Articolo Metella Ship2Shore
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www.ship2shore.it FINANZA Direttore Responsabile: Angelo Scorza Anno VII, N.4 - Genova, 25 Gennaio 2010 TERMINAL OPERATOR HANDLING www.ship2shore.it Nuovo ordine in Russia di Pietro Barbaro CoNaTeCo primeggia nel Mare Nostrum Finanziamento della banca Intesa San Paolo, assistita dallo studio legale Watson Farley Williams, per sostenere la commessa di tre cisterne fluvio-marittime del gruppo armatoriale romano Il terminal operator napoletano, che ha bene performato nel 2009, riceve da Terex-Fantuzzi Reggiane la prima di due nuove gru superpostpanamax definite ‘le più grandi del Mediterraneo’ Si appone un nuovo tassello nell’articolato progetto di investimento del gruppo armatoriale Pietro Barbaro iniziato nel 2005 in Russia (Ship2Shore n. 33/2005) con nuovi ordini per tre navi che saranno consegnate nel 2010. L’armatore romano, ma di origine siciliana, al momento preferisce mantenere riserbo sulla trattativa; di ufficiale si sa solamente che il terzetto di cisterniere sarà utilizzato per il trasporto di prodotti petroliferi lungo i fiumi Volga e Don. L’investimento è realizzato grazie ad un finanziamento di 26 milioni di Euro da parte di Intesa San Paolo, assistita dallo studio legaleWatson Farley Alfredo e Gianni Barbaro Williams (branch di Roma), nelle persone di Furio Samela, partner del dipartimento di Finance di WFW, coadiuvato da Emanuele Caretti. Si tratta della seconda tranche del progetto russo avviato quasi cinque anni fa, che prevede un finanziamento complessivo di 107 milioni di dollari strutturato in collaborazione con Sace, che ha coinvolto KMB, banca del gruppo Intesa Sanpaolo con sede a Mosca e la Société Européenne de Banque SA, entrambe coordinate da Intesa Sanpaolo S.p.A. che ha svolto il ruolo di lender. Gli stessi partner legali romani avevano già assistito il medesimo attivissimo cliente PB Tankers S.p.A lo scorso autunno per un finanziamento di 35 milioni di dollari concesso da Banca Popolare di Lodi S.p.A. e da Banca Nuova S.p.A, destinato a concorrere al pagamento di parte del prezzo di acquisto di una product oil/chemical tanker da 50.400 dwt in costruzione al cantiere coreano STX Offshore & Shipbuilding Co., Ltd. TOP THREE Gli articoli più letti della settimana scorsa 1°- Top Ships non gradisce le autoriduzioni di Zacchello 2°- Una nave italiana guida la ripresa 3°- Container amari per l’Italia: 1 milione di TEUS in meno Figura già il nuovo brand Terex - la corporation americana nuovo proprietario della gloriosa Fantuzzi Reggiane - sulla prima delle due nuove gru superpostpanamax appena consegnate alla CoNaTeCo di Napoli, frutto di un ordine precedente (Ship2Shore n. 12/2009), per un investimento unitario di circa 6 milioni di euro. L’impianto è giunto alle banchine del Molo Bausan su una chiatta trainata da due mezzi della Rimorchiatori Napoletani. La gru viene definita ‘la più grande del Mediterraneo’; il colosso è alto 40 metri ed ha un braccio da 50 metri capace di movimentare 20 file di container, quindi idonea ad operare su navi da 12.000 teus. La superpostpanamax entrerà in funzione nel terminal partenopeo – una joint venture L’arrivo della gru alle prima luci dell’alba tra COSCO ed MSC - dopo due settimane di test. A marzo è previsto l’arrivo della seconda gru dello stesso tipo. BULK F.lli d’Amato cede una nave a Visentini La panamax F.D. Gennaro Aurilia venduta con annesso charter quinquennale È dell’armatore torrese – sebbene da oltre due anni di stanza a Losanna in Svizzera come il suo grande amico sorrentino Gianluigi Aponte – Luigi d’Amato la nave recentemente acquistata da Giovanni Visentini (Ship2Shore n. 3/2010). La bulker panamax da 74.414 dwt F.D. Gennaro Aurilia, costruzione del 2007 del cantiere statale Hudong (Gruppo China State Shipbuilding), è infatti stata ceduta - mediatore la Unitramp Shipbrokers di Napoli - dalla F.lli d’Amato alla Levantina Trasporti, con annesso un contratto di noleggio di 5 anni. 2 GENERAL CARGO Lunedì 25 Gennaio 2010 www.ship2shore.it FINANZA Esordio armatoriale per Tirrena Spa Il caveau scozzese si apre a Mattioli La T-Bulk di Marina di Carrara ha acquistato la sua prima general cargo in Giappone La Royal Bank of Scotland finanzierà le 4 nuove unità di Blenheim A Marina di Carrara una nuova realtà armatoriale tricolore muove i primi passi. Si tratta della società T-Bulk, parte del Gruppo Tirrena Spa, braccio operativo dedicato alle attività di spedizione e brokeraggio in ambito navale al servizio del core business aziendale legato in prevalenza all’industria del marmo. La prima nave di proprietà, una general cargo da 24.000 dwt equipaggiata con 3 gru da 30 tonnellate di portata ciascuna, è stata appena acquistata in Giappone e rinominata Aurora D. Nell’operazione, definita da vari broker “un ottimo affare frutto dell’attuale momento di mercato”, Tirrena è assistita per la parte finanziaria dallo studio Casani e Associati che ha organizzato anche il finanziamento della nave e per la gestione dopo la consegna dalla società genovese Norbulk Enterprise Ship Management cui è stata affidato il management tecnico. “Le decisione di diventare armatori è stata quasi una scelta obbligata dettata dall’attuale crisi che ci ha imposto di dotarci di tonnellaggio proprio e dalle ottime opportunità presenti sul mercato” spiega il presidente della società, Sandro Donati. “La nave attualmente è impegnata in far East, dove l’abbiamo presa in consegna ma in futuro stiamo considerando la possibilità di impiegarla nell’Oceano Atlantico, facendo la spola tra il Brasile e l’Europa”. Il prezzo pagato da T-Bulk al colosso giapponese Kawasaki Kisen Kaisha Ltd per la general cargo costruita nel 1997 presso il cantiere nipponico Kanda Kawajiri, si aggira attorno ai 13 milioni di dollari. Decisivo è stato il supporto del finanziamento erogato dalla Cassa di Risparmio di Carrara (istituto di credito che fa parte del Gruppo Banca Carige) diretta con grande competenza dall’esperto amministratore delegato Pietro Coppa. Questo istituto di credito svolge un ruolo chiave per lo sviluppo del territorio e dell’economia del comprensorio della provincia di Massa Carrara e della Lunigiana. Tirrena, nata nel 1975 come agenzia marittima su iniziativa della famiglia Donati, rappresenta oggi uno dei più importanti operatori in Italia e all’estero nei servizi di imbarco o sbarco di impiantistica, marmo e granito in blocchi, prodotti siderurgici come tubi, lamiere, coils, vergella in rotoli, oltre che carichi alla rinfusa. L’azienda lavora in diversi porti sia in Italia che all’estero, toccando nel nostro Paese con maggiore frequenza gli scali di Spezia, Savona e Salerno. Con circa 25.000 metri quadrati di magazzini aperti e coperti, in regime nazionale, fiscale e doganale, fork lift, gru a ponte e gru mobili con capacità di sollevamento fino a 70 tonnellate, Tirrena è in grado di offrire soluzioni logistiche e di distribuzioni che spaziano dal magazzinaggio, allo svuotamento e riempimento container, agli imballaggi, fino al trasporto a destino in tutta Europa. Dal quartier generale di Marina di Carrara, la società opera in tutto il mondo in particolare con Brasile Cina, India Giappone e paesi del Nord Europa. Presidente di Tirrena Spa è Alessandro Donati, affiancato alla guida della società da una valida struttura operativa di comprovata competenza ed esperienza. Il fatturato del Gruppo supera abbondantemente i 20 milioni di euro mentre il numero di dipendenti si attesta intorno alle 35 persone. Nicola Capuzzo Oltre Manica è stato salutato come un inequivocabile segno di un ritrovato equilibrio nel mondo della finanza, non solamente in ambito shipping, considerato il blasone e la recente storia dell’istituto di credito coinvolto, controllato oggi dal Governo britannico (all’84%) dopo il salvataggio di qualche mese fa. Stiamo parlando dell’accordo raggiunto da Royal Bank of Scotland e Blenheim Shipping, compagnia di navigazione inglese facente capo al gruppo partenopeo Ca.Fi.Ma. guidato da Mario Mattioli, per l’erogazione a quest’ultima di un prestito di 152 milioni di dollari, con cui saranno finanziate le 4 nuove costruzioni attualmente in via di realizzazione al cantiere sudcoreano Sungdong, a sua volta garantito, per quanto riguarda le refund guarantees, da Woori Bank e Export-Import Bank of Korea. Secondo quanto rivelato dal settimanale Tradewinds, i 152 milioni sono una tranche del prestito di 491 milioni di dollari concordato nel 2002 e rinegoziato cinque volte, l’ultima a dicembre; 66,84 milioni serviranno per per due post-panamax bulker da 91.800 dwt, gemelle di Ocean Breeze e Sea Breeze, consegnate lo scorso anno dal cantiere a Blenheim (Ship2Shore n.12/2009). Il resto finanzierà due aframax tanker da 115.000 dwt: quest’ultimo ordine è frutto della rinegoziazione di una precedente commessa per due suezmax da 158.000 dwt. Secondo i database internazionali le 4 newbuildings saranno consegnate fra l’autunno 2010 e l’inverno 2012. Con l’ingresso di queste unità la flotta di Blenheim aumenterà del 50% circa, essendo oggi composta da 4 bulker e 5 tanker, di cui l’ultima, Moon Lady, aframax tanker da 105.000 dwt, consegnata lo scorso ottobre dal cantiere giapponese Sumitomo Heavy Industries. Tutte le unità di Blenheim, così come quelle delle altre società del gruppo, Augusta Offshore e Capieci, sono affidate alla gestione tecnica di Scinicariello Ship Management, sempre controllata da Ca.Fi.Ma. A.M. Sea Breeze, consegnata lo scorso giugno, è gemella delle nuove buker ordinate da Blenheim in Corea 3 BULK Lunedì 25 Gennaio 2010 www.ship2shore.it POLITICA MARITTIMA Consegna giapponese per MBA L’Europa indaga sul progetto tedesco Baltic Max Feeder La kamsarmax Liberty è la seconda della serie di Tsuneishi L’accordo tra gli armatori per ridurre la capacità delle flotte feeder potrebbe violare le norme dell’UE sulla concorrenza costruita per la società del più giovane dei fratelli Bottiglieri Michele Bottiglieri e famiglia Ha voluto onorare l’impegno del suo grande amico scandinavo Thore Wang, broker di fiducia lungo tutta la sua carriera, designandone la moglie quale madrina della nuova nave appena consegnata dal cantiere giapponese Tsuneishi, l’armatore Michele Bottiglieri. “La MBA Liberty è già pronta per il suo primo viaggio” aggiunge il titolare della MBA Michele Bottiglieri Armatore, nella circostanza accompagnato all’evento nipponico dalla consorte Rosaria Savastano. “La nave è stata presa a noleggio dalla compagnia danese Norden per 4/6 mesi ad una rata conveniente, che anzi definirei molto soddisfacente”. Il più giovane dei fratelli Bottiglieri ricorda come, oltre alla kamsarmax appena completata, che fa il paio con la MBA Fortune (ottobre 2009), a fine marzo la sua società riceverà la MBA Giovanni, prima post-panamax in costruzione al cantiere cinese New Jiangsu Yangzijiang, mentre a fine maggio sarà la volta della terza kamsarmax – ancora da battezzare- della serie di Tsuneishi. La Commissione Europea ha reso noto di aver avviato una procedura di indagine anti-trust sul progetto ‘Baltic Max Feeder’, ritenendo che possa violare le norme europee sulla concorrenza (in particolare l’articolo 101 del Treaty on the Functioning of the European Union). Il Baltic Max Feeder è stato studiato dalla società di consulenza tedesca Anchor come possibile contromisura al persistente calo del valore dei noli delle unità feeder, causato dall’eccessiva capacità di trasporto delle navi di questa categoria rispetto agli attuali livelli della domanda. Il piano, presentato a luglio 2009 e, secondo quanto dichiarato dagli analisti di Anchor, operativo a partire dei prossimi mesi, prevedrebbe la nascita di una nuova compagnia feeder denominata appunto Baltic Max Feeder, alla cui costituzione dovrebbero partecipare numerosi armatori tedeschi (il 90% della flotta feeder europea è controllata da compagnie tedesche) e alcune banche, rispettivamente con investimenti di 60 e 120 milioni di euro. La nuova società prenderà in gestione un certo numero di unità feeder attualmente inutilizzate, probabilmente 100 nella fase iniziale per arrivare fino a 500, rimettendole poi sul mercato con contratti di time charter il cui valore sarà stabilito sommando i costi operativi di gestione delle navi con gli interessi dovuti alle banche finanziatrici dell’operazione. I noli così calcolati, secondo le previsioni, saranno ampiamente superiori agli attuali livelli di mercato. Se queste tariffe non verranno accettate, le unità saranno messe in disarmo temporaneo. L’applicazione dello schema ha come conseguenza inevitabile un aumento (artificiale e quindi contrario al mercato, sottolineano i critici del progetto) delle rate dei charter: se infatti gli operatori di servizi feeder, la maggior parte dei quali utilizza navi prese in charter, non accetteranno i prezzi ‘maggiorati’ proposti da Baltic Max Feeder, le unità gestite dalla nuova compagnia verranno disarmate riducendo così la capacità totale della flotta feeder europea. La diminuzione dell’offerta di unità feeder, a parità di domanda, farà aumentare inevitabilmente il valore di mercato dei noli, ottenendo comunque l’obbiettivo di partenza. Scontata la reazione negativa degli operatori feeder, ovviamente contrari ad un’iniziativa che ha come obbiettivo dichiarato quello di far aumentare il costo dei noli creando di fatto un cartello tra i maggiori armatori tedeschi. Dello stesso avviso sembra essere anche la Commissione Europea, che ha annunciato di non avere in mano prove certe sull’eventuale illegittimità del progetto, ma di essere determinata a scoprire se ci sia una consapevole volontà da parte degli armatori di manipolare la concorrenza nel mercato feeder. Se così fosse, il progetto studiato dai consulenti di Anchor andrebbe palesemente contro le norme comunitarie antitrust. Francesco Bottino Registri_8x10:Gen07 1-02-2007 18:53 Pagina 1 dal 1861 ... Divisione Navale Divisione Certificazione Rina Industry ... giorno dopo giorno, in ogni singolo incarico attraverso ciascuno dei suoi professionisti, RINA opera consapevolmente per migliorare la qualità e la sicurezza della vita umana e per preservare lʼambiente per le generazioni future. TOGETHER FOR EXCELLENCE [email protected] www.rina.org 4 FERROVIE Linea guida Ai ferrovieri piace il mare La filiale italiana di RCA si allea con Sogemar e CFI, apre nuove linee e declina l’invito per le manovre portuali genovesi Grande fermento nel settore ferroviario privato italiano. Lo scorso 29 dicembre ANSF (Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie) ha rilasciato certificati di sicurezza a ben cinque imprese impegnate nel settore cargo. A parte il Una delle locomotive di CFI newcomer Interporto Servizi Cargo, di cui si parla in un altro articolo, negli altri casi si tratta di società già attive sul mercato, che hanno chiesto e ottenuto di poter operare su altre linee. L’integrazione riguardante Linea si limita alla tratta La Spezia Marittima– Santo Stefano Magra, ma, come Lunedì 25 Gennaio 2010 www.ship2shore.it spiega Lorenzo Pastorino, direttore operativo della controllata di RCA Rail Cargo Austria, questa aggiunta ha avuto un immediato riscontro pratico: “Da gennaio abbiamo attivato un servizio di triangolazione per conto di Sogemar, il braccio intermodale del gruppo Contship (cui fa capo appunto il La Spezia Container Terminal, ndr), fra Melzo, Padova e La Spezia. Il collegamento è effettuato con tre coppie di treni a settimana”. Ma ci sono altre novità per Linea, non solo legate al feeling con Sogemar, “per la quale” prosegue Pastorino “abbiamo avviato, in collaborazione con CFI Compagnia Ferroviaria Italiana, anche un servizio di tre coppie di treni a settimana fra Frosinone e Melzo. Inoltre per la compagnia austriaca Prorail ci occupiamo di un nuovo collegamento, due coppie di treni a settimana, fra Tarvisio e Lugo, che già da febbraio potrebbe ‘allungarsi’ verso Napoli per poi ‘scendere’ ulteriormente”. L’espansione dell’azienda di Novi Ligure trova espressione nei numeri: “Dai 350.000 treni-chilometro del 2008 siamo passati ai 750.000 dello Lorenzo Pastorino scorso anno. Per il 2010 puntiamo ad arrivare a 1.250.000” spiega il manager, che approfitta dell’occasione per chiarire che la sua società non risponderà all’ennesimo tentativo dell’Autorità Portuale di Genova di affidare le manovre ferroviarie portuali ad un privato: “L’importanza di questo servizio è evidente. Tanto che saremmo stati disposti, magari in consorzio con altri operatori, a farcene carico anche senza un guadagno diretto, perché i benefici per il porto e per il settore ferroviario sarebbero stati elevatissimi. Ma le condizioni pretese dall’Authority, un mantenimento di fatto delle ragioni che hanno portato al fallimento di Ferport, rendono impossibile la cosa”. Ultimo flash sul parco mezzi: “Sempre in attesa dell’immatricolazione dei nostri quattro nuovi locomotori Taurus (Ship2Shore n.34/2009), abbiamo a noleggio 4 Traxx Bombardier 483 e stiamo utilizzando due locomotive Siemens di CFI (uno a noleggio, uno nel servizio in cooperazione)”. Andrea Moizo La società che ha ottenuto da ANSF il maggior allargamento della propria rete operabile è stata la CFI Compagnia Ferroviaria Italiana, che potrà così viaggiare su tutta la dorsale tirrenica, da Gioia Tauro a Genova, passando per Salerno, Napoli e Civitavecchia. È l’amministratore delegato Giacomo Di Patrizi a illustrare le novità: “Abbiamo già sperimentato due nuovi servizi fra Genova e Piacenza e fra Genova e Roma, che speriamo di attivare entro l’anno, ma l’estensione della certificazione servirà soprattutto in un’ottica di lungo periodo e per puntellare le nostre collaborazioni, oggi molto intense con Linea e Ferrovie NordCargo. L’obiettivo di quest’anno è raddoppiare i treni-chilometro, arrivando a quota 800.000”. Uno scopo per cui CFI si è attrezzata con 5 locomotive a noleggio, potenziando parallelamente la forza lavoro con assunzione e formazione di personale macchinista. Accanto a ciò Di Patrizi non dimentica le battaglie intraprese in qualità di presidente FerCargo, a partire da quella avverso la direttiva governativa dello scorso luglio, che consentirebbe a RFI di trasferire a Trenitalia alcuni scali merci (Ship2Shore n.43/2009): “Abbiamo già ottenuto che in entrambe le Camere venissero presentate alcune interrogazioni parlamentari, da esponenti di varie appartenenze, e siamo in attesa della risposta del Governo. Ma siamo ottimisti, perché anche a livello ministeriale sappiamo che la nostra posizione è molto condivisa”. Anche SBB Cargo ha esteso il certificato di sicurezza. In particolare, tenendo presente l’interesse da sempre manifestato dalla compagnia di servire direttamente i porti, appaiono significative le possibili nuove linee da e verso Ancona, Piombino e Livorno, sebbene Marco Terranova, amministratore delegato della filiale italiana, precisi: “In un momento di crisi stiamo guardando avanti nell’attesa di una ripresa del mercato. Abbiamo esteso il certificato di sicurezza in prospettiva futura, al fine di fornire servizi ancora migliori per i nostri clienti”. Sbarco in banchina anche per RTC Rail Traction Company, che ha ottenuto la certificazione per la linea che ha ottenuto di poter operare da Trieste Campo Marzio, lo scalo retrostante Riva Traiana, la banchina del gruppo Samer su cui scalano i traghetti provenienti dalla Turchia. La società non ha però voluto commentare la notizia. 5 INTERMODALE Lunedì 25 Gennaio 2010 www.ship2shore.it Napoli allunga i moli al suo hinterland Intesa triangolare fra Autorità Portuale di Napoli, Interporto Campano di Nola e Regione Campania: nasce la banchina estesa napoletana che permette al terminal operator CoNaTeCo di moltiplicare gli spazi utili alla movimentazione dei container Dal nostro inviato Nola (Napoli) - Genova parla del porto lungo, Napoli lo realizza in men che non si dica. La nuova creatura partenopea, l’unicum territoriale mare-terra, dal porto storico incastonato nella città all’Interporto Campano di Nola, assume il suggestivo acronimo di NA.P.L.E.S. Naples Port Logistics Extended System, coniato dal ‘nume tutelare’ dei trasporti in Campania, l’Assessore Regionale ai Trasporti Ennio Cascetta, di concerto con la fervida mente del Segretario Generale della Port Authority (nonché numero uno di Logica, che ha curato l’analisi di mercato) il veronese Zeno d’Agostino, ormai napoletano d’adozione. Così come sempre meglio calato nella realtà campana è Luciano Dassatti, da un anno presidente dell’Autorità Portuale, uno dei tre cateti del triangolo isoscele insieme a Cascetta e Gianni Punzo, indiscusso numero uno del CIS-Interporto Campano-Vulcano Buono. È proprio costui il vero trionfatore della giornata che va in scena sotto il tendone allestito negli enormi spazi a disposizione di T.I.N. Terminal Intermodale Nola – la società dell’Interporto Campano partecipata al 30% dal Gruppo Gallozzi di Salerno, che ne cura la gestione - che finora presentano ampi vuoti di business; spazi che auspicabilmente saranno presto riempiti con i container rapidamente istradati via treno e camion dalle affollate Punzo mostra il primo locomotore di ISC banchine della CoNaTeCo – l’unico terminal maggiore non di transhipment capace di aumentare i traffici nel 2009 (Ship2Shore n. 3/2010) - guidata dal combattivo Pasquale Legora De Feo. Chiude il cerchio la presenza di Confindustria, rappresentata dal vicepresidente con delega al Mezzogiorno, Cristiana Coppola; una partecipazione che legittima l’ex-banconista di Piazza Mercato (come egli stesso ama continuare a definirsi, a distanza di quattro decadi) a battezzarsi industriale pure lui. All’apoteosi di Punzo fanno da corona circa 300 invitati, con rappresentanza anche del settore portuale genovese – i vertici di Coscos-Cosulich – in una cerimonia molto bene architettata, con tanto di colpo di scena finale quando si alza il sipario per dare luce alla prima locomotiva giallo fiammante di ISC, la nuova società ferroviaria dedicata alla merci dell’Interporto Campano. La sostanza dell’accordo di collaborazione siglato ‘a sei mani’ tra Regione Campania, Autorità Portuale di Napoli e Interporto Campano è l’integrazione organizzativa e funzionale tra l’attività terminalistica ed intermodale del porto di Napoli, settore container, e dell’Interporto Campano, terminal intermodale. L’iniziativa è merito della Regione Campania, che da sempre sostiene l’integrazione logistica tra i nodi regionali al fine di favorire l’ottimizzazione delle attività logistiche del sistema integrato dei trasporti, capace di mettere a tacere le polemiche pregresse fra CoNaTeCo e Interporto Campano (Ship2Shore n. 12/2009) mettendo in campo un gruzzoletto niente male: 3,1 milioni di euro di fondi propri, di cui 1,8 milioni per finanziare in 3 anni lo start up dell’attività e 1,3 milioni per l’avvio di un servizio di shuttle ferroviario giornaliero ad alta frequenza tra le due strutture. Sin dal 2007 la Regione Campania aveva deliberato un finanziamento all’Interporto Campano per uno shuttle ferroviario fra porto e interporto; ed oggi ha deciso di finanziare anche il costo di locazione delle aree che saranno utilizzate dal porto nell’interporto, al cui interno è operativo un inland terminal di 225.000 mq. con 7 binari, gestito da T.I.N. e collegato alla rete ferroviaria nazionale. L’obiettivo nel breve periodo è di trasferire 25.000 containers dalle aree portuali; ma in futuro dovranno essere molti di più. Si accoda volentieri alla teoria del ‘porto esteso’ l’Autorità Portuale, da sempre fautrice dell’alleanza porto-interporto, in considerazione dello sviluppo in corso dei traffici container, in attesa della realizzazione dell’agognato nuovo terminal della Darsena di Levante. L’ex-Ammiraglio Dassatti, esordisce con lodi sperticate al lavoro di Cascetta, spiega il succo dell’alleanza: “I limiti fisici attuali del porto sono il Molo Fiorito ed il Molo San Vincenzo, che inducono a cercare altrove i margini di sviluppo. Quella di Napoli è tra le prime Autorità Portuali ad abbattere il muro fisico e psicologico, che tradizionalmente separa gli scali marittimi dal retroterra produttivo, economico e distributivo, al quale assicura un regolare flusso di merci”. Non c’è il copyright partenopeo sul ‘porto esteso’, concetto sul quale hanno orientato da tempo le loro scelte strategiche i grandi scali del nord Europa. Ma è indubbio che in Italia la prima sintesi del concetto si traduca in realtà proprio in Campania. “Un’innovazione profonda, anche concettualmente - conferma Dassatti – che spiana la strada a quella che potrebbe essere una vera e propria rivoluzione per la portualità nazionale anche dal punto di vista della governance. Con l’alleanza funzionale e operativa si realizza a tutti gli effetti una piattaforma logistica integrata”. Concetti nitidi, ribaditi da Cascetta. “Si dimostra così che i porti possono avere anche moli a secco. Non esiste ancora segue a pag.6 6 segue da pag.5 un provvedimento legislativo che li contempli, ma questa è la testimonianza che a volte l’economia anticipa la legge. Il dry port campano aumenterà di almeno un terzo la capacità di movimentazione di merci delle banchine a mare partenopee”. L’Assessore, che ricorda la pressione messa - insieme a Dassatti - al Governo nella persona del Sottosegretario Gianni Letta affinché si sblocchi l’annosa questione dell’escavo dei canali portuali, propina la migliore ricetta per risolvere i problemi del sistema dei trasporti italiano. “Occorre la ‘cura del ferro’: se si riesce ad implementare maggiormente il trasporto Coronato il sogno di Punzo, da banconista di Piazza Mercato a capitano d’industria su rotaia applicandolo alle merci, si eviterà il congestionamento dato dai TIR e si libereranno altre preziose aree del porto, che oggi sono male sfruttate, col deposito di container vuoti”. Insomma, Nola promossa a pieno titolo quale perno di riferimento dei traffici della Campania. Il corollario della grande kermesse odierna? Sembra definitivamente escluso dai sogni di gloria futuri l’Interporto Sud Europa di Marcianise del Gruppo Barletta, in questi giorni squassato dalle polemiche territoriali. Angelo Scorza ISC parte sul binario giusto Si chiama ISC Interporto Servizi Cargo, detenuta al 100% da Interporto Campano, l’ultima nata in casa Punzo. La compagnia ferroviaria, che farà il mestiere del trazionista oltre che dell’MTO, in pratica prende l’eredità della RTC Rail Traction Company, società che nasceva da un’idea di Giuseppe Sciarrone, ora ritiratasi oltre la linea gotica tornando a focalizzarsi sul core business del trasporto attraverso il Brennero. La nuova società, costituita nel febbraio 2009 ha ottenuto a maggio la licenza ferroviaria e a fine dicembre 2009 il certificato di sicurezza per la gestione dei treni sull’asse Milano-Gioia Tauro. Le tratte ferroviarie attive sono inizialmente quelle da Nola a BolognaVerona, Milano e Napoli, ma il piano di sviluppo prevede l’apertura di altre sedi in Lombardia, Emilia Romagna, Puglia e Veneto e l’assunzione di 216 dipendenti, di cui 122 macchinisti, 42 operatori d’impianto e 52 impiegati. A regime la flotta avrà 600 carri ferroviari e 29 locomotori propri – progressivamente presi in leasing da RTC, da cui è trasmigrato parte del personale - con Lunedì 25 Gennaio 2010 www.ship2shore.it traffico sulla rete nazionale di 17 coppie di treni giornalieri, movimentazione annua prevista di 7.700 treni, 5 milioni di km di percorrenza e 200.000 unità di carico trasportate. Al vertice di ISC c’è Carlo Calenda, che dal 1° luglio scorso ha assunto la funzione di direttore generale di Interporto Campano, lavorando in tandem con il navigato Alfredo Gaetani. Romano, 35 anni, laureato in Giurisprudenza, vicino a Luca di Montezemolo, Calenda ha ricoperto fino alla fine di maggio l’incarico di direttore Affari Internazionali di Confindustria dopo importanti esperienze in Sky Italia e Ferrari. “ISC non sarà una società speculare a NTV Nuovo Trasporto Viaggiatori – la società trazionista ferroviaria con sede a Nola che nel 2011 farà partire i primi treni passeggeri privati ad Alta Velocità, ndr – anche se pure essa nasce da un’idea di Sciarrone. Iniziamo su Napoli con 3 treni al giorno da 40 teus, il resto del trasporto di container verrà effettuato su camion, modalità di cui non si può ancora fare a meno” spiega il manager, aggiungendo che il collegamento ferroviario Gioia Tauro-Maersk, sospeso e sostituito con un feeder marittimo che dalla Calabria arriverà al TFG Terminal Flavio Gioia, ricomincerà a maggio. “Ma abbiamo intenzione di aprire presto altri collegamenti ferrati”. E se il servizio su Taranto è ormai fermo da anni, l’idea è quella di non vincolare a Nola i collegamenti. “Saremo un vettore nazionale ed internazionale. Abbiamo già in mente servizi su Bari (sempre da Nola) ed il Pomezia (Latina)-Segrate (Milano), da svolgere in partnership con altri operatori”. Nel caso specifico, saranno i belgi di IFB Inter Ferry Boats, braccio intermodale delle ferrovie statali SNCB, a supportare il servizio, che scatterà a marzo dal nuovo terminal di Bonneuilsur-Marne, a sud di Parigi. Tra i partner di ISC c’è anche il binomio Kombiverkeher-Cemat, e non solo per dare soddisfazione a Trenitalia tramite la sua controllata specializzate nel trasporto combinato. Infatti la società intermodale tedesca ha annunciato il treno shuttle tra l’Interporto di Verona Quadrante Europa e Nola: 5 viaggi alla settimana con partenze quotidiane dal lunedì al venerdì, collegato alla rete europea di Kombiverkehr. A.S. La storia di Gianni Punzo, self-made man dalle amicizie influenti, politicamente trasversale, protagonista di vorticose ascese e rovinose discese, con una grande popolarità raggiunta anche grazie ai legami con il calcio, che oggi tocca forse il culmine di una carriera partita da quartieri più umili di Napoli, è legata a doppio filo a quella del distretto commerciale del CIS e di tutto ciò che viene a valle: dall’Interporto Campano al Vulcano Buono e, per finire, alla TIN ed alla ISC. Tutto inizia nel 1977 quando un gruppo di commercianti e imprenditori napoletani trasferisce le proprie attività a Nola per ragioni logistiche. Oggi il distretto sorge su 5 milioni di metri quadrati, vi operano 1.000 aziende con 9.000 addetti e riunisce tre realtà che operano in stretta sinergia, ciascuna con una specifica funzione: CIS nella distribuzione, Interporto nella logistica integrata, Vulcano Buono nel retail. È quasi commosso il 71enne imprenditore quando prende la parola: “Per noi imprenditori del Distretto CISInterporto-Vulcano oggi è un giorno storico: finalmente siamo il centro di un sistema logistico a 360° porto-interportoferroviaria che non teme confronti in Italia. In questi anni Interporto Campano, grazie ad Agostino Gallozzi, ha costruito un importante know how terminalistico che rende possibile l’integrazione. Ora grazie agli armatori ed operatori portuali, a cominciare da CoNaTeCo, tocca a noi, insieme, farla funzionare nel migliore dei modi. Quattro anni fa abbiamo iniziato a sviluppare, in qualità di operatore intermodale, un network ferroviario privato utilizzando RTC Rail Traction Company come trazionista. Nell’ultimo anno abbiamo deciso di fare il salto di qualità e di creare la nostra impresa ferroviaria, che punta a diventare un riferimento forte nel mercato del trasporto merci in Italia, senza per questo trascurare il valore di una partnership con il Gruppo Trenitalia” afferma Punzo, che evita saggiamente la rotta di collisione con l’operatore pubblico. “Accanto ad una sana concorrenza deve necessariamente esistere la possibilità di cooperare dando pratica realizzazione a quello slogan ‘fare sistema’, spesso abusato”. Con visibile orgoglio Punzo afferma che “oggi il nostro gruppo diventa a pieno titolo anche un gruppo industriale; è un’evoluzione importante per chi come noi è partito da un bancone a Piazza Mercato. Abbiamo vinto la sfida del cambiamento perché siamo rimasti compatti ed abbiamo saputo rinunciare ad un piccolo pezzo di interesse particolare, in favore di una prospettiva innovativa per tutto il sistema” Per una volta, da Napoli arriva un messaggio di modernità al resto del paese: la dimostrazione che al Sud esistono energie imprenditoriali ed istituzioni capaci di vincere la sfida dell’evoluzione culturale. A.S. 7 Lunedì 25 Gennaio 2010 www.ship2shore.it GENERAL CARGO La flotta di Schiano sempre più…verde Tre nuove navi per la Monteverde di Navigazione, che opera da una nuova prestigiosa sede Tre nuove navi nel giro di un solo anno. Così si rinforza la flotta della Monteverde di Navigazione SpA, società partenopea attiva da quasi trent’anni nel trasporto dei carichi secchi in colli, alla rinfusa ed anche di container, senza troppi clamori, ma con sano pragmatismo. Nel 2009 è entrata in servizio la Hidalga, general cargo da 11.500 dwt costruita al cantiere cinese Zhejiang Aoli Shipbuilding Co Ltd, che fa compagnia alla più stagionata Serenade, rinfusiera da 6.300 dwt originariamente del 1972, ma refittata con intervento di additional cargo section nel 1992. Ma non è tutto. Lo scorso weekend è entrata in esercizio la Artura, nuova unità gemella della Hidalga, costruita al medesimo cantiere cinese, e che sarà seguita, tra fine aprile ed inizio maggio, dalla Hermana, terza unità di questo notevole sforzo imprenditoriale da 40 milioni di euro di investimento complessivi. “Già in passato ci eravamo serviti, con soddisfazione, della cantieristica cinese livello quali Italsider ed per costruire la Verdana. Al ENEL. “ Nel 2008, quando cantiere Aoli diamo un bel c’erano altre due navi in 7 in pagella, è un’azienda esercizio – la Verdana del privata a conduzione 2006 e la Hispanica del familiare molto efficiente” 2002 - avevamo registrato commenta Giovanni un traffico di 500.000 Fusco, che segue gli Affari tonnellate trasportate. Generali a 360°, dal 1980 Avendo venduto le due braccio destro dell’armatore unità (la prima alla Seagest Nicola Schiano Moriello, il Srl di Reggio Emilia, ndr) quale precisa: “il progetto chiaramente abbiamo delle navi era inizialmente ridotto il traffico dello del cantiere; noi lo abbiamo scorso anno a circa 200.000 Nicola Schiano modificato sulla base delle tonnellate, ma quest’anno nostre esigenze”. torneremo a crescere La società si destreggia nei traffici di merci vistosamente” promette Schiano, che di vario genere impiegando le proprie navi peraltro rimane perplesso di fronte agli in viaggi spot, non solo in Mediterraneo alti e bassi dei noli: “quindici giorni fa il ma anche verso Africa e Continente, mercato sembrava in seria ripresa, ora si è per trasportare sfarinati, zuccheri, tubi, di nuovo fermato…” coils, granaglie, pietrisco, carbone ecc. Angelo Scorza grazie a contratti con interlocutori di La scaramantica strategia del 7 Sul fumaiolo delle navi della Monteverde di Navigazione campeggia il numero 7. Quali le ragioni? “Una piccola scaramanzia . Il 7 è per me un numero fortunato che mi ha portato vincite a lotterie ed al casinò, dunque ho deciso di riprenderlo quando si è trattato di disegnare il nostro logo aziendale” ammette il Cap. Nicola Schiano, nel 1981 fondatore della società assieme a Pasquale Siringo. Oggi il primo, come molti armatori di Monte di Procida erede di una lunga tradizione armatoriale di famiglia – la società del nonno si chiamava Montemare - è ancora saldamente al comando della compagnia di navigazione, mentre il nome Siringo, di origine a metà fra Torre Annunziata e la Sicilia, sopravvive in un nipote impiegato in azienda. “L’etimologia di Monteverde è facile da intuire: Monte come il Monte di Procida, verde come la speranza” spiega il ‘manager tuttofare’ Giovanni Fusco. La società napoletana da Via San Carlo si è trasferita lo scorso luglio nel lussuoso quartiere di Santa Lucia, in un bel palazzo di Via Cesario Console da cui si domina l’intero porto di Napoli. “Abbiamo una decina di addetti, con al nostro interno sia l’agenzia marittima che il reparto tecnico ed il charter; i nostri equipaggi sono formati con ufficiali europei e bassa forza di extracomunitari. Siamo una piccola impresa a conduzione familiare, ora ci troviamo alle prese con il ricambio generazionale” conclude Schiano, impegnatissimo nell’attuale piano di sviluppo del tonnellaggio. E chissà se la società, vista la fortuna legata a quel ‘numero magico’, intende costituire una flotta di 7 unità? A.S. 8 CROCIERE Lunedì 25 Gennaio 2010 www.ship2shore.it CROCIERE Il ritorno di Carnival nel Mediterraneo Promette bene il 2010 di Silversea Dal 2011 la Carnival Magic toccherà anche l’Italia sfruttando Barcellona come home-port Perasso: “Ipotesi di ulteriori investimenti sono penalizzate dall’attuale chiusura del credito” Il fumaiolo bianco rosso blu modello Formula 1 dal 2011 tornerà a solcare il Mediterraneo. L’americana Carnival ha annunciato che, dal prossimo anno, Carnival Magic - l’ultima unità commissionata a Fincantieri ed attualmente in costruzione a Monfalcone - sarà impiegata da maggio a ottobre in Sud Europa. La gemella della Carnival Dream (130 tonnellate di stazza e 3.700 passeggeri) offrirà itinerari di 7, 9 e 12 giorni nel Mediterraneo, sfruttando il porto di Barcellona come home-port. Oltre all’esordio in terra catalana come scalo di turnaround, per la prima volta la compagnia americana metterà una nave della flotta per l’intera stagione estiva in Sud Europa. “I riscontri ottenuti dagli ospiti e dalle agenzie di viaggio ci hanno suggerito di insistere con nuovi itinerari nel Mediterraneo, offrendo la possibilità di vistare le più affascinanti mete turistiche della regione a bordo di una splendida nave nuova di zecca” ha spiegato il presidente di Carnival, Gerry Cahill. Le crociere di 7 giorni, quasi interamente dedicate al Made in Italy, toccheranno i porti di Montecarlo, Livorno, Civitavecchia, Napoli e Messina. Il pacchetto da 9 giorni tocca, invece, Marsiglia (maiden call), Montecarlo, Livorno, Civitavecchia, Napoli, Messina e Palma di Maiorca. La crociera da 9 giorni in partenza il 1° maggio, subito dopo la consegna della nave da parte di Fincantieri, prevede invece una rotazione particolare con scali previsti a Dubrovnik in Croazia, Messina, Napoli, Civitavecchia), Livorno e Montecarlo. Infine il Grand Mediterranean voyage di 12 giorni toccherà Montecarlo o Marsiglia, Livorno, Civitavecchia), Napoli, Dubrovnik, Venezia e Messina. Carnival Magic e la gemella Carnival Dream sono le due nuove più grandi navi mai fatte costruire da Carnival per un investimento complessivo superiore al miliardo di euro. Rappresentano una nuova “Classe” di navi per la Compagnia, con 3.652 passeggeri saranno le ‘Fun Ships’ più grandi della flotta ed offriranno innovative soluzioni di comfort e accoglienza. Appena pochi giorni fa, presso lo stabilimento Fincantieri di Monfalcone, è stato posato in bacino il primo blocco della Carnival Magic. Con la costruzione di questa nuova unità Fincantieri bisserà la realizzazione della nave passeggeri più grande della storia per i cantieri italiani. Rispetto alla Carnival Dream, la gemella conterà un numero superiore di cabine, 1.845, alle quali si sommano le 746 destinate all’equipaggio, potendo così ospitare a bordo oltre 6.000 persone. Il portafoglio ordini del cantiere prevede la realizzazione anche di una terza nave della classe Dream, di recente acquisizione, sempre per Carnival Cruise Lines, che entrerà in servizio nella primavera del 2012. N.C. Dopo un 2009 concluso con la consegna della nuova ammiraglia, il nuovo anno per Silversea Cruises si annuncia estremamente positivo. “La nostra compagnia ha conseguito il risultato straordinario di avere già raggiunto, a fine 2009, oltre il 70% del proprio piano vendite per l’anno 2010 e questo nonostante una crescita di quasi il 40% della nostra flotta in termini di posti-letto” spiega Amerigo Perasso, amministratore delegato. “Un risultato più che incoraggiante se si considera che nell’industria crocieristica ‘avere a libro’ il 55%-60% delle vendite pianificate per i 12 mesi successivi è già ritenuto un andamento molto positivo”. Le crisi dunque non spaventa più di tanto Silversea che dimostra in questo modo di aver compiuto scelte coraggiose che hanno immediatamente trovato il gradimento del mercato a cui la compagnia si rivolge. “Attesa la eccezionalità in positivo della performance aziendale, è evidente che il mercato sta premiando e valutando in modo favorevole gli investimenti da noi effettuati con l’ingresso in flotta delle nuove unità Silver Spirit e Prince Albert II oltre al refitting di Silver Wind e Silver Cloud” prosegue il numero di Silveresea. “La circostanza che il mercato risponda così positivamente, pur in un anno di forte rallentamento dell’economia globale, è un segno di forza sia del potenziale distributivo dell’azienda sia, in via più generale, circa la dimensione crescente e la robustezza del mercato dove noi operiamo (alto di gamma/ lusso)”. Risultati alla mano, il management della compagnia non può che essere confortato sul fatto che la decisione di investire nella nuova ammiraglia della flotta, la Silver Spirit, sia stata corretta pur in presenza di nuovi ordini effettuati da un loro diretto competitor e soprattutto dimostra come ci siano ulteriori marginalità di crescita per la società nei prossimi anni. “Il nostro piano di sviluppo aziendale continua e valuteremo più avanti nel corso del 2010, alla luce delle performances che otterremo nei prossimi mesi, l’opportunità di dar corso o meno ad ulteriori investimenti. La possibilità di ordinare nuovo tonnellaggio, e specificamente di confermare l’opzione ancora valida per una nave gemella Amerigo Perasso con Fincantieri, e’ condizionata negativamente dall’attuale chiusura del credito, che costituisce un serio ostacolo alla conferma di un ordine” sottolinea Perasso. “Anche il sistema di sostegno all’esportazione, che in Italia è rappresentato dalla SACE, si presenta ancora notevolmente laborioso e costoso; sotto questo profilo quindi, la cantieristica nazionale sembra penalizzata rispetto ai sistemi di credito all’esportazione ottenibili in Francia, Germania e Finlandia”. Nei giorni scorsi, intanto, Silver Spirit è arrivata a Port Everglades completando di fatto la sua prima traversata oceanica iniziata lo scorso 3 gennaio dal porto di Lisbona e durata 16 giorni. Dopo alcuni giorni di presentazione della nave e di eventi organizzati a bordo, Silver Spirit partirà per il Grand Inaugural Voyage, una crociera di 91 giorni durante la quale verranno scalati 45 porti sparsi fra 20 Paesi raggiunti circumnavigando il Sud America prima di tronare in Messico, attraversando il canale di Panama per poi proseguire fino a New York. Nicola Capuzzo 9 PROFILO Lunedì 25 Gennaio 2010 www.ship2shore.it Lembo Junior, adelante con juicio Mentre scende in acqua la prima nave acquistata dalla joint venture Fertilia con Angelo d’Amato, il giovane armatore di SetSea medita qualche nuova operazione, ma senza affrettare i tempi Torre del Greco (Napoli) - È già stata consegnata la Benedetta d’Amato - con annesso long time charter di 7 anni con North China Shipping – prima delle tre bulk carrier da 92.300 dwt ordinate tra 2006 e 2007 al cantiere New Yangzijiang Shipbuilding (parte della maxicommessa ‘napoletana’ convogliata in Cina dal broker Aldo Frulio di Unitramp), dalla Fertilia, la joint venture tra la SetSea di Filippo Lembo e la Perseveranza di Angelo d’Amato. Il prezzo per le tre navi è di poco superiore ai 45 milioni di dollari ciascuna; “una cifra accettabile, a rate gestibili, anche col mercato odierno” chiosa ricevendoci nella bella villa di famiglia a Torre del Greco, il giovane Lembo, 35 anni, secondogenito di Peppino Lembo, armatore titolare della Deiulemar insieme a Della Gatta e Iuliano. “Il cantiere cinese è stato disponibile non tanto a rivedere il prezzo quanto a posticipare la consegna della nave successiva”. Questa seconda unità, che per una logica alternanza di nomi si chiamerà col suffisso Lembo, è infatti prevista non più nel 2010 come da programma originale, ma arriverà nel 2011 insieme alla terza, per la quale si pone il problema di che nome scegliere, essendo la serie dispari. “Ma non è detto che non ne arrivi una quarta…” lascia balenare Lembo. “Il mercato oggi dà buone opportunità di crescita, anche se il pericolo è quello di scoprirsi troppo; noi ci siamo completamente astenuti dall’ordinare tra 2008 e 2009, quando avevamo la fila della banche a bussare alla nostra porta. Oggi comunque l’armatore reliable non ha problemi particolari a trovare il finanziamento, magari gli costa un pochino di più che in passato, ma è l’unico inconveniente…” Lembo ravvisa dal giugno scorso “qualche cenno di stabilità, ma è ancora un mercato volatile; molti piccoli armatori coreani e cinesi, che avevano ordinato navi handysize, ora sono in difficoltà, dunque non escludo che potremo subentrare in qualche resale, gli slots nei cantieri ci sono. Se ordineremo come SetSea o come Fertilia? È ancora molto prematuro dirlo, essendo questo solo un mio pensiero. Mi ritengo un armatore cauto ed accorto, le mie scelte hanno sempre fatto i conti con quanto potrebbe accadere alle nostre controparti. Infatti, dopo le autentiche ‘tragedie’ del 2008 e 2009, il 2010 sarà ancora un anno di assestamento, ma alla fine dell’anno chissà…” L’armatore torrese è giunto al settimo anno di attività indipendente, dopo una fase di esperienza nell’azienda paterna, una volta conseguita la laurea in Economia Internazionale all’Istituto Universitario Navale di Napoli. Nel novembre del 2003 viene infatti fondata la SetSea – il nome intende il concetto di ‘settare il mare’ – compagnia di navigazione che si interessa del trasporto di carico secco e alla rinfusa con navi prese a noleggio. “Sono socio unico sin dalla costituzione societaria, dapprima come Srl poi come Spa; una ragione sociale modificata al crescere del fatturato soprattutto per acquisire autorevolezza nei confronti di alcuni interlocutori come le banche”. Un distacco, quello dai parenti stretti, non del tutto indolore. “La nostra azienda è sempre stata familyminded, dunque non era concepibile qualcuno che si mettesse in proprio. Preciso che dalla Deiulemar non ho ricevuto alcun aiuto, ho assunto su di me tutto il rischio imprenditoriale, compreso il capitale, che proviene dalle mie tasche. Ho confidato sul buon nome della mia famiglia ma anche sull’aiuto di alcuni armatori terzi, con cui abbiamo fatto partnership; prima di tutti la Energy Shipping della famiglia Ascheri, poi la Perseveranza di Angelo d’Amato, quindi la Augustea di Raffaele Zagari, con cui abbiamo condiviso parecchi navi in time charter, e ultimamente la SIBA Ships di Mauro Balzarini”. Peraltro le iniziali perplessità dell’armatore decano ad accettare la ‘fuoriuscita’ del figlio più piccolo si sono dissolte man mano che arrivavano risultati concreti sul fronte del business. Già nel settembre 2005 si compera dalla Bocimar, insieme Lembo con la moglie Antonella a d’Amato nell’ambito della joint venture paritetica Fertilia, la capesize da 171.000 dwt Mineral Ordaz, poi denominata Fertilia. Nell’aprile del 2007 viene acquista la prima nave interamente di proprietà di SetSea, la Red Orchid, una bulkcarrier panamax costruita in Giappone nel 2003 di 78.000 dwt cui venne dato il nome di Filomena L. Contestualmente viene avviato il piano di sviluppo di una flotta di proprietà – le tre attuali newbuildings cinesi di Fertilia – a latere della dozzina di navi prese a noleggio (tutte panamax, più qualche handymax) da SetSea. “Invero non esiste alcun pericolo di conflittualità con l’azienda paterna, il mercato è talmente grande ed una nave non è come una donna, ne puoi sempre trovare una simile. Ammetto che all’inizio per mio padre non è stato facile accettare la mia voglia di indipendenza. Ma poi ha capito lo spirito positivo di questa iniziativa, ed ora è proprio lui il mio miglior consigliere, orgoglioso dei nostri risultati; con papà abbiamo un confronto leale e sincero. E se proprio un giorno ci trovassimo fianco a fianco con lo stesso oggetto del desiderio, non mi metterei certo a fare concorrenza ad un colosso come Deiulemar!” A credere nell’iniziativa di Lembo Junior all’inizio furono gli ambiziosi gemelli Martucci ai quali poco dopo si è aggregato l’esperto chartering manager Sergio Manfredonia; oggi lo staff è di sei addetti. Nel 2007 Lembo diviene anche membro della Commissione Giovani Armatori di Confitarma. “Ma oggi con tre figli ho ben poco tempo libero per fare vita associativa. L’unica osservazione che mi permetto di fare è che, a mio avviso, Confitarma è stata un po’ silente, si è poco prodigata nel momento più buio. Qualcuno aveva proposto un incontro a Londra per affrontare i temi della crisi facendo un fronte comune, ma questa idea non è stata avallata. Ma non si può trovare la panacea ad un problema di portata mondiale dall’oggi al domani, occorre adoperarsi in continuità, nessuno ha la bacchetta magica.” zincaf_55x11 5-03-2009 Angelo14:30 Scorza Pag SHIP REPAIR MECHANICS PIPEWORK STEELWORKS s i n ce 1 9 4 8 Molo Guardiano 16128 Genova (Porto) Tel. +39 010 2461131/32 - +39 010 2461217 Fax +39 010 2461037 e-mail: [email protected] www.zincaf.com 10 TERMINAL OPERATOR Lunedì 25 Gennaio 2010 www.ship2shore.it Grandi ambizioni per CoNaTeCo e le sue sorelle Legora De Feo svela in anteprima i piani di sviluppo del gruppo nel porto e nel retroporto Napoli - Secondo le logiche previsioni, avrebbe dovuto essere un anno da dimenticare; invece, in controtendenza assoluta, il principale terminal container del porto di Napoli, CoNaTeCo SpA, porta a casa un consuntivo 2009 in crescita rispetto al 2008 del 2%, con una movimentazione di oltre 470,000 TEUS. La ragione del buon risultato è l’acquisizione di nuovi clienti nel corso dell’anno, coronamento di un assiduo lavoro di efficienza organizzativa interna e di promozione commerciale soprattutto in Cina, fatto in questi anni dall’Amministratore Delegato - ormai da oltre 10 anni - Pasquale Legora De Feo e dal suo staff. Partenopeo doc ma ‘cinese’ di adozione, schivo quanto schietto, Legora De Feo fu l’allora artefice del dialogo tra due competitors, la cinese COSCO e la ginevrina MSC, che nel 2002 portò all’acquisizione del terminal, rilevandolo da un gruppo di imprenditori locali. Oggi il manager è a capo di un insieme di asset focalizzati sulla logistica merci, che hanno fatto del porto di Napoli il proprio baricentro. Tra queste, oltre a CoNaTeCo, il quarto cliente di FS Cargo, ovvero la società ISO Intermodal System Organization – che compone treni blocco tra l’Adriatico, il Basso Lazio e il porto di Napoli. Ma l’economia di scala che caratterizza il traffico container ha bisogno di massa critica che a sua volta vuole spazi fisici e questo Legora De Feo lo sa bene, tanto che sin dal 2006, vincendo la gara internazionale, CoNaTeCo si è aggiudicata la concessione cinquantennale del terminal Darsena di Levante, uno spazio di 260mila mq sottratto al mare del valore di 400 milioni di euro di investimento pubblico e privato (di cui 218 milioni da parte di CoNaTeCo). Il 2010 avrebbe dovuto esserne l’anno di partenza operativa, ma in un copione tutto italiano, il Levante è ancora ‘giacente’ su carta. A questa porta socchiusa tuttavia si è aperto un portone, e grazie all’accordo di base tra Autorità portuale, Regione Campania e Interporto di Nola, il terminalista portuale potrà disporre sin dai prossimi giorni di oltre 200mila Legora De Feo con Augusto Cosulich mq retroportuali, che allargheranno enormemente le sue potenzialità, costituendo anche il primo esempio concreto in Europa di ‘porto lungo’, con un trasferimento ambientalmente sostenibile dei contenitori in entrata e in uscita dal terminal portuale a quello retroportuale, utilizzando i servizi shuttle dell’operatore ferroviario privato ISC Interporto Servizi Cargo. Dottor Legora, a cosa è dovuto il risultato positivo del 2009? “Gioca un ruolo fondamentale ciò che diciamo da sempre: il porto di Napoli ha una posizione geografica estremamente importante con un economia alle spalle molto vivace, che noi abbiamo accompagnato con un’aggressività commerciale verso altri porti, come consente la concorrenza del libero mercato”. Poi, anche un’estensione della capacità di stoccaggio… “Sì, siamo riusciti a creare sinergia con un altro nodo logistico, cosa che stanno inseguendo un po’ tutti i porti europei da tempo ma senza riuscirci, con un riscontro in termini di occupazione e di valore aggiunto”. In pratica cosa comporterà? “La capacità di stoccaggio si raddoppia e di conseguenza in tre anni dobbiamo aumentare del 50% il volume che attualmente facciamo a Napoli. Cioè da 500.000 teus dobbiamo passare a 750.000. Quindi nei prossimi tre anni faremo degli investimenti nella piattaforma logistica di Nola per circa 8 milioni, tra attrezzature e assunzioni di personale. Inizieremo con 16 persone che porteremo entro la fine di quest’anno a 50 e li raddoppieremo entro il 2011 raggiungendo le 100 unità, per poter gestire al terzo anno 200.000 Teus, che faremo entrare con i treni direttamente nell’area sotto le transtainer, evitando ulteriori movimentazioni per aumentarne la produttività”. Mentre nel porto cosa succederà? “Con il dragaggio imminente e le gru superpostpanamax che stiamo installando sulle banchine avremo navi da 10.000 teus, che determineranno un alleggerimento in altri porti come Gioia Tauro e Port Said delle navi Cosco e MSC, le quali saranno invece portate a Napoli, che avrà più lavoro”. Quindi anche l’occupazione del terminal salirà? “Certo, prevediamo di passare dalle attuali 500 alle 800 unità in Abbiamo vinto la concessione del Terminal di Levante e ci stiamo preparando a riempirlo per quando ce lo consegneranno”. Prevedete cambiamenti anche per la società ISO? “Sposteremo gli attuali treni dal porto di Napoli a Nola, per alleggerire l’impatto ambientale che oggi purtroppo sacrifica la città, mentre avvalendoci dei servizi della ISC prevediamo un aumento graduale di navette porto-interporto. A partire dal prossimo 1° marzo faremo una navetta al giorno A/R, dopo tre mesi due al giorno, mentre dal 1° gennaio 2011 faremo giornalmente tre navette A/R di mattina e tre A/R di pomeriggio. Il terminal del porto diventerà solo una porta di entrata e di uscita e zona di stoccaggio per il transhipment, mentre tutta la base di stoccaggio sarà il retroporto di Nola”. Giovanna Visco 11 PORTI www.ship2shore.it Lunedì 25 Gennaio 2010 Il porto di Genova accelera sul piano delle opere Presentata la lista degli interventi prioritari in corso o prossimi a partire nel 2010 Genova – In totale sono 440 milioni di euro per lavori di tombamento, per i dragaggi, per i piani della viabilità e del ferro, per la grande banchina di Ponte dei Mille e per la ristrutturazione dell’area delle riparazioni navali. Un impegno finanziario importante, ma strategicamente essenziale per dare a Genova la possibilità di competere, appena la ripresa dei traffici si sarà concretizzata, sul mercato portuale del bacino Mediterraneo. “Complessivamente il piano delle opere si può schematizzare in dodici macro interventi quasi tutti autofinanziati – spiega Luigi Merlo, presidente dell’Autorità Portuale – fra i principali citerei la seconda fase dei lavori di dragaggio, che prenderà avvio con l’arrivo di due nuove draghe ancora più grandi rispetto a quella già operativa l’estate passata, e i nuovi riempimenti a mare per il potenziamento del settore dei container”. L’approfondimento dei fondali dall’imboccatura di Levante fino allo specchio acqueo di Multedo permetterà il transito di navi dimensionalmente maggiori e i 2.200.000 metri cubi di materiale dragato verrà confinato nella cassa di colmata di Calata Bettolo per realizzare il nuovo terminal container. Affianco a questo progetto da 120 milioni di euro, che vedrà la realizzazione di una banchina da 750 metri (con fondali a -17 metri) ed un piazzale retrostante da 180.00 metri quadrati, prenderà forma anche il recupero funzionale di Calata Oli Minerali con uno spazio d’ormeggio dedicato alle bettoline per il bunkeraggio. L’altro grande progetto relativo alla movimentazione dei container è l’ampliamento del terminal Messina con il tombamento dello specchio Luigi Merlo acqueo tra i Ponti Ronco e Canepa, che restituirà un terminal dotato di una superficie complessiva di circa 300.000 metri quadrati. Una volta completati i lavori, la struttura sarà in grado di accogliere contemporaneamente due navi portacontainer con capacità fino a 5.000 teus, usufruendo di fondali pari a -15 metri. L’importo dei lavori supera leggermente i 40 milioni di euro e la durata prevista non dovrebbe andare oltre i tre anni e mezzo. Un altro intervento centrale nel piano delle opere riguarda il compendio delle riparazioni navali. La due diligence appena terminata ha evidenziato la necessità un intervento strutturale su un compendio che a lungo è stato trascurato e di un investimento di circa 25-30 milioni di euro per mettere a sistema i cinque bacini esistenti in attesa dell’acquisto (forse in leasing finanziario) del Sesto Bacino da posizionare alla banchina industriale. Sempre nell’area delle riparazioni è in programma il riempimento dello specchio acqueo tra i bacini 4 e 5 allo scopo di recuperare spazi a terra da dedicare alle lavorazioni correlate a quelle che avvengono all’interno dei bacini di carenaggio. Questo tombamento consentirà di ottenere un piazzale da circa 4.800 mq. a servizio delle operazioni svolte nei due bacini limitrofi migliorandone la funzionalità. Presso l’area delle riparazioni navali, inoltre, sarà messo in sicurezza il bacino numero 4, verranno coperti i bacini di carenaggio 1 e 2 mediante strutture mobili telescopiche ed infine entrerà nell’ultima fase il progetto di fornire energia elettrica da terra alle navi ferme in cantiere che potranno così spegnere anche i motori ausiliari. Gli altri lavori compresi nel piano delle opere presentato dal presidente dell’Autorità Portuale genovese comprendono ancora la riqualificazione dell’area alla radice di Ponte Somalia (importo complessivo pari a 4,5 milioni di euro), la pavimentazione dei piazzali di Ponte Libia e del quarto modulo del VTE (rispettivamente 2,8 e 1 milioni di euro), il completamento del restyling del Centro Smistamento Merci (8,6 milioni di euro), oltre ad un nuovo piano di viabilità e del ferro che rivoluzioneranno il deflusso dei mezzi stradali e dei vagoni ferroviari da e per lo scalo portuale. Per la parte passeggeri dovrebbero partire entro l’anno i lavori per la riconfigurazione della banchina di Ponte Parodi, finalizzati all’ottenimento di una nuova banchina lato ponente lunga circa 290 metri, mentre a Ponte dei Mille è ormai prossimo l’avvio dei lavori per realizzare un’unica banchina lineare lunga 340 metri in grado di accogliere le maxi navi da crociera di ultima generazione (inizio lavori a marzo 2010, importo complessivo di spesa pari a circa 13 milioni di euro). Nicola Capuzzo Al via i lavori di riempimento dello specchio acqueo tra i pontili Ronco e Canepa a Genova 12 RO-RO Lunedì 25 Gennaio 2010 www.ship2shore.it Più passeggeri sui ropax di Aldo Grimaldi I Nuovi Cantieri Apuania si occuperanno dei lavori sulle navi Coraggio, Audacia e Tenacia Tre ropax di Grimaldi Holding tornano in cantiere per rifarsi il look. La compagnia armatoriale guidata da Aldo Grimaldi ha raggiunto un accordo con i Nuovi Cantieri Apuania per lavori di incremento della capienza passeggeri sulle tre unità Coraggio, Audacia e Tenacia. I lavori riguarderanno in particolare i ponti 5, 6 e 7 dei tre ropax e consentiranno, con un allungamento di monoblocchi di 13 metri di lunghezza, di ricavare nella parte alta delle navi ulteriori 50 cabine rispetto alle 67 già presenti, portando così la capienza complessiva delle navi dagli attuali 500 a circa 900 passeggeri. Restano immutate, invece, le altre caratteristiche tecniche dei tre ferry-cruise che, dalle rispettive date di consegna nel 2007 e nel 2008, sono stati accolti con pareri uniformemente favorevoli nel settore del cabotaggio intraeuropeo. Questo anche grazie alle particolari specifiche tecniche che uniscono dimensioni importanti (lunghezza di 200 metri, una larghezza di 27 metri e altezza 28 metri) con performance da prime della classe (velocità massima di circa 25 nodi) e abbondante capacità di carico (garage da 3.000 metri lineari di merci). I lavori, che partiranno a breve visto il ritorno dal charter delle unità impegnate per GNV e Acciona, dureranno circa un mese per l’adeguamento di ciascuna unità e consentiranno a NCA di ottenere una commessa interessante alla luce delle difficoltà che il cantiere toscano sta attraversando per la crisi generale della cantieristica. Attualmente il cantiere guidato da Luigi Mor sta completando gli ultimi due ropax (entrambi con consegna 2010) degli otto totali commissionati alcuni anni fa da Aldo Grimaldi per un investimento complessivo di oltre 500 milioni di euro. “Con questa operazione intendiamo rendere ancora più complete e competitive le nostre prime 3 unità con una capacità di accoglienza commisurata alla crescente domanda del trasporto di merci e passeggeri che registriamo” ha affermato Aldo Grimaldi. “Sono operazione di incremento e allungamento che già in passato abbiamo realizzato su tante navi delle nostre flotte anche con NCA, funzionali al miglioramento e alla resa del naviglio e che confermano la capacità e la flessibilità del cantiere e delle maestranze pur in questo delicato momento congiunturale”. Il decano degli armatori sta dunque perfezionando gli ultimi dettagli per tornare presto combattivo sul mercato con nuove linee merci e passeggeri dall’Italia verso (così dicono) il Nord Africa. Partirà subito con una flotta di Nuova linea di GNV tra Civitavecchia e Palermo Confermate le indiscrezioni della nostra testata (Ship2Shore n.44/2009) sul noleggio da Grimaldi Napoli a Grandi Navi Veloci del traghetto Zeus Palace (ex-Eurostar Barcellona). Dal prossimo mese di marzo la nave sarà infatti impiegata sulla linea Civitavecchia – Palermo per consentire l’aumento della capacità di trasporto passeggeri su una direttrice di importanza strategica per il traffico business e turistico. Un comunicato della compagnia evidenzia inoltre l’impegno crescente verso il Maghreb, le cui linee vantano una regolarità nel servizio unica in tutto il mercato. GNV punta molto sull’innovazione tecnologica: su tutte le navi è infatti attivo il servizio GSM on the Ship, che consente di collegarsi a Internet, telefonare, inviare e ricevere sms durante la navigazione. A ciò si affianca l’esclusivo servizio di telemedicina per il monitoraggio e l’assistenza cardiologica da remoto, una novità all’insegna della sicurezza e della qualità del viaggio. cinque navi? Ancora presto per conoscere i dettagli del nuovo piano industriale elaborato da Aldo Grimaldi; qualcuno è pronto a scommettere che i lavori di trasformazione per incrementare la capacità passeggeri delle tre navi ropax lascerebbero presagire un nuovo charter sempre con Grandi Navi Veloci. Cassano aveva motivato la scelta di restituire le tre navi giustificandola con una necessità di impiegare unità in grado di trasportare un numero maggiore di passeggeri: questa lacuna adesso varrà colmata. N.C. 13 PORTI Lunedì 25 Gennaio 2010 www.ship2shore.it INTERPORTI Banane: per Koper è normale concorrenza L’Interporto Sud Europa si farà Il porto sloveno respinge le accuse del Terminal Frutta di Trieste Il Gruppo Barletta fornisce la propria interpretazione del lodo arbitrale sul contenzioso con gli enti locali, accusando la Regione dei ritardi Koper (Slovenia) – Il porto di Koper respinge le accuse ricevute a seguito delle dichiarazioni di Walter Preprost, amministratore delegato del Terminal Frutta di Trieste (TFT), parte del gruppo Gavio (Ship2shore n. 2/2010), sulla cosidetta ‘guerra delle banane’ In relazione alla concorrenza per accaparrarsi gli sbarchi dal Sudamerica per conto del gruppo russo Bonanza (circa 25.000 tonnellate all’anno) – che già lavorava con Koper e per cui Trieste aveva di recente effettuato alcuni scali di test – TFT aveva in sostanza accusato il porto sloveno di avvalersi della posizione di società statale per praticare prezzi e condizioni che gli operatori privati non possono permettersi, in particolare offrendo una franchigia di stoccaggio di dieci giorni nei propri magazzini frigoriferi per evitare di perdere il cliente. Pur non volendo entrare nel merito dell’offerta, giudicandola “una questione puramente commerciale”, e definendo “mere speculazioni” i giorni di franchigia concessi, i vertici di Luka Koper d.d. – la società che gestisce in autonomia il porto, privo di Autorità Portuale (Ship2shore n. 1/2010) – precisano che la maggioranza delle azioni è sì di proprietà della Repubblica Slovena, ma che essi non ricevono “alcun sussidio dal bilancio statale. Al contrario, a parte il fatto che la nostra società investe in prima persona nelle infrastrutture portuali - sebbene, in ultima analisi, esse rimangano di proprietà dello Stato - anch’essa deve pagare una tassa di concessione governativa”. Koper ci tiene anche a precisare il senso dei rapporti con i porti vicini: “gli scali dell’Adriatico effettivamente cooperano tra loro in vari modi, ma abbiamo sempre chiarito che lo scopo di tale cooperazione è quello di incrementare quanto più i traffici in questo mare, evidenziando come, alla fine, sarà il porto più concorrenziale a prendere la maggior parte del lavoro”. Mauro A. Bogdanović Con qualche settimana di ritardo rispetto all’emissione del lodo da parte del collegio arbitrale chiamato a dirimere il contenzioso con gli enti locali coinvolti (Ship2Shore n.1/2009), il Gruppo Barletta, controllante la società Interporto Sud Europa, emana un comunicato “per una chiara ed esaustiva lettura dello stesso”. La nota evidenzia che secondo il collegio arbitrale “la scadenza dell’Accordo di Programma valeva solo come piano particolareggiato di esecuzione ai fini dell’efficacia del vincolo decennale preordinato all’espropriazione” (dei terreni), sicché “l’Accordo di Programma, quale strumento urbanistico in variante alla normativa previgente, conserva tutta la sua operatività, consentendo a Interporto Sud Europa la realizzazione degli interventi”. Il comunicato riporta anche un breve excursus storico della vicenda: “Nel 2006, in prossimità del termine indicato nell’Accordo di Programma per la realizzazione delle opere interportuali, alcuni rappresentanti degli Enti Pubblici, tra cui Regione Campania e Comune di Marcianise, in stridente contrasto con gli obiettivi europei e nazionali, inasprirono un comportamento già ostile all’Interporto Sud Europa, causando il blocco di ogni attività edilizia dell’Interporto nel Comune di Marcianise. La società Interporto Sud Europa si vide così costretta a tutelare i propri interessi attraverso l’arbitrato”. Inoltre “Il collegio ha stabilito che le opere che Interporto Sud Europa ha già realizzato e quelle da realizzare nel Comune di Marcianise sono state trasfuse, in funzione dell’Accordo di Programma, in un intervento di interesse nazionale e di rilevanza strategica, e che, per questi motivi, la Regione Campania approvò alcuni degli interventi e ne ritenne altri eleggibili a finanziamento POR (Piano Giuseppe Barletta e Salvatore De Biasio, presidente di ISE Operativo Regionale), anche se, ad oggi, nessuno di questi ha trovato attuazione in quanto la Regione non ha mai provveduto a trasferire alcuna delle suddette risorse finanziarie”. L’ultima precisazione riguarda il fatto che “il collegio arbitrale ha ritenuto di non poter concedere i danni richiesti da Interporto Sud Europa non perché non sussistano, ma perché ha rilevato che le diverse competenze amministrative degli Enti non consentono la ‘richiesta solidale’, così come non ha accolto le richieste di risarcimento formulate dalle parti pubbliche”. Secondo il Gruppo Barletta, quindi, “il lodo arbitrale ha riconosciuto a Interporto Sud Europa la piena titolarità della realizzazione e gestione dell’Interporto di Maddaloni–Marcianise. Una struttura che, a regime, raggiungerà un volume d’affari di 700 milioni di euro e occuperà 7.000 addetti”. In ogni caso, nei giorni scorsi il quotidiano Il Mattino ha riferito di un intervento della Regione per sbloccare, su sollecitazione ministeriale, alcuni finanziamenti per la realizzazione dell’Interporto, e, per discutere dei ritardi che ne frenano il decollo e di problematiche occupazionali, è stato convocato dalla prefettura di Caserta un vertice con i sindacati Cgil, Cisl e Uil, i rappresentanti della Regione Campania, delle amministrazioni interessate e di ISE, in corso mentre scriviamo. A.M. 14 LOGISTICA Lunedì 25 Gennaio 2010 www.ship2shore.it REEFER Metella Trasporti triplica in Romania DOLE ora tocca anche la Campania Al via i lavori per un nuovo magazzino nel porto di Costanza Il servizio di linea, già cliente di Livorno, scalerà il Terminal Frutta Salerno di Clerici Logistics Baganzola (Parma) - La regola del ‘non c’è due senza tre’ ancora una volta si conferma vera. Metella Trasporti inizia il nuovo anno con un progetto molto ambizioso che prenderà corpo a partire dalle prossime settimane quando entrerà nel vivo la fase realizzativa di un nuovo magazzino nel porto di Costanza. “Dopo le due strutture che da tempo abbiamo già aperto in Romania, a Bucarest e a Costanza, questo è un ulteriore passo in avanti per rafforzare la posizione del nostro Gruppo in un mercato promettente come quello dell’Est Europa” spiega Andrea Ermelli, presidente dell’azienda. “Una volta completato questo progetto, per il quale è previsto un investimento complessivo che Andrea Ermelli si aggira sui 5 milioni di euro, avremo a disposizione un nuovo magazzino coperto da 12.000 mq. esteso su una superficie complessiva di 20.000 mq.”. La nuova struttura si aggiungerà al network logistico messo in piedi da Metella Trasporti nel giro di tre decenni e che comprende oltre alla sede di Baganzola, dove ci sono officine e magazzini, un deposito a Patrica (in provincia di Frosinone) che gestisce i traffici destinati al centro e sud Italia, e una filiale a La Spezia che organizza tutto il traffico di merci varie e contenitori da e per i porti di La Spezia, Genova, Marina di Carrara e Livorno. Sempre per i servizi di trasporto dedicati agli scali dell’Alto Tirreno, Metella Trasporti dispone anche di un magazzino doganale da 5.000 mq. a Santo Stefano Magra dedicati sia alle merci generali che ai prodotti siderurgici. Alle tre sedi sparse sul territorio nazionale, il Gruppo affianca all’estero le due strutture di Bucarest e Costanza indispensabili per gestire i traffici con la Romania ai quali vengono offerte attività di spedizione, movimentazione e deposito. Il core business dall’azienda parmense rimangono comunque i trasporti convenzionali operati con cassonati e centinati, i trasporti eccezionali e speciali, il trasporto di tutte le tipologie di containers anche a temperatura controllata o fuori sagoma, e i trasporti sfusi di materie prime per l’edilizia con mezzi cisterna. “In totale abbiamo una flotta di 52 mezzi a cui si aggiungono 200 semirimorchi dislocati presso le varie sedi del Gruppo e diversi altri padroncini che lavorano in esclusiva per noi” sottolinea Ermelli. “Tra i nostri maggiori clienti sono orgoglioso di poter citare realtà importanti come il Gruppo Marcegaglia, Astaldi e Impresa Pizzarotti; uno degli ultimi prestigiosi contratti che ci siamo aggiudicati vincendo l’estate scorsa una gara alla quale abbiamo partecipato insieme con Transystem è relativo alla gestione di tutta la logistica per Enel in Romania”. Una sfida importante che ha sicuramente dato ulteriore impulso alla volontà di espansione nell’est Europa con un nuovo magazzino nel porto di Costanza e che arriva quasi contemporaneamente all’altro importante lavoro che vede coinvolta la Metella Trasporti in tutte le attività di spedizione e trasporti eccezionali relativi alla costruzione del nuovo gigantesco centro congressi dell’Eur a Roma. I numeri principali dell’azienda parlano di un fatturato consolidato che si attesta intorno ai 12 milioni di euro e una forza lavoro che supera i 60 dipendenti. La famiglia Ermelli, proprietari del Gruppo, segue tramite la Ermelli Immobiliare anche diversi interventi in Liguria (precisamente nella provincia di Spezia) dov’è coinvolta direttamente nella costruzione di nuove abitazioni civili in alcune delle aree turistiche più apprezzate della regione. Nicola Capuzzo La DOLE- Dole Ocean Liner Express ha esteso al porto di Salerno il servizio sul Mediterraneo proveniente dal Centro/Sud America. La compagnia di navigazione, specializzata nel trasporto di prodotti a temperatura controllata e rappresentata in Europa dalla CSA SpA di Milano, ha cominciato questa settimana - prima unità la Crown Jade - a scalare il Terminal Frutta Salerno della società genovese Clerici Logistics, recentemente ritiratasi dal business nel porto di casa dopo la cessione al gruppo Gavio del Terminal Frutta Genova di Ponte Somalia (Ship2Shore n. 33/2009). Peraltro Clerici Logistics fa sapere, dalla sua nuova sede nel centro città, che l’attuale strategia punta ad un forte sviluppo delle azioni commerciali nel comparto dei prodotti deperibili, utilizzando i terminal in Italia e nel Mediterraneo, senza escludere dunque di tornare ad utilizzare – questa volta come cliente e non più come terminalista - il porto di Genova. Il gruppo guidato da Alfonso Clerici ha così messo un primo tassello del suo nuovo disegno imprenditoriale, che punta a valorizzare la rete di collegamenti costruita negli anni nel mondo. Grazie all’accordo con la multinazionale DOLE, che già opera in Italia da un decennio scalando con regolarità Livorno - dove dispone di un proprio terminal da cui ogni 8 giorni sono previste partenze verso San Juan, Guayquil e Puerto Limon - il porto campano acquisisce un traffico di 2 milioni di cartoni, equivalenti a 40 mila tonnellate all’anno. L’accordo prevede che al Terminal Frutta Salerno giungano anche le banane della Banaflor provenienti dall’Ecuador. 15 GENERAL CARGO Lunedì 25 Gennaio 2010 www.ship2shore.it HI-SPEED ISC Lines riemerge ad Arbatax Virtu Ferries porta i crocieristi siciliani a Malta Dietro i duelli politici sul porto sardo si profila la compagnia romana guidata da Servizio navetta per i passeggeri dall’Italia a La Valletta in 90 minuti Giuseppe Vacca, ancora alle prese, però, con vicissitudini giudiziarie e finanziarie Il nuovo home port per i crocieristi siciliani crociere programmate nei mesi di giugno In occasione di una recente intervista rilasciata a “La Nuova Sardegna”, il consigliere comunale di Tortolì-Arbatax e vicepresidente dell’Associazione Sardegna Algeria Giuseppe Marini ha dichiarato: “La nuova Compagnia Navale del Mediterraneo (che fa capo a una holding inglese) ha istituito la propria sede a Tortolì. La società ha già acquistato un cargo e ne sta acquisendo altri due”, con cui avvierà un servizio regolare con l’Algeria principalmente votato al trasporto di granito e sughero. Contattato da Ship2Shore, il consigliere del Partito Sardo d’Azione ha confermato l’informazione, non sapendo però indicare dettagli sugli operatori coinvolti, la tipologia delle navi e la tempistica di avvio del servizio. Dal canto suo l’Ufficio Circondariale Marittimo di Arbatax afferma di “non essere al corrente di nessuna nuova linea di questo genere in procinto di partire” mentre Raffaele Torchiani, titolare della locale ed omonima agenzia marittima, spiega: “Da parecchio tempo si parla della linea per l’Algeria, ma ritengo che la cosa sia ancora là da venire, perché le navi non sono ancora state acquistate”. Premesso ciò, se si considera che il porto di Arbatax è al centro di un dibattito fra gli amministratori locali e quelli regionali in ordine ai finanziamenti che la Regione dovrebbe deliberare per alcuni interventi di ammodernamento e alle decisioni da prendersi sull’ex area della Cartiera dopo che è venuto meno il progetto di Azimut per il polo nautico dell’Ogliastra (Ship2Shore n.27/2009), si potrebbe esser tentati di ascrivere le affermazioni di Marini (che, oltre a decantare la posizione strategica del porto, ha anche illustrato le possibili sinergie fra imprese sarde e algerine e la possibilità di istituire un L’Askania ormeggiata ad Augusta (foto tratta da Siracusanews) centro di carenaggio e piccole costruzioni nell’area dell’ex Cartiera) al suo ruolo politico-istituzionale, in virtù del quale trattative abbozzate vengono lette appunto come contratti firmati. È però un fatto che lo scorso 22 dicembre è stata iscritta al registro delle imprese di Nuoro una società, Compagnia di Navigazione del Mediterraneo Srl, con sede a Tortolì e controllata al 100% dalla holding inglese Comercial Intertrad C.I.T. Limited. Tale società, avente come oggetto sociale quello di ogni compagnia armatoriale, per stessa ammissione del suo amministratore unico, il commercialista aretino Alessandro Vignani, fa capo allo stesso azionariato della compagnia romana ISC Lines, guidata dall’ingegnere genovese Giuseppe Vacca e controllata per oltre il 97% dalla finanziaria Commercial Intertrad CIT LTD (questa volta lussemburghese, ma, quale che sia la nazionalità formale, le scatole cinesi tali restano, a dispetto di una m in più o in meno...). Vignani ha inoltre aggiunto che, “considerata la freschezza della mia nomina (avvenuta il 14 gennaio, ndr), potrò illustrare i piani della Compagnia solo fra una decina di giorni, dopo un confronto con gli azionisti”. Un vero mistero, dunque, considerato che la complessa situazione in cui versava ISC Lines fino a qualche mese fa (Ship2Shore n.20 e 22/2009) non sembra assolutamente mutata, con le navi general cargo Alfonsito e Askania (esattamente la tipologia che potrebbe effettuare la linea vagheggiata da Marini, senza considerare poi che ISC Lines operava molto col Nord Africa) bloccate per decreto ingiuntivo rispettivamente a Livorno e Augusta (fatta eccezione per due marittimi dell’Alfonsito, tutti gli altri membri degli equipaggi hanno abbandonato le navi), in attesa, come confermano i relativi responsabili ITF (International Transport Workers’ Federation), che si sblocchino le procedure per la messa all’incanto, sempre che nel frattempo la compagnia non onori i suoi debiti. Andrea Moizo diventa Malta. Questa almeno è la brillante idea promossa da Virtu Ferries che, in collaborazione con Cruise International, offre agli abitanti della parte meridionale della Sicilia la possibilità di iniziare la propria vacanza in mare da Malta invece che dai tradizionali scali siciliani. “Si tratta di un’iniziativa rivoluzionaria che risparmia ai crocieristi siciliani quattro ore di viaggio per raggiungere i porti di Palermo o Messina” spiegano dalla compagnia. “Per chi abita nei dintorni di Pozzallo, Ragusa o Catania sarà ora possibile raggiungere in soli 90 minuti, a bordo di un mezzo hi-speed di Virtu Ferries, La Valletta, che è anche home port per alcune compagnie di crociera”. Per chi volesse prendersela comoda e approfittare dell’occasione per un breve soggiorno sull’isole, nel pacchetto turistico può essere inserito anche il pernottamento a Malta per una o due notti prima di imbarcarsi per la crociera. ‘Le Vacanze Maltesi’, il ramo tour operator del Gruppo, offre direttamente anche tre e di luglio con destinazioni varie sparse tra il Sud Italia, l’Adriatico e le isole greche. Per tutti questi servizi, Virtu Ferries ha già iniziato una campagna promozionale che andrà via via intensificandosi fino all’inizio dell’estate. Durante la scorsa primavera la compagnia si era resa protagonista di un’importante commessa col cantiere australiano Austal (Ship2Shore n.15/2009) per un catamarano modello Austal Auto Express 107 in alluminio di nuovissima generazione che andrà a sostituire il Maria Dolores, costruito dallo stesso cantiere australiano nel 2006. Il Jean de la Vallette offrirà una capacità per passeggeri di 800 posti a sedere disposti su due ponti mentre il garage permetterà di ospitare fino a 230 auto (o 45 macchine e 23 camion). Equipaggiata con quattro motori MTU la nuova unità hi-speed di Virtu Ferriers che verrà registrata sotto bandiera maltese potrà raggiungere una velocità massima di 39 nodi. N.C. 16 CROCIERE Lunedì 25 Gennaio 2010 www.ship2shore.it MSC, contentino sperimentale a Trieste A fine 2010 la nuova ammiraglia MSC Magnifica testerà con 2 toccate sperimentali la possibilità di un ritorno stabile della compagnia di crociere nel capoluogo giuliano Ad oltre un anno dall’addio a Trieste (Ship2Shore n.44/2009), MSC Crociere programma un (fugace) ritorno sulle banchine giuliane. Il 7 e il 18 dicembre 2010, infatti, MSC Magnifica toccherà due volte il porto friulano, nell’ambito di alcune crociere invernali in Adriatico. Una nota della compagnia spiega che “l’inserimento di MSC Magnifica nello scalo di Trieste si inserisce nella strategia della destagionalizzazione delle attività turistiche e dell’utilizzo dell’Adriatico nei mesi invernali” e promette che, in virtù del protocollo d’intesa firmato con Autorità Portuale e TTP Trieste Terminal Passeggeri “per elaborare un piano per il rilancio e lo sviluppo del traffico delle navi da crociera” nel capoluogo giuliano, “MSC Crociere si impegna anche a valutare un piano di fattibilità per il posizionamento stagionale nel medio periodo di una nave di ultima generazione nello scalo di Trieste con attività di home porting”. Come già all’epoca dei contrasti che avevano allontanato la compagnia di Gianluigi Aponte, anche in occasione di questa pur estemporanea rappacificazione i responsabili di TTP non hanno fornito nessun commento alla notizia né hanno voluto illustrare le altre iniziative messe in campo per mitigare il crollo verticale di passeggeri, oltre il 90%, registrato nel 2009 (Ship2Shore n.3/2009). Dal canto suo MSC, al di là dell’evidente sperimentalità delle toccate 2010, è decisa a testare il porto friulano in maniera concreta, tanto che ad effettuare i due scali sarà l’ultima nata, MSC Magnifica. La nave, quarta della serie Musica (le altre sono MSC Musica, MSC Orchestra e MSC Poesia) ha appena concluso con successo le prove in mare, condotte in condizioni meteo avverse (maltempo e vento ad oltre 50 nodi) nelle acque antistanti il cantiere bretone STX e verrà consegnata a fine febbraio, per poi esser battezzata ufficialmente ad inizio marzo ad Amburgo. Dalla Germania MSC Magnifica partirà alla volta del Mediterraneo orientale, dove comincierà una serie di crociere che toccheranno Venezia, Bari, Katakolon, Smirne, Istanbul e Dubrovnik. A.M. Salerno promossa, il presidente Annunziata gongola Come preannunciato dalla nostra testata (Ship2Shore n.46/2009), MSC Crociere aumenterà nel 2010 la propria presenza nello scalo salernitano. La conferma arriva dall’Autorità Portuale guidata da Andrea Annnunziata. In una nota dell’ente si spiega infatti che “MSC Lirica, dotata di 780 cabine e in grado di ospitare fino a 2.200 passeggeri, fra aprile e ottobre scalerà 31 volte il porto campano (erano state 24 le toccate nel 2009, effettuate con la più piccola MSC Melody, ndr), nell’ambito di una crociera nel Mediterraneo Occidentale che toccherà Tunisi, Palma di Maiorca, Tolone, Genova, Ajaccio e Civitavecchia”. Annunziata, Di Luca e Pellegrino Dopo il successo della trattativa con RCCL, Annunziata conferma così il crescente appeal di Salerno nel mercato crocieristico: “Nei prossimi mesi sarà pronta la Stazione marittima di Zaha Hadid (Ship2Shore n.20/2006, 19/2008 e 5/2009) e inoltre, d’intesa con le altre istituzioni, stiamo conducendo interventi strutturali ed infrastrutturali strategici per aumentare la competitività del nostro scalo sia per il traffico commerciale, sia per il traffico turistico: il dragaggio dei fondali, l’adeguamento delle banchine, il potenziamento dell’impianto di pubblica illuminazione, la risistemazione della mobilità interna ed esterna all’area portuale, gli investimenti per la sicurezza dei lavoratori e delle operazioni portuali contribuiscono a creare le migliori condizioni operative”. 17 CANTIERI Lunedì 25 Gennaio 2010 www.ship2shore.it Viktor Lenac: “I nostri atout sono qualità e tempistica, più che il prezzo” In relazione al caso del Vincenzo Florio, il cantiere croato invita i colleghi europei a ristrutturarsi per affrontare la concorrenza piuttosto che ricercare il protezionismo Martinšćica (Croazia) – Non cade certo dalle nuvole Robert Škifić – amministratore delegato del cantiere del cantiere croato di riparazioni e conversioni navali Viktor Lenac – alla notizia di alcuni giorni fa circa il blocco imposto ai lavori dalle maestranze di Fincantieri a Palermo sul traghetto Vincenzo Florio della Tirrenia, saputo che i lavori di riparazione traghetto – al momento sottoposto a operazioni di pulizia a Palermo in seguito all’incendio verificatosi a bordo il 29 maggio scorso a 15 miglia al largo di Ustica – sarebbero stati affidati al Viktor Lenac, vincitore della gara indetta dalla società armatrice, cui avrebbero partecipato anche la stessa Fincantieri di Palermo, i Nuovi Cantieri Apuania, Palumbo e i Cantieri del Mediterraneo di Napoli. “Naturalmente non voglio gettare benzina sul fuoco: conosco la cantieristica italiana e la difficile situazione in cui anch’essa versa in questa congiuntura. È però opportuno fare alcune precisazioni senza alcuno spirito polemico” incomincia Škifić. “Innanzitutto i nostri rapporti con gli armatori italiani – e in particolare con Tirrenia – sono pluriennali e ben consolidati [vedi tabella – NdA], anche per ragioni di vicinanza geografica, giacché è più facile seguire i lavori a Fiume che, ad esempio, in Turchia. Non siamo perciò degli outsider spuntati all’ultimo momento dal nulla”. Il cantiere croato ha quest’anno eseguito i lavori di riparazione su un altro traghetto della Tirrenia incendiato, l’Athara (Ship2shore n. 22/2009). “Inoltre abbiamo regolarmente vinto una gara cui hanno partecipato anche altri cantieri italiani, in conformità con il bando e le normative UE. Per preparare Repentino cambio al vertice del 3. Maj Dopo solo 14 mesi al vertice del cantiere 3. Maj, l’amministratore delegato Željko Starčević è stato costretto a dare le dimissioni – anche dietro pressioni della premier croata Jadranka Kosor – in seguito a uno scandalo legato a sponsorizzazioni e ‘spese di rappresentanza’ effettuate con carte di credito aziendali. Un primo segnale si era avuto lo scorso ottobre, quando Denis Vukorepa – amministratore delegato della società che gestisce le merci nel porto di Fiume, Luka Rijeka d.d. – aveva dato dopo pochi mesi le dimissioni da presidente del Consiglio di Sorveglianza del 3. Maj, pubblicamente rimproverando a Starčević di non fare abbastanza per tagliare le spese e riorganizzare la produzione. Il CdS ha provvisoriamente nominato nuovo amministratore delegato Edi Kučan, già membro di quest’ultimo e responsabile per le messe in opera. M.A.B. problema è europeo in generale: i cantieri del continente devono riorganizzarsi per affrontare la concorrenza, in particolare quella dell’Estremo Oriente, piuttosto di andare alla ricerca di barriere protezionistiche. Nel 2008 Viktor Lenac è uscito da una grave crisi, durata quasi cinque anni, perché il nostro modo di lavorare era poco efficiente: abbiamo dovuto ripensare la nostra organizzazione produttiva e questo, naturalmente, ha comportato sacrifici da parte di tutti, ma ne siamo usciti più forti, e ciò senza aiuti statali. Il protezionismo non è alla lunga praticabile, in particolare nel contesto della globalizzazione: l’unica via d’uscita è migliorare la capacità di stare sul mercato” conclude Škifić. Mauro A. Bogdanović UNITÀ DI ARMATORI ITALIANI AL VIKTOR LENAC (2006- 1° TRIM. 2010) Škifić Robert l’offerta abbiamo spedito (e spesato) un gruppo di nostri tecnici per 8 giorni a Palermo, in modo che rilevassero con precisione le effettive condizioni della nave e i lavori necessari. Questo, tanto per dire qual è stato il nostro approccio alla questione”. Sul valore dell’offerta, Škifić si limita a dire che è “al di sotto dei 20 milioni di euro” ma tiene a precisare: “non è soltanto una questione di prezzo, ma soprattutto di qualità e tempistica. Sono queste le carte vincenti che ci hanno fatto guadagnare la fiducia degli armatori, da ultima Saipem” (Ship2shore n. 47/2009). “È chiaro che non si può da un lato rimproverare a un armatore pubblico di essere in perdita e dall’altro obbligarlo ad effettuare scelte fuori mercato. Purtroppo la Croazia non è ancora nella UE e questo comporta per noi un minor ‘peso politico’, tuttavia il Armatore 2006 2007 2008 2009 2010 (1° trim.) Totale per armatore Tirrenia 7 2 2 3 1 15 Marnavi 2 2 3 7 Adria Ferries 1 1 2 4 C.A.L.I.S.A. 1 2 3 Augusta Due Srl Roma 1 1 Augusta Offshore 1 1 Finbeta 1 1 Bogazzi & Figli 1 1 F.lli D’Amato 1 1 Martinolli 1 1 T. Mariotti 1 1 Saipem 1 1 Micoperi TOTALI 11 8 11 6 3 3 4 40 Fonte: Nostra elaborazione su dati del cantiere aggiornati al 21 gennaio 2010 e che si riferiscono al completamento dei lavori concordati. I dati relativi al 1° trimestre 2010 sono una nostra ipotesi sulla scorta di dati non ufficiali. 18 LOGISTICA www.ship2shore.it Lunedì 25 Gennaio 2010 INTERMODALE Gruber Logistics, dalla gestione famigliare alla vocazione globale L’autostrada di RAlpin viaggia sempre più forte L’azienda di Bolzano inaugura la nuova filiale di Modugno in provincia di Bari, punta sul business delle energie rinnovabili e prepara lo sbarco in Russia in estate Gruber Logistics, nonostante un 2009 in cui – ammette Martin Gruber, membro del CdA dell’azienda ed executive manager – “la crisi sicuramente si è sentita”, continua ad investire espandendo la sua rete di filiali che, con l’ultima arrivata, quella di Modugno (provincia di Bari), diventano 17. La sede pugliese, attiva da dicembre 2009, è dotata di 2000 metri quadrati di piazzale dedicato alla movimentazione delle torri eoliche. “A differenza del calo netto registrato nel settore dei trasporti eccezionali – spiega infatti Gruber - l’industria dell’eolico sta mostrando tassi di crescita importanti. Perciò abbiamo deciso di puntare su questo settore con la nuova filiale di Bari”. Per ora a Modugno lavorano solo due impiegati, ma presto arriveranno anche gli autisti della flotta Gruber. L’obiettivo è infatti quello di trasportare le componenti giunte in Puglia via mare fino ai siti dei nuovi impianti eolici che stanno sorgendo in molte parti del Sud Italia, passando dalla nuova struttura per lo smistamento dei carichi. “Il Meridione è più avanti del Nord per quanto riguarda gli investimenti nelle energie rinnovabili. Le torri arrivano dai produttori tedeschi e danesi e noi curiamo il trasporto stradale sul territorio italiano”. Ma la green-economy non è fatta di solo vento. C’è anche il sole, che al Sud certamente non manca: “Il fotovoltaico sta andando bene – continua infatti il manager dell’azienda sud-tirolese – lavoriamo molto con aziende tedesche che producono i pannelli solari e ci occupiamo delle spedizioni facendo base nella nostra filiale di Aprilia, attiva ormai da 35 anni”. Situazione più difficile per i trasporti tradizionali, anche se si comincia a vedere un po’ di luce infondo al tunnel: “Il calo nei volumi movimentati c’è stato, ma le cose stanno migliorando, sopratutto nel comparto marittimo”. La società di Ora (Bolzano), nata nel 1935 e ancora oggi gestita direttamente dalla famiglia Gruber, continua quindi ad investire Record storico di traffico per la RoLa tra Friburgo e Novara nel 2009 industriali destinate ai suoi stabilimenti per la produzione del cemento. I manufatti arrivano al porto di San Pietroburgo da tutto il mondo, noi ci occupiamo della movimentazione dalla città russa alla destinazione finale in Germania”. Ma la ‘campagna di Russia’ di Gruber non finisce qua: “Non voglio anticipare troppo, ma posso dire che stiamo per aprire una nuova filiale proprio in Russia – rivela Gruber – saremo pronti a partire prima dell’estate”. Francesco Bottino in previsione della ripresa, puntando soprattutto su un’offerta a carattere globale che si concretizza non solo nell’ampiezza del network di filiali, ma anche nel numero sempre crescente di clienti internazionali: “Qualche anno fa il rapporto tra clienti italiani e stranieri era 65%-35%, mentre oggi le proporzioni sono sostanzialmente paritarie e prevediamo di aumentare ancora la percentuale di clienti esteri”. Solo per fare qualche nome, sono stati firmati di recente importanti contratti con General Electric e Volvo, di cui ci Gruber cura la distribuzione delle macchine agricole per l’Italia. A questi si aggiungono i clienti europei di lunga data, “come, per citarne solo uno, Bombardier”. Gli investimenti sono ora concentrati sopratutto sull’apertura di nuove sedi: ad aprile 2009 era stata inaugurata la filiale di Colonia con l’obiettivo dichiarato di dedicarsi al mercato russo (Ship2Shore, n.16/2009). A poco meno di un anno di distanza, è possibile fare un primo bilancio? “La sede tedesca sta andando bene, lavoriamo molto sia in Russia che negli altri paesi dell’ex-Unione Sovietica. In quest’area ci occupiamo soprattutto di project cargo e trasporti speciali con carichi di grandi dimensioni. Una delle ultime commesse, per esempio, l’abbiamo presa dalla società tedesca HeidelbergCement, che ci ha affidato il trasporto di componenti Nuovo record di traffico nel 2009 per l’Autostrada Viaggiante (Rola) attraverso le Alpi lungo l’asse Lötschberg-Sempione, da Freiburg im Breisgau a Novara, con 92.400 spedizioni su strada (semirimorchi, autotreni con rimorchio e mezzi pesanti), +8,6% rispetto all’anno precedente, 5.416 treni circolati, ciascuno dei quali ha trasferito su rotaia una media di 17 veicoli stradali.. Si tratta del miglior risultato dalla fondazione nel 2001 di RAlpin SA, l’azienda formata da BLS SA, Hupac SA, SBB Cargo SA e Trenitalia SpA che gestisce la RoLa. “Il successo è ancor più notevole se si considera che nel trasporto merci ferroviario transalpino si evidenzia un calo a due cifre sia per quanto concerne i carri completi sia per il trasporto non accompagnato di container e casse mobili” spiega il direttore René Dancet. “A partire dallo scorso luglio il mercato ha evidenziato una notevole crescita grazie al numero maggiore di treni e con convogli più lunghi”. 19 SPEDIZIONIERI www.ship2shore.it Lo spedizioniere non è una specie protetta Lamentele da Spedapi-Confapi per il decreto legislativo che vorrebbe abolire l’albo professionale stabilendo requisiti incongruenti per esercitare la professione Vivono ore di trepidazione gli spedizionieri, soprattutto quelli di piccola e media dimensione. Il disagio è legato all’esame in corso, da parte del Parlamento, di uno schema di decreto legislativo già parzialmente approvato dal Consiglio dei Ministri il 17 dicembre 2009. Dal presidente Luca Castigliego (Spedapi-Confapi) e dal suo vice Paolo Federici perviene una nota che evidenzia le attuali problematiche della categoria. “Intanto, per l’attività di spedizioniere è soppresso l’elenco (praticamente viene cancellato l’albo professionale). Però rimane la necessità di avere i requisiti prescritti che devono essere verificati da parte della Camera di Commercio. Il primo viene chiaramente indicato nello schema di decreto legislativo: “il soggetto deve essere in possesso dei requisiti di adeguata capacità finanziaria, comprovati dal limite di 100.000 euro ...”. Poi ne basta almeno uno tra questi tre: (a) aver conseguito diploma di istruzione secondaria di secondo grado in materie commerciali; (b) aver conseguito un diploma universitario o di laurea in materie giuridico-economiche; (c) aver svolto un periodo di esperienza professionale qualificata nello specifico campo di attività per almeno due anni. L’impressione è che, da oggi in poi, per svolgere l’attività di spedizioniere serva solo poter contare su una specifica forza finanziaria (non meno di 100.000 euro), che dovrà essere comprovata o con il versamento di un capitale sociale non inferiore a tale somma, oppure con fideiussioni, depositi vincolati, possesso di immobili. Possiamo capire che fare lo spedizioniere comporti la necessità di avere La recente missione di Spedapi in Vietnam le capacità e le conoscenze professionali necessarie, ma non capiamo proprio perché si debba prendere 100.000 euro e versarli in un qualche conto ‘vincolato’ senza quindi avere la possibilità di usare una tale somma per le attività gestionali dell’attività. Dunque solo chi disporrà di ingenti capitali potrà fare lo spedizioniere. Gli altri, anche se bravi e capaci, dovranno adattarsi a fare dell’altro! Peraltro forse non è noto che questa “conditio sine qua non” esiste già? Tutti gli spedizionieri (in regola) hanno depositato alla Camera di Commercio le fideiussioni, che tuttavia sono inutili ed inutilizzabili; se l’azienda ha problemi economici o responsabilità civili, nessuno può comunque escutere le fideiussioni, nemmeno la Camera di Commercio. E allora a cosa serve fare una fideiussione a garanzia del niente? Solo a garantire un guadagno senza rischi a banche ed assicurazioni che sottoscrivono le fideiussioni? Mai in tanti anni da che le fideiussioni sono state inventate, qualcuno ho potuto far valere i suoi diritti su quelle somme. In secondo luogo, che sia necessario un minimo di conoscenza scolastica, è fuor di dubbio. Ma quale valore hanno le materie commerciali (dei diplomati) oppure le materie giuridico-economiche (dei laureati)? Niente, se non vengono supportate dall’esperienza. Questo perché non esiste alcuna scuola che insegni l’attività di spedizioniere. Quindi i primi due requisiti (diploma o laurea) dovrebbero essere tassativamente vincolati al terzo requisito: “aver svolto un periodo di esperienza professionale qualificata nello specifico campo di attività per almeno due anni”. Oggi come oggi ci sono innumerevoli aziende che svolgono l’attività di spedizioniere senza averne alcun titolo: non hanno la licenza, non hanno superato alcun esame, non hanno depositato alcuna somma, non hanno sottoscritto alcuna fideiussione, non risultano iscritti all’albo, non sono in regola con i permessi rilasciati dalla Questura. Però non esiste nemmeno alcuna norma che punisca chi agisce fuori dalla legge. E allora, se non esiste alcuna penalità per chi non è in regola, a cosa serve mettersi in regola? Oggi come oggi, il mercato continua a cercare solo una cosa: il prezzo più basso. È chiaro che chi non è in regola (anche solo perché non ha depositato 100.000 euro alla Camera di Commercio) ha costi inferiori e quindi può offrire prezzi più bassi. Così i migliori, gli onesti, quelli seri sono e continueranno ad essere penalizzati. La bravura, la capacità, la conoscenza, l’esperienza, tutto il bagaglio di studi e formazione resteranno relegati in secondo piano. E saranno sempre più le multinazionali estere (forti solo della loro potenza finanziaria) a continuare a fare, della nostra povera Italia, terra di conquista”. Luca Castigliego Paolo Federici Lunedì 25 Gennaio 2010 20 ASSICURAZIONI ASSICURAZIONI P.L. Ferrari pre(vede) rosa Il report pre-rinnovo delle polizze P&I, intitolato significativamente Mind the Gap, è denso di notizie interessanti per i clienti del broker L’annuale report elaborato da P.L. Ferrari, il principale broker assicurativo italiano di polizze P&I (Protection and Indemnity), in vista dei rinnovi 2010/2011 (che avverranno nella seconda metà di febbraio), ha un titolo enigmatico, ma porta a conclusioni sostanzialmente positive per gli armatori suoi clienti, soprattutto in relazione ai rincari cui i Clubs li avevano abituati begli ultimi anni. Mind the Gap, espressione che riprende, chiaramente giocando sull’ampiezza dell’accezione, un avviso diffuso nelle stazioni della metropolitana di Londra, è un’accurata analisi intertemporale, basata sugli anni di polizza e non su quelli solari, dello scarto (il gap appunto) fra l’ammontare dei risarcimenti via via dovuti dai Clubs e quello dei premi raccolti (con e senza il contributo delle excess Lunedì 25 Gennaio 2010 www.ship2shore.it calls, eventualmente richieste ad annata in corso): una valutazione, di fatto, del “risultato tecnico” dell’attività dei Clubs, al netto dei proventi da investimenti. Oltre al fatto che il gap ha toccato valori preoccupantemente negativi nel 2006 e 2007, per poi ridursi nel 2008 (l’anno di polizza 2009 si concluderà a febbraio e non è quindi ricompreso nel report), il dato più evidente è il legame diretto fra la politica dei prezzi attuata dai Clubs e i records dei claims, che ricomprendono i costi complessivi, fra cui anche riassicurazione, partecipazione al Pool e claims management. Prendendo in considerazione anche altri aspetti, come, ad esempio, la politica di accantonamento e disposizione delle riserve, l’analisi sostiene che il gap (che, naturalmente, è una somma dei risultati di ognuno dei Clubs del cosiddetto International Group) potrebbe annullarsi o addirittura cambiare segno con la sottoscrizione di quest’anno o quella dell’anno prossimo. E ciò con un aumento medio del costo delle polizze vicino al 5%. Il calcolo di questa percentuale scaturisce anche dalla considerazione della crisi economica iniziata nell’autunno del 2008 (che comportò significative excess calls e un aumento medio delle polizze del 16,5%) e dei segnali di ripresa manifestatisi nella seconda parte del 2009 (considerando anche le excess calls il 2008 è il primo anno di polizza dal 2002 a chiudersi con un gap leggermente positivo). Una serie di dinamiche che ha indotto i Clubs a liberare i propri bilanci da investimenti pericolosi e ad intraprendere una più rigorosa politica di valutazione e gestione dei rischi. Con il risultato che molti Clubs hanno riportato ottimi numeri a metà esercizio e significativi aumenti delle quote non obbligatorie di accantonamento. Salutando positivamente questo trend di ‘cultura olistica’ del rischio nella propria organizzazione, P.L. Ferrari prevede, inoltre, che i Clubs continueranno sulla strada di un maggior bilanciamento fra entrate e uscite legate alle sottoscrizioni e invita gli stessi a sviluppare ulteriormente la recente tendenza a fornire resoconti intermedi della propria attività, specchio della capacità di adeguamento ad un mercato sempre più dinamico.Il report si conclude con un’analisi dello sviluppo dei rapporti fra Clubs e Pool e con un commento sui fattori comuni cui i board dei Clubs hanno fatto riferimento nelle comunicazioni rilasciate in vista dell’ormai prossimo rinnovo: in primo luogo la cautela nel considerare l’apparente riduzione di claims medio-piccoli del 2009 a fronte della stabile frequenza con cui vengono richiesti risarcimenti più ingenti; secondariamente il focus sempre maggiore posto dai Clubs sulle polizze FDD (Freight, Demurrage and Defence) a copertura delle spese legali, destinate, in media, ad aumenti leggermenti maggiori di quelle P&I. Andrea Moizo Seconda casa partenopea per P.L. Ferrari L’unico P&I broker indipendente del mercato presenta il nuovo ufficio nel centro di Napoli in faccia alla stazione marittima Avverrà entro la fine del mese di gennaio il trasferimento della P.L. Ferrari & Co. S.r.l nei nuovi uffici napoletani. Ad ospitare come inquilini di lusso la delegazione del broker genovese, peraltro già presente da anni sotto il Vesuvio, sono gli uffici del RINA di Piazza Municipio: una spaziosa e luminosa sede, proprio in faccia alla stazione marittima partenopea dominante il Golfo di Napoli, di cui proprietario è e comunque rimarrà il RINA, che con P.L. Ferrari è in piena armonia. Il trasloco nella nuova sede, in un palazzo che già ospita clienti importanti quali, ad esempio, la Perseveranza di Navigazione di Peppino d’Amato e dei suoi figli Angelo ed Umberto, consacra l’evoluzione e la dinamica espansione della società genovese. Il Gruppo P.L. Ferrari & Co. S.r.l. si è ormai stabilmente insediato nella top five world league dei Brokers P&I, essendo, tra l’altro, l’unico fully independent broker, a differenza degli altri, perlopiù grandi corporation multinazionali. Gli addetti dell’ufficio di Napoli sono al momento tre, ma la società sta già valutando di potenziare numericamente lo staff. Il Cap. Antonio Liguoro, con P.L. Ferrari dal 1984, ne è il manager. Filippo Fabbri e Antonio Talarico con un dirigente RINA sotto le finestre del nuovo ufficio 21 BULK Diana Shipping va controcorrente e tenta l’avventura nei box La compagnia greca, specialista del dry cargo, annuncia che investirà 50 milioni di euro in una nuova società per il trasporto contenitori e intanto noleggia 4 panamax Diana Shipping ha deciso di diversificare il business, fino ad oggi focalizzato esclusivamente sul trasporto di carichi secchia alla rinfusa, e di costituire una nova società di navigazione dedicata ai container. La situazione non è ancora ben definita e quindi da Atene trapela poco; i vertici della compagnia non possono rivelare i dettagli perché il titolo è quotato alla borsa di New York e deve quindi rispettare i rigidi vincoli sulla comunicazione finanziaria imposti da Wall Stret. Diana Shipping ha però diffuso un comunicato ufficiale in cui annuncia che investirà 50 milioni di euro per una quota di minoranza della newco, mentre il resto del capitale Lunedì 25 Gennaio 2010 www.ship2shore.it sarà detenuto da investitori privati ed istituzionali che la compagnia greca sta attualmente selezionando tramite offerte private. A Diana spetterà comunque la gestione operativa della nuova società: dirigenti della compagnia siederanno nel board mentre la divisione dedicata al fleet management si occuperà della nuova flotta porta contenitori. Tra le varie condizioni è anche prevista una clausola di non concorrenza nei rispettivi settori: Diana Shipping non potrà investire in altre società attive nel trasporto container, mentre la nuova compagnia dovrà astenersi da qualsiasi incursione, sia operativa che finanziaria, nel settore delle rinfuse. I tempi di questa inedita sortita di Diana Shipping nel trasporto containerizzato sono ancora incerti, e dipendono sostanzialmente dalla rapidità con cui la compagnia armatoriale greca riuscirà a trovare i partner finanziari, ma nel frattempo ad Atene si lavora anche sul core-business con la firma di quattro contratti di time charter per altrettante unità bulker panamax. Approfittando del calo nei prezzi di mercato, dovuto al perdurare della crisi, la compagnia ellenica ha finalizzato l’acquisto della Theresa Hebei per la cifra di 35,1 milioni di dollari; rinominata Melite, questa è un’unità bulk carrier da 76.436 dwt costruita nel 2004 data in time charter (minimo 11 massimo 13 mesi) alla società newyorkese J. Aron & Company per 24.250 dollari al giorno. Diana Shipping ha poi firmato contratti di charter con Louis Dreyfus Commodities Suisse S.A. per la panamax Nirefs (75.311 dwt, costruita nel 2001), rata di 21.000 dollari al giorno e durata dai 23 ai 25 mesi, e con la C Transport Panamax Ltd dell’Isola di Man per la panamax Erato (74.444 dwt costruita nel 2004); rata di 20.500 dollari giornalieri e durata da 21 a 24 mesi. I contratti partiranno rispettivamente a metà febbraio e metà marzo 2010. Time charter anche per la Thetis, panamax del 2004 da 73.583 dwt, che andrà all’olandese Glencore Grain BV per un tempo variabile tra gli 11 e i 13 mesi, con una rata di 23.000 dollari al giorno. F. B. 22 FORNITORI Lunedì 25 Gennaio 2010 www.ship2shore.it Garbarino pompa il business Fatturato in aumento nel 2009, nuovi prodotti sul mercato nel 2010 Risultati in controtendenza, rispetto ad un mercato in crisi generale, per la Pompe Garbarino, tra i leader mondiali nella produzione di pompe centrifughe e volumetriche ad uso navale ed industriale. Lo scorso anno l’azienda di Acqui Terme (Alessandria) ha chiuso il bilancio con un fatturato record, ottenendo un incremento nelle vendite del 12% rispetto al 2008. Risultato che fa il paio con l’anno precedente, quando il turnover era aumentato dell’11% rispetto al 2007. Un trend di ascesa costante, dunque, che permette all’azienda di guardare con motivato ottimismo al futuro, forte anche di un cospicuo portafoglio ordini, che oggi vede contratti per svariate unità di diversa tipologia: navi da crociera, megayachts, navi posacavi, chimichiere, etileniere, bitumiere rimorchiatori, unità portascorie, corvette, fregate, pattugliatori, BPC (Batiment de projection et commandement), FPSO e non solo. La scorsa estate la Pompe Garbarino, in attività dal 1932, ha conseguito la nuova certificazione DAILY FRESHNESS ON BOARD SYS g Sardinia Yacht ServiceS Porto Cervo Marina g 07021 Porto Cervo (OT) g Italy Tel. +39 0789 906021 g Fax. +39 0789 906123 g [email protected] www.sys.sardinia.it ambientale ISO 14001:2004 con il Lloyd’s Register; risultato che conferma la forte sensibilità alle problematiche ambientali dell’azienda piemontese, che continua a pensare in grande. “La nostra voglia di crescere si è concretizzata con la decisione di costruire un ampliamento dello stabilimento. Il nuovo laboratorio ci consentirà di migliorare l’efficienza del processo produttivo, riducendo una serie di costi legati alla logistica dell’attuale stabilimento. Contemporaneamente abbiamo investito nell’acquisto di nuovi macchinari a controllo numerico di ultima generazione, riducendo ulteriormente i tempi dei cicli di lavorazione” spiega il Managing Director, Paolo Garbarino, rappresentante della terza generazione nell’azienda famigliare fondata dal nonno. “Oggi in catalogo abbiamo più di 450 modelli di pompe e siamo in grado di fornire una vasta gamma di differenti opzioni anche riguardo ai materiali utilizzati, offrendo un servizio eccellente ai clienti in termini sia di consulenza tecnica sia di assistenza post-vendita, sempre garantendo la disponibilità di ingegneri in loco. A ciò si aggiunge il fatto che la consegna della ricambistica o la sostituzione del prodotto sono garantiti in tempi molto brevi grazie alla grande capacità del nostro magazzino, da anni uno dei punti di forza della società”. L’imprenditore prosegue illustrando lo sviluppo dei prodotti in corso: “Tra gli altri abbiamo una nuovo pompa di lubrificazione ad olio per motori principali (VL 150-400) con costi di manutenzione inferiori a quelli delle pompe a vite; inoltre abbiamo aggiunto un modello (MU 450-450 LDS) alla famiglia delle pompe a doppia aspirazione capace di raggiungere 3.500 m3/h con 55 m di prevalenza”. La Pompe Garbarino da anni ha adottato misure tecniche importanti per risolvere le problematiche più comuni derivanti dalle applicazioni navali, come ad esempio la soluzione ai problemi di erosione e/o cavitazione, causata da flussi turbolenti per funzionamento anomalo o per una non corretta installazione a bordo, usando metallurgie speciali. Queste e tante altre soluzioni rappresentano il risultato di un continuo impegno nella ricerca e sviluppo, impegno che l’azienda di Acqui porta avanti quotidianamente, convinta che per poter ‘sopravvivere’ in questo periodo così drammatico per la cantieristica mondiale sia necessario investire, in modo da poter rafforzare e difendere l’eccellenza tecnologica dei propri prodotti e con essa la propria competitività. 23 SAFETY Lunedì 25 Gennaio 2010 www.ship2shore.it Il genovese Petri all’EMSA L’Agenzia europea inizia la guerra alle emissioni CO2 Genovese, 44 anni, dal 1° dicembre 2009 il tenente colonnello Alessandro Petri è il nuovo Project Officer on Port State Control di EMSA European Maritime Safety Agency, l’agenzia europea per la quale Genova stessa si era candidata nel 2002, ma che venne infine assegnata a Lisbona. Ispettore PSC Port State Control dal 1998, il Capitano di Fregata Petri ha iniziato ad occuparsi di sicurezza della navigazione subito dopo la laurea, nel 1992. “Sono entrato in Capitaneria di porto con il grado di Sottotenente di Vascello dopo aver superato un concorso pubblico a nomina diretta nel 1993: la mia prima destinazione, una volta terminato il corso presso l’Accademia Navale di Livorno ed il tirocinio su nave militare e nave mercantile, è stata la Capitaneria di Porto di Savona nel 1995. A Savona ho iniziato subito ad occuparmi di sicurezza marittima internazionale e dopo aver conseguito l’abilitazione di ispettore PSC Alessandro Petri ho iniziato a svolgere le ispezioni a bordo per le verifiche di sicurezza”. Dopo pochi anni al comando dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Caorle, nel 2003 Petri torna al capoluogo ligure. “Nel 2003 sono stato trasferito a Genova, al VI Reparto del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, che si occupa, appunto di sicurezza della navigazione, e dal 2004 ho assunto l’incarico di Coordinatore nazionale PSC. È senz’altro un incarico impegnativo che comporta anche la partecipazione ai meeting periodici del Paris MoU in tutta Europa nonché la partecipazione alle riunioni tecniche in seno al Consiglio d’Europa per la predisposizione della nuova Direttiva sul PSC. Dal settembre 2008 il Reparto VI, sino ad allora distaccato a Genova, è stato riunificato agli altri reparti del Comando Generale a Roma, ed il sottoscritto è stato trasferito presso la Capitaneria di Porto di Venezia con l’incarico di Capo Sezione Proprietà Navale ed Ufficiale PSC. Quando ho visto il vacancies sul portale EMSA mi sono candidato ed ora eccomi a Lisbona!” L’obiettivo principale dell’Agenzia è quello di fornire assistenza tecnica e scientifica alla Commissione europea e gli Stati membri per lo sviluppo e la corretta attuazione della legislazione UE sulla sicurezza marittima, l’inquinamento causato dalle navi e la sicurezza a bordo delle navi. Per fare questo, uno delle più importanti attività di supporto dell’EMSA è quello di migliorare la cooperazione con e tra gli Stati membri in tutti i settori chiave. L’attività di EMSA è concentrata nella sicurezza per la tutela degli equipaggi e dell’ambiente: l’Agenzia ha calcolato che circa l’80 per cento del totale dell’inquinamento dalle navi proviene dagli scarichi operativi (come ad esempio gli scarichi di oli usati e le operazioni di pulizia del serbatoio), e che in gran parte gli scarichi sono intenzionale e in violazione delle norme internazionali. Gli sforzi dell’Agenzia mirano anche a far rispettare le direttive emesse dall’UE, quali la direttiva 2005/33/CE che, insieme alla Marpol, ha fissato il tenore massimo di zolfo ammesso nei carburanti per uso marittimo nonché gli standard per il campionamento dei carburanti e l’obbligo di presentare relazioni in merito ai risultati. Una delle prossime sfide dell’EMSA consiste nella riduzione dei gas a effetto serra emessi dalle navi: non esistono ancora obblighi di legge in questo settore, tuttavia l’Agenzia europea è stata incaricata di assistere la Commissione nel raccogliere informazioni dettagliate sui movimenti delle navi e sulle loro emissioni, per ottenere un quadro più preciso della situazione relativa alle emissioni CO2. I dati risultanti saranno utilizzati come base per una potenziale futura normativa in materia a livello comunitario. Irene Parmeggiani 24 SHIPPING&CULTURA Lunedì 25 Gennaio 2010 www.ship2shore.it Tutti a Tianjin per discutere sulle prospettive dello shipping mondiale Nella città cinese si è svolto l’International Maritime and Shipbuilding Outlook Summit 2010 Nella città cinese di Tianjin si è svolto l’International Maritime and Shipbuilding Outlook Summit 2010, convegno internazionale durante il quale i principali attori mondiali dello shipping si sono confrontati sulle prospettive a lungo termine del settore marittimo e cantieristico. L’evento, organizzato da Noppen, società di Shangai specializzata in convegni e corsi di formazione professionale, rientra nel progetto di sviluppo del porto di Tianjin, situato nella baia di Bohai Bay Rim e parte dell’hub logistico di Tianjin Binhai New District. Il governo di Pechino ha infatti inserito quell’area portuale nell’undicesimo piano quinquennale di programmazione, con l’obiettivo di trasformarla, entro il 2015, nel terzo polo economico di tutta la Repubblica Popolare, dopo quelli di Shenzhen e Shangai. Il Summit, patrocinato dalle autorità locali (era presente il vicesindaco di Tianjin Ren Xuefeng), è stato realizzato proprio per portare all’attenzione degli operatori internazionali i piani di sviluppo dell’area e contemporaneamente creare una piattaforma globale per lo scambio di informazioni e conoscenze nel settore marittimo. Il forum è iniziato con il discorso inaugurale di Zhao Shangwo, direttore generale dello Tianjin Port Service, che ha illustrato la situazione dell’industria cantieristica locale. Sono poi intervenuti Philip Williams, general manager Asia e Pacifico di The Baltic Exange, che ha analizzato le ultime tendenze nel mercato delle rinfuse, e Michael Yuen, general manager di IMC Pan Asia. I lavori sono quindi proseguiti con diverse relazioni di carattere tecnico (tra cui quelle di Jean Philippe Roman, direttore tecnico di Total Lubmarine e di Shi Renming, managing director di ESAB, multinazionale specializzata nella produzione di macchinari per il taglio e la saldatura), che hanno affrontato lo sviluppo delle nuove tecnologie nell’ambito dell’industria cantieristica e degli equipaggiamenti. MEDICAL SUPPLIES WORLDWIDE MEDICINALI E MATERIALE SANITARIO, PRONTO SOCCORSO TABELLA C – WHO – MCA 1768 DESCRIZIONE MEDICINALI IN INGLESE WORLDWIDE SHIPPING 24/48 HOURS 19032 SAN TERENZO - LA SPEZIA ITALY TEL +39 (0)187 970991 - FAX+39 (0)187 971588 335 5613014 - 335 5613114 www.farmaciaghigliazza.it [email protected]