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Edizione Giugno 2015
Gentili lettori,
In questo numero...
siamo innanzitutto orgogliosi di comunicare che Mérieux NutriSciences partecipa all’Expo Milano 2015: il
nostro stand, collocato all’interno del Future Food District di Coop, presenta Il Laboratorio del Futuro, nel
quale verranno affrontati i nuovi approcci che i team di ricerca di Mérieux NutriSciences svilupperanno per
migliorare la sicurezza alimentare, la nutrizione e la salute pubblica negli anni a venire. Vi invitiamo quindi
a visitare il nostro stand per immergervi in uno spettacolare viaggio al centro della sicurezza alimentare.
Aggiornamenti
legislativi
In questo numero potrete trovare i più recenti aggiornamenti legislativi in materia di Regolamento CLP
e regole per isotiazolinoni e parabeni, nonché alcuni dati salienti del Report 2014 sull’attività svolta dal
RAPEX.
- Regolamento CLP
- Isotiazolinoni e parabeni
- Report 2014 sull’attività
del RAPEX
Vi proponiamo poi due nuovi servizi di Mérieux NutriSciences: l’approccio analitico per la classificazione e
l’etichettatura delle miscele in detergenti per la casa e prodotti per la pulizia, ed il metodo “macromolecolare”
in vitro Ocular Irritection, accettato dall’OECD a seguito della proposta del coordinatore nazionale italiano
della nuova linea guida per la valutazione del rischio per gli occhi.
Infine vi riportiamo un interessante articolo del Dott. Nicola Lorenzetto (Mérieux NutriSciences Italia)
riguardante la valutazione della shelf life e del PaO a supporto delle aziende cosmetiche pubblicato nella
rivista H&PC Today.
Buona lettura!
Nuovi servizi
Sébastien Moulard, Managing Director Italia
- Regolamento CLP:
approccio analitico
per classificazione ed
etichettatura
- Accettazione del saggio
in vitro Ocular Irritection
da parte dell’OECD per
le nuove proposte di Test
Guidelines
AGGIORNAMENTI LEGISLATIVI
Dal 1° giugno 2015 il Reg. CLP Nuove regole per Isotiazolinoni
si applica anche alle miscele
e Parabeni
A partire dal 1° giugno 2015 è entrato
definitivamente in vigore il Regolamento CLP
1272/2008/CE.
Mentre finora l’applicazione riguardava soltanto
le sostanze chimiche, da tale data si applicherà
definitivamente anche alle miscele.
In evidenza
- Valutazione della shelf life
e del PaO: un supporto per
le aziende cosmetiche
Sono quindi abrogate la Direttiva 67/548/CEE e
la Direttiva 1999/45/CE. Si tratta di una svolta
molto importante, che coinvolgerà medie,
piccole e micro imprese in qualità di fabbricanti/
importatori e di utilizzatori a valle (formulatori di
miscele).
Cambia quindi la classificazione e l’etichettatura
di tutte le miscele immesse nel mercato, che
dovranno adeguarsi alle nuove disposizioni. Un
esempio potrebbero essere i comuni detergenti
per la casa, quando contengono determinate
sostanze elencate nello stesso Regolamento
1272/2008/CE.
PERSONAL
CARE &
COSMETICS
Esiste una deroga, sulla base dell’articolo
61, applicabile alle miscele già immesse sul
mercato prima del 1° giugno 2015, che prologa
l’applicazione del CLP al miscele fino al 1° giugno
2017.
Per approfondire l’argomento vi invitiamo a
leggere l’articolo a pagina 3.
Regolamento CLP 1272/2008/CE
Ricordiamo che a partire dal 16 aprire si
applicano i regolamenti 1003/2014 e 1004/2014
che modificano l’allegato V del Regolamento
1223/2009, relativo alle sostanze che possono
essere impiegate nei prodotti cosmetici con la
funzione di conservanti. Presentiamo di seguito
un’analisi dettagliata delle modifiche previste.
Gli Isotiazolinoni non possono più essere
impiegati sui prodotti cosmetici non a risciacquo
(leave-on). Mentre resta valido il limite di
0,0015%
(miscela
Metilcloroisotiazolinonemetilisotiazolinone 3:1) solo per i prodotti a
risciacquo. Viene inoltre precisato che l’impiego
della
miscela
di
Metilcloroisotiazolinonemetilisotiazolinone è incompatibile con l’impiego
del solo Metilisotiazolinone nello stesso prodotto
(quest’ultimo quando usato singolarmente ha il
AGGIORNAMENTI LEGISLATIVI
limite massimo di concentrazione 0,01%).
• Butylparaben e Propylparaben: la concentrazione massima
ammessa (individuale o come somma di entrambi) passa a 0,14%.
Questi conservanti sono vietati nei prodotti non a risciacquo
destinati a essere applicati nella zona pannolino per i bambini di
età inferiore ai 3 anni (con avvertenza obbligatoria “Non utilizzare
nell’area del pannolino” per i prodotti non a risciacquo per bambini
di età inferiore ai 3 anni).
• Methylparaben e Ethylparaben: restano i limiti di 0,4% (per i
singoli) e 0,8% (somma). Tuttavia nella somma totale dei parabeni,
che appunto resta 0,8%, Butylparaben e Propylparaben non
devono comunque superare la concentrazione dello 0,14%.
• Isopropylparaben,Isobutylparaben,Phenylparaben,Benzylparaben
e Pentylparaben: sono vietati nei prodotti cosmetici (Regolamento
358/2014)
Queste disposizione si applicano quindi a partire dal 16 aprile 2015
per i prodotti cosmetici immessi sul mercato, mentre per quelli già in
commercio prima di tale data l’applicazione definitiva partirà dal 16
ottobre 2015 (Regolamento 1004/2014: Parabeni) e dal 16 aprile 2016
(Regolamento 1003/2014: Isotiazolinoni)
Determinazione dei conservanti
in prodotti cosmetici:
Scopo del saggio
Determinare la presenza dei conservanti (parabeni, isotiazolinoni)
in matrici di origine cosmetica (es: make up, prodotti per l’igiene
del corpo, dei denti, prodotti solari, creme ed emulsioni per la
pelle, etc).
Procedura
L’estrazione del conservante si effettua in ambiente acido con una
miscela etanolo/acqua oppure acqua/metanolo. Si porta a 60°C
per 5 minuti e in frigorifero (4-5)°C per un’ora per facilitare la
precipitazione degli acidi grassi eventualmente contenuti. Dopo
filtrazione i conservanti vengono determinati mediante HPLC con
rivelatore UV-Vis a lunghezza d’onda variabile (Diode Array). Nella
tabella che segue si riportano i conservanti in ordine di eluizione
con il rispettivo limite di rilevabilità e campo di misura.
Strumentazione
HPLC - DAD
Metodo
Metodo interno Mérieux NutriSciences
Regolamento 1003/2014 e Regolamento 1004/2014
Report 2014 sull’attività svolta dal RAPEX
Il sistema di allerta rapido europeo (RAPEX) è nato con l’intento di assicurare che le notifiche di allerta, di ritiro o semplicemente di
richiamo che avvengono in uno qualsiasi degli Stati Membri dell’Unione Europea (con l’aggiunta di Islanda, Liechtenstein e Norvegia)
siano prontamente diffuse a tutti gli altri stati membri. Questo per garantire un’azione coordinata e tempestiva per scongiurare la
presenza sul mercato di prodotti potenzialmente pericolosi. Il RAPEX si applica ai prodotti non alimentari, ovvero: giocattoli, capi di
abbigliamento, apparecchiature elettriche, veicoli a motore e prodotti cosmetici.
I Paesi che hanno inviato più notifiche nel 2014 sono stati: Ungheria 12 % (291 notifiche), Germania 11 % (273 notifiche), Spagna
11 % (272 notifiche), Francia 7 % (163 notifiche), Cipro 6 % (151 notifiche).
I settori merceologici più
notificati sono stati quello dei
giocattoli (28% del totale)
e dei capi di abbigliamento
(23% del totale).
I prodotti cosmetici sono stati
coinvolti soltanto nel 3% delle
notifiche, in netto calo rispetto
al 2013 quanto erano coinvolti
nel 6% delle notifiche.
Il report concernente l’attività
svolta dal RAPEX nel 2014
è stato pubblicato dalla
Commissione Europea ed è
visualizzabile cliccando qui.
NUOVI SERVIZI
Regolamento CLP: Approccio analitico per la classificazione e
l’etichettatura
Valutare ed etichettare in maniera corretta i prodotti per gli
effetti sulla pelle e sugli occhi
A partire da giugno 2015 la classificazione e l’etichettatura delle
miscele (ai sensi del Regolamento 1272/2008/CE) coinvolgerà
anche i detergenti per la casa e i prodotti per la pulizia.
In assenza di dati sperimentali, utilizzando la classificazione CLP
tramite calcolo (più restrittiva della precedente) molti prodotti di uso
quotidiano, come i detersivi per i piatti o i detergenti per lavatrici,
potrebbero rischiare di essere classificati e quindi etichettati con la
dicitura “corrosivo”.
Inoltre la classificazione così com’è potrebbe:
• non riflettere gli effetti reali sull’uomo visibili attraverso dati
sperimentali in vivo
• non dare il giusto valore alle etichette di avvertimento
• non consentire di differenziare i prodotti veramente pericolosi
(tutti i prodotti presenterebbero lo stesso pittogramma),
potendo portare alla manipolazione meno sicura di prodotti
realmente pericolosi come ad esempio i detergenti per gli
scarichi
• in generale, arrecare confusione sia ai centri antiveleno che
ai consumatori
I laboratori Mérieux NutriSciences in Italia offrono la corretta
strategia di test per valutare la sicurezza d’uso dei prodotti per la
casa, soprattutto relativamente agli effetti oculari e cutanei. Tale
strategia è basata su saggi in vitro/ex vivo la cui combinazione è
propedeutica per una corretta etichettatura dei prodotti, evitando
le problematiche relative ad una classificazione errata.
La scelta di metodi in vitro/ex vivo adottata da Mérieux NutriSciences
è in linea con l’articolo 8 (3) del CLP ed è conforme al Reg. REACh
in materia di riduzione dei test su animali.
Indicazioni di pericolo per gli occhi – Strategia di testing
integrata
Attualmente nessun saggio alternativo è stato accettato dagli Enti
di Regolamentazione come completamente sostitutivo all’utilizzo
di animali per la valutazione degli effetti di irritazione oculare.
Alcuni saggi, come il test di permeabilità/opacità corneale dei
bovini, sono stati accettati come screening per materiali pericolosi
e corrosivi. L’A.I.S.E. (International Association for Soaps,
Detergents and Maintenance Products), ha indagato con successo
l’idoneità della valutazione istologica come endpoint aggiuntivo
alla metodologia di testing ex vivo ICE (OECD Test Guideline (TG)
438) nell’identificazione di pericolo per gli occhi dei detergenti a
pH non estremo e dei prodotti per la pulizia che richiedono una
classificazione in tal senso (es Categoria 1 CLP/UN GHS, H314).
Mérieux NutriSciences offre una strategia di sperimentazione a più
livelli basata su:
• Step 1 ICE* (Isolated Chicken Eye OECD 438) integrato con
valutazione istologica su protocollo A.I.S.E.
• Step 2 HCE (Human Corneal Epithelium – Test di irritazione
cutanea Epiocular ™, draft OECD 2014).
Il primo step è sufficiente per classficare/declassificare detergenti a
pH non estremo, il secondo è integrativo al primo per declassificare
i prodotti con pH estremi.
*ICE può essere sostituito da BCOP (Bovine Corneal Opacity OECD 437)
Indicazioni di pericolo per la pelle – Strategia di testing
integrata
I test su modelli di pelle umana ricostituita sono stati sottoposti
a procedure di validazione ed accettazione formale per poter
garantire la loro applicabilità a una vasta gamma di sostanze e
prodotti. I laboratori di Mérieux NutriSciences in Italia vantano
una grande esperienza nelle applicazioni dei sistemi di test in vitro
basati su tessuti specifici di pelle umana 3D su diverse matrici. La
Strategia di Testing proposta per la classificazione corrosivo/irritante
per la pelle si basano sui saggi:
• Skin corrosion OECD 439
• Skin irritation OECD 431
Attraverso la combinazione di questi due saggi è possibile
declassificare da H314 a H315 fino a non classificato.
NUOVI SERVIZI
Accettazione del saggio in vitro Ocular Irritection da parte
dell’OECD per le nuove proposte di Test Guidelines
Il mese scorso, il gruppo di lavoro dei coordinatori nazionali OECD per le test Guidelines (WNT) si è riunito
per discutere l’approvazione di nuove proposte. Il coordinatore nazionale italiano della nuova linea guida per
la valutazione del rischio per gli occhi ha proposto l’utilizzo del metodo “macromolecolare” in vitro Ocular
Irritection. Tale proposta è stata “accettata”.
Questo significa che tale metodo farà parte del piano di lavoro
dell’OECD e che una bozza di linea guida verrà ora predisposta per la
discussione e l’eventualità di una possibile “adozione internazionale”.
E’ stato raggiunto quindi un primo step per il riconoscimento di tale
metodica. Il metodo in vitro si basa sul saggio Ocular Irritection® che
comprende l’impiego di matrici macromolecolari costituite da una
miscela di proteine e glicoproteine che riproducono una struttura
analoga a quella della cornea.
E’ stato dimostrato che l’applicazione di agenti irritanti alla matrice del
test Ocular Irritection® produce effetti simili a quelli riscontrati in vivo
mediante Draize test. La matrice artificiale proteica Ocular Irritection®
posta a contatto con un agente irritante subisce, infatti, degradazione
e quindi intorbidimento della soluzione in maniera direttamente
correlabile con l’aggressività dell’agente irritante. Tale fenomeno può
essere quantificato mediante misure spettrofotometriche di densità
Ottica DO.
In base alle correlazioni ricavate dai test effettuati in parallelo per definire
le curve di calibrazione, è stato possibile determinare una correlazione
diretta fra la scala di Draize (0-50) e la scala determinata secondo il
protocollo Irritection® Predicted Ocular Irritancy Classification: Minimal
Irritant, Mild Irritant, Moderate Irritant, Severe Irritant.
L’appuntamento, quindi, sarà per fine anno o al massimo primi
mesi 2016, quando l’OEDC pubblicherà sul sito una prima bozza di
protocollo per la valutazione del rischio per gli occhi sulla base dei
commenti ricevuti, sul risultato della validazione Peer Review e delle
raccomandazioni dell’EURL-ECVAM, e che sarà disponibile a tutti i
clienti ed utenti finali.
IN EVIDENZA
Valutazione della shelf life e del PaO: un supporto per le aziende
cosmetiche
La stabilità è uno degli aspetti fondamentali per la valutazione della sicurezza dei prodotti cosmetici. L’esperienza
acquisiti nella formulazione e vendita dei prodotti sono fondamentali per stabilire correttamente sia la shelf life
che il PAO.
La corretta etichettatura
I prodotti cosmetici devono riportare in etichetta la
data di durata minima (shelf life) sotto la dicitura
“da consumarsi preferibilmente entro” oppure
utilizzando l’apposito simbolo della clessidra.
Se la stabilità del prodotto è legata al rispetto
di particolari condizioni di conservazione o di
utilizzo bisognerà trasmettere l’informazione ai
consumatori finali riportando specifiche avvertenze e modalità d’uso.
Il Regolamento 1223/2009 prevede la possibilità di riportare in
etichetta il PaO (Period after Opening) qualora sia definita una
data di durata minima maggiore di 30 mesi. Di fatto, la stragrande
maggioranza dei prodotti cosmetici in commercio riporta l’indicazione
del PaO, essendo costituiti da formulazioni con
data di durata minima valutata superiore ai 30
mesi.
Il PaO è così definito “..un’indicazione relativa
al periodo di tempo in cui il prodotto, una volta
aperto, è sicuro e può essere utilizzato senza
effetti nocivi per il consumatore..” e viene
riportata in etichetta tramite l’apposito simbolo
seguito dal periodo (espresso preferibilmente in mesi).
IN EVIDENZA
La valutazione della sicurezza
La stabilità di un prodotto cosmetico va sempre dimostrata con
un criterio oggettivo, basato sull’evidenza e sulla forza probante.
I dati sperimentali ottenuti saranno poi riportati nel PIF (Product
Information File). Il regolamento 1223/2009 lascia pochi margini
interpretativi in merito, questo perché la stabilità del prodotto
cosmetico ha una ripercussione diretta sulla sua sicurezza. Pensiamo
ad esempio ai prodotti solari. Ma non solo, vanno considerati gli
aspetti legati all’efficacia del prodotto e in generale alla sua qualità
così come viene percepita del consumatore finale. Un esempio
sono i make-up, oppure i profumi.
Il regolamento 1223/2009 ci raccomanda di verificare la stabilità
chimico-fisica delle singole sostanze di cui è composto il prodotto e
della formula nel suo complesso. Allo stesso tempo andrà verificata
la stabilità microbiologica con particolare attenzione al periodo
post apertura. Bisognerà considerare la presenza di possibili tracce
di sostanze derivate dalla degradazione delle materie prime oppure
derivanti dall’interazione con il packaging.
• Caratterizzazione reologica studiando il comportamento
del prodotto a diverse condizioni di stress.
• Analisi microbiologica, anche mediante Challenge test
quale fattore predittivo dell’efficacia del sistema
conservante.
• Quantificazione dei composti a maggiore impatto sulla
sicurezza e sulla qualità del prodotto, principi attivi e
tracce residuali di sostanze indesiderate.
• Studio dell’interazione packaging/prodotto.
• Test in vitro per valutare il potenziale irritante del prodotto
a seguito dell’invecchiamento indotto, ma anche test per
valutare il mantenimento dell’efficacia quali idratazione,
TWEL ed elasticità.
Al fine di definire criteri oggettivi e riproducibili il laboratorio prende
in considerazione le principali linee guida del settore, come quelle
COLIPA, AFSSaPS ma anche ICH, e rimane sempre in continuo
aggiornamento per recepire i nuovi sviluppi normativi.
Case-to-case
Supporto analitico
Nelle linee guida CSSC si raccomanda che “le prove di stabilità
saranno adattate al tipo di prodotto cosmetico e all’uso verosimile
che se ne farà. Per evitare problemi di stabilità indotti dal tipo di
contenitore e di imballaggio utilizzati, le prove di stabilità fisica
verranno effettuate sia impiegando contenitori inerti sia con quelli
che ci si propone di utilizzare sul mercato”.
Lo scopo principale dei nostri protocolli analitici è quindi quello
di riprodurre condizioni di trasporto, stoccaggio e utilizzo
ragionevolmente prevedibili, anche considerando possibili utilizzi
impropri.
Shelf life e PaO sono due indicazioni distinte dal punto di
vista dell’etichettatura, ma direttamente collegate tra loro se
consideriamo la stabilità complessiva del prodotto. Un protocollo di
valutazione potrebbe essere organizzato in questo modo:
Nonostante gli obblighi previsti, non esiste, al momento, un
protocollo di analisi ufficiale. Ogni prodotto andrà valutato caso
per caso. Del resto non potrebbe essere altrimenti, vista la varietà di
formulazione presenti nel mercato. Si va dalle emulsioni oli/acqua ai
prodotti per l’igiene orale, dai saponi ai rossetti agli eau de toilette,
fino ai prodotti solari. Ciascuna presenta i propri punti critici.
Per questo l’esperienza acquisita in decenni di attività nel settore
risulta l’elemento più importante, quello in grado di fare la
differenza. I protocolli vengono quindi stabiliti sulla base delle
caratteristiche peculiari del prodotto. E sempre in collaborazione
con chi il prodotto l’ha ideato e che meglio di chiunque altro ne
conosce la storia, l’utilizzo e i punti di forza.
1) Ipotizzare il periodo totale di vita del prodotto
2) Definire le condizioni di invecchiamento accelerato più
appropriate, anche mediante cicli di shock termico o di
esposizione alla luce solare
3) Ipotizzare il PaO da riportare in etichetta
4) Stabilire il protocollo di invecchiamento che comprenda
un periodo iniziale a confezione chiusa e si concluda con
un periodo finale dove viene applicata la simulazione
d’uso nelle modalità più consone al prodotto.
Valutate le condizioni di invecchiamento, bisognerà poi stabilire
quali siano i parametri più significativi da monitorare durate il
periodo di studio.
• Caratterizzazione chimico-fisica del formulato: pH, Aw,
densità, viscosità, centrifuga, ossidazione sono parametri
chiave per una prima valutazione.
Per maggiori approfondimenti rimandiamo all’articolo “Shelf life
and PaO in cosmetic products: possible analytical approaches”
a cura del Dott. Nicola Lorenzetto (Mérieux NutriSciences),
scaricabile cliccando qui (PDF inglese).
Chelab srl, a Mérieux NutriSciences Company (“Chelab Silliker”) ha pubblicato questa newsletter per vostro uso personale. Chelab Silliker si impegna ad includere
informazioni esatte ed aggiornate in questa newsletter. Tuttavia tutti i testi dei provvedimenti pubblicati, anche mediante link, non sono ufficiali; si declina, per tanto,
ogni responsabilità per eventuali inesattezze.
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