36 - Marinai d`Italia
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Le Navi italiane NAVE PALINURO 36 Marinai d’Italia Gennaio/Febbraio 2013 La leggenda Breve storia della Nave C I apo Palinuro è uno dei siti balneari più belli d’Italia. Si trova nel Cilento, in provincia di Salerno; noto per la bellezza del mare che lo circonda e per le bellissime spiaggette e le grotte, tra cui la famosa grotta azzurra, situate nelle vicinanze. Vi è una leggenda riguardante questo promontorio, oggi meta di numerosi turisti italiani e stranieri, e riguarda appunto Palinuro che, secondo la tradizione mitica evocata dal poeta Virgilio nell’Eneide, era il timoniere della nave di Enea e che pagò con la vita la salvezza di tutto l’equipaggio. Durante il viaggio verso l’Italia il Dio del mare Nettuno concesse al popolo troiano una sicura navigazione solo a patto che uno di essi venisse sacrificato. Palinuro era da Enea sempre amato e stimato per la sua dedizione, la sua fedeltà, e la grande perizia marinaresca. Nettuno mandò Morfeo, il Dio del Sonno, il quale cercò di persuadere Palinuro a lasciargli il timone. Non riuscendo a convincerlo, Morfeo lo addormentò bagnandolo con le acque del Lete, il fiume infernale. Palinuro assopitosi, venne gettato dal Dio del Sonno in mare e, quando approdò estenuato sulla costa, fu ucciso dagli indigeni che lo scambiarono per un mostro marino. Il suo cadavere rimase insepolto. Sceso all’Averno, Enea incontrò l’ombra del suo timoniere che gli chiese rituale sepoltura. Le stesse popolazioni indigene che lo avevano ucciso, costrette da prodigi divini, ricercarono e trovarono il cadavere, lo seppellirono ed eressero in suo onore un tempio sul promontorio poi chiamato Capo Palinuro. l Palinuro attuale fu varato nel 1934 nei Cantieri Navali di Nantes in Francia, con il nome di “Commandant Louis Richard”. Dalla sua origine e fino all’inizio del secondo conflitto mondiale la nave, di proprietà di una società privata francese, fu destinata al ricco commercio del trasporto e della pesca del merluzzo nei Banchi di Terranova. Al termine del secondo conflitto mondiale la Marina Militare Italiana a seguito Nave Palinuro A 5311 (ex Comandant Louis Richard) Dubigeon - Nantes (Francia) Dislocamento 1.341 t.pc. Dimensioni 69 x 10 x 4,8 m Equipaggio 6 + 76 Velatura 1.000 mq circa Apparato motore 1 GMT D MAN G8V Potenza 600 CV Velocità a motore 8 nodi Autonomia 5.400 mg / 7,5 nodi della perdita della nave scuola Cristoforo Colombo (nave gemella dell’Amerigo Vespucci ), che dovette essere consegnata alla ex URSS quale risarcimento dei danni di guerra, si interrogò sulla necessità di continuare ad addestrare i propri equipaggi sulle grandi navi a vela. Lo Stato Maggiore decise di mantenere l’esperienza di vita e marinaresca che da decenni si persevera sui velieri quale base dell’addestramento dei propri equipaggi. Nave Vespucci, sopravvissuta alla II Guerra Mondiale, fu destinata all’addestramento dei futuri Ufficiali della Marina Militare; in particolare ospita per il periodo estivo gli Allievi Ufficiali dei corsi Normali della Accademia Navale di Livorno al termine del loro primo anno di formazione. Nel 1950 l’attuale Nave Palinuro fu acquistata dalla Marina Militare Italiana e fu sottoposta ad una serie di lavori nell’Arsenale della Spezia per trasformarla in Nave Scuola. Entrò in servizio il 16 luglio 1955 e da allora è stato impiegata per l’addestramento degli Allievi Sottufficiali delle Categorie Nocchieri, Nocchieri di Porto, Meccanici e Motoristi Navali, provenienti dalle Scuole Sottufficiali della Marina Militare Italiana prima di Venezia, poi di Porto Ferraio, della Maddalena ed infine di Taranto. Nave Palinuro, ha effettuato le sue numerose Campagne Addestrative toccando la maggior parte dei porti sia del Mediterraneo che del Nord Europa. La sua unicità gli ha permesso di prendere parte ai più prestigiosi raduni di imbarcazioni e navi d’epoca e alle regate delle “Tall ships” (così denominate per la caratteristica altezza degli alberi). Tra queste le più famose sono la “Cutty Sark”, l’“Amsterdam sail”, il raduno delle vele d’epoca di Imperia, etc. Una schematica descrizione è riassunta nella scheda qui accanto. La superficie velica complessiva è di circa 1.000 mq. L’altezza degli alberi sul livello del mare è di 35 metri per il trinchetto, 34,5 metri per la maestra e di 30 metri per l’albero di mezzana. Lo scafo, come gli alberi sono in acciaio chiodato ed è costituito da un unico ponte (di coperta) al di sotto del quale vi sono ubicati i locali di vita, le segreterie, le cale, l’officina, la cambusa, le celle frigorifere, la sala apparato motore principale e ausiliari e gli alloggi Ufficiali Subalterni. Al di sopra del ponte di coperta ci sono le strutture del castello prodiero e il cassero poppiero sul quale, a poppa estrema, c’è la plancia comando. All’interno del cassero sono ubicati gli alloggi, i locali di vita degli Ufficiali e dei Sottufficiali più locali cucina e forno. nnn Questo articolo è stato inviato dal medico-chirurgo Iaccarino a suo tempo imbarcato come ufficale di complemento su nave Palinuro La nave oggi I l Palinuro è una “Nave Goletta”, è quindi armata con tre alberi più un albero di bompresso. L’albero di trinchetto è a vele quadre mentre quelli di maestra e mezzana sono a vele auriche ed il bompresso è armato con i fiocchi. 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