programma di sala - Società del Quartetto

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programma di sala - Società del Quartetto
Martedì
10 dicembre 2013
ore 20.30
5
Stagione
2013-2014
Basilica di San Marco
Amsterdam Baroque
Orchestra & Choir
Ton Koopman direttore
Johannette Zomer soprano
Maarten Engeltjes alto
Jörg Dürmüller tenore
Klaus Mertens basso
Händel - The Messiah HWV 56
Parte prima (ca. 53’)
Parte seconda (ca. 51’)
Intervallo
Parte terza (ca. 31’)
Il concerto è registrato da RAI Radio3
Di turno
Salvatore Carrubba
Alberto Conti
Direttore Artistico
Paolo Arcà
Sponsor istituzionali
Stagione
2013-14
Con il contributo di
Con il patrocinio e il contributo di
Soggetto di rilevanza regionale
Sponsor Ciclo Beethoven
Progetto
“Verso il futuro,
dal nostro
passato”
Con il patrocinio di
Con il sostegno di
Sponsor
Media parthner
In collaborazione con
È vietato, senza il consenso dell’artista, fare fotografie e registrazioni,
audio o video, anche con il cellulare.
Iniziato il concerto, si può entrare in sala solo alla fine di ogni composizione.
Si raccomanda di:
• disattivare le suonerie dei telefoni e ogni altro apparecchio con dispositivi acustici;
• evitare colpi di tosse e fruscii del programma;
• non lasciare la sala fino al congedo dell’artista.
Il programma è pubblicato sul nostro sito web il venerdì precedente il concerto.
Georg Friederich Händel
(Halle 1685 - Londra 1759)
The Messiah hwv 56
Oratorio in tre parti
su testo di Charles Jennens dalla Bibbia di re Giacomo e dal Book of Common Prayer
Anno di composizione: 1741
Prima esecuzione: Dublino, 13 aprile 1742
Nel giro di sole tre settimane, tra agosto e settembre del 1741, Händel scrisse
l’intero oratorio Messiah. L’autore del testo era Charles Jennens, che aveva
scritto il libretto di precedenti lavori di Händel come Saul e L’Allegro, il
Pensieroso ed il Moderato. L’oratorio di argomento biblico ricalcava il modello
dell’opera, con una serie di pezzi chiusi (recitativi, arie, cori eccetera) articolati
in tre parti, senza però manifestare la natura rappresentativa di uno spettacolo
vero e proprio. Inoltre nell’oratorio l’importanza e la qualità dei cori aveva un
peso preponderante rispetto alle consuetudini dell’opera italiana. L’idea di
Händel consisteva nel fondere insieme i soggetti della letteratura sacra con le
caratteristiche della musica teatrale in una nuova forma ibrida. La miscela,
tuttavia, rischiava di diventare esplosiva in questo caso. Il musicista, da cortigiano esperto, era perfettamente consapevole di muoversi su un terreno scivoloso. Fino al Messiah, infatti, si era limitato a trattare soggetti ambientati
nell’Antico Testamento o di natura filosofica e morale, come per esempio l’oratorio Il trionfo del tempo e della Verità su libretto del cardinal Pamphili. In
questo caso, invece, il libretto si spingeva ben più in là, mettendo insieme un
mosaico di citazioni tratte dalla cosiddetta Bibbia di re Giacomo e dal Book of
Common Prayer, i testi fondamentali della fede anglicana. Per una parte consistente di puristi era un sacrilegio che la parola di Dio venisse cantata al di
fuori del contesto liturgico, per di più da personaggi discutibili come cantanti e
artisti di teatro. La scelta di un libretto intriso di temi teologici rivela in realtà
il vivace dibattito politico e religioso scaturito nel primo Settecento all’interno
della società inglese. Sul piano filosofico, era scoppiata una virulenta polemica
tra anglicani ortodossi e i cosiddetti deisti, una corrente di pensiero che propugnava la libertà di coscienza in materia religiosa. Le Sacre Scritture erano
sottoposte a una severa critica di stampo razionalista, che mirava a mettere in
luce le contraddizioni tra i fatti raccontati dalla Bibbia e le moderne scoperte
della scienza. Uno dei punti più controversi riguardava proprio l’interpretazione di alcuni passi dell’Antico Testamento, che per la Chiesa rappresentavano la
profezia dell’avvento di Gesù, una tesi ritenuta del tutto infondata dagli esponenti più in vista del deismo. I temi di questo dibattito cristologico costituiscono
lo sfondo ideale del libretto del Messiah, che presentava al pubblico vari aspetti della vita di Cristo e del significato spirituale della sua incarnazione.
Nell’autunno del 1741, Händel accettò l’invito del Lord Lieutenant of Ireland,
William Cavendish, di recarsi a Dublino, dove in poco tempo allestì una serie di
concerti a sottoscrizione. Il 13 aprile 1742 si svolse la prima esecuzione del
Messiah, organizzata per raccogliere fondi a beneficio dei carcerati, della
Charitable Infirmary e del Mercer’s Hospital. Il concerto si teneva non in un
teatro, bensì nel nuovo Music Hall di Fishamble Street, una bella sala da 600
posti sede della Charitable Musical Society animata da William Neal.
All’esecuzione partecipavano tutte le forze musicali di Dublino e un coro formato da cantanti provenienti dalle principali chiese cittadine, malgrado l’iniziale
opposizione del decano della Cattedrale anglicana di San Patrizio, Jonathan
Swift, noto per il suo disprezzo verso la musica. Tra i solisti si trovavano artisti
con una lunga esperienza teatrale come il soprano italiano Cristina Maria
Avoglio e il contralto Susanna Cibber, legata a Händel da affettuosa amicizia. Il
Messiah, come del resto gli altri oratori, non era considerato infatti un lavoro
di musica sacra, bensì “a fine Entertainment”, ovvero uno spettacolo del tutto
profano. In realtà, era proprio la tensione tra queste due dimensioni il punto
critico del nuovo oratorio, che affrontava argomenti radicati nel dibattito religioso e metteva in musica testi destinati in primo luogo al servizio liturgico. La
Chiesa di Dublino, dove il Messiah fu salutato con simpatia dalle gerarchie, si
dimostrò più amichevole di quella londinese. Nella capitale infatti questo ulteriore tentativo di fondere due mondi difficilmente conciliabili come il teatro e la
chiesa, non venne accolto senza resistenze. Malgrado le riserve dei puritani,
tuttavia, il pubblico di Londra rimase impressionato dal Messiah e la leggenda
vuole che lo stesso re Giorgio II rimanesse così colpito dal coro dell’Hallelujah
da alzarsi in piedi, iniziando così una tradizione che persiste ancor oggi nei paesi
anglosassoni.
A ogni esecuzione Händel rimaneggiava la partitura in maniera più o meno
estesa, in particolare per quanto riguarda la strumentazione e l’organico
dell’orchestra. Di conseguenza esistono numerose versioni della partitura, tutte
basate su materiale originale (autografo della partitura, copie usate da Händel
per l’esecuzione, altre copie dell’epoca contenenti musica aggiuntiva eccetera).
Ton Koopman, esperto studioso della musica barocca oltre che interprete di
punta delle esecuzioni “storicamente informate”, ha preparato una sua versione
sulla base del materiale esistente. Le discrepanze principali che si possono
trovare con altre versioni del Messiah riguardano principalmente la distribuzione delle arie, perché molte di esse possono essere assegnate a diversi registri
vocali.
Il libretto di Jennens è un collage di versetti tratti dai libri dei Profeti e del
Nuovo testamento, compresa l’Apocalisse di Giovanni. La struttura dell’oratorio si sviluppa con molta coerenza come una sorta di narrazione drammatica,
malgrado non sia rappresentata dall’azione di personaggi. Il disegno complessivo mira a descrivere la parabola spirituale di Cristo, dalla promessa della sua
venuta alla Resurrezione finale. A differenza delle Passioni della Germania
settentrionale, il Messiah non contiene un vero e proprio racconto della vita di
Gesù, se non altro per il fatto di mescolare tempi liturgici diversi come il Natale,
l’Avvento e la Pasqua. L’oratorio esprime piuttosto una serie di meditazioni
liriche sul percorso della redenzione cristiana, attraverso le forme musicali
sperimentate dall’autore nei vari generi di cui si era occupato.
La Sinfonia iniziale, che apre la Parte I del lavoro, mostra subito un’orchestra
molto sobria, limitata ai soli strumenti ad arco. Nel corso dell’oratorio si aggiungono anche oboi, trombe e timpani, ma sempre usati in maniera molto parca. La
scrittura di questa introduzione musicale, nella pensosa tonalità di mi minore,
contrappone lo stile dell’Ouverture francese dell’“Adagio” iniziale al linguaggio
contrappuntistico del successivo “Allegro moderato”, illustrando forse, secondo
un’interpretazione arbitraria ma ragionevole, la condizione di un mondo chiuso
nelle tenebre prima dell’avvento del Redentore. La prima Parte infatti raccoglie la voce dei profeti che hanno annunciato la prossima venuta del Signore, a
cominciare dalla possente figura di Isaia. Dalle sue parole infatti (Isaia 40, 1-3)
nasce il dolce recitativo in mi maggiore del tenore, Comfort ye, my people, e la
gioiosa aria Every valley shall be exhalted (Is 40, 4), ricca di fioriture e di speranza per l’arrivo del Salvatore. Il numero successivo, in la maggiore, rappresenta la prima delle insuperabili pagine corali che hanno assicurato la fama
secolare del Messiah. And the glory of the Lord esprime infatti con un linguaggio polifonico chiaro e un ritmo gioioso l’esultanza del popolo di Dio. Ma le
parole di due profeti minori, Aggeo e Malachia, ricordano, con il recitativo del
basso Thus saith the Lord, che il Messia è anche un Signore degli eserciti e il
suo arrivo incuterà terrore. La tonalità passa a re minore e le vigorose diminuzioni del solista descrivono secondo il gusto del primo Settecento lo sconquasso
provocato dall’irruzione del sacro nel mondo. Il concetto viene ribadito nella
successiva aria del contralto, sulle parole “for He is like a refiner’s fire”, dove
le rapide quartine degli archi schizzano fuori come le scintille infuocate dalla
fornace del fonditore. Dopo la bella fuga corale And He shall purify, un recitativo secco in re maggiore apre il nuovo scenario della storia umana, l’incarnazione di Cristo. Sono appena sei battute, intonate dal contralto, ma il testo è di
tale rilevanza teologica da rendere essenziale la sua comprensione. Forse per
questo Händel si limita ad accompagnare la voce solo con il basso continuo. Si
tratta della famosa profezia di Isaia, ripresa nel Vangelo di Matteo, su una vergine che concepirà e partorirà un figlio di nome Emmanuel. La notizia viene
commentata dalla successiva aria, O thou that tellest good tidings to Zion, e dal
coro cui è collegata. La voce del contralto dialoga con i violini, riuniti in un’unica linea, mentre il coro riprende il materiale musicale con uno stile più arioso,
lasciando all’orchestra il compito di chiudere con un epilogo espressivo. Il recitativo e l’aria del basso, The people that walked, riprendono l’idea di un mondo
rinchiuso nelle tenebre, ancora privo della luce del Signore. Isaia qui si rivolge
a Gerusalemme, come promessa della futura gloria sui regni e sui potenti della
terra. Per rendere l’idea del cieco e grave errare degli uomini Händel escogita
un suono di stile scabro e minimale, raddoppiando in pratica la linea vocale con
violini e viole all’unisono. Con un colpo di genio, il buio si trasforma però nella
luce del coro For unto us a child is born, la profezia di Isaia che ha generato lo
scenario natalizio del Vangelo di Luca. Non a caso infatti nell’orchestra compare per la prima volta il suono degli oboi, che per tradizione vengono aggiunti
anche nella successiva sinfonia pastorale, scritta in realtà per i soli archi. Il
coro, famoso per la bellezza e la luminosità della sua scrittura, conserva il calo-
re intimo della sua origine, dal momento che si tratta di una parodia di uno dei
giovanili duetti da camera di Händel, No, di voi non vo’ fidarmi HWV 189.
Parecchi numeri del Messiah derivano in realtà da precedenti lavori, secondo
una prassi abituale non solo per Händel ma in generale per tutti i musicisti
barocchi. Il blocco dei numeri successivi, affidati al soprano, fino al coro Glory
to God, sfrutta il Vangelo di Luca per raffigurare una sorta di presepe musicale.
Händel tratta il testo con estrema cautela, consapevole di mettere a rischio
l’impresa con una condotta imprudente nel mettere in musica il Nuovo
Testamento. Glory to God è un capolavoro di raffinato equilibrio tra scrittura
polifonica e anthem cerimoniale, senza mai cadere nella volgarità di un’espressione spettacolare. Al contrario, il coro osannante dei pastori si allontana senza
strepito, svanendo via via nell’epilogo del brano affidato alla sola orchestra.
Dopo questa parentesi descrittiva, l’ultima sezione della Parte I prende in
esame la figura del Messia, descritto come un monarca giusto e mite mandato
a proteggere “la figlia di Sion” e a risanare il regno di Gerusalemme. Non è
difficile interpretare il senso politico del testo, in un periodo animato da aspre
contrapposizioni sulla successione al trono d’Inghilterra. Tutta questa sezione
gravita sulla tonalità di si bemolle, che conferisce alla splendida aria in fa maggiore del contralto He shall feed His flock un’espressione ancora più tenera e
serena rispetto allo scatto virtuosistico della precedente aria del soprano
Rejoice greatly, o daughter of Zion. La tonalità di si bemolle infatti torna a
illuminare il coro finale His yoke is easy, anch’esso tratto da un duetto del
periodo italiano, Quel fior che all’alba ride HWV 192.
La Parte II concerne la parabola umana di Cristo, dalla sua manifestazione
come Figlio di Dio alla sua trasfigurazione finale. Le parole del primo coro
infatti, Behold the lamb of God, sono di Giovanni il Battista, quando riconosce il
Messia dopo aver visto lo Spirito scendere dal cielo e fermarsi sopra l’uomo che
era venuto per farsi battezzare. La musica di Händel dipinge la sublime rassegnazione di Cristo al suo destino di sofferenza, nella malinconica tonalità di sol
minore e con un linguaggio contrappuntistico di sapore antico. Il libretto di
Jennens si sviluppa poi attraverso una serie di citazioni da Isaia e dai Salmi, che
illustrano in maniera profetica il Calvario di Gesù per redimere i peccati
dell’umanità, umiliato nel corpo e deriso dalla feccia del mondo. Il percorso
armonico stabilisce un collegamento tra i numeri musicali, che prendono spunto
dalla grandiosa aria in mi bemolle maggiore del contralto He was despised per
descrivere la Passione di Gesù. La drammatica parte centrale in do minore,
sulle parole He gave his back to the smiters, suggerisce il tono del successivo
coro Surely He hath borne our griefs, che introduce una severa fuga in stile
antico come And with his stripes. Ma l’osservazione un po’ astratta e dogmatica di questo coro lascia il posto a uno sguardo più clemente verso un mondo
smarrito nelle debolezze umane. All we like sheep, in contrasto con il cupo fa
minore del precedente Surely He hath borne, si tinge di un colore più chiaro con
la tonalità di fa maggiore e indulge a descrittivi madrigalismi come le fioriture
sulla parola “turned”, che esprime il vano errare dell’uomo senza una guida
spirituale. Il recitativo del tenore All they that see Him ritorna ai drammatici
ritmi puntati di prima, mentre la fuga asimmetrica He trusted in God chiude in
maniera sbilenca questa breve sintesi della Passione, esprimendo in maniera
magistrale l’insensata arroganza del popolaccio assembrato attorno a Gesù per
sbeffeggiare il re dei Giudei. A questo punto l’oratorio mette a fuoco il volto
interiore di Cristo, sottoposto alla dura prova della sofferenza e della morte.
Jennens cerca ancora nei libri dell’Antico Testamento il presentimento della
storia cristiana, secondo quanto aveva già interpretato Paolo di Tarso nelle sue
lettere. Le due arie del tenore, Behold, and see e But Thout didst not leave,
esprimono attraverso il contrasto tra mi minore e mi maggiore l’altalena di
sentimenti nel cuore di Cristo, diviso tra la disperazione della solitudine e la
fede nella promessa del Padre. Qui si apre una parentesi celebrativa, con una
serie di cori basati su uno stile più conforme alle cerimonie solenni. I privilegi
del teatro sono ripristinati con le arie che precedono l’Alleluja, notevoli soprattutto per il dialogo tra l’orchestra e il solista. La più riuscita è il dolcissimo
duetto How beautiful are the feet, nella medesima tonalità di sol minore dell’Ecco l’Agnello di Dio, una perfetta espressione dello stile cantabile italiano assorbito negli anni del soggiorno romano. Il famoso Alleluja, che chiude la Parte II,
lascia aperta la questione se la musica accompagni qui il trionfo spirituale del
Re dei cieli o non invece l’incoronazione di un monarca in carne e ossa.
Dopo lo splendore sonoro dell’Alleluja, intonato sul testo dell’Apocalisse, la
Parte III rischiava di soccombere alla pompa sfarzosa del coro precedente. Il
testo inoltre affrontava temi più astratti come la resurrezione della carne e la
vita eterna. Jennens infatti si serve soprattutto delle lettere di Paolo, che contengono la prima interpretazione cristiana delle Scritture. Forse questo spirito
più speculativo ha ispirato a Händel il coro che segue la prima aria del soprano,
I know that my Redeemer liveth. La prima frase, Since by man came death,
nella scabra tonalità di la minore, rappresenta un esempio eloquente di un
carattere religioso di scrittura polifonica, nel solco della grande tradizione rinascimentale. Grandiosa, ma forse più scontata, l’aria del basso con tromba obbligata The trumpet shall sound annuncia il prossimo finale dell’oratorio. In
mezzo, tuttavia, si apre una parentesi più riflessiva, con una coppia di numeri
collegati dalla tonalità più morbida di mi bemolle maggiore, il duetto O death,
where is thy sting? e il coro But thanks be to God, ai quali si aggiunge un’appendice espressiva con l’aria in sol minore del soprano If God be for us.
Il re maggiore ritorna infine, lucente e vittorioso, nel finale maestoso del coro.
In realtà i cori sono due, perché l’Amen conclusivo rappresenta un’insuperabile dimostrazione di scrittura contrappuntistica, di fronte alla quale impallidisce persino lo sfarzo regale dell’Alleluja, a coronamento di un lavoro che
segna non solo la produzione di un geniale musicista, ma anche la storia di
un’intera nazione.
Oreste Bossini
Georg Friedrich Händel
The Messiah HWV 56
Parte prima
1. Sinfonia
2. Accompagnato
Tenore
Comfort ye, comfort ye My people,
saith your God.
Speak ye comfortably to Jerusalem,
and cry unto her,
that her warfare is accomplish’d,
that her iniquity is pardon’d.
The voice of him that crieth in the
wilderness:
Prepare ye the way of the Lord,
make straight in the desert
a highway for our God.
Isaia 40, 1-3
3. Aria
Tenore
Ev’ry valley shall be exalted,
and ev’ry mountain and hill made low,
the crooked straight
and the rough places plain.
Isaia 40, 4
4. Coro
And the glory of the Lord
shall be revealed.
And all flesh shall see it together,
for the mouth of the Lord
hath spoken it.
Isaia 40, 5
Consolate, consolate il mio popolo,
dice il vostro Dio.
Parlate con benevolenza a Gerusalemme
e gridatele
che è finita la sua schiavitù,
è stata scontata la sua iniquità.
Una voce grida nel deserto:
Preparate la via al Signore,
appianate nella steppa
la strada per il nostro Dio!
Ogni valle sia colmata,
ogni monte e colle siano abbassati;
il terreno accidentato si trasformi
in piano
e quello scosceso in pianura.
Allora si rivelerà
la gloria del Signore.
E ogni uomo la vedrà,
poiché la bocca del Signore
ha parlato.
5. Accompagnato
Basso
Thus saith the Lord, the Lord of Hosts: Dice infatti il Signore degli eserciti:
Yet once, a little while
Ancora un po’ di tempo
Nota alla traduzione: il testo è basato sulla “Bibbia di Gerusalemme” [Edizioni Devoniane, Bologna],
con alcune modifiche che rispecchiano le varianti introdotte da Charles Jennens nel libretto originale
inglese.
and I will shake the heav’ns and the earth,
the sea and the dry land,
and I will shake all nations,
and the desire of all nations
shall come.
Aggeo 2, 6-7
e io scuoterò il cielo e la terra,
il mare e la terraferma.
Scuoterò tutte le nazioni,
e affluiranno le ricchezze di tutte
le genti.
The Lord, whom ye seek,
shall suddenly come to His temple;
Ev’n the messenger of the Covenant,
whom ye delight in, behold,
He shall come, saith the Lord
of Hosts.
Malachia 3, 1
Subito entrerà nel suo tempio
il Signore che voi cercate,
l’angelo dell’alleanza
che voi sospirate;
ecco viene, dice il Signore
degli eserciti.
6. Recitativo
Basso
But who may abide
the day of His coming,
and who shall stand when He appeareth?
For He is like a refiner’s fire.
Malachia 3, 2
7. Coro
And He shall purify the sons of Levi,
that they may offer unto the Lord
an offering in righteousness.
Malachia 3, 3
Ma chi sopporterà
il giorno della Sua venuta?
Chi resisterà al Suo apparire?
Ché Egli è come il fuoco del fonditore.
Ed egli purificherà i figli di Levi,
perché possano offrire al Signore
un’oblazione secondo giustizia.
Recitativo
Alto
Behold, a virgin shall conceive and bear Ecco; la vergine concepirà e partorirà
a Son, and shall call his name Emmanuel, un figlio, che chiamerà Emmanuele,
“God with us”.
“Dio con noi”.
Isaia 7, 14
8. Aria e Coro
Alto
O thou that tellest good tidings to Zion,
get thee up into the high mountain,
O thou that tellest good tidings
to Jerusalem,
lift up thy voice with strength,
lift it up, be not afraid,
O tu, che rechi liete notizie in Sion,
sali su un alto monte;
tu che rechi liete notizie
in Gerusalemme.
alza la voce con forza,
alza la voce, non temere,
say unto the cities of Judah:
Behold your God!
Arise, shine,
for thy light is come,
and the glory of the Lord
is risen upon thee.
Isaia 40, 9; 60, 1
9. Accompagnato
Basso
For Behold, darkness shall cover
the earth,
and gross darkness the people;
but the Lord shall rise upon thee,
and His glory shall be seen upon thee.
And the Gentiles shall come to thy light,
and kings to the brightness of thy rising.
Isaia 60, 2-3
10. Aria
Basso
The people that walked in darkness
have seen a great light.
And they that dwell in the land of
the shadow of death,
upon them hath the light shined.
Isaia 9, 2
11. Coro
For unto us a Child is born,
unto us a Son is given,
and the government
shall be upon His shoulder,
and His name shall be called
Wonderful, Counsellor, The Mighty God,
The Everlasting Father, The Prince
of Peace.
Isaia 9, 6
annunzia alle città di Giuda:
Ecco il vostro Dio!
Alzati, rivestiti di luce,
perché viene la tua luce,
e la gloria del Signore
brilla sopra di te.
Poiché, ecco, le tenebre ricoprono
la terra,
nebbia fitta avvolge le nazioni;
ma su di te risplende il Signore,
la sua gloria appare su di te.
Cammineranno i popoli alla Tua luce,
e i re allo splendore del tuo sorgere.
Il popolo che camminava nelle tenebre,
vide una grande luce.
E su coloro che abitavano in
terra tenebrosa
una luce rifulse.
Poiché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle Sue spalle
è il segno della sovranità
ed è chiamato
Consigliere ammirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace.
12. Pifa (Pastorale)
Recitativo
Soprano
There were shepherds
abiding in the fields,
C’erano in quella regione
alcuni pastori
keeping watch over
their flock by night.
Luca 2, 8
13. Accompagnato
Soprano
And lo! the angel of the Lord
came upon them,
and the glory of the Lord
shone round about them,
and they were sore afraid.
Luca 2, 9
Recitativo
Soprano
And the angel said unto them:
Fear not; for behold,
I bring you good tidings of great joy,
which shall be to all people.
For unto you is born this day,
in the City of David,
a Saviour, which is Christ the Lord.
Luca 2, 10-11
che vegliavano di notte
facendo la guardia al loro gregge.
Ed ecco! Un angelo del Signore
si presentò davanti a loro,
e la gloria del Signore
li avvolse di luce.
Essi furono presi da grande spavento.
E l’angelo disse loro:
non temete,
ecco vi annunzio una grande gioia,
che sarà di tutto il popolo:
oggi vi è nato
nella città di Davide
un Salvatore, che è il Cristo Signore.
14. Accompagnato
Soprano
And suddenly there was with the angel E subito apparve con l’angelo
una moltitudine dell’esercito celeste,
a multitude of the heavenly host,
che lodava Dio e diceva:
praising God and saying:
Luca 2, 13
15. Coro
Glory to God in the highest,
and peace on earth,
good will towards men!
Luca 2, 14
16. Aria
Soprano
Rejoice greatly,
O daughter of Zion,
shout, O daughter of Jerusalem,
behold, thy King cometh unto thee!
He is the righteous Saviour
Gloria a Dio nel più alto dei cieli,
e pace in terra,
agli uomini che Egli ama.
Esulta grandemente,
figlia di Sion,
giubila, figlia di Gerusalemme,
ecco, a te viene il tuo re!
Egli è il giusto Salvatore,
and He shall speak
peace unto the heathen.
Zaccaria 9, 9-10
Recitativo
Alto
Then shall the eyes of the blind be open’d,
and the ears of the deaf unstopped;
then shall the lame man leap as an hart,
and the tongue of the dumb shall sing.
Isaia 35, 5-6
17. Aria
Alto
He shall feed His flock
like a shepherd,
and He shall gather the lambs
with His arm,
and carry them in His bosom,
and gently lead those that are with young.
Isaia 40, 11
Come unto Him, all ye that labour,
come unto him that are heavy laden,
and He will give you rest.
Take His yoke upon you,
and learn of Him,
for He is meek and lowly of heart,
and ye shall find rest unto your souls.
Matteo 11, 28-29
18. Coro
His yoke is easy
and His burthen is light.
Matteo 11, 30
e annunzierà
la pace alle genti.
Allora si apriranno gli occhi dei ciechi,
e si chiuderanno gli orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo salterà come un cervo,
griderà di gioia la lingua del muto.
Come un pastore Egli fa
pascolare il gregge
e con il suo braccio lo raduna;
porta gli agnellini sul seno
e conduce pian piano le pecore madri.
Venite a Lui, voi tutti che siete affaticati,
venite a Lui, voi che siete oppressi,
ed Egli vi ristorerà!
Prendete il suo giogo sopra di voi,
e imparate da Lui,
ché è mite e umile di cuore,
e troverete ristoro per le vostre anime!
Il Suo giogo è dolce,
e il Suo carico è leggero.
Parte seconda
19. Coro
Behold the Lamb of God
that taketh away
the sin of the world.
Giovanni 1, 29
20. Aria
Alto
He was despised and rejected of men,
a man of sorrows,
and acquainted with grief.
He gave His back to the smiters,
and His cheeks to them
that plucked off the hair,
He hid not His face
from shame and spitting.
Isaia 53, 3;50, 6
Ecco l’agnello di Dio,
ecco Colui
che toglie il peccato del mondo!
Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori
che ben conosce il patire.
Ha presentato il dorso ai flagellatori,
la guancia a coloro
che gli strappavano la barba,
non ha sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi.
21. Coro
Surely He hath borne our griefs,
Eppure Egli si è caricato delle
nostre sofferenze
and carried our sorrows;
e si è addossato i nostri dolori.
He was wounded for our transgressions; Egli è stato trafitto per i nostri delitti,
He was bruised for our iniquities;
schiacciato per le nostre iniquità;
the chastisement of our peace
il castigo che ci dà salvezza
was upon Him.
si è abbattuto su di Lui.
Isaia 53, 4-5
22. Coro
And with His stripes we are healed.
Isaia 53, 5
Per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
23. Coro
All we like sheep
have gone astray,
we have turned ev’ry one to his own way;
and the Lord hath laid on Him
the iniquity of us all.
Isaia, 53, 6
Noi tutti eravamo sperduti
come un gregge,
ognuno di noi seguiva la Sua strada;
il Signore fece ricadere su di Lui
l’iniquità di noi tutti.
24. Accompagnato
Tenore
All they that see Him,
laugh Him to scorn;
they shoot out their lips,
and shake their heads, saying:
Salmo 22, 8
25. Coro
He trusted in God
that He would deliver Him,
let Him deliver Him,
if He delight in Him.
Salmo 22, 9
26. Accompagnato
Tenore
Thy rebuke hath broken His heart;
He is full of heaviness.
He looked for some to have pity on Him,
but there was no man,
neither found He any to comfort Him.
Salmo 69, 21
27. Arioso
Tenore
Behold, and see
if there be any sorrow
like unto His sorrow!
Lamentazioni 1, 12
28. Accompagnato
Tenore
He was cut off out
of the land of the living;
for the transgression of Thy people
was He stricken.
Isaia 53, 8
29. Aria
Tenore
But Thou didst not leave
His soul in hell;
nor didst Thou suffer Thy Holy One
to see corruption.
Salmo 16, 10
Lo scherniscono
tutti quelli che Lo vedono;
storcono le labbra
e scuotono il capo dicendo:
Si è affidato a Dio,
che L’avrebbe liberato:
che Lo liberi,
se Gli vuol bene.
L’insulto ha spezzato il Suo cuore;
Egli è colmo di tristezza.
Ha atteso compassione, ma invano,
non c’era nessuno
che Lo consolasse.
Considerate e osservate
se c’è un dolore
simile al Suo dolore!
Egli fu eliminato
dalla terra dei viventi;
per il peccato del Tuo popolo
Egli fu percosso a morte.
Ma Tu non abbandonasti
la Sua anima nell’inferno;
né lasciasti che il Tuo Santo
vedesse la corruzione.
30. Coro
Lift up your heads, O ye gates,
and be ye lift up, ye everlasting doors,
and the King of Glory shall come in!
Who is this King of Glory?
The Lord strong and mighty,
the Lord mighty in battle.
Lift up your heads, O ye gates,
and be ye lift up, ye everlasting doors,
and the King of Glory shall come in!
Who is this King of Glory?
The Lord of Hosts,
He is the King of Glory.
Salmo 24, 7-10
Recitativo
Tenore
Unto which of the angels
said He at any time:
Thou art My Son,
this day have I begotten Thee?
Lettera agli Ebrei 1, 5
Sollevate, porte, i vostri frontali,
alzatevi, porte antiche,
ed entri il re della gloria.
Chi è questo re della gloria?
Il Signore forte e potente.,
il Signore potente in battaglia.
Sollevate, porte, i vostri frontali,
alzatevi, porte antiche,
ed entri il re della gloria.
Chi è questo re della gloria?
Il Signore degli eserciti
è il re della gloria.
A quale degli angeli
Egli ha mai detto:
Tu sei mio figlio,
oggi Ti ho generato?
31. Coro
Let all the angels of God worship Him. Lo adorino tutti gli angeli di Dio.
Lettera agli Ebrei 1, 6
32. Aria
Basso
Thou art gone up on high;
Thou hast led captivity captive,
and received gifts for men;
yea, even for Thine enemies,
that the Lord God
might dwell among them.
Salmo 68, 19
Sei salito nella Tua alta dimora,
hai condotto prigionieri,
hai ricevuto tributi per gli uomini,
persino per i Tuoi nemici,
perché il Signore Dio
possa abitare presso di loro.
33. Chorus
The Lord gave the word,
Il Signore dette l’annunzio,
great was the company of the preachers. grande fu la schiera dei predicatori.
Salmo 68, 12
34. Duetto e Coro
Soprano / Alto
How beautiful are the feet of Him
that bringeth glad tidings,
tidings of salvation;
that saith unto Sion:
Thy God reigneth!
Breackforth into joy,
glad tidings,
Thy God reigneith!
Isaia 52, 7 e 9
Quanto sono belli i piedi
del messaggero di buone novelle,
che annunzia la salvezza;
che dice a Sion:
Il tuo Dio regna!
Prorompete in grida di gioia,
buone novelle
Il tuo Dio regna!
35. Coro
Their sound is gone out into all lands, Per tutta la terra è corsa la loro voce,
and their words unto the ends of the world. e fino ai confini del mondo le loro parole.
Lettera ai Romani 10, 18
36. Aria
Basso
Why do the nations so furiously
rage together,
why do the people imagine a vain thing?
The kings of the earth rise up,
and the rulers take counsel together
against the Lord,
and against His anointed.
Salmo 2, 1-2
37. Coro
Let us break their bonds asunder,
and cast away their yokes from us.
Salmo 2, 3
Recitativo
Tenore
He that dwelleth in heaven
shall laugh them to scorn;
the Lord shall have them in derision.
Salmo 2, 4
Perché le genti congiurano,
perché invano cospirano i popoli?
Insorgono i re della terra
e i principi congiurano insieme
contro il Signore
e contro il Suo Messia.
Spezziamo le loro catene
gettiamo via i loro legami.
Colui che abita nei cieli,
li schernisce dall’alto;
il Signore li deriderà.
38. Recitativo
Tenore
Thou shalt break them with a rod of iron, Li spezzerai con scettro di ferro,
Thou shalt dash them in pieces
come vasi di argilla
like a potter’s vessel.
li frantumerai.
Salmo 2, 9
39. Coro
Hallelujah,
for the Lord God Omnipotent reigneth.
The Kingdom of this world
is become the Kingdom of our Lord
and of His Christ;
and He shall reign for ever and ever.
King of Kings, and Lord of Lords.
Hallelujah!
Apocalisse 19, 6; 11, 15; 19, 16
Alleluia,
ché il Signore, Dio onnipotente, regna,
Il regno del mondo
appartiene al Signore nostro
e al Suo Cristo:
Egli regnerà nei secoli dei secoli.
Re dei re e Signore dei signori!
Alleluia!
Intervallo
Parte terza
40. Aria
Soprano
I know that my Redeemer liveth,
and that He shall stand
at the latter day upon the earth.
And tho’ worms
destroy this body
yet in my flesh shall I see God.
For now is Christ risen from the dead,
the first fruits of them that sleep.
Giobbe 19, 25-26;
1a Lettera ai Corinzi 15, 20
Io so che il mio Redentore è vivo,
e che l’ultimo giorno
si ergerà sulla terra.
E quando i vermi
distruggeranno questo corpo,
nella mia carne io vedrò Dio.
Ché ora Cristo è risuscitato dai morti,
primizia di coloro che sono morti.
41. Coro
Since by man came death,
Poiché se a causa di un uomo venne
la morte,
by man came also
a causa di un uomo verrà anche
the resurrection of the dead.
la risurrezione dei morti;
For as in Adam all die,
e come tutti muoiono in Adamo,
even so in Christ shall all be made alive. così tutti riceveranno la vita in Cristo.
1a Lettera ai Corinzi 15, 21-22
42. Accompagnato
Basso
Behold, I tell you a mystery;
We shall not all sleep;
but we shall all be chang’d in a moment,
in the twinkling of an eye,
at the last trumpet.
1a Lettera ai Corinzi 15, 51-52
Ecco io vi annunzio un mistero:
non tutti ci addormenteremo,
ma tutti saremo trasformati,
in un istante, in un batter d’occhio,
al suono dell’ultima tromba.
43. Aria
Basso
The trumpet shall sound,
and the dead shall be rais’d incorruptible,
and we shall be chang’d.
For this corruptible
must put on incorruption,
and this mortal
must put on immortality.
1a Lettera ai Corinzi 15, 52-53
Recitativo
Alto
Then shall be brought to pass
the saying that is written:
death is swallow’d up in victory.
1a Lettera ai Corinzi 15, 54
44. Duetto
Alto / Tenore
O death, where is thy sting,
O grave, where is thy victory?
The sting of death is sin,
and the strength of sin is the law.
1a Lettera ai Corinzi 15, 55-56
45. Coro
But thanks be to God,
who giveth us the victory
through our Lord Jesus Christ.
1a Lettera ai Corinzi 15, 57
46. Aria
Alto
If God be for us,
who can be against us?
Who shall lay anything
to the charge of God’s elect?
It is God that justifieth.
Who is he that condemneth?
It is Christ that died,
yea rather, that is risen again,
who is at the right hand of God,
who maketh intercession for us.
Lettera ai Romani 8, 31 / 33-34
Suonerà la tromba,
e i morti risorgeranno incorrotti:
e noi saremo trasformati.
Questo corpo corruttibile
deve infatti rivestirsi d’incorruttibilità
e questo corpo mortale
d’immortalità.
Allora si compirà
la parola della Scrittura:
la morte è stata ingoiata nella vittoria.
Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?
Dov’è, o tomba, la tua vittoria?
Il pungiglione della morte è il peccato,
e la forza del peccato è la legge.
Ma siano rese grazie a Dio,
che ci dà la vittoria
per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo.
Se Dio è per noi,
chi sarà contro di noi?
Chi accuserà
gli eletti di Dio?
È Dio che giustifica.
Chi è colui che condannerà?
Gesù Cristo, che è morto,
anzi che è risuscitato,
sta alla destra di Dio,
e intercede per noi.
47. Coro
Worthy is the Lamb that was slain,
L’Agnello che fu immolato,
and hath redeemed us to God
e che ci ha riscattati a Dio,
by His blood,
degno è l’Agnello di ricevere potenza
to receive power, and riches,
e ricchezza,
and wisdom, and strength,
sapienza e forza,
and honour, and glory, and blessing.
onore, gloria e benedizione.
Blessing and honour, glory and pow’r, A Colui che siede sul trono e all’Agnello
be unto Him that sitteth upon the throne, lode, onore, gloria e potenza,
and unto the Lamb, for ever and ever. nei secoli dei secoli.
Apocalisse 5, 12-13
48. Coro
Amen.
Amen.
Ton Koopman
Ton Koopman è nato a Zwolle in Olanda. Si è formato alla scuola organistica
di Simon Jansen e a quella clavicembalistica di Gustav Leonhardt. Dopo aver
ricevuto il “Prix d’Excellence” per l’organo e per il clavicembalo e il primo
premio al Concorso Internazionale di Clavicembalo di Bruges, ha intrapreso
la carriera solistica.
Musicologo, noto per il suo costante lavoro di ricerca sulle fonti storiche, ha
lavorato all’edizione completa dei Concerti per organo di Händel, ha curato
l’edizione del Messiah di Händel e del Giudizio Universale di Buxtehude. È docente di clavicembalo al Conservatorio Reale dell’Aia, professore all’Università di Leiden e membro onorario della Royal Academy of Music di Londra. Nel
2000 è stato insignito della laurea honoris causa dall’Università di Utrecht. È
inoltre presidente dell’“International Dietrich Buxtehude Society” e direttore
artistico del festival francese “Itinéraire Baroque”.
Ha fondato il complesso “Musica Antiqua” e, nel 1979, The Amsterdam Baroque Orchestra. Dal 1994 al 2004 ha eseguito e registrato esecuzione l’integrale
delle Cantate sacre e profane di Bach con Amsterdam Baroque Orchestra &
Choir, progetto al quale si è affiancata la pubblicazione, in collaborazione con
il musicologo Christoph Wolff, dell’opera editoriale Il mondo delle Cantate di
Bach, pubblicata in italiano a cura de I Concerti del Quartetto in collaborazione con EDT. Dal 2005 lavora alla registrazione dell’integrale dell’opera di
Dietrich Buxtehude. Le sue incisioni hanno raggiunto record di vendita. Ha
meritato il premio Silver Phonograph delle case discografiche olandesi. Nel
2003 ha fondato una propria etichetta discografica “Antoine Marchand”.
Ton Koopman svolge un’intensa attività come direttore ospite con le principali
orchestre in Europa, negli Stati Uniti e in Giappone. Dal 2011 è “artist in residence” della Cleveland Orchestra. Nel 2012 ha ricevuto il “Premio Buxtehude”
della città di Lubecca e il “Premio Bach” della città di Lipsia.
Ton Koopman e l’Amsterdam Baroque Orchestra & Choir sono stati ospiti delle Settimane Bach nel maggio e nel novembre 1994 (1º e 2º ciclo), nel maggio
e dicembre 1995 (3º e 4º ciclo), 1997 (7º ciclo), 1998 (10º ciclo), 1999 (12º ciclo,
per le Cantate e l’Oratorio di Natale), 2000 (13º ciclo - Passione secondo Marco
e 14º ciclo), 2001 (16º ciclo), 2002 (18º ciclo), 2004 (22° ciclo), e nel 2007, 2008,
2010, 2011 e 2012.
Amsterdam Baroque Orchestra & Choir
L’Amsterdam Baroque Orchestra comprende alcuni fra i migliori specialisti
del barocco in ambito internazionale che si riuniscono con regolarità sotto la
direzione di Ton Koopman per provare nuovo repertorio, dare concerti e completare le loro registrazioni. Sin dalla sua fondazione, l’Amsterdam Baroque
Orchestra si è dedicata allo stile antico, con strumenti autentici (o copie fedeli), e si è esibita nelle maggiori sale concertistiche delle capitali musicali in
tutto il mondo.
Koopman e Simon Schoutens hanno fondato, per completare l’attività dell’Amsterdam Baroque Orchestra, l’Amsterdam Baroque Choir. Il coro ha debuttato
nel 1992 al Festival di Musica Antica di Utrecht ottenendo grande successo
con il Requiem per 15 voci e i Vespri per 32 voci di Biber entrambi eseguiti in
prima moderna e registrati per Erato meritando il Cannes Classical Award.
Dal 1994 al 2004 Ton Koopman e l’Amsterdam Baroque Orchestra & Choir
hanno realizzato il più importante progetto discografico degli anni ’90: l’esecuzione e la registrazione integrale di tutte le Cantate bachiane sacre e profane
che ha meritato il Deutscher Schallplattenpreis Echo Klassik 1997 e il Prix de
l’Académie du Disque Lyrique. Nel 2008 hanno ricevuto il BBC Award e nel
2009, di nuovo l’Echo Klassik per il VII volume dell’Opera-Omnia Edition di
Buxtehude.
Catherine Manson, Joseph Tan, Nicolas Mazzoleni, Eunjung Anna Ryu,
Rie Kimura violini primi
David Rabinovich, Marc Cooper, Ann Roux, Liesbeth Nijs violini secondi
Deirdre Dowling, Yoshiko Morita viole
Werner Matzke, Esmé de Vries violoncelli
Michele Zeoli contrabbasso
Antoine Torunczyk, Michel Henry oboi
Wouter Verschuren fagotto
Dave Hendry, Jonathan Impett trombe
Jan Kleinbussink basso continuo
Luuk Nagtegaal timpani
Gela Birckenstaedt, Susan Jonkers, Vera Lansink, Anne-Kathryn Olsen,
Christina Stegmaier, Dorothee Wohlgemuth soprani
Annemieke Cantor, Peter de Groot, Sofia Gvirts, Kaspar Kröner,
Hugo Naessens alti
Henk Gunneman, Raphael Höhn, Tilman Kögel, Jörg Krause,
Joost van der Linden tenori
Donald Bentvelsen, Johan Lippens, Jasper Schweppe, René Steur,
Hans Wijers bassi
Frank Markowitsch maestro del coro
Johannette Zomer soprano
Johannette Zomer ha iniziato lo studio del canto nel 1990 allo Sweelinck Conservatorium di Amsterdam dove si è diplomata. Ha poi perfezionato la sua
preparazione con Diane Forlano a Londra, Claudia Visca a Wuppertal e Marlena Malas a New York.
Con un repertorio che spazia dalla musica medievale al periodo barocco fino
a quello classico, collabora regolarmente con specialisti del repertorio barocco quali Philippe Herreweghe, Ton Koopman, Frans Brüggen, Gustav Leonhardt, René Jacobs, Reinhard Goebel, Ivor Bolton, Thomas Hengelbrock e Paul
McCreesh. È stata inoltre ospite della Netherlands Bach Society e con l’ABO
e Ton Koopman al Festival di Salisburgo. In campo operistico, dopo il debutto
con la Nationale Reisopera nel Don Carlo di Verdi, ha cantato in Salome di
Strauss con Valery Gergiev, nel Flauto Magico con Ton Koopman, nell’Orfeo di
Monteverdi e in Didone e Enea di Purcell. In recital collabora il tiorbista Fred
Jacobs e Arthur Schoonderwoerd al fortepiano.
In ambito discografico ricordiamo la recente incisione dedicata alle Cantate di
Bach con l’ensemble inglese Florilegium (Edison Award), il CD With Endless
Teares con Fred Jacobs e Love & Madness con l’oboista Bart Schneemann.
È stata ospite delle Settimane Bach nel 2001 (15º e 16º ciclo), 2002 (17º ciclo) e
2003 (20° ciclo).
Maarten Engeltjes alto
Nato nel 1984 in Olanda, Maarten Engeltjes ha iniziato a cantare a 4 anni
in un coro di voci bianche. Nel 2007 si è laureato con lode al Conservatorio
dell’Aja dove ha studiato con Maria Acda, Manon Heijne e Michael Chance.
Al momento studia con Andreas Scholl e Richard Levitt. Dopo il debutto a 16
anni nella Passione secondo Matteo, si è affermato a livello internazionale
quale interprete dei capolavori sacri di Bach e gli Oratori di Händel.
Il suo repertorio affianca alla musica barocca quella contemporanea. Tra gli
impegni recenti i capolavori di Händel (Giulio Cesare con la Capella Cracoviensis a Cracovia, Rodelinda al festival Via Stellae a Santiago de Compostela,
Rinaldo all’Opéra de Lausanne, Ariodante con Federico Sardelli al Festival
de l’Opéra baroque di Beaune e Dixit Dominus con il Nederlands Kamerkoor
e Peter Dijkstra) e opere contemporanee quali L’Upupa di Henze con Markus
Stenz al Concertgebouw di Amsterdam, Dresdner Requiem di Lera Auerbach
con la Staatskapelle Dresden e Vladimir Jurowski. Collabora inoltre con Concerto Köln, La Venexiana, Akademie für Alte Musik Berlin e Daniel Reuss,
Ton Kopman e l’Amsterdam Baroque Orchestra & Choir.
È stato ospite della nostra Società nel 2011.
Jörg Dürmüller tenore
Nato a Berna, Jörg Dürmüller ha iniziato gli studi a Winterthur proseguendoli all’Akademie für Musik und Theater di Amburgo. Ha inoltre partecipato
a master class con Christa Ludwig e Hermann Prey.
In campo operistico ha debuttato nei teatri di Bielefeld e Brunswick. È stato poi membro stabile della Volksoper di Vienna e solista ospite dei maggiori
teatri europei.
Nel ruolo prediletto dell’Evangelista nei grandi Oratori e nelle Passioni di
Bach, ha collaborato con direttori e orchestre di primo piano quali Eschenbach, Rilling, Chailly, Jacobs, Koopman, New York Philharmonic, Münchner
Philharmoniker, Gewandhaus di Lipsia, Concerto Köln e Wiener Philharmoniker. Ha inoltre partecipato a numerose produzioni televisive e radiofoniche. In campo discografico ricordiamo l’integrale delle Cantate di Bach e della
Passione secondo Matteo con Ton Koopman e l’ABO & Choir e la prima registrazione della versione originale del 1841 dell’Olandese volante di Wagner.
Nel 2007 ha meritato l’ECHO-Award per Sardakai di Krenek e il “Preis der
Deutschen Schallplattenkritik” per Die schöne Galathée di Suppé diretto da
Bruno Weil.
Dal 2010 è docente nella sede di Friburgo del Conservatorio di Losanna.
Più volte ospite delle Settimane Bach, è stato ospite della nostra Società nel
2008.
Klaus Mertens basso
Nato a Kleve, in Germania, Klaus Mertens ha ricevuto la prima formazione
musicale come sopranista. Successivamente ha studiato con Else Bischof-Bornes, Jakob Stämpfli e Peter Massmann. Ha tenuto concerti nelle più prestigiose sale europee, americane, giapponesi, e in Israele in collaborazione con i
maggiori direttori nel repertorio barocco e romantico e orchestre di primo piano quali Berliner Philharmoniker, Gewandhaus di Lipsia, Concertgebouw di
Amsterdam, Tonhalle di Zurigo, Chicago Symphony Orchestra oltre a numerosi ensemble da camera. Con Ton Koopman ha collaborato alla registrazione
ed esecuzione integrale delle Cantate bachiane. È inoltre ospite dei più rinomati festival europei: Bach-Wochen di Ansbach e Bach Tage a Berlino, Festival Händel di Oxford, Festival delle Fiandre, Aix-en-Provence, Primavera di
Praga, Schleswig-Holstein, Utrecht, Salisburgo, Beaune, Lucerna, Ambronay.
Si dedica poi con particolare passione al repertorio liederistico che include
lavori da Monteverdi ai compositori contemporanei.
Ospite regolare delle Settimane Bach dal 1994 al 2004, è stato ospite della nostra Società nel 2006, 2008 e 2011.
Prossimo concerto:
Martedì 14 gennaio 2014
Sala Verdi del Conservatorio
András Schiff pianoforte
Con questo concerto si avvicina la conclusione del grande ciclo delle Sonate
di Beethoven, che András Schiff ha voluto presentare in stretto ordine cronologico. Nel periodo che va da Les adieux alla prima Sonata del trittico finale
corrono ben undici anni, dal 1809 al 1820, all’interno del quale Beethoven
scrive solo tre lavori di questo genere, che sono quelli inclusi nel programma.
Ciascuno di loro ha un carattere particolare e sperimentale. La scrittura
dell’op. 90 è concisa, ma non ermetica, mentre la Sonata in la maggiore
op. 101 esprime una poesia di sentimenti quasi romantica. Svetta su tutte,
per dimensioni e potenza virtuosistica, la cosiddetta Hammerclavier, omaggio di Beethoven al progresso dello strumento pianoforte.
Società del Quartetto di Milano - via Durini 24
20122 Milano - tel. 02.795.393
www.quartettomilano.it - [email protected]