A cura di: Andrea Ferrari Aldo Bono Referente: Andrea Ferrari Tel

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A cura di: Andrea Ferrari Aldo Bono Referente: Andrea Ferrari Tel
A cura di:
Andrea Ferrari
Aldo Bono
Referente:
Andrea Ferrari
Tel: 02/23902588
e-mail: [email protected]
Versione 2.0 Marzo 2008
Indice
1.0
Background
pag.1
1.1
Patologia e patogenesi
pag.1
1.2
Diagnosi
pag.2
1.3
Stadiazione
pag.4
1.4
Stadio clinico
pag.4
1.5
Microstaging patologico
pag.5
1.5.1 Spessore secondo Breslow
pag.5
1.5.2 Livello d’invasione secondo Clark
pag.5
2.0
Terapia
pag.6
3.0
Malattia extraregionale
pag.6
4.0
Studio retrospettivo
pag.7
5.0
Linee guida diagnostico terapeutiche
pag.8
6.0
Tabella 1 – Melanoma TNM classification
7.0
Tabella 2 – Proposed stage Groupings for Cutaneous
pag.12
Melanoma
pag.13
8.0
Centri di riferimento
pag.14
9.0
Bibliografia
pag.16
TREP – Melanoma
MELANOMA
1.0 BACKGROUND
Tumore maligno ad origine dai melanociti, il melanoma cutaneo
rappresenta quasi il 5% dei tumori maligni dell’adulto di razza caucasica.
L’incidenza della malattia nella popolazione appare in costante aumento
negli ultimi anni, tanto che attualmente si stima che il rischio cumulativo di
sviluppare un melanoma nel corso della vita sia quasi di 1 su 100.
Diversamente dall’età adulta, dove è pertanto un tumore relativamente
frequente, in età pediatrica il melanoma è un tumore molto raro: circa il 2%
di tutti i melanomi insorge in pazienti di età inferiore a 20 anni, la maggior
parte dei quali sono adolescenti. Nella prima decade di vita la diagnosi di
melanoma è eccezionale (0.3-0.4% dei melanomi insorge in età prepuberale, con un’incidenza annuale inferiore a 0.6-0.8/1.000.000). Come
conseguenza, l’esperienza clinica è assai scarsa: i dati riportati in letteratura
sono talvolta contradditori, ma in genere si ritiene che il melanoma del
bambino abbia un comportamento clinico e una prognosi non dissimile dalla
forma dell’adulto. L’approccio terapeutico, quindi, deve essere mutuato dalle
esperienze sui pazienti adulti.
1.1 Patologia e patogenesi
Anche se non esistono dati incontrovertibili, l’esposizione ai raggi
ultravioletti solari è considerata il principale fattore eziologico ambientale
per l’insorgenza del melanoma cutaneo. Sono inoltre fattori di rischio
importanti la precedente storia familiare o personale di melanoma, la
suscettibilità genetica (tipica dei soggetti affetti da xeroderma pigmentoso),
le caratteristiche fenotipiche (il melanoma è più frequente nei soggetti con
carnagione chiara e capelli biondi o rossi, nei quali probabilmente la dose
soglia mutagena dei raggi ultravioletti è più bassa).
Generalmente lo sviluppo di un melanoma avviene secondo un
processo in due fasi, con un iniziale periodo di crescita orizzontale
1
TREP – Melanoma
(proliferazione intradermica tipica del melanoma in situ e successiva
proliferazione nel derma papillare superficiale), seguito da uno sviluppo
verticale, che si associa alla comparsa di un nodulo dermico. La storia
naturale della malattia è caratterizzata quindi dalla diffusione a distanza
delle cellule tumorali, diffusione che può avvenire per via ematica ma
soprattutto per via linfatica.
Dal punto di vista clinico e istologico si distinguono diverse varianti di
melanoma: il melanoma a diffusione superficiale, il melanoma tipo lentigo
maligna, il melanoma acrale, il melanoma nodulare, il melanoma mucocutaneo. Tali varianti hanno essenzialmente un valore descrittivo, non
avendo in sé un reale valore prognostico.
1.2 Diagnosi
Il momento fondamentale nella storia clinica del melanoma è quello
diagnostico ed ogni sforzo deve essere fatto per facilitare una diagnosi
precoce, da un lato possibile data l’esposizione della lesione pigmentata alla
vista del paziente e dei familiari, dall’altro fondamentale perché è solo
attraverso una diagnosi precoce che la prognosi del paziente può essere
considerata favorevole.
Campagne di informazione di massa ed educazione sanitaria devono
mirare a fare insorgere il sospetto di melanoma e ad indirizzare il paziente
verso le strutture specialistiche in grado di fornire una diagnosi. Inoltre le
campagne sanitarie devono fornire alla popolazione delle linee guida nel
campo della prevenzione: senza demonizzare il sole, è necessario informare
sui rischi legati alle eccessive esposizioni ai raggi ultravioletti, soprattutto
per i bambini e per le persone con fenotipo a rischio (pelle chiara e capelli
biondi o rossi).
Esistono criteri clinici per identificare un nevo come “a rischio”. La
regola mnemonica ABCDE facilita la diagnosi di melanoma nella sua fase
maculare precoce ed è di utilità provata anche nei melanomi in situ. Un
nevo è sospetto se subisce delle modificazioni in forma (Asimmetria),
margini (Bordi irregolari), pigmentazione (Colore scuro e/o variegato),
diametro (Dimensioni superiori a 5 mm) e se appare rapidamente evolutiva
(Evoluzione).
In un adulto una nuova lesione pigmentata che risponde a questi
criteri, od una pre-esistente lesione che presenta una variazione in uno di
2
TREP – Melanoma
questi criteri, deve essere asportata chirurgicamente a scopo bioptico per
verifica istologica. Anche una lesione pigmentata che risponde in modo
significativo ai primi tre criteri (ABC) ma è più piccola di 5 mm deve essere
biopsiata perché oggi non è raro confrontarsi con melanomi molto piccoli. Le
eccezioni alla regola sono diverse: un nodulo di colore uniforme nero-blu,
senza alcun criterio ABCD, è sospetto in caso di rapida crescita (settimane o
mesi), come segno di possibile melanoma nodulare. Inoltre esiste la rara
variante amelanotica del melanoma, che si presenta come nodulo rosarossastro disepitelizzato o come lesione appena palpabile o interamente
piana di colorito rosa-rosso (red-melanoma).
I criteri diagnostici utilizzati nell’adulto possono in realtà
valere meno nel bambino in fase di crescita, dove modificazioni
lente e costanti di nevi preesistenti possono essere del tutto
fisiologiche. Inoltre, è da sottolineare il fatto che il melanoma del
bambino può spesso presentarsi con aspetto atipico, amelanotico,
che può richiamare quello del benigno granuloma piogenico.
La diagnosi differenziale tra melanoma e lesione pigmentata benigna,
quindi, è spesso assai difficile. Sono da ricordare i nevi di Spitz, spesso di
aspetto poco rassicurante perché rilevati, rosei o rossi, a crescita rapida, o i
nevi di Reed, molto pigmentati. In genere si tratta di lesioni benigne tipiche
della giovane età che possono presentare grossi problemi di diagnosi
differenziale non solo per il clinico ma anche per il patologo.
Esiste poi il grosso problema legato ai nevi di Spitz atipici. Sono
lesioni che hanno l’aspetto dei normali nevi di Spitz, ma che dal punto di
vista istologico presentano atipie cellulari e strutturali. Queste lesioni
possono presentare un certo rischio di dare metastasi linfonodali o
ematogene.
In età pediatrica è consigliabile controllare periodicamente tutte quelle
lesioni pigmentate che possono avere una potenzialità di evoluzione
maligna, dato che circa il 20% dei melanomi insorge su nevi congeniti o
acquisiti: il rischio d’insorgenza di melanoma su nevo congenito è circa del
1-2%, su nevo gigante anche del 15%. Sono poi a rischio i nevi displastici,
soprattutto in caso di familiarità.
L’escissione diagnostica di una lesione pigmentata nel bambino è
indicata solo se vi è un sospetto fondato di malignità, o se la lesione
3
TREP – Melanoma
evolve rapidamente, o se ha morfologia atipica; nei casi ove rimanesse
una moderata perplessità diagnostica, può essere suggerita la periodica
osservazione clinica.
La
dermoscopia
epiluminescenza)
ha
un
(o
dermatoscopia,
ruolo
fondamentale
o
microscopia
nella
diagnosi
ad
ed
è
complementare alla valutazione clinica: in mani esperte, permette una
riduzione degli interventi sui bambini, grazie al riconoscimento di tipici
simulatori del melanoma, quali i nevi di Reed e Spitz.
Quando l’exeresi è giustificata, l’ampiezza della stessa deve essere
limitata (2 mm dai margini della lesione) per ragioni funzionali ed estetiche:
un
melanoma
confermato
istologicamente
può
essere
radicalizzato
successivamente.
1.3 Stadiazione
La sopravvivenza globale dei pazienti affetti da melanoma è stimata
essere intorno al 50-55% a 10 anni, anche se negli ultimi anni la prognosi
appare in continuo miglioramento in relazione all’incremento dei casi
diagnosticati precocemente, con spessore inferiore al millimetro alla
diagnosi. La prognosi è strettamente correlata allo spessore (guarisce più
del 90% dei casi di melanoma “sottile”).
Esistono uno stadio clinico e uno patologico, correlato al livello
d’invasione delle cellule tumorali in profondità nel derma.
1.4 Stadio clinico
I – melanoma confinato alla sede primitiva
II – melanoma metastatico ai linfonodi regionali
III – melanoma metastatico a distanza
Esiste inoltre una classificazione clinica definita dal M.D.Anderson, per
cui le metastasi in transit (nodulo satellite localizzato tra il tumore primitivo
e la stazione linfonodale) sono considerate al pari di metastasi linfonodali,
mentre tra le metastasi a distanza si considerano solo quelle cutanee o
viscerali (polmone, fegato, ossa, encefalo).
Recentemente è stata infine introdotta la nuova – e complessa –
classificazione TNM/AJCC (American Joint Committee on Cancer),
riportata in appendice, a cui oggi è necessario attenersi.
4
TREP – Melanoma
La
presenza
di
metastasi
linfonodali
rappresenta
elemento
determinante nel trattamento e nella prognosi dei pazienti con melanoma.
La possibilità di sopravvivenza a 10 anni passa dal 50-60% in caso di
metastasi linfonodale solo parziale, al 25% in caso di metastasi ad almeno 3
linfonodi.
Le metastasi regionali non sono infrequenti alla diagnosi: in caso di
melanoma con spessore superiore a 1.5 mm, metastasi linfonodali occulte
sono stimate nel 25-30% dei casi. La strategia di effettuare in passato
dissezioni linfonodali profilattiche è stata gravata da elevata morbilità, senza
alcun vantaggio in termini di prognosi. E’ necessario pertanto identificare
quei soggetti che, in assenza di segni clinici, presentano localizzazioni
occulte a livello dei linfonodi e necessitano pertanto di dissezioni linfonodali
selettive. In questo senso è stata sviluppata la tecnica del “linfonodosentinella”, basata sul presupposto biologico che la diffusione linfatica del
melanoma sia sequenziale, senza salti di stazioni linfonodali. Inoculando un
colorante vitale (patent blu o blu di metilene) e/o un isotopo radioattivo alla
periferia della lesione (o della cicatrice chirurgica), si può identificare il
linfonodo di primo drenaggio (il linfonodo “sentinella”, che si colora di blu o
capta l’isotopo) e permettere così al chirurgo di effettuare una biopsia
mirata. In caso di esame istologico positivo, è necessario quindi procedere
alla dissezione linfonodale. La tecnica è considerata sensibile e specifica: si
ritiene che falsi negativi siano presenti in non più del 3% dei casi.
1.5 Microstaging patologico
1.5.1
Espresso
Spessore secondo Breslow
in
millimetri,
rappresenta
il
principale
fattore
prognostico del melanoma primario.
La sopravvivenza a 10 anni passa da oltre il 95% per tumori di
spessore inferiore a 0.75 mm, a circa il 50% per spessore maggiore di 3
mm.
1.5.2
Livello di invasione secondo Clark
I livello – melanoma confinato all’epidermide (melanoma in situ)
II livello – melanoma che infiltra parzialmente il derma papillare
5
TREP – Melanoma
III livello – melanoma che infiltra totalmente il derma papillare
IV livello – melanoma che infiltra il derma reticolare
V livello – melanoma che infiltra il tessuto adiposo sottocutaneo
Sono inoltre elementi anatomopatologici importanti la presenza di
infiltrato linfocitario intratumorale (correlato con una prognosi migliore),
l’indice mitotico, l’ulcerazione (correlata con una prognosi peggiore).
Nella stadiazione TNM, recentemente rivista, la valutazione patologica
è associata a quella clinica (vedi appendice)
2.0 Terapia.
Il trattamento del melanoma è quasi esclusivamente chirurgico. La
chirurgia resta l’unica certa opzione terapeutica nel melanoma in fase locoregionale,
sia
come
trattamento
delle
lesioni
primitive,
sia
come
trattamento delle metastasi linfonodali e delle metastasi in transit. Terapie
adiuvanti
non
sono
state
dimostrate
sicuramente
efficaci
e
non
sembrerebbero indicate neppure in caso di metastasi regionali. In realtà,
l’immunoterapia con
-IFN ad alte dosi potrebbe dare un vantaggio in
termini di sopravvivenza libera da malattia e, forse, di sopravvivenza
globale. Ulteriori studi sono però necessari per confermare questo dato,
anche se la cattiva prognosi dei pazienti con metastasi linfonodali massive
può indurre a considerare l’inclusione di questi pazienti in protocolli di studio
investigazionali.
La chirurgia della lesione primitiva, che segue l’iniziale biopsia, deve
essere un’ampia exeresi in cute sana, con estensione dei margini che deve
essere valutata (1 cm) in relazione allo spessore del tumore. In particolari
sedi come ad esempio il volto può essere necessario il ricorso a interventi di
chirurgia plastica riparativa.
In caso di accertate localizzazioni linfonodali di malattia è indicata la
dissezione linfonodale, che non va invece proposta come profilassi. Possono
essere richieste dissezioni radicali del collo, inguino-iliache e ascellari.
3.0 Malattia extraregionale
Diversi trattamenti medici sono stati proposti negli anni con risultati
globalmente poco soddisfacenti: i pazienti con malattia extraregionale
presentano prognosi severa.
6
TREP – Melanoma
La radioterapia appare indicata solo con finalità palliative: il
melanoma è un tumore radio-resistente tanto da richiedere singole dosi
molto elevate.
Per ciò che concerne la chemioterapia, dacarbazina e nitrosuree sono
stati negli anni i farmaci considerati relativamente più attivi, con risposte in
monoterapia non superiori al 20%. Schemi polichemioterapici più recenti
(combinazioni con cisplatino, vindesina, tamoxifene) hanno ottenuto in
qualche serie risposte intorno al 40%, senza però reali benefici in termini di
sopravvivenza.
Data la specifica attività immunogenica del melanoma, sono stati
valutati diversi approcci di immunoterapia, con IFN o IL-2 (associata a
linfociti TIL o cellule LAK), o più moderni con vaccini (con antigeni tumorali
della famiglia MAGE o con cellule tumorali eventualmente ingegnerizzate
con IL-2 o IL-4). I risultati terapeutici più interessanti si sono ottenuti con
-IFN ad alte dosi e con IFN associato a chemioterapia, che possono essere
quindi considerati nell’ambito di trial terapeutici investigazionali, altrimenti
per molti la terapia di scelta in caso di metastasi a distanza resta ancora la
monochemioterapia con dacarbazina.
In casi particolari (metastasi in transit a livello degli arti) può avere un
ruolo la terapia loco-regionale con perfusione ipertermica antiblastica
(melphalan, TNF).
L’opzione chirurgica può essere considerata anche di fronte a metastasi
a distanza.
Per ciò che concerne specificatamente l’età pediatrica, diverse serie
(anche
se
di
pochi
pazienti)
sono
state
recentemente
pubblicate,
suggerendo la fattibilità in età pediatrica dell’IFN ad alte dosi e della tecnica
del linfonodo sentinella, confermando in pratica che il trattamento del
melanoma del bambino deve essere in pratica quello del melanoma
dell’adulto.
4.0 STUDIO RETROSPETTIVO
Il background delle linee-guida TREP è rappresentato dallo studio
retrospettivo pubblicato nel 2005 dall’Istituto Nazionale dei Tumori di
Milano, con 33 pazienti (18 maschi, 15 femmine) di età non superiore a 14
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TREP – Melanoma
anni (range 3-14 anni, mediana 12), affetti da melanoma della cute, curati
dal 1975 al 2001.
Il principale messaggio che emerge dallo studio riguarda il quadro
clinico del melanoma del bambino. In alta percentuale di casi, infatti,
l’aspetto delle lesioni era atipico, con diversi casi di melanomi amelanotici,
verrucoidi
o
granulomatosi.
Inoltre,
la
maggior
parte
dei
pazienti
presentavano uno stadio avanzato di malattia alla diagnosi, sopratutto in
relazione allo spessore della lesione (lo spessore secondo Breslow era
maggiore di 1.5 mm nel 70% dei casi, range 0.52-7 mm, mediana 2.8 mm;
nelle casistiche dell’adulto lo spessore mediano è intorno a 1.5 mm; nel
60% dei casi il livello di Clark era IV-V). Altro dato peculiare era la
relativamente alta percentuale di pazienti con istotipo nodulare.
Per quello che riguarda risultati, la sopravvivenza a 5 anni è stata del
68%, con una sopravvivenza libera da malattia (SLM) del 63%. Quella che
sembra significativa è la migliore sopravvivenza per i pazienti di età <10 aa
(90% versus 49%, nonostante uno spessore maggiore). Il dato della
migliore o peggiore prognosi dei bambini rispetto agli adulti, peraltro, resta
dibattuto.
5.0 LINEE GUIDA DIAGNOSTICO-TERAPEUTICHE
N.B. SI RITIENE IMPORTANTE LA RACCOLTA DEI DATI CLINICI E
ANATOMOPATOLOGICI
(QUINDI
INVIO
DELLE
SCHEDE
E
CENTRALIZZAZIONE DEI PREPARATI ISTOLOGICI) PER I PAZIENTI DI ETA’
INFERIORE A 18 ANNI CON DIAGNOSI DI MELANOMA O CON DIAGNOSI DI
NEVO BLU MALIGNO, NEVO DI SPITZ ATIPICO, PROLIFERAZIONE
MELANOCITARIA O NEVO CON ATIPIE O CON DISPLASIA
Trattandosi di un tumore il cui trattamento è prettamente chirurgico, i
maggiori sforzi vanno indirizzati verso una diagnosi che sia la più precoce
possibile. Primo scopo delle formulazioni di linee guida nell’ambito del
Gruppo Tumori Rari AIEOP è quello di sensibilizzare i pediatri verso
l’esistenza del melanoma anche nel bambino.
È molto importante però che l’oncologo pediatra sia a conoscenza della
rarità di questo tumore in età pre-puberale. È necessario sapere che nel
20% dei casi il melanoma insorge su nevi pre-esistenti, ma anche che esiste
una naturale “maturazione” dei nevi con l’età, che il bambino è in crescita e
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TREP – Melanoma
con lui crescono anche i suoi nevi e, infine, che i nevi acquisiti compaiono
progressivamente nel tempo.
Quindi, l’escissione diagnostica di una lesione pigmentata nel
bambino è indicata solo in caso di fondato sospetto di malignità
(rapida evoluzione, morfologia chiaramente atipica). È da ritenere
ingiustificata l’asportazione di un nevo che compare ex novo in un bambino,
o che mostri qualche variazione, finché ciò avviene in modo progressivo e
omogeneo. Contrariamente a quanto si consiglia nell’adulto, è quindi
giustificato
un
atteggiamento
di
attesa,
soprattutto
prima
dell’adolescenza. L’approccio può essere più aggressivo in casi particolari
(sindrome
del
nevo
displastico
familiare,
nevi
giganti,
xeroderma
pigmentoso).
Data la rarità della neoplasia e la necessità, soprattutto ai fini
diagnostici,
di
una
lunga
esperienza
clinica
pratica,
appare
indispensabile strutturare in modo organico una cooperazione attiva tra i
diversi Centri di Oncologia Pediatrica e i Centri che sul territorio
nazionale si occupano da anni del melanoma dell’adulto. Cioè, poiché
appare arduo che data l’estrema rarità della malattia, gli Oncologi Pediatri
diventino esperti di melanomi, ad essi deve essere richiesto di saper far
insorgere il sospetto in caso di lesioni pigmentate di aspetto non chiaro e di
saper indirizzare il paziente ai Centri di riferimento.
L’idea è quella di costituire una rete di Centri di Oncologia, Chirurgia o
Dermatologia in grado di sistematizzare rapporti continuativi con i Centri
AIEOP.
Il Gruppo Tumori Rari AIEOP fornisce in appendice un elenco di
Centri di riferimento di provata esperienza nel campo dei melanomi, che
sono stati contattati e che hanno dato la loro disponibilità ad una
collaborazione in tal senso. Tale elenco può essere ampliato in qualsiasi
momento e non deve comunque essere considerato in modo restrittivo: non
s’impone ad alcun Centro AIEOP di inviare eventuali pazienti ai Centri
elencati, ma si fornisce solo un suggerimento di un possibile riferimento.
Le linee guida diagnostico-terapeutiche possono quindi limitarsi a
suggerire:
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TREP – Melanoma
1 – la biopsia va effettuata solo in caso di lesione francamente
sospetta:
la biopsia andrebbe effettuata in ambito specialistico;
la biopsia deve essere assolutamente una biopsia escissionale (2
mm oltre il limite del nevo in superficie, comprendendo il grasso subdermico
in profondità), in modo da permettere un’idonea refertazione chirurgica,
indispensabile
per
gli
eventuali
successivi
provvedimenti
terapeutici
(eccezioni solo in particolari casi come nevi giganti o matrice ungueale).
2 – in caso di diagnosi di melanoma, è necessario ampliare l’exeresi
chirurgica, la cui estensione (in genere margini di 1 cm in tessuto sano)
deve
essere
decisa
in
funzione
dell’esame
istologico
della
biopsia:
l’elemento fondamentale deve essere lo spessore del tumore secondo
Breslow, integrato eventualmente dal livello di Clark, o per esempio
dall’eventuale presenza di ulcerazione.
3 – in caso di diagnosi di melanoma, gli esami di stadiazione
dovrebbero
comprendere
a)
l’ecografia
delle
stazioni
linfonodali
di
pertinenza, b) la radiografia standard del torace, c) l’ecografia epatica;
esami di secondo livello come TAC torace, TAC encefalo o scintigrafia ossea
devono essere richiesti solo in caso di sospetto clinico di interessamento dei
relativi organi o apparati, o in caso di lesioni particolarmente profonde.
4 – per lesioni di spessore
0.75 - 1 mm, o con livello di Clark
IV, è
indicato effettuare la biopsia del linfonodo sentinella e, in caso di esame
istologico positivo per metastasi da melanoma, la dissezione linfonodale.
5 – in caso di malattia loco-regionale suscettibile di chirurgia, non
esiste attualmente un consenso sull’indicazione al trattamento adiuvante.
Anche in questo caso, il melanoma resta una malattia chirurgica.
L’ -IFN ad alte dosi è l’unico trattamento registrato, tuttavia il
suo utilizzo non è al momento considerato standard. Si ritiene indicato
consultare in merito i referenti del gruppo TREP e/o colleghi esperti di
melanoma dell’adulto (vedi network)
10
TREP – Melanoma
6 – similmente, in caso di malattia extraregionale o di recidiva, è
preferibile riferirsi a Centri di Oncologia dell’adulto per valutare di volta in
volta l’eventuale trattamento di scelta.
DATA LA RARITÀ DELLA PATOLOGIA, SI SUGGERISCE IN TUTTI I
CASI
DI
MELANOMA
COORDINATORI
DEL
DEL
BAMBINO
GRUPPO
TUMORI
DI
CONTATTARE
RARI
AIEOP
I
PER
CONDIVISIONE DEL CASO E PARERE IN MERITO ALLA STRATEGIA
TERAPEUTICA DA ADOTTARE.
11
TREP – Melanoma
6.0 Table 1. Melanoma TNM classification
T classification
T1
Thickness
Ulteration Status
a: without ulceration and level II/III
1.0 mm
b: with ulceration or level IV/V
T2
1.01-2.0 mm
a: without ulceration
b: with ulceration
T3
2.01-4.0 mm
a: without ulceration
b: with ulceration
T4
> 4.0 mm
a: without ulceration
b: with ulceration
N classification
N1
No. Of Metastatic Nodes
1 node
Nodal Metastatic Mass
a: micrometastasis
b: macrometastasis
N2
2-3 nodes
a: micrometastasis
b: macrometastasis
c: in transit met(s)/ satellite(s) without
metastatic nodes
N3
4 or more metastatic nodes, or
matted
nodes,
or
in
transit
met(s)/satellite(s) with metastatic
node(s)
M classification
Site
Serum Lactate
Dehydrogenase
M1a
Distant skin, subcutaneus, or nodal mets
Normal
M1b
Lung metastases
Normal
M1c
All other visceral metastases
Normal
Any distant metastasis
Elevated
12
TREP – Melanoma
7.0 Table 2 Proposed Stage Groupings for Cutaneous
Melanoma
Clinical Staging
Patologic Staging
T
N
M
T
N
M
0
Tis
N0
M0
Tis
N0
M0
IA
T1a
N0
M0
T1A
N0
M0
IB
T1b
N0
M0
T1b
N0
M0
T2a
N0
M0
T2a
N0
M0
T2b
N0
M0
T2b
N0
M0
T3a
N0
M0
T3a
N0
M0
T3b
N0
M0
T3b
N0
M0
T4a
N0
M0
T4b
N0
M0
IIC
T4b
N0
M0
T4b
N0
M0
III
Any T
N1
M0
T1-4a
N1a
M0
T1-4a
N2a
M0
T1-4b
N1a
M0
T1-4b
N2a
M0
T1-4a
N1b
M0
T1-4a
N2b
M0
T1-4a/b
N2c
M0
T1-4b
N1b
M0
T1-4b
N2b
M0
Any T
N3
M0
Any T
Any N
Any M1
IIA
IIB
N2
N3
IIIA
IIIB
IIIC
IV
Any T
Any N
Any M
13
TREP – Melanoma
8.0 Centri di riferimento
Bari
Prof. Angelini, Clinica Dermatologica, p.zza Giulio Cesare 11, 70124 Bari, tel.
080/5478919, 080/5592677, fax 080/5478954
e-mail: [email protected]
Cagliari
Dr. Giuseppe Furno, Dr. Caterina Ferroli, Dr. Biggio – Clinica Dermatologica,
via Ospedale 46, Cagliari – tel. 070/668737, fax 070/6092580, e-mail:
[email protected]
Cesena
Dr. Arcangeli, Dermatologia Ospedale Bufalini, via Ghiotti 286, Cesena - tel.
0547/352725 – fax 0547/352719 e-mail: [email protected]
Mestre (Venezia)
Dr. Cutrone Mario – Clinica Pediatrica, Osp. “Umberto I”, via Circonvallazione
– Mestre (VE) – tel. 041/2607449, fax 041/2607448
Milano
- Istituto Nazionale Tumori di Milano, via Venezian 1, 20133, Milano
Dr. Bono, Dr. Bartoli, Dr. Santinami - Unità Operativa Melanomi Sarcomi
Tel. 02/23902647 – 02/23902200 – 02/23902699
Napoli
Dr. Mozzillo - Istituto dei Tumori, Chirurgia B, Napoli - tel. 081/5903239, fax
081/5903810 - e-mail: [email protected]
Padova
Prof. Rossi, Chirurgia generale 2, Osp. Padova, via Giustiniani, 1, 35128
Padova
tel. 049/8212070 - 049/8212056
Dr. Iacopetti, Chirurgia Plastica Pediatrica, Osp. Padova, via Giustiniani, 1,
35128 Padova
tel. 049/8212713 - 049/8212701
Palermo
Prof. Mario Aricò, Istituto di Clinica Dermosifilopatica, via del Vespro, 131 –
90127 Palermo, tel. 091/6554001, fax 091/6554022 – e-mail:
[email protected]
Roma
Dr. Andrea Diociaiuti – Servizio di Dermatologia – Osp. Bambino Gesù
I.R.C.C.S., p.zza S.Onofrio, 4 00165 Roma – e-mail: [email protected]
Roma
Dr.ssa Maya El Hachem – Osp. Bambin Gesù I.R.C.C.S., p.zza S.Onofrio,
400165 Roma – e-mail: maya<[email protected]>
Roma
Dr.ssa Catricalà - Dermatologia Oncologica Istituto San Gallicano - tel.
06/52665264 - 06/52665221 – e-mail: [email protected]
Trento
Dr. Zumiani - Ospedale S. Chiara, Clinica Dermatologica, via G.
Roberti, 125, 38050 Trento - tel. 0461/904410, 0461/903247,
e-mail: [email protected]
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TREP – Melanoma
N.B. Si prega di inviare le schede di registrazione e quelle diagnostico
terapeutiche (allegate alla fine del protocollo) per ciascun caso registrato al
Centro raccolta dati:
Dr. Gianluca De Salvo
Servizio sperimentazioni cliniche e biostatistica – IOV-IRCCS
via Gattamelata, 64 – 35128 Padova
Tel: 049/8215704 – Fax: 049/8215706
Si ricorda che i medici referenti per questa neoplasia sono il dr. Ferrari (vedi
frontespizio linea guida).
Referente Anat.Pat.: Dott. Gambini (Genova)
Per qualsiasi informazione contattare la Data Manager dello studio:
Sig.ra Mancini Elisa
Clinica Chirurgica Pediatrica
Dipartimento di Pediatria
Azienda Ospedaliera di Padova
Via Giustiniani, 3 – 35128 Padova
e-mail: [email protected]
Tel: 049/8218045 Fax: 049/8211781
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TREP – Melanoma
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