newsletter 47-2014
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N NE EW WS SL LE ET TT TE ER R4 46 6--2 20 01 14 4 Iscriviti QUI alla Newsletter del Biologico…e non solo! Ora anche in Facebook!! ______________________________________________ NOTIZIE DALL’EUROPA E DAL MONDO PRENDERSI CURA DI UN SEME… DIVENTARE CUSTODI DELLA BIODIVERSITÀ Prendersi cura di un seme è un gesto semplice.. apparentemente banale.. ma, contemporaneamente, straordinariamente importante….vitale: Prendersi cura di un seme significa fare gesti, azioni che da secoli, da millenni altri uomini, donne han fatto, significa mantenere viva un essenza vitale. Significa conoscere quel seme, affidarlo alla terra nel momento più opportuno, significa coltivarlo con amore in modo sano... osservarlo, e da lui ottenere altri semi, tanto simili a lui....da ricoltivare o affidare ai propri figli.. Ovviamente non tutti i semi ci danno questa straordinaria e antica opportunità. Potrà sembrare assurdo, ma ben pochi sono infatti i semi riproducibili. La stragrande dei semi che troviamo in commercio sono infatti ibridi, CMS o OGM e quindi incapaci di generare dei “figli” con le stesse caratteristiche genetiche dei “padri”. Sono di fatto irriproducibili e usando tali sementi siamo costretti ad acquistarli anno dopo anno dalle 5 multinazionali che controllano il mercato mondiale delle sementi (e al contempo quello dei fitofarmaci e dei medicinali) Sono “semi” (o meglio “entità”) modificate per lo più in laboratorio, bombardate con radiazioni o a cui sono stati inserite parti di batterio o di altro estraneo alla pianta, al mondo vegetale. Modificazioni utili solo a omologarle, a far si che i loro frutti siano tutti uguali, che se superconcimate chimicamente siano più produttive, a renderle funzionali per un agricoltura basata solo sul massimo profitto e la massima resa, incuranti della perdita di vitalità, di adattabilità, di essenza vitale, di potere nutrizionale. Noi amiamo prenderci cura dei semi riproducibili, quelli che ci sono stati tramandati dai nostri nonni, dai nostri avi. Che da secoli, popolano questa nostra terra, adattandosi a terreni, a clima e micro climi. Sono fagioli, piselli, mais, farro, segale, cavoli, insalata, pomodori, calendula, e tantissimi altri semi di legumi, cereali, ortaggi e fiori, che consociamo nei nostri campi e nei nostri orti, che coltiviamo in modo sano e sostenibile. Sementi che amiamo anche donare, scambiare, affidare a tutti coloro che desiderano mantenere vive e vitali queste piante, piante che trasudano storia, legame con la Terra, passione. Sementi che significano anche relazione, fare assieme..dato che nessuno potrà mai da solo riprodurre tutte le sementi con cui coltiverà il suo orto. E quindi diventa indispensabile che qualcuno si prenda cura di una, due tre, cinque tipi di piante e che poi a fine coltivazione si trovi con coloro che si sono presi cura di altre piante, altre varietà, altri fiori..e ci si scambi le sementi.. pratica antichissima. E con le sementi si scambiano consigli, saperi, esperienze, pratiche..si creano relazioni.. si costruisce una comunità. Tutti coloro che desiderano diventare “Custodi della biodiversità” o iniziare a prendersi cura di qualche seme..o anche solo ammirare le tantissime varietà di sementi antiche (italiane e non)...sono invitati a una giornata che si svolgerà a FELTRE (BL) il 30 novembre prossimo…. a “CHIAMATA A RACCOLTO” Giornata che richiamerà ai piedi delle Dolomiti svariati gruppi, associazioni, realtà che si dedicano con passione al recupero, alla classificazione, alla riproduzione, allo scambio e donazione di sementi “antiche”….o meglio di sementi….dato che non ha senso chiamare semi quelli che non sono riproducibili, che non racchiudono l'essenza della vita. SE VI FA PIACERE VEDERE UN BREVE VIDEO CHE CI É STATO DEDICATO CLICCATE QUI E.. BUONA VISIONE!!! (da Coltivare Condividendo – novembre 2014) Leggi QUI cosa scrive Terra Nuova sull’evento di Feltre NO ALL'AMPLIAMENTO DELLA DISCARICA DI SANT'URBANO I Comitati "Lasciateci Respirare" di Monselice (PD) e di Lendinara (Ro) sono fermamente contrari all'ampliamento (quasi un milione di metri cubi di rifiuti in più) della discarica di Sant'Urbano, per il quale la società Gea, che gestisce l'impianto, ha inoltrato richiesta alla Regione del Veneto. L'impianto in questione, tipica discarica di pianura con bacino a fossa scavato sotto al piano di campagna, insiste su un'area caratterizzata dalla presenza di un fitta rete idrografica, funzionale sia alla bonifica idraulica che alla pratica irrigua, che confluisce, tramite impianto idrovoro, al canale Gorzone. Circa un chilometro a sud scorre il fiume Adige, secondo fiume d'Italia, che alimenta gli acquedotti delle provincie di Padova e Rovigo. Nella relazione tecnica della variante, i progettisti dichiarano che è sì vero che il territorio circostante è soggetto ad allagamenti dovuti alla deficienza del reticolo idrografico, ma che "per quanto riguarda le aree di stretta pertinenza della discarica, anche per la sua giacitura leggermente rialzata rispetto al territorio circostante, non ha risentito di questa problematica anche in occasione di importanti eventi meteorici di questi ultimi tempi". Questa affermazione non ci rassicura per nulla! Primo perché, come detto, la discarica, affondando parecchi metri al di sotto del piano di campagna, non può certo essere immune dal principio dei vasi comunicanti; secondo perché non è accettabile basarsi sull'osservazione di quanto è accaduto finora (di fronte all'evidenza di fenomeni metereologici ogni anno più violenti e frequenti) per fare delle ipotesi future. In caso d'alluvione, la fuoriuscita di fanghi pericolosi dalla discarica comprometterebbe definitivamente e irreparabilmente l'intera area, composta peraltro di zone densamente abitate. Ricordiamo che l'Unione Europea impone l'adozione del principio di precauzione nella gestione del rischio ambientale o sulla salute, sulla base della considerazione che "l'assenza di prove non è prova di assenza". Al di là dello sbandierato miglioramento dell'impianto, della razionalizzazione della gestione dello smaltimento a livello regionale, quello che noi leggiamo chiaro è che "il recupero di rifiuti potrà avere anche la finalità di garantire l'equilibrio tra domanda e l'offerta impiantistica, valorizzando appieno l'impiantistica già installata sul territorio". È il solito business dei rifiuti, che in tante occasioni e in tante forme abbiamo segnalato e combattuto, come l'impianto di combustione dei gas di macerazione, utilizzato per produrre energia elettrica, divenuto proverbiale per i suoi odori nauseabondi. Il rischio che il percolato scenda nelle falde è sempre presente, come dimostrano centinaia di altre analoghe situazioni e non crediamo sia opportuno continuare a mettere a repentaglio la salute di migliaia di cittadini, che quell'acqua la bevono o irrigano i campi delle nostre colture. Il tutto favorito dalle politiche regionali (Il recente Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e speciali) e nazionali (il decreto "sblocca Italia") con buona pace delle 3 R - Ridurre, Riusare, Riciclare - che ci chiede l'Europa. I Comitati "Lasciateci Respirare" di Monselice (PD) e di Lendinara (RO) TOSCANA, PREMI AL 99% DEI DIPENDENTI E AL 78% DEI DIRIGENTI: DISTRIBUITI 12 MILIONI DI EURO La Toscana prepara una spending review da 444 milioni di euro, ma ne distribuisce 12 in premi ai suoi dipendenti, con importi in aumento - visto che il numero dei dirigenti scende ma il fondo resta lo stesso - tra i 3.700 e i 16.000 euro. Il governatore Rossi: "Soldi dovuti per legge ma è uno scandalo che ai dirigenti vadano premi superiori ai salari dei dipendenti". Dipendenti tutti super-produttivi o criteri di valutazione del personale troppo poco stringenti? È la domanda che ci si fa quando si analizza la distribuzione del premio di produttività elargito quest’anno dalla Regione Toscana ai dipendenti di giunta, consiglio e Artea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) per il lavoro svolto nel 2013. Il 99% dei 2477 semplici dipendenti e il 78% dei 130 dirigenti – si apprende dal sito della Regione alla voce ‘amministrazione trasparente’ – ha potuto incassare almeno il 90% dell’importo massimo previsto per il premio di produttività relativo a ciascun comparto. Ritornello simile per gli otto direttori generali. Per la produttività 2012 le cose non erano andate molto diversamente. L’ammontare complessivo dei premi per le performance del 2013 è di circa 12 milioni di euro. L’entità del premio? Mediamente tra i 3.700 e i 5.180 euro lordi – si legge sempre sul sito – per il personale delle categorie, tra i 1.595 e i 3.092 euro per le posizioni organizzative, 16.457 euro per il personale dirigente. Cifre ancora più elevate per i direttori. Non è però strano che una percentuale così elevata di dipendenti riesca a incassare la quasi totalità del premio previsto? “I dirigenti della Regione – risponde l’assessore al Bilancio Vittorio Bugli a ilfattoquotidiano.it – valutano il personale seguendo criteri oggettivi standard. Stiamo comunque cercando di adottare meccanismi di valutazione sempre più stringenti e severi per ottenere una maggiore diversificazione della premialità”. L’esponente del PD poi precisa: “Nessun regalo, e ricordiamoci anche che il contratto dei dipendenti pubblici è bloccato da più di cinque anni“. Ad accendere i riflettori sulla questione era stata nei giorni scorsi Repubblica, Bugli aveva puntato il dito contro la legge Brunetta del 2009 sulla produttività nel pubblico impiego: “Va cambiata. Le fasce con cui si giudica la produttività sono sbagliate, e anche i criteri di costituzione dei fondi destinati ai premi andrebbero corretti”. Intanto scoppiano le prime polemiche: “Pagare tutto a tutti – attacca il consigliere regionale Paolo Marcheschi di FdI – produce solo un impoverimento della qualità della pubblica amministrazione”. Al nostro taccuino Bugli ha aggiunto: “L’utilizzo dei fondi dedicati alla produttività ha regole troppo rigide: servirebbe più libertà per poter spostare risorse da un fondo all’altro e per poter diversificare maggiormente all’interno di ogni singolo comparto, per evitare appiattimenti”. A far storcere il naso a molti è stata soprattutto l’entità del superbonus incassato dai dirigenti: una media di 16.457 euro lordi contro i 13.890 dell’anno precedente. Perchè 2500 euro in più? “Il numero dei dirigenti è diminuito – spiega Bugli – ma la dotazione del fondo da cui si è dovuto attingere è rimasta la stessa”. Secondo i calcoli effettuati da La Nazione - tra stipendio base, retribuzione di posizione e premi di produzione, alcuni dirigenti riuscirebbero a guadagnare quasi tutti più di 100.000 euro l’anno, ma ci sarebbe anche chi avrebbe superato quota 150.mila. L’assessore ricorda comunque l’impegno della Regione per la razionalizzazione della struttura: “Nel 2010 i dirigenti erano 139, a breve saranno poco più della metà. E nei prossimi due anni il 10% dei dipendenti potrà andare in pensione”. Il governo Renzi ha infatti imposto alle Regioni una “sforbiciata” da 4 miliardi di euro e la Toscana dovrà fare a meno di 444 milioni di euro. Sulle polemiche relative ai premi è intervenuto su Facebook anche il governatore Enrico Rossi: “Facciamo chiarezza. Il premio di produttività è previsto per legge nazionale e quindi deve essere erogato obbligatoriamente”. Poi però ha aggiunto: “Noi abbiamo comitati di valutazione e cerchiamo di fare del nostro meglio, ma capisco che è uno scandalo che oggigiorno vadano ai dirigenti premi paragonabili o superiori ai salari annuali dei lavoratori delle fasce più basse”. Rossi lancia infine la sfida: “A Roma chiederò che il governo introduca nella Legge di stabilità l’abolizione del premio per direttori e dirigenti. Le regioni sono costrette a risparmiare ma le leggi nazionali ci costringono a spendere anche dove se ne potrebbe fare a meno. Mi aspetto che anche i sindaci chiedano al governo la stessa cosa”. (da Il Fatto Quotidiano.it – novembre 2014) OGM. PRIMA LA CONTAMINAZIONE, POI LE REGOLE: LA STRATEGIA DELLE MULTINAZIONALI DELL'AGRITECH Dagli Stati Uniti all’India, l’industria agritech degli OGM pare proprio attuare la politica del “prima contaminiamo poi si penserà ad una regolamentazione delle autorizzazioni”. “É evidente dunque come la contaminazione del nostro cibo sia una strategia deliberata dell’industria” spiega Colin Todhunter (1), giornalista investigativo che ha scritto per il Deccan Herald, il New Indian Express e l’inglese Morning Star. Malgrado la maggioranza dei cittadini europei abbia espresso chiaramente la propria contrarietà agli ogm, la discussione viene distorta e gli interessi commerciali vengono fatti passare come “bene comune”, spiega con chiarezza Todhunter. “Monsanto e le altre società dell’agritech stanno anche facendo pressioni perché passi il T T I P, il (discusso) trattato transatlantico che aprirebbe tutte le porte al profitto delle multinazionali. Le stesse società vogliono indebolire il quadro regolatorio pan-europeo cercando di ottenere modalità per poter imporre gli ogm nazione per nazione (2,3)". Peraltro, la contaminazione sta già avvenendo attraverso le importazioni dagli USA, con cibi OGM che finiscono sugli scaffali dei supermercati senza dire nulla in etichetta. E non solo vegetali o lavorati industriali, ma anche carne e derivati di animali nutriti con mangimi OGM. Per non parlare degli enzimi OGM che favoriscono la lunga conservazione, degli esaltatori di sapidità, dei micro-organismi OGM che aiutano la fermentazione. L’Efsa, European Food Safety Authority, ha concluso che gli organismi geneticamente modificati sono sicuri, ma ormai la diffidenza nei confronti dei membri dell’EFSA è diffusissima a causa dei documentati conflitti di interesse (4); stessa cosa vale per le commissioni scientifiche della UE (5). Cosa fare dunque? Innanzi tutto, se avete la possibilità, cultivate voi ciò che mangiate; non acquistate in supermarket che non garantiscono l’assenza di ogm; partecipate alla mobilitazione contro il TTIP. E’ certamente meglio che sedersi e attendere che altri combattano per noi. (1) Colin Todhunter – (2) OGM –(3) OGM – (4) Conflitti di interesse – (5% Commissioni scientifiche (da Il Cambiamento – novembre 2014) IL MAGICO MONDO DEI SEMI Un viaggio dalla Toscana alla Sicilia per capire l’importanza dell’elemento che sta alla base di tutto il nostro cibo: i semi Cliccando sul titolo potete guardare questo interessante video, proposto da Slow Food nella sua Newsletter settimanale. INVITO AGLI INCONTRI D'AUTUNNO 2014 - via Due Palazzi, 16 - Padova - www.fuoridicampo.it - 340 1787758 La Cooperativa Sociale Polis Nova, nell'ambito del progetto di orticoltura biologica "Fuori di Campo" vi invita ai due appuntamenti di novembre, piacevoli occasioni di incontro e confronto su tematiche a noi care: "SAI COSA MANGI?" Venerdì 21 novembre 2014, ore 20.45 Come il cibo influisce sulla nostra salute? Perché scegliere alimenti biologici e stagionali? Quali proprietà appartengono ai diversi tipi di ortaggi? Ce ne parleranno il Dott. Giuseppe Vitale e la Dott.ssa Modonese: esperti in medicina naturale, alimentazione e cucina naturale. Durante l’incontro assaggeremo alcuni prodotti autunnali, scoprendone sapori e proprietà. "ORTO IN TAVOLA!" Sabato 29 novembre 2014, ore 20.00 Una cena autunnale, biologica, vegetariana, a km zero, con i prodotti del nostro orto; un momento conviviale per conoscere e assaporare le bontà di questa stagione e del nostro territorio: Verdure al pinzimonio - Pasta con il broccolo padovano - Crema di zucca e patate con crostini - Polpette di verdure Radicchi cotti – Formaggi - Torta dell’avventore (largo alla fantasia dei partecipanti!!). La serata sarà inoltre allietata da musiche del gruppo “Maria e i bagolanti” e balli del Gruppo danze popolari di San Giorgio delle Pertiche. Il costo è di 15 euro, i bambini dai 5 ai 10 anni 10 euro, sotto i 5 anni gratuito. Per prenotarsi, entro venerdì 21 novembre, potete passare presso il nostro punto vendita, telefonare allo 049-713339, oppure inviare una e-mail a: [email protected] CLICCANDO SUI TITOLI DELLE DUE SERATE POTETE SCARICARE I VOLANTINI - DIFFONDETE L'INVITO - VI ASPETTIAMO NUMEROSI!!!! MAGGIOR CAPACITÀ OSSIDANTE Studio italiano conferma le migliori proprietà offerte da un’alimentazione bio, soprattutto per i più piccoli (nonostante le mense…). L’agricoltura biologica fa bene, anzi, meglio. Non si tratta dell’ennesima dichiarazione ma del risultato di ben 3 studi condotti in Italia dall’Università di Tor Vergata di Roma. “Sono tre gli studi che abbiamo condotto a livello nazionale” spiega Laura Di Renzo, ricercatrice della sezione di nutrizione clinica e nutrigenomica dell'Università all’Adnkronos. In particolare, dal progetto Sabio (La sostenibilità dell'agricoltura biologica) emerge che i prodotti bio hanno una maggiore capacità antiossidante rispetto ai prodotti convenzionali “con una percentuale dal 15 al 200%”. Ma i vantaggi non si fermano qui. “Abbiamo rilevato un aumento dei livelli HDL (il colesterolo “buono”) ed una riduzione delle proteine dell'infiammazione, del colesterolo e delle perdite di proteine nel sangue”. Inoltre, aumenta “la quota di acido folico, e riduce i livelli di omocisteina nel sangue”. Ma se i benefici sono molti, naturalmente saranno le scuole e le mense scolastiche quelle più attente agli ingredienti. “Purtroppo - sottolinea la ricercatrice – con il progetto sulla sostenibilità della mensa scolastica biologica abbiamo riscontrato che tranne Roma, eccellenza in Europa per i prodotti bio nelle scuole, le altre regioni sono poche attente a questo tema”. “Dove non è stata fatta una campagna di sensibilizzazione - continua Di Renzo - i nostri bambini sono più obesi. Ci sono alcuni studi che dimostrano una relazione tra il consumo dei pesticidi e l'obesità. Tra i fattori che incidono sull'obesità, infatti, c'è anche la qualità dei prodotti scelti”. Ma attenzione, “spesso si confonde il biologico con il naturale. Acquistare dal contadino sotto casa non vuol dire mangiare biologico”. Il biologico, ricorda Di Renzo, “è un prodotto garantito, certificato e lo riconosciamo dal marchio”. (da La Vita Bio – novembre 2014) IL CIBO SPAZZATURA SAREBBE UNA CAUSA DELL’ALZHEIMER Uno studio dell'università di Medicina di NY ha rilevato che c'è un collegamento tra l'assunzione di cibo spazzatura e la demenza senile. La dieta occidentale, specie se ricca di "cibo spazzatura", potrebbe avere un ruolo importante nello sviluppo dell'Alzheimer, la forma più diffusa di demenza senile. La causa si troverebbe nelle "glicotossine", sostanze tossiche prodotte dal metabolismo dei carboidrati presenti in cibi poco genuini come prodotti confezionati, snack, carni molto lavorate. È quanto emerge da uno studio diretto da Helen Vlassara del Mount Sinai School of Medicine di New York e pubblicato sulla rivista PNAS. È noto che la dieta occidentale e il cibo spazzatura aumentano i livelli plasmatici di glicotossine, in particolare i cosiddetti prodotti finali della glicazione avanzata (AGE). La glicazione è una reazione chimica tutt'altro che salutare che subiscono zuccheri e proteine. Gli esperti hanno condotto una doppia indagine: una su animali e una su un campione di soggetti sani ultrasessantenni. Topolini alimentati con dosi di cibo spazzatura comparabili a quelle di un individuo con un'alimentazione scorretta nel giro di poco sono andati incontro a declino cognitivo e motorio; inoltre nel loro organismo è risultata ridotta l'attività di un enzima protettivo molto importante per il cervello, il SIRT1, e infine i topi hanno sviluppato una condizione simile al diabete. Infine, nel loro cervello erano presenti depositi di proteina betaamiloide, l'agente causale dell'Alzheimer. Negli ultrasessantenni che seguivano una dieta sbagliata, tipicamente occidentale e ricca di cibi con grassi saturi, in meno di un anno si sono resi visibili i segni del declino cognitivo e di pre-diabete. Nel loro sangue – come nei topi – vi erano elevati livelli di AGE, mentre risultava ridotta l'attività di Sirt1. (da ArticoloTre – febbraio 2014) COME ABBIAMO FATTO A SOPRAVVIVERE ? "Da bambini andavamo in auto che non avevano cinture di sicurezza né airbag. Viaggiare nella parte posteriore di un furgone aperto era una passeggiata speciale. Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi, con vernici a base di piombo. Non avevamo chiusure di sicurezza per i bambini nelle confezioni dei medicinali, nei bagni, alle porte, alle prese. Quando andavamo in bicicletta non portavamo il casco. Bevevamo l’acqua dal tubo del giardino invece che dalla bottiglia dell’acqua minerale. Uscivamo a giocare con l’unico obbligo di rientrare prima del tramonto. Non avevamo cellulari, cosicché nessuno poteva rintracciarci. Impensabile. Ci tagliavamo, ci rompevamo un osso, perdevamo un dente e nessuno faceva una denuncia per questi incidenti: la colpa non era di nessuno, se non di noi stessi. Condividevamo una bibita in quattro, bevendo dalla stessa bottiglia e nessuno moriva per questo. Non avevamo Playstation, Nintendo 64, Xbox, videogiochi, televisione via cavo 99 canali, videoregistratori, dolby surround, cellulari personali, computer, chatroom su Internet. Avevamo solo tanti, tanti amici. Uscivamo, andavamo in bicicletta o camminavamo fino a casa dell’amico, suonavamo il campanello semplicemente per vedere se lui era lì e poteva uscire. Sì! Lì fuori! Nel mondo crudele! Senza un guardiano! Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis, si formavano delle squadre per giocare una partita, non tutti venivano scelti per giocare e gli scartati dopo non subivano un trauma. Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano un anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo, dallo psicopedagogo, nessuno soffriva di dislessia né di problemi di attenzione né di iperattività, semplicemente prendeva qualche scapaccione e ripeteva l’anno, perché gli insegnanti avevano sempre ragione. Avevamo libertà, fallimenti, successi, responsabilità e imparavamo a gestirli. E allora la grande domanda è questa: come abbiamo fatto a sopravvivere noi bambini degli anni ’50 e ‘60, a crescere e a diventare grandi?". Questo ‘mantra’ circola da qualche settimana su WhatsApp. L’autore, certamente un uomo in età, è ignoto, come ignoti quasi sempre sono gli autori di certe barzellette fulminanti che nascono in genere negli ambienti impiegatizi da qualcuno che, per non morire di noia, dà libero sfogo alla propria fantasia. L’obiettivo, sarcasticamente polemico dell’Autore Ignoto, è lo Zeit Geist, lo spirito del tempo, la pretesa di mettere tutto ‘in sicurezza’, ‘a norma’, omologato da rigidi protocolli. Non siamo più in grado di accettare il rischio, l’imprevedibile, l’imponderabile, il Caso che i Greci chiamavano Fato. Ma in questa pretesa di controllare in tutto e per tutto la vita finiamo per non viverla più. Io mi identifico totalmente nell’Autore Ignoto che offre una serie di spunti che mi spiace di non poter qui sviluppare. Sono anch’io ‘un ragazzo degli anni ‘50’, la nostra ‘educazione sentimentale’ è stata sulla strada e, sia pur fra qualche rischio e pericolo, ci ha insegnato, fra le altre, una cosa fondamentale: il principio di responsabilità (nel ‘mantra’ è l’accenno al ragazzino che si rompe un osso facendo a bastonate in una lotta fra bande o al ripetente). Oggi bambini o, peggio, adulti che si sia, la colpa è sempre degli altri, di un’infanzia difficile, della scuola, degli insegnanti, delle cattive compagnie, del ‘così fan tutti’. Quel principio di responsabilità che da tempo è venuto meno nella società italiana, in particolare nella classe politica ma anche fra i ‘very normal people’, e che è uno dei motivi principali, se non addirittura il principale, della nostra difficoltà a vivere insieme. (scritto da Massimo Fini su IlGazzettino.it – febbraio 2014) Intermezzo eno-gastronomico-culturale… (perché il cibo è cultura…) a cura di: Osteria di Fuori Porta Via T. Aspetti, 7/a - 35127 Padova (Segui l'Osteria su Facebook) Serate degli gnocchi! 25 e 26 novembre Martedì 25 e mercoledì 26 novembre ci diamo agli gnocchi! Potrete gustare gli gnocchi fatti dai nostri cuochi, sia di zucca, sia di patate, con un ragù di seitan, al classico burro e salvia o burro e limone, con la fonduta di formaggi per un sapore più deciso, o al pomodoro, per gustare il sapore pieno della passata del Tamiso. Cene di Natale tra amici, tra colleghi, tra parenti... Stiamo preparando una serie di menu stuzzicanti per chi in dicembre voglia fare una Cena di gruppo in Osteria. Se avete voglia di qualcosa di diverso dalla solita pizza o dalla classica grigliata, non perdete l'occasione! Avremo menu più semplici e più articolati, da 15, da 20 e da 25€. Nei prossimi giorni li pubblicheremo su facebook e sul nostro sito, intanto cominciate a farci un pensierino! Vi aspettiamo!....e numerosi!!!! (fine dell’intermezzo….) ETERNIT – REATO PRESCRITTO!!!! QUESTA LA NOTIZIA da Il Fatto Quotidiano.it e oggi – 20 novembre 2014 - Vincenzo Pellegrino ha scritto: Ho davvero serie difficoltà a commentare questa notizia, questo ennesimo scandalo ai danni della salute di lavoratori e cittadini e dell'ambiente. Vi pare normale che il reato di "disastro ambientale" (che implica morte, malattie devastanti, sconvolgimento a tempo indeterminato del ciclo ecologico e con esso ricadute sulla salute di tutti gli esseri viventi per le generazioni future) si prescriva in 12 anni? Vi sembra normale che chi, per il proprio profitto personale, ha condannato a morte migliaia di persone possa cavarsela senza nessuna pena da scontare? E poi la beffa della condanna di INPS ed INAIL al pagamento delle spese legali, con il denaro delle nostre tasse! E poi la vergogna della strumentalizzazione politica, con Renzi, Chiamparino ed un'altra infinita sfilza di politici indecenti a farsi belli schierandosi (solo e rigorosamente a parole) dalla parte delle vittime! E poi i soliti avvocati strapagati a difendere indifendibili straricchi e strapotenti! Secondo voi, può ancora chiamarsi Giustizia, questa? Il marciume che pervade la politica e che fa del potere legislativo ed esecutivo delle armi da usare contro il popolo si è esteso come una metastasi anche al potere giudiziario attraverso una serie di leggi fatte ad hoc per tutelare ricchi e potenti. La democrazia non è in pericolo, è già finita da un pezzo e lo dimostrano bene anche questi continui casi di clamorosa ingiustizia (abbiamo ancora in bocca l’amarezza per il caso Cucchi). Il potere si è barricato nel Palazzo (inventandosi le “Larghe intese”) ed attraverso la progressiva sottrazione degli strumenti di partecipazione democratica (cancellazione del Senato elettivo, cancellazione dell'elezione popolare delle Provincie - che rimangono invece intatte in termini di portone da assegnare, legge elettorale con grosso premio di maggioranza e soglie di sbarramento altissime, blindatura dei provvedimenti in Parlamento, ormai di fatto svuotato del suo ruolo costituzionale) intende preservare ad oltranza lo status quo che vuol dire miseria materiale e morale per milioni di cittadini, enormi ricchezze e lauti privilegi per pochissimi, il tutto ai danni di un Ambiente e di un Territorio che hanno da tempo superato la soglia di sopportazione! Solo se sapremo costruire qui ed ora un’ampia convergenza dal basso in grado di invertire questa deriva antidemocratica potremo sperare di salvarci dalla barbarie di questo nuovo fascismo. Non basa la consapevolezza ma serve senso di responsabilità per andare oltre le miserie che hanno fatto della Sinistra uno spazio da dividere in innumerevoli orticelli personali. Le prossime elezioni regionali sono per noi un decisivo banco di prova! La Convention dei Comitati veneti del 29 novembre a Padova sarà un’occasione fondamentale per iniziare seriamente a parlarne. Cordiali saluti. Vincenzo Pellegrino (da Comitati Veneto - novembre 2014) SILVOTERAPIA: ABBRACCIA UN ALBERO PER RITROVARE IL BENESSERE Silvoterapia, quando abbracciare gli alberi fa bene al corpo e alla mente. Vi avevamo parlato della silvoterapia tra le pratiche dell'eco-terapia utili per ritrovare il benessere riscoprendo il contatto diretto con la natura. Abbracciare un albero per sentirsi meglio è il consiglio base della silvoterapia. La silvoterapia indica sia di abbracciare gli alberi in modo naturale per avvicinarci al loro tronco, sia di sederci al loro fianco, appoggiando la schiena proprio sul tronco e posizionando la mano destra nella zona del plesso solare, mentre la mano sinistra andrà dietro la schiena, a contatto tra il nostro corpo e l'albero, in corrispondenza della zona dei reni. Con silvoterapia non si intende soltanto la pratica di abbracciare un albero, ma anche il soggiorno in luoghi boschivi, che viene proposto in particolare a chi soffre di asma bronchiale, bronchite cronica, ipertensione arteriosa, nervosismo e insonnia. Forse non sapevate che abbracciare gli alberi ha un'azione rinfrescante. Uno studio pubblicato dagli scienziati americani e australiani infatti ha dimostrato che i koala abbracciano gli alberi proprio per rinfrescarsi. Abbracciando un tronco e appoggiandosi contro la sua superficie fredda i koala perdono calore per conduzione. La silvoterapia è un vero e proprio metodo terapeutico di cura e di prevenzione delle malattie attraverso gli alberi. E' stata riconosciuta come metodo scientifico solo nel 1927, quando veniva ormai usata da secoli. Si basa sull'antica idea del recupero della salute attraverso gli alberi. In passato ai pazienti malati di polmonite veniva consigliato di passare un periodo nei boschi o almeno nelle vicinanze. Una pratica che potrebbe essere utile anche a noi, che negli ultimi decenni ci siamo allontanati sempre più dalla natura. La silvoterapia viene indicata sia per le persone sane, come prevenzione delle malattie, sia nelle persone malate, come aiuto e supporto nella guarigione. Le persone sane possono praticare la silvoterapia in modo attivo, cioè camminando, correndo o facendo sport nei boschi. Possiamo praticare questo tipo di silvoterapia ogni giorno, oppure quando siamo in vacanza o nel fine settimana. Respirare l'aria dei boschi è considerato un rimedio davvero benefico, dato che attiva la circolazione sanguigna, aumenta il numero di globuli rossi, facilita la respirazione nei malati polmonari cronici, favorisce il sonno e contribuisce a ritardare l'invecchiamento. L'aria dei boschi è benefica perché contiene notevoli quantità di ioni negativi di ossigeno, che aiutano a stimolare e armonizzare i processi vitali e la sfera psichica e emozionale. Inoltre, trascorrere del tempo a contatto con gli alberi e con la natura è una fonte di energia vitale. Alcuni alberi vengono considerati in grado di fornire energia positiva. Tra questi troviamo tiglio, pino, quercia, castagno, acero, frassino, salice e acero. Ognuno nella silvoterapia può scegliere l'albero che sente più suo, magari ispirandosi ai significati che i Celti hanno attribuito agli alberi. Il significato degli alberi secondo i Celti: • Betulla: simbolo di rinascita, purificazione, conoscenza e purezza. • Ontano: simbolo di protezione spirituale e potere oracolare. • Salice: richiama gli aspetti lunari e femminili della vita e dell'ispirazione poetica. • Frassino: simbolo iniziazione e rinascita. • Biancospino: simbolo di purezza, viaggi interiori e intuizione. • Quercia: simbolo di potere, energia e sopravvivenza. • Nocciolo: invita alla meditazione, incoraggia saggezza interiore, intuizione, potere di divinazione. • Melo: d'aiuto quando si deve prendere una decisione importante. • Pruno selvatico: utile in caso di azioni forti, di influenze esterne a cui è necessario obbedire. • Sambuco: simbolo di vita e rigenerazione. Nei tempi antichi la silvoterapia era legata alle forze e alle energie che l'uomo poteva cercare e trovare nei boschi. In passato la natura era la vera e unica medicina. La scienza nel corso del tempo a confermato i benefici del tempo trascorso a contatto con la natura e con gli alberi. Ognuno di noi ha sperimentato su se stesso quanto possa essere benefica una passeggiata in un bosco o in un parco. E allora, quando possiamo, non dimentichiamo di passeggiare nel verde, ancora meglio in un bosco, e di abbracciare il nostro albero preferito per sentire tutta l'energia che può trasmetterci. Volete sperimentare la silvoterapia? Abbracciate un albero o fate una passeggiata nei boschi magari in occasione della prossima Giornata dell'Albero 2014, che si svolgerò il 21 novembre. Legambiente invita tutti ad abbracciare un albero, a farsi fotografare e a postare una foto sui social. Partecipate all'iniziativa #abbraccialo con le vostre foto dedicate agli alberi, all'amore per la natura e alla silvoterapia. (da Greenme.it - novembre 2014) SBLOCCA ITALIA, ALL’INCENERITORE DI SAN LAZZARO RIFIUTI DA TUTTO IL PAESE L’articolo 35 del decreto legge n.133 del 12 settembre 2014, altrimenti detto “Sblocca Italia“, che ha ottenuto la fiducia alla Camera e attende l’approvazione definitiva, prevede che tutti gli inceneritori (a noi piace chiamarli ancora così, piuttosto che con il termine “rassicurante” di termovalorizzatori) divengano “insediamenti strategici di preminente interesse nazionale“. Cadranno così i vincoli di bacino, e di conseguenza tali impianti potranno incenerire i rifiuti urbani, i rifiuti speciali non pericolosi e i rifiuti speciali pericolosi a solo rischio sanitario, prodotti non soltanto localmente, ma nell’intero territorio nazionale fino a saturazione del carico termico. Si prevede inoltre il dimezzamento dei tempi per le procedure di valutazione di impatto ambientale e di autorizzazione integrata ambientale. Questa legge, passata quasi completamente sotto silenzio nella nostra città, avrà pesanti ripercussioni sul piano della qualità della vita e della salute dei cittadini padovani. Infatti l’inceneritore di San Lazzaro – Camin è stato in questi anni al centro delle lotte dei cittadini e dei comitati, che ne hanno fatto rilevare i rischi per la salute e il contributo non trascurabile all’inquinamento dell’ambiente non solo circostante, dato che i venti possono trasportare a grandi distanze le sostanze e le polveri sottili emesse. Al termine di questo ciclo di lotte era stato preso l’impegno da più parti politiche per la chiusura delle prime due linee dell’inceneritore, in rapporto all’aumento della raccolta differenziata e alle azioni verso il “rifiuto zero”. Ora sono evidenti a tutti le immediate conseguenze del decreto, che disincentiverà la raccolta differenziata, vanificando i comportamenti virtuosi dei cittadini padovani che la praticano soprattutto sperando di ridurre la quantità di rifiuti inceneriti nell’inceneritore di San Lazzaro. Una volta approvato il decreto, la struttura potrà infatti bruciare rifiuti provenienti da tutta Italia, e non solo da Padova. Ricordiamo tra l’altro che qualche tempo fa proprio il nostro comitato denunciò per primo il fatto che arrivassero dalla Campania rifiuti a pagamento al nostro inceneritore. In quell’occasione i vertici regionali, dopo aver riconosciuto di non essere stati informati, avevano bloccato prontamente tale operazione, che ovviamente di solidale non aveva nulla, ma faceva riferimento ad interessi economici. Crediamo quindi che l’Amministrazione ed il Consiglio comunale debbano prendere pronta posizione contro l’articolo 35, chiedendone lo stralcio, così come tra l’altro hanno già fatto numerosi Comuni dell’Emilia Romagna, altra regione in cui gli inceneritori non mancano. Comitato Lasciateci Respirare Padova (da Ecopolis Newsletter di Legambiente Padova - novembre 2014) CLIMA STRAVOLTO? «AL DIAVOLO LA RAZZA UMANA SE NON RIESCE A PROTEGGERE L'UNICA CASA CHE HA» Di campanelli d’allarme sul clima e sull’aumento delle temperature ne sono suonati talmente tanti da indurci a sviluppare probabilmente una sordità riflessa…eppure c’è da preoccuparsi eccome! Perché le ricadute sul nostro quotidiano ci sono, non possiamo più starcene rinchiusi nelle nostre tane facendo finta di niente. E c'è chi parla molto chiaro... Quando l’IPCC nel suo ultimo rapporto afferma che le temperature del pianeta aumenteranno di 3,7-4,8 gradi da qui alla fine del secolo se si continuerà su questa strada, dobbiamo chiederci cosa ciò comporterà per la nostra vita quotidiana. Questo fenomeno non sta accadendo lontano da noi, non possiamo continuare a fingere che non ci riguardi da vicino e che sia solo una campana che suona a morto in un altro campanile. L’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC-) ci sta dicendo che quando molti di noi saranno ancora in vita, e cioè a metà di questo secolo, le temperature potrebbero già essersi alzate di almeno 2 gradi, riportandoci a quelle del Pliocene. E’ interessante l’analisi proposta dall’australiano John James, che otto anni fa ha fondato Planet Extinction. «A quelle temperature gli alberi restituirebbero nell’ambiente anidride carbonica provocando ancora più calore e così avverrebbe per il suolo, in modo ancora più accentuato nelle grandi foreste dell’Amazzonia e del Congo – spiega James – La maggior parte dei terreni agricoli e dei pascoli diventerà meno produttiva, proprio nel momento in cui l’umanità, giunta probabilmente a 9 miliardi di persone, ne avrà più bisogno. Artide e Antartide inizieranno a collassare e il livello dei mari si alzerà. Nel Pliocene i mari erano più alti di 25 metri rispetto ad ora. Quasi tutte le grandi città diventeranno inabitabili e gli oceani acidi e stagnanti. Cosa può significare tutto ciò per l’umanità? Per le nostre famiglie? Carestie terribili, guerre ed epidemie. Le popolazioni, quando sono minacciate e affamate, si lasciano travolgere dal panico e dalla violenza, cercano di sopravvivere ad ogni costo e questo si tradurrà in guerre per la sopravvivenza e per l’utilizzo di materie prime sempre più scarse». Le zone più basse in Bangladesh e in Cina saranno sommerse, intere nazioni affronteranno migrazioni senza precedenti con milioni di persone alla ricerca di terre fertili, spiega ancora James. E ci saranno guerre spietate per il cibo, l’acqua e la terra; per combatterle non si esiterà a usare le armi nucleari e…proviamo a immaginarci le conseguenze. Poi i cicloni, intensi e devastanti, che raggiungeranno anche l’entroterra, mentre regioni su regioni andranno verso la desertificazione. Come potranno sfamarsi le persone? E come potrà essere trasportato il cibo da una parte all’altra del pianeta se le acque sommergeranno le vie di comunicazione? «Ci saranno forse governi che alzeranno le tasse per ricostruire ponti, scuole e ospedali? – si chiede James – La vita diventerà brutale e pericolosa e non farà eccezioni, nemmeno per i ricchi. Non ci saranno possibilità di ricorrere ad aiuti internazionali, di trovare luoghi dove rifugiarsi, ci sarà soltanto una lotta disperata per cibo e acqua. E’ questo il mondo in cui ci ritroveremo a vivere molto presto se non smetteremo di inquinare il pianeta. Alla Terra non importerà se noi tutti moriremo». «E tutto ciò accadrà perché non riusciamo ad essere abbastanza intelligenti per cambiare il nostro modo di vivere. Allora…al diavolo la specie umana, incapace di proteggere l’unica casa che ha». (da Il Cambiamento - novembre 2014) …dopo le ultime pillole di informazione, qui sotto riportate: Monarcato e sindacato da Altrenotizie – novembre 2014 Arriverderci José Mujica: il presidente povero conclude il suo mandato dopo aver trasformato l'Uruguay da Greenme.it – novembre 2014 Dal clima a Monsanto: stiamo vincendo, e ALLA GRANDE!! da AVAAZ - Comunicazione novembre 2014 Iris, memoria contro il cemento da Ecopolis Newsletter di Legambiente Padova – novembre 2014 L’agricoltura rigenerativa medicina della terra e I parassiti distruggono gli alveari italiani: è allarme da Il Cambiamento – novembre 2014 OGM: L'EUROPA RENDE “AUTONOMI” GLI STATI + È NATO IL BIO-DISTRETTO VALLE CAMONICA da Bio@gricoltura Notizie di AIAB – novembre 2014 …però…dopo aver provato le ricette di Eleonora!!, ci riscaldiamo…lo spirito…con questo veloce e gustoso piatto: Crema di ceci rapida con crostini al rosmarino proposta da Greenme.it e Buon Appetito!!!!