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A cura di: Andrea Ferrari Aldo Bono Referente: Andrea Ferrari Tel: 02/23902588 e-mail: [email protected] Versione 2.0 Marzo 2008 Indice 1.0 Background pag.1 1.1 Patologia e patogenesi pag.1 1.2 Diagnosi pag.2 1.3 Stadiazione pag.4 1.4 Stadio clinico pag.4 1.5 Microstaging patologico pag.5 1.5.1 Spessore secondo Breslow pag.5 1.5.2 Livello d’invasione secondo Clark pag.5 2.0 Terapia pag.6 3.0 Malattia extraregionale pag.6 4.0 Studio retrospettivo pag.7 5.0 Linee guida diagnostico terapeutiche pag.8 6.0 Tabella 1 – Melanoma TNM classification 7.0 Tabella 2 – Proposed stage Groupings for Cutaneous pag.12 Melanoma pag.13 8.0 Centri di riferimento pag.14 9.0 Bibliografia pag.16 TREP – Melanoma MELANOMA 1.0 BACKGROUND Tumore maligno ad origine dai melanociti, il melanoma cutaneo rappresenta quasi il 5% dei tumori maligni dell’adulto di razza caucasica. L’incidenza della malattia nella popolazione appare in costante aumento negli ultimi anni, tanto che attualmente si stima che il rischio cumulativo di sviluppare un melanoma nel corso della vita sia quasi di 1 su 100. Diversamente dall’età adulta, dove è pertanto un tumore relativamente frequente, in età pediatrica il melanoma è un tumore molto raro: circa il 2% di tutti i melanomi insorge in pazienti di età inferiore a 20 anni, la maggior parte dei quali sono adolescenti. Nella prima decade di vita la diagnosi di melanoma è eccezionale (0.3-0.4% dei melanomi insorge in età prepuberale, con un’incidenza annuale inferiore a 0.6-0.8/1.000.000). Come conseguenza, l’esperienza clinica è assai scarsa: i dati riportati in letteratura sono talvolta contradditori, ma in genere si ritiene che il melanoma del bambino abbia un comportamento clinico e una prognosi non dissimile dalla forma dell’adulto. L’approccio terapeutico, quindi, deve essere mutuato dalle esperienze sui pazienti adulti. 1.1 Patologia e patogenesi Anche se non esistono dati incontrovertibili, l’esposizione ai raggi ultravioletti solari è considerata il principale fattore eziologico ambientale per l’insorgenza del melanoma cutaneo. Sono inoltre fattori di rischio importanti la precedente storia familiare o personale di melanoma, la suscettibilità genetica (tipica dei soggetti affetti da xeroderma pigmentoso), le caratteristiche fenotipiche (il melanoma è più frequente nei soggetti con carnagione chiara e capelli biondi o rossi, nei quali probabilmente la dose soglia mutagena dei raggi ultravioletti è più bassa). Generalmente lo sviluppo di un melanoma avviene secondo un processo in due fasi, con un iniziale periodo di crescita orizzontale 1 TREP – Melanoma (proliferazione intradermica tipica del melanoma in situ e successiva proliferazione nel derma papillare superficiale), seguito da uno sviluppo verticale, che si associa alla comparsa di un nodulo dermico. La storia naturale della malattia è caratterizzata quindi dalla diffusione a distanza delle cellule tumorali, diffusione che può avvenire per via ematica ma soprattutto per via linfatica. Dal punto di vista clinico e istologico si distinguono diverse varianti di melanoma: il melanoma a diffusione superficiale, il melanoma tipo lentigo maligna, il melanoma acrale, il melanoma nodulare, il melanoma mucocutaneo. Tali varianti hanno essenzialmente un valore descrittivo, non avendo in sé un reale valore prognostico. 1.2 Diagnosi Il momento fondamentale nella storia clinica del melanoma è quello diagnostico ed ogni sforzo deve essere fatto per facilitare una diagnosi precoce, da un lato possibile data l’esposizione della lesione pigmentata alla vista del paziente e dei familiari, dall’altro fondamentale perché è solo attraverso una diagnosi precoce che la prognosi del paziente può essere considerata favorevole. Campagne di informazione di massa ed educazione sanitaria devono mirare a fare insorgere il sospetto di melanoma e ad indirizzare il paziente verso le strutture specialistiche in grado di fornire una diagnosi. Inoltre le campagne sanitarie devono fornire alla popolazione delle linee guida nel campo della prevenzione: senza demonizzare il sole, è necessario informare sui rischi legati alle eccessive esposizioni ai raggi ultravioletti, soprattutto per i bambini e per le persone con fenotipo a rischio (pelle chiara e capelli biondi o rossi). Esistono criteri clinici per identificare un nevo come “a rischio”. La regola mnemonica ABCDE facilita la diagnosi di melanoma nella sua fase maculare precoce ed è di utilità provata anche nei melanomi in situ. Un nevo è sospetto se subisce delle modificazioni in forma (Asimmetria), margini (Bordi irregolari), pigmentazione (Colore scuro e/o variegato), diametro (Dimensioni superiori a 5 mm) e se appare rapidamente evolutiva (Evoluzione). In un adulto una nuova lesione pigmentata che risponde a questi criteri, od una pre-esistente lesione che presenta una variazione in uno di 2 TREP – Melanoma questi criteri, deve essere asportata chirurgicamente a scopo bioptico per verifica istologica. Anche una lesione pigmentata che risponde in modo significativo ai primi tre criteri (ABC) ma è più piccola di 5 mm deve essere biopsiata perché oggi non è raro confrontarsi con melanomi molto piccoli. Le eccezioni alla regola sono diverse: un nodulo di colore uniforme nero-blu, senza alcun criterio ABCD, è sospetto in caso di rapida crescita (settimane o mesi), come segno di possibile melanoma nodulare. Inoltre esiste la rara variante amelanotica del melanoma, che si presenta come nodulo rosarossastro disepitelizzato o come lesione appena palpabile o interamente piana di colorito rosa-rosso (red-melanoma). I criteri diagnostici utilizzati nell’adulto possono in realtà valere meno nel bambino in fase di crescita, dove modificazioni lente e costanti di nevi preesistenti possono essere del tutto fisiologiche. Inoltre, è da sottolineare il fatto che il melanoma del bambino può spesso presentarsi con aspetto atipico, amelanotico, che può richiamare quello del benigno granuloma piogenico. La diagnosi differenziale tra melanoma e lesione pigmentata benigna, quindi, è spesso assai difficile. Sono da ricordare i nevi di Spitz, spesso di aspetto poco rassicurante perché rilevati, rosei o rossi, a crescita rapida, o i nevi di Reed, molto pigmentati. In genere si tratta di lesioni benigne tipiche della giovane età che possono presentare grossi problemi di diagnosi differenziale non solo per il clinico ma anche per il patologo. Esiste poi il grosso problema legato ai nevi di Spitz atipici. Sono lesioni che hanno l’aspetto dei normali nevi di Spitz, ma che dal punto di vista istologico presentano atipie cellulari e strutturali. Queste lesioni possono presentare un certo rischio di dare metastasi linfonodali o ematogene. In età pediatrica è consigliabile controllare periodicamente tutte quelle lesioni pigmentate che possono avere una potenzialità di evoluzione maligna, dato che circa il 20% dei melanomi insorge su nevi congeniti o acquisiti: il rischio d’insorgenza di melanoma su nevo congenito è circa del 1-2%, su nevo gigante anche del 15%. Sono poi a rischio i nevi displastici, soprattutto in caso di familiarità. L’escissione diagnostica di una lesione pigmentata nel bambino è indicata solo se vi è un sospetto fondato di malignità, o se la lesione 3 TREP – Melanoma evolve rapidamente, o se ha morfologia atipica; nei casi ove rimanesse una moderata perplessità diagnostica, può essere suggerita la periodica osservazione clinica. La dermoscopia epiluminescenza) ha un (o dermatoscopia, ruolo fondamentale o microscopia nella diagnosi ad ed è complementare alla valutazione clinica: in mani esperte, permette una riduzione degli interventi sui bambini, grazie al riconoscimento di tipici simulatori del melanoma, quali i nevi di Reed e Spitz. Quando l’exeresi è giustificata, l’ampiezza della stessa deve essere limitata (2 mm dai margini della lesione) per ragioni funzionali ed estetiche: un melanoma confermato istologicamente può essere radicalizzato successivamente. 1.3 Stadiazione La sopravvivenza globale dei pazienti affetti da melanoma è stimata essere intorno al 50-55% a 10 anni, anche se negli ultimi anni la prognosi appare in continuo miglioramento in relazione all’incremento dei casi diagnosticati precocemente, con spessore inferiore al millimetro alla diagnosi. La prognosi è strettamente correlata allo spessore (guarisce più del 90% dei casi di melanoma “sottile”). Esistono uno stadio clinico e uno patologico, correlato al livello d’invasione delle cellule tumorali in profondità nel derma. 1.4 Stadio clinico I – melanoma confinato alla sede primitiva II – melanoma metastatico ai linfonodi regionali III – melanoma metastatico a distanza Esiste inoltre una classificazione clinica definita dal M.D.Anderson, per cui le metastasi in transit (nodulo satellite localizzato tra il tumore primitivo e la stazione linfonodale) sono considerate al pari di metastasi linfonodali, mentre tra le metastasi a distanza si considerano solo quelle cutanee o viscerali (polmone, fegato, ossa, encefalo). Recentemente è stata infine introdotta la nuova – e complessa – classificazione TNM/AJCC (American Joint Committee on Cancer), riportata in appendice, a cui oggi è necessario attenersi. 4 TREP – Melanoma La presenza di metastasi linfonodali rappresenta elemento determinante nel trattamento e nella prognosi dei pazienti con melanoma. La possibilità di sopravvivenza a 10 anni passa dal 50-60% in caso di metastasi linfonodale solo parziale, al 25% in caso di metastasi ad almeno 3 linfonodi. Le metastasi regionali non sono infrequenti alla diagnosi: in caso di melanoma con spessore superiore a 1.5 mm, metastasi linfonodali occulte sono stimate nel 25-30% dei casi. La strategia di effettuare in passato dissezioni linfonodali profilattiche è stata gravata da elevata morbilità, senza alcun vantaggio in termini di prognosi. E’ necessario pertanto identificare quei soggetti che, in assenza di segni clinici, presentano localizzazioni occulte a livello dei linfonodi e necessitano pertanto di dissezioni linfonodali selettive. In questo senso è stata sviluppata la tecnica del “linfonodosentinella”, basata sul presupposto biologico che la diffusione linfatica del melanoma sia sequenziale, senza salti di stazioni linfonodali. Inoculando un colorante vitale (patent blu o blu di metilene) e/o un isotopo radioattivo alla periferia della lesione (o della cicatrice chirurgica), si può identificare il linfonodo di primo drenaggio (il linfonodo “sentinella”, che si colora di blu o capta l’isotopo) e permettere così al chirurgo di effettuare una biopsia mirata. In caso di esame istologico positivo, è necessario quindi procedere alla dissezione linfonodale. La tecnica è considerata sensibile e specifica: si ritiene che falsi negativi siano presenti in non più del 3% dei casi. 1.5 Microstaging patologico 1.5.1 Espresso Spessore secondo Breslow in millimetri, rappresenta il principale fattore prognostico del melanoma primario. La sopravvivenza a 10 anni passa da oltre il 95% per tumori di spessore inferiore a 0.75 mm, a circa il 50% per spessore maggiore di 3 mm. 1.5.2 Livello di invasione secondo Clark I livello – melanoma confinato all’epidermide (melanoma in situ) II livello – melanoma che infiltra parzialmente il derma papillare 5 TREP – Melanoma III livello – melanoma che infiltra totalmente il derma papillare IV livello – melanoma che infiltra il derma reticolare V livello – melanoma che infiltra il tessuto adiposo sottocutaneo Sono inoltre elementi anatomopatologici importanti la presenza di infiltrato linfocitario intratumorale (correlato con una prognosi migliore), l’indice mitotico, l’ulcerazione (correlata con una prognosi peggiore). Nella stadiazione TNM, recentemente rivista, la valutazione patologica è associata a quella clinica (vedi appendice) 2.0 Terapia. Il trattamento del melanoma è quasi esclusivamente chirurgico. La chirurgia resta l’unica certa opzione terapeutica nel melanoma in fase locoregionale, sia come trattamento delle lesioni primitive, sia come trattamento delle metastasi linfonodali e delle metastasi in transit. Terapie adiuvanti non sono state dimostrate sicuramente efficaci e non sembrerebbero indicate neppure in caso di metastasi regionali. In realtà, l’immunoterapia con -IFN ad alte dosi potrebbe dare un vantaggio in termini di sopravvivenza libera da malattia e, forse, di sopravvivenza globale. Ulteriori studi sono però necessari per confermare questo dato, anche se la cattiva prognosi dei pazienti con metastasi linfonodali massive può indurre a considerare l’inclusione di questi pazienti in protocolli di studio investigazionali. La chirurgia della lesione primitiva, che segue l’iniziale biopsia, deve essere un’ampia exeresi in cute sana, con estensione dei margini che deve essere valutata (1 cm) in relazione allo spessore del tumore. In particolari sedi come ad esempio il volto può essere necessario il ricorso a interventi di chirurgia plastica riparativa. In caso di accertate localizzazioni linfonodali di malattia è indicata la dissezione linfonodale, che non va invece proposta come profilassi. Possono essere richieste dissezioni radicali del collo, inguino-iliache e ascellari. 3.0 Malattia extraregionale Diversi trattamenti medici sono stati proposti negli anni con risultati globalmente poco soddisfacenti: i pazienti con malattia extraregionale presentano prognosi severa. 6 TREP – Melanoma La radioterapia appare indicata solo con finalità palliative: il melanoma è un tumore radio-resistente tanto da richiedere singole dosi molto elevate. Per ciò che concerne la chemioterapia, dacarbazina e nitrosuree sono stati negli anni i farmaci considerati relativamente più attivi, con risposte in monoterapia non superiori al 20%. Schemi polichemioterapici più recenti (combinazioni con cisplatino, vindesina, tamoxifene) hanno ottenuto in qualche serie risposte intorno al 40%, senza però reali benefici in termini di sopravvivenza. Data la specifica attività immunogenica del melanoma, sono stati valutati diversi approcci di immunoterapia, con IFN o IL-2 (associata a linfociti TIL o cellule LAK), o più moderni con vaccini (con antigeni tumorali della famiglia MAGE o con cellule tumorali eventualmente ingegnerizzate con IL-2 o IL-4). I risultati terapeutici più interessanti si sono ottenuti con -IFN ad alte dosi e con IFN associato a chemioterapia, che possono essere quindi considerati nell’ambito di trial terapeutici investigazionali, altrimenti per molti la terapia di scelta in caso di metastasi a distanza resta ancora la monochemioterapia con dacarbazina. In casi particolari (metastasi in transit a livello degli arti) può avere un ruolo la terapia loco-regionale con perfusione ipertermica antiblastica (melphalan, TNF). L’opzione chirurgica può essere considerata anche di fronte a metastasi a distanza. Per ciò che concerne specificatamente l’età pediatrica, diverse serie (anche se di pochi pazienti) sono state recentemente pubblicate, suggerendo la fattibilità in età pediatrica dell’IFN ad alte dosi e della tecnica del linfonodo sentinella, confermando in pratica che il trattamento del melanoma del bambino deve essere in pratica quello del melanoma dell’adulto. 4.0 STUDIO RETROSPETTIVO Il background delle linee-guida TREP è rappresentato dallo studio retrospettivo pubblicato nel 2005 dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, con 33 pazienti (18 maschi, 15 femmine) di età non superiore a 14 7 TREP – Melanoma anni (range 3-14 anni, mediana 12), affetti da melanoma della cute, curati dal 1975 al 2001. Il principale messaggio che emerge dallo studio riguarda il quadro clinico del melanoma del bambino. In alta percentuale di casi, infatti, l’aspetto delle lesioni era atipico, con diversi casi di melanomi amelanotici, verrucoidi o granulomatosi. Inoltre, la maggior parte dei pazienti presentavano uno stadio avanzato di malattia alla diagnosi, sopratutto in relazione allo spessore della lesione (lo spessore secondo Breslow era maggiore di 1.5 mm nel 70% dei casi, range 0.52-7 mm, mediana 2.8 mm; nelle casistiche dell’adulto lo spessore mediano è intorno a 1.5 mm; nel 60% dei casi il livello di Clark era IV-V). Altro dato peculiare era la relativamente alta percentuale di pazienti con istotipo nodulare. Per quello che riguarda risultati, la sopravvivenza a 5 anni è stata del 68%, con una sopravvivenza libera da malattia (SLM) del 63%. Quella che sembra significativa è la migliore sopravvivenza per i pazienti di età <10 aa (90% versus 49%, nonostante uno spessore maggiore). Il dato della migliore o peggiore prognosi dei bambini rispetto agli adulti, peraltro, resta dibattuto. 5.0 LINEE GUIDA DIAGNOSTICO-TERAPEUTICHE N.B. SI RITIENE IMPORTANTE LA RACCOLTA DEI DATI CLINICI E ANATOMOPATOLOGICI (QUINDI INVIO DELLE SCHEDE E CENTRALIZZAZIONE DEI PREPARATI ISTOLOGICI) PER I PAZIENTI DI ETA’ INFERIORE A 18 ANNI CON DIAGNOSI DI MELANOMA O CON DIAGNOSI DI NEVO BLU MALIGNO, NEVO DI SPITZ ATIPICO, PROLIFERAZIONE MELANOCITARIA O NEVO CON ATIPIE O CON DISPLASIA Trattandosi di un tumore il cui trattamento è prettamente chirurgico, i maggiori sforzi vanno indirizzati verso una diagnosi che sia la più precoce possibile. Primo scopo delle formulazioni di linee guida nell’ambito del Gruppo Tumori Rari AIEOP è quello di sensibilizzare i pediatri verso l’esistenza del melanoma anche nel bambino. È molto importante però che l’oncologo pediatra sia a conoscenza della rarità di questo tumore in età pre-puberale. È necessario sapere che nel 20% dei casi il melanoma insorge su nevi pre-esistenti, ma anche che esiste una naturale “maturazione” dei nevi con l’età, che il bambino è in crescita e 8 TREP – Melanoma con lui crescono anche i suoi nevi e, infine, che i nevi acquisiti compaiono progressivamente nel tempo. Quindi, l’escissione diagnostica di una lesione pigmentata nel bambino è indicata solo in caso di fondato sospetto di malignità (rapida evoluzione, morfologia chiaramente atipica). È da ritenere ingiustificata l’asportazione di un nevo che compare ex novo in un bambino, o che mostri qualche variazione, finché ciò avviene in modo progressivo e omogeneo. Contrariamente a quanto si consiglia nell’adulto, è quindi giustificato un atteggiamento di attesa, soprattutto prima dell’adolescenza. L’approccio può essere più aggressivo in casi particolari (sindrome del nevo displastico familiare, nevi giganti, xeroderma pigmentoso). Data la rarità della neoplasia e la necessità, soprattutto ai fini diagnostici, di una lunga esperienza clinica pratica, appare indispensabile strutturare in modo organico una cooperazione attiva tra i diversi Centri di Oncologia Pediatrica e i Centri che sul territorio nazionale si occupano da anni del melanoma dell’adulto. Cioè, poiché appare arduo che data l’estrema rarità della malattia, gli Oncologi Pediatri diventino esperti di melanomi, ad essi deve essere richiesto di saper far insorgere il sospetto in caso di lesioni pigmentate di aspetto non chiaro e di saper indirizzare il paziente ai Centri di riferimento. L’idea è quella di costituire una rete di Centri di Oncologia, Chirurgia o Dermatologia in grado di sistematizzare rapporti continuativi con i Centri AIEOP. Il Gruppo Tumori Rari AIEOP fornisce in appendice un elenco di Centri di riferimento di provata esperienza nel campo dei melanomi, che sono stati contattati e che hanno dato la loro disponibilità ad una collaborazione in tal senso. Tale elenco può essere ampliato in qualsiasi momento e non deve comunque essere considerato in modo restrittivo: non s’impone ad alcun Centro AIEOP di inviare eventuali pazienti ai Centri elencati, ma si fornisce solo un suggerimento di un possibile riferimento. Le linee guida diagnostico-terapeutiche possono quindi limitarsi a suggerire: 9 TREP – Melanoma 1 – la biopsia va effettuata solo in caso di lesione francamente sospetta: la biopsia andrebbe effettuata in ambito specialistico; la biopsia deve essere assolutamente una biopsia escissionale (2 mm oltre il limite del nevo in superficie, comprendendo il grasso subdermico in profondità), in modo da permettere un’idonea refertazione chirurgica, indispensabile per gli eventuali successivi provvedimenti terapeutici (eccezioni solo in particolari casi come nevi giganti o matrice ungueale). 2 – in caso di diagnosi di melanoma, è necessario ampliare l’exeresi chirurgica, la cui estensione (in genere margini di 1 cm in tessuto sano) deve essere decisa in funzione dell’esame istologico della biopsia: l’elemento fondamentale deve essere lo spessore del tumore secondo Breslow, integrato eventualmente dal livello di Clark, o per esempio dall’eventuale presenza di ulcerazione. 3 – in caso di diagnosi di melanoma, gli esami di stadiazione dovrebbero comprendere a) l’ecografia delle stazioni linfonodali di pertinenza, b) la radiografia standard del torace, c) l’ecografia epatica; esami di secondo livello come TAC torace, TAC encefalo o scintigrafia ossea devono essere richiesti solo in caso di sospetto clinico di interessamento dei relativi organi o apparati, o in caso di lesioni particolarmente profonde. 4 – per lesioni di spessore 0.75 - 1 mm, o con livello di Clark IV, è indicato effettuare la biopsia del linfonodo sentinella e, in caso di esame istologico positivo per metastasi da melanoma, la dissezione linfonodale. 5 – in caso di malattia loco-regionale suscettibile di chirurgia, non esiste attualmente un consenso sull’indicazione al trattamento adiuvante. Anche in questo caso, il melanoma resta una malattia chirurgica. L’ -IFN ad alte dosi è l’unico trattamento registrato, tuttavia il suo utilizzo non è al momento considerato standard. Si ritiene indicato consultare in merito i referenti del gruppo TREP e/o colleghi esperti di melanoma dell’adulto (vedi network) 10 TREP – Melanoma 6 – similmente, in caso di malattia extraregionale o di recidiva, è preferibile riferirsi a Centri di Oncologia dell’adulto per valutare di volta in volta l’eventuale trattamento di scelta. DATA LA RARITÀ DELLA PATOLOGIA, SI SUGGERISCE IN TUTTI I CASI DI MELANOMA COORDINATORI DEL DEL BAMBINO GRUPPO TUMORI DI CONTATTARE RARI AIEOP I PER CONDIVISIONE DEL CASO E PARERE IN MERITO ALLA STRATEGIA TERAPEUTICA DA ADOTTARE. 11 TREP – Melanoma 6.0 Table 1. Melanoma TNM classification T classification T1 Thickness Ulteration Status a: without ulceration and level II/III 1.0 mm b: with ulceration or level IV/V T2 1.01-2.0 mm a: without ulceration b: with ulceration T3 2.01-4.0 mm a: without ulceration b: with ulceration T4 > 4.0 mm a: without ulceration b: with ulceration N classification N1 No. Of Metastatic Nodes 1 node Nodal Metastatic Mass a: micrometastasis b: macrometastasis N2 2-3 nodes a: micrometastasis b: macrometastasis c: in transit met(s)/ satellite(s) without metastatic nodes N3 4 or more metastatic nodes, or matted nodes, or in transit met(s)/satellite(s) with metastatic node(s) M classification Site Serum Lactate Dehydrogenase M1a Distant skin, subcutaneus, or nodal mets Normal M1b Lung metastases Normal M1c All other visceral metastases Normal Any distant metastasis Elevated 12 TREP – Melanoma 7.0 Table 2 Proposed Stage Groupings for Cutaneous Melanoma Clinical Staging Patologic Staging T N M T N M 0 Tis N0 M0 Tis N0 M0 IA T1a N0 M0 T1A N0 M0 IB T1b N0 M0 T1b N0 M0 T2a N0 M0 T2a N0 M0 T2b N0 M0 T2b N0 M0 T3a N0 M0 T3a N0 M0 T3b N0 M0 T3b N0 M0 T4a N0 M0 T4b N0 M0 IIC T4b N0 M0 T4b N0 M0 III Any T N1 M0 T1-4a N1a M0 T1-4a N2a M0 T1-4b N1a M0 T1-4b N2a M0 T1-4a N1b M0 T1-4a N2b M0 T1-4a/b N2c M0 T1-4b N1b M0 T1-4b N2b M0 Any T N3 M0 Any T Any N Any M1 IIA IIB N2 N3 IIIA IIIB IIIC IV Any T Any N Any M 13 TREP – Melanoma 8.0 Centri di riferimento Bari Prof. Angelini, Clinica Dermatologica, p.zza Giulio Cesare 11, 70124 Bari, tel. 080/5478919, 080/5592677, fax 080/5478954 e-mail: [email protected] Cagliari Dr. Giuseppe Furno, Dr. Caterina Ferroli, Dr. Biggio – Clinica Dermatologica, via Ospedale 46, Cagliari – tel. 070/668737, fax 070/6092580, e-mail: [email protected] Cesena Dr. Arcangeli, Dermatologia Ospedale Bufalini, via Ghiotti 286, Cesena - tel. 0547/352725 – fax 0547/352719 e-mail: [email protected] Mestre (Venezia) Dr. Cutrone Mario – Clinica Pediatrica, Osp. “Umberto I”, via Circonvallazione – Mestre (VE) – tel. 041/2607449, fax 041/2607448 Milano - Istituto Nazionale Tumori di Milano, via Venezian 1, 20133, Milano Dr. Bono, Dr. Bartoli, Dr. Santinami - Unità Operativa Melanomi Sarcomi Tel. 02/23902647 – 02/23902200 – 02/23902699 Napoli Dr. Mozzillo - Istituto dei Tumori, Chirurgia B, Napoli - tel. 081/5903239, fax 081/5903810 - e-mail: [email protected] Padova Prof. Rossi, Chirurgia generale 2, Osp. Padova, via Giustiniani, 1, 35128 Padova tel. 049/8212070 - 049/8212056 Dr. Iacopetti, Chirurgia Plastica Pediatrica, Osp. Padova, via Giustiniani, 1, 35128 Padova tel. 049/8212713 - 049/8212701 Palermo Prof. Mario Aricò, Istituto di Clinica Dermosifilopatica, via del Vespro, 131 – 90127 Palermo, tel. 091/6554001, fax 091/6554022 – e-mail: [email protected] Roma Dr. Andrea Diociaiuti – Servizio di Dermatologia – Osp. Bambino Gesù I.R.C.C.S., p.zza S.Onofrio, 4 00165 Roma – e-mail: [email protected] Roma Dr.ssa Maya El Hachem – Osp. Bambin Gesù I.R.C.C.S., p.zza S.Onofrio, 400165 Roma – e-mail: maya<[email protected]> Roma Dr.ssa Catricalà - Dermatologia Oncologica Istituto San Gallicano - tel. 06/52665264 - 06/52665221 – e-mail: [email protected] Trento Dr. Zumiani - Ospedale S. Chiara, Clinica Dermatologica, via G. Roberti, 125, 38050 Trento - tel. 0461/904410, 0461/903247, e-mail: [email protected] 14 TREP – Melanoma N.B. Si prega di inviare le schede di registrazione e quelle diagnostico terapeutiche (allegate alla fine del protocollo) per ciascun caso registrato al Centro raccolta dati: Dr. Gianluca De Salvo Servizio sperimentazioni cliniche e biostatistica – IOV-IRCCS via Gattamelata, 64 – 35128 Padova Tel: 049/8215704 – Fax: 049/8215706 Si ricorda che i medici referenti per questa neoplasia sono il dr. Ferrari (vedi frontespizio linea guida). Referente Anat.Pat.: Dott. Gambini (Genova) Per qualsiasi informazione contattare la Data Manager dello studio: Sig.ra Mancini Elisa Clinica Chirurgica Pediatrica Dipartimento di Pediatria Azienda Ospedaliera di Padova Via Giustiniani, 3 – 35128 Padova e-mail: [email protected] Tel: 049/8218045 Fax: 049/8211781 15 TREP – Melanoma Bibliografia 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. Atkins MB. Immunotherapy and experimental approaches for metastatic melanoma. Hematol Oncol Clin North Am 1998; 12: 877901. 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