ISLA GRACIOSA 00.10. Canzone Concha C`è una

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ISLA GRACIOSA 00.10. Canzone Concha C`è una
ISLA GRACIOSA
00.10. Canzone Concha
C’è una rete stesa sulla tua fnestra… ogni volta che passo e guardo,
mi cattura l’anima. / C’è una rete stesa al tuo balcone… ogni volta che
passo e guardo, mi cattura l’anima e il cuore.
00.30 Narrante / Concha
Mio marito mi diceva: mi hanno battezzato in mare e la Concha
(Concia) è stata la mia culla; se non mi sposo con Concha non sposo
nessuna.
00. 45
Questa è la mia terra: l’Isla Graciosa! / Quando sono nata, i miei
genitori mi hanno chiamata Concha, “Conchiglia” , lo stesso nome di
questa spiaggia, la spiaggia delle conchiglie, dove mio marito Josè Luìs
veniva a giocare da piccolo.
01.06
Siamo cresciuti insieme e poi ci siamo innamorati. Io avevo 17 anni, lui
23; amava il mare / e del mare, noi della Graziosa abbiamo sempre
vissuto.
01.26
Da allora sono trascorsi settanta anni, io ne ho ottantasette e a lui
adesso non c’è più… ma ogni volta che rivedo la nostra spiaggia,
torno ad essere la ragazza di una volta.
01.51
La Graziosa è un’isola delle Canarie, la più piccola di tutto l’arcipelago a
essere abitata. / Uno stretto braccio di mare, chiamato Rio, il fume, la
separa da Lanzarote,
la sorella più
grande dalla quale abbiamo
sempre dipeso.
02.12
“Nonna, come si fa a non essere felici in questo posto?”, mi chiedono i
miei nipoti che studiano in città. / “Su quest’isola, la vita non è stata
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sempre facile”, gli rispondo… Fin dall’epoca in cui noi, donne della
Graziosa, per vendere il pesce dovevamo attraversare il canale e poi
arrampicarci sulle alte montagne di Lanzarote.
02.48 Concha - Effetto radio (Paolo!!)
“Qui è Luis Jorge (Luìs Hòrghe), qui è Luis Jorge…” / Con la radio
potevamo ascoltare le barche in mare. Così, prima che gli uomini
arrivassero a terra, noi già sapevamo quanto pesce portavano. “Qui è
Luis Jorge, Luis Jorge. Arriviamo con due tonnellate di polpo.”
03.12 Figlia ( Consuelo)
Era bello…. Mio padre era proprio bello.
03.20 altra Figlia (PINA)
Lo ha fatto mia madre. / Dolci così li fanno solo le madri.
03.28 Concha
Ho nove fgli, 6 maschi e 3 femmine. 21 nipoti e ne aspetto altri 2.
Sette bisnipoti e presto avrò l’ottavo.
03.37 Figlia (PINO)
“Sapete come ci chiamano a noi della Graziosa? Italiani! Ci chiamano
italiani!”.
03.546 Figlia (PINO)
Me lo raccontava mio padre, quando iniziarono a pescare in Africa e
facevano base a Las Palmas di Gran canaria. / Uscivano a passeggiare
e si vestivano con gli abiti tradizionali della Graziosa… con un mantello
di colore azzurro. / E allora la gente indicandoli diceva: “ecco, arrivano
gli azzurri”.
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04.06 Concha
Si mettevano un foulard giallo al collo e tutti dicevano: “ guarda gli
italiani, sono vestiti tutti uguali!”.
04.17 Figlia (Pina)
Se hai mangiato molto o bevuto troppo la sera prima, ci vuole una
tisana di Pasote!
04.27 Concha
Il Pasote fa bene allo stomaco…. alla pressione… per la glicemia.
04.36
Prima, facevamo colazione con pasote, formaggio e “gofo”, che si fa
con la farina di miglio. / In barca gli uomini portavano il gofo in polvere
o già preparato… e qualche polpo arrostito.
La sera, in casa, si
mangiava una minestra di pesce.
04.59
Qui, c’è un mucchio di fotografe. / Mi piaceva di più la Graziosa di una
volta…
05.05
Quando uscivano in mare e c’era vento, ci lanciavano dei fogliettini con
i messaggi d’amore!
05.12 Fratello (NORMAN)
… era più di sessanta anni fa: andavo a pescare con una barchetta a
vela, con mio padre, avevo 14 anni. Eravamo sette… e Josè era
fdanzato con mia sorella Concha. / Era una pesca artigianale.
05.37 Concha
“Come posso vivere, se l’anima l’ho data a te… il corpo non vive senz’
anima, ma l’anima senza corpo sì”.
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05.46
Questo è mio zio, il fratello di mia madre. Anche loro non ci sono più.
05.52 Fratello (NORMAN)
Se non c’era vento, dovevi remare… e poi, tutta la notte, pescavamo
e cantavamo.
05.58 Fratello (NORMAN) - canta
“Vieni vieni (vieni), amore mio, vieni vieni (vieni)che io ti adoro…
vieni vieni(vieni) che sei un tesoro, vieni vieni (vieni) e siediti qui.
06.12 Fratello (Norman)
In inverno, pescavamo negli isolotti attorno alla Graziosa: Alegranza, el
Roche,
Montagna Clara. Prendevamo il pesce con la lenza; a
quell’epoca, ce n’era in abbondanza.
06.30
In estate pescavamo le sardine. Poi, le portavamo a terra, dove le
donne le mettevano a seccare sugli stenditoi.
06.38 Figlia (Pino)
“Zio racconta delle donne!!!”.
06.41 Fratello (Norman)
Restavano a terra ma lavoravano più dell’uomo.
06.47 Concha
Questa era mia nonna… Enriqueta , Consuelo……Dovevamo accudire i
fgli, cucire, cucinare e poi sistemare le sardine… prepararle, salarle e
metterle al sole.
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06.58
Juana vive ancora ma non sta
trovarla.
molto bene. Quando posso, vado a
07.09 Fratello (Norman)
Per vendere il pesce, dovevano salire sulle montagne di Lanzarote.
07.14 Concha
Attraversavamo il canale e ci arrampicavamo con le ceste sulla testa. /
Quando non si vendeva il pesce, si barattava con patate, verdure,
lenticchie… perché alla Graziosa non c’erano ortaggi.
07.30
Le madri, quando stavano allattando, portavano con loro i fgli,
tenendoli stretti al collo.
07.41
Però le famiglie si aiutavano tra loro…
07.48
A me piaceva cucire… ho imparato sola. E così cucivo anche lungo le
strade del paese.
07.58
Questo qui ha sessantacinque anni, l’ho fatto per mio fglio maggiore.
Me lo ricordo benissimo!
08.05 Fratello (Norman)
Verso gli anni cinquanta, la vita cominciò a cambiare. Arrivarono le
barche a motore e la gente iniziò a spostarsi, per andare a pescare
sulle coste d’Africa.
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08.26 Concha
Sono venuta a vivere qui, a Lanzarote, dove ho comprato casa per far
studiare i fgli. / Però torno spesso alla Graziosa, soprattutto durante
la Settimana Santa e quando c’è il carnevale! Vado con mia fglia e mi
raggiungono i nipoti… e tutta la famiglia.
08.53
… mia nipote, vestita da carnevale!
09.05 Narrante / Concha
Oggi, arrivare sull’isola è facile, ma, un tempo, attraversare il Rio, il
canale che la separa da Lanzarote, era pericoloso, perché le barche
erano piccole.
09.18
Domani inizierà un altro carnevale… per noi ragazze era il periodo più
divertente dell’anno. Per fortuna, la tradizione è rimasta; sono felice di
poter rivivere uno dei momenti più belli della mia giovinezza.
09.55
Il porto è stato costruito agli inizi degli anni ottanta, perché prima, in
questa baia chiamata Caleta del Sebo, c’era solo un molo e poche
case.
10.11
Consuelo e Juana! È con loro che salavo il pesce. Adesso, ci sono i
ragazzi dell’isola: Enriquèta e Simòn, con la passione per il mare nelle
vene. / I loro nonni hanno praticato la pesca rispettando le stagioni del
mare e questo ha conservato la nostra
isola… A tal punto che,
quando nell’Arcipelago si è iniziato a pensare di proteggere
l’ambiente, la Graciosa è risultata una delle isole più integre.
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10.44
Per evitare l’abbandono dei mestieri del mare, quando, nel 1995, è
stata creta l’area marina protetta, agli abitanti della Graciosa è stato
concesso di continuare a pescare con i metodi tradizionali.
11.03
Oggi, le barche grandi usano le reti solo in alcune zone mentre quelle
più piccole utilizzano la lenza, proprio come noi durante l’inverno.
11.19
… ma i pescatori rimasti sono pochi e delle fatiche che si facevano per
sostenere le famiglie restano solo i ricordi… così come delle
soddisfazioni per una pesca abbondante, che portava gioia a tutta la
comunità.
11.39
Quello che non è cambiato è l’abilità degli uomini nel saper scrutare
l’oceano. L’isola è sempre stata in balia dei venti e delle forti maree: il
mare è generoso, ma va temuto, perché in un attimo può riprendersi
tutto ciò che ci ha dato.
12.07
I tempi sono cambiati, la popolazione è aumentata e i giovani sono
attratti da altri mestieri. Ma la fortuna della Graziosa continua a essere
la ricchezza dei fondali, che se una volta garantiva la sopravvivenza
delle famiglie oggi assicura la vita a tutto l’Arcipelago.
12.36
Grazie alle correnti oceaniche, queste acque sono ricche di cibo e
quindi attraggono una grande quantità di pesce.
12.52
Saper gestire lo spazio marino ha mantenuto queste risorse, favorendo
la creazione della riserva ambientale. / In un’area dove la pesca veniva
già effettuata nel riguardo delle regole del mare, non c’è voluto molto
per vedere i risultati del ripopolamento delle specie.
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13.26
La riserva marina comprende anche gli isolotti dell’Arcipelago di Cinijo,
(leggi Ciniyo) che come una grande collana cingono la Graziosa.
13.51
Si dice che queste terre siano quanto resta del leggendario continente
Atlantide, situato oltre le colonne d’Ercole e sprofondato nelle acque
dell’oceano Atlantico per opera di Platone.
14.17
La loro origine è vulcanica e risale a milioni di anni fa, quando il mare
ed il cielo si oscurarono e dalle acque emersero le isole.
14.35
In alcuni giorni dell’anno, i venti alisei portano nubi grigie e io ripenso a
quante volte i nostri uomini uscivano in mare, mentre noi, preoccupate
che iniziasse ad agitarsi, li aspettavamo a terra.
14.56
Nonostante la Graziosa sia quasi completamente arida, sul terreno
riescono a crescere alcune piante fondamentali per gli equilibri naturali.
Per questo, i guardiaparco controllano che stiano sempre in salute.
Mantenere l’isola pulita è importante… soprattutto eliminare le piante
invasive, che potrebbero recare danno.
15.39
La nostra è una delle riserve marine più grandi d’Europa; il suo scopo è
proteggere l’ambiente, ma anche fare in modo che chi vive qui possa
continuare a mantenere le proprie tradizioni e godere di questa natura
meravigliosa.
16.01
Sicuramente, è stato grazie all’istituzione del Parco terrestre, che la
mia isola ha mantenuto il suo carattere selvaggio… aspro, spesso
troppo duro per la sopravvivenza.
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16.19
Al mattino, gli uomini rientrano in porto… sono quasi sempre soli e le
donne che li aspettano sul molo sono poche.
16.35
Le regole impongono che ogni pescatore non possa prendere più di
cinque chili di pesce al giorno. Ma, oggi, le famiglie sono meno
numerose e si sono aggiunte altre attività a quelle di una volta, quando
il cibo si prendeva solo dal mare o dalla terra.
16.57
Le opportunità non mancano e ognuno può scegliersi il mestiere o,
meglio, i mestieri che vuole…
17.35
… come Gustavo che, oltre a pescare, fa lo scultore, il restauratore e il
cuoco. Il suo bisnonno, è stato uno dei primi ad arrivare sull’isola, a fne
Ottocento, e sua madre gli ha tramandato i saperi della cucina isolana.
17.09
Questo tipo di pietra si chiama arenisca.
Siccome è dura, anche il lavoro è duro. Con questo tipo di pietra qui si
faceva tutto… le case, la calce. Le prime case sono state a Playa
Francesa. Dopo qui e all’altro paese che è a nord, Pedro Barba.
Erano pescatori e pastori di Lanzarote. Avevano le capre. La Isla,
prima era piena di erba. Per quello che portavano qui le capre.
17.45
I primi quattro fondatori facevano quello… Uno era il mio bisnonno, si
chiamava Miguel Hernandez. Poi ci sono i Guadalupe, Pais, Toledo; si
davano una mano... adesso per la mia casa, dopo per la tua.
18.09
Questa riva qui sembra tagliata così… (il motivo) è perché anche da
quel posto prendevano le pietre.
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18.18
Le donne qui hanno lavorato sempre… anche adesso. Andavano per
quella montagna lì, perché si prendeva tanto pesce e lo portavano ad
Haria: pesce per patate e per pomodori.
18.34
Adesso, per sopravvivere devi saper lavorare con il turismo, perché
con la pesca… Non perché non c’è pesce, ma perché la cultura della
pesca della Graziosa si è persa completamente.
18.46
Da settanta ottanta barche, adesso sono cinque o sei. Mi pare che
dopo questa generazione scompariranno completamente. / Io faccio
un po’ di tutto. Faccio le pietre, faccio il restauratore, mi piace molto
cucinare il pesce. Il dentice al forno è una cosa speciale.
19.27
Abbiamo preso il dentice gli abbiamo tolto le squame, le alette e lo
abbiamo fatto a trance.
19.49
Qui abbiamo messo sale, aglio, coriandolo, comino e legno.
Questo dopo lo mettiamo sul pesce.
La cosa più importante è il punto di sale, per un pesce di questa
grossezza, sono 15 minuti . Gli si mette tutto il sale e poi dopo 15
minuti si bagna e si leva tutto il sale e mettiamo, uno strato di patate,
un altro di pomodori, uno strato di cipolla, un’ altro di peperoni e un’
altro di pesce. E di nuovo cipolla, papate, pomodori e pesce.
20.37
E’ la ricetta originale, quella che faceva mia mamma, mia nonna, solo
che adesso io gli metto i gamberi e più aglio, perché mi piace così.
Poi quando hai fnito di mettere tutti gli strati, gli mettiamo questo,
con vino bianco e un po’ di acqua, si muove e si butta su…. Al forno!
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01.21
Mi piace molto cucinare il pesce .. Facciamo le prove tra gli amici.. poi
viene quello che viene…. e fno ad adesso nessuno me lo ha buttato in
faccia!
21.29 Narrante / Concha
Tra poco inizierà il Carnevale… un’occasione speciale, durante la quale
l’isola prende vita.
21.43
Il molo è un andirivieni di persone, gente del posto, parenti, turistiUn
tempo, chi stava qui ci viveva tutto l’anno. Estate e inverno, feste e
non feste. Adesso… quando non c’è nessuno o quando siamo in
troppi.
La “mia Graziosa” è diventata così.
22.12
Ecco il sindaco! qui sono sempre state donne… perché gli uomini erano
a pescare.
22.28 Narrante / Concha
Questa chiesa è stata restaurata con i soldi mandati dall’Africa,
quando i nostri uomini sono partiti per andare a pescare laggiù. Josè
Luìs, con il suo lavoro ha contribuito molto.
21.51
Oggi, arriveranno anche i miei nipoti… e il resto della famiglia.
22.59
Ogni volta che torno alla Graziosa, ritrovo i miei ricordi. Sono contenta
perché qui i ragazzi mi vengono a trovare più volentieri, soprattutto a
carnevale!
Questa bambina sono io, avrò avuto due o tre anni.
Questa ragazza è della famiglia e si sposa il 16 aprile. “Ci sposiamo,
Yeray e Yara” (Gerai e Iara). (Questa è mia madre , questa sono io).
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23.28
Il carnevale delle canarie ha origini molto antiche; si parla di più di
cinque secoli fa, quando un gruppo di italiani, genovesi residenti a Las
Palmas di Gran Canaria, iniziarono a
sostenere alcune compagnie
musicali e a organizzare sflate nelle vie della città.
23.50
Man mano, questa grande festa ha preso il carattere della nostra
gente… così oggi adulti e bambini formano “le mùrgas”, gruppi
mascherati che sflano al ritmo della batucàda, la musica tipica del
carnevale.
24.14
Molti di essi richiamano le nostre antiche origini, altre il periodo
coloniale, altre ancora sono proiettate verso il futuro. Insomma, il
carnevale racconta con fantasia la storia delle nostre isole.
24.45
Nell’ultimo giorno di festa, le donne si vestono a lutto. Piangono e si
lamentano, prima che la grande sardina di cartapesta venga bruciata
davanti agli occhi di tutti.
25.03
È allora che ci ritroviamo insieme, a mangiare e a fare festa, per
celebrare il frutto del lavoro di tutte le famiglie della comunità. / Come
avveniva una volta… quando gli uomini uscivano in mare e le donne,
accudendo i bambini e mandando avanti la casa, attraversavano il Rio
e, a piedi scalzi, scalavano la montagna per vendere il pesce.
25.34
C’è una rete stesa alla tua fnestra, ogni volta che passo e guardo mi
cattura l’anima. C’è una rete stesa al tuo balcone, ogni volta che passo
e guardo mi cattura l’anima e il cuore.
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