del figlio l’aveva pietrificata, mai
una lacrima, chiedeva solo giustizia e fu proprio la sua cocciutaggine a fare riaprire le indagini che
portarono alla sentenza contro
Tano Badalamenti, anche se dopo
25 anni di battaglie legali.
Di Felicia è stato scritto e detto tutto, quale aspetto inedito
proporrai tu che l’hai conosciuta bene?
Felicia era fiera ma allo stesso
tempo si portava dentro un senso
di colpa indicibile per la vicenda di
suo figlio, si sentiva responsabile
delle scelte e dunque della fine
tragica del figlio. Diceva “Io l’ho
fatto diventare così ! Se solo fossi
stata diversa, se non gli avessi dato, col mio comportamento ribelle, l’esempio, se fossi stata più sottomessa alle regole mafiose, magari oggi sarebbe ancora vivo”.
CCNL
ANIA
Un rinnovo
di qualità
di Guido Cavalieri
Il contesto, gli obiettivi su cui
aprire il confronto, i contenuti
L
tà, tentando di sfuggire ai recinti normativi del contratto.
In questi anni il sindacato, con grande senso di responsabilità, ha gestito con le imprese il riposizionamento
strategico ed il riequilibrio competitivo del sistema assicurativo, contribuendo attraverso le buone pratiche e il
dialogo sociale a ridisegnarne il perimetro normativo ed
industriale, a riscrivere i dettami di relazioni sindacali
più coerenti con i nuovi assetti organizzativi, a garantire
la tutela dell’occupazione.
Nel solco di questa consolidata tradizione assume rilevanza prioritaria realizzare momenti innovativi nel panorama politico del contratto: la condivisione di principi e valori finalizzati ad uno sviluppo compatibile e socialmente sostenibile del sistema assicurativo e improntato alla difesa degli interessi di tutti gli stakeholder.
L’obiettivo è quello di favorire la diffusione della cultura, dei principi e dei valori ricompresi nella Responsabilità sociale d’impresa.
La Rsi non può essere definita solo dalle aziende con
modalità autoreferenziali; le parti si dovranno adoperare congiuntamente, a livello aziendale e/o di gruppo,
per definire gli standard di riferimento a successivamente verificare la coerenza dei comportamenti.
Anche in relazione al nuovo quadro di riferimento europeo, in linea con la strategia di Lisbona, l’adozione della
Rsi come strumento qualificante per definire le coerenze di comportamento delle imprese, dovrà porre al centro del confronto l’obiettivo perseguibile di equilibrio
tra eccellenza della produzione basata sulla conoscenza
e sull’innovazione e sviluppo con nuovi e migliori posti
a stagione del rinnovo del Contratto collettivo
Ania si colloca in uno scenario politico ed economico complesso e contraddittorio al tempo stesso.
Il nostro Paese versa in una condizione di preoccupante
stagnazione, scandita da un tasso di crescita assai modesto e che nel 2005 è stato addirittura pari allo zero.
La preoccupazione non poggia tanto le sue ragioni nel
rapporto con i Paesi emergenti, imbattibili sul piano dei
costi di produzione e pericolosamente fautori di modelli economici senza diritti, quanto dal confronto con i
Paesi occidentali industrializzati che ci pone desolatamente in coda all’Europa per carenza di investimenti in
tecnologia e ricerca e quindi per qualità di prodotti.
In questo contesto di diffusa difficoltà il settore assicurativo, in piena controtendenza col quadro generale, realizza risultati assai lusinghieri: raddoppio dell’incidenza
dei premi sul Pil, aumento del portafoglio e della produttività, consolidamento della positiva gestione industriale anche nel ramo RC Auto, risultati di bilancio nettamente attivi e con dividendi costantemente in crescita
e in molti casi a livelli record.
Il settore continua ad essere interessato da importanti
processi di riorganizzazione attraverso fusioni, acquisizioni, sinergie operative, società collegate con specifiche
missioni di mercato, costituzione in Società europea.
All’interno di questa dinamica industriale le imprese
tendono progressivamente a diversificare i canali acquisitivi in una logica di compressione dei costi, a sviluppare esperienze di banca-assicurazione, a perseguire indebiti obiettivi di esternalizzazione di segmenti di attivi-
Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006
16
CCNL
di lavoro e una maggiore coesione
sociale.
Da qui la valorizzazione delle risorse umane, della loro professionalità,
le garanzie occupazionali, la qualità
del servizio.
Altra questione di specifica nobiltà
contrattuale è la richiesta del consolidamento dell’area contrattuale e
della gestione dei processi di riorganizzazione, a cominciare dalla liquidazione dei sinistri che occorre traghettare da settore privilegiato dalle
imprese per operare tagli o presunti
risparmi, al ruolo di garante della
qualità del servizio, di strumento
reale per reimpostare il rapporto assicurativo su nuove basi di fiducia e
rispondere positivamente alle sfide
poste dalla liquidazione diretta del
danno.
Per questo occorre una maggiore e
qualificata presenza sul territorio, la
gestione della liquidazione attraverso personale dipendente, organici
adeguati e professionalizzati, strutture funzionali ai nuovi impegni previsti dal Codice delle assicurazioni.
Nell’economia del rinnovo, l’occupazione assume un valore centrale:
dopo anni di contrazione degli organici crediamo sia doverosa una
visibile inversione di tendenza per
ridare slancio all’occupazione stabile e garantita.
Il confronto sulle tematiche connesse alle flessibilità d’ingresso dovrà
trovare il suo approdo positivo all’interno del rinnovo del contratto,
coordinandone l’applicabilità al settore anche alla luce di possibili modifiche legislative in materia.
In coerenza con questa impostazione e con l’obiettivo di ricomposizione e riqualificazione del processo
organizzativo delle imprese, il sindacato ritiene proponibile una evoluzione delle tematiche ricomprese
nella terza parte del contratto, attraverso la valorizzazione professionale ed economica degli addetti al
call-center, nella prospettiva di un
funzionale riallocamento di queste
risorse nell’ambito delle disponibilità assuntive delle imprese.
Ne consegue che la formazione assume il valore di strumento imprescindibile di qualità dell’occupazione e di affermazione delle professionalità in un mercato fortemente
competitivo; in qusta ottica vanno
concretamente tradotte le potenzialità offerte dagli Enti bilaterali (Enbifa, For.Te), non sempre considerati
e vissuti con la necessaria convinzione, per dare seguito coerente all’esigenza di qualificazione strategica del personale e per riaffermare il
valore della bilateralità inteso come
significativo appuntamento di partecipazione e coinvolgimento su
obiettivi condivisi di eccellenza politica.
Va ribadita la scelta di politica contrattuale che sappia dare, come in
passato, risposte adeguate alle nuove emergenze di welfare, confermandone l’impostazione integrativa
delle coperture pubbliche.
L’incremento richiesto per la Long
term care esplicita la volontà di
completare un progetto di qualità
Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006
17
sociale e solidaristica, consolidando
il ruolo innovativo e propulsivo di
un settore che, nell’ambito dell’assistenza e della previdenza, intende
proporre modelli di tutela esportabili e per questo di rilevante impatto
sociale.
La qualità delle relazioni sindacali
ha rappresentato senza dubbio una
risorsa importante per governare il
profondo processo di cambiamento
del settore e il sostanziale recupero
di economicità delle imprese.
In questo contesto appare dunque
ampiamente motivata l’impostazione della richiesta economica ancorata all’ambivalenza delle direttrici
di una tutela reale delle retribuzioni
e di un riconoscimento concreto al
contributo offerto dai lavoratori allo
sviluppo economico del settore assicurativo.
Su questi obiettivi siamo pronti ad
aprire il confronto secondo una tradizione consolidata e forte di valori
basati sul dialogo sociale, la partecipazione, l’assunzione di responsabilità, la coerenza di mandato di
rappresentanza.
Siamo convinti che le scelte industriali delle imprese attuate con la
barra rivolta all’affermazione di
modelli industriali socialmente sostenibili, alla valorizzazione delle
risorse umane, alla qualità del servizio, al giusto riconoscimento
economico, in una logica di difesa
e consolidamento dell’integrità
d’impresa, possano favorire partecipazione e condivisione di obiettivi di crescita e sviluppo. coltivare
un più produttivo senso di appartenenza dei dipendenti, riguadagnare la fiducia dei cittadini nei
confronti di un settore che deve assicurare speranze e offrire garanzie
in forme coerenti con il ruolo sociale che esso riveste nell’economia e nella società.
Anche a questo è finalizzato il confronto per il rinnovo del contratto
collettivo.
COME CALCOLARE...
Part-time orizzontale:
ok ai contributi volontari
a cura di Cesare Sandulli
on la circolare 29 del 23 febbraio 2006 l’Inps fornisce
chiarimenti in merito all’applicazione dell’art. 8 del D.Lgs. n°
564/96, riconoscendo la possibilità di effettuare versamenti
volontari ai lavoratori con
contratto a tempo parziale a
prescindere dalla tipologia del
contratto (prima della presente
circolare il diritto al versamento
dei contributi volontari era riservato al part-time verticale).
In questi ultimi anni sono stati
C
fettua il part-time orizzontale. Infatti la copertura piena per i periodi non lavorati era già possibile. In questi casi la contribuzione
volontaria oltre ad aumentare
l’entità della pensione produce
anche effetti positivi sul raggiungimento del diritto alla pensione.
Facciamo un semplice esempio:
un lavoratore che ha effettuato
prestazioni di lavoro per 20 anni
a tempo pieno e altri 20 anni lavorando solo 6 mesi all’anno, maturerà un’anzianità contributiva di
sollevati dubbi sulla corretta interpretazione del soprarichiamato D.Lgs., inducendo gli interessati a non richiedere l’autorizzazione ai versamenti volontari. Questa situazione di incertezza ha
spinto l’Inps a consentire la copertura dei periodi svolti a parttime dal 1° gennaio 1997 e fino a
tutto il 2004.
La novità sostanziale consiste nella possibilità di integrare la contribuzione Inps per aumentare
l’entità della pensione per chi ef-
soli 30 anni e non 40, in quanto
gli ultimi 20 anni gli valgono la
metà; pertanto non potrà ancora
accedere alla pensione di anzianità (servono infatti 35 anni di contributi e, fino al 2007, 57 anni di
età). In questo caso sarebbe stato
opportuno effettuare i versamenti volontari per coprire i periodi
non lavorati e poter andare in
pensione 5 anni prima.
Analizziamo, ora, gli aspetti più significativi della normativa che
stiamo trattando.
1. Le fattispecie di rapporto di lavoro part-time e relativa copertura assicurativa.
il versamento dei contributi
per il periodo richiesto avrà
Part-time verticale
con prestazioni lavorative a tempo
pieno in alcune settimane, alternate
da settimane non lavorate.
Funzione di copertura
utile sia ai fini del diritto
(requisiti per l’accesso alla pensione)
che della misura della pensione
(prestazione).
il versamento dei contributi
per il periodo richiesto avrà
P art-time orizzontale
Funzione integrativa
con prestazioni lavorative in ogni
settimana.
utile ai solo fini della misura
(quantità della prestazione
pensionistica).
il versamento dei contributi avrà
P art-time misto
Funzione integrativa
con periodi con prestazioni lavorative
settimanale ad orario ridotto e altri
periodi interamente non lavorati.
per i periodi con prestazioni
lavorative settimanali e
➠
Funzione di copertura
per i periodi interamente non lavorati
IMPORTANTE: per la maturazione del diritto (requisito per l’accesso
alla pensione) la retribuzione media settimanale (imponibile/settimane lavorate) deve superare il valore del minimale Inps (per il 2005: € 168,17).
Pertanto tutti i lavoratori a part-time orizzontale o verticale che lavorano alcuni giorni la settimana hanno la copertura totale (52 contributi
settimanali all’anno), ma possono, dal 2005, richiedere di integrare i
versamenti per aumentare la prestazione pensionistica.
Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006
18
COME CALCOLARE...
2.
3.
c. Notifica dell’autorizzazione:
una volta verificati i requisiti
ed effettuati i relativi calcoli
per definire l’ammontare del
versamento volontario, l’Inps
provvederà ad inviare all’interessato l’autorizzazione ed
il bollettino per il versamento mediante lettera raccomandata con ricevuta di ritorno;
d/ Termine di versamento: i versamenti dovranno essere effettuati entro e non oltre la
fine del trimestre successivo a quello di notifica
dell’autorizzazione. I versamenti effettuati in ritardo
saranno inefficaci e verranno
restituiti, senza maggiorazione
per interessi.
Autorizzazione, notifica
e termine di pagamento dei
versamenti volontari
a. Requisito contributivo: sono
autorizzati ai versamenti volontari coloro che possono far
valere almeno un anno di
contribuzione effettiva nel
quinquennio precedente
la data della domanda;
b. Termini di presentazione della
domanda: entro i 12 mesi
successivi alla data di scadenza ordinaria del termine per la
consegna del CUD da parte
dei datori di lavoro (30 marzo). Pertanto la richiesta di autorizzazione ai versamenti volontari per i periodi non coperti nel 2005, va presentata
entro il 30 marzo del 2007;
Alcune considerazioni
a. L’autorizzazione dell’Inps
non obbliga il richiedente ad effettuare i versamenti. Pertanto
può essere utili fare comunque
la richiesta, salvo poi decidere,
anche tenuto conto dell’onere
economico da sopportare, se
effettuare il versamento. Ciò
vale ancor più nei casi di copertura totale per la maturazione
del diritto alla pensione;
b. La convenienza dei versamenti integrativi utili ad aumentare la quantità di pensione
che si andrà a percepire va valutata singolarmente sia in considerazione della situazione
personale contributiva, sia rispetto al tipo di calcolo della
pensione (retributivo, contribu-
tivo o misto). Generalmente
non conviene in quanto le somme versate, anche se assoggettate a prelievo fiscale agevolato,
si recuperano in circa 15/20 anni di pensione. Potrebbe essere
più allettante aumentare, per
esempio, la contribuzione ad un
fondo complementare.
4. Riscatto
È possibile, in ogni momento, in
alternativa ai versamenti volontari, riscattare i periodi di contribuzione ridotta o assente a causa
del part-time. L’entità del riscatto
varia in relazione all’età, al periodo da riscattare, al sesso e alla retribuzione e, quasi sempre, risulta
più oneroso.
5. Esempio di calcolo della pensione di un part-time orizzontale
Esempio di calcolo per un lavoratore (3ª area, 3° livello) con 35 anni di contributi
di cui 9 lavorati a part-time orizzonale in rapporto di 2/3 dell’orario intero
interamente a tempo pieno
calcolo
lordo
media stipendio ultime
520 marche (pari a
10 anni di contributi)
36.000,00
netto
tempo pieno + part-time
rapp. %
lordo/netto
lordo
67,38
36.000,00
24.256,00
24.256,00
rapp. %
lordo/netto
67,38
calcolo della pensione sulla base di 26 anni
lavorati a tempo pieno e 9 a part-time di 2/3.
Quindi 26 + 6 (9 x 2 : 3) = 32 x 2 = 64% della
calcolo della pensione sulla base di 35 anni di contribuzione
svolti a tempo pieno. Quindi 2% annuo per 35 = 70% della
media dello stipendio degli ultimi 10 anni
importo pensione annua
netto
media dello stipendio delle ultime 520 marche.
25.200,00
19.624,00
77,87
23.040,00
18.109,00
importo pensione mensile 1.938,46
1.509,54
77,87
1.772,31
1.393,00
78,60
78,60
raffronto stipendio netto da pensionato con stipendio netto da lavoratore dipendente
in servizio
in pensione
rapporto %
con 35 anni lavorati a tempo pieno
24.256,00
19.624,00
80,90%
con 26 anni a tempo pieno e 9 a part-time
24.256,00
18.109,00
74,66%
1.515,00
6,25%
differenze
Nota: Per i dipendenti bancari e assicurativi, la media degli ultimi 10 anni di stipendi (rivalutati in base all’indice Istat) è molto vicina allo stipendio percepito nell’ultimo anno; nel nostro caso 36.000 euro (in alcuni casi è anche superiore). Pertanto, nell’esempio, abbiamo utilizzato per ambedue i calcoli lo stesso importo di 36.000 euro.
Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006
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CIA
RINNOVI
Sanpaolo, un accordo
che crea nuovi
posti di lavoro
di Mauro Incletolli
L’
11 maggio 2006 è stato raggiunto l’accordo per il
Cia San Paolo Imi e San Paolo Banco di Napoli che
aveva come prerogativa tre obiettivi principali:
contratto unico per tutte le banche reti; azionariato
diffuso; assunzioni in tutto il paese con particolare riferimento al Mezzogiorno e alle piazze interessate da
pesanti ristrutturazioni. In sintesi l’accordo prevede:
Sistema Incentivante e pressioni Commerciali
Applicazioni di principi condivisi volti ad evitare comportamenti e azioni non conformi alla deontologia professionale e al rispetto della professionalità e della dignità delle persone;
Le campagne di prodotto dovranno rispettare le esigenze dell’azienda e della clientela;
Innalzamento dal 2007 della quota minima spettante a
tutto il personale, (in caso di raggiungimento degli
obiettivi generali di Filiale/ente centrale), a 550 Euro;
Dal 2007 la quota relativa alla valutazione dei comportamenti, è sostituita da una quota legata agli obiettivi
qualitativi, che dovranno misurare il contributo individuale per il raggiungimento dei risultati.
Assunzioni
Assegnazioni di attività stabili sulla piazza di Napoli,
con 50 assunzioni nel 2006 e 50 nel 2007.
Apprendistato e Contratti di inserimento
1. Impegno dell’azienda, in caso di esigenze di personale, di conferma del personale a tempo indeterminato.
2. Azionariato dall’anno 2007
3. Adeguamento dei mutui alle condizioni agevolate, al
momento della conferma a tempo indeterminato.
Per gli apprendisti:
• Contribuzione aziendale al Fondo Pensioni del 3%
(3,50% dal 2008) a partire dalla data di assunzione;
• Computo di un biennio di anzianità per gli automatismi economici
• Certificazione della formazione effettuata
• Riconoscimento, ai fini degli automatismi aziendale,
dell’eventuale periodo prestato a tempo determinato
Per i contratti di inserimento:
Computo dell’intero periodo ai fini degli automatismi
aziendali e trasferimenti a richiesta
Valutazione
Il sistema di valutazione sarà scollegato dal sistema incentivante, e dovrà individuare le competenze professionali nelle diverse attività, al fine di orientare la crescita professionale e inquadramentale;
Inquadramenti
La nuova organizzazione aziendale prevede, da un lato,
una maggiore specializzazione sui clienti con elevate attività finanziarie e una gestione in monte della restante
clientela e, dall’altro, un accentramento delle funzioni
commerciali di coordinamento nelle aree.
Pertanto con decorrenza 1/7/2006 le nuove normative
sugli inquadramenti prevedono:
• referente territoriale personal (QD1 senza percorso);
• referente territoriale privati (QD1 senza percorso formativo);
• gestore territoriale Small Business (QD1 senza percorso);
• responsabile modulo personal con 7 addetti (QD2);
Formazione
Formazione a distanza (on-line) con postazioni dedicate;
Dotazione di strumenti per personale diversamente abile;
Incremento del limite delle spese sostenute.
Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006
20
CIA
• gestore Small Business;
• percorso professionale (36 mesi)
per il sostituto del Direttore nelle Filiali da 6 o più addetti;
• è salvaguardato il completamento
dei percorsi professionali in essere
con il riconoscimento del relativo
inquadramento
A fronte dell’aumento del numero
degli addetti per l’inquadramento
dei direttori, è stata aumentata l’indennità di direzione, che è correlata
al grado di complessità della filiale
(somma attività finanziarie e impieghi) e erogata anche ai QD3 e QD4.
È salvaguardato l’inquadramento
per i Direttori che percepiscono
l’indennità di grado superiore.
Premio di produttività
e azionariato
Incremento del premio di produttività dell’8% con importo medio
(3°A 3L) pari a 2.007,85 Euro.
Opzione per tutti i colleghi di azioni a
fronte di una parte del premio di produttività in rapporto 1 a 2 (516,46 Euro a fronte di 1.032,91 Euro di azioni
per le aree professionali, 774,68 Euro
a fronte di 1.549,37 per i QD1 e QD2,
1.032,91 Euro a fronte 2.065,83 per
QD3 e QD4 e ruoli chiave).
Responsabilità sociale
di impresa
Costituzione di una commissione
tecnica mista sulla responsabilità
sociale di impresa con compito di
analisi, proposta e progetto sulle tematiche individuate nel Protocollo
del 16/6/2004.
Parte Economica
Con decorrenza 1/1/2008 la contribuzione minima nei Fondi Pensione è
elevata al 3,50% per tutto il personale;
aumento dell’assegno per famigliare
portatore di handicap (2.300 Euro);
costituzione di una Commissione tecnica per l’introduzione di una copertura “Long term care” dal 1/1/2007;
introduzione di una polizza sanitaria per il personale ex Banco di Napoli, collocato in pensione dal 2003;
mobilità con normativa omogenea
per tutte le Banche reti (che non
prevedono trattamento di pendola-
rismo e garanzie normative), per i
futuri trasferimenti è stata aumentata a 20 Km la soglia dalla quale scatta il trattamento economico è ridotti
a 5 i giorni di diaria forfetaria, mentre sono state aumentate del 10% le
tabelle economiche per i trasferimenti oltre i 30 Km e del 20% per
quelli oltre 40 Km;
aumento delle tabelle auto e plafond viaggi di rientro (dal4% al
12%), 6% indennità di pendolarismo, adeguamento dei trattamenti
economici in base agli incrementi
delle tabelle Aci;
aumento Apc elasticità di cassa
(3.000/6.000/9.000 Euro);
aumento Apc con piano di rientro
(20.000 Euro);
aumento mutui a 210.000 Euro
(120.000 prima fascia e 90.000 seconda), con possibilità di finanziare
il 100% del valore dell’immobile per
prima casa e 80% seconda casa e di
estendere la durata a 30 anni;
costituzione di un fondo per erogazione mutui ai lavoratori con contratti atipici.
Monte dei Paschi di Siena,
un contratto di solidarietà
intergenerazionale
di Manuela Anichini
Q
uello siglato da Banca Monte
dei Paschi è il primo rinnovo
di contratto integrativo del
settore, che guardi tanto alla parte
salariale, quanto a quella normativa. Proprio la scelta delle tempistiche giuste ha caratterizzato il nostro
impegno di sigla, nella convinzione
che fosse opportuno attendere l’in-
carico del nuovo direttore del personale, ma estremamente rischioso
protrarre la trattativa oltre la scadenza del Cda. Sulla scorta del consenso assembleare abbiamo chiesto
un tavolo informale con il direttore
generale, presentandoci coesi e fermi su quei temi che giudicavamo irrinunciabili. Abbiamo rilanciato per
Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006
21
spostare la percentuale di salario da
riconoscere ai colleghi, puntando
soprattutto sui giovani e sui quadri
direttivi, non dimenticando le categorie di anzianità intermedie, sia
per ciò che riguarda l’aspetto economico (vap, incentivi e previdenza), sia per le garanzie normative,
leggi stage a Qd2 e Qd3 e percorsi
CIA
professionali, che, siamo unici nel
settore ad aver costruito. Tutti mandati condivisi precedentemente nella fase di stesura della piattaforma,
che siamo riusciti a tramutare in risultati concreti senza chiedere, ci teniamo a sottolinearlo, sacrifici ai lavoratori in termini di mobilitazione.
Questo il percorso che ha portato ad
un Cia, che si potrebbe definire di
solidarietà intergenerazionale. Riteniamo elemento di forte positività
l’innalzamento del Basic dal 50% al
60% sulla materia del salario incentivante, risultato che oltretutto limita
lo spazio discrezionale dei riconoscimenti economici. Analogamente
abbiamo agito per la cifra fissa da riconoscere ai colleghi delle strutture
centrali, compresi commessi e salariati. La categoria dei Quadri direttivi
ha visto riconosciuto lo straordinario
2005 per il primo e il secondo livello, nonché la normazione della stessa materia per gli anni a venire. Inoltre siamo riusciti ad inserire un compenso economico connesso al trasferimento, in alternativa alla fornitura alloggio, e a confermare l’indennità per i primi quattro giorni
delle missioni a lungo raggio. Quanto agli stage è stata superata un’evidente stortura. Il concorso a QD1
creava di fatto figure difficili da utilizzare, spesso inserite fuori ruolo,
lasciando insoluta la necessità di reperire nuovi Titolari d’Agenzia. Ecco
quindi la proposta
accettata di sostituire la selezione con
una che promuovesse al grado di
QD2. Confermati al
contempo gli stage
a QD3, mentre per
entrambe le categorie è stata abbassata
l’anzianità per l’accesso.
I neo assunti riceveranno un tratta-
Previdenza complementare
Banco di Sicilia, finalmente l’accordo
È stata siglata il 26 aprile scorso, dopo una lunga e complessa trattativa, l’intesa sull’istituzione della
previdenza complementare per le lavoratrici ed i lavoratori del Banco di Sicilia.
Si tratta di un accordo di fondamentale importanza per i lavoratori del Banco, che da anni chiedevano di poter guardare con maggiore serenità al proprio futuro pensionistico, in linea con gli altri colleghi del settore creditizio.
È senza dubbio un successo dell’attuale segreteria di coordinamento della Fiba/Cisl del Banco di Sicilia che, unitamente alle altre organizzazioni sindacali, e con il supporto costante e determinante della
segreteria nazionale, in particolare del segretario di riferimento del gruppo Capitalia Sergio Girgenti,
e con la prestigiosa consulenza tecnica del prof.Angelo Pandolfo, designato dalla federazione nazionale per garantire che le soluzioni tecniche fossero le migliori e più vantaggiose possibili per i lavoratori, ha speso tutto il suo impegno per il raggiungimento di un obiettivo tenacemente perseguito
Obiettivo che oggi finalmente colma un vuoto che durava ormai da troppi anni, e faceva dei dipendenti del Banco di Sicilia i “parenti poveri” del comparto bancario.
L’intesa raggiunta prevede: per i lavoratori attivi l’accesso al Fondo aperto Capitalia Asset Management, con la possibilità di scegliere tra sei linee di investimento caratterizzate da differenti livelli
di rendimento e – correlativamente – di rischio, oltre alle quali sono in atto in fase di approvazione
presso l’Organismo di Vigilanza ulteriori due linee pensate proprio per chi preferisce un investimento del tutto “tranquillo” con il massimo di garanzie possibili. La contribuzione a carico dell’azienda sarà pari al 2% dell’imponibile Tfr su base annua il contributo personale sarà pari ad almeno
l’1%.Tale previsione è estesa anche ai lavoratori di provenienza ex Sicilcassa così come a quelli assunti dopo il 1 gennaio 1991.
– la restituzione integrale dei contributi personali versati dai lavoratori del Banco a far data dal 1
gennaio 1998 fino al 30 giugno 2006;
– il riconoscimento del maturato previdenziale individuale, attualizzato al 30/6/2006, nonché i contributi datoriali e personali.
– un ulteriore incremento degli “zainetti” previdenziali utilizzando risorse aggiuntive pari a circa 15
milioni di euro che la buona riuscita della operazione di riforma libererà
– la possibilità del lavoratore al momento del pensionamento di optare per la capitalizzazione in
unica soluzione del montante pensionistico maturato
Per i pensionati l’intesa prevede:
– La possibilità di riscatto della propria rendita pensionistica attualizzata nella misura decrescente
del 100% nel primo mese di offerta di adesione (30/6/2006), 97% nel secondo mese, 94% nel terzo mese.
– La fruizione di un pacchetto di agevolazioni creditizie dedicato ai pensionati che aderiranno all’accordo e che contiene condizioni di miglior favore sia in materia di investimenti che di depositi.
Per gli ex lavoratori del BdS transitati in aziende del Gruppo Capitalia:
– Vengono riconosciuti a coloro i quali optano entro il 30/6/06 le stesse dotazioni iniziali previste
per i lavoratori in servizio al Banco.
Per gli ex lavoratori del BdS transitati in aziende esterne al Gruppo:
– viene riconosciuto il valore attuale della rendita pensionistica calcolata alla data delle cessazione
del rapporto col Banco.
Si tratta, dunque, di un accordo che contempera le esigenze di tutte le categorie interessate, dai
lavoratori in servizio attivo, a coloro che sono transitati in altre realtà lavorative, nonché ad esodati e pensionati, garantendo a tutti un trattamento di massimo favore, e che nel contempo recupera equità per le categorie che
sinora erano del tutto sprovviste
di copertura pensionistica integrativa.
Nella consapevolezza che la materia pensionistica non è di semplice approccio, e che per una
compiuta valutazione dei vantaggi
che l’intesa presenta (e per chiarire i dubbi che si possono presentare), occorre un supporto
tecnico, il sindacato ha già avviato
un giro di assemblee in tutte le
piazze, e si è, come sempre, reso
massimamente disponibile ad incontrare personalmente tutti coloro che lo richiederanno per
operare una scelta pienamente
consapevole.
Gino Sammarco
Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006
22
CIA
mento economico pari al 90% degli
attuali impiegati di prima, vap compreso, e potranno usufruire, in forma volontaria, dell’inserimento nei
percorsi professionali, rivolti tanto
alla rete quanto alle strutture centrali e finalizzati all’accrescimento di
conoscenze e competenze. Questa
innovazione garantisce un percorso
di carriera trasparente a favore delle
nuove generazioni, limitando la descrizione dell’azienda, chiamata a
condividere con le oo.ss momenti
di informativa e di verifica.
Il premio aziendale resta uno degli
elementi solidaristici ad unire il complesso dei dipendenti. La cifra globale messa a disposizione è stata ampiamente innalzata, mentre è stato
confermato il riconoscimento della
quota B, che rinnova la nostra attenzione in merito all’azionariato dipendenti. Altra materia di comune interesse riguarda l’innalzamento al
2,50% della contribuzione ai fondi
complementari di previdenza a carico dell’azienda. Mentre di valenza
specifica, ma irrinunciabile, sono l’in-
Banca Carige, un
accordo completo
di Monica Sebastiani
I
n data 24 aprile è stata siglata l’ipotesi di intesa del nuovo Cia
Banca Carige che sarà sottoposta
nel mese di maggio alla valutazione
dei colleghi con assemblee che si
terranno capillarmente su tutto il territorio di presenza della banca.
Riteniamo particolarmente significativo essere riusciti a raggiungere intese
non solo sugli stretti demandi del
ccnl alla contrattazione di secondo livello, ma anche su altre materie peculiari della nostra azienda tradizionalmente trattate congiuntamente al
cia con accordi a latere o valutazioni
congiunte tra le parti che l’azienda
era intenzionata a non affrontare.
Riteniamo i contenuti dell’accordo
soddisfacenti sia per la parte economica che normativa e vi elenchiamo
di seguito solo i punti più salienti
dato che il testo integrale dell’accordo è disponibile in rete.
Premio aziendale
Revisione migliorativa del parametro di riferimento per l’erogazione
degli importi nelle misure massime;
pagamento di 450 euro quale arretrato per il 2004, aumento di 800 euro per il Vap relativo al 2005 e di 850
per quello relativo al 2006. Le cifre si
riferiscono al 3A3L e sono riparametrate secondo le previsioni del ccnl.
Condizioni igienico
ambientali e sicurezza
Estensione agli Rls delle normative
previste su queste materie dal cia in
scadenza ed ampliamento delle
stesse.
Organici
Verifica congiunta delle parti entro
il 3° trimestre 2007 dell’impatto che
la ristrutturazione del back office
avrà avuto sugli stessi.
Inquadramento delle nuove
figure professionali
Per la prima volta siamo riusciti a
contrattare e normare una prima anche se parziale previsione di inquadramenti nella nostra azienda che
ha sempre rifiutato in passato di afLavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006
23
novazione della polizza Lct (long terme care, ossia una rendita vitalizia a
favore di un collega che perda l’autosufficienza) nonché una serie di adeguamenti in merito alle indennità, da
quella di pendolarismo a quella di
preposizione, da quella di sostituzione a quella relativa ai neo-assunti.
Questi in estrema sintesi gli elementi di un contratto integrativo che ribadisce specificità e caratteristiche
della banca Monte dei Paschi e che
lascia aperte al sindacato le vie per
la futura contrattazione.
frontare questo argomento con il
sindacato. Per i Private e i Corporate
junior sono previsti inquadramenti
minimi che vanno da 3A2L a 3A4L.
Quadri direttivi
Rafforzamento del recupero in autogestione delle prestazioni eccedenti con l’introduzione della possibilità di fruirne anche a giornata intera.
Limitazione della discrezionalità
aziendale nella remunerazione delle prestazioni significativamente eccedenti con la previsione di una fascia minima di ore alle quali corrispondono importi individuati tra le
parti.
Accordo di gruppo sulla
ristrutturazione del Back
Office
Nella stessa data è stato siglato un
accordo di gruppo sulla ristrutturazione organizzativa della rete di
sportelli del Gruppo Banca Carige
che prevede importanti garanzie
per tutti i colleghi in particolare dal
punto di vista dell’occupazione.
Tutti i dipendenti del gruppo assunti entro il 30/6/2007 che saranno
adibiti al polo di Back Office avranno fino al 31/12/2018 il diritto
di optare per rimanere nella
banca di provenienza in caso di
esternalizzazione del polo stesso o
di creazione di società terza.
LEGALE
a cura di Luigi Verde
L’assenza dal domicilio
del lavoratore in malattia,
in occasione della visita
di controllo da parte
del medico incaricato
dall’Inps,
può ritenersi giustificata
se il lavoratore si è recato
presso un centro
specializzato per sottoporsi
a terapie
Riteniamo utile segnalare ai lettori della nostra rubrica i contenuti salienti della sentenza della
Cassazione, sezione lavoro, n.
8012 del 6 aprile 2006, la quale
conferma, in materia di assenza
del lavoratore alla visita medica
di controllo, l’orientamento,
consolidatosi negli ultimi tempi,
della Suprema Corte ad attenuare il rigore assoluto della giurisprudenza precedente.
Con ricorso al Tribunale di Savona, O.M. impugnava il provvedimento disciplinare adottato nei
suoi confronti dalla s.p.a. Poste
italiane. La ricorrente sosteneva
che, mentre si trovava ammalata
a causa della ricaduta conseguente ad infortunio sul lavoro,
essa era stata assoggettata a visita fiscale illegittima, in quanto
non consentita dalla vigente
normativa. Comunque, poichè
essa lavoratrice si trovava assente dal domicilio onde seguire un
ciclo di cure presso un istituto
convenzionato, il giorno successivo si recava presso l’ambulatorio medico-legale e si sottoponeva a visita di controllo, con
esito per lei favorevole. Il Tribunale rigettava la domanda della
lavoratrice.
La medesima proponeva appello,
ribadendo le tesi sostenute in
primo grado. La Corte di Appello
di Genova riformava la sentenza
di primo grado dichiarando illegittima la sanzione disciplinare irrogata. Questi, tra gli altri, i motivi della sentenza di appello:
disciplina in materia è rigorosa,
in quanto persino la mancata risposta al campanello è addebitatale al lavoratore per incuria
e negligenza.
Ma la Corte ha rigettato il ricorso, deducendo che le motivazioni addotte sono infondate.
La giurisprudenza citata dalla ricorrente Poste Italiane, ha osservato infatti la Cassazione, risalente agli anni 1999-2002, seguiva un indirizzo rigoroso in
tema di assenza a visita fiscale
(vedi, tra le altre, le sentenze nn.
5150/99 e 15766/2002) che, però, successivamente è stato attenuato, con l’affermazione che
“ in tema di indennità di
malattia, il giustificato motivo di assenza, necessario
per escludere la sanzione
per il mancato reperimento
del lavoratore alla visita di
controllo durante le fasce
orarie di reperibilità, non si
identifica esclusivamente
con lo stato di necessità o
di forza maggiore, potendo
essere, invece, costituito, alla stregua della sentenza n.
78.1988 della Corte Costituzionale, anche da una seria e valida ragione, socialmente apprezzabile – la cui
dimostrazione spetta al lavoratore – quale quella di
far constatare l’eventuale
guarigione dalla malattia, al
fine della ripresa dell’attività lavorativa “. Tale indirizzo
viene ribadito dalla giurispru-
– la sanzione disciplinare può
essere irrogata al dipendente
il quale, col suo comportamento, dimostri di avere inteso sottrarsi al controllo medico;
– non è quindi sufficiente la mera assenza del lavoratore alla
visita domiciliare, ma occorre
dimostrare che egli abbia dolosamente inteso sottrarsi al
detto controllo;
– il che non ricorre, secondo la
Corte, nella fattispecie, dato
che la lavoratrice si trovava,
pacificamente, presso un centro specializzato per effettuare la prescritta terapia e, il
giorno seguente, ben volentieri si è sottoposta a controllo medico.
La spa Poste Italiane ha proposto ricorso per Cassazione,
sottolineando – in particolare –
che, ai sensi della vigente normativa, il lavoratore deve sempre rendersi reperibile al proprio domicilio nelle fasce orarie
previste per il controllo e che
la mera assenza costituisce causa di irrogazione della sanzione
disciplinare, a prescindere dal
motivo dell’assenza medesima.
La ricorrente ha citato giurisprudenza in tal senso della
stessa Corte di Cassazione. Nè
rileverebbe, sempre secondo la
ricorrente, che, il giorno successivo alla mancata visita domiciliare, il lavoratore si sia recato spontaneamente alla visita
di controllo, deducendo che la
Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006
24
denza successiva: tra le altre,
Cassazione n. 22065/2004, n.
14735/2004, n. 15446/2004.
Queste sentenze stabiliscono
che la sanzione non è irrogabile
se il lavoratore prova che l’assenza da casa è stata determinata da un “giustificato motivo”. Al di là delle ipotesi di giustificato motivo previste da alcuni contratti collettivi, si è consolidato – anche con le tre sentenze succitate – un orientamento della Suprema Corte
tendente a dare rilevanza, oltre
che ai casi di vera forza maggiore, a tutti quei motivi che possano ricollegarsi al soddisfacimento di interessi meritevoli di almeno pari tutela.
Va poi detto che, secondo la
Corte, ai principi come dianzi affermati in via generale, in base ai
quali l’assenza dal domicilio per
seguire un ciclo di cure può essere apprezzato dal giudice di
merito quale giustificato motivo
del mancato controllo, va aggiunta – nel caso specifico – l’interpretazione del ccnl, operata
dalla Corte di Appello, secondo
la quale ad integrare l’infrazione
contestata alla lavoratrice non è
sufficiente la mera assenza domicilio del lavoratore, occorrendo anche che ad essa si accompagni la volontà del lavoratore
stesso di sottrarsi alla visita di
controllo, circostanza questa
che nella specie è stata negata.
servizio legale nazionale
RECNSIONI
a cura di Anna Masiello
Letture atipiche
Sono numerose le pubblicazioni, che, sotto forma di manuali,
saggi, o indagini sociologiche
cercano di analizzare il mondo
del lavoro atipico, sempre più tipico, verrebbe da osservare, considerato il numero crescente dei
lavoratori coinvolti.
Tra tante, emerge originale la
voce di Alessandro Bajani, già autore, lo scorso anno, del fortunato
Cordiali saluti (Einaudi, 2005), il
cui protagonista era uno scrittore
“appassionato e struggente” di lettere di licenziamento. Nella sua ultima fatica, Mi spezzo ma non mi
impiego il giovane autore (classe
1975, ex co.co.co., già co.pro., attualmente una Partita Iva, senza
che il suo lavoro abbia subito sostanziali mutamenti), affronta l’argomento precarietà, raccontandone le varie sfaccettature con piglio
satirico, l’unico possibile per fronteggiare il malessere che l’esplorazione di questo mondo inevitabilmente procura.
Guida di viaggio per lavoratori flessibili,
recita il sottotitolo: in effetti il libro
è costruito come una guida turistica, poggiandosi per tutte le 150 pagine sulla illuminante, quanto dolorosa, analogia tra il lavoro a termine
e il viaggio. Il tutto nasce dall’osser-
vazione delle agenzie di lavoro temporaneo e dal confronto con le agenzie di viaggi: entrambi cercano di
attrarre i clienti
con numerosi foglietti attaccati
sulle proprie vetrine con proposte di mete per un certo periodo,
“solo che in un caso sono due mesi a
New York, nell’altro tre mesi in un callcenter”. Sono tipologie di vacanze diverse: la vacanza tradizionale interrompe la routine dell’ufficio, quella
dell’agenzia di lavoro temporaneo
propone una vacanza dalla disoccupazione. Il lavoro, come il viaggio, è
visto come un’esperienza, oggi fai il
cameriere, domani il segretario, e
così via. Per chi è disoccupato e frequentatore abituale di agenzie di lavoro temporaneo, è diventata un’abitudine avere contratti di lavoro di
tre settimane, di due mesi o di un
anno, e, proprio come un viaggiatore, è abituato a tenere la valigia sotto il letto, a cambiare ambiente, persone, vestiti, ruoli con facilità. Come
per i viaggi sono previsti una serie di
preparativi, così per prepararsi alle
nuove esperienze ci sono miriadi di
corsi e master, su qualunque argomento, dal public speaking alla fale-
INDOVINA DALL’INCIPIT:
“Ecco, per stilare una classifica, le cinque più memorabili fregature di tutti i tempi, in ordine cronologico: 1) Alison Ashworth, 2) Penny Hardwick,
3) Jackie Allen, 4) Charlie Nicholson, 5) Sarah Kendrew. Ecco quelle che
mi hanno ferito davvero.”
Inviare la soluzione a [email protected].
Sarà pubblicato il nome del primo lettore che indovinerà la risposta esatta.
La risposta al quesito del numero 2/06 era L’IDENTITÀ di Milan Kundera.
Il primo lettore ad indovinare è stato: Cacciaglia Paolo.
gnameria ecologica a come si diventa toelettatore di animali.
Bisogna arrivare alla fine del libro
per scoprire che esiste qualcosa di
più precario dei lavoratori precari e
cioè i dati che li riguardano; nelle ultime pagine infatti sono riportati i
numeri e le fonti istituzionali, risulta
disarmante confrontarli e verificarne la palese incoerenza. Il vero
obiettivo di questo ‘reportage satirico’, come lo ha definito l’autore, è
quello di uscire dalla retorica della
flessibilità e parlare piuttosto della
precarietà e di tutto ciò che essa
comporta, farlo sorridendo permette di avvicinare il grande pubblico a
questi argomenti che rischiano di rimanere fra addetti ai lavori.
Andrea Bajani, Mi spezzo ma
non mi impiego, Einaudi,Torino, 2006.
Due domande a… Raffaele Bonanni
Il matematico
impertinente
Abruzzese, nato in provincia di Chieti il 10 giugno 1949,
Raffaele Bonanni da fine aprile di quest’anno ha sostituito
Savino Pezzotta alla guida della CISL. Ha iniziato la attività
sindacale nella sua regione nel 1972 come operatore dopo aver frequentato il “corso lungo” al centro studi Cisl
di Firenze. Ha vissuto una lunga esperienza sindacale alla guida
di importanti strutture regionali e di categoria della Cisl. Nel 1998 è entrato in segreteria confederale e si è occupato in questi anni di mercato del lavoro, formazione professionale, trasporti infrastrutture e politiche per il
Mezzogiorno. È sposato, e ha due figli.Tra le sue passioni ci sono la musica
(suona il pianoforte e la chitarra), il cinema, l’informatica, la moto, le lunghe
passeggiate in bicicletta sulle rive del Tevere, e ovviamente la lettura.
Quale libro ha cambiato la sua vita?
È difficile parlare di una lettura in particolare. Fin da ragazzo ho avuto una
passione per i saggi di storia, soprattutto quelli che riguardavano la Storia
Risorgimentale; ho sempre trovato appassionante ed utile approfondire la
conoscenza dei problemi, delle questioni, delle passioni e delle idee che
hanno portato alla costruzione dell’unità politica del nostro Paese.
Quale libro ha attualmente sul comodino?
Due libri, come si dice, poderosi. Sono due testi di economia che si occupano entrambi di privatizzazioni. Il primo è “Capitalismo opaco” di Guido
Rossi e il secondo è l’ultimo di Francesco Gavazzi (Lobby d’Italia, le anomalie
della politica, Rizzoli, 2005). Sono testi essenziali per mettere a fuoco un argomento che spesso nel bene e nel male viene mitizzato senza analizzarlo
ed aiuta a comprendere le occasioni che si sono perse quando si sono effettuate le prime privatizzazioni in settori essenziali dell’economia italiana.
Matematico di chiara fama
e impertinente per sua
ammissione, Piergiorgio
Odifreddi raccoglie in
questo libro, giunto in
pochi mesi alla sesta edizione, alcuni scritti in
parte già apparsi sulle
riviste alle quali collabora. L’autore chiarisce
fin dal prologo il senso
del titolo: impertinente è da intendersi non
nel significato comune del termine,
cioè arrogante e insolente, ma in
senso letterale, nel senso di colui
che non appartiene. Dichiara infatti
di non appartenere alla politica, alla
religione e alla filosofia imperanti,
considerando dunque “l’impertinenza come un buon modo, a volte l’unico possibile, di affrontare i problemi in
maniera pertinente.”
Il libro si divide in sei sezioni (storia e politica, religione, lingua e letteratura, logica, matematica, scien-
Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006
25
ze) ognuna si apre con un’intervista immaginaria ad un personaggio
storico (Hitler, Gesù, Dante, Aristotele,Archimede e Newton) e si
chiude con un’intervista vera ad
un personaggio contemporaneo
(Noam Chomsky, il Dalai Lama, Josè Saramago, Saul Kripke, John
Nash e James Watson).Tra le due
interviste troviamo articoli, racconti, piccoli saggi che affrontano
vari aspetti della nostra realtà utilizzando un approccio razionale, a
tratti un po’ polemico, ma sempre
permeato da una sottile ironia.
Tra le interviste immaginarie, da segnalare l’intervista a Gesù dove decisa è la critica alla Chiesa e alla interpretazione umana del suo messaggio, e quella ad Archimede, il più
grande matematico della storia a
cui fa dire il suo pensiero sulla funzione della scienza, che deve servire
non a padroneggiare la natura, ma a
sentirsi parte di essa comprendendola per mezzo della ragione.
La razionalità è infatti, attraverso la
scienza, la matematica e la logica,
l’unico strumento
corretto per interpretare il mondo, non certo la religione e l’astrologia che la fanno invece da padrone
nelle scuole e in televisione. Questa la
tesi di Odifreddi, che
nelle conclusioni si
augura vivamente che
sempre più giovani si
accostino allo studio
delle materie scientifiche, se ne avvantaggerebbe la società civile che
potrebbe comprendere maggiormente e contribuire attivamente al
progresso scientifico, anziché “subirlo passivamente, alla maniera degli
idioti tecnologici”.
Piergiorgio Odifreddi, Il matematico impertinente, Longanesi, Milano, 2005.
COME ERAVAMO
Quando c’era
ancora la lira
Ricordi, tra il serio ed il faceto,
di vita quotidiana bancaria
prima, 5 milioni di lire, una piccola fortuna per quei tempi, tutti in piccolo taglio, per lo shopping a terra!
Ci eravamo dovuti alzare alle quattro di
mattina, per essere puntuali in banca alle cinque. La nave arrivava al porto alle
nove, ma bisognava preparare le banconote, i documenti di accompagno, passare i controlli della polizia portuale, la
dogana. Finalmente, passate tutte le
ispezioni, arrivammo alla nave da crociera, bellissima, sontuosa, principesca,
un sogno ad occhi aperti. Allora ero un
Testimonianza raccolta da Paola Vinciguerra
S
trano ma vero: sino alla fine degli anno ‘60, i sistemi di sicurezza in banca non esistevano.
La banca era come un qualsiasi negozio: stessi gli orari di apertura al pubblico, identica mancanza di controlli
all’ingresso. Difficile da immaginare
oggi: porte blindate, metal detector,
casse bunkerizzate, vigilantes, casseforti con apertura temporizzate, videocamere a circuito chiuso…
Gli anni ‘70 – con le prime rapine, spettacolari quanto sanguinarie e inaspettate,
ed il clima generale di violenza – segnarono uno spartiacque in questo senso.
Prima di quegli anni, noi cassieri non
avevamo alcuna tutela, alcune casse
avevano un piccolo vetro che li separava dalla sala, ma questo non impediva ai
clienti nervosi e un po’ irruenti di scaraventarci addosso oggetti. Come successe a me un giorno quando un cliente,
che aveva avuto un diverbio con un mio
collega, mi fece arrivare addosso una
spugnetta col suo contenitore di vetro!
Ma la cosa più sorprendente è che alla
fine della giornata lavorativa, ogni
giorno, 2 cassieri con la macchina della banca giravano per tutte le filiali di
città per ritirare il contante e depositarlo presso la cassa centrale. Senza scorta, senza armi, senza particolari protezioni o cautele.
Noi che lavoravamo alla sede centrale,
in centro città, la sera ci toccava an-
dare a fare il giro dei grandi magazzini a ritirare l’incasso del giorno. A
piedi. I clienti, che ci incontravano per
strada, carichi di sacchi di iuta contenenti spesso decine di milioni di lire, ci
sbeffeggiavano bonariamente: “Dove
andate con tutti quei soldi? che dite,
avete qualcosa per noi?”, insomma tutti
sapevano, sarebbe stato facilissimo, banale, rapinarci, eppure non ci succedeva niente, non ci è mai successo niente!!
Un altro servizio, inconcepibile oggi,
che eravamo tenuti a fare, era il cambio di valuta. Non quello che si fa oggi
allo sportello, ma direttamente dove
arrivavano i viaggiatori stranieri, ad
esempio al porto.
Mi ricordo una volta, sarà stato il 1963 o
il 1964, era domenica, arrivava nel porto della mia città una nave da crociera
lussuosissima carica di turisti americani,
traduzione = ricchi e spendaccioni! La
mia banca era riuscita ad aggiudicarsi il
privilegio di gestire il cambio di valuta e
incaricò me ed altri tre colleghi del delicato e prestigioso compito. Eravamo un
cassiere, un aiuto cassiere, un impiegato ed un funzionario dell’ufficio cambi.
I soldi erano stati preparati due giorni
Lavoro Bancario e Assicurativo - maggio/giugno 2006
26
giovanotto scapolo di 24 anni, e non nascondo che in cuor mio speravo magari
in un incontro, una dolce avventura,
chissà… Non appena mettemmo piede
sulla nave i sogni si infransero contro la
dura realtà: la media dell’età dei passeggeri era 75 anni!! Delle cariatidi, capelli
bianchi o tinture improbabili, dentiere,
pelle raggrinzita e bruciacchiata, cappellacci di paglia, che avvilimento! Ma la
delusione più grande fu per la banca:
due giorni di lavoro – compresa una riunione nella quale il megadirettore ci
aveva dato indicazioni su come dovevamo vestirci, comportarci, muoverci e rivolgerci agli illustri ospiti – una notte di
sonno perduta e una domenica di lavoro per quattro persone (ma senza
compenso straordinario, ovviamente!!), per cosa? Complessivamente l’intera operazione si era tradotta in soli 77
dollari cambiati, per un totale di circa
4.200 lire!! E noi ne avevamo portati ben
5 milioni! E come incentivo? Una stecca
di sigarette americane per il funzionario
e qualche pacchetto per noi impiegati.
Insomma brutti, vecchi e pure tirchi!
Come distruggere in poche ore un sogno americano coltivato per anni…
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CTS ROMA:
Via Genova 16; C.so Vittorio Emanuele II 297;Via Appia Nuova 494 ;Via degli Ausoni
5; P.Gimma 5; P.Irnerio 47.
CTS TORINO:Via Montebello 2H; CTS GENOVA:Via S.Vincenzo 119;
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