LE NUOVE FRONTIERE DEL SESSO
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LE NUOVE FRONTIERE DEL SESSO
ALESSANDRO GRANIERI GALILEI AMAR E SER AMATI Alessandro Granieri Galilei 2 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei Amar e ser Amati 3 Alessandro Granieri Galilei Copyright 2016 by Alessandro Granieri Galilei Prodotto registrato alla SIAE Tutti i diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i paesi Finito di stampare nel mese di Febbraio 2016 in Catania 4 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei AMAR E SER AMATI Introduzione … dopo aver narrato ne “la Grande ricchezza” le gesta di un personaggio allegorico che, per un portato familiare travagliato a seguito di una separazione dolorosa, diventa molto ampio ed affettuoso con il mondo; dopo aver descritto come si potesse uscire dalla confusione di relazione nei successivi tre libri (Le nuove frontiere dell’amore, il Polianismo e Capirsi Finalmente); dopo aver annoverato ne “il Tesoro” le centinaia di monologhi in dolce stilnovo per lo più riguardanti il tema dell’amore universale, l’arte, la cultura; dopo aver mostrato le più intime conversazioni odierne intrattenute tra gli amanti di quest’epoca e avere poi mostrato l’esperienza di una famiglia del futuro; dopo aver descritto in tre libri successivi in poesia le debolezze umane nel Divino Commedio, e come le si potessero sublimare; dopo avere finito solo ieri di scrivere il Bugiandro, libro redatti in 31 racconti in cui si attacca, nonostante i forti cambiamenti descritti nei libri precedenti, la pessima abitudine sociale di instaurare rapporti, per inconsapevolezza generale, all’insegna della vile menzogna… oggi decido di comporre il libro n. 12 della mia raccolta, che ci parlerà di come tutto giri intorno all’amore e di come sia difficile, non solo amare, ma anche il sapere essere amabili. Non intendo in questa sede anticipar null’altro a chi si accinge a leggermi e per questo passo subito al primo capitolo, che già Amar e ser Amati 5 Alessandro Granieri Galilei darà un’idea dell’obiettivo che voglio prefiggermi in codesto libro: imparare, prima di tutto per me stesso, come potere divenire tanto ampio da poter amar e ser amato da chiunque mi s’incontri in mio cammino. Solo questa è, ritengo ad oggi, la via della felicità…. 6 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei I NON SAPPIAMO AMARE Egli s’era omai stancato di ripetersi come poter esser felice in fondo E s’era perlopiù convinto che tal sensazione non potesse esser avvertita a tutto tondo Perlopiù, per seguito di sue esperienze altalenanti in vita non riusciva neanche più a dormir sereno Che ciascuno dei suoi ambiti era quasi stato disgregato totalmente in seno Perciò “Amando”, così chiameremo convenzionalmente il nostro attore, si trovò ad un certo punto di sua vita assai ben triste Non riusciva più a trovar alcuna congiunzione con alcuno e nessun ambito che rimettesse in piste Ogni cosa che faceva, dagli affetti all’arte, dal lavoro ed all’amore erano solo biechi strascichi residuali Era come se qualunque cosa avesse fatto fosse ricaduta in irreversibil baratri fatali Che seppure manteneva in vita ognuno dei suoi ambienti, il tutto in modi assai insoddisfacenti Si sentiva che mancava un quid che riportasse la sua vita in revividere emozioni non latenti Per il ciò, premendogli perpiù nel cuor l’anelito di ascender a le più alte vette de lo spirto Amar e ser Amati 7 Alessandro Granieri Galilei S’intraprese nel cammino dell’amore generale, pur nella coscienza che tra li cammini era il più irto Volle allora prender spunti da colei che, sola al mondo, egli riconoscesse ben capace de l’amar l’amato E s’intraprese la missione di scoprire se cotal suoi nobil gesti promanassero da raro sentimento, o si potessero per contro replicar al mondo intero come dato Di per certo s’appariva immensamente come ella si sapesse comportar in ogni sua evenienza, tal da l’essere sempre pazienza Si trattava quindi di capire che, primariamente, costei era il risultato di una gran strutturazione maternale, frutto di lavoro ed esperienza Che poiché essa si perdeva in le generazioni sue passate, e pur trovava ospizio in un temperamento lieve Si chiedeva lui, l’Amando, se potessesi ripeter per discenza pur a chi non fosse stato, come lei, pureo e bianco come neve E rifletteva che, nel fondo, forse ognun potrebbesi imparare come amare, anzi ne risenta l’onere e interesse Che per come ci fu dato gnoscer oggi, non è più possibile parlar di guerre ad uomo che sua anima s’intesse Né si può pertanto più pensare di perseverar in fare danni immani ne l’interazion con altri Dunque è già ben arrivato lo momento in cui c’è d’uopo cominciar parlar d’amore, ed ivi smetter esser solo scaltri Molte genti m’ebbero per spesso a dare dell’ingenuo sin da quando ero bambino Ciò solo perché non mi sapevo mai difender da l’altrui ingerenza d’egoismi ne lo star a me vicino 8 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei E tuttoggi si permane in me cotal tendenza ne l’accoglier gli altri nonostante essi mi siano da sempre acerrimi nemici E ritenerli, nonostante tutto, infino amate, mentori e perfino amici Tuttavia, devo appurare, non v’è ancora tanto uomo al mondo che si sappia dare senza poi null’altro ritenere Io medesimo, confesso, non mi sento ancora pronto ne l’amar il prossimo, non solo senza nulla in cambio, ma persino s’egli voglia derubare Mi rimando indunque a l’obiettivo di capire come fare, e prender spunto da chi sento sappia amare Ma, per come ampiezza sempre m’ebbe a connotare, una volta appreso, vorrò fare si che quanti più possano poi imparare Che, anche se dovessi infine accorgermi ch’amare non è altro ch’un percorso involontario dunque non s’attesta a la ragione Pur se di ciò dubito perquanto, avrò quammeno impreso quali siano i comportamenti che dan vita ai fallimenti del mio cuore Per il ciò, volgendo di qui a breve in rapida rassegna ogni paradigma da cui evincesi ch’alcun stia amando Pongo poi le conclusioni acchè si possa essere tutti più amorei di rimando Che se prima già qualcuno ebbe a parlar d’amore, dando al mondo di quei tempi spunti ch’oggi ci han resi migliori Donerò lo mio pensiero a tutti quei che, trovandosi nell’oggi in confusione generale, hanno un bisogno pur inconsapevole d’aver nuovi colori Amar e ser Amati 9 Alessandro Granieri Galilei Riteniamoci pertanto assai sortudi, se quest’oggi ci possiamo nuovamente noi affidar in lo poter sperar amare, divenendo chi non siam mai stati Ed affidiamoci a indagare chi, per contro, s’abbia ricevuto il dono di saperne fare, e che – se solo emuleremo – ci darà ventura, finalmente in ser amati Che se allora odiare e ser odiati è il più comune risultato de lo più perverso circolo vizioso Diverrà l’amar e il ser amati la speranza a tutti noi di regalar al nostro ciclo l’impedibile opportunità di ser maraviglioso E se, ponendoci il quesito se sia meglio amare chi ci odia e sfrutta ovvero allontanarli per tutela, s’arrivasse in visitarli per tentar guarirli S’auspica soltanto che alla fine, pur se derubati e derelitti come in ogni caso nostra sorte impone, avremo almeno fatto lor più miti, ne auspichiamo, in rabbonirli Che se poi alla fine, nonostante tal travaglio, fossimo rimasti tutti ignari de l’amore qual portato esperienziale mai provato Non potremo più rimproverarci fin in fondo, se davvero noi ci crederemo tutti e viaggieremo nelle nostre rispettive direzioni, quantomeno il non avercelo tentato… 10 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei II IL MAGONE NON CI LASCIA MAI Man a man che ci si fa assai più decisi in imparare come amare Si risente sempre nel profondo quela voce malinconica, che paura del futuro appare Il peso de li amori che si son smarriti si fa sempre più avvertire E ciò che s’appalesa giornalmente, nonostante abbia il più alto valore, non li sa zittire Così, se non quando il nostro Amando non si distraeva in fare cose che gli alleggerissero la mente Egli si mostrava sempre più reimmerso in come ritener a bada quel’umore che non davagli perpunto alcuna lente E pur se non riusciva ad individuar qual fosse la causa esattamente Egli sentiva che trattasse de la sorte umana, dela nostalgia dei cicli, dei natali impervi e del trascorso tribolante Come pure la cagione di tristezza fosse perdita di vecchie cose, de li antichi amori, d’un destino omai perduto, de l’andata gente In tale guisa indunque Amando si ritenne di frenar cotale ciclo un’altra volta convicendosi esser molto fortunato Ciò perchè s’era vissuto molto, aveva molte cose intatte, e si trovava a viver un presente in salutar e compagnie ben confortato Cosa n’era in quanquae se le cose ne la vita non gli si eran incastrate proprio come avea desiderato Amar e ser Amati 11 Alessandro Granieri Galilei E a chi sarebbe mai importato, se il percorso cui anelava, gli si era grandemente a lui deviato? D’ovviamente la risposta è già nella pergunta: Ovvero che nessuna gente o quasi venne da la sorte in tudo unta Per il chè egli s’attestava tra le genti più ordinarie che trovavansi per giro Si che il suo sconforto si riverberava aver vissuto quela via che, per mero condizionamento, ormai oggi ammiro Volle intendere per dunque Amando come fare: Volle esser più paziente, accontentare, accompagnare E se il presupposto per amare fosse poi alla fine solo dare Si sarebbe prodigato in fondo in mero, ed ivi non preteso, assecondare Così iniziò quel lungo viaggio a la scoperta d’ulteriore di se stesso E fu a rimuovere il magon ch’attanagliava lo suo spirto, addirittura sine sesso Che perciò l’Amando intese perentoriamente di dover mutar un’altra volta rotta pe l’amor E dunque lui imparar goder de le poche cose e genti, che si sente ch’appartengan al suo cuor E il suo futur, da quel momento, non fu più che quello Di restar equilibrato e mesto, nonostante il suo fardello Che se avesse in contro poi trasceso quel pensiero Si sarebbe presto ritrovato ad ingerir, se non le medicine, amaro siero Volle allora star lontano da le muse per capir in quei momenti 12 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei Se dovessesi gettar la spugna in certe genti Ovvero si dovesse andar avanti, pur se omai parziali, in gran chiusura per tutela E continuare nel frattempo a intesser quella che sarà ben presto nuova tela ‘sì ritenne di restare mesto e dedicarsi a l’arte Fin a che non fosse stato in condizioni finalmente, pure lui, di rivestir sua parte.. Amar e ser Amati 13 Alessandro Granieri Galilei 14 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei III AMAR SE STESSI NANZI TUTTO Amando s’era risvegliato alquanto cupo, triste, solitario e al più turbato Riteneva si trattasse del dovere fare i conti coi fantasmi tutti del passato ‘Sì delineava il punto solito d’essere stato abbandonato e maltrattato Ma gli sovveniva in mente che quel circolo vizioso, fosse sol di noia lo portato Per il chè, riconfrontandosi come da sempre fece, con colei che s’era ammessa essergli mamma Dopo aver compreso che non si valesse pena in alcunché, finanche amici e donne, si trattava sol tener accesa la sua fiamma Si doveva per il tanto introspettar al meglio, non foss’altro che per evitar di giunger conclusion fuorvianti E prender atto che s’aveva esaurito ogni esperienza, che potesse entusiasmar li tanti Egli d’infatti aveva amato, e pur fin troppo e in tanti Aveva pure lavorato, e di stacanovismo aveva lui insignito in canti S’era pur curato, ed ogni dramma psicofisico s’aveva superato Come aveva anche viaggiato, ed avea contezza ormai di come sempre istesso fosse il dato Amar e ser Amati 15 Alessandro Granieri Galilei Si trattava allor soltanto, dopo avere costruito e riordinato il tutto Di trovar il modo in mantenere di quel vivere meraviglioso quanto ormai era frutto Si doveva allora concentrare ne l’amar ciò ch’era diventato in grande evoluzione Ed ammirarsi, in ciò che s’era ed in ognicchè s’aveva, per poi accogliersi magnifico per sua canzone Finalmente allora, riflettea l’Amando, dopo avere lavorato tanto in come divenir migliore ne l’aver E dopo aver lottato molto in costruire quanto invece si delineava in ser Si volgeva adesso verso il modo de l’equilibrarsi d’ogni forze, e quindi far tesoro de l’ogni esperienza E dunque rimonetizzar ogni conquista ed ogni avere, in un inceder sempre più deputato ad alta veemenza Che non gli sarebbero più stata gli entusiasmi giovanili di chi volge alla scoperta de lo mondo Si trattava alchè, piuttosto, di riuscir a entrare sempre più con se medesimo in profondo E cominciar ad apprezzar magnifico il capolavoro di beltade, simpatia, cultura, amore ch’era diventato Mentre gli altri ancora non avevano nianche alcuno di quegli ambiti nemmen toccato Né il veder le masse concentrarsi in una vita semplice, che per loro istato era già gran soddisfazione Lo poteva più meter in crisi, avendo egli vissuto sempre in più elevata dimensione Così come il vedere pure alcuni continuar in cumular ricchezze materiali, in territorio ameno, cagionavagli l’invidia 16 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei Come nemmeno l’entusiasmo de li poveri di spirto, che non pensavano nemmeno come esorbitar da la normalitate, gli era causa de l’accidia Invero Amando aveva assai abusato de la vita, e ogni esperienza aveva divorato e ormai gli riteneva parte di se stesso Ma, sentiva, non poteva affatto rimaner schiacciato da entusiasmi andati, e dunque rimanere relegato al dì sconnesso Per il chè si profilava alternativa, se condursi ad una vita più profonda in la meditazione, che gli avrebbe certo cagionato d’immotivo l’inflazione Ovvero modular tutto quanto s’apprese, e dunque finalmente re iniziare a far vividere passione Non restavagli per dunque molta alternativa in tra lo proseguire di sommesso, e dunque rinnegar ogni bramore Ovvero reiniziare a dare vita a ciò che gli sarebbesi degno rossore Per il chè, trovandosi in sua terra che cullava seguranza nonostante gli ponesse assai difficile esultare Riteneva di dover ricominciar travaglio, pure se sporadico perquanto, e rimettersi a volare Che se avesse amato invero lui se stesso si sarebbe accolto e assecondato, onde non cagionarsi un male Così come s’avesse lui preteso d’esser chi non s’era, avrebbe alchè forzato la sua mano esattamente come amante vuol cambiarci di normale Abbiamo ergo l’onere d’assecondar chi siamo, e in ciò conoscerci di sommamente intriso Dunque non possiamo dispensarci dal comprendere che cosa e chi ci rende lieti regalandoci ogni giorno gran sorriso Amar e ser Amati 17 Alessandro Granieri Galilei Che per tutto ciò che c’inquieti, oppure non si sappia interpretare si rimanga accorti Perlomeno fino a che non ci saremo dati gli strumenti per gustarne l’auree sorti E amandoci pertanto, dum in nostra audace e vivida benevolenza, ci potremo noi compenetrar ciascuno con se istesso ‘Sì che finalmente allora si potrà ben sublimare in magno amore per il mondo, ciò che per contro venne ritenuto mero sfogo in sesso In più, comunque, non si può prescinder, se vuol giungersi a l’ultima lettera de l’alfabeto, dal percorrerle gnoscenti tutte Et arrivar a ciò che ci sarà la fine de li nostri giorni, nella viva sensazion che ci saremo elise, quantomeno, l’implosioni ingutte E se alla fine rideremo di per come avremo amato nostri istessi, e dunque ser in circolo d’amore coi cotanti Chiuderemo gl’occhi allegri, e ci delizieremo in fine di vecchiaia, siccome non avessimo mai smesso esser infanti 18 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei Amar e ser Amati 19 Alessandro Granieri Galilei IV DIFFICOLTA’ D’AMARSI Forse uomo da la moderata tiratura Fa meno fatica in apprezzarsi, non essendone invischiato in sua radura Che quand’egli si risveglia, sa già che la vita non poteva offrirgli più di quanto s’era avuto Indi riesce a moderarsi alquanto in tutto ciò che s’era mai ottenuto Egli ha già un modello istabilito, cui lo solo sforzo appare l’emulare Non si deve in niuna cosa arrovellare, né la mente o il cuore affastellare Non è affatto di difficile natura l’accettarsi, perché ciò s’impone come un dato generale Per il chè non v’è motivo alcun in sollevar nessuno dubbio esistenziale Egli sa che deve alzarsi di mattino, compiere quel’ore di lavoro e poscia dedicarsi a la famiglia Quando ci si attesta a dei livelli più elevati, egli si sa pure che si deve organizzare i propri hobbies come biglia Che per fine di giornata egli s’acquieta istanco per il nulla in cima al suo divano E dorme rilassato ne l’attesa che lo giorno successivo gli si albeggi, sanza che nemmeno se ne scorga, invano Ebbene, di contrario a tal prototipo d’uomo comune 20 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei Che da qualsivoglia trepidanza resta in sua limitatezza immune Ci s’attesta il genio, il creativo, l’estroverso Quelo tra li tanti che si percepisce logo ser diverso Egli non è fatto che di massima inquietudine Per il sapere che li suoi talenti non comuni deviano cammin da rettitudine E nonostante cerchi d’attagliarsi a queli insegnamenti che la chiesa, la morale, la famiglia hanno cercato imporgli Non è mai riconducibile ad alcuno schema, né viepiù s’appare soggiogabile da mogli L’uomo esponenziale, infatti, accresce ogni prerogativa già da subito in gran stile Non v’è alcuno, a tal riguardo, che si possa mai arrogare d’essergli monile Egli è sempre insoddisfatto da la vita, perché ciò costituisce suo motore Ma purtroppo, ogni qualvolta scenda sotto il minimo emaciale, perde folgore e colore E’ d’uopo dunque a l’uomo che s’attesta a dei livelli più elevati Rimanere sempre in cima al monte, e prescrutare da l’altura li suoi amati Ch’ogni volta che si metta su lo stesso piano de li alteri riceve in cambio gran patema e sofferenza Al punto da non si potere più riuscire ad apprezzarsi, se di lustri resta senza Amando, a tal proposito, s’era tra questi Amar e ser Amati 21 Alessandro Granieri Galilei E si voleva sempre ch’egli fosse, ad avvoltoi di societate, solo resti E come si poteva egli perdunque amare, se non si poteva nianche agli altri compendiare E come si poteva mai apprezzare, se tutto quanto gli stesse intorno, in quanto inadeguato, costringevalo ad eremitare? Così Amando, che toccava giornalmente i più profondi e immeritevolo traguardi de l’oblio, si domandava quale fosse la ragione Per la qual, di fondo, s’avvertisse sempre, in fondo al cuore, quella sorta di magone Che se si trattava de li risultati in salu, mente, affanni, infanni, affetti e amore si capiva Di tal guisa ch’egli si cercava di comprendere come potesse giungere di nuovo ad arrivar in riva Come amarsi allora, s’erasi perpunta l’atmosfera ben costante in scoramento Cosa si poteva mai sperimentare in scopo di sedare ciò ch’era lo suo lamento? Intanto, riteneva Amando, si sarebbe ridovuto cimentar in cura corpore e dell’anima, frattanto che s’organizzava nuovamente lo travaglio Così còmè d’urgenza si sarebbe lui dovuto ricercare in come si potesse alleggerir con viaggio a incaglio Che perciò decise fortemente d’istudar quali altri luoghi si potesse lui arricchire l’anima, sì evitando lo dabbene E finalmente si sarebbe manlevato da sociali influssi ridondanti, ch’a quel esultare impubero s’eran catene 22 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei Indi si sarebbe amato, pur in quela sua prerogativa d’emigrare di continuo E finalmente gli sarebbe ritornata la preziosa insegna coram populi in Divino Che così l’Amando si rivolse nuovamente in apprezzar ogni suo aspetto, dal più amabile a quelo più recondito Ed iniziò la sofferenza vera e propria, consistente in dispensarsi, in ogni giorno e ad ogni ora, vile monito Amar e ser Amati 23 Alessandro Granieri Galilei 24 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei V IMPARARE NEL’AMARE Amando s’era sempre più risolto in far comparazioni d’ogni sorta Egli si paragonava, in prima fase dela vita, ai grandi dela terra, poscia a l’uomi medi in torta Aveva ormai cessato in ritenere suoi modelli gli eccellenti, o quantomeno chi apparivagli esser tali Si chiedeva dunque se gli fossero per dirittura superiori i cosiddetti uomini normali Ne lo fondo ei sentiva che s’avrebbe lui dovuto erigere al livello di se stesso Che, poiché gli si mostrava alquanto alto, non capiva come giunger a cotanto ardir in nesso Scelse allora di tenersi in equilibrio intanto, ed accettar chi fosse divenuto, quale naturale epilogo del suo portato S’acquietò nel ritenere che niun’altra congettura dirimente gli sarebbesi potuta mai venire in risultato Passò pertanto Amando da la fase della bieca accettazione di sua istoria, ch’altrimenti non sarebbe mai potuta essere A la sublimazione necessaria e inevitabile di sue prerogative di valori addizionali, che la vita continuava a intessere Si decise per impunto dedicarsi in cura d’anima, di corpo e della mente, ammesso che potessesi tener in conto che n’avesse alcuna Amar e ser Amati 25 Alessandro Granieri Galilei E si protese ancora in ritener valorizzar suo aspetto, libertade, evoluzione, conquistati in gran fortuna Che perciò s’ebbe di nuovo e finalmente ne l’amar se stesso, quale emblema strepitoso di valori aggiunti in meraviglie Mentre l’obiettivi de li tanti, ne l’aprire porte d’universo, a lui che le sfondava sempre, gli apparivano soltantolabili maniglie Sicchè, finanche l’esser stato quel colono audace, che ne fu insignito come uomo inquieto e di valore Smise d’essergli vil scherno di mediano, e si risolse in divenir man mano il surplus che caratterizzava pochi uomini d’amore Fu già un passo strepitoso dunque per l’Amando suffragar grande contezza che si fosse tra li tanti quanto di più amabile in natura E, come già s’era pensato un tempo, omai s’era ben chiaro non s’avesse più bisogno di nessuna cura Anzi, cogitava, avendo l’onere d’amarsi in sponte, non si riteneva più alcun minus in confronto de le genti E si riconnotava come uomo di maggiore levatura, che per ciò s’amava ritornando in propensione in volta più deciso, ma in odor d’egida menti Amando allora s’ebbe nuovamente ne l’amarsi, mentre chi volette soffocarlo per sentirsi meglio fu in profetizzargli invano Ed ecco allora ch’egli, finalmente, ritrovato ispunto ne l’equilibrar ogni suo ambito d’azione, si protese nuovamente in stendere ai colaltri la sua mano 26 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei Che se smise ritenere di sapere, quia umilmente si ritenne sol di non sapere come vivere di medio Continuò da solo, e con chi gli si fosse mai soggiunto incanto, la sua strenua lotta contro quello che ci affligge tutti: il tedio Amar e ser Amati 27 Alessandro Granieri Galilei 28 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei VI INAMANDO VIEPPIU’ L’INAMABILE S’erasi l’Amando omai capacitato Di per come, già d’egli dapprima e poscia ancora ognuno o quasi, fosse inadeguato Per cui, in un mondo di stoltezza in cui prevale l’incoscienza Come mai si possa amarsi e, peggio ancor, amare gl’altri, se non in mera prepotenza? Che così, dovendosi per l’occorrenza star in calma a la tutela di salute Viviamo l’onere di sopravvivere in equilibrandoci paracadute Che poiché giannulla o quasi ci produce mai satisfazioni di pregnanza, rimanendo sempre claudicanza Ci torniamo, quando ci va bene, in ridere beffandoci d’aver aggiunto alchè in sostanza Tuttavia, deve pergiungersi purtroppo Insensatezza de la vita è tanta e tale, per il cui non è pronosticabile ch’eterno intoppo E se il vivìdere, ch’è men ch’esister, cagiona frustrazione, oltre che comunque lutto Il non far allor s’apprende meglio de lo fare, e forse l’inamar è più pacifico ch’amar di rutto Perché, dunque, ci dobiam struggire ne l’amar quanto non può essere raggiunto? Perché mai voler raccogliere con una rete l’acqua, che sol Amar e ser Amati 29 Alessandro Granieri Galilei da recipiente si raccoglie appunto? E come mai pensar in divenire anche sol scodella Se alcun manifattore non c’insigni di novella? Posto il quanto, s’appalesa dunque che per quanto nobili le istanze de li guru si appalesino Nei fatti appar davvero d’improbabile che venga mai disciolto, de l’amore, l’incantesimo Che così come Ricercatrice de l’amore s’intendeva dar inizio all’era della folle comprensione Man a mano che perpure il Guru de l’amor ne predicava il saggio, sovveniva sempre più incomunicazione Se perciò Mahatma vuole dire uomo nsigne, ma pur sempre homo Bhagwham indica invece colui ch’è andato di ben più al di là dell’uomo Che pertanto, pure nel voler ammettere valenza de le teorie d’historia, rimaner comunque in carne c’è limìto Dunque non c’è dato l’elevarci a spirto, se non dopo aver toccato, doppo morte, l’infinito Occorre dunque, mi si pare, rimaner in stadio di mediani, perché tal è nostra miserevol condizione Ed isperar di ser amati da chi n’ebbe in recebère in sempre, dunque ricalcar seppur maldestramente tal tenzone Che ci si rassegni invece in fatto che ciascuno tra li noi s’è inamabile, e per il ciò inamato Che, se pur avesse sorte d’incontrar colaltro che d’amor sia a praticare, debba ritenersi alquanto fortunato 30 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei Dunque, acchè d’amor possa gustarsi Sarà subito evidente che solo con chi sa praticarlo possa farsi Per il chè, dovendomi astenere per fuggevolezza della vita da l’idea che possa apprendersi l’amor proficuamente e in tempi produttivi Augurandoci incontrar chi sappia darcene, o comunque di barcamenarci in scorrer vita, accontentiamoci di tentativi Che perciò non sarà più necesso illudersi che ci potremo mai arrogar d’amare Perché già a noi stessi, e ancora più in directio de li altri, siamo inabili in donare Dunque noi ci scorreremo vita in superficie, e ci accontenteremo al massimo di pochi guizzi d’edonismo Perché, in lo contrario, l’inseguir l’amore e peggio gli altri inamorevoli, condannerebeci a ogni scismo Che, se già raggiungeremo l’obiettivo de l’amar noi istessi in come siamo comprendendoci, sarà successo E se c’incontreremo alcuni amanti, ovvero quei che san davvero amare, la divina provvidenza avrà donatoci ulterior eccesso E ancora, se ci capitasse in sorte o in nostra cernita assai capillare, d’imparare come divenir meno egoisti già sarebbe caso intenso Dunque, ci s’immagini, se riuscissimo in amare anche sol una persona, come ci aprirebbesi l’immenso Io, per il mio conto, omai capacito de l’esser inamante e dunque alchè inamabile per mio converso Cercherò, finchè avrò forze e anche speranze, di lasciarmi Amar e ser Amati 31 Alessandro Granieri Galilei coccolare da l’amor che mi fu dato ingrato e fin a che non sarà perso Nell’inquanto proverò a studiare e dimandar come mi possa migliorar ne l’argomento, e intanto farmi avvolgere da tal mistero Mentre elevo a mia missione superiore, ormai, diffondere per immolato dono il frutto dei miei studi al mondo intero Che, se non sarò mai bravo ne l’amarmi, perché mi compendierò ancor de l’altri, e peggio degli ancor più di me stolti E se non sarò nemmeno abile in amare gl’altri, perché essi stessi non possono venir impunti da l’amor, essendo stati resi, poverini, pur sconvolti E se pur dovessi mai fallire, come attendo, in arrivar al mondo coi miei scritti, e non riuscissi dunque ad evitare mai a nessuno quanto fu affibiatoci in cotanta distruzione Quantomeno ‘n mi si potrà mai rimproverare, a questo punto per prova provata, non aver tentato sprigionar la massima emozione E se dunque, infine, non mi sarò amato, e nemmeno avrò saputo amare, ne tammeno farmi amare, né attenuato a chi mi lesse il buio Quantomeno spengeremci in pace con noi stessi, in non rimproverarci, a chi m’avrà seguito un poco, non aver almen provato in ritemprare nostro cuoio 32 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei VII GUARIR DA L’INGRADITO AMORE DE LA GENTE Amando s’insisteva strenuamente ancora nell’illudersi che persino gl’inamabili potessero venir accolti pur in lor pochezza Ma purtroppo si rendeva presto nuovamente conto di per come egli medesimo, né lor in fondo, si sapessero elevar a tal fattezza Per il cui decise di riporre un freno assai pregnante a l’insolenza, e dunque smettere di dar frequentazione a chi non meritasse E darsi invece nuovamente in coltivare propri antichi metodi, per evitar che tanto incombere perverso deprimesse Scelse allor di concentrarsi in su quel ciò che gli costituisse vera e vivida passione E dispensarsi in contra da tutto quel quid che invece si rappresentava qual fittizia palleazione Che se soprattutto si tenesse conto de le tante avversità per ogni campo ch’egli praticasse Andò da se di come, per la fine, di rivolgersi a le proprie naturali acclinazioni s’elevasse Dunque cadde nuovamente in piano secondario ognicchè s’era spesosi con grande impegno e delusioni varie Che, sentendosi necesso coltivar il vizio acchè potesse dispensarsi da elucubrazioni quotidiane, si curò ogni carie Amar e ser Amati 33 Alessandro Granieri Galilei Per il ciò s’intese nell’accantonare l’ogni distrazione che potessegli elider leggerezza della vita E s’intraprese in cominciare nuovamente quella piana ch’era spesso stata suo scenario, e abbandonar ogni salita La sua strada, indunque, apparvesi di nuovo e in tutto lineare e panoramica di botto Non vi fu ragione alcuna d’indagare quale fosse il senso de la vita, né il valore de l’amore in scotto S’ebbe nuovamente a dedicar a ciò che lo suo corpo e il suo pensiero dimandavangli d’elementar richiesta E si prestò man mano a ritornare a ciò che gli era stato modo d’esser viviscente e in festa Per chi, in contro, l’ebbe nuovamente ad accusare d’essere superficiale Non rispose più alcunché, ovvero al massimo rispuose ch’in contrario avrebbe visto proprio funerale Che perciò rivolle ascendere a le più basilari necessanze di suo genere, semplificando il tutto E ritrovar l’amore per lui stesso s’evitando complicarsi in lo comprendere colatri nanzitutto Nella specie, quindi, Amando percepì ancora quell’altre volte di giancome avesse lui dovuto dar responso ad ogni sua esigenza E ciò egli fece, badi bene, non in quanto volle vivere d’adolescente ovvero ancora n’egoismo, ma soltanto per salvar la propria essenza Che per come invece avesse lui tentato d’ascoltare gl’altri e assecondarne lo pensiero o le più sottili istanze 34 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei S’era ritrovato in porre fine al proprio natural fluire, e dunque perdere perfino sue stesse sostanze Amando allor rinacque da sue ceneri, seguì queli consilii che ritenne saggi in protezion di suoi lavori e di serenità E valuto d’un’altra volta di tornare nel sancire proprie regole, invitando chi gli stesse attorno in la conformità Che non volle quasi più nianche ascoltar consigli di continuo di chi stessegli pertorno, se non ove egli li richiedesse ‘Sì che, nelle more, modular di nuovo le sue regole, acchè poi redistribuirle, egli pacifico potesse A introduzir pertanto i paradigmi principali della nuova era dell’Amando, si poteva allor riassumerne il pensiero In concentrarsi strenuamente in ascoltar propria modalità di rimostrarsi nei confronti dei cotanti in quanto vero E se fu lui a coltivare il senso del mangiare salutare, del dormir sereno e copular allegro Non vi fu più alcun che si potè intercedere nei suoi propositi, ch’egli non allontanasse come fossesi sol negro In volta allora celestiale di suoi vecchio stil di vita, che gli dava modo di godersi quanto più ognicchè s’avesse Non fu a consentire più a nessuno che tra i suoi bisogni e li suoi gesti in alcun modo interferisse Per il cui chi volle stargli accanto sine danneggiarlo, anzi aiutandolo del tutto, fu gradito Mentre chi l’ebbe ad osteggiar, volente o meno, consciamente o non, in proposito adiuvando o demolendo, fu scalzato Amar e ser Amati 35 Alessandro Granieri Galilei E ad ogni suo sentor funesto, sine che nianche n’accorgesse il lampo, un grande fulmine possente ebbe scagliato Ritornando a volteggiare nell’immenso come gran volatile ch’alcuno s’ebbe mai acchiappato Non vi fu più senso in colpa alcuno che lo sottraesse da l’ogni proposito costante di far ciò che gl’esigesse Né si potè più nemmeno immaginare forza in terra o in cielo che suo evolvere frenasse Nella specie dunque, ritenendo necessario rifocalizzar il punto d’edonismo quale necessaria base di partenza in salvazione Stette a ricreare ancor più ambiti, con sommo impegno, ove poter lasciar fluire ogni emozione E questo fece in terra propria e in viaggi, che tornarono pe l’essergli scenari di beltade Mentre, non volendosi più spender in scalare l’Everest ogniqualvolta s’incontrasse scellerata sua nostrana, allontanò immediatamente e sem pietate Mentre dunque avvenne assai deciso e perentorio in applicar la regola delle tre volte massime per evitar persone problematiche Si volse in siderarle come fossero residui de le sponde nuove ad indagare, dunque incesse programmatiche S’ebbe a focalizzar man mano indunque in indagare meglio gl’altri ambienti cui opponeva resistenza, ma apparivangli d’inevitabili oramai E valutò pertanto d’istudiarne i pulpiti persolo, dunque poscia eventualmente irroborarne con compagna, d’ove fuor da guai 36 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei Per il resto, poscia, non volendosi più relegar ai margini di svilimento personale in umiliarsi nell’interloquir con capre indegne anche in solo sputo E tra l’altro non potendo più restare invischiato in quela terra che lo costringeva addirittura in snaturarsi integralmente, oltre a renderlo in tutto diruto Decidevasi perfine di comprare quel biglietto che l’avrebbe riproiettato in volta de lo mondo e rinnovato sine tardo Che perciò smise persino per se stesso, e non soltanto in dar risposta a chi gl’avesse dato contro, ritenersi sol codardo Cominciò così la nuova era de le esplorazioni de l’Amando, che così mostrò pertanto amar se stesso, chi volessegli ogni bene e il mondo che gli stava intorno ‘Sì che tutto quanto gli era apparso indispensabile fin a quel punto, eccetto che li propri veri affetti e le sue cose, finalmente tornò ad essergli soltanto vil contorno Che perciò non fu mai più ne lo dipendere da alcun cosa o gente, e ritornò a fluttuarsi eternamente in volta celestiale Fino a quando, un dì, sarebbe spentosi come ogni altro umano in su la terra, ne la percezione aver vissuto la sua vita in suo normale E altro bramore nel suo cuore più non intervenne E fu a goder di libertade, nell’amor per tutto ciò che s’intrattenne Amar e ser Amati 37 Alessandro Granieri Galilei 38 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei VIII LIBERTARE IN VOLTA D’ARTE Ogni uomo, a un certo punto de la propria miserevole esistenza, si ritrova a fare spesso i conti con se stesso Allora mira indietro, da l’infanzia al lustro che lo vede, e un giorno intende, nei più fortunati casi, quale sia col mondo lo suo nesso C’è chi per esempio volea nel profondo esser avvocato, ma trovavasi in seguire l’orme de lo padre che lo volle musicista E chi per contro avea la vena artistica, ma si lasciò forgiare da natali ‘sì borghesi, da costringersi nel divenir fattista Ebbene, intesi, non v’è mai condanna più severa in ordinato evolvere d’ognuno Che trovarsi ad essere diverso da chi si è, ancor peggio che l’esser nessuno Ciò poiché, anche solo il nulla, che ne l’orientali è cosa positiva perché indica l’assenza de le cose e dunque spazio per la crescita di rose È meglio d’occuparsi in cose differenti da le quali il nostro spirto ci delinea pose Che per contro, affaccendarsi in nefandezze che vengon imposte da ragione ci promana schiavi e dunque ci condanna a l’infelicità Amar e ser Amati 39 Alessandro Granieri Galilei Mentre, anche solo guadagnar ben meno, ma con l’animo ricolmo di piacere per aver asseverato la passione, ci eleva alla bontà Pare allor che il vizio tragga origine, non unicamente da l’infanzia e i traumi tutti che c’avemmo a procurar di conseguenza in vita Ma piuttosto da l’aver frontato un’esistenza che ci relega a giocar, come fossimo solo palla, la partita Che se allor giungessimo nel fare quanto l’animo consiglia, indipendentemente da l’aver seguaci o mentori, ma per il sol diletto esser chi siamo Avvertiremmo la pienezza siderale de l’aver compiuto nostra vita e la sua missio, pur se gli altri non avessero mai a percepirci in che facciamo Anzi è proprio l’istar soli, ch’è diverso dal sentirsi soli, che ci rende forti, vividi et indipendenti Mentre la ricerca d’alcun pubblico, seguaci o giardini d’annaffiare, ci fa schiavi di nostri tormenti Sicchè, da l’oggi in poi, così come la nube piove pur se in basso non v’è prato ma soltanto roccia Anche l’Amando, a un certo punto, fu a covar le proprie uova come fosse dolce chioccia Che se dunque non intese più disperdersi per tante cose, ritenendo ciò oramai fucina in lapidare sue energie nel seminulla Si ritorse nel provare quanto fu più caro sempre a lui, ovvero estroversione d’un infante che s’esulta in culla 40 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei E se da un lato volle indunque concentrarsi in divenir quadrato, e dunque ritornar viaggiar a elider stasi deprimente di suoi luoghi D’altro canto abbandonò tutte coquele, ed eran pe la pratica omai tutte in loco, che ritenne fosser destinabili soltanto a loro meri amorei roghi Che così, sperimentando un’altra volta il mondo in salvazione di sua alma, ritrornando, si curò di nuovo in propri affetti Che poi, sgasando pe la troppa dabbenaggine acquisita in ultimi anni, ritornò daffine nel veder chi non lo meritasse, ed eran quasi tutti pure, come insetti Sicchè lo suo evoluire, altro bramore, non più s’ebbe Se non d’assister quanto prima a quel colui che, finalmente, crebbe Amar e ser Amati 41 Alessandro Granieri Galilei 42 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei VIII MEGLIO AMAR IL MONDO, COSE, O LE PERSONE? Amando, per in come gli veniva detto omai da sempre e in ultima sua istanza Nonostante giunto in la matura etate, non appariva ancor quadrato di sostanza Di per fatto, pur se in verità s’avesse superato grandi ostacoli, peraltro senza attrezzatura, scuola e aiuto strutturale S’era in buona parte sua affrancato da cotante sue magagne, che lo avevano da sempre imposto in vuoto siderale Tuttavia altre ancora ne residuavano da espellere, pregnanti e urgenti, da sua vita Era come se dovesse quanto prima liberarsi da le sue zavorre e pesi, dunque giungere nel mondo non in più in salita Teneva all’equilibrio generale Amando, e non lasciavasi distrarre affatto nonostante ne potessesi avvertir contrario Ed ogni ambito d’azione che vivesse, prima o poi, scorato, giungeva ad ineffabile sipario Sì che, come s’era fatto in l’arte, il materiale e pur l’amor s’avea abdicato suo interesse Ed oggi rivolgevasi verso strutturazione d’unitario, indipendente da bisogni e principesse Amar e ser Amati 43 Alessandro Granieri Galilei Che persino l‘ambito di preferenza gli si declinava in presso ininfluente Che il suo scopo era di rendersi d’immune da le dipendenze totalmente Ora, non è che non gli fosse sano darsi a dele dispersioni o cimentarsi ne l’alcune cose elette Il punto s’era sempre che, per come s’era strutturata la usa ubicazione, l’ogni cose che facesse omai s’erano sol difficoltose rette Che non s’incontravano mai più, e non si sapea da dove provenivano né tantomeno in dove s’elidessero E si guardavan sempre con sospetto, anche se esse giammai gli si incontrassero Più non v’era allora anelito d’immergersi per capofitto in niente che non fosse un nulla indotto E, ormai più che disilluso, s’imparò ad esistere, come un bambino in sotto Al punto che, dicevasi, l’avrebbe potuto anche rendere d’originale e poi stravolgerlo in pachezza Sì che, per esempio, avrebbe lui soluto intingerlo de l’ironia in scaltrezza Tuttavia, sentiva, l’impeto in temperamento lo coerciva in esser sempre dominante in palco Né s’avrebbe mai potuto divertir in prendere pel giro sé medesimo, o ancor peggio l’altri poveracci in calco Anzi, si sentiva, dovevasi adoprar in lo congiungere ciascuno a propria più serena dimensione onde poter gioire tutti insieme 44 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei E far buon suo d’ironia, sol quando non vi fosse utilitate in darsi troppo in serio in vana speme Avrebbe indunque Amando si dovuto concentrare ne l’amar le genti, se compreso, che purtroppo sempre si manifestaron poco degne di sue perle rare Così come s’avrebbe poi potuto dedicare ne l’amar sue cose materiali, o res comunque de lo mondo, o addirittura l’arti care Ma nessuna de le tante cose, né in conjuncto disperdendo, né d’isolamento costringendolo, s’eran risolutorie Come pure continuar in secondar la triade bisognica suprema definiva in lui marmi scultorei Cosa c’era allor che non andasse, se non era più famiglia, né l’amori o tanto meno professione o difetto de l’amati fori? S’era di verdade trasferito ormai sul piano de lo spirto, e dunque proiettavasi in silenzio sommo per udire solo propri cori? Era davvero eremitar di prevalente la solutio che l’avrebbe reso avulso da contaminatio d’ogni sorta? Oppure s’era sol portato insano, e dunque s’occorreva ritornar velocemente in corsa? In altr’idioma, insomma, s’era un bene per quel punto eliminar il tutto per congiungersi al suo nulla finalmente? O forse ancora s’era prematuro, e bisognava in mai piuttosto ritornar a strafiorire in tra le genti? Melius re perpensa, in fondo, s’avvedeva in lui miraggio ancor lontano d’incarnar ideale di saggezza prematuro in tanto ardor di vivere d’impatto Amar e ser Amati 45 Alessandro Granieri Galilei Dunque si risolse sommamente un’altra volta di tornar a germogliar in ogni quasi anfratto Che se da quel lato s’era già goduto buon riposo onde sedare le troppe pressioni che gli si erano successe Si stravolse nuovamente in dare vita a le nuove chermesse Volse allora nuovamente al sole E pronto ad incassare nuovi colpi con totale padronanza si risolse in propria mole Che se per un lato s’intendeva evadere poiché non si trovava più nessuna cosa in far in la sua sede D’altro lato volle darsi ancor una speranza di poter aprire gli occhi a un cieco, pur se comunque non ci vede Per il cui, riproducendo intanto senza fretta alcuna il canto che lo si elidesse da parca sfortuna Procurò, per quel frattempo, far entrar cammello, per un’altra volta, in cruna Che perciò, frattanto preparandosi ne l’esplorar il mondo nuovamente quale più concreta forma libertaria de l’appagamento Corse di lì a poco in acquistare quel passagem che l’avria definitivamente reso avulso da l’isolamento E per tutto e tutti quei che s’ebbe in permaner in sede gli si dedicò bastante fin in chè restasse Mentre proprio focus, da quelo momento, dirizzava al cielo, pria che la senilità, inesorabile,vietasse 46 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei IX Perdere l’Amore Amando s’era un’altra volta risvegliato in piena notte in sogno che tornasse la sua amata E nel frattempo gli dormiva accanto unico vero amor de la sua vita, pur se ancora non del tutto al dì apprezzata Con ella che sognò, aveva condiviso gioie, ricchezze, fantasie Siccome pianti, sofferenze, malattie La Donna Superiore invece gli rappresentava il tutto ch’egli avrebbe mai dovuto avere La negazione del vile fasto, redenzione da le giovini chimere ‘Sì l’amore adolescenziale, quello basato su l’estetica, il divertimento, il gioco Cedeva finalmente il passo al vero amor di relazione, quello che per contro ci delinea noster loco Che se si fosse mai auspicato che l’entrambi andassero in coincidere pe l’evitar il patimento de la perça In contro era proprio tale soffrimento ch’induceva in abbandono de le debolezze giovinali, verso la stagione tersa Amando s’acquietava dunque di ragione, immaginando che col tempo si sarebbe ‘llontanato in tutto da bramore Che, come s’era avvenuto nel passato, non v’era residuo più di sofferenza per gli amor perduti in gran dolore Amar e ser Amati 47 Alessandro Granieri Galilei Dimandavasi purtuttavia se tali perdite non fossero cagion di suo malessere totale Oppur gli fossero essi stessi stati solo amor fittizi, che nel lungo raggio si sarebbero rivolti, com’è stato, in funerale E ancora si chiedeva se i cotanti amori andati non gli fossero soltanto abbaglio estetico ed erotico, peraltro mal riposto in gioventude E se qualcuna d’esse l’abbia mai saputo amare in volta prospettiva, nonostante le sue scarne basi, evoluzione triste ed un futuro in turpitude Così come si chiedeva se l’avvicendarsi de li amori, in alternativa al raro sentimento eterno corrisposto, fosse soluzione Oppure si servisse solo ad aggravar la somma perdita subita, in fonte maternal d’inettitudine suprema, e cagionar sempre maggiore dispersione Che se fosse meglio avvicendar e, ove possibile, tenere seco chi davvero ci ama, venga fatto Che se in contra fosse più salvifico restar in guscio, specie se siam reduci di perdite infinite, si ramanga quatto Che se inoltre occorra prender una decisione, maggiormente se ci si è capacitati di non esser più de li altri, anzi in molte cose, meno Appar assai migliore l’evitarsi in ogni modo alteri danni, cagionandoli peraltro a “con chi s’ama”, indi poi mitigar e trattener al più tutto sereno Che se allora sia assodato che s’occorra metter in salvezza quele poche cose e amori che d’ancora ci pertengono 48 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei Anche in la ricerca de lo senso de la vita, e in ogni caso in ludo di residuo, v’è da suggerire d’emulare quelli ch’abilmente le mantengono Ciò peraltro, in buona sorte, per il caso de l’Amando, gli era ormai ben agile e scorrevol finalmente Poi che, sia in salute ch’in travaglio, economìe et amori, l’ogni cosa funzionava pressocchè spontaneamente Gli era sol bastevole pertanto non creare altri strappi estemporanei in quantità, che gli si avrebbe sanzionato l’ogni eccesso come avvenne nel passato E continuare a mantener in buona quota tutto quanto s’era a gran fatica e sforzi immani conquistato L’ogni sua totale libertà, d’amare, di viaggiare, di cantare Gli era allor motore d’un eterno giovine avanzare Che così tutte le cose gli apparivano leggere d’oramai E anche quei pochi amori andati Che la mente gli salvava da la gran follia di volerli trattenuti.. ..Gli rimasero nel cuor e in ogni foto, in lo suo vivo augurio, ch’eragli rivolto esser felici, soprattutto senza lui Gianmentre avrebbe continuato a intrattenerli, pur se solo via ne l’etere, per quella sola cosa che sapesse far, ossia l’uscir da bui Amando allora prese un’altra volta in spalla i suoi strumenti E continuò a cantar in grande forza e in dono al mondo i propri più genuini sentimenti E non gli importò più se gl’altri lo capissero, o meglio l’ascoltassero o ammirassero Amar e ser Amati 49 Alessandro Granieri Galilei Amando avea trovato il senso de la vita, che per lui era solo cinguettare di fringuello, solitario in quanto s’era passero Né fu più necesso s’esternare, se non fosse solo in quelo poco che potea ne l’alberi vicini far udire Perché Amando, finalmente, aveva dato vita al suo più vivido fluire Che l’amori andati diveniron parte di quello sparuto novero d’ascoltatori, che donavan senso tuttavia a le sue canzoni Mentre chi s’ebbe ventura in leggerlo o ascoltarlo in altre giovandezze, si poteron di reciproco lanciar ne le interpretazioni Cominciò pertanto un’altra volta in ristudiar le musiche d’un tempo e quele nuove in cerca de lo stimolo supremo E si riempì ogni sede, in etere et in loci, di sue esecuzioni pur essendo solamente nemo Inoltre intese di concedersi frattanto giovinali acquisti e anche straripi di sporadici e necessi Sia con la compagna, che da solo, ed altrettanto fece con li viaggi e l’escursioni in messi Amando s’era preparato dunque in rendere sempre più magistrale quel capolavoro ch’era vita, proprio in forza di dolor pregresso E pur palleandosi in attivitati varie distrattive, nel frattanto, rivolgeva a la sua amata queste poche righe di riflesso: “Mia carissima e sempre più amata Cury 50 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei ti rivolgo ennesima dissertazione in nostro amore, che per certo come sempre mi traviserai, t’essendo assai ban parco offuscamento di sentor al mio riguardo. Anche stanotte ti ho sognata, che tornavi ancora a 21 anni, e m’abbracciavi in resettato baluardo Dopo aver indotto in me, come tu avrai ben fatto 1000 volte, asettismo di ragionamento onde evitare d’impazzire Mi determino, siccome accade omai ogni giorno, in dirmi che se tu ormai sei sicura esser felice, smetta ambire Qualche settimana addietro t’ebbi ad incontrar in quela grande via in cui fummo a far insieme enormi passeggiate Ed eri insieme a quel tuo fidanzato, e scrissi una canzone, che non posso ch’augurarti che ti renda più felice in tue giornate So quanto sei cinica e come ti ho resa avulsa da poesia a cagione de li mei infiniti sbagli Che peccato tuttavia che vi sia stato pur concorso, forse lieve, di tuoi radicati incagli Sento ormai che molte cose che ci fummo in far son state già travolte da lo scorrere del tempo e cancellate da la rabbia E, ciò ch’è peggio, tutto ciò non è servito a nulla, se non solo a relegarmi in ulteriore, pur se solo un po più ampia, gabbia Che se solo avessimo cristallizzato ogni sentore che ci apparteneva ogni mattina che, svegliandoci, mi percuotevi in mano e sempre sorridendo Forse in oggi ne saremmo ancor insieme, e non avremmo mai sofferto, e non saremmo adesso in altre braccia deprimendo Amar e ser Amati 51 Alessandro Granieri Galilei Che se pur quanto ti fu detto ex alto potrà un giorno farti lieta in sopravvivere di prole Spero solo non andrà perduto nel tuo cuore la lembrança d’ogni quei momenti scorsi insieme, e de li nostri fiumi de le risa e di parole Qui, nella cucina della nostra casa, già si scorgono i bagliori del mattino Ed io rivedo sempre la tua sagoma imponente rigirarsi in ogni stanza e a me vicino Devo dirti, dopo tempo, che dovevo darti sol ragione, quando mi dicevi che non bisognasse mai instaurar con l’altre relazione Che se in lato avessi mai ottenuto soddisfacimento in breve raggio, tuttavia avrei arrecato danno a loro, a me, a noi stessi in situazione Così oggi, che continui ad ignorarmi perché sei del tutto concentrata in nuova vita Volgo in te quest’urlo disperato, nel timore che mai più noi ci ameremo, fin a che sarà finita Ed anche se pe li restanti giorni mi dovessi imporre di pensarti come una meteora chi mia vita s’è impattata Son sicuro che non passerà più, senza ch’influenza de lo nostro lutto s’imperversi in nostre vite, sol giornata Ritorniamo allora, amore mio, ne l’occuparci adesso, risvegliandoci, della ragione, ch’altrimenti se seguiamo il cuore impazziremo Sperando solo che l’ogni follie ch’abbiam commesso in ogni screzio, almeno un giorno, ci perdoneremo 52 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei Ti amo ancora e sempre, oh mia eterna gran Girina In ogni foto, ogni ricordo, ogni balletto ed ogni abbaraccio che mi desti ogni mattina Amar e ser Amati 53 Alessandro Granieri Galilei 54 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei X AMARE OMAI LA SOLITUDINE, LA PACE ED IL SILENZIO Amando aveva già incassato in la sua vita tutti i colpi che generalmente un pugile s’imprende in tutta vita Per il suo trascorso burrascoso ed avido di conoscenza egli s’era omai ridotto ad una condizione ch’era omai mal scolorita Aveva lui tentato gesta d’ogni sorta, e in ogni cosa aveva dato grande amore, in gran concentrazione, laborìo ed impegno Tuttavia, ne la maturitate, s’era avvantaggiato infine sol d’un magno amore, un gran castello, alcune cose materiali e quache soldo in pegno Che per quanto riguardasse invece alcun benessere che fosse socio-psico-fisico-lavorativo-artistico ogni cosa era blandizia Che perciò s’ebbe a costringer a rinchiudersi in suoi pochi gran successi, in riflessione et avarizia Ciò perché, tra l’altro, ogni qualvolta ormai pensasse uscir di sua fortezza sovveniva sempre alcuna delusione Che così ritenne prevalente di restare circoscritto in mantenersi sano, e in produzione d’arti fare sopravvivere illusione Tutto il resto che se l’era, in altri versi, interessato, non potendo affatto funzionar in quel determinato lasso in storia Amar e ser Amati 55 Alessandro Granieri Galilei Si sarebbe rimandato alquando il vento si sarebbe rimirato in poppa con presagio di vittoria Che per tutto ciò ch’egli facesse aveva inteso sradicare grandemente idea d’alcuna compulsione ‘Sì che si ritenne d’aspettar che l’alche cosa s’evolvesse naturale, eventuale, in gran tensione Né si volle più forzare ne l’uscir di casa, o ancor salire su d’un palco in imponendo sua presenza Che se fosse stato fluido alcun sovvenire, si sarebbe forse poi elevata la sua essenza E non riponendo più alcuna fiducia in fatto che la vita gli potesse più serbar alcun sorpresa d’efficiente Si rimase in dietro sua vetrata in un letargo che lasciava presagire solo al niente Ma tale delibera appariva così sempre più adeguata, se si tenga in giusto conto ch’ogni volta che n’esorbitasse s’ingiungeva sempre nuovo danno Che d’addirittura, s’era ancora in gran salute e s’occorreva solo ridestarne il punto, gli era in solo sufficiente eliminarsi da ogni affanno Dunque, se s’avendo smesso amare tutti ritenendosi inamabili i colaltri ed inamante egli medesimo Poichè si concentrava ne l’amar se stesso, sì accogliendosi malgrado precipizio in risultati suoi fosse d’ennesimo E ancor, poiché temeva pur di amar il mondo ed ogni suo stupore, per il meto di produrre pur in ivi un altro fallimento Si chiedeva in l’ora se la pace, quel silenzio e l’avulsione da lo mondo fosse soluzione, ovvero si dovesse dargli ancora sentimento 56 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei Amando, ch’iniziavasi ad amar malgrado alquanto a stento Rimaneva allor impantanato in sua chiusura malinconica e sanza vento Non sapeva, Amando, se si fosse mai salvato in quela pace che s’aveva conquistato, e avesse sempre meno uscito a lo scoperto Ovvero se si fosse ancor dovuto insistere ad interagire con tutte le genti, verso cui appariva gran disarmonia, ad ogni occhio esperto Amando, in dubio ser pro reo, voleva allora ritenere che, malgrado fosse a dover esser scagionato per assenza prove Intese ritornar in libertà d’amare, nonostante ogni patema ormai si muove Che se fossesi un bel giorno lui deciso nel tornar in sua chiusura, se l’avrebbe sempre andato in fare Ma per il momento s’occorreva continuare a far esperimenti, omai soltanto in fuori, in conferir comunque un senso a libertare L’uniche sue remore pe la partenza d’imminente verso più alti lidi Fu però sua donna, casa et interessi vari, da proteggere da insidi Che se tuttavia avessesi protetto in ogni cosa in mantenere vivido ogni aspetto si sarebbe mosso in sicurezza Dunque v’era solo da pronosticar il tempo, dunque il posto, poi s’organizzar in tutto e poscia far biglietto in grande ebbrezza Amar e ser Amati 57 Alessandro Granieri Galilei Che perciò, mettendo in parte ogni terraneo ambito, perché ivi si restava e non avea nessun perigo S’ebbe a valutare d’iniziar da lì vicino in riesondare nonostante clima in frigo Che per non restare solo, e inoltre a non espander troppo perentorio volle rimanersi in zona Sì che, s’ignorando ogni altro viaggiatore, vollesi determinar in solo, e tutt’alpiù condurre seco propria eterna Mona Che perciò l’Amando, esagitando al massimo stavolta pace, solitarietà e letargo in sede S’iniziò daffine, nonostante alcune minime escursioni in grande pace e niuna più pretesa in loci, in rimirare quanto non si vede Che perciò, volgendo al mondo in invidiabile calmezza s’ebbe a riposar d’eterno in ogni luogo ed ora E finalmente ritrovò sua dimensione d’amorare con se stesso e poche cose o genti che gli s’eran lieti allora E il suo amore per il fato e l’avulsione da ogni compulsione esorbitò per finalmente da suoi vecchi stili Fin a che l’Amando, in sue letture, scritti, musiche e passioni inossessive d’oramai, iniziò perfine a muover propri fili 58 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei XI AMARE L’ARTE I VIAGGI, L’ARMONIA Amando finalmente si sembrava che si stesse impossessando nuovamente di sua anima infinita Egli non aveva più interesse alcuno per le liti, né il potere, i soldi o musa ardita S’era liberato dai fantasmi del passato e si riproiettava un’altra volta verso il mondo Nel frattempo intrattenevasi de l’arti più svariate, in vezzeggiarsi lieto in fondo S’era uscito Amando, indi, da lo stato triste che lo relegava al tetro esilio di sua anima gentile S’era stato infatti ottenebrato dalle zozzerie d’un quotidiano che fu prima crudo e utilitario in lavorari, poscia in guisa di cortile Per il cui, tornare alla sua essenza più profonda, ch’era quela de l’artista che non bisognava più di fasti Lo rimise in sul percorso che da giovine s’aveva guadagnato, pria che cominciasse a consumare scarni pasti Che l’ampiezza di quell’animo soave aveva la necessitate di profondersi ai cotanti per il tramite de l’arti ‘Sì che s’ebbe lui a prescinder da ogni dipendenza, che non fosse fuoriuscire propria essenza, smettendo recitar tutte le parti Amar e ser Amati 59 Alessandro Granieri Galilei Non vi fu pertanto più necessitate di bramori, desideri, compulsioni d’alcun tipo Gli bastava aver accanto cose e genti a lui davvero care, esprimersi e indossare suo vestito Che perciò, s’avendo in abbondanza tali doni quia gagnati d’ogni giorno Fece in volta di sanar quei pochi ambiti che si potessero voltar di nuovo attorno Mentre tutti quei che, per fortuna sua, gli furono incapienti ovvero ostili o anche soltato indifferenti ebbe a prescinder Mentre per quanto si fu acquisito, quanto si tornasse e quanto avesse ad incontrare, aprì il suo cuore, in più non scinder Volse allor ad amorar con suoi strumenti, li monologhi e chi gli si mosse d’amorevolmente intorno Mentre tutti quei che non capivano, e quanto non andasse, li gettò simbolarmente in forno Che daffine Amando, in la poesia, la musica e persone amabili fu nel ritrovar sua stessa speme Mentre volse in ritornar a siderar suo ambito seme Che se volse Amando in ritornar ad esser sfolgorante, indipendente, libero et errante Seguitò in cotale via, che tra le tutte gli appariva, oltre che la propria, la più amante 60 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei XII AMAR IL NULLA L’OZIO, LA MEDITAZIONE Amando soggiungeva nel frattempo in ser capacito di propri isbagli del passato E riteneva che le voci che gli ricordassero tal fatti lo rendevan più inclinato Che per sua ben sorte si ritenne di tornar in esultare de la vita, ma stavolta in guisa più soave Per il cui ritenne di serrare nel suo mazzo quella che sarebbe divenuta in seguito sua chiave Ogni cosa avesse lui intrapreso in fondo aveva cagionatogli problemi e dispiaceri d’ogni sorta Amando era infatti un animo assai fragile e sensibile, d’una bontade immane, e assai difficile in corrompere oltre porta Pur avendo ricevuto grandi torti nella vita, tuttavia era stato molto amato, nonostante in modo errato Dunque egli, di massima, rimase sempre ne l’abraccio dell’amare, pur se un po disordinato Si trattava dunque di congiungersi di nuovo al vero amore, ch’era quel materno Tuttavia, sapeva, non gli era più possibile, a meno di non ritenere di cader di nuovo nell’inferno Così Amando continuò a rasserenarsi giornalmente, procurando d’evitar ogni qualcosa che gli fosse ostile E tentò con gran fatica mantener in essere curato in suo cortile Amar e ser Amati 61 Alessandro Granieri Galilei Ciò perché, non solo s’era incidentato tante volte e non voleva più finire ne l’alcun fossato, conoscendone i problemi Ma anche e soprattutto perché in fondo non aveva più, sentiva, da poter offrir che solo alcuni semi E se da un lato aveva una gran forza e un’energia che gli venivano dai pochi anni Tuttavia, avendosi perspinto in limine, s’era bruciato mille volte e dunque s’avvertiva il peso degli affanni Nonostante tutto, ritenendo intanto rimaner in gran chiusura in quella terra ch’era divenuta ormai soltanto ostica e parvente Si decise in riconsiderare giornalmente quale fosse il luogo alternativo, o s’esso fosse tutto il mondo in contra, che gli avrebbe mai potuto regalar più degna lente Et osservando chi gli si era preceduto in fare decisioni categoriche de l’allontanamento da proprie radici Spesso s’era ritenuto nuovamente di tornar in ricongiungersi, malgrado li problemi, in sue pendici Cosa allor voleva ciò significar, se non il fatto che la propria casa sia sempre quel luogo in cui ci si rifugia d’allorchè vi sian problemi? E quale uomo possa ritenersi dispensato dal poter temere vivamente ch’egli possa uscirne usando meri remi? Va da se, pertanto, che lo proprio letto è sempre il luogo in cui si trova gran conforto Pur se, debba dirsi, anche lo bastar a se medesimi, si teme possa definir ancor più grande limite, de lo viaggiare per sconforto 62 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei La solutio, riteneva indunque Amando, era certamente quella di trovar definizione in proprie poche cose, affetti et interessi Mentre, d’occasionalmente, si poteva pur avvantaggiare de la tecnica moderna, che gli permetteva di spostarsi in viaggi immessi Dunque Amando, ch’in sua terra si ritenne sempre più pragmatico e concreto, non si volle più d’entrar in societate con alcuno Ed ogni cosa che facesse fuori da sua casa era protesa a immetter nell’imbuto della vita ogni questione che potessegli minar proprio tuttuno Allora Amando, che s’amò sì intensamente da l’elidersi da tutto quanto gli si stesse intorno Continuò nel suo cammino ascetico, ed ogni tanto ebbe ad assaporar, quando ne avesse voglia, ogni contorno Sicchè studiando, producendo, s’esibendo, mantenendo, amando e diversando fu sereno in sopravvivere nei propri affoghi E quando ne sentì emozione, e tutto s’era agevolmente ne l’incastro di canzone, cominciò a volare nuovamente, in sola andata, verso più fiorenti luoghi E il suo vivere del nulla lo salvò da collettiva e pubblica follia Mentre il volare verso il tutto, finalmente, gli indicò quale fosse veramente la sua via Amar e ser Amati 63 Alessandro Granieri Galilei XII RITROVAR L’AMORE PER IL MEIO DE LA MUSIQUE Amando s’avvertiva sempre un grande senso di sconforto ne la sera e alla mattina C’erano le voci di quei mentori d’amore che l’avevano diretto in brina E nonostante avesse fatto assai percorsi originali, che gli avevano per certo dato modo di scoprire cose ad altri inimmaginate Gli stessi padri gli imettevano quel senso in colpa de le stesse azioni ch’essi propri avevan demandate S’accorgeva dunque Amando che, per come, forse, istinto suo materno aveva consigliatogli più volte Erano proprio l’amicizie negative, che tutte sue proprie gran conquiste avean sconvolte Che s’ella s’era prodigata in instillargli rettitudine e equilibrio in garantirgli a modo proprio pace e bene Tuttavia egli stesso, e gli amici più estroversi d’una vita, avevangli rottogli ogni imene Si chiedeva dunque Amando se gli fosse di maggior ausilio continuar in frequentare chi spingeva in naturare Ovvero porre un freno a ulteriormente sconfinare, dunque ricondursi a quanto gli accadeva in nuove are 64 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei E rifletteva che, perfondo, conosceva già dove portasse istrada d’erotare, dunque a gran lavor, scelleratezze, infamia, perdite di vario amare Mentre immaginava che il condursi nuovamente al fare, quantomeno lo salvasse da un inusitato veleggiare D’altro canto, tuttavia, sapeva che il distrarsi in ogni parte dall’erotizzare lo facesse triste E ciò perché comunque v’era un gran senso di vuoto, che da sempre in sua maltade insiste E si chiedeva, posto, se colmar il vuoto esistenziale - dato da natali angusti e conseguenti involti – lo elidesse in tutto d’erotare Ovvero se, anche a volere, atteso che non vi sarebbe mai soddisfazione piena per inarrivabili giacigli meritori, si potesse almeno modulare I due contesti, dunque, andavano praticamente in pari passo a quanto s’appariva Parea che, per poter esser meno vuoto almeno, e in prospettiva empio, s’occorreva concentrar in una sola riva Che, volendosi in quel tempo respirar il vento in poppa di passione e genti che parevan more solito affidarsi S’apparve l’arte, ed in particolar la musica, su cui era ben stato spesso lui lieto in passato affaccendarsi Nel frattempo, egli ritenne, gli era d’uopo trarre in stimolo le muse e immetterle nel circolo virtuoso ‘Sì ponendo nuovamente in essere quel suo tradizional, ormai, fare sontuoso Che sapeva già che si sarebbero scornate vicendevolmente per inerzia di morale e invedutezza di visioni Amar e ser Amati 65 Alessandro Granieri Galilei Ma che tuttavia, per com’egli s’era abituato omai in ricchezza di presenze femminili, riteneva d’acquietarsi in tal musioni Si riprese dunque il gran cammino della vita per l’Amando Né il saper che si sarebbe solo perlopiù reso fatico, gli si stava più offuscando Aveva ormai solo intenzione di riunire le esperienze d’una vita Sotto l’aura de l’arte, che la sua vuotezza avrìa finita Così Amando, che frattanto si voleva riproporre in salvazione di suo ardire Ritornava a far assembramento di persone onde proporsi gioco ch’avrìa reso vivo suo appassire E fino a che, sapeva già per poco, si sarebbe mantenuto il teatro, che sarebbe presto stato rotto da qualcuno de li tanti personaggi coinvolgendi Avrebbe seguitato in far raccolta di risorse, profondendo come sempre ogni risorse d’erigendi Aveva infatti Amando, per un lato, anelito d’andar in giro per il mondo in riscoprire la sua essenza, aver altre opportunità e tornar a naturar maggiore Ma dall’altro lato si sentiva radicato in la sua terra, aveva visto quanto il mondo fosse uguale, e riteneva non lasciar certezze che s’era acquisito in magno ardore Per il più, d’infine, Amando s’era sempre in mezzo al gran contrasto ch’esisteva tra il fluir liberamente, e dunque perder ogni cose E il rimaner serrato in terra, ivi smarrendo tuttavia quele che potevan essergli sue pose 66 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei Amando allora stette ad osservar cosa accadesse intorno E nel frattempo si studiò che farsi in esondar da suo contorno Tentò ancor di andare a ricercar approvazione e appoggio in ambito suo originale E s’apprestò in frattempo a organizzare nuovamente l’esperienza sua graziale E sua ricerca, altro proposito, non ebbe Che tentar restar in sede, pria ch’istinto in fuga nuovamente crebbe Amar e ser Amati 67 Alessandro Granieri Galilei 68 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei XIII COME AMARE NELLA REPRESSIONE? Erano trascorsi molti anni ormai da quando Amando s’era nato E anche ogni solo sue sentore egli l’aveva, al più possibile, immortato L’inquietudine e il fervore potenziale gli eruttavan sempre fortemente dentro il cuore E anche se talvolta aveva l’impressione che qualcosa andassesi sedando, giornalmente ritornava suo torpore Cosìcchè Amando, ormai sempre più stanco di dormire poco, per mancanza di più tenue forma di sostentamento Percepì un mattino fortemente che, per quanto si sforzasse indursi in disciplina repressiva, restava sempre assai virile suo tormento Egli focalizzava meglio che, pertanto, ciò non fosse d’ascrivibile a quanto era successo in vita Ma trattassesi soltanto di un portato naturale ch’anche a lui era stato dato, sol ch’era tra li pochi eletti che poteva escuterla riempita Così Amando, che naturalmente s’era stato iperdotato di virtuti varie e dunque non poteva, in contra ad uomo medio, affatto ritenerle in repressione alcuna Nonostante si sforzasse di sedarle onde evitar tracolli in equilibrio di sociale, e si stuprasse ne l’accomodarsi a la tristezza dei suoi luoghi, tentò conservar altra fortuna Amar e ser Amati 69 Alessandro Granieri Galilei Tuttavia, purtroppo, s’emergeva sempre come Amando non potesse far a meno proprio di quell’ambito speciale ch’era il massimo elettivo In guisa per il quale, anche il mangiar ed il dormire gli apparivan sì ridenti, da l’esser ritenuti trascurabili per divo Amando infatti aveva una passione in tutto ciò che fosse seduzione, arte, interazione, riso, donazione di folklore E tanta personalità, che diveniva prorompente, non poteva esorbitare affatto dal compendio del più vivido rossore Dunque Amando, che si tratteneva in star in terra inlieta in scopo di non si distruggere quel poco ch’avea fatto Si convinse sempre più che, ove non fosse più riuscito ad incontrare dimensione d’edonismo in esigenza primordiale, si sarebbe dato in sfratto Che perciò ricominciò a impegnarsi fortemente su per come ricondurre a se branchi di femmine che desserogli sfogo a qualche sua pulsione naturale E di contesto vide d’indagare gli altri ambiti che potessero permeno garantirgli più ben lieve edonizzare Ma sapeva egli, malgrado, che l’ogni palliativo in loci gli sarebbe stato più dannoso che vantaggio Ciò perché, non solo si sarebbe trattenuto in terra involta e demotiva, ma sarebbe divenuto ulteriormente proprio stesso plagio Che pertanto, forse, gli era data l’occasione di s’ascendere a nuovi livelli de la conoscenza planetaria, ed altre strade gli sarebberosi aperte E finalmente avrìa cessato di leccarsi le tante ferite che continuamente gli eran state inferte 70 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei Seguitò pertanto Amando nel proposito di amarsi per il tramite di musica e letteratura Nel frattempo dando come sempre il massimo affinchè potessesi sedarsi, acchè venisse mura E, sentendosi già certo che sarebbesi tornato in ripensar partire perché s’era d’ormai stanco in claudicare Si ridiede al massimo al proposito di riprovarci un’altra volta, ben sapendo tuttavia che si sarebbe lui dovuto nuovamente reinventare In occasione si sarebbe dedicato, si diceva, in conservare tutti queli ambiti e questioni che potessero servirgli E in tutto ciò tese a cuidare d’ogni cosa e gente che, residua, s’era rimanuta in crogiolargli Fu ad attendere pertanto che queli ultimi tentoni disperati di restare lui ancorato nello scoglio s’esaurissero naturi E nel frattempo fu a studiare se fossesi planato longe in risultato certo, ovvero si sarebbe trattenuto nei più prossimi raduri E altro destino allora il suo incalzare non avette mai più in loco Se non quello di tornare a rivestire nuovamente, e più ben forte, proprio gioco Amar e ser Amati 71 Alessandro Granieri Galilei 72 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei XIV RICENTRARSI SCIENTEMENTE “Ah, misera esistenza che c’induce sempre in la tribolazione Tu, ch’in ogni modo venga presa, ti risolvi sempre in delusione Vita miserabile che ci costringi d’ogni giorno ad accettarci Putrida baldracca che continui quotidiana a fare finta d’ammaliarci Non c’è nulla di concreto in tutto questo Né armonia, né soluzione, né stupore, neanche il resto Si trascina sempre e solamente la propria carcassa delittuosa Si prescinde omai da far qualunque cosa che ci fosse deliziosa Forse è proprio un fatto naturale quelo di nutrir pensieri tristi O forse, meglio, si riguarda proprio al mondo degli artisti E in ogni caso, a ciò contribuisce tanto l’incapacità di vivere, ch’è cosa ben complessa e va studiata a fondo Quanto quel contesto esterno che s’esiste indotto, in un senso generale d’apatia e sconforto nel profondo E quando alcuno intenda esprimer, a gran voce o di sommesso ch’esso sia, il pensiero solutorio Viene beffeggiato, condannato e a volte pur condotto in obitorio Ciò perché non vuole darsi spazio a chi rivolgesi a minar a lo potere, sivi deminuendolo a chi n’eve Amar e ser Amati 73 Alessandro Granieri Galilei Per il cui s’appare sempre suggeribile restar inchiuso in proprio spazio di sopravvivenza, onde evitar finire in greve Continuiamo dunque a procurare giornalmente equilibrarci E non riusciamo nianche a non tediarci Che siam vittime in milioni di gabbie mentali che ci rendon ipertristi E aumentiamo indi giornalmente nostre cisti Per il chè, per dunque, pur restando immersi ne le più terrene cose E nonostante ricerchiamo d’elevarci, in tra le cose, le più estrose Infine ritorniamo sempre a omologarci a la tristezza collettiva Perché, per in quanto sia a detergerci dal volgo, riceviamo sempre immani sputi di saliva Rimanendo sempre sporchi incumquae, assume, si ritiene, sempre più significato rimaner puliti in propria casa piuttosto che gettarci in pasto a tanta umiliazione, pel non essere nostra mente da l’armonia pervasa E, chiudendoci sempre di più dal mondo, perché in ogni caso s’assimiglia tutto fin in fondo Per quele poche cose di cui m’avvantaggi, cerchi di trovar il giusto verso, pria ch’il cuor mi sfondo Dunque, in ogni cosa faccia, sia a beneficiar sereno e mite E ciò perseveri applicare in ogni grappolo e ogni vite Che se resterò concluso in meditare Intanto m’asterrò dal farmi più inquinare E se, di tam in tanto, m’alzerò dal letto perché avrò 74 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei concluso la meditazione e ci sarà da vivere qualche illusione M’alzi dolcemente, sine che m’attenti in dare colpa a mio equilibrio in pacatione Che se dunque m’asterrò da lo confondermi con gli altri, intanto resterò quanto più puro e sano, pur se di residuo E se m’eviterò tornar a fare stesse cose, e peggio in mesmi e omai peggiori luoghi, forse tornerò precipuo Ma se, sento, m’insistessi ulteriormente in lo mischiarmi con persone e ambienti ch’omai son mi totalmente ostili Impiegherei energie, mi prenderei sfavori, e pur se avessi alche minimo vantaggio, tornerei a tristi monili Cosa fare allora - pensò Amando – Se non v’è più spatium agendi di rimando? Cosa continuare in posto e genti tam inappropriate al tutto, o quanto meno a se Allorquando è stato omai chiarito in negativo ogni perché?” Questi ed altri erano perciò i pensieri de l’Amando in quel periodo di cotanta indagazione mistica Egli, dopo aver varcato ponti, superato monti, essere sopravvissuto ad ogni impresa euristica Non si potè più mai consigliare con se stesso, sendo divenuto inappropriato a tal deserto Né i consigli di chi stavagli pertorno gli apparivan più l’arbitrio de l’esperto Che perciò, smettendo man a mano dimandar ausilio a chi lo contornasse, si ritenne d’adottare propria linea come ognuno Che lui solo conoscevasi nel fondo, dunque non poteva più Amar e ser Amati 75 Alessandro Granieri Galilei restar fuorviato dal pensiero insulzo di nessuno Così come, anche quela donna amabile ch’assai paziente gli restava accanto nonostante sua incapienza Si dovette moderare nel confronto, quia l’Amando metodo, per quanto problematico, dava sfogo in ogni caso a sua veemenza Si sarebbe allora più potuto declinar ad inseguir i punti de la vista d’altri in quotidiano inferno? E se i metodi più miti fossero per lui, ch’era magistro, inapplicabili d’interno? E se, pur sbagliando, si sarebbe in ogni caso lui vissuto propria vita in base a suoi cimenti? O se per converso, proprio il fare solo, avrebbegli irrogato ancora più tormenti? Di per certo, egli scavava in fondo dentro sé, non v’era affatto desiderio d’acquietarsi ne l’amore generale al suo riguardo Anzi ciò gli si appariva in fondo mero regalarsi, perder vita, senza perpiù in profu eternizzar alcuno sguardo C’era sempre assai bisogno quotidiano d’affermare prepotente il proprio verbo Senza che peraltro alcuno, reso cieco dai bisogni e l’ignoranza dilagante, lo volesse mantener in serbo Amando, ergo, non trovando più gli appigli onde sorreggersi da sabbie mobili del mondo circostante Sprofondava giornalmente nell’angoscia, l’insoddisfazion, la frustrazione, repressione delirante 76 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei Che sentendosi così svuotato dal contesto generale deprimente non poteva ch’esser cupo, maggiormente ancor a seguito di vano impegno Che perciò ritenne d’astenersi nuovamente, non avendo più energie, né più speranze, né entusiasmo in pegno E se pertanto s’era omai imbarcato in alche impresa, che sapeva già non gli sarebbe in nulla più riuscita Già il sapere di dover combattere con le altre genti, gli atterriva il meto di stupidità, dacchè infinita Amando si dovette allor rivolgere a dar seguito agli impegni presi con se stesso, la sua amata e chi gli diede fede E si chiese se gli fosse meglio continuar a ricercare genti onde forzar la mano, ovvero unir chi s’intravvede Che perciò, volendo andar in fondo pure a l’esperienza di pallear in vita per il tramite d’euterpe Continuò a profondere l’impegno datosi, pria che di nuovo fuoriuscisse il suo rimedio sommo in serpe Che perciò, non avendo anelito in pregar alcuno, né restar sobillatore o d’essere giullar, viepiù d’ingrato Amando, che restò sempre più chiuso in casa in sprezzo a un mondo indegno, s’adoprò in concluder degnamente quel portato Che perciò decise in presentarsi in palco serenato, e in ogni modo che gli fosse agevole, portato E pur se non si fosse più elevato in sopra a pubblico, perteso che comunque alcun vantaggio v’era indato Quele poche volte ch’ebbe a uscir, per non restare sempre chiuso in letto, volse in concretar il punto Che, se non vi fosse modo di sentir bellezza intorno, e ciò Amar e ser Amati 77 Alessandro Granieri Galilei s’era improbabile, o non fosse lui a crearla, ed era quasi impraticabile, ne avrebbe estratto il sunto Orben , sapeva già, meglio era evitar confondersi col nulla, a meno di non si voler disintegrare gradualmente O perlomeno planeggiar viaggiare molto a breve in evitar tracolli, e poi riprender a intediarsi nuovamente Il punto, in conclusione, per Amando, era sempre più difficile in gestire Poiché lui, ch’era il più vivido, brillante e filantropico, si doveva violentare in s’imbrutire Che se s’illudeva a volte di poter esprimer il suo genio, a breve ritornava nel pentirsi per i dispiaceri derivanti d’esser vilipeso Sì che sofferenza s’era tanta e tale che, per animo tanto sensibile e benevolo, ritornava a salvazione vita in farlo arreso Quale senso aveva allora per un uomo puro come Amando continuar ad afferrare l’uva, se non vi giungeva mai? Bisognava dunque, sine dir che fosse acerba perché allor assume ininfluenza, eliminarla dai bisogni e cessar guai? Per il cui, sapendo già che non si possa in tutto più abdicar, ad ora, a l’uve, se non fosse in perspectiva potenziale ch’è comunque in autoinganno Si dovrà, o ridurre al minimo vitale ogni bramore, e dunque far una NonVita, ovvero ritornar saltare, e s’era vecchio in mente ormai, oppur cercar minore affanno Scelse Amando nuovamente d’intraprender via che d’apparente era più breve, perché gli elideva d’allenarsi giornalmente pur contro natura 78 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei Volle, in specie, congedarsi dal predare perché ‘n v’era più in le forze in quel momento, e pur in cinguettar posavasi in radura Che perciò godette di certezze tante, e d’amor e canto riarginò pel minimo l’impegno in cercar dinamiche di base ‘Sì fece quel minimo in entrambi che gli desse modo di sentir le poche uscite quantomeno evase Ovviamente, presagiva, tanto instimolante incedere, non potendolo esultare Si poteva esser solo l’ulteriore palliativo che gli ritardasse l’emigrare Che se poi lo viaggio fosse stato ancor dentro se stesso, o in altri luoghi, era dettaglio L’importante s’era che smettesse continuar a esistere per sempre in stesso mero abbaglio In lo volere dar allora un senso a quanto più v’è d’insensato, e che si chiama vita Pose il focus nuovamente nel viaggiare, intanto s’elevando in spirto, mentre facea palla in tal partita Che, temendo ch’il palliar, financo nel viaggiare prematuro dentro se, gli avrebbe dato solo il tempo ne l’organizzar suoi prossimi percorsi Smise dimandar a ognun consiglio, rimanendo tuttavia benfermo fin a che chi gli era accanto, pur in ciò, sarebbero demorsi Che se il tempo del ritorno ne l’esplorazioni, ch’era in fondo fuga da se stesso, si sarebbe reiniziato in forze, dunque gli stentava a ripartire Amar e ser Amati 79 Alessandro Granieri Galilei Aveva modo e tempo intanto d’indagare quali fossero gli aspetti di se stesso da insignire E de le sue esperienze, Amando, s’iniziò a tacer fino a se stesso, in quanto stanco perinfino a meditare ‘Sì s’evolse giornalmente in s’elevare, e senza più alcun compromesso ritornò ad amare Che, volendosi librar in viver nuovamente e uscir da propria tana Ritornò a pervalutare di riemergere nel sole, e smetter ogni giorno quanto prima di pensare insana Allora Amando uscì di nuovo, ove sentisse, accolse quanto gli avveniva e lo apprendeva E se si fosse mai ripresentata alcuna più fiorente cernita d’amore, scientemente lui ci si arrendeva 80 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei Amar e ser Amati 81 Alessandro Granieri Galilei XV NONOSTANTE OGNI CATASTROFE, PERSEVERARE NE L’AMARSI Amando, nonostante si tentasse in farsi giornalmente forza in accettare d’occupare ruol men che mediocre Si rendeva conto tuttavia che non poteva esserci destino che gli fosse meno alacre Per com’era nato, fu allevato, per il dove fosse andato e pur chi avesse frequentato, non v’era via diversa d’auspicare Se ogni sua struttura era crollata, e rimaneva solo casa e amata, mentre tutto il resto era sparito, si doveva rassegnare Probabilmente tutto dipendeva da la sua struttura cerebrale Che congiunta ai tormentati sensiti, faceva molto male Che perciò gli era inevitabile isolarsi sempre più, ed uscire sol per non formar le piaghe Che comunque ormai s’era ridotto in abbassarsi sol le braghe Tutto quanto avea studiato, ormai, non era utile ad alcuno Anzi, forse, proprio quanto appreso relegavalo a tristezza del nessuno Si trovava dunque così in alto in la montagna, che seppur gridava ‘n v’era alcun che lo sentisse Anzi s’era rassegnato pure ormai al silenzio, addirittura al punto da sentirsi disturbato da la folla ch’esordisse Rivolgendosi pertanto in chiudersi con la sua amata, più perché era l’unica a capirlo un poco, che perché volesse farlo 82 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei Abituavasi a restare relegato a scarno esule e a venir trattato come tarlo Tutte quelle sue virtù, che poi comunque ognuno intravedeva Gli impedivano purtuttavia di emergere a ogni cosa, anzi lo facevan sprofondare come chi si sommergeva Era stato allora forse il suo carattere, ch’apprese in madre, a condannarlo a quel’esilio involontario Oppure le sue doti innate, che lo costringevano, in un mondo insano, a stare dietro suo sipario Tuttavia di fatto, Amando s’era molto solo, ed incompreso, offeso e giornalmente denigrato Che, non più potendo sostenere tanto inutile fluire, ritentando tutto quanto palesavasi continuo scoramento, rimaneva ingrato Pur tenendo dunque in strenua quota l’ogni cose che apparenti gli apparivano davanti Sapeva nel profondo che non v’era alcuno sentimento in l’altri tali da permettergli indossare guanti Sì restava in braccia assai conserte in aspettar ch’il tempo gli scorresse addosso Senza rendersi in concreto conto che cagione de la sua infelicitate era talmente insuperabile, da l’essergli colosso Egli già sapeva che s’avrebbe speso intera vita in crogiolarsi di pensieri riprovevoli e calanti Non avrebbe più veduto lustri d’alcun tipo, essendo omai svilito agli occhi dei mutanti Allora si decise in prendere un respiro, rivoltarsi a la migliore donna di sua vita e andarsene a goder il tempo insieme Che ogni giorno in vita gli era dono, e un dì sarebbesi rimpianto ogni momento non vissuto in grande speme Amar e ser Amati 83 Alessandro Granieri Galilei Il suo obiettivo diventava quindi rendere felice l’unica persona che si fosse mai saputa amarlo esattamente come fosse E s’ebbe a ritener più fortunato al mondo, per magia di relazione nuova, vivida e ben solida, ch’intratteneva nonostante tosse Tutti apparvero perciò motivo mero di sorriso in confrontarsi con l’amata che leggeva insieme a lui ridicolaggine di gente E allor lo scopo fu d’intervistare le persone insieme, e ridere di come queste non sapessero permuoversi sul niente Allor uscì con la sua sposa in volta di godersi l’un nell’altra in loro gran calore E tutto insieme, da quel vivido momento, alimentò per sempre il più grandioso amore 84 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei XVI SI PUO’ AMARE IL DETESTABILE? La città non offriva più alcunché d’entusiasmante Tutto s’era omai appassito e avea perduto ogni cosa d’intrigante Uscir voleva dire confrontarsi sempre con l’estrema dabbenaggine comune Ch’in un onirico revival, Amando, aveva rimembrato quando s’ebbe prima fuga tropicale, che redasse lista in sensazioni immune Ed oggi si trovava, nonostante la più amabile compagna, nuovamente in avvertire la mancanza collettiva E s’avvedeva che qualunque gente, o quasi, si potesse star insieme in vivida invettiva Ch’inadeguatezza interattiva s’era omai cristallizzata in difettar comunicatio Come l’astensione dall’erotico gli si era omai tornata normal ratio Non vi era allora più bellezza: né in natura, in alcun’arte Né in travagli o mischiar carte Non si ravvedeva più propositi davvero satisfanti Se non per pochi eletti, viepiù in sede, e pur se infanti Allora Amando si comprese finalmente che la donna non dovesse esser più guardata Perché tanto essa costituiva sempre mela maledetta del peccata Così egli stette ad aspettare che venisse il proprio turno in esaltare Amar e ser Amati 85 Alessandro Granieri Galilei Fin a che qualcuno disse in fondo un giorno che potevasi restare sem transare Dunque Amando prese in ridere d’altrui follia fin a ritenersi omai acquietato E chi l’ebbe a confutare si risolse in abdicare da quel trono che s’aveva conquistato 86 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei XVII L’ERA D’AMORARTE Dopo aver trascorso una nottata in preda a la tristezza derivante da l’ogni scissione Amando ritornava in ritenere che, in insenso de la vita, bisognasse almeno ritornar in la passione Che poiché, peraltro, ciò gli era inevitabile alimento pel suo corpo e la sua alma Fu costretto, suo malgrado, ritornar a valutarlo pur se in calma L’essere felice infatti, nonché vivido e in salute, dipendeva strettamente da le relazioni ch’instaurasse E v’era pure l’ambito edonistico, che si prestava strettamente collegato a quanto praticasse Che perciò, malgrado si volesse cimentar in fare delle cose laboriose e in arte, non trovava mai soddisfazione Se non quando, a ciò, potessero associarsi le speranze in filantropica emozione Non poteva più astenersi dunque, egli capiva Da l’idea di ricongiungersi sereno a tutto ciò che lo rapiva Per il cui, volendo dedicarsi nuovamente a tempo pieno pe l’amore Essendo poi tra l’altro il resto de le cose di parzial soddisfo, ritornava a suo colore Ergo, riponendosi di nuovo il focus ne l’edonio, ch’era ciò di cui davvero percepìa bisogno Ritornò a considerare tutto il che facesse come strumentale pel realizzare dolcemente il proprio sogno Amar e ser Amati 87 Alessandro Granieri Galilei Che se dovette porre assai attenzioni in arte e in travagliare, non potè astenersi dal congiungerle con relazioni Anzi l’una cosa avvenne in lo supporto d’altra, perché lo successo d’una trascinava la riuscita in altri toni Amando allora, ritornato al suo splendore atavico malgrado grandi intelligenze si dovesse fare Pose tutti i grandi calderoni di salute, de l’amor, de l’arte e del travaglio insieme e ritornò a volare Per il cui, volendosi ben fare indunque eventi d’ogni sorta e poi condurre in domu quanto procacciato in ogni campo Ritornò a fluire vivido, armonioso ed impegnato in men che un lampo Dunque Amando si tornò quell’uomo di spettacolo ch’in sempre si risolse in strabiliar gli astanti E finalmente si riuscì ad avere quel’amore collettivo cui agognava omai da tempo in ricercar i tanti Che perciò il viaggiare gli divenne mera via di alternativa, non più fuga da se stesso, e si risolse in maggior raggio Sì che infine amor e l’erotismo cui s’ambiva diventarono realtà, smettendo per siffatta guisa in sempre d’essergli solo miraggio E il suo fluire non s’accrebbe più in diversi schemi Che non fossero il più vivido portato d’ogni eufemi 88 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei XVIII NON AMANDO QUANTO MENO AUGURARCI ‘SERLO Non v’è più l’alcuno dubbio su inadeguatezza generale d’ogni giorno Anche chi parrebbe viver alle stelle, in realitate, è sol ritorno E se poi finisce tutto in ogni caso, e se tant’amor precipita in invaso Resta in ogni caso il fatto che, o si prova o non si tenta ne l’ascender de la vita, dall’oblio resti pervaso Per il qual, ciò posto, assume forse un senso affaticarsi in alche cosa, atteso che comunque si finisce assai ben presto? E ha significato immaginare di restar ne l’infinito per il mero tramandarci opere ed immagini ch’a nisciun faranno testo? E anche quando, pure ne l’ammettere che resteremo in storia, qual sarìa nostro vantaggio? E pur volendo definir ch’eviteremo l’egoismi, cosa cambierebbe far o meno un tale viaggio? Che peraltro, ammesso anche che restassimo ne l’equlibrio a vita, e non avessimo né macchia né peccato Quale rilevanza assume in oggi, nel futuro ed ancor peggio nel passato, se riusciamo infine a far quadrato? Se perciò non v’è importanza alcuna in ciò che farsi, se donarsi o se riuscire A che giova l’impegnarsi, il laborare, il consumarsi in come l’ego indire Amar e ser Amati 89 Alessandro Granieri Galilei Si ritiene dunque che quanto s’avvenne in tempi andati omai non ha più senso rimembrare Anzi, in molti versi, è assai più comodo scordare Che per contro, quanto c’è futuro, non ha sensito pronosticare Come pure il vivere o morire non fa differenza, se non quella di veder fin a che punto assurdità possa arrivare Ci si ponga indumquae in moderata attesa generale, e si propugni sempre in rimaner in lato Che per tutto ciò che vorrà farsi sui momenti, si ritenga l’ogni azione in fato Dunque, in la salute, l’amorar, viaggiare; travagliar, artire et investir s’attenda provvidenza in gran visione E si propugni pel restare rilassato sempre in gran chiusura, in eventuale, in la meditazione Che pertanto non ci sarà nulla più che ci darà illusione, dunque si conclude ogni canzone Ed il silenzio diverrà sempre più ambito d’eccellere, che in contro aborriremo confusione E se ne la chiusura generale ci sarà l’alche sorpresa, ne sarebbe bene E così avremmo ricevuto un taglio inaspettato a le nostre catene Ma se ciò non avvenisse nonostante i nostri pianti a grandi lacrime silenti Ci abbandoneremmo alla bellezza della pace, delle onde del mare di fortezza in su gli scogli intenti Che se avrem fortuna, tra quel pasto e un altro, ci verrà dato veleno E in contrario rimarremo a ricordare come s’era fatto arcobaleno 90 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei Amando allora, omai vituperato da se stesso per il non sapersi più riequilibrare Avvertiva che quel suo travaglio s’era ancora in alto mare E pur se d’ogni dì egli meditasse su le cose, e si ritrovasse poi alla fine sempre insperso Anche l’esser più fattivo un tempo, e più brillante, bello, giovane e ridente s’era perso S’occorreva allora d’adeguarsi a le sue nuove condizioni ulteriormente deprivanti Ed ognicchè gli fosse stato minimo miraggio in gloria ritornava ad essere maggiori pianti Che perciò s’abbisognava d’acquietarsi in quela stasi corpore e prescinder da ogni cosa E rimaner immerso in sua natura come fosse solo vecchia rosa E quela madre anziana con la quale era cessato ogni rapporto E la famiglia che di fatto non gli dava alcun supporto E anche soltanto quele poche visite residue che gli si facevano a indagar sol che non avvenisse l’automattamento Divenivano soltanto modo di ratificare che per la natura umana e suoi trascorsi, Amando, non potesse più sedare alcun lamento Si acquietò pertanto in la fortuna d’aver tutto quanto basilare abbisognasse E di goder di tutte libertà, mentre in lo frattanto aveva smesso di collezionare mere casse Che avvertì, in l’improvvisa illuminatio, ch’era tra li tanti unde li più sortudi Perché aveva inteso come ripararsi da li mali della terra in quanto intrudi Amar e ser Amati 91 Alessandro Granieri Galilei E se talvolta fu ad uscir di casa per alcun motivo che lo s’allettasse di più minimo residuo al vegetare Fu a indossar quei pochi panni in forme, e s’apprestò a sorridere per ogni luogo in cui dovessesi fermare Che perciò l’Amando, che s’era compiuto grandi viaggi in mondo in quel periodo, senza neppure muoversi di casa Rimaneva assai ben saldo a suo ammarare, privo de l’ogni speranza di potersi più salvare E mentre sprofondava lentamente in agonia crudele, per potersi consolare Usò s’emettere quei canti cinematografici ch’adopran quei che stan per annegare Nessun altro allora si ritenne più sorpreso in come tanta grazia andata si sia persa più in un mare di torpore Mentre fuori il mondo vive di magnifiche illusioni quotidiane, e non si trova più nessun colore Amando allora, presa consapevolezza ormai di sua incapacità d’amar perfino lo se stesso, figurarsi il resto, fece unica cosa che potesse fare Che fu quela d’affidarsi sempre più a cotale donna ch’era l’unica in sua vita ch’egli sospettasse lo sapesse amare E non volendo più crear fratture devastanti che potevan essergli fatali s’annidò in cotale dimensione mistica di riflessione permanente E finalmente trovò pace in quello che potrebbesi chiamar per grande convenzione “niente” 92 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei Ma che, se lo si scruti meglio, è in fondo poi apertura al mondo, quia consente in ogni istante fare tutto quel che ci si sente Ivi includendo star a letto tutto il giorno a meditar serenamente, ovvero addirittura risalir su l’aeroplani ed incontrar in tutto il mondo varia gente Che se il contrappasso fu perciò la legge ch’applicò la vita in ogni istante Amando aveva già pagato, e pure chi per lui, per il cui non gli rimase che goder de l’emozioni estemporanee tra le tante Amar e ser Amati 93 Alessandro Granieri Galilei 94 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei XVIII FINCHE’SAREM AMATI IN LO GODERNE ESTENDA Il nostro amato eroe dei tanti mondi, ch’incompreso come sempre era tacciato di scelleratezze non appena aprisse bocca Chiusosi in silenzio, e interpolando con alcuni passi in vari ambiti, si chiuse in rocca Che qualunque cosa gli si presentasse non avea entusiasmo alcuno, se non fosse in temporaneo abbaglio Che perciò adottò una linea ben lineare d’indossar bavaglio Amando allor decise di recarsi fuor di casa sol pe le necessità più ineluttabili, non ricredendo in nulla E anche per queste fu portato in sfaticare, come macchina ch’asfalto rulla Niente più l’ebbe a travolgere o stupire per sua sorte, dunque si restò senza diagramma E a volte s’ebbe meramente a confrontare, s’esibendo unicamente suo diaframma Avendo dunque eliso ogni rossore, e rinunciato a ogni bollore Amando si rivolse al mondo rinnovato, e allontanando in fatto lo suo ardore Che però, l’avere smesso in ogni caccia lo rendeva spento Ma sapeva, in queli luoghi e situazione, ch’era meglio assai probabilmente rimaner intento Ebbe a passare allor lungo periodo di protezione da ogni male, e si ritenne in grande timidezza ormai Amar e ser Amati 95 Alessandro Granieri Galilei Ciò perché sapeva di per fondo che non conveniva più salire su alcun ring, a men di non voler patire guai Che perciò s’era necesso s’indagare nuove forme di soddisfazione dei bisogni a lui primari E fu perciò che corse in istudar se si potesse trattener in sede, ond’evitare altre distruzioni, ovvero andar per mari Abbandonate allora tutte quelle velleità comuni che s’appartenevano oramai a un passato già smarrito S’apprestava a la maturitate con un animo più ardito E questa volta non avrebbe più permesso agli altri di commuovergli consigli, non sapendo la sua situazione E si sarebbe mosso in direzione del suo cuore, rimanendo tuttavia in ascolto d’emozione Giunto dunque Amando a la sua libertà da lo travaglio, dai bisogni materiali, da lo plauso e dagli altri Si risolse in esser mero cercator di quei residui e pochi attimi in confronti, senza più dover passare tempo in sedicenti scaltri Che perciò, nel liberarsi adesso dal bisogno d’affermarsi in ogni modo, e dunque d’esser accudito ove non giungesse più scorrevole d’un dì Iniziò a ridurre al minimo sopravvivente eventuale lo bisogno residuale elementare, e diventò ben strutturato in fare giunger gl’altri in lì Che perciò, in equilibrarsi di necesso con se stesso in solitudo, e d’occasione compendiarsi a chi per caso si trovasse in flusso S’adattò d’inevitabile a tendenza naturale di quei luoghi ameni, di cui amaramente, suo malgrado, ebbe a subir influsso Per il cui, altro obiettivo il suo diletto non più fu a mirare 96 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei Che capir se fosse meglio l’acquietarsi in stagno, ovvero ritornar al mondo nonostante l’alea in disabituare Amar e ser Amati 97 Alessandro Granieri Galilei 98 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei XIX RITORNARE NE L’AMAR E SER AMATI, PUR MALDESTRAMENTE I picchi in basso ne l’umore de l’Amando in non sentirsi amato da l’ambiente circostante Venivan suffragati dal sospetto non saper amare, o non amar comunque, né sol una, né le tante Ch’il suo sentimento era offuscato dal passato e da insoddisfazione irreversibile Per la quale non riuscì mai più a godersi plenamente meraviglie de lo scibile Per il ciò l’Amando, ritenendo necessario quantomeno ritornar a vivere di meraviglie di ripiego Non avendo più trovato alcuno modo d’impiegar sue facoltà fattivamente si riprese in conquistar siccome spiego Che malgrado avesse inteso d’esser sempre prossimo in demordere, perché volea giocar in fondo come infante Si chiedeva se, pur ammettendo si potesse fare, s’era meglio diventare adulto e dunque viver responsabil, oppur restar in sue mutande Perché in fondo quela dimensione de lo gioco eterno Gli si era più adatta, e non subiva il serieggiare de l’inferno Addirittura egli provava dispiacere in lo vedere gli altri gettar via la vita in cose cupe e invere Mentre lui s’era percome ingrado ancora d’affrontar nuove chimere Amar e ser Amati 99 Alessandro Granieri Galilei Amando allora, dopo aver compiuto tante imprese, ritornò a l’enorme dramma dei primati Che fu di ricercar tutta la vita quela madre, ch’i suoi sogni avea vituperati 100 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei XX STARE QUANTO MEGLIO Siamo giunti finalmente ne la conclusione di codesto ciclo letterario, che può dirsi del comprendere d’amare Non v’è modo di capire se sappiamo amare, o noi siamo mai stati attributari di cotanto alare Di per certo v’è l’anelito di renderci in eterno ognicchè volga in donatarci meraviglia Senza poi capir che l’ogni porta s’apre e chiude sempre in guisa di maniglia Dunque, prescindendo di saper se amiamo o siamo amati, forse è proprio questa dimensione d’illusione che ci rende ameni Non c’è data scelta di non esser intaccati da morale, convinzione e dunque correr via sui treni Che se da un lato richiediamo amor e non sappiamo darlo perché alcuno ‘n ce l’ha più permesso d’esternar naturalmente D’altro lato restiam vittime di quel’istinto natural in varietà, che prima o poi ci renderà per noia, dunque ci asterrà spontaneamente Amando, allora, s’era omai percepto giustamente, ch’occorresse sempre star in volta d’euforia Perché, ‘si facendo, in primo luogo s’evitava di spezzar ogni armonia E per tutti quei momenti ch’imponevano discorsi, era necesso andar in fulcro de le cose, ed abbreviar di trascinare Come per contro, il vivere superficiali in ogni caso ci elideva il gioco, e ci rendeva immessi nel capitolare Amar e ser Amati 101 Alessandro Granieri Galilei Amando, allora, intese che d’amore non potessesi parlare, ma occorreva solo farlo E che il principio stesso de l’amor di relazione, non potesse esser che lo rinnovarsi di continuo per scacciar di noia il tarlo Il tarlo assai insidioso ch’è la stasi, il difettar di novità, la frustrazione d’erotismo, il claudicar de la conquista Che per quanto ci si possa ritenere narcisisti, e forse a torto, a niuno o quasi, attesi pure i drammi familiari ricorrenti, è dato uscire dalla lista Amando allor decise nuovamente di tornare a vivere l’amore per il come sempre aveva fatto E pur agendo in rinnovarsi di continuo, volle stipulare con se stesso un grande patto Che fu quello di finire di soffrire in frustrazione quotidiana per paura di smarrire quanto avesse conquistato Perché in fondo tal miraggio, normalmente, nianche s’è iniziato e s’era già passato E a tutti quei che vollero sperimentare l’illusione di sognar che si potessero realizzare propri scopi nell’amare Fu a rispondere che tale perversione avrebbeli condotti un giorno ad anelar di risvegliare Ma poiché l’umanitade russa di continuo e vuol restare nel poltrire perché è stata omai sedata Non è dato più svegliarsi da alcun sogno, che già il prossimo è iniziato, e dunque non può viversi relatà che non ci sia condizionata Amando dunque, nel finire de l’indagine suprema se fosse abile in amare oppur se fosse amato 102 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei Intese che qualunque cosa, anche risposte affermative o meno a lo cotal quesito, fossero sol ipotetico portato Che perciò, daffine, smise finalmente in porgersi dimande che s’andassero per oltre ogni sua pulsione naturale E finalmente cominciò a esser libero d’assecondar suo naturare d’ogni giorno, senza che dovessesi condurre ad esser, come gli altri imposero, “normale” Che perciò, se non fu più opportuno rimaner in quelo stato depressivo, cui il senso di colpa ci elideva ogni passione Amando ritornò a fluttuare in etere, facendosi cullare da la musica, nel divenir secondo il flusso sua emozione Ma perfondo, quanto al tema de l’amore, ebbe a soprassedere se esistesse, se gli si albergasse, ovvero s’auspicasse E ritornò a fluir liberamente, conscio che se il mondo avesse avuto fine in quela data, tosto che restar in abbracciar gli affetti, sarebbe stato meglio che l’ardor scoppiasse E allora il suo destino, finalmente, non dovettesi più violentare E fu ancorato finalmente, pur in suo progetto di serbar, nel più strenuo ed ordinato, ergo meraviglioso, Naturare Amar e ser Amati 103 Alessandro Granieri Galilei 104 Amar e ser Amati Alessandro Granieri Galilei ********* La realizzazione di un libro comporta per l’Autore e la redazione un attento lavoro di revisione e controllo sulle informazioni contenute nel testo, sull’iconografia e sul rapporto che intercorre tra testo e immagine. Nonostante il costante perfezionamento delle procedure di controllo, sappiamo che è quasi impossibile pubblicare un libro del tutto privo di errori o refusi. Pertanto lo scrittore sarà grato ai più se vorranno fornire il proprio commento, ovvero segnalare eventuali imperfezioni di questo testo, allo scopo di renderlo migliore. Donato al mondo a partire dal 18.02.2016 Amar e ser Amati 105