LaRegione Sport – Perso il fattore campo

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LaRegione Sport – Perso il fattore campo
Sport
sabato 4 aprile 2015
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TIEBREAK
I problemi di testa prima della terra... promessa
di Ezio Guidi
V’è proprio un gran problema di
‘cabeza’. Rafael Nadal, nei primi
tre mesi da angoscia, ha perso
cinque volte in sei tornei e sempre contro avversari che in precedenza aveva tranquillamente
strapazzato. Un preoccupante
problema di testa. A Miami, nel
duello iberico fra mancini,
l’amara sconfitta contro Verdasco che aveva battuto 13 volte in
14 sfide. Paga pedaggio e perde il
terzo posto delle classifiche
mondiali scavalcato da Murray.
A questo punto il solo valido ricostituente sembra proprio essere quello di vigorose doti di “terra battuta” a partire da Montecarlo dove ha trionfato otto volte.
In questo tormentato spicchio
d’annata ha vinto solo sulla terra
di Buenos Aires in un torneo di
serie B dove ha battuto l’argentino Monaco (numero 60 delle
classifiche Atp). Per il resto un
ingoiare solo pillole amare. A
Doha (campione uscente ma comunque con la scusante di un
rientro dopo quattro mesi di forzata assenza) becca al primo turno dal tedesco Berrer, piazzato al
127esimo posto delle classifiche
mondiali. A Melbourne s’arena
ai quarti vittima di un Berdych
che aveva sconfitto nelle precedenti 18 sfide. A Rio manca l’accesso alla finale battuto dall’italiano Fognini (28esimo Atp e
sempre sconfitto in quattro
duelli). A Indian Wells non va ol-
tre i quarti quando è costretto
alla resa dal canadese Raonic
alla sua prima vittoria contro
Nadal in sei sfide. Ora Miami e lo
stop imposto da Verdasco. Sembra proprio che quest’anno chi
gli sta contro non è più vittima di
tremarella entrando in campo. A
caricare Rafa di dubbi contribuisce certo la raffica impietosa di
infortuni e il timore di un ennesimo incidente. Sul poco amato cemento gioca corto, con timore e
cercando di accorciare gli scam-
bi per non affaticare troppo le
cartilagini. Vuole però anche
dire stravolgere il suo tennis momentaneamente orfano del suo
tremendo diritto.
L’obiettivo 2015 non è certo cercare un primo posto, saldamente
in mano di Djokovic, ma tentare
l’incredibile conquista di una decima vittoria al Roland Garros,
dove il tre giugno soffierà su 29
candeline. Colpisce la lucidità e
la sincerità espresse dopo la
sconfitta contro Verdasco: «Non
VOLLEY | FINALE LNA
Lugano
Losanna Uc
(25-21 33-35 24-26 23-25)
Perso il fattore campo
Al Palamondo passa il
Losanna. Ma i vodesi
si sono mostrati tutt’altro
che intrattabili:
i Dragoni hanno i mezzi
per spuntarla.
Il Losanna ha vinto una battaglia, ma la guerra è ancora lunga. Per il Lugano però la strada
si fa in salita. Gara 1 della finale
per il titolo ha detto che il fattore
casalingo conta poco o nulla e
che i bianconeri non sono stati
capaci di approfittarne, vittime
forse della troppa pressione per
un gruppo giovane che ha dovuto superare in stagione parecchie difficoltà.
Vincitrice della Coppa sette giorni fa, la squadra vodese ha dimostrato di essere un complesso molto solido ma alla portata
dei ticinesi, che hanno lottato
con generosità e molta passione.
Anche contro i mulini a vento,
rappresentati per l’occasione
dall’arbitro Schürmann che ne
ha combinate di cotte e di crude
e che, alla fine, ha fatto pendere
l’ago della bilancia nel campo
vodese. Molto combattuti, a parte il primo, tutti i set, segno che i
Dragoni – in particolare nell’ultimo – erano perfettamente in
gara e avevano la concreta possibilità di lasciare la decisione finale al tie-break, con tutte le sue
incognite. La partita ha raccontato una lunga epopea, fatta di
gioie e di dolori, ricca di colpi di
scena, ma condita da tanta indecisione da parte degli arbitri che
non sono stati all’altezza della
professionalità dei giocatori delle due squadre e dell’impegno
messo in campo per rappresentare al meglio la pallavolo nazionale. L’alto livello del gioco
espresso li ha forse gettati nella
confusione più totale, distribuendo errori a destra e a manca, così come i tre cartellini (due
rossi e uno giallo) costati tre
punti regalati ai vodesi proprio
sul più bello della terza frazione (17-18).
I Dragoni hanno giocato in
modo più pulito rispetto alle ultime uscite, prova lampante che,
nelle due settimane che hanno
separato la conclusione della
fase dei playoff dalla finale, Mario e Bonacina hanno lavorato
molto e sodo con i propri uomini. Il Losanna ha concesso tanto,
commesso parecchi errori, ma il
Lugano in molti frangenti non
ne ha approfittato. I numeri parlano chiaro, i bianconeri sono
stati superiori agli avversari sia
alla battuta che in ricezione e a
muro. Ma ciò non è stato sufficiente. Il Losanna, con il successo ottenuto ieri sera, si è portato
in vantaggio nella serie e gode
ora i favori del pronostico.
1
3
Lugano: Savic 1, Cuk 15, Wika 18, Aguilera 8, Sanders 2, Puliti 25, Del Valle (L).
Brander, Bruno 4, Gelasio, Gimenez
Losanna Uc: Carrel 2, Vadeleux 7, Altanov
7, Majdak 31, Djokic 16, Guzman 10 , Daniel (L). Ptaschinski 1, Chandon
Arbitri: Schürmann e Nellen
Note: 520 spettatori.
Finale playoff, gara 2
Venerdì 10 aprile
20.00 Losanna Uc - Lugano (serie: 1-0)
LE BREVI
Nuoto
Il ritorno di Hackett
Rientro riuscito per Grant Hackett. Il 34enne, oro olimpico nei
1’500 m ai Giochi del 2000 e quattro anni più tardi, è salito sul terzo gradino del podio nei 400 sl
(nuotati in 3’46”53) ai Campionati australiani. A margine della
gara, Hackett non ha nascosto di
ambire a un posto nella 4 x 200
metri dei Mondiali di Kazan.
Cuk si morde le mani: primo round della finale al Losanna Uc
TI-PRESS/GOLAY
PODISMO | GIRO MEDIA BLENIO
A Dongio quantità e qualità
Le gazzelle africane
attese protagoniste
sulle strade di Dongio
di Moreno Invernizzi
Kenya contro Etiopia, una volta
di più. Come da tradizione. E una
tradizione è anche quella del rendez-vous in quel di Dongio per il
Lunedì dell’angelo. Da trentun
anni, da quando cioè il Giro Media Blenio ha mosso i primi passi.
La sfida tutta africana vivrà un
nuovo avvincente capitolo dopodomani, con un cast di qualità.
Come da copione. Cornelius Kangogo (vincitore a Dongio nel
2014) e il suo connazionale Thomas Lokomwa (vincitore della
Stramilano 2015), per limitarci ai
keniani più illustri, sono pronti a
raccogliere la sfida degli etiopi
Muktar Edris (3° ai Mondiali di
corsa campestre quest’anno e
primo ai Mondiali Juniores nel
2012 sui 5’000 m) e Tamirat Tola
(6° ai Mondiali di corsa campestre di quest’anno). Ma attenzio-
è un problema di gioco, anzi penso di essere migliorato nell’ultimo mese e mezzo. In allenamento sto facendo le cose giuste. Il
problema non è il mio tennis, ma
il fatto di non riuscire a essere rilassato in campo. Nella mia carriera ho sempre saputo controllare il 90, 95% delle emozioni, ora
non più. Quando s’inanellano
sconfitte, la fiducia traballa». A
Nadal l’augurio di sapersi, anche
stavolta, rialzare. L’attende la...
terra promessa.
Un momento dell’appassionante Grand Prix 2014
TI-PRESS/REGUZZI
ne pure agli outsider, come
l’ugandese Abdallah Mande (5° ai
Mondiali Juniores 2014 nei 10’000
m). Basta e avanza questa sintesi
dei partenti al Grand Prix per
trovare un ottimo pretesto per
recarsi nella Valle del sole. Un
tocco “nostrano” al 31° Grand
Prix lo garantiranno i ticinesi
Adriano Engelhardt e Ivan Pongelli, logicamente al via senza
particolari ambizioni d’alta classifica, ma da cui ci si aspettano
cose interessanti.
Nel dare un’ultima occhiata all’elenco dei partecipanti al Grand
Prix, Giorgio Bassetti, copresidente del comitato d’organizzazione, non nasconde la sua soddisfazione: «Abbiamo sfruttato
al meglio le nostre risorse – sottolinea con una punta d’orgoglio –. Sarebbe stato impossibile
fare di più. Considerati i nostri limiti strutturali e finanziari, sarebbe stato impossibile ottenere
di più. Volevamo puntare sui giovani, ma su quelli con i numeri
per fare un ottimo tempo, e loro
hanno raccolto il nostro invito.
Penso in particolare all’etiope
Edris, la cui presenza a Dongio di
prim’acchito mi pareva impossibile; invece dopodomani Muktar
ci sarà: per noi è stato un gran
colpo».
A poche ore dalla chiusura delle
iscrizioni online, si è già abbondantemente oltre quota 1’500
tra gara popolare, mini giro, nordic walking e walking. Ma il rush
finale, anche questa è una tradizione consolidata nel tempo,
farà ulteriormente lievitare (e in
modo sostanzioso) questi numeri: «Viaggiamo sulle cifre
dell’edizione giubilare del 2014.
Ma un anno fa la volata finale fu
tarpata dalle pessime previsioni
meteo, e ulteriormente ridotta
all’atto pratico da pioggia, vento
e freddo. Quest’anno però le previsioni sono ben diverse, il che
mi porta a essere estremamente
fiducioso: il muro delle 2’000
presenze (superato solo in
un’occasione) potrebbe essere
nuovamente scavalcato». Lunedì questi punti interrogativi troveranno risposta.
Ciclismo
De Jongh dopo Riis
A rimpiazzare Bjarne Riis alla testa della Tinkoff è stato nominato Steven De Jongh. L’olandese
assisterà il general manager Stefano Feltrin. I due si spartiranno
le mansioni sin qui svolte da Riis
in qualità di direttore sportivo
della squadra da lui stesso fondata a inizio anni Duemila, prima di cederla al miliardario russo Oleg Tinkov.
Hockey
Donne, finale Usa-Canada
Sarà un derby nordamericano ad
assegnare il titolo mondiale femminile. A Malmö, in semifinale le
statunitensi hanno malmenato
la Russia con un perentorio 13-1,
mentre nell’altra sfida le canadesi hanno battuto 3-0 la Finlandia.
Perdendo 2-1 dal Giappone gara
2, la Germania dal canto suo è
stata retrocessa.
Atletica
Stagione finita per Urech
Lisa Urech ha deciso di non disputare gare all’aperto questa
stagione. La 25enne primatista
svizzera nei 100 hs, già costretta
a rinunciare alla stagione indoor
a causa di dolori al bacino, potrebbe anche chiudere qui la sua
carriera. Complici pure i fastidi
muscolari alle cosce che le impongono una terapia intensiva,
Lisa Urech non è attualmente in
grado di allenarsi in modo specifico. I suoi primi guai fisici risalgono al 2011 e l’avevano costretta
a subire tre operazioni all’anca.
Motociclismo
Pedrosa ancora sotto i ferri
Altra operazione al braccio destro per Dani Pedrosa, che oggi
subirà un intervento chirurgico
per curare la sindrome compartimentale all’avambraccio. In attesa del suo rientro, la Honda ha
affidato la guida della sua moto
al giapponese Aoyama.