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e r i o d i c o d i I n f o r m a z i o n e Al CDI si rinnova con la mostra “Lo spettacolo del Corpo”, organizzata da Fondazione Bracco e Accademia Teatro alla Scala, il connubio “arte e salute” G d e l C e n t r o D i a g n o s t i c o I t a l i a n o f e bb r a i o 2 0 1 1 La cultura aiuta a vivere meglio li spazi espositivi del Centro Diagnostico Italiano hanno ospitato, come già in passato, una mostra fotografica, a sottolineare il valore profondo che unisce l’arte al benessere. È ormai assodato che la cultura ha assunto un ruolo sempre più importante nella società contemporanea. Da tempo è sentire comune che la cultura ‘fa bene’ alla persona, e che frequentare concerti, teatri, cinema, mostre, leggere libri e così via aumenta la percezione del proprio benessere, in altre parole della qualità della vita di ogni individuo. Nonostante il credo comune che la cultura ‘fa bene’, solo pochissime ricerche in questo settore sono state effettuate fino ad ora, un dato sorprendente se considerato il profondo impatto nella società dato dalla cultura ed arti in generale. Gli studi condotti hanno prevalentemente cercato di comprendere quanto il consumo culturale individuale incida sull’aspettativa di vita, attestando che l’aspettativa di vita di coloro che frequentano, consumano, praticano la cultura e le arti sopra una certa soglia sia superiore di 1.8 anni rispetto al campione di controllo, mentre coloro che partecipano raramente ad eventi culturali presentano un rischio di mortalità del 60% più alto di coloro che ne fruiscono maggiormente. Fino ad ora, però, nessuna ricerca statisticamente attendibile era mai stata condotta allo scopo di comprendere l’influenza delle attività cultu- rali sul benessere psicologico individuale. È in questo contesto che, nel corso del 2008, la Provincia Autonoma di Bolzano (Ripartizione Cultura Italiana, Ufficio Cultura 15.1), insieme alla Fondazione Edoardo Garrone di Genova, in collaborazione con ricercatori dell’Università IUAV di Venezia (Dipartimento di Arti e Design Industriale), della Libera Università di Bolzano (Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione), della Bracco S.p.A. di Milano e del centro di ricerche Semeion di Roma, ha promosso un studio indirizzato a comprendere l’incidenza della partecipazione e/o consumo culturale rispetto al benessere psicologico individuale. La metodologia ha previsto la somministrazione, da parte della Doxa, di un questionario ad un campione statisticamente rappresentativo della popolazione italiana composto da 1500 cittadini. Per l’indagine è stato quindi utilizzato lo strumento del PGWBI – Psychological General Well-Being Index, strumento validato a livello internazionale, approvato nella sua forma breve dalla Direzione Medica Bracco, in grado di fornire un indice affidabile per l’autorappresentazione dello stato di benessere o disagio legato alla sfera emozionale e affettiva. A questo strumento sono state integrate alcune domande che consentono di raccogliere dati inerenti le abitudini di accesso ad esperienze culturali e ricreative della popolazione residente. Il PGWBI permette di visualizzare, su una scala da 0 a 110, il livello di benessere percepito: indicativamente un risultato sotto 60 segnala uno stato di malessere, il range tra 72 e 96 un livello di ‘normalità’, al di sopra del quale si entra nell’intervallo di benessere accentuato. In relazione alle variabili socio-economico-sanitarie, le analisi hanno sostanzialmente ribadito i risultati delle precedenti ricerche, e cioè che il livello di benessere percepito risente in maniera diversa a seconda degli elementi considerati (presenza o assenza malattia, reddito, genere, età). Lo studio ha quindi confermato come la presenza di patologie sia l’elemento di maggiore criticità rispetto alla percezione del benessere, seguito dal reddito. Il genere influenza il benessere percepito - gli uomini si sentono meglio delle donne - così come l’età: per i giovani il benessere è più elevato rispetto alla popolazione adulta. Ciò che lo studio ha fatto emergere - ed è il tratto innovativo - è che le attività culturali considerate hanno un effetto diretto ed evidente sul benessere psicologico individuale. Il primo livello di analisi ha cercato di comprendere il peso di ogni singola variabile. Ad esempio, è stato possibile rilevare un livello superiore di benessere negli individui che vanno al cinema almeno tre volte l’anno rispetto a coloro Dott. Enzo Grossi Advisor Scientifico CDI Prof. Pierluigi Sacco Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM; IUAV, Venezia Poliambulatorio Odontoiatria Poliambulatorio Radiochirurgia CDI che non ci vanno. Lo stesso dicasi per il teatro, i concerti di musica classica, il balletto e i musei. In particolare i frequentatori assidui, coloro che hanno assistito a più di dieci concerti di musica classica, presentano un tasso di benessere di 10 punti superiore rispetto alla media. Attraverso la ricerca, è stato possibile inoltre osservare che altre formule culturali non producono gli stessi effetti, questo vale ad esempio per la lettura di narrativa o libri di poesia, per i quali il benessere non sembra variare sostanzialmente, se non calare come nel caso di consumatori ‘forti’ di libri di poesia. continua a pag. 2 s ambiente sicurezza e salute La cura dei denti L’Ambulatorio GERD o m m a r i o Periodico quadrimestrale - Pubblicazione registrata c/o Tribunale di Milano n. 41 del 25.01.1992 P 19 Un nuovo Servizio per la malattia da Reflusso GastroEsofageo decidui 2 Il ruolo del Medico Pedodontista 3 Roncopatie e Tinnitus Center Radioterapia e Radiochirurgia Un Servizio per i CyberKnife come russamenti e le apnee notturne 4 soluzione terapeutica nella cura dei tumori 5 Il lavoratore all’estero Il ruolo del Medico Competente 7 2 Poliambulatorio PUNTEGGI PGWBI PUNTEGGI PGWBI 90.00 17 cm Nuovi servizi 80.00 15 cm 75.00 9 cm 70.00 5 cm 60.00 L La malattia da reflusso gastroesofageo 7 cm 65.00 55.00 a malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) si presenta con un ampio spettro di manifestazioni cliniche che variano da episodi di pirosi e rigurgito acido di varia frequenza e gravità, ma senza lesioni della mucosa esofagea, fino all’esofagite e alle sue complicanze (esofago di Barrett, stenosi esofagee, adenocarcinoma dell’esofago). La MRGE è una patologia sostanzialmente benigna con una mortalità specifica di circa 1 caso ogni 100.000 pazienti all’anno; tuttavia si associa a una importante morbidità e a peggioramento, anche significativo, della qualità di vita; le complicanze esofagee compaiono infatti in circa il 20% dei pazienti. Sulla base di due recenti Conferenze di Consenso (Genval e Montreal), si definisce come MRGE “una condizione clinica che compare quando il materiale refluito dallo stomaco causa disturbi soggettivi fastidiosi e/o complicanze della mucosa esofagea e/o manifestazioni extraesofagee”; alcune di queste (tosse cronica, laringite, asma, alterazioni dentali) sono relativamente ben definite e si ritiene che compaiano per meccanismi diretti, aspirazione, od indiretti, neuro mediati. Per altre manifestazioni, quali sinusite, fibrosi polmonare, otite media, il rapporto è solo ipotizzato; i dati disponibili infatti sono incerti e meritevoli di ulteriori approfondimenti. Allo stato attuale delle conoscenze, si ritiene che: 1) le manifestazioni extraesofagee siano correlabili a MRGE in presenza PUNTEGGI PGWBIdi manifestazioni tipiche 90.00da reflusso; 2) bisogna porre attenzione 85.00a stabilire un nesso causale in assenza80.00 di manifestazioni tipiche; 3) le sindromi75.00 extraesofagee siano spesso 70.00 multifattoriali; 4) le informazioni a favo65.00 re di una ben definita 60.00 risposta alla terapia 55.00 o chirurgica) non soantireflusso (medica no univoche. 50.00 La MRGE va anche distinta 45.00 dai disturbi esofagei funzionali (pirosi e 40.00 fastidio retrosternale); si definisce pirosi nessuna 1 malattia malattia funzionale una condizione clinica carat- ESTENSIONE PROSSIMALE 85.00 3 cm 50.00 5 cm 45.00 40.00 nessuna malattia 1 malattia 2 malattie FIGURA 1 Linea pH pH limite= 4.0 3/5 malattie > 5 malattie Definizione di malattia da reflusso extraesofageo secondo i criteri di Geneval Montreal SINDROME ESOFAGEA sindrome sintomatica Al CDI, un ambulatorio specifico per una patologia SINDROME EXTRAESOFAGEA sindrome con danno esofageo associazione stabilita che colpisce fino al associazione ipotizzata con esofagite erosiva (80-90%), mentre si riduce a circa il 60% nei casi con maTosse da lattia da reflusso non erosiva (NERD). Il Faringite Esofagite reflusso Sindrome tipica Sinusite suo limite più importante è di ignorare Laringite da Stenosi da reflusso idiopatica reflusso completamente gli episodi di reflusso Sindrome da Es. di Barrett Fibrosi polmonare Asma da reflusso con idiopatica reflusso non-acido, limite che attiene anche Adeno CA dolore toracico Erosione dentale Otite media esofago all’impiego della capsula intraesofagea da reflusso ricorrente (Bravo). L’impedenziometria esofagea biopsie esofagee routinarie nella diagnomulticanale (IEM) è un nuovo strumento terizzata da sensazione di bruciore e faVALORI MEDI DEL BENESSERE PSICOLOGICO PERCEPITO (PGWBI) stidio retrosternale, di durata di almeno si di malattia non è attualmente racco- per l’indagine della funzionalità esofagea > 10 ANNO 0/ANNO 1/2 ANNO 3/5 ANNO 6/10 ANNO 3 mesi, senza alcuna dimostrazione di mandato; ulteriori sviluppi si attendono nella malattia da reflusso, che supera alFREQUENZA MUSEI 75.2 79.18 80.7 82.09 80.01 reflusso gastroesofageo patologico (con dall’impiego di endoscopia con endosco- cune delle limitazioni presentate dalla 76.4 77.9 80.3 80 79.5 FREQUENZA CINEMA test di pH-impedenziometria esofagea) o pio a magnificazione, dall’impiego della pHmetria delle 24 ore perché fornisce 81.55 e forse dall’impie82.01 82.22 microscopia confocale informazioni sulla presenza di qualunque diFREQUENZA alterazioniTEATRI anatomiche e 76.16 motorie del 79.12 FREQUENZA MOSTRE 79.9 80.03 esofagea. Il81.5 della videocapsula ricorso tipo 81.6 di bolo che refluisce in esofago (gaslume esofageo; la patologia76.06 funzionale go dell’esofago caratterizza meno del 10% ad indagini funzionali integra in modo soso, liquido o solido, acido o basico), dei casi e deve essere sospettata nei casi importante le informazioni acquisite identificando velocità ed estensione prosche non presentano risposta positiva a dall’anamnesi, dalla applicazione del simale del suo movimento. Questa nuova un trattamento adeguato con farmaci test farmacologico con PPIs e dall’endo- metodica è basata sulla misurazione delinibitori della pompa protonica (PPIs); scopia; le metodiche disponibili sono la le variazioni (riduzione) dell’impedenza pHmetria esofagea ambulatoriale delle elettrica (espressa in ohms, l’inverso della ATTIVITA’ FRUIZIONE MASSIMA FRUIZIONE DIFFERENZA 100% al contrario, i pazienti con endoscopiaMINIMA la pHmetria con capsula88,31 intraeso- conduttività elettrica) registrata nel lume musica classica 14,21% 77,32 normale e normali test funzionali, ma con 24 ore, praticare sport 9,57% il passaggio di un bolo 80,82 73,76 senza fili e la pH-impedenziometria esofageo durante risposta positiva ai PPIs vanno di fatto fagea museo 8,81% 82 75,36 multicanale delle 24 ore. La pHmetria attraverso un segmento di misurazioconsiderati come reflussori. 7,78% 77,35 83,29 lirica/balletto esofagea delle 24 ore è stata considerata ne limitato da due elettrodi adiacenti. La Diagnosi prova/musical 82,01 7,47% 76,31 metodica sensibile e specifica Misurando7,44% l’impedenza a diversi livelli La MRGE prevede l’impiego di metodi- una76,18 mostra pittura 81,85nella diagnosi la sua in esofago si5,66% può determinare la natura sport che che endoscopiche, diassistere test funzionali 81,15 76,8 di MRGE. Tuttavia, diagnostica è buona nei casi del bolo e5,65% 80,45 76,15 la direzione anterograda o esplorano la quantitàromanzi e il tipo di materiale accuratezza volontariato refluito in esofago, test clinico-farmacocinema logici con farmaci inibitori di pompa protonica (PPI test); l’accuratezza e i criteri di impiego delle singole metodologie sono tuttavia ancora fonte di incer tezza. L’esame endoscopico tradizionale ha una elevata specificità (90-95%) nella diagnosi di esofagite ed è fondamentale nella diagnosi di esofago di Barrett e di altre complicanze associate ad esofagite, > 5 malattie 2ma malattie malattie ha una3/5 bassa sensibilità (circa 50%) nella diagnosi di MRGE. Il ricorso alle 77,16 PUNTEGGI PGWBI 76,5 17 cm 81,47 5,59% 80,3 4,97 ESTENSIONE PROSSIMALE 15 cm 9 cm 7 cm 30% della popolazione retrograda; inoltre l’integrazione con elettrodi in grado di misurare il pH intraesofageo consente di valutare contemporaneamente la natura acida o non acida del materiale presente in esofago. Il catetere di ph-impedenziometria più comunemente usato ha 6 segmenti che misurano l’impedenza lungo l’intera estensione dell’esofago ed un sensore di pH, che viene posizionato 5 cm sopra lo sfintere esofageo inferiore, come nella pH-metria tradizionale. La presenza di tale elettrodo di pH ha la funzione di differenziare, come si è detto, i reflussi liquidi in acidi e non acidi. I parametri impedenziometrici valutati per ogni episodio di reflusso sono la composizione (reflusso gassoso vs liquido vs misto) e l’estensione prossimale, la natura acida (valori di pH inferiori a 4), debolmente acida (riduzione del pH di almeno 1 punto fino a pH > 4) e non acidi (riduzione del pH inferiore ad 1 punto che si arresta prima del pH 4) (figura 2). È possibile notare inoltre il re-reflusso, cioè il reflusso di un secondo bolo quando il pH intraesofageo è già inferiore a 4. L’indicazione principale di questa metodica appare essere lo studio dei pazienti endoscopicamente controllati e con sintomi resistenti alla terapia con inibitori della pompa protonica e dei pazienti con sintomi atipici, quali il dolore toracico o sintomi extraesofagei (ad esempio la tosse cronica). segue da pag.1 sindrome sintomatica sindrome con danno esofageo 3 cm 5 cm Linea pH FIGURA 2 PUNTEGGI PGWBI pH limite= 4.0 90.00 85.00 Esempio di reflusso non acido (valori di pH >4.0) esteso 80.00per 17 cm sopra il cardias, evidenziato in corso di pH-Impedenziometria. 75.00 SINDROME EXTRAESOFAGEA associazione stabilita associazione ipotizzata La cultura aiuta a vivere meglio Esofagite Tosse da reflusso 90.00 85.00 80.00 75.00 70.00 65.00 60.00 55.00 50.00 45.00 40.00 sin sin Sindr da re Sindr reflus dolor VALOR 5 cm Faringite Sinusite quanto, più, po. In altre parole, i dati sembrano Il secondo livelloSindrome analisitipica ha avuto quale Laringite da se non di Stenosi mente importanti dadireflusso idiopatica reflusso confermare la teoria per la quale una della presenza di patologie ‘tradizionali’. obbiettivo quello di comprendere l’inciSindrome da Es. di Barrett Fibrosi polmonare Asma da reflusso con idiopatica reflusso volta che l’individuo sia in nella possibidenza di ogni singola variabile, culturaAdeno CALe ragioni per tali risultati e i meccadolore toracico Erosione dentale Otite media esofago nismi neuro-biologici alla base di queste le e non, nel predire lo stato di benessere da reflusso ricorrente lità di dotarsi delle capacità cognitive per percepito. Questa analisi ha permesso evidenze sono da esplorare nel dettaglio, decifrare e comprendere tali linguaggi, di rilevare come 5 delle 10 variabili più ma alcuni indizi portano a ritenere che ne percepirà un beneficio in grado di VALORI MEDI DEL BENESSERE PSICOLOGICO PERCEPITO (PGWBI) significative siano di pertinenza cultura- una delle possibile spiegazioni consista aumentare l’apprezzamento per tali > 10 ANNO 0/ANNO 1/2 ANNO 3/5 ANNO 6/10 ANNO le. In altre parole, per prevedere lo stato nel fatto che l’individuo, se dotato delle formule, la soddisfazione, in un circoFREQUENZA MUSEI 79.18 lo virtuoso che 80.01 porterà ad alimentare rispetto ai80.7 linguaggi 82.09 di benessere psicologico di un individuo 75.2chiavi di accesso 80.3 80 79.5 formule culturaCINEMA ai suoi 76.4culturali che77.9 tali ha di fronte, attraverso la ulteriormente bisognerebbeFREQUENZA prestare attenzione 79.12 82.22 di cultura, la FREQUENZA TEATRI li. L’accumulazione a tali 81.55 formule, sia 82.01 consumi culturali, e laddove questi siano76.16crescente esposizione frequentazione e/o capace di impadronirsi delle chiavi di particolarmente bassi, il mancato accesso FREQUENZA MOSTRE 76.06 79.9 80.03 81.5 81.6consumo di foralla cultura potrebbe essere considerato comprensione di tali formule espressive, mule culturali, rappresentano a tutti alla stregua di una patologia, i cui effetti in un processo che alimenta un circolo gli effetti una strategia di produzione – negativi – possono divenire potenzial- virtuoso che tenderà a protrarsi nel tem- di benessere individuale e sociale, che FREQUE Dott. Marco Lazzaroni PUNTEGGI PGWBI Medico Gastroenterologo CDI 17 cm Prof. Gabriele Bianchi Porro 15 cm Medico Gastroenterologo CDI FREQUE FREQUE FREQUE 9 cm 70.00 SINDROME ESOFAGEA PUNTE 7 cm 65.00 60.00 5 cm 55.00 3 cm 50.00 5 cm 45.00 PUNTEGGI PGWBI 40.00 nessuna 1 malattia 90.00 malattia FIGURAPUNTEGGI 1 PGWBI 2 malattie Relazione tra comodità e benessere psicologico 17 cm misurato attraverso il PGWBI 3/5 malattie > 5 malattie 85.00 80.00 75.00 Linea pH 15 cm SINDROME ESOFAGEA 70.00sindrome sintomatica 65.00 60.00 55.00 50.00 Sindrome tipica da reflusso 45.00 Sindrome da 40.00 reflusso con nessuna dolore toracico malattia sindrome con danno esofageo SINDROME EXTRAESOFAGEA TABELLA 1 V a l o r i 9mcm edi associazione stabilita percepito (PGWBI) rispetto a non 5 cm svolgere o svolgere intensamente Tosse da 3 cm attività Faringite Esofagite reflusso di fruizione culturale Sinusite Linea pH Laringite da 5 cm o di svago e attività Stenosi idiopatica reflusso sportiva. Indagine Doxa Es. di Barrett Fibrosi polmonare Asma da 2008 sul territorio idiopatica reflusso 1 malattia 3/5 malattie > 5 malattie Adeno CA 2 malattie Erosione dentale Otite media italiano su un campione esofago di 3000 cittadini. da reflusso ricorrente VALORI MEDI DEL BENESSERE PSICOLOGICO PERCEPITO (PGWBI) SINDROME ESOFAGEA SINDROME EXTRAESOFAGEA sindrome sintomatica FREQUENZA MUSEI FREQUENZA CINEMA FREQUENZA TEATRI FREQUENZA MOSTRE Sindrome tipica da reflusso Sindrome da reflusso con del associazionebenessere psicologico ipotizzata 7 cm 0/ANNO 1/2 ANNO 3/5 ANNO 6/10 ANNO 76,40 77,90 80,30 80,00 79,50 76,16 Esofagite 76,06 Stenosi 79,12 81,55 82,01 Faringite 81,50 Sinusite idiopatica 82,22 80,03 Laringite da reflusso Asma da reflusso Fibrosi polmonare idiopatica sindrome con associazione danno 75,20 esofageo 79,18 stabilita 80,70 Es. di Barrett 79,90 Tosse da reflusso associazione ipotizzata 82,09 > 10 ANNO 80,01 81,60 3 Poliambulatorio Odontoiatria L’importanza del “dentista dei bambini” per una dentatura sana da “grandi” L a dentizione decidua è coinvolta nella crescita del paziente per tutta l’età pediatrica (0 – 14 anni). Il pedodontista consiglia una prima visita già in età prescolare. Il primo obiettivo è di lavorare sulla prevenzione dell’ansia; abituare un paziente fin da piccolo a sottoporsi a regolari controlli, e a eventuali cure senza timore, predispone a un adulto non ansioso, quindi motivato alla prevenzione. Il secondo obiettivo è quello di monitorare sia l’eventuale suzione di dito, ciuccio, biberon ecc. con possibili conseguenti variazioni dalla norma dell’occlusione, sia la presenza di abitudini alimentari scorrette, in particolare l’assunzione di bevande dolci prima PUNTEGGI PGWBI EGGI PGWBI del sonno, quali per esempio le tisane del17 cm la prima infanzia: tali consuetudini pos15 cm sono condurre alla così detta “sindrome 9 cm da biberon” caratterizzata da presenza di 7 cm carie a rapida evoluzione che coinvolge 5 cm prima gli incisivi e successivamente tutta 3 cm parallelamente la dentizione decidua già nei primi anni osteoclasti Linea pH al progressivo 5 cm di vita. L’anatomia del dente deciduo, sviluppo del dente permanente; su questo nessuna 1 malattia 2 malattie 3/5 malattie > 5 malattie normale processo fisiologico di “svilupmalattia simile a quella del dente permanente, ne differisce per la presenza di una polpa più po – degenerazione” della radice del deampia, per cui è opportuno intervenire ciduo possono incorrere diversi fattori a SINDROME ESOFAGEA SINDROME EXTRAESOFAGEA precocemente sulle lesioni cariose per non variarne l’armonia. Prima di intervenire ndrome sindrome con associazione associazione ntomatica incorrere danno esofageo stabilita su una struttura così dinamica è quindi nella necessità di interventi di ipotizzata tipo endodontico. Qualora la patologia indispensabile fare una valutazione raTosse da diografica per individuare l’effettivo dovesse coinvolgere la polpa, la decisio- Faringite Esofagite reflusso rome tipica Sinusite Laringite da stato in cui si trova la radice. Qualora ne terapeutica non potrà prescindere da Stenosi eflusso idiopatica reflusso rome da lo polmonare stato delle radice rendesse impossibile Es. di Barrett radiologica. una valutazione La radice Fibrosi Asma da sso con idiopatica reflusso Adenodeciduo CA re toracico del dente una scelta terapeutica di tipo conservatipossiede un suo dinaErosione dentale Otite media esofago da reflusso ricorrente mismo intrinseco strettamente legato allo vo, la soluzione estrattiva diventerebbe sviluppo del dente permanente. Nella sua la terapia d’elezione. La valutazione raRI MEDI DEL BENESSERE PSICOLOGICO PERCEPITO (PGWBI) prima fase di sviluppo, il dente deciduo diologica ci viene di nuovo in aiuto nel > 10 ANNO 0/ANNO 1/2 ANNO 3/5 ANNO 6/10 ANNO erompe in arcata avendo le radici non momento in cui decidiamo di estrarre ENZA MUSEI 75,20 79,18 80,70 82,09 80,01 ancora completamente formate; a for- un dente deciduo. Va in questo caso 76,40 77,90 80,30 80,00 79,50 ENZA CINEMA mazione completata, dopo una breve fase posta attenzione al livello di formazione ESTENSIONE PROSSIMALE 76,16 79,12 81,55 82,01 82,22 ENZA TEATRI di stabilità, le radici iniziano a subire un del dente permanente: se quest’ultimo è ENZA MOSTRE 76,06 79,90 80,03 81,50 81,60 processo di riassorbimento da parte degli ancora immaturo, dovremo predispor- Dentizione decidua, il ruolo del medico pedodontista ESTENSIONE PROSSIMALE re in arcata dei dispositivi in grado di pH limite= 4.0 mantenere lo spazio fino all’eruzione del dente permanente; diversamente si incorrerebbe in una mesializzazione dei denti distali al dente estratto, con conseguente chiusura dello spazio per il permanente che deve erompere. Il pedodontista consiglia quindi una valutazione radiografica mediante ortopantomografia in bambini fra i sei e i nove anni, indipendentemente dalla presenza o meno di lesioni cariose; se infatti, come abbiamo visto, è indispensabile un approfondimento radiografico per prendere certe decisioni terapeutiche, è altrettanto importante capire se una bocca che ci appare sana non nasconda problemi da affrontare. Sono, per esempio, di frequente riscontro la presenza di agenesie dei denti permanenti (per cui si dovrà porre una diversa attenzione al den- te deciduo), la presenza di permanenti sovranumerari, il mancato riassorbimento di una o frammenti di radice dei decidui per cui si potrebbe avere un’eruzione ectopica del permanente se non si procedesse all’estrazione del deciduo. La dentizione decidua entra in gioco anche nell’ortodonzia intercettiva. Compito del pedodontista è di valutare se il meccanismo di chiusura fra l’arcata superiore e quella inferiore è corretto; ove venisse riscontrata una disarmonia, una contrattura dell’arcata superiore o una tendenza alla crescita della mandibola in ante rotazione, si invierà il paziente all’ortodontista. Dott.ssa Ornella Tavolotti Medico pedodontista CDI Eventi I Conferenze pH limite= 4.0 MINIMA FRUIZIONE MASSIMA FRUIZIONE musica classica praticare sport museo ATTIVITA’ 77,32 88,31 DIFFERENZA 100% 14,21% 73,76 75,36 80,82 82,00 9,57% 8,81% lirica/balletto 77,35 83,29 7,78% prova/musical 76,31 82,01 7,47% mostra pittura 76,18 81,85 7,44% assistere sport 76,80 81,15 5,66% romanzi 76,15 80,45 5,65% volontariato 77,16 81,47 5,59% cinema 76,50 80,30 4,97% TABELLA 2 dovrebbe essere oggetto di specifiche strategie d’incentivazione, ad esempio attraverso politiche culturali fortemente orientate all’accesso a forme di esperienza culturale dal carattere relazionale, o attraverso la partecipazione ad attività culturali dalla forte impronta socializzante. E’ in questa direzione che si può immaginare la politica culturale quale strumento per una nuova strategia di sviluppo locale, di welfare attivo, che veda tale risorsa quale agente privilegiato per la costruzione di occasioni di sviluppo della società, ma altresì di prevenzione del disagio. È in questo filone che, nel corso del 2010, la Fondazione Bracco, con la collaborazione dell’Assessorato alla Salute del Comune di Milano, ha effettuato uno studio scientifico indirizzato a comprendere e quantitativamente valutare i determinanti del benessere psicologico individuale nella città di Milano. L’iniziativa si colloca nella attività della Fondazione Bracco caratterizzate dall’ampio ricorso di metodologie trasversali scientifico, culturale e sociale per l’intervento sulle tematiche di alto interesse per la società. Agli strumenti già usati nel progetto precedente sono state integrate alcune domande intese a raccogliere dati inerenti gli stili di vita e le abitudini di accesso ad esperienze culturali, ricreative e alimentari della popolazione milanese. I dati raccolti permetteranno di evidenziare se e come gli stili di vita e le attività culturali condotte producano in Milano un effetto positivo superiore a quanto rilevato a livello nazionale, puntando l’attenzione su alcune particolari categorie sociali: giovani, anziani e genere femminile. Giovedì 3 marzo si terrà a partire dalle ore 18.00, presso il CDI Saint Bon, la conferenza “La conservazione delle cellule staminali: presente e futuro”, aperta ai medici e alle future mamme. Tra i relatori, il Prof. Peter Hollands, Honorary Research Fellow presso l’Università di Westminster, Londra, e Direttore scientifico della clinica IVF Bridge, Lagos, Nigeria, e la Dr.ssa Elisa Cavalleri, specialista in Ostetricia e Ginecologia CDI. Modera il Prof. Andrea Casasco, Direttore Sanitario CDI e Professore di Istologia, Facoltà di Medicina dell’Università di Pavia. 4 Poliambulatorio Nuovi servizi Apre al CDI un nuovo servizio, dedicato ai disturbi del sonno S econdo un recente sondaggio di Eurisko, il 41% della popolazione italiana (ovvero 19,6 milioni di individui) russa, con una netta prevalenza maschile, pari al 56%, mentre nella popolazione femminile si registra un incremento dopo la menopausa. Il russare è un rumore prevalentemente inspiratorio, legato ad una vibrazione di strutture presenti in faringe (ugula, palato molle, tonsille, base lingua, pareti posteriori), e/o in laringe, ad una frequenza e intensità variabile. Al di là dell’impatto, devastante, che può avere sulla vita di coppia, russare in sé non rappresenta una vera e propria malattia: tuttavia nell’8% circa dei russatori, si registrano apnee di vario L’ambulatorio delle roncopatie grado, che, a seconda della gravità, vanno a configurarsi come una importante patologia, denominata sindrome delle apneeipoapnee ostruttive notturne (OSAHS, acronimo internazionale dalle prime lettere in inglese). Durante il riposo, si verificano ostruzioni del respiro, totali o parziali (ipoapnee) del respiro, legate ad un collassamento, o ad una ostruzione di strutture presenti in faringe e laringe. Tali ostruzioni portano ad una frammentazione del sonno, e, conseguentemente, a stanchezza diurna, facile affaticamento, deficit di concentrazione e sonnolenza: per valutarne l’importanza basta pensare all’alta percentuale di incidenti stradali dovuti a colpi di sonno improvviso. Non si deve, inoltre, dimenticare che russare, con la sindrome delle apnee-ipoapnee notturne, può essere in relazione ad altre patologie quali ipertensione arteriosa, malattie cardio-vascolari, ictus, alterazione della produzione di ormoni durante la notte, obesità. In presenza di apnee, è consigliabile rivolgersi a un centro specializzato, dove, dopo una attenta valutazione della storia clinica e una visita che escluda anomalie a naso, palato, tonsille, base lingua e laringe, si procede a uno studio del sonno, eseguito in regime di ricovero, o al domicilio del paziente, per una notte, utilizzando una particolare strumentazione in grado di registrare molti parametri del sonno: saturazione dell’ossigeno, apneeipoapnee, posizione del corpo durante il sonno (Polisonnografia, Poligrafia notturna). Se il numero delle apnee-ipoapnee per ora di sonno (A.H.I.) supera il valore di 30 episodi, si rende indispensabile un ulteriore esame, in sedazione profonda, per valutare con più precisione i siti di vibrazione e collassamento (Sleep Nasendoscopy). Se necessario, il paziente viene invitato ad eseguire ulteriori approfondimenti di diagnostica per immagini (TAC) e a sottoporsi a visite specialistiche al fine di formulare una precisa diagnosi per poter effettuare una terapia il più possibile personalizzata. La terapia può essere chirurgica, prevalentemente mini invasiva, ambulatoriale, in anestesia locale, che sfrutta tecnologie come il laser, le radio frequenze e particolari innesti di materiale nel palato molle, per ottenere un indurimento delle strutture e una conseguente opposizione al collassamento e alla vibrazione. La terapia non chirurgica si avvale invece di due metodiche: la C.P.A.P. utilizza QUESTIONARIO DI AUTOVALUTAZIONE: FACILITA’ AD ADDORMENTARSI Rispondere con: 0 non mi addormento; 1 occasionalmente; 2 facilmente; 3 sicuramente Seduto leggendo 0 1 2 3 Guardando la televisione 0 1 2 3 Seduto come passeggero in auto da un ora 0 1 2 3 Seduto dopo un pasto (senza eccessi alcolici) 0 1 2 3 Seduto al cinema, ad una riunione 0 1 2 3 Sdraiato per riposare nel pomeriggio 0 1 2 3 Seduto conversando con qualcuno 0 1 2 3 Alla guida di un auto bloccata minuti nel traffico 0 1 2 3 0-10 sonnolenza lieve; 10-15 sonnolenza moderata; 15-24 sonnolenza grave >10 è consigliabile una valutazione specialistica Fisioterapia e un compressore che genera una colonna d’aria, che introdotta in faringe dal naso, impedisce il collassamento delle strutture. Deve purtroppo essere utilizzata per tutta la vita. La seconda metodica è di tipo ortodontico e ricorre a un apparecchio che sfrutta l’anatomia della lingua, impedendone il collassamento. Inutile dire che, per il successo della terapia, è fondamentale agire anche sullo stile di vita promuovendo l’attività fisica, abolendo fumo e alcool e controllando il proprio peso. Dott. Fiorenzo Bertoletti Medico otorinolaringoiatra, Responsabile Ambulatorio Roncopatie e Acufeni, Sleep-Tinnitus Center CDI R i a bi l i t a z i o n e I I d r o k i n e s i t e r a p i a Idrokinesiterapia per l’ernia discale Il progressivo sviluppo e le conseguenti ricerche nel campo della riabilitazione hanno evidenziato l’importanza dell’Idrokinesiterapia come approccio riabilitativo, per le patologie del sistema nervoso dell’apparato locomotore e del sistema circolatorio. L’acqua viene ormai vista non più come semplice supporto di un progetto riabilitativo più ampio, ma come elemento determinante per ottenere prestazioni non altrimenti perseguibili in un ambiente condizionato dalle leggi della forza di gravità. L’acqua può essere sfruttata per raggiungere obbiettivi specifici di recupero o di mantenimento di uno stato di “benessere”, con modalità e/o tempi diversi rispetto le tecniche usualmente utilizzate in palestra, abbreviando i tempi e facilitando la riacquisizione di competenze motorie perse. I risultati terapeutici dell’esercizio in acqua sono: sollievo dal dolore e rilassamento muscolare, mantenimento o miglioramento della mobilità articolare, recupero della deambulazione, miglioramento della circolazione e dello stato della cute. Il calore dell’acqua (T>32°<34°) in cui il paziente è immerso aiuta ad alleviare il dolore, riduce lo spasmo muscolare ed induce alla distensione. Alleviando il dolore, il paziente riesce a muoversi con maggiore agilità. In linea generale il trattamento conservativo e post chirurgico nelle patologie della colonna può essere riassunto nei seguenti punti: 1) lo scarico gravitario in acqua facilita contemporaneamente la mobilizzazione e la riduzione del sintomo; 2) i muscoli allungati, resi più elastici, e le articolazioni più libere favoriscono una riduzione del dolore a seguito del lavoro in ambiente microgravitario riportando verso un movimento fisiologico il corpo e contribuendo a una postura corretta fuori dall’acqua; 3) lavorare sulla respirazione è importante perché tutti i blocchi antalgici avvengono in inspirazione. La scarsa mobilità del diaframma (muscolo principale per la respirazione) condiziona la colonna, alimentandone ancora di più i fenomeni compressivi e le tensioni a livello muscolare spinale causa di algie; 4) la forza di gravità, che condiziona la nostra esistenza, ha un azione di per sé compressiva sulle articolazioni. Il lavoro quindi in ambiente microgravitario, oltre ad alleggerire il carico, costringe l’organismo a elaborare meccanismi compensativi pur di non arrivare alla soglia liminare del sintomo. In acqua un soggetto riceve un insieme di informazioni che concorrono a modificare lo schema alterato o quantomeno non permettono la fissazione degli atteggiamenti patologici e di alterazione funzionale. Concludendo la rieducazione in acqua permette un recupero più rapido per precocità di intervento e per elaborazione dello schema corporeo liberando spesso il paziente dal timore del movimento. Dott.ssa Claudia Brignani Medico Fisiatra, Coordinatore Centro Fisioterapia e Riabilitazione CDI Dott.ssa Patrizia Pistoni Coordinatore Fisioterapisti Centro Fisioterapia e Riabilitazione CDI 5 Radiochirurgia Cyberknife Radioterapia e Radiochirurgia CyberKnife come soluzione terapeutica nella cura dei tumori T ecnologia all ’ avanguardia , accuratezza e precisione submillimetrica: I vantaggi della chirurgia robotica L a Radioterapia è una branca della medicina che prevede l’utilizzo di radiazioni ionizzanti per la cura di pazienti affetti da tumore. Scopo di questa metodica è quella di aumentare il controllo locale di malattia, la sopravvivenza del paziente e, quindi, migliorare la qualità della vita stessa del paziente. Nei pazienti affetti da tumore il fascio di radiazioni ionizzanti, indirizzato verso il bersaglio tumorale, determina la morte delle cellule neoplastiche, evitando quindi la necessità di un intervento chirurgico. I recenti sviluppi della tecnologia e i continui progressi nell’ambito della fisica e dell’informatica hanno consentito lo sviluppo di tecniche di radioterapia altamente sofisticate, volte all’utilizzo di elevate dosi di radiazioni indirizzate al volume bersaglio contestualmente alla riduzione della dose ai tessuti-organo non bersaglio con il relativo miglioramento nel rapporto rischio-beneficio e della tossicità del trattamento. Nell’ambito delle tecniche di radioterapia ad alta precisione, la radiochirurgia rappresenta una soluzione terapeutica che, con estrema accuratezza e precisione, impiega elevate dose di radiazioni somministrate al volume bersaglio tumorale in una o al massimo 5 sedute, costituendo quindi una sorta di “bisturi virtuale” capace di eseguire interventi sovrapponibili alla chirurgia, senza essere invasivi. Nell’ambito della radioterapia si distinguono pertanto 2 modalità di cura: RADIOTERAPIA RADIO CONVENZIONALE CHIRURGIA Modalità di trattamento campo ampio Somministrazione frazioni multiple dose focalizzato dose singola (max 5) Tra i dispositivi attualmente in uso, il sistema Cyberknife, in funzione presso il Cento Diagnostico Italiano dal 2004, rappresenta uno delle tecnologie di radiochirurgia all’avanguardia. Assistito da un computer dedicato, il Cyberknife è in grado di ricostruire in maniera virtuale, il volume tridimensionale della lesione neoplastica e i rapporti con gli organi e i tessuti adiacenti, utilizzando la sovrapposizione di immagini TC e RMN e/o PET. Il sistema di calcolo elabora le traiettorie “migliori” per indirizzare il bisturi Cybernetico sulla lesione neoplastica, utilizzando la precisione del braccio robotica, risparmiando i tessuti sani adiacenti. Inoltre il Cyberknife è l’unico sistema basato sulla tecnologia guidata delle immagini (IGRT), capace in tempo reale di compensare ed adattare il Bisturi Cyberknetico ai movimenti del paziente e del tumore durante tutta la durata dell’intervento radiochirurgico. L’impiego dunque, attraverso il braccio robotico, di fasci multipli di radiazioni mirati in maniera precisa al tumore, permette di colpire soprattutto quelle lesioni-target poste anatomicamente in aree difficilmente raggiungibili con le metodiche di cura convenzionali (radioterapia e chirurgia). La radiochirurgia con Cyberknife rappresenta pertanto una soluzione terapeutica particolarmente promettente nella cura di tumori siti in prossimità di organi sensibili quali l’encefalo e il midollo spinale. L’estrema accuratezza e riproducibilità del sistema hanno permesso inoltre di sviluppare e ampliare le radiazioni tera- peutiche, trovando riscontro sempre più frequentemente anche nei pazienti affetti da tumori localizzati nel polmone, fegato, pancreas e nella prostata offrendo una valida alternativa al trattamento chirurgico. La rapidità, l’accuratezza, la precisione e la non invasività del trattamento radiochirurgico offerte con il braccio robotico cybernetico rappresentano inoltre la soluzione terapeutica ideale per i pazienti anziani, non suscettibili di interventi chirurgici o di chemioterapia, garantendo pertanto uno spazio tera- peutico altrimenti negato. La caratteristica peculiare del Cyberknife di potere frazionare la dose in maniera variabile a seconda della sede anatomica e del volume di trattamento permette di superare quel limite del trattamento radio chirurgico, rappresentato dalle dimensioni delle lesioni. settimane. La recidiva a 2 anni è inferiore al 3%. Il “marchio di garanzia” di tale patologia è la sua rapida risoluzione dopo che all’esordio si manifesta con una importante disfunzione ventricolare sinistra. Gli elementi diagnostici: l’elettrocardiogramma può mostrare un’onda di lesione (Sopraslivellamento del tratto ST) tipica dell’Infarto Miocardico acuto o presenza di T negative (espressione di sofferenza ischemica miocardica). Dal punto di vista biochimico vi è un incremento degli indici di citomionecrosi (di danno miocardico), anche essi tipici in un IMA, con un innalzamento delle note “troponina”, “mioglobina” e “CK massa”, per l’appunto markers, espressione di danno miocardico acuto. Gli esami strumentali (Ecocolordoppler Cardiaco) evidenziano una estesa acinesia (assenza di movimento, di contrattilità) a livello delle porzioni medio/apicali del cuore (ventricolo sinistro). La diagnostica invasiva (Coronarografia) non mostra lesioni coronariche significative acute o croniche (anche esse patognomoniche, al contrario, di un Infarto Miocardico). Naturalmente l’aspetto più interessante è rappresentato dal fatto che si manifesti in individui che non presentano significative stenosi a livello dell’albero coronarico. Lo studio condotto dal CDI intende fare luce sui profili di personalità che rendono le persone vulnerabili ad una grave reazione da stress tale da determinare una sindrome cardiaca. I risultati dello studio, condotto dal dott. Angelo Compare (Coordinatore Psicologia CDI) e dal dott. Riccardo Bigi (Coordinatore Cardiologia CDI) in collaborazione con l’Ospedale Niguarda e l’Ospedale di Vercelli e con il Department of Epidemiology and Public Health dell’UCL di Londra e presentati all’European Congress of Cardiology nel 2009, hanno evidenziato come i soggetti con elevata personalità D, caratterizzati da una elevata difficoltà ad elaborare ed esprimere in modo adeguato le emozioni, presentavano una maggiore vulnerabilità allo stress acuto e grave in seguito ad eventi traumatici connessi alla sindrome Tako-tsubo. Dott. Angelo Compare Consulente Psicologo, Coordinatore Servizio di Psicologia CDI Giancarlo Beltramo Medico radioterapista, Responsabile CyberKnife Center CDI Poliambulatorio I Psicologia La sindrome Tako-Tsubo Il CDI in collaborazione con il gruppo di ricerca dell’UCL-University College of London, ha portato a termine un’importante ricerca finalizzata a studiare i fattori di personalità predisponenti a una reazione di stress, conseguente a un evento traumatico, tale da provocare una sindrome cardiaca chiamata Sindrome di TakoTsubo. Identificata in Giappone agli inizi degli anni ’90, si tratta di una cardiomiopatia con quadro di esordio tipico di quello di un Infarto Miocardico (IMA) o di una sindrome coronaria acuta, in considerazione delle tipiche alterazioni elettrocardio- grafiche e della sintomatologia d’esordio oltre che delle alterazioni biochimiche rilevate. Tale patologia sembra correlata a stress psichici intensi, con una prevalenza nel sesso femminile (post menopausa). La diagnosi della Sindrome di Tako-Tsubo può essere effettuata solo dopo aver escluso IMA con coronaropatia sottostante, Sindrome Coronarica Acuta, Miocardite, pericardite, dissezione aortica. I “trigger” postulati come i responsabili dell’“apical ballooning” (aspetto a palla) includono stress emozionali ed esacerbazione di disordini sistemici preesistenti (accidenti cerebrovascolari, addome acuto, di stress respiratori). La mortalità ospedaliera è meno dell’1%, e solitamente il ventricolo recupera la sua piena funzionalità entro 2-4 6 Diagnostica per Immagini Medicina Nucleare L’Imaging nelle malattie neurodegenerative Il ruolo della PET cerebrale con Fluorodesossi -glucosio (FDG) nella Malattia di Alzheimer, nella Compromissione Cognitiva Lieve Demenza Fronto-temporale, (MCI), nella e nella Malattia di Parkinson. L e Malattie Neurodegenerative (MN) compren- dono un ampio gruppo di patologie neurologiche, nelle quali si osserva una perdita selettiva e progressiva di specifiche popolazioni di neuroni, la cui eziologia, nella maggior parte dei casi, resta sconosciuta. Nei pazienti affetti, disturbi neurodegenerativi più comuni sono associati a depositi intracellulari o extracellulari di proteine anomale nelle cellule neuronali bersaglio, documentabili solo post mortem. La perdita progressiva della popolazione neuronale colpita determina la presentazione e la storia clinica di ogni MN, la cui diagnosi è ancora in gran parte affidata alla semeiotica neurologica clinica. Tuttavia, in un sempre maggior numero di casi, la diagnosi di MN beneficia di percorsi diagnostici orientati dalla presenza di test di laboratorio, di dosaggi biochimici specifici e, con spazio sempre maggiore, delle metodologie di neuroimmagine morfologico (TC, RM cerebrale) e funzionale (SPET, PET e RM funzionale). In questa breve relazione, si presenta, tra le tecniche di neuroimaging, il ruolo della PET (tomografia da emissione di positroni) nelle patologie neurodegenerative maggiori associate a deficit cognitivo progressivo che evolve in demenza: la malattia di Alzheimer (AD), la demenza fronto temporale (FTD), la demenza con corpi di Lewy (DLB) e la demenza nella malattia di Parkinson (PDD). La PET Cerebrale con FGD nella malattia di Alzheimer (AD) e nella compromissione cognitiva lieve (MCI) Oltre 20 anni di applicazione della PET nell’AD hanno dimostrato che il metabolismo del glucosio e il flusso sanguigno cerebrale sono alterati in associazione nella corteccia temporo-parietale e nel giro angolare, spesso simmetricamente. Può anche essere coinvolta la corteccia frontale associativa, di solito durante la progressione di malattia. Le zone più precocemente alterate metabolicamente sono le zone corticali mielinizzate più tardivamente nella maturazione cerebrale, come la corteccia di associazione emisferica, e queste sono anche sedi maggiori di deposito corticale di ß-Amiloide atipica (A-ß) allo studio autoptico. Un interessamento corticale asimmetrico, meno comune, corrisponde a deficit cognitivi maggiori se è colpito l’emisfero dominante, con compromissione precoce del linguaggio, della capacità visuo-spaziale e dell’orientamento. A differenza di altri tipi di demenza, nella AD il metabolismo del glucosio è di solito ben conservato nei gangli della base, nella corteccia motoria primaria, nella corteccia visiva primaria e nel cervelletto. Questo andamento riflette in generale i sintomi clinici della AD, con progressiva compromissione della memoria (temporale mesiale) e del pensiero associativo (temporale laterale), della elaborazione e pianificazione delle azioni (corteccia associativa posteriore), ma con conservazione metabolica della corteccia motoria principale e della funzione sensoriale primaria. Confronti “voxel-based” di singoli pazienti con casistiche normali di riferimento hanno dimostrato che il giro cingolato posteriore e il precuneo sono zone ipometaboliche anche in una fase precoce di malattia (Figura 1). Questo pattern non è spesso direttamente evidente dalla semplice ispezione della FDG-PET, in quanto il metabolismo in tali zone è al di sopra della media corticale nel cervello normale. La sensibilità della PET per l’AD conclamata è del 96% in casistiche con riscontro autoptico di A-ß corticale. La specificità della PET con FDG è del 93% nella discriminazione tra soggetti normali e pazienti con clinica di AD; la accuratezza nella discriminazione tra pazienti con FTD e AD è del 95%, con riscontri autoptici come “gold standard”. Il ridotto metabolismo glucidico corticale documentabile nella AD con FDGPET corrisponde frequentemente ad alterazioni di perfusione corticale che si evidenziano con la SPET cerebrale di perfusione e con la RM funzionale in pazienti con diagnosi clinica di AD; tuttavia studi di confronto più diretto hanno mostrato una maggiore specificità della PET con FDG rispetto a tali metodiche. La riduzione del metabolismo glucidico nella corteccia associativa temporoparietale è nell’ordine del 15-20% nei 3 anni successivi alla diagnosi di AD, progressione che contrasta con l’assenza di ipometabolismo nei soggetti normali. L’asimmetrica compromissione meta- entorinale può essere di difficile valutazione visiva nelle sezioni PET a causa delle piccole dimensioni di tali strutture corticali, del minore assetto metabolico glucidico rispetto alla neocorteccia di associazione emisferica e per l’effetto di volume parziale che si associa ad atrofia della corteccia ippocampale, quadro che si riscontra precocemente e frequentemente sia nell’MCI che nella AD. Nonostante tali limitazioni metodolo- Normale Giro cingolato: normale metabolismo M. Di Alzheimer Corteccia corteccia ippocampale : ipometabolismo Giro cingolato: ipometabolismo ippocampale : ipometabolismo bolica corticale alla PET e la maggiore compromissione del linguaggio o visuospaziale tendono a persistere durante la progressione dell’AD con interessamento iniziale dell’emisfero dominante. Moderati aspetti di ipometabolismo glucidico sono stati osservati in fase asintomatica nei soggetti ad alto rischio di AD (familiarità per AD ed presenza di allele ApoE) e questa anomalia è rilevabile anche decenni prima della comparsa clinica di demenza. Diversi studi hanno confermato il potere predittivo dell’ipometabolismo della porzione posteriore del giro cingolato per predire la conversione in AD nei pazienti con deficit mnemonico grave, con sensibilità e specificità oltre l’80% per conversione di AD entro 1 anno. Studi recenti dimostrano la superiorità della FDG-PET rispetto alla ApoE e riportano che un studio FDG-PET normale nell’MCI indica una bassa probabilità di progressione entro 1 anno, anche in presenza di grave deficit di memoria nei test neuropsicologici. Un certo grado di compromissione metabolica glucidica nella corteccia mesiale temporale è stata osservata nei pazienti con deficit mnemonico, ma non limitabile a quelli con diagnosi di MCI o AD. La compromissione metabolica glucidica ippocampale e giche, la PET con FDG è attualmente il miglior marker per definire efficacemente la probabilità evolutiva in AD fino a 3 anni dalla diagnosi iniziale di MCI e confermare la diagnosi di AD nel corso della patologia. La PET cerebrale con FDG nella Demenza Frontotemporale (FTD), con corpi di Lewy (LBD) e in malattia di Parkinson (PDD) Il gruppo di malattie neurodegenerative che comprende la demenza frontotemporale (FTD) come manifestazione clinica include anche processi neurodegenerativi più focali e con interessamento unilaterale dell’emisfero dominante all’esordio clinico, come la afasia progressiva primaria e la demenza semantica. In tutte queste patologie il metabolismo glucidico cerebrale è gravemente compromesso soprattutto nella corteccia frontale, e maggiormente nella corteccia frontale mesiale. Altre sedi comuni corticali di ipometabolismo sono la corteccia temporale laterale ed insulare. Le alterazioni possono essere molto asimmetriche, con correlazione con i sintomi maggiori di deficit di memoria (temporale mesiale) o afasia progressiva (temporale laterale). La prevalenza di deficit frontale nei test neuropsicologici permette di solito la distinzione dalla AD, anche se ci possono essere sovrapposizioni tra le due patologie come nell’AD con estensione frontale e nella FTD con estesione temporo-parietale. La PET cerebrale con FDG può distinguere correttamente la FTD dalla AD con sensibilità e specificità superiori all’85% ed è un valido strumento per l’inquadramento nosografico di questo eterogeneo gruppo di deficit cognitivi. La demenza con corpi di Lewy (LBD) è clinicamente caratterizzata dalla fluttuazione dei deficit cognitivi, possibile associazione con deficit motori di tipo parkinsoniano, alterazioni della percezione visuo-spaziale e allucinazioni visive ben strutturate. Le allucinazioni sono il correlato probabile di una riduzione del metabolismo glucidico nella corteccia visiva primaria, che è stato descritto con FDG-PET nella LBD, spesso associata a un variabile grado di compromissione delle aree di associazione posteriori come si osserva anche nella AD. Al contrario, l’attività metabolica nella corteccia visiva primaria è di solito ben conservata nella AD, ma in pratica la distinzione può essere difficile in quanto il metabolismo glucidico della zona calcarina è soggetto a notevole variabilità e dipende dalle condizioni di esame (occhi aperti o chiusi). Una via alternativa per differenziare la AD dalla LBD è la valutazione del deficit di sintesi della dopamina (PET con 18F-fluorodopa) o della densità dei trasportatori della dopamina nello striato (SPET cerebrale con 123I FPCIT), deficit di solito assente nella AD, moderatamente presente nella LBD. La distribuzione dei deficit metabolici corticali nella PET con FDG nella LBD è prevalentemente posteriore, includendo le aree associative visuo-spaziali emisferiche occipito-parietali, con risparmio delle zone temporali, soprattutto mesiali. Nel decorso della malattia di Parkinson si osserva un’alta prevalenza di deficit cognitivo, soprattutto nelle fasi intermedie/avanzate di malattia e circa del 40% in tutti pazienti con PD oltre i 8 anni di malattia e più di 65 anni sviluppa un quadro di demenza (PDD). In questi casi la PET cerebrale con FDG coglie aspetti ipometabolici corticali che orientano per il 30-40% dei casi ad una associazione con PDD+AD, nella restante popolazione prevalgono i pattern descritti anche per la LBD di interessamento parieto-occipitale emisferico, tra l’altro rilevabili anche in una porzione dei pazienti PD senza deficit cognitivi. Dott. Riccardo Benti, Dott. Massimo Gasparini, Prof. Paolo Gerundini, Dott.ssa Patrizia Gandolfo* Medicina Nucleare Fondazione IRCCS Ca’ Granda-Ospedale MaggiorePoliclinico, Milano *Medicina Nucleare CDI, Milano 7 CDI Ambiente Sicurezza e Salute Medicina del Lavoro Il lavoratore che viaggia all’Estero Il ruolo del medico competente per valutare rischi e potenziali pericoli per la salute del lavoratore O gni anno dei 18 milioni di italiani che si recano all’estero, il 10% ha come meta paesi tropicali e subtropicali, dove condizioni igienico sanitarie, abitudini alimentari, clima e stili di vita sono diversi da quelli italiani. Su 100.000 viaggiatori in un paese in via di sviluppo, per mese di soggiorno 50.000 manifestano disturbi nel corso del viaggio, 8.000 ricorrono al medico, 5.000 saranno costretti a letto, 1.100 saranno limitati nelle attività, 300 saranno ricoverati nel corso del viaggio o a casa, 50 rimpatriati per ragioni sanitarie ed 1 morirà. Si viaggia soprattutto per turismo, ma chi si ferma maggiormente in Paesi in via di sviluppo per lunghi periodi sono i lavoratori. Da molti anni le aziende italiane sono infatti chiamate a realizzare progetti e ad aprire cantieri in tutto il mondo, compresi i paesi dell’area intertropicale, in numerosi settori produttivi (costruzioni, metalmeccanico, petrolchimico, elettrico, telefonico). La durata del soggiorno dei lavoratori che operano all’estero può variare da periodi brevi (giorni/settimane) a periodi prolungati (mesi/anno). In condizioni operative disagiate vi possono essere potenziali pericoli per l’incolumità e per la salute. Si definisce pericolo potenziale per la salute qualcosa di virtualmente dannoso in grado di influire negativamente sulla salute di singoli o di gruppi. I potenziali pericoli possono essere specifici del luogo, fisici (compresi quelli ergonomici), chimici, biologici o psicosociali. La differenza tra potenziali pericoli per l’incolumità e potenziali pericoli per la salute consiste nel fatto che i primi possono causare un infortunio immediato, mentre i secondi possono causare una malattia professionale (acuta o latente) con vari gradi di invalidità o addirittura la morte. I fattori che influenzano gli effetti di potenziali pericoli per la salute sono tempo di esposizione, livello di esposizione (dose), modalità di esposizione (ad es. contatto, inalazione o ingestione), suscettibilità personale; caratteristiche dell’agente causale. A questi si aggiungono la località geografica, le infrastrutture di comunicazione, gli agenti fisici, chimici, biologici e psicosociali.Prima di inviare un lavoratore all’estero bisogna quindi considerare questi importanti fattori di rischio. Un esempio è quanto avviene nel settore petrolifero. Secondo gli standard della United Kingdom Offshore Operators Association, accettati da tutte le oil companies, per le mansioni impiegatizie, manageriali e d’ufficio, si prevedono visite mediche triennali fino a quaranta anni, biennali tra i quaranta e cinquanta, e annuali dopo i cinquanta. Ogni lavoratore viene informato per iscritto dell’esito della visita medica e viene opportunamente consigliato qualora sia necessario escluderlo temporaneamente o permanentemente da ulteriori esposizioni nell’ambito del suo lavoro. Per impostare le linee di azione e stabilire gli strumenti preventivi nel lavoro all’estero, il Medico competente deve effettuare un’attenta valutazione del rischio e poi strutturare un intervento che si articola in tre fasi: prima della partenza, durante il soggiorno all’estero, al ritorno dal viaggio. Il momento decisivo della procedura sanitaria è rappresentato dalle fasi operative che riguardano il lavoratore prima della partenza, in particolare la verifica della idoneità lavorativa alla mansione specifica in relazione allo svolgimento della stessa all’estero. Il Medico Competente deve conoscere in tempi brevi la destinazione del lavoratore per organizzare il programma sanitario adeguato che si articola essenzialmente nella visita medica, negli accertamenti di laboratorio e strumentali mirati, nellevaccinazioni, nella formazione e formazione sanitaria. Prima della partenza è importante fornire al lavoratore tutte le nozioni atte a prevenire un cospicuo numero di patologie (Malaria, Febbre Gialla, Epatite A e B, Colera, Meningite, Dengue, Febbre Tifoide, Malattie Sessualmente Trasmesse, etc), anche perché i vaccini in alcuni casi non costituiscono un sostituto dei comportamenti prudenziali. Il Medico Competente, nel rilascio del giudizio di di idoneità alla mansione specifica a lavoratori all’estero di tipo “long stay”, deve tener conto non solo degli organi ed apparati che per effetto dell’attività lavorativa possono andare incontro ad alterazione, ma deve rilevare lo stato di salute psicofisica generale; le eventuali patologie presenti e i relativi trattamenti messi in atto. Inoltre deve prevedere l’evoluzione dellapatologia in quanto il soggetto andrà ad operare in aree in cui vi sono temperature estreme, condizioni climatiche avverse, difficoltà logistiche, di comunicazione e carenza di strutture sanitarie locali di supporto. In queste condizioni può accadere che sia impossibile una evacuazione medica d’urgenza, anche per diversi giorni. Per tale motivo i lavoratori devono essere in condizioni psicofisiche ottimali. Da questi presupposti ne deriva che il giudizio di idoneità deve essere parametrato alle due variabili fondamentali rappresentate sia dall’itinerario /destinazione del viaggio che dalle condizioni di salute di chi viaggia. Questa metodologia rispetta i due termini del binomio su cui si fonda il giudizio di idoneità (uomo/ambiente) e che devono essere attentamente valutati, in quanto, in questa tipologia di lavoro, “l’ambiente” si riferisce non soltanto in senso stretto all’insediamento produttivo, ma anche a quello geografico. I criteri di idoneità alla missione all’estero si fondano essenzialmente sullo stato di salute e sulla capacità dell’individuo di adattarsi psicologicamente e fisicamente ai cambiamenti prodotti dal lavoro e dalla situazione socio-culturale di un’area geografica diversa. In questa prospettiva si possono configurare tre possibilità di giudizio: idoneità, idoneità con limitazioni, inidoineità ovvero controindicazione al viaggio assoluta o per aree geografiche. Fase di screening: prevede l’effettuazione, nell’arco della medesima mattinata, di visita neurologica, esami del sangue e valutazione neuropsicologica. Una settimana dopo l’effettuazione dei suddetti esami è previsto un secondo incontro con il neurologo nel corso del quale verrà comunicato l’esito degli esami. Qualora emergano delle anomalie, verrà consigliato un approfondimento diagnostico individualizzato. Fase di approfondimento diagnostico: il percorso è rivolto unicamente a coloro che nella fase di screening hanno evidenziato delle problematiche. Esso consiste in accertamenti diagnostici che vengono scelti in modo personalizzato e non sono, pertanto, contemplati nel pacchetto “check-up”. Tra le indagini più comunemente suggerite vi sono gli esami neuroradiologici (TAC e Risonanza Magnetica Nucleare), l’elettroencefalogramma, l’ecodoppler dei tronchi sovraortici e le visite di altri specialisti (cardiologo, endocrinologo). Al termine della fase di approfondimento diagnostico è prevista un’ulteriore visita neurologica in cui viene formulata la diagnosi ed individuato il percorso terapeutico. Fase terapeutica: a seconda della condizione individuata, si possono intraprendere differenti percorsi terapeutici: la terapia farmacologica, prescritta dal neurologo o dallo psichiatra; la riabilitazione cognitiva, articolata in cicli di incontri con il neuropsicologo; i colloqui psicologici, articolati in cicli di incontri con lo psicologo. Vincenzo Nicosia Responsabile medicina del Lavoro Gruppo Saipem Presidente Nazionale SIMVIM – Società Italiana di Medicina dei Viaggi e Migrazioni Nuovi Servizi I Il Check-up Neurocognitivo Al CDI un check up dedicato per valutare le patologie che possono insorgere con l’invecchiamento Durante l’invecchiamento si verificano alcuni cambiamenti mentali del tutto fisiologici quali ad esempio il lieve indebolimento della memoria oppure la tendenza ad allarmarsi anche per cose di poco conto. Tuttavia, questi sintomi potrebbero costituire le prime manifestazioni di malattie afferenti il sistema nervoso, come la malattia di Alzheimer, o, non di rado, la depressione. Come distinguere i cambiamenti “benigni” da quelli che, invece, devono destare preoccupazione? Per far fronte a questa esigenza il CDI ha studiato un Check up Neurocognitivo. Si tratta di un check up specializzato, in cui un’equipe di medici e psicologi propone al paziente e ai suoi familiari un percorso finalizzato all’inquadramento diagnostico e, se necessario, alla gestione terapeutica, delle diverse molteplici condizioni legate all’invecchiamento cerebrale. Il Check up Neurocognitivo è articolato in più fasi. In base ai risultati ottenuti nella prima Fase di screening, il medico specialista suggerisce se concludere il check up o proseguire con ulteriori accertamenti. 19 I nostri Servizi nostre Sedi Sede Centrale Febbraio 2011 Direttore responsabile Elena Gavardi Comitato di redazione Andrea Casasco, Giuseppe Fraizzoli, Elena Gavardi, Vittorio Grazioli, Enzo Grossi, Sergio Papa, Bruno Restelli Hanno collaborato inoltre Giancarlo Beltramo, Riccardo Benti, Gabriele Bianchi Porro, Claudia Brignani, Angelo Compare, Patrizia Gandolfo, Massimo Gasparini, Paolo Gerundini, Enzo Grossi, Marco Lazzaroni, Vincenzo Nicosia, Patrizia Pistoni, Pierluigi Sacco, Ornella Tavolotti Redazione Via Saint Bon, 20 - Milano Editore CDI - Centro Diagnostico Italiano, Via Saint Bon 20, Milano Progetto grafico e impaginazione OLTRE srl - Milano Stampa Ciemme S.p.A. Cinisello Balsamo (MI) Direttore Sanitario CDI Prof. Andrea Casasco Le Visite ed esami specialistici Analisi Cliniche di laboratorio Diagnostica per immagini (TAC 64 strati Dual Source, MOC, PET, Ecotomografia, Medicina Nucleare, Risonanza magnetica) Medicina preventiva e CDI-Check (check-up personalizzato) Chirurgia Ambulatoriale Diagnostica domiciliare Ambulatori Multidisciplinari Odontoiatria Medicina del lavoro PET, Medicina Nucleare Radiochirurgia Cyberknife™ Milano, Via Saint Bon 20 - Tel. 02.48317.444 (Privati e Fondi) - 02.48317.555 (con SSN) Altre Sedi Milano, Largo Cairoli 2 - Tel. 02.48317.444 Milano, Viale Monza 270 - Tel. 02.2551925 Milano, Viale Abruzzi 14 - Tel. 02.29527357 Milano, Via P. Rossi 24 - Tel. 02.66227255 Milano, Via Teuliè 2 - Tel. 02.58317301 Milano, C.so Italia 46 - Tel. 02.72021675 Milano, Via delle Primule 6 - Tel. 02.4221134 Milano, Via Grosotto 7 - Tel. 02.48317.444 (Privati e Fondi) - 02.48317.555 (con SSN) Milano, Via Ripamonti 190/D - Tel. 02.57401225 Centro prenotazioni: 02.48317.444 (Privati e Fondi) 02.48317.555 (con SSN) | www.cdi.it Milano, C.so Porta Vittoria 5 Tel. 02.48317260 Rho (MI), Via Magenta 41 - Tel. 02.93182396 Corsico (MI), Via Vigevanese 4 - Tel. 02.4406148 Cernusco S/N (MI), Via Torino 8 - Tel. 02.92109142 Corteolona (PV), Via dei Caduti 20/a - Tel. 0382.717028 Pavia, Viale Cremona 326 - Tel. 0382.472761 Besozzo (VA), Via XXV Aprile 6/G - Tel. 0332.281125 Varese, Via Cavour 18 - Tel. 0332.281125 Cuvio (VA), Via Fermi 6 - Tel. 0332.281125