Canidapresa 6-2009
Transcript
Canidapresa 6-2009
Canidapresa 6-2009 12-11-2009 9:56 Pagina 47 ( Canis vs Lupus Due grandi scuole di pensiero a confronto: quelli che considerano il lupo un super-cane (la maggioranza) e quelli che reputano il cane un super-lupo. Un’analisi approfondita che mette a confronto caratteristiche fisiche e psichiche. Il mondo variopinto e molte volte allegorico della cinofilia appare diviso in due grandi “scuole di pensiero”: quelli che considerano il lupo un supercane (la maggioranza) e quelli che reputano invece il cane un super-lupo. I primi sono i più convinti sostenitori delle razze lupoidi estreme, foriere di ogni virtù canina se non addirittura di incroci di prima generazione tra queste razze e il loro parente-antenato selvatico. Da questa ibridazione inter-specifica (o forse intraspecifica visto che alcuni studiosi considerano lupo e cane membri della stessa specie) deriverebbero soggetti estremamente migliorati nelle loro attitudini psico-fisiche rispetto al cane medio. Più veloci, più forti, più resistenti, più combattivi, coraggiosi. ecc. Vediamo di analizzare nel dettaglio le varie componenti fisiche e psichiche. Partiamo dalla velocità massimale. Può darsi che un lupo di taglia media e con una struttura dolicomorfa adattata a un ecosistema arido-desertico sia più veloce di un cane “medio” rappresentabile da un pastore tedesco o da un boxer. Un cucciolo di lupo canidapresa 47 Canidapresa 6-2009 12-11-2009 9:56 Pagina 48 Ma che dire rispetto a un pointer o meglio ancora a un greyhound che rappresenta il culmine di una pressione selettiva millenaria finalizzata a massimizzare la velocità pura? In questo caso e limitatamente a questa capacità condizionale (velocità massima esprimibile dal soggetto al galoppo di gran carriera) bisogna ammettere che è il cane un lupo coi superpoteri. Lo scarto di performance rispetto al parente selvatico sembra essere addirittura sull’ordine dei 20 km/h (greyhound 70 – canis lupus 50*); ben di più della differenza tra un atleta come Usain Bolt e un quarantenne panciuto. Sul fronte della capacità condizionale denominata forza massimale, le misurazioni tecniche precise sono per ovvie ragioni estremamente difficili. Non esiste infatti per i quadrupedi un test esattamente sovrapponibile all’esercizio umano del sollevamento pesi (weightlifting o powerlifting). Quello che si avvicina di più potrebbe essere il cosiddetto weightpull, cioè il tiro di una slitta su ruote (cioè un carretto avente specifiche caratteristiche tecniche) mediante apposita imbracatura. Negli Stati Uniti è uno sport relativamente diffuso e disciplinato da numerose federazioni con gare federali e nazionali di un certo livello. Potrebbe rappresentare una metodologia di misura abbastanza precisa della forza massimale esprimibile da un cane in rapporto al lupo se solo qualcuno riuscisse a convincere quest’ultimo a tirare il famigerato carretto. Ma, visto che così non è, dovremo accantonare 48 canidapresa l’empirismo e concentrarci su un procedimento teorico-induttivo. Ammettiamo pure per un momento che, a parità di peso corporeo, l’animale selvatico sia più forte di quello domestico. Per esempio che un lupo di 35 chili riesca a tirare un carretto più pesante rispetto a un omologo pastore tedesco pari peso. Ma se sostituiamo quest’ultimo con un alaskan malamute di 55 chili o con un mastiff di 90, che risultato potrebbe avere questo test? Il record mondiale di tiro nella categoria kg. 35 (quella in cui sarebbero iscrivibili la maggior parte dei lupi) è di circa 1750 kg**. Supponiamo che un fiero e ben nutrito rappresentante della specie selvatica ne potrebbe tirare 2000 o forse 2200! Niente in confronto ai 3500 chili spostati dal record dog mondiale dei supermassimi canini. Anche in questo caso è cioè relativamente alla forza massimale assoluta, l’uomo è riuscito con la sua selezione artificiale a superare i limiti della natura: il cane è diventato un lupo super-forte. Prendiamo ora in considerazione una caratteristica più psichica che fisica: la combattività, la voglia di lottare per vincere. Quella che gli americani del fighting dog definiscono gameness. Indubbiamente il lupo, o almeno gli individui alfa, debbono possederla in grado elevato: altrimenti come farebbero a imporsi nel branco e a essere dei leader nelle battute di caccia? Però vi è in questa caratteristica un limite imposto dalla selezione naturale: quando la combattività è Canidapresa 6-2009 12-11-2009 9:56 Pagina 49 eccessiva rende impossibili le dinamiche di branco e risulta parallelamente controproducente nella caccia nella misura in cui tende a far sopravvalutare le proprie forze. Mi spiego meglio. Un lupo con una giusta dose di combattività e conseguente o precedente coraggio, è perfettamente in grado di valutare se può essere conveniente o meno attaccare una determinata preda pericolosa. Per esempio per un grosso cinghiale il branco deve annoverare almeno 4-5 maschi robusti e in piena forma altrimenti il rischio di avere la peggio è troppo elevato. Un pit bulldog di 30 chili invece selezionato dall’uomo per estremizzare la sua gameness, non esita un minuto a scaraventarsi su questa grossa preda (o addirittura su un toro) a discapito o a dispregio totale della propria integrità fisica. Chiaro che un siffatto lupo o canide in natura non potrebbe sopravvivere e riprodursi. Anche in questo caso quindi, relativamente a combattività e coraggio, il cane o meglio gruppi specializzati di cani possono essere superiori al lupo. Intendiamoci, non sto dicendo che sistematicamente, in uno scontro diretto e in qualunque ambiente un pit bull condizionato può sopraffare un lupo. Troppe sono le variabili che entrano in gioco in un combattimento: 1 - l’ambiente che può essere favorevole all’uno o all’altro dei contendenti. Per esempio al lupo in una vasta foresta che rappresenta il suo habitat naturale e dove può, correndo e scartando, fiaccare la resistenza e l’ardore di qualunque cane. Mentre invece le posizioni si rovesciano se i due wrestler sono costretti in un pit (fossa) progettato per ospitare i combattimenti con schiamazzante pubblico attorno; 2 - la tecnica di lotta maggiormente basata sulla devastante irruenza del primo impatto e del singolo morso nel lupo; caratterizzata da un bloccaggio in presa persistente e soffocante da parte del bulldog. In questo caso, se il combattimento si protrae a lungo (come nel pit) e il cane supera le prime fasi iniziali in cui la potenza della fiera è devastante, le probabilità di successo del cane diventano elevate; 3 - le condizioni fisiche che possono essere determinanti per l’esito finale della lotta. E qui bisogna pur ammettere che il cane, essendo nutrito e vitaminizzato dall’uomo dovrebbe (uso il condizionale!) essere decisamente in vantaggio; 4 - infine, ma non ultima per importanza, la potenza del morso sulla quale maggiormente immagino si scateneranno le polemiche dei miei detrattori. Tutti gli zoologici o quasi sono infatti convinti, anche se prove sperimentali non ne esistano, che il morso del lupo sia più potente di quello del cane per tre motivi: a) la testa del lupo dovrebbe essere secondo loro più grande a parità di taglia, canidapresa 49 Canidapresa 6-2009 12-11-2009 9:56 Pagina 50 b) i denti, specie i canini, sono più grandi in dimensioni e più acuminati, c) l’inserzione dei muscoli masticatori dovrebbe essere più sviluppata. Vediamo di analizzare dettagliatamente questi punti. a) Ammetto che a parità di taglia (es. 35 kg x 65 cm) e di classificazione morfologica (es. individui dolicocefali e/o dolicomorfi) l’impalcatura ossea della testa del lupo è maggiore di circa un 20% rispetto al cane. Ma che dire se confrontiamo un esemplare dolicocefalo con un pit bulldog (brachicefalo)? In questo caso già un cane di 20 chili ha un volume complessivo del cranio (e solo riferito alle parti ossee) più imponente di quello di un lupo di 35 chili. L’errore che molti esperti fanno è quello di prendere in considerazione la sola misura della lunghezza della testa per determinarne la grandezza complessiva. Ma è sbagliato perché una testa può essere lunga e stretta oppure corta e larga presentando lo stesso volume complessivo. Ora è indubbio che la forza di pressione del morso è correlata in maniera direttamente proporzionale alla larghezza inter-zigomatica più che alla lunghezza totale della testa. Fior di studi di biomeccanica dimostrano che una testa relativamente corta e molto larga determina una maggiore capacità di pressione. Senza considerare il fatto che i teschi dei canidi a 50 canidapresa testa brachicefala (e dei felidi) sono corredati da muscoli masticatori più spessi e voluminosi rispetto a quelli dolicocefali. Semmai il vantaggio di possedere un muso allungato si rileva determinante non tanto nella potenza di strangolamento mediante morso ma nella rapidità e precisione nell’afferrare la preda. Non per niente, come rilevavo già in un precedente articolo, i felini più specializzati hanno il muso corto perché il primo contatto con la preda avviene con gli artigli. Ma ammettiamo pure, per assurdo che sempre a parità di taglia la testa del lupo sia 20% più grande (in realtà solo più lunga) di quella del cane. Che dire relativamente al fatto che esistono, perché selezionati dall’uomo, molossi di oltre un quintale di peso? Questi ultimi pur possedendo una testa più piccola (in realtà più corta) relativamente alla taglia, in assoluto hanno una testa piu’ voluminosa (sia in lunghezza che in larghezza) del lupo piu’ grande che pesa al massimo circa 70 kg. Concludendo il ragionamento se ne deduce che, almeno teoricamente, un molosso gigante ipermetrico (ipersomatico) potrebbe avere una potenza di morso (oltre che una potenza in genere) maggiore di quella di un lupo. Uso il condizionale perché come ben sappiamo in realtà il volume della testa è solo uno dei parametri correlati alla forza del morso. Se manca la volontà pratica di stringere le fauci, allora può essere più efficace l’apparato masticatorio di un pincher. Canidapresa 6-2009 12-11-2009 9:56 Pagina 51 b) Dimensioni dei denti: qui apparentemente non c’è niente da dire. Il lupo possiede, in assoluto, cioè indipendentemente dalla taglia inferiore o superiore al cane, l’apparato dentale più sviluppato. I canini del progenitore selvatico sono almeno 1/2 cm più lunghi anche se paragonati a quelli delle razze più macrodontiche come il pastore del Caucaso o il mastino centro-asiatico. Però bisogna fare una precisazione. È ben vero che millenni di addomesticamento possono aver ridotto le dimensioni dei denti nel cane, ma questo non incide minimamente sulla forza esercitata dalle branche mandibolari. In atri termini denti ferini più lunghi, pur ottimizzando la profondità della lacerazione prodotta nell’azione del morso, non avvantaggiano affatto nella persistenza della presa e possono anzi diventare controproducenti nella misura in cui aumentano la fragilità dei denti stessi. Non per niente i tipici cani da presa sono corredati da canini larghi e ben impiantati seppur non lunghissimi. c) Questo punto di fatto è già stato esaminato in precedenza. Vorrei solo aggiungere la seguente considerazione: è probabile che, a parità di taglia e di classificazione morfologica, i muscoli masticatori (temporale e massetere) siamo più sviluppati e abbiamo inserzioni tendinee più importanti nel lupo. Per esempio se paragoniamo due crani dolicocefali omologhi come quello di un pastore tedesco e di un lupo. Ma questo non è assolutamente vero se si mette a confronto la massa muscolare cranica del lupo (dolicocefalo) con quello di un pit bull o di un dogo argentino (brachicefali) della stessa taglia. Sono convinto che anche un bull terrier inglese ha, nel cranio, più massa muscolare di un lupo di pari taglia. Il paragone poi diventa assolutamente insostenibile se prendiamo in considerazione la struttura muscolare cranica di razze ipersomatiche quali il mastiff o il mastino napoletano. In conclusione da questa lunga chiacchierata spero fruttuosa per me e per i miei lettori si può dedurre che né il lupo è un super-cane (come molti continuano e continueranno a ritenere) né il contrario. Però certamente le razze canine, se ben allevate, rappresentano nelle loro rispettive specializzazioni un progresso nell’adattamento (evoluzione artificiale?) rispetto all’archetipo selvatico. Il lupo resta e resterà sempre il miglior decatleta mentre al cane o meglio a vari tipi di cane vanno le medaglie d’oro nella specifiche discipline. Mauro Salvador Working Bulldog Research Center * fonte NATIONAL GEOGRAPHIC ** questi valori rappresentano all’incirca la media dei record mondiali delle varie federazioni. In queste pagine alcune immagini di lupo selvatico canidapresa 51