Linee Guida del Centro Storico

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Linee Guida del Centro Storico
15 marzo 2012
LINEE GUIDA
PER INTERVENTI NEL CENTRO STORICO
DI
ASSESSORE ALLO SVILUPPO SOSTENIBILE DEL
TERRITORIO, URBANISTICA-PATRIMONIO CULTURALE E
PAESAGGISTICO
RIPATRANSONE
SINDACO
REMO BRUNI
PAOLO D’ERASMO
RESPONSABILE AREA TECNICA
RESPONSABILE UFFICIO DI PIANO
GEOM. SIMONE TRAINI
ARCH TIZIANA MAFFEI
Amministrazione Comunale di Ripatransone
LINEE GUIDA PER INTERVENTI NEL CENTRO STORICO
Le presenti Linee Guida del Centro Storico (LG CS), in attesa di completare la redazione e l’approvazione del
Piano Particolareggiato del Centro storico di Ripatransone, hanno lo scopo di offrire a tecnici e committenti le
modalità con le quali l’Amministrazione Comunale intende favorire e sostenere la valorizzazione del centro
storico dai caratteri fisici dello stesso. Si promuove la diffusione di una sensibilità d’intervento nel tessuto
antico della città attento alle qualità intrinseche e formali del nucleo antico, al fine di concorrere al recupero
del patrimonio edilizio e urbano di Ripatransone nel pieno rispetto e valorizzazione delle migliori tradizioni
formali e costruttive locali che hanno fatto del centro antico di Ripatransone uno dei più pregevoli centri
marchigiani.
I principi culturali dello strumento che l’Amministrazione Comunale intende mettere a disposizione della
comunità per affrontare il tema del recupero e dell’”attualizzazione “ della città antica si fondano sulla visione
di un tessuto urbano trasformato dalla storia nel quale non è consentito operare nella logica di scelte
puramente estetiche e di gusto, che, sull’onda della moda del momento, privilegino un’epoca storica
piuttosto che un'altra.
Si sollecita, inoltre, il superamento della visione privatistica del manufatto edilizio; essendo, di fatto, la sua
visione urbana di godimento pubblico, e come tale contributo concreto alla creazione dell’immagine della
città.
E’ importante e auspicabile che la riqualificazione del centro antico avvenga non appiattendo la varietà delle
testimonianze storiche con il rischio di disperdere la profonda identità dei luoghi. Prima che sia
compromessa definitivamente la coerenza formale del centro storico, le LG CS intendono quindi sostenere
l’acquisizione di una consapevolezza naturale da parte di tecnici e committenti dei valori peculiari della città
di Ripatransone non discutibili soggettivamente ma testimonianza oggettiva dei rapporti della città con le
coscienza storica.
Particolare sensibilità e cura le LG CS chiedono nell’affrontare, oltre che gli interventi nei manufatti edilizi
vincolati ai sensi del DLG CSs 42/02, anche per l’edilizia oggetto di campagne di catalogazione da parte della
Regione Marche.
Le LG CS individuano così criteri d’intervento che non vogliono essere esaustivi di potenziali problematiche
che presentino maggiore complessità e riflessione progettuale. Data l’importanza di operare nel Centro
Storico in alcune situazioni di particolare complessità le LG CS prevedono di potersi avvalere nelle
scelte del supporto culturale e tecnico di una Commissione dell’Ornato.
La strutturazione delle LG CS è per diposizioni generali e disposizioni specifiche, queste ultime
organizzate negli articoli attraverso: Finalità d’intervento | Interventi previsti | Materie | Tecniche.
Per “ Finalità d’intervento “ si intendono le finalità di tutela e valorizzazione che la singola
disposizione intende raggiungere, con indicazioni che nel tempo vorrebbero eliminare forme,
materiali, e caratteri disarmonici nel centro antico anche attraverso interventi non obbligatori, ma
auspicabili per sensibilità della committenza. Le tre voci interventi | materiali | tecniche s’intendono
quindi una serie di opzioni a scelta nelle quali poter far rientrare l’azione edilizia.
Le norme contenute nelle presenti LG CS assumono carattere sia d’indirizzo che prescrittivo.
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diverse epoche storiche, nel quale il processo di reinterpretazione può avvenire solo sulla base di una salda
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PARTE PRIMA ......................................................................................................................... 4
CAPO 1
Disposizioni generali ............................................................................................... 4
- Art. 1 Fascicolo manufatto edilizio storico ........................................................................ 4
- Art. 2 Manufatto edilizio .................................................................................................... 4
- Art. 3 Unità di facciata ...................................................................................................... 4
PARTE SECONDA................................................................................................................... 5
CAPO 2
Interventi su prospetti esterni .................................................................................. 5
- Art. 4 Prospetti .................................................................................................................. 5
- Art. 5 Vani porta e finestre ................................................................................................ 5
- Art. 6 Superfici intonacate ................................................................................................ 6
- Art. 7 Superfici in mattoni a vista ...................................................................................... 7
- Art. 8 Rivestimenti ............................................................................................................ 7
- Art. 9 Elementi decorativi .................................................................................................. 7
- Art. 10 - Logge – balconi, terrazzi e terrazzini pensili ........................................................... 8
- Art. 11 - Elementi di copertura leggeri .................................................................................. 9
- Art. 12 - serramenti ............................................................................................................... 9
- Art. 13 - Elementi di finitura in metallo ................................................................................ 11
- Art. 14 - Tinteggiature ......................................................................................................... 11
- Art. 15 - Elementi accessori ................................................................................................ 12
- Art. 16 - insegne di esercizio, Targhe monumentali, targhe stradali, numeri civici, Impianti
pubblicitari ............................................................................................................. 12
CAPO 3
Interventi su coperture .......................................................................................... 13
- Art. 17 - configurazioni coperture ........................................................................................ 13
- Art. 18 - Manto di copertura ................................................................................................ 13
- Art. 19 - terrazze di copertura ............................................................................................. 14
- Art. 20 - Canne fumarie, torrini esalatori ............................................................................. 14
- Art. 21 - Altane, lucernai ..................................................................................................... 15
- Art. 22 - Cornicioni .............................................................................................................. 15
- Art. 23 - Canali gronda, discendenti pluviali........................................................................ 16
CAPO 4
Adeguamento normativo igienico sanitario- servizi tecnologici –sostenibilità ....... 16
- Art. 24 - Servizi igienico/sanitario, servizi tecnologici ......................................................... 16
- Art. 25 - Integrazione nuove tecnologie .............................................................................. 17
- Art. 26 - Sostenibilità ........................................................................................................... 18
CAPO 5
Aree esterne ......................................................................................................... 18
- Art. 27 - Sistemazioni esterne , corti, orti urbani , muri di recinzioni ................................... 18
- Art. 28 - Pavimentazioni esterne ......................................................................................... 19
- Art. 29 - Interventi sui sottoservizi ....................................................................................... 20
- Art. 30 - Illuminazione ......................................................................................................... 20
- Art. 31 - arredo urbano ....................................................................................................... 20
PARTE TERZA....................................................................................................................... 21
CAPO 6
Sistema Informativo Territoriale Comunale .......................................................... 21
- Art. 32 - SITC ...................................................................................................................... 21
- Art. 33 - Presentazione pratiche ......................................................................................... 21
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INDICE
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PARTE PRIMA
CAPO 1
DISPOSIZIONI GENERALI
- Art. 1 FASCICOLO MANUFATTO EDILIZIO STORICO
1. Al fine di diffondere un approccio sensibile e attento a valorizzare le caratteristiche storico-artistiche del centro
storico, e contemporaneamente supportare lo sviluppo del Sistema Informativo Territoriale è stato predisposto
un fascicolo del manufatto edilizio storico.
2. Il facsimile della scheda del manufatto edilizio oggetto d’intervento è informatizzato e scaricabile dal sito del
Comune
3.
E’ fatto quindi obbligo presentare per ogni intervento allegato alla documentazione prevista dalle norme il
fascicolo del manufatto edilizio storico corredato da materiale iconografico storico.
- Art. 2 MANUFATTO EDILIZIO
1. Il manufatto edilizio è un organismo complesso nel quale elementi strutturali e funzionali si integrano ai caratteri
morfologici creando l’immagine spaziale del manufatto in rapporto all’ambiente e ai luoghi circostanti. Nel
tessuto storico della città l’insieme degli edifici e la relazione con i luoghi costituiscono un unicum storicizzato,
sensibile alla stratificazione dell’epoche storiche, da leggere e percepire quale identità della città di
Ripatransone .
2. Negli interventi si sostiene la necessità che sia fondamentale considerare quindi le relazioni tra le parti, pur
concedendo, al fine di semplificare l’approccio metodologico, la scomposizione del manufatto delle seguenti
parti omogenee :
a. Apparato strutturale: fondazioni, muri portanti, volte, solai, strutture del tetto, corpo scala.
b. Prospetti: vani porte e finestre, superfici intonacate, superfici in mattoni a vista, rivestimenti, particolari
architettonici, logge-balconi –terrazzi, elementi di copertura leggeri, serramenti, elementi di finitura in metallo,
tinteggiature, elementi accessori
c. Coperture: configurazione delle coperture , manti, terrazzi, canne fumarie, torrini esalatori, comignoli,
Altane,abbaini, lucernai, cornicioni, canali di gronde, discendenti pluviali.
d. Impianti: Adeguamento alla normativa tecnica di: servizi igienico/sanitari, servizi tecnologici, integrazione
nuove tecnologie, impermeabilizzazioni, isolamenti termo/acustici,.
e. Aree esterne: -Sistemazioni esterne , pavimentazioni ecc...
- Art. 3 UNITÀ DI FACCIATA
1. Nel tessuto edilizio storico vi sono aggregazioni edilizie che nel tempo hanno assunto una propria
caratterizzazione all’interno delle quinte stradali formando un sistema di relazioni tra parti individuabili quali
unità di facciata. L’Amministrazione Comunale individua in un apposito elaborato grafico le “unità di facciata”
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Da inserire nel facsimile alla presentazione della domanda:
 Rilievo edificio scala 1: 50
 Edificio nel contesto
 Immagini fotografiche: almeno 1 foto per ogni prospetto, foto attacco a terra edificio- cornicionesoglie finestre, porte e portoni, dettagli architettonici di pregio, foto di eventuali cantonali; foto
d’interni
 Progetto Scala 1:50 (precisando interventi che possano influenzare il fabbrico dal punto di vista
della sicurezza strutturale)
 Schema demolizioni (rosso) e ricostruzioni (gialle)
 Schema superfici utili con allegata tabella
 Individuazione impianti tecnologici
 Individuazione in facciata di canalizzazioni elettriche, telefoniche, idrica sanitarie eventuali
tubazioni di areazioni di progetto
 Individuazione (come da REC) di locali nicchie per l’alloggio dei contatori
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sulle quali è necessario un intervento unitario (nelle more della predisposizione del predetto elaborato sarà
l’Ufficio Urbanistica ad individuare per i singoli interventi le “unità di facciata” sulle quali è necessario un
intervento unitario).
2. Nel caso di ‘unità di facciata’ comprenda proprietà differenti e nella presentazione di progetti parziali sulle
singole proprietà eventuali prescrizioni date dall’Ufficio Urbanistica restano valide per i successivi interventi.
PARTE SECONDA
CAPO 2
INTERVENTI SU PROSPETTI ESTERNI
- Art. 4 - PROSPETTI
1. Fatto salvi gli edifici vincolati ai sensi del D.Lgs. n. 42/2004 e quelli oggetto di catalogazione, per i quali si
richiede obbligatoriamente il parere della competente Soprintendenza, sarà possibile modificare la
configurazione dei prospetti, al fine di garantire le norme igienico sanitarie e le funzionalità richieste dalla
destinazione d’uso, dietro presentazione di un progetto attento alla rilettura dell’organismo edilizio, sia
strutturale che estetico, e alle caratteristiche della quinta edilizia, da sottoporre alla C.O.
2. Eventuali ripristini morfologici di aperture esistenti e leggibili sono ammessi in funzione della compatibilità
strutturale di tale intervento da dimostrare tramite verifica strutturale o autodichiarazione di tecnico abilitato.
3. La scelta di operare e modificare le caratteristiche materiche delle facciate esterne, intonaci o mattoni a faccia
vista, dovrà essere supportata da una corretta valutazione del manufatto in relazione all’epoca di realizzazione,
alla propria destinazione e funzione del tessuto urbano, alla stratificazione e consolidamento del tempo di un
immagine storicizzata, alla qualità del paramento murario esistente.
4. Tutti i prospetti intonacati devono essere tinteggiati, nelle modalità previste nell’art 11 comprese le facciate
laterali, eventuali rientranze e i prospetti che emergono dalle coperture, le canne fumarie intonacate
essere conservati e salvaguardati durante gli interventi.
6. Al fine di accelerare il processo di riqualificazione del centro antico , in occasione di qualsiasi intervento che
interessi la facciata nella sua interezza, anche quando di semplice manutenzione ordinaria, è auspicabile la
scelta della committenza di eseguire , a proprio onere e in accordo con gli enti gestori delle linee e servizi, il
riordino dei cavi e canalizzazioni, e l’occultazione per quanto possibile degli stessi.
- Art. 5 - VANI PORTA E FINESTRE
1. Finalità dell’intervento
Mantenimento o ripristino, in caso di recenti alterazioni, delle caratteristiche compositive del prospetto
dell’edificio.
Rilettura compositiva del prospetto nel caso di modifiche di distribuzione interna, con spostamento apertura o
chiusura di aperture.
Nei casi di cui sopra, l’eventuale diminuzione delle superfici finestrate è ammissibile nel mantenimento e/o
miglioramento dei rapporti aereoilluminanti esistenti.
Messa in sicurezza di percorrenze stradali
2. Interventi previsti:
Apertura e chiusura con modifiche solo se di ripristino dell’esistente. Restauro o ripristino eliminazioni aggiunte
incongrue. Realizzazione di nuove aperture. Chiusura di aperture ritenute incongrue per motivi strutturali o
architettonici. Piccole modifiche alla composizione dei prospetti
3. Materiali
Utilizzo di materiali compatibili con l’edilizia storica, nel caso di modifiche di ripristino dell’esistente o di nuove
aperture su prospetti interni. Architravature in laterizio armato o in ferro da non lasciare a vista, piattabande in
pietra o legno. Spallette e tamponature in mattoni pieni da intonacare. Spallette e tamponature in mattoni di
recupero in caso di facci vista.
Soglie e davanzali: laterizio di recupero, laterizio fatto a mano - travertino bocciardato – pietra serena a filo sega
– pietra calcarea a spacco
E’ vietato l’uso di travertino tagliato a filo sega per soglie e imbotti delle aperture
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5. Tutti gli elementi in materiale lapidi o fittile, costituenti l’ornato e la partitura compositiva della facciata devono
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Non sono consentiti per le soglie e davanzali materiali lucidi (marmi, graniti), alluminio o lamiera.
Architravi e piattabande di porte, portoni e finestre potranno essere mantenute a vista se in legno o pietra o
laterizio
4. Tecniche
Utilizzo di tecniche compatibili con l’edilizia storica e con la normativa antisismica vigente.
Soglie e davanzali in pietra si spessore minimo di 5 cm
Le finestre prospicienti su spazi pubblici, aventi il davanzale ad altezza inferiore a mt. 2,80, se la via o piazza è
munita di marciapiede, e a mt. 4,50, se ne è priva, e le chiusure degli accessi da spazi pubblici, non devono
aprirsi all'esterno, né dar luogo ad alcun risvolto o ingombro rispetto al filo del fabbricato (rif REC regione
Marche) questione carrabilità.
- Art. 6 - SUPERFICI INTONACATE
Mantenimento dei caratteri fisici del manufatto edilizio rispetto alla propria destinazione (palazzo signorile,
palazzo pubblico, edilizia minore…) e alla scelta di utilizzare nel tempo determinati materiali che caratterizzano
la stratificazione della città storica
Conservazione di intonaci e intonachini storici (intonaci a base di calci naturali di spessore massimo di 2 cm) a
base di malta di calce, conservazione e ripristino nel caso di lacune di lavorazioni plastiche realizzate in intonaco
sagomato quali: zoccolature, angolari bugnate, cornici orizzontali o di aperture, fasce marcapiano, lesene ,
capitelli, decorazioni etc..
Realizzazione di nuovi intonaci in materiali naturali e caratteristiche tecnologiche- materiche analoghe agli
intonaci storici.
Nessuna evidenziazione, in facciata, degli elementi aventi valore prettamente strutturale quali: archi di scarico,
pietra da taglio, travi in legno o altro se non già presenti
Nessuna disintonacatura allo scopo di portare a faccia vista superfici storicamente intonacate
Massima aderenza all’andamento della muratura per i nuovi intonaci, sia a strato sottile che consistente, da
realizzare sull’edilizia antica
Omogeneità per gli intonaci “a civile”, perfettamente piani, da realizzare sull’edilizia del Novecento o
significativamente trasformata nel Novecento.
I parziali ripristini d’intonaco nelle zone lacunose dovranno essere orientati, a seguito della successiva fase di
dipintura o di “scialbatura” con latte di calce, all’ottenimento di una superficie cromatica unitaria non essendo
ammesso un effetto finale a ‘macchia di leopardo’
Non e’ consentito il rifacimento con materiali diversi dagli esistenti salvo in presenza di materiali incongrui quali
intonaci in cemento, intonaco al quarzo o altro materiale sintetico da sostituire con i materiali di seguito descritti
Ripristino di intonaco su edifici precedentemente intonacati, riportati impropriamente a faccia vista, salvo che a
seguito della modifica subita, si sia assunto un nuovo carattere ormai storicizzato e degno di essere mantenuto.
2.
Interventi previsti:
Pulitura | riparazione e/o integrazione | rifacimento con le stesse caratteristiche del preesistente,| rifacimento con
materiali diversi dai precedenti nel caso di materiali incongrui | realizzazione ex novo con caratteristiche simili
agli intonaci storicizzati
3. Materiali
I materiali utilizzati dovranno essere dotati di sufficiente porosità per garantire la traspirabilità tra corpo murario e
ambiente esterno con evaporazione dell’umidità accumulata nella muratura.
È raccomandato l’uso di malta costituita da leganti tradizionali: calce aerea proveniente da pietre calcaree
naturali, ricche di carbonato di calce, calce idraulica naturale, sabbia a grana media o fine a seconda dello strato
di intonaco da stendere.
In caso di presenza di sagramatura, scialbatura, velatura (stesure a base di calce non coprente) è possibile un
eventuale ripristino con materiali aventi le stesse caratteristiche (coccio pesto, calce, acqua e pigmenti) e
variabilità di spessore ( fino ad un massimo di 4 mm)
È consentito l’uso di intonaci aeranti in presenza di umidità di risalita.
È consentito l’uso di materiali di produzione industriale purché atti a garantire la sufficiente traspirazione della
muratura.
Non sono ammessi: leganti cementizi perché tendenzialmente impermeabili, malta cementizia e malta a base di
calce idraulica artificiale, intonaci plastici.
Non è consentito l’uso di materiale lapideo in sostituzione delle lavorazioni plastiche realizzate in intonaco
sagomato.
4. Tecniche
Realizzazione di intonaci di calce secondo le tecniche tradizionali
Pulitura mediante opportuni lavaggi, spazzolature o con acqua nebulizzata (intonaci storici di particolare pregio).
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1. Finalità dell’intervento
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Integrazione e ripristino delle lacune, anche causato dall’eliminazione di aggiunte incongrue, da realizzare con
tecniche rispondenti alle finalità dell’intervento sopra indicati.
Rifacimenti parziali o totali saranno realizzati con tecniche analoghe a quelle originali (se storiche):
a) intonaci a rasare con stesura non piana sull’edilizia antica data a cazzuola e frattazzo piccolo ;
b) stesura di scialbatura o nel caso se presente di sagra matura data anche a pennello ;
d) Intonaco di spessore consistente plasmato sulla muratura
c) stesura con l’aiuto di fasce guida, finitura a velo di sabbia fine e calce aerea per gli intonaci, perfettamente
piani, sull’edilizia del Novecento.
Utilizzo di modine di profilo identico alle modanature esistenti, per il rifacimento o l’integrazione di lavorazioni
plastiche realizzate in intonaco sagomato.
Utilizzo di tecniche deumidificanti alternative ed innovative rispetto alle tradizionali che garantiscano nel tempo il
decoro delle superfici e dei materiali. .
- Art. 7 - SUPERFICI IN MATTONI A VISTA
1. Finalità dell’intervento
Conservazione o riproposizione del cromatismo, della patina e dei caratteri originari delle superfici a faccia vista
con particolare attenzione al tipo di tessitura muraria, giunti, trattamento superficiale (arrotatura, graffiatura,
sagomatura) e composizione degli elementi in laterizio.
2. Interventi previsti:
Pulitura | riparazione e/o integrazione rifacimento con le stesse caratteristiche del preesistente realizzazione ex
novo restauro e ripristino eliminazione aggiunte incongrue Nessuna intonacatura o tinteggiatura delle superfici
in mattoni a vista, salvo documentati casi di preesistenza E’ vietata la sabbiatura dei paramenti murari realizzati
a faccia vista, si consente esclusivamente la micro sabbiatura localizzata
Utilizzo o di mattoni simili agli originali per dimensione, forma e colore, per integrare le lacune del paramento.
Utilizzo di malte di calce aree o idrauliche naturali per le stilature, si escludono malte a base cemento compreso
il cemento bianco.
Nel caso di ripresa di stuccatura utilizzo, per le connessure di malta analoga, per composizione e colore, a
quella in opera con esclusione di legante cementizio o a base cementizia.
Utilizzo di mattoni fatti a mano o di recupero, per la realizzazione ex novo
4. Tecniche
Pulitura mediante opportuni lavaggi, idrolavaggio a bassa pressione, spazzolature o con acqua nebulizzata,
sabbiature a bassa pressione con inerti sottili solo in casi particolari da motivare in sede presentazione progetto.
Eventuale trattamento superficiale potrà essere eseguito tramite:
a) rifacimento della tinteggiatura a base di calce data direttamente sulla superficie della cortina in mattoni a
vista, se presente.
b) protettivi traspiranti naturali con finitura opaca e non “a effetto bagnato” a protezione.
Riparazione di lacune, anche a seguito dell’eliminazione di aggiunte incongrue, saranno realizzate con il metodo
del cuci/scuci.
La tecnica di stuccatura dei giunti, dovrà riprodurre con la massima fedeltà quella già in opera, evitando
incorniciature dei mattoni a vista.
Particolare attenzione dovrà essere posta nelle muratura realizzata storicamente a faccia vista con giunti alla
cappuccina lisciati (cioè a filo muro).
- Art. 8 - RIVESTIMENTI
1. Finalità dell’intervento
Salvaguardia , conservazione e restauro dei rivestimenti, anche parziali, in laterizio, maiolica etc
2. Interventi previsti:
Restauro consolidamento.
3. Materiali
Utilizzo, nel caso di consolidamento e necessità di procedere con l’integrazione di piccole lacune, di stucco di
calce e polvere di marmo o laterizio a secondo delle caratteristiche fisiche dell’elemento originale.
4. Tecniche
Pulitura mediante opportuni lavaggi, idrolavaggio a bassa pressione, spazzolature o con acqua nebulizzata.
- Art. 9 - ELEMENTI DECORATIVI
1. Finalità dell’intervento
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3. Materiali
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Salvaguardia, conservazione e restauro di elementi decorativi quali cornici, lesene, fasce marcapiano o marca
davanzale, stipiti e frontespizi , mensole, decorazioni plastiche …
Realizzazione, in caso di nuova realizzazione di elementi decorativi in armonia con il contesto architettonico.
Modifiche (interruzione e traslazione) di fasce marcapiano e marcadavanzale in caso di variazione ai prospetti in
armonia con il contesto architettonico.
2. Interventi previsti:
Restauro| consolidamento | realizzazioni ex novo .
3. Materiali
Utilizzo nel caso di consolidamento e necessità di procedere con l’integrazione di piccole lacune di stucco di
calce e polvere di marmo o laterizio a secondo delle caratteristiche fisiche dell’elemento originale.
Copertine di piombo o rame previo trattamento, a protezione di parti aggettanti
In caso ricostruzione di manufatti edilizi a seguito di ristrutturazione edilizia materiali tradizionali quali laterizio a
mano o di recupero, pietre locali, travertino, stucchi
4. Tecniche
Pulitura mediante opportuni lavaggi, idrolavaggio a bassa pressione, spazzolature o con acqua nebulizzata.
Le decorazioni e gli oggetti di manufatti edilizi ricostruiti a seguito di ristrutturazione edilizia, nonché qualsiasi
altra sovrastruttura o sporgenza compresi entro l'altezza di mt. 2,80 non possono superare più di 12 cm. il filo del
fabbricato. L'eventuale rivestimento della base dell'edificio o lo zoccolo dello stesso non deve sporgere oltre i 5
cm.
Balconi e terrazzini pensili nell’edilizia antica pur presenti non sono giunti numerosi. Nell’ultimo secolo le
modificate esigenze abitative da parte dei residenti si è espressa anche morfologicamente con nuove
funzionalità, realizzando nel tempo nuovi terrazzi e balconi spesso avulsi dal contesto ambientale che , rendono
necessari interventi di riqualificazione. Se il ripristino delle coperture a falda in sostituzione di terrazzi sui tetti pur
auspicabile non è ipotizzabile, si vorrebbe sollecitare, a seguito anche di semplici azioni di manutenzione, una
riqualificazione di tali elementi.
Per i balconi e terrazzini pensili nella consapevolezza che la sempre più frequente suddivisione dei fabbricati
edilizi originariamente unitari, in più unità abitative, ha reso necessaria la presenza di affacci, consentirne la
realizzazione riveste carattere di eccezionalità, da sottoporre alla C.O. Tali interventi non sono comunque
consentiti negli edifici vincolati ai sensi del D.Lgs n. 42/2004. Per gli immobile oggetto di campagna catalografica
sarà necessario acquisire il parere della competente Soprintendenza.
1. Finalità dell’intervento
Salvaguardia di logge, balconi e terrazzini pensili identificabili come elementi storici, ponendo particolare
attenzione a parti di pregio in ferro battuto, mensole in pietra, rivestimenti in laterizio.
Eliminazione di logge, balconi e terrazzi ritenuti incongrui per fattura e caratteri morfologici.
Riqualificazione di logge, balconi e terrazzi ritenuti incongrui per fattura e caratteri morfologici.
Realizzazione ex novo di affacci nel rispetto del Regolamento edilizio Comunale, del Codice Civile e del Codice
della Strada, a condizione di armonizzare l’elemento nell’insieme della facciata.
2. Interventi previsti:
Restauro | Ristrutturazione | Realizzazione ex novo
3. Materiali
Per le parti strutturali verticali: Laterizio proveniente da materiale di recupero. Cemento armato .
Architravi: in .ca intonacato o rivestito in laterizio, piattabande in laterizio – Travi di Legno
Per le parti strutturali orizzontali: soletta in c.a. - Pietra
Per le rifiniture: laterizio – intonaco – pietra - ferro battuto,
4. Tecniche
In caso di presenza di mensole di sostegno in ferro, pietra, c.a. (realizzazioni novecentesche) restauro e
opportuno consolidamento.
Nelle realizzazioni ex novo di logge interne gli elementi strutturali verticali delle logge sono da realizzarsi in
laterizio faccia vista con materiali provenienti dal recupero o in c.a. intonacato in relazione alle caratteristiche del
manufatto edilizio. La scelta di conformare le aperture ad arco o architrave deve essere valutata nell’insieme
compositivo di facciata.
Come da REC al di sopra di 3,50 mt. dal piano del marciapiede o di mt. 4,50 dal piano stradale, ove il
marciapiede non esista, può essere consentita solo per le nuove edificazioni la costruzione di terrazzini pensili,
balconi o sporgenti dal filo del fabbricato non più di 1/10 della larghezza dello spazio pubblico antistante o
comunque mai oltre i 70 cm. Sono comunque vietati i balconi, terrazzini pensili ed affacci in strade con larghezza
inferiore a 10 m.
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- Art. 10 - LOGGE – BALCONI, TERRAZZI E TERRAZZINI PENSILI
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Nella realizzazione ex novo o rifacimenti di balconi e terrazzini pensili (nel caso di elementi incongrui) la soletta
di appoggio in c.a. non può superare i 18 c di spessore, lungo il perimetro al fine di alleggerire l’impatto del piano
orizzontale prevedendo la realizzazione di modanature.
L’eventuale mutamento di quota di calpestio dei solai interni non permette il mutamento di quota originaria del
calpestio dei balconi, salvo casi specifici di rilettura compositiva del prospetto esterno le cui valutazioni verranno
sottoposte alla C.O.
E’ possibile realizzare piani d’appoggio in pietra di adeguato spessore sostenute da mensole in ferro battuto.
Le ringhiere dovranno essere realizzate in ferro verniciato di colore scuri (vedi allegato 2) secondo un disegno
verticale.
Eventuali ringhiere in materiali incongruo (alluminio etc) vanno sostituite anche in occasione di interventi di
manutenzione ordinaria.
5. Modelli
Vedi schema
Terrazzini pensili: larghezza massima 180 cm – profondità massima 70 cm
Logge interne: larghezza massima 250 cm – profondità190 cm .
- Art. 11 - ELEMENTI DI COPERTURA LEGGERI
Definizioni
Tende: manufatti detraibili aventi funzione di copertura saltuaria di spazi antistanti unità abitative prospicienti
suolo pubblico e/o privato. Tali strutture sono ammesse esclusivamente per gli esercizi commerciali
Pergole o Pergolati: struttura leggera completamente aperta composta da elementi verticali di sostegno e di
sovrastanti elementi orizzontali. È ammessa la costruzione delle suddette strutture alla distanza di m. 1,50 dal
confine e dovranno essere poste in aderenza ad un lato del fabbricato principale. Il pergolato non costituisce
superficie coperta (SC).
Pensiline: coperture a sbalzo
Evitare lo stravolgimento delle caratteristiche morfologiche e materiche del centro antico, individuando la
risposta formale corretta alle esigenze funzionali di commercianti e residenti.
Non intralciare la percorrenza lungo le strade carrabili con corpi potenzialmente pericolosi per la libera
circolazione veicolare.
Garantire carattere di uniformità degli elementi nei singoli manufatti e nelle quinte stradali.
Eliminare nel tempo pensiline incongrue nei materiali e nella conformazione
2. Interventi previsti:
Riparazione Sostituzione | Realizzazione ex novo | Rimozione
3. Materiali
Metallico per le strutture portanti di tende
Legno o metallo per pergolati
Tessuti impermeabili di colore monocromatici individuabile tra i colori riportati nell’allegato 2
4. Tecniche
Non sono ammesse pensiline in legno e laterizio in stile di montagna
Sono ammesse tende ritraibili.
A livello del piano terra, ad esclusione di strada sprovviste di marciapiedi e/o delimitazioni salva pedoni nelle
quali non è possibile la realizzazione, la sporgenza della tenda deve essere mantenuta di cm 20 orizzontalmente
entro la linea di marciapiede e/o salva pedone. Minimo 2.20 m in linea verticale dal piano pubblico di passaggio.
Il fronte delle tende in facciate unitarie avrà per tutti un unico taglio e colore.
Sono ammessi pergolati, realizzati su aree private, in legno , ferro verniciato (per le colorazioni vedi allegato 2),
corten con un accurato studio dei dettagli tecnologici. Le coperture delle strutture possono essere in tessuto o, in
cannicciato, Non è ammesso l’uso di strutture in alluminio, coperture in laterizio, onduline etc
- Art. 12 - SERRAMENTI
1. Finalità dell’intervento
Conservazione o riproposizione del disegno, della lavorazione, della posizione (a filo interno o esterno), del
materiale, del colore degli infissi esistenti da salvaguardare o nuovi di sostituzione, nel rispetto delle
caratteristiche storico/tipologiche dell’edificio escludendo quindi modelli di infissi e ferramenta estranei alla
tradizione locale.
Rispetto dei caratteri morfologici e cromatici dell’impatto visivo complessivo del centro antico. Massima
salvaguardia dei serramenti storici, di particolare pregio, in particolare porte e portoni, da sottoporre a restauri
conservativi
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1. Finalità dell’intervento
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LINEE GUIDA PER INTERVENTI NEL CENTRO STORICO
Conservazione delle chiusure di protezione primi novecento
Omogeneità cromatica degli infissi esterni appartenenti alla medesima unità edilizia, armonizzazione con la
tinteggiatura della facciata.
Eliminazione di serramenti di recente fattura realizzati in lega leggera o altro materiale incongruo all’immagine
complessiva.
Miglioramento delle prestazioni energetiche dei serramenti.
Messa in sicurezza di percorrenze stradali carrabili e pedonabili con l’adeguamento funzionale di sistemi di
oscuramento delle finestre al piano terra.
2. Interventi previsti:
Riparazione | Restauro | Rifacimento con le stesse caratteristiche del preesistente | Rifacimento con materiali
diversi dal precedente | Messa in opera di vetri doppi | Miglioramento funzionale | Sostituzione di ferramenta |
Eliminazioni di parti incongrue | Realizzazione ex novo .
In generale legno verniciato e/o trattato (mordenzati scuri), sono escluse finiture lucide
Per finestre, porte-finestre e vetrine può essere consentito, in casi particolari o di revisione generale della
facciata, l’uso del ferro o altro metallo, verniciati con colori della gamma cromatica tradizionale (vedi allegato 2)
È vietato l’uso di alluminio anodizzato color oro o argento o rivestito in plastica nonchè di pvc.
È consentito l’uso di vetro-camera, vetri di sicurezza o antisfondamento.
Non sono ammessi vetri a specchio.
È escluso l’uso di tapparelle e/o avvolgibili ad eccezione delle preesistenze nell’edilizia novecentesca.
E’escluso l’utilizzo di persiane ad apertura esterna in quelle situazioni che possano configurarsi come pericolose
per le percorrenze stradali siano esse carrabili o pedonali, fatto salvo situazioni particolari da valutare
puntualmente in sede di C.O.
È escluso l’uso esterno di “veneziane”.
È ammesso l’uso di serrande di sicurezza avvolgibili a maglie aperte o microforate in ferro zincato preverniciato
o elettrocolorato, tra i colori previsti nell’allegato 2 , per la protezione di vetrine, ove non fosse possibile il
recupero o la riproposizione di porte esterne o sportelli in legno.
È escluso l’uso di serrande a fascioni continui in lamiera, così come cancelletti in ferro ritraibili.
E’ ammesso l’uso di serrande in legno adeguatamente trattato .
Rifacimento con materiali diversi dai precedenti: consentito solo in presenza di materiali incongrui (alluminio
anodizzato color oro o argento, plastica,ecc...) da sostituire con i materiali sopradescritti.
Sono consentiti particolari soluzioni architettoniche e materiche previa presentazione di un ipotesi progettuale
accurata e motivata corredata da particolar tecnici di dettaglio da sottoporre alla C.O.
4. Tecniche
E’ vietata l’installazione di serramenti esterni di oscuramento su edifici vincolati, e salvo verifica progettuale
motivata su edifici oggetto di campagna catalografica della Regione, che siano stati originariamente concepiti
come privi dei medesimi.
L’arretramento dei portoni d’ingresso e delle vetrine è ammesso sulla base di una valutazione puntuale
dell’insieme del manufatto edilizio.
Non è ammesso l’inserimento di oscuranti esterni nelle aperture dei sottotetti.
Non è ammesso l’inserimento di oscuranti esterni a libretto.
E’ ammesso l’inserimento di basculanti purché non aggettanti nelle fasi di apertura e completamente rivestiti in
legno secondo disegni che privilegino l’orizzontalità della venatura.
Sono consentite variazioni dello spessore del telaio, esistente o nuovo, per l’inserimento di vetro-camera, vetri di
sicurezza o antisfondamento.
Non è consentito il montaggio a filo esterno della facciata di un secondo infisso.
Non è ammessa la suddivisione delle luci delle finestre del tipo “all’inglese”.
Tutti gli infissi dovranno essere dipinti con colorazione opaca o semilucida, dedotta dalle tracce originali o, in
mancanza di questa secondo le gamme cromatiche previste nell’allegato 2,non è ammessa la verniciatura a
vista del legno nei colori chiari.
Solo le porte ed i portoni possono differenziarsi, nella colorazione, dagli infissi dei piani superiori, ferma restando
la fedeltà alla gamma cromatica tradizionale.
Nel caso di serramenti storici il restauro dovrà porre particolare attenzione al mantenimento alle ferramenta,
come cardini, arpioni, bandinelle, squadrette, maniglie, cremonesi, spagnolette, chiavistelli e ferma imposta che,
quando non più documentabilmente riutilizzabili, dovranno essere integrate con forme e lavorazioni similari agli
originali.
Le vetrine dei negozi, quando non esista il portone ligneo, dovranno essere arretrate generalmente a filo della
parete interna, in modo da permettere l'apertura del portone sull'imbotte, e comunque dovranno essere arretrate
dal filo esterno della facciata di almeno una testa di mattone (circa 13 cm.) ed impiegare materiali consoni
all'immagine storica dell’edificio e dell'intero comparto urbano.In ogni caso, le vetrine di uno stesso esercizio
dovranno uniformarsi per forme, materiali e cromie con le aperture del piano terra dell'edificio in cui insistono;
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3. Materiali
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LINEE GUIDA PER INTERVENTI NEL CENTRO STORICO
eventuali interventi impostati volutamente su scelte linguistiche dissonanti devono essere accuratamente
studiate e sottoposte al parere della C.O.
Nel caso in cui il negozio si estenda su due unità edilizie non omogenee dovrà uniformare le sue aperture a
quelle, per le parti di appartenenza, delle singole unità edilizie.
- Art. 13 - ELEMENTI DI FINITURA IN METALLO
1. Finalità dell’intervento
Salvaguardare elementi in metallo storicizzati quali grate, ringhiere, roste di sopraluce, cancelli, cancellate, rosti,
ferma imposte, nettapiedi, porta stendardi ….
Assicurare nel rifacimento di nuovi elementi funzionali quali canceli , inferriate e ringhiere. coerenza e armonia
con i caratteri tipologici del centro storico
2. Interventi previsti:
Manutenzione | Restauro | Realizzazione ex novo
3. Materiali e tecniche
Eventuali e piccoli integrazioni di parti metalliche simili all’esistente necessarie a garantire l’integrità strutturale
dell’elemento.
Nel caso di elementi in ghisa : utilizzo di acciaio per la saldatura di elementi rotti, utilizzo di idone resine
epossidiche per l’unioni di parti scollegate.
Nella realizzazione ex novo di cancellate, ringhiere e recinzioni in ferro si consiglia la scelta di disegni semplici
che, ai fini della sicurezza, privilegino l’andamento verticale degli elementi. Sono consentiti inoltre disegni che
riprendano motivi ornamentali tradizionali locali.
Trattamenti di pulitura, vernici opache o trasparenti di protezione
Utilizzo di vernici micacee o protettive
Non è consentito lasciare a vista il ferro zincato.
- Art. 14 - TINTEGGIATURE
Valorizzazione cromatica della città antica
Mantenimento della differenziazione cromatica tra i particolari architettonici sporgenti, realizzati in intonaco
sagomato (cornicioni, cornici di porte e finestre, timpani, cimase, fasce marcapiano, zoccolature, lesene, bugne
angolari, mensole, ecc...) e la superficie muraria.
Mantenimento della differenziazione cromatica tra tipi edilizi contigui
Eliminazione di tinteggiature per tipologia e cromia ritenute incongrue.
Riproposizione dell’effetto di “velatura” per le nuove tinteggiature da realizzare sull’edilizia antica.
Riproposizione dell’effetto di compattezza ed omogeneità per le nuove tinteggiature da realizzare sull’edilizia del
Novecento o significativamente trasformata nel Novecento.
2. Interventi previsti:
Rifacimento con le stesse caratteristiche del preesistente | Rifacimento con materiali diversi dai precedenti |
Restauro.
3. Materiali
I materiali usati per le tinteggiature dovranno avere buona resistenza all’acqua piovana, coadiuvare l’intonaco
nella sua azione di traspiranza, mantenere a lungo consistenza, aderenza al supporto e colore.
È’ raccomandato l’uso di tinteggiature tradizionali a base di latte di calce e terre coloranti (riconducibili alla
gamma cromatica riportata in apposito Allegato 2 ) eventualmente miscelate con fissativo.
È’ ammesso l’uso di tinteggiature a base di silicati con contenuto di resine non superiore al 3%.
È’ comunque ammesso l’uso di prodotti industriali purché rispondenti ai requisiti sopra descritti.
È’ ammesso, anche se non preferibile, l’uso di ossidi al posto delle terre minerali naturali.
Non sono ammesse pitture lavabili o a base di resine epossidiche, poliuretaniche o acriliche né vernici al quarzo
plastico .
4. Tecniche
Tutte le parti esterne degli edifici intonacati devono essere tinteggiate
Si raccomanda l’utilizzo di tecniche tradizionali quali:
 stesura su intonaco fresco o semi fresco data molto densa e con pennello largo e rigido per ottenere un
effetto di trasparenza e naturalezza, entro un giorno dalla stesura dell’intonaco;
 stesura su intonaco asciutto data sempre con pennello largo;
 stesura a velatura, non coprente, nel caso di tinteggiatura a base di silicati;
E’ vietato l’uso della tecnica di stesura a spatola
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1. Finalità dell’intervento
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LINEE GUIDA PER INTERVENTI NEL CENTRO STORICO
In presenza di quinte stradali derivanti da edifici accorpati o frazionati si procederà:
 nel caso di più unità, seppur appartenenti ad un'unica proprietà, che evidenzino ancor oggi la propria
autonomia formale (diversi allineamenti orizzontali di marcapiani e finestre, differente assetto dei piani
terra, diversa altezza di fabbricati) la tinteggiatura dovrà prevedere differenze cromatiche anche di semplice
tonalità
 nel caso di inequivocabile tipologia originaria di unico manufatto edilizio, seppur frazionata nel tempo in più
proprietà, è fatto d’obbligo avere unica cromia della quinta.
Le superfici dovranno essere dipinte con colorazioni dedotte dalle tracce originali, spesso reperibili nelle parti
maggiormente protette delle facciate (sotto i cornicioni, i davanzali, i balconi), in mancanza di queste, verranno
adottati i colori presenti nella gamma cromatica individuata nell’allegato 2. L’eventuale scelta di non riproporre il
colore originaria dovrà essere adeguatamente motivata da valutazioni in merito all’armonico inserimento
dell’edifico nel contesto ambientale.
Sono vietate le coloriture parziali degli edifici (riferimento REC )
- Art. 15 - ELEMENTI ACCESSORI
- Art. 16 - INSEGNE DI ESERCIZIO, TARGHE MONUMENTALI, TARGHE STRADALI, NUMERI CIVICI, IMPIANTI
PUBBLICITARI
1. Finalità dell’intervento
2. Interventi previsti:
Restauro | Adeguamento funzionale | Realizzazione ex novo
3. Materiali
Ferro verniciato (per i colori vedi allegato 2)
Rame e sue leghe (ottone, bronzo…)
Acciaio satinato opaco – acciaio Corten
Legno
Laterizio
Plexiglass – vetro temprato
Stampe su pellicole
Vietato l’utilizzo di materiali plastici salvo i sopra riportati.
4. Tecniche
L’insegna non potrà sporgere più di 10 cm rispetto alle pareti verticali.
Per le attività poste in fabbricati con portici sono consigliate serigrafie sulle vetrine.
Non è consentito deturpare la partitura e decorazioni architettoniche di facciata. Dimensioni e caratteristiche
delle insegne sono da ipotizzarsi sulla base di un corretto rapporto di scala con l’organismo edilizio.
Non è consentita l’installazione di insegne luminose salvo presentazione di un apposito progetto da sottoporre
alla C.O.
In generale eventuale illuminazione dell’insegna dovrà avvenire attraverso l’uso d’idonei proiettori a fasci
luminosi rivolti verso il basso.
Non sono consentite insegne a bandiera
Le targhe professionali, sono ammesse nella dimensione massima di un A4 orizzontale. Vanno realizzate in
metallo (ottone, acciaio corten…. escluso alluminio e altri materiali con finitura lucida) o in materiale trasparente
(plexiglass, vetro o altro materiale che garantisca comunque nel tempo il decoro) distaccato dalla parete.
Soluzioni con materiali diversi sono ammissibili purché inserite in un progetto generale riguardante l’intera
facciata. Nello stesso fabbricato se vengono installate più targhe queste devono essere degli stessi materiali,
forma e colore di quelle preesistenti (se congrue) e posizionate in maniera ordinata. Le targhe non possono
essere collocate ad alterazione delle strutture architettoniche dell’edificio.
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Salvaguardare l’integrità dell’immagine complessiva della città antica
Salvaguardare e valorizzare elementi accessori storicizzati.
Sostituire materiali e tipologie incongrue.
Introdurre nuovi accessori funzionali in armonia con il contesto architettonico ambientale del centro storico.
Introdurre un approccio progettuale complessivo degli esercizi commerciali attento al rapporto tra elementi di
esposizione(vetrine arredi etc..) e comunicazione (insegne)
Sollecitare l’adozione di una linea di un’immagine coordinata di comunicazione commerciale e di orientamento
nella città.
Evitare la collocazione di elementi aggettanti e sporgenti rispetto ai fronti stradali che oltre presentare eventuali
problemi di sicurezza della circolazione pedonale e carrabile, o creare inquinamento della prospettiva stradale,
ingombro, interferenza visuale con altri elementi o valori del paesaggio urbano.
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LINEE GUIDA PER INTERVENTI NEL CENTRO STORICO
Le targhe monumentali devono essere realizzati con materiali tradizionali quali pietra, travertino, escludendo
materiali plastici. Devono essere di dimensioni tali da non alterare gli elementi architettonici e decorativi degli
edifici.
I numeri civici potranno essere realizzati in terracotta, in maiolica, in ferro o in pietra di dimensioni, caratteri
formali coerenti con quelli esistenti. E’ escluso l’uso di materiale plastico.
Le cassette postali in generale non dovrebbero essere collocati a rilievo sul prospetto e su porte e portoni. Si
consiglia, dove possibile la realizzazione di cassette postali incassate in modo da lasciare in vista solo la
fessura.
Elementi accessori da collocare su edifici vincolati o inseriti nell’elenco catalografico della Regione sono
sottoposti a parere della C.O. In questo caso non sono ammesse tipologie di supporto invasive.
CAPO 3
INTERVENTI SU COPERTURE
- Art. 17 - CONFIGURAZIONI COPERTURE
1. Finalità dell’intervento
Mantenimento della configurazione geometrica tradizionale delle coperture storicizzate
Eliminazione di geometrie incongrue delle coperture con il ripristino della conformazione originale o con nuove
configurazioni più consone ai caratteri architettonici degli edifici e del contesto.
Miglioramento delle prestazioni energetiche della copertura
2. Interventi previsti:
Revisione funzionale | Consolidamento | Rifacimento | Realizzazione ex novo
3. Materiali
Fasciature e tiranti in metallo ai fini del consolidamento
Massimo riutilizzo di strutture in legno
Materiali tradizionali e/o bioecologici per i sistemi di impermeabilizzazione e isolamento termoacustico.
In caso di rifacimento è preferibile la realizzazione di strutture di copertura in legno e materiali tradizionali.
Tecniche
Sono ammesse modifiche alle coperture che non incidano in maniera significativa sulla geometria complessiva
che non pregiudichino il carattere tradizionale e il rapporto con il contesto
E’ ammesso l’aumento dell’altezza del pacchetto ai fini dell’incremento delle prestazioni energetiche così come
previsto dal R.E.C. E’ ammesso l’incremento complessivo dell’altezza di gronda conseguente al miglioramento
sismico fino ad un massimo di 30 cm -. Non è possibile operare per singole porzioni di tetto in caso di manufatti
edilizi che si configurano come unico fabbricato, a meno che non siano già presenti sfalsamenti di tetto.
E vietata la realizzazione dello sdoppiamento di falda a pendenze diverse.
- Art. 18 - MANTO DI COPERTURA
1. Finalità dell’intervento
Mantenimento del cromatismo generale della città storica
Conservazione della tipologia di copertura tradizionale (coppi in filari concavi e convessi)
Eliminazione di materiali di copertura ritenuti incongrui (olandesi, portoghesi, eternit, tegole, lamier ondulata
etc…)
2. Interventi previsti:
Revisione funzionale sostituzione parziale sostituzione integrale con coppi antichi | Realizzazione ex novo
3. Materiali
Massimo riutilizzo di materiali di recupero ancora funzionali provenienti dallo stesso manto di copertura.
Utilizzo di coppi provenienti dal recupero di materiali. Nel caso di integrazione parziali di dimensioni e colori simili
all’esistente.
E’ ammesso l’uso di nuovi coppi di fattura industriale di colore compatibili con l’esistente esclusivamente in
posizione di sottocoppo
E’ da escludersi l’utilizzo di tegole di tipo marsigliese, olandese, portoghesi etc…
In caso di manutenzione straordinaria del tetto vi è obbligo di sostituire eventuali materiali incongrui con coppi di
recupero e sottocoppi industriali
4.
Tecniche
Gli elementi di recupero vanno disposti nello stato esterno del manto di recupero potendo utilizzare nuovi
materiali nello strato sottostante.
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4.
13
LINEE GUIDA PER INTERVENTI NEL CENTRO STORICO
Al fine di assicurare uniformità ai manti di copertura e’ reso obbligatorio l’intervento unitario della copertura
rispetto al manufatto edilizio e in relazione alla proprietà
- Art. 19 - TERRAZZE DI COPERTURA
Nella realtà morfologica del centro storico il sistema di coperture rappresenta un elemento di riconoscibilità
architettonica e cromatica della città antica. Il ripristino delle coperture a falda in sostituzione di terrazzi sui tetti
realizzati nel tempo se pur auspicabile non è possibile, considerando anche le sempre più numerose richieste di
tale tipo di intervento in falda. Per tale motivo pur escludendone la realizzazione in edifici vincolati ai sensi del
D.Lgs n. 42/2004 in generale tale realizzazione potrà essere consentita a seguito di attenta valutazione della
C.O. delle caratteristiche espositive e panoramiche, delle modalità di aggregazione delle coperture, anche in
relazione all’articolazione delle falde. Per gli edifici oggetto della campagna catalografica dovrà essere acquisito
il parere della competente Soprintendenza.
1. Finalità dell’intervento
Ricucitura e valorizzazione del complesso di coperture del centro storico
Riqualificazione di terrazze piane di copertura incongrue
Realizzazione di piccoli terrazzi nelle falde del tetto al fine del riutilizzo di sottotetti
Riqualificazione di lastrici solari di volume interrati
2. Interventi previsti:
Riparazione con sostituzione di elementi incongrui Rifacimento con riqualificazione complessiva dell’elemento |
Eliminazione di terrazzo piano di copertura con sostituzione di coperture a falda | Realizzazione ex novo di
terrazzini incassati nelle falde del tetto
Mattoni di recupero per gli elementi da lasciare a faccia vista, mattoni di nuova fabbricazione per gli elementi da
intonacare.
Laterizio per pavimentazioni
Ferro o corten per ringhiere
Non è possibile l‘utilizzo anche in caso di semplice sostituzione, di materiali incongrui
In caso d’intervento sulle guaine impermeabilizzanti è fatto d’obbligo la copertura con elementi in laterizio
In caso di interventi di manutenzione ordinaria non è concesso l’uso di vernici impermeabilizzanti di colori
incongrui (nero – verde – rosso ….)
4. Tecniche
Utilizzo di tecniche tradizionali relative alle costruzioni di murature in mattoni a vista o in laterizio intonacato.
L’inserimento di ringhiere e parapetti devono essere realizzati integrati al sistema facciate-tetto.
5. Tetto verde in caso di lastrici solari di volumi interrati in zone di pendio
6. Particolari
Le variazioni di posizione e dimensioni sono possibile in funzione di motivate esigenze funzionali e rispetto di
specifiche normative tecniche.
Nel caso di nuovi terrazzini incassati nella falda del tetto la collocazione dal filo di gronda dovrà essere arretrata
di almeno 90 cm . Sarà comunque vietata la modifica dell’inclinazione della falda del tetto esistente. Solo in casi
particolari dovuti ad esigenze legate all’altezza del sottotetto si potrà autorizzare in corrispondenza della
larghezza della porta di uscita al terrazzo una modifica dell’altezza del colmo fino ad un massimo di cm. 30
- Art. 20 - CANNE FUMARIE, TORRINI ESALATORI
1. Finalità dell’intervento
Tutela degli elementi storicizzati
Conservazione delle caratteristiche tipologiche /costruttive tradizionali
Riproposizione delle forme e delle tecniche costruttive preesistenti
Adeguamento funzionale degli impianti
2.
Interventi previsti:
Riparazione | Restauro | Rifacimento con le stesse caratteristiche del preesistente nel caso di elemento
tradizionale | Rifacimento con materiale diverso dai precedenti | Realizzazione ex novo
3. Materiali
Mattoni di recupero per gli elementi da lasciare a faccia vista, mattoni di nuova fabbricazione per gli elementi da
intonacare.
Coppi di recupero per il coronamento di comignoli e canne fumarie
Rame per canne fumarie, torrini di esalazione
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3. Materiali
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LINEE GUIDA PER INTERVENTI NEL CENTRO STORICO
Non è possibile l‘utilizzo anche in caso di semplice sostituzione, di materiali incongrui: prefabbricati in cemento,
fibrocemento etc…per i comignoli; acciaio a vista per le canne fumarie; materiale plastico a vista per le condotte
di esalazione
4.
Tecniche
Utilizzo di tecniche tradizionali relative alle costruzioni di murature in mattoni a vista o in laterizio intonacato e/o
inserimento di elementi in rame o laterizio.
Nel caso di elementi intonacati la coloritura dovrà essere con tinte in sintonia cromatica con la copertura.
Le variazioni di posizione e dimensioni è possibile in funzione di motivate esigenze funzionali e rispetto di
specifiche normative tecniche.
Nel caso di nuova posizione la collocazione dal filo di gronda dovrà essere almeno pari allo spessore del muro di
prospetto.
Non è possibile la costruzione di canne fumarie esterne in aderenza a prospetti prospicienti spazi pubblici quali
ad esempio piazze, corti, giardini o anche vie principali.
Negi spazi privati e fatto d’obbligo garantire il minor impatto visivo.
Le canne fumarie esterne dovranno avere andamento rettilineo (salvo provata impossibilità) continuo dal
basamento alla copertura.
Sono consentiti condotti e comignoli in rame nel caso di esigenze particolari
Nel caso di posizionamento di più comignoli è consigliabile il loro raggruppamento
- Art. 21 - ALTANE, LUCERNAI
Non è consentita la realizzazione ex novo di altane e lucernai negli edifici vincolati ai sensi del D.Lgs. n.
42/2004.
1. Finalità dell’intervento
Conservazione delle caratteristiche tipologiche /costruttive tradizionali
Riproposizione delle disposizioni, delle forme e delle tecniche costruttive preesistenti
Esigenze funzionali compatibili all’uso dei sottotetti consentito dalle normative da realizzarsi in armonia e rispetto
dei caratteri storico tipologici dei manufatti edilizi
Interventi previsti:
Riparazione | Rifacimento con le stesse caratteristiche del preesistente nel caso di elemento tradizionale |
Rifacimento con materiale diverso dai precedenti | Realizzazione ex novo di lucernai fino ad un massimo del 10
% della falda di tetto sul quale insiste il manufatto
3. Materiali
Mattoni di recupero per gli elementi da lasciare a faccia vista, mattoni di nuova fabbricazione per gli elementi da
intonacare.
Coppi di recupero per la copertura
Legno a vista o ferro verniciato in color ferro micaceo, marrone scuro o infissi in corten.
Scossaline in rame
Non è possibile l‘utilizzo anche in caso di semplice sostituzione, di materiali incongrui
4.
Tecniche
Nel caso di elementi intonacati la coloritura dovrà essere in tinte neutre in sintonia cromatica con la copertura
Utilizzo di tecniche tradizionali relative alle costruzioni di murature in mattoni a vista o in laterizio intonacato
I lucernari vanno posizionati lungo la pendenza della falda del tetto a condizione che la superficie vetrata sia
inferiore al 20% della falda stessa e di massima in numero non superiore 2 per ogni falda.
Non è ammesso l’uso, per i lucernai, di cupolini o altre forme posizionate in evidente rilievo rispetto al filo
esterno della copertura, fatto salvo il posizionamento di sistemi per il trasporto della luce naturale all’interno dei
locali (tubi di luce).
5. Particolari
Le variazioni di posizione e dimensioni è possibile in funzione di motivate esigenze funzionali e rispetto di
specifiche normative tecniche.
Nel caso di nuova posizione la collocazione dal filo di gronda dovrà essere almeno pari allo spessore del muro di
prospetto.
- Art. 22 - CORNICIONI
1. Finalità dell’intervento
Conservazione delle caratteristiche tipologiche /costruttive tradizionali dell’elemento
Riproposizione nelle proporzioni, nelle dimensioni , delle tecniche costruttive preesistenti, di materiale nel caso
di ricostruzione per documentata irrecuperabilità
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2.
15
LINEE GUIDA PER INTERVENTI NEL CENTRO STORICO
2. Interventi previsti:
Restauro e consolidamento | Rifacimento con le stesse caratteristiche del preesistente nel caso di elemento
tradizionale
3. Materiali
Massimo riutilizzo di materiale in cotto di recupero
Utilizzo di laterizio simile all’originale per dimensione, forma , colore per integrare e ricostruire parti mancanti
Mattoni, possibilmente di recupero, per cornicioni in laterizio a vista;
Mattoni nuovi solo per cornicioni in laterizio intonacati;
Materiale lapideo, per cornicioni in pietra;
Conglomerati cementizi di composizione simile a quelli in opera, per l’integrazione delle parti mancanti, negli
elementi decorativi novecenteschi;
Travicelli in legno, mensole in legno, tavelle, possibilmente di recupero e tavolato, per gli sporti e/o cornicioni.
Intonaco modanato
Rifacimento consentito solo in presenza di materiali incongrui (“travicelli” in c.a. prefabbricati, tavelloni in
laterizio, legname perlinato, solettine in c.a., ecc...), da sostituire con i materiali tradizionali.
Non sono ammessi: travicelli in c.a. prefabbricati, tavelloni in laterizio, legname perlinato in luogo del tradizionale
tavolato, solettine in c.a., anche se intonacate, o altri elementi impropri.
4. Tecniche
Pulitura mediante opportuni lavaggi, spazzolature, carteggiature.
Riparazioni, rifacimenti, realizzazione ex novo in laterizio, o modanature in cemento o stucco, con malta analoga
all’esistente
Realizzazione ex novo in laterizio che ripropongano tipologie esistenti nella città storica
È raccomandato l’uso di malta costituita da leganti tradizionali.
- Art. 23 - CANALI GRONDA, DISCENDENTI PLUVIALI
Conservazione di elementi in rame o in ghisa storicizzati che mantengano la propria funzionalità
Conservazione di gocciolatoi, sifoni o latri elementi decorativi eventualmente esistenti
Miglioramento funzionale del sistema di raccolte d’acqua senza perdere i caratteri morfologici e cromatici della
città antica
2. Interventi previsti:
Riparazione | Restauro | Sostituzione
3. Materiali
Utilizzo di gronde e discendenti di sezione circolare
Rame
Ghisa
Ferro brunito e rame per elementi di ancoraggio (cicogne, anelli etc)
Si esclude materiale plastico, acciaio, lamiera zincata verniciata
4.
Tecniche
Posizionamento dei discendenti secondo una linea verticale e disponendo gli stessi, se possibile, alle estremità
della facciata evitando che coprano particolari architettonici e decorativi.
Il posizionamento dei discendenti deve privilegiare l’estremità della facciata, in particolare nelle zone di
intersezione di due edifici contigui. Posizioni intermedie sono consentite a condizione che l’elemento verticale
dei discendenti si inserisca nel disegno della facciata
La parte terminale del discendente dovrà raccordarsi, se presente, con la fognatura comunale, e dovrà essere
realizzata per l’altezza di 150 cm in ghisa o in ferro trattato e verniciato di spessori adeguati per sopportare urti.
Nel caso di eventuali canali e aggetti di gronda di rilevante interesse storico artistico sono ammessi interventi di
restauro e consolidamento, salvo provata impossibilità per l’avanzato stato di degrado, che rende obbligatorio la
sostituzione con elementi di forma, materia, cromia e tecnologie uguali al preesistente.
CAPO 4
ADEGUAMENTO NORMATIVO IGIENICO SANITARIO- SERVIZI TECNOLOGICI –SOSTENIBILITÀ
- Art. 24 - SERVIZI IGIENICO/SANITARIO, SERVIZI TECNOLOGICI
1. Finalità dell’intervento
Comune di Ripatransone
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1. Finalità dell’intervento
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LINEE GUIDA PER INTERVENTI NEL CENTRO STORICO
Evitare nel posizionamento degli scarichi, reti idriche, reti di servizio, operazioni invasive, cercando di
concentrare colonne montanti e tubazioni in adeguati alloggiamenti che non implichino demolizioni generalizzate
delle murature portanti.
Nella ristrutturazione degli alloggi operare in una visione generale che prospetti soluzioni unitarie rispetto alla
globalità del fabbricato
Nel caso dell’impossibilità nel trovare soluzioni di adeguamento funzionali interne, la collocazione all’esterne di
tubazioni e colonne montanti deve trovare adeguate forme di mimetizzazione, dietro aggetti, discendenti etc…;
la collocazione di nicchie di alloggiamento di apparecchiature (contatori etc…), oltre a dover essere valutata in
funzione di problematiche strutturali per evitare soluzioni invasive in particolari lungo le facciate prospettanti vie
o spazi pubblici o in presenza di partiture compositive delle stesse, collocando i necessari elementi tecnologici
sulle facciate interne o laterali.
Nel caso di pareti verticali di nuova costruzione le nicchie di alloggiamento vanno previste nella composizione
d’insieme dalla facciata
In particolare:
per le tubazioni e le canalizzazioni:
- si devono evitare andamenti tortuosi
- non si possono nascondere elementi architettonici o decorativi
- si deve rispettare l’integrità di aggetti di cornici orizzontali
- si devono dipingere con opportune colorazioni che permettano la maggior mimesi possibili le tubazioni in
ferro
per le nicchie di alloggiamento:
- si devono evitare posizionamenti casuali, disponendo preferibilmente le nicchie a filo o in asse con le
aperture adiacenti
2. Interventi previsti
Riparazione | Ammodernamento | Integrazione | Sostituzione totale | realizzazione di nuovi servizi inserimento di
impianti in funzione dell’adeguamento igienico- sanitario previsto dalle norme
Nel caso di tubazioni e canalizzazioni, fatto salvo l’impossibilità dovuta al rispetto delle normative vigenti, è
necessario privilegiare rame o metallo verniciabile di colore scuro.
Non è consentito l’uso di nicchie con sportelli in plastica o in alluminio
E’ consentito l’uso di sportelli e telai in ferro da rivestire con intonaci o mattoni nella stessa tessiture e cromia
della facciata
4. Tecniche
Prevedere, nel caso di tubazioni interne al manufatto, cavedi esterni alle murature
Nel caso di canalizzazione esterne prevedere le stesse, o eventuali rivestimenti esterni, in rame o in ferro
verniciato o apposite colonne di risalite realizzate in armonia compositiva e materica con la facciata.
Gli sportelli per le nicchie, necessarie all’alloggiamento di apparecchiature su pareti esterne, dovranno essere
sempre collocati a “filo muro” e, nel caso di pareti intonacate, tinteggiati dello stesso colore della facciata; nel
caso di pareti in mattoni facciavista, dovranno essere rivestiti di mattoni, con l’ausilio di telaio di supporto.
E’ possibile nel caso di una rilettura compositiva generale della facciata prevedere la copertura degli sportelli in
metallo lavorato a laser che possano configurarsi come elemento dell’insieme.
- Art. 25 - INTEGRAZIONE NUOVE TECNOLOGIE
1. Finalità dell’intervento
Permettere l’inserimento d impianti speciali quali antenne, parabole, climatizzazione, mitigandone l’impatto
Inserire elementi accessori quali campanelli, citofoni, videocitofoni, cassette postali, nel rispetto dei caratteri
morfologici delle facciate
Salvaguardare gli elementi accessori storicizzati
Tutelare porte, portoni, stipiti, cornici di calore storico artistico
2. Interventi previsti:
Riparazione | Sostituzione | Inserimento exnovo
3. Materiali e tecniche
Non è consentita l’installazione di impianti tecnologici a vista quali pompe di calore, unità motocondensanti etc…
Qualora sia necessario dover installare obbligatoriamente su affacci pubblici tali elementi è reso d’obbligo un
progetto accurato di integrazione rispetto alla quinta stradale da sottoporre alla C.O.
Non è ammessa l’installazione a vista di apparecchi di climatizzazione sulle facciate prospicienti le strade e gli
spazi pubblici. Apposite nicchie vanno previste nella realizzazione di nuove murature ;
E’ ammessa l’installazione di un'unica antenna e/o parabola (di colore uniforme e senza simboli o scritte visibili a
distanza) per ogni fabbricato da collocarsi nella posizione meno visibile dalle strade e spazi pubblici;
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3. Materiali
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LINEE GUIDA PER INTERVENTI NEL CENTRO STORICO
Sono vietate le discese dell’antenne mediante cavi volanti (rif. Art 67 del REC tipo regione marche)
Le parabole devono essere di dimensioni inferiori al metro, possibilmente di colore scuro e devono essere prive
di logotipi e scritte pubblicitarie al fine di mitigarne il più possibile la presenza nel tessuto storico della città.
L’apposizione di campanelli, citofoni e videocitofoni deve avvenire preferibilmente negli sguinci del vano porta,
ma non sugli stipiti lapidei o stipiti in laterizio individuabili come elemento architettonico. Nel caso d’impossibilità,
la collocazione non deve alterare e coprire elementi architettonici.
E’ ammessa l’installazione di campanelli su portoni d’ingresso di recente fattura
Nel caso di più unità abitative non sono ammessi singoli campanelli, ma va prevista un'unica pulsantiere.
Gli apparecchi devono essere realizzate con materiali consoni alla tradizione della città storica: materiale lapideo
locale, laterizio, ottone, bronzo. Sono vietati i dispositivi in alluminio o materiali plastici.
- Art. 26 - SOSTENIBILITÀ
1. Finalità dell’intervento
Miglioramento prestazioni energetiche dell’edilizia storica.
2. Interventi previsti:
Realizzazione exnovo di cappotti termici | Realizzazione ex novo di termointonaco
3. Materiali
Materiali naturali: quali sughero, fibra di legno etc
Intonachino a base di calce
Termointonaci a base di materiali naturali: malte a base di calce naturale, sughero, rocce vulcaniche, etc
4. Tecniche
CAPO 5
AREE ESTERNE
- Art. 27 - SISTEMAZIONI ESTERNE , CORTI, ORTI URBANI , MURI DI RECINZIONI
1. Finalità dell’intervento
Conservare e riqualificare i vuoti del tessuto urbano che costituiscono elemento peculiare delle tipologie edilizie
in esso presenti.
Valorizzare i vuoti urbani quali possibili elementi di ricucitura del tessuto ponendo particolare attenzione alla
potenzialità panoramiche di tali spazi
Salvaguardare elementi di recinzione storicizzati
Recuperare orti urbani attraverso la sistemazione di aree interne al centro storico con vegetazioni di tipo
autoctono
2. Interventi previsti:
Riparazione | Restauro | Sostituzione | Integrazione | Rifacimento ex novo
3. Materiali
In pietra calcarea
In mattoni fatti a mano o di recupero
In acciottolato a spacco
Conglomerato architettonico lavato a inerte selezionato colorazioni ocra
Non sono ammesse pavimentazioni in porfido e gres porcellanato.
Specie vegetali autoctone
4. Tecniche
Non è consentito frazionare le corti (intese come spazi aperti entro un unico manufatto edilizio all’interno
dell’unità tipologica con opere fuori terra.
Le murature di recinzione possono essere intonacate e colorate nel rispetto del contesto urbano, o realizzate in
muratura a faccia vista (laterizi a mano o di recupero, pietre locali) secondo le tecniche costruttive tradizionali.
Comune di Ripatransone
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Gli interventi sono permessi solo su pareti intonacate o da intonacare (vedi riferimento art 4 comma 3) e salvo
presenza di elementi decorativi sui prospetti (modanature, fasce marcapiano etc ) per il quale l’intervento
andrebbe a modificare i caratteri della facciata.
Sono ammessi spessori massimi di 10 cm.
Non è permesso l’intervento su pareti prospicienti strade, piazze, spazi pubblici.
Nel caso di pareti secondarie intonacate e pareti principali in muratura a faccia vista dovranno essere presi
accurati accorgimenti per armonizzare l’intervento con i caratteri della prospetto
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LINEE GUIDA PER INTERVENTI NEL CENTRO STORICO
Non è consentito l’uso di rete metallica se non in casi particolari di spazi non visibili da spazi pubblici e sempre
accoppiati con siepi di specie autoctone.
- Art. 28 - PAVIMENTAZIONI ESTERNE
La pavimentazione va considerata il tessuto connettivo del centro storico e come tale deve essere caratterizzata
da coerenza e armonia formale nella scelta della tipologia delle varie pavimentazioni al fine di giungere a un
omogeneità d’immagine complessiva, rispettosa della morfologia del sistema di percorrenza e di congruenza
con il contesto.
In ogni intervento la valutazione sulla scelta dei materiali dei materiali dovrà essere motivata e fondata su
conoscenze storiche delle pavimentazioni esistenti. La scelta della tipologia di pavimentazione dovrà inoltre
essere effettuata anche su considerazioni funzionali, di sicurezza dell’utenza e di abbattimento delle barriere,
sostituendo, dove sia possibile senza danneggiare i caratteri storico artistici del contesto, gradini a rampe.
In linea generale è prioritario l’obbligo in qualsiasi intervento di procedere con la sostituzione di pavimentazioni
incongrue.
Negli interventi è inoltre necessario verificare lo stato di raccolta delle acque piovane.
La presenza di marciapiedi all’interno del centro storico è generalmente ritenuta incongrua. Valutazioni devono
essere fatte nelle zone adiacenti o in alcuni parti del centro storico la cui presenza è dovuta ad esigenze di
sicurezza rispetto alle percorrenze carrabili, ma anche di fruizione del paesaggio. A tal fine gli interventi si
riferiscono ad un infrastruttura rispettosa dei caratteri morfologici del centro come base dell’edificato rispetto al
piano orizzontale.
1. Finalità dell’intervento
Salvaguardare le pavimentazioni storicizzate
Garantire la funzionalità
Garantire la sicurezza nella percorribilità pedonale
Riqualificare spazi pubblici e privati.
Privilegiare l’abbattimento delle barriere architettoniche
Eliminare pavimentazioni incongrue
Migliorare il sistema di raccolta delle acque
2. Interventi previsti:
3. Materiali
Pietra calcarea o arenaria (spessore minimo 8 cm | larghezza 10-25 cm | lunghezza 15 -40 cm )
Mattoni compatti e poco porosi ad alta resistenza alla gelività
Acciottolato a spacco (diametro 8-18 cm)
Conglomerato cementizio architettonico
Non sono consentite pavimentazioni in porfido, gres porcellanato, clinker, ceramica, asfalto
Tombini e griglia in ghisa o eventualmente in ferro rivestito con lo stesso materiale della pavimentazione, non
sono ammesse coperture in resina o altro materiale
4. Tecniche
La sottostruttura della pavimentazione, fondo di terra, o soletta in c.a su sottofondo in pietrisco, dipenderanno
dalle sollecitazioni che andranno a interessare il piano di calpestio al fine di garantire nel tempo la continuità
della pavimentazione senza cedimenti e avvallamenti, con una puntuale valutazione rispetto agli effetti di un
eventuale impermeabilizzazione del suolo.
Le strade carrabili devono essere selciate o basolate con pietra arenaria disposta trasversalmente, segnalando
la delimitazione del percorso carrabile con delle cordonate in pietra longitudinali e orientando diversamente le
pietre nelle zone ‘salvapedone’.
Nel caso di utilizzo di selciati a ripresa della tradizione, i ciottoli debbono essere i dimensioni uniformi spaccati,
avendo cura di porli a contatto tra loro..
Per questione di sicurezza nella percorrenza pedonale non possono essere utilizzati selciati nelle vie a
pendenza maggiore del 8%. In questo caso anche gli elementi in pietra, nel caso non presentassero scabrosità
naturali vanno lavorati a mano o meccanicamente o, in casi particolari, sulla facciata superiore andrà segnati dei
canaletti antiscivolo.
Nella ricostruzione, risanamento di parti di pavimentazione esistenti il tipo di lavorazione e il dimensionamento
degli elementi deve corrispondere all’esistente, ponendo attenzione nel caso di un intervento di rimozione e
ricostruzione , a ricollocare nella stessa posizione gli elementi ed eventualmente eliminando parti ritenute
incongrue.
In ogni caso deve essere garantita nel tempo la durabilità, resistenza meccanica e manutenzione della
pavimentazione.
Nel caso di realizzazione degli antichi ammattonati, quali ad esempio elementi posti a spina trasversalmente e
cordonature longitudinali, prevedere nel caso finiture idrorepellenti che conservino la traspirabilità del materiale.
Comune di Ripatransone
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Riparazione | Sostituzione | Integrazione | Rifacimento ex novo
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LINEE GUIDA PER INTERVENTI NEL CENTRO STORICO
L’utilizzo di cemento architettonico è concesso a seguito di attenta valutazione progettuale da sottoporre a
parere della competente Soprintendenza e alla C.O.
Al momento della realizzazione della pavimentazione è necessario verificare il sistema di raccolta delle acque
ponendo particolare attenzione a definire correttamente le quote altimetriche.
- Art. 29 - INTERVENTI SUI SOTTOSERVIZI
1. Finalità dell’intervento
Garantire il mantenimento delle pavimentazioni esistenti
Riqualificare tratti di pavimentazioni esterne
Rifacimento e ammodernamento di linee e condotte di servizio
2. Interventi previsti:
Riparazione | | Integrazione | Rifacimento ex novo
3. Materiali
Vedi art 26
4. Tecniche
In caso d’interventi sotto il piano di pavimentazioni originarie o di valore storico/tipologico/documentario,
l’eventuale rimozione per consentire l’esecuzione dovrà corrisponde ad un accurato ricollocamento nel rispetto
del disegno e delle finiture preesistenti.
E consentito il ripristino con materiali non previsti solo in caso di piccolo interventi su pavimentazioni incongrue
esistenti, Interventi di maggiori dimensioni devono prevedere la sostituzione delle pavimentazioni incongrue
- Art. 30 - ILLUMINAZIONE
L’illuminazione del centro storico va realizzata nel rispetto delle normativa vigenti in particolare della legge
regionale in materia di risparmio energetico e contenimento dell’inquinamento luminoso.
Fatto salvo gli interventi di manutenzione ordinaria, ogni altra tipologia d’intervento ha necessità di un progetto
illuminotecnico da sottoporre a pare della C.O. e della competente Soprintendenza
Rispetto dell’ambiente
Valorizzazione del contesto storico architettonico
Sicurezza nella fruizione della città antica in orari notturni
Efficienza energetica
Coerenza e armonia dell’immagine complessiva del centro storico attraverso la ricerca di unitarietà nella scelta
dei sistemi di illuminazione
2. Interventi previsti:
Riparazione | Sostituzione | Integrazione | Realizzazione ex novo
3. Materiali
Le sorgenti luminose devono avere efficienza luminosa 90 lm/W e un indice di resa cromatica pari o superiore a
80, ed una temperatura colore pari o superiore a 3000° K
Le luci a mensola di fattura artigianale e pregio decorativo vanno conservate e restaurate
4. Tecniche
L’illuminazione sottogronda è consigliata nel caso di geometrie delle quinte stradali uniforme ed in strada con
basse pendenze.
I lampioni e le le lampade fisse nelle vie o piazze non devono essere collocati ad altezza inferiore a mt. 3.00, se
contenute entro 30 cm. all'interno del filo del marciapiede, a mt. 4,50 se altrimenti. (rif REC Regione Marche).
Illuminazione dal basso in alto è consentita solo in casi di valorizzazione architettonica di edific storici a seguito
di presentazione di un apposito progetto illuminotecnici, nelle modalità previste dalla legge regionale
- Art. 31 - ARREDO URBANO
1. Finalità dell’intervento
Valorizzazione del contesto storico architettonico privilegiando la coerenza e armonia dell’immagine unitaria del
centro storico contro eventuali tendenze di casualità e sciatteria, evitando il sovrapporsi e il proliferare di oggetti
o di messaggi visivi, dando al centro un carattere di riconoscibilità.
Inserimento di nuovi elementi di arredo caratterizzate da forme di maggiore semplicità possibile, di linea
contemporanea e di qualità di design che garantiscano oltre che l’idoneità dei materiali per l’uso, facile
manutenzione e limitatamente onerosa
Privilegiare materiali sostenibili in grado di mantenere inalterati a qualsiasi condizione climatica e di resistere ad
eventuali atti vandalici
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1. Finalità dell’intervento
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LINEE GUIDA PER INTERVENTI NEL CENTRO STORICO
Creare un ambiente urbano piacevole che solleciti la fruizione e la permanenza pedonale
2. Interventi previsti:
Riparazione | Sostituzione | Integrazione | inserimento ex novo
3. Materiali e Tecniche
Metallo color scuro , corten , pietra
Il legno è concesso ad esclusione di linee di arredo in stile di montagna
Nella collocazione di oggetti di arredo urbano (panchine, cestini portarifiuti, vasi, delimitazioni….) valorizzare
zone di sosta in funzione alle esigenze di accessibilità della città antica da parte di soggetti svantaggiati (anziani
persone con difficoltà di deambulazione ….) e alla funzione di punti panoramici e di permeazione con il
paesaggio circostante che gli stessi possono avere.
PARTE TERZA
CAPO 6
SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE COMUNALE
- Art. 32 SITC
1. Il Sistema Informativo Territoriale (denominato SITC) è lo strumento informatico con il quale l’Amministrazione
Comunale intende avviare la gestione automatizzata delle proprie banche dati,collegando e interrelando
informazioni e rappresentazioni diverse del territorio
2. La realizzazione del SITC si pone come obiettivi principali
-
garantire la corretta gestione amministrativa delle informazioni
-
offrire un regolare servizio pubblico consolidando processi di semplificazione e trasparenza
- Art. 33 PRESENTAZIONE PRATICHE
1. Al fine di integrare il Sistema Informativo Territoriale Comunale è fatto d’obbligo che tutta la documentazione
della pratica sia presentata su supporto cartaceo e informatico.
2. Tutti gli elaborati grafici dovranno essere geoferenziati e in formato dwg.
3. In caso di nuove costruzioni, ristrutturazioni, restauri conservativi viene inoltre richiesto uno schema in fomato
dwg delle principali superfici che definiscono l’ intervento, sia di tipo urbanistico che architettonico, utili ai fini
della determinazione degli oneri di urbanizzazione e dei costi di costruzione
Comune di Ripatransone
AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI RIPATRASNONE | UFFICIO DI PIANO
3. Il SITC di Ripatransone è implementabile nel tempo
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