Audizione pubblica sull`attuazione territoriale della PAC (sviluppo

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Audizione pubblica sull`attuazione territoriale della PAC (sviluppo
Audizione pubblica sull’attuazione territoriale della PAC (sviluppo rurale)
Michel Dantin (PPE, Francia) ha aperto la sessione ricordando come la riforma della PAC, il cui processo ha
visto fortemente coinvolto per la prima volta anche il Parlamento europeo, ha richiesto di tenere
ampiamente conto delle specifiche differenze dell’agricoltura europea, in particolare nel secondo pilastro. È
inoltre da sottolineare l’enorme lavoro svolto dalle autorità di gestione per la predisposizione dei PSR,
tramite cui è possibile effettivamente implementare lo sviluppo rurale.
Anthony Buchanan, primo Vice Presidente della commissione NAT del Comitato delle Regioni, ha
sottolineato come l’attuazione del secondo pilastro sia di enorme importanza per le autorità locali e come,
di conseguenza, il CoR intende dare tutto il proprio supporto affinché la politica di sviluppo rurale sia
attuata nell’interesse delle realtà locali.
Martin Scheele, Capo Unità della DG AGRI (Commissione europea) ha fornito una panoramica sullo stato di
avanzamento dei PSR 2014-2020, sottolineando come al 15 agosto fossero stati adottati 78 PSR ed entro la
settimana in corso ne sarebbero stati adottati altri 4, arrivando quindi al 78,4% del budget dello sviluppo
rurale già approvato (si veda la scheda di presentazione disponibile qui).
Il capo unità ha inoltre dato indicazioni in merito ai risultati attesi, sulla base dei dati raccolti dalla
Commissione finora:
 Focus area 2.a “migliorare le prestazioni economiche di tutte le aziende agricole e incoraggiare la
ristrutturazione e l’ammodernamento delle aziende agricole”: ci si attende un supporto
complessivo rivolto a 334.000 aziende tramite gli investimenti produttivi; a questa focus area è
stata data importanza particolare da parte di Belgio, Austria, Francia, Lussemburgo e Repubblica
Ceca.
 Focus area 6.a “favorire la diversificazione, la creazione e lo sviluppo di piccole imprese nonché
dell’occupazione”: dovrebbero venir creati 120.000 nuovi posti di lavoro non nel settore agricolo.
 Focus area 4.a “salvaguardia, ripristino e miglioramento della biodiversità”: il 90% del totale dei
terreni agricoli dovrebbe essere interessato da progetti rientranti in questo ambito.
 Focus area 5.d “ridurre le emissioni di gas a effetto serra e di ammoniaca prodotte
dall’agricoltura”: il 6,4% del totale dei terreni agricoli sarà interessata da progetti volti alla riduzione
di emissioni di ammoniaca, e il 2,3% il totale del bestiame dovrebbe essere coinvolto in progetti per
la riduzione di emissioni di gas a effetto serra.
 Priorità 1 “trasferimento di conoscenze e innovazione”: il 4,3 % della spesa complessiva dovrebbe
essere destinato a tale priorità, e ci si attende la realizzazione di 40.000 progetti di cooperazione e il
finanziamento di 2.000 gruppi operativi dei PEI-AGRI.
Panel 1 – Casi di studio regionali
Si sono susseguiti gli interventi di diversi rappresentanti regionali che hanno presentato i propri PSR.
Carmen Ortiz, Ministro all’agricoltura dell’Andalusia (Spagna), ha precisato come la propria regione abbia
una forte vocazione agricola e che, sebbene la dotazione FEASR ad essa allocata sia stata ridotta del 10%
rispetto al periodo precedente, l’amministrazione si è impegnata a definire un PSR in linea con le esigenze
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regionali. In totale per i 7 anni di programmazione ci saranno 2,5 miliardi di euro in finanziamenti pubblici a
disposizione dello sviluppo rurale. Ha ricordato in particolare che saranno destinati 304 milioni di euro per il
sottoprogramma tematico per l’olivo, 103 milioni di euro per investimenti territoriali nella provincia di
Cadice, 689 milioni di euro in investimenti produttivi nelle aziende agricole, 509 milioni di euro in totale
destinati alle misure a carattere ambientale, 258 milioni di euro per il LEADER, 180 milioni di euro per il
ricambio generazionale, nonché 145 milioni di euro per il trasferimento di conoscenze e l’innovazione, con
la costituzione di 250 gruppi operativi del PEI.
Jean-Noël Gaultier, Presidente del comitato europeo/interregionale/internazionale del consiglio regionale
dei Paesi della Loira (Francia), ha sottolineato come la regionalizzazione della PAC sia essenziale per
affrontare le crisi agricole. Per i Paesi della Loira è fondamentale puntare su un’agricoltura diversificata e di
qualità, nonché promuovere uno specifico modello agro-ecologico, in cui l’industria di trasformazione sia
mantenuta in stretto collegamento con la produzione agricola locale. Il PSR è stato quindi indirizzato a
sostenere investimenti rivolti alla competitività delle aziende agricole. 185 milioni di euro sono stati allocati
agli investimenti, con una maggiorazione del 5% prevista per i progetti presentati dai giovani agricoltori. Per
le misure agro-ecologiche (agricoltura biologica e pagamenti agro-climatico-ambientali), altro aspetto
fondamentale per la regione, sono inoltre stati allocati 192 milioni di euro.
Nikola Dobroslavic, Presidente della regione di Dubrovnik Neretva (Croazia), ha presentato le
caratteristiche principali delle zone rurali della regione, le cui produzioni principali sono il vino, il miele,
l’olio d’oliva e i mandarini, e che è inoltre caratterizzata da una forte vocazione turistica. Sulla base di questi
tratti specifici, sono stati strutturati interventi volti a qualificare il territorio, finanziando ad esempio delle
strade tematiche turistiche e un festival del vino.
Richard Lochhead, Segretario di Gabinetto per gli affari rurali, l’alimentazione e l’ambiente del governo
scozzese (Regno Unito), ha sottolineato come per la Scozia sia prioritario, tramite il PSR, rafforzare
l’economia rurale, al fine di limitare lo svuotamento delle campagne, favorendo lo sviluppo di nuove
imprese e dell’agricoltura di piccola scala. Un altro aspetto fondamentale, verso cui è stata diretta la
strategia regionale, è il miglioramento della connettività digitale.
È poi intervenuto il rappresentante del Gabinetto per l’Agricoltura, la Pesca e le zone rurali del ministero
dell’ambiente del governo fiammingo (Fiandre – Belgio), che ha in particolare rimarcato l’importanza di
utilizzare gli strumenti a disposizione per affrontare la volatilità dei mercati, che rappresenta un grosso
problema per le aziende agricole, soprattutto se a conduzione familiare.
Panel 2 – Lezioni apprese ed attese per la nuova PAC
Per Stanisław Sorys, Membro del comitato direttivo per lo sviluppo rurale della Regione Malopolska
(Polonia), un problema che va affrontato per poter avere un’efficace attuazione della PAC è la mancanza di
sufficiente rilievo dato alle regioni nel processo decisionale relativo al PSR nazionale. Infatti, in Polonia le
decisioni sono state nettamente accentrate, più che nel periodo precedente, e può trattarsi di una scelta
foriera di problemi per il successo del PSR. Per ora le istituzioni regionali sono solo organi esecutivi.
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Konrad Schmid, Capo del Dipartimento per le questioni agricole generali del Ministero Bavarese per
l’Alimentazione, l’Agricoltura e la Silvicoltura (Baviera – Germania), ha spiegato come per il land tedesco,
nell’ambito della PAC, è fondamentale supportare l’agricoltura familiare e, al contempo, diminuire gli oneri
burocratici. L’obiettivo è avere un’agricoltura altamente competitiva e diversificata, che tenga conto delle
necessità degli allevamenti, e che sia accettabile per la società. Ha ricordato che in Germania il primo
pilastro è di competenza del livello federale, mentre il secondo pilastro è di competenza dei vari lander. Per
quanto riguarda le lezioni apprese dal precedente periodo di programmazione FEASR, ha evidenziato, tra le
altre cose, come vi fosse stato un tasso di errore nei pagamenti tra il 6 e l’8%, dovuto alla complessità
dell’impianto della politica di sviluppo rurale: è quindi necessario portare avanti l’attività di semplificazione
della PAC. Inoltre, per la Baviera è superfluo, in fase di presentazione del PSR, dover fornire alla
Commissione un’analisi SWOT, la valutazione ex ante delle condizionalità, nonché l’allocazione della riserva
della performance.
Laurence Fortin, Presidente del Comitato economico del Consiglio regionale della Bretagna (Francia), ha
illustrato alcune sfide per l’amministrazione regionale. La regione ha una forte vocazione agricola, i cui
tratti più specifici sono l’allevamento di suini, la produzione di latte e la produzione orto-frutticola. Lo stato
francese ha deciso di attribuire alle regioni francesi la gestione del secondo pilastro, e questo rappresenta
un grande passo in avanti verso il decentramento e una maggiore efficacia dell’attuazione della politica di
sviluppo rurale. Per sfruttare al massimo quest’opportunità, la regione ha proceduto a definire la strategia
di sviluppo rurale in profonda interazione con le parti coinvolte e gli operatori del settore agricolo. Grazie a
tale lavoro di concertazione, sono state definite cinque priorità a livello regionale per lo sviluppo rurale che
costituiscono al contempo delle sfide a cui il PSR deve rispondere: il cambiamento generazionale, una
migliore gestione degli strumenti a disposizione dell’agricoltura e silvicoltura, un appropriato utilizzo
dell’agronomia al servizio dell’attività agricola, la gestione del territorio agricolo, la formazione e il
trasferimento delle conoscenze. Ha poi segnalato la problematica data dalla lunghezza della procedura di
negoziazione con la Commissione per l’approvazione del PSR: andrebbe prevista una semplificazione in tal
senso.
Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana (Italia), ha presentato alcune idee su come integrare al
meglio gli investimenti tra primo e secondo pilastro. Ha sottolineato che avere un organismo pagatore
regionale unico, come nel caso della Toscana, permette di gestire al meglio i fondi, sia del primo sia del
secondo pilastro. In Toscana l’agricoltura è fondamentale per il valore paesaggistico che conferisce al
territorio regionale: integrare quindi l’agricoltura e la manutenzione del territorio, come trend trasversale,
permette di ottimizzare i finanziamenti. Serve tuttavia semplificare ulteriormente la PAC, in particolare per
quanto riguarda il greening. Infine, ha segnalato come, nel medio periodo, occorra aumentare la flessibilità
tra i due pilastri, favorire le sinergie tra le misure del primo e secondo pilastro, rendere più facile la
complementarietà dei vari interventi, e inserire il tutto in una programmazione unitaria. Nel lungo periodo,
sarebbe poi necessario riflettere meglio sulle mutate condizioni delle dinamiche dei mercati mondiali e
adeguare le politiche agricole a tale contesto, senza perdere di vista la qualità dell’agricoltura europea.
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