Rassegna stampa 06/01/2013
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Rassegna stampa 06/01/2013
INDICE RASSEGNA STAMPA Si gira in Toscana Nazione Firenze 06/01/2013 p. 23 Una nuova dark lady Ascesa di Chiara Conti tra cinema e fiction Giovanni Bogani 1 Tirreno 06/01/2013 p. 19 Tombolo 1946 caccia al killer nel paradiso nero Fabio Canessa 3 Gaia Rau 6 Iniziative ed eventi Repubblica Firenze 06/01/2013 Indice Rassegna Stampa p. XIV Le anteprime del Verdi Pagina I Una nuova dark lad-19 y Ascesa di Chiara. Conti tra cinema e fiction GIOVANNI BOGAI HA UN'ELEGANZA innata, da "dark lady" bionda di film di gangster, o di drammi psicologici. E' alla tv e al cinema di oggi che Chiara dona la sua figura, il suo sguardo, i gesti, la voce. Fiorentina, un'adolescenza vissuta tra Fiesole e il Chianti, Chiara Conti vive ora tra Parigi e Roma. Ma ama tornare nella sua Toscana. «Amo rivedere la giostra con i cavallini di legno in piazza della Repubblica, a Firenze; amo ritrovare soprattutto la mia famiglia, mia madre. Sentirmi di nuovo coccolata; di nuovo figlia. E mi emoziona il mare. Il suo mistero, la sua forza, la sua armonia». Da poco, Chiara ha girato un film girato invece tra le rocce delle Alpi Apuane, tra i marmi di Carrara. E' "L'innocenza di Clara", un film ad alta tensione erotica e sentimentale, di cui Chiara è protagonista. Dopo l'anteprima al Noir festival di Courmayeur e l'uscita a Roma, il film uscirà in gennaio a Firenze e nel resto d'Italia. Chia ra, do o molta televisione-" utt a luna ","Distretto di polizia", " LS.", torno al cinema con un thriller. Che cosa la ha convinta? «Mi ha affascinato il personaggio di una donna ambigua, che può sembrare una femme fatale, ma che ha soprattutto un immenso, eccessivo bisogno di amore. Una donna che vuole essere amata da tutti, ed è infelice sempre». lavorato con Alberto Gimi- Si gira in Toscana Luca Lionello. Con un metodo abbasta nza insolito... «Sì: il regista, Toni D'Angelo, ci ha chiesto di improvvisare molto. La sorpresa è stata nel trovare tutti e tre gli attori generosi, vitali, travolgenti. Anche quello che pensavo fosse più meticoloso e `preciso', come Alberto, l'ho visto buttarsi a capofitto nella sfida». Dì Firenze, che cosa ama di più? «L'eleganza innata dei fiorentini. Non c'è in nessun'altra città. Dico anche eleganza nel linguaggio, esattezza nell'uso delle parole. Ed eleganza nel vestire, certo». Quali sono i suoi stilisti preferiti? «Adoro la semplicità preziosa di due icone di stile: Dior e Chanel. In Italia, Alberta Ferretti». Qualì sono le sue letture preferite al momento? «Prima di tutto, Haruki Murakami. Ho letto tutto di lui, lo adoro. Poi Jonathan Carroll, Chuck Palaniuk, Jonathan Safran Foer: a lui ho anche scritto una lettera...! E amo un libro su una donna coraggiosa, che osò decidere di fare la scultrice a diciassette anni. Si chiama `Una donna chiamata Camille Claudel', e mi dà molta forza leggerlo». I suoi modelli, i suoi punti di riferimento tra le attrici? «Tutte le attrici brave davvero. Quelle che hanno il coraggio di osare, di rischiare. Meryl Streep e Jodie Foster su tutte. Poi Charlize Theron, le francesi Marion Cotillard e Stéphanie Laurent, che ha lavorato con Tarantino. In Italia, T mi Ah n?? trP.y Pagina 1 Chiara Conti, attrice fiorentina Si gira in Toscana Pagina 2 Tombolo 1946 caccia al killer nel paradiso nero II regista maremmano rievoca il dopoguerra in un libro giallo. E racconta i suoi anni d'oro di Fabio Canessa n giallo appassionante ambientato nella Toscana del 1946: per tro- vare il colpevole di un delitto commesso a Tombolo, sul set di un film con Aldo Fabrizi, si arriva nella Livorno devastata dai bombardamenti, finché, attraverso una visita alle case di tolleranza di Grosseto, l'enigma si scioglie nel cuore di Pisa. Il titolo è "Spiaggia a mano armata", edito da Rizzoli: a indagare il detective Bruno Astolfi, nella quinta avventura della fortunata serie scritta da Umberto Lenzi, il maestro del cinenia di genere italiano, campione di incassi del poliziesco anni Settanta (da "Napoli violenta" con Maurizio Merli a "Il trucido e lo sbirro" con Tomas Milian). Toscano verace, nato a Massa Marittima nel 1931, dopo una cinquantina di film amati dal pubblico e riscoperti dalla critica quando Tini Burton, Joe Dante e soprattutto Quentin Tarantino si sono dichiarati suoi grandi ammiratori e allievi, Lenzi si dedica oggi alla letteratura. Lo incontriamo mentre ha appena ricevuto da Tarantino l'invito per la prima visione privata a Ronia, dell'attesissimo "Django unchained". Comeè andato l'incontro con Tarantino? «Estato lui a cercarmi e a dichiarare più volte nelle interviste di essere debitore del mio cinema. In particolare Si gira in Toscana " liastardi senza gloria' gli è stato ispirato proprio dal mio "La legione dei dannati". Ogni volta che mi vede mi fa un sacco di feste, mi abbraccia davanti a tutti con grande soddisfazione sua e imbarazzo mio. Come quella volta a Venezia, davanti a duemila persone ... ». Però ora lei ha abbandonato il cinema per il romanzo... «Se von Clausewitz diceva che la politica è la continuazione della guerra con altri mezzi, per me la letteratura è la continuazione del cinema con altri mezzi. Alla mia età non ho più la forza di stare sul set e allora trasferisco le mie trame nel romanzo». Com'è avvenuto il passaggio alla pagina scritta? «Nel 1983, tra un film e l'altro, scrissi un racconto, "La quinta vittima", che vinse il Mystfest di Cattolica e fu pubblicato da Mondadori. Allora iniziai un romanzo, "Delitti a Cinecittà", ambientato nel 1940, sul set del film di Alessandro Blasetti "La corona di ferro", un kolossal che costò 11 milioni di lire ai tempi in cui un film italiano ne costava al massimo uno. L'intenzione era quella di unire un plot poliziesco, da sempre nelle mie corde, alla descrizione dell'ambiente cinematografico che conosco benissimo. Lo scrissi e finì in un cassetto perché gli impegni sul set mi occupavano troppo. Dopo 23 anni, traslocando da Roma a Ostia, l'ho ritrovato, ripulito e proposto all'editore Coniglio, che lo pubblicò con successo. Il critico Goffredo Fofi ne rimase entusiasta e lo scrittore Giancarlo De Cataldo mi ha spronato a continuarlo in una serie che raccontasse cronologicamente la storia d'Italia. Così sono seguiti, tutti editi da Coniglio, "Terrore ad Harlem", sulla Roma della fame e dei bombardamenti del 1943, "Morte al cinevillaggio", sulla Repubblica di Salò e la resistenza del 25 aprile e "Scalera di sangue", sulla liberazione del 1945 e l'inizio del neorealismo». Adesso con "Spiaggia a mano armata" è passato a Rizzoli ed è tornato alla sua Toscana. «L'intenzione è quella di far rivivere, attraverso un plot d'azione, storie e personaggi dimenticati, importanti per la mia vita ma anche per la storia d'Italia. In questo caso ricordare la cronaca nera di Tombolo, uno degli episodi più sordidi della nostra storia, coma la Napoli del romanzo di Malaparte "La pelle", all'epoca eclatante e oggi dimenticato. Perciò ho mandato il mio eroe Bruno Astolfi a indagare sul set del film "Tombolo, paradiso nero", che Giorgio Ferroni girò nel 1946 proprio aTombolo». A quale figura di detective si è ispirato per Bruno Astolfi? Pagina 3 «Al Maigret di Simenon, di cui sono fanatico, per la capacità di scavo psicologico e introspezione umana, ma anche ai Sani Spade e ai Marlowe americani per lo stile di racconto hard boiled. Però mi sono ispirato soprattutto a me stesso: Bruno Astolfi è in gran parte autobiografico. Un mio alter ego, amante del pugilato, delle donne, del mangiare e del bere. E poi è presuntuoso e intuitivo proprio come me». Anche stavolta ha popolato il romanzo di personaggi storici, da Indro Montanelli a Curzio Malaparte , da Federico Fellini a Luciano Bianciardi... «Con Bianciardi eravamo amici, ai tempi dei cineclub del dopoguerra. Metto sempre nei miei libri i personaggi della mia vita e spesso faccio dire loro le stesse cose che mi hanno detto nella realtà. Nel romanzo ho messo a fare l'autopsia al cadavere il professor Domenici, che era mio docente di me- Si gira in Toscana dicina legale all'università. Cerco anche di rievocare i costumi dell'epoca, i sapori, gli odori, le canzonette, per ricreare il più fedelmente possibile il gusto di un tempo irrimediabilmente perduto». Il libro mi è piaciuto molto, secco ed essenziale come i suoi film, l'ho letto d'un fiato, ed è storicamente rigoroso e documentatissimo. Un unico lapsus: possibile aver fatto nascere Montanelli a Monsummano anziché a Fucecchio? «Ha ragione, mi sono sbagliato con Yves Montand, alias Ivo Livi. Era lui ad essere nato a Monsuminano! Lo correggerò nelle prossime edizioni». In questo romanzo ha un ruolo importante Aldo Santini, il giornalista livornese recentemente scomparso. «Avevo 17 anni e frequentavo Corrado Banchi, un fotoreporter di Massa Marittima fainoso per aver scattato durante una partita Juventus-Fiorentina la famosa foto del gol in rovesciata del calciatore Parola, che riuscl a vendere al Tirreno per mille lire. Ricordo allora che arrivò a Massa Marittima a lavorare con lui questo giornalista giovane e simpatico, Aldo Santini, per fare un servizio di cronaca nera. Familiarizzai con lui e diventammo amici, per cui, scrivendo questo libro ambientato a Livorno, mi è tornato in mente e l'ho scelto per fare da guida alla città a Bruno Astolfi. Oltretutto, proprio Santini ha scritto un bel libro su Tombolo ("Tombolo. Disertori contrabbandieri segnorine sciuscià un'avventura del dopoguerra") che ho usato come fonte storica principale per documentarmi. Appena finito di scrivere il libro, l'ho cercato e ho saputo con dispiacere che era morto appena pochi mesi prima». I personaggi del romanzo sono tutti scomparsi? «No, è ancora viva Adriana Benetti, l'attrice protagonista Pagina 4 del film su Tombolo. Ha 94 anni e abita a Roma. Le ho inviato il libro, ma per ora non ho ricevuto da lei nessun riscontro». Com'è iniziata la sua carriera di regista? «Con due documentari sulla mia Massa Marittima: il primo, amatoriale, lo girai nel 1954 con il piombinese Enzo Della Monica, intitolato "Massametallorum". Enzo andava e veniva da Piombino, dove insegnava educazione fisica a scuola, e io finii di montarlo da solo. Di recente è stato restaurato e presentato con successo. Il secondo, "Dalle tenebre al mare", fu presentato a Venezia nel 1955 ed era il viaggio del minerale che seguiva la teleferica dalle montagne al Puntone di Scarlino. Era il 1954 quando, finiti gli esami di giurisprudenza all'Università di Pisa, andai a Roma a frequentare il Centro Sperimentale, dove mi sono diplomato in regia nel 1956». Lei si è trasferito a Roma giovanissimo, quale rapporto ha mantenuto con la Toscana? «Non l'ho mai interrotto. Ai tempi dei cineclub, andavo a Livorno a trovare Silvano Filippelli e facemmo nel 1950 la convenzione ai Bagni Pancaldi e alla Gran Guardia che riunì i circoli del cinema di tutta Italia. Appena diplomato, ebbi un colpo di fortuna: arriva da Hollywood il regista Richard Wilson per girare "Vento di passioni", con Esther Williams ed Eduardo De Filippo. Cercava una spiaggia adatta per certe sequenze del film: io li portai a Castiglione della Pescaia e gli feci da assistente alla regia. Entrai così nel cinema americano passando proprio per la Toscana. Per il resto a mantenere il rapporto con la Toscana ci sono i legami di famiglia: Mio fratello infatti vive ancora a Massa Marittima e ho dei cugini che hanno un'azienda vinicola al Frassine». In mezzo secolo di cinema, lei ha lavorato con star internazionali di prima grandezza. Chi ricorda con maggiore simpatia? «Henry Fonda, un signore che rifiutava privilegi e voleva fare la fila al camper per pranzare insieme agli altri. E il grande John Huston, cordiale e spiritoso, un regista col quale mi trovavo in sintonia. Un mostro di bravura era poi Joseph Cotten». E i ricordi più spiacevoli? «George Peppard, che aveva gravi problemi con l'alcool: a Parigi picchiò la moglie che finì all'ospedale. E Jack Palance, attore straordinario ma dal carattere difficile. Strillava sempre, finendo con lo spaventare gli altri attori per la sua energia espressiva. Poi, quando lavorai con lui, era reduce dal divorzio e piuttosto depresso». Ci può anticipare la prossima avventura di Bruno Astolfi? «Sarà intitolata "il tram dei miserabili", ambientata sul set del film che il regista Riccardo Freda girò dal romanzo di Hugo. Siamo nel 1947, Astolfi si sposerà e la storia d'Italia continua...». ©RIPROCUZIONE RISERVATA »cala i Gil J] S F;RR(I kl um hei to tenzi Nelle mie storie metto sempre i personaggi della mia vita: Malaparte, Fellini, Montanelli. E spesso faccio dire loro le stesse cose che mi hanno detto nella realtà Si gira in Toscana Si film "T ombolo paradiso nero" Fra le star con cui ho lavorato il migliore era Henry Fonda, un signore che rifiutava i privilegi Palance strillava sempre spaventava gli altri attori Pagina 5 del GAIA RAU AL catastrofico d'autore al ricordo di una delle pagine più buie della Shoah. Dalle suggestioni e contraddizioni del Sessantotto al thriller politico d'attualità. Tornano da martedì le Anteprime cinematografiche al teatro Verdi: cinque appuntamenti con altrettante proiezioni, tra cuitreprime nazionali edueinediti, selezionate come sempre da Stefano Stefani tra le proposte più qualificate e applaudite in occasione dei principali festival internazionali o tra i titoli più interessanti degli ultimi anni rimasti emarginati dai circuiti della grande distribuzione. Una rassegna la cui importanza è cresciuta negli anni, come dimostra la media ormai stabile di 300/400 abbonati a stagione. Si parte martedì con Qualcosa nell'aria (titolo originale Après Mai) del francese Olivier Assayas, premio perla miglior sceneggiaturaaVenezia2012, che arriverà nelle sale italiane dal 17 gennaio. Interpretato da un nutrito gruppo di giovani e bravissimi attori (Clement Metayer, Felix Armand, Lola Creton,DoloresChaplin) raccontai] post contestazione studentesca nella Parigi del `68 e degli anni immediatamente successivi, a metà strada tra il Bertolucci di TlaeDreanaers e il Garrel di Les anaants réguliers. Attesissimo, martedì 15, arriva In Darkness di Agnieszka Holland: l'oscurità a cui fa riferimento il titolo è quella dellefogne della città polacca di Lvov, dove si rifugiò per quattordici mesi, sotto l'occupazione nazista, un gruppo di ebrei, messo in salvo da Leopoldo Soha detto Poldek, idraulico del comuneetopo d'appartamento. Un raccon- D Iniziative ed eventi Da Assayas alla Holland il miglior cinema to claustrofobico sull'odio e la crudeltà, che nel 2012 ha ottenuto la nomination all'Oscar come miglior film straniero. Porta la data del 2011 TakeShelter, film scritto e diretto da Jeff Nichols che, nonostante il successo ottenuto in occasione di manifestazioni prestigiose come il Sundance Festiva] o Cannes- dove ha vinto il Gran premio nella sezione Settimana della Pagina 6 critica- ha avuto in Italia una distribuzione praticamente inesistente. In arrivo al Verdi il29 gennaio, raccontala storia di Curti sLaForche, un uomo tranquillo che vive con la moglie e la figlia in una piccola cittadina dell'Ohio, la cui esistenza viene sconvolta da terribili premonizioni. Dal passato recente arriva anche, il5 febbraio, Ballata dell'odio e dell'amore di Alex de la Iglesia, il film che, nel 2010, ha fatto letteralmente innamorare Quentin Tarantino, presidente dellagiuria a Venezia, dove il lungometraggio ha vinto il Leone d'argento: un'avventura surreale, crudele e melodrammatica con protagonisti Javier e Sergio, due pagliacci orrendamente sfigurati che combattono all'ultimo sangue per amore durante il regime di Franco. Il ciclo si conclude il 19 febbraio con l'anteprima de Il fondamentalïsta riluttante della regista indiana Mira Nair, tratto dal romanzo omonimo di Hamid Mohosin del 2007: una pellicola avvincente, tesa, doveniente è come sembra, inbilico tra dramma civileethriller, che tenta di raccontare il perenne conflitto tra Oriente e Occidente dopo la ferita dell' 11 settembre. Tutte le proiezioni inizieranno alle 21, con un biglietto d'ingresso di 7,50 euro. L'abbonamento (alla cassa) costa 31 euro e dà diritto a una poltrona riservata per l'intera programmazione. Ci sono anche i mai visti "Take Shelter" di Jef ic . ols e "Ballata dell'odio e dell'amore" di Alex de la Iglesia CATASTROFICO Asinistra, nella foto grande, "Take Shelter" di Jeff Nichols. Qua sopra "Après Mai" di OlivierAssayas, sul `68 Iniziative ed eventi Pagina 7