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Comune di Corato
Pastificio Attilio Mastromauro GRANORO srl - Corato
Verifica di Assoggettabilità alla VIA
COMUNE DI CORATO
PROGETTO DI AMPLIAMENTO E
AGGIORNAMENTO TECNOLOGICO DEL
PASTIFICIO ATTILIO MASTROMAURO
GRANORO SRL
COMMITTENTE
Pastificio ATTILIO MASTROMAURO
GRANORO s.r.l.
Strada Provinciale 231 Km. 35,100
70033 CORATO
PROGETTISTA
dott. ing. Cataldo CAMPIONE
Ufficio TECNICO - Pastificio GRANORO str.prov. 231 km 35,100 CORATO
Procedura di Verifica di Assoggettabilità alla Valutazione di
Impatto Ambientale
D.Lgsl 3 aprile 2006, n° 152 "Norme in materia amb ientale"
(Legge Regionale 12 aprile 2001 n° 11/2001)
STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
LUGLIO 2010
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
Indice generale
Introduzione
1. INTRODUZIONE
1.1. Premessa
1.2. Classificazione dell'intervento
1.3. Procedura di verifica
1.4. Finalità e obiettivi dello studio
2.INFORMAZIONI GENERALI
2.1. Il Pastificio Attilio Mastromauro Granoro s.r.l. e l'Ambiente
2.2. Definizioni
2.3 La partecipazione dei cittadini
3. DESCRIZIONE DEL PROCESSO PRODUTTIVO
4. DESCRIZIONE DEL PROGETTO
4.1. Descrizione degli interventi di progetto
5. QUADRO AMBIENTALE E PAESAGGISTICO
5.1 Il paesaggio urbano
5.2 Land use
5.3 Climatologia
5.4 L'ambiente idrogeologico
5.4.1 Vincoli idrogeologici
5.4.2 Aspetti geologici, geofisici e idrologia di dettaglio
6. CARATTERISTICHE DEL PROGETTO
6.1 Dimensioni del progetto
6.2 Utilizzazione delle risorse naturali
6.3 Produzione dei rifiuti
6.4 Inquinamento e disturbi ambientali
6.5 Rischi di incidenti
6.6 Impatto sul patrimonio naturale e storico
7. UBICAZIONE DEL PROGETTO
7.1 Localizzazione dell'area
7.2 Il paesaggio urbano
7.3 Qualità e capacità di rigenerazione delle risorse naturali della zona
7.4 Capacità di carico dell'ambiente naturale
7.5 Zone classificate come protette
7.6 Densità demografica
8. CARATTERISTICHE DELL'IMPATTO POTENZIALE
8.1 Fase di realizzazione
8.1.1 Arrivo dei materiali in stabilimento
8.1.2 Scarico, accatastamento imballi e spostamento a piè d'opera dei materiali
8.1.3 Montaggi
8.1.4 Avviamento impianti e macchinari e collaudo
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8.2 Impatti Ambientali del processo
8.2.1 Premessa
8.2.2 Valutazione degli aspetti ambientali
8.2.3 Individuazione degli aspetti ambientali
9. VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI DI PROCESSO
9.1. Emissioni canalizzate in atmosfera
9.2 Emissioni in atmosfera della Centrale Termica
9.3 Emissioni diffuse in atmosfera
9.4 Rumore
9.5 Scarichi idrici
9.6 Acque meteoriche
9.7 Campi elettromagnetici
9.8 Traffico veicolare
9.9 Produzione dei rifiuti
10. RELAZIONE SULLA CONFORMITA' DEL PROGETTO ALLA NORMATIVA IN
MATERIA AMBIENTALE E PAESAGGISTICA , NONCHE' AGLI STRUMENTI DI
PROGRAMMAZIONE O PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E URBANISTICA
10.1 Quadro normativo in materia ambientale e paesaggistica
10.2 Strumenti di programmazione del territorio e pianificazione territoriale ed
urbanistica
11. IL BILANCIO AMBIENTALE DEL PROGETTO. CONCLUSIONI
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INTRODUZIONE
1.1 Premessa
Il Pastificio Attilio Mastromauro Granoro s.r.l. intende realizzare un progetto di
ampliamento e di ammodernamento tecnologico consistente nella installazione di
due linee di produzione pasta, di varie macchine di confezionamento ed altri
macchinari ed impianti accessori che saranno elencati successivamente.
Per tale tipologia di intervento
si è ravvisato l'obbligo di attivare un
procedimento di verifica di assoggettabilità alla VIA, a norma dell'articolo 20 del
D.Lgsl 3 aprile 2006 n° 152 (e della Legge Regionale 11/2001).
E’ stata eseguita l’analisi della compatibilità ambientale e paesaggistica degli
interventi previsti all’interno dei capannoni industriali dello stabilimento
“Pastifico Granoro” per dimostrare che essi, per la natura e l'entità degli impatti
sull'ambiente, non richiedono una Verifica di Impatto Ambientale.
Nella presente relazione sono stati individuati tutti i possibili impatti
ambientali, sia quelli preesistenti (cercando di prevederne le possibili
variazioni), sia quelli eventualmente nuovi,
attesi in conseguenza della
realizzazione del progetto.
Nella seconda parte del presente documento è riportata la Relazione sulla
conformità del progetto alla normativa vigente in materia ambientale e
paesaggistica nonché agli strumenti di programmazione e di pianificazione del
territorio, così come esplicitamente richiesto dall'articolo 16 della Legge
Regionale 11/2001.
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Fig.1.1 - Foto dell’impianto esistente; in questa foto non appare l'ultima
realizzazione consistente in un Magazzino Automatico Autoportante con annesso
Vano adibito a Piano Carico, per indisponibilità di una foto aerea aggiornata.
1.2 Classificazione dell'intervento
Non è stato agevole classificare la tipologia dell'intervento dato che, a giudizio
di questa società, il progetto da realizzare non rientra propriamente in alcuna
delle attività elencate in normativa. Tuttavia, persistendo una situazione di
poca chiarezza normativa e di aleatorietà interpretativa, si è ritenuto
classificare il progetto come rientante nella definizione riportata nell'allegato
IV alla Parte Seconda del D.Lgsl 152/2006, al punto 4. intitolato "Industria dei
prodotti alimentari", alla lettera h):
"molitura dei cereali, industria dei prodotti amidacei, industria dei prodotti
alimentari per zootecnica che superino 5.000 m2 di superficie impegnata o
50.000 m3 di volume".
In modo specifico è stata applicata la definizione riportata al punto 8. dello
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stesso allegato, lettera t) che si riferisce alle modifiche di interventi rientranti
nella tipologia appena descritta:
"modifiche o estensioni di progetti di cui all'allegato III o all'allegato IV già
autorizzati, realizzati o in fase di realizzazione, che possono avere notevoli
ripercussioni negative sull'ambiente".
1.3 Procedura di verifica
La Legge Regionale nr. 11/01, per i progetti per i quali è prevista la procedura
di verifica della assoggettabilità alla Valutazione di Impatto ambientale,
all’articolo 16, introduce specifiche prescrizioni per l’espletamento della
verifica. Tali prescrizioni sono comunque in linea con quelle contenute nel
D.Lgsl 152/2006 e s.m.i. nella parte dedicata alle procedure di VAS, VIA e
Verifiche di Assoggettabilità.
In particolare la procedura prevede che la documentazione da inoltrare presso
l’Ente preposto al controllo, sia completa dei seguenti documenti:
a) il progetto preliminare dell'intervento od opera;
b) una relazione sull'identificazione degli impatti ambientali attesi, anche con
riferimento ai parametri e agli standard previsti dalla normativa vigente,
nonché il piano di lavoro per la eventuale redazione del SIA;
c) una relazione sulla conformità del progetto alla normativa in materia
ambientale e paesaggistica, nonché agli strumenti di programmazione o
pianificazione territoriale e urbanistica;
d) ogni altro documento utile ai fini dell'applicazione degli elementi di verifica
di cui all'articolo 17.
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Sempre la Legge Regionale 11/01 impartisce specifiche prescrizioni per la
redazione dei progetti. All’articolo 17, infatti, essa raccomanda i seguenti
contenuti:
1. CARATTERISTICHE DEL PROGETTO
Le caratteristiche del progetto di interventi e opere devono essere prese in
considerazione in particolare in rapporto ai seguenti elementi:
a) dimensioni del progetto (superfici, volumi, potenzialità). Tali elementi
sono considerati in particolare in rapporto alla durata e alla dimensione
spaziale e temporale degli impatti;
b) utilizzazione delle risorse naturali;
c) produzione di rifiuti;
d) inquinamento e disturbi ambientali;
e) rischio di incidenti;
f) impatto sul patrimonio naturale e storico tenuto conto della destinazione
delle zone che possono essere danneggiate, in particolare zone turistiche
urbane o agricole.
2. UBICAZIONE DEL PROGETTO
La sensibilità ambientale delle zone geografiche che possono essere
danneggiate dal progetto deve essere presa in considerazione tenendo
conto, in particolare, dei seguenti elementi:
a) la qualità e la capacità di rigenerazione delle risorse naturali della zona;
b) la capacità di carico dell'ambiente naturale, con particolare attenzione
alle seguenti zone:
1) zone costiere;
2) zone montuose o forestali;
3) zone nelle quali gli standard di qualità ambientali della legislazione
comunitaria sono già superati;
4) zone a forte densità demografica;
5) paesaggi importanti dal punto di vista storico culturale e archeologico;
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6) aree demaniali dei fiumi, dei torrenti, dei laghi e delle acque pubbliche;
7) effetti dell'opera o intervento sulle limitrofe aree naturali protette.
3. CARATTERISTICHE DELL'IMPATTO POTENZIALE
Gli effetti potenzialmente significativi dei progetti devono essere considerati
in relazione ai criteri stabiliti ai punti 1 e 2 e tenendo conto in particolare:
a) della portata dell'impatto (area geografica e densità della popolazione
interessata)
b) dell'ordine di grandezza e della complessità dell'impatto;
c) della probabilità dell'impatto;
d) della durata, frequenza e reversibilità dell'impatto.
Di conseguenza, nello svolgimento della procedura si seguiranno in maniera
specifica e pedissequa tutti i passi sopra elencati.
1.4. Finalità e obiettivi dello studio
Il presente studio ha lo scopo di dimostrare come gli interventi che il Pastificio
Attilio Mastromauro Granoro srl si è proposto di realizzare non richiedono
l’espletamento della successiva Valutazione di Impatto Ambientale, avendo
dimostrato che essi produrranno degli impatti del tutto marginali sull’ambiente
circostante.
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2.INFORMAZIONI GENERALI
2.1 Il Pastificio e l'Ambiente
Da tempo il Pastificio Attilio Mastromauro Granoro s.r.l. manifesta una
particolare sensibilità verso le problematiche ambientali. Fin dal 2004, infatti,
esso si è dotato di un sistema di Gestione Ambientale conforme allo standard UNI
EN ISO 14001, certificato e costantemente verificato da Ente di Terza Parte
abilitato: il Det Norske Veritas (DNV).
Di seguito si riporta l'attestato di conformità del Sistema di Gestione Ambietale
Granoro alla norma UNI EN ISO 14001:2004
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Negli ultimi tempi il sito industriale Granoro ha conseguito la registrazione
EMAS.
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2.2 Definizioni.
a) impatto ambientale: l'insieme degli effetti, diretti e indiretti, a breve e a
lungo termine, permanenti e temporanei, singoli e cumulativi, positivi e
negativi che piani e programmi di intervento e progetti di opere o
interventi, pubblici e privati, hanno sull'ambiente inteso come insieme
complesso di sistemi umani e naturali;
b) procedura di Via: l'insieme delle fasi e delle attività attraverso le quali si
perviene alla valutazione dell'impatto ambientale;
c) studio d'impatto ambientale (SIA): studio tecnico-scentifico degli impatti
ambientali di un progetto, di un programma d'intervento o di un piano;
d) procedura di verifica: fase procedimentale per definire se il progetto deve
essere assoggettato alla procedura di VIA;
e) VIA: determinazione dell'autorità competente in ordine all'impatto
ambientale del progetto, programma o piano proposto;
f) valutazione
di
incidenza
ambientale:
determinazione
dell'autorità
competente in ordine all'incidenza ambientale del progetto ricadente in
zona di protezione speciale o in sito di importanza comunitaria ai sensi
delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE.
2.3 La partecipazione dei cittadini.
La partecipazione dei cittadini alla procedura di VIA è assicurata ai sensi della
legge 7 agosto 1990, n. 241. Essa è finalizzata oltre che a informare e rendere
partecipi i cittadini nei confronti delle iniziative e degli interventi proposti che
interessano il loro territorio e le loro condizioni di vita, ad acquisire elementi
di conoscenza e di valutazione in funzione della decisione finale e, di seguito,
per mettere a punto ulteriori garanzie, eventuali misure di controllo e/o di
mitigazione.
Il D.Lgsl 152/2006, a tal proposito, prevede che dell'avvenuta trasmissione del
progetto preliminare all'autorità competente, a cura del proponente, venga dato
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un avviso sintetico nel Bollettino Ufficiale della Regione, nonchè all'Albo
Pretorio del Comune interessato, indicando il proponente, l'oggetto e la
localizzazione del progetto, il luogo e le modalità di consultazione della
documentazione.
Anche la Legge Regionale 12 aprile 2001 nr. 11/2001 ha confermato il diritto
di partecipazione del cittadino, prevedendo alcune fasi di pubblicizzazione del
progetto.
La legge prevede che entro 45 giorni dalla pubbicazione dell'avviso chiunque
abbia interesse possa accedere per prendere visione delle documentazioni e
per presentare eventuali osservazioni.
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3. DESCRIZIONE DEL PROCESSO PRODUTTIVO
Nel seguente diagramma di flusso sono riportate, nel dettaglio, le varie fasi
che compongono il processo produttivo.
A r r iv o s e m o la in P a s t ific io
S to c c a g g io in s ilo s d e lla
s e m o la e d e lle a ltr e m a te r ie
p r im e
S e ta c c ia m e n to d e lla s e m o la
T r a s f e r im e n t o d e lla s e m o la
a ll’im p a s ta tr ic e
Im p a s ta m e n to c o n a c q u a d e lla
s e m o la , e d i e v e n t u a li a lt r i
in g r e d ie n t i
C o m p r e s s io n e d e ll’im p a s t o ,
tr a fila t u r a e t a g lio
E s s ic c a tu r a in fa s i s u c c e s s iv e
( tr a b a tt o o p r e - in c a r to , in c a r t o ,
e s s ic c a tu r a )
U m id if ic a z io n e ( e v e n t u a le )
R a ffr e d d a m e n to
S to c c a g g io e v e n tu a le d e l
p r o d o tt o s e m ila v o r a to
C o n f e z io n a m e n to a u to m a tic o
Im b a lla g g io e p a lle t tiz z a z io n e
S to c c a g g io d e l p r o d o tt o fin it o
S p e d iz io n e
Fig. 3.1 - Diagramma di processo
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Nel processo produttivo della pasta secca le varie fasi possono comunque essere
sintetizzate nei
seguenti passi fondamentali, ciascuno dei quali viene condotto
all’interno di specifiche componenti impiantistiche:
- stoccaggio primario delle materie prime
- produzione della pasta: impasto, essiccazione, raffreddamento
- stoccaggio intermedio
- confezionamento (compresa palettizzazione)
- stoccaggio del prodotto finito
- spedizione
Segue una dettagliata descrizione di ciascuna delle singole fasi del processo produttivo
Stoccaggio primario e setacciatura
Per la produzione di pasta secca viene utilizzata, quale materia prima, la semola di
grano duro, acqua potabile e, per le paste speciali, uova o spinaci, ecc.
La semola, acquistata dai vari mulini, viene stoccata all’interno di silos metallici di
grande capacità.
Tali silos sono in acciaio inossidabile.
Da qui viene prelevata, mediante trasporti di tipo pneumatico, ed avviata alla
setacciatura;
dopo essere stata
setacciata, la semola viene inviata, sempre
pneumaticamente, ai silos adibiti alla alimentazione di ogni singola linea di
produzione.
Pastificazione
La produzione della pasta consiste nelle seguenti fasi:
Dosaggio, impasto e trafilazione: questa fase si svolge mediante le apparecchiature
di dosaggio e miscelazione della semola con l’acqua. L’impasto ottenuto viene
scaricato all’interno di vasche impastatrici che consentono la omogeneizzazione
dell’impasto. Da queste l’impasto viene scaricato all’interno delle viti coclee di
estrusione. Le viti coclee, dette anche viti di compressione, comprimono l’impasto, a
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pressione di circa 90 atmosfere, eseguendo una fase di trafilazione. La trafilazione
consiste nel passaggio dell’impasto attraverso una piastra forata i cui fori conferiscono
all’impasto la forma desiderata. La pasta uscente dalla trafila viene tagliata a
lunghezza opportuna ed avviata alla essiccazione.
Essiccazione. La essiccazione consiste in un processo di estrazione dell’acqua
originariamente contenuta nell’impasto, parte della quale è stata introdotta nella
precedente fase di miscelazione, al fine di legare i granuli di semola ed ottenere
l’impasto da trafilare. La essiccazione si ottiene ventilando la pasta con aria calda, ed
in ambiente umido, all’interno degli essiccatoi, per favorire la evaporazione graduale
dell’umidità in eccesso presente nella pasta trafilata. La umidità estratta dalla pasta
durante i vari stadi di essiccazione viene espulsa in atmosfera. La essiccazione avviene
generalmente in tre fasi:
prima fase nel trabatto
seconda fase: incartamento
terza fase: essiccazione propriamente detta
Segue una fase di raffreddamento per portare la pasta a temperatura ambiente.
La pasta viene essiccata fino a raggiungere un grado di umidità residua non superiore
al 12;50%.
Gli essiccatoi sono dei contenitori, di grandi dimensioni, all’interno dei quali vi sono
dei piani di trasporto (caso della Pasta Corta). La pasta, all’ingresso dell’essiccatoio,
viene fatta cadere su tali piani di trasporto i quali la fanno avanzare all’interno.
Durante tale tragitto la pasta viene ventilata da aria caldo-umida.
All’interno di ciascun essiccatoio vi sono numerosi piani di trasporto, disposti uno
sopra l’altro e dotati di movimento invertito uno rispetto all’altro. Pertanto la pasta
effettua un percorso, prima in una direzione e successivamente, cadendo sul piano
sottostante , inverte la direzione di transito.
Quanto appena descritto è raffigurato nello schema di seguito riportato
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Rappresentazione schematica del modo di procedere della pasta
all’interno di un essiccatoio
ingresso pasta
Le pareti di tali essiccatoi sono costituite da materiali isolanti, in modo da non
disperdere calore nell’ambiente esterno.
Il principio di funzionamento dell’essiccatoio della pasta lunga è identico, ma a
differenza della pasta corta che può viaggiare riposta alla rinfusa su un piano di
trasporto, la pasta lunga viaggia sempre “accavallata” su canne di trasporto (Fig. 3.3).
Il calore necessario alla essiccazione viene introdotto all’interno degli essiccatoi
mediante un circuito di acqua surriscaldata. Il calore viene prodotto nella Centrale
Termica di Stabilimento, nella quale viene utilizzato, quale combustibile, il gas
metano.
Le ventilazioni invece vengono ottenute mediante elettroventilatori disposti in modo
tale da realizzare dei flussi circolari di aria che, riscaldata dalle “batterie” disposte
all’interno dell’essiccatoio, vanno successivamente ad investire la pasta.
La umidità asportata dalla pasta durante la essiccazione viene assorbita dall’aria, la cui
umidità relativa aumenta e successivamente viene espulsa in atmosfera mediante
appositi camini.
Il processo di essiccazione deve essere condotto con una certa gradualità, a seconda
del tipo di pasta, e può durare da circa 4 ore per le paste corte, fino a 12 ore, ed anche
di più, per i formati di pasta lunga.
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Fig. 3.2 In questa immagine sono raffigurate le varie componenti di una pressa;
cominciando dall’alto, sono visibili:
- dosatore acqua semola
- impastatrice
- vite di estrusione
- trafila
Fig. 3.3 Particolare interno essiccatoio pasta lunga. E' visibile la pasta trasportata dalle canne
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Fig. 3.4 Schema di una linea di produzione per pasta corta: vista laterale ed in pianta
Stoccaggio intermedio
Al termine dei vari cicli di essiccazione la pasta prodotta viene immessa all’interno di
silos posti a monte degli impianti di confezionamento. Successivamente viene estratta
ed avviata al confezionamento.
Confezionamento
Il confezionamento avviene in macchine automatiche che pesano il prodotto nella
giusta quantità (solitamente 250 gr., 500 gr. e 1000 Gr.) e lo racchiudono in speciali
imballi costituiti da film di polipropilene alimentare.
I pacchetti così ottenuti vengono inseriti in cartoni mediante macchine automatiche
denominate “fardellatrici” (dette anche incartonatrici).
I cartoni della pasta vengono avviati verso l’impianto di palettizzazione (detto anche
palettizzatore) nel quale essi vengono disposti su pedane di legno (pallet).
All’uscita dal palettizzatore il ciclo produttivo può ritenersi concluso.
Dalle baie di uscita del palettizzatore le pedane di pasta vengono prelevate ed immesse
in deposito.
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Spedizione
L’attività consiste nel formare le varie commesse, prelevando le quantità di pasta
riportate su ogni commessa, a seconda delle richieste di ciascun cliente e nel caricarle
su automezzi di vario tipo e dimensione (camion, bilici, container, ecc.) che
provvedono alla consegna.
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PRESSA
TRABATTO
INCARTAMENTO
SCHEMA EMISSIONI DA REALIZZARE
ESSICCATOIO
RAFFREDDATORE
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4.
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
4.1. Descrizione degli interventi di progetto
Per poter ampliare ed innovare il processo tecnologico, completare la gamma dei formati di
pasta e di confezioni richieste dal mercato, il Pastificio intende realizzare un progetto
articolato, composto da numerosi singoli interventi, mirati a specifiche esigenze produttive e
di mercato, ma tutti inquadrati in un programma di interventi organico e funzionale su cui si
incardina una
strategia di potenziamento produttivo e di approccio alle esigenze del
mercato.
E' appena il caso di evidenziare come la natura dell'intervento, consistente non già nella
realizzazione di una nuova struttura produttiva o nella sostanziale modifica di quella
preesistente, bensì nella semplice variazione e nel potenziamento di uno stato di fatto,
mediante l'acquisto di impianti e macchinari tipici del settore dei pastifici, non consenta di
valutare soluzioni tecniche alternative. Tuttavia è indubbio che i macchinari che saranno
acquistati saranno in linea con le più avanzate tecnologie, intese anche sotto il profilo degli
impatti ambientali (riduzione delle emissioni sonore, riduzione dei materiali di scarto,
riduzione dei consumi energetici).
Il progetto consisterà nella installazione di impianti e macchinari, all'interno di varie aree
dello stabilimento, elencati e sommariamente descritti di seguito.
MI - 1
IMPIANTO DI CONFEZIONAMENTO PASTA LUNGA PER 1^
LINEA DI PRODUZIONE PASTA LUNGA
L'intervento si propone di aggiungere macchine di confezionamento e di fardellamento, di
nuovo tipo, a quelle preesistenti e di sostituire altri componenti quali il caricatore per
spaghetti e l'elevatore-trasportatore a tazze.
Le due nuove macchine di confezionamento consentiranno di realizzare confezioni
caraterizzate da una drastica riduzione del difetto rappresentato dall'intrappolamento di
frammenti di pasta all'interno delle saldature trasversali, tali da soddisfare le esigenze dei
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mercati più esigenti (per esempio il mercato giapponese) che non tollerano tale tipo di
difettosità. Le macchine saranno anche dotate di un applicatore di etichette autoadesive che
consentono di richiudere il pacchetto in caso di utilizzo parziale del contenuto.
L'intervento comprenderà anche la installazione di una incartonatrice per l'inserimento delle
confezioni all'intero dei cartoni ed altre macchine accessorie, quali l'elevatore- trasportatore
a tazze che ha il compito di trasferire la pasta in uscita dalla linea di produzione fin sulle
macchine confezionatrici che provvedereanno a realizzare i tradizionali pacchetti in
polopropilene.
Saranno installati anche dei complessi metaldetectors - controllo peso per lo scarto di pacchi
fuori tolleranza peso o eventualmente contenenti corpi metallici.
Elencazione sommaria dei componenti principali dell’impianto:
MACCHINE ED ATTREZZATURE
Nr. 2 confezionatrici per Pasta Lunga alla 1^ Linea di produzione per
P.L
Attrezzature ed accessori (sistema controllo stampa, scanner, ecc.)
Nr. 1 caricatore per spaghetti da installare al carico dell' elevatore –
trasportatore
Un elevatore - tasportatore a tazze (Elevertic) per la 1^ Linea di
produzione P.L.
Incartonatrice completa di sistema di trasporto della confezioni,
elevatore cartoni ed accessori vari
Linee di alimentazione impianti di incartonamento
Nr. 2 Controlli Peso completi di metaldetector ed espulsori da installare
a valle delle nuove confezionatrici
Fig. 4.1 Tratto di elevatore - trasportatore a tazze (Elevertic) con sovrastante caricatore per
spaghetti
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Fig. 4.2 Macchina Confezionatrice per Pasta Lunga modello Altopack AOD-PL con
dispositivo Easy Open
Fig. 4.3 Incartonatrice (detta anche fardellatrice), di marca Selematic, da installare al
confezinamento della 1^ Linea Pasta Lunga.
MI - 2
ACQUISTO DI CARICATORE PER SPAGHETTI ED ELEVATORE
TRASPORTATORE A TAZZE
PER LA 2^ LINEA DI PRODUZIONE
PER PASTA LUNGA
Anche per questa linea di produzione della pasta lunga preesistente il Pastificio Granoro ha
pensato di adottare un nuovo tipo di caricatore - miscelatore per spaghetti, caratterizzato da
una maggiore efficienza e tale da ridurre la difettosità delle confezioni che saranno
realizzate a valle, mediante una più corretta ed ordinata deposizione dei fili di pasta
all'interno
delle tazze del trasportatore che trasferirà il prodotto fin sulle macchine
confezionatrici.
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Elencazione sommaria dei componenti dell’impianto:
MACCHINE ED ATTREZZATURE
Nr. 1 caricatore (“caricatore – miscelatore”) per spaghetti da installare al
carico dell'elevatore – trasportatore della 2^ Linea di produzione per
P.L.
Un elevatore - tasportatore a tazze (Elevertic) per la 2^ Linea P.L.
Fig. 4.4 Tratto di elevatore - trasportatore a tazze (Elevertic) con sovrastante caricatore per
spaghetti
MI - 3
POTENZIAMENTO
ED
INNOVAZIONE
TECNOLOGICA
DELL’IMPIANTO DI CONFEZIONAMENTO A VALLE DELLA
3^
LINEA DI PRODUZIONE PER PASTA LUNGA.
Il Pastificio Granoro ha intenzione di adottare, anche sulla 3^ Linea di Produzione per Pasta
Lunga, un nuovo tipo di caricatore - miscelatore per spaghetti, caratterizzato da una
maggiore efficienza e tale da ridurre la difettosità delle confezioni che saranno realizzate a
valle, mediante una più corretta ed ordinata deposizione dei fili di pasta all'interno delle
tazze del trasportatore che trasferirà il prodotto fin sulle macchine confezionatrici.
In aggiunta a tali macchine, sarà installata una nuova fardellatrice, di maggiore efficienza.
Elencazione sommaria dei componenti dell’impianto:
24
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MACCHINE ED ATTREZZATURE
Nr. 1 caricatore per spaghetti da installare al carico dell'elevatore –
trasportatore della 3^ Linea di Produzione Pasta Lunga
Un elevatore - tasportatore a tazze (Elevertic) per la 3^ Linea di
produzione P.L.
Incartonatrice completa di sistema di trasporto della confezioni,
elevatore cartoni ed accessori vari
Fig. 4.5 Tratto di elevatore - trasportatore a tazze (Elevertic) con sovrastante
caricatore per spaghetti
MI - 4
MIGLIORAMENTO
EFFICIENZA
IMPIANTO
DI
CONFEZIONAMENTO LINEA CATERING
L'elevatore di carico cartoni provvede a trasferire i cartoni di pasta in uscita dalla
incartonatrice sui piani di accumulo posti in alto e che, a loro volta, trasferiscono i cartoni
di pasta all'impianto centralizzato di palettizzazione.
La macchina raffigurata di seguito racchiude due funzioni: il controllo del peso di ogni
singolo pacchetto di pasta ed il metaldetector che ha il compito di scartare i pacchi
contenenti eventuali frammenti metallici.
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Elencazione sommaria dei componenti dell’impianto:
MACCHINE ED ATTREZZATURE
Nr. 1 elevatore cartoni per il carico del trasporto aereo verso la
palettizzazione
Nr. 1 Controllo peso con MTD per la nuova linea Catering
Fig. 4.6 Esemplare di macchina di controllo peso con abbinato un
MetalDetector (MTD)
MI – 5
REALIZZAZIONE
CONFEZIONAMENTO
DI
PER
UN
IMPIANTO
DI
CONFEZIONI A “DOPPIO
FONDO QUADRO”.
L'investimento prevede l'abbinamento a macchine confezionatrici preesistenti, di due
speciali macchine in grado di realizzare dei pacchetti definiti "a doppio fondo quadro",
ossia caratterizzati dai due fondi squadrati, in modo tale da consentire al pacchetto di
sostenersi in posizione verticale. Tale tipologia di sacchetti è oggi molto richiesta da
determinati mercati.
Elencazione sommaria dei componenti dell’impianto:
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MACCHINE ED ATTREZZATURE
Nr. 2 gruppi di confezionamento per la realizzazione di
confezioni a "doppio fondo quadro"
Accessori e attrezzature formatrici per confezioni a "doppio
fondo quadro"
Fig. 4.7 Macchina confezionatrice di marca Ricciarelli per confezioni a
Doppio Fondo Quadro
MI – 6
REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO DI CONFEZIONAMENTO
PER PASTASPECIALE DELLA LINEA “La Pasta di Attilio”.
Il Pastificio Granoro produce alcuni formati di pasta caratterizzati, per la loro forma e
dimensione, da estrema fragilità. Ciò non consente il loro confezionamento sugli attuali
impianti i quali determinerebbero la rottura di un gran numero di "chicchi".
Di conseguenza il progetto prevede l'acquisto di una macchina confezionatrice speciale
dotata di particolari accorgimenti per ridurre drasticamente il numero di rotture di pasta.
Nella foto seguente è raffigurata la tipologia di macchina che si intende installare,
caratterizzata da asse inclinato per evitare il salto della pasta all'interno del pacchetto,
costringendola a rotolare all'interno del "tubo formatore".
Elencazione sommaria dei componenti dell’impianto:
MACCHINE ED ATTREZZATURE
Nr. 1 confezionatrice per il confezionamento di formati di
pasta "delicati", della linea "La pasta di Attilio"
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Fig. 4.8 Macchina Confezionatrice di marca Ricciarelli, ad asse
inclinato per ridurre l'urto in caduta dei formati di pasta più
delicati.
MI - 7
REALIZZAZIONE UNA LINEA DI PRODUZIONE PER PASTA
TRANCIATA.
La linea in questione sarà adibita prevalentemente alla produzione di pasta tranciata, ossia
ottenuta da un processo di "stampaggio" nella sfoglia. A questo impianto, pertanto, saranno
abbinate due macchine tranciatrici di cui si parlerà nel seguito.
Elencazione sommaria dei componenti dell’impianto:
MACCHINE ED ATTREZZATURE
Nuova linea di produzione per formarti di pasta tranciata e per
formati delicati
Acquisto di trafile per la nuova linea di pasta tranciata
Realizzazione e messa in opera di canalizzazioni in acciaio
inossidabile per la espulsione dell’ aria calda di essiccazione
provenienti dall'interno degli essiccatoi
Sistema di alimentazione semola per la nuova linea Tranciati
Coibentazione delle tubazioni dell'acqua surriscaldata
Fig. 4.9 Vista in pianta di una linea diproduzione di pasta tranciata
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MA - 8
REALIZZAZIONE UNA LINEA DI PRODUZIONE PER PASTA
LUNGA
L'intervento in questione consisterà nella installazione di una nuova linea di produzione per
pasta lunga. Ad essa sarà abbinato l'impianto di confezionamento di cui si parla nel seguito.
Elencazione sommaria dei componenti dell’impianto:
MACCHINE ED ATTREZZATURE
Nuova linea di produzione per Pasta Lunga da 3500
Kg/h
Acquisto di
trafile per la nuova linea di pasta
lunga
Realizzazione e messa in opera di canalizzazioni in
acciaio inossidabile per la espulsione dei ricambi di
aria provenienti dall'interno degli essiccatoi
Coibentazione
delle
tubazioni
dell'impianto
dell'acqua surriscaldata
Coibentazione dei canali di acciaio inossidabile di
immissione e di espulsione dell'aria di essiccazione
degli essiccatoi
Impianto del vuoto per la nuova linea P.L.
Fig. 4.10 Vista in pianta di una linea diproduzione di pasta lunga
MA – 9
IMPIANTO SFARINATI PER LA ALIMENTAZIONE DELLA
NUOVA LINEA DI PRODUZIONE PER PASTA LUNGA.
Per la alimentazione della nuova linea di produzione per pasta lunga saranno predisposti
nuovi silos di stoccaggio della materia prima. Essi saranno corredati degli accessori per il
trasporto pneumatico del prodotto sia per il caricamento dei silos, sia per lo scarico verso la
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setacciatura e, successivamente, verso la pressa della linea.
Nello schema riportato di seguito sono raffigurati i silos all'interno dei quali verrà scaricata
la semola, inviata dai mulini a mezzo autocisterne, e tutto l'impianto di trasporto
pneumatico, con due filtri a maniche (di cui si parlerà diffusamente nella sezione dedicata
allo studio degli impatti ambientali).
Elencazione sommaria dei componenti dell’impianto:
MACCHINE ED ATTREZZATURE
Realizzazione di nr. 3 silos in acciaio inossidabile da 700
Q.li/cad. per lo stoccaggio della semola
Sistema di scarico e alimentazione dei silos semola
Impianto di triturazione sfridi
Fig. 4.11 Schema dell'impianto sfarinati per la alimetazione della nuova linea di pasta lunga
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MA - 10
IMPIANTO DI CONFEZIONAMENTO PASTA LUNGA DA
ABBINARE ALLA NUOVA LINEA DI PRODUZIONE PER PASTA
LUNGA.
La nuova linea di produzione per Pasta Lunga avrà bisogno di un proprio impianto di
confezionamento. Infatti, a differenza di quanto avviene con le Paste Corte, poichè la pasta
lunga viaggia sempre "accavallata" sulle canne di trasporto, ogni linea di produzione deve
essere univocamente collegata al proprio impianto di confezionamento. L'impianto in
questione sarà del tutto simile a quelli delle altre linee di pasta lunga preesistenti, pur
essendo caratterizzato da importanti innovazioni tecnologiche.
Dovrà essere installato un trasportatore a tazze (nel gergo detto "elevertic") che avrà il
compito di trasferire la pasta dalla linea alle macchine confezionatrici.
Saranno installate nr. 3 o 4 (il numero preciso sarà determinato al momento dell'acquisto in
base alle prestazioni garantite dal costruttore)
macchine confezionatrici di nuova
concezione, dotate di accorgimenti per la riduzione dei pacchi con frammenti di pasta fra le
saldature trasfersali.
La incartonatrice provvederà all'inserimento dei vari pacchi all'interno dei cartoni.
Il progetto prevede anche la installazione di una stazione per la realizzazione di confezioni
per catering (sacchi da 3 e 5 Kg).
L'impianto sarà completato da tutti gli accessori consueti: metaldetectors, controlli peso,
trasportato a nastro, ecc..
Elencazione sommaria dei componenti dell’impianto:
MACCHINE ED ATTREZZATURE
Nr. 2 caricatori per spaghetti da installare al carico
dell'elevatore – trasportatore.
Un elevatore - tasportatore a tazze (Elevertic)
Nr.3 confezionatrici con relative pesatrici per Pasta
Lunga
Attrezzature ed accessori (sistema controllo stampa,
scanner, ecc.)
Nr. 3 Controlli Peso completi di metaldetector ed
espulsori
da
installare
a
valle
delle
nuove
confezionatrici
Nr. 2 Incartonatrici complete di sistema di trasporto
della confezioni, elevatore cartoni ed accessori vari
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Nr. 1 pesatrice G3-1 e confezionatrice VSCL per
confezioni catering
Controllo peso modello CP5 per cnfezioni catering
Metaldetector per confezioni catering
Nr. 3 Codificatori SMART - DATE Markem
Sistemi di trasporto per palettizzazione, ampliamento
palettizzazione preesistente per far fronte al prodotto
proveniente dalla nuova linea di produzione Pasta
Lunga ed accessori vari
MI – 11
REALIZZAZIONE
DI
UN
NUOVO
INSILAGGIO DELLA PASTA CORTA SFUSA
IMPIANTO
DI
La pasta corta "sfusa" in uscita dalle linee di produzione viene inmagazzinata
temporaneamente all'interno di silos in attesa di essere inviata ai vari gruppi di
confezionamento. Nello schema sono riportati, oltre ai silos, i trasportatori a tazze che
trasferiscono il prodotto dalle linee di produzione alle tramoggie di carico dei silos ed il
sistema di trasporto posto in basso che, allo scarico, trasferisce la pasta fin sulla macchine
confezionatrici.
Elencazione sommaria dei componenti dell’impianto:
MACCHINE ED ATTREZZATURE
Nuovo impianto di accumulo della Pasta corta, per nr.
54 celle
Nuovo Quadro elettrico per gestione Silos P.C.
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Fig. 4.12 Schema impianto di stoccaggio intermedio della pasta corta sfusa
MI – 12
IMPIANTI DI ETICHETTATURA
Consistono in macchine che stampano ed applicano le etichette contenenti tutte le
informazioni necessarie alla logistica del prodotto sui vari cartoni di pasta
MACCHINE ED ATTREZZATURE
Nr. 17 etichettatrici, tipo "stampa-applica", per i cartoni di pasta
33
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
MI – 13
APPARECCHIATURE PER IL CONTROLLO DELLA QUALITA’
Sono dei dispositivi che hanno il compito di prelevare, secondo opportuna sequenza, la
semola durante le operazioni di scarico delle cisterne. I campioni prelevati saranno
successivamente utilizzati per il controllo dei parametri qualitativi.
MACCHINE ED ATTREZZATURE
FORNITORE
Realizzazione di nr. 6 impianti per il campionamento COM.IND. s.a.s.
automatico della semola
S. Giovanni T. (CH)
MI – 14
SISTEMA DI TRACCIABILITA’
Questo sistema sarà implementato per rendere automatico, e pertanto privo di errori, il
sistema di rilevamento e tracciabilità del prodotto in uscita verso i consumatori. Ogni
cartone di pasta in uscita verso il consumatore verrà letto elettronicamente (scanner) ed
associato alla fattura. In tal modo, di ogni collo sarà nota la destinazione (associazione con
la fattura accompagnatoria). Il progetto prevede la realizzazione di una rete di trasferimento
dati in radiofrequenza.
La tracciabilità è un obbligo di legge sancito dal regolamento comunitario Regolamento CE
N. 178 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 28 gennaio 2002.
MACCHINE ED ATTREZZATURE
Sistema automatico di tracciabilità del prodotto in uscita
FORNITORE
C.S.M.
Software
Meridionale s.r.l.
Capurso (BA)
Realizzazione di una rete per trasmissione dati
RAM Elettronica srl
Andria (BAT)
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MI – 15
NUOVA MACCHINA LAVATRAFILE
La macchina provvede a lavare le trafile, dopo la loro rimozione dalla testata delle presse e
prima di un successivo riutilizzo, mediante l'utilizzo di potenti getti di acqua, ad alta
pressione, in grado di rimuovere i detriti di pasta dall'interno dei fori trafila. La macchina,
pertanto produce acque di scarico contenenti frazioni melmose di acqua e semola che
debbono essere depurate preventivamente, per effetto dell'elevato carico organico, prima del
loro scarico in fogna.
MACCHINE ED ATTREZZATURE
Nuova macchina lavatrafile VFR/3 LOW della Niccolai
Trafile S.p.a.
MI - 16
IMPIANTO ROBOTIZZATO
PALETTIZZAZIONE
PER
IL
FARDELLAMENTO
E
L'impianto è dotato di alcuni robot di tipo antropomorfo in grado di prelevare le confezioni
di pasta provenienti dalle macchine di confezionamento poste a monte e disporle all'interno
dei cartoni. Lo stesso impianto, inoltre, mediante un successivo robot antroporfo, è in grado
di prelevare i singoli cartoni e disporli sui pallett in legno.
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Fig. 4.13 Vista laterali dell'impianto robotizzato per il fardellamento e la palettizzazione
Fig. 4.13 Raffigurazione di un robot antropomorfo utilizzato per
confezionamento e palettizzazione.
MI - 17
l'impianto robotizzato di
NR. 4 IMPIANTI DI DOSAGGIO E MISCELAZIONE ACQUA
SEMOLA PER LINEE DI PRODUZIONE PASTA
Rappresentano una innovazione. Saranno installate su altrettante Presse. I Premix hanno il
compito di realizzare la miscelazione, in opportuno rapporto, fra acqua e semola.
MACCHINE ED ATTREZZATURE
Nr. 4 impianti di dosaggio e miscelazione acqua –
semola per linee di produzione pasta
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Fig. 4.14 Gruppo Premix da installare su nr. 4 presse
MI - 18
ACQUISTO DI TRANCIATRICI PER PASTA TRANCIATA
Le macchine tranciatrici saranno abbinate alla nuova linea di Pasta Corta che sarà adibita
prevalentemente alla produzione di pasta tranciata. Le tranciatrici hanno la funzione di
accogliere la "sfoglia" proveniente dalla linea di produzione e di tranciarla, mediante apositi
stampi, nei vari formati: orecchiette, falfalloni, farfalline, ecc.
MACCHINE ED ATTREZZATURE
Acquisto di nr. 2 Tranciatrici Modello VELO 1000 per
nuova linea di pasta Tranciata da 2000 Kg/h
Serie di stampi nuovo per le tranciatrici di cui sopra
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Fig. 4.15 Tranciatrice del tipo di cui al presente progetto.
Fig. 4.16 Stampo, da applicare su macchina tranciatrice, per pasta tranciata.
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Fig. 4.17 Alcuni formati di pasta "tranciata" del catalogo Granoro
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5. QUADRO AMBIENTALE E PAESAGGISTICO
5.1. Il paesaggio urbano
L’area è localizzata all'estremità nord-occidentale della città di Corato, essendo delimitata
esternamente dalla Strada Provinciale 231 (ex S.S. n.98) che di fatto, almeno nel tratto in
questione, divide la città, vale a dire il contesto urbano vero e proprio, da ciò che la circonda,
vale a dire gli spazi agricoli residui e gli insediamenti dell’area produttiva.
L'area è attualmente attraversata da assi viari e costituisce un particolare mix tra residenza,
impianti produttivi e usi agricoli; pur essendo a tutti gli effetti interna alla città, ne appare
quasi avulsa, da un punto di vista distributivo e/o tipologico.
Gli isolati ed i tessuti che costituiscono l’area evidenziano una sovrapposizione irrisolta di
regole e giaciture diverse, disegni interrotti di piano. Il trattamento dell’edilizia che costituisce
oggi il bordo perimetrale è alquanto disomogeneo e discontinuo, frutto di iniziative slegate nel
tempo e nei modi insediativi che mostrano la mancanza di una visione unificante. Il segno più
visibile di urbanizzazione dell’area è costituito dalla viabilità trasversale ed extraurbana.
5.2. Land use
In generale, l’analisi dell’uso del suolo permette di valutare, in maniera più o meno dettagliata
a seconda della scala di definizione, a quale livello di modificazione ambientale sia giunto
l’intervento operato dall’uomo sull’ambiente naturale, sia in termini quantitativi che
qualitativi.
Per l’acquisizione dei dati sul land-use del territorio che comprende il sito d’indagine, ci si è
avvalsi di osservazioni dirette in campo nonché dell’analisi di un aggiornato rilievo
aerofotogrammetrico dell’area in esame. L’analisi diretta sul territorio è stata condotta
utilizzando come base di riferimento uno stralcio cartografico il più possibile aggiornato
(scala 1:5.000) e riportando le modificazioni (costruzioni) più recenti non ancora acquisite in
mappa (cantieri, opere di recente realizzazione, ecc.). Inoltre, sono state realizzate alcune
recenti foto relative alle zone circostanti il sito d’intervento, in modo da integrare ed
interpretare con maggior accuratezza i dati rilevati in campo, oltre alla finalità di fornire una
documentazione fotografica dell’attuale stato dei luoghi.
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Dopo aver circoscritto sulla base cartografica prescelta il perimetro del sito d’intervento (~ 7,5
ha di estensione), è stato individuato un intorno circolare con raggio di circa 500 m, per una
superficie complessiva di 78,5 ha inclusa l’area occupata dal sito d’intervento, all’interno del
quale si è proceduto all’identificazione delle varie tipologie di utilizzo del suolo.
L’area circostante il sito ove è previsto l’intervento in progetto ha evidenziato, per la superficie
d’indagine indicata in precedenza, tre tipologie principali di utilizzo del territorio:
a) aree agricole rappresentate dalla presenza di colture arboree, spesso ormai residuali,
caratterizzate principalmente da oliveti e pochi vigneti, in terreni pianeggianti e per lo più
inglobati o localizzati in tratti marginali sia dell’abitato urbano che della zona produttiva
di Corato; occasionalmente sono stati osservati alcuni esigui appezzamenti a frutteto o
destinati a coltivazioni stagionali di ortaggi; infine, una cospicua percentuale di territorio
risulta attualmente incolto e/o in abbandono e probabilmente destinato a rimanere tale o a
future lottizzazioni, in quanto ormai inglobato nel tessuto urbanizzato o nell’ambito degli
insediamenti produttivi;
b) aree non agricole rappresentate da alcune tipologie d’insediamento antropico,
caratterizzate principalmente dalla periferia nord-occidentale della città di Corato e dal
territorio occupato alle varie attività produttive e artigianali locali (oleificio, caseificio,
ecc.), esteso per lo più a ridosso dell’asse viario principale (S.P. 231 ex S.S. 98) nonché
da alcune infrastrutture a servizi (rifornimento carburanti, centro commerciale, impianto
sportivo-ricreativo, struttura ospedaliera Crocebianca Coratina) e di viabilità principale e
secondaria;
c) aree semi-naturali rappresentate, nel caso specifico, da un esiguo lembo di territorio
occupato da un boschetto artificiale (rimboschimento) di conifere ad alto fusto (pino
d’Aleppo) risalente ad alcuni decenni or sono e localizzato a ridosso della struttura
ospedaliera Crocebianca Coratina e dell’Ist. Madonna Pellegrina lungo la S.P. n 30.
Le osservazioni dirette in campo, come già accennato, hanno permesso di definire
qualitativamente e quantitativamente le differenti tipologie di land-use presenti, così come
riportato nella successiva Tab. 5.1. e meglio evidenziato nel grafico riassuntivo riprodotto
nell’allegata Fig. 5.1.
Infine, la sintesi cartografica delle indagini di approfondimento sull’uso del suolo relativo
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all’intorno di circa 500 m di raggio rispetto al sito d’intervento, è riportata in un’apposita figura
nel fascicolo degli Allegati.
Tab. 5.1 – Sintesi quali-quantitativa del land-use nell’intorno di 500 m rispetto al sito
d’intervento.
insediamenti produttivi
201.639
mq
25,7%
frutteto
4.270
mq
0,5%
vigneti
26.506
mq
3,4%
orto
16.067
mq
2,0%
oliveto
47.292
mq
6,0%
edifici scolastici
9.884
mq
1,3%
incolto
94.412
mq
12,0%
struttura ospedaliera
11.941
mq
1,5%
area urbanizzata
178.375
mq
22,7%
rimboschimento
9.302
mq
1,2%
strade
89.975
mq
11,5%
struttura
sportivo
ricreativa
AREA PASTIFICIO
7.952
mq
1,0%
75.728
mq
9,6%
42
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Land Use
edifici scolastici
1%
orto
2%
oliveto
6%
struttura ospedaliera
2%
incolto
12%
area
urbanizzata
23%
vigneti
3%
frutteto
1%
insediamenti
produttivi
26%
strade
12%
rimboschimento
1%
struttura sportivo
ricreativa
AREA PASTIFICIO
1%
10%
Fig. 5.1 – Percentuali relative alle tipologie di land-use
land use rinvenute nell’intorno del sito in esame.
5.2.1. Aree agricole
Sotto il profilo di utilizzo prettamente agricolo, l’area considerata risulta ormai da tempo poco
utilizzata per colture sia di tipo erbaceo che di tipo arboreo/arbustivo. Nel caso specifico,
infatti, si osserva in prevalenza la presenza di terreni attualmente occupati da colture legnose
come oliveti e vigneti che risultano per lo più inclusi nel tessuto urbanizzato non ancora
lottizzato o ai margini delle infrastrutture viarie e produttivo-artigianali
produttivo artigianali (zona industriale di
Corato).
ato). Tali aree di coltura, per altro, non sembrano allo stato attuale particolarmente
impegnate dal punto di vista produttivo, ma sembrano rappresentare, piuttosto, un “residuo”
della preesistente tradizione di sfruttamento agricolo di questo territorio. Alcuni appezzamenti,
infatti, specie quelli inglobati nel territorio urbano, evidenziano ormai chiari segni di
abbandono agricolo.
Rari ed esigui appezzamenti, inoltre, risultano ancora impegnati in colture erbacee a carattere
stagionale (ortaggi), con sfruttamento
sfruttamento produttivo a probabile fruizione locale o addirittura
famigliare.
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Infine, si fa osservare la cospicua presenza nell’area indagata di ampi appezzamenti di terreni
incolti e/o in abbandono, colonizzati soprattutto da specie vegetali ruderali e spesso infestanti.
In definitiva, i terreni attualmente impegnati in coltivazioni arboree (oliveto, vigneto e frutteto)
assommano, per l’intorno considerato, a 7,8 ha pari al 9,9% del territorio considerato
nell’analisi del land-use. Le coltivazioni ad ortaggi, invece, impegnano attualmente 1,6 ha pari
al 2% mentre i terreni incolti rappresentano con 9,4 ha il 12% del territorio esaminato.
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5.2.2. Aree non agricole
Per le aree non interessate dallo sfruttamento agricolo, incluse nel perimetro d’indagine, una
prima importante tipologia è rappresentata dall’insediamento urbano della periferia nordoccidentale del comune di Corato, i cui edifici di più recente realizzazione risultano
prospicienti la viabilità cittadina (Via Nazionale e Via Gigante) che costeggia il perimetro
nord-orientale del sito d’intervento. I complessi residenziali di tale area urbana sono
rappresentati in prevalenza da varie palazzine plurifamiliari a 3-5 piani, disposte a schiera e
lungo più file parallele realizzate all’interno degli appezzamenti lottizzati.
In totale, le aree occupate dagli insediamenti abitativi e residenziali presenti nell’intorno
considerato ammontano a 17,9 ha, pari a circa il 22,7% dell’intero territorio esaminato.
Una seconda tipologia di insediamento antropico presente nell’area d’indagine è rappresentata
dalla zona produttivo-artigianale coratina, di cui fa parte anche l’insediamento industriale in
esame, che si sviluppa principalmente ad Ovest e a ridosso dell’asse viario della S.P. 231 (ex
S.S. 98). In particolare, ad Ovest della strada provinciale si osservano: industrie alimentari
(oleificio, tarallificio, caseificio); impianti di deposito e produzione mangimi; un impianto di
deposito carburanti (in disuso) confinante con una stazione di servizio carburanti con annessa
struttura alberghiera (Ristorante-Motel); una concessionaria/officina auto; un esteso capannone
destinato a centro commerciale; aree di deposito e stoccaggio materiali vari.
Subito ad Est della S.P. 231 e subito a Nord del sito in esame, nei pressi dello svincolo di
uscita/accesso alla strada principale, le infrastrutture produttive presenti sono rappresentate da:
impianti di taglio e lavorazione marmi; da varie aree di deposito (soprattutto materiali edilizi e
automezzi); da un’azienda di filati ed infine da un impianto a cisterne di stoccaggio di prodotti
vinicoli proprio confinante con il margine Nord del perimetro aziendale del pastificio Granoro.
Infine, sempre nell’ambito territoriale destinato alle aree produttivo-artigianali, si riporta la
presenza di una struttura sportivo-ricreativa (tennis, calcetto) con annesso bar/pizzeria e
l’esiguo complesso edilizio ospitante la Crocebianca Coratina – Istituto Madonna Pellegrina
localizzato nel tratto iniziale della S.P. n. 30 che da Corato si dirige verso Nord-Ovest in
direzione di Andria.
Complessivamente, le aree occupate dagli insediamenti produttivi, le strutture a servizi e le
relative infrastrutture viarie principali e secondarie presenti nell’intorno considerato
ammontano a circa 27,7 ha, pari al 35,3 % dell’intero territorio esaminato.
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5.2.3. Aree semi-naturali
Per quanto concerne le zone che evidenziano un grado di naturalità in senso lato, in quanto
comunque derivanti dall’intervento modificatore dell’uomo, si riconoscono sul territorio
indagato una sola tipologia territoriale.
In particolare, ci si riferisce ad un esiguo intervento di rimboschimento a conifere (Pinus
halepensis) risalente ad alcune decine di anni, localizzato in contiguità con il complesso
edilizio attualmente destinato alla Crocebianca Coratina ed all’Istituto Madonna Pellegrina
lungo la S.P. n. 30. Gli esemplari di pino d’Aleppo che compongono il boschetto sono a fusto
medio-elevato (circa 15-20 m di altezza) e chioma folta ed estesa. La disposizione con sesto
d’impianto a file ordinate e distanza grossomodo costante evidenzia la tipologia d’intervento di
rimboschimento con probabile finalità di protezione ed ornamento delle strutture edilizie
d’epoca confinanti.
Il rimboschimento evidenzia un’estensione di circa 0,9 ha pari all’ 1,3% dell’intorno di
territorio considerato.
Nelle Foto seguenti riportate di seguito si evidenziano alcune immagini significative relative
alle tipologie di land-use rinvenute nell’analisi del territorio considerato e descritte in
precedenza.
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Foto 5.2 – Impianto di lavorazione e taglio marmi, aree di deposito di materiali vari presenti a Nord del sito in
esame.
Foto 5.4 – Panoramica del settore Nord della zona produttiva di Corato a ridosso dell’asse viario della s.p. n.231
ex s.s. n.98.
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Foto 5.3 – Complessi residenziali prospicienti la viabilità cittadina (via Gigante) che costeggia il perimetro nordorientale del sito di intervento.
Foto 5.5– Rimboschimento a conifere recintato nei pressi della Crocebianca Coratina.
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5.3 – Climatologia
Al fine di effettuare un’analisi climatologica esaustiva relativa all’area circostante la cittadina di
Corato, nel cui ambito territoriale si inserisce l’intervento progettuale in esame, sono stati
considerati i seguenti parametri:
-
Ventosità
-
Stabilità atmosferica
-
Piovosità
-
Temperatura
I dati elaborati nel seguente paragrafo sono stati raccolti, per quanto concerne l’analisi della
ventosità e della stabilità atmosferica, dalla Stazione Meteorologica dell’Aeronautica Militare n.
270 di Bari-Palese Macchie (Lat. 41° 08’ N – 16° 47’ E) – Alt. 49 m s.l.m. che risulta essere la
più vicina al sito in esame, oltre a disporre di serie storiche di dati statisticamente significative
ed in particolare riferite al periodo 1951-1991.
Per quanto concerne la piovosità, la temperatura atmosferica e gli indici climatici ad esse
correlati, sono state considerate le serie storiche di dati registrati presso la stazione
meteorologica di Ruvo di Puglia (260 m s.l.m.). La scelta di tale stazione meteorologica è
risultata anch’essa condizionata dalla disponibilità di un periodo temporale statisticamente
significativo (1923-1992 per le rilevazioni pluviometriche e 1933-1992 per le rilevazioni
termometriche), accompagnata dalla relativa vicinanza con il sito in esame (circa 10 km). I dati
elaborati sono stati raccolti negli Annali Idrologici, parte I, presso l’Ufficio Idrografico e
Mareografico di Bari.
Si riporta di seguito una sitesi dell'analisi climatologica eseguita, rimandando alla sezione
dedicata nel fascicolo degli allegati, per una esposizione più approfondita e di dettaglio..
5.3.1 Ventosità
Nel corso dell’anno, i venti provenienti da W (ponente) e da SW (libeccio) sono quelli che
presentano la maggior frequenza, risultando in definitiva i venti dominanti, mentre il vento
proveniente da NW (maestrale) risulta discretamente rappresentato con classi di velocità medio-
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alte (10 e 15 nodi).
Per i venti proveniente da N (tramontana) e da S (ostro) si sono registrate classi medie di
velocità (5-10 nodi). La frequenza delle giornate di calma di vento risulta poco elevata in
quest’area e si aggira mediamente intorno al 195‰ delle rilevazioni annuali, evidenziando un
regime anemologico generalmente movimentato. In definitiva, il regime anemologico medio
annuo evidenziando come dominanti, in termini di frequenza ed intensità, i venti di ponente (W)
e di libeccio (SW), indica un prevalente spostamento delle masse d’aria in direzione del centro
abitato di Corato e quindi un potenziale interessamento dello stesso da parte di emissioni in
atmosfera (es. rumori, odori, polveri) prodotti.
BARI PALESE(49 ms.l.m.)
Anemogramma annuale (1951-1991)
N
‰
120
100
NW
NE
80
60
40
20
W
E
0
SE
SW
S
CALMA= 195,1 ‰
8-12
13-23
NODI
2-4
5-7
24->
Figura 5.6 - Anemogramma annuale (fonte: Aeroporto di Bari Palese).
5.3.2 Pluviometria
L’analisi dei dati pluviometrici sono stati elaborati a partire dagli Annali conservati nella
Stazione meteorologica di Ruvo di Puglia (serie storica 1923÷1992) e da quelli dell’Ufficio
Idrografico e Mareografico di Bari.
I dati raccolti hanno evidenziato mediamente che il periodo dell’anno:
50
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•
rappresentato dalle maggiori quantità di pioggia è dicembre/gennaio (circa 70 mm/mese.)
•
di maggiore frequenza di giorni di pioggia è dicembre/marzo (circa 8 gg);
•
che presenta il minimo di piovosità è concentrato nei mesi di luglio ed agosto (circa 25
mm./mese)
Infine, si rileva (su 70 anni di osservazioni) che, il livello medio annuo delle precipitazioni è
intorno ai 610 mm con quasi 72 giorni di pioggia per anno. I valori minimi e massimi vanno da
356 mm a 1089 mm di pioggia variando tra i 43 e i 92 giorni di precipitazioni per anno.
5.3.3 Termometria
L’analisi dei dati termometrici è stata eseguita sulla base dei dati riportati dagli Annali
conservati nella Stazione meteorologica di Ruvo di Puglia (serie storica 1933÷1992) e da quelli
dell’Ufficio Idrografico e Mareografico di Bari (vedi figura 12). Dai dati elaborati emerge che:
•
il valore medio della temperatura annua si aggira intorno ai +15,4 °C, con valori medi
minimi intorno ai +4/5 °C registrabili nei mesi invernali (Dic-Feb) e valori medi massimi
intorno ai +30 °C rilevabili in pieno periodo estivo (Lug-Ago).
•
le temperature minime assolute possano scendere al di sotto degli 0 °C in pieno inverno
(nov-feb) con un valore minimo assoluto di -7°C (feb). Anche all’inizio della primavera
(mar-apr) sono comunque rilevabili episodi di abbassamento della temperatura poco al di
sotto di 0 °C (gelate primaverili).
•
In piena estate (lug-ago) vengono registrate temperature massime assolute intorno ai
+40°C con punte estreme di +44°C nel mese di luglio.
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max
ass.
(°C)
Max
(°C)
22,3
10,2
7,0
3,9
-6,6
febbraio 22,3
11,7
8,0
4,3
-7,0
mese
gennaio
Med
(°C)
Min
(°C)
min
ass.
(°C)
RUVODI PUGLIA (260 ms.l.m.)
Temperature medie e assolute (1933-1992)
45
40
35
28,6
14,2
10,1
6,0
-5,5
aprile
30,8
18,4
13,5
8,8
-0,5
maggio
36,9
22,8
17,9
12,8
3,3
giugno
43,4
27,3
22,0
16,6
7,8
luglio
43,5
30,1
24,7
19,1
10,9
agosto
42,2
30,1
24,6
19,1
11,1
settembre 42,5
26,1
21,1
16,2
6,7
ottobre 33,0
20,7
16,4
12,2
2,6
novembre 26,7
15,6
11,9
8,2
-2,2
11,3
8,2
5,2
-2,8
dicembre
20,7
25
T (°C)
marzo
30
max ass.
max
20
med
15
min
10
min ass.
5
0
-5
-10
Gen
Feb
Mar
Apr
Mag
Giu
Lug
Ago
Set
Ott
Nov
Dic
Figura 12 - Andamento annuale delle temperature (Fonte: Annali Ideologici - parte I dell’Ufficio Idrografico e Mareografico di Bari)
5.4. L' Ambiente idrogeologico
5.4.1 Vincoli idrogeologici
Per l’area in esame non esistono vincoli derivanti né dalla pianificazione del PUTT/P (Piano
Paesistico Territoriale Tematico/Paesaggio) della Regione Puglia, né dal Piano di bacino Stralcio
per l’Assetto Idrogeologico (PAI) adottato in data 15/12/2004 nè dall’elenco delle “acque
pubbliche”.
Per quanto attiene ai pozzi di uso potabile, in accordo con la normativa vigente (DLgs 152/99 e
DLgs 258/00), i pozzi di acqua potabile vanno salvaguardati con una fascia di tutela assoluta
ampia 10 mt di raggio ed una fascia di rispatto pari a 200 mt di raggio. Nessuna di queste fasce
interessa l’area in esame.
5.4.2. Aspetti geologici, geofisici e idrologia di dettaglio
Al fine di inquadrare il sito in oggetto dal punto di vista geologico e geofisico,
si riportano
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alcune informazioni attinte dalle relazioni redatte, tempo fa, dal prof. ing. G. Melidoro e dott.
geol. V. Panaro per la parte geologica e dal dott. geol. M. Vizziello per la parte geofisica, la
caratterizzazione sismica ed elastodinamica.
Dalle relazioni si evince che "l'abitato di Corato sorge sulle propaggini delle Murge Baresi, a
quota max di 230,30 m s.l.m. Esso occupa l'estremo costone orientale del Monte Castigliola (m
290 circa) ed è delimitato da due impluvi, uno a NO ed un altro più pronunciato ad Est,
denominato Lama di Pietra. Il paese si estende ai margini di un'antica conca di tipo carsico nel
substrato calcareo-dolomitico del Cretacico, che è stata colmata da sedimenti argillosi, sabbiosi e
calcarenitici dell'ingressione del mare plio-pleistocenico".
In particolare, l'area in oggetto è subpianeggiante ed è alla quota di circa 225 m s.l.m.
Per risalire alla stratigrafia dettagliata del sito, furono eseguiti 5 sondaggi meccanici a rotazione
con carotaggio continuo fino alla profondità di 25 m.
La successione litostratigrafica dell'area risulta pertanto:
-
Terreno vegetale nerastro e materiale di riporto. Lo spessore è irregolare e varia tra 0.40 1.40 m. Attuale e recente.
-
Sabbia fina giallastra, talora limosa grigia, con noduli di calcite bianca pulverulenti. È
stata rinvenuta fino alla profondità di 4.50 m dal p.c. Tale sabbia, insieme ai terreni della
copertura detritica, è permeabile e può ospitare una falda effimera (falda sospesa) durante
i periodi con precipitazioni idrometeoriche. In verità il coefficiente di permeabilità è
molto basso, dell'ordine di 10 -5 cm/s, e si tratta di moti di filtrazione molto lenti.
-
Argille limose giallastre, talora con chiazze giallastre oppure con tonalità verdognole, a
luoghi sabbiose, con frustoli carboniosi, con frequenti noduli di calcite bianca
pulverulenta nella parte superiore, con gusci di lamellibranchi, a struttura caotica e con
litoclasti calcarei sparsi. Sono state rinvenute fino alla profondità di 10 m dal p.c. le
argille insieme alle sovrastanti sabbie. Come in letteratura sono attribuite al PlioPleistocene.
-
Terra rossa: argilla limosa di colore rosso, mattone o ruggine, priva di litoclasti calcarei,
rappresenta il prodotto residuale risedimentato nelle depressioni. È stata rinvenuta in tutti
i sondaggi a profondità e con spessori variabili tra m 8.70 e 10.30. Pre-Pliocene.
-
Il substrato calcareo-dolomitico fino alla profondità esplorata di 25 m è costituito da
calcari detritici e brecce tenacemente cementate, di colore avana e biancastro, a luoghi
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ricchi di macrofossili. Il tetto di tale substrato roccioso non sembra presentare accentuate
irregolarità. A volte si presentano molto fratturati e carsificati con terra rossa, a volte solo
fratturati. Nel sondaggio S4 sono state rinvenute due cavità carsiche tra m 12.00-12.20 e
m 14.00-14.20. la stratificazione sembra suborizzontale. L'età è cretaceo superiore.
Nella relazione geologica si legge inoltre che "in base all'indice RQD (Rock Quality
Designation) la qualità della roccia varia da molto scadente a discreta e buona. È da tener
presente che le discontinuità meccaniche non sono dovute tutte a fessure ma a luoghi anche alle
superfici di strato ravvicinate, cioè della facies "a chiancarelle" o lastroide dei Calcari di Bari. Si
tratta di rocce calcaree molto permeabili per fessurazione e carsismo, laddove naturalmente
l'ammasso non sia fessurato ed i vuoti non siano intasati da terra rossa.".
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6. CARATTERISTICHE DEL PROGETTO
6.1 Dimensioni del progetto
Nel caso specifico non è semplice parlare di dimensioni del progetto, dato che esso
consisterà nella installazione di vari impianti e macchinari, da distribuire all'interno delle
strutture edilizie preesistenti. Gli interventi, infatti, interesseranno i vari reparti produttivi e
saranno distribuiti in gran parte della superficie coperta dell'opificio, attualmente pari a
circa 24.000 mq.
Negli elaborati grafici a corredo del presente studio è riportato il lay out con la indicazione
della ubicazione dei vari interventi, da cui sono rilevabili le dimensioni di ciascuno di essi.
Fra gli impianti più estesi da realizzare, sia come dimensioni, sia come importanza della
spesa , si segnalano le due linee di produzione della Pasta.
Fig. 6.1 Vista laterale della linea per pasta corta di tipo tranciato. Avrà una lunghezza di circa 35 metri, una larghezza di
metri 3 ed una altezza variabile fino ad oltre 7 metri
Fig. 6.2 Vista laterale della linea di produzione per Pasta Lunga. Avrà una lunghezza di circa 75 metri, a cui si
aggiungerà l'impianto di confezionamento posto in linea, una larghezza di 3 metri circa ed una altezza intonro ai 6 metri.
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Nella tabella seguente sono riportate le dimensioni di ingombro (di massima) degli
impianti e dei macchinari di cui ci compone il progetto.
L = lunghezza
NR.
01
02
03
04
05
06
07
08
09
10
11
12
13
B = larghezza
H = altezza
INTERVENTO
IMPIANTO DI CONFEZIONAMENTO PASTA LUNGA
PER LINEA DI PRODUZIONE PASTA LUNGA NR. 1
ACQUISTO DI CARICATORE PER SPAGHETTI E
TRASPORTATORE PER LA LINEA DI PRODUZIONE
NR. 2 PER PASTA LUNGA
POTENZIAMENTO ED INNOVAZIONE TECNOLOGICA
DELL’IMPIANTO DI CONFEZIONAMENTO A VALLE
DELLA LINEA DI PRODUZIONE PER PASTA LUNGA
NR. 3
MIGLIORAMENTO
EFFICIENZA
IMPIANTO
DI
CONFEZIONAMENTO LINEA CATERING
REALIZZAZIONE
DI
UN
IMPIANTO
DI
CONFEZIONAMENTO PER CONFEZIONI A “DOPPIO
FONDO QUADRO”..
REALIZZAZIONE
DI
UN
IMPIANTO
DI
CONFEZIONAMENTO PER PASTASPECIALE DELLA
LINEA “La Pasta di Attilio”.
REALIZZAZIONE UNA LINEA DI PRODUZIONE PER
PASTA TRANCIATA.
REALIZZAZIONE UNA LINEA DI PRODUZIONE PER
PASTA LUNGA
IMPIANTO SFARINATI PER LA ALIMENTAZINOE
DELLA NUOVA LINEA DI PRODUZIONE PER PASTA
LUNGA.
IMPIANTO DI CONFEZIONAMENTO PASTA LUNGA
DA ABBINARE ALLA NUOVA LINEA DI PRODUZIONE
PER PASTA LUNGA
REALIZZAZIONE DI UN NUOVO IMPIANTO DI
INSILAGGIO DELLA PASTA CORTA SFUSA
IMPIANTI DI ETICHETTATURA
14
APPARECCHIATURE PER IL
QUALITA’
SISTEMA DI TRACCIABILITA’
15
NUOVA MACCHINA LAVATRAFILE
16
IMPIANTO ROBOTIZZATO PER IL FARDELLAMENTO
E PALETTIZZAZIONE
NR. 4 IMPIANTI DI DOSAGGIO E MISCELAZIONE
ACQUA SEMOLA PER LINEE DI PRODUZIONE PASTA
ACQUISTO
DI
TRANCIATRICI
PER
PASTA
TRANCIATA
17
18
CONTROLLO
DELLA
L
[mt]
20
B
[mt]
5
H
[mt]
5
20
0.6
5
20
6
5
8
9
6
7.5
9
6
10
4
5
35
3.5
6
72
3.5
6
15
5
8
32
6
5
34
6.6
6
//
//
//
//
//
//
//
//
//
3
1.5
1.8
27
18
5
//
//
//
5
4
2
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Il progetto non si cumula con altri progetti, ma tuttavia i macchinari e gli impianti di cui si
compone si aggiungeranno ad altri preesistenti.
Nella valutazione degli impatti è stato tenuto comunque conto dell'effetto complessivo
prodotto da parti preesistenti e componenti aggiuntive.
6.2 Utilizzazione delle risorse naturali
Con il termine risorse naturali si intendono le energie, i mezzi, le forze ambientali e
biologiche che sono proprie del nostro pianeta e che opportunamente valorizzate sono in
grado di produrre ricchezza.
Gli impanti ed i macchinari che si intendono installare saranno prevalentemente adibiti
alla produzione ed al confezionamento di pasta alimentare destinata alla alimentazione
umana; essi non attingeranno risorse naturali direttamente dall'area circostante, fatta
eccezione per l'aria.
La risorsa "acqua" utilizzata verrà prelevata dalla rete pubblica dell'Acquedotto Pugliese,
mentre l'energia, sotto forma di energia elettrica e termica, verrà fornita dalle reti pubbliche
(ENEL Distribuzione e Italgas).
L'acqua viene utilizzata sia come materia prima, per la formazione degli impasti, sia per gli
usi tecnici (pulizie, raffreddamento impianti, ecc.).
Fra le risorse naturali sotto elencate, anche se non lo sono propriamente, per motivi di
completezza, si è ritenuto di includere le materie prime fondamentali ed i maggiori
materiali utilizzati, sia pure non direttamente trasformati in azienda (materiali da
imballaggio) dal momento che essi, in qualche modo, sono riconducibili al consumo di
risorse naturali.
Saranno utilizzate le seguenti risorse naturali:
2.1
Semola di grano duro
Materia prima
2.2
Acqua
Materia prima
Acqua
Impianti di raffreddamento, pulizia,
ecc.
Prelevata dalla rete
2.3
Energia elettrica
2.4
Energia Termica
Prelevata dalla rete pubblica del gas
metano
57
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2.5
Aria
Combustione
2.6
Polipropilene e Polietilene
Imballaggio primario
2.7
Cartone
Imballaggio secondario
6.2.1 Semola
Il Pastificio Granoro produce, mediamente, circa 55.000 Tonnellate annue di pasta.
Considerando che il prodotto viene fornito con una umidità residua del 12,50%, mentre la
semola acquistata dai mulini ha una umidità del 15%, si deduce che per produrre 55.000
tonnellate annue di pasta, vengono utilizzate circa 56.300 tonnellate di semola.
Con l'acquisto degli impianti in questione si è previsto di poter aumentare la produzione
annua fino ad un massimo di 66.000 tonnellate, ma con una capacità produttiva teorica
superiore a 70.000
tonnellate. Di conseguenza la quantità di semola che potrà essere
utilizzata potrebbe raggiungere le 71.000 / 72.000 tonnellate. Si evidenzia come tale
produttività sia del tutto teorica in quanto si riferisce alla "capacità produttiva", mentre è
ben noto come la produzione effettiva sia generalmente sensibilmente inferiore.
6.2.2 Acqua
Il Pastificio Attilio Mastromauro Granoro srl si rifornisce di acqua mediante il
collegamento alla rete pubblica dell'acquedotto gestita da AQP. Gran parte dell'acqua
prelevata viene utilizzata come materia prima, dato che nella produzione di pasta, per la
formazione dell' impasto, si deve aggiungere acqua alla semola in una proporzione di
acqua al 30 - 50% .
Viene inoltre utilizzata acqua per usi tecnici, all'interno dei circuiti di raffreddamento dei
macchinari, della centrale termica e per le attività di pulizia.
Dal consuntivo degli ultimi anni abbiamo desunto un consumo medio annuo di acqua di
pari a 32.760 mc. con una incidenza di circa 0,5 litri/Kg.
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Fig. 6.3 Consumi di acqua potabile nel corso degli ultimi 6 anni
Con la messa in esercizio degli impianti nuovi, considerando un aumento di produzione
fino al 25%, si prevede che il consumo medio a regime di acqua possa elevarsi fino a
40.950 litri/anno
6.2.3 Energia Elettrica
Nelle tabelle seguenti sono riportati i consumi di energia elettrica del pastificio negli ultimi
3 anni. Il dato medio di assorbimento è di 10.387 Mwh.
Tutti gli impianti ed i macchinari di cui si compone il progetto sono dotati di azionamenti
elettrici. E' pertanto facilmente prevedibile un aumento dei consumi elettrici in
conseguenza della realizzazione del progetto.
All'entrata a regime dell'ampliamento si prevede di raggiungere un consumo totale medio
annuo di 12.984 Mwh, con un aumento valutato del 25% circa.
ENERGIA ELETTRICA
ANNO 2007
ANNO 2008
ANNO 2009
tonn pasta
MWh
MWh/t
tonn pasta
MWh
MWh/t
tonn pasta
MWh
MWh/t
55.331,2
10.315,049
0,186
53.992,30
10.180,184
0,188
53.469,800
10.664,704
0,199
Fonte: elaborazione bollette Enel – contabilità interna
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C o n su m i sp ecifici elettrici [M W h /to n n ]
0,205
0,2
M W h/ton n
0,195
0,19
0,185
0,18
0,175
2004
2005
2006
2007
2008
2009
Figura 6.4 – Efficienza energetica dell’energia elettrica (Fonte: elaborazione bollette Enel )
6.2.4 Energia Termica
Nelle tabelle seguenti sono riportati i consumi di energia termica del pastificio negli ultimi
3 anni. Il dato medio di assorbimento è di 98.216,00 Gigajoule, corrispondenti a circa
2.590.000 Nmc di gas metano.
Con l'entrata a regime dell'ampliamento si prevede di raggiungere un consumo totale
medio annuo di 3.238.000,00 Nmc di gas metano
CONSUMI ANNUI DI GAS METANO
2007
2009
2008
Nm3
CO2
equivalente
PCs
Kjoule/Nm3
2.599.951
5062,28
38.948,9
Nm3
2.321.502
CO2
equivalente
PCs
Kjoule/Nm3
4562,92
39.421
Nm3
2.559.802
CO2
equivalente
4984,10
PCs
Kjoule/Nm3
39.454
CONSUMI DI ENERGIA TERMICA
ANNO 2007
ANNO 2008
ANNO 2009
Q.li
pasta
Giga
joule
Gjoule/Q.l
e
Q.li
pasta
Giga
joule
Gjoule/Q.l
e
Q.li
pasta
Giga
joule
Gjoule/Q.l
e
553.312
101.265
0,183
539.923
92.390
0,171
534.698
100.994,28
0,189
60
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Fonte: elaborazione fatture ENI SpA Divisione Gas & Power – contabilità interna
C onsumi specifici term ici [Gjoule/Q.le]
0,21
0,2
G j o u l e / Q . le
0,19
0,18
0,17
0,16
0,15
2004
2005
2006
2007
2008
2009
Figura 6.5– Efficienza energetica dell’energia termica (Fonte: elaborazione fatture ENI SpA Divisione Gas & Power)
6.2.5 Aria
Il processo utilizza aria in vari modi, sia utilizzandola direttamente, come nelle fasi di
ventilazione del prodotto o come aria compressa per gli usi tecnici, sia indirettamente
come comburente nei processi di ossidazione propri della combustione (in centrale
termica).
Solo in quest'ultimo caso si può parlare di un vero e proprio consumo di aria, dato che il
processo di combustione reimmette in atmosfera l'aria sotto forma di prodotti di
combustione. In tutti gli altri casi, l'aria, spesso anche trattata preventivamente (come si
specificherà successivamente), dopo aver svolto la sua funzione, viene reimmessa in
atmosfera.
Come è noto la combustione consiste in una reazione di ossidazione in cui il combustibile
(nel nostro caso Gas Metano) si combina con l'ossigeno contenuto nell'aria, in un
opportuno rapporto.
Considerando i rapporti reali di combustione che, come è noto, sono differenti da quelli
stechiometrici, essendo questo rapporto per il gas metano pari a 1:10 (10 volumi di aria per
ogni volume di combustibile), si può valutare un consumo medio annuo attuale di aria
61
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pari a circa 25.900.000 Nmc.
In conseguenza della realizzazione del presente progetto si può stimare un aumento di
consumo dell'aria di combustione di entità pari all'aumento supposto del consumo del gas
metano. Il nuovo consumo di aria potrà raggiungere, a regime, il valore di 32.380.000
Nmc.
6.2.6 Polipropilene e polietilene
Tali materiali, utilizzati per l'imballaggio primario, ossia per la realizzazione dei classici
sacchetti contenenti la pasta, non rappresentano delle risorse naturali. Tuttavia il loro
utilizzo implica un consumo di risorse naturali, prevalentemente di orgine petrolifera,
utilizzate per la loro fabbricazione. I materiali in questione vengono acquistati dai
produttori sotto forma di bobine da svolgere automaticamente sulle macchine
confezionatrici. Una porzione di tali materiali determinarà la produzione del relativo rifiuto
(CER 150102) per effetto delle operazioni di avviamento impianti di confezinamento e per
le scarto dei sacchetti mal riusciti.
Il consumo annuo di tali materiali è mediamente pari a circa 660 tonnellate utilizzati per la
realizzazione di circa 110 milioni di pacchetti. In conseguenza della realizzazione del
progetto si stima che il loro consumo possa crescere fino a 825 tonnellate.
6.2.7 Cartoni
E' nota la origine della carta e del cartone (realizzato dall'accoppiamento di più fogli di
carta) da risorse vegetali; essa è infatti prodotta a partire dal legno degli alberi. Essa si
presta molto bene al riciclaggio, cui viene destinato tutto il materiale carta e cartone
prodotto come rifiuto nel pastificio Granoro.
Nella figura seguente si è voluto rappresentare succintamente il processo di produzione
della carta.
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Fig.
Questo materiale viene utilizzato per la realizzazione dei "fardelli" contenenti
generalmente fra 24 e 30 sacchetti di pasta ciascuno. Esso viene acquistato già sotto
forma di scatole da riempire e richiudere in apposite macchine denominate "fardellatrici".
Il rifiuto relativo generato dall'uso di tali materiali è contraddistinto dal codice CER
150101 (carta e cartone).
Il consumo annuo di cartoni è mediamente pari a circa 1.490 tonnellate. In conseguenza
della realizazione del progetto il consumo di cartoni potrebbe aumentare fino ad un
massimo del 25%
6.2.8 Riepilogo consumo risorse naturali
Nella tabella seguente vengono riepilogati i consumi di risorse naturali, prima e dopo la
realizzazione del progetto.
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RISORSA
Consumi attuali
Semola [Ton/anno]
Consumi previsti
dopo la realizzazione
del progetto
56.300
71.750
Acqua [mc/anno]
32.760
40.950
Energia Elettrica [MWh/anno]
10.387
12.984
2.590.000
3.238.000
25.900.000
32.380.000
660
825
1.490
1.863
Energia Termica [Nmc/anno]
Aria [Nmc/anno]
Polipropilene e polietilene
[Ton/anno]
Cartoni [Ton/anno]
6.3 Produzione di rifiuti
Gli impianti ed i macchinari che si intendono installare non produrranno rifiuti diversi da
quelli attualmente prodotti all'interno dell'opificio, data la similarità con altri preesistenti.
Innegabilmente si determinerà una maggiore produzione di rifiuti connessa all'aumento di
capacità produttiva ipotizzata. Per la trattazione completa di questo argomento si rimanda
al capitolo 9.9, avendo considerato questo argomento come un significativo impatto
ambientale da valutare e gestire.
6.4 Inquinamento e disturbi ambientali
Esaminando la natura e l'entità degli impatti ambientali, non solo delle nuove installazioni,
ma dell'intero stabilimento, considerando l'effetto cumulato prodotto dalla somma degli
impianti preesistenti con quelli
da aggiungere, si evince come essi non producano
inquinamenti ambientali importanti. Come si vedrà di seguito, tutte le emissioni saranno
mantenute abbondantemente al di sotto dei limiti di legge.
Non vi sarà rilascio nell'ambiente di sostanze pericolose o tossiche. Quanto appena
affermato è documentato nei capitoli dedicati alla valutazione degli impatti ambientali.
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6.5 Rischi di incidenti
La tipologia del processo industriale, nonchè la tipologia dei materiali utilizzati all'interno
dello stesso, escludono rischi di incidenti.
D'altra parte la attività industriale non rientra fra le categorie soggette a "rischi di incidente
rilevante" di cui al Dpr 17 maggio 1988, n. 175.
Per quanto riguarda il rischio di incendio è stata eseguita una analisi del rischio che ha
dimostrato come la realizzazione del progetto non comporterà un aumento sensibile dei
carichi di incendio. Si è pertanto valutato che la attuale organizzazione antincendio del
pastificio Granoro, nonchè la attuale dotazione di presidi ed impianti antincendio, sono
idonei a garantire lo stesso livello di sicurezza anche dopo la realizzazione del progetto,
salvo qualche lieve adeguamento degli stessi alle modifiche di lay out che si
conseguiranno.
E' evidente che, così come richiesto dalla normativa antincendio vigente, si provvederà
alla richiesta
di un nuovo Certificato di Prevenzione Incendi, relativo alla nuova
configurazione del layout, previa richiesta di esame preventivo del progetto e verifica
finale presso il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco.
6.6 Impatto sul patrimonio naturale e storico tenuto conto della destinazione delle
zone che possono essere danneggiate , in particolare zone turistiche urbane o agricole.
Nell'area di ubicazione dello stabilimento industriale Granoro non vi sono beni del
patrimonio naturale e storico tutelati o da tutelare, nè zone a vocazione turistica o agricola,
avendo dimostrato che l'area in cui sorge l'opificio coincide con un quartiere periferico
della città, oramai quasi completamente urbanizzato, destinato in parte a civile abitazione
ed in parte destinato ad attività industriale.
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7. UBICAZIONE DEL PROGETTO E DESCRIZIONE DELL'UTILIZZAZIONE
ATTUALE DEL TERRITORIO
Nel presente paragrafo si esaminerà l'area nella quale si colloca l'attività industriale in
oggetto e sulla quale si potrebbero riversare eventuali problematiche ambientali
conseguenti alla realizzazione del progetto. In accordo con quanto previsto dalla normativa
regionale in materia di Valutazione di Impatto Ambientale si prenderà in considerazione la
sensibilità ambientale delle zone geografiche che possono essere danneggiate dal progetto,
considerando, in particolar modo, la qualità e la capacità di rigenerazione delle risorse
naturali della zona e la capacità di carico dell'ambiente naturale.
Il progetto sarà realizzato all'interno dell'area aziendale di proprietà del Pastificio Attilio
Mastromauro Granoro srl. di Corato.
7.1. Localizzazione dell'area
L'ambito urbano interessato dall’intervento è situato in una zona posta a Nord Ovest
rispetto al centro urbano di Corato.
L’area totale dell’impianto di proprietà della “Granoro” è pari a mq. 73.000 mq
(dal rilievo aereofotogrammetrico), sulla quale attualmente insistono circa 24.000 mq
complessivi di superficie coperta, realizzata nel corso degli anni, dal nucleo iniziale
realizzato nel periodo 1965-1967, fino all’ultimo ampliamento portato a compimento
nel 2009 e consistente nella realizzazione di un Magazzino Automatico Autoportante
con annesso un vano da adibire a Piano Carico. L’intervento in oggetto avverrà
all’interno dei capannoni preesistenti e pertanto non comporterà la realizzazione di
opere edili.
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Figura 7.1 – Cartina della provincia nord di Bari
L’opificio è delimitato a Nord da un insediamento produttivo e da via G. Gigante,
ad Est da via G.Gigante, da via Nazionale e da tessuti urbani, a Sud-Ovest tessuti
urbani, ad Ovest dalla strada provinciale 231 (ex strada statale n.98).
L'area è servita da diversi assi infrastrutturali che connettono lo stabilimento con il
centro urbano ed è costeggiata (e quindi interconnessa) dalla Strada Provinciale 231
(ex S. S. n.98) principale collegamento extraurbano di Corato.
7.2. Il paesaggio urbano
Lo stato attuale dei luoghi
L’area è al centro di un particolare sistema urbano, che relaziona aree tradizionalmente
utilizzate per insediamenti produttivi, con aree recentemente destinate alla residenza.
L’intera zona è pressocchè interamente edificata, permanendo ancora alcune superfici
residuali caratterizzate da terreno agricolo incolto, in attesa di successiva e (si presume)
imminente edificazione: è il classico paesaggio delle zone periurbane delle città
meridionali. L’ambito urbano è stato interessato, (ed in parte lo è ancora) da
significativi processi insediativi: negli ultimi anni sono stati
ultimati interventi di
edilizia residenziale nelle zone poste a sud est dell’impianto. Nel caso specifico il
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tracciato della Strada Provinciale 231 funge da limite fisico o elemento separatore tra
l’area urbanizzata ai margini del centro urbano (in cui si trova lo satabilimento della
“Granoro”) e la fascia dell’extraurbano occupata da insediamenti produttivi.
Le immagini più significative dello stato dei luoghi sono riportate nella
documentazione fotografica riportata nel fascicolo degli Allegati.
Fig. 7.2 - Orto foto riportata sul sito sit.puglia.it. Nelle mappe ufficiali ancora non è riportato il Magazzino
Automatico Autoportante.
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Fig. 7.3 Si riporta stralcio delle tavole originarie del Piano Regolatore Generale del Comune di Corato. Su di
essa è riportata la zonizzazione dei suoli occupati dallo stabilimento. E' visibile l'impianto originario dello
stabilimento così come era al tempo dell'approvazione del PRG (1979). Alla planimetria sono stati
sovrapposti i limiti di proprietà e l'ultima costruzione edilizia (Magazzino Automatico Autoportante).
7.3 Qualità e capacità di rigenerazione delle risorse naturali della zona
Come già evidenziato in precedenza, lo stabilimento industriale in cui sarà realizzato il
progetto è ubicato in un'area che è per buona parte di tipo industriale, in stretta vicinanza
con una zona residenziale dalla quale è saparata mediante due importanti strade urbane: la
Via Nazionale e Via Gigante . L'area, inoltre, è delimitata dalla strada Provinciale 231 che
collega Bari con Foggia e che costeggia gran parte della città, costituendo la delimitazione
del centro abitato e della zona industriale posta fra la zona abitabile e detta strada.
Di conseguenza non si può parlare di risorse naturali disponibili, trattandosi di una zona in
gran parte antropizzata, a parziale vocazione industriale e, nelle parti rimanenti, suscettibile
di ulteriori opere secondo quanto previsto dai vigenti strumenti di pianificazione del
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territorio (PRG e futuro PUG).
D'altra parte il progetto non prevede l'utilizzo di risorse naturali attinte direttamente
dall'area, come già antipato nell'apposito paragrafo.
Per quanto sopra precisato la realizzazione del progetto non comprometterà la qualità e la
capacità di rigenerazione delle quasi inesistenti risorse naturali della zona.
7.4 Capacità di carico dell'ambiente naturale.
Come sarà dimostrato di seguito, lo stabilimento esiste già nell'area fin dal 1967 (anno di
avviamento della attività industriale), e si è ampliato gradatamente nel corso dei vari anni.
Le emissioni che esso produce e che interessano l'intera area, sono presenti fin dall'origine
dell'attività. Esse subiranno un lieve incremento in conseguenza della realizzazione del
progetto, come sarà dimostrato nel capitolo dedicato alla valutazione degli impatti
ambientali. D'altra parte è dimostrato che tali emissioni sono tutte contenute entro i limiti
di legge ed alcune (emissioni in atmosfera) risultano essere inferiori alla soglia di
rilevanza.
Non si ha evidenza di problematiche ambientali a carico dell'attività industriale in
questione fin dall'inizio del suo insediamento nella zona (1965 - 1967).
Infatti tutte le emissioni del progetto avranno le seguenti caratteristiche:
- non immetteranno sostanze tossiche, o in alcun modo pericolose nell'ambiente;
- i valori di emissione in atmosfera saranno tutti al di sotto dei limiti imposti dalle norme
vigenti
- le emissioni in atmosfera saranno in gran parte inferiori alla "soglia di rilevanza".
- le emissioni interesseranno comunque un'area completamente antropizzata, a prevalente
carattere industriale
- le emissioni acustiche saranno contenute entro i limiti previsti per la tipologia della zona.
- i rifiuti prodotti saranno smaltiti correttamente, conformemente alla legge e senza
superari gli attuali limiti di stoccaggio provvisorio presso il sito.
Per quanto sopra enunciato sinteticamente non si intravedono conseguenze importanti a
carico dell'ambiente naturale, limitato ad alcune aree non ancora edificate ma destinate
a future lottizzazioni.
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7.5 Zone classificate come protette
Il territorio comunale di Corato è interessato da alcune tutele a livello comunitario,
introdotte da normative nazionali in attuazione di direttive comunitarie (Direttiva
92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonchè
della flora e della fauna senvatiche) attraverso la individuazione del sito di importanza
comunitaria (SIC)- zona di protezione speciale (ZPS) Murgia Alta.
Il D.P.R. 10.03.2004 ha fatto ricadere una importante porzione del territorio comunale
all'interno del "Parco dell'Alta Murgia".
Il sito del Pastificio A. Mastromauro Granoro s.r.l. non ricade in alcuna zona a
protezione speciale ed è ubicato a distanza di svariati chilometri da quelle sopra
accennate.
Per quanto attiene gli ambiti di tutela introdotti dal PUTT, di cui si tornerà a parlare più
diffusamente successivamente, si può anticipare che il sito è collocato in una zona di
ambito esteso di valore normale "E".
Per tutto quanto esplicitato nel presente paragrafo ed in quelli precedenti, si può con
certezza afferare che il sito di ubicazione del Pastificio non ricade all'interno di:
- zone nelle quali gli standar di qualità ambientale fissati dalla legislazione comunitaria
siano già stati superati;
- zone di importanza storica, culturale o archeologica.
- territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità di cui all'articolo 21
del D.Lgsl 228/2001.
7.6 Densità demografica
Sono state cercate delle informazioni al riguardo all'interno del
Documento
Programmatico Preliminare redatto in preparazione del nuovo PUG e datato febbraio
2008, il quale ha attinto a dati relativi agli ultimi censimenti ed a fonti istat.
Da tale documento si apprende che la popolazione residente nel Comune di Corato,
secondo i dati del Censimento 2001, era di 44.257 abitanti, mentre nel 2004, secondo
fonti ISTAT era di 46.796, con un aumento di circa il 5,74% rispetto ai dati precedenti.
Nello stesso periodo l'incremento della popolazione residente nella provincia è stato
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del 1,43%, mentre quello della regione è stato di 1,18%. Negli ultimi anni la
popolazione avrebbe raggiunto quota 47.000.
La densità di popolazione è di circa 281 abitanti/Km2. Tale valore, tuttavia, ha validità
meramente statistica ma non fornisce indicazioni utili circa la densità demografica
all'interno del centro abitato e nei vari quartieri, poichè ottenuto dividendo la
popolazione residente per la estensione complessiva del territorio (167 Km2) che
comprende le zone agricole ed extraurbane.
Di conseguenza non si dispone di dati precisi sulla densità demografica dell'area
interessata dal progetto. Tuttavia le considerazoni di seguito esposte possono fornire
una buona indicazione sulla densità demografica dell'"intorno" dell'opificio . La zona
è stata interessata nell'ultimo decennio da una intensa edificazione su suoli vicini a
quelli occupati dalla attività idustriale ma destinati dal vigente PRG ad aree di
espansione C. Tale edificazione è stata realizzata nel rispetto degli indici di volume e
di superficie che il PRG prevede per tali zone. Tali indici consentono urbanizzazioni
ben inferiori rispetto a quelle che invece è possibile conseguire nelle aree più interne e
centrali del comune di Corato. Infatti, mentre nella zona sottoposta alla nostra
osservazione si è applicato un indice urbanistico di volume pari a 4 mc per ogni metro
quadrato di suolo, nelle aree centrali del comune è stato applicato negli ultimi 30 anni
un indice più che doppio, pari a 10 mc/mq.
Ciò consente di affermare come l'area urbana vicina all'opificio non ha carattere di
"forte densità demografica", ed è caratterizzato da un "carico urbanistico" inferiore
alla metà rispetto a quella delle zone più centrali. Essa pertanto presenta i caratteri
delle periferie urbane in cui la presenza simultanea di vaste aree destinate ad attività
imprenditoriali contribuisce a ridurre ulteriormente il carico urbanistico ed insediativo.
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8. CARATTERISTICHE DELL'IMPATTO POTENZIALE
Sono stati individuati e valutati gli impatti ambientali in riferimento ai due
momenti realizzativi:
- arrivo materiali e montaggi (cantierizzazione)
- mantenimento in esercizio degli impianti
8.1 Fase di realizzazione
Sono stati esaminati gli impatti ambientali in
fase di realizzazione del progetto
(cantiere), avendo indivuduato le seguenti attività:
- arrivo dei materiali in sede, mediante trasporti gommati
- scarico ed accatastamento temporaneo degli imballi contenti i macchinari
- montaggio
- messa in marcia e collaudo degli impianti e dei macchinari
Per ciascuna delle suddette attività sono state indivutati, analizzati e quantificati i
possibili impatti ambientali. Essi sono di seguito elencati ed analizzati.
8.1.1 Arrivo dei materiali in stabilimento.
Avverrà
a mezzo trasporti gommati (camion, autotreni, bilici, ecc.); essi
produrranno i seguenti impatti:
- gas di scarico proveniente dai motori degli automezzi,
- rumore prodotto dai motori degli automezzi
Gli effetti dell' arrivo degli automezzi che trasporteranno i materiali acquistati sul
sistema della viabilità - mobilità dell'intera area sono stati stimati cercando di
prevedere il numero di trasporti che sarà necessario eseguire e la loro dimensione.
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Sono state individuate, sulla base della lunga esperienza maturata in tanti anni di
montaggi di impianti similari, le caratteristiche degli automezzi da utilizzarsi:
generalmente autotreni (bilici o motrice con rimorchio e trasporti minori quali
furgoni o semplici camion).
Le capacità di carico degli automezzi sono definite da un intervallo di valori
compreso tra i 18 e i 60 mc. Si consideri che un "bilico" ha una lunghezza fino a
18 metri, una larghezza di circa 2 metri ed una altezza di carico intorno a 2 metri.
È stato inoltre verificato che l'arrivo degli automezzi avverrà in maniera diluita nel
tempo e non si potrà superare il numero di due automezzi al giorno perché una
quantità maggiore sarebbe incompatibile con i mezzi interni di sollevamento e
trasporto e gli spazi di cui dispone l'azienda. I materiali giungeranno man mano
che si procederà con i montaggi.
E' stato approntato un planning dei lavori di montaggio e di ritiro materiali che
ha individuato un arco temporale di circa 24 mesi ed un totale di nr. 48 autotreni
di grande capacità e nr. 6 trasporti minori (solo motrice o solo rimorchio)
NR.
INTERVENTO
01 IMPIANTO DI CONFEZIONAMENTO PASTA
LUNGA PER LINEA DI PRODUZIONE PASTA
LUNGA NR. 1
02 ACQUISTO DI CARICATORE PER SPAGHETTI E
TRASPORTATORE
PER
LA
LINEA
DI
PRODUZIONE NR. 2 PER PASTA LUNGA
03 POTENZIAMENTO
ED
INNOVAZIONE
TECNOLOGICA
DELL’IMPIANTO
DI
CONFEZIONAMENTO A VALLE DELLA LINEA DI
PRODUZIONE PER PASTA LUNGA NR. 3
04 MIGLIORAMENTO EFFICIENZA IMPIANTO DI
CONFEZIONAMENTO LINEA CATERING
05 REALIZZAZIONE
DI
UN
IMPIANTO
DI
CONFEZIONAMENTO PER CONFEZIONI A
“DOPPIO FONDO QUADRO”..
06 REALIZZAZIONE
DI
UN
IMPIANTO
DI
CONFEZIONAMENTO
PER
PASTASPECIALE
DELLA LINEA “La Pasta di Attilio”.
07 REALIZZAZIONE UNA LINEA DI PRODUZIONE
PER PASTA TRANCIATA.
08 REALIZZAZIONE UNA LINEA DI PRODUZIONE
TRASPORTI
Nr. 2 autotreni
1 autotreno
2 autotreni
1 motrice
1 autotreno
1 motrice
10 autotreni
15 autotreni
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09
10
11
12
PER PASTA LUNGA
IMPIANTO
SFARINATI
PER
LA
ALIMENTAZINOE DELLA NUOVA LINEA DI
PRODUZIONE PER PASTA LUNGA.
IMPIANTO DI CONFEZIONAMENTO PASTA
LUNGA DA ABBINARE ALLA NUOVA LINEA DI
PRODUZIONE PER PASTA LUNGA
REALIZZAZIONE DI UN NUOVO IMPIANTO DI
INSILAGGIO DELLA PASTA CORTA SFUSA
IMPIANTI DI ETICHETTATURA
3 autotreni
3 autotreni
5 autotreni
1 motrice
1 motrice
14
APPARECCHIATURE PER IL CONTROLLO DELLA
QUALITA’
SISTEMA DI TRACCIABILITA’
15
NUOVA MACCHINA LAVATRAFILE
1 motrice
16
IMPIANTO
ROBOTIZZATO
PER
IL
FARDELLAMENTO E PALETTIZZAZIONE
NR.
4
IMPIANTI
DI
DOSAGGIO
E
MISCELAZIONE ACQUA SEMOLA PER LINEE DI
PRODUZIONE PASTA
ACQUISTO DI TRANCIATRICI PER PASTA
TRANCIATA
13
17
18
0
5 autotreni
1 motrice
1 autotreni
Questo approccio ha permesso di evidenziare che le criticità determinate dalle
attività di arrivo e scarico dei materiali sono limitate a brevi periodi temporali.
L'inquinamento atmosferico derivante dal traffico indotto dal cantiere sarà
minimo, soprattutto se rapportato all'impatto prodotto dalla viabilità, ben più
intensa, che quotidianamente incide sulle strade di grande comunicazione che
delimitano lo stabilimento industriale e che attraversano (Via Gigante e Via
Nazionale) o lambiscono (Strada Provinciale 231) l'intero quartiere. Ulteriori
dettagli sul traffico veicolare dell'area presa in considerazione si possono reperire
nel paragrafo dedicato a questo tipo di impatto durante lo svolgimento della
normale attività produttiva del Pastificio (Paragrafo 9.8)
In base alle stime dei mezzi sono state calcolate le emissioni orarie di alcuni
inquinanti atmosferici. Come é noto l'emissione é data dal prodotto di un fattore di
emissione e di un fattore di attività o consumo. In questo caso la metodologia
esprime le emissioni in funzione dei chilometri percorsi e del numero di veicoli.
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Per limitare la stima delle emissioni al tratto urbano del comune di Corato si é
considerato un percorso medio per viaggio di 1,5 km, che ogni mezzo percorre
due volte (una volta all'andata e una al ritorno). A tal proposito si evidenzia come
l'arrivo dei materiali in stabilimento sia notevolmente avvantaggiata dall'esistenza
di un accesso all'area di stabilimento direttamente dalla Strada Provinciale 231
che evita o - quanto meno - limita il passaggio dei mezzi sulle strade comunali. In
via cautelativa, i fattori di emissione oraria applicati sono quelli relativi a mezzi
pesanti di tipologia Euro 2/Diesel 16 - 17,2 tonnellate e alle automobili di
tipologia Euro 2/Benzina 1,4 - 2,01, i cui valori sono i seguenti:
Tabella 6.1-1: fattori di emissione oraria
Fattore di emissione (glkm)
Inquinante
Camion
Automobili
PM
0,4
CO
1,5
2,9
COV
1,6
0,1
NOx
4,0
0,1
Come si è già accennato le operazioni di ritiro dei materiali si svolgeranno in un
arco di tempo molto diluito, dal momento che gli impianti ed i macchinari non
saranno ritirati e montati tutti contemporaneamente.
Si è inoltre detto che al massimo potranno giungere in pastificio nr. 2 autotreni.
Gli arrivi interesseranno pertanto circa 30 giorni in un arco temporale di 730
giorni.
Per quanto attiene il rumore prodotto dagli automezzi, data la frequenza dei
trasporti ipotizzata (massimo due automezzi in un giorno e per un massimo di 30
giorni su un arco temporale di due anni) si può tranquillamente affermare che
l'eventuale
lieve peggioramento del clima acustico della zona, non sarebbe
nemmeno stimabile data la irrilevanza dell'impatto prodotto.
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Va inoltre considerato che le aree di piazzale in cui giungeranno gli automezzi ed
in cui si svolgeranno le manovre di piazzamento e le operazioni di scarico distano
svariate decine di metri dalle abitazioni.
Tuttavia gli arrivi e le ripartenze degli automezzi saranno programmate in modo
che essi avvengano al di fuori dei seguenti orari:
- prima delle ore 7 del mattino
- nelle ore fra le 14;00 e le ore 16;00
- dopo le ore 20;00
Non si svolgeranno arrivi merce nei giorni festivi.
8.1.2 Scarico, accatastamento imballi e spostamento a piè d'opera dei
materiali.
Sono stati individuati i seguenti aspetti ambientali:
- rumore: l'entità di questo rumore è del tutto trascurabile in quanto avverrà
mediante utilizzo di carrelle elettrici elevatori.
- produzione di rifiuti costituiti da imballaggi. I materiali di imballaggio, costituiti
essenzialmente da casse in legno, saranno prontamente allontanati dal sito e
smaltiti con le modalità richieste dalle nomre vigenti.
8.1.3 Montaggi
Durante i lavori di montaggio sono stati individuati i seguenti impatti ambientali:
- consumi energetici per le operazioni di montaggio: essenzialmente energia
elettrca utilizzata per l'utilizzo di utensili di montaggio, saldatrici, carrelli e
sollevatori elettrici. Tali consumi saranno minimi, e pertanto trascurabili come
impatto ambientale.
- automezzi dei lavoratori delle imprese appaltatrici impegnate nei montaggi: gas
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di scarico e rumore da motori delle autovetture
Relativamente alle automobili impiegate dagli addetti del cantiere, si é deciso di
considerare le emissioni distribuite uniformemente su due ore giornaliere,
corrispondenti all'ora di inizio e all'ora di termine dei lavori.
Confrontando tali valori con le attuali emissioni nell’ora di punta del mattino si
nota che gli incrementi sono del tutto irrilevanti.
Come è del tutto evidente tali impatti sono, oltre che limitati nel tempo, per natura
ed entità del tutto trascurabili.
8.1.4 Avviamento impianti e macchinari e collaudo
Gli impatti di questa fase realizzativa sono del tutto silimi a quelli prodotti durante
il normale loro funzinamento in produzione. Infatti le fasi di avviamento e di
collaudo non sono altro che attività di messa in funzione degli impianti. Per essi ,
pertanto, valgono tutte le considerazioni e le valutazioni che sono state trattate
diffusamente nel capitolo seguente, relativo agli impatti prodotti durante il
normale utilizzo degli impianti e dei macchinari in questione e per
tanto si rimanda a tale capitolo ogni ulteriore considerazione.
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8.2. Impatti Ambientale del Processo
8.2.1. Premessa
In questa parte del documento di valutazione si è cercato di individuare gli impatti
ambientali già esistenti, la variazione di essi e quelli nuovi eventualmente
introdotti dalla realizzazione del progetto.
Questa attività è stata notevolmente agevolata dalle informazioni e dalle
documentazioni rese disponibili dal Sistema di Gestione Ambientale conforme
agli standard della UNI EN ISO 14001:2004, già da anni implementato dal
Pastificio Granoro, nonchè da quelle direttamente attinte dalla Dichiarazione
Ambientale relativa alla registrazione EMAS III .
Dalle suddette documentazioni è stato mutuato il sistema di valutazione degli
impatti ambientali, di seguito descritto.
8.2.2 Valutazione degli aspetti ambientali
La valutazione degli aspetti individuati e che hanno, o possono avere un impatto significativo
sull’ambiente, viene eseguita mediante rigorosa applicazione di una analisi del rischio, che valuta ogni
aspetto in condizioni operative standard, anomale e di emergenza.
Ognuno degli aspetti ambientali è “pesato” per il suo effetto sull’ambiente relativamente alla
gravità degli impatti ad esso correlati ed alla probabilità che l’evento si possa realizzare. Nel
dettaglio sono valutate le seguenti voci:
A.
gravità dell'impatto sull'ambiente
B.
gravità dell'impatto sulle persone
C.
probabilità che l’evento si possa manifestare
D. entità e complessità delle misure preventive adottate dall’organizzazione
Il risultato di tale valutazione iniziale è detta “RISCHIO” (R):
R = ( A + B) x (C + D )
A tale valutazione si deve anche aggiungere quella eseguita su altri fattori che possono interagire
positivamente o negativamente:
79
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E.
presenza di requisiti legali e regolamentari applicabili;
F.
eventuale disagio arrecato alla popolazione limitrofe;
G. eventuale presenza di opinioni formali delle parti interessate;
H. grado di informazioni disponibili sull’impatto ambientale considerato;
I.
eventuali impegni della politica aziendale sullo specifico aspetto.
Sulla base del punteggio ottenuto e delle risorse disponibili, la Direzione definisce una graduatoria
delle priorità di intervento, ovvero un criterio con cui intervenire attraverso l’applicazione di
specifici obiettivi e programmi ambientali o efficaci misure di sorveglianza e controllo.
PU NT E G GI O = R + E + F + G + H + I
Facendo riferimento al documento contenente la valutazione degli aspetti
ambientali contenuto nella documentazione di sistema UNI 14001:2004, e con
particolare riferimento a quelli dichiarati significativi, in base al criterio di
valutazione appena descritto, è stato possibile definire l'elenco degli impatti
ambientali da prendere in considerazione.
Nel prospetto seguente sono stati elencati gli aspetti ambientali più significativi,
diretti ed indiretti, individuati nelle varie fasi del processo, al fine di avere un
quadro schematico complessivo che aiuti a valutare gli effetti che il progetto
determinerà sull'ambiente.
Successivamente, infatti, per ciascun impianto e macchinario da installare in
attuazione del progetto, sono stati individuati gli aspetti ambientali collegati,
indicandone anche durata e frequenza.
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FASE DI PROCESSO
Impianti/
macchinari
Automezzi
Aspetto/Impatto
sull'ambiente
Traffico
stradale
Arrivo semola in Pastificio
scarico
semola
1
Gas di scarico
Acque meteoriche di
piazzale
Rumore compressore
di scarico
Gas di scarico
Carico silos stoccaggio
2
Rumore automezzi
Impianti di
trasporto
pneumatico
Emissioni in atmosfera
(polveri)
Rumore
Rifiuti
Emissioni diffuse di
polvere
81
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FASE DI PROCESSO
Impianti/
macchinari
Impianto
trasporto
pneumatico
Aspetto/Impatto
sull'ambiente
Emissione in
atmosfera (polveri)
Rumore
Rifiuti
Setacciatura
Emissioni diffuse di
polvere
3
Rifiuto setacciato
Impianto
trasporto
pneumatico
Emissioni in atmosfera
(polveri)
Rumore
Rifiuti
Alimentazione silos di linea
Emissioni diffuse di
polvere
4
82
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FASE DI PROCESSO
5
Impianti/
macchinari
Aspetto/Impatto
sull'ambiente
Impianto
trasporto
penumatico
Emissioni in atmosfera
(polveri)
Rumore
Alimentazione semola Presse
Rifiuti
polvere
Impianto del
vuoto
Emissioni in atmosfera IPA
Dosaggio/impasto/estrusione
Rumore
Lavaggio
trafile
6
Acque reflue
83
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FASE DI PROCESSO
Essiccazione
7
Stoccaggio intermedio
Impianti/
macchinari
Aspetto/Impatto
sull'ambiente
Incartamento
Emissioni in atmosfera polvere
Essiccazione
Rumore
Raffreddamento
Rifiuti
Rumore
8
Rumore
Sfilaggio PL ,
Confezionamento Pasta
Lunga e Pasta Corta,
Palettizzazione
9
Polipropilene
Rifiuti
Cartoni
materiali marcatura
inchiostri
84
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FASE DI PROCESSO
Impianti/
macchinari
Aspetto/Impatto
sull'ambiente
Pallett legno dismessi
Immagazzinamento
Rifiuti
10
Automezzi
Spedizione
11
Traffico
stradale
Reggia
Polietilene
(termoretraibile)
Rumore motori
Gas di scarico
Acque meteoriche di
piazzale
85
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A questi aspetti se ne aggiungono altri, decisamente minori, che provengono dalle
attività collaterali di: manutenzione impianti, pulizie, logistica, ecc.
Le manutenzioni producono rifiuti speciali quali:
- rottami di ferro e acciaio
- rottami di alluminio
- olii esausti
- altri rifiuti minori
Nelle tabelle seguenti, per ciascun intervento di cui si compone il progetto, è stata
eseguita una analisi degli impatti ambientali significatifi ad essi collegati, al fine
di eseguirne la valutazione.
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IMPIANTO
ASPETTO AMBIENTALE
IMPATTO AMBIENTALE
Rumore
INTERVENTO 1
Impianto confezionamento pasta
lunga per 1^linea di Produzione
p.l.
DURATA
GIORNALIERA
IMPATTO (h)
DURATA ANNUALE
IMPATTO (giorni/anno)
16
225
Carta e cartoni
16
225
Film di
polietilene
16
225
16
225
Rifiuti
Emissioni
elettromagneti
che da
metaldetector
87
INTERVENTO 2
Installazione di un caricatore
spaghetti e di un elevatore
trasportatore a tazze per la 2^
linea di Produzione p.l.
Rumore
16
225
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Note (1).
Gran parte delle apparecchiature di cui alle voci da 1 a 6 del progetto sono
caratterizzate da un impatto acustico significativo, dovuto all'azionamento dei
vari meccanismi, di tipo meccanico e pneumatico, e dal rumore prodotto dalla
pasta in lavorazione. Sono stati richiesti dati di emissione dai fornitori delle varie
macchine. D'altra parte l'emissione sonora di tale tipologia impianti è ben nota,
avendo il Pastificio al suo interno numerosi impianti simili e disponendo di una
ampia mappatura di rilievi fonometrici eseguiti nel tempo . E' comunque da
prevedere un leggero miglioramento della rumorosità delle nuove macchine
rispetto a quelle preesistenti dato che
esse saranno caratterizzate da alcune
migliorie dal punto di vista del rumore, quali la drastica riduzione degli
azionamenti pneumatici (sostituiti con i più silenziosi servo motori elettrici) ed
una maggiore accuratezza nella costruzione dei meccanismi (riduzione dei
trasporti a catena, minori vibrazioni, razionalizzazione dei percorsi della pasta,
ecc.).
Le variazioni di impatto acustico generale che queste macchine comporteranno,
insieme a tutte le altre, di diversa natura, che saranno installate
valutate e dettagliatamente
sono state
riportate nel rapporto di previsione dell'impatto
acustico redatto dal tecnico competente in acustica ing. Fabio Larato. Per
maggiori dettagli sull'argomento si rimanda al paragrafo dedicato al rumore ed
alla realzione di valutazione fonometrica integralmente riportata nel fascicolo
degli allegati.
Si segnala inoltre come queste macchine, nel loro normale funzionamento,
producano dei rifiuti quali scarti di carta e cartoni (danneggiati durante la
lavorazione) e di film polipropilene (dovuti a cambi formato ed inceppamenti).
Anche questi impatti sono stati valutati complessivamente nel seguito.
Si è inoltre valutato l'impatto da onde elettromagnetiche prodotte dai
metaldetecnors che, come noto, basano il principio di funzionamento su campi
elettromagnetici. SI avrà cura di richiedere ai costruttori macchine schermate ed
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idonee ad essere utilizzate negli ambienti di lavoro, richiedendo appositi
certificazioni di compatibilità elettromagnetica.
Nel fascicolo degli allegati è riportato uno stralcio di certificato di compatibilità
elettromagnetica dei metaldetectors.
E' evidente che se gli effetti all'interno degli ambienti di lavoro sono del tutto
ininfluenti, gli effetti sull'ambiente esterno saranno del tutto trascurabili.
Note (2):
Le linee di produzione pasta, nelle tipologia Lunga e Corta, producono rumori
generati dalle Presse e dagli essiccatoi. All'interno degli essiccatoi una importante
fonte di rumore sono le forti ventilazioni; il rumore delle ventilazioni è schermato
comunque (sia pure parzialmente) dai pannelli di chiusura cobientati.
Ogni essiccatoio è dotato di un certo numero di canali per il ricambio dell'aria; di
conseguenza si generano delle emissioni in atmosfera costituite da aria umida. In
queste emissioni sono generalmente presenti tracce di polvere.
Le linee di produzione, inoltre generano condense, il lieve quantità, che vengono
raccolte in apposite canalizzazioni e condotte in fogna.
Note (3):
L'impatto prevalente prodotto dall'intervento nr. 11 "Realizzazione di un nuovo
impianto di insilaggio della pasta corta sfusa" è il rumore generato dal movimento
della pasta all'interno dei vari silos, in conseguenza dello scivolamento su profili
metallici elicoidali e degli urti su tramoggie metalliche e sui coni del fondo.
98
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Note (4):
Intervento nr. 13 "Apparecchiature per il controllo della qualità". Avranno il
compito di prelevare automaticamente dei campioni di semola durante le fasi di
scarico delle cisterne. Queste apparecchiature producono un rumore medio,
intorno ai 75 dB(A). Tuttavia, in considerazione del loro uso sporadico durante
l'arco della giornata, si valuta irrilevante il loro apporto sulla emissione globale di
rumore dell'intero opificio.
Note (5):
Intervento 14 "Sistema di tracciabilità". Si tratta di un sistema SW che opererà su
terminalini portatili collegati in radio frequenza. Non si ravvedono aspetti
ambientali di rilievo, anche considerando l'effetto trascurabile del campo
elettromagnetico generato dalla rete in radio frequenza.
Note (6):
Intervento 15 "Nuova macchina lavatrafile". La macchina prorrà rumore, circa 80
dB(A) e scarichi idrici dovuti all'acqua che essa utilizza per effettuare il lavaggio
delle trafile. La durata di questi impatti sarà limitato alle sole ore di
funzionamento della macchine: circa 5 ore al giorno per 225 giorni l'anno.
Si passa, di seguito, all'esame di ciascun impatto, valutandone gli effetti possibili
sull'ambiente circostante.
99
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9. VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI
Nei paragrafi seguenti verranno analizzati i singoli impatti ambientali individuati
per ogni singolo intervento di cui si compone il progetto e riepilogati nelle tabelle
del punto precedente.
Sono stati valutati i seguenti impatti:
1) Emissioni in atmosfera canalizzate
2) Emissioni della Centrale Termica
3) Emissioni diffuse in atmosfera
4) Rumore
5) Scarichi idrici
6) Acque meteoriche
7) Campi elettromagnetici
8) Traffico veicolare
9.1. Emissioni in atmosfera canalizzate:
Nella tabella seguente sono elencate tutte le emissioni canalizzate in atmosfera
preesistenti, con la indicazione della provenienza, del tipo di effluente,
dell'inquinante individuato e del tipo di abbattimento richiesto.
Nr.
Emissione
E01
E02
E03
E04
E05
E06
E07
E08
E09
E11
E12
Impianto di provenienza
Codice
emissione
Tipologia
Incartamento 1^ Linea P.L.
EM03
Incartamento 1^ Linea P.L.
EM03
1^ Linea P.L. – Essiccatoio
EM03
1^ Linea P.L. – Essiccatoio
EM03
1^ Linea P.L. –
EM03
Raffreddatore
2^ Linea P.L. –
EM03
Incartamento
2^ Linea P.L. –
EM03
Incartamento
2^ linea P.L. – Essiccatoio
EM03
2^ Linea P.L. – Essiccatoio
EM03
3^ Linea P.L. – Preincarto
EM03
D
mm
550
450
320
210
120
Inquinanti
individuati
- Polveri
- Polveri
- Polveri
- Polveri
- Polveri
Tipol. Impianto
Di abbat.
NON NECESSARIO
NON NECESSARIO
NON NECESSARIO
NON NECESSARIO
NON NECESSARIO
500
- Polveri
NON NECESSARIO
400
- Polveri
NON NECESSARIO
250
250
500
- Polveri
- Polveri
- Polveri
NON NECESSARIO
NON NECESSARIO
NON NECESSARIO
3^ Linea P.L. –
Incartamento
3^ Linea P.L. –
Incartamento
EM03
550
- Polveri
NON NECESSARIO
EM03
500
- Polveri
NON NECESSARIO
100
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E13
E14
E15
E16
E17
E18
E19
E20
E21
E22
E23
E24
E25
E26
E27
E28
E29
E30
E31
E32
E33
E34
E35
E36
E37
E38
E39
E40
E41
E42
C43
3^ Linea P.L. –
Incartamento
3^ Linea P.L. – Essiccatoio
3^ Linea P.L. – Essiccatoio
3^ Linea P.L. –
Raffreddatore
4^ Linea P.C. – Trabatto
4^ Linea P.C. –
Incartamento
4^ Linea P.C. - Essiccatoio
4^ Linea P.C. –
Raffreddatore
5^ Linea P.C. – Trabatto 1
5^ Linea P.C: - Trabatto 2
5^ Linea P.C. –
Incartamento
5^ Linea P.C. – Essiccatoio
5^ Linea P.C. –
Raffreddatore
7^ Linea P.C. – Trabatto
7^ Linea P.C. –
Incartamento
7^ Linea P.C. – Essiccatoio
7^ Linea P.C. – Essiccatoio
9^ Linea P.C. – Trabatto 1
9^ Linea P.C. – Trabatto 2
9^ Linea P.C. – Trabatto 3
9^ Linea P.C. - Incarto
9^ Linea P.C. – Incarto
9^ Linea P.C. – Incarto
9^ Linea P.C. – Essiccatoio
9^ Linea P.C. –
Raffreddatore
10^ Linea P.C. – Trabatto 1
10^ Linea P.C. – Trabatto 2
10^ Linea P.C. –
Incartamento
10^ Linea P.C. –
Essiccatoio
10^ Linea P.C. –
Raffreddatore
Ciclonfiltro nr. 1
EM03
500
- Polveri
NON NECESSARIO
EM03
EM03
EM03
400
300
300
- Polveri
- Polveri
- Polveri
NON NECESSARIO
NON NECESSARIO
NON NECESSARIO
EM03
EM03
300
300
- Polveri
- Polveri
NON NECESSARIO
NON NECESSARIO
EM03
EM03
330
600
- Polveri
- Polveri
NON NECESSARIO
NON NECESSARIO
EM03
EM03
EM03
420
420
400
- Polveri
- Polveri
- Polveri
NON NECESSARIO
NON NECESSARIO
NON NECESSARIO
EM03
EM03
220
600
- Polveri
- Polveri
NON NECESSARIO
NON NECESSARIO
EM03
EM03
300
260
- Polveri
- Polveri
NON NECESSARIO
NON NECESSARIO
EM03
EM03
EM03
EM03
EM03
EM03
EM03
EM03
EM03
EM03
250
250
450
450
450
500
450
500
450
800
- Polveri
- Polveri
- Polveri
- Polveri
- Polveri
- Polveri
- Polveri
- Polveri
- Polveri
- Polveri
NON NECESSARIO
NON NECESSARIO
NON NECESSARIO
NON NECESSARIO
NON NECESSARIO
NON NECESSARIO
NON NECESSARIO
NON NECESSARIO
NON NECESSARIO
NON NECESSARIO
EM03
EM03
EM03
430
430
400
- Polveri
- Polveri
- Polveri
NON NECESSARIO
NON NECESSARIO
NON NECESSARIO
EM03
200
- Polveri
NON NECESSARIO
EM03
600
- Polveri
NON NECESSARIO
EM01
180
- Polveri
FILTRI TIPO
F01
C44
Ciclonfiltro nr. 2
EM01
180
- Polveri
FILTRI TIPO F01
C45
C46
C47
C48
C49
C50
C51
Ciclonfiltro nr. 3
Ciclonfiltro nr. 4
Ciclonfiltro nr. 5
Ciclonfiltro nr. 6
Ciclonfiltro nr. 7
Ciclonfiltro nr. 8
Ciclonfiltro nr. 9
EM01
EM01
EM01
EM01
EM01
EM01
EM01
180
200
280
200
280
180
220
- Polveri
- Polveri
- Polveri
- Polveri
- Polveri
- Polveri
- Polveri
FILTRI TIPO
FILTRI TIPO
FILTRI TIPO
FILTRI TIPO
FILTRI TIPO
FILTRI TIPO
FILTRI TIPO
101
F01
F01
F01
F01
F01
F01
F01
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C52
C53
EM01
EM01
550
450
- Polveri
- Polveri
FILTRI TIPO F01
FILTRI TIPO F01
C54
C55
Ciclonfiltro nr. 10 (Sangati)
Ciclonfiltro nr. 11
(setacciatura)
Ciclonfiltro nr, 12 Archetti
Ciclonfiltro nr. 13
EM01
250
EM01
- Polveri
- Polveri
FILTRI TIPO F01
FILTRI TIPO F01
C56
Ciclonfiltro nr. 14
EM01
- Polveri
FILTRI TIPO F01
FP57
Pompe del vuoto – gruppo
1
Pompe del vuoto- gruppo 2
EM02
250
250
EM01
EM03
800
Polveri
I.P.A:
Polveri
I.P.A.
Polveri
Polveri
FILTRI TIPO F02
EM02
-
FILTRO TIPO F01
NON NECESSARIO
EM03
250
-
Polveri
NON NECESSARIO
EM03
250
-
Polveri
NON NECESSARIO
FP58
C59
E60
Ciclonfiltro nr. 15
Nuova linea pasta Nidi.
Pre-Incartamento
Nuova linea pasta Nidi
Incartamento
Nuova linea pasta Nidi
Essiccatoio
E61
E62
FILTRO TIPO F02
Tali emissioni sono autorizzate mediante le determinazioni dirigenziali della
Regione Puglia, Assessorato all'Ambiente:
-
Determ. Dirig. Nr. 337 del 10 novembre 2003
-
Determ. Dirig. Nr. 410 del 09 dicembre 2003
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Dall'esame della tabella delle emissioni sopra riportata, si evince come esse
provengano dalle seguenti fasi del processo produttivo:
- Trasporti pneumatici
- Impianto del vuoto
- Canali di ricambio aria di essiccazione
Tali emissioni contengono, quale inquinante potenzialmente dannoso per
l'ambiente:
a) polveri totali
b) I.P.A. (solo in riferimento all'impianto del vuoto)
Per tali emissioni i valori da rispettare sono stati desunti dall'Allegato I della Parte
V: "Norme in materia di tutela dell'aria e di riduzione delle emissioni in
atmosfera" del D.Lgsl. 3 aprile 2006 n° 152 : "Norme in materia ambientale".
105
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Tali valori sono i seguenti:
Polveri totali
Valori di emissione se il 50 mg/Nmc
flusso di massa è pari o
superiore a 0,5 Kg/h
Valori di emissione se il 150 mg/Nmc
flusso di massa è pari o
superiore alla soglia di
rilevanza ed inferiore a
0,5 Kg/h
Soglia di rilevanza
0,1 Kg/ora
I.P.A.
Emisioni
0,02 ppm
da
Trasporti
pneumatici.
I
trasporti
pneumatici
vengono
abbondantemente utilizzati nello stabilimento e servono per trasferire il prodotto
polverulento
quale
semola
e
pasta
macinata.
Essi
vengono
utilizzati
prevalentemente per i seguenti usi:
a) scarico cisterne proveniente dal mulino
b) scarico della semola dai silos per trasferirlo in setacciatura
c) caricamento dei silo di linea (ossia quelli abbinati a ciascuna linea di
produzione)
d) alimentazione di ciascuna linea di produzione.
e) recupero sfridi di pasta (dopo frantumazione/macinazione)
Tali trasporti hanno sostituito nel tempo altri tipi più obsoleti (per esempio, arrivo
semola in sacconi, trasporti interni tipo redler, ecc.), eliminando il problema della
generazione di emissioni polverose diffuse.
Nei trasporti pneumatici il prodotto viene trasportato dall'aria compressa,
all'interno di canalizzazioni; una volta giunto a destinazione il prodotto
polverulento deve essere separato dall'aria; questa operazione avviene all'interno
di apparecchiature denominate "cicloni di decantazione".
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L’efficienza di raccolta di un dispositivo di rimozione del particolato è pari a: =
50 ÷99%
Si definisce efficienza il valore ep
ep=
massadiparticellerimosse
massaparticelleoriginariamentepresenti
Il valore dell'efficienza può raggiungere valori intonro al 50% per semplici
dispositivi meccanici e raggiungere valori del 99% mediante l'uso di precipitatori
elettrostatici o filtri a manica.
I separatori a ciclone hanno efficienze piuttosto alte (ep ≈ 85%).
In essi viene utilizzato il diverso peso della semola rispetto all'aria, per cui,
imprimendo ad essi un moto circolare si ottiene la separazione per effetto della
diversa forza centrifuga.
Sono apparecchi molto semplici, senza alcun organo in movimento e
costruibili con qualunque materiale.
Sono costituiti da un corpo cilindrico con fondo tronco-conico che funge
da tramoggia. Un cilindro di diametro minore esce dall’alto del ciclone,
con la funzione di estrarre il gas (nel nostro caso l'aria utilizzata per il trasporto
della semola) depolverato.
L'aria viene introdotta tangenzialmente nella parte superiore del ciclone,
ad una velocità superiore ai 15 m/s.
Le particelle solide sono spinte radialmente sulla parete del cilindro
esterno dalla forza centrifuga, perdono la loro energia cinetica e cadono
sul fondo per gravità, dove sono scaricate in una tramoggia.
107
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Fig. 1.9 - schema di funzinamento di un ciclonfiltro
Questi cicloni sono noti come cicloni a grande diametro e presentano efficienze
accettabili solo su particelle maggiori di 10 µm.
Le particelle grandi migrano rapidamente verso raggi elevati; impattano sulle
superfici laterali e perdendo la loro energia cinetica cadono sul fondo per gravità.
Le particelle piccole migrano più lentamente, e non é detto che nel tempo di
residenza all’interno del ciclone raggiungano le pareti laterali; in tali condizioni
possono essere facilmente catturate dal flusso secondario e trascinate dalla
corrente gassosa.
Nella realtà questo è solo un funzionamento qualitativo; il flusso nei cicloni si
rappresenta solo approssimativamente come principale + secondario, e sono
necessarie modellistiche tridimensionali convalidate da misurazioni sperimentali.
Diametro delle particelle
Efficienza
[µm]
Ciclone convenzionale
<5
<50
5 - 20
50 - 80
15 -50
80 - 95
> 40
95 - 99
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Come si può notare esaminando la tabella sopra riportata, l'efficienza del ciclone è
ottimale nei confronti delle frazioni più grossolane, mentre buona parte delle
frazioni più sottili non viene separata e pertanto rimane inglobata nell'aria. Per
quasto motivo negli impianti di trasporto pneumatico utilizzati nei pastifici al
ciclone viene sempre abbinato un ulteriore stadio di filtrazione, molto più
efficiente soprattutto nei confronti delle frazioni sottili. Queste frazioni molto
sottili costituiscono il 4 - 5% della semola e la loro cattura è affidata ai filtri a
maniche.
I filtri a maniche sono veri e propri filtri di tessuto in forma di una superficie
cilindrica attraverso i quali passa l'aria da depurare.
La filtrazione avviene per effetto combinato di tre meccanismi:
- impatto inerziale: le particelle solide trascinate dal gas, a causa della loro massa,
non seguono la traiettoria del gas quando questo curva trovando un ostacolo e
vanno ad impattare sull’ostacolo stesso (prevalente per particelle > 1 µm);
- intercettazione: le particelle solide seguendo la traiettoria del gas intorno
all’ostacolo si trovano a distanze inferiori al loro raggio rispetto all’ostacolo e
vengono intercettate da esso (prevalente per particelle 0,2-1 µm);
- le particelle, a causa del proprio moto browniano, urtano con le altre molecole
del gas deviando dalla loro traiettoria e possono urtare l’ostacolo (diffusione)
(prevalente per particelle < 0,2 µm).
Da un punto di vista impiantistico i filtri a maniche sono costituiti da camere
parallelepipede entro le quali sono disposte verticalmente numerose maniche
cilindriche, attaccate sul fondo.
L'aria attraversa le maniche dall’esterno verso l’interno (captazione esterna – nel
caso di passaggio dall’interno verso l’esterno si ha captazione interna) con una
velocità dell’ordine di 1,5 m/s e viene aspirato dal ventilatore posto a valle del
depolveratore.
Il numero delle maniche installate dipende dalla portata di aria da trattare.
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• Il sistema presenta un’elevata efficienza di raccolta fino ad oltre il 99%
• Adatto a particelle fini
Al fine di determinare, in maniera precisa, l'efficacia filtrante dei filtri a maniche
utilizzati all'interno del Pastificio Granoro, recentemente sono state eseguite delle
misure su uno di essi (ciclonfiltro nr. C51), determiando la concentrazione di
polvere
immediatamente a monte del filtro ed
immediatamente a valle;
confrontando i due valori è stato possibile determinare l'efficienza.
Tali misure sono state affidate alla società TETRALAB, specializzata in misure
ambientali.
Si riportano di seguito i certificati emessi da Tetralab:
Determinazione polveri a monte del filtro a maniche nr. C51 (Ciclonfiltro nr. 9)
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Determinazione concentrazione polveri a valle del filtro a maniche C51
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Come si può notare, nel caso del filtro in esame, si passa da una concentrazione a
monte di 165,90 mg/Nm3 ad una concentrazione di 1,22 mg/Nm3 a valle.
Applicando la formula dell'efficienza, si determina un valore di efficienza
99,26%.
ep = 99,26 %
Si rileva inoltre come la concentrazione dell'aria emessa in atmosfera abbia un
valore di concentrazione delle polveri inferiore al limite di legge ed un flusso di
massa pari a 1,55 grammi/ora, valore di oltre 64 volte inferiore alla soglia di
rilevanza. La misura è stata eseguita in condizioni di maniche pulite (ossia in
condizioni di minore efficienza).
La perdita di carico attraverso la superficie filtrante aumenta con il depositarsi del
solido trattenuto e quando raggiunge un valore limite il flusso di aria viene
sospeso e la manica viene pulita recuperando il solido nella tramoggia di fondo.
Per evitare di fermare il flusso dell'aria da trattare durante la fase di pulizia, il
filtro è realizzato solitamente a settori, ognuno dei quali subisce la fase di pulizia
a rotazione mentre gli altri sono in fase di funzionamento.
112
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Fig. 2.9 Disegno schematico di un impianto di abbattimento delle polveri con
filtri a maniche
Nella figura seguente è riportato uno schema di sistema di trasporto pneumatico
della semola all'interno del pastificio Granoro. In esso è visibile:
- il compressore: fornisce l'aria compressa immessa in una tubazione
- valvola stellare: è posta sotto il silos che contiene la semola da trasportare; la
valvola provvede ad estrarre determinate quantità di semola dal silos facendola
cadere all'interno della tubazione percorsa dall'aria compressa. Tale valvola ha
anche il compito di fare tenuta alle fughe di aria compressa.
- cicloni. sono posti al di sopra dell'ambiente nel quale si vuole trasferire la
semola; come detto in precedenza, dalla parte inferiore precipita il prodotto
trasportato, mentre dalla tubazione centrale posta il alto viene estratta l'aria dopo
essere stata liberata da gran parte del prodotto; quest'aria viene successivamente
convogliata al filtro a maniche
- filtro a maniche: provvede ad effettuare il trattamento finale trattenendo le parti
più sottili della polvere che il ciclone non è stato in grado di separare, assicurando
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che l'aria immessa nell'atmosfera conservi una concentrazione di polveri inferiore
a quella ammessa per legge.
Da un punto di vista quantitativo e qualitativo queste emissioni producono impatti
molto lievi, poichè
non immettono in atmosfera
particolarmente pericolose
sostanze tossiche o
ed i valori di emissioni, a valle degli impianti di
trattamento, sono sempre al di sotto della soglia di rilevanza.
SCHEMA TIPO TRASPORTI PNEUMATICI
E FILTRAZIONE ARIA
Espulsione aria
filtrata
manicotto 2"1/2
p er prelievo campioni
Ventilatore centrifugo
U gelli ad aria co mpressa per
pulizia maniche in controp ressione
Collettore recupero aria+polveri
Ciclone di decantazione
Linea trasporto pn eumatico sfarinati
SILOS
Filtro a maniche
SFARINATI
Valvola stellare dosatrice
Filtro aria a cartuccia
Compressore a lobi
Linea pneumatica
recupero polveri
Fig. 3.9 Schema di funzionamento di un impianto di trasporto pneumatico
all'interno del pastificio
- Emissioni da Ricambi di aria provenienti dall'interno essiccatoi. Come già
detto illustrando il processo tecnologico, la pasta viene sottoposta ad essiccazione
all'interno di vari apparecchi (trabatto, incartamento, essiccatoio, raffreddatore)
nei quali viene investita da aria calco-umida. Al fine di mantenere un determinato
valore di uidità relativa all'interno dei vari apparecchi, il controllo di processo
provvede a ricambiare in continuazione l'aria che ha assorbito l'umidità estratta
dalla pasta in lavorazione, espellendola in atmosfera e sostiutendola con una
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quantità uguale di aria "fresca" prelevata dall'ambiente.
SCHEMA ESPULSIONI ARIA
DA LINEE DI EESSICCAZIONE
Espulsione aria
manicotto 2"1/2
per prelievo campioni
centrifugo espulsione
aria umida
Ø500
E SSICCATOI
LINEE DI
P RO DUZIONE
PASTA
ESSICCA TOI
LINEE DI
PRODUZIONE
PA STA
ESS ICCATO I
LINEE DI
PRODUZIONE
P ASTA
E SSICCATOI
LINEE DI
P RODUZIONE
PASTA
Fig. 4.9 Schema di espulsione aria dagli essiccatoi. Sono visibili i ventilatori
centrifughi che estraggono l'aria dall'interno e la immettono in atmosfera,
mediante le canalizzazioni che attraversano il tetto dei capannoni.
Tali emissioni in atmosfera sono del tutto innocue, dal momento al loro interno si
ritrovano esclusivamente:
a) vapore acqueo (quello estratto dalla pasta in lavorazione); esso non va
nemmeno considerato come un inquinante.
b) frazioni di polvere provenienti dall'interno degli essiccatoi: polveri ambientali
che le forti ventilazioni raccolgono e mettono in circolo.
Questa emissione non richiede trattamenti preventivi proprio per la innoquità delle
sostanze veicolate.
Tale affermazione è suffragata di una consolidata esperienza, confermata da una
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numerosa quantità di analisi di emissione effettuate negli anni.
A tal proposito di riportano di seguito alcuni dei certificati delle analisi annuali
eseguite
recentemente
sui
camini
preesistenti
dalla
società
incaricata
TETRALAB:
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Emissione polvere e vapore camino E26 proveniente da Trabatto 7^ Linea P.C.
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Emissione polvere e vapore camino E25 proveniente da Raffreddatore 5^ Linea
P.C
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Emissione di polvere e vapore proveniente da Preincarto 3^ Linea Pasta Lunga
Nel fascicolo degli allegati è stata inserita la relazione riepilogativa su tutte le
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emissioni in atmosfera con allegata una tabella che riporta i dati di tutti i camini
dello stabilimento.
Come si può notare le concentrazioni in polvere delle emissioni provenienti
dall'interno degli essiccatoi sono sempre dell'ordine di pochi mg/Nm3, contro un
valore limite di 50 mg/Nm3 ed i flussi di massa sono abbondantemente inferiori
alla "soglia di rilevanza".
- Emissioni dell' Impianto del vuoto. Parte del processo è condotto in condizione
di vuoto spinto. L'impianto del vuoto provvede ad aspirare aria dall'interno delle
vasche impastatrici ed a trasferirla in atmosfera. Poichè l'aspirazione avviene
all'interno di vasche in cui vi è presenza di semola, tale aspirazione trasferisce in
atmosfera anche alcune frazioni di polveri di semola.
Inoltre, le pompe del vuoto utilizzate sono del tipo ad "anello liquido", le quali
operano utilizzando speciali olii. Alcune frazioni di tale liquido vengono catturate
dall'aria aspirata per il vuoto e trasferite in atmosfera. Per questo motivo l'aria
proveniente dall'impianto di vuoto viene sottoposta, prima della immissione in
atmosfera, ad un trattamento preventivo all'interno di filtri elettrostatici aventi lo
scopo di trattenere sia le polveri sia IPA.
Viene utilizzata una unità filtrante basata sulla filtrazione elettrostatica che
permette una elevata efficienza di filtrazione del particolato fine disperso nell’aria.
La filtrazione elettrostatica consiste nelle seguenti due parti:
- ionizzazione dell’aria
- captazione dei fumi
L’aria
viene
caricata
elettrostaticamente
con
carica
elettrica
positiva
(ionizzazione) e poi viene attirata verso le lame di captazione con carica elettrica
opposta. Il sistema è paragonabile agli effetti di una calamita su di un pezzo di
ferro; l’aria e gli agenti inquinanti sono paragonabili alla polvere di ferro e le lame
di captazione funzionano da calamita.
120
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Gli inquinanti trattenuti provocano, con l’accumulo continuo, un abbassamento
della efficienza filtrante. Questa variazione è comunque sempre contenuta entro
valori minimi oltre i quali il circuito elettronico che controlla il continuo stato
della filtrazione, segnala immediatamente la diminuzione della filtrazione,
Il circuito elettronico alimenta elettricamente con alta tensione la cella
elettrostatica all’interno della quale vengono creati i campi elettrici necessari alla
filtrazione dell’aria.
SCHEMA CENTRALE POMPE VUOTO
E FILTRAZIONE ARIA
CELLE ELETTROSTATICHE
FILTRO A MAGLIE METALLICHE
BATTERIA DI CONDENSAZIONE
AD ACQUA FREDDA
manicotto 2"1/2
per prelievo campioni
SERBATOIO
DECANTAZIONE
VAPORI OLIO
DN 200
DN 150
DECANTAZIONE
VAPORI OLIO
1
2
IMPASTATRICE SOTTOVUOTO
...9
SERBATOI O AD OLIO PER
DECANTAZIONE POLVERI
P OM PA VUOTO
AD ANE LLO
LIQUID O
P OM PA VUOTO
AD ANELLO
LIQUID O
P OM PA VUOTO
AD ANEL LO
LIQUID O
Fig. 5.9 Schema impianto delle pompe del vuoto
Dato che l'efficienza dell'impianto appena descritto non varierà in conseguenza
della realizzazione del progetto, in termini relativi (mg/mc di aria trattata e ppm di
IPA per mc) si prevede tuttavia un leggero aumento in termine di quantità assolute
di tali sostanze in conseguenza dell'aumentato carico produttivo. I valori saranno
tuttavia sempre al di sotto dei limiti di sicurezza. Infatti, anche considerando una
121
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maggiorazione del 25% dei valori di emissioni preesistenti, i nuovi valori si
manterranno sempre abbondantemente al di sotto dei valori limite sopra
menzionati.
Anche per questo tipo di emissione, tuttavia,
sono state eseguite delle
misurazioni, una immediatamente a monte del filtro e l'altra immediatamente a
valle, in modo da valutarne in concreto l'efficienza.
Si riportano di seguito relativi certificati di analisi emessi dalla società
TETRALAB.
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Certificato di analisi eseguito a monte del filtro elettrostatico FP 57
Analisi emissione a valle del filtro elettrostatico FP 57
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Dall'esamne dei due certificati si evince come, per quanto riguarda le polveri
totali, di passi da un valore di 42,45 mg/Nm3 a monte, ad un valore di 25,60
mg/Nm3 con una efficienza del 40% e comunque inferiore al limite imposto di 50
mg/Nm3.
Per quanto attiene gli IPA si rinuncia a calcolare l'efficienza dato che i valori
riscontrati sia a monte che a valle sono del tutto trascurabili e abbondantemente
inferiori al limite di 0,1 mg/Nm3.
La realizzazione del progetto non prevede un potenziamento dell'impianto di
produzione del vuoto, essendo, quello preesistente, ben in grado di sopperire
all'aumento di capacità produttiva ipotizzato. Di conseguenza non si prevede un
aumento di questo tipo di emissione, bensì un solo aumento del suo utilizzo.
Considerando che:
- le emissioni saranno comunque ben al di sotto dei limiti di legge, sia per quanto
attiene le polveri, sia per quanto attiene gli IPA
- le emissioni sono molto distanti dalle abitazioni
si conclude che l'impatto previsto, relativamente a questa emissione, in
conseguenza della realizzazione del progetto, è ritenuto irrilevante.
Variazioni delle emissioni in atmosfera per effetto della realizzazione del progetto
e Valutazione degli impatti ambientali previsti
Nella tabella seguente, per ciascuna delle emissioni preesistenti, sono riportati i
valori di concentrazione ed i flussi di massa degli inquinanti rilevati nel corso
del più recente campionamento; i valori sono raffrontati con i valori limite di
legge riportati rispettivamente nella 3^ e 5^ colonna.
124
PUNTO DI
EMISSIONE
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E1
E2
E3
E4
E5
E6
E7
E8
E9
E10
E11
E12
E13
E14
E15
E16
E17
E18
E19
E20
E21
E22
E23
E24
E25
E26
E27
E28
E29
E30
E31
Emissioni
(mg/mc)
1.40
7.2
1.32
1.01
1.66
0.88
3.11
2.08
4.18
1.68
0.85
1.20
4.65
2.59
6.61
2.03
1.48
1.69
2.33
3.26
1.13
2.22
1.09
1.00
1.41
5.08
1.14
2.55
1.99
3.01
1.30
Limite
Flusso di massa Soglia di rilevanza
massimo
[g/h]
ammissibile (*)
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
2.94
3.39
3.13
0.49
3.95
3.33
6.88
4.72
9.69
7.80
0.84
2.15
7.77
3.72
1.88
5.48
3.56
0.95
6.81
40.19
5.11
10.35
1.92
0.17
13.17
10.84
0.23
1.10
0.03
20.41
0.85
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
125
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
E32
E33
E34
E35
E36
E37
E38
E39
E40
E41
E42
C43
C44
C45
C46
C47
C48
C49
C50
C51
C52
C53
C54
C55
C56
FP57
FP58
C59
E60
E61
E62
1.03
1.14
1.78
2.09
1.84
1.68
1.33
1.06
1.48
0.94
1.05
3.38
1.47
1.28
1.79
3.06
4.31
2.90
5.73
1.22
10.26
2.47
3.38
1.15
0.98
25.60
38.43
1.87
2.04
1.38
1.81
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
50 mg/mc
1.07
1.78
2.22
3.04
2.40
23.34
5.89
6.47
3.15
0.2
13.20
6.85
1.32
1.90
2.46
10.98
5.08
11.68
0.84
1.55
24.27
13.31
1.19
4.38
2.92
17.79
35.60
6.53
10.69
2.34
0.87
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
100 g/h
Fonte: certificati di laboratorio esterno
(*) Limiti massimi ammissibili riportati nella Autorizzazione
Tali valori sono sempre al di sotto della "soglia di rileanza" fissata dal D.Lgsl
126
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152/2006 a 0,1 Kg/h = 100 grammi/h.
Il progetto prevede, fra le altre applicazioni, la installazione di nr. 2 nuove linee di
produzione della pasta, ciascuna delle quali sarà dotata di nuove emissioni
canalizzate del tipo appena esaminato, emissioni proveniente da trasporti
pneumatici aggiuntivi, maggiori emissioni provenienti dall'impianto del vuoto.
Nella tabella seguente sono riepilogati i punti di emissione canalizzata in
atmosfera che si aggiungeranno in conseguenza della realizzazione del progetto.
Per ciascuno di essi è indicato il codice identificativo, la provenienza, gli
inquinanti attesi ed i valori di emissione attesi.
codice
punto
emissione
E63
E64
E65
E66
E67
E68
E69
E70
E71
E72
C73
C74
PROVENIENZA
INQUINANTI
ATTESI
Trabatto nuova linea Pasta
Corta
Incartamento nuova linea
Pasta Corta
Essiccatoio Nuova Linea
Pasta Corta
Raffreddatore
Nuova
Linea Pasta Corta
Zona di preventilazione
Nuova Linea Pasta Lunga
Zona Aerotermo Nuova
Linea Pasta Lunga
Incartamento nuova linea
Pasta Lunga
Essiccatoio nuova linea
Pasta Lunga
Appendice nuova Linea
Pasta Lunga
Ascensore
separatore
Raffreddatore nuova linea
Pasta Lunga
Filtro impianto trasporto
penumatico arrivo semole
da mulino
Filtro Impianto trasporto
pneumatico alimentazione
nuova linea Pasta Lunga
polvere
VALORI
DI
EMISSIONE
ATTESI
1 - 15 mg/mc
polvere
1 - 15 mg/mc
polvere
1 - 15 mg/mc
polvere
1 - 15 mg/mc
polvere
1 - 15 mg/mc
polvere
1 - 15 mg/mc
polvere
1 - 15 mg/mc
polvere
1 - 15 mg/mc
polvere
1 - 15 mg/mc
polvere
1 - 15 mg/mc
polvere
< 50 mg/mc
polvere
< 50 mg/mc
127
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Anche per essi i flussi di massa attesi sono inferiori alla soglia di rilevanza
Tali emissioni agiuntive, nonchè l'aumento del flusso dai filtri elettrostatici
dell'impianto del vuoto in conseguenza dell'aumento di capacità produttiva,
saranno identiche per qualità a quelle delle altre installazioni simili già presenti,
trattandosi di macchinari del tutto simili. Le maggiori quantità di emissione,
inoltre, saranno tali da non fare mai superare i limiti di legge e soprattutto
rimarranno al di sotto delle soglie di rilevanza.
Tutto quanto sopra autorizza ad affermare quanto segue:
- le emissioni in atmosfera aggiuntive saranno caratterizzate da valori di
concentrazione inferiore ai valori limiti di legge;
- i flussi di massa saranno inferiori alla soglia di rilevanza.
- assenza di tossicità o pericolosità chimico/fisica della emissione
- distanza discreta dalle abitazioni
L'impatto generato da tali emissioni aggiuntive, anche considerandole
globalmente ed unitamente a quelle preesistenti, genereranno un impatto
complessivo di valore trascurabile e del tutto sostenibili dall'ambiente circostante
9.2 Emissioni in atmosfera della Centrale Termica
Come detto nella sezione dedicata alla illustrazione del processo produttivo, la
pasta viene sottoposta ad un processo di essiccazione consistente nella abbondante
ventilazione mediante aria caldo - umida. Il calore necessario alla essiccazione
viene generato all'interno di una centrale termica di processo, nella quale il fluido
termovettore - l'acqua surriscaldata - viene portato a temperature intorno a 135 °C.
L'acqua surriscaldata viene fatta circolare all'interno di un impianto generale di
distribuzione che alimenta le varie linee di essiccazione. L'acqua surriscaldata
128
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
viene fatta circolare all'interno di batterie di scambio disposte all'interno degli
essiccatoi. L'aria di ventilazione, prima di investire la pasta da essiccare,
attraversa le batterie alettate ricevendone il calore.
La centrale termica di processo è dotata di nr. 6 caldaie ad acqua surriscaldata del
tipo a tubi di fumo. Ciascuna caldaia è alimentata a gas metano di rete mediante
bruciatori modulanti. Ciascuna caldaia è dotata di proprio camino in acciaio
inossidabile per lo scarico dei prodotti della combustione.
Ciascun camino, del diametro di circa 500 mm., è dotato di sportellini posti in alto
ed in sommità per il controllo dei fumi della combustione.
Le caldaie hanno le caratteristiche riassunte nel seguente prospetto.
Denominazione
Caldaia nr. 1
Caldaia nr. 2
Caldaia nr. 3
Caldaia nr. 4
Caldaia nr. 5
Caldaia nr, 6
Marca
e Potenzialità
al Potenzialità resa
modello
focolare [KW] all’acqua [KW]
SILE PAS 170
1977
1744
SILE PAS 170
1977
1744
SILE PAS 170
1977
1744
SILE PAS 170
1977
1744
SILE PAS 170
1977
1744
SILE PAS 200
2384
2093
Combustibile
GAS METANO
GAS METANO
GAS METANO
GAS METANO
GAS METANO
GAS METANO
Come si può notare dalla tabella sopra riportata tutti i generatori hanno una
potenzialità non superiore a 3 MW.
Il D.Lgsl 152/2006, nella PARTE QUINTA, Titolo Primo, intitolato "Prevenzione
e limitazione delle emissioni in atmosfera di impianti ed attività", all'articolo 269,
comma 14) ha confermato che non sono sottoposti ad autorizzazione gli "impianti
di combustione alimentati a gas metano o a GPL, di potenza termica nominale
inferiore a 3 MW".
I generatori di calore elencati non sono utilizzati tutti contemporaneamente, come
riscontrabile verificando il consumo di combustibile nei vari periodi di
produzione, ma consentono una ridondanza di impianto per garantire la massima
sicurezza di continuità del processo produttivo (presenza di generatori di riserva).
I Generatori sono sottoposti a controlli periodici di combustione, per verificare il
rispetto dei limiti di legge.
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Poichè nella combustione si utilizza aria (e non ossigeno) e questa è formata da
una miscela di varie componenti gassose fra cui prevalentemente Ossigeno (O2 in
miusra del 21%) e Azoto (N in misura del 79%), la reazione chimica della
combustione è la seguente:
CH4 + 2O2 + 7,52N2 → CO2 + 2H2O + 7,52N2
Nei prodotti della combustione, ossia all'interno dei gas emessi in atmosfera, si
ritrovano varie componenti tra cui anidride carbonica ed acqua, e gli ossidi di
azoto (NOx) e di zolfo (SOx).
Al fine di limitare l'impatto inquinante della combustione essa deve essere
condotta in maniera corretta, in modo da limitare i suddetti inquinanti al di sotto
di valori limite fissati dalla legge. Il D.Lgsl 152/2006, per impianti a combustibili
gassoni, ha fissato i seguenti valori limite:
- Polveri: 5 mg/Nm3
- Ossidi di azoto: 350 mg/Nm3
- Ossidi di zolfo: 35 mg/Nm3
Si riportano di seguito i risultati delle ultime analisi eseguite sui gas di
combustione della caldaia nr. 6 (la più grande) dal laboratorio Tetralab srl,
rimandando al fascicolo degli allegati per la documentazione completa, con i
certificati di analisi degli altri generatori.
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Fig. 6.9 Sezione della Centrale Termica. Visibile il camino, il generatore, il bruciatore, la
tubazione di alimentazione gas metano
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∆T
DN 300
DN 300
DN 300
DN 300
compressori
ausiliari aria
T
∆P
∆P
DN 200
DN 200
DN 150
∆T
DN 150
∆T
DN 150
DN 150
DN 150
∆T
DN 150
∆T
DN 150
DN 150
DN 150
P
∆T
DN 150
∆T
P
∆P
P
pompe
circolazione
∆P
quadro
pressurizzo
∆P
DN 100
Serbatoio
accumulo acqua
addolcita
indicatore livello
sonde livello
immersione
sonda livello capaciticva
P
T
1
∆P
DN 100
P
T
∆P
DN 100
P
2
T
3
∆P
DN 100
P
T
4
∆P
DN 100
P
T
5
DN 100
P
T
6
DN 100
Serbatoio
accumulo acqua
addolcita
Serbatoio
pressurizzo
pompe
pressurizzo
P= 1.744 KW
P= 1.744 KW
P= 1.744 KW
P= 1.744 KW
P= 1.744 KW
P= 2.093 KW
misura portata gas
GAS METANO
Fig. 7.9 Schema di impianto della Centrale Termica di Processo.
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Il progetto non prevede ampliamenti della centrale termica, dal momento che
essa è
sufficientemente sovradimensionata e pertanto idonea a far fronte ad un aumento di capacità
produttiva del 25%.
Ipotizzando un aumento di produzione di tale misura, dato che i consumi energetici sono pressocché
proporzionali alla produzione, è prevedibile un aumento di pari entità del consumo di calore di
essiccazione.
Di conseguenza è stato stimato un aumento del 25% delle emissioni in atmosfera.
Si fa rilevare che, non intervenendo variazioni nel numero e nella potenzialità del generatori, essi
continueranno ad essere esenti da Autorizzazione alle Emissioni, data la limitatezza dell'impatto da
essi prodotto, riconosciuta dalle vigenti norme ambientali (codice dell'ambiente), a condizione,
ovviamente, che essi vengano condotti correttamente.
Sarà, infatti, cura del Pastificio esercire gli impianti di combustione in questione in modo da
garantire la massima efficienza della combustione e la minimizzazione degli inquinanti all'interno dei
gas di combustione.
9.3 Emissioni diffuse in atmosfera
Le emissioni diffuse sono praticamente inesistenti, dal momento che tutti i fluidi sono canalizzati ed
il prodotto polverulento, costituito da semola, viene sempre movimentato mediante trasporti
pneumatici e trasferito all'interno di serbatoi chiusi in acciaio inossidabile.
Non sono mai presenti "mucchi" di semola o di altri prodotti polverosi all'aperto, in nessuna parte
dello stabilimento, nè all'interno di alcun capannone o vano e tanto meno all'esterno.
Una conferma della mancanza di emissioni polverose diffuse
può essere fornita dalle analisi che
periodicamente vengono svolte per determinare le concentrazini di polveri inalabili all'interno dello
stabilimento.
Di seguito si riporta uno stralcio della relazione sulle analisi ambientali eseguite recentemente dal
Laboratorio Tetralab all'interno dei reparti ritenuti i più polverosi dell'azienda.
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I valori riportati in tabella confermano la assenza di emissioni diffuse nell'opificio Granoro, dato che
le concentrazioni delle polveri disperse sono molto basse ed abondantemente inferiori ad i limiti di
pericolosità per i lavoratori (TLV = 4 mg/mc per polveri di grano e semola) .
Anche dopo la realizzazione del progetto la condizione non cambierà, data la tipologia degli
interventi previsti del tutto simile a quella degli impianti preesistenti.
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9.4 Rumore
La valutazione di impatto acustico consiste nella previsione degli effetti ambientali, dal
punto di vista acustico, in seguito alla realizzazione di interventi sul territorio, siano essi
costituiti da opere civili, attività industriali e/o commerciali, interventi di potenziamento
della rete viaria, ecc.
Ai fini di una corretta valutazione delle problematiche connesse all’inquinamento
acustico, bisogna generalmente impostare un’analisi accurata che tenga conto dello stato
di fatto del regime acustico esistente nell’area d’intervento e della previsione
dell’inquinamento acustico eventualmente indotto dal nuovo progetto.
Nel caso in studio, l’intervento progettuale previsto si inserisce nel perimetro aziendale
del Pastificio Granoro di Corato, all'interno delle strutture edilizie preesistenti, la cui
localizzazione, ai margini della periferia nord-occidentale cittadina, non sembra aver
generato particolari interazioni negative con il contesto urbano circostante.
Ciò non di meno, ai fini del rispetto dei limiti di emissione sonora sanciti dal D.P.C.M.
1/3/1991 negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno, la Società Pastificio Granoro
ha fatto eseguire, numerose volte, rapporti di valutazione del rumore incaricando
un
tecnico specializzato in rilievi fonometrici (Studio di Ingegneria ing, Fabio Larato –
Trani), ed iscritto all'Albo Provinciale dei Tecnici Competenti in Acustica, al fine di
caratterizzare dal punto di vista delle emissioni sonore il perimetro aziendale
prospiciente sia il fronte esposto alla viabilità principale esistente (S.P. 231 ex S.S. 98) e
quindi fonte “consolidata” di rumorosità nella zona, sia il fronte prospiciente gli
insediamenti abitativi più prossimi al perimetro aziendale.
Ciò consente di affermare che il clima acustico dell'intero quartiere è da tempo ben
conosciuto, nonchè l'apporto che al rumore complessivo è offerto dalla attività
industiale.
Si sa bene, per esempio, come il clima acustico della zona è fortemente influenzato
dall'intenso traffico veicolare sulle strade che costeggiano il limite di proprietà
dell'opificio (la Strada Provinciale 231, le vie comunali Via Gigante e Via Nazionale),
tando da costituire la fonte primaria di rumore, in tutte le ore del giorno e della notte.
Tale circostanza è confermata dalla applicazione del criterio differenziale che, sia nel
periodo diurno che in quello notturno, si è attestato su valori inferiori ai limiti di legge
(rispettivamente 5 e 3 dB(A)). Il valore differenziale, infatti, consente di quantificare
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l'apporto che l'attività del pastificio reca al clima acustico complessivo del territorio.
Per quanto attiene il regime giuridico acustico della zona, non avendo a tutt’oggi il
Comune di Corato effettuato una zonizzazione acustica delle proprie aree (vi è un piano
di zonizzazione adottato dal Consiglio Comunale, ma l'iter di approvazione definitivo
non è stato ancora completamento), secondo quanto previsto dal D.Lgs 447/95 e dal
D.P.C.M. 14/11/1997, per la valutazione dei livelli di accettabilità delle sorgenti sonore
fisse è stato applicato quanto sancito dall’art. 6 del già citato D.P.C.M. 1/3/1991, i cui
valori soglia sono riportati sinteticamente nello schema successivo.
Zonizzazione
Limite
diurno
Territorio
Limite
Leq
notturno
(A)
(A)
70
70
65
55
60
50
70
70
Leq
nazionale
Zona A (D.M.
1444/68)
Zona B (D.M.
1444/68)
Zona
industriale
La realizzazione del progetto, contemplando la installazione di impianti e macchinari
aggiuntivi, fa ipottizare che esso influenzerà, sia pure in misura limitata, gli attuali
livelli di emissione acustica.
Sono stati richiesti, ai vari fornitori degli impianti che saranno installati, i livelli di
emissione sonora, in modo da poter ricavare una previsione di impatto acustico in
ambiente esterno; per una più reale rappresentazione dell'emissione delle varie
macchine sono state eseguite ed utilizzate anche misure fonometriche, realizzate ad un
metro di distanza, in corrispondenza di impianti e macchinari già presenti in azienda e
del tutto simili a quelle di futura installazione.
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La valutazione di previsione dell'impatto acustico, svolta dal tecnico competente in
acustica, ha dimostrato, come d'altra parte era facilmente prevedibile, che le macchine e
gli impianti che saranno installati in attuazione del presente progetto non altereranno
sensibilmente il clima acustico, sia interno che esterno, ed i valori di immissione presso
i ricettori saranno comunque inferiori ai limiti di legge.
Tale risultato era facilmente prevedibile dal momento che:
- gli impianti saranno installati all'interno dei capannoni le cui strutture murarie e
l'involucro esterno provvederanno ad esercitare un notevole effetto "schermante";
- gli impianti, installati all'interno dei capanoni, conserveranno una distanza notevole
dalle abitazioni che fronteggiano due lati del confine aziendale.
- gli impianti ed i macchinari nuovi presenteranno delle migliorie apportate dai
costruttori sotto il profilo della emissione acustica.
- alcuni ricettori (abitazioni poste su Via Nazionale) usufruiscono dell'effetto
"schermante" prodotto dalla recente costruzione del Magazzino Automatico
Autoportante che si frappone fra le case e le sorgenti sonore.
Al termine della realizzazione del progetto e prima della messa a regime degli impianti
e macchinari, si provvederà alla esecuzione di misure fonometriche ed alla redazione di
un nuovo "Rapporto di valutazione dell'inquinamento acustico in ambiente esterno ed
abitativo", conformemente a quanto disposto dalle seguenti vigenti norme:
- D.P.C.M. 1° marzo 1991 "Limiti massimi di esposiozione al rumore negli ambienti
abitativi e nell'ambiente esterno
- D.P.C.M. 14 novembre 1997 "Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore"
- D. Min. Ambiente 16 marzo 1998 "Tecniche di rilevamento e di misurazione
dell'inqunamento acustico"
- Legge Regionale n. 3 del 12 febbraio 2002 "Norme di indirizzo per il contenimento e
la riduzione dell'inquinamento acustico.
In particolare sarà inviata presso la Provincia di Bari la relazione asseverata dal tecnico
competente in acustica, prescritta dall'articolo 12 della Legge Regionale n° 3/2002, che
documenti il rispetto dei limiti della legge.
Nel fascicolo degli Allegati è riportata la relazione di previsione redatta dal tecnico
competente in acustica.
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Si riporta di seguito, a titolo di sintesi, lo stralcio della relazione riportante le
conclusioni dello studio.
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Capitolo conclusivo della relazione di previsione dell'impatto acustico
9.5 Scarichi Idirci
L'attività industriale produce scarichi di acque reflue provenienti dalle seguenti attività:
- usi igienici: scarichi di tipo civile;
- lavaggio delle trafile: sono gli unici scarichi di carattere industriale; essi hanno un
elevato carico organico e pertanto vengono trattati preventivamente, in una stazione di
ossigenazione;
- lavaggio ambienti e macchinari: sono assimilabili agli scarichi civili.
- scarichi di condense: assimilati agli scarici civili date anche le quantità limitate
Il Pastificio non produce reflui caratterizzati dalla presenza di sostanze pericolose.
Allo stato attuale le acque reflue pervengono ad un impanto di depurazione
di tipo
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biologico e, dopo il trattamento, vengono scaricate all'interno della rete fognaria
pubblica gestita da AQP.
Le acque reflue provenienti dal lavaggio delle trafile, prima di riunificarsi con le altre
provenienti dagli usi civili, vengono sottoposte ad un trattamento di abbattimento del
COD e del BOD, all'interno di una vasca di pretrattamento, al fine di renderle
assimilabili a quelle civili. Detti reflui infatti sono caratterizzati da prevalente carico
organico.
Gli scarichi sono autorizzati dall'Ente Gestore dell'impianto pubblico, ossia Acquedotto
Pugliese AQP, mediante un atto di autorizzazione che ha una validità di 4 anni.
Come si è più volte detto, la realizzazione del progetto comporterà un aumento di
capacità produttiva dello stabilimento e, di conseguenza, è prevedibile un aumento degli
scarichi fognari. In modo particolare si evidenzia l'acquisto, fra i vari investimenti, di
una nuova macchina lavatrafile i cui scarichi dovranno essere trattati preventivamente
prima di essere immessi nella rete pubblica. E' stata eseguita una verifica degli impianti
di depurazione di cui dispone l'opificio e si è verifcato che essi saranno ben idonei a
sostenere il maggiore carico di acqua che vi perverrà, essendo stati debitamente
sovradimensionati al momento della loro realizzazione.
E' evidente che,prima della attivazione dei nuovi scarichi si provvederà ai seguenti
adempimenti:
- ulteriore verifica dell'impianto da parte della società cui è appaltato il servizio di
manutenzione e controllo dell'impianto di depurazione;
- monitoraggio durante le fasi di avviamento
- comunicazione preventiva ad AQP circa il possibile aumento di acqua scaricata
nell'impianto di fogna pubblica.
Nella figura seguente è riportato il frontespizio della attuale autorizzazione allo scarico.
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9.6 Acque Meteoriche
La realizzazione del progetto non comporterà variazioni sul funzionamento dell'attuale
sistema di drenaggio e trattamento delle acque meteoriche raccolte sulle superfici
impermeabili dello stabilimento. Infatti il progetto non prevede variazioni delle
superfici impermeabili sulle quali si raccoltono le acque meteoriche.
La realizzazione del progetto, inoltre, non introdurrà l'utilizzo di sostanze e/o materiali
che possano variare il normale carico inquinante delle acque meteoriche cadute sul
piazzale, nè saranno utilizzati i materiali di cui alle tabelle
TAB 3/A e TAB 5
dell’allegato n° 5 al D.Lgsl 152/99.
La società è dotata di impianti di raccolta e trattamento delle acque meteoriche,
debitamente autorizzati dalla Amministrazione Provinciale. Si riporta di seguito il
frontespizio della Determina Provinciale.
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9.7 Campi Elettromagnetici
Il problema dell’inquinamento elettromagnetico è determinato da campi elettrici e
magnetici prodotti da impianti e macchine che, sovrapponendosi ai campi naturali,
portano ad un loro innalzamento, determinando un potenziale rischio per la salute
dell’uomo.
Benché non vi siano ancora dati epidemioligici definitivi e precisi circa la pericolosità
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dei campi elettromagnetici, tuttavia è oramai diffuso l’atteggiamento di considerarli
potenzialmente dannosi, per valori superiori ad una certa soglia, applicando il cosiddetto
principio di precauzione.
Le fonti di campi elettromagnetici sono le seguenti:
•
gli elettrodotti
•
le antenne radio televisive
•
le stazioni radio base per la telefonia mobile
•
le apparecchiature elettriche, fra le quali buona parte degli elettrodomestici
Un campo elettromagnetico è dato dalla propagazione nello spazio di campi elettrici e
campi magnetici variabili nel tempo. Ogni qualvolta si verifica una variazione di campo
elettrico o di campo magnetico si genera nello spazio un campo elettromagnetico che si
propaga a partire dalla sorgente. Lo spettro elettromagnetico di un campo
elettromagnetico è l'insieme di tutte le radiazioni con frequenza diversa, ognuna delle
quali è generata da un campo eletromagnetico ad una determinata frequenza. In base
alle frequenze le riadiazioni si distinguoni in :
- radiazioni ionizzanti (dette IR) caratterizzate da frequenze maggiori di 300 Ghz (raggi
ultravioletti, raggi X e raggi gamma) che, per la loro elevata energia sono in grado di
rompere i legami molecolari delle cellule e possono indurre mutazioni genetiche;
- radiazioni non ionizzanti (dette NIR: Non Ionizing Radiation), caratterizzate da
quequenze fra 0 e 300
Ghz; queste radiazioni nono sono in grado di rompere
direttamente i legami molecolari delle cellule perchè non possiedono energia sufficiente
e producono principalmente effetti termici.
Di seguito si riporta uno schema indicatico del campo delle frequenze e delle lunghezze
d'onda delle radiazioni elettromagnetiche.
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Fig. 8.9 Raffigurazione della banda delle frequenze elettomagnetiche
Al fine di valutare l'esposizione a campi elettromagnetici nei luoghi di lavoro, sono
definiti i seguenti parametri:
- valori limite di esposizione: limiti all'esposizione a campi elettromagnetici che sono
basati direttamente sugli effetti della salute accertati e su considerazioni biologiche. Il
rispetto di questi limiti garantisce che i lavoratori esposti ai campi elettromagnetici sono
protetti contro effetti nocivi a breve termine per la salute conosciuti;
Valori limite di esposizione desunti dall'Artricolo 208 comma 1 del D.Lgsl 81/2008
- valori di azione: l'entità dei parametri direttamente misurabili, espressi in termini di
intensità di campo elettrico (E), intensità di campo magnetico (H), induzione magnetica
(B) e densità di potenza (S) che determina l'obbligo di adottare una o più delle misure
specificate nell'articolo 210 del D.Lgsl 81/2008. Il rispetto di questi valori assicura il
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rispetto dei pertinenti valori limite di esposizione
E' facilmente intuibile che le apparecchiature elettriche ed elettroniche utilizzate per
l'azionamento ed il controllo degli impianti di processo possano produrre campi
elettromagnetici i cui effetti debbono essere valutati, al fine di evitare rischi per la salute
dei lavoratori.
La realizzazione del progetto in questione comporterà la introduzione di ulteriori
apparecchiature in grado di produrre tali campi. Per questo motivo si è valutato il
possibile impatto generato dalla messa in marcia dei macchinari ed impianti aggiuntivi.
Per tale valutazione si è fatto riferimento alla misurazione dei campi elettromagnetici
recentemente fatta eseguire dal Pastificio all'interno dei vari ambienti dello stabilimento
industriale. Tali dati consentono di avere una conoscenza precisa dell'entità della
presenza dei campi elettromagnetici e consente anche di effettuare delle ragionate
valutazioni e previsioni in ordine al presunto aumento di esposizione determinato dalla
entrata in funzione dei macchinari aggiuntivi oggetto del progetto in questione. Tali
valori sono utilizzabili dato che i macchinari da acquistare e da installare sono del tutto
similari, sono il profilo della produzione di onde elettromagnetiche a quelle già da
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tempo presenti in stabilimento e che sono state oggetto della suddetta valutazione.
Lo studio commissionato alla società Tetralab ha determinato i valori efficaci del campo
elettrico e magnetico prodotto dai quadri elettrici di comando delle linee di produzione,
dei motori elettrici di azionamento, delle cabine di trasformazione dell'energia elettrica
da 20000 volt a 380 volt.
Relazione sulla valutazione dell'esposizinoe dei lavoratori ai campi
elettromagnetici riportata negli allegati alla presente relazione
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Si riporta di seguito la tabella che riassume i risultati delle misurazioni ed il confronto
con i valori limite introdotti dalla norma.
Come si può notare i valori di campo elettrico e di campo magnetico rilevati sono
largamente inferiori ai valori limite di azione. Dato che i nuovi impianti e macchinari
saranno simili a quelli sottoposti alle misurazioni si può affermare che esse possano
essere ritenute valide come stima degli effetti futuri.
Il progetto prevede alcuni interventi che, per tipologia di funzionamento, avranno una
rilevanza dal punto di vista delle emissioni elettromagnetiche. In particolare si
evidenziano i seguenti macchinari da installare:
- i metaldetectos: verificano l'assenza di corpi metallici all'interno delle confezioni di
pasta; fondano
il principio di funzionamento sulla generazione di campi
elettromagnetici attraverso i quali vengono fatti transitare i pacchi della pasta;
- sistema di tracciabilità: prevede la adozione di terminali informatici collegati in rete a
radio frequenza.
Tali apparecchiature saranno caratterizzate da valori di emissione compatibili con i
limiti di sicurezza sopra citati e rientrano nell'uso generalizzato nel mondo del lavoro.
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Il loro impatto è da giudicarsi pertanto minimale. Esso, inoltre, si determinerà all'interno
dei capannoni industriali ed avrà effetti del tutto trascurabili all'esterno.
Di conseguenza si può affermare, in tutta tranquillità, che anche dopo la realizzazione
del progetto, comportante la introduzione delle suddette apparecchiature ed un aumento
generalizzato dell'assetto precedente valutabile intorno al 25%, considerati i valori
attuali particolarmente bassi, quelli futuri continueranno a mantenersi abbondantemente
al di sotto dei valori di limite,.
9.8 Traffico veicolare
E' noto che il traffico veicolare comporta un certo impatto sull'ambiente per via di due
tipologie di emissione:
- gas di scarico provenienti dal motore
- rumore
Il pastificio, come qualsiasi altra attività industriale, è sottoposto ad un determinato
flusso veicolare costituito dall'accesso, quotidianamente, di autovetture ed automezi
pesanti per lo svolgimento delle varia attività connesse alla impresa. E' prevedibile che
la realizzazione del progetto comporti un aumento del traffico veicolare e, di
conseguenza, degli impatti connessi.
Per quanto attiene la prima tipologia di emissione, in via cautelativa, sono stati presi in
considerazione i fattori di emissione oraria relativi a mezzi pesanti di tipologia Euro
2/Diesel 16 - 17,2 tonnellate e alle automobili di tipologia Euro 2/Benzina 1,4 - 2,01, i
cui valori sono i seguenti:
Tabella 6.1-1: fattori di emissione oraria
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Inquinant
Fattore di emissione (glkm)
e
Camion
PM
0,4
CO
1,5
2,9
COV
1,6
0,1
NOx
4,0
0,1
Auto
Il flusso veicolare dipendente dall'attività del Pastificio coinvolge le strade pubbliche
che ne consentono l'accesso. L'area dell'opificio è infatti lambito da tre strade:
- Stada Provinciale 231: è la ex strada Statale 98; è una importante strada provinciale
della Puglia, caratterizzata da alta intensità di traffico, composta da 4 corsie (2 per ogni
senso) separate da uno spartitraffico centrale e collega
Bari con Foggia. Essa
costituisce nel tratto tra Bitonto e Andria una valida alternativa all'Autostrada A14.
Essa è percorsa da una grande quantità di traffico veicolare, soprattutto automezzi
pesanti per il trasporto delle merci. Su tale strada, proprio di fronte al Pastificio, vi è una
stazione di servizio, luogo di stazionamento e ristoro dei camionisti che compiono alte
percorrenze. .
In seguito al Decreto Legislativo n. 112 del 1998, dal 2001, la gestione della strada è
passata dall'ANAS alla Regione Puglia, che ha ulteriormente devoluto le competenze
alla Provincia di Foggia e alla Provincia di Bari. Entrambe hanno denominato la strada
come provinciale con un nuovo numero e con un nuovo nome (SP 95bis Estramurale di
Cerignola nel foggiano, SP 231 Andriese Coratina, nel barese), dato che in Puglia non
esiste la classificazione di strada regionale.
Il traffico veicolare su tale strada è molto intenso e valutabile in migliaia di passaggi
orari nelle due direzioni.
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Fig. 9.9 Tratto della Stada Provinciale 231; a sinistra è visibile la recinzione del Pastificio Granoro
- Strada Comunale Via Gigante: ha una larghezza di mt. 12 è percorsa giornalmente
da un intenso traffico sia in uscita, verso l'agro Comunale, e verso la Strada Provinciale
231,
da automezzi di ogni genere, compreso i pulman di linea. Essa viene utilizzata
come via di accesso alla Città per il flusso proveniente da Nord.
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Fig. 10.9 Vista dell'accesso all'area del Pastificio Granoro posto su Via Gigante
Fig. 11.9 Vista rotonda di Via Nazionale
153
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
- Strada Comunale Via Nazionale. Di recente costruzione; anch'essa è interessata da
un intenso flusso veicolare in quanto mette in comunicazione la città con la via Gigante
e, tramite questa, con via Andria e Via Trani, sede del casello autostradale.
Nella foto seguente è riportata una vista della cartollinista stradale posta all'imbocco di
Via Nazionale ed
indicante i collegamenti che detta strada consente nelle varie
direzioni. Nella foto successiva è raffigurata una delle due rotonde di Via Nazionale.
Fig. 12.9 Cartellonistica stradale all'imbocco di Via Nazionale
E' stata eseguita una analisi del flusso veicolare in ingresso ed in uscita dal Pastificio
nonchè quello sulle vie Gigante e Nazionale.
Per quanto attiene il flusso veicolare indotto dal Pastificio, sono state individuate le
seguenti tipologie autoveicoli.
Ingresso lavoratori: dato che l'opificio è ubicato in zona periferica, la quasi totalità dei
lavoratori, sia operai che impiegati, raggiunge il posto di lavoro con propria auto. Non
mancano casi di accesso in gruppo, condividendo lo stesso veicolo, specie da parte di
lavoratori che vengono da altri paesi.
Tale traffico è valutabile in quantità pari al numero dei dipendenti:
- 100 autovetture circa distribuite variamente dalle ore 6;00 del mattino, orario di
154
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
accesso al primo turno di lavoro, alle ore 14;00 per l'inizio del secondo turno, fino alle
ore 22;00, orario di inizio del terzo turno. E' evidente che in occasione di ogni cambio
turno si sommano i veicoli dei lavoratori che lasciano il lavoro con quello che vi
subentrano, generando dei picchi.
Ingresso visitatori: Trattasi generalmente di persone che accedono al pastificio per
offrire prodotti e/o servizi: rivenditori, rappresentanti, impiegati e funzionari di banca,
clienti, intermediari, ecc.
Tale tipologia di traffico si articola generalmente durante le normali ore di lavoro
d'ufficio: fra le ore 9 e le ore 13;00 e fra le ore 15;00 e le ore 17;00. Avviene con
l'utilizzo di autoveicoli.
Ingresso imprese appaltatrici: Trattassi dei lavoratori delle varie imprese alle quali
normalmente vengono appaltati lavori e servizi: imprese di manutenzione, imprese di
pulizia, imprese di logistica. Tale accesso avviene in concomitanza con gli orari di
cambio turno.
E' presumibile un aumento del 20% del flusso veicolare legato alle imprese appaltatrici
(soprattutto per pulizie e logistica) in conseguenza della realizzazione del progetto.
Ingresso autocisterne della semola: La semola acquistata dai mulini viene trasportata in
pastificio mediante autocisterne. Generalmente le cisterne trasportano un carico di circa
300 Q.li. Considerando un consumo medio di 2500 Q.li di semola al giorno, al
momento attuale accedono in Pastificio circa 9 cisterne/giorno.
Ipotizzando un aumento di capacità produttiva del 25% , con la realizzaione del progetto
si stima che il numero di autocisterne possa passare da 9 a 11.
155
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Fig. 13.9 Automezzo utilizzato per il trasporto della semola
Corrieri. Per la consegna di materiali vari acquistati. Gli accessi sono trascurabili, in
quanto sporadici e no suscettibili di variazione in conseguenza del progetto.
Camion per il trasporto della pasta verso mercato al dettaglio: Sono costituiti da camion
di dimensioni medio - piccole; vengono caricati giornalmente per la consegna della
pasta ai dettaglianti e nei centri storici; non si prevede un aumento di tale flusso
veicolare con la realizzazione del progetto.
Autotreni e Bilici per carichi palettizzati. Trattasi di automezzi di grande capienza, di
lunghezza fino a 18 metri, adibiti alla consegna della pasta ai grandi clienti, quali Centri
di Distribuzione, GDO e simili. Attualmente si ha un caricamento medio giornaliero di
6 automezzi, fra le ore 7 e le ore 18. Questo dato è destinato a variare
Container per pasta da inviare all'estero. Tale tipo di contenitore viene utilizzato per le
spedizioni transoceaniche a mezzo nave. Verngono caricati su camion di dimensioni
medio - grandi, in quantità media di circa 4 al giorno. Anche questo dato è destinato a
variare.
156
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
Fig. 14.9 Container in carico presso il Pastificio A. Mastromauro Granoro
Tali informazioni, con gli orari presumibili di accesso e uscita dall'opificio, sono state
sintetizzate nelle due tabelle seguenti, la prima relativa allo stato attuale e la seconda
relativa alla futura situazione, successivamente alla realizzazione del progetto.
Al fine di valutare la reale incidenza del traffico veicolare connesso alle attività del
pastificio sull'ambiente, prima e dopo la realizzazione del progetto, lo si è confrontato
con quello complessivo che si svolge sulle strade che costeggiano l'opificio e che
pertanto impattano sull'intero quartiere.
Esaminando le tipologie di automezzi che accedono al pastificio, sopra elencate, si può
facilmente comprendere come alcune subiranno sensibili aumenti con la realizzazione
del progetto, mentre altre avranno variazioni talmente lievi da poter essere trascurate.
E' il caso, per fare un esempio, del traffico veicolare legato ai visitatori, fatto di agenti di
commercio, venditori di prodotti e servizi, rappresentanti il cui accesso non subirà un
aumento in conseguenza della installazione di macchinari aggiuntivi. Similmente il
flusso legato all'accesso dei lavoratori avrà una variazione così lieve, soprattutto se
considerato rispetto al totale, da potersi ritenere trascurabile.
Per effetuare una valutazione son stati eseguiti rilevamenti, a campione, in varie ore
della giornata, sul traffico veicolare sulle vie Nazionale e Gigante.
I diagrammi seguenti mostrano sovrapposti il grafico del traffico Granoro e quello totale
157
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su Via Gigante, sia in permini di numero passaggi per ora, sia in percentuale.
Tali grafici consentono di valutare immediatamente il grande divario esistente fra l'uno
e l'altro.
Flusso veicolare Granoro prima della realizzazione del progetto
2
2
2
1
1
2
1
2
2
1
1
8
16
10
8
20
6
1
1
2
2
1
1
1
1
1
4
4
4
16
13
1
7
1
5
59
2
10
10
12
5
19
68
80
10
9
2
20
6
4 59
Dettaglio
Corrieri
Cisterne
Visitatori
1
1
8
19
1
1
2
1
1
1
8
4
1
19
8
Appalti
Impiegati
Operai
Container
Palettizzato
Dettaglio
Corrieri
Cisterne
Visitatori
Appalti
1
2
5
Container
6
24
10
8
32
5
Uscite
Palettizzato
19
8
Impiegati
Ora
5:30 6:30
6:30 7:30
7:30 8:30
8:30 9:30
9:30 10:30
10:30 11:30
11:30 12:30
12:30 13:30
13:30 14:30
14:30 15:30
15:30 16:30
16:30 17:30
17:30 18:30
18:30 19:30
19:30 20:30
20:30 21:30
21:30 22:30
22:30 23:30
23:30 0:30
0:30 1:30
1:30 2:30
2:30 3:30
3:30 4:30
4:30 5:30
tot
Entrate
Operai
ORA
68
8
19
15
4
13
13
3
1
1
3
2
2
1
1
1
1
3
5
2
2
1
1
1
1
1
1
9
2
1
1
3
80
10
20
6
4
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Flusso veicolare Granoro dopo la realizzazione del progetto
20
8
1
1
2
2
1
2
1
1
68 80 10
12
2
4
4
4
20
8
Dettaglio
Corrieri
Cisterne
Container
8
1
1
Palettizzato
2
2
2
2
3
2
1
6
62
Visitatori
6
1
8
20
16 6
10
Appalti
1
1
Impiegati
2
1
2
1
Operai
Container
Dettaglio
Corrieri
Cisterne
Visitatori
Appalti
8
6 32
24 5
10
1
2
Uscite
Palettizzato
20
8
Impiegati
Ora
5:30 6:30
6:30 7:30
7:30 8:30
8:30 9:30
9:30 10:30
10:30 11:30
11:30 12:30
12:30 13:30
13:30 14:30
14:30 15:30
15:30 16:30
16:30 17:30
17:30 18:30
18:30 19:30
19:30 20:30
20:30 21:30
21:30 22:30
22:30 23:30
23:30 0:30
0:30 1:30
1:30 2:30
2:30 3:30
3:30 4:30
4:30 5:30
Tot
Entrate
Operai
DOPO
2
1
2
1
1
1
8
4
1
8
16 19
31 13 15
1
4
13
2 13
10 3
10
12
5 1
20
3
1
1
3
2
3
2
1
1
1
1
3
5
2
2
1
5 57 68 80 10
1
2
1
1
12
2
1
1
1
20
8
5
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
Monitoraggio traffico in % su via Gigante
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
Da/Per Granoro
Media tot traffico Via gigante
Fig. 15. 9 Diagramma che riporta in termini percentuali l'entità del traffico Granoro.
Come si può notare soltanto in coincidenza degli orari di cambio turno, ossia quando si sommano le autovetture
dei lavoratori che entrano e quelle dei lavoratori che smontano, il traffico Granoro raggiunge picchi di una certa
rilevanza, comunque non superiori al 30%. Si fa rilevare, comunque, che tali picchi sono ininfluenti, sia perchè
limitati a poche decine di minutio, sia perchè essi subiranno variazioni trascurabili inconseguenza della
realizzazione del progetto.
Nei diagrammi seguenti sono riportati invece i valori del traffico considerato aumentato
per effetto della realizzazione del progetto.
160
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
Previsione traffico in % su via Gigante con aumento del
25% delle cisterne
100%
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
Da/Per Granoro
Media tot traffico Via gigante
Fig. 16.9 Confronto flussi stradali Granoro e ViaGigante, dopo la realizzazione del progetto
Come si può notare confrontando i due flussi, quello legato all'attività industriale del
Pastificio e quello complessivo, il traffico del pastificio Granoro rappresenta una parte
del tutto minimale rispetto al traffico complessivo e pertanto non in grado di esercitare
una influenza importante. Inoltre, l'aumento del traffico veicolare conseguente alla
realizzazione del progetto è stato valutato, utilizzando i dati di cui sopra, nello 0,73%.
Non si conosce il flusso veicolare che interessa la Strada Provinciale ma è facilmente
intuibile che esso è di gran lunga superiore, sia come intensità di flusso, sia come
dimensione dei veicoli, a quelle delle due strade comunali. Di conseguenza il
confronto del flusso del Pastificio, attuale e futuro, con quello della strada provinciale
porta a valori perentuali ancora più divergenti.
E' evidente che tale considerazione può essere estesa anche agli impatti che il traffico
veicolare genera, intermini di rumore e di emissione di gas di scarico.
Non vi è dubbio, infatti, date le proporzioni, che il traffico veicolare aggiuntivo che
potrebbe conseguire dalla realizzazione del progetto del pastificio Granoro,
confrontato con tutto il traffico veicolare complessivo che grava contemporaneamente
sulla intera zona, inteso come somma dei flussi di tutte e tre le strade, è di scarsa
161
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
rilevanza e del tutto trascurabile.
9.9 Produzione di rifiuti
Gli impianti che si intendono installare non produrranno rifiuti diversi da quelli
attualmente prodotti all'interno dell'opificio. E' comunque facilmente prevedibile
una
certa maggiore produzione connessa all'aumento di capacità produttiva ipotizzata.
Per quanto riguarda la tipologia di rifiuti generalmente prodotta nello stbilimento, essi
sono riepilogati nella tabella di seguito riportata. Di essi solo alcuni saranno interessati
direttamente e sensibilmente dalla realizzazione del progetto, mentre gli altri saranno
influenzati in maniera del tutto irrisoria.
DENOMINAZIONE
RIFIUTO
CER
S/SP
CODICI
PERICOLOSITA'
ORIGINE
STATO FISICO
Confezionamento
della pasta
1
IMBALLAGGI IN CARTA
E CARTONE
2
IMBALLAGGI IN
PLASTICA
150102
S
2
3
IMBALLAGGI IN LEGNO
150103
S
2
150101
2
S
Confezionamento
della pasta
Confezionamento
della pasta
Acquisto di materiali
vari
4
IMBALLAGGI METALLICI 150104
5
IMBALLAGGI
CONTENENTI RESIDUI
DI SOSTANZE
PERICOLOSE O
CONTAMINATI DA TALI
SOSTANZE
150110
SP
6
RIFIUTI INORGANICI
DIVERSA DA QUELLI DI
CUI ALLA VOCE 160303
160304
S
7
SOSTANZE CHIMICHE
DI LABORATORIO
CONTENENTI O
COSTITUITE DA
SOSTANZE
PERICOLOSE,
COMPRESE LE
MISCELE DI SOSTANZE
CHIMICHE DI
LABORATORIO
160506
SP
8
BATTERIE AL PIOMBO
160601
SP
2
9
PLASTICA
170203
S
2
S
2
H4 H5 H6 H7
H8 H10 H11
2
Attività di
manutenzione:
lubrificazioni
Manutenzione
2
Laboratorio
Logistica
Manutenzione
162
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
DENOMINAZIONE
RIFIUTO
10 ALLUMINIO
CER
S/SP
170402
CODICI
PERICOLOSITA'
S
ORIGINE
STATO FISICO
Dismissioni
2
Dismissioni
11 FERRO E ACCIAIO
170405
S
2
12 CAVI
170411
S
2
13 FANGHI
190805
S
4
160103
S
2
150106
S
2
PENUMATICI FUORI
14 USO
Dismissioni e
manutenzioni
Depuratore
Trasporti
IMBALLAGGI IN
15 MATERIALI MISTI
16
17
(CONSUMABILI)
APPARECCHIATURE
FUORI USO
CONTENENTI
SOSTANZE
PERICOLOSE
RIFIUTI NON
SPECIFICATI
ALTRIMENTI (prodotti
alimentari avariati)
Attività di ufficio
Manutenzioni
160213
SP
2
H05 - H06 - H14
Logistica
200199
S
2
Manutenzione
18 SOLVENTE ESAUSTO
RIFIUTI CONTENENTI
19 OLIO
140603
SP
160708
SP
170204
SP
H3A - H3B - H04
- H05 - H06 - H07
-H13 - H14
H1 - H2 - H3a H3B - H4 - H5 H13 - H14
4
Manutenzione
4
VETRO PLASTI LEGNO
20 CON SOSTANZE
23
Manutenzione
PERICOLOSE
RIFIUTI SOLIDI URBANI
O ASSIMILABILI
H4 - H5 - H6 H14
160214 S
ASSORBENTI,
25 MATERIALI FILTRANTI,
STRACCI E INDUMENTI
150202 SP
H4 - H5 - H6 - H7
- H8 - H10 - H13 H14
200121 SP
H3A - H3B - H5 H6 - H13 - H14
130802 SP
H4 - H5 - H6 - H7
- H13 - H14
OLIO ESAUSTO DA
28
MATORE
130204 SP
H04 - H05 - H06 H07 - H08 - H10 H11 - H12 - H13 H14
29 RESIDUI DI VERNICE
80121 SP
27 ALTRE EMULSIONI
COMPONENTI
RIMOSSE -
30 CONSUMABILI DI
31
UFFICIO
FANGHI DA FOSSE
SETTICHE
Uffici
2
24 MOTORI ELETTRICI
TUBI FLUORESCENTI
ED ALTRI RIF.
26
CONTENENTI
MERCURIO
2
Manutenzione
2
Manutenzione
2
Manutenzione
H3A - H04 - H05
2
Manutenzione
4
Manutenzione
4
4
Manutenzione
Attività di ufficio
160216 S
2
200304
4
Fosse settiche
163
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
DENOMINAZIONE
RIFIUTO
CER
S/SP
CODICI
PERICOLOSITA'
ORIGINE
STATO FISICO
Manutenzione edile
32 VETRO
170202 S
2
33 LEGNO
170201 S
2
120101 S
2
70213 S
2
LIMATURA E TRUCIOLI
34 DI MATERIALI FERROSI
35 RIFIUTI PLASTICI
Logistica e imballaggi
macchinari
Manutenzione
Manutenzione
S= speciale
SP= speciale
pericoloso
1= solido
polverulento
2= solido
nonpolverulento
3 = Fangoso
palabile
4= Liquido
Avendo accertato che la realizzazione del progetto non comporterà la produzione di nuove
tipologie di rifiuti, scorrendo la lista sopra riportata sono stati individuati i rifiuti che saranno
soggetti in maniera rilevante ad un aumento. Di conseguenza ci soffermeremo su di essi.
Nella tabella seguente sono riportati, per detti rifiuti, le quantità mediamente prodotte negli
ultimi 5 anni e, in apposita colonna, le quantità che si stima potranno essere, al massimo,
prodotte in conseguenza delle nuove installazioni.
DENOMINAZIONE RIFIUTO
CER
PRODUZIONE MEDIA
PRODUZIONE MEDIA
ATTUALE [Ton]
FUTURA [Ton]
IMBALLAGGI IN CARTA E
CARTONE
150101
108,2
135,25
IMBALLAGGI IN PLASTICA
150102
36,160
45,2
IMBALLAGGI IN LEGNO
150103
3,213
OLIO ESAUSTO
130204
0, 940
1,034
FANGHI
190805
16,572
18,00
L'incremento dei rifiuti atteso è variabile da un minimo di qualche punto percentuale, ad un
164
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
massimo del 25%, a seconda del loro "peso" sull'economia del processo. Gli aumenti di
produzione degli altri tipi di rifiuti son giudicati irrilevanti.
L'aumento di produzione dei rifiuti non comporterà un maggiore carico per l'ambiente, dato
che essi saranno prontamente allontanati e smaltiti frequentemente, senza superare gli attuali
limiti di stoccaggio provvisorio presso il sito produttivo (limiti, peraltro, stabiliti dalla
norma).
Tali rifiuti verranno gestiti in maniera conforme alla legge, conferendoli, sia per la
destinazione finale che per il loro trasporto, esclusivamente a società debitamente
autorizzate. A tal proposito si evidenzia che la società ha già provveduto alla iscrizione al
Sistema di tracciabilità dei rifiuti denominato SISTRI che consentirà la gestione dei rifiuti in
maniera telematica e la totale tracciabilità degli stessi.
I rifiuti speciali vengono stoccati temporaneamente su una apposita "piazzola ecologica",
prima di essere conferiti alle società destinatarie inaricate del trasporto e smaltimento.
La piazzola è posta in posizione periferica rispetto ai fabbricati, è pavimentata e resa
impermeabile ed è dotata di un sistema per il drenaggio delle acque meteoriche.
Al fine di evitare la formazione di liquidi di percolazione, tutti i rifiuti speciali pericolosi
vengono stoccati all'interno di appositi contenitori in materiale plastico e sono posti al
coperto sotto tettoie metalliche.
Le operazioni di carico e scarico dei rifiuti speciali vengono annotati su apposito registro di
carico e scarico.
I rifiuti che possono dare origine a liquidi di percolazione pericolosi, posti all’interno di
appositi contenitori stagni, al riparo dalla pioggia sono i seguenti:
Motori elettrici
Riduttori (che possono contenere residui di lubrificanti)
Batterie
Condensatori elettrici
Apparecchiature elettriche dimesse
Corpi illuminanti dismessi
Per quanto riguarda gli olii lubrificanti esausti, i grassi esausti, le emulsioni, essi vengono
riposti all’interno di appositi fusti in acciaio, stagni ed in perfette condizioni, ed
165
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
immediatamente conferiti all’apposito consorzio degli olii usati. I fusti sono riposti su una
apposita piazzola in cls, coperta da apposita tettoia, al riparo dalla pioggia.
Le batterie esauste vengono poste all’interno di casse in plastica pesante e consegnate entro
poche ore dalla dismissione al consorzio delle batterie esauste.
Fig. 17.9 Area coperta per stoccaggio rifiuti
Fig. 18.9 Contenitori in plastica per rifiuti pericolosi
166
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
Fig. 19.9 Modalità di stoccaggio olii esausti: al coperto, all'interno di fusti posti su bacinelle di
raccolta.
Fig. 20.9 Cassetta contenente presidi per gestione versamenti accidentali di olii esausti: segatura,
paletta di raccolta sacchetti di contenimento.
Segue un estratto dell'albo degli smaltitori autorizzati del pastificio Granoro.
167
AUTORIZZAZIONE
/ ALBO
P.IVA
INDIRIZZO
CER RIFIUTI
CONFERITI
OPERATORE
T = TRASPORTO
D=DESTINAZIONE
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
Iscrizione all'Albo ditte che effettuano recupero di
rifiuti non pericolosi
Nr. 5 del 02/07/1997
Iscrizione all'Albo ditte che effettuano recupero di
rifiuti non pericolosi
Nr. 356 del 02/07/2002
RECUPERI PUGLIESI
S.R.L.
T
D
15 01 01
15 01 02
17 04 11
17 04 05
15 01 06
15 04 02
16 02 14
Contrada Gammarolanr. 3
70026 Modugno
2408880728
Albo Nazionale Imprese Gestione Rifiuti. Se. Puglia.
Provvedimento n. 128/S del 5 marzo 2003.
Iscrizione N. BA/141/S
Albo Nazionale Imprese Gestione Rifiuti.
Provvedimento n. 165/0 del 25 marzo 2003.
Iscrizione nr. BA/141/S/O
Provincia di Bari.
n. 99 del 21 dicembre 2000
Determinazi0ne
Provincia di Bari.
Determinazione n. 132 del 16 settembre 2003
168
AUTORIZZAZIONE
/ ALBO
P.IVA
INDIRIZZO
CER RIFIUTI
CONFERITI
OPERATORE
T = TRASPORTO
D=DESTINAZIONE
Comune di Corato
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Iscrizione albo provinciale per attività di recupero
rifiuti non pericolosi al Nr. 356 del 02/07/2002
Iscrizione albo provinciale per attività di recupero
rifiuti non pericolosi al Nr. 9 del 09/02/2007
Comunicazione Albo del 01/06/2007
Iscrizione Albo Gestori Ambientali - Sezione Puglia
Prot. nr. 144 del 13.12.2007
Determinazione n. 2 05 gennaio 2006
Determinazine N. 136 del 24.12.2008
NICOLA VERONICO
T
D
16 06 01
13 02 04
16 02 13
16 05 06
13 07 01
13 08 02
20 01 21
16 04 03
14 06 03
15 01 10
16 01 03
16 07 08
17 02 04
Strada Statale 98 Km. 79,680
70026 Modugno
VRN NCL 49A01A 662R
Albo Nazionale Imprese Gestione Rifiuti.
Provv. N. 288/O del 27.09.2001
Iscrizione nr. BA/593/S/O
Provincia di Bari.
14 aprile 2003
Determinazione n. 55 del
169
AUTORIZZAZIONE
/ ALBO
P.IVA
INDIRIZZO
CER RIFIUTI
CONFERITI
T = TRASPORTO
D=DESTINAZIONE
OPERATORE
Comune di Corato
Pastificio Attilio Mastromauro GRANORO srl - Corato
Verifica di Assoggettabilità alla VIA
08 01 21
Provincia di Foggia.
del 11 maggio 2004
Provincia di Bari.
23 dicembre 2004
Determinazione n. 71/15
Determinazione n.174 del
Provincia di Bari.
n. 180 del 29 dicembre 2004
Determinazione
Albo Nazionale Imprese che effettuano gestione
rifiuti. Sez. Regionale Puglia.
Iscrizione n. BA001070/SO
Albo Nazionale Imprese che effettuano gestione
rifiuti. Sez. Regionale Puglia.
Iscrizione n. BA001070/SO
Det. N° 15 Provincia di Foggia del 25 gennaio 2005
Determinazione Dirigenziale nr. 82 del 27.09.2007
Determinazione nr. 24 del 17 aprile 2008. Provincia di
Bari
A.I.A.- Autorizzazione Integrata Ambientale nr. 393
del 23 giugno 2008
170
ASIPU - Azienda Servizi
Igiene Pubblica Utilità
T
D
20 01 99
Via Lama di Grazia 4 70033
Corato
AUTORIZZAZIONE
/ ALBO
P.IVA
INDIRIZZO
CER RIFIUTI
CONFERITI
OPERATORE
T = TRASPORTO
D=DESTINAZIONE
Comune di Corato
Pastificio Attilio Mastromauro GRANORO srl - Corato
Verifica di Assoggettabilità alla VIA
Albo Naz. Imprese gestione rifiuti. Sez. Regionale
Puglia.
Provv. N. 30/0 del 13
gennaio 2003
5460050726 Iscrizione N. BA/221/C/O
Provincia di Bari.
Determinazione nr. 1 del 14 gennaio 2000
RIZZI ARCANGELO
ECOLOGIA SRL
D
19 08 05
Via dei Gladioli 39 70026
Modugno
4725650727
Provincia di Bari.
Determinazione nr. 4 del 11 gennaio 2005
ECOPUGLIA di Modesti
Maria & C. snc
T
190805
Via B. Gigli 2/A 70033 Corato
5551980724
Albo Nazionale Imprese Gestione Rifiuti. Sez. Reg.
Puglia.
Provvedimento n. 367/0 del
10 giugno 2003
Nr. Iscr.
Albo BA/544/0
Albo Nazionale Imprese Gestione Rifiuti. Se. Reg.
Puglia. Provvedimento n. 429/0 del 8 luglio 2003
Albo Nazionale Gestori Ambientale Prot. 9363 del 24
giugno 2008
171
AUTORIZZAZIONE
/ ALBO
P.IVA
INDIRIZZO
CER RIFIUTI
CONFERITI
OPERATORE
T = TRASPORTO
D=DESTINAZIONE
Comune di Corato
Pastificio Attilio Mastromauro GRANORO srl - Corato
Verifica di Assoggettabilità alla VIA
N. 380 dell'Albo Provinciale
AMBIENTE E
TECNOLOGIE SRL
D
150106
Strada Statale 98 KM 78,200
70032 Bitonto
4420280721 Provincia di Bari.
Determinazione N. 91 del 27 giugno 2003
Provincia di Bari.
Determinazione N. 110 del 9 giugno 2004
Provincia di Bari.
Determinazione N. 91 del 27 giugno 2003
FABBRICA Servizi per
l'innovazione - ONLUS
150106
T
Via Ciro Menotti 10 70033
Corato
5600200728
Albo Nazionale Imprese Gestione Rifiuti. Sez. Reg.
Puglia. Iscrizione N. BA001026/S del 2 marzo 2004
Albo Nazionale Imprese Gestione Rifiuti. Sez. Reg.
Puglia. Iscrizione N. BA001026/OS del 1 giugno
2004
Prot.
BA002487/2004 del 01.06.2004
172
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Pastificio Attilio Mastromauro GRANORO srl - Corato
Verifica di Assoggettabilità alla VIA
Fig. 21.9 Planimetria con ubicazione della piazzola ecologica (tratteggiata in colore blu)
Ogni smaltimento viene accompagnato da formulario di identificazione rifiuto.
173
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
10. RELAZIONE SULLA CONFORMITA' DEL PROGETTO ALLA
NORMATIVA IN MATERIA AMBIENTALE E PAESAGGISTICA,
NONCHE'
AGLI
STRUMENTI
DI
PROGRAMMAZIONE
O
PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ED URBANISTICA
10.1 QUADRO NORMATIVO IN MATERIA AMBIENTALE E
PAESAGGISTICA
La Legge Regionale Regione Puglia n° 11/2001, all'articolo 16, nell'elencare la
documentazione che deve essere predisposta per la verifica di assoggettabilità alla
VIA, raccomanda la redazione di una relazione sulla conformità del progetto alla
normativa in materia ambientale e paesaggistica, nonchè agli strumenti di
programmazione o pianificazione territoriale ed urbanistica.
La presente relazione, pertanto, è stata redatta proprio in applicazione di tale
dispozione.
Sono state prese in considerazione tutte le componenti ambientali fondamentali:
1. Atmosfera
2. Acqua
3. Suolo e sottosuolo
4. Produzione rifiuti
5. Inquinamento acustico
6. Vegetazione, flora, fauna ed ecosistemi naturali
7. Paesaggio e patrimonio
Di seguito si riporta, per ciascuna componente ambientale, una disanima delle
maggiori norme vigenti, con un riferimento agli eventuali obblighi da rispettare
nella realizzazione del progetto in esame.
Seguirà un paragrafo dedicato alla individuazione dei principali strumenti di
174
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
programmazione e pianificazione del territorio vigenti dinmostrando come il
progetto sia concorde con quanto stabilito da detti strumenti.
Atmosfera
Tralasciando le norme più antiche, risalente ai primi decenni del 900, da un punto
di vista storico la prima norma emanata in Italia a tutela della qualità dell'aria è
stata la Legge 13 luglio 1966, n. 615, detta anche "legge antismog". Essa infatti
recava
"provvedimenti
contro
l'inquinamento
atmosferico"
e
conteneva
disposizioni tecniche relative agli impianti di combustione, con un capitolo
dedicato ai veicoli a motore.
Con il D.P.R. 22 dicembre 1970 n. 1391 viene introdotto un regolamento per la
applicazione della Legge n. 615, limitatamente agli impianti termici.
In tempi più recenti una importante normativa di riferimento è stato il D.P.R.
203/88, aggiornato con il successivo D.M. 02/04/2002 n° 60, articolo 40, che ha
attribuito alle Regioni la competenza per la predisposizione di piani
di
rilevamento, prevenzione, conservazione e risanamento della qualità dell'aria. Con
detta legge è stata introdotto l'obbligo della Autorizzazione alle emissioni,per tutte
le emissioni che sono suscettibili di produrre inquinamento atmosferico,
individuando proprio nelle Regioni l'Autorità Competente.
Con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 21 luglio 1989 è stato
emanato l'atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni per l'attuazione e
l'interpretazione del D.P.R. 203/88. Con dette normative successive sono state
introdotte le categorie di emissioni poco significative ed a ridotto inquinamento
atmosferico. Le prime sono riportate in apposito elenco e non sono sottoposte ad
autorizzazione, le seconde
Altre disposizioni sono state emanate dal Ministero dell'Ambiente con il Decreto
del 27 marzo 1998, riguardante norme in materia di mobilità sostenibile nelle aree
urbane soggette a problemi diinquinamento atmosferico, e con il Decreto del 21
aprile 1999 relativo al regolamento per l'individuazione dei criteri ambientali e
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
sanitari in base ai quali i sindaci possono adottare misure di delimitazione della
circolazione dei mazzi di trasporto nei comuni ricadenti in
aree soggette a
fenomeni gravi di inquinamento dell'aria.
Tutta la disciplina riguardante la materia della tutela dell'aria e della riduzione
delle emissioni in atmosfera è stata recentemente fatta confluire nel cosiddetto
Codice dell'Ambiente approvato con D.Lgsl. 3 aprile 2006 n° 152 "Norme in
materia ambientale" che ha dedicato alla tutela dell'aria la Parte Quinta. Il D.Lgsl
152/2006 ha confermato l'obbligo dell'Autorizzazione alle emissini in atmosfera.
Recentemente la Regione Puglia, con la Legge Regionale 14 giugno 2007 n° 17
ha delegato alla Provincia il copito di provvedere al rilascio delle Autorizzazioni
in Atmosfera.
Per quanto riguarda il progetto, si è gioà detto che esso prevede, fra i vari
interventi, anche la realizzazione di due nuove linee di produzione della pasta, con
alcuni impianti accessori. Tali macchinari saranno dotati di nuove emissioni
canalizzate in atmosfera.
E' stato detto, nell'apposito paragrafo al capitolo 9, che in conseguenza del
progetto saranno attivate nr. 7 nuove emissioni in atmosfera. Per esse il Pastificio,
a tempo debito e preventivamente, dovrà provvedere a richiedere la prescritta
Autorizzazione alle Emissioni. La richiestra dovrà essere inoltrata presso la
Amministrazione provinciale di Bari.
Nel caso in cui il Pastificio decidesse di richiedere una Autorizzazione Integrata
Ambientale, dette emissioni, aggiuntive, unitamente a quelle preesistenti, saranno
inserite nel procedimento.
Acqua
La principale normativa di riferimento nazionale in materia di tutela delle acque
dall'inquinamento è costituito dal D.Lgsl n. 152/1999, così come modificato ed
integrato dal D.Lgsl n. 258/2000.
Anche per l'acqua il Codice dell'Ambiente (D.Lgsl 152/2006) ha dedicato una
176
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
apposita sezione.
Gli obiettivi della disciplina sono la prevenzione e la riduzione dell'inquinamento
dei corpi idrici inquinati, il miglioramento dello stato delle acque e la protezione
di quelle destinate a particolari usi, perseguire usi sostenibili e durevoli delle
risorse idriche, conpriorità di quelle potabili.
Il progetto non prevede significative variazioni degli scarichi; l'intervento più
importante sarà rappresentato dalla installazione di una nuova macchina lava
trafila che ha lo scopo di effettuare cicli di lavaggio con acqua delle trafile.
Per questo tipo di scarico aggiuntivo, che seguirà lo stesso tipo di trattamento
preventivo di quello delle mnacchine preesistenti, il Pastificio provvederà ad
effettuare la apposta segnalazione presso la società AQP che gestisce la rete di
fogna pubblica, preventivamente alla attivazione dello scarico.
Suolo e sottosuolo
In generale, per difesa del suolo si intende il complesso di attività di analisi, di
prevenzione e di risanamento che comprende tutti gli interventi necessari per la
riduzione del rischio idraulico, la stabilizzazione dei fenomeni di dissesto
idrogeologico, l'ottimizzazione dell'uso e della gestione delle risorse idriche, la
manutenzione e sistemazione della rete idraulica.
Obiettivi prioritari della difesa del suolo sono la sicurezza della popolazione.
La principale normativa di riferimento è costituita dalla Legge n° 183/1989 che,
con le successive modifiche ed integrazioni, è confluita nel Codice dell'Ambiente
(D.Lgsl 152/2006).
Per quanto attiene la contaminazione del suolo e del sottosuolo, in passato la
normativa italiana è sempre stata molto carente. Quando bisognava analizzare la
qualità del suolo per evidenziare eventuali contaminazioni in atto o pregresse,
veniva presa a riferimento la normativa di alcuni stati europei (Olanda, Germania,
Regno Unito).
Attualmente, la base del corpus normativo in ambito nazionale relativo ai siti
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contaminati è costituita dal DLgs 22/97, il cosiddetto “Decreto Ronchi”, ed in
particolare dall'art. 17, "Bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati", nel
quale, coerentemente alla filosofia ispiratrice dell'intero decreto secondo il quale
"chi inquina, paga", si legge che "Chiunque cagiona, anche in maniera
accidentale, il superamento dei limiti di cui al comma 1, lettera a), ovvero
determina un pericolo concreto ed attuale di superamento dei limiti medesimi, è
tenuto a procedere a proprie spese agli interventi di messa in sicurezza, di
bonifica e di ripristino ambientale delle aree inquinate e degli impianti dai quali
deriva il pericolo di inquinamento".
I "limiti", citati nell'articolo su riportato, sono limiti di accettabilità della
contaminazione di suolo, sottosuolo e acque sotterranee, definiti, insieme a tutte le
procedure e i criteri da seguire in un intervento di bonifica, nel DM del 25 ottobre
1999 n.471 “Regolamento recante criteri, procedure e modalità per la messa in
sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati, ai sensi
dell'art.17 del DLgs 22/97, e successive modifiche e integrazioni”.
Inoltre all'art. 2 del DM 471/99 si legge che "Ai fini del presente decreto è
inquinato il sito nel quale anche uno solo dei valori di concentrazione delle
sostanze inquinanti nel suolo o nel sottosuolo o nelle acque sotterranee o nelle
acque superficiali risulta superiore ai valori di concentrazione limite accettabili
stabiliti dal presente regolamento". I valori di concentrazione limite ammissibile
(CLA) per le diverse sostanze contaminanti sono riportati nel suddetto decreto
(Tab. 1 All. 1) e sono distinti a seconda che la destinazione d'uso dell'area sia
residemziale/verde pubblico o privato (colonna A) o industriale/commerciale
(colonna B). Per le acque sotterranee è stato definito un solo valore limite per ogni
sostanza contaminante, in conformità a quanto normato nel DLgs 152/99 per
l'utilizzo a scopi potabili delle acque sotterranee.
In caso di accertato superamento dei valori di CLA, viene avviato il procedimento
relativo alla bonifica del sito, che è scandito dai tre passi progettuali quali Piano
della Caratterizzazione, Progetto preliminare e Progetto definitivo, e si conclude
con l'intervento vero e proprio di bonifica, autorizzato dall'Amministrazione
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comunale competente (sulla base del progetto definitivo approvato) e
successivamente certificato dalla Provincia.
La scelta di sottoporre un sito alle indagini preliminari per la verifica
dell’eventuale superamento dei limiti di qualità dipende dalla possibilità che il
sito, per la sua storia passata o attuale, possa essere stato o sia oggetto di fenomeni
di inquinamento. A tal proposito, in occasione di realizzazioni edilizie recenti, il
Pastificio ha fatto eseguire analisi chimico-fisiche su campioni di terreno estratti
in profondità (analisi di cessione) che hanno scongiurato la presenza di
contaminazioni o forme di inquinamento pregresse del sito.
Per quanto riguarda il progetto attuale si evidenzia come esso, non avendo alcun
carattere edilizio, non avrà alcuna attinenza con le problematiche della difesa del
suolo e del sottosuolo.
Rifiuti
La normativa di riferimento per i rifiuti è oramai la parte IV del D.Lgsl 152/2006.
In precedenza, il D.Lgsl 22/1997, il cosiddetto Decreto Ronchi, nel dare
attuazione alle direttive dell'Unione Europea relative ai rifiuti pericolosi ed agli
imballaggi, attivava la pianificazione della gestione al fine di ottenere la riduzione
delle quantità, dei volumi e della pericolosità di detti rifiuti, attribuendo specifiche
competenze alle Regioni.
Il citato Codice dell'Ambiente che oggi governa quasi interamente la materia,
dedica ampio spazio alla problematica della gestione dei rifiuti. La parte Quarta è
infatti denominata "Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti
inquinati".
La legge classifica i rifiuti:
- secondo l'origine in: rifiuti urbani e speciali
- secondo le caratteristiche di pericolosità in: pericolosi e non pericolosi
La norma impone una gestione ordinata dei rifiuti, sancendo i seguenti obblighi:
- obbligo di conferire i rifiuti prodotti a soggetti debitamente autorizzati o
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
comunque abilitati per le operazioni di trasporto e/o recapito finale
- obbligo di accompagnare ogni conferimento di rifiuti speciale con apposito
formulario di identificazione, redatto in 4 copie originali;
- obbligo di registrare tutte le operazioni di carico e scarico dei rifiuti nelle
apposite aree aziendali su apposito registro vidimato.
Il Pastificio Granoro è ovviamente produttore di rifiuti urbani, che vengono
conferiti al sistema pubblico di raccolta gestito da azienda municipalizzata e rifiuti
speciali, sia nella tipologia dei non pericolosi che in quella dei pericolosi.
Tali rifiuti vengon gestiti nella stretta osservanza di tutti gli adempimenti di legge
sopra elencati.
E' stato già detto, nell'apposito capitolo, che la realizzazione del progetto
determinerà un aumento della produzione dei suddetti rifiuti i quali
continueranno, comunque, ad essere gestiti nel rispetto delle consuete norme di
legge.
Rumore
In materia di inquinamento acustico, i riferimenti legislativi principali in ambito
nazionale sono la L 447/95 - “Legge quadro sull'inquinamento acustico”, il
DPCM del 01/03/1991 - “Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti
abitativi e nell'ambiente esterno” e i decreti attuativi ai quali la legge quadro
demanda la completa normazione della materia. I decreti più significativi previsti
dalla legge quadro, in parte successivamente approvati e in parte ancora attesi,
sono:
-
DPCM 14 novembre 1997 – “Determinazione dei valori limite delle
sorgenti sonore” che individua i limiti di esposizione ai rumore per le
sorgenti fisse e mobili;
-
DM 16 marzo 1998 “Tecniche di rilevamento e di misurazione
dell'inquinamento acustico”, decreto interministeriale che definisce le
norme tecniche per l'esecuzione delle misure e la metodologia per la
180
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
misura del rumore ferroviario e stradale;
-
Entro il 29/12/96 era prevista, con un decreto del Presidente della
Repubblica, l'approvazione dei regolamenti di esecuzione relativi alla
disciplina dell'inquinamento acustico derivante dal traffico degli
autoveicoli;
-
Entro la medesima data con decreto dei ministro dell'ambiente avrebbero
dovuto essere determinati i criteri per la predisposizione dei piani di
contenimento ed abbattimento del rumore, da parte delle società e degli
enti gestori di servizi pubblici;
-
Entro tale data i comuni avrebbero dovuto avere dalla Regione i criteri con
le modalità di controllo del rispetto delle norme sull'inquinamento
acustico, delle norme sulla redazione dei Piani comunali di risanamento
acustico ed i criteri per la predisposizione della “Valutazione di impatto
acustico” e quelli per stabilire le priorità negli interventi di bonifica.
La L 447/95 stabilisce “i principi fondamentali in materia di tutela dell'ambiente
esterno e dell'ambiente abitativo dall'inquinamento acustico” , intendendo per:
a. inquinamento acustico: l'introduzione di rumore nell'ambiente abitativo o
nell'ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo ed alle
attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli
ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell'ambiente abitativo o
dell'ambiente esterno o tale da interferire con le legittime fruizioni degli
ambienti stessi;
b. ambiente abitativo: ogni ambiente interno ad un edificio destinato alla
permanenza di persone o di comunità ed utilizzato per le diverse attività
umane, fatta eccezione per gli ambienti destinati ad attività produttive;
c. sorgenti sonore fisse: gli impianti tecnici degli edifici e le altre
installazioni unite agli immobili anche in via transitoria il cui uso produca
emissioni sonore; le infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali,
marittime, industriali, artigianali, commerciali ed agricole; parcheggi; le
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aree adibite a stabilimenti di movimentazione merci; i depositi dei mezzi
di trasporto di persone e merci; le aree adibite ad attività sportive e
ricreative;
d. sorgenti sonore mobili: tutte le sorgenti sonore non comprese nella lettera
“c”.
La legge quadro definisce inoltre le competenze dell'amministrazione pubblica
centrale e periferica.
Allo Stato spetta, oltre la determinazione dei criteri di misurazione del rumore,
l'individuazione dei valori limite di emissione, di immissione, di qualità e di
attenzione, definiti nel seguente modo:
-
valore limite di emissione: valore massimo di rumore che può essere
emesso da una sorgente sonora, misurato in prossimità della stessa;
-
valore limite di immissione: valore massimo di rumore che può essere
immesso da una o più sorgenti sonore nell'ambiente abitativo o
nell'ambiente esterno, misurato in prossimità dei ricettori;
-
valore di qualità: valore di rumore da conseguire nel breve, medio e lungo
periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili per
realizzare gli obiettivi di tutela previsti dalla legge quadro;
-
valore di attenzione: valore di rumore che segnala la presenza di un
potenziale rischio per la salute umana o per l'ambiente.
Oltre ad effettuare la zonizzazione acustica, i Comuni devono provvedere
all’adozione di piani di risanamento acustico che contengano:
-
l'individuazione della tipologia e dell'entità dei rumori presenti, incluse le
sorgenti mobili, nelle zone da risanare;
-
l'individuazione dei soggetti a cui compete l'intervento;
-
l'indicazione delle priorità, delle modalità e dei tempi per il risanamento;
-
la stima degli oneri finanziari e dei mezzi necessari;
-
le eventuali misure cautelari a carattere d'urgenza per la tutela
dell'ambiente e della salute pubblica.
Le Regioni sono tenute a definire, mediante apposite norme tecniche attuative, i
182
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criteri in base ai quali i Comuni devono effettuare la zonizzazione acustica, cioè la
suddivisione del loro territorio in zone a diverso livello di protezione, come
previsto dalle disposizioni del DPCM del 01/03/1991 (Tabella 4.4-1). Esse
devono inoltre predisporre un piano regionale triennale di intervento per la
bonifica dall'inquinamento acustico, al quale si devono adeguare i singoli piani di
risanamento acustico comunali.
Tabella 4.4-1: classificazione del territorio comunale (DPCM 01/03/91; DPCM 14/11/97)
-
Classe I - Aree particolarmente protette: Aree nelle quali la quiete
rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere,
scolastiche, aree destinate al riposo e allo svago, aree residenziali rurali,
aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici.
-
Classe II - Area destinata ad uso residenziale: Aree urbane interessate
prevalentemente da traffico veicolare locale, con basse densità di
popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di
attività industriali e artigianali.
-
Classe III - Area di tipo misto: Aree urbane interessate da traffico
veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione,
con presenza di attività commerciali e uffici, con limitata presenza di
attività artigianali e con assenza di attività industriali; aree rurali
interessate da attività che impiegano macchine operatrici.
-
Classe IV - Area di intensa attività umana: Aree urbane interessate da
intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata
presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività
artigianali; aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee
ferroviarie; aree portuali; aree con limitata presenza di piccole industrie.
-
Classe V - Area prevalentemente industriale: Aree interessate da
insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni.
-
Classe VI - Area esclusivamente industriale: Rientrano in questa classe le
aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di
insediamenti abitativi.
183
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
La legge stabilisce anche l'obbligo di produrre la documentazione di previsione di
impatto acustico, redatta secondo le indicazioni contenute in apposite leggi
regionali, in sede di presentazione di domande per il rilascio di concessioni
edilizie e di licenze o autorizzazioni all'esercizio per nuovi impianti e
infrastrutture adibiti ad attività produttive, sportive e /o ricreative e commerciali
polifunzionali.
Il DPCM del 141/1197 fissa i valori limite di emissione, di immissione, di qualità
e di attenzione, come definiti nella legge quadro.
I valori limite di emissione (validi sia per le sorgenti fisse sia per quelle mobili) e i
valori limite di immissione, differenziati a seconda della classe di destinazione
d'uso del territorio, sono riportati rispettivamente in Tabella I e in Tabella II.
Per quanto riguarda i soli limiti di immissione, oltre al rispetto del limite massimo
di esposizione al rumore in funzione delle destinazioni d'uso dell'ambiente esterno
e degli ambienti abitativi, il DPCM del 141/1197 introduce il criterio
differenziale, basato sulla differenza fra il livello equivalente del rumore
ambientale (in presenza della sorgente di disturbo) e quello del rumore residuo (in
assenza della sorgente). II limite è fissato in 5 dB(A) durante il periodo diurno e 3
dB(A) durante il periodo notturno e la verifica del criterio differenziale deve
essere effettuata all’interno degli ambienti abitativi e nel tempo di osservazione
del fenomeno acustico.
Tabella I : valori limite di emissioni (Leq in dB(A)) (DPCM 4/11/97)
Classe di destinazione
Limite assoluto
d'uso del territorio
Leq in dB(A)
Diurno (06.00-22.00)
Notturno (22.00-06.00)
I
45
35
II
50
40
III
55
45
IV
60
50
V
65
55
VI
65
55
184
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
Tabella II: valori limite di immissioni (Leq in dB(A)) (DPCM 01/03/91; DPCM 141/1197)
Classe di destinazione
d'uso del territorio
Limite assoluto
Limite differenziale
Leq in dB(A)
Leq in dB(A)
Diurno
Notturno
Diurno
Notturno
(06.00-22.00)
(22.00-06.00)
(06.00-22.00)
(22.00-06.00)
I
50
40
5
3
11
55
45
5
3
III
60
50
5
3
IV
65
55
5
3
V
70
60
5
VI
70
70
-
-
Le precedenti disposizioni riguardanti i limiti differenziali non si applicano:
nelle aree classificate in classe VI;
-
alla rumorosità prodotta da infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali
e marittime;
-
alla rumorosità prodotta da attività e comportamenti non connessi con
esigenze produttive, commerciali e professionali;
-
alla rumorosità prodotta da servizi e impianti fissi dell'edificio adibiti ad
uso comune, limitatamente al disturbo provocato all'interno dello stesso;
-
se il rumore misurato a finestre aperte è inferiore a 50 dB(A) durante il
periodo diurno e a 40 dB(A) durante il periodo notturno oppure se il
livello di rumore ambientale misurato a finestre chiuse è inferiore a 35
dB(A) durante il periodo diurno e a 25 dB(A) durante il periodo notturno
(in questi casi si ritiene l'effetto del rumore trascurabile).
In Tabella III sono riportati i criteri di qualità da conseguire nel breve, nel medio e
nel lungo periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili, per
realizzare gli obiettivi di tutela previsti dalla legge quadro.
185
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
Tabella III: valori di qualità (Leq in dB(A)) (DPCM 141/1197)
Classe di destinazione
Limite di qualità
d'uso del territorio
Leq in dB(A)
Diurno (06.00-2.00)
Notturno (2.00-06.00)
I
47
37
II
52
42
III
57
47
IV
62
52
V
67
57
VI
70
70
Per quanto riguarda i valori di attenzione, quelli relativi ai tempi di riferimento
diurno (6:00-22:00) e notturno (22:00-6:00) corrispondono ai valori limite di
immissione riportati in Tabella II, mentre quelli riferiti ad un’ora corrispondono
agli stessi valori di Tabella II, aumentati però di 10 dB per i periodo diurno e di 5
dB per quello notturno.
Nel caso il comune non abbia ancora provveduto alla zonizzazione acustica del
proprio territorio, si applicano, in regime transitorio e solo per le sorgenti fisse, i
limiti assoluti e differenziali riportati in Tabella IV, dove le zone A e B sono
quelle definite nel DM 1444/168, decreto ministeriale peraltro concepito
esclusivamente ai fini urbanistici senza considerazione delle problematiche
acustiche: la zona “A” comprende agglomerati che rivestono carattere storico
artistico o di particolare pregio ambientale, mentre la zona “B” comprende aree
totalmente o parzialmente edificate diverse dalla zona A.
186
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
Tabella IV: valori limite di immissione validi in regime transitorio (DPCM 01/03/91; L 447/95)
Limite assoluto (Leq (A))
Limite differenziale (Leq (A))
Diurno
Notturno
Diurno
Notturno
(06.00-22.00)
(22.00-06.00)
(06.00-22.00)
(22.00-06.00)
Zona A (DM 1444/68)
65
55
5
3
Zona 8 (DM 1444/68)
60
50
5
3
Altre (tutto il territorio)
70
60
5
3
Esclusivamente industriali
70
70
-
-
Zone
Per infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali e marittime, all'interno delle
rispettive fasce di pertinenza non si applicano i valori limite di emissione e
immissione stabiliti dal DPCM del 141/1197, ma valgono limiti fissati da specifici
decreti attuativi. All'esterno di tali fasce, però, le sorgenti concorrono al
raggiungimento dei limiti assoluti di immissione. Per quanto riguarda i limiti
assoluti di immissione di rumore dovuto alle infrastrutture ferroviarie, si deve far
riferimento al DPCM 459/98 - “Regolamento recante norme di esecuzione
dell'art.11 della L 447/95, in materia di inquinamento acustico derivante da
traffico ferroviario”.
Alla normativa nazionale si aggiunge quella regionale. La legge fondamentale
della Regione Puglia in tema di Rumore è la Legge Regionale 12 febbraio 2002 n°
3 "Norme di indirizzo per il contenimento e la riduzione dell'inquinamento
acustico". Questa legge oltre ad impartire disposizioni in materia di zonizzazione
acustica ed a fissare valori limite di rumorosità, ha
stabilito compiti e
responsabilità dei vari enti (Competenze della Regione, Competenze della
Provincia, Competenza dei Comuni).
In relazione alle attività imprenditoriali ha stabilito quanto segue:
Art. 11 (Piano di risanamento delle imprese): "Le imprese verificano, entro tre
mesi dall'approvazione della zonizzazione comunale, la rispondenza dei valori
delle proprie emissioni sonore con i limiti previsti dalla presente normativa e ne
danno informazione al Comune mediante autocertificazione ai sensi della legge 4
gennaio 1968, n. 15.
187
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
2. In caso di esito negativo, l'impresa si adegua ai limiti imposti mediante apposito
piano di risanamento, entro i successivi sei mesi, fatto salvo quanto disposto
dall'articolo 2, comma 3, del d.p.c.m. 1° marzo 1991.
3. Il piano di risanamento, autocertificato ai sensi della legge 15/1968, è
trasmesso ai Comuni competenti per territorio.
4. I Comuni, avvalendosi dell'ARPA, approvano, entro novanta giorni dalla loro
presentazione, i piani di risanamento acustico, verificandone la compatibilità con
la zonizzazione acustica comunale e trasmettendo alla Provincia, in caso di esito
positivo, le risultanze ai fini dei successivi controlli.
Il Comune di Corato non ha ancora approvato un piano di zonizzazione acustica
del territorio, per cui non è ancora operante l'obbligo di cui al primo paragrafo
dell'articolo 11.
Articolo 12 (Nuove attività imprenditoriali): 1. Per l'esercizio di nuove attività
imprenditoriali, ovvero per ampliamenti o modifiche di attività esistenti, che
determinano un livello di rumore ambientale superiore a 40 dB(A) durante il
periodo diurno e superiore a 30 dB(A) durante il periodo notturno, l'impresa deve
presentare alla Provincia apposita relazione tecnica asseverata da un tecnico
competente, che documenti il rispetto dei limiti di cui alla presente normativa
Si ritiene che il progetto sottoposto a verifica di assoggettabilità a VIA
che il
Pastificio A. Mastromauro Granoro srl intende realizzare rientri nei requisiti
descritti nell'articolo 12 dato che
si riferisce ad attività di ampliamento e
modifica e l'attività determina rumore ambientale superiore ai limiti di 30 dB(A)
durante il periodo notturno e di 40 dB(A) durante il periodo diurno. Pertanto è
stata predisposta una apposita relazione tecnica (integralmente riprodotta nel
fascicolo degli Allegati), redatta ed asseverata da tecnico competente in acustica,
che è entrata a far parte del presente documento di valutazione della
assoggettabilità alla VIA e che sarà anche inviata preventivamente alla Provincia
188
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
in modo da ottemperare al suddetto obbligo.
Tale relazione fonometrica, di carattere preventivo, documenta il rispetto dei
limiti di cui alla legge Regionale 3/2002.
Campi Elettromagnetici
Le norme presenti nel settore sono le seguenti:
Legge 22 febbraio 2001 n° 36: è la legge quadro che fissa i principi generali ai
quali devono attenersi le attività di prevenzione , rimandando a provvedimenti
specifici, l’applicazione dei casi specifici. In esso vengono fissati
D.P.R. 8 luglio 2003 n° 199: “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di
attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle
esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze
comprese fra 100 kHz e 300 GHz.
D.P.R. 8 luglio 2003, n° 200: “Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di
attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle
esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati
dagli elettrodotti (bassa frequenza).
Vegetazione, flora, fauna ed ecosistemi naturali
Per quanto attiene la vegetazione, flora, fauna ed ecosistemi, si fa notare come
linsediamento sia ubicato all'interno di un'area quasi integralmente urbabizzata
costituita da aree periferiche attigue ad una zona industriale.
Le aree ancora livere rilevabili nella zona sono comunque destinate alla
edificazione.
Di conseguenza non vi sono particolari considerazioni e tutele da adottare verso le
suddete componenti ambientali.
Paesaggio e patrimonio
Le considerazioni appena svolte sono valide anche per le componenti paesaggio e
patrimonio artistico o archeologico.
189
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D'altra parte l'area in questione non è inclusa in aree soggette a tutele particolari;
lo stesso PUTT Regionale ha inteso perimetrarla come appartenente agli Ambiti
Territoriali Estesi di valore normale "E", "laddove non è direttamente dichiarabile
un significativo valore paesaggistico"
10.2 STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZIONE
TERRITORIALE
Gli strumenti di programmazione e di pianificazione territoriale che saranno presi
in considerazione sono:
- Piano Regolatere Generale
- Piano per insediamenti produttivi in cui ricader l'area
- PUTT/T
- PAI: Piano di Bacino di Assetto Idrogeologico
Piano Regolatore Generale e Piano Particolareggiato (PPIP)
Il Piano Regolatore Generale vigente nel Comune di Corato è stato approvato nel
1979. Esso ha tipizzato l'area su cui sorge il Pastificio Granoro in maniera varia,
prevedendo alcune superfici come Zona "D" (industriale) , alcune Aree destinate a
Fi, altre come "C" (aree di espansione).
Nella figura seguente è riportato uno stralcio dellatavola di PRG riguardante l'area
del Pastificio A. Mastromauro Granoro srl. In essa si possono notare, aiutandosi
anche con la didascalia, una fascia di rispetto, della larghezza di 30 metri,
contermine con la Strada Provinciale 231 (all'epoca Strada Statale 98), una fascia
di area industriale all'interno della quale ricade l'originario impianto del Pastificio
costituito dai primi due capannoni e dalla palazzina uffici. Segue una ampia zona
a forma triangolare tipizzata per metà come Zona Fì e per metà con area di
190
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
espansione "C" destinata a civili abitazioni. Sulla planimetria è visibile una fascia
che separa la zona industriale da quella tringolare appena descritta,
originariamente destinata a strada (secondo un progetto di svolcolo ANAS) e che
successivamente, a seguito di rinuncia dell'ANAS al progetto di costruzione, ha
perduto la tipizzazione urbanistica originaria,
riassumendo una destinazione
generica di zona agricola ("E").
L'area in questione è stata inserita nel Piano Particolareggiato per gli Insediamenti
Produttivi della Zona D/2 del Comune di Corato.
Fig. 1.10 Stralcio tavola P.R.G. del Comune di Corato
Il Pastificio è sorto fra il 1965 ed il 1967 (la inaugurazione è avvenuta del gennaio
1967). Le strutture edilizie in cui si svolge oggi l'attività industriale sono state
costruite mediante ampliamenti successivi avvenuti nel tempo. I primi due
capannoni, con l'annessa palazzina uffici e gli uffici tecnici, sono stati realizzati
prima dell'entrata in vigore del PRG, in vigenza della cosiddetta "Legge Ponte";
191
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
tutte le restanti parti, costruite in apliamento (capannoni nr. 3, 4,5,6 ),sono state
realizzate ed assentite ai sensi del vigente PRG.
Si evedenzia come tali
ampliamenti successivi siano avvenuti su terreni in parte non tipizzati come aree
idustriali, bensì come Fi, C ed E. Ciò è stato possibile in virtù di una apposita
norma derogatoria contenuta nelle Norme Tercniche di Attuazione del PRG che,
all'articolo 7, dispone quanto di seguito testualmente riportato:
"I proprietari di immobili esistenti e destinati ad attività produttive e secondarie
(fatta eccezione per quelle insalubri) al di fuori delle zone industriali, artigianali
e commerciali previste dal PRG potranno richiedere l'autorizzazione per
interventi di.........ampliamento. Le singole richieste di ampliamento verranno
approvate dal Consiglio Comunale sulla base delle norme tecniche di attuazione
del PRG valevoli per le zone industriali, artigianale e commerciali a seconda del
tipo di intervento...".
In effetti, successivamente al 1979 ed all'entrata in vigore del PRG il Pasgtificio
Granoro ha usufruito di tale norma per i seguenti tre ampliamenti, assentiti dalle
relative Delibere di Consiglio Comunale:
Delibera di C.C. n° 342 del 16/12/1983: Scoperta coperta di 2760 mq
Delibera di C.C. n° 134 del 27/03/1990: Superficie coperta di 5221 mq.
Delibera di C.C. n° 18 del 29/01/1992: Superficie coperta di 2890 mq.
L'ultima realizzazione - la quarta - è consistita nella costruzione di un Magazzino
Automatico Autoportante, con annesso un Vano adibito a Piano carico, realizzato
fra il 2007 ed il 2008, mediante procedura di Deroga al PRG prevista dal DPR
447/1995 e dalla Delibera di Giunta Regionale Regione Puglia n° 2226 del 23
dicembre 2003 (successivamente ampliata e rivisitata mediante la Delibera di
Giunta Regionale 27 novembre 2007 n° 2000 intitolata " Linee guida per
l'applicazione del Decreto del Presidente della Repubblica 20 ottobre 1998, n. 447
e successive modificazioni. Sportello Unico per le Attività Produttive").
Tali norme infatti, recepite da apposito Regolamento del Comune di Corato,
dispongono la possibilità di ampliamento di attività produttive preesistenti in
deroga agli strumenti urbanistici vigenti, a condizione che siano rispettati i
192
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
seguenti requisiti:
1) il progetto presentato deve essere conforme alle norme ambientali,
sanitarie e di sicurezza del lavoro;
2) lo strumento urbanistico:
3) deve essere caratterizzato dalla mancanza di aree da destinare
all’insediamento di impianti produttivi, con classificazione di zona idonea
al tipo di richiesta presentata;
A) oppure le aree previste dal medesimo strumento urbanistico devono
risultare insufficienti in relazione al progetto presentato.
B) l’indizione della conferenza deve essere oggetto di pubblico avviso in
quanto ogni soggetto portatore di interessi pubblici, privati o diffusi, cui
possa derivare pregiudizio dalla realizzazione dell’impianto, deve poter
intervenire alla conferenza dei servizi, presentando osservazioni che la
conferenza è tenuta a valutare."
La realizzazione del Magazzino Automatico Autoportate con l'annesso Vano
Piano Carico è stato pertanto assentito mediante la suddetta procedura, ed a mezzo
del
Provvedimento Unico Autorizzativo (P.U.A.) nr. 01/07 del 02/01/2007,
emesso dallo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) del Comune di
Corato.
Per tutto quanto sopra illustrato si può tranquillamente affermare che tutti gli
interventi che compongono
il progetto di cui alla presente relazione di
assoggettabilità, saranno realizzati all'interno di superfici costruite legalmente
autorizzate e, quindi, conformi agli strumenti di pianificazione del territorio.
Piano Particolareggiato per Insediamenti Produttivi:
L'area in cui sorge lo stabilimento del Pastificio Attilio Mastromauro Granoro
s.r.l. ricade nell' area del "Piano Particolareggiato per gli Insediamenti Produttivi
Zona D/2 del Comune di Corato" le cui norme tecniche di attuazione
193
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contemplano, nello specifico, tutto quanto già anticipato nel paragrafo precedente.
Il Piano Urbanistico Territoriale Tematico/Paesaggio della Regione
Puglia e la tutela del paesaggio
1. Il Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio (PUTT/P)
Il Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio (PUTT/P) risulta
adottato con delibera del Consiglio Regionale della Regione Puglia n.880
del 25.07.1994 e definitivamente approvato con delibera di Giunta
Regionale della Regione Puglia n.1748 del 15.12.2000, pubblicata sul
BURP n. 6 dell’11.01.2001.
In adempimento di quanto disposto dall’art.149 del D.vo n.490/29.10.99 e
dalla legge regionale 31.05.80 n.56, il PUTT/P disciplina i processi di
trasformazione fisica e l'uso del territorio allo scopo di: tutelarne l'identità
storica e culturale, rendere compatibili la qualità del paesaggio, delle sue
componenti strutturanti, e il suo uso sociale, promuovere la salvaguardia e
valorizzazione delle risorse territoriali.
Esso si articola, con riferimento agli elementi rappresentativi dei caratteri
strutturanti la forma del territorio e dei suoi contenuti paesistici e storicoculturali, al fine di verificare la compatibilità delle trasformazioni proposte,
in:
a-
sistema
delle
aree
omogenee
per
l'assetto
geologico,
geomorfologico e idrogeologico;
b-
sistema
delle
aree
omogenee
per
la
copertura
botanico/vegetazionale e colturale e del contesto faunistico attuale e
potenziale che queste determinano;
c- sistema delle aree omogenee per i caratteri della stratificazione
storica dell'organizzazione insediativa;
d- individuazione e classificazione degli ordinamenti vincolistici
194
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vigenti, individuando e classificandone per ciascuno di essi le
componenti paesistiche.
Alla stessa articolazione fa riferimento sia la definizione degli ambiti
territoriali, sia la normativa (NTA del PUTT/P) disciplinante il rilascio della
“autorizzazione paesaggistica” (art. 5.01) e del “parere paesaggistico” (art.
5.03) per le attività di pianificazione, di progettazione e di realizzazione
degli interventi di trasformazione dei beni tutelati dal Piano, sia la
“attestazione di compatibilità paesaggistica” (art.5.07) per gli interventi di
rilevante trasformazione.
Oltre agli “obiettivi” generali e specifici di salvaguardia e valorizzazione
paesistica, il contenuto normativo del PUTT/P si articola nella
determinazione di:
- “prescrizioni di base”, già vigenti, direttamente vincolanti e
applicabili distintamente a livello di salvaguardia provvisoria e/o
definitiva nel processo di adeguamento, revisione o nuova
formazione degli strumenti di pianificazione sottordinati, e di
rilascio di autorizzazione per interventi diretti;
-
“indirizzi
di
orientamento”
per
la
specificazione
e
contestualizzazione degli obiettivi del PUTT/P per la definizione
delle metodologie e modalità di intervento a livello degli strumenti
di pianificazione sottordinati negli ambiti territoriali estesi;
- “direttive di regolamentazione” per le procedure e modalità di
intervento da adottare, con riferimento agli ambiti territoriali distinti,
a livello degli strumenti di pianificazione sottordinati di ogni specie
e livello e di esercizio di funzioni amministrative attinenti la
gestione del territorio, restando precisato che, rispetto agli
ordinamenti vincolistici vigenti sul territorio, detti contenuti
normativi non sostituiscono ma integrano quelli delle leggi vigenti.
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Le “prescrizioni di base” sono direttamente e immediatamente vincolanti,
prevalgono rispetto a tutti gli strumenti di pianificazione vigenti e in corso
di formazione, e vanno osservate dagli operatori privati e pubblici come
livello minimo di tutela; eventuali norme più restrittive previste da strumenti
di pianificazione vigenti o in corso di formazione, da leggi statali e
regionali, prevalgono sulle norme di attuazione del PUTT/P.
La conformità al Piano delle previsioni dei piani, dei progetti e delle loro
varianti viene attestata dall'Ente territoriale competente, attraverso il rilascio
della “autorizzazione paesaggistica” nel caso di progetti presentati dai
proprietari dei siti, oppure attraverso il rilascio del “parere paesaggistico” o
della “attestazione di compatibilità paesaggistica” nel caso di piani o
progetti presentati da enti e soggetti pubblici.
2. Gli Ambiti Territoriali Distinti (ATD)
Gli elementi strutturanti il territorio si articolano nei sottosistemi:
- assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico;
- copertura botanico-vegetazionale, colturale e presenza faunistica;
- stratificazione storica dell'organizzazione insediativa.
Per ciascuno dei sottosistemi e delle relative componenti, le norme relative
agli ambiti territoriali distinti specificano: la definizione che individua, con
o senza riferimenti cartografici, l'ambito nelle sue caratteristiche e nella sua
entità minima strutturante; la individuazione dell'area di pertinenza (spazio
fisico di presenza) e dell'area annessa (spazio fisico di contesto); i regimi di
tutela; le prescrizioni di base.
2.1. Il sistema “assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico”
Il sistema "assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico" si articola
nei sottosistemi:
196
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- geologico;
- dei rilievi o geomorfologico;
- delle acque o idrogeologico.
Le componenti e gli insiemi relativi al sottosistema geologico si articolano,
per la variazione degli obiettivi e delle forme di tutela, nei seguenti ambiti
territoriali
distinti
di
riferimento:
ambiti
a
caratteri
geografici
geomorfologici omogenei; ambiti di livello omogeneo di vulnerabilità al
dissesto geologico; ambiti a livello omogeneo di vulnerabilità degli
acquiferi (aree di pianura); ambiti a livello omogeneo di vulnerabilità
dell'assetto idrologico (aree pedemontane e collinari); ambiti a livello
omogeneo di variazione dell'assetto morfologico dei suoli dovuto ad attività
estrattive; ambiti costieri a dinamica di trasformazione omogenea;
singolarità geologiche.
Le componenti e gli insiemi relativi al sottosistema dei rilievi
(geomorfologia) si articolano, per la variazione degli obiettivi e delle forme
di tutela, nei seguenti ambiti territoriali distinti di riferimento: ambiti
costituenti emergenze orografiche; ambiti annessi ai crinali; ambiti annessi
ai pianori; ambiti annessi ai poggi e versanti; ambiti soggetti a variazione
orografica significativa; ambiti omogenei del sistema dunale costiero.
Le componenti e gli insiemi relativi al sottosistema delle acque
(idrogeologia) si articolano, per la variazione degli obiettivi e delle forme di
tutela, nei seguenti ambiti territoriali distinti di riferimento: ambiti di
alimentazione delle falde acquifere; ambiti di accumulo delle acque
superficiali (aree impluvio); zone umide; ambiti omogenei dovuti alle
risorgenze e a fenomeni stagionali, paludi; saline; ambiti di massima
espansione dei bacini idrici; ambiti di esondazione dei corsi d'acqua;
sorgenti, risorgive e marane; laghi e lagune (naturali e artificiali); bacini
idrici (dovuti a sbarramento); corsi d'acqua (corpo idrico e sponde o argini
relativi); canali (corpo idrico e banchine); litorali marini.
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2.2. Il “sistema copertura botanico-vegetazionale e colturale”
Il “sistema copertura botanico-vegetazionale e colturale” si articola nei
seguenti componenti e insiemi: aree arborate con assetto colturale
consolidato; elementi e insiemi vegetazionali diffusi; aree pascolive
pedemontane e collinari ed aree ad incolto produttivo e improduttivo; aree
interessate da attività estrattive dismesse; aree boscate o a macchia di
recente dismissione e/o degradate; aree a bosco (con aree intercluse di uso
agricolo, 1 - bosco ceduo; 2 - foresta e/o bosco perenne); aree a macchia ed
a olivastro (con aree ad uso agricolo intercluse), canneti habitat palustre;
associazioni vegetali rare, aree floristiche e ambienti di interesse biologiconaturalistico; parchi e ville extraurbane di rilevante valore testimoniale; aree
di rilevante e/o potenziale presenza faunistica.
Per la variazione degli obiettivi e delle forme di tutela (detrattori e/o
accrescitori), il sistema si articola nei seguenti ambiti territoriali distinti:
ambiti territoriali a livello omogeneo di vulnerabilità al degrado; ambiti
territoriali interessati da programmi di forestazione; ambiti territoriali
interessati da livelli elevati di antropizzazione (1- con processi in atto; 2con processi potenziali); ambiti di processi potenziali di interesse
botanico/vegetazionale (1- di livello eccezionale; 2- di livello rilevante);
ambiti territoriali di interesse faunistico (tutela e attività venatoria).
2.3. Il sistema “stratificazione storica dell'organizzazione insediativa”
Il sistema "stratificazione storica dell'organizzazione insediativa" si articola
nei seguenti componenti e insiemi: itinerari di significato storico; luoghi
della memoria storica e della leggenda; percorsi della transumanza e tratturi;
ambiti circoscritti di addensate presenze archeologiche; elementi e insiemi
archeologici isolati (a- di elevata consistenza, b- di media consistenza, c- di
bassa consistenza); aree archeologiche (a- di eccezionale valore testimoniale
e/o consistenza, b- di rilevante valore testimoniale e/o media consistenza, cdi relativo valore testimoniale e/o bassa consistenza); centri e nuclei di
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antico impianto con ruolo paesaggistico rilevante; complessi di edifici e
manufatti di interesse storico-ambientale (a- castelli, torri e fortificazioni,
b- complessi civili e religiosi, c- edifici religiosi e edicole, d- masserie ed
edifici rurali, e- ville extraurbane, ipogei della civiltà rupestre); ambiti
circoscritti di addensamento di complessi ed edifici rurali caratterizzati da
forme colturali tradizionali consolidate; edifici e manufatti di archeologia
industriale; tracciati corrispondenti alle strade consolari; tracciati stradali di
permanenza del sistema viario storicamente consolidato; strade e luoghi
panoramici.
Per la variazione degli obiettivi e delle forme di tutela, si articola nei
seguenti ambiti territoriali distinti: ambiti territoriali caratterizzati da un
assetto insediativo storicamente considerato vulnerabile per tendenze, in atto
o potenziali, di trasformazioni fisiche e d'uso improprie; ambiti territoriali
caratterizzati da un assetto insediativo storicamente considerato vulnerabile
per le tendenze, in atto o potenziali, all'abbandono; ambiti territoriali
caratterizzati da un assetto insediativo storicamente considerato vulnerabile
per le tendenze, in atto o potenziali, al degrado idrogeologico e ambientale.
2.4. Direttive di tutela
In riferimento agli ambiti, alle componenti ed ai sistemi, gli strumenti di
pianificazione sottordinati devono perseguire obiettivi di salvaguardia e
valorizzazione paesistico/ambientale individuando e perimetrando le
componenti e gli ambiti territoriali distinti dei sistemi definiti nell' art.3.01,
e recependo le seguenti direttive di tutela.
Per il sistema "assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico", va
perseguita la tutela delle componenti geologiche, geomorfologiche e
idrogeologiche (definenti gli ambiti distinti di cui all'art.3.02), di
riconosciuto valore scientifico e/o di rilevante ruolo negli assetti paesistico199
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ambientali del territorio regionale, prescrivendo:
- negli ambiti territoriali di valore eccezionale ("A" dell'art.2.01), in
attuazione degli indirizzi di tutela, va evitato ogni intervento che modifichi i
caratteri delle componenti individuate e/o presenti; non vanno consentite
attività estrattive, e va mantenuto l'insieme dei fattori naturalistici
connotanti il sito;
- negli ambiti territoriali di valore rilevante ("B" dell'art. 2.01), in attuazione
degli indirizzi di tutela, va mantenuto l'assetto geomorfologico d'insieme e
vanno individuati i modi: per la conservazione e la difesa del suolo e per il
ripristino di condizioni di equilibrio ambientale; per la riduzione delle
condizioni di rischio; per la difesa dall'inquinamento delle sorgenti e delle
acque superficiali e sotterranee; non vanno consentite nuove localizzazioni
per attività estrattive e, per quelle in attività, vanno verificate le
compatibilità del loro mantenimento in
esercizio e vanno predisposti
specifici piani di recupero ambientale;
- negli ambiti territoriali di valore distinguibile ("C" dell'art.2.01), in
attuazione degli indirizzi di tutela, le previsioni insediative ed i progetti
delle opere di trasformazione del territorio devono mantenere l'assetto
geomorfologico d'insieme e conservare l'assetto idrogeologico delle relative
aree; le nuove localizzazioni di attività estrattive vanno limitate ai materiali
di inderogabile necessità e di difficile reperibilità;
- negli ambiti territoriali di valore relativo ("D", art.2.01), in attuazione degli
indirizzi di tutela, le previsioni insediative ed i progetti delle opere di
trasformazione
del
territorio
devono
tenere
in
conto
l'assetto
geomorfologico d'insieme e conservare l'assetto idrogeologico delle relative
aree; le nuove localizzazioni e/o ampliamenti di attività estrattive sono
consentite previa verifica della documentazione.
Per il sistema "copertura botanico-vegetazionale e colturale", va perseguita
la tutela delle componenti del paesaggio botanico-vegetazionale di
200
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
riconosciuto valore scientifico e/o importanza ecologica, economica, di
difesa del suolo, e/o di riconosciuta importanza sia storica sia estetica,
presenti sul territorio regionale, prescrivendo per tutti gli ambiti territoriali
(art.2.01) sia la protezione e la conservazione di ogni ambiente di particolare
interesse biologico-vegetazionale e delle specie floristiche rare o in via di
estinzione, sia lo sviluppo del patrimonio botanico e vegetazionale
autoctono.
Va inoltre prescritto che:
- negli ambiti territoriali estesi di valore eccezionale ("A", art.2.01), in
attuazione degli indirizzi di tutela, per tutti gli ambiti territoriali distinti di
cui all'art.3.03,va evitato: il danneggiamento delle specie vegetali autoctone,
l'introduzione di specie vegetali estranee e la eliminazione di componenti
dell'ecosistema; l'apertura di nuove strade o piste e l'ampliamento di quelle
esistenti; l'attività estrattiva; l'allocazione di discariche o depositi di rifiuti
ed ogni insediamento abitativo o produttivo; la modificazione dell'assetto
idrogeologico;
- negli ambiti territoriali estesi di valore rilevante ("B" art. 2.01), in
attuazione degli indirizzi di tutela, per tutti gli ambiti territoriali distinti di
cui al punto 3 dell'art.3.03, va evitato: l'apertura di nuove cave; la
costruzione di nuove strade e l'ampliamento di quelle esistenti; la
allocazione di discariche o depositi di rifiuti; la modificazione dell'assetto
idrogeologico. La possibilità di allocare insediamenti abitativi e produttivi,
tralicci e/o antenne, linee aeree,condotte sotterranee o pensili, ecc., va
verificata tramite apposito studio di impatto paesaggistico sul sistema
botanico/vegetazionale con definizione delle eventuali opere di mitigazione;
- negli ambiti territoriali estesi di valore distinguibile ("C" dell'art.2.01) e di
valore relativo ("D"), in attuazione
degli
indirizzi
di tutela, tutti gli
interventi di trasformazione fisica del territorio e/o insediativi vanno resi
compatibili con la conservazione degli elementi caratterizzanti il sistema
botanico/vegetazionale, la sua ricostituzione, le attività agricole coerenti con
201
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la conservazione del suolo.
Per il sistema "stratificazione storica dell'organizzazione insediativa", va
perseguita la tutela dei beni storico-culturali di riconosciuto valore e/o di
riconosciuto ruolo negli assetti paesaggistici del territorio
regionale,
individuando per tutti gli ambiti territoriali (art.2.01) i modi per perseguire
sia
la
conservazione
dei
beni
stessi,
sia
la
loro
appropriata
fruizione/utilizzazione, sia la salvaguardia/ripristino del contesto in cui sono
inseriti.
Va, inoltre, prescritto:
- negli ambiti territoriali estesi di valore eccezionale ("A" dell'art.2.01) e di
valore rilevante ("B"), in attuazione degli indirizzi di tutela, per tutti gli
ambiti territoriali distinti di cui all'art.3.04, va evitata ogni alterazione della
integrità visuale e va perseguita la riqualificazione del contesto;
- negli ambiti territoriali estesi di valore distinguibile ("C" dell'art.2.01) e di
valore relativo ("D"), in attuazione degli indirizzi di tutela, per tutti gli
ambiti territoriali distinti di cui all'art.3.04, va evitata ogni destinazione
d'uso non compatibile con le finalità di salvaguardia e, di contro, vanno
individuati i modi per innescare processi di corretto riutilizzo e
valorizzazione.
3. Gli Ambiti Territoriali Estesi (ATE)
Il PUTT/P perimetra ambiti territoriali, con riferimento al livello dei valori
paesaggistici, di:
-
valore
eccezionale
("A"),
laddove
sussistano
condizioni
di
rappresentatività di almeno un bene costitutivo di riconosciuta unicità e/o
singolarità, con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti;
- valore rilevante ("B"), laddove sussistano condizioni di compresenza di
più beni costitutivi con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti;
- valore distinguibile ("C"), laddove sussistano condizioni di presenza di un
202
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bene costitutivo con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti;
- valore relativo ("D"), laddove pur non sussistendo la presenza di un bene
costitutivo, sussista la presenza di vincoli (diffusi) che ne individui una
significatività;
- valore normale ("E"), laddove non è direttamente dichiarabile un
significativo valore paesaggistico.
I terreni e gli immobili compresi negli ambiti territoriali estesi di valore
eccezionale, rilevante, distinguibile e relativo, sono sottoposti a tutela diretta
dal Piano e:
- non possono essere oggetto di lavori comportanti modificazioni del loro
stato fisico o del loro aspetto esteriore senza che per tali lavori sia stata
rilasciata l'autorizzazione paesaggistica.
- non possono essere oggetto degli effetti di pianificazione di livello
territoriale e di livello comunale senza che per detti piani sia stato rilasciato
il parere paesaggistico;
- non possono essere oggetto di interventi di rilevante trasformazione, così
come definiti nell'art.4.01, senza che per gli stessi sia stata rilasciata la
attestazione di compatibilità paesaggistica.
3.1. Indirizzi di tutela
In riferimento agli ambiti estesi, con il rilascio delle autorizzazioni e con gli
strumenti di pianificazione sottordinati devono essere perseguiti obiettivi di
salvaguardia e valorizzazione paesaggistico-ambientale nel rispetto dei
seguenti indirizzi di tutela:
- negli ambiti di valore eccezionale "A": conservazione e valorizzazione
dell'assetto attuale; recupero delle situazioni compromesse attraverso la
eliminazione dei detrattori;
- negli ambiti di valore rilevante "B": conservazione e valorizzazione
dell'assetto attuale; recupero delle situazioni compromesse attraverso la
eliminazione dei detrattori e/o la mitigazione degli effetti negativi; massima
203
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cautela negli interventi di trasformazione del territorio;
- negli ambiti di valore distinguibile "C": salvaguardia e valorizzazione
dell'assetto attuale se qualificato; trasformazione dell'assetto attuale, se
compromesso, per il ripristino e l'ulteriore qualificazione; trasformazione
dell'assetto attuale che sia compatibile con la qualificazione paesaggistica;
- negli ambiti di valore relativo "D": valorizzazione degli aspetti rilevanti
con salvaguardia delle visuali panoramiche;
- negli ambiti di valore normale "E": valorizzazione delle peculiarità del
sito.
4. Gli effetti del PUTT/P nel Comune di Corato
Le NTA del PUTT/P definiscono gli adempimenti a cui i singoli Comuni
devono ottemperare per adeguare i propri strumenti urbanistici generali al
piano; i tre momenti principali di progressivo “assestamento” delle singole
realtà comunali allo strumento regionale, possono essere riuassunti in
quanto disposto da:
Titolo I art. 1.03, punto 5 “Efficacia delle norme tecniche del piano”:
Le norme contenute nel Piano, di cui al titolo II "ambiti territoriali estesi" ed al titolo III
"ambiti territoriali distinti", non trovano applicazione all'interno dei "territori costruiti" che
vengono, anche in applicazione dell'art.1 della legge 431/1985, così definiti:
5.1. aree tipizzate dagli strumenti urbanistici vigenti come zone omogenee "A" e "B";
5.2. aree tipizzate dagli strumenti urbanistici vigenti come zone omogenee "C" oppure come zone
"turistiche" "direzionali" "artigianali" "industriali" "miste" se, alla data del 6 giugno 1990, incluse
in strumento urbanistico esecutivo (piano particolareggiato o piano di lottizzazione) regolarmente
presentato e, inoltre, le aree incluse, anche se in percentuale, in Programmi Pluriennali di
Attuazione approvati alla stessa data;
5.3. aree che, ancorchè non tipizzate come zone omogenee "B" dagli strumenti urbanistici vigenti:
- o ne abbiamo di fatto le caratteristiche (ai sensi del DIM n.1444/1968), vengano riconosciute
come regolarmente edificate (o con edificato già "sanato" ai sensi della legge n.47/1985), e
vengano perimetrate su cartografia catastale con specifica deliberazione di Consiglio Comunale;
- o siano intercluse nell'interno del perimetro definito dalla presenza di maglie regolarmente
edificate, e vengano perimetrate su cartografia catastale con specifica deliberazione di Consiglio
Comunale.
204
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
Tali delibere, che non costituiscono variante della strumentazione urbanistica vigente ed esplicano
effetti soltanto in applicazione del Piano, vanno adottate entro novanta giorni dalla entrata in
vigore del Piano e vanno inviate anche all'Assessorato Regionale all'Urbanistica; in caso di
inadempienza del Consiglio Comunale, si applicano i poteri sostitutivi già disciplinati dall'art.55s
della l.r. 56/80.
6. Le norme contenute nel Piano non trovano applicazione all'interno dei territori disciplinati dai
Piani delle Aree di Sviluppo Industriale.
Titolo V art. 5.05 – “Primi adempimenti al piano”:
1. Entrato in vigore il Piano, entro 180 giorni, il Sindaco, provvede:
1.1- a riportare sulla cartografia dello strumento urbanistico generale vigente le perimetrazioni
degli Ambiti Territoriali Estesi così come definiti nel titolo II, e le perimetrazioni degli ambiti
territoriali distinti così come definiti nel titolo III, individuati nelle tavole del Piano e negli elenchi
allegati alle presenti Norme, adeguandoli alle situazioni di fatto documentate dalla cartografia
comunale in scala maggiore più aggiornata;
1.2- a riportare sulla cartografia dello strumento urbanistico generale vigente, le aree dei "territori
costruiti" di cui al punto 5.3 dell'art.1.03 -se presenti-, già rappresentate sulla cartografia catastale.
1.3- a trasmettere all’Assessorato Regionale all’Urbanistica le perimetrazioni dei due punti che
precedono.
2. In caso di inadempienza del Sindaco, si applicano i poteri sostitutivi già disciplinati dall'art.55
della l.r.n.56/80.
3. Per le richieste di autorizzazione o concessione edilizia che risultino inerenti a lavori/opere da
eseguirsi in siti ricadenti negli "ambiti territoriali estesi" di cui ai punti 1.1, 1.2, 1.3 dell'art.2.01, e
per quelli da eseguirsi sugli immobili ricadenti nell'Ambito Territoriale "D" (punto 1.4
dell'art.2.01) vincolati ex titolo II del D.vo n.490/1999, il Comune non rilascia la autorizzazione o
concessione edilizia in assenza della autorizzazione paesaggistica (art.5.01), salvo che per gli
interventi esentati (art. 5.02).
4. Per le richieste di autorizzazione o concessione edilizia che risultino inerenti a lavori o opere da
eseguirsi nei siti ricadenti nell'ambito territoriale "D" (punto 1.4 dell'art.2.01) -esclusi quelli
vincolati ex legge 1497/1939 ed ex titolo II del D.vo n.490/1999, di cui al punto precedente-, e
quelli ricadenti nell'ambito territoriale "E" (punto 1.5 dell'art.2.01), il Comune rilascia la
autorizzazione o concessione edilizia previo motivato parere sulla qualificazione paesaggistica dei
lavori da parte della Commissione Edilizia Comunale.
5. In sede di riporto sulla cartografia di cui al punto 1.1, il Sindaco deve tenere conto dell'avvenuto
accoglimento totale o parziale delle osservazioni.
6. L’Assessorato Regionale all’Urbanistica, nel termine di 60 giorni dal ricevimento, attesta la
205
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coerenza al Piano delle perimetrazioni di cui ai punti 1.1 e 1.2 del presente articolo; decorso tale
termine, dette perimetrazioni si intendono coerenti al Piano.
Titolo V art. 5.06 – “Adeguamento degli strumenti urbanistici al piano”:
1. La disciplina paesaggistica del Piano può essere introdotta negli strumenti urbanistici generali
vigenti con specifica variante.
Tale "variante" viene assimilata a quelle ammesse ai sensi del secondo comma dell'art.55 della l.r.
n.56/80; i suoi contenuti devono conformarsi a quanto previsto nel punto 2 dell'art.2.10 ed è
sottoposta all'iter previsto dalla lr 56/1980, art.16.
2. L'adeguamento degli strumenti urbanistici generali al Piano (intendendo per adeguamento la
formazione o di variante specifica al PdF/PRG, o di variante generale al PRG, o PRG) deve essere
adottato (lr 56/1980, art.7) entro due anni dalla data di entrata in vigore del Piano stesso.
In caso di inadempienza, si applicano i poteri sostitutivi già disciplinati dall'art.55 della l.r. 56/80.
3. La conformità della variante al Piano è verificata ed attestata da specifico parere paesaggistico
(art. 5.03) formato contestualmente all'istruttoria dello strumento urbanistico.
Ad oggi non risulta che il Comune di Corato abbia ottemperato a quanto
disposto dalle NTA del PUTT/P, per cui “vige” quanto disposto dalle NTA
e dagli allegati grafici dello strumento regionale.
5. Verifica dell’idoneita’ localizzativa dell’intervento rispetto alle NTA ed
alla struttura operativa del PUTT/Paesaggio
Si è proceduto ad una verifica localizzativa selezionata all’interno del
contesto territoriale in cui si colloca l’intervento, al fine di valutare le
eventuali interferenze dello stesso con gli elementi strutturanti il piano
paesistico, anche in riferimento all'intervento edilizio/urbanistico progettato.
Questa verifica è stata effettuata in prima analisi dal punto di vista
normativo, ovvero con riferimento specifico alle NTA del PUTT/Paesaggio
(impatti normativi), successivamente con riferimento specifico alle singole
componenti ambientali (impatti non normativi) al fine di valutare se la
natura
e
l’entità
della
trasformazione
indotta
sull’attuale
assetto
206
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
paesaggistico e quindi valutarne la compatibilità con le generali finalità di
tutela e valorizzazione prescritte dal PUTT/Paesaggio.
Come evidenziato negli elaborati grafici allegati alla presente relazione, il
PUTT/P non individua sull’area di intervento nessun elemento strutturante il
territorio appartenente ai sottosistemi:
- assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico;
- copertura botanico-vegetazionale, colturale e presenza faunistica;
- stratificazione storica dell'organizzazione insediativa.
Inoltre il PUTT/P individua per l’ambito di intervento un valore normale
“E” (ATE “E”), e qundi non è direttamente dichiarabile un significativo
valore paesaggistico.
In sintesi si può affermare che l’area oggetto di intervento non è
direttamente interessata da beni e/o elementi di pregio paesaggistico, così
come individuati dal PUTT/Paesaggio delle Regione Puglia.
207
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Fig. 2.10 La figura riporta una tavola PUTT con la individuazione degli "Ambiti Territoriasi
Estesi" del Comune di Corato. Come si può notare, la ubicazione per Pastificio è in ambito "E"
(colore bianco)
208
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Fig. 2.10 Ingrandimento della tavola PUTT
PAI. Piano Idrografico
grafico
Fra gli strumenti di pianificazione del territorio si è voluto fare rifertimento
anche al Piano Idrografico (PAI) redatto dall'Autorità di Bacino (AdB) della
Puglia.
La legge 183/1989 sulla difesa del suolo ha stabilito
che il bacino
idrografioco debba essere
essere l'ambito fisico di pianificazione che consente di
d
superare le frammentazioni e le separazioni finora prodotte dall'adozione di
aree di riferimento aventi confine meramente amministrativi.
Ill bacino idrografico è inteso come "il
"il territorio dal quale le acque pluviali
odi fusione delle nevi o dei ghiaqcciai, defluendo in superficie, si
raccolgo0no in un determinato corso d'acqua direttamente o a mezzo di
affluenti, nonchè il territorio che può essre allagato dalle acque del
medesimo corso d'acqua, ivi compresi i suoi rami terminali con le foci in
mare
are ed il litorale prospiciente".
209
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Strumento di governo del bacino idrografico è il Piano di Bacino.
Il PAI è stato approvato il 30 novembre 2005, unitamente alla cartografia ed
alle Norme Tecniche di Attuazione. Esso viene costantemente aggiornato
dall'AdB.
Il territorio del comune di Corato è incluso nell'elenco dei comuni ricadenti
nell'AdB della Puglia.
Il Piano di Bacino ha classificato le aree perimetrate in base alla pericolosità
idrualica e geomorfologica, introducendo, per ciascuna di esse, in
considerazione del livello di pericolosità, dei limiti agli interventi ed alle
opere dell'uomo.
Per quanto riguarda la pericolosità idraulica è stata introdotta la seguente
classificazione:
- Pericolosità Idraulica bassa (BP)
- Pericolosità Idraulica Media (MP)
- Pericolosità idrualica Alta (AP)
Per il livello di rischio di ciascuna zona, zono state individuati 4 livelli di
Rischio: da R1 a R4
L'Autorità di bacino ha messo a disposizone degli utenti una cartografia
consultabile sul sito Web, sulla quale sono riportate tutte le aree con la
indicazione del livello di pericolosità e di rischio, idraulica e
geomorfologica
Dalla consultazione della documentazione PAI è riscontrrabile come il sito
del Pastificio A. Mastromauro Granoro srl sia al di fuori di aree perimetrate
come soggette aq percolosità idraulica o geomorfologica ed a buona
distanza dalle stesse, comunque superiore a 150 metri.
210
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
Fig. 3.10 Cartografia PAI
Fig. 4.10 Dettaglio del Comune di Corato con indicazione delle aree perimetrate dal PAI
per la percolosità idraulica
211
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Fig. 5.10 La cartografia indica come il sito del Pastificio Granoro sia ben distante dalle
aree perimetrate come soggetti a pericolosità idraulica.
212
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ADEMPIMENTI GENERALI
ADEMPIMENTI
PREVENZIONE E RIDUZIONE INTEGRATE
DELL'INQUINAMENTO
(Recepimento Direttiva IPPC)
RIFERIMENTI NORMATIVI
D. Lgsl 372/99
D.Lgsl 18 febbraio 2005 nr. 59
NOTE
Riguarda le aziende alimentari con
produzione giornaliera maggiore di 300
tonnellate
D.Lgsl 59/2005 "Attuazione Integrale
della Direttiva 96/61/CE relativa alla
prevenzione e riduzione integrate
dell'inquinamento
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE
19 settembre 2006, n. 1388.
Decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59.
Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE
relativa alla prevenzione e riduzione integrate
dell’inquinamento. Individuazione della “Autorità
competente”. Attivazione delle procedure
tecnico-amministrative connesse.
Stabilisce procedura per richiesta di AIA.
Contiene elenco delle attività soggette.
L'attività del pastificio è ravvisabile nelle
seguenti tipologie:
Stato di applicazione adempimento
In conseguenza della realizzazione del
progetto il Pastificio Granoro non supererà
la produzione giornaliera di 300 tonn su
base trimestrale
In conseguenza della realizzazione del
progetto il Pastificio Granoro non supererà
la produzione giornaliera di 300 tonn su
base trimestrale.
6.4:
b) Trattamento e trasformazione
destinati alla fabbricazione di prodotti
alimentari a partire da:Materie prime
animali (diverse dal latte) con una
capacità di produzione di prodotti finiti di
oltre 70 tonnellate al giorno ovvero
materie prime vegetali con capacità di
produzione di prodotti finiti di oltre 300
tonnellate al giorno (valore medio su
base trimestrale)
Legge Regionale Regione Puglia 14 giugno 2007, n°
17: "Disposizioni in campo ambientale, anche in
relazione al decentramento delle funzioni
amministrative in materia ambientale"
Articolo 7. I compiti di istruttoria e di
rilascio delle Autorizzazioni Ambientali
Integrate sono delegate alla Provincia
Applicabile
Risparmio energetico
Legge 10/90 sul risparmio energetico
Verifica annuale dei TEP. Oltre 10.000
TEP, obbligo di cominicare nome Energy
Manager a Minis. Industria
Viene effettuata una verifica annuale
Stabilimenti a rischio di incidente
D.Lgsl 334/1999 "Attuazione della direttiva 96/82/CE
relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti
connessi con determinate sostanze pericolose"
Il Pastificio no rientra fra le attività
esposte a rischio di incidente rilevante ai
sensi della legge.
NON APPLICABILE
213
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ADEMPIMENTI
RIFERIMENTI NORMATIVI
NOTE
D.M. 16 maggio 2001 n° 293 "Regolamento di
attuazione della Direttiva 96/82/CE, relativa al controllo
dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con
determinate sostanze pericolose"
Rischio Tecnologico
Sostanze Pericolose
VIA - Valutazione di Impatto Ambientale
D.P.R. 17 maggio 1988 n° 175 "Attuazione della
direttiva CEE n° 82/501, relativa ai rischi di inci denti
rilevanti connessi con determinate attività industriali, ai
sensi della legge 16 aprile 1987, n. 183 abrogato
dall'articolo 30 del D.Lgsl 17 agosto 1999 n. 334, ad
eccezione dell'articolo 20
D.M. 20 maggio 1991 "Modificazioni ed integrazioni al
D.P.R. 17 maggio 1988 n° 175"
Legge 256/1974 Classificazione e disciplina
dell'imballaggio e dell'etichettatura delle sostanze e dei
preparati pericolosi
DIrettiva 85/337 CE (modificata dalla Direttiva 97/11)
Concernente la valutazione dell'impatto ambientale di
determinati progetti pubblici e privati
Legge 349/1986 Articolo 6
DPCM 377/1988 "Regolamentazione delle pronunce di
compatibilità ambientale di cui all'articolo 6 della Legge
349/86
DPCM 27/12/1988 "Norme tecniche per la redazione
degli studi di impatto ambientale e la formulazione del
giudizio di compatibilità di cui all'articolo 6 della legge
349/86, adottate ai sensi dell'articolo 3 del DPCM
377/88
DPR 12/04/1996 "Atto di indirizzo e coordinamento per
l'attuazione dell'articolo 40, comma 1 della Legge 22
febbraio 1994 n° 146, concernente disposizioni in
materia di valutazione di impatto ambientale
Legge Regionale Reginoe Puglia 12 aprile 2001 n° 11
"Norme sulla valutazione dell'Impatto Ambientale"
Legge Regionale Regione Puglia 14 giugno 2007, n°
17: "Disposizioni in campo ambientale, anche in
relazione al decentramento delle funzioni
amministrative in materia ambientale"
Stato di applicazione adempimento
NON APPLICABILE
Organizzazione delle funzioni di
competenza delle Regioni
Non applicabile al progetto
Organizzazione delle funzioni di
competenza delle Regioni
Non applicabile al progetto
Non applicabile al progetto
Norme sulla valutazione di impatto
ambientale
NON SI APPLICA
Istituzione del Ministero dell'Ambiente e
norme in materia di danno ambientale
Norme sulla valutazione dell'impatto
ambientale
SI APPLICA
NON APPLICABILE
NON APPLICABILE
Applicato
Ha delegato alla Provincia alcune
funzioni fra cui l'esame della Procedura
di Assoggettabilità a VIA per tipologie di
intervento simili a quelle in oggetto
Applicato
214
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ARIA
ADEMPIMENTI
Autorizzazione alle emissioni in
atmosfera
RIFERIMENTI NORMATIVI
NOTE
Ex DPR 203/88
D.Lgsl 152/2006 "Norme in materia
ambientale"
Parte Quinta
Stato di applicazione adempimento
Applicato
- Determ. 337/2003
- Determ. 410/2003
Legge Regionale Regione Puglia 14 giugno
2007, n° 17: "Disposizioni in campo
ambientale, anche in relazione al
decentramento delle funzioni
amministrative in materia ambientale"
Articolo 4. Il compito del rilascio
delle autorizzazioni alle
emissioni viene delegato alla
Provincia
Applicabile
Monitoraggio delle emissioni in
atmosfera ed invio risultati ad autorità
competente
D.P.R. 24 maggio 1988 n° 203
D.Lgsl
152/2006
Delibera Regionale nr.
2260 del 13 maggio 1997
Obbligo introdotto dalla Delibera
Regionale di effettuare analisi
delle emissioni in atmosfera con
cadenza annuale e di
comunicarle ai vari enti preposti
Applicato
Inquinanti delle aree urbane
D.M. 14/04/1994 (modificato dal D.M.
25/11/1994) Norme tecniche in materia di
livelli e di stati di attenzione e di allarme per
gli inquinanti atmosferici nelle aree urbane
Disciplina emissioni odorifere delle
aziende. Emissioni provenienti dai
sansifici. Emissioni nelle aree a
rischio di crisi ambientale.
Non applicabile al progetto
Benzene
Direttiva 94/63 CE: "Direttiva del
Parlamento Europeo e del Consiglio sul
Le analisi vengono effettuate con
cadenza annuale ed i risultati vendono
comunicati a:
- Regione Puglia Ass. Ambiente;
- ARPA Puglia;
- ASL Bari;
- Al Sindaco del Comune
Non applicabile
215
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ADEMPIMENTI
RIFERIMENTI NORMATIVI
NOTE
Stato di applicazione adempimento
controlo delle emissioni di composti
organici volatili (COV) derivanti dal deposito
della benzina e della sua distribuzione dai
terminali alle stazioni di servizio
Limitazione della circolazione
D.M. 21/04/1999 n° 163: "Regolamento
recante norme per la individuazione dei
criteri ambientali e sanitari in base ai quali i
sindaci adottano le misure di limitazione
della circolazione"
Non applicabile al progetto
Mobilità sostenibile
D.M. 27/03/1998 "Mobilità sostenibile nelle
aree urbane"
Applicata
Benzene e CO
D.M. 02/04/2002 n° 60 "Recepimento della
Direttiva 1999/30/CE del Consiglio del 22
aprile 1999 concernente i valori limite di
qualità dell'aria ambiente per il biossido di
zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto,
le particelle e il piombo e della direttiva
2000/69/CE relativa ai valori limite di qualità
dell'aria ambiente per il benzene ed il
monossido di carbonio
Applicata
Grandi impianti di combustione
D.M. 10 marzo 1987 n° 105 e D.M. 8
maggio 1989 Limitazione delle emissioni
nell'atmosfera di taluni inquinanti originati
da grandi impianti di combustione
Non applicabile al progetto
216
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
RUMORE
ADEMPIMENTI
Rispetto limiti di emissione e di
immissione.
Valutazione del rumore all'esterno e
limiti di immissione in ambiente
abitativo
RIFERIMENTI NORMATIVI
NOTE
D.P.C.M. 1° marzo 1991: "Limiti massimi di
esposizione al rumore negli ambienti
abitativi e nell'ambiente esterno";
Stato di applicazione adempimento
Applicata
Legge Regionale nr. 3 del 12/02/2002
Legge 26 ottobre 1995, n° 447: "Legge
quadro sull'inquinamento acustico".
D.M. (Ambiente) 11 dicembre 1996
"Applicazione del criterio differenziale per
gli impianti a ciclo produttivo continuo
Applicata
Stabilisce deroghe alla
applicazione del criterio
differenziale per le imprese a
ciclo produttivo continuo
esistenti in determinate
condizioni (Articolo 3)
Applicata
Valori limite delle sorgenti sonore
D.P.C.M. 14 novembre 1997
"Determinazione dei valori limite delle
sorgenti sonore"
Applicato
Modalità di misura del rumore
D.M. (Ambiente) 16 marzo 1998 "Tecniche
di rilevamento e di misurazione
dell'inquinamento acustico"
Applicato
Tecnico competente in acustica
D.P.C.M. 31 marzo 1998 "Atto di indirizzo e
coordinamento recante criteri generali per
l'esercizio dell'attività del tecnico
competente in acustica, ai sensi dell'articolo
3, comma 1, lettera b) e dell'articolo 2,
commi 6,7 e8, della L. 26 ottobre 1996 n°
447".
Applicato
217
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
ADEMPIMENTI
RIFERIMENTI NORMATIVI
NOTE
Stato di applicazione adempimento
Legge Regionale Regione Puglia 14 giugno
2007, n° 17: "Disposizioni in campo
ambientale, anche in relazione al
decentramento delle funzioni
amministrative in materia ambientale"
Art. 5. La tenuta degli elenchi
dei tecnici competenti in
acustica è delegata alla
Provincia
Applicabile
Piano di risanamento delle Imprese
Legge Regionale nr. 3 del 12/02/2002
Articolo 11
Le imprese verificano, entro tre
mesi dall'approvazione della
zonizzazione
comunale, la rispondenza dei
valori delle proprie emissioni
sonore con i limiti
previsti dalla presente normativa
e ne danno informazione al
Comune
mediante autocertificazione ai
sensi della legge 4 gennaio
1968, n. 15.
Attendere la zonizzazione acustica del
Comune di Corato
Invio alla Provincia di Relazione
Tecnica Asseverata da Tecnico
Competente in Acustica che documenti
il rispetto dei limiti di
emissione/immissione fissati dalla L.R.
3/2002
Legge Regionale nr. 3 del 12/02/2002
Articolo 12
Da fare in caso di nuove attività
imprenditoriali o ovvero per
ampliamenti o
modifiche di attività esistenti,
che determinano un livello di
rumore ambientale
superiore a 40 dB(A) durante il
periodo diurno e superiore a 30
dB(A) durante il
periodo notturno.
Adempimento da rispettare per l progetto
Documentazione di previsione di
impatto acustico
Legge 26 ottobre 1995, n° 447: "Legge
quadro sull'inquinamento acustico".
Articolo 8, comma 4
Le domande di rilascio di
concessioni edilizie relative a nuovi
impianti ed infrastrutture adibiti ad
attività produttive, sportive e
Applicato
Tale obbligo non dovrebbe essere
applicato al progetto in questione dato che
218
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
ADEMPIMENTI
RIFERIMENTI NORMATIVI
NOTE
Stato di applicazione adempimento
ricreative e a postazioni di servizi
commerciali
polifunzionali,....devono contenere
una documentazione di previsione
di impatto acustico".
non trattasi di nuovi impianti. Nè per essi è
richiesto ilo rilascio di Concessione
Edilizia.
Tuttavia, la Società ha fatto eseguire un
studio di previsione dell'impatto acustico,
anche ai sensi della Legge Regionale
3/2002.
Sarà eseguita dopo a messa a regime del
progetto
Indagine fonometrica a conclusione dei
lavori.
Rispetto dei valori limite di
emissione
D.P.C.M. 14 novembre 1997
Articolo 2
Rispettare i valori tabella B
Applicato
Valori limite differenziali
D.P.C.M. 14 novembre 1997
Articolo 4
5 dB(A) per il periodo diurno
3 dB(A) per il periodo notturno
Applicato
Verificare nella relazione di impatto
acustico
219
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
ACQUA
ADEMPIMENTI
Autorizzazione scarichi acque reflue
Scarichi acque reflue. Controlli
periodici ed analisi chimico fisiche
AUTORIZZAZIONE AGLI SCARICHI
DI ACQUE METEORICHE
RIFERIMENTI NORMATIVI
NOTE
Stato di applicazione adempimento
D.Lgsl 3 aprile 2006 n°152: "Norme in
materia ambientale". PARTE TERZA Tutela
della acque dall'inquinamento
Regolamento del Servizio Idrico Integrato
AQP
D.Lgsl 3 aprile 2006 n°152: "Norme in
materia ambientale". PARTE TERZA Tutela
della acque dall'inquinamento
Regolamento del Servizio Idrico Integrato
AQP
Applicata.
Autorizzazione AQP del 12/03/2008
D.Lgsl 3 aprile 2006 n°152: "Norme in
materia ambientale". PARTE TERZA Tutela
della acque dall'inquinamento
Applicata.
Autorizzazione Prov. Bari Determ.
95/2009
Applicata.
Piano Direttore della Regione Puglia
Delibera del Commissario Straordinario
220
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
RIFIUTI
ADEMPIMENTI
RIFERIMENTI NORMATIVI
NOTE
Stato di applicazione adempimento
D.Lgsl 3 aprile 2006 , n° 152 "norme in
materia ambientale" - Parte Quarta.
Articolo 190
Confermato obbligo di tenuta del
registro di carico e scarico rifiuti.
Applicato
D.Lgsl 3 aprile 2006 , n° 152 "norme in
materia ambientale" - Parte Quarta.
Articolo 190, punto 6
Obbligo di vidimazione del registro
rifiuti presso Camera di Commercio
Applicato
D.M. (Ambiente) 1° aprile 1998, n° 148
"Regolamento recante approvazione del
modello dei registri di carico e scarico dei
rifiuti ai sensi degli articoli 12, 18 del D.Lgsl
5 febbraio 1997 n° 22
Disposizioni confluite nel D.Lgsl
152/2006
Applicato
MUD
D.Lgsl 3 aprile 2006 , n° 152 "norme in
materia ambientale" - Parte Quarta.
Titolo Primo "Gestione Rifiuti". Articolo
189. Punto 3 e 3-bis
Compilazione annuale rifiuti su
modello MUD e trasmissione
presso Camera di Commercio
Applicato
Iscrizione al SISTRI
D.M. dell'Ambiente e della tutela del
territorio e del mare 17 dicembre 2009
"Istituzione del sistema di controllo della
tracciabilità dei rifiuti, ai sensi dell'articolo
189 del D.Lgsl 152 del 2006 e dell'articolo
4-bis del decreto legge 78 del 2009 ,
convertito con modificazioni dalla legge n°
102 del 2009.
Istituzione del SISTRI
Applicabile
Fatto
Registro dei rifiuti
221
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
ADEMPIMENTI
RIFERIMENTI NORMATIVI
NOTE
Stato di applicazione adempimento
Smaltimento rifiuti speciali
D.Lgsl 3 aprile 2006 , n° 152 "norme in
materia ambientale" - Parte Quarta.
Articolo 188
Conferimento dei rifiuti speciali,
per il recapito finale, e/o trasporto
esclusivamente a ditte
Applicato
Formulari di identificazione
D.M. (Ambiente) 1° aprile 1998, n° 145
"Regolamento recante la definizione del
modello e dei contenuti del formulario di
accompagnamento dei rifiuti ai sensi degli
articoli 15,18, comma 2, lettera e), e
comma 4), del D.Lgsl 5 febbraio 1997, n°
22
Disposizioni confluite nel D.Lgsl
152/2006
Applicato
D.Lgsl 3 aprile 2006 , n° 152 "norme in
materia ambientale" - Parte Quarta.
Titolo Primo "Gestione Rifiuti". Articolo 193
Compilazione del Formulario di
Identificazione ad ogni
conferimento di rifiuti.
Gestione della 4^ Copia (di ritorno)
del formulario di identificazione
Disposizioni relative alla
detenzione, conferimento e
smaltimento degli olii esausti.
Consorzio Obbligatorio degli olii
usati.
Applicato
Gestione del rifiuto
Non applicabile al progetto per mancanza
di interventi edili
Olii usati
D.Lgsl 27 gennaio 1992, n° 95 "Attuazione
delle direttive 75/439/CEE e 87/101/CEE
relative alla eliminazione degli olii usati.
.Lgsl 3 aprile 2006 , n° 152 "norme in
materia ambientale" - Parte Quarta.
Titolo Primo "Gestione Rifiuti".
Terre e Rocce di scavo
D.Lgsl 3 aprile 2006 , n° 152 "norme in
materia ambientale" - Parte Quarta.
Titolo Primo "Gestione Rifiuti". Articolo
186. Terre e rocce di scavo
Applicato
222
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
ADEMPIMENTI
Materiali edili
Imballaggi
RIFERIMENTI NORMATIVI
Regolamento Regionale 12 giugno 2006, n°
6 "Regolamento Regionale per la gestione
dei materiali edili"
D.Lgsl 3 aprile 2006 , n° 152 "norme in
materia ambientale" - Parte Quarta.
Titolo Secondo "Gestione degli imballaggi ".
Articoli 217 - 218 - 219 - 220 - 221 - 224
NOTE
Stato di applicazione adempimento
Non applicabile per mancanza di interventi
edili
Razionalizzazione, riutilizzo,
riduzione rifiuti da imballaggio.
CONAI
Applicato
223
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Verifica di Assoggettabilità alla VIA
11. Il Bilancio Ambientale del Progetto. Conclusioni
La valutazione degli aspetti ambientali connessi alla attività del Pastificio, ha evidenziato
una situazione di tutta tranquillità, e la mancanza di impatti significativi.
I vari tipi di emissione infatti sono privi di sostanze inquinanti particolarmente pericolose e
nella maggior parte dei casi sono al di sotto delle soglie di rilevanza stabilite dalla legge.
Tali si manterranno anche dopo la realizzazione del progetto.
D'altra parte è da considerare che l'opificio è comunque ubicato in un'area industriale, e
quindi vocata ad ospitare attività simili.
Lo stabilimento Granoro è attivo in tale ubicazione oramai da svariati decenni senza che
questo abbia mai determinato particolari problemi ambientali.
Possiamo pertanto concludere che il progetto che si intende realizzare determinerà una
pressione a carico dell'ambiente accettabile, senza arrecare danni o alterazioni
percepibili o irreversibili.
La società inoltre, mediante la implementazione ed il mantenimento di un sistema di
gestione ambientale conforme allo standard UNI EN ISO 14001:2004 e con la successiva
registrazione EMAS, ha dato prova nel tempo di saper ben gestire le problematiche
ambientali e di avere una spiccata sensiblità verso tali problematiche.
Luglio 2010
224