Ai casi di malasanità che spesso ci hanno fatto gridare che non vale

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Ai casi di malasanità che spesso ci hanno fatto gridare che non vale
Ai casi di malasanità che
spesso ci hanno fatto
gridare che non vale la
pena tenere aperta
questa struttura, fanno
da contraltare casi di
eccellenza che agiscono
con silenziosa efficacia
nei suoi più polverosi
meandri.
LA CONTROCOPERTINA
www.rivieraweb.it
DOMENICA 18 OTTOBRE
3
Yvonne Mondolfi, affascinante svedese, ha fatto per anni la
guida turistica, raccogliendo pareri su di noi in giro per il mondo.
Tutti sono concordi nell’affermare che siamo degli zozzoni,
senza il minimo rispetto per la natura e per il prossimo.
“
“Sietedeglisporcaccioni!”
I ragazzi
calabresi si
aggrappano
alle sigarette
e organizzano
matrimoni da
500 invitati!
Niente di più
fuorimoda per
uno svedese.
MARIA GIOVANNA COGLIANDRO
e mie figlie adoravano questo posto, finchè non
c'è stato il down». Yvonnee Mondolfi, conosciuta come la prof in bici, è una donna bellissima di origini svedesi. Fa la guida turistica e non
c'è posto al mondo dove non sia stata. In passato ha organizzato viaggi culinari in Sicilia e
Calabria e nella stagione dei nobel tornava in Svezia a
fare da interprete, e lo fece anche quando fu la volta del
nostro Dario Fo. Quando era più giovane aveva una
casa a Palizzi e le figlie si recavano a Siderno per fare
shopping. «Io trovo la costa ionica stupenda - esclama
Yvonne facendo scintillare un sorriso - L'altra sera sono
stata in un locale sul lungomare, sembrava di essere in
Florida! Mi sentivo come in un film!». E poi eccolo arrivare quello schiaffo dolce, accompagnato da onde di
piombo nello stomaco. «Purtroppo, però, nel locale c'erano cartacce per terra e un tavolino rotto. Ho chiamato la proprietaria e gliel'ho fatto notare. L'ho fatto per lei,
perchè è un peccato, qui si sta bene». Non è la sola ad
averlo notato, anche molti suoi amici del nord e turisti
che ha incontrato nel suo lavoro lo dicono: «Quaggiù
sono degli sporcaccioni!». Quando ha deciso di venire a
stare in Calabria, si è vista redarguire: «Ma sei matta,
non vorrai mica finire in mezzo all'immondizia?».
«Qui le case non sono rifinite, preservate, non c'è la
buona abitudine di fare manutenzione - continua la prof
in bici. - Le viuzze secondarie, persino a Reggio, sono
pattumiere. Non c'è il senso dell'ordine e della pulizia».
«I calabresi, e in generale un po' tutti gli italiani, ci tengono molto a tirare a lucido la propria casa, mentre per
strada smettono improvvisamente di avere cura per la
pulizia. In Svezia le case non luccicano come qui perchè
la gente lavora e non ha il tempo per far brillare i pavimenti ma in strada ci si può mettere a sedere nudi e
mangiare sul prato» - fa notare Yvonnee con una delicatezza e una cordialità sempre in perfetto equilibrio, guardandosi bene dallo sfociare nella confidenza insolente.
«I ragazzi svedesi, nel periodo estivo, vengono impiegati in dei lavoretti che gli permettono di avere quei pocket
money (paghetta) per le piccole spese quotidiane. E per
infondere nelle nuove generazioni una coscienza ecologica viene chiesto loro di curare i giardini, i cimiteri che
da noi sono pieni di verde, bellissimi tanto da essere sembrerà buffo - dei piacevoli punti d'incontro. Per noi
la natura è sacra. Perchè avremo anche le chiese vuote
da 100 anni ma la nostra religione è la natura». E per chi
professa la natura è inconcepibile quanto si ritrova ad
assistere in Calabria, sulla costa ionica in particolare.
«Qui la gente scende dalla macchina lasciandola in
moto. Io devo respirare quell'aria lì... ma stiamo scherzando? Tagliano l'erba e non la rimuovono. C'è bisogno
di dirlo che non si fa? C'è bisogno di dirlo che se non
trovi nei paraggi un cestino per buttare la carta, te la
metti in tasca e te ne liberi solo quando lo trovi, anche se
dovrai girare per chilometri? In Svezia chi butta una
carta per strada si becca 200 euro di multa. A Shanghai
e Hong Kong si paga il doppio. Ma è giusto così: senza
rispetto per il tuo prossimo il mondo è un caos». Intanto
i miei pensieri facevano su e giù come nel rocchetto di
uno yo-yo, e davanti agli occhi vedevo configurarsi ora la
Svezia ora la Calabria, un Van Eyck contro un Picasso.
Yvonnee ci stava dolcemente riducendo in polpiglia
L
come un pomodoro nel passatutto ma aveva tremendamente ragione. Ho avuto l'impressione che ci sbottonasse uno a uno ma faceva attenzione a non incasellare la
sua opinione nella gabbia di una sentenza o di una lezione perchè forse ci conosce abbastanza per sapere quanto siamo permalosi quando ci sbattono in faccia la verità.
«Qui avreste una vegetazione stupenda - incalza la prof
- se solo la curaste. Da noi in Svezia c'erano solo patate,
adesso facciamo anche il vino, sebbene non sia così
buono - ridacchia. - Un prato verde qui cresce in 15 giorni, da noi servono tre mesi. Avete il petrolio e non ve ne
rendete conto! Per me questo è incomprensibile». Il suo
non vuole essere un sermone all'ora delle pagelle mediocri, è una sgridata bonaria per chi ha le capacità ma non
si applica. «Eppure basterebbe così poco. In Svezia vivono 84 nazionalità: dopo un anno imparano a essere ordinatissimi, perchè se tu vedi il tuo vicino ordinato, lo
diventi anche tu. E funziona anche con i calabresi!
Conosco Toni Sica, crotonese trapiantato da oltre 30
anni in Svezia, fotografo ufficiale di Corte, titolare di
un’agenzia fotogiornalistica fra le più quotate in
Scandinavia, e Giuseppe Manica, sempre crotonese,
Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura “C.M. Lerici”
di Stoccolma e di Bruxelles, due persone così a modo...».
Poi riprende: «Comunque ci sono posti puliti anche qui
in Calabria, non sulla costa ionica purtroppo, come
nemmeno a Reggio che vince il premio per la sporcizia.
Cosenza, invece, è diversa. Sono stata di recente a
Spezzano Albanese e Corigliano. Lì sì che si poteva
mangiare in strada. L'ordine regnava sovrano, le biciclette erano ben sistemate nelle rastrelliere... sembrava di
essere a Copenaghen!». Chiedo a Yvonnee cos'altro da
noi la indigna oltre il disordine e la sporcizia. «I ragazzi
non hanno interessi, non parlano di niente. Non ho mai
sentito discorsi tanto sciocchi!». I nostri giovani si
aggrappano alle sigarette per scacciare il puzzo della
noia mentre nel suo paese divorano ogni giorno abbondanti razioni di carta stampata, e fumare è demodé.
«Dovrebbero imparare le lingue, non solo l'informatica,
altrimenti rimangono indietro. Il loro oziare per me è
scandaloso. Devono darsi una svegliata se vogliono una
vita con il bordo d'oro, come diciamo in Svezia». E poi
altra annotazione della prof in bici: «I giovani europei e
dello stesso nord Italia trovano noiosa questa terra, old
fashioned (all'antica), sia per quanto riguarda il modo di
vestirsi che il gusto nell'arredare le case. Ci sono le eccezioni, certo, ma io vedo l'infanzia di mia nonna quaggiù».
Chiedo a Yvonnee cosa pensa dei matrimoni che vengono celebrati in Calabria. «Per sposarsi qui c'è bisogno di
chiedere un prestito... 500 invitati... da follia! Mio figlio si
è sposato e l'ho saputo una settimana dopo. Il matrimonio in Svezia è fuori moda da sempre: si parlava di
"matrimonio alla stoccolmese" quando ero piccola, chiesi a mia madre cosa volesse dire e mi rispose "vuol dire
che non ci si sposa"!». Yvonnee non riesce a capire perchè cerchiamo l'armonia dentro la famiglia, dentro una
città e non in noi stessi mentre siamo in giro per il
mondo. Le vite da pappa reale le danno la nausea. «La
famiglia tradizionale non la sopporto. I figli devono ricevere un "colpo" dai genitori per uscire dalla famiglia,
andare per il mondo e farcela!». Prima di lasciarci, chiedo alla prof in bici se c'è qualcosa che ha apprezzato di
noi e della nostra terra. «Avete un cuore grande e delle
notti vellutate per cui perdonerei quasi tutto!».
I giovani europei ci trovano old fashioned(all’antica) sia per quanto
riguarda il nostro modo di vestirci che il gusto nell’arredare le case.
RIVIERA
La Società Nazionale di Salvamento inaugura la sua nuova sede a Siderno
La Società Nazionale di Salvamento, sezione “Locride Mare”, operante nei Settori: Salvataggio - Antincendio - Protezione
Civile - Guardia Costiera Ausiliaria - formazione assistenti Bagnanti con rilascio Brevetto M.I.P., inaugurerà oggi, alle ore
17:00 la nuova sede Decentrata (Centro di Assistenza oncologica) a Siderno, in via Mediterraneo 10.
Interverranno la coordinatrice Emiliana Flamingo, il sindaco Pietro Fuda, il direttore di Locri Mare Giuseppe Pelle e i medici Rinaldo Nicita e Franco Mammì.
ATTUALITÀ
GIUDIZIARIA
Da“Siderno Group
of Crime”a“Siderno
Connection”
’hanno
chiamata
“SidernoConnection” l’informativa sulla quale poggia una
parte del fermo dell’operazione
“Acero” delle scorse settimane.
Il nome è stato coniato dagli
investigatori del Servizio
Centrale Operativo e dalla Squadra Mobile di
Reggio Calabria che, con il coordinamento
della Dda di Reggio di Calabria, da diverso
tempo, svolgono attività investigative, in
Italia e all’estero, per disarticolare le proiezioni e le alleanze transnazionali dell’organizzazione mafiosa denominata ‘ndrangheta.
L’informativa “Siderno Connection” sarebbe la continuazione dell’operazione “Siderno
Group of Crime” del 1992. “Siderno Group”,
secondo gli esiti investigativi, risale ai primi
anni ‘50 sarebbe stata dovuta alla volontà di
alcuni importanti esponenti di “Cosa Nostra
newyorkese” ma di origine calabrese (in particolare, Frank Costello e Albert Anastasia,
ritenuti rispettivamente capi delle famiglie
Genovese e Gambino) di saldare gli interessi
criminali della mafia italiana in tutto il continente nord americano, per la gestione
comune del traffico di stupefacenti, delle
estorsioni e del gioco d’azzardo.
Sin dalle prime manifestazioni in Canada
della criminalità di matrice mafiosa, nelle
città metropolitane di Toronto e Montreal,
divenne operativa una complessa organizzazione criminale di tipo mafioso, composta da
più cellule che racchiudevano gruppi o famiglie, in parte di origine calabrese e in parte di
origine siciliana.
“Leader” indiscusso dì tale organizzazione
era, all’epoca, tale Rizzuto che, in virtù dei
suoi legami con la potente famiglia mafiosa
di “Cosa Nostra” aveva creato, una struttura mafiosa ben radicata, collegata con quella
di Toronto e con l’Italia.
Lo sviluppo delle attività criminali e l’evoluzione strategica della ‘ndrangheta calabrese
hanno modificato progressivamente gli equilibri anche in Canada, laddove gli interessi
della tradizionale mafìa siciliana sono stati
gradualmente ridimensionati dal profondo
radicamento e dalla successiva, prorompente
espansione delle cosche calabresi, di cui
anche le attuali vicende investigative rappresentano una plastica rappresentazione.
Tuttora, il termine “Siderno Group of Crime”
viene utilizzato per indicare le famiglie
mafiose di origine calabrese provenienti da
Siderno che, pur agendo in contesti lontani
geograficamente dalla Calabria, sono saldamente legate da vincoli di sangue dalla
“cosca-madre”, radicata nell’area di Siderno.
In Canada, in particolare, esisterebbe da
tempo una struttura fortemente radicata nel
territorio, composta da un notevole numero di
sodali che ha saputo riprodurre, anche in
quella nazione il modello funzionale della
‘ndrangheta calabrese. Esisterebbero almeno
nove “locali”, tutti rappresentati, a livello centrale e di coordinamento, dal “Crimine” di
Toronto, dislocati prevalentemente nello stato
dell’Ontario, ove si trova la cittadina di
Thunder Bay, centro nevralgico degli interessi criminali del sodalizio.
Come già emerso in inchieste passate, che
hanno dischiuso definitivamente le relazioni
tra le consorterie della ‘ndrangheta all’estero,
sussisterebbero tradizionalmente strutture che
rispondono rigidamente al “Crimine” di
Reggio Calabria, attraverso propri rappresentanti che fanno la spola tra l’Italia e il Canada,
per gestire i rapporti, pianificare gli affari illeciti e appianare eventuali controversie.
Sarebbero questi soggetti a far parte della
“Siderno connection”, che dagli esiti dell’ultima indagine della procura antimafia reggina
farebbero parte di una consorteria che,
costruendo e rinsaldando vecchie e nuove
alleanze, avrebbe riprodotto il modello criminoso di riferimento nel continente nordamericano (soprattutto in Canada), affermando
un proprio ruolo di autorevole leadership
anche nell’area dei Paesi Bassi, del Belgio e
della Germania, da tempo divenuti “crocevia” strategici nella gestione del traffico
internazionale di stupefacenti e nella illecita infiltrazione di importanti settori economici e commerciali (import-export di prodotti agricoli e alimentari, ristorazione, investimenti nel settore immobiliare).
L
18
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DOMENICA 18 OTTOBRE
4
ottobre
L’ultima
faticadiGioacchino
Criaco
Questa sera, alle ore 18:30, alla
libreria Calliope Mondadori di
Siderno, Gioacchino Criaco presenterà “Il saltozoppo”, il suo nuovo
attesissimo romanzo, edito da
Feltrinelli. Con l’autore: Maria
Teresa D’Agostino e Luigi Franco
(direttore editoriale Rubbettino).
Leggerà passi del libro
Rossella Scherl.
19
ottobre
Domani Locri
ricorda Francesco
Fortugno
22
ottobre
Nick Spatari
inaugura in settimana
la sua nuova mostra
Il prossimo 22 ottobre Nick Spatari
sarà a Napoli, all’Università degli Studi
Suor Orsola Benincasa, per inaugurare la sua nuova mostra, realizzata in
collaborazione con Musaba.
Saranno presenti il Presidente della
fondazione Terzo Pilastro e il
Magnifico Rettore
dell’Università napoletana.
Domani una grande manifestazione ricorderà Francesco
Fortugno. Nel decennale della sua
morte, Locri si riunirà alle ore 9:30 a
Palazzo Nieddu Del Rio per deporre
una corona di fiori. Si procederà
dunque con un contest fotografico avviato sui social network e
con altri eventi fino al tardo
pomeriggio.
24
ottobre
Sabina
Guzzanti torna
con il suo nuovo
spettacolo
Dopo la partecipazione estiva al Riace Film Festival,
Sabina Guzzanti torna nella
Locride con il suo nuovo spettacolo
teatrale, “Come ne venimmo fuori Proiezioni dal futuro”, di Giorgio Gallione
e Guido Fiorato, in programma il
prossimo sabato 24 ottobre, alle
ore 21:00, al Teatro di
Gioiosa Jonica
Il 23 e 24 ottobre nella spettacolare cornice della Chiesa di
San Francesco si terrà un evento d’importanza scientifica
rilevante, il primo di carattere nazionale in Calabria che
verterà sulla diagnosi precoce nelle malattie Reumatiche
AGeracelegiornate
IonichediReumatologia
“
Interverranno tra i più
autorevoli reumatologi
e ricercatori provenienti
dalla Calabria e da altre
parti d’Italia
23 e 24 ottobre 2015 si svolgeranno a
Gerace le giornate Ioniche di
Reumatologia. Si tratta di un evento
d’importanza scientifica rilevante, il
primo di carattere nazionale in Calabria
che verterà sulla diagnosi precoce nelle malattie Reumatiche. Presiederanno l’evento Il dott.
Nicola Congiusta, specialista in reumatologia
presso l’ospedale Civile di Locri, nonché organizzatore delle giornate reumatologiche, assieme al dr Giuseppe Germanò, specialista in reumatologia presso l’IRCCS, Santa Maria nuova
di Reggio Emilia, curatore scientifico del convegno.
L’evento avrà luogo nella spettacolare cornice
della Chiesa di San Francesco, sotto il patrocinio della Società Italiana di Reumatologia
(SIR), Associazione Nazionale dei Malati reumatici(ANMAR),
Azienda
Sanitaria
Provinciale di Reggio Calabria, Federazione
Medici di Famiglia, Ordine dei Medici della
Provincia di Reggio Calabria, Regione
Calabria, Provincia di Reggio Calabria, Città di
Gerace.
Interverranno tra i più autorevoli reumatologi e
ricercatori provenienti dalla Calabria e da altre
parti d’Italia. Nella parte conclusiva sarà data
voce ai pazienti attraverso l’intervento del vice
Presidente dell’associazione Nazionale dei
malati reumatici, Teresa Perinetto. Un momento cruciale d’incontro e interazione tra Medico
di Medicina Generale, Reumatologi, Specialisti
di altre discipline e paziente. Lo scopo è individuare la gestione ottimale e il corretto percorso
diagnostico/terapeutico delle più gravi malattie
reumatiche.
Il congresso è accreditato presso il Ministero
della Salute ed è valido ai fini ECM (educazione continua in Medicina) per tutte le figure professionali sanitarie. All’apertura del convegno
parteciperanno le autorità locali, religiose e
sanitarie, al fine di rilevare il sostegno del territorio nella lotta alle malattie reumatiche.
Si affronteranno argomenti sulle artriti infiammatorie quali l’Artrite Reumatoide e le
Spondiloartriti, Lupus Eritematoso Sistemico,
Vasculiti, Febbre familiare mediterranea,
Morbo di Behcet, complicanze d’organo correlate alla malattia reumatica, innovazioni diagnostiche e terapeutiche.
Esiste oggi una “finestra di opportunità“ che
Il
consente di cogliere in tempo i primi sintomi e
diagnosticare precocemente una malattia reumatica, altrimenti invalidante e irreversibile. La
diagnosi precoce consente un enorme risparmio in termini di costi sanitari e sociali.
L’ambulatorio di Reumatologia, operante nell’ospedale Civile di Locri, il cui responsabile è il
dott. Nicola Congiusta, assieme ai centri specialistici calabresi, fornisce assistenza ai pazienti
affetti da malattie reumatiche, la cui missione è
incentrata soprattutto sulla sensibilizzazione e
diffusione della diagnosi precoce. I pazienti che
accedono all’ambulatorio di reumatologia
hanno la possibilità di ottenere il corretto
inquadramento diagnostico e terapeutico e l’accesso alle terapie biotecnologiche di ultima
generazione. Nel caso dell’ambulatorio di
Locri, attraverso la figura del dott. Congiusta, è
possibile attingere a percorsi diagnostici e terapeutici di livello avanzato, grazie al progetto di
“net-work reumatologico nazionale”, connesso
alla struttura.
Che le malattie reumatiche siano tra le maggiori cause d’invalidità era già noto da qualche
tempo. La stima di tale importanza tuttavia si
può desumere attraverso recenti dati socio-epidemiologici, i quali fanno notare come ancora
oggi le malattie reumatiche siano sottostimate.
L’insufficiente assistenza dei malati reumatici
costa alla società italiana oltre 22 milioni di giornate lavorative perse. In termini di produttività
significa un costo di quasi 3 miliardi di
euro/anno (indagine FIT FOR work Italia).
L’emigrazione sanitaria è un altro dei temi che
saranno toccati nel convegno.
Il disagio di dover affrontare i cosiddetti “viaggi
della speranza”, affligge migliaia di pazienti e
loro familiari nella nostra regione. Come
affrontare tale problema con le risorse disponibili sul territorio di origine e come migliorare
tali risorse, è uno degli scopi che si propone il
convegno di Gerace, attraverso i confronti
variegati dei relatori e moderatori.
In reumatologia non è possibile parlare di prevenzione, perché l’insorgenza delle malattie
reumatiche non è prevedibile. È possibile invece concentrare tutte le energie disponibili nella
prevenzione dell’evoluzione dei gravi effetti
invalidanti e irreversibili che scaturiscono dalla
mancata diagnosi.
Attualità
La Calabria spende quasi un miliardo di euro annui per i
vitalizi degli ex consiglieri regionali.Nel frattempo, all’ospedale
di Locri, gli ammalati boccheggiano senza misericordia e i figli
della Calabria fuggono dalle caste e dalle mafie.
Una montagna di
soldi verso il privilegio
“
La verità
è che i
calabresi
non contano
proprio nulla
nei partiti
esistenti
e che la
“giobba” ha
sostituito la
politica.
ILARIO AMMENDOLIA
P
ercepire un vitalizio non è
un furto e io non voglio
fare né scandalismo, né
moralismo. Sicuramente è
un privilegio del quale un
governo regionale democratico e di sinistra farebbe bene a
discutere. Oggi più di ieri.
L’ospedale di Locri è ridotto a un lazzaretto. Contemporaneamente i
ragazzi calabresi iniziano a partire.
Emigrano come i loro padri, come i
loro nonni. Con un doloroso atto di
coraggio fuggono dalle caste, fuggono dalle mafie, fuggono dai custodi di
un ordine ingiusto.
Non sapremo mai le loro storie, il
loro stato d’animo, la loro amarezza
nel momento in cui lasciano la
Calabria.
Loro sono la Storia che però nessuno
registra. Loro partono e la politica
straparla… d’altro.
I giornali molto spesso sono pieni di
“non notizie” perché raccontano la
“politica” attraverso un inutile diluvio di parole da parte delle caste.
Provo a dirla tutta e con crudezza.
Io credo che i calabresi se ne freghino
altamente dello scontro tra la Santelli
e i consiglieri regionali del suo partito o di sentir parlare delle inutili riunioni del gruppo del PD nel cui seno
un giorno si firma l’armistizio e l’altro
giorno si prepara la guerra.
Non vogliono saper nulla della perpetua tensione tra Oliverio e Scura.
Alla gente comune basta sapere che i
loro figli partono senza speranza e
che nell’ospedale di Locri si soffre
senza misericordia.
A questa situazione fa da contraltare
un documento di questi giorni che
certifica al centesimo come la
Calabria spende quasi un miliardo di
euro annui per i vitalizi degli ex consiglieri regionali.
Una montagna di soldi che scorrono
verso il privilegio.
Una rendita da parte di una casta
che, salvo qualche eccezione, solo e
male ha fatto alla Calabria. Con un
miliardo la regione avrebbe potuto
dar sollievo alle famiglie calabresi
che vivono in uno stato di estrema
indigenza.
Avrebbe potuto strappare alla
‘ndrangheta tantissimi ragazzi e bonificare ambienti degradati e malsani
da cui provengono i ragazzi a rischio
di devianza criminale.
Avrebbe potuto creare lavoro per
tanti calabresi.
Si sarebbe potuto intervenire sull’ospedale di Locri.
Invece da un lato gli ammalati boccheggiano in ospedale mentre un corposo nucleo di persone conserva i
propri privilegi.
Non si discute perché c’è un furto di
democrazia e di sovranità popolare.
I partiti non parlano dei tanti “vitalizi” e delle tante rendite parassitarie
perché sono stati sequestrati da cordate di iniziati che non possono mettere in discussione i privilegi altrui
perché loro stessi sono percettori di
propri privilegi.
Vi è stata una mutazione genetica dei
partiti e l’unica speranza è che si
possa invertire la rotta.
Intanto dobbiamo registrare una trasformazione che impedisce ai calabresi di avere un qualsiasi luogo di
discussione e di partecipazione
democratica costringendo i cittadini
ad abbassare la testa dinanzi ai mille
sfregi, ai principi di uguaglianza e di
giustizia.
La verità è che i calabresi non contano proprio nulla nei partiti esistenti e
che la “giobba” ha sostituito la politica.
Non è questione di singole persone.
Ci troviamo dinanzi a un sistema che
impone questa logica perversa.
La Sinistra ha sempre affermato con
orgoglio “noi non siamo amici del
popolo; siamo il popolo organizzato
in partito”.
Oggi, lo diciamo con tanto amaro in
bocca, questa sinistra appare come “il
nuovo padrone che si è aggiunto
all’antico”.
La Calabria è diventata un deserto
senza più alcuna bussola.
Molti sperano che la parola di Papa
Francesco riesca a valicare il Pollino e
a dilagare in Calabria.
Lo spero anch’io pur non essendo
cattolico.
Anzi se avessi l’età e fossi un credente, chiederei la tessera dell’azione
cattolica.
Una tessera che ho già avuto fino a
quindici anni prima di percepire la
“Gerarchia” come ostile alla “liberazione” dell’uomo e corresponsabile
del fatto che Cristo si sia fermato ad
Eboli.
Non è stata una scelta facile. Il mio
mondo era quello contadino e noi
eravamo gli “arditi della fede”, gli
“araldi della Croce” in marcia verso il
“regno dei cieli”.
Forse, cercavamo solo un mondo
migliore.
Non ci siamo resi conto di aver contribuito a sostituire una gerarchia
esperta, ben selezionata e consolidata
come quella della Chiesa con gerarchie scadenti e voraci come quelle
attuali.
Oggi - quasi per una vendetta della
Storia - la figura del Papa argentino si
staglia come l’ultimo baluardo dei
“vinti”, un “rivoluzionario” impegnato nella sua battaglia a favore degli
“ultimi”.
Almeno per ora.
Dubito che avrà successo ma quantomeno dà al nostro popolo la forza
dell’illusione che diventa speranza.
Nella Calabria di oggi, non è proprio
una cosa da poco!
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Un’altra vittima di quell’effetto soubrette che “imbambola” un
rappresentante nel momento stesso in cui rileva il proprio incarico.
Cara Federica non
diventare la nuova
Processionaria
primo ottobre abbiamo letto sulla bacheca Facebook di
Federica Roccisano, Assessore Regionale al Lavoro, questa
frase: “Chi non sa dov'è diretto non arriva da nessuna parte”.
Ora, considerato che la nostra testata molto spesso si è contraddistinta per numerosi limiti mai però sfociati nella più bieca
ipocrisia (e certo non in giornalismo “Panettone”), ci sembra
opportuno sottolineare che la sbandierata logicità degli spostamenti della Roccisano, da quando ricopre la propria carica istituzionale, non pare avere riscontro nella vita reale di un territorio in estremo ritardo di sviluppo.
Ci sembra invece di vedere troppo spesso miss Federica, in giro (da
Cosenza a Reggio quintultima città italiana per pianificazione urbanistica e qualità della vita) più come una starlettes che promuove
l’evento Miss Italia della famiglia Mirigliani e non il futuro della
Calabria di Mario Oliverio. Bella e impossibile con quell’effetto da
“soubrette” inflazionato, da troppo tempo, nel ghigno sensuale e
severo, in rari casi compiacente, di cattedra e di facciata, dei rappresentanti della governance. Caratteri cubitali, locandine e varietà.
È ancora questa la Calabria che spaccia inversioni di tendenza, che
scompare a fine
mandato, che lascia
solchi solo nella proloco?
COME LA LANZETTA CHE
Questa setta bramosa di riportare ad
FU , LA ROCCISANO È
ogni costo il nome di
OGGI SIMBOLO DI UN
un’autorità sui pro“DEGRADO DA MANIFEpri manifesti si è fortunosamente indeSTAZIONE”CHE FARÀ
bolita qualche mese
PARLARE DI LEI SOLO FINO
fa, con lo scandalo
A QUANDO RIVESTIRÀ IL
che ha coinvolto De
Gaetano & friends e
SUO RUOLO.
che ha comportato
DOPODICHÈ DIVENTERÀ
la presenza all’interANCHE LEI UN FANTASMA
no della giunta
regionale di molte
meno facce da showbiz e la preziosa
nomina di Federica
Roccisano.
Questa decisione non ha purtroppo esentato i soliti noti a esprimersi in un tifo da stadio che ha dato l’impressione che, ancora una
volta, venisse eletta una “Velina” piuttosto che un assessore e, in un
battito di ciglia, Federica è diventata il tormentone dell’estate 2015
e persino nelle manifestazioni che ho presentato personalmente ho
avuto l’assessore come ospite. Ci tengo a sottolineare che questa
mia riflessione non vuole in alcun modo essere un attacco a
Federica Roccisano, che conosco e stimo ormai da diversi anni.
Tranquilla, cara Federica, non ho nulla da ridire su di te o sul tuo
operato, ma non posso non constatare che, tuo malgrado, sei diventata il simbolo di un “degrado da manifestazione” che temo farà
parlare di te solo fino a quando rivestirai cariche. Poi solo sos:
Cecasi Federica disperatamente.
Diventerai un fantasma, come chi ti ha preceduta.
Siccome puoi e, con ogni probabilità (perché girare come una trottola dalla mattina alla sera stanca) vuoi fermarti per fare correttamente il tuo lavoro, ribellati, rifiuta gli inviti a parlare di alimentazione, di sesso degli angeli e di acqua calda.
Fermati e fermerai quell’odioso costume che sta devastando la
nostra società. Fermati, altrimenti andrai sì veloce e diretta, ma
senza andare da nessuna parte.
Rosario Vladimir Condarcuri,
Il
DOMENICA 18 OTTOBRE 7
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SANITÀ
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OSPEDALE DI LOCRI:
Nella settimana della sanità è giunta la documentazione
di una donna che ha denunciato un trattamento che ha
avuto ripercussioni pesanti su tutta una famiglia.
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Perché si continua a pa
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rv
se
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Nessuna manifestazione fermerà lo sfacelo
a sacrosanta protesta svoltasi ieri per la salvezza dell’Ospedale di Locri non pone certo fine
alla polemica sulla sua funzionalità, che troppo
spesso lo rende protagonista di casi di malasanità che deprimono così tanto da farci augurare che la struttura venga inghiottita da una
voragine di oblio.
E proprio nella settimana dedicata alla salvezza della
sanità locridea è giunta, presso la nostra redazione, la
documentazione dettagliata di una donna che ha voluto
denunciare un trattamento che, avvenuto in piena estate, ha avuto ripercussioni pesantissime su tutta una
famiglia fino a oggi.
Il 3 agosto la signora si recava in ospedale con il marito,
che denunciava forti dolori alla mandibola, alle spalle e
al torace, attorno alle 18. Vista la quasi impossibilità dell’uomo di aprire la bocca, all’accettazione gli sarebbe
stato assegnato un codice giallo, che non avrebbe però
determinato una sensibile velocizzazione delle pratiche,
considerato che i due coniugi, dopo la visita, sarebbero
stati dimessi alle 6 del giorno successivo.
Le dodici ore di angoscia trascorse in sala d’attesa si
erano tramutate in una visita che non aveva riscontrato
particolari problemi e si era risolta con il “consiglio” di
andare a fare al più presto una visita otorinolaringoiatra
e odontoiatrica.
L
“
Ascoltando le parole del medico, i due si sarebbero
recati il 4 agosto presso gli studi nei quali sarebbero stati
condotti gli esami specialistici in questione, ma la notte
successiva l’uomo sarebbe sensibilmente peggiorato,
tanto da determinare una nuova fuga verso l’ospedale.
Questa volta, considerato quanto accaduto poco più di
24 ore prima, la famiglia si sarebbe recata alla volta di
Polistena, dove l’uomo sarebbe stato visitato in appena
mezz’ora e portato d’urgenza in rianimazione.
Il motivo di questo provvedimento, sarebbe stato spiegato successivamente alla moglie, era la gravità di un’infezione tetanica ormai irradiatasi in tutto il corpo a
causa del tempo perso all’ospedale di Locri, che aveva
ridotto al lumicino le possibilità dell’uomo di riprendersi da un’infezione che si sarebbe potuta curare con semplici antibiotici.
L’uomo è rimasto in coma farmacologico per quasi due
settimane, nelle quali la sua forza fisica gli ha permesso
di riprendersi lentamente ma progressivamente, fino
allo scioglimento della prognosi avvenuto lo scorso 20
settembre.
La dimissione dell’uomo, due giorni dopo, ha posto fine
a 48 interminabili giorni di agonia che hanno restituito
alla sua famiglia il degente, anche se necessita di assistenza e riabilitazione domiciliare ancora oggi.
Giustamente, la donna chiude la sua storia con la legit-
tima domanda se il personale di turno all’ospedale di
Locri nei giorni 3 e 4 agosto abbia davvero fatto il suo
dovere, o si sia piuttosto comportato in maniera superficiale e noncurante, come troppo spesso sembra che
alcuni medici facciano.
Che cosa spinge un medico a non svolgere esami più
approfonditi garantendo ai propri pazienti tutta l’assistenza che il giuramento di Ippocrate dovrebbe imporgli di esercitare senza eccezioni? Perché si continua a
parlare di professionisti irreperibili anche durante il proprio turno o troppo sbrigativi nel compilare il foglio di
uscita? Possibile che essere assistiti all’ospedale di Locri
implichi la fortuna di trovare in servizio un medico piuttosto che un altro?
A questo punto, in maniera provocatoria, ci chiediamo
se davvero valga la pena di lottare com’è stato fatto ieri
per questo ospedale. Che cosa stiamo cercando di salvare? Una struttura fatiscente o, soprattutto, il diritto
all’assistenza sanitaria che dovrebbe essere garantito ad
ogni cittadino di questo Stato?
Nel caso in cui l’intento sia quello di perseguire il secondo obiettivo, che questo ospedale venga ripensato completamente. Si analizzi il rendimento di chi vi lavora, si
guardi con attenzione agli esuberi e si faccia andare
avanti l’eccellenza, che ce n’è tanta, dimenticando le
logiche clientelari che troppo spesso hanno mandato
avanti gente evidentemente poco qualificata per rivestire il ruolo occupato.
Vogliamo davvero credere che tutti i medici calabresi
validi ricoprano ruoli di rilievo al S. Raffaele di Milano,
piuttosto che al Niguarda, agli Ospedali Civili di Brescia
o al San Biagio di Alessandria? O, forse, un condottiero
della buona sanità è rimasto anche da queste parti,
pronto a difendere i diritti dei propri pazienti e a fare
andare avanti l’Ospedale di Locri?
Noi crediamo che sia così.
Altrimenti, che l’ospedale si chiuda davvero.
Jacopo Giuca
Sanità calabrese, il punto del d
La Calabria è diventata
il bancomat della sanità
del Centro-Nord.
Colpevolmente, lasciamo
che le risorse per realizzare
la buona sanità in Calabria
vengano sprecate e divorate
dalle altre regioni, verso le
quali i nostri concittadini si
vedono costretti a emigrare
per farsi curare.
BERNARDO MISAGGI
on si può programmare il futuro
della sanità sulla carta, senza
tenere conto delle esigenze dei
territori e senza coinvolgere in
un confronto gli operatori e le
amministrazioni locali.
Per me, che da giovane ho scelto di
lasciare la Calabria, la Locride, per
compiere gli studi universitari, e che
da trent'anni torno sempre nella mia
amata terra per mettermi a disposizione dei miei pazienti, è doloroso prendere
atto dello stato disastroso, sempre più,
durante questi trent'anni, in cui versa la
sanità calabrese, che non riesce a dare la
possibilità di operare al meglio alle tantissime eccellenti professionalità presenti.
Soprattutto per questo motivo avevo dato
la mia disponibilità al Presidente
Berlusconi, nel 2010, a candidarmi a gover-
N
natore della Calabria. È impossibile restare sordi ai continui appelli che mi giungono dai pazienti, dai cittadini, che soffrono
sulla propria pelle il continuo degrado
della sanità, con la chiusura e il ridimensionamento di importanti ospedali, come
quello di Trebisacce, che costringe la popolazione di quel territorio ad andare
all'Ospedale di Policoro, in Basilicata, per
potersi curare, con disagi notevoli oltre che
con una spesa enorme per la Regione
Calabria, che deve rimborsare le prestazioni sanitarie effettuate ai cittadini calabresi.
Stessa cosa per l'Ospedale di Locri, da
sempre riferimento per un notevole bacino
di cittadini, a difesa del quale si terrà sabato prossimo una manifestazione alla quale
avrei voluto partecipare, ma essendo in
America, per lavoro, voglio inviare la mia
solidarietà e vicinanza a una popolazione,
a me cara, e alle Istituzioni presenti. Per
evitare tutto questo bisogna uscire, al più
presto, da un commissariamento che ha già
provocato misure di lacrime e sangue, che
i calabresi hanno dovuto affrontare, per il
risanamento del deficit sanitario, prima,
con la gestione commissariale di Scopelliti,
e, attraverso quelle misure, si era riusciti
quasi a ripianare il debito, ma a seguito
della sue dimissioni, la spesa sanitaria è
ripartita senza controllo, riportando ad un
nuovo commissariamento e, a quei sacrifici, oggi non corrisponde un reale ritorno in
termini di servizi sul territorio.
I rapporti ostili tra il governatore e il commissario Scura non aiutano, ma sono di
ostacolo rispetto alla soluzione dei gravi
problemi, laddove invece servirebbe unità
d'intenti e non perdite di tempo prezioso, e
sono lo specchio di una sanità allo sbando,
dalla quale si fatica a tenere fuori la cattiva politica, come dimostrano le nomine
clientelari e la vicenda dell'inibizione dello
stesso Oliverio.
“
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DOMENICA 11 OTTOBRE
9
Lo smantellamento della sanità provinciale da parte di Scura ha
fatto scendere tutti in piazza, ieri mattina, ma l’Ospedale di Locri
continua a far discutere anche per altri motivi. Nella nostra analisi di
oggi vogliamo mostrarvi le due facce del nosocomio: quella dei casi
di malasanità che ci fanno gridare che non vale la pena tenere
aperta questa struttura e quella dell’eccellenza che agisce con
silenziosa efficacia nei suoi più polverosi meandri.
Riabilitazione del pavimento pelvico:
a Locri l’unica struttura pubblica calabrese
ll’indomani di una vivace protesta contro
la chiusura dell’Ospedale di Locri, possiamo permetterci, senza apparire oppressi
da piaggeria, di portare all’attenzione
delle Autorità e dei politici, una delle
ragioni per le quali l’Ospedale non
andrebbe chiuso, cioè il fatto che al suo interno, seppur con molti disagi, vi sono dei reparti che se dotati
di mezzi economici e logistici all’avanguardia, sarebbero d’eccellenza in tutta la Calabria. È il caso
dell’Unità Complessa di Recupero e Rieducazione
Funzionale, all’interno del Reparto di Fisiatria, di cui
è responsabile il dott. Raffaele Argirò.
Il reparto consta di due medici fisiatri: oltre ad Argirò
il dott. Antonio Mileto, e 18 fisioterapisti, che si occupano della riabilitazione di ogni tipo di danno, sia
dovuto a trauma sia a patologie.
La novità è che dall’inizio del 2014 è disponibile,
all’interno dell’Unità, il primo centro pubblico calabrese per la riabilitazione dei muscoli del pavimento
pelvico. Ne esistono infatti altri, ma quello di Locri è
l’unico in una struttura pubblica al quale si accede
gratuitamente o con il ticket.
In molti non sanno che i muscoli perineali e del pavimento pelvico regolano la capacità di “tenerla” cioè di
trattenere la pipì. L’ipotrofia (eccessiva rilassatezza o
incapacità di contrazione) di questi muscoli produce
incontinenza urinaria più o meno grave, con immaginabili conseguenze per la vita sociale dei soggetti.
Le cause di questa incapacità di contrarre adeguatamente i muscoli che regolano la minzione sono numerose e molteplici: dal parto e le sue conseguenze
(come incisioni, punti, ecc.), al diabete, all’obesità, a
infezioni o cancro alla prostata. In genere chi ha un
A
addome gonfio e tende ad assumere una postura scoliotica, diminuisce il tono dei muscoli perineali e del
pavimento pelvico. Ne soffrono molte più persone di
quanto si creda, i sintomi sono facilmente osservabili:
perdite durante la tosse, o uno starnuto, se si solleva
un peso, se si ride, fastidiosa aria in vagina, dolori
durante l’atto sessuale.
Il centro è nato dalla spinta ispiratrice del dott.
Franco Stefanelli che ha trovato nel dott. Antonio
Mileto un orecchio pronto all’ascolto, il quale ha proposto a dei fisioterapisti dei master di aggiornamento
specifici per l’apprendimento dell’uso di uno stru-
dottor Misaggi
A questo si aggiunge un atteggiamento di
ostile chiusura verso le esigenze che provengono dai territori, nell'incapacità di
distinguere tra gli appetiti dei gruppi di
potere, che vanno contrastati in ogni
modo, e le sacrosante richieste che arrivano da realtà geograficamente disagiate,
come Trebisacce e la Locride, e altre
realtà, i cui cittadini rivendicano il diritto
di ricevere cure adeguate senza essere
costretti a percorrere decine e decine di
chilometri per raggiungere il più vicino
ospedale.
È necessario e doveroso mettere fine agli
sprechi, alcuni dei quali clamorosi, come la
vicenda delle doppie fatturazioni pagate
dall'Asp di Reggio, la mancata attivazione
della cardiochirurgia di Reggio Calabria,
le risonanze acquistate e mai utilizzate,
con costi di decine di milioni di euro. Ma
questi sprechi non devono rappresentare
l'occasione per smantellare il sistema ospe-
daliero sul territorio.
La Calabria ha bisogno di buona sanità,
ma, colpevolmente, lasciamo che le risorse
per realizzarla vengano sprecate e divorate dalle altre regioni, verso le quali i nostri
concittadini si vedono costretti a emigrare
per farsi curare.
La Calabria è diventata il bancomat della
sanità del Centro-Nord.
Certamente ci sono fortissimi interessi a
che ciò continui ad avvenire, ma il governo
regionale dovrebbe tutelare l'interesse dei
calabresi, sviluppando una sana competizione tra pubblico e privato e migliorando
la qualità dei servizi, portando così a una
riduzione della mobilità passiva e quindi a
un risparmio di risorse.
Primario di chirurgia
vertebrale all'Istituto Ortopedico Gaetano
Pini di Milano
mento che si chiama Biofeedback che è assolutamente centrale all’interno dei cicli di terapia di recupero.
I fisioterapisti sono Mimmo Bonavita e la dottoressa
Rosa Patti, che lavora esclusivamente sulle pazienti
donne.
Molti hanno pudore di dichiarare questi sintomi, e
tendono a usare un pannolone, con evidenti disagi.
Molti altri non sanno neanche che esista una terapia
riabilitativa che li può liberare dal pannolone. Bisogna
plaudire alla lungimiranza del dott. Tonino Verbena,
che ha scoperto il centro di rieducazione muscolare,
inviando tutti i suoi pazienti operati di adenocarcino-
ma prostatico, presso il dott. Mileto, tanto che in una
fase iniziale c’era una maggioranza di pazienti donne,
mentre oggi gli uomini sono in quantità maggiore.
“Ciò che vogliamo far capire e portare all’attenzione
delle persone, ma soprattutto ai medici di base sostiene il dott. Mileto - è che, in condizioni in cui non
ci siano danni neurologici o patologie per le quali sia
necessaria l’assunzione di farmaci, la rieducazione dei
muscoli del pavimento pelvico è una terapia che
migliora nettamente la qualità della vita, e in alcuni
casi porta alla remissione totale dei sintomi”.
I cicli durano qualche mese, e i pazienti devono impegnarsi a fare “i compiti a casa”, ma volete mettere la
gioia di poter scoppiare a ridere senza paura di farsela sotto?
Naturalmente le sedute sono mono-paziente, discretissime, con un bagno accanto all’ambulatorio. Le
condizioni di lavoro non sono quelle dei celebrati
ospedali del Nord, dove ci si può recare avendo un’ora buca a rimirare i pesci nell’acquario della sala d’attesa, ma sono il frutto di dedizione, passione, tenacia
da denti di ferro di medici e fisioterapisti che non
hanno niente da invidiare ai “medici in prima linea”.
L’ambulatorio è infatti ricavato da un ufficio, poi passato a Siderno, che è stato letteralmente conquistato
da questo manipolo di dottori il cui carburante è la
guarigione dei loro pazienti.
Una ragione in più per non chiudere quest’ospedale,
anzi, per potenziarlo, non già con costosi acquari d’acqua salata, ma con apparecchiature funzionanti, più
personale e più preparato, in grado di dare più speranza e dignità ai pazienti, ma anche ai medici.
Lidia Zitara
ATTUALITÀ
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L’Associazione
Italiana Arbitri
ha donato tre
defibrillatori
alle scuole
NOBEL
ISLAME
DEMOCRAZIA
I Premi Nobel 2015 per
la
Medicina,
l’Economia e la Pace
assumono un valore
che va al di là dei
rispettivi ambiti e discipline di riferimento. E’
una valutazione che, per quanto riguarda
i primi due, è stata espressa da quasi tutti
i commentatori sui giornali e in TV: i tre
medici premiati (una cinese, un giapponese e un irlandese), per il loro decisivo
contributo nella lotta contro la malaria,
sono stati denominati “medici dei poveri”; lo scozzese A. Deaton, premiato per
i suoi studi sui consumi e le disuguaglianze sociali (“l’economia deve rispondere
ai bisogni della gente”), è stato definito
“economista dei poveri”. La medicina e
l’economia, dunque, non come discipline
neutre, ma al servizio di coloro i quali
non hanno adeguate tutele sociali,
soprattutto nel campo della sanità e dei
beni dei quali possono disporre. Per questo la Commissione di Oslo, in ultima
analisi, ha fatto una scelta di carattere
politico ed etico, e non so se è la prima
volta.
Il Nobel per la Pace è stato assegnato a
quattro tunisini, ognuno dei quali rappresenta una organizzazione (l’Unione del
lavoro, l’Unione dell’industria, la Lega
per la difesa dei diritti umani, l’Ordine
degli avvocati). Il loro merito è quello di
aver salvato la giovane democrazia tunisina, rendendo possibile e governando il
dialogo tra la componente laica e il partito islamico Ennahada, in un momento
particolarmente delicato e a rischio di
conflitto tra le due parti. Infatti, dopo il
successo della “Rivoluzione dei gelsomini”, all’inizio del 2011, non tutto è filato
liscio e l’uccisione di politici di sinistra nel
2013 ha complicato ulteriormente la
situazione, rendendola esplosiva.
L’intervento e l’impegno dei quattro premiati col Nobel è stato decisivo e ha consentito di pervenire, nell’ottobre del
2014, all’approvazione unanime della
Costituzione. Ad essa perciò bisogna
attribuire la “responsabilità” dei recenti
attentati terroristici presso il museo del
Bardo e sulla spiaggia di Sousse, perché
riconosce il diritto alla libertà di stampa e
di coscienza e la perfetta uguaglianza tra
uomini e donne. E tutto questo, secondo
i fondamentalisti (terroristi e non), va
proibito in un Paese di popolazione quasi
totalmente musulmana, non solo perché
non lo permetterebbe il Corano (?), ma
soprattutto perché rappresenterebbe un
pericoloso e rischioso esempio per tutti
gli altri Paesi arabo – musulmani.
Quest’ultima è l’analoga motivazione che
ha portato all’uccisione di Aldo Moro e
al misterioso incidente d’auto a
Berlinguer in Bulgaria: per gli Americani
e i Russi, per ragioni diverse ma convergenti, giammai un partito comunista
avrebbe potuto governare in un Paese
dell’Occidente capitalistico.
Il Premio Nobel assegnato al
“Quartetto” non solo incoraggia la
Tunisia a proseguire sul cammino della
democrazia e del pluralismo, ma a mio
avviso, aspetto non evidenziato dai commentatori, riconosce anche la compatibilità dell’Islam con la democrazia. Tesi che
ho sempre difeso, pure dalle pagine di
questo giornale e sostenuta, peraltro, da
alcuni studiosi, intellettuali (il più noto è
Tariq Ramadan) e politici musulmani,
oltre che da fedeli (Malala!) seguaci del
Corano, come dimostra, appunto, il caso
della Tunisia. Certamente non è, questo
tra democrazia (intesa soprattutto come
pluralismo) e Islam, un rapporto facile e
tanto meno scontato, come testimoniano
tutti i Paesi arabo – musulmani, e solo in
parte il Pakistan. Ma non lo è stato nemmeno per il Cristianesimo e per la Chiesa
cattolica se verso la metà del XIX secolo
sosteneva ancora che ammettere la
libertà di coscienza è “assurda ed erronea
DOMENICA 18 OTTOBRE 10
PeppeVoltarelli
Live at Barbershop
L’Associazione Italiana Arbitri e la Planet
Onlus, a seguito del progetto “Defibrillatori,
formazione e Cultura Sportiva” messo in atto
a partire dal mese di febbraio 2015 con l’intento di stimolare la cultura della prevenzione
sanitaria, nei giorni 14, 15 e 16 ottobre scorsi
ha voluto donare tre defibrillatori ai seguenti
Istituti Scolastici: I.I.S. “Pizzini - Paola; I.I.S.
“G. Marconi – Siderno; I.I.S. “E. Fermi”
Catanzaro Lido. Promotori dell’iniziativa
sono stati Francesco Figliomeni presidente
Planet Onlus, Stefano Archinà presidente
regionale AIA, per il Marconi di Siderno il
dirigente Francesco Sacco e il professore Pino
Filastro.
Peppe Voltarelli ha da pochi giorni pubblicato il suo nuovo libro, durante la stesura del quale non ha mai smesso di suonare con la sua fidata chitarra acustica. Nel suo girovagare giornaliero, il cantautore calabrese è stato
spesso portavoce di una cultura classica calabrese che sa di mare e saggezza popolare. Mesi fa ha registrato un
suo classico presso un barbiere di Siderno che, oggi, potete vedere in tutto il suo splendore sul canale ufficiale
YouTube dell’artista. Cercate “Live at barbershop”!
FOTO NOTIZIA
Nicola Irto a
Gioiosa Jonica
parla del futuro
della Calabria
Bicincomune
pedala verso il
traguardo
A Siderno procede a passo spedito
la realizzazione del progetto
“Bicincomune” ma, come in ogni
grande impresa, c’è bisogno di precisa e specifica pianificazione. Per questo motivo, in settimana, l’assessore
Guttà, l’ufficio tecnico, quello di urbanistica, i vigili, l’impresa cui sono
stati affidati i lavori e alcuni consiglieri comunali si sono incontrati per
ridefinire alcuni dettagli del progetto
in corso d’opera. Le piccole aggiustature, comune, ci è stato assicurato
che non rallenteranno i lavori.
La locride incontra Pippo Civati
Il Comitato Territoriale Costa dei
Gelsomini Possibile incontra, per il
giorno 23 Ottobre 2015, Pippo Civati,
impegnato nel Tour del Sud a Gioiosa,
Roccella e Siderno. La Locride rappresenta la vera periferia politica
dell’Italia; deve essere conosciuta dai
nostri rappresentanti nazionali nel
miglior modo possibile per ottenere
proposte e soluzioni, assicurare vicinanza. La visita verterà su tre punti per
noi fondamentali per la crescita sociale del territorio: lavoro, accoglienza e
politica.
sentenza, o piuttosto delirio” e che
l’uomo non “è libero di abbracciare
e professare quella religione che …
avrà ritenuta vera”. E il Vaticano II
era ancora lontano.
Il potere, di qualunque natura, non
ha quasi mai favorito, anzi ha ostacolato, lo sviluppo della democrazia,
sia come riconoscimento di diritti e
libertà di… che come partecipazione. Il suo cammino è stato sempre
controverso e altalenante: ha avuto
fasi di avanzamento e di velocizzazione e altre di stasi o arretramento;
ha registrato successi e conquiste,
ma anche sconfitte. L’affermazione
della democrazia può richiedere
pazienza o una rivoluzione, a seconda delle situazioni storicamente definite, e comunque non può essere
imposta dall’esterno, perché tradirebbe se stessa. L’Islam ha “solo”
poco più di tredici secoli di esistenza,
ha avuto un lungo periodo di splendore in quasi tutti i campi della cultura e poi un medioevo durato fino
al secolo passato e dal quale, senza
sperimentare una fase intermedia, è
passato direttamente nella modernità, privo di strumenti culturali e
politici per confrontarsi efficacemente con essa e farla propria. Anzi,
identificandola con l’Occidente, per
molti suoi aspetti l’ha contrastata.
Non gli sarà facile, pertanto, coniugarsi con la democrazia, ma sicuramente è possibile. Il Premio Nobel al
“Quartetto” tunisino è una scommessa e un atto di fiducia. Tocca
all’Islam moderato, che io ritengo
maggioritario sebbene silenzioso e
passivo, vincere questa decisiva
scommessa.
Antonio Scordino
La scorsa settimana, a Gioiosa
Jonica, si è svolto un convegno
organizzato dal Circolo del Partito
Democratico cittadino dal titolo
“Le sfide di oggi - la Calabria di
Domani”. Il giornalista Bruno
Gemelli ha intervistato il Presidente
del Consiglio Regionale Nicola Irto,
che ha proposto all'Ufficio di
Presidenza la rotazione dei dirigenti
del Consiglio dal 1° ottobre.
Un atto he dovrebbe agevolare la
trasparenza amministrativa
regionale.
La notte insonne
dei tre leader
Non possiamo che fare i nostri complimenti ai
colleghi di Corriere della Calabria che, nella
tarda notte di lunedì, hanno “pizzicato”, nei
pressi di Palazzo Chigi, Antonio Gentile, Marco
Minniti e Mario Oliverio. Come riportato nel
breve articolo pubblicato online, “cosa avevano
da dirsi il sottosegretario alla Sicurezza, il governatore ed il leader del Nuovo centrodestra in
Calabria” sarà certamente difficile scoprirlo.
Certo è che questo confronto lascia immaginare un nuovo assetto di potere…
ATTUALITÀ
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DOMENICA 18 OTTOBRE 12
PRIMO NEL SUO GENERE NEL NOSTRO TERRITORIO, DOMENICO GARREFFA
HA PASSATO LA VITA A FARE IL TIPOGRAFO, COLTIVANDO UNA PASSIONE PER
LA CARTA STAMPATA CHE GLI HA FATTO CAPIRE QUANTO ESSA SIA
FONDAMENTALE PER FORGIARE IL FUTURO DEL NOSTRO TERRITORIO.
Dai caratteri mobili ai computer:
la tipografia secondo Garreffa
“Non avendo
personale
preparato, gli inizi
furono difficili.
Non si trattava
solo di coltivare
una passione, ma
di preparare chi
voleva lavorare”
“Oggi la
tipografia ha un
attivo di oltre 400
titoli, anche di
grande spessore
culturale e che ci
hanno permesso
di ottenere
riconoscimenti
importanti”
editoria, nella Locride, è stato un
affare che negli anni ha attirato più
di un imprenditore. Il fascino della
carta stampata e la presenza di indiscutibili talenti della penna nel
nostro territorio sono stati gli ingredienti perfetti per creare attività di successo,
nella maggior parte dei casi in grado di far esprimere al meglio professionalità uniche come quella del signor Domenico Garreffa, che nel settore
vi ha trascorso la maggior parte della propria
vita.
«A gennaio celebrerò le nozze d’oro della mia
presenza nel settore» esordisce facendo danzare
le dita della mano destra fino a comporre il
numero cinque.
Quando il signor Garreffa cominciò a lavorare, in
quel freddo principio del 1966, aveva appena raggiunto la maggiore età e si era rivolto alla tipografia del seminario arcivescovile di Nicastro per
imparare il mestiere.
«Venivo pagato così saltuariamente che posso
affermare di averlo fatto gratis, nei primi due
anni. Quando la situazione cominciò a essere
davvero complicata, tuttavia, pretesi un pagamento regolare e riuscì a strappare un compenso
di 20.000 lire al mese, percepite nell’ultimo
periodo della mia permanenza a Nicastro, prima
di decidere di seguire mio fratello in settentrione.
«Arrivammo a Torino nella speranza di trovare
due posti di lavoro che ci dessero da vivere ma,
nell’arco di poco tempo mi resi conto che nella
tipografia non si poteva entrare senza una raccomandazione e non importava quanto il datore di
lavoro al quale mi rivolgevo avesse bisogno di
compositori.
«Fortunatamente, anche se mi aveva detto che
non se la sentiva di assumermi perché valevo più
di quanto potesse pagarmi, trovai in Totò
Serafino un amico disponibile e pronto a darmi
quella raccomandazione che cercavo. Dopo tre
mesi trascorsi a fare il manovale, quindi, mi presentai con la mia lettera a Cuneo, dove avrei
lavorato per diversi mesi guadagnando 50.000
lire al mese, e ottenendo che vitto e alloggio fossero a carico del mio datore di lavoro.
«In quello stesso 1969, però, ricevetti la visita dei
carabinieri che mi sollecitavano ad andare a fare
il militare, una chiamata alla quale non avevo
risposto prima perché la lettera era arrivata in
Calabria e mia madre l’aveva erroneamente buttata. Feci il mio dovere ma, quando tornai a
reclamare il mio posto di lavoro, era già stato
riassegnato.
«Ancora una volta fu una lettera di raccomandazione a salvarmi e indirizzarmi a Torino, dove
sarei rimasto i sedici anni successivi.
«In quel lungo lasso di tempo non furono rare le
occasioni in cui assistetti alla promozione di persone meno qualificate di me, che diventavano
L’
spesso mei capi anche se io possedevo una laurea
e loro no. Quando chiesi al titolare spiegazioni
mi venne detto con onestà che non poteva non
ascoltare le indicazioni di chi gli diceva che le
persone che andavano avanti con la carriera
erano più in gamba di me, una condizione alla
quale comunque decisi di non sottostare, finendo
con il decidere di tornare in Calabria.
«Era il 1987 quando, il 22 febbraio, aprii la mia
tipografia di Ardore Marina.
«Non avendo a disposizione personale preparato,
gli inizi furono difficili. Non si trattava solo di
coltivare una passione, ma di preparare professionalmente chi voleva lavorare. Anche se dovevamo programmare molto bene tutto il lavoro da
un mese all’altro, l’azienda riuscì a espandersi e,
nell’arco di poco tempo, riuscimmo a farci strada
nel settore evitando di arrecare fastidi ai colleghi
e stipulando contratti con grandi case editrici
come Einaudi o Mondadori. Coltivando una nicchia di clienti e conoscenze, attirai anche l’intellettualità della Locride interessata a stampare
libri e che, per la prima volta nella storia, poteva
recarsi dietro casa anziché andare fino a Cosenza
o Chiaravalle.
«Partecipammo a fiere del libro locali e cominciammo a proporre agli editori di zona collaborazioni che facessero da vetrina agli scrittori del
comprensorio. Aiutammo tanti autori a pubblicare le proprie opere: Mimmo Romeo, i presidi
Pascale e Papaluca, il professore Incorpora, Enzo
Cataldo, saggisti e poeti come Peppe Coniglio,
che aveva la poesia nel sangue.
«La mia idea iniziale non era quella di fare editoria, ma essere piuttosto un supporto agli editori.
Non avendo però ricevuto preventivi o proposte,
non rimasi con le mani in mano e cominciai a
lavorare anche per me stesso. Il primo libro che
stampai per mio conto fu un libro sulla riviera dei
Gelsomini di Rocco Ritorto e oggi la tipografia
ha un attivo di oltre quattrocento titoli, anche di
grande spessore culturale e che ci hanno permesso di ottenere premi e riconoscimenti importanti.
«Sono davvero soddisfatto di quanto sono riuscito a fare in questi anni, di come, nel mio piccolo,
ho valorizzato la produzione di libri che sono
ancora oggi fondamentali alla costruzione del
futuro del territorio.
«Oggi, tutto quello che ho costruito con fatica si
fa molto più facilmente grazie all’avvento delle
nuove tecnologie. Ho dovuto buttare sei o settecento milioni di macchine ormai completamente
obsolete. È finito il tempo della stampa a caratteri mobili, oggi dal computer si accede direttamente alle lastre e questo, benché abbia accorciato i tempi permettendo di stampare quasi in
tempo reale, ha implicato la perdita di molti posti
di lavoro.
«Mi sento però di mettere in guardia chi si rivolge a questi improvvisati tipografi di internet con
offerte vantaggiose perché, ancora oggi, si paga
l’effettiva qualità della stampa ed è facile cadere
in tranelli che rovinano il nostro lavoro e svalutano anche il cartaceo, che mantiene invece ancora
un’importanza fondamentale nella vita di tutti i
giorni.
«La mia attività, purtroppo, ha subito una pesante battuta d’arresto con il gravissimo incendio
che abbiamo subito nel 2010 e che mi ha in breve
fatto sommergere dai debiti. A causa di un errore da parte dell’Agenzia delle Entrate, negli ultimi cinque anni Equitalia mi è stata con il fiato sul
collo impedendomi di risollevarmi dopo la caduta.
«Il nostro Paese, purtroppo, come perdona e riabilita chi compie i più efferati delitti, non consente invece a chi ha un problema con il fisco di
poter sanare i propri conti e lo tratta come un criminale a cui non rivolgere più la parola.
«Nonostante tutto, oggi cerco ancora di riprendere le redini del mio lavoro e qualcuno che
voglia raccogliere la mia eredità.
«Se solo si capisse che questa regione può ripartire non inseguendo le utopie delle grandi aziende, ma agevolando le piccole e medie imprese,
vivremmo in un territorio meraviglioso».
Jacopo Giuca
GERENZA
Registrata al Tribunale
di Locri (RC) N° 1/14
Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di
preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da
intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla
redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti.
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tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle
rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali,
sono da ritenersi direttamente responsabili.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Dedica a
Pippo
Galeano e
agli amici
La presenza giornaliera dei suoi
cari amici nel luogo che Lui
stesso ha ideato, costruito e
ricamato, dimostra il dolore e la
malinconia rimasta nel più
profondo dei loro cuori quasi
increduli per la Sua improvvisa
scomparsa e che non si arrendono. Anzi, al solito orario, siedono in quelle panchine dove
anche Lui, Pippo, si sedeva
ricordandolo come fosse ancora
lì con loro per parlare e discutere di tutto, al primo posto il calcio. Anche io lo ricorderò sempre per la Sua gentilezza. Si
spera veramente che Pippo ci
stia guardando da Lassù e
magari sorridendo ci dica: “Io
sono in mezzo a Voi, sento tutto
quello che dite e mi piace ascoltarvi…carissimi amici miei”.
Direttore responsabile:
MARIA GIOVANNA COGLIANDRO
Editorialista:
ILARIO AMMENDOLIA
COLLABORATORI:
Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Cristina
Caminiti, Eleonora Aragona, Franco
Parrello, Domenico Spanò, Sara Leone,
Sara Jacopetta, Katia Candido.
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Siderno torna a essere
presidio di legalità
Ogni tanto le istituzioni della Locride sull’argomento giustizia fanno degli atti positivi come lo è stato, qualche settimana fa, il
ripristino degli uffici del giudice di pace a
Siderno. Un piccolo segno per il nostro territorio che sta finalmente ritrovando la luce
della legalità. Un forte messaggio che fa ben
sperare i cittadini e quelle realtà isolate e
aggredite dalla presenza di un sistema che
nell’illegalità trova linfa. Un sistema che fa
venir meno quel senso di giustizia e d’equità
necessario all’uomo per contribuire a realizzare il bene comune. La giustizia ha un
ruolo centrale per lo sviluppo economico e
culturale di un territorio.
La giustizia, abbattendo l’illegalità, può far
rifiorire la Locride facendola diventare un
giardino pieno di opportunità.
L’augurio è che questo sia il primo passo di
numerosi altri che condurranno la Locride
sul sentiero luminoso della legalità.
Paolo Piscioneri
Anche il Surfcasting sceglie Siderno
per il suo Campionato nazionale
Per richieste di pubblicità rivolgersi a:
PI GRECO Comunication srl info 0964383251
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DOMENICA 18 OTTOBRE 14
L’Arte va
salvata!
Fa parte delle 14 formelle in bronzo in
cui è rappresentata con grande maestria la Via Crucis, il percorso doloroso
di Cristo che si avvia alla crocifissione
sul Golgota. In particolare si tratta
dell'XI stazione, "Gesù è inchiodato
sulla croce". La formella è stata fatta
oggetto di atti vandalici da parte di
balordi che hanno offeso non solo l'arte
ma anche la sua straordinaria efficacia
di comunicare attraverso la bellezza
delle forme sensibili, la storia dell'alleanza tra Dio e l'uomo. Per fortuna c'è
chi ancora mostra grande sensibilità nei
confronti sia del patrimonio artistico
che religioso. Il signor Benito Stinà
provvederà di tasca sua alla recinzione
dell'area in cui sono esposte le formelle
insieme alla statua di Padre Pio, così da
preservarle da nuovi eventuali atti vandalici. "Il preventivo di spesa è pronto" dichiara il signor Benito Stinà al quale
va tutta la nostra gratitudine per l'ammirevole gesto.
Mimmo Massara
La scorsa settimana, grazie a un accordo tra il Comune, l’Associazione Dilettantistica Pesca Sportiva “Alta Marea” e l’ASD Surfcasting, si è
svolto a Siderno il Campionato Italiano Over 55 di Surf Casting 2015 con canna a riva. Il Comune ha avuto ancora una volta il patrocinio di
un evento sportivo di rilevanza nazionale, al quale hanno partecipato 150 atleti provenienti da tutto il Paese. La gara si è svolta dalle 16 alle
24 del 10 ottobre, su tutto il tratto di spiaggia antistante il lungomare.
LA LETTERA
Treassoluzionieancoraciperseguitano
Egregio Direttore,
sono con la presente a informarla su quanto ingiustamente abbiamo dovuto subire dal
2011 a oggi. Mi rivolgo a lei perché è un grande giornalista giusto e dice le cose per come
veramente sono e non per come altri vogliono farle apparire.
Premetto che sia io che mia moglie siamo imprenditori calabresi onesti e commercianti
che operavano a Brancaleone sia nel settore immobiliare che commercio avuto veicoli,
il commercio di autoveicoli nasce ne 2000, mentre il settore immobiliare nel 2006 per la
realizzazione del "Gioiello Del Mare" complesso turistico in fase di costruzione in Galati
frazione di Brancaleone.
A febbraio 2011 la Guardia di Finanza di Locri effettua una verifica presso Autosalone
La Rosa Dei Venti SNC di Cuppari e Rodà, a fine settembre 2011 a conclusione della
verifica, la Guardia di Finanza ipotizza una fantomatica e maxi evasione fiscale di
7,400,000,00 che noi avremmo fatto tra il 2008/200. Trasmettono il tutto alla Procura di
Locri e chiedono autorizzazione per la divulgazione della grande notizia che puntualmente viene pubblicata su tutti i quotidiani il 5 ottobre 2011, ovviamente con titoli giganteschi e cifre da capogiro "7,4 milioni".
La notizia fa molto rumore e ovviamente tanta paura, il popolo reagisce male, evita di
entrare anche a farsi fare un preventivo, e alla fine La Rosa Dei Venti SNC finisce di
lavorare e arriva alla chiusura dell'azienda, che prima della verifica aveva un volume di
affari di oltre un milione di euro annuo, azienda che dal 2000 aveva creato in
Brancaleone un indotto lavorativo non indifferente. Lavoravano, infatti, carrozzieri,
meccanici, autolavaggi, fornitori auto ricambi, operai, impiegati ecc... oltre che permetteva a me e alla mia famiglia di vivere dignitosamente e nel pieno rispetto della legalità.
In merito a quanto avviato dalla Guardia di Finanza, la Procura avvia un procedimento
penale e amministrativo, veniamo iscritti nel registro indagati e successivamente rinviati
a giudizio, il procedimento si conclude il 1 ottobre con Assoluzione perché il fatto non
sussiste, ma veramente bisognava arrivare a processo per stabilirlo? No... era evidente e
chiaro, però siccome c'era un progetto a monte per delegittimare e colpevolizzare il
Cuppari a tutti i costi, anche con le falsità, era necessario ipotizzare una fantomatica evasione fiscale che potesse contribuire all'abbattimento fisico, morale, mentale, economico, materiale, imprenditoriale e commerciale, che da lì a breve arriva puntuale nel 2013
(operazione Metropolis) con la nostra distruzione e annientamento totale. Non aggiungo altro perché ho sempre letto ciò che lei ha scritto a riguardo, quindi immagino che lei
sappia quanto di vero ci sia in Metropolis...
Io dico che tutto ciò non sia giusto, anche noi uomini, donne, imprenditori, commercianti e popolazione della Locride, abbiamo il diritto di vivere, di fare, di creare, di sviluppare ed essere orgogliosi di essere calabresi, come ogni cittadino italiano onesto.
Questa è la nostra terza assoluzione dal 2008 ad oggi, la persecuzione non ha avuto limiti... adesso manca la grande assoluzione che arriverà entro l'anno... quella in Metropolis,
dove io sono uno dei tantissimi innocenti...
Cordiali saluti
Antonio Cuppari
RIVIERA
ATTUALITÀ
Asili ieri e oggi
INSIEMEAITEMPISISONOEVOLUTEANCHELESCUOLED’INFANZIACHEHANNO ADOTTATONUOVISTATUTI
La Montessori ha introdotto, in pedagogia,
un metodo che si basa sull'indipendenza, sulla
libertà di scelta del proprio percorso educativo (entro limiti codificati) e sul rispetto per il
naturale sviluppo fisico, psicologico e sociale
del bambino.
Sono molti gli asili e le scuole che oggi adottano il metodo Montessori.
In molti altri casi, invece, gli asili e le scuole
adottano un metodo più "tradizionale".
Ho un vago ricordo di quando, così piccola,
mia madre mi portava all’asilo lasciandomi lì
disperata senza alcuna pietà di me, che ero la
sua prima figlia. La maestra Concetta mi consolava, ma in realtà bastava solo che mia
madre sparisse dal mio raggio di vista e la sceneggiata, che si ripeteva puntualmente dal
lunedì al venerdì, volgeva al termine.
Venti secondi dopo - mi hanno sempre raccontato - stavo già giocando e ridendo con i
miei compagnetti.
Il punteruolo era il mio "impegno" preferito,
mentre il momento che prediligevo era
senz’altro quello della colazione. Le nostri
madri preparavano accuratamente una pietanza prelibata da consumare insieme agli
altri.
I tempi poi si sono evoluti e anche gli asili più
"tradizionali" hanno adottato uno statuto
diverso.
In questi ultimi anni si è fatta avanti una strategia che consente ai più piccoli di potersi gradualmente adattare alla nuova esperienza,
quella dell’asilo, grazie alla presenza dei genitori, che i primi giorni rimangono accanto ai
“
Negli ultimi anni si è fatta
strada una strategia che
permette ai bimbi di
potersi gradualmente
adattare alla nuova
esperienza. Si chiama
"inserimento" o anche
“ambientamento”e vede
spesso le madri ostaggio
di regolamenti.
figli, rendendo meno traumatica la nuova
esperienza fuori dalle mura di casa. E allora le
si vede tutte impegnate queste mamme a
chiedere permessi dal lavoro, coinvolte in un
progetto chiamato "inserimento" o anche
“ambientamento” che le vede spesso ostaggio
di regolamenti.
Le maestre sono diventate più rigorose,
hanno stabilito che all'ora di colazione i bambini debbano consumare tutti lo stesso cibo.
Oggi tutti biscotti, domani crackers e succhi di
frutta.
Asili frequentati da bambini che già a tre anni
sanno contare in inglese, e poi magari sbagliano ancora un accento italiano. Bambini che
"mamma, oggi mi sono relazionato con due
nuovi bambini" e che ti danno la sensazione di
parlare con degli adulti in miniatura. Scriccioli
di uomo che quando si presentano allungano
il braccino, porgendo la manina e affermando:"piacere, Domenico".
Ma in realtà non sono le modalità a essere
cambiate, bensì sono state queste ultime a
essersi adattate ai tempi mutati.
Bimbi molto più brillanti e ingegnosi, bimbi
che si esprimono come adolescenti, bimbi che
utilizzano un registro linguistico in cui "effettuare" si è sostituito a "fare", e "bella zio" ha
preso il posto dell’ormai fuori moda "ciao".
Ad ogni modo, la cosa più importante è che,
indipendentemente dal tipo di asilo, i bambini possano vivere la loro spensieratezza e prepararsi a un lungo percorso di studio, che sicuramente interesserà gran parte della loro vita.
Sara Leone
“
Gli asili oggi sono frequentati da bambini che a tre
anni sanno contare in
inglese, quando magari
sbagliano ancora un accento italiano. Bambini che
utilizzano un registro linguistico in cui "effettuare"
si è sostituito a "fare", e
"bella zio" ha preso il posto
del vecchio "ciao".
SETTIMANALE
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DOMENICA 18 OTTOBRE
17
Baby
in
love,
anche i bambini si innamorano
Le farfalle iniziano
a svolazzare nello
stomaco già dalla
tenera infanzia.
Ed è
proprio quello
nato all’asilo
l’innamoramento
vero e proprio
he l’amore non ha età ce lo dimostrano sicuramente le foto della
bellissima Elisabetta Gregoraci
fasciata nel suo bikini a
Formentera, immortalata accanto
al marito, Flavio Briatore, noto
imprenditore, stretto pure lui in un costume...troppo stretto! (nota la sua pancia che
fuoriesce dai bordi dei bermuda). Ma la
domanda è: a che età inizia l’amore? E soprattutto, cosa ne pensano i bambini dell’amore?
Un po’ di tempo fa, girava sui social un video
che vedeva come protagonisti bambini intenti a spiegare il loro concetto di amore: roba
che avrebbe fatto intenerire anche il più cinico e antiromantico uomo del pianeta.
Accanto al video, si sono posizionate altre
interviste rivolte alla tenera età che ha risposto con frasi come “L’amore è quando
mamma dà a papà il pezzo più buono del
pollo”, “L’amore è quando la ragazza si mette
il profumo, il ragazzo il dopobarba, poi escono insieme per annusarsi”. Per cui, i bambini
possono innamorarsi? Sembrerebbe di sì. In
C
I genitori non
devono
allarmarsi,il
sentimento
d’amore è
spontaneo e
privo di un
appagamento
sessuale.
tal caso, si parla di innamoramento vero e
proprio, pur non potendo essere paragonato a
quello della sfera adulta in cui troviamo un
più alto obiettivo sentimentale e sessuale (e
quindi, una prospettiva futura investita sull’oggetto d’amore).
Quello dei bambini è un amore più istintivo,
finalizzato all’appagamento di un desiderio
imminente, che potrebbe essere “Voglio giocare con te, voglio stare con te”: un amore platonico insomma. Questo sentimento si va ad
affinare con l’ingresso alla scuola elementare,
in cui trovano spazio la vergogna e l’imbarazzo, manifestati con batticuore, sudorazione e
rossore. Ma i bambini hanno la loro sana dose
di pudore, e cercano di nasconderlo. E per
tale motivo, non vanno assolutamente derisi.
Il ruolo dei genitori è fondamentale ed è in
questo momento che devono empatizzare con
i propri figli.
Qualora dovessero notare la propria figlioletta camminare per mano con un bimbetto,
tenere lontani allarmismi ed esagerate preoccupazioni (e non il bambino da vostra figlia!).
I bambini vivono il sentimento dell’amore
con assoluta spontaneità, come suddetto,
privo di un appagamento sessuale. Per tale
ragione, il momento si mostra proficuo per
spiegare loro, in modo semplice, cos’è questo
sentimento che può renderli felici o tristi.
Se glielo spiegherete, riuscirete a rendere i
vostri piccoli più consapevoli delle emozioni
provate e no, questo parlarne non sortirà l’effetto di spingerli a rapporti sessuali prematuri o a ritrovarvi nonni in giovanissima età. I
tabù lasciamoli alle carte del famoso gioco da
tavola che ci riempie le serate natalizie, e non
ai nostri figli.
Altro atteggiamento assolutamente da non
assumere è il prenderli in giro, soprattutto in
presenza di altre persone: il bambino percepirà questa situazione come anomala e da
tenere nascosta. Per cui, se pensavate che le
farfalle svolazzavano solamente nello stomaco degli adolescenti, vi sbagliavate. E se credevate che i sentimenti di gelosia logorassero
solo quei cocciuti degli adulti, credevate male.
Ciò che differenzia l’innamoramento infantile
da quello adolescenziale e adulto è l’assoluta
mancanza di malizia.
Loro tendono a dividersi i giochi o la merenda e a ospitare l’amato sotto l’ombrello all’uscita da scuola. Gesti spontanei che non conoscono la comunicazione tramite la tecnologia.
Per rendere l’idea di quanto puro possa essere il sentimento dell’amore per un bambino,
concludiamo con una lettera che Bennet,
quattro anni, ha chiesto alla sua mamma di
scrivere per la sua amata Baily: “Vuoi venire a
giocare a casa mia? Giochiamo insieme. Sei
bella come un pony o una coccinella, ancora
non ho capito a quale dei due assomigli di
più. Vieni a casa mia a mangiare il formaggio con me. Vorrei fare un trucco magico per
te e farti vedere la battaglia dei robot. Con
affetto, Bennet”.
Sara Jacopetta
RIVIERA
UN SAGGIO SULL’INCONTRO TRA I SERVIZI
SANITARI E L’INTERNET TECHNOLOGY
Il 7 novembre, alle ore 18:30, nella sala del consiglio Comunale di Marina di Gioiosa Jonica, in Piazza dei Mille, verrà presentato il libro “Sotto controllo”, della giovane giornalista dell’Espresso
Cristina Da Rold. Il libro è un saggio sull'incontro tra i Servizi Sanitari e la Internet Technology. Tratta di un tema, la Sanità, che per la Calabria, e per il territorio della Locride in particolare,
rappresenta un’emergenza non nuova ma sempre attuale. Una delle caratteristiche della nostra sanità è infatti quella di vivere in costante stato di emergenza, tentando spesso di difendere
l'indifendibile. Il testo ci dà invece l’occasione di avere un approccio del tutto diverso, che può valere per la Calabria come per il resto del Paese, dove pare che l'unico strumento a disposizione di chi governa per sistemare le cose sia il taglio delle risorse nel momento in cui sarebbe invece necessaria una grande e vera riforma che veda nell'innovazione tecnologica e nella scommessa sulle risorse umane la vera chiave di volta per risanare un sistema vitale per tutti.
CULTURA E SOCIETA’
Apre a Locri una nuova
biblioteca con uno straordinario
patrimonio di 9500 libri
L’arte della seduzione
Il Gallismo
gallismo è un regalo che V.
Brancati ci offre per denotare
certi aspetti del costume
italiano e meridionale. Si tratta
di un “difetto” o “mania” da cui
è molto difficile esserne immuni. Il suo
diretto sinonimo è il dongiovannismo e
rimanda proprio al mito di Don
Giovanni che tanto ha ispirato W. A.
Mozart da crearne la nota opera, il Don
Giovanni per l’appunto. Ciò che qui ci
interessa ricordare è l’arte della
seduzione, l’intimo segreto, che può
essere riassunto con un solo termine:
vivere l’immediatezza. Ben lungi
dunque dall’essere un “intrigante” che
aspetta di cogliere lo spazio vuoto che si
interpone in un rapporto di coppia e ben
lungi dall’essere un personaggio
“visivo”, Don Giovanni – a dire di S.
Kierkegaard – ha come arma segreta la
musica,
“suo vero medium
espressivo”. È essa che ha favorito la
seduzione di 1003 donne, in attesa che
la lista continui all’infinito, unitamente
all’immediatezza che rende la sua vita
simile a un vino spumeggiante che il
personaggio leva in alto per brindare e
sempre pronto per l’attacco vittorioso
(sulle donne). Vitaliano Brancati (19071954) ripropone negli anni Quaranta
questo mito adattandolo alla realtà
nazionale e siciliana in particolare. Il
Don Giovanni siciliano è estrapolato
tuttavia dalla realtà che lo circonda e di
certo l’autore ne aveva tanti esemplari a
sua disposizione. È prima di tutto un
personaggio molto contento di sé, fiero.
Di una fierezza talmente singolare “che
par di vedere qualcosa di vermiglio. “La
ragione di questa fierezza è molto
semplice: non è l’essere stati buoni, né
tantomeno generosi, oppure mansueti,
giusti e misericordiosi, ma l’essere bravi
nelle «faccende amorose» o, per lo
meno, credere di esserlo”. Questa
bravura vera o presunta conferisce nello
stesso tempo un particolare senso
dell’onore non solo all’individuo ma
all’intera stirpe. Che cosa farebbero gli
antenati se sapessero che un loro
rampollo ha fatto “cilecca” con l’altro
sesso? Oppure: che cosa farebbero se
sapessero che un loro rampollo non
prova alcun interesse o attrattiva per il
mondo femminile? La risposta è molto
semplice: si rivolterebbero nella tomba!
Sembrava che queste problematiche
facessero parte della storia della
letteratura e della storia del costume
italiano da relegare a un passato, seppur
recente, ma quanto raccontatomi da un
genitore e anche da altri aneddoti dei
nostri giovani, mi fanno pensare che
siamo in piena riproposizione di questa
“malattia”. Durante un incontro scuolafamiglia un genitore, mio conoscente da
tempo, mi chiede: “Ciao, come va,
tutto a posto, mio figlio?”. “Tutto bene
– risposi – tuo figlio è un bravo ragazzo.
È serio, diligente, rispetta le scadenze ed
è motivato”. Poi parlammo di cose più
generali: del Paese, della classe
Il
dirigente, di cose quotidiane, del lavoro,
del futuro. Mi strinse la mano destra
prima di prendere commiato da me e
con un po’ di imbarazzo e di orgoglio
mi disse: “Vorrei porti una domanda
piuttosto delicata”. “Prego, dimmi” –
risposi . “Senti – mi disse sottovoce in
modo tale che nessuno sentisse – lo so
che non dovrei, ma non posso andare a
casa con questo dilemma”. “Dimmi
tutto” - gli dissi incoraggiandolo a
comunicarmi la cosa . E lui: “Ma mio
figlio, a scuola , come si comporta?
Voglio dire: le ragazze le guarda? Lo
vedi con ragazze?”. In tutta onesta,
rimasi un po’ spiazzato e anche
imbarazzato, ma subito lo tranquillizzai:
“Ma certo”- risposi- “altroché!”.
Quell’altroché lo liberò dall’ansia e
dalla paura che da tempo sicuramente lo
assillava, e una volta che ebbe conferma
che suo figlio era “normale” mi
ringraziò persino come se io avessi
avuto qualche merito. Gli ritornò il
sorriso sulle labbra e i suoi occhi
brillarono dalla contentezza. Con gioia
sfilò la sua mano destra che teneva
vincolata alla mia da quando mi pose la
domanda e in sottovoce disse: “Sai
questi giovani, parlano così poco con
noi. Io alla sua età ero già fidanzato con
la mia ex moglie ed ero già reduce da
diverse storie amorose. Ero seriamente
preoccupato che mio figlio da questo
punto di vista non mi assomigliasse”.
“Tranquillo – risposi, - buon sangue non
mente e gatto fa gatti per prendere topi”.
(Segue…)
Domenico Angilletta
“
Chi è affetto da
gallismo è fiero
di sè. Una
fierezza che
deriva dall’essere
bravi nelle
faccende
amorose o, per
lo meno,
credere di eserlo.
Il 28 ottobre 2015, alle ore 17.30, presso la Sala della Cultura di Locri,
sarà presentata la nuova “Biblioteca Greco”.
Dopo i saluti del Sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, e di Albarosa
Dolfin, Presidente del Sidus di Siderno, introdurranno i lavori
Gabriella Mollica Luly, Presidente del Consiglio degli Avvocati di
Locri, e Anna Meduri Greco.
A curare la catalogazione e la classificazione, Domenica Marra e
Francesco Bosurgi.
L’iniziativa è scaturita dal completato lavoro di catalogazione e di
classificazione di un corposo patrimonio librario di circa 9500 libri e
riviste, che hanno costituito l’impegno e la cura costanti dell’intera
vita dell’Avv. Aldo Greco, novantenne nel 2009.
I testi presenti nella biblioteca, da lui amorevolmente e sapientemente raccolti, riflettono l’interesse per il mondo classico, l’impegno della
ricerca filosofica e religiosa lungo tutti i secoli dell’età antica, moderna e contemporanea, l’amore per le forme dell’arte, in particolare la
pittura e la musica, la ricchezza e la complessità delle varie letterature, dalle classiche a quelle del ‘900 e soprattutto della prima parte di
esso.
In filigrana, osservando i nomi delle stamperie e delle case editrici e
le loro localizzazioni geografiche, si può delineare la vivacità e la diffusione della vita culturale italiana che, fino al primo decennio del
Novecento, ha visto il Meridione d’Italia in posizione di prim’ordine.
Nell’incontro saranno proiettate le slides delle copertine più interessanti, sia per peculiarità (che saranno illustrate nell’incontro) sia per
vetustà e preziosità delle pubblicazioni.
La famiglia Greco è disponibile alla reperibilità on-line del catalogo
mediante un possibile collegamento alla rete delle biblioteche, entro
i tempi che saranno necessari per il riversamento del catalogo in un
software dedicato.
Si ritiene che il territorio, le scuole, le varie istituzioni e gli studiosi
possano giovarsi dell’incremento dei beni culturali fruibili “a Km 0”.
Ritrovarsi nell'Archetipo
Presentata il 3 ottobre a palazzo Baldari, a Gioia Tauro, una nuova
Associazione Culturale che annovera tra i suoi soci professionisti e
ricercatori di rilievo nel campo formativo socio-economico.
L'Associazione Culturale "Ritrovarsi nell'archetipo" è stata presentata ufficialmente al pubblico e alla stampa sabato 3 ottobre
2015, in un sito storico molto fascinoso, ricco di arte e storia, qual
è palazzo Baldari, nella città di Gioia Tauro.
Dopo i saluti di rito, la Prof.ssa Piera Angela Cutri, in qualità di
Presidente, ha voluto sottolineare le finalità dell'Associazione
Culturale che partendo da una profonda analisi del territorio si
prefigge di trovare, attraverso processi culturali- formativi, soluzioni alle varie problematiche che investono la società attuale, quella
giovanile in particolare.
L'Associazione annovera tra i suoi soci professionisti e ricercatori
di rilievo nel campo formativo socio-economico e usufruirà nell'arco del suo percorso di figure professionalmente preparate a seconda delle tematiche che di volta in volta verranno affrontate nei vari
convegni.
È seguito un saluto dell'Assessore alla Cultura Francesco Toscano
che, con un linguaggio politico, colto, schietto e determinato, ha
trasmesso un messaggio foriero di traguardi che si possono raggiungere lavorando con impegno e buon senso.
Ha preso, quindi, la parola la prof.ssa Giuseppina De Marco,
docente presso l'Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, che
presentando il suo libro "Reggio Calabria e il suo Museo" ha sottolineato l'amore verso la propria terra e l'importanza che questi
"involucri architettonici" rivestono e dove continuano a vivere
importanti frammenti della nostra storia.
È seguita la relazione della prof.ssa Filardi Roberta docente di
Storia dell'Arte presso il Liceo Artisto "Mattia Preti" Reggio
Calabria, la quale partendo da una analisi storico-sociale della
Città dello Stretto, ha messo a fuoco con dovizia di particolari tutto
il percorso che l'edificio ha fatto e che il progettista arch. Piacentini
è riuscito a consegnarci.
Un'opera di grande valore artistico-sociale che tuttora, nonostante qualche discutibile intervento, rimane un esempio di architettura solida, razionale, e che con i suoi spunti neoclassici guarda
comunque al futuro.
Ed è proprio al futuro che è indirizzato l'intervento del prof.
Giuliano Zucco, ex docente del Liceo Artistico di Siderno, mentre
relaziona su un suo dipinto che per l'occasione ha realizzato.
In tema con l'Archetipo, il prof. Zucco ci parla dell'Homo Sapiens
Sapiens che sopravvivendo ha dato origine a quella progenie che
anche se diversificata oggi abita tutta la terra. "Grazie alla capacità
di emigrare, convivere e ristrutturare continuamente il suo habitat,
l'uomo è riuscito a evolversi nel tempo; ma più di tutto è stata la
sua curiosità, la sete di nuove conoscenze, caratteristica che
rimarrà sempre nel suo DNA, e che lo condurrà forse tra un
miliardo di anni a continuare a vivere nell'extra-sole.
Da questa riflessione si deduce quanto sia importante la cultura
che anche se non ha fatto aumentare più di tanto il volume del cervello, lo ha potenziato continuamente in un crescens evolutivo di
tutto rispetto.
Ed è in questo ambito che naviga l'Ulisse dentro di noi, "uomini in
cammino", metafora che ci appartiene in ogni sua accezione e che
dovrà far riflettere nei prossimi millenni. La percezione e l'adattabilità - continua Zucco - sono il terreno su cui l'uomo dovrà ancora camminare se vuole raggiungere risultati per la propria sopravvivenza. (Darwin docet)
Spesso si raggiungono risultati a volte impensabili se si è determinati, se si sa dove andare e come arrivarci. “ANDARE OLTRE”
è bello, è fascinoso ma se sappiamo comunque cosa ci attende
dopo.
Un pò del "Dio limite" accanto spesso non fa male, anche perchè
non sempre chi eccelle vince, ma chi vince eccelle!... Riflettiamoci
sopra - conclude il professore Zucco - arrivederci alla prossima
volta".
RIVIERA
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DOMENICA 18 OTTOBRE
19
Il cardiologo e medico dello sport
Dr Michele Iannopollo
L'effetto tossico sul cuore delle sostante
utilizzate per migliorare le prestazioni fisiche
utilizzo di farmaci per migliorare le prestazioni fisiche nello sport a livello sia agonistico che
dilettantistico, fenomeno diffuso soprattutto
tra coloro che considerano la forma fisica fondamentale per la propria immagine pubblica,
coinvolge soggetti di età sempre più giovane
ma interessa spesso anche la popolazione più matura.
Tra queste sostanze, numerose sono quelle proibite dalla
WADA (World Anti Doping Agency) e quindi considerate doping a tutti gli effetti.
Questo bisogno di ottenere a tutti i costi prestazione e
forma fisica sportiva comporta un uso sconsiderato di
tali sostanze che mette seriamente a rischio l'integrità sia
psichica sia fisica di coloro che ne fanno uso.
Si producono rimedi farmacologici per qualsiasi bisogno
(per accrescere la forza o la resistenza muscolare o per
controllare l'attività cardiaca) dimenticando che quasi
tutti i composti utilizzati sono "farmaci" e il loro impiego
dovrebbe essere limitato esclusivamente alla cura delle
malattie per le quali sono stati studiati. A ciò si aggiunge
che la mancanza di una valida documentazione scientifica favorisce la diffusione di informazioni errate o, nel
migliore dei casi, ambigue.
Assumere farmaci allo scopo di ottenere prestazioni fisiche peraltro non sufficientemente documentate e assu-
L'
A Roccella approda Signa
Maris, un viaggio attraverso i
porti per promuovere il Sud
coprire la grande bellezza dell'Italia
attraverso la bellezza dei porti
guidando il turista con una comunicazione integrata e moderna. Questo
è il progetto del Mibact Signa Maris che ha
messo in rete 38 porti della Calabria,
Puglia, Sicilia e Campania, con oltre 400
itinerari alla scoperta di luoghi dove arte,
natura e cultura parlano la lingua del mare.
Un intero servizio è apparso lunedì scorso
su Repubblica per promuovere il territorio
calabrese, partendo dal porto di Cetraro
fino al porto di Crotone, passando per la
Locride. Superato lo Stretto, infatti, Signa
Maris ha cominciato a risalire la punta del
nostro stivale verso Nord, dirigendo la rotta
verso Roccella Ionica. "Porto delle Grazie è
l’ampio e moderno porto di Marina di
Roccella Ionica - scrive Repubblica - che,
con circa 450 posti barca, offre tutti i confort. Il Marina di Roccella, per lo più base
di partenza per la traversata verso la
Grecia, rende gradevole la sosta e offre la
possibilità ai naviganti di praticare sport,
fare shopping e usufruire dei sevizi di
rifornimento, riparazione e manutenzione".
S
Approdati a Roccella, il tour prosegue
verso la vicina Monasterace, per "entrare in
un sito archeologico le cui origini risalgono
al periodo greco e giungono fino all’età
medioevale. Nel sito coesistono infatti le
due realtà: da una parte, le antiche rovine
della città denominata Kaolun risalente al
VII secolo a.c. quando i Greci cominciarono a colonizzare il Sud Italia; dall’altra, la
città medioevale edificata in alto per sfuggire prima alla malaria presente in pianura
e poi per non essere soggetta ai numerosi
attacchi da parte di pirati e saccheggiatori".
Infine, lasciata Monasterace, l'itinerario di
Signa Maris riscende per visitare Locri:
"anch’essa come tutto il territorio calabro,
presenta innumerevoli tracce di un passato
ricco di storia. Su tutte spiccano il sito
archeologico, distante appena 3 km dal
centro storico, il piccolo Museo di Locri
dove su due piani sono esposti reperti della
vicina area archeologica, Gerace uno dei
più bei borghi d’Italia e Stilo con la sua
Cattolica, Chiesa Bizantina scelta per rappresentare la regione Calabria a Expo 2015”.
V C
“Doppio Scatto”, una Città
immortalata da foto e parole
enultimo appuntamento della
Rassegna letteraria “L’Estate con
l’Autore”, organizzata a Marina di
Gioiosa Jonica dal Comune e
dall’Associazione Presìdi del
libro – Locride. Nelle ampie
sale, foderate di libri, della
Biblioteca comunale è stata
la volta di Silvio Perrella e
della sua opera più recente,
“Doppio Scatto”, edito da
Bompiani. Nell’agile introduzione, Cristina Briguglio
ha tratteggiato le caratteristiche assai originali del
libro, a cominciare dal
titolo, Doppio Scatto: un
primo scatto, visivo, grazie a una macchinetta
fotografica, che l’autore porta sempre con sé,
e dopo, spesso molto
dopo, lo scatto verbale, lo scritto, che aderisce, completa, commenta quello che la
fotografia ha fissato.
L’autore è un camminatore infaticabile nella sua Napoli, anzi della Città,
come sempre la chiama. Cammina, guarda,
si ferma facendosi catturare da scorci di vie,
vicoli, scalinate, palazzi, piazze, chiese, statue e da infiniti altri particolari in apparenza insignificanti come una vecchia porta,
una finestra, un muro sbrecciato. Insomma
un continuo saliscendi per Napoli con il
mare, forse il vero protagonista, punto ter-
P
minale che tutto coagula. Proprio a questo
proposito la Città è significativamente definita “un anfiteatro davanti a un altro anfiteatro”. L’autore, efficace affabulatore, ha
spiegato che per lui le fotografie del libro
sono state una sorta di blocco di appunti,
spesso suscitati da echi letterari.
Primo tra tutti Italo
Calvino e il suo “Le città
invisibili”, da cui ha mutuato il sottotitolo, “La Città
nascosta”, e tanti altri ancora, da Dante a Leopardi, da
Pomilio a La Capria.
L’occhio dell’autore, come si
diceva cade su ogni genere di
particolare, quasi sempre cose
che se ne stanno nascoste, rintanate e al riparo dai tanti discorsi su Napoli “che l’hanno letteralmente sommersa rendendola
quasi invisibile”.
Com’è caratteristica delle presentazioni organizzate dai Presìdi, tra
l’autore e l’attento pubblico si è
sviluppato un ricco dibattito durante il quale sono venuti alla luce altri
motivi che attraversano il volume: la
fotografia come occasione, il reale e
il magico, la prevalenza della poesia sulla
prosa.
Il prossimo e ultimo appuntamento della
Rassegna di quest’anno sarà con Cristina
Battocletti e il suo “La mantella del diavolo”.
Vincenzo Amadei
“
mere dosi nettamente superiori a quelle usate in terapia
con lo scopo di mascherare
effetti avversi, significa esporsi
a rischi di effetti collaterali, talvolta anche irreversibili.
IA ERCHIETTO Sono ben noti i casi delle atledell’ex Germania dell’Est,
IDERNO te
"mascolinizzate" dopo il conDIETRO sumo di steroidi anabolizzanti
di atleti,anche molto famosi,
LOSPEDALE ostroncati
dagli effetti dei farSCALA
maci a cui erano ricorsi.
carenza di una informazioNFO La
ne giusta sui gli effetti dannosi
di queste sostanze, può indurre atleti, allenatori, medici
sportivi e genitori a non scoraggiare adeguatamente l'
utilizzo delle stesse.
Inoltre, attualmente la rapidità di diffusione attraverso
la rete di informazioni di notizie il più delle volte difficilmente controllabili, consente di acquisire direttamente tali sostanze senza necessità di prescrizioni e controllo medico; quindi si tratta non solo di doping ma anche
di uso e abuso di farmaci nello sport, nelle palestre o tra
i principianti e tra coloro che praticano lo sport a livello
dilettantistico.
Fra le sostanze più utilizzate , gli ANABOLIZZANTI
sono da tempo i più conosciuti. Sono rappresentati dagli
ormoni sterodei androgeni. Derivano dal testosterone
modificato per aumentare l' azione anabolica al posto di
quella androgenica e possono essere assunti per via
orale o intramuscolare.
Queste sostanze possono essere usate anche da atleti
molto giovani e comunque sono quelle più frequentemente identificate nei controlli antidoping. Gli steroidi
androgeni aumentano la sintesi proteica, la massa
muscolare, l'aggressività e il recupero dopo la sforzo fisico. Spesso sono assunti in associazione con altre categorie di farmaci come i diuretici che mascherano la loro
identificazione nelle urine nei controlli antidoping.Un'
altra frequente associazione è con l' ormone della crescita (GH) che ha dimostrato di possedere un potenziale
effetto di provocare ipertrofia del cuore.
Gli steroidi anabolizzanti producono alterazioni del
metabolismo lipidico con aumento del colesterolo cosidetto cattivo(LDL colesterolo), aumento dell' aggregazione piastrinica, aumento della coagulabilità del sangue
e alterazioni dell'endotelio vascolare.
Durante l'uso inappropriato degli steroidi anabolizzanti,
sono stati descritti gravi effetti collaterali quali disfunzioni epatiche, tumori del fegato, aumento della resistenza
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S
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0964/342340
insulinica, riduzione delle difese immunitarie, ginecomastia (ingrossamento nel maschio delle mammelle),
ipotrofia testicolare, virilizzazione nel genere femminile,
modificazione della struttura del tessuto connettivo, con
diminuzione del collagene e dell'elasticità tendinea, precoci calcificazioni delle cartilagini epifisarie.
Tra gli eventi avversi cardiovascolari son stati descritti
tromboembolie cerebrali, infarti miocardici senza trombi coronarici,dilatazione delle cavità cardiache o ipertrofia progressiva delle pareti del cuore non completamente reversibile, morte improvvisa durante sforzo fisico.
La maggior parte di questi eventi sono riportati nei sollevatori dei pesi e nei body-builders.
Possono essere presenti anche aritmie originate da differenti meccanismi aritmogeni, tra questi: danno alla
cellula muscolare cardiaca, necrosi cellulare, infiltrati
infiammatori, fibrosi e ipertrofia.
Fra le più frequenti aritmie descritte durante sforzo fisico, sono riportate la fibrillazione atriale, aritmie ventricolari come l'extrasistolia, la tachicardia ventricolare e la
fibrillazione ventricolare.
Altre sostante utilizzate sono l'ERITROPOIETINA
UMANA RICOMBINANTE (EPO) il fattore di crescita esogeno ricombinante (GH), il fattore di crescita
insulino simile.
L'Epo è ampiamente utilizzata come doping al posto di
auto o eterotrasfusioni soprattutto negli sport che richiedono un intensa attività aerobica (ciclismo, sci di fondo,
maratona, nuoto).
L'uso prolungato dell'EPO ricombinante, provoca gravi
effetti avversi dovuti all'aumento del numero dei globuli rossi, aumento della viscosità del sangue compromissione dell'emodinamica circolatoria e affaticamento del
cuore.
Spesso è presente un sintomatologia di tipo influenzale
con stanchezza, dolori articolari cefalea e nausea.
Fra le sostante classificate come stimolanti, le più utilizzate sono l'efedrina e i suoi derivati, le amfetamine, la
cocaina e la caffeina.
Esse non hanno alcuno effetto anabolizzante e quindi
non aumentano la potenza e la massa muscolare, alcuni
studi ha dimostrato al contrario una riduzione significativa della resistenza agli sforzi prolungati.
Gli effetti collaterali che compaiono sono quelli noti
ovvero tachicardia, palpitazioni, aritmie, angina, infarto
miocardico, tremori, insonnia, vertigini e cefalea.
La caffeina è il farmaco più utilizzato al mondo e il solo
per il quale il Comitato Olimpico Internazionale ha fissato un livello limite urinario di 12mcg/ml pari a 6-7 tazzine di caffè.
Dal 2004 il Cio ha spostato la caffeina dalla lista delle
sostanze proibite a quella delle sostanze da monitorare
È contenuta oltre che nel caffè, nel cacao, nel tè e in
bevande molto diffuse come Coca Cola ed Energy
Drinks (Red Bull).
Per il suoi effetti stimolanti sul sistema nervoso centrale
determina riduzione della percezione della fatica mentre per i suoi effetti periferici con il rilascio di acetilcolina potenzia la forza muscolare.
La caffeina in quanto tale non provoca gravi effetti cardiovascolari, tuttavia a dosi elevate determina agitazione, confusione e aritmie.
La creatina, è una sostanza che si trova nel muscolo
scheletrico, è prodotta dal fegato, pancreas e reni a partire da alcuni aminoacidi che si trovano in alcuni cibi
come la carne e il pesce.
Essa è ampiamente commercializzate e utilizzata
soprattutto negli Stati Uniti dove il 41/100 delle 219
prime divisioni atletiche intercollege riferisce il suo utilizzo. Per la sua particolare azione sul substrato che
determina la sintesi di ATP muscolare viene raccomandata per aumentare l'energia muscolare per tempi brevissimi 15 secondi che dipendono dalla rigenerazione
dell' ATP prima dell'utilizzo del metabolismo dei carboidrati. L'utilizzo inappropriato di tale sostanza determina effetti avversi dose-dipendente come aumento del
peso corporeo, crampi muscolare, disturbi intestinali,
squilibri elettrolitici, gravi disidratazioni con possibili
danni renali a lungo termine in soggetti con preesistenti
disfunzioni renali.
Gli effetti farmacologici delle sostanze riferite sono differenti ma possono essere sinergici se tali sostanze sono
usate in combinazione, determinando un danno cardiovascolare potenzialmente grave e talvolta mortale.
Considerando la diffusione del doping a vari livelli e non
più confinato tra gli sportivi di elite è facile imbattersi
nella pratica clinica quotidiana in patologie a carico del
cuore che sono la diretta conseguenza del loro uso. Ne
consegue che davanti a cardiopatie insorte in soggetti
senza apparenti fattori di rischio è indispensabile ricercare nell'anamnesi l'eventuale assunzione di sostanze
dopanti ed effettuare screening di laboratorio mirati.
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Oggi identificare la sostanza responsabile dell'allergia
è diventata una corsa ad ostacoli non priva di rischi.
E' inutile e dannoso sottoporsi ad esami a tappeto, va
capito caso per caso quali possono davvero servire. I
sintomi che possono far pensare ad un'allergia sono
diversi: dal rossore al gonfiore, comparsa di bollicine,
disturbi gastrointestinali, lacrimazione e naso che
cola. Ma come capire a che cosa? Prima di tutto bisogna diffidare dal fai da te e recarsi dal medico non
quando i sintomi sono diventati insopportabili. Con
un'accurata amamnesi clinica, lo specialista arriva ad
ipotizzare quali possono essere le sostanze incriminate. Le allergie respiratorie sono le più facili da individuare infatti quelle ai pollini danno sintomi respiratori associati talvolta a dermatite atopica. Per arrivare a
diagnosi bastano il Prick test per inalanti e il RAST
test per la ricerca delle IgE. Nel caso dell'orticaria il
percorso invece può essere più lungo perchè sintomi
e segni possono essere diversi: da manifestazioni
cutanee a disturbi gastrointestinali escludendo
malattie importanti che danno sintomi simili come
patologie autoimmuni o infiammatorie, tumori,
malattie del fegato e del sangue. In questo caso si
devono fare il PATCH TEST, il RAST TEST e anche
il test per l'orticaria fisica. Per le allergie alimentari è
difficile stabilire quale sia l'alimento incriminato
anche perché pur effettuando test specifici quali
PRICK test e ricerca di IgE molte volte questi risultano negativi, ciò non esclude comunque un'allergia
al cibo per cui in caso di esami negativi si passa al
PATCH test e al test di provocazione. Nessuno dei
test diversi da quelli allergologici codificati può dare
risposte attendibili quindi diffidare da quelli senza
alcuna validità scientifica come i test per le intolleranze. Perciò si consiglia di rivolgersi allo specialista
allergologo o dermatologo per arrivare nel minor
tempo possibile ad una diagnosi corretta.
Rosa Maria Strangi
L intervista Le tre cause più frequenti dell’ipertiroidismo sono: il gozzo diffuso tossico, noto anche
alla dott.ssa Anna Perri
e malattia di Basedow-Graves, il gozzo multinodulare tossico e l’adenoma tossico.
come
al dott. Rocco Valeriano
L’ipertiroidismo:
diagnosieterapia
La tiroide è una ghiandola endocrina deputata alla sintesi e secrezione
degli ormoni tiroidei. Tali ormoni
svolgono un ruolo cruciale nella
regolazione dei processi metabolici
sia nel bambino che nell’adulto e
nei processi di differenziamento e
di sviluppo del tessuto nervoso centrale e periferico durante la vita
fetale. Tra le patologie che colpiscono la tiroide c’è l’ipertiroidismo
di cui abbiamo discusso con gli
endocrinologi Dottoressa Anna
Perri e Dottor Rocco Valeriano.
Che cos’è l’ipertiroidismo?
Si definisce ipertiroidismo una sindrome clinica di ipermetabolismo
conseguente ad un eccesso di
ormoni tiroidei circolanti. La
ghiandola tiroide produce, infatti,
ormoni che vengono rilasciati nel
flusso sanguigno per controllare la
crescita del corpo e il suo metabolismo.
Quali sono le principali cause di
ipertiroidismo?
Nella maggior parte dei casi l’ipertiroidismo è causato da un aumento della produzione di ormoni da
parte della tiroide. Le tre cause più
frequenti sono: il gozzo diffuso tossico, noto anche come malattia di
Basedow-Graves, il gozzo multinodulare tossico e l’adenoma tossico.
Esiste una correlazione tra prevalenza di ipertiroidismo e apporto
iodico?
I dati epidemiologici riportati nella
letteratura scientifica dimostrano
che nelle aree geografiche dove
l’apporto iodico è carente, l’ipertiroidismo è causato più frequentemente dal gozzo multinodulare tossico e dall’adenoma tossico. Nelle
popolazioni che hanno un apporto
iodico sufficiente o elevato, le tireopatie nodulari sono più rare e il
Morbo di Basedow-Graves è la
causa più frequente di ipertiroidismo.
Quali sono i segni e i sintomi caratteristici dell’ipertiroidismo?
I sintomi più frequenti sono nervosismo, cardiopalmo, sudorazione,
intolleranza al caldo, stanchezza
muscolare, difficoltà respiratorie,
iperattività, diarrea e dimagrimento nonostante l’appetito aumentato. Spesso sono presenti disturbi
sessuali come irregolarità mestruali
(nelle donne) ed eiaculazione precoce (nei maschi).
Come si diagnostica l’ipertiroidismo?
L’anamnesi e l’esame obiettivo rap-
A cura di:
Drssa Anna Perri
Dr Rocco Valeriano
[email protected]
Specialisti
in Endocrinologia
Università degli Studi di Pisa
Ricevono presso lo Studio Medico
Polispecialistico Raymat
Tel. 0964 416856
presentano il primo approccio diagnostico. La valutazione del profilo
tiroideo, l’ecografia tiroidea con
ecocolor-doppler e, laddove necessario, la scintigrafia tiroidea, consentono di definire l’entità dell’ipertiroidismo e la causa.
Qual è la terapia dell’ipertiroidismo?
Il trattamento dell’ipertiroidismo è
volto innanzitutto a ridurre l’iperproduzione di ormoni tiroidei, bloccandone la sintesi e/o secrezione o
eliminando il tessuto tiroideo con
l’intervento di tiroidectomia o con la
terapia radiometabolica con 131-I.
Dopo la terapia con lo iodio
radioattivo è controindicata una
gravidanza?
Ad oggi gli studi riportati nella letteratura scientifica dimostrano che
una donna in età fertile può pianificare la gravidanza dopo 12 mesi
dalla terapia senza rischi per il feto.
Qual è il trattamento di scelta dell’ipertiroidismo in gravidanza?
Nella gestante ipertiroidea il trattamento di scelta è senz’altro quello
farmacologico. La somministrazione dello iodio radioattivo è assolutamente controindicata e il ricorso
alla tiroidectomia è necessario solo
in casi eccezionali.
RIVIERA
Ritratto di classe
La 4ªC dello Zaleuco di Locri si ritrova con il professore Andreoli per parlare di relazioni umane oggi.
Tappa fondamentale per un percorso di crescita!
In questa foto compare anche il professore
Giarmoleo nostra interessante firma.
Con Mazzotta, sono!
Il nostro Dario Larosa in uno splendido ritratto con l’attore Peppino Mazzotta, che abbiamo imparato ad amare ne “Il Commissario
Montalbano” e in “Anime Nere”
Un trio di sognatori
Elio Napoli, Simona
Coluccio e Vincenzo
Logozzo, dalla poetica
Gioiosa Jonica
immaginano con il
sorriso un futuro meraviglioso per tutta la
Locride.
Grandi Lavoratori
Filippo Montalto e Paolo
Sofia si godono un
momento di relax fuori
da un bar del corso di
Siderno. Dopo tanto
lavoro, un caffè è necessario per ripartire!
Generazioni ipocal
Il nostro caro amic oriche
stanco del proprio o “Birreria” non è
ta a cucinare perlavoro e si appresazione! E con ques un altra generta fanno cinque,
ormai!
La taran
nord tella approda
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tarantellse virtuoso della o
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Un direttivo meraviglioso
Le splendide Caterina Zappia, Katia Aiello, Annamaria
Certomà, Fausta Tassone e Nella Montagna compongono il direttivo 2015/2017 della Fidapa di Roccella
Jonica
Comuni solidali
Il sindaco di
Brancaleone
Francesco Moio siede
al fianco della nostra
vicesindaco Anna
Romeo. Anche se non
istituzionalizzata, è già
unione dei comuni!
La stagione dei comizi
Il sindaco Giancarlo
Miriello discute animatamente di attualità e
politica con il presidente del GAL Enzo
Minervino e Alvaro dell’ente parco. Ancora
comizi improvvisati
nella Locride!
Sempre più successo
per la pista ciclabile
La pista ciclabile del lungo
Torbido è sempre più frequentata da persone desiderose di fare sport a contatto con la natura, in un’area oggi splendida.
SETTIMANALE
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Università d’epoca
Tanti anni fa andare all’Università
comportava grandissimi sacrifici
come questa foto di Riccardo
Ritorto, Mimmo Caridi e Santino
Giuffrida dimostra. Tanti capelli fa ..
Non c’è due senza tre
Complimenti alle nostre
ragazze della Sensation,
che incontro 3 a 0 contro
la Paper Moon di Marina
di Gioiosa. Adesso si
pensa già alla la fase successiva!
A volte ritornano
Siderno è piena di grandi
menti che hanno trovato
fortuna all’estero. Le radici, però, non sono mai
dimenticate, come dimostra la visita di Franco
Muià.
Bisogna ancora Carburare
È iniziato il campionato per lo
Sporting Locri. Dopo la bella stagione dello scorso anno, l’inizio è
un po’ faticoso, ma abbiamo
tempo per recuperare, ragazze!
Una camicia Hippie!
L’Assessore Ercole Macrì si
lascia ritrarre fuori dal
Comune in compagnia di
Sebastiano
Primerano.
Certo è stato ipnotizzato
dalla camicia del nostro!
Il ritorno del Condor
Pasquale Prochilo, alias “il condor”,
torna a svolazzare per le strade di
Siderno esercitando con sempre maggior convinzione la sua ironia dei
tempi andati.
Left club
Rosario Rocca completa un quadro (neorealista) reso già splendido dalla presenza di
Barbara Panetta e dal sindaco di San Giovanni
di Gerace Pino Vumbaca. Tutto a sinistra
I due Vincenzo
Durante la conferenza stampa per
la sanità, mescolati ai giornalisti
accorsi ad ascoltare il sindaco,
abbiamo trovatoi
consiglieri
Vincenzo Meleca
e Vincenzo De
Leo
DOMENICA 18 OTTOBRE 23
Organizzazione impeccabile
Pietro Funaro e Raffaele Marino
sono stati il fulcro dell’organizzazione della festa nazionale di
Centro Democratico svoltasi a
Siderno due settimane fa.
Un calo di zuccheri
Dopo le innumerevoli fatiche utili a conseguire con successo la laurea, Salvatore
Tripodi si concede un buon cornetto per
recuperare le energie perdute!