elementi di contesto, con particolare riguardo ai dati socio della
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elementi di contesto, con particolare riguardo ai dati socio della
1.1. Il contesto socio-economico Popolazione residente Cuneo rappresenta la seconda provincia del Piemonte per ampiezza demografica, con una popolazione che, al 31 dicembre 2008, si attesta a 586.020 abitanti. La densità abitativa (84,9 ab. per kmq) è però nettamente inferiore alla media regionale (174,5 ab. per kmq) e la distribuzione della popolazione risente fortemente della conformazione territoriale, con una significativa concentrazione nelle zone pianeggianti, mentre le aree montane risultano caratterizzate da un progressivo fenomeno di spopolamento. Il territorio si caratterizza inoltre per una forte frammentazione, con un numero elevato di comuni (250), perlopiù di piccole dimensioni: sono solo 6 i comuni con più di 20.000 abitanti, mentre ben 90 ne hanno meno di 500. Nel corso degli ultimi anni la popolazione provinciale ha registrato una leggera crescita, in buona parte imputabile ai flussi migratori. In particolare, rispetto a fine 2007 la popolazione è aumentata dello 0,9%, per effetto della combinazione di un saldo naturale negativo (-1.102 unità) e un saldo migratorio positivo (6.609 unità). La popolazione straniera residente ha infatti registrato un aumento del 14%, attestandosi a 48.676 unità e raggiungendo un’incidenza del 8,3% sulla popolazione totale, superiore al dato regionale (7,9%). Rispetto all’’area geografica di provenienza degli stranieri, predominano nettamente i cittadini europei, che costituiscono il 60,2% del totale e appartengono in maggioranza ai paesi dell’Est Europa: in particolare rumeni e albanesi rappresentano il 45,6% del totale della popolazione straniera residente. Non trascurabile è anche la percentuale degli stranieri provenienti dagli Stati africani (29,5%), costituiti per il 67% da cittadini marocchini. Nonostante l’apporto di popolazione da parte dei flussi migratori, il contesto provinciale, così come quello regionale e nazionale, continua ad essere interessato da un progressivo processo di invecchiamento demografico, che, come noto, comporta pesanti implicazioni di carattere economico e sociale. La popolazione con 65 anni e oltre ha continuato a crescere anche nel corso del 2008, superando le 129.000 unità e raggiungendo una percentuale del 22,1%, in linea con il dato regionale (22,7%). I soggetti nella fascia più giovane (da 0 a 14 anni) hanno raggiunto le 80.363 unità, con un’incidenza percentuale del 13,7%, a fronte di un dato regionale del 12,7%. L’invecchiamento della popolazione trova conferma negli indicatori demografici: l’indice di vecchiaia1, che rapporta la popolazione over 65 con quella under 15, raggiunge un valore di 1 Rapporto percentuale tra la popolazione in età da 65 anni in poi e quella della classe 0-14 anni. 161,4%, evidenziando come la componente anziana sia significativamente più numerosa di quella più giovane. L’indice di dipendenza2 (55,9%) segnala le difficoltà di bilanciamento fra la popolazione attiva e coloro che per ragioni anagrafiche non rientrano fra le forze di lavoro (ovvero bambini e anziani). Tale equilibrio rischia di aggravarsi in prospettiva futura, anche in considerazione del fatto che la popolazione in procinto di uscire dal mercato del lavoro è più numerosa rispetto a quella in entrata, come testimonia l’indice di ricambio generazionale 3(152,5%). Mercato del lavoro Nel corso degli ultimi anni il mercato del lavoro cuneese ha registrato performance di particolare rilievo, evidenziando una situazione di vantaggio rispetto al contesto regionale e, in misura ancora maggiore, a quello nazionale. L’impatto della crisi che ha colpito l’economia internazionale a partire dal 2008 ha però esercitato il suo effetto depressivo anche sul mercato del lavoro provinciale. Nonostante l’indagine ISTAT sulle forze di lavoro, rilevando dati di stock, colga solo in parte e con maggiore lentezza gli effetti della crisi, già i dati del 2008 iniziano infatti ad evidenziare segnali di difficoltà. Sebbene la situazione provinciale si confermi decisamente migliore rispetto a quella regionale e nazionale, il tasso di occupazione ha interrotto il suo trend di crescita, mentre quello di disoccupazione ha registrato un significativo incremento, passando dal 2,2% del 2007 al 3,4% del 2008. Tavola 1.1.1 Tassi di occupazione e disoccupazione (anni 2007 e 2008) TASSO DI OCCUPAZIONE (%) Media 2007 Area territoriale TASSO DI DISOCCUPAZIONE (%) Media 2008 Media 2007 Media 2008 M F TOT M F TOT M F TOT M F TOT Cuneo 76,6 60,9 68,9 77,3 60,1 68,9 1,3 3,5 2,2 2,1 5,2 3,4 Piemonte 73,4 56,3 64,9 73,3 57,1 65,2 3,5 5,2 4,2 4,0 6,3 5,0 Italia 70,7 46,6 58,7 70,3 47,2 58,7 4,9 7,9 6,1 5,5 8,5 6,7 Fonte: Elaborazione su dati ISTAT – Indagine sulle forze lavoro – Media 2007-2008 Il numero di persone occupate è comunque molto significativo e il tasso di occupazione (68,9%) è di gran lunga il più elevato fra le province piemontesi, seguito da quello di Biella (67,6%) e di Asti (66,8%). 2 Rapporto percentuale avente al numeratore la somma tra la popolazione in età 0-14 anni e quella in età da 65 anni in poi e al denominatore la popolazione in età 15-64 anni 3 Rapporto percentuale tra la popolazione della classe 60-64 anni e quella della classe 15-19 anni. Tavola 1.1.2 Occupati in complesso e tasso di occupazione 15-64 anni per sesso, regione, provincia (anno 2008 – dati in migliaia e in percentuale) Area territoriale Media 2008 M F Media 2007 TOT M Occupati in migliaia F Media 2008 TOT M F TOT Tasso di occupazione (%) Alessandria 101 73 174 71,8 53,4 62,7 70,3 53,2 61,8 Asti 54 40 94 75,2 55,3 65,3 75,4 58,0 66,8 Biella 45 36 81 74,6 60,6 67,6 74,3 60,8 67,6 Cuneo 153 110 263 76,6 60,9 68,9 77,3 60,1 68,9 Novara 93 65 157 76,1 54,9 65,6 75,8 54,6 65,3 Torino 543 429 972 72,1 56,0 64,0 72,1 57,3 64,7 VCO 40 29 70 75,1 54,4 64,9 75,0 56,3 65,8 Vercelli 43 30 73 72,9 55,5 64,3 73,4 54,0 63,8 PIEMONTE 1.072 813 1.885 73,4 56,3 64,9 73,3 57,1 65,2 ITALIA 14.064 9.341 23.405 70,7 46,6 58,7 70,3 47,2 58,7 Fonte: ISTAT – Indagine sulle forze lavoro – Media 2007-2008 Il dato occupazionale è comunque il risultato di valori eterogenei: a fronte di un tasso di occupazione maschile del 77,3%, in provincia si registra un tasso di occupazione femminile del 60,1% che, pur conseguendo l’obiettivo di Lisbona di aumentare il numero di donne occupate ad una media superiore al 60% entro il 2010, risulta in decisa flessione rispetto al 2007 (60,9%). Nella lettura del dato femminile bisogna comunque tenere conto di un’elevata incidenza del lavoro part-time e, come prevedibile, di livelli di occupazione sostenuti perlopiù dalle fasce più giovani, a fronte di una ridotta partecipazione al mercato del lavoro delle over 50. Come già sottolineato, l’impatto della crisi ha prodotto, già nel 2008, un significativo incremento del tasso di disoccupazione, sia a livello regionale e nazionale, che provinciale. Nonostante l’incremento abbia interessato sia la componente maschile che quella femminile, il tasso di disoccupazione si mantiene comunque relativamente basso nel caso degli uomini (2,1%), mentre assume valori maggiori per le donne (5,2%). Nonostante il trend di aumento, la provincia di Cuneo conferma comunque, anche con riferimento ai dati sulla disoccupazione, le migliori performance del contesto regionale. Tavola 1.1.3 Persone in cerca di occupazione e tasso di disoccupazione per sesso, regione, provincia (anno 2008 – dati in migliaia e valori percentuali) Area territoriale Media 2008 (In migliaia) Media 2007 Media 2008 M F TOT M F Persone in cerca di occupazione TOT M F TOT Tassi di disoccupazione Alessandria 4 5 9 3,4 6,3 4,6 3,7 6,2 4,8 Asti 2 2 4 2,0 5,0 3,2 3,0 5,7 4,2 Biella 2 2 4 3,7 5,1 4,3 3,7 6,3 4,9 Cuneo 3 6 9 1,3 3,5 2,2 2,1 5,2 3,4 Novara 4 5 9 3,9 7,0 5,2 4,2 7,1 5,4 Torino 27 30 58 4,2 5,3 4,7 4,8 6,6 5,6 VCO 2 2 4 2,5 4,2 3,2 4,0 6,4 5,0 Vercelli 1 2 3 3,2 5,6 4,2 3,0 6,4 4,4 PIEMONTE 45 55 100 3,5 5,2 4,2 4,0 6,3 5,0 ITALIA 820 872 1.692 4,9 7,9 6,1 5,5 8,5 6,7 Fonte: Elaborazione su dati ISTAT – Indagine sulle forze lavoro – Media 2008 Le tendenze recessive trovano conferma nell’analisi delle procedure di assunzione 4. Nel corso del 2008, i Centri per l’Impiego della provincia di Cuneo hanno registrato 105.850 avviamenti - di cui 6.234 per attività di carattere parasubordinato e 99.616 di lavoro alle dipendenze - in diminuzione del 3,4% rispetto al 2007, che evidenziava invece una crescita del 20% rispetto all’anno precedente. In particolare, mentre nel primo trimestre 2008 prosegue la spinta espansiva del 2007, nei mesi successivi le variazioni assumono valori decisamente negativi. I primi dati del 2009 evidenziano un’ulteriore peggioramento: nel periodo gennaio/febbraio si registrano 14.413 avviamenti, con un calo del 23% rispetto al primo bimestre 2008. Analizzando nel dettaglio i dati annuali relativi alle assunzioni, i segnali di maggiore difficoltà si rilevano nel comparto industriale, che evidenzia una flessione del 15,8%, mentre agricoltura e servizi risentono meno della crisi, anche se il quadro peggiora significativamente nel corso dell’ultimo trimestre dell’anno. Con riferimento alle tipologie contrattuali, nel corso del 2008 si espandono solo alcune modalità marcatamente atipiche, quali i contratti di inserimento e il lavoro subordinato meno strutturato, mentre segnano una decisa flessione sia l’apprendistato che i contratti di somministrazione. Per questi ultimi la flessione si accentua tra ottobre e dicembre, in linea con il marcato andamento negativo del comparto industriale. La contrazione delle assunzioni ha interessato anche i lavoratori stranieri, che nel 2008 registrano 32.000 avviamenti, a fronte degli oltre 33.000 del 2007. La manodopera straniera 4 I dati relativi alle procedure di assunzione sono tratti dal Rapporto annuale della Camera di Commercio: cfr. Camera di Commercio di Cuneo, Rapporto Cuneo 2009. L’economia reale dal punto di osservazione delle Camere di Commercio, maggio 2009. assume particolare rilevanza nel comparto agricolo e nel lavoro domestico, ma forti concentrazioni si rilevano anche nell’industria e, in particolare, nell’edilizia. Le assunzioni, come prevedibile, hanno interessato in misura maggiore le nazionalità più diffuse sul territorio: in primis, i lavoratori rumeni, che rappresentano il 30% del totale delle assunzioni straniere, seguiti da albanesi (15%) e marocchini (12%). Ritornando all’analisi del totale degli occupati, dalla ripartizione per settore (tabella 4), emerge la tipicità del tessuto economico cuneese. Rispetto alla media regionale e nazionale, il contesto provinciale mantiene infatti una forte incidenza del settore primario (10,3%), che, nonostante una significativa flessione, occupa circa 27.000 lavoratori. E’ comunque il settore dei servizi, che cresce di circa 3.000 unità rispetto al 2007, a detenere il primato, con 148.000 unità e un’incidenza del 56,3%, seguito dall’industria (88.000 occupati per un’incidenza del 33,5%). Tavola 1.1.4 Occupati per settore di attività economica, regione e provincia anno 2008 (dati in migliaia) Area Territoriale Agricoltura Industria Servizi Totale Alessandria 6 61 106 174 Asti 8 30 56 94 Biella 2 33 45 81 Cuneo 27 88 148 263 Novara 4 58 95 157 Torino 16 314 643 972 VCO 1 23 46 70 Vercelli 4 61 44 73 PIEMONTE 68 633 1.184 1885 ITALIA 895 6.955 15.555 23.405 Fonte: ISTAT – Indagine sulle forze lavoro – Media 2008 Il segnale più evidente dell’impatto della crisi sul mercato del lavoro è rappresentato dall’intensificarsi delle crisi aziendali e dal conseguente forte aumento del ricorso agli ammortizzatori sociali. Già nel corso del 2008 si segnala, rispetto all’anno precedente, il forte incremento dell’utilizzo della cassa integrazione, in particolare ordinaria (+256%). E’ però nel 2009 che il ricorso a tale strumento registra una vera e propria esplosione, con incrementi molto marcati sia della cassa integrazione ordinaria che di quella straordinaria (rispettivamente +564% e +279%). Tavola 1.1.5 - Ricorso a cassa integrazione (ore autorizzate), 2007-2008-2009 CIG 2007 2008 2009 Var. 2007/2008 ordinaria 438.333 1.560.776 10.372.028 256 % Var. % 2008/2009 564,5 straordinaria 836.632 1.143.606 4.334.263 37 279,0 TOTALE 1.274.965 2.704.382 14.706.291 112 443,8 Fonte: nostre elaborazioni su dati INPS Situazione economica5 Il Pil pro-capite a prezzi correnti della provincia di Cuneo nel 2008 è pari a 30.414,4 Euro, in crescita dello 0,5% rispetto all’anno precedente, collocandosi al diciassettesimo posto a livello nazionale. A testimonianza dell’impatto della crisi internazionale anche sull’economia provinciale, il PIL pro-capite a prezzi reali si contrae invece del 2,3%, a fronte di un –1% a livello nazionale. In ambito regionale la provincia “Granda” si colloca al primo posto tra quelle piemontesi, superando ampiamente sia il dato regionale relativo al PIL pro capite (28.659,5 euro) sia quello nazionale (26.278,6 euro). La composizione percentuale del valore aggiunto per settori economici conferma la caratterizzazione cuneese già evidenziata con riferimento alla distribuzione degli occupati. L’incidenza dell’agricoltura raggiunge infatti il 4,3%, a fronte di un dato regionale del 1,6% e nazionale del 2,1%. Anche l’industria presenta un’incidenza piuttosto elevata (32,9%), sebbene, anche nel contesto cuneese, il maggior contributo al valore aggiunto derivi dai servizi. Tavola 1.1.6 Valore aggiunto a prezzi correnti per settore di attività economica (composizione percentuale anno 2007) 5 I dati relativi alla situazione economica sono tratti dal Rapporto annuale della Camera di Commercio: cfr. Camera di Commercio di Cuneo, Rapporto Cuneo 2009. L’economia reale dal punto di osservazione delle Camere di Commercio, maggio 2009. Le imprese registrate presso il Registro Imprese della CCIAA di Cuneo nell’anno 2008 sono complessivamente 74.836, in lieve flessione (-0,35%) rispetto all’anno precedente. Si rileva una forte presenza di imprese agricole (32,9%) – che registrano però un calo dell’1,7% -, seguite da quelle del commercio (18,8%), dei servizi (15,2%), delle costruzioni (14,3%), dell’industria (9,7%) e degli alberghi e ristoranti (4,3%). Con riferimento alla forma giuridica, si registra un saldo attivo per le società di capitali (+265) e per le società di persone (+70), a fronte di un calo nella consistenza delle imprese individuali (-628), che rappresentano oltre il 67,6% del totale delle imprese cuneesi. Prendendo in esame i dati relativi al primo trimestre 2009, si registra una frenata nelle aperture, con una flessione del –0,77%, pari a -575 imprese. Focalizzando l’attenzione sull’imprenditoria femminile, al 31 dicembre 2008 si rilevano 17.977 imprese, con un calo dell’1%, più accentuato rispetto a quello registrato dalla consistenza totale delle imprese iscritte al Registro Imprese camerale (-0,35%). Positivo e superiore alle altre province piemontesi si mantiene però il dato relativo alla densità imprenditoriale per la provincia di Cuneo, pari a 6 imprese ogni 100 donne. Una recente indagine della Fondazione CRC, pubblicata nel maggio 2010 6, consente di integrare il quadro informativo fin qui offerto con alcuni dati più recenti sull’impatto della crisi economica in Piemonte e in particolare in Provincia di Cuneo. Le conseguenze della crisi economica in Piemonte e in Provincia di Cuneo 6 Aggiornamento della situazione di crisi in Provincia di Cuneo: una debole ripresa, ma pesanti conseguenze sull’occupazione – Dossier Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo La crisi che ha investito il comparto manifatturiero piemontese alla fine del 2008 sembra finalmente cedere il passo ai primi segnali di ripresa e la maggior parte degli indicatori congiunturali consentono previsioni migliori, con l’eccezione, pesante, del dato occupazionale. Quasi tutti i settori risultano interessati da questi miglioramenti, prima tra tutti l’elettronica (+31%), il settore della chimica, gomma e plastica (+16,8%) e il comparto dei mezzi di trasporto che segna un incremento tendenziale della produzione industriale del 13,9%. Il settore alimentare fa registrare un incremento del 4,8% rispetto al periodo gennaio-marzo del 2009. A livello territoriale, si rilevano buone performance in tutte le province. Asti concretizza il risultato migliore, registrando un incremento del 15,2% mentre Cuneo segna un 6% di poco inferiore alla media regionale ma comunque molto superiore a quella nazionale di poco superiore al 2%. Se le previsioni non sono ancora positive con riferimento alle possibili assunzioni, i dati relativi ai livelli occupazionali confermano la situazione ancora in fase di recessione. Le ultime elaborazioni riferite all’intera annualità 2009 non lasciano intravedere una ripresa imminente e i dati dei primi tre mesi del 2010 fanno ancora registrare segnali negativi. Il dato più preoccupante per il Piemonte è la forte crescita della disoccupazione: +36%, secondo le stime ISTAT, da 100.000 a 137.000 unità, con un tasso che sale dal 5,0 al 6,8% (il livello più alto in tutto il settentrione, dove la media si attesta al 5,3%). Il flusso in entrata nelle liste di mobilità aumenta del 50% con una maggiore incidenza (+77,5%) per i disoccupati provenienti dalle piccole imprese, più esposte sul mercato; al 1° gennaio 2010 si contano oltre 38.000 persone in mobilità, quasi il 40% in più rispetto all’inizio del 2009. L’occupazione, sempre da fonte ISTAT, si riduce di 25.000 addetti, con una caduta concentrata nell’industria manifatturiera, e il tasso di occupazione scende di oltre un punto percentuale, dal 65,2 al 64%, una flessione contenuta peraltro dal massiccio ricorso alla CIG. Le occasioni di lavoro registrate dai Centri per l’Impiego sono diminuite di circa 133.000 unità, pari a -18%, ma il tasso di decremento supera il 40% nell’industria e raggiunge il 55% nel metalmeccanico. Guardando agli avviamenti, i dati disaggregati per Centri per l’Impiego della provincia di Cuneo e riferiti all’intera annualità 2009, mostrano una situazione più grave nei bacini di Fossano e Mondovì. Nel complesso gli avviamenti in provincia di Cuneo sono diminuiti del 12,9% rispetto all’anno precedente, per un totale di oltre 13 mila procedure in meno, e picchi del -26,5% nell’industria. Nei primi mesi del 2010 si rileva un ulteriore rafforzamento del ricorso agli ammortizzatori sociali, ad indicare la prosecuzione della congiuntura negativa, e nel contempo si individuano spiragli di ripresa nella risalita della domanda di lavoro industriale. Le ore di Cassa Integrazione Guadagni autorizzate dall’INPS in Piemonte nel primo trimestre del 2010 segnano un incremento del 63% sull’anno precedente quando già la crisi era pienamente avviata (da 27,3 a 44,5 milioni di ore in complesso) e, secondo le attese, si assiste al passaggio abbastanza generalizzato dalla CIG ordinaria a quella straordinaria. Le ore di CIGS aumentano del 400%, mentre la CIGO segna un calo contenuto, ma apprezzabile (-17%). Il numero di dipendenti coinvolti in procedure di CIGS registra un’impressionante accelerazione: 31.000 unità al 30 settembre 2009, 45.000 a fine 2009, 62.000 al 30 marzo 2010: le cifre raddoppiano nel giro di un semestre. Anche la CIG in deroga riflette questa forte spinta difensiva del sistema delle imprese: nel primo trimestre dell’anno il monte ore richiesto raddoppia (da 5 a 10,6 milioni di ore) e altrettanto avviene per i dipendenti interessati (da 9.000 a 17.500 unità), con un crescente coinvolgimento di aziende medio-grandi, che hanno esaurito il ricorso alla straordinaria senza un’effettiva uscita dallo stato di crisi, e si rivolgono per conseguenza alle deroghe. Sono infatti 4.078 le richieste di CIG in deroga pervenute alla Regione Piemonte nel primo trimestre del 2010. Delle circa 4000 richieste di CIG in deroga pervenute alla Regione in questo avvio di 2010, ben 330 provengono da aziende con sede in provincia di Cuneo. I lavoratori dipendenti di aziende cuneesi interessati dal provvedimento sono 2126 e, in ambito provinciale, il bacino con maggiori richieste è Alba, sia per ciò che concerne il numero di lavoratori interessati che di ore richieste. figura 1.1.1: Domande di Cassa Integrazione in deroga, numero di lavoratori coinvolti e ore autorizzate in provincia di Cuneo, per bacino, nel periodo gennaio-aprile 2010 Fonte: Osservatorio Regionale sul Mercato del Lavoro