Il metodo dialogico relazionale

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Il metodo dialogico relazionale
“Progettare con le famiglie … lavori in corso”
Giornata di studio
Il metodo dialogico relazionale
la cura delle persone,
della rete e dei progetti
Corte Valenti Garbagnate Milanese
Piano Sociale Di Zona - 18 ottobre 2012
a cura di Anna Carretta
OBIETTIVI DELLA GIORNATA
Favorire
un confronto, all’interno del
gruppo, sull’esercizio dei ruoli,
identificandone funzioni e stili
Approfondire
il processo e le attenzioni
per la conduzione di una
progettazione educativa condivisa
Esplorare
e confrontarsi sul percorso
costruendo insieme un’ipotesi di lavoro
per approfondimenti successivi
Favorire le interconnessioni nelle
situazioni di incertezza
Tom Erik Arnkil
La Costruzione del contesto dialogico
Non basta mettere le persone intorno a un
tavolo per “ costruire un contesto
dialogico”.
Il contesto, e le persone che lo compongono,
hanno bisogno di “cura” e “tempo” per
avviare un dialogo costruttivo.
Vi siete mai trovati in una
situazione in cui …
Sapevate che c’erano altri professionisti collegati
alla situazione su cui stavate lavorando
 Prevedevate che le cose non sarebbero andate
nella direzione in cui avreste voluto
 Sarebbero state utili maggiori risorse e una
migliore collaborazione tra le parti in gioco
 Sentivate di essere in qualche modo all’oscuro di
ciò che stava succedendo
 Sentivate che quello che facevano gli altri
incideva sui risultati che voi potevate
raggiungere
 Avreste voluto avere maggior controllo sulla
situazione nel suo insieme

La zona grigia della preoccupazione
Nessuna Preoccupazione
ansia
lieve
Zona grigia
Non c’è
preoccupa
zione.
Preoccupazio
ne crescente,
diminuzione
della fiducia
nelle proprie
possibilità.
Senso di
leggera
preoccupa
zione, ogni
tanto
desiderio
che le cose
cambino.
Salda
fiducia
nelle
proprie
possibilità.
Ricorrente
sensazione di
preoccupazio
ne e
desiderio di
cambiamento
; fiducia nelle
proprie
possibilità.
Si pensa che
ci sia bisogno
di risorse
aggiuntive.
Desiderio che
qualcuno
aiuti e
controlli.
Preoccupazione
grave
Preoccupa
zione
marcata,
le risorse
interne
sono quasi
esaurite.
Si
percepisce
chiaramen
te il
bisogno
che
qualcuno
aiuti e
controlli.
Grave
preoccupa
zione
costante:
minore in
pericolo.
Le risorse
interne
sono
esaurite.
C’è
immediata
mente
bisogno di
supporto e
controllo
esterno.
Preoccupa
zione
molto
forte e
profonda:
il minore è
in
immediato
pericolo.
Le risorse
interne
sono
esaurite.
C’è
bisogno di
un cambia
mento
immediato
nella
situazione
del
minore.
Le Situazioni preoccupanti
rendono difficile il dialogo
Dialogare significa ascoltare, rispondere, pensare insieme
Può essere difficile quando la situazione è preoccupante
Si presenta il rischio di voler controllare la situazione
Comunicazione
autoritario
di
tipo
Insidie comuni …
Gli operatori si riuniscono alle spalle
dell’utente/della famiglia
Gli operatori invitano l’utente/la famiglia
ma entrano in un monologo
invece che in un dialogo
Gli operatori discutono tra loro cercando di
raggiungere una visione unitaria dei
problemi e di pianificare le azioni
…
Provare a “convincere” la famiglia
dell’utilità e dell’efficacia del progetto di
intervento può rivelarsi problematico
La famiglia viene etichettata come
“difficile”
… in presenza dell’utente
Molti incontri sono dialogici
ma l’utente/la famiglia può avere
la sensazione di essere giudicata male
e di ricevere delle imposizioni.
“La buona fede” degli esperti fa l’elenco
dei problemi per delineare soluzioni,
ma l’utente/la famiglia si sente elencare
i fallimenti e i deficit.
Il dialogo è aperto
Arricchimento
 Apprendimento
 Appartenenza
 Riconoscimento
 Possibilità di
fare/raggiungere obiettivi
 Solidarietà e protezione

Principi etici di base per il lavoro
multi professionale
Essere aperti fin dall’inizio, non affrontare
questioni riguardanti gli utenti in loro assenza
 Focalizzarsi sui punti di forza piuttosto che sui
deficit
 Invitare le persone significative per l’utente a
unirsi al dialogo
 Non dimenticare che le risorse più importanti
stanno nelle reti personali della vita quotidiana

Primo risultato
L’utente, la rete delle persone che sono per lui
significative e i professionisti coinvolti lasciano l’incontro
con un po’ più di speranza rispetto a quando sono entrati
Lo sviluppo del metodo
Negli ultimi venti anni l’équipe del professor Arnkil,
al National Institute for Welfare and Health,
ha sviluppato in Finlandia e successivamente in Svezia e
Danimarca, metodi dialogici per uscire dalle situazioni
di preoccupazione.
È stato sperimentato un metodo di lavoro orientato al
dialogo di rete per tutti i settori e tutti i professionisti
che lavorano con i minori, i giovani e le famiglie.
Principali metodi dialogici
Dialoghi precoci per raccogliere le
preoccupazioni: è un metodo che aiuta gli operatori a
prendere in mano le preoccupazioni che avevano
espresso con esitazione, in un modo che promuove il
dialogo e migliora le relazioni
 Dialoghi anticipatori sul futuro: è un metodo per
realizzare incontri fra la rete delle persone legate
all’utente e la rete dei professionisti, quando ci si trova
in situazioni di “zona grigia”
 Dialoghi sulle buone prassi: rappresenta un metodo
per condividere le conoscenze tacite che ci sono in
un’équipe e per riflettere tra professionisti, minori e
famiglie

DIALOGHI ANTICIPATORI SUL
FUTURO
Un operatore o un familiare
preoccupato promuove un
incontro tra famiglia e
professionisti coinvolti
Un coordinatore di rete mette a
disposizione due facilitatori del
dialogo, formati a non dare
consigli ma a fare domande
Incontro di rete
Prima fase
 Parla un partecipante per volta
 Apre l’incontro il proponente che spiega i motivi
della propria preoccupazione e ringrazia i
partecipanti che sono venuti per alleggerire le
fonti di timore
 I due facilitatori fanno domande a una persona
alla volta, che tutti ascoltano e ciò che viene detto
si scrive su un foglio
 I componenti della famiglia parlano per primi,
seguiti dagli operatori

Incontro di rete
Seconda fase
 Si costruisce un piano concreto per l’azione
comune
 Si discutono i punti
 Si raccolgono gli elementi salienti dalle note
scritte
 Si concorda una riunione di verifica
 Si raccoglie dai partecipanti, con un questionario
scritto, una valutazione dell’incontro

Le domande
Sono
focalizzate: dell’incontro di rete
 su un prossimo futuro positivo
 sulla via per arrivarci, riguardo alle azioni di ciascuno
e all’aiuto reciproco
 su ciò che può ridimensionare le attuali preoccupazioni

Le domande aiutano le persone a prefigurarsi un
futuro pensabile e a esprimere le proprie speranze e i
propri timori in modo non colpevolizzante
Pensare ad alta voce è di centrale importanza per dar
forma ai propri pensieri e chiarirli
 Altrettanto importante, nel dialogo, è avere una
conversazione interiore ricca, favorita dall’ascolto

La vita quotidiana è in primo piano
Vengono messi al centro i punti di forza nelle
relazioni quotidiane
Domande poste alla famiglia e alla sua rete:
È passato un anno e le cose vanno abbastanza
bene. Come descriveresti la situazione? Di cosa
sei contento in particolare?
Cosa hai fatto per realizzare questo sviluppo
positivo? Chi ti ha aiutato e come?
Cosa ti preoccupava un anno fa e cosa ha fatto
diminuire le tue preoccupazioni?
Quesiti posti agli operatori
Come hai sentito, le cose nella famiglia vanno
abbastanza bene. Che cosa hai fatto per
supportare questo sviluppo positivo? Chi ti ha
aiutato e come?
 Che cosa ti preoccupava l’anno scorso e cosa ha
fatto ridimensionare le tue preoccupazioni?

Il piano concreto
L’ascolto delle speranze, delle preoccupazioni, delle
azioni e delle risorse della famiglia e della sua
rete, permette agli operatori di accedere a punti
di forza disponibili nella vita quotidiana a cui
possono connettere le proprie risorse
professionali
Per costruire il piano concreto, i partecipanti
“tornano” dal futuro e discutono delle loro azioni
e della collaborazione tra loro
decisioni
Gli appunti scritti vengono messi in opera
 Il piano si focalizza sui passaggi da compiere
subito dopo l’incontro
 Tutti i partecipanti devono avere chiaro chi fa che
cosa e con chi
 I partecipanti si accordano su chi scriverà il piano
e lo distribuirà a tutti
 Si decide quando e dove si terrà l’incontro di
verifica
 Si compila il questionario di valutazione

Il metodo degli incontri di rete
le risorse
È un modo di lavorare che richiede tempo per gli
incontri (circa tre ore ogni incontro)
 Facilitatori formati
 Un coordinatore di rete
 Per realizzare tutto ciò in un’organizzazione è
necessario costruire interconnessioni sia
orizzontalmente (attraverso diversi settori, aree
professionali e servizi), sia verticalmente (il
sostegno e la protezione da parte della dirigenza
sono essenziali)
 È un modo di lavorare che richiede di agire in
collaborazione con i familiari e le loro reti

Caratteristiche e condizioni per un
buon lavoro …
RELAZIONI
 Comunicazione
aperta e diretta
 Fiducia
 Valorizzazione e
ascolto
 Clima positivo
 Partecipazione
PRINCIPI DI BASE

Le
differenze
sono
opportunità
apprendimento / arricchimento
di
PRINCIPI DI BASE
“Essere curiosi” più che “essere sempre nel
giusto” (capire il punto di vista degli altri)

PRINCIPI DI BASE
La
responsabilità è condivisa!
FUNZIONI DEL COORDINATORE DI RETE
introdurre e identificare l’oggetto di lavoro
comune, il senso e le finalità dell’azione
collettiva
 orientare i singoli e il gruppo verso obiettivi e
significati condivisi
 Proporre il metodo di lavoro

ASCOLTO E CONFRONTO
facilitare la comunicazione all’interno del
gruppo
 incoraggiare
la
partecipazione
e
l’espressione del pensiero individuale
 valorizzare il contributo individuale
 promuovere il confronto e lo scambio di idee
(arricchimento)
 fare sintesi (delimitare il campo)

CONTRATTAZIONE E DECISIONE
Supportare i singoli e il gruppo:
•nell’analisi dei problemi
• nell’identificazione dei desideri di cambiamento
•nella ricerca di soluzioni (generazione di ipotesi creative
e valutazione delle alternative)
• nella definizione dei criteri di scelta
• nella presa di decisioni
• nell’elaborazione di un piano d’azione.
Decisioni e significati negoziati…

La condivisione dei significati e delle decisioni è l’esito
della negoziazione ed è la condizione necessaria perché
l’intero gruppo si impegni nella realizzazione di quanto
deciso.
Decisioni e significati negoziati…


Negoziare, in questo contesto, vuol dire allargare il
campo delle possibilità, delle alternative, delle
interpretazioni.
Si può arrivare ad una definizione condivisa dei
problemi solo articolando le differenze (hanno valore i
diversi punti di vista) e non eliminandole (è giusto solo
il mio punto di vista).
REALIZZAZIONE E MONITORAGGIO
 Monitorare,
verificare e ridefinire il
lavoro dei singoli e del gruppo.
Rielaborazione e valutazione

-
-
Aiutare tutti i partecipanti a riconoscere e valorizzare
il proprio percorso:
rielaborando le emozioni
valutando l’efficacia (risultati)
identificando apprendimenti ed esiti inattesi
alimentando la fiducia nelle capacità e possibilità di
tutti.
La Cura dei progetti
strumenti
Le riunioni di famiglia
Approccio ai processi decisionali di tipo
partecipativo
 Si inserisce nella metodologia dialogico
relazionale
 Considera le famiglie potenzialmente dotate di
punti di forza e capacità che possono emergere
nel percorso
 Permette a molte famiglie di potersi prendere
cura di se stesse in collaborazione con le
Istituzioni
 La famiglia costruisce il piano di intervento che
viene approvato dopo essere stato discusso

Dare voce al minore




Il diritto di esprimere i propri desideri e i propri
bisogni è la garanzia che il minore, nelle situazioni di
difficoltà possa percepirsi come soggetto che può:
fare qualcosa di “utile”, che incida sulla realtà
influenzare e contribuire alle decisioni collettive
partecipare alla costruzione del proprio benessere
GRAZIE !