Canidapresa 6-2009

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(
Canis
vs Lupus
Due grandi
scuole di pensiero
a confronto:
quelli che
considerano
il lupo un
super-cane
(la maggioranza)
e quelli che
reputano il cane
un super-lupo.
Un’analisi
approfondita
che mette a
confronto
caratteristiche
fisiche
e psichiche.
Il mondo variopinto e molte
volte allegorico della cinofilia
appare diviso in due grandi
“scuole di pensiero”: quelli che
considerano il lupo un supercane (la maggioranza) e quelli
che reputano invece il cane un
super-lupo.
I primi sono i più convinti sostenitori delle razze lupoidi estreme, foriere di ogni virtù canina
se non addirittura di incroci di
prima generazione tra queste
razze e il loro parente-antenato
selvatico.
Da questa ibridazione inter-specifica (o forse intraspecifica visto
che alcuni studiosi considerano
lupo e cane membri della stessa
specie) deriverebbero soggetti
estremamente migliorati nelle
loro attitudini psico-fisiche rispetto al cane medio. Più veloci, più
forti, più resistenti, più combattivi, coraggiosi. ecc.
Vediamo di analizzare nel dettaglio le varie componenti fisiche
e psichiche. Partiamo dalla velocità massimale.
Può darsi che un lupo di taglia
media e con una struttura dolicomorfa adattata a un ecosistema arido-desertico sia più veloce
di un cane “medio” rappresentabile da un pastore tedesco o
da un boxer.
Un cucciolo di lupo
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Ma che dire rispetto a un pointer o meglio ancora
a un greyhound che rappresenta il culmine di una
pressione selettiva millenaria finalizzata a massimizzare la velocità pura? In questo caso e limitatamente a questa capacità condizionale (velocità
massima esprimibile dal soggetto al galoppo di
gran carriera) bisogna ammettere che è il cane un
lupo coi superpoteri. Lo scarto di performance
rispetto al parente selvatico sembra essere addirittura sull’ordine dei 20 km/h (greyhound 70 – canis
lupus 50*); ben di più della differenza tra un atleta come Usain Bolt e un quarantenne panciuto.
Sul fronte della capacità condizionale denominata
forza massimale, le misurazioni tecniche precise
sono per ovvie ragioni estremamente difficili. Non
esiste infatti per i quadrupedi un test esattamente
sovrapponibile all’esercizio umano del sollevamento pesi (weightlifting o powerlifting). Quello
che si avvicina di più potrebbe essere il cosiddetto
weightpull, cioè il tiro di una slitta su ruote (cioè
un carretto avente specifiche caratteristiche tecniche) mediante apposita imbracatura.
Negli Stati Uniti è uno sport relativamente diffuso
e disciplinato da numerose federazioni con gare
federali e nazionali di un certo livello.
Potrebbe rappresentare una metodologia di misura abbastanza precisa della forza massimale esprimibile da un cane in rapporto al lupo se solo qualcuno riuscisse a convincere quest’ultimo a tirare il
famigerato carretto.
Ma, visto che così non è, dovremo accantonare
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l’empirismo e concentrarci su un procedimento
teorico-induttivo. Ammettiamo pure per un
momento che, a parità di peso corporeo, l’animale selvatico sia più forte di quello domestico. Per
esempio che un lupo di 35 chili riesca a tirare un
carretto più pesante rispetto a un omologo pastore tedesco pari peso.
Ma se sostituiamo quest’ultimo con un alaskan
malamute di 55 chili o con un mastiff di 90, che
risultato potrebbe avere questo test?
Il record mondiale di tiro nella categoria kg. 35
(quella in cui sarebbero iscrivibili la maggior parte
dei lupi) è di circa 1750 kg**. Supponiamo che un
fiero e ben nutrito rappresentante della specie selvatica ne potrebbe tirare 2000 o forse 2200!
Niente in confronto ai 3500 chili spostati dal
record dog mondiale dei supermassimi canini.
Anche in questo caso è cioè relativamente alla
forza massimale assoluta, l’uomo è riuscito con la
sua selezione artificiale a superare i limiti della
natura: il cane è diventato un lupo super-forte.
Prendiamo ora in considerazione una caratteristica più psichica che fisica: la combattività, la voglia
di lottare per vincere. Quella che gli americani del
fighting dog definiscono gameness.
Indubbiamente il lupo, o almeno gli individui alfa,
debbono possederla in grado elevato: altrimenti
come farebbero a imporsi nel branco e a essere dei
leader nelle battute di caccia?
Però vi è in questa caratteristica un limite imposto
dalla selezione naturale: quando la combattività è
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eccessiva rende impossibili le dinamiche di branco
e risulta parallelamente controproducente nella
caccia nella misura in cui tende a far sopravvalutare le proprie forze. Mi spiego meglio. Un lupo con
una giusta dose di combattività e conseguente o
precedente coraggio, è perfettamente in grado di
valutare se può essere conveniente o meno attaccare una determinata preda pericolosa.
Per esempio per un grosso cinghiale il branco deve
annoverare almeno 4-5 maschi robusti e in piena
forma altrimenti il rischio di avere la peggio è
troppo elevato.
Un pit bulldog di 30 chili invece selezionato dall’uomo per estremizzare la sua gameness, non
esita un minuto a scaraventarsi su questa grossa
preda (o addirittura su un toro) a discapito o a
dispregio totale della propria integrità fisica.
Chiaro che un siffatto lupo o canide in natura non
potrebbe sopravvivere e riprodursi. Anche in questo caso quindi, relativamente a combattività e
coraggio, il cane o meglio gruppi specializzati di
cani possono essere superiori al lupo.
Intendiamoci, non sto dicendo che sistematicamente, in uno scontro diretto e in qualunque
ambiente un pit bull condizionato può sopraffare
un lupo. Troppe sono le variabili che entrano in
gioco in un combattimento:
1 - l’ambiente che può essere favorevole all’uno o
all’altro dei contendenti. Per esempio al lupo in
una vasta foresta che rappresenta il suo habitat
naturale e dove può, correndo e scartando, fiaccare la resistenza e l’ardore di qualunque cane.
Mentre invece le posizioni si rovesciano se i due
wrestler sono costretti in un pit (fossa) progettato
per ospitare i combattimenti con schiamazzante
pubblico attorno;
2 - la tecnica di lotta maggiormente basata sulla
devastante irruenza del primo impatto e del singolo morso nel lupo; caratterizzata da un bloccaggio in presa persistente e soffocante da parte del
bulldog.
In questo caso, se il combattimento si protrae a
lungo (come nel pit) e il cane supera le prime fasi
iniziali in cui la potenza della fiera è devastante, le
probabilità di successo del cane diventano elevate;
3 - le condizioni fisiche che possono essere determinanti per l’esito finale della lotta. E qui bisogna
pur ammettere che il cane, essendo nutrito e vitaminizzato dall’uomo dovrebbe (uso il condizionale!) essere decisamente in vantaggio;
4 - infine, ma non ultima per importanza, la
potenza del morso sulla quale maggiormente
immagino si scateneranno le polemiche dei miei
detrattori.
Tutti gli zoologici o quasi sono infatti convinti,
anche se prove sperimentali non ne esistano, che
il morso del lupo sia più potente di quello del cane
per tre motivi:
a) la testa del lupo dovrebbe essere secondo loro
più grande a parità di taglia,
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b) i denti, specie i canini, sono più grandi in
dimensioni e più acuminati,
c) l’inserzione dei muscoli masticatori dovrebbe
essere più sviluppata.
Vediamo di analizzare dettagliatamente questi
punti.
a) Ammetto che a parità di taglia (es. 35 kg x 65
cm) e di classificazione morfologica (es. individui
dolicocefali e/o dolicomorfi) l’impalcatura ossea
della testa del lupo è maggiore di circa un 20%
rispetto al cane. Ma che dire se confrontiamo un
esemplare dolicocefalo con un pit bulldog (brachicefalo)? In questo caso già un cane di 20 chili ha
un volume complessivo del cranio (e solo riferito
alle parti ossee) più imponente di quello di un
lupo di 35 chili. L’errore che molti esperti fanno è
quello di prendere in considerazione la sola misura della lunghezza della testa per determinarne la
grandezza complessiva. Ma è sbagliato perché una
testa può essere lunga e stretta oppure corta e
larga presentando lo stesso volume complessivo.
Ora è indubbio che la forza di pressione del morso
è correlata in maniera direttamente proporzionale alla larghezza inter-zigomatica più che alla lunghezza totale della testa. Fior di studi di biomeccanica dimostrano che una testa relativamente
corta e molto larga determina una maggiore capacità di pressione.
Senza considerare il fatto che i teschi dei canidi a
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testa brachicefala (e dei felidi) sono corredati da
muscoli masticatori più spessi e voluminosi rispetto a quelli dolicocefali. Semmai il vantaggio di
possedere un muso allungato si rileva determinante non tanto nella potenza di strangolamento
mediante morso ma nella rapidità e precisione
nell’afferrare la preda. Non per niente, come rilevavo già in un precedente articolo, i felini più specializzati hanno il muso corto perché il primo contatto con la preda avviene con gli artigli.
Ma ammettiamo pure, per assurdo che sempre a
parità di taglia la testa del lupo sia 20% più grande (in realtà solo più lunga) di quella del cane.
Che dire relativamente al fatto che esistono, perché selezionati dall’uomo, molossi di oltre un
quintale di peso? Questi ultimi pur possedendo
una testa più piccola (in realtà più corta) relativamente alla taglia, in assoluto hanno una testa piu’
voluminosa (sia in lunghezza che in larghezza) del
lupo piu’ grande che pesa al massimo circa 70 kg.
Concludendo il ragionamento se ne deduce che,
almeno teoricamente, un molosso gigante ipermetrico (ipersomatico) potrebbe avere una potenza di morso (oltre che una potenza in genere)
maggiore di quella di un lupo. Uso il condizionale
perché come ben sappiamo in realtà il volume
della testa è solo uno dei parametri correlati alla
forza del morso. Se manca la volontà pratica di
stringere le fauci, allora può essere più efficace
l’apparato masticatorio di un pincher.
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b) Dimensioni dei denti: qui apparentemente non
c’è niente da dire. Il lupo possiede, in assoluto,
cioè indipendentemente dalla taglia inferiore o
superiore al cane, l’apparato dentale più sviluppato.
I canini del progenitore selvatico sono almeno 1/2
cm più lunghi anche se paragonati a quelli delle
razze più macrodontiche come il pastore del
Caucaso o il mastino centro-asiatico.
Però bisogna fare una precisazione. È ben vero
che millenni di addomesticamento possono aver
ridotto le dimensioni dei denti nel cane, ma questo non incide minimamente sulla forza esercitata
dalle branche mandibolari.
In atri termini denti ferini più lunghi, pur ottimizzando la profondità della lacerazione prodotta
nell’azione del morso, non avvantaggiano affatto
nella persistenza della presa e possono anzi diventare controproducenti nella misura in cui aumentano la fragilità dei denti stessi. Non per niente i
tipici cani da presa sono corredati da canini larghi
e ben impiantati seppur non lunghissimi.
c) Questo punto di fatto è già stato esaminato in
precedenza.
Vorrei solo aggiungere la seguente considerazione: è probabile che, a parità di taglia e di classificazione morfologica, i muscoli masticatori (temporale e massetere) siamo più sviluppati e abbiamo
inserzioni tendinee più importanti nel lupo. Per
esempio se paragoniamo due crani dolicocefali
omologhi come quello di un pastore tedesco e di
un lupo. Ma questo non è assolutamente vero se si
mette a confronto la massa muscolare cranica del
lupo (dolicocefalo) con quello di un pit bull o di un
dogo argentino (brachicefali) della stessa taglia.
Sono convinto che anche un bull terrier inglese ha,
nel cranio, più massa muscolare di un lupo di pari
taglia.
Il paragone poi diventa assolutamente insostenibile se prendiamo in considerazione la struttura
muscolare cranica di razze ipersomatiche quali il
mastiff o il mastino napoletano.
In conclusione da questa lunga chiacchierata spero
fruttuosa per me e per i miei lettori si può dedurre che né il lupo è un super-cane (come molti continuano e continueranno a ritenere) né il contrario. Però certamente le razze canine, se ben allevate, rappresentano nelle loro rispettive specializzazioni un progresso nell’adattamento (evoluzione
artificiale?) rispetto all’archetipo selvatico.
Il lupo resta e resterà sempre il miglior decatleta
mentre al cane o meglio a vari tipi di cane vanno
le medaglie d’oro nella specifiche discipline.
Mauro Salvador
Working Bulldog Research Center
* fonte NATIONAL GEOGRAPHIC
** questi valori rappresentano all’incirca la media dei record
mondiali delle varie federazioni.
In queste pagine alcune immagini di lupo selvatico
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