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Federica Dal Falco copertine_E.indd 1 LEZIONI DI DESIGN Manuale didattico di economia, sociologia, comunicazione, scienze esatte, ingegneria, scienze umanistiche, tecnologie, laboratori per il design. AA.VV. AA.VV. Testi di: Paolo Balmas, Davide Bernardini, Lucio Boccardo, Luca Bradini, Alessandra Capanna, Italo Capuzzo Dolcetta, Andrea Casale, Stefano Catucci, Cecilia Cecchini, Maria Claudia Clemente, Vincenzo Cristallo, Federica Dal Falco, Luca De Mata, Loredana Di Lucchio, Tommaso Empler, Tiziana Ferrante, Carlo Inglese, Elena Ippoliti, Sabrina Lucibello, Carlo Martino, Francesco Mattioli, Leonardo Paris, Tonino Paris, Monica Pasca, Fabio Quici, Felice Ragazzo, Guido Maria Razzano, Francesco Romeo, Graziano Mario Valenti, Elena Valentini, Teresa Villani. LEZIONI DI DESIGN A cura di 24/07/2013 20.51.51 lddi_Q.indd 1 01/08/2013 16.20.54 lddi_Q.indd 2 Lezioni di design. © Rdesignpress Ideazione e cura Federica Dal Falco Coordinamento editoriale Sabrina Lucibello ISBN: 978-88-89819-30-2 Progetto grafico Sara Palumbo Fotografia Luigi Riccitiello | Bruno Lanzi Silhouettiste Maria Martini | Sara Palumbo Finito di stampare nel mese di Luglio 2013 Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’autore. 01/08/2013 16.20.55 lddi_Q.indd 3 Lezioni di Design Manuale didattico di economia, sociologia, comunicazione, scienze esatte, ingegneria, scienze umanistiche, tecnologie, laboratori per il design. Testi di: Paolo Balmas, Davide Bernardini, Lucio Boccardo, Luca Bradini, Alessandra Capanna, Italo Capuzzo Dolcetta, Andrea Casale, Stefano Catucci, Cecilia Cecchini, Maria Claudia Clemente, Vincenzo Cristallo, Federica Dal Falco, Luca De Mata, Loredana Di Lucchio, Tommaso Empler, Tiziana Ferrante, Carlo Inglese, Elena Ippoliti, Sabrina Lucibello, Carlo Martino, Francesco Mattioli, Leonardo Paris, Tonino Paris, Monica Pasca, Fabio Quici, Felice Ragazzo, Guido Maria Razzano, Francesco Romeo, Graziano Mario Valenti, Elena Valentini, Teresa Villani. 01/08/2013 16.20.55 lddi_Q.indd 4 Indice Premessa di Tonino Paris 06 IL DISEGNO INDUSTRIALE: SCENARI di Tonino Paris 08 CAPITOLO I 28 economia, sociologia, comunicazione per il design. LEZIONI 1. La comunicazione dell’identità urbana nella postmodernità 30 di Francesco Mattioli 2. Design e Economia: un binomio tutto italiano di Guido M. Razzano 40 3. Comunicazione mobile e nuovi prodotti editoriali di Elena Valentini 50 CAPITOLO II 60 scienze esatte, ingegneria per il design. LEZIONI 4. Gli aspetti strutturali del design di Davide Bernardini 62 5.1 Da Zenone di Elea a Usain Bolt di Lucio Boccardo 72 5.2 Da Pitagora a Cauchy-Schwarz (passando per Fibonacci) 82 di Italo Capuzzo Dolcetta 6. La meccanica strutturale e il design di Monica Pasca 90 7. Le superfici: efficienza meccanica per il design di Francesco Romeo 100 CAPITOLO III 110 scienze umanistiche per il design. LEZIONI 8. Arti visive zona franca di Paolo Balmas 112 9. Il nome del presente di Stefano Catucci 122 CAPITOLO IV 132 tecnologie tradizionali, innovative, digitali per il design. LEZIONI 10. La forma disegnata di Andrea Casale, Carlo Inglese 134 11. Immagine e progetto di Andrea Casale, Graziano Mario Valenti 144 12. Applicazione di Design Automatico di Tommaso Empler 154 13. Una storia fatta di figure. Neurath e l’information design di Elena Ippoliti 164 01/08/2013 16.20.55 lddi_Q.indd 5 14. La linea digitale di Leonardo Paris 174 15. Sintesi e simultaneità della comunicazione visiva di Fabio Quici 184 16. Materiali tessili: l’innovazione corre sul filo di Cecilia Cecchini 194 17. Dal materiale all’artefatto: criteri di selezione dei materiali 204 di Tiziana Ferrante 18. L’approccio creativo del design dei materiali di Sabrina Lucibello 212 19. Legno, Aritmopoiesi, Design di Felice Ragazzo 222 20. Design for all di Teresa Villani 232 CAPITOLO V 242 Laboratori per il design. LEZIONI 21. I valori del mezzo di trasporto privato ed il ruolo del design 244 di Luca Bradini 22. Logica e creatività nel progetto dell’immagine di Andrea Casale 254 23. L’idea progettuale tra conoscenza e immaginazione 264 di Alessandra Capanna 24. La cittá delle idee di Maria Claudia Clemente 274 25. La bottiglia, il tappo e il cavatappi di Vincenzo Cristallo 284 26. Abitare le forme di Federica Dal Falco 294 27. .Tic #Tag. di Luca De Mata 304 28. Il Design per l’Innovazione di Processo di Loredana Di Lucchio 314 29. L’estetica della numerosità di Carlo Martino 324 POSTFAZIONe di Federica Dal Falco 334 Studiare Design alla Sapienza di Cecilia Cecchini, Federica Dal Falco, 348 Loredana Di Lucchio, Elena Ippoliti, Carlo Martino, Tonino Paris RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 358 Indice dei nomi 372 autori 378 01/08/2013 16.20.55 lddi_Q.indd 324 29. L’estetica della numerosità di Carlo Martino La lezione è la sintesi di una riflessione sulle modificazioni di alcuni canoni estetici della contemporaneità, relativi alla percezione dell’oggetto, che trovano nell’iterazione, nella serie e nel ritmo una sorta di enfasi esistenziale. Immagini di elementi ripetuti sono impressi nella nostra memoria storica, dai caratteri tipografici alla serialità dei soldati in schieramento, all’immagine più forte della fabbrica fordista, che riproduce in una serie infinita lo stesso modello (Dorfles, 1967). Queste immagini, in un’epoca in cui la serie illimitata, la grande serie, perde di efficacia in un’industria sempre più dematerializzata, flessibile ed attenta all’individualità come quella contemporanea proprio il prodotto, l’oggetto, cerca di evocare nella sua consistenza o attraverso la sua esposizione la Serie. 01/08/2013 16.21.11 lddi_Q.indd 325 01/08/2013 16.21.11 lddi_Q.indd 326 326 Lezione 29 di Carlo Martino Sensori del futuro. L’architetto come sismografo è il titolo della Biennale di Architettura di Venezia del 1996, curata dall’architetto e designer austriaco Hans Hollein. Il titolo si riferiva alle “capacità dell’architetto di captare le vibrazioni sotterranee della realtà presente, proiettandole nel futuro”1, capacità che il curatore attribuiva all’architetto, ma che invece sono proprie di tutti coloro che, animati da una visione di un futuro migliore, vogliono ancora oggi trasformare la realtà attraverso il progetto. Per i designer che sviluppano idee, plasmano forme e definiscono i contenuti degli artefatti del futuro, tali vibrazioni scaturiscono per lo più da esperienze “visive”, dalla frequentazione cioè di immagini che rappresentano l’essenza della contemporaneità; “Oggi più che mai … siamo visuali”2 afferma, infatti, Nicholas Negroponte. Ebbene, tra le immagini che abbiamo frequentato in questi ultimi anni attraverso i media: pubblicità, fotografia, cinema, allestimenti, installazioni, è possibile leggere un comune denominatore, non troppo esplicito ma alquanto ricorrente: “la numerosità”. Tema che non si associa solo a una questione numerica, quanto al fatto che le stesse immagini sono costituite da molti elementi. Immagini in cui l’unità o la centralità del soggetto è sostituita dalla moltiplicazione e dalla iterazione dello stesso. Non più un singolo e isolato soggetto, ma gruppi o serie di sog- 01/08/2013 16.21.11 lddi_Q.indd 327 327 L’estetica della numerosità getti. Non più un centro di attenzione ma un insieme di centri. Se proviamo a riportare le immagini della “numerosità” al mondo del design e cioè alle pagine pubblicitarie, alle fiere e alle mostre viste negli ultimi due decenni, possiamo per esempio rintracciare un chiaro fil rouge tra alcuni degli oggetti progettati dai fratelli Campana in Brasile e le infinite configurazioni del sistema Clouds dei Fratelli Bourroullec in Francia, o ancora con le pagine pubblicitarie di Muji, in Giappone, a firma di Kenya Hara. Uno scenario ampio e internazionale quello della “numerosità”, che trova nella grande quantità di elementi, di oggetti, di soggetti e di componenti, una nuova chiave estetica della contemporaneità. Già alla fine dello scorso millennio, Italo Calvino immaginò, come visione culturale per il nuovo millennio, l’avverarsi della “Molteplicità” come caratteristica esistenziale: “La conoscenza come molteplicità è … un filo che … vorrei continuasse a svolgersi nel prossimo millennio”. La sua molteplicità era già inscritta nella realtà della vita umana: “Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario d’oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili” (Calvino,1988). Oggi più che mai il tema della molteplicità, cui è intrinsecamente legata l’idea di numerosità è presente nell’immaginario collettivo. Lo è sotto vari aspetti: sotto forma di celebrazione dell’evoluzione umana; nel senso dell’apertura culturale; nell’acclamato approccio trasversale al sapere; infine in molte delle “categorizzazioni” o nelle “parole” che distinguono il nostro presente e che contengono in sé un’associazione diretta con il molteplice: dati, reti, pixel, ecc. 01/08/2013 16.21.11 lddi_Q.indd 328 328 lezione 29 di Carlo Martino Il fenomeno della Estetica della Numerosità ha indubbiamente motivazioni sociali e culturali legate oggi alla consapevolezza dell’impossibilità di quantificare o di delimitare alcune delle principali manifestazioni della recente attività umana. Ma le sue radici storiche e culturali più antiche sono rintracciabili negli assunti della rivoluzione industriale e nella conseguente nascita delle nozioni di Serie e di Modulo. Produrre in grandi quantità le repliche identiche di uno stesso modello, è stato, infatti, l’enunciato fondativo della produzione industriale di stampo fordista. Il modulo, e la sua componibilità, ne hanno poi rappresentato la naturale evoluzione, fino a giungere al “Serialismo” (Bandur, 2003), inteso come omologazione o standardizzazione del più ampio numero di componenti di un sistema di prodotti industriali. La grande serie, grazie all’introduzione dell’elettronica, è stata sostituita nel tempo da forme di produzione industriale più flessibili e sempre più orientate alla Mass Customization, una produzione di artefatti organizzata per soddisfare bisogni specifici e sempre più di nicchia, fino ad arrivare alla “Serie Differenziata”, emblema dell’unicità dell’individuo. Pertanto la diffusione di una Estetica della Numerosità assume oggi un carattere alquanto singolare, sia per la distanza storica dalle “catene di montaggio” che ri-evoca, sia per la vicinanza temporale con il fenomeno di valorizzazione dell’individuo attraverso pezzi One-off, da cui sembra distaccarsi. Ma come afferma Silvana Annicchiarico, a proposito del design italiano: “Serie e Fuori serie non sono categorie antitetiche e antipodali. Non segnano l’una la modernità e l’altra la premodernità o la postmodernità. … Piuttosto coesistono e si alimentano l’una 01/08/2013 16.21.11 lddi_Q.indd 329 329 L’estetica della numerosità dell’altra” (Annicchiarico, 2009). E allora viene da chiedersi cosa c’entra oggi in questo flusso di scambio continuo tra l’unico e il seriale la numerosità? E come mai la serie da grande a piccola si trasforma da prassi produttiva a canone estetico? Innanzitutto bisogna riconoscere che la Numerosità, rappresentata nell’immaginario collettivo contemporaneo, non è solo quella ordinata e ritmata della “Serie” ma è anche quella libera e informe del “Caos”, che ritroviamo in molte altre immagini: dalle installazioni artistiche, alle sequenze cinematografiche, agli spot promozionali. La prima è evocativa di un immaginario della grande industria, ma anche delle atmosfere dei luoghi della vendita e della distribuzione e, nella sua genesi, è certamente debitrice degli assunti della Minimal Art che “privilegiava la semplicità esecutiva … , facendo uso di forme geometriche scarne o di materiali di provenienza industriale” (Vettese, 2006). Quali peculiarità esistenziali delle opere di Donald Judd, uno dei suoi protagonisti, il critico Angela Vettese, riconosce proprio “iterazione” e “ritmo”, caratteristiche che saranno esplicitamente rintracciabili nei prodotti del design cosiddetti minimalisti degli anni Novanta. Segnali di un’estetica della Numerosità Seriale si erano già avvertiti in alcune manifestazioni del design italiano della fine degli anni Sessanta, in oggetti concepiti come moduli componibili e replicabili, o ancora in alcuni masterpiece del design informale dei primi anni Settanta con prodotti che traevano senso proprio dall’iterazione seriale3. Ma è soltanto negli anni Novanta del secolo scorso, in con- 01/08/2013 16.21.11 lddi_Q.indd 330 330 lezione 29 di Carlo Martino comitanza con lo sviluppo del design minimalista, che essa si cristallizza. I prodotti, connotati da geometrie regolari e da volumetrie essenziali, prossimi all’idea di modulo, trovano nella giustapposizione ritmata di Judd una nuova modalità compositiva che consente di risolvere allo stesso tempo la molteplicità funzionale e l’interazione con l’ambiente, inglobando la dimensione spaziale. Le immagini pubblicitarie e gli spazi espositivi che ne derivarono, enfatizzavano tale aspetto ritmico, sviluppando soluzioni molto originali che ancora oggi, anche a distanza di molti anni, conservano quel sapore contemporaneo che si erano proposti4. L’estetica della Numerosità Seriale da allora ha assunto diversi significati, alcuni dei quali strumentali alla comprensione dell’artefatto e della sua stessa essenza. È possibile, infatti, riconoscere un valore didascalico a tutte quelle immagini che presentano lo stesso oggetto in posizioni ordinate ma diverse, tese a mostrarne le peculiarità tridimensionali dell’artefatto in uno spazio fondamentalmente bidimensionale. Altra finalità strumentale è quella che già le opere di Judd avevano prefigurato: il contrasto tra ritmo e variazione. Supporti identici come nel caso del famoso progetto di Alessandro Mendini, 100x100 design, in cui uno stesso oggetto replicato 100 volte, è utilizzato per 100 decori differenti, o ancora nelle sperimentazioni Coloured Vases di Hella Jongerius, in cui uno stesso vaso serve da supporto per centinaia di variazioni di colore, o infine come negli allestimenti di Nendo, connotati proprio dall’iterazione ordinata o apparentemente disordinata di supporti e di oggetti. Il fenomeno dell’estetica della Numerosità Seriale, a un’atten- 01/08/2013 16.21.11 lddi_Q.indd 331 331 L’estetica della numerosità ta lettura geografica, sembra essere stato selettivo, avendo privilegiato solo alcune aree culturali del globo. Le immagini e i prodotti più emblematici del fenomeno sono, infatti, riferibili a culture come quelle nipponica e olandese, in cui è stata assorbita con più forza la tradizione della cultura razionalista e dove, come in Giappone, la millenaria frequentazione della scrittura pittogrammatica, fatta di segni condensati e ritmati, ha posto le basi per uno sviluppo in questa direzione. Opposta all’approccio ordinato alla numerosità, è un’estetica della Numerosità Casuale, degli ultimi anni, che a differenza di quella seriale, propone l’immagine destrutturata di prodotti identici, non più organizzati su allineamenti ritmati e geometrie regolari, quanto più vicini a una casualità tipica delle soluzioni morfologiche presenti in natura. È proprio quest’ultima a essere evocata e rappresentata, a partire da tutti quegli elementi che contengono in sé la molteplicità: le nuvole, i cristalli, la nebbia, le gocce d’acqua, i fiori, le foglie, come ha recentemente affermato Paola Antonelli: “Il design organico rispecchia non solo le forme, ma anche le soluzioni strutturali … presenti in natura … ” (Antonelli, 2011, pp. 112-119). E lo dichiarano anche molti dei protagonisti del design contemporaneo che utilizzano il principio della replica casuale di un elemento o dell’intero prodotto, per sperimentare nuove soluzioni estetiche. Tra questi il giapponese Tokujin Yoshioka, secondo cui il carattere di non compiutezza e di stimolo alla proliferazione delle sue opere dipende dalla specifica concezione della natura presente nella cultura giapponese, interpretata come insieme di presenze e di energie e “… segnata da una 01/08/2013 16.21.11 lddi_Q.indd 332 332 lezione 29 di Carlo Martino particolarissima interpretazione dello spazio”. L’estetica della Numerosità Casuale, in realtà trova anch’essa delle logiche ricorrenti di strutturazione. Osservando immagini e prodotti degli ultimi vent’anni, è possibile, infatti, accogliere in una prima categoria delle casualità, definibile di “condensazione puntiforme”, una modalità di organizzazione degli oggetti o delle loro immagini, in cui un fulcro si trasforma in una sorta di addensatore magnetico. Oppure la numerosità casuale emerge con più forza se messa a contrasto con un elemento regolare, per esempio la presenza di una linea di origine o di orizzonte degli oggetti. La Numerosità Casuale in alcune soluzioni progettuali assume infine il valore di una sottolineatura, o di un’amplificazione tipologica. In questa chiave è possibile comprendere il senso di alcuni prodotti degli ultimi anni che hanno marcato l’accento su alcune componenti tipologiche come per esempio le gambe dei tavoli, riproposte in molti progetti in quantità molto superiori alle originarie quattro, presenti nell’idea archetipica della tipologia tavolo5. La Numerosità Casuale ha quindi rappresentato un approccio sovversivo di un certo design, strumentale alla messa in crisi di regole e relazioni storiche. Per concludere e per rispondere agli interrogativi emersi prima, i due approcci all’estetica della numerosità brevemente descritti, rappresentano certamente due modalità diverse e apparentemente antitetiche per rappresentare la complessità contemporanea, ma contengono in se un portato innovativo che è di grande interesse per i futuri progettisti, e cioè l’integrazione della dimensione spaziale nella concezione dell’oggetto. Proprio la vicenda della Minimal Art è signifi- 01/08/2013 16.21.11 lddi_Q.indd 333 333 L’estetica della numerosità cativa in questa lettura: “… ho incominciato creando forme, poi creando strutture, poi creando luoghi” (Vettese, 2006), dichiarava Carl André, un altro dei suoi protagonisti, a proposito dell’evoluzione del suo percorso artistico. Le opere della Minimal Art, infatti, pensate inizialmente per spazi interni, trovarono proprio nella relazione con lo spazio un elemento di forza e di originalità tale da spingerle ad invadere lo spazio esterno. La numerosità rappresentata nel design contemporaneo, sia essa seriale o casuale, trova proprio nella relazione con lo spazio il suo senso più profondo, trasformando l’oggetto iterato in un oggetto “ambientale”, che usa il vuoto per esistere e per integrare una dimensione prima inusitata. Il vuoto ritmato o casuale, integrato nel racconto dell’oggetto, fa assumere quindi al prodotto contemporaneo un ruolo interattivo, che invita chiunque a costruire il proprio habitat e ad organizzare in libertà e in autonomia forme e immagini. Note 1. http://www.labiennale.org/it/architettura/storia/6.html?back=true. 2. Prefazione al libro di John Maeda (2000). 3. Sistema di imbottiti modulare Serpentone, disegnato da Cini Boeri per Arflex nel 1974. 4. Pagine pubblicitarie dell’ispanica Gandia Blasco degli anni novanta, che evocando l’iterazione e il ritmo delle varie Untitled di Judd, compongono sulla spiaggia teorie ben ritmate di gazebo cubici o piramidali; allestimenti dei negozi della catena giapponese Uniqlo del visual merchandaiser Masamichi Katayama dello studio Wonderwall, con centinaia di manichini tutti uguali e perfettamente distanziati, che invadono gli spazi di esibizione. 5. Tavolo Org di Fabio Novembre con gambe in corda e tavolo di Jaimie Hayon per lo showroom di Camper a Barcellona. 01/08/2013 16.21.11 lddi_Q.indd 348 348 Studiare dESIGN alla sapienza di Cecilia Cecchini, Federica Dal Falco, Loredana Di Lucchio, Elena Ippoliti, Carlo Martino, Tonino Paris L’offerta formativa dei corsi di studio in Disegno Industriale della Sapienza, nata con il Diploma Universitario in Disegno Industriale nel 1993, si è sviluppata negli anni con una sua specifica identità. Le finalità didattiche e i percorsi di studio sono da sempre orientati sul progetto, concepito nella sua accezione più sperimentale come processo critico innovativo. Tale approccio ha riguardato i diversi campi di applicazione legati alle tre più importanti anime dell’Industrial Design: il product design; l’interior, public e exhibit design; il visual, graphic and communication design. È una Scuola giovane, che risponde alla notevole domanda di profili professionali che operano con competenza nei molteplici settori produttivi inerenti la progettazione di artefatti materiali e immateriali. La Scuola romana di Design si è consolidata parallelamente all’eccezionale e recente crescita di interessi culturali, studi e sperimentazioni scientifiche che si sono sviluppati nelle Istituzioni Universitarie nazionali e internazionali dedicate alla formazione in tale ambito. L’Area didattica 3 Disegno Industriale, in continuità con la complessa storia che ha caratterizzato la qualità degli obiettivi e dei percorsi didattici, propone tre corsi di studio di primo e secondo ciclo, confrontabili nei contenuti e nella struttura con alcune tra le più importanti Scuole europee di Design. 01/08/2013 16.21.11 lddi_Q.indd 349 349 I due cicli di studi hanno finalità, durate e articolazioni differenti. Nel corso di Studio in Disegno Industriale, di durata triennale, sono previste attività didattiche finalizzate alla formazione di una figura tecnico-professionale in grado di affrontare, ad una scala di media complessità, i diversi ambiti del disegno industriale. Mentre, per il secondo ciclo, sono proposti due Corsi di durata biennale: il Corso di Laurea Magistrale in Design, Comunicazione Visiva e Multimediale Interfacoltà con Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione e il Master of Science in Product Design, erogato in lingua inglese. L’obiettivo formativo delle due Magistrali - nelle rispettive specificità relative agli aspetti storici, estetici, etici, metodologici, tecnologici di ingegnerizzazione di artefatti materiali e immateriali coerenti ai principi teorici ed applicativi della sostenibilità ambientale e sociale - è la formazione di una figura specializzata di progettista con competenze trasversali, capace di promuovere dinamiche d’innovazione in tutti gli ambiti dell’industrial design. Gli obiettivi, la struttura e l’organizzazione dei tre Corsi di Studio sono concepiti ed organizzati in relazione alle competenze che dovranno essere progressivamente acquisite e ai risultati attesi al termine dei processi di apprendimento del primo e del secondo ciclo di studi. L’offerta formativa è quindi centrata rispetto agli studenti e le tre strutture didattiche, nel rispetto delle peculiarità e delle autonomie, fanno parte di un progetto culturale organico. Completano l’offerta formativa due Master di primo livello: il Master in Product Design per il Rapid Manufacturing e il Master in Exhibit & Public Design, percorsi che offrono compe- 01/08/2013 16.21.11 lddi_Q.indd 350 350 tenze e reali opportunità professionali e cui possono accedere i laureati del primo e del secondo ciclo. Il corso di studio in Disegno Industriale. L’acquisizione degli elementi culturali, metodologici, scientifici e tecnico-strumentali che sono alla base della cultura del progetto costituisce l’obiettivo fondamentale per la formazione del laureato in Disegno Industriale. Tale figura non si occupa, infatti, solo degli aspetti estetici degli artefatti, ma copre l’intero processo ideativo-produttivo partendo dalla grande tradizione italiana in questo campo, in un’ottica di innovazione e di saperi trasversali provenienti da aree disciplinari diverse. Delle attività formative previste nel triennio è dunque finalizzato alla formazione di una figura tecnico-professionale in grado di affrontare, ad una scala di media complessità, i diversi ambiti del design. In particolare, quello di saper svolgere le attività tecnicoprogettuali che conducono alla definizione di un artefatto materiale o immateriale, dall’inquadramento del contesto di riferimento (possibilità, vincoli, priorità, compatibilità ambientale) alla redazione del concept, allo sviluppo progettuale, all’ingegnerizzazione, alla produzione. Il curriculum proposto prevede un percorso formativo solido, ma innovativo, con un’offerta didattica caratterizzata da quella speciale combinazione di sapere e saper fare, di competenze scientifiche, tecnologiche, umanistiche, economiche e della rappresentazione, nonché delle componenti culturali, metodologiche, tecniche e strumentali che connotano l’esercizio quotidiano della cultura del progetto e nello specifico del designer. 01/08/2013 16.21.12 lddi_Q.indd 351 351 Studiare Design alla Sapienza Tale modello didattico, dove gli insegnamenti principalmente legati all’acquisizione dei fondamenti teorici e metodologici trovano riscontro ed applicazione nei corsi maggiormente orientati alla sperimentazione e al progetto; è caratteristica connotante e comune ai corsi di studio della stessa tipologia, anche a livello internazionale. Tale modello, supportato da un’attenta sequenza e gradualità degli insegnamenti, nonché da una calibrazione dell’impegno richiesto, si propone inoltre l’obiettivo di consentire allo studente di conseguire il titolo nei tempi richiesti. A tal fine, l’organizzazione semestrale della didattica è articolata in insegnamenti “frontali” e in “atelier progettuali”, i primi maggiormente orientati alla conoscenza e all’apprendimento di teorie, metodi e strumenti disciplinari, mentre i secondi, nei diversi ambiti tematici del design (il product design, la grafica, la comunicazione multimediale, l’exhibit design) sono espressamente indirizzati all’esercizio del “saper fare” nel campo delle attività relative alle professioni del laureato in Disegno Industriale. Il corso di Laurea Magistrale in Design Comunicazione Visiva e Multimediale Interfacoltà con Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione. Il corso di Laurea Magistrale in Design Comunicazione Visiva e Multimediale ha come obiettivo quello di formare una figura di progettista specializzata in grado di ideare e controllare nei suoi aspetti estetici e tecnologici gli artefatti comunicativi che interagiscono con la quotidianità. A questo scopo il laureato magistrale acquisisce durante il biennio le competenze, gli 01/08/2013 16.21.12 lddi_Q.indd 352 352 strumenti e le metodologie pertinenti alla progettazione e alla produzione di artefatti comunicativi nei campi della grafica, pubblicitaria ed editoriale; della comunicazione multimediale, interattiva e ipermediale; della progettazione e realizzazione di artefatti materiali e immateriali per il public e l’exhibit design. L’attività di formazione riguarda diversi filoni tematici, quali il design dell’identità, ovvero l’immagine istituzionale e aziendale e le sue relazioni con il design dei servizi; la grafica editoriale; il design dei sistemi informativi e comunicativi; il web design; il design e la comunicazione multimediale come la grafica cinetica; il movie e new media design; il design per il public e exhibit design. Al termine del percorso formativo biennale il laureato magistrale avrà acquisito le competenze tecniche e culturali e gli strumenti operativi per confrontarsi con le dinamiche d’innovazione riferite al prodotto comunicatioin in relazione agli aspetti tecnico-produttivi, tecnico-funzionali e formali; con le innovazioni socio-culturali di consumo e di mercato che influiscono sulle strategie comunicative concorrendo alla definizione dell’identità di un’istituzione, di un’impresa o di un qualsivoglia soggetto; ed infine, con gli interventi progettuali sul contesto di produzione e d’uso degli artefatti comunicativi. Ciò comporta una solida formazione che raccolga e finalizzi al progetto, oltre agli aspetti metodologico-operativi e teorico-scientifici della cultura del design, gli ambiti transdisciplinari della programmazione e organizzazione della produzione, del marketing industriale, dell’analisi settoriale e intersettoriale, dell’economia aziendale, della conoscenza e controllo dei mezzi e delle tecnologie più appropriate di sviluppo e produ- 01/08/2013 16.21.12 lddi_Q.indd 353 353 Studiare Design alla Sapienza zione, dell’informatica e dell’elettronica, della ricerca operativa e per quanto concerne gli ambiti della ricerca artistica e morfologica, della semiotica e linguistica, dell’estetica e delle scienze dell’informazione, dell’iconologia applicata, della sociologia cognitiva e di tutte le discipline dell’interattività sensoriale fra uomo e sistema artificiale. Il corso di Laurea Magistrale Internazionale in Design del Prodotto - Master of Science in Product Design. La Laurea Magistrale Internazionale in Design del Prodotto - Master of Science in Product Design, è un programma formativo di secondo livello nel campo del Design rivolto a quei studenti che vogliono approfondire le loro capacità di innovazione integrando competenze di design, ingegneristiche, storico-critiche e che vogliono affrontare la sfida di sviluppare prodotti e servizi per migliorare la qualità della vita. Gli studenti dovranno svolgere una intensa attività progettuale, pensando creativamente e indagando criticamente. Il Master è organizzato in 4 semestri (2 anni): il primo dedicato a migliorare una capacità critica di esplorazione dei linguaggi del design contemporaneo, il secondo è dedicato in particolare alla sperimentazione di nuove tecnologie e materiali e al loro valore funzionale ed estetico, il terzo si focalizza sulla comprensione e sullo sviluppo di processi produttivi e di consumo, l’ultimo è dedicato al lavoro di tesi finale che vedrà lo studente impegnato in un tirocinio presso i settori di R&D di aziende nazionali e internazionali o presso Università o Centri di Ricerca Internazionali. Il Master è inserito in diversi Agreement con Università straniere, è inserito nella rete “Cumulus”, dell’Associazione 01/08/2013 16.21.12 lddi_Q.indd 354 354 Internazionale delle scuole di Design, e si appoggia al Laboratorio “Sapienza Design Factory” e al Centro “Sapienza Design Research” per le attività di sperimentazione. Il Master è offerto in lingua inglese per addestrare gli studenti a svolgere la loro professione a livello internazionale. A tal fine, dove necessario, gli studenti potranno scegliere come Corsi a scelta uno dei Laboratori Linguistici della Sapienza. Master di primo livello in Exhibit & Public Design. Il progetto dello spazio pubblico. È questo il tema affrontato dal Master di durata annuale, istituito nel 2007. Il percorso formativo è finalizzato a sviluppare negli studenti sensibilità culturale e consapevolezza tecnica in questo complesso ambito, nevralgico per la qualità della vita contemporanea. Un ambito contrassegnato da forte innovazione e sperimentazione, privo di un suo specifico disciplinare in quanto a cavallo tra architettura, design, arte e comunicazione multimediale. Di conseguenza la didattica del Master è caratterizzata da trasversalità e contaminazione tra saperi diversi. La pratica progettuale dei moduli didattici si colloca in quel territorio di confine che va dall’urban landscape all’installazione pensata per il singolo evento, dal retail design alla progettazione di strutture espositive temporanee. Master di primo livello in Product Design per il Rapid Manufacturing. Il Master fornisce competenze e conoscenze per impostare e gestire di strategie di progettazione e produzione basate sulle tecnologie del Rapid Manufacturing. 01/08/2013 16.21.12 lddi_Q.indd 355 355 Studiare Design alla Sapienza Ogni edizione è declinata su un settore del Product Design, coinvolgendo Aziende di riconosciuta leadership e Designer attivi a livello nazionale e internazionale. Grazie ad un percorso che va dall’analisi degli aspetti tecnologici e produttivi, alle variabili culturali e di consumo, per arrivare al controllo totale della “fisionomia” del prodotto, lo studente sarà in grado di rispondere da subito alle opportunità offerte da queste Tecnologie di Produzione. Opportunità che saranno ampliate proprio dal coinvolgimento nel programma didattico di realtà produttive per conto delle quali gli studenti avranno l’opportunità di sviluppare un prototipo della loro proposta progettuale. C. Cecchini _ Direttore Master di primo livello in Exhibit & Public Design F. Dal Falco_ Presidente Area Didattica 3 Disegno Industriale L. Di Lucchio _ Coordinatore Master of Science in Product Design E. Ippoliti _ Coordinatore Laurea in Disegno Industriale C. Martino _ Coodinatore Laurea in Design, Comunicazione Visiva e Multimediale Interfacoltà con Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione T. Paris _ Direttore Master di primo livello in Product Design per il Rapid Manufacturing 01/08/2013 16.21.12 lddi_Q.indd 356 01/08/2013 16.21.12 lddi_Q.indd 357 Riferimenti bibliografici Indice dei nomi Autori 01/08/2013 16.21.12 lddi_Q.indd 370 370 press. | Williams, J. (1977). Early Spanish Manuscripts Illumination. Scranton, Pennsylvania, U.S.A.: George Braziller. 28. Il Design per l’Innovazione di Processo. Antonelli, P. (2008). Design and Elastic Mind. U.S.: The Museum of Modern Art. | Brown, T. (2009). Change by Design: How Design Thinking Transforms Organizations and Inspires Innovation, U.S: HarperCollins. | Di Lucchio, L. (2010). Un design con “quattro cappelli”. In Diid disegno industriale industrial design, 42-43, pp. 146-153. | Gold, R. (2007). The Plenitude. Creativity, Innovation, and Making Stuff. U.S.: The MIT Press. | Taleb, N.N. (2007). The Black Swan: The Impact of the Highly Improbable. U.S: Random House. | Verganti, R. (2009). Design Driven Innovation – Changing the Rules of Competition by Radically Innovating what Things Mean. U.S.: Harvard Business Press, Boston. 29. L’estetica della numerosità. Annicchiarico, S., & Branzi, A. (A cura di). (2009). Serie Fuori Serie. Milano: Mondadori Electa S.p.A. | Antonelli, P. (2011). Organic Design, Domus, 950, 112-119. | Bandur, M. (2003). Estetica del Serialismo. La ricerca contemporanea dalla musica all’architettura. Torino: Testo & Immagine. | Calvino, I. (1988). Lezioni Americane. Sei proposte per il prossimo millennio. Milano: Garzanti Editore. | Carmagnola, F., & Pasca, V. (1996). Minimalismo. Etica delle forme e nuova semplicità nel design. Milano: Editori di Comunicazione Lupetti. | Langella, C. (2007). Hybrid Design. Progettare tra tecnologia e natura. Milano: Franco Angeli Editore. | Maeda, J. (2000). Maeda@media. Milano: Rizzoli. | Romanelli, M. (2012). Intervista a Tokujin Yoshioka, Inventario, 5, 69. | Vettese, A. (2006). Capire l’arte contemporanea. Torino: Umberto Allemandi & C. 01/08/2013 16.21.12 lddi_Q.indd 372 372 INDICE DEI NOMI A Achille 73, 79 Aitken, Doug 192 Albers, Josef 143 Alsina, Claudi 83 Altarelli, Lucio 283 Altman, Robert 192 Anceschi, Giovanni 172, 256, 263 Andre, Carl 120, 332 Annicchiarico, Silvana 328, 329 Antonelli, Paola 331, 333 Aracne 198 Archimede 75 Argan, Giulio Carlo 121 Arianna 198 Arimura, Kunitaka 13 Ashby, Mike 211 Atena 198 Augé, Marc 36 Austin, John L. 287, 293 Aymonino, Carlo 271, 283 Baldessarri, John 192 B Balla, Giacomo 120 Balmas, Paolo 112 Bandur, Markus 328 Barber, Benjamin 34 Baricco, Alessandro 288, 289 Barthes, Roland 244, 246 Bauhaus 137, 140 Bauman, Zigmund 290 Baumgarten, Alexander 129 Bellasi, Pietro 121 Beltrami, Susanna 273 Benedetto XVI 308 Benjamin, Walter 127, 128 Benvenuto, Edoardo 94, 95 Bernardini, Davide 62 Beuys, Joseph 120 Bevan, Edward 203 BIG 279 Bill, Max 117 Blasco, Gandia 333 Blumer, Riccardo 220 Boccardo, Lucio 72 Bollini, Letizia 57, 58 Bolt, Usain 73, 79, 81 Bonito Oliva, Achille 125 Borges, Jorge Luis 300 Bourbaky, Nicolas 268, 269 Bourriad, Nicolas 300 Bourroullec, Ronan e Erwan 327 Boyer, Carl B. 269 01/08/2013 16.21.12 lddi_Q.indd 373 373 Bradini, Luca 244, 252 Branzi, Andrea 215, 271, 280, 283, 293, 298 Brilli, Attilio 252 Brown, Tim 317, 318 Brusatin, Manlio 176 Budetta, Cosimo 267 Buonarroti, Michelangelo 269, 308 Burden, Chris 192 Byrne, Stephen 216, 217, 221 C Cache, Bernard 160 Calvesi, Maurizio 121 Calvino, Italo 32, 301, 327 Campana, Fernando e Humberto 327 Canevacci, Massimo 34 Capanna, Alessandra 264 Capellieri, Alba 249 Capuzzo Dolcetta, Italo 82 Caramel, Luciano 121 Carnap, Rudolf 170 Carofiglio, Gianrico 286, 293 Casale, Andrea 134, 144, 254 Cat 167 Catucci, Stefano 122 Cauchy-Schwarz 73, 86, 87, 88, 89 Cecchini, Cecilia 194 Celaschi, Flaviano 249 Cini Boeri 333 Clemente VII 307 Clemente, Maria Claudia 274, 283 Collins, Peter 298 Colombo, Carlo 54 Conan Doyle, Arthur 297, 303 Cooley, Charles H. 35 Cristallo, Vincenzo 284, 313 Cross, Charles F. 203 Cuvier, George 297, 302 D d’Alessandro, Massimo 283 D’Urbino, Donato 81 Da Vinci, Leonardo 93, 260 Dal Falco, Federica 294, 302 Dalgarno, George 168, 170 Dalì, Salvador 193 Darwin, Charles 298 Darwin, Emma 298 de Balzac, Honoré 297 de Chardonnet, Hilaire 203 De Fusco, Renato 299 de Kerckhove, Derrick 179 De Mata, Luca 304 De Pas, Jonathan 81 de Rubertis, Roberto 157, 159, 162 Depero, Fortunato 120 Di Lucchio, Loredana 314 Di Napoli, Giuseppe 177 Didi-Huberman, Georges 187 Diller & Scofidio 278 Dorfles, Gillo 115, 117, 118, 122, 126, 130, 293, 303, 324 Douglas, Stan 192 Doveil, Frida 214 Ducati 98 01/08/2013 16.21.12 lddi_Q.indd 374 374 Duchamp, Marcel 120 Dybwad, Bard 191 Dylan Dog, 288 E Eco, Umberto 299 Edison, Thomas 201 Ehrenberg, Alain 125 Einstein, Albert 81, 268 Ejzenstejn, Sergej Michajlovič 313 El Lissitskji 120 Empler, Tommaso 154, 160, 163 Errani, Angelo 241 Euclide 74, 76, 81 F Ferrante, Tiziana 204 Ferrara, Marinella 214 Ferraris, Maurizio 292, 298 Fibonacci 84, 85 Finizio, Gino 252 Flichy, Patrice 54 Follet, Ken 99 Fontana, Lucio 120 Ford, Henry 316 Ginzburg, Carlo 298, 303 Goethe, Johann Wolfgang 296, 297 Goulthorpe, Mark 160 Greenaway, Peter 192, 193 Griffo, Francesco 256 Gropius, Walter 137, 140, 143, 193 Guerrieri, Guido 293 Gutenberg, Johann 256 H Haddon, Leslie 59 Hadid, Zaha 273 Hahn, Hans 167 Hara, Kenya 327 Hayon, Jaimie 333 Hill, Gary 192 Hines, Jim 79, 80, 81 Hollein, Hans 326 Hooke, Robert 94, 99, 105 Humayun 34 I Inglese, Carlo 134 Ippaso 75 Ippoliti, Elena 164 Itten, Johannes 143 G Gaber, Giorgio 267 Galilei, Galileo 97 Gargani, Aldo 303 Garutti, Alberto 273 Gassman, Vittorio 286 Gehry, Frank 157 J Jacquard, Joseph Marie 197, 203 Jarvis, Donald 203 Jobs, Steve 54, 55 Jongerius, Hella 330 Judd, Donald 120, 329, 330, 333 01/08/2013 16.21.12 lddi_Q.indd 375 375 Indice dei nomi K Kandinskji, Wassily 117, 136, 143 Katayama, Masamichi 333 Kay, John 203 Keplero, Johannes 86 Kirchoff, Gustav 105 Klee, Paul 137, 143 Kopka, Alfred 143 Kossuth, Joseph 120 Kracauer, Siegried 187 L Le Corbusier, 141, 270, 272 Leibniz, Gottfried Wilhelm 129, 168, 169, 170 Lessing, Karl Frierdich 116 Lévi-Strauss, Claude 300 Linneo 303 Lomazzi, Paolo 81 Lucibello, Sabrina 212, 214, 313 Luisi, Fernando 241 Lussu, Giovanni 259 Lynn, Greg 158, 160 M Maeda, John 333 Malassis, Louis 319 Maldonaldo, Tomas 321, 323 Malevitch, Kasimir 120 Man Ray, 120 Manovich, Lev 188, 191 Manunzio, Aldo 256 Manzini, E. 211, 215 Manzo, Carlo 74, 81 Manzoni, Piero 120 Marcolin, Francesco 241 Marcolli, Attilio 178, 183 Martino, Carlo 324 Mattioli, Francesco 30 McLuhan, Marshall 187, 190 Mendini, Alessandro 330 Menna, Filiberto 119 Menone 77 Mian, Gianna 241 Milesi, Gianluca 161 Minotauro 198 Mirza, Susanna 283 Mitchell, William J. Thomas 187 Moholy-Nagy, László 143, 189, 193 Moire 198 Mondrian, Piet 117 Monnet, Jean 117 Morelli, Giovanni 298, 303 Morris, Charles William 170 Mosco, Valerio Paolo 272, 283 Munari, Bruno 117, 147, 241, 263, 267, 269, 292 Munch, Edward 286 Musmeci, Sergio 103, 104 N Nacci, Michela 301 Nash, Richard 57, 58 Natta, Giulio 221 Negroponte, Nicholas 326 Nervi, Pier Luigi 94, 95, 103, 104 01/08/2013 16.21.13 lddi_Q.indd 376 376 Neurath, Otto 164, 166, 167, 168, 170, 172,173, 260 Newton, Isaac 93 Norman, Donald 53, 252 Novembre, Fabio 333 Nox 160 O Oosterhuis, Kas 160 Ossicini, Adriano 241 Ovidio 301, 303 P Parche 198 Paris, Leonardo 174, 177 Paris, Tonino 6, 10, 313 Pasca, Monica 90, 95 Perniola, Mario 129 Perugino 308 Pesce, Gaetano 14 Petrillo, Antonio 216 Phelps, Michael 219 Picasso, Pablo 120, 258 Pine, Joseph 324 Pinotti, Andrea 186 Piscator, Erwin 189, 192 Pischiottin, Sergio 241 Pitagora 73, 74, 75, 76, 83, 85, 89 Platone 77 Pollock, Paul Jackson 120 Pratellesi, Marco 58 Prestinenza Puglisi, Luigi 156 Propp, Vladimir Jakovlevič 303 Proteo 296 Q Quici, Fabio 184 R Rabelais, François 270 Ragazzo, Felice 222 Ramachandran, Vilayanur Subramanian 258 Razzano, Guido Maria 40 Reidemeister, Maria 167 Rhind 75 Rizzoli 293 Rodari, Gianni 271 Rogers, Ernesto Nathan 143, 266, 273 Romanelli, Marco 333 Romeo, Francesco 100 Ruscha, Edward 192 S Saint-Hilaire, Etienne Geoffroy 297 Schumpeter, Joseph 320 Schwitters, Kurt 120 Sen, Amartya 18 Silverstone, Richard 59 Sisto IV 308 Smithson, Robert 120 Soldati, Atanasio 117 Somaini, Antonio 186 Sottas, Ettore 82 Starck, Philippe 14 01/08/2013 16.21.13 lddi_Q.indd 377 377 Indice dei nomi Steadman, Philip 298 Steiner, Albe 172, 173 Stoll, Michael 173 Studio Azzurro 272 Stumpf, Lily 137 Superflex 279 W T X Talete 74 Tansley, Arthur 319 Tatarkiewicz, Władysław 141 Tatlin, Vladimir 120 Teseo 198 Thompson, Rob 241 Toennies, Ferdinand 35 Topotek 279 Xenakis, Iannis 272 Waltz, Sasha 273 Warhol, Andy 120 Wilkins, John 168, 169, 170 World Commission on Environment and Development 318 Y Yoshioka, Tokujin 331, 333 Z Zellner, Peter 160 Zenone di Elea 73, 74, 79 V Valenti, Graziano Maria 144 Valentini, Elena 50,59 Van Doesburg, Theo 117 van Eyck, Jan 283 Vasile, Alessandra 249 Vattimo, Gianni 190 Vecchi Brumatti, Liza 241 Vedova, Emilio 120 Vettese, Angela 329, 332 Vigarello, Georges 346 Vignelli, Massimo 128 Villani, Teresa 232 Vitta, Maurizio 121 01/08/2013 16.21.13