elenco quiz prova pre-selettiva
Transcript
elenco quiz prova pre-selettiva
Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 1 1 IN QUALI DEI SEGUENTI AMBITI VIENE SUDDIVISA LA RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE? A) Penale - civile - disciplinare B) Penale – amministrativo – tecnico C) Amministrativo – tecnico- civile 2 CHE COSA E’ UN PIANO DI ASSISTENZA? A) E’ un elemento dell’assistenza B) E’ uno strumento fondamentale del processo assistenziale che contiene: la raccolta dati, l'analisi dei problemi, gli interventi da mettere in atto e la valutazione dell'assistenza per ogni paziente/cliente C) E’ una modalità operativa finalizzata alla buona assistenza 3 QUAL'È LA STRUTTURA DEPUTATA ALL'ORGANIZZAZIONE DELL'ASSISTENZA INFERMIERISTICA DEL PAZIENTE? A) Il Dipartimento di Prevenzione B) Il Controllo di gestione C) Il Servizio delle Professioni Sanitarie 4 CHE NOME POSSIAMO ATTRIBUIRE AD UNA UNITÀ ORGANIZZATIVA PER AREE OMOGENEE IL CUI FINE È LA GESTIONE DELLA COMPLESSITÀ CLINICA E ASSISTENZIALE? A) Distretto B) Ospedale di comunità C) Dipartimento 5 QUAL'È L'ARTICOLAZIONE ORGANIZZATIVA UTILIZZATA DALL'AZIENDA SANITARIA LOCALE PER GARANTIRE L'ADI, L’ASSISTENZA NELLE RSA, L’ASSISTENZA SPECIALISTICA ECC. NEL TERRITORIO? A) Il dipartimento di area critica B) Il distretto C) Il consiglio delle professioni sanitarie 6 QUALI SONO TUTTE LE FASI DEL PROCESSO ASSISTENZIALE? A) La fase informativa e organizzativa B) La fase informativa, organizzativa ed esecutiva C) La fase informativa, organizzativa, esecutiva, valutativa 7 IN AMBITO SANITARIO IL CODICE DEONTOLOGICO È: A) Un documento che riguarda le regole di condotta professionale esclusivamente dei medici B) Un documento che riguarda le regole di condotta professionale di tutti gli operatori sanitari C) Un documento che riguarda le regole di condotta professionale esclusivamente degli infermieri 8 IL DIRIGENTE MEDICO NON DIRETTORE DELLA STRUTTURA: A) Può esercitare il potere disciplinare B) Non può esercitare il potere disciplinare se è presente il Direttore della Struttura C) Può esercitare il potere disciplinare solo in presenza del Capo Sala 9 NELL’AMBITO DI UN PROCEDIMENTO DISCIPLINARE, IN CASO DI TRASFERIMENTO DEL DIPENDENTE, A QUALUNQUE TITOLO, IN UN'ALTRA AMMINISTRAZIONE PUBBLICA, LA SANZIONE: A) E'applicata presso quest'ultima B) Non si può più applicare C) È trasformata in una ammenda 10 NELL’AMBITO DI UN PROCEDIMENTO DISCIPLINARE, IN CASO DI DIMISSIONI DEL DIPENDENTE, SE PER L'INFRAZIONE COMMESSA È PREVISTA LA SANZIONE DEL LICENZIAMENTO IL PROCEDIMENTO DISCIPLINARE: A) Non ha più corso B) Ha egualmente corso C) Si prescrive 11 NELL’AMBITO DEL PROCEDIMENTO DISCIPLINARE COLUI CHE RENDE DICHIARAZIONI FALSE O RETICENTI: A) È soggetto a sanzioni B) È soggetto a sanzioni esclusivamente se si tratta di diffamazione C) Non è soggetto a sanzioni se è in pericolo di licenziamento 12 AI SENSI DELLA COSTITUZIONE ITALIANA LA TUTELA DELLA SALUTE: A) È diritto dell'individuo e interesse della collettività B) È diritto assoluto dell’individuo e della collettività C) È interesse dell’individuo e diritto della collettività 13 IL DIRETTORE GENERALE DELL’AZIENDA SANITARIA LOCALE È: A) Componente di diritto del collegio sindacale della ASL B) Dipendente a tempo indeterminato della ASL stessa C) Organo della ASL Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 2 14 IL DIRETTORE GENERALE DELL’AZIENDA SANITARIA LOCALE È RESPONSABILE: A) Della gestione complessiva dell’azienda B) Per le omissioni penalmente rilevanti dei suoi più stretti collaboratori C) Dell’esito dei ricoveri ospedalieri 15 IL DIRETTORE GENERALE DELL’AZIENDA SANITARIA LOCALE NON PUÒ: A) Essere dipendente a tempo indeterminato di qualsiasi ASL B) Essere dipendente a tempo indeterminato della ASL stessa C) Essere un libero professionista 16 LE ASL SONO DOTATE DI: A) Personalità giuridica pubblica e autonomia imprenditoriale B) Personalità fisica e giuridica allo stesso tempo C) Personalità giuridica privata e autonomia imprenditoriale 17 IL DIRETTORE SANITARIO: A) Nomina i direttori dei servizi sanitari B) Dirige i servizi sanitari ai fini organizzativi ed igienico-sanitari C) Non può partecipare alle riunioni del consiglio dei sanitari 18 IL DISTRETTO: A) Assicura i servizi di assistenza primaria B) Eroga, a carico del servizio sanitario regionale, le prestazioni non ricomprese nei LEA C) Non garantisce servizi di assistenza primaria ai cittadini esenti dal ticket sanitario 19 NELL'AMBITO DELLE RISORSE ASSEGNATE, IL DISTRETTO: A) Non è dotato di autonomia economico-finanziaria B) È dotato di autonomia tecnico-gestionale ed economico-finanziaria C) Non è dotato di autonomia tecnico-gestionale 20 L'ORGANIZZAZIONE DEL DISTRETTO DEVE GARANTIRE: A) L'assistenza primaria, ivi compresa la continuità assistenziale B) L’assistenza sociale C) L’assistenza ospedaliera 21 IL DIRETTORE DEL DISTRETTO: A) Realizza le indicazioni della direzione aziendale B) È autonomo nella realizzazione degli obiettivi definiti delle norme nazionali e regionali C) Realizza le indicazioni della Giunta regionale a cui risponde direttamente 22 IL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE: A) È struttura operativa dell'azienda sanitaria locale B) È una struttura dotata di personalità giuridica privata ed autonomia imprenditoriale C) È una struttura dotata di personalità fisica pubblica ed autonomia imprenditoriale 23 LA LEGGE REGIONALE N. 10/2006 E SMI STABILISCE CHE IL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE DELLA SARDEGNA: A) Assicura, nell'ambito del servizio sanitario nazionale, la tutela della salute come diritto fondamentale della persona e interesse della collettività B) Promuove tutte le iniziative di tutela della salute a garanzia dei cittadini della Sardegna C) Garantisce la salute e la sicurezza sociale nel territorio della Sardegna 24 LA LEGGE REGIONALE N. 10/2006 E SMI STABILISCE CHE LA REGIONE SARDEGNA ASSICURA I LIVELLI ESSENZIALI E UNIFORMI DI ASSISTENZA: A) Garantiti sull'intero territorio regionale e finanziati con risorse pubbliche B) Garantiti sull'intero territorio nazionale e con finanziamenti pubblici e privati C) Garantiti sull'intero territorio della ASL di competenza e finanziati con risorse pubbliche e ticket a carico dei pazienti 25 LA LEGGE REGIONALE SARDA N. 10/2006 E SMI STABILISCE CHE IL PIANO REGIONALE DEI SERVIZI SANITARI: A) Ha durata triennale B) Individua le risorse finanziarie annuali volte a garantire l’assistenza sanitaria su tutto il territorio regionale C) Indica gli obiettivi annuali per le aziende sanitarie della regione 26 L’ACQUISIZIONE DELLA CAPACITÀ FECONDANTE DELLO SPERMATOZOO È DETTA: A) Captazione B) Capacitazione C) Fertilizzazione Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 3 27 DOPO QUANTI GIORNI DALLA FECONDAZIONE AVVIENE L’ANNIDAMENTO DELL’EMBRIONE? A) 3-4 giorni B) 7-8 giorni C) 11-12 28 LA “FUNZIONE NUTRITIVA” DELLA PLACENTA CONSISTE: A) Nella produzione di proteine, peptidi ed ormoni steroidi B) Nell’assunzione da parte del sangue fetale di tutti i principi nutritivi e dell’O2 presenti in quello materno C) Nella capacità di trattenere germi patogeni 29 LA “FUNZIONE PROTETTIVA” DELLA PLACENTA CONSISTE: A) nella produzione di proteine, peptidi ed ormoni steroidi B) nella capacità di trattenere germi patogeni C) nell’assunzione da parte del sangue fetale di tutti i principi nutritivi e dell’O2 presenti in quello materno 30 LA “FUNZIONE ENDOCRINA” DELLA PLACENTA CONSISTE: A) Nell’assunzione da parte del sangue fetale di tutti i principi nutritivi e dell’O2 presenti in quello materno B) Nella capacità di trattenere germi patogeni C) Nella produzione di proteine, peptidi ed ormoni steroidi 31 IL CORDONE OMBELICALE, HA UNA LUNGHEZZA DI CIRCA: A) 30 cm B) 50 cm C) 70 cm 32 A FINE GRAVIDANZA, IL LIQUIDO AMNIOTICO SI AGGIRA INTORNO A: A) Oltre 2000 ml B) 500 – 1200 ml C) 400 – 500 ml 33 IL PERIODO PREEMBRIONALE: A) Dura 2 settimane B) Dura 4 settimane C) Dura 9 settimane 34 IL PERIODO EMBRIONALE VA: A) Dalla nona alla trentottesima settimana di sviluppo B) Dalla terza all’ottava settimana di sviluppo C) Dalla prima alla seconda settimana di sviluppo 35 IL PERIODO FETALE VA: A) Dalla prima alla seconda settimana di sviluppo B) Dalla terza all’ottava settimana di sviluppo C) Dalla nona alla trentottesima settimana di sviluppo 36 IN GRAVIDANZA, I FENOMENI SIMPATICI E LA COMPARSA DI ZONE DI IPERCROMIA CUTANEA SONO: A) Segni di certezza B) Segni di probabilità C) Segni di presunzione 37 IN GRAVIDANZA, LA SOSPENSIONE DEL FLUSSO MESTRUALE E L’AUMENTO DEL VOLUME DELL’UTERO SONO: A) Segni di presunzione B) Segni di probabilità C) Segni di certezza 38 IN GRAVIDANZA, LA PERCEZIONE DEI MOVIMENTI ATTIVI DEL FETO E LA RILEVAZIONE DEL BATTITO CARDIACO FETALE SONO: A) Segni di presunzione B) Segni di probabilità C) Segni di certezza 39 LA PRIMA MANOVRA DI LEOPOLD HA LO SCOPO DI: A) Determinare il rapporto tra la parte presentata ed il bacino B) Determinare la posizione del dorso e delle piccole parti fetali C) Delimitare l’altezza del fondo uterino 40 LA SECONDA MANOVRA DI LEOPOLD HA LO SCOPO DI: A) Determinare il rapporto tra la parte presentata ed il bacino B) Determinare la posizione del dorso e delle piccole parti fetali C) Delimitare l’altezza del fondo uterino Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 4 41 LA TERZA MANOVRA DI LEOPOLD HA LO SCOPO DI: A) Identificare la grossa parte fetale che si trova al di sopra dell’ingresso pelvico B) Determinare il rapporto tra la parte presentata ed il bacino C) Determinare la posizione del dorso e delle piccole parti fetali 42 LA QUARTA MANOVRA DI LEOPOLD HA LO SCOPO DI: A) Identificare la grossa parte fetale che si trova al di sopra dell’ingresso pelvico B) Determinare il rapporto tra la parte presentata ed il bacino C) Determinare la posizione del dorso e delle piccole parti fetali 43 LO STETOSCOPIO OSTETRICO DI PINARD, PERMETTE L’ASCOLTAZIONE DEL BATTITO CARDIACO FETALE (BCF) A PARTIRE DALLA: A) 10 – 12 settimana di gestazione B) 14 – 16 settimana di gestazione C) 18 – 20 settimana di gestazione 44 IL RILEVATORE AD ULTRASUONI (EFFETTO DOPPLER), PERMETTE L’ASCOLTAZIONE DEL BATTITO CARDIACO FETALE (BCF) A PARTIRE DALLA: A) 10 – 12 settimana di gestazione B) 14 – 16 settimana di gestazione C) 18 – 20 settimana di gestazione 45 IL CARDIOTOCOGRAFO VIENE UTILIZZATO PER: A) La registrazione contemporanea della frequenza cardiaca materna e delle contrazioni uterine B) La registrazione contemporanea della frequenza cardiaca materna e della frequenza cardiaca fetale C) La registrazione contemporanea della frequenza cardiaca fetale e delle contrazioni uterine 46 LE MODIFICAZIONI DEL COLLO UTERINO, DELLA VAGINA, DEL PERINEO E DELLA VULVA, SONO DETTE: A) Fenomeni materni o dinamici B) Fenomeni materno – fetali o meccanici C) Fenomeni fetali o plastici 47 LE MODIFICAZIONI DEI RAPPORTI TRA IL CORPO MOBILE ED IL CANALE DEL PARTO, SONO DETTE: A) Fenomeni materni o dinamici B) Fenomeni materno – fetali o meccanici C) Fenomeni fetali o plastici 48 LE MODIFICAZIONI DI FORMA E DI VOLUME A CUI VA INCONTRO LA PARTE PRESENTATA NEL SUO PASSAGGIO NEL CANALE DEL PARTO, SONO DETTE: A) Fenomeni materni o dinamici B) Fenomeni materno – fetali o meccanici C) Fenomeni fetali o plastici 49 L’ESPANSIONE DEL SEGMENTO UTERINO INFERIORE, IL RACCORCIAMENTO E LA SCOMPARSA DEL COLLO DELL’UTERO, LA FORMAZIONE DELLA BORSA AMNIO – CORIALE SONO: A) Fenomeni dinamici o materni B) Fenomeni meccanici o materno - fetali C) Fenomeni plastici o fetali 50 RIDUZIONE, PROGRESSIONE, ROTAZIONE INTERNA SONO: A) Fenomeni dinamici o materni B) Fenomeni meccanici o materno – fetali C) Fenomeni plastici o fetali 51 LE MODIFICAZIONI PLASTICHE DELLA PARTE PRESENTATA ED I TUMORI DA PARTO SONO: A) Fenomeni dinamici o materni B) Fenomeni meccanici o materno – fetali C) Fenomeni plastici o fetali 52 PER “RIDUZIONE DELLA PARTE PRESENTATA” SI INTENDE: A) Il tempo nel quale la parte presentata avanza lungo il canale del parto sotto l’azione della forza B) Il fenomeno per il quale la parte presentata adatta i suoi diametri a quelli dell’ingresso pelvico C) Il tempo durante il quale avviene il passaggio della maggiore conferenza della parte presentata al di là del piano dello stretto superiore 53 PER “IMPEGNO DELLA PARTE PRESENTATA” SI INTENDE: A) Il tempo nel quale la parte presentata avanza lungo il canale del parto sotto l’azione della forza B) Il tempo nel quale la parte presentata adatta i suoi diametri a quelli dell’ingresso pelvico C) Il meccanismo attraverso il quale avviene il passaggio della maggiore conferenza della parte presentata al di là del piano dello stretto superiore Archivio questiti per OSTETRICHE 54 PER “PROGRESSIONE DELLA PARTE PRESENTATA” SI INTENDE: A) Il tempo nel quale la parte presentata adatta i suoi diametri a quelli dell’ingresso pelvico B) Il tempo nel quale la parte presentata avanza lungo il canale del parto sotto l’azione della forza C) Il tempo nel quale avviene il passaggio della maggiore conferenza della parte presentata al di là del piano dello stretto superiore 55 PER “ROTAZIONE INTERNA” DELLA PARTE PRESENTATA SI INTENDE: A) Il tempo nel quale la parte presentata dispone il suo diametro più lungo (sottoccipito - bregmatico), nella stessa direzione del diametro antero – posteriore del canale del parto B) Il tempo nel quale la parte presentata supera il piano perineale e l’anello vulvare ed esce al di fuori del canale del parto C) Il tempo nel quale la parte presentata, già espulsa, compie una rotazione contraria a quella compiuta durante la rotazione interna 56 PER “DISIMPEGNO DELLA PARTE PRESENTATA” SI INTENDE: A) Il tempo nel quale la parte presentata supera il piano perineale e l’anello vulvare ed esce al di fuori del canale del parto B) Il tempo nel quale la parte presentata dispone il suo diametro più lungo (sottoccipito - bregmatico), nella stessa direzione del diametro antero – posteriore del canale del parto C) Il tempo nel quale la parte presentata, già espulsa, compie una rotazione contraria a quella compiuta durante la rotazione interna 57 PER “ROTAZIONE ESTERNA O RESTITUZIONE” DELLA PARTE PRESENTATA SI INTENDE: A) Il tempo nel quale la parte presentata dispone il suo diametro più lungo (sottoccipito - bregmatico), nella stessa direzione del diametro antero – posteriore del canale del parto B) Il tempo nel quale la parte presentata supera il piano perineale e l’anello vulvare ed esce al di fuori del canale del parto C) Il tempo nel quale la parte presentata, già espulsa, compie una rotazione contraria a quella compiuta durante la rotazione interna 58 I FENOMENI MECCANICI DEL PARTO SI COMPIONO: A) In 4 tempi: Riduzione, Rotazione interna, Rotazione esterna o restituzione, Espulsione totale del feto B) In 6 tempi: Riduzione, Progressione, Rotazione interna, Disimpegno della parte presentata, Rotazione esterna o restituzione, Espulsione totale del feto C) In 8 tempi: Preparazione, Riduzione, Impegno, Progressione, Rotazione interna, Disimpegno della parte presentata, Rotazione esterna o restituzione, Espulsione totale del feto 59 QUAL È L’INDICE FETALE NELLA PRESENTAZIONE DI VERTICE? A) La piccola fontanella B) La radice del naso C) La grande fontanella 60 QUAL È L’INDICE FETALE NELLA PRESENTAZIONE DI BREGMA? A) La piccola fontanella B) La grande fontanella C) La radice del naso 61 QUAL È L’INDICE FETALE NELLA PRESENTAZIONE DI FRONTE? A) La piccola fontanella B) La grande fontanella C) La radice del naso 62 QUAL È L’INDICE FETALE NELLA PRESENTAZIONE DI FACCIA? A) La radice del naso B) La grande fontanella C) Il mento 63 QUAL È L’INDICE FETALE NELLA PRESENTAZIONE DI SPALLA? A) La piccola fontanella B) L’acromion C) La grande fontanella 64 QUAL È L’INDICE FETALE NELLA PRESENTAZIONE PODALICA? A) L’osso sacro B) La grande fontanella C) L’acromion Pag. 5 Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 6 65 PER SITUAZIONE SI INTENDE: A) Il rapporto tra la prima grossa parte fetale (parte presentata) e lo stretto superiore del bacino B) Il rapporto tra il maggiore asse del corpo fetale ed il maggiore asse della cavità uterina C) Il rapporto dell’indice della parte presentata e la sua maggiore conferenza con i vari piani del canale del parto 66 PER PRESENTAZIONE SI INTENDE: A) Il rapporto tra la prima grossa parte fetale (parte presentata) e lo stretto superiore del bacino B) Il rapporto tra il maggiore asse del corpo fetale ed il maggiore asse della cavità uterina C) Il rapporto che l’indice della parte presentata fetale assume con gli indici materni 67 PER POSIZIONE SI INTENDE: A) Il rapporto tra la prima grossa parte fetale (parte presentata) e lo stretto superiore del bacino B) Il rapporto tra il maggiore asse del corpo fetale ed il maggiore asse della cavità uterina C) Il rapporto che l’indice della parte presentata fetale assume con gli indici materni 68 PER LIVELLO DELLA PARTE PRESENTATA SI INTENDE: A) Il rapporto tra la prima grossa parte fetale (parte presentata) e lo stretto superiore del bacino B) Il rapporto tra il maggiore asse del corpo fetale ed il maggiore asse della cavità uterina C) Il rapporto dell’indice della parte presentata e la sua maggiore conferenza con i vari piani del canale del parto 69 L’ATTEGGIAMENTO È DATO: A) Dai rapporti che le parti fetali assumono tra loro B) Dal rapporto tra la prima grossa parte fetale e l’ingresso pelvico C) Dal rapporto tra l’indice della parte presentata fetale e gli indici materni 70 QUAL È IL MAGGIOR DIAMETRO DELLA TESTA FETALE? A) Diametro occipito - frontale B) Diametro occipito – mentoniero C) Diametro sottoccipito - bregmatico 71 QUAL È IL MINOR DIAMETRO DELLA TESTA FETALE? A) Diametro occipito - mentoniero B) Diametro occipito - frontale C) Diametro sottoccipito - bregmatico 72 IN UNA GRAVIDANZA FISIOLOGICA, MEDIAMENTE, L’AUMENTO DEL PESO CORPOREO MATERNO È COMPRESO TRA: A) 8-10 Kg B) 10-12 Kg C) 12-14 Kg 73 TRA LE SEGUENTI METODICHE DI DIAGNOSI PRENATALE QUELLA CHE VIENE ESEGUITA AD EPOCA GESTAZIONALE PIÙ PRECOCE È: A) L’Amniocentesi B) La Funicolocentesi C) Il Prelievo dei villi coriali 74 PER POLIDRAMNIOS SI INTENDE: A) L’assenza di liquido amniotico B) L’aumento del volume del liquido amniotico C) La diminuzione del volume di liquido amniotico 75 PER OLIGOIDRAMNIOS SI INTENDE: A) L’assenza di liquido amniotico B) L’aumento del volume del liquido amniotico C) La diminuzione del volume di liquido amniotico 76 PER ANIDRAMNIOS SI INTENDE: A) L’assenza di liquido amniotico B) La diminuzione del volume di liquido amniotico C) L’aumento del volume del liquido amniotico 77 IL PUERPERIO HA UNA DURATA DI CIRCA: A) 6-8 settimane B) 4-6 settimane C) 8-10 settimane 78 LA SORVEGLIANZA DURANTE IL POST – PARTUM È DI A) 4 ore B) 2 ore C) 6 ore Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 7 79 DURANTE IL TRAVAGLIO, SI HA LA DILATAZIONE COMPLETA DEL COLLO DELL’UTERO QUANDO SI RAGGIUNGONO: A) 8 cm B) 10 cm C) 12 cm 80 LA ROTTURA SPONTANEA DELLE MEMBRANE SI DICE “TEMPESTIVA” SE AVVIENE QUANDO: A) L’attività contrattile tipica del travaglio ha già avuto inizio B) La dilatazione è incompleta C) La dilatazione è completa 81 LA ROTTURA SPONTANEA DELLE MEMBRANE SI DICE “INTEMPESTIVA” SE AVVIENE QUANDO: A) La dilatazione è completa B) La dilatazione è incompleta C) L’attività contrattile tipica del travaglio ha già avuto inizio 82 LA ROTTURA SPONTANEA DELLE MEMBRANE SI DICE “PREMATURA” SE AVVIENE: A) Prima dell’inizio delle contrazioni B) Durante la fase espulsiva o alla nascita C) Quando l’attività contrattile tipica del travaglio ha già avuto inizio 83 LA ROTTURA SPONTANEA DELLE MEMBRANE SI DICE “PRECOCE” SE AVVIENE: A) Quando l’attività contrattile tipica del travaglio ha già avuto inizio B) Durante la fase espulsiva o alla nascita C) Prima dell’inizio delle contrazioni 84 LA ROTTURA SPONTANEA DELLE MEMBRANE SI DICE “RITARDATA” SE AVVIENE: A) Quando l’attività contrattile tipica del travaglio ha già avuto inizio B) Durante la fase espulsiva o alla nascita C) Prima dell’inizio delle contrazioni 85 LA ROTTURA ARTIFICIALE DELLE MEMBRANE È DETTA: A) Amnioressi B) Amniocentesi C) Amnioscopia 86 IL PRELIEVO TRANS ADDOMINALE DEL LIQUIDO AMNIOTICO È DETTO: A) Amnioscopia B) Amniocentesi C) Amnioressi 87 L’ESAME DIAGNOSTICO DEL LIQUIDO AMNIOTICO, CHE VIENE VISUALIZZATO A LIVELLO DEL COLLO DELL'UTERO, È DETTO: A) Amniocentesi B) Amnioressi C) Amnioscopia 88 LA SEQUENZA CRONOLOGICA DEGLI STADI (PERIODI) DEL PARTO È: A) Periodo dilatante, periodo del secondamento, periodo prodromico, periodo espulsivo B) Periodo prodromico, periodo dilatante, periodo espulsivo, periodo del secondamento C) Periodo del secondamento, periodo prodromico, periodo dilatante, periodo espulsivo 89 IL SECONDAMENTO È: A) Periodo di tempo che intercorre dalla fine del parto al ritorno alle condizioni preesistenti alla gestazione B) Periodo in cui si verificano il distacco e l’espulsione della placenta C) Periodo di emostasi funzionale uterina 90 IL POST PARTUM È: A) Periodo di tempo che intercorre dalla fine del parto al ritorno alle condizioni preesistenti alla gestazione B) Periodo in cui si verificano il distacco e l’espulsione della placenta C) La fase più precoce del puerperio, ovvero le prime due ore successive al secondamento 91 LE PERDITE VAGINALI PRESENTI NEL PUERPERIO, VENGONO DENOMINATE: A) Perdite emorragiche B) Perdite metrorragiche C) Lochiazioni 92 LA EIEZIONE DEL LATTE: A) È caratterizzata da un insieme di fenomeni che corrispondono alla sintesi del latte B) È generata dalla stimolazione fisiologica della lattopoiesi C) È caratterizzata dalla espulsione lattea Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 8 93 UNA DONNA CHE HA PARTORITO UNA SOLA VOLTA UNO O PIÙ FETI IN GRADO DI SOPRAVVIVERE È DETTA: A) Multipara B) Primipara C) Partoriente 94 UNA DONNA CHE HA AVUTO DUE O PIÙ GRAVIDANZE PORTATE AL LIMITE DELLA SOPRAVVIVENZA DEL FETO È DETTA: A) Multipara B) Primipara C) Partoriente 95 UNA DONNA CHE È IN TRAVAGLIO DI PARTO È DETTA: A) Primipara B) Multipara C) Partoriente 96 UNA DONNA CHE NON È MAI RIMASTA GRAVIDA È DETTA: A) Nullipara B) Nulligravida C) Puerpera 97 UNA DONNA CHE NON HA MAI PARTORITO È DETTA: A) Nulligravida B) Nullipara C) Puerpera 98 UNA DONNA CHE HA PARTORITO DA POCO TEMPO È DETTA: A) Puerpera B) Nulligravida C) Nullipara 99 L’ESAME DEL BACINO CON CUI SI DETERMINANO LE DIMENSIONI DELLA PELVI È DENOMINATO: A) Partogramma B) Pelvimetria C) Cardiotocografia 100 DURANTE IL TRAVAGLIO, IL GRAFICO SUL QUALE VENGONO PERIODICAMENTE E REGOLARMENTE REGISTRATI I PARAMETRI RELATIVI AI FENOMENI DINAMICI E MECCANICI È DETTO: A) Cardiotocografia B) Pelvimetria C) Partogramma 101 NELLA PRESENTAZIONE CEFALICA, IL BATTITO CARDIACO FETALE SI RILEVA AL LIVELLO: A) Della metà inferiore dell’utero B) Della metà superiore dell’utero C) Del piano equatoriale dell’utero 102 NELLA PRESENTAZIONE PODALICA, IL BATTITO CARDIACO FETALE SI RILEVA AL LIVELLO: A) Del piano equatoriale dell’utero B) Della metà superiore dell’utero C) Della metà inferiore dell’utero 103 NELLA SITUAZIONE TRASVERSA, IL BATTITO CARDIACO FETALE SI RILEVA AL LIVELLO: A) Della metà inferiore dell’utero B) Della metà superiore dell’utero C) Del piano equatoriale dell’utero 104 LE CONTRAZIONI DI BRAXTON – HICKS SI MANIFESTANO: A) Durante il secondamento B) Durante il periodo espulsivo C) Nelle ultime settimane di gravidanza 105 PER “TONO” DELLA CONTRAZIONE UTERINA SI INTENDE: A) La pressione intrauterina più bassa esistente nell’intervallo tra le contrazioni B) La differenza tra la pressione massima all’acme della contrazione ed il tono basale C) Il numero delle contrazioni nell’unità di tempo 106 PER “INTENSITÀ” DELLA CONTRAZIONE UTERINA SI INTENDE: A) La pressione intrauterina più bassa esistente nell’intervallo tra le contrazioni B) La differenza tra la pressione massima all’acme della contrazione ed il tono basale C) Il numero delle contrazioni nell’unità di tempo Archivio questiti per OSTETRICHE 107 PER “FREQUENZA” DELLA CONTRAZIONE UTERINA SI INTENDE: A) La pressione intrauterina più bassa esistente nell’intervallo tra le contrazioni B) La differenza tra la pressione massima all’acme della contrazione ed il tono basale C) Il numero delle contrazioni nell’unità di tempo 108 LA MANOVRA DI CREDÈ, VIENE UTILIZZATA: A) Durante il parto B) Durante il secondamento C) Durante il puerperio 109 IL LATTE PRODOTTO I PRIMI GIORNI DOPO IL PARTO È DETTO: A) Colostro B) Primo latte o latte iniziale C) Ultimo latte o latte terminale 110 IL LATTE PRODOTTO ALL’INIZIO DELLA POPPATA È DETTO: A) Primo latte o latte iniziale B) Colostro C) Ultimo latte o latte terminale 111 IL LATTE PRODOTTO ALLA FINE DELLA POPPATA È DETTO: A) Primo latte o latte iniziale B) Colostro C) Ultimo latte o latte terminale 112 IL PARTO VIENE DEFINITO EUTOCICO QUANDO: A) Si hanno ostacoli al suo andamento o complicanze che mettono in pericolo la vita della madre e del feto B) Si verifica con le sole forze naturali e con l’assenza di anomalie o rischi per la partoriente e per il feto C) Viene espletato per via vaginale mediante l’ausilio di strumenti quali ventosa, forcipe o mediante taglio cesareo 113 IL PARTO VIENE DEFINITO DISTOCICO QUANDO: A) Si hanno ostacoli al suo andamento o complicanze che mettono in pericolo la vita della madre e del feto B) Si verifica con le sole forze naturali e con l’assenza di anomalie o rischi per la partoriente e per il feto C) Viene espletato per via vaginale mediante l’ausilio di strumenti quali ventosa, forcipe o mediante taglio cesareo 114 IL PARTO VIENE DEFINITO STRUMENTALE OPERATIVO QUANDO: A) Si hanno ostacoli al suo andamento o complicanze che mettono in pericolo la vita della madre e del feto B) Si verifica con le sole forze naturali e con l’assenza di anomalie o rischi per la partoriente e per il feto C) Viene espletato per via vaginale mediante l’ausilio di strumenti quali ventosa, forcipe o mediante taglio cesareo 115 IL PARTO VIENE DEFINITO PROVOCATO (INDOTTO) QUANDO: A) Per cause materne e/o fetali si ricorre ad aiuto esterno (PG, amnioressi, ossitocina), con lo scopo di stimolare l'inizio del travaglio B) Se inizia, decorre e si espleta in modo naturale e autonomo senza alcun intervento C) Viene espletato per via vaginale mediante l’ausilio di strumenti quali ventosa, forcipe o mediante taglio cesareo 116 IL PARTO VIENE DEFINITO SEMPLICE QUANDO: A) Si verifica con le sole forze naturali e con l’assenza di anomalie o rischi per la partoriente e per il feto B) Viene partorito un unico feto C) È talmente rapido da impedire che la madre possa essere assistita 117 IL PARTO VIENE DEFINITO MULTIPLO QUANDO: A) Viene espletato per via vaginale mediante l’ausilio di strumenti quali ventosa, forcipe o mediante taglio cesareo B) Vengono partorito più feti C) Il travaglio viene provocato artificialmente con farmaci o mediante amnioressi 118 IL PARTO VIENE DETTO A TERMINE SE SI VERIFICA: A) Dalla 37esima settimana compiuta alla 42esima settimana compiuta B) Oltre la 42esima settimana compiuta C) Prima della 37esima settimana compiuta 119 IL PARTO VIENE DETTO POST – TERMINE SE SI VERIFICA: A) Dalla 37esima settimana alla 42esima settimana compiuta B) Oltre la 42esima settimana compiuta C) Prima della 37esima settimana compiuta 120 IL PARTO VIENE DETTO PRETERMINE SE SI VERIFICA: A) Dalla 37esima settimana alla 42esima settimana compiuta B) Oltre la 42esima settimana compiuta C) Prima della 37esima settimana completa Pag. 9 Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 10 121 A CHE ETÀ IL CICLO MESTRUALE TENDE AD AVERE CARATTERISTICHE IRREGOLARI? A) Primi due anni dopo il menarca e nei tre anni che precedono la menopausa B) Prima della menopausa C) Primi tre anni dopo il menarca 122 LA DURATA MEDIA DI UN CICLO MESTRUALE È DI CIRCA: A) 28 giorni +/ - 7 giorni B) 30 giorni + / - 2 giorni C) 25 giorni + / - 5 giorni 123 L'ESTROGENO È UNO DEGLI ORMONI CHE CARATTERIZZANO IL CICLO MESTRUALE, IN QUALE FASE È PREVALENTE? A) Fase mestruale B) Fase luteinica C) Fase follicolare 124 IL PROGESTERONE È UNO DEGLI ORMONI CHE CARATTERIZZANO IL CICLO MESTRUALE, IN QUALE FASE È PREVALENTE? A) In fase luteinica B) In fase follicolare C) In fase mestruale 125 QUALI SONO GLI ORMONI CHE CARATTERIZZANO IL CICLO MESTRUALE? A) Progesterone e prolattina B) Estrogeno e ossitocina C) Progesterone e estrogeno 126 SI PARLA DI POLIMENORREA QUANDO? A) L'intervallo di tempo tra una mestruazione e quella successiva è inferiore a 20 giorni B) L'intervallo di tempo tra una mestruazione e quella successiva è inferiore a 25 giorni C) L'intervallo di tempo tra una mestruazione e quella successiva è inferiore a 15 giorni 127 SI PARLA DI OLIGOMENORREA QUANDO: A) L'intervallo di tempo tra una mestruazione e quella successiva è superiore a 32 giorni B) L'intervallo di tempo tra una mestruazione e quella successiva è superiore a 36 giorni C) L'intervallo di tempo tra una mestruazione e quella successiva è superiore a 40 giorni 128 SI PARLA DI AMENORREA PRIMARIA QUANDO: A) Il menarca non è ancora comparso all’età di 18 anni B) Il menarca non è ancora comparso all’età di 16 anni C) il menarca non è ancora comparso all’età di 20 anni 129 SI PARLA DI AMENORREA SECONDARIA QUANDO: A) Dopo un periodo di flussi più o meno regolari vi è la scomparsa delle mestruazioni per almeno 3 mesi B) Dopo un periodo di flussi più o meno regolari vi è la scomparsa delle mestruazioni per almeno 6 mesi C) Dopo un periodo di flussi più o meno regolari vi è la scomparsa delle mestruazioni per almeno 12 mesi 130 SI PARLA DI IPOMENORREA QUANDO: A) La perdita ematica mestruale è inferiore a 20 ml B) La perdita ematica mestruale è inferiore a 50 ml C) La perdita ematica mestruale è inferiore a 80 ml 131 SI PARLA DI IPERMENORREA QUANDO: A) La perdita ematica supera i 100 ml B) La perdita ematica supera gli 80 ml C) La perdita ematica supera i 120 ml 132 SI PARLA DI MENORRAGIA QUANDO: A) La mestruazione è molto abbondante e/o di durata superiore alla norma B) La mestruazione è scarsa C) La mestruazione è irregolare 133 SI PARLA DI METRORAGGIA QUANDO: A) La perdita ematica abbondante compare nel periodo intermestruale B) La perdita ematica supera i 200 ml C) La perdita ematica abbondante compare durante le mestruazioni 134 SI PARLA DI MENOMETRORRAGIA QUANDO: A) Vi è una mestruazione molto abbondante che si prolunga anche nel periodo intermestruale B) Vi è una mestruazione dolorosa C) Vi una mestruazione scarsa Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 11 135 SI PARLA DI SPOOTING QUANDO: A) La perdita ematica intermestruale è di scarsa entità B) Si ha la luecorrea C) Si ha una vaginite 136 LE AMENORREE DA PRESENZA DI ADENOMI PROLATTINO – SECERNENTI SONO CARATTERIZZATI DA: A) Alti livelli di progesterone B) Alti livelli di prolattina C) Alti livelli di estrogeno e progesterone 137 LE ALTERAZIONI MESTRUALI DA IPERPROLATTINEMIA POSSONO CAUSARE: A) Mestruazioni molto scarse B) Ipermenorrea C) Anovulazione 138 L’ACNE E L’IRSUTISMO POSSONO ESSERE DOVUTI ALL’AUMENTATA PRODUZIONE DI QUALE ORMONE? A) Androgeno B) Progesterone C) Estrogeno 139 L’IRSUTISMO IDIOPATICO DA QUALE ORMONE È DIPENDENTE? A) Tiroideo B) Androgeno C) Progesterone 140 L’IRSUTISMO IATROGENICO A SEGUITO DELL’ASSUNZIONE DI QUALI FARMACI VIENE ASSOCIATO? A) Ormoni androgeni, anabolizzanti, progestinici B) Estrogeni C) Cortisonici 141 COSA SI INTENDE CON IL TERMINE “CLIMATERIO”? A) Periodo di vita della donna in cui si perde progressivamente la capacità riproduttiva B) Periodo di vita della donna in cui scompaiono le mestruazioni C) Periodo di vita della donna in cui comincia l’invecchiamento 142 QUALI SONO LE STRUTTURE NERVOSE ED ENDOCRINE CHE COMPONGONO L’ASSE RIPRODUTTIVO? A) Corteccia celebrale – ipotalamo – ipofisi – gonadi B) Ipotalamo – ipofisi – gonadi C) Ipotalamo – ipofisi – tiroide 143 QUALE PORZIONE DELL’IPOFISI CONTROLLA LA FUNZIONE OVARICA? A) La porzione anteriore (adenoipofisi) B) La porzione midollare C) La porzione posteriore 144 QUALE GONADOTROPINA SVOLGE UN RUOLO PREDOMINANTE NELLA FASE FOLLICOLARE DEL CICLO MESTRUALE? A) FSH B) Estradiolo C) LH 145 QUALE GONADOTROPINA SVOLGE UN RUOLO PREDOMINANTE NELLA FASE LUTEALE DEL CICLO MESTRUALE? A) FSH B) LH C) Progesterone 146 LE INTERAZIONI ORMONALI DEL PERIODO PREPUBERALE DELLA RAGAZZA COMPORTANO DELLE MODIFICAZIONI DELL’ASPETTO CORPOREO, QUALI SONO? A) Crescita staturale, telarca, pubarca, adrenarca B) Telarca, pubarca C) Pubarca, tenarca, menarca 147 SI PARLA DI “PUBERTÀ PRECOCE” QUANDO: A) Lo sviluppo dei caratteri secondari si verifica prima degli 8 anni e/o il menarca compare prima dei 10 anni B) Lo sviluppo dei caratteri secondari si verifica prima dei 10 anni C) Il menarca compare prima degli 8 anni 148 SI PARLA DI “PUBERTÀ RITARDATA” QUANDO: A) All’età di 18-20 anni non è comparso il menarca e i caratteri sessuali secondari B) All’età di 18 anni non è ancora comparso il menarca C) All’età di 15-16 anni non è comparso il menarca e i caratteri sessuali secondari Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 12 149 NELLA TERAPIA SOSTITUTIVA PER IL TRATTAMENTO DELLA SINDROME MENOPAUSALE, QUALE ORMONE VIENE SOMMINISTRATO IN MANIERA PREVALENTE? A) Androgeno B) Progesterone C) Estrogeno 150 L’OSSITOCINA È UN ORMONE PRODOTTO DALL’IPOFISI, IN QUALE PORZIONE? A) Porzione posteriore B) Porzione midollare C) Porzione anteriore 151 LA PROLATTINA (PRL) È UN ORMONE PRODOTTO DALL’IPOFISI, IN QUALE PORZIONE? A) Porzione posteriore B) Porzione midollare C) Porzione anteriore 152 NEGLI ULTIMI ANNI AGENZIE GOVERNATIVE INTERNAZIONALI E SOCIETÀ PROFESSIONALI HANNO RIVISTO LE LINEE GUIDA FINALIZZATE ALLA SELEZIONE DELLE CANDIDATE ALLA CONTRACCEZIONE ORMONALE, QUALE DI QUESTE RISULTA ESSERE PIÙ ACCREDITATA? A) La storia medica e l’esame clinico B) L’esame clinico di pelvi e mammella C) La motivazione della donna e della coppia 153 SIA LE LINEE GUIDA INTERNAZIONALI CHE L’OMS RELATIVAMENTE ALLA PRIMA PRESCRIZIONE DELLA CONTRACCEZIONE ORMONALE RISULTANO CONCORDI NEL RITENERE CHE: A) Non è necessario eseguire di routine esami ematologici per la prima assunzione di estro progestinici, ma basare la prescrizione solo sulla base dell’anamnesi e dell’esame clinico B) È necessario eseguire di routine esami ematologici per la prima assunzione di estro progestinici, ripeterli periodicamente anche in assenza di segni di patologia C) È necessario eseguire di routine esami ematologici prima della prima assunzione di estro progestinici indipendentemente dall’anamnesi e dall’esame clinico 154 QUALI SONO ATTUALMENTE I PRINCIPALI CONTRACCETTIVI ORMONALI? A) Pillola, cerotto, anello, iniezioni, impianto, IUD a rilascio di progesterone B) Pillola, cerotto, anello, metodo Billings, impianto, IUD a rilascio di progesterone C) Pillola, cerotto, anello, metodo Ogino Knaus, impianto, IUD a rilascio di progesterone 155 QUAL È LA CONTROINDICAZIONE PRINCIPALE ALLA CONTRACCEZIONE D’EMERGENZA CON IL LEVONORGESTREL? A) Che all’anamnesi ci siano stati episodi di malattie cardiovascolari B) Che sia in corso una gravidanza C) Che all’anamnesi personale ci siano stati episodi di emicrania ricorrente 156 QUANDO PUÒ ESSERE NECESSARIO RICORRERE ALLA CONTRACCEZIONE D’EMERGENZA ORMONALE? A) A seguito di un rapporto non protetto e nel fallimento o uso scorretto di quello utilizzato B) Per rapporti sessuali occasionali C) A seguito di una ovulazione sovra numeraria 157 QUANDO LA DONNA ALLATTA AL SENO A QUALE MESE DAL PARTO PUÒ RIPRENDERE LA CONTRACCEZIONE ORMONALE COMBINATA (ESTRO-PROGESTINICA)? A) Da dopo il capo-parto indipendentemente dall’età del bambino B) Dal sesto mese di vita del bambino, quando siano stati introdotti almeno due pasti artificiali C) Quando non allatta più al seno 158 QUAL’ È LA CONTRACCEZIONE ORMONALE COMPATIBILE CON L’ALLATTAMENTO MATERNO? A) Contraccezione combinata (estro progestinica) B) Contraccezione con solo progestinico C) Contraccezione con estradiolo 159 NELLA MENOPAUSA PUÒ ESSERE ASSUNTA LA TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA, A CONDIZIONE DI ESEGUIRE UN FOLLOW UP PER RIDURRE EVENTUALI FATTORI DI RISCHIO, RAPPRESENTATI DA: A) Carcinoma della mammella, ipertensione, ridotta tolleranza al glucosio, obesità B) Iperplasia dell’endomentrio, carcinoma della mammella, fattori trombo embolici, ipertensione, ridotta tolleranza al glucosio C) Iperplasia dell’endomentrio, carcinoma della mammella, fattori trombo embolici, infarto del miocardio 160 NEL CASO DI CICLI MESTRUALI ANOVOLUTARI QUALI POSSONO ESSERE I PRIMI ESAMI ORMONALI DA CONSIGLIARE PER INIZIARE IL PERCORSO DIAGNOSTICO? A) TSH, T3, T4 B) 17beta estradiolo, progesterone, testosterone, FSH, LH, prolattina C) Androgeni Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 13 161 QUANDO SI SOSPETTA UNA ANOVULATORIETÀ QUALI ESAMI VANNO PRESCRITTI? A) Rilevamento della curva termica e bilancio ormonale B) Ecografia pelvica C) Laparoscopia diagnostica 162 NELLA SINDROME DELL’OVAIO POLICISTICO ALLE ALTERAZIONE ORMONALI POSSONO ASSOCIARSI ALTRI SINTOMI: A) Sterilità per mancata ovulazione, irsutismo, amenorrea secondaria, obesità, meno metrorragie B) Dolori pelvici e dimagramento C) Metrorragie e alopecia 163 SE I FLUSSI MESTRUALI COMPAIONO A DISTANZA TROPPO RAVVICINATA E DELLA DURATA DI 24 GIORNI SI PARLA DI: A) Polimenorrea B) Olimenorrea C) Ipermenorrea 164 IL CICLO OVARICO AVVIENE IN SINCRONIA CON IL CICLO MESTRUALE, SOTTO IL CONTROLLO DELL’IPOTALAMO E DELL’IPOFISI; QUALI SONO GLI ORMONI PRODOTTI DALL’IPOFISI? A) FSH (ormone follicolo stimolante), LH (ormone luteinizzante) B) Androgeno e testosterone C) Estrogeno e progesterone 165 IL CORPO LUTEO IN QUALE FASE DEL CICLO OVARICO COMPARE? A) Nella seconda fase (dopo l’ovulazione) B) Nella prima fase (prima dell’ovulazione) C) Nella fase mestruale 166 IL CORPO LUTEO RAGGIUNGE LA SUA MASSIMA ATTIVITÀ A: A) Una settimana dall’ovulazione B) 14 giorni dall’ovulazione C) 20 giorni dall’ovulazione 167 LE CELLULE ILARI DELL’OVAIO CONTRIBUISCONO ALLA SINTESI DI QUALE ORMONE? A) Testosterone B) Progesterone C) Estrogeno 168 IN QUALE PERIODO DEL CICLO OVARICO INIZIA LA FASE FOLLICOLARE? A) Dal primo giorno delle mestruazioni B) Dal 14° giorno del ciclo C) Dalla fine delle mestruazioni 169 QUALI SONO LE AZIONI FISIOLOGICHE DEGLI ESTROGENI? A) Sviluppo organi sessuali femminili, sviluppo delle caratteristiche sessuali secondarie, fecondazione e impianto, sull’osso l’allungamento e saldatura dell’epifisi e l’inibizione del riassorbimento B) Sviluppo delle caratteristiche sessuali secondarie, fecondazione e impianto, aumento depositi adiposi C) Sviluppo organi sessuali femminili e sviluppo delle caratteristiche sessuali secondarie 170 QUALI SONO LE AZIONI FISIOLOGICHE DEL PROGESTERONE? A) Sull’endometrio la riduzione della proliferazione degli estrogeni, aumento e mantenimento della secrezione ghiandolare, proliferazione acini ghiandolari della mammella, aumento della temperatura corporea B) La proliferazione delle ghiandole, formazione del corpo luteo C) L’aumento della temperatura corporea e aumento peluria 171 DA QUALI VASI OMBELICALI È COMPOSTO IL CORDONE OMBELICALE? A) Due arterie ombelicali e una vena B) Due vene ombelicali e una arteria C) Una vena ombelicale e una arteria 172 NEL NEONATO DOVE SI TROVA IL FORAME OVALE DI BOTALLO? A) Tra atrio destro e l’atrio sinistro B) Tra il ventricolo destro e il ventricolo sinistro C) Tra la vena ombelicale e l’atrio destro 173 PER MANTENERE DILATATI GLI ALVEOLI POLMONARI È ESSENZIALE LA PRESENZA DI UNA LIPOPROTEINA COMPLESSA RICCA DI FOSFOLIPIDI, COME SI CHIAMA? A) Albumina B) Colesterolo C) Surfattante Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 14 174 L’ITTERO FISIOLOGICO DEL NEONATO È DOVUTO PREVALENTEMENTE A: A) Una ridotta capacità di captazione e coniugazione della bilirubina da parte del fegato, da una poliglobulia, da una vita più breve dei globuli rossi. B) Da stress da parto e aumentata poliglobulia compensatoria C) Allattamento materno 175 QUALE VITAMINA VIENE SOMMINISTRATA PER PREVENIRE LA MALATTIA EMORRAGICA DEL NEONATO? A) Vitamina del complesso B B) Vitamina K C) Vitamina C 176 IL MECONIO DA QUALE PERIODO È PRESENTE NELL’INTESTINO DEL FETO? A) Dalla 38° settimana B) Dalla 30° settimana C) Dal 4° mese 177 IN CHE MOMENTO DELLA VITA DEL NEONATO GLI VIENE ATTRIBUITO IL PUNTEGGIO DI APGAR? A) Al primo minuto dalla nascita e ripetuto ai cinque minuti dalla nascita B) Al quinto minuto dalla nascita e ripetuto ai dieci minuti dalla nascita C) Entro un’ora dalla nascita e ripetuto il giorno dopo 178 QUALI SONO I PARAMETRI VITALI CHE VENGONO VALUTATI PER ATTRIBUIRE IL PUNTEGGIO DI APGAR? A) Frequenza cardiaca – respiro – tono muscolare – reattività – colorito B) Frequenza cardiaca – respiro – tono muscolare – reattività – temperatura C) Frequenza cardiaca – crisi di apnea – tono muscolare – reattività – colorito 179 COME VIENE VALUTATA LA FREQUENZA CARDIACA DEL NEONATO ALLA NASCITA? A) Tenendo delicatamente la base del cordone ombelicale tra indice e pollice B) Sentendo la pulsazione del polso C) Sentendo il polso femorale 180 SI CONSIDERA FISIOLOGICO IL CALO DI PESO DEL NEONATO QUANDO NON SUPERA QUALE PERCENTUALE? A) 10% del peso alla nascita B) 8% del peso alla nascita C) 5% del peso alla nascita 181 UNA VOLTA CHE IL CALO FISIOLOGICO È STATO RECUPERATO, SI È AVVIATA UNA BUONA MODALITÀ DI ALIMENTAZIONE ED È INIZIATO L’ACCRESCIMENTO, OGNI QUANTO TEMPO È CONSIGLIATO PESARE UN NEONATO? A) Una volta a settimana B) Ogni due settimane C) Una volta al mese 182 NEI PRIMI MESI DI VITA DEL NEONATO DI QUANTO DEVE ESSERE MEDIAMENTE L’AUMENTO DI PESO A SETTIMANA? A) 125 - 200 gr B) 50 gr C) 300 gr 183 NEL NEONATO A TERMINE, IN ASSENZA DI FATTORI DI RISCHIO, LA FOTOTERAPIA È INDICATA QUANDO LA BILIRUBINA RAGGIUNGE I SEGUENTI LIVELLI: A) 1° giornata 17 mg/dl; 2° giornata 15 mg/dl; 3° giornata 10 mg/dl B) 1° giornata 10 mg/dl; 2° giornata 15 mg/dl; 3° giornata 17 mg/dl C) Superiore 15mg/dl indipendentemente dalla giornata 184 DOPO LE PRIME 12 ORE DI VITA DEL NEONATO SANO E IN CONDIZIONI DI RIPOSO, DI QUANTI ATTI RESPIRATORI È LA SUA FREQUENZA RESPIRATORIA? A) 50 al minuto B) 40 al minuto C) 60 al minuto 185 DOPO LE PRIME 12 ORE DI VITA DEL NEONATO I VALORI DELLA FREQUENZA CARDIACA SI STABILIZZANO: A) Tra 120 e 160 battiti al minuto B) Tra 80 e 100 battiti al minuto C) Tra 130 e 170 battiti al minuto 186 QUAL È L’OBIETTIVO PRINCIPALE DELLA PROFILASSI OFTALMICA DEL NEONATO? A) Prevenire l’oftalmia neonatorum B) Prevenire la cecità C) Prevenire la candidosi oftalmica Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 15 187 NEL NEONATO SANO COSA INDICA IL RIFLESSO DI MORO? A) Indica la consapevolezza dell’equilibrio B) Indica la capacità di suzione C) Indica la capacità di presa 188 IN COSA CONSISTE LA PRATICA ORGANIZZATIVA DEFINITA ROAMING-IN? A) Sistema di organizzazione nel quale madre e figlio condividono lo stesso ambiente (stanza di degenza) per 24 ore. B) Sistema di organizzazione nel quale madre e figlio condividono lo stesso ambiente (stanza di degenza) solo nelle 12 ore diurne. C) Sistema di organizzazione nel quale madre e figlio condividono lo stesso ambiente (stanza di degenza) solo durante le poppate. 189 NEL NEONATO ALLA NASCITA IN COSA CONSISTE IL RIFLESSO DI PRENSIONE PALMARE? A) Le dita afferrano l’oggetto quando il palmo viene stimolato e lo trattengono per breve tempo B) Quando il bimbo stringe a se la gambe C) Quando il bimbo porta le mani alla bocca 190 NEL NEONATO SANO ALLA NASCITA IN COSA CONSISTE IL RIFLESSO PLANTARE? A) Le dita dei piedi si torcono verso il basso quando la pianta del piede viene stimolata B) Quando viene stimolata la pianta dei piedi le gambe si piegano sull’addome C) I piedi si rilassano quando viene stimolata la pianta dei piedi 191 NEL NEONATO SANO IN COSA CONSISTE IL RIFLESSO DELLA MARCIA? A) La capacità del bambino di sgambettare B) La capacità del bambino di camminare C) Movimenti di marcia quando il neonato viene tenuto verticale con la pianta dei piedi che sfiora la superficie d’appoggio. 192 IN QUALE ORGANO DEL NEONATO VIENE SINTETIZZATA LA VITAMINA K? A) Nel fegato B) Nella milza C) Nell’intestino 193 NEL PUNTEGGIO DI APGAR A CIASCUNO DEI CINQUE PARAMETRI PRESI IN ESAME VIENE ATTRIBUITO UN PUNTEGGIO CHE VA DA: A) 1 a 3 B) 0 a 2 C) 1 a 10 194 PER “PERIODO NEONATALE” SI INTENDE: A) Il periodo di vita che intercorre dal momento della nascita alla prima settimana di vita B) Il periodo di vita che intercorre dal momento del parto al 28° giorno dopo la nascita . C) Il periodo di vita che intercorre dall’ultima settimana di gravidanza e il primo mese di vita 195 PER PERIODO PERINATALE S’INTENDE: A) Il periodo compreso tra la 40 settimana compiuta di gestazione al 7° giorno compiuto di vita del neonato B) Il periodo compreso tra la 28° settimana compiuta di gestazione al 7° giorno compiuto di vita del neonato C) Il periodo compreso tra la 40 settimana compiuta di gestazione al 28° giorno compiuto di vita del neonato 196 QUAL È LA FUNZIONE DELLA VERNICE CASEOSA? A) Protettiva contro la macerazione della cute fetale a contatto costante con il liquido amniotico B) Di proteggere il bambino dal freddo alla nascita C) Di nutrire la cute del neonato alla nascita 197 COSA SONO LE MACCHIE MONGOLICHE PRESENTI IN TALUNI NEONATI? A) Sono delle zone della cute di colore grigio – ardesio, di varia grandezza, localizzate nella zona sacrale, dovute alla presenza di cellule connettivali ricche di pigmento melaninico B) Sono delle iperpigmentazioni della cute dei neonati provenienti dalle zone asiatiche C) Sono delle iperpigmentazioni della cute dei neonati affetti da sindrome di Down 198 COSA S’INTENDE PER “TUMORE DA PARTO”? A) Tumefazione edematosa in corrispondenza della parte presentata durante il travaglio – parto B) Un tumore benigno presente alla nascita nella testa del bambino C) Una formazione edematosa presente sul collo uterino durante il travaglio – parto 199 DOPO LA NASCITA IL NEONATO HA IL COSIDDETTO “CALO FISIOLOGICO”, IN GENERE ENTRO QUANTI GIORNI DALLA NASCITA RECUPERA IL SUO PESO INIZIALE? A) 1 settimana B) 1 mese C) 10 – 15 giorni Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 16 200 COSA S’INTENDE CON TERMINE “CRISI GENITALE” DEL NEONATO? A) Si indicano talune modificazioni fisiologiche presenti nel neonato, dipendenti in gran parte dal passaggio trasplacentare di estrogeni dalla madre al feto (es: ingorgo mammario, tumefazione dei genitali ecc.) B) La confusione per l’attribuzione di sesso C) La comparsa di arrossamenti cutanei a carico delle zone genitali 201 COSA S’INTENDE PER “CEFALO EMATOMA” DEL NEONATO? A) Un edema diffuso della testa del neonato B) Una raccolta di sangue tra osso e periostio, in zona parietale, a seguito di una rottura di qualche vaso del periostio C) L’evoluzione del tumore da parto non trattato farmacologicamente 202 PER “NEONATO A TERMINE” SI INTENDE: A) Il neonato che nasce alla 40° settimana di gestazione compiuta B) Il neonato che nasce tra la 38 ° settimana e la 40° settimana di gestazione C) Il neonato che nasce tra la 38 ° settimana e la 42° settimana di gestazione 203 COSA S’INTENDE PER “NEONATO PRETERMINE”? A) È pre-termine il neonato che nasce entro la 35° settimana di gravidanza compiuta B) È pre-termine il neonato che nasce al 7° mese di gravidanza C) È pre-termine il neonato che nasce in una età gestazionale inferiore a 37 settimane compiute 204 COSA S’INTENDE PER NEONATO “SMALL FOR DATE” ? A) Il neonato che alla nascita ha un peso inferiore rispetto al peso medio per la sua età gestazionale, comunque al di sotto del 10° percentile B) Il neonato che alla nascita ha un peso superiore rispetto al peso medio per la sua età gestazionale, comunque al di sopra del 10° percentile C) Il neonato sottopeso ma proporzionato alla età gestazionale 205 COSA S’INTENDE PER NEONATO “POST-TERMINE”? A) S’intende il neonato che è nato oltre la 40° settimana di gestazione B) S’intende il neonato che è nato oltre la 41 settimana di gestazione compiuta C) S’intende il neonato che è nato oltre la 42 settimana di gestazione compiuta 206 COSA S’INTENDE PER NEONATO “GROSSO PER L’ETÀ GESTAZIONALE”? A) Il neonato che ha un peso superiore ai 4000 gr B) Il neonato che alla nascita ha un peso superiore rispetto al peso medio per l’età gestazionale, comunque superiore al 90° percentile. C) Il neonato che ha un peso compreso tra i 4000gr e 4500gr. 207 L’ITTERO NEONATALE DA ERITROBLASTOSI FETALE SOLITAMENTE IN QUALE GIORNATA DI VITA COMPARE? A) Nella 3° giornata dalla nascita B) Nella 1° giornata dalla nascita C) Dopo la prima settimana dalla nascita 208 IL PALATOSCHISI È UNA PATOLOGIA CONGENITA CHE COLPISCE UN NEONATO SU QUANTI NATI VIVI? A) 100 B) 300 C) 800 209 QUALE TRA QUESTE AFFERMAZIONI È CORRETTA? A) Il colostro è un alimento più ricco di vitamine rispetto al latte maturo B) Il colostro contiene anticorpi C) Il colostro è un alimento più ricco di acqua rispetto al latte maturo 210 IL RIFLESSO DI SUZIONE SI RITIENE PRESENTE QUANDO: A) Toccando la mucosa delle labbra del neonato questa assume movimenti di suzione e il neonato ruota il capo verso lo stesso lato dello stimolo. B) Il neonato ruota il capo verso il seno C) Il neonato succhia il seno 211 IN QUALE PERIODO DI VITA DEL NEONATO VIENE EMESSO IL MECONIO? A) Nei primi due giorni di vita B) Alla nascita C) Dopo una settimana dalla nascita 212 NELLE PRIME SETTIMANE DI VITA DEL NEONATO ALIMENTATO AL SENO, CON QUALE FREQUENZA AVVIENE L’EMISSIONE DI FECI? A) Generalmente ogni volta che mangia B) Due volte al giorno C) Ogni tre pasti Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 17 213 RELATIVAMENTE ALL’ATTRIBUZIONE DEL PUNTEGGIO DI APGAR SI CONSIDERANO SANI I NEONATI CHE RIPORTANO IL SEGUENTE PUNTEGGIO: A) 10 al 1° minuto e 10 al 5° minuto B) 7 al 1° minuto e 10 al 5° minuto C) 9 al 1° minuto e 10 al 5° minuto 214 RELATIVAMENTE ALL’ATTRIBUZIONE DEL PUNTEGGIO DI APGAR SI CONSIDERANO MODERATAMENTE DEPRESSI I NEONATI CHE RIPORTANO IL SEGUENTE PUNTEGGIO: A) 4 al 1° minuto e 4 al 5° minuto B) 5 al 1° minuto e 7 al 5° minuto C) 4 al 1° minuto e 6 al 5° minuto 215 RELATIVAMENTE ALL’ATTRIBUZIONE DEL PUNTEGGIO DI APGAR SI CONSIDERANO GRAVEMENTE DEPRESSI I NEONATI CHE RIPORTANO IL SEGUENTE PUNTEGGIO: A) 2 al 1° minuto e 3 a 5° minuto B) 0 al 1° minuto e 0 al 5° minuto C) 0 al 1° minuto e 3 al 5° minuto 216 IN BASE ALL’ATTRIBUZIONE DEL PUNTEGGIO DI APGAR I NEONATI POSSONO ESSERE SUDDIVISI IN: A) Sani; moderatamente depressi; gravemente depressi B) Sani; depressi; da rianimare C) Buone condizioni; condizioni accettabili; condizioni a rischio 217 COSA S’INTENDE PER LA PRATICA DI “ALLATTAMENTO A RICHIESTA”? A) Allattamento che viene richiesto ogni 2 ore ma effettuato ogni 3 ore B) Allattamento che viene effettuato ogni 3 ore C) Allattamento che viene effettuato a richiesta del neonato senza nessuna limitazione oraria 218 IN QUALE PERIODO DELLA GIORNATA AVVIENE LA MAGGIORE PRODUZIONE DI LATTE MATERNO? A) La notte B) La mattina C) La sera 219 DOPO UNA POPPATA AL SENO DOPO QUANTO TEMPO SI CONSIDERA DIGERITO IL LATTE MATERNO? A) 3 ore B) 1 ora C) 2 ore 220 QUAL È IL PARAMETRO PIÙ ATTENDIBILE PER VALUTARE GIORNALMENTE LA GIUSTA INTRODUZIONE DI LATTE MATERNO? A) Il peso B) Il numero di panni cambiati (per feci e urine) C) L’atteggiamento del neonato 221 L’OSSO ILIACO È FORMATO DA: A) Ileo, ischio e pube B) Ileo, sacro e pube C) Coccige, sacro e pube 222 LA SINFISI PUBICA ANATOMICAMENTE È: A) Un legamento B) Un’articolazione C) Un tendine 223 L’OSSO SACRO SI COSTITUISCE SOLITAMENTE DALLA FUSIONE DI: A) 3 vertebre sacrali B) 4 vertebre sacrali C) 5 vertebre sacrali 224 QUALI TRA LE SEGUENTI È LA CORRETTA DEFINIZIONE DI “PERINEO”? A) Il perineo è una struttura di connettivo denso che sostiene l’utero da entrambi i lati e nella parte inferiore fino al fornice vaginale B) Il perineo è l’insieme delle parti molli fibro-muscolari che chiudono l’apertura inferiore del bacino C) Il perineo è l’insieme del diaframma pelvico e del diaframma uro-genitale 225 L’ANTIVERSIONE FISIOLOGICA DELL’UTERO È FORMATA DA: A) L’angolo di almeno 60° che l’asse longitudinale dell’utero forma con l’asse longitudinale della vagina B) L’angolo di circa 180° che l’asse longitudinale dell’utero forma con l’asse longitudinale della vagina C) L’angolo di circa 30° che l’asse longitudinale dell’utero forma con l’asse longitudinale del retto Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 18 226 LE CISTI DI NABOTH SONO: A) Cisti paraovariche B) Cisti ovariche a contenuto sieroso C) Cisti contenenti muco derivate da ghiandole cervicali occluse 227 NELL’ESECUZIONE DEL PRELIEVO PER PAP TEST IN CASO DI ECCESSO DI MUCO È OPPORTUNO: A) Effettuare una detersione con soluzione disinfettante contenente acido acetico B) Effettuare una delicata detersione con soluzione fisiologica C) Detergere la cervice uterina con soluzione disinfettante contenente clorexidina 228 A GEORGIOU PAPANICOLAU SI RICONOSCE LA PATERNITÀ DI: A) La colorazione con Eosina B) La classificazione delle lesioni citologiche C) La metodica di prelievo tramite cytobrush 229 IL RISCONTRO DI CELLULE SQUAMOSE ATIPICHE (ASC) IN UN ESAME CITOLOGICO È SEMPRE RIFERIBILE A: A) Una lesione potenzialmente severa non chiaramente classificabile B) Un carcinoma in situ C) Una lesione da HPV 230 PER METAPLASIA SQUAMOSA SI INTENDE: A) La trasformazione dell’epitelio squamoso composto in epitelio cilindrico B) La trasformazione dell’epitelio cilindrico endocervicale in epitelio squamoso composto C) La trasformazione dell’epitelio cilindrico endocervicale in epitelio pavimentoso 231 LE LESIONI INTRAEPITELIALI DI BASSO GRADO (L-SIL): A) Includono HPV e displasia lieve B) Includono HPV, displasia lieve e CIN I C) Includono HPV, displasia lieve e tutti i gradi di CIN 232 QUALE TRA LE SEGUENTI AFFERMAZIONI NON È CORRETTA RIGUARDO AL PAPILLOMA VIRUS UMANO (HPV)? A) I sierotipi 16 e 18 di HPV sono associati al carcinoma della cervice B) I condilomi genitali sono causati da questo virus C) Il rapporto sessuale è l’unica modalità di trasmissione 233 QUALE TRA LE SEGUENTI AFFERMAZIONI È VERA? A) Il termine CIS indica un carcinoma in situ, il termine CIN indica una neoplasia cervicale intraepiteliale B) Il termine CIS indica una neoplasia cervicale intraepiteliale, il termine CIN indica un carcinoma in situ C) Il termine CIS indica un carcinoma intracervicale semplice, il termine CIN indica un carcinoma in situ 234 A QUALE ANNO RISALE L’INTRODUZIONE DEL PAP TEST? A) 1941 B) 1951 C) 1961 235 DOPO L’INTRODUZIONE DEL PAP TEST SI È VERIFICATA: A) Una diminuzione della mortalità per carcinoma della cervice B) Una diminuzione dell’incidenza e della mortalità del carcinoma della cervice C) Una diminuzione dell’incidenza del carcinoma della cervice 236 QUALI TRA LE SEGUENTI ASSOCIAZIONI DI CONDIZIONI È PIÚ DIRETTAMENTE COLLEGATA ALLO SVILUPPO DI LESIONI PRENEOPLASTICHE E NEOPLASTICHE DELLA CERVICE UTERINA? A) Immunodepressione, fumo di sigaretta e obesità B) Assunzione prolungata di estro-progestinici, familiarità, primo rapporto sessuale in giovane età C) Primo rapporto sessuale in giovane età, partner sessuali multipli, fumo di sigaretta 237 L’UTERO SETTO SI CARATTERIZZA PER: A) Normale aspetto del fondo al controllo laparoscopico B) Presenza di due emiuteri con la parte mediana divisa e quindi separati tra di loro C) Presenza di due corni uterini separati più o meno tra di loro 238 L’INCIDENZA DELLE MALFORMAZIONI UTERINE NELLA POPOLAZIONE GENERALE È ALL’INCIRCA DEL: A) > 5% B) 1-4% C) 0,1-0,4 % 239 CON QUALE TERMINE SI INDICA UN CICLO MESTRUALE CON RITMO DI 40 GIORNI? A) Oligomenorrea B) Menometrorragia C) Polimenorrea Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 19 240 QUALE DELLE SEGUENTI PATOLOGIE SI PUO’ ASSOCIARE A METRORRAGIE DISFUNZIONALI? A) Leucemia B) Polipo endometriale C) Trombocitopenia 241 QUALE DEI SEGUENTI EVENTI HA UN RUOLO FONDAMENTALE NELL’INSORGENZA DELLA DISMENORREA? A) Il rilascio di prostaglandine B) L’ovulazione C) L’abbassamento dei livelli di progesterone 242 QUALE DELLE SEGUENTI DONNE È PIÚ A RISCHIO DI DISMENORREA? A) Una donna di 35 anni con ciclo mestruale regolare B) Una giovane adolescente C) Una donna che usa la pillola contraccettiva 243 QUALI DEI SEGUENTI VANTAGGI NON È ASSOCIATO ALL’UTILIZZO DEI METODI CONTRACCETTIVI DI BARRIERA? A) Protezione dalle malattie sessualmente trasmesse B) Relativa assenza di effetti collaterali C) Protezione dal carcinoma della cervice 244 FA RICHIESTA DI CONTRACCEZIONE UNA DONNA DI 37 ANNI, 3 FIGLI, IPERTESA, PREGRESSA TROMBOSI VENOSA PROFONDA, FUMATRICE, CICLI MENORRAGICI; QUAL È TRA QUESTI IL METODO CONTRACCETTIVO PIÚ ADATTO PER LA SUA SITUAZIONE? A) Anello vaginale B) Dispositivo intrauterino C) Dispositivo intrauterino medicato al Progesterone 245 L’ANELLO VAGINALE NUVARING: A) Si puo’ definire un metodo contraccettivo di barriera B) È il metodo contraccettivo di prima scelta nelle adolescenti C) È un metodo contraccettivo di tipo ormonale 246 QUALE DELLE SEGUENTI È UNA CONTROINDICAZIONE ASSOLUTA ALL’UTILIZZO DELLA PILLOLA CONTRACCETTIVA? A) Familiarità per trombosi venosa profonda B) Età > 35 anni e tabagismo > 15 sigarette/die C) Ipertiroidismo 247 L’UTILIZZO DELLA PILLOLA CON SOLO PROGESTERONE DURANTE L’ALLATTAMENTO: A) È consigliabile solo dopo parto spontaneo e non dopo taglio cesareo B) Può provocare una modesta metrorragia durante i primi 1-2 mesi di assunzione C) Non è necessario poiché l’allattamento rappresenta di per sé un metodo contraccettivo 248 QUALI TRA I SEGUENTI NON È UN METODO CONTRACCETTIVO NATURALE? A) Coito interrotto B) Cappuccio cervicale C) Metodo Billings 249 IL METODO OGINO-KNAUS: A) Può essere utilizzato con la stessa efficacia da tutte le donne B) Si basa sulla durata del ciclo mestruale C) Ha un’efficacia superiore al 50% ma inferiore al 70% 250 I DISPOSITIVI INTRAUTERINI: A) Possono essere posizionati sono nelle pluripare B) Impediscono la risalita degli spermatozoi nelle tube C) Sono in grado di ostacolare l’impianto della cellula uovo fecondata 251 RAPPRESENTA UNA CONTROINDICAZIONE ASSOLUTA ALL’INTRODUZIONE DI DISPOSITIVI INTRAUTERINI: A) La presenza di un’infezione pelvica acuta B) L’anamnesi positiva per infezioni vaginali ricorrenti C) La multiparità 252 L’AZIONE DELLA “PILLOLA DEL GIORNO DOPO”: A) Avviene tramite il ritardo dell’ovulazione B) Si esplica attraverso l’induzione dell’aborto C) Può verificarsi solo se assunta entro 12 ore dal rapporto a rischio Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 20 253 QUALI TRA LE SEGUENTI COMBINAZIONI ANTIBIOTICHE È PIÚ APPROPRIATA PER IL TRATTAMENTO DELLA PID? A) Ampicillina/Gentamicina B) Cefotaxima/Doxiciclina C) Ampicillina/ Tetracicline 254 QUALE DELLE SEGUENTI METODICHE NON È UTILE PER DIAGNOSTICARE UNA PID? A) Laparoscopia B) Ecografia C) Isterosalpingografia 255 CON IL TERMINE DI ENDOMETRIOSI SI INDICA: A) La presenza di ghiandole e stroma endometriali funzionanti al di fuori della cavità uterina B) Una patologia dell’endometrio caratterizzata da ispessimento anomalo C) Una patologia dell’endometrio caratterizzata da intensa reazione infiammatoria 256 L’ENDOMETRIOSI È PIÚ SPESSO ASSOCIATA A: A) Dismenorrea secondaria tardiva, dispareunia, dolore pelvico cronico, infertilità B) Dismenorrea primaria, amenorrea, dispareunia e infertilità C) Dispareunia, dolore pelvico cronico, dismenorrea e meno metrorragia 257 QUALE TRA LE SEGUENTI È LA CAUSA PIÚ PROBABILE DI DISMENORREA ASSOCIATA A MENOMETRORRAGIA IN UNA DONNA DI 35 ANNI, PLURIPARA? A) Endometriosi B) Fibromatosi a nodi multipli C) Sindrome dell’ovaio policistico 258 IN RIFERIMENTO ALLA TERAPIA DELL’ENDOMETRIOSI, QUALE DELLE SEGUENTI AFFERMAZIONI È CORRETTA? A) È sempre necessaria ed è solo chirurgica B) Occorre considerare età della paziente, estensione della malattia, programmi riproduttivi della coppia, presenza di infertilità, durata dei sintomi C) Esistono valide terapie mediche ormonali ma non sono risolutive 259 QUALI DELLE SEGUENTI TERAPIE ORMONALI NON È INDICATA IN CASO DI ENDOMETRIOSI? A) Agonisti del GnRH B) Danazolo C) Methotrexate 260 L’ENDOMETRIOSI È CAUSA DI STERILITÁ IN UNA PERCENTUALE DI PAZIENTI AFFETTE PARI A: A) 5-10 % B) 15-30% C) 30-40% 261 LA CROMOSALPINGOSCOPIA: A) Non può essere effettuata nelle pazienti affette da endometriosi a causa delle aderenze B) Permette di verificare la pervietà tubarica in corso di laparoscopia diagnostico-operativa C) È un tempo obbligatorio in corso di laparoscopia diagnostico-operativa 262 LA TEORIA PATOGENETICA DELL’ENDOMETRIOSI DEL FLUSSO MESTRUALE RETROGRADO IPOTIZZA: A) Diffusione di frammenti endometriali per via linfatica o vascolare B) Frustoli endometriali presenti nel sangue mestruale per riassorbimento dai fornici vaginali possono impiantarsi a livello del tessuto peritoneale del Douglas C) Disseminazione di cellule endometriali nella pelvi attraverso il flusso retrogrado di sangue mestruale attraverso le tube di Falloppio 263 LA DIAGNOSI CLINICA DI ENDOMETRIOSI È: A) Basata su palpazione bimanuale ed ecografia B) Spesso non completamente definita C) Non eseguibile poiché necessita della laparoscopia 264 CON IL TERMINE DI ADENOMIOSI SI INTENDE: A) Lo sviluppo di endometrio ectopico nell’ambito del miometrio sotto forma di isole di tessuto endometriale B) Una forma di endometriosi che riguarda le ghiandole e non lo stroma endometriale C) Una forma di endometriosi che riguarda lo stroma e non le ghiandole 265 QUALI DEI SEGUENTI SEGNI E SINTOMI NON È ASSOCIATO ALLA PRESENZA DI MIOMI SOTTOMUCOSI? A) Menometrorragie B) Infertilità C) Amenorrea Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 21 266 PAZIENTE DI 56 ANNI CON CICLI MENOMETRORRAGICI E SPOTTING INTERMESTRUALE AD OGNI CICLO. QUALE TRA LE SEGUENTI INDAGINI È LA PIÚ UTILE PER LA DIAGNOSI? A) Emocromo completo B) Ecografia pelvica C) Pap test 267 LA DEGENERAZIONE SARCOMATOSA DEI LEIOMIOMI: A) È stimata inferiore allo 0,1-0,2% B) È più frequente nel caso di fibromatosi a nodi multipli C) Riguarda più frequentemente i miomi sottomucosi 268 IN RAGIONE DI QUALE TRA I SEGUENTI FATTORI, NONOSTANTE LA LORO NATURA BENIGNA, I LEIOMIOMI RAPPRESENTANO L’INDICAZIONE PIÚ COMUNE ALL’ISTERECTOMIA TOTALE? A) Rischio elevato di degenerazione maligna B) Importanza e frequenza di sintomi quali cicli menometrorragici e dolore pelvico C) Sia rischio elevato di degenerazione maligna, sia l’importanza e la frequenza di sintomi quali cicli menometrorragici e dolore pelvico 269 L’ISTERECTOMIA IN CASO DI FIBROMATOSI UTERINA: A) È sempre indicata B) È sempre indicata quella per via vaginale C) È opportuno eseguirla con conservazione degli annessi in premenopausa 270 I MIOMI SOTTOSIEROSI: A) Sono sempre peduncolati B) Sono facilmente diagnosticabili tramite ecografia pelvica transvaginale C) Sono asportabili per via laparoscopica 271 LA MIOMECTOMIA LAPAROSCOPICA: A) Prevede l’uso di un morcellatore B) Può essere eseguita solo per miomi sottosierosi peduncolati C) Può essere effettuata solo in centri specializzati 272 I MIOMI SOTTOMUCOSI DIFFERISCONO DAI MIOMI INTRAMURALI PER: A) Posizione all’interno dell’utero B) Istotipo C) Dimensioni in rapporto alle dimensioni dell’utero 273 I MIOMI SOTTOMUCOSI DIFFERISCONO DAI POLIPI ENDOMETRIALI PER: A) Sintomatologia B) Posizione all’interno dell’utero C) Istotipo 274 LA COURETTE DI NOVACK: A) È uno strumento utilizzato in sede di colposcopia per eseguire un courettage del canale cervicale B) Consente di eseguire una biopsia endometriale anche in assenza di anestesia generale C) È un metodo di isterosuzione ormai soppiantato dalla cannula di Karman 275 QUALE DELLE SEGUENTI AFFERMAZIONI RIGUARDO I POLIPI ENDOMETRIALI È FALSA? A) Anche se un carcinoma endometriale è raramente presente all’interno di un polipo, nel 50% dei carcinomi endometriali viene segnalata la presenza di polipi B) I polipi endometri ali sono neoformazioni uniche o multiple, causa di sanguinamenti con aspetti spesso simili a quelli dell’iperplasia C) La relazione esistente tra polipi e carcinoma endometriale non è ancora completamente chiarita e nel 3% di casi di polipi endometriali è stato segnalato lo sviluppo di carcinoma endometriale 276 LA POLIPECTOMIA SI ESEGUE PER VIA: A) Laparoscopica B) Laparotomica C) Isteroscopica 277 LA REVISIONE FRAZIONATA DELLA CAVITÁ UTERINA: A) È sempre indicata in caso di endometrio > 3 mm in postmenopausa anche in assenza di sintomatologia B) È di norma eseguita in corso di isteroscopia diagnostico-operativa C) È eseguibile agevolmente in regime ambulatoriale 278 L’ENDOPAP È: A) Un prelievo endometriale citologico B) Un prelievo endometriale istologico C) Un prelievo endometriale endoscopico-istologico Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 22 279 QUALE TRA LE SEGUENTI AFFERMAZIONI È FALSA? A) L’amenorrea primaria si manifesta sempre dopo il menarca B) L’amenorrea primaria è caratterizzata da assenza del menarca C) L’amenorrea primaria può essere associata a una malformazione uterina 280 QUALE È LA CORRETTA DEFINIZIONE DI SINDROME DI ASHERMAN? A) Forma congenita di agenesia uterina caratterizzata dalla presenza di ovaie funzionanti e vagina a fondo cieco B) Forma acquisita di anomalia uterina, iatrogena, caratterizzata dalla presenza di aderenze intrauterine che ostruiscono la cavità endometriale C) Forma secondaria di amenorrea conseguente ad una necrosi ipofisaria post traumatica 281 IN QUALE DELLE SEGUENTI SITUAZIONI L’AMENORREA È PATOLOGICA? A) All’età di 16 anni, in presenza di caratteri sessuali secondari B) All’età di 13 anni, in assenza di caratteri sessuali secondari C) A qualunque età quando le mestruazioni cessano in una donna con precedenti cicli mestruali normali 282 LE VAMPATE DI CALORE CARATTERISTICHE DELLA MENOPAUSA SI PENSA SIANO CAUSATE DA: A) Una caduta degli estrogeni B) Una caduta del progesterone C) Un aumento degli estrogeni e da una caduta del progesterone 283 QUALE DELLE SEGUENTI PATOLOGIE DOVUTE ALLA MENOPAUSA RAPPRESENTA IL RISCHIO MAGGIORE PER LA SALUTE DELLA DONNA? A) Patologia cardio-vascolare B) Depressione C) Osteoporosi 284 QUALE DEI SEGUENTI SINTOMI DELLA MENOPAUSA NON RISPONDE ALLA TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA? A) Il rilassamento pelvico B) La dispareunia C) L’insonnia 285 IL TRATTAMENTO CONSIGLIATO PER L’OSTEOPOROSI COMPRENDE TUTTI I SEGUENTI ECCETTO: A) Progestinici B) Estrogeni C) Esercizio fisico 286 L’OSTEOPOROSI È UNA SINDROME SISTEMICA CARATTERIZZATA DA RIDUZIONE QUANTITATIVA DELLA MASSA OSSEA IL DISTRETTO PIÚ COLPITO È: A) La colonna vertebrale B) Il femore prossimale C) Il calcagno 287 PRINCIPALI FATTORI DI RISCHIO PER L’INSORGENZA DELL’OSTEOPOROSI SONO RAPPRESENTATI DA: A) Menopausa tardiva B) Menopausa precoce C) Nulliparità 288 QUALE TRA LE SEGUENTI PATOLOGIE RAPPRESENTA UNA CONTROINDICAZIONE RELATIVA ALLA TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA? A) Diabete B) Ipertrigliceridemia C) Osteoporosi 289 LE SEGUENTI CONDIZIONI RAPPRESENTANO CONTROINDICAZIONI ASSOLUTE ALLA TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA ECCETTO UNA: A) Epilessia B) Carcinoma endometriale C) Trombosi recente 290 NELLA TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA IL PROGESTINICO DEVE ESSERE ASSOCIATO ALLA SOMMINISTRAZIONE DI ESTROGENI AL FINE DI: A) Ottenere il miglioramento dei sintomi vaso-motori B) Ottenere il miglioramento della secchezza vaginale C) Proteggere l’endometrio dal rischio proliferativo indotto dagli estrogeni 291 LA DIAGNOSI DI CERTEZZA DI UN CARCINOMA DELLA CERVICE PREVEDE L’ESECUZIONE DI: A) Un Pap test B) Una colposcopia C) Una colposcopia con biopsia e courettage del canale cervicale Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 23 292 LE LESIONI DISPLASICHE DI BASSO GRADO (SIL): A) Vanno incontro ad una regressione spontanea nel 60% dei casi B) Il 40% evolve verso lesioni di alto grado C) Necessitano sempre del trattamento chirurgico 293 IL TRATTAMENTO DI SCELTA DEL CARCINOMA INVASIVO DELLA CERVICE È: A) La conizzazione B) La colpo isterectomia C) La laparoisterectomia 294 LA VACCINAZIONE ANTI PAPILLOMAVIRUS UMANO (HPV) È CONSIGLIATA: A) Nelle donne nella fascia di età 9-26 e nei bambini nella fascia di età 9-15 anni B) Nelle donne nella fascia di età 26-65 anni C) Nelle donne in tutte le fasce di età e mai nei bambini 295 QUALE TRA I SEGUENTI È IL TUMORE GINECOLOGICO PIÚ FREQUENTE? A) Il carinoma della cervice B) Il carcinoma dell’endometrio C) Il carcinoma dell’ovaio 296 UN AUMENTATO RISCHIO DI CARCINOMA DELL’ENDOMETRIO È ASSOCIATO A: A) Tabagismo, multiparità e menopausa precoce B) Menarca tardivo, menopausa precoce e obesità C) Menarca precoce, menopausa tardiva e obesità 297 L’INSORGENZA DI SANGUINAMENTI UTERINI ANOMALI IN POSTMENOPAUSA: A) Non necessita di approfondimenti perché è quasi sempre legata alla presenza di una patologia benigna B) È quasi sempre il primo sintomo della presenza di un carcinoma dell’endometrio C) Necessita sempre di approfondimenti clinici perché potrebbe essere il primo sintomo di un carcinoma dell’endometrio 298 IL PRINCIPALE ISTOTIPO DI CARCINOMA DELL’ENDOMETRIO È: A) Il carcinoma sieroso capillifero B) L’adenocarcinoma C) L’adenoacantoma 299 I SEGUENTI SONO TUTTI FATTORI DI RISCHIO PER IL CARCINOMA DELL’OVAIO ECCETTO: A) L’uso a lungo termine di contraccettivi estro-progestinici B) L’età C) La menopausa tardiva 300 QUALI TRA I SEGUENTI È COSIDERATO UN FATTORE DI PROTEZIONE NELL’INSORGENZA DEL TUMORE DELL’OVAIO? A) La menopausa precoce B) Il menarca precoce C) La multiparità 301 LA MUTAZIONE GENETICA BRCA1 E BRCA2: A) È presente in una percentuale tra il 20 e il 30% di tutti i casi di tumore dell’ovaio B) A volte è associata ai casi di presenza contemporanea o in tempi diversi di carcinoma dell’ovaio e di carcinoma della mammella C) È sicuramente presente nella quasi totalità dei casi di tumore dell’ovaio 302 IL PROGRAMMA DI SCREENING PER LA PREVENZIONE O LA DIAGNOSI PRECOCE DEL TUMORE DELL’OVAIO PREVEDE: A) L’esecuzione di un’ecografia transvaginale a scadenza annuale alle donne dopo i 50 anni e alle donne con familiarità per tumore dell’ovaio, indipendentemente dall’età B) L’esecuzione di un’ecografia transvaginale a scadenza annuale alle donne dopo i 50 anni e alle donne con familiarità per tumore dell’ovaio, indipendentemente dall’età, associata al dosaggio plasmatico del CA125 C) Non esistono al momento programmi di screening scientificamente affidabili per la prevenzione del tumore dell’ovaio 303 QUALI TRA LE SEGUENTI AFFERMAZIONI È FALSA? A) La presenza di ascite è spesso il primo sintomo di carcinoma dell’ovaio B) Il tumore dell’ovaio non dà sintomi nella fasi iniziali per questo è difficile identificarlo precocemente C) In circa il 40% dei casi la diagnosi di neoplasia ovarica viene posta quando la malattia è già estesa al di fuori della pelvi Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 24 304 LO STANDARD TECNICO ATTUALE PER L’IMAGING ECOGRAFICO GINECOLOGICO È RAPPRESENTATO DALLE SONDE ENDOVAGINALI; LE INDAGINI PER VIA TRANSADDOMINALE SONO: A) Superate in quanto non rispondono ai requisiti minimi di sistema B) Comunque utili nel caso di impossibilità all’accesso endovaginale (non accettazione della donna alla effettuazione dell’esame, paziente virgo, ipo-atrofia vaginale senile) C) Di difficile esecuzione nella paziente virgo 305 RAPPRESENTA UN’INDICAZIONE ALL’ESAME ECOGRAFICO GINECOLOGICO: A) La diagnosi differenziale con altre patologie addomino-pelviche in condizioni di urgenza B) L’accertamento di un avvenuto abuso sessuale C) Lo screening nella popolazione sana 306 LA METODICA ECOGRAFICA CHE STUDIA LA CAVITÁ UTERINA ED IL SUO CONTENUTO UTILIZZANDO UN MEZZO DI CONTRASTO INIETTATO ALL’INTERNO DELLA CAVITÁ STESSA MEDIANTE UN CATETERE TRANSCERVICALE PRENDE IL NOME DI: A) Ecoisteroscopia B) Sonoisterografia C) Cromoisterografia 307 LA SINDROME PREMESTRUALE: A) È spesso collegata ad alte concentrazioni di magnesio nei globuli rossi B) Necessita di terapia farmacologica per la risoluzione C) Colpisce circa il 2,5 % delle donne in età riproduttiva 308 LA SINDROME PREMESTRUALE È CONSIDERATA UN DISORDINE DI ORIGINE MULTIFATTORIALE, PERTANTO: A) Necessita di un approccio terapeutico multifattoriale B) Non c’è una singola causa che ne spieghi l’origine C) Non è riconosciuta come patologia ma solo come alterazione psicologica catameniale 309 LE CISTI OVARICHE: A) Costituiscono oltre il 90% di tutta la patologia ginecologica B) Costituiscono il 40-50% di tutta la patologia ginecologica C) Costituiscono il 10-20% di tutta la patologia ginecologica 310 SONO TUTTI CRITERI ECOGRAFICI DI BENIGNITÁ DI UNA MASSA ANNESSIALE ECCETTO: A) Unilocularietà B) Bilateralità C) Unilateralità 311 L’ECOGRAFIA TRANSVAGINALE GIOCA UN RUOLO FONDAMENTALE NELLA DIAGNOSI PREOPERATORIA DELLE MASSE ANNESSIALI. ALTRE METODICHE CON IMPORTANTE SIGNIFICATO NELLA FASE PREOPERATORIA SONO: A) Il color Doppler B) La sonoisterografia C) Il dosaggio plasmatico del CEA 312 L’ECOGRAFIA TRANSVAGINALE RAPPRESENTA LA PIÚ ACCURATA TECNICA PER LO STUDIO DELLE MASSE ANNESSIALI GRAZIE A QUALE TRA LE SEGUENTI CARATTERISTICHE? A) Operatore-dipendenza B) Vicinanza del trasduttore all’organo C) Basso costo 313 LA DIAGNOSI ISTOLOGICA PIÚ FREQUENTEMENTE RISCONTRATA NELLE PAZIENTI SOTTOPOSTE A LAPAROSCOPIA PER L’ASPORTAZIONE DI UNA MASSA OVARICA CON CARATTERISTICHE ECOGRAFICHE DI BENIGNITÁ È: A) Cisti luteinica B) Endometrioma C) Cisti sierosa semplice 314 QUALE TRA LE SEGUENTI RAPPRESENTA UNA CONTROINDICAZIONE ASSOLUTA ALLA CHIRURGIA LAPAROSCOPICA? A) La presenza di aderenze B) L’obesità C) La grave insufficienza cardiaca 315 PER L’ESECUZIONE DEL PNEUMOPERITONEO L’AGO DI VERRES VIENE INTRODOTTO NELLA CAVITÁ ADDOMINALE CON UN ANGOLO DI: A) Meno di 45° B) 46-60° C) Più di 60° Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 25 316 CON L’UTILIZZO DI UN NORMALE APPARECCHIO DI INSUFFLAZIONE L’ESECUZIONE DI UN PNEUMOPERITONEO RICHIEDE UNA QUANTITÁ DI GAS PARI A CIRCA: A) 2 litri B) 4-5 litri C) Varia dai 2 ai 10 litri a seconda della paziente 317 NELL’ESECUZIONE DEL PNEUMOPERITONEO LA PRESSIONE ADDOMINALE E’ PIU’ IMPORTANTE DEL VOLUME DI GAS INSUFFLATO E NON DEVE SUPERARE I: A) 8-10 mmHg B) 10-12 mmHg C) 15-18 mmHg 318 L’UTILIZZO DELL’ENDOBAG PER L’ASPORTAZIONE DEL PEZZO OPERATORIO IN CORSO DI INTERVENTI LAPAROSCOPICI: A) E’ raccomandabile sempre B) Ha un costo elevato e pertanto è da riservare a casi selezionati C) E’ riservato solo a quando il volume della cisti eccede le dimensioni del trocar 319 L’INCISIONE DI PFANNENSTIEL E’: A) Un’incisione addominale trasversa, lunga circa 12 centimetri, eseguita 2-3 cm sopra la sinfisi B) Un’incisione longitudinale addominale, lunga tra gli 8 e i 12 cm C) Una minilaparotomia 320 I MATERIALI DI SUTURA RIASSORBIBILI NATURALI: A) Sono costituiti da fili di collagene derivati dagli intestini degli animali B) Non vengono più utilizzati perché troppo costosi C) Non esistono, poiché esistono solo quelli sintetici 321 I MATERIALI DI SUTURA NON RIASSORBIBILI NATURALI SONO: A) Inadatti per i tessuti contaminati ad alto rischio di infezione B) La seta e il nylon C) Superiori rispetto a quelli sintetici per la tenuta della sutura 322 QUALE TRA I SEGUENTI FILI DI SUTURA E’ IL PIU’ SOTTILE? A) Dexon 2 B) Seta 2-0 C) Vicryl 0 323 LA DIGESTIONE DEI FILI DI SUTURA RIASSORBIBILI SINTETICI AVVIENE PER: A) Idrolisi B) Proteolisi C) Sia per idrolisi che per proteolisi 324 L’INTERVENTO DI LAVH PREVEDE: A) Linfadenectomia vaginale B) Linfadenectomia per via laparoscopica C) Isterectomia radicale laparoscopica 325 LA MARSUPIALIZZAZIONE DELLA CISTI DELLA GHIANDOLA DEL BARTOLINO: A) E’ gravata da un alto tasso di recidive B) Comporta l’asportazione della cisti e della ghiandola C) E’ più complessa della semplice escissione 326 LE MALATTIE SESSUALMENTE TRASEMSSE: A) Sono facilmente curabili con le terapie antibiotiche e pertanto non rappresentano più un obiettivo primario di prevenzione B) Se non adeguatamente trattate possono avere sequele e complicanze fino a sterilità e ipofertilità in entrambi i sessi e abortività C) Non comprendono l’herpes genitale, classificato tra le malattie neurologiche 327 IN CORSO DI INFEZIONE DA VIRUS DEL PAPILLOMA UMANO (HPV): A) Sono sempre presenti lesioni condilomatose genitali, che rappresentano infatti segno patognomonico dell’infezione B) Solo in una piccola percentuale delle persone affette si riscontrano le lesioni condilomatose C) I condilomi (piani o acuminati) sono presenti nell’80% pei pazienti affetti 328 LA TERAPIA CHIRURGICA DELLE LESIONI CONDILOMATOSE DA HPV: A) E’ sempre necessaria poiché le lesioni non vanno mai incontro a remissione spontanea B) E’ necessaria nelle pazienti immunodepresse C) E’ sempre di seconda scelta in caso di fallimento della terapia medica Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 26 329 L’INFEZIONE DA TRICHOMONAS VAGINALIS: A) Ha come modalità di trasmissione pressoché esclusiva quella sessuale B) Il trattamento del partner è necessario solo se sintomatico C) E’ il più delle volte asintomatica e quindi il suo riscontro è solitamente occasionale, tipicamente in corso di Pap test 330 L’INFEZIONE MICOTICA DA CANDIDA ALBICANS O DA ALTRE SPECIE NON-ALBICANS HA COME SINTOMO A) Il dolore ai rapporti sessuali B) La disuria C) Il prurito 331 QUALE TRA LE SEGUENTI E’ LA PIU’ CORRETTA DEFINIZIONE DI VAGINOSI BATTERICA? A) Affezione vaginale caratterizzata da perdite vaginali maleodoranti in assenza di segni infiammatori a carico delle mucose vaginali causata da un eccesso di lattobacilli e crescita di microorganismi aerobi B) Affezione vaginale causata da un eccesso di lattobacilli e crescita di microorganismi aerobi C) Sindrome polimicrobica causata da una radicale alterazione dell’ecosistema vaginale in termini di un sovvertimento delle specie microbiche abitualmente presenti 332 UNA CORRETTA ANAMNESI GINECOLOGIA DEVE COMPRENDERE TUTTE LE SEGUENTI INFORMAZIONI ECCETTO: A) Età del menarca B) Età del partner C) Età del primo rapporto sessuale 333 IL METODO THINPREP CONSENTE UNA MIGLIORE QUALITA’ DEL PREPERATO POICHE’: A) Il tipo di spatola utilizzata non crea modificazioni nella morfologia delle cellule prelevate B) Si evita l’inconveniente della rimanenza di elementi cellulari sul dispositivo dopo aver convenzionalmente strisciato il vetrino C) La fase liquida è in grado di conservare in modo più adeguato l’integrità delle cellule 334 DURANTE L’ESECUZIONE DI UN ESAME COLPOSCOPICO L’APPLICAZIONE DI SOLUZIONE DI LUGOL SFRUTTA LA CAPACITA’ DELLE AREE ANORMALI DI: A) Captare lo iodio e schiarirsi B) Captare più iodio e colorarsi C) Non captare lo iodio e non colorarsi 335 LA VALUTAZIONE MEDIANTE ECOGRAFIA TRANSVAGINALE DELLA MUCOSA ENDOMETRIALE: A) Deve tenere conto della fase del ciclo B) Si deve sempre avvalere del power-Doppler C) Non si può eseguire con la vescica piena 336 QUALE LIVELLO DI SPESSORE ENDOMETRIALE E’ CONSIDERATO SOSPETTO IN UNA DONNA IN POSTMENOPAUSA SOTTOPOSTA A TERAPIA ORMONLAE SOSTITUTIVA E CHE IMPONE PERTANTO ULTERIORI ACCERTAMENTI? A) > 6 mm B) > 4 mm C) > 10mm 337 UNO SPESSORE ENDOMETRIALE > 6 MM IN UNA DONNA IN POSTMENOPAUSA NON SOTTOPOSTA A TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA IMPONE ULTERIORI ACCERTAMENTI: A) Sempre B) Solo in presenza di sanguinamenti anomali C) In nessun caso 338 LA DIAGNOSI ECOGRAFICA DI POLIPO ENDOMETRIALE E’: A) Facilmente eseguibile e presenta un’accuratezza >80% B) Eseguibile solo in fase follicolare precoce poiché la fase proliferativa non consente una corretta valutazione dell’endometrio C) Non può essere certa, necessita comunque di conferma istologica dopo polipectomia 339 IL CARCINOMA ENDOMETRIALE: A) Spesso decorre in modo asintomatico e la diagnosi viene posta in modo accidentale B) Raramente decorre in modo asintomatico C) Esordisce sempre con un sanguinamento vaginale anomalo 340 IL RISCONTRO ECOGRAFICO DI UN ENDOMETRIO ‘BEANTE’: A) E’ fisiologico in tarda età B) In età fertile è diagnostico di un’ematometra C) E’ fisiologico in età adolescenziale Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 27 341 QUALI DELLE SEGUENTI SONO ANNOVERATE TRA LE COSIDDETTE ‘CISTI FUNZIONALI‘ DELL’OVAIO? A) Le cisti luteiniche e le cisti follicolari B) Le cisti sierose semplici e le cisti emorragiche C) Le cisti endometriosiche e le cisti dermoidi 342 QUAL E’ IL CORRETTO APPROCCIO TERAPEUTICO ALLE CISTI FUNZIONALI? A) Chirurgico mediante laparoscopia B) Medico con somministrazione di estro/progestinici C) Attesa, poiché oltre l’80% dei casi va incontro a regressione spontanea 343 L’UTERO RETROVERSO: A) E’ spesso causa di ipofertilità B) E’ spesso causa di dismenorrea e dispareunia C) E’ spesso associato alla presenza di setti uterini 344 QUALE TRA LE SEGUENTI CONDIZIONI CLINICHE E’ DIAGNOSTICABILE CON L’ESAME SPECULARE DELLA PORTIO? A) Polipo del canale cervicale con impianto istmico B) Polipo del canale cervicale che protrude dall’OUE C) Endometriosi del setto retto-vaginale 345 LA SPECIE UMANA PUO’ ESSERE CONSIDERATA TRA LE MENO FERTILI DEL PIANETA, DAL MOMENTO CHE LA POSSIBILITA’ DI CONCEPIRE E’ DI APPENA IL 25% IN PERIODO FECONDO. TALE AFFERMAZIONE E’: A) Falsa B) Vera C) Solo in parte vera 346 IL PERCORSO DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO DELLA INFERTILITA’ DI COPPIA NON PUO’ PRESCINDERE DA TRE PARAMETRI DI FONDO, CHE SONO: A) Durata della sterilità, età della donna, spermiogramma B) Spermiogramma, isterosalpingografia, età della donna C) Durata della sterilità, età della donna, isterosalpingografia 347 DI FRONTE AD UNO SPERMIOGRAMMA NORMALE, DOPO QUANTI MESI DI RAPPORTI MIRATI NON PROTETTI E ASSENZA DI GRAVIDANZA E’ CONSIGLIATO INIZIARE AD ESEGUIRE INDAGINI DIAGNOSTICHE? A) Dopo 2 anni se la donna ha meno di 30 anni B) Subito se la donna ha meno di 30 anni C) Dopo 1 anno a prescindere dall’età della donna 348 IN PRESENZA DI UN’INFERTILITA’ DI COPPIA: A) E’ sempre necessario sottoporre la donna ad un isteroscopia per escludere malformazioni uterine B) E’ consigliato eseguire un’isteroscopia diagnostica alla donna prima di sottoporla ad un trattamento di fecondazione assisitita C) Non c’è alcuna indicazione all’esecuzione di un’isteroscopia 349 L’INSEMINAZIONE ETEROLOGA: A) Non è eseguibile in Italia B) Rappresenta l’unico sistema per ottenere la gravidanza in una donna in postmenopausa C) Non necessita di stimolazione ormonale sulla donna 350 A QUALE DI QUESTE METODICHE DOVRA’ RICORRERE UNA DONNA IN POSTMENOPAUSA CON PARTNER CON LIQUIDO SEMINALE NORMALE AL FINE DI OTTENERE UNA GRAVIDANZA? A) L’embriodonazione B) La stimolazione ormonale con follicolotropine C) L’ovodonazione 351 QUALE TRA LE SEGUENTI RAPPRESENTA UN’INDICAZIONE ALLA FIVET? A) Presenza di tube gravemente occluse e non operabili e liquido seminale normale B) Presenza di tube gravemente occluse e non operabili e liquido seminale patologico C) Tube pervie e liquido seminale patologico 352 LA FIVET PREVEDE: A) Fecondazione e iniziale crescita dell’embrione in provetta B) Penetrazione micro manipolata di un solo spermatozoo nell’ovocita C) Trasporto intratubarico di gameti 353 LA SINDROME DELL’OVAIO POLICISTICO (PCOS) RAPPRESENTA IL DISORDINE ENDOCRINO PIU’ FREQUENTE NELLA POPOLAZIONE FEMMINILE. I CRITERI DIAGNOSTICI DI TALE SINDROME INCLUDONO TUTTI I SEGUENTI ECCETTO: A) Alterazioni mestruali (oligo-amenorrea, anovularietà) B) Iperplasia surrenalica C) Iperandrogenismo clinico (irsutismo, acne, alopecia androginica) Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 28 354 L’ASPETTO ECOGRAFICO TIPICO DELL’OVAIO POLICISTICO INCLUDE: A) Ovaie aumentate di volume con un elevato numero di piccoli follicoli (>10) con disposizione sottocorticale e aumento della componente stromale B) Ovaie di volume normale con un elevato numero di piccoli follicoli (>10) con disposizione sottocorticale e aumento della componente stromale C) Ovaie aumentate di volume con un discreto numero di piccoli follicoli (5-8) sparsi nel contesto del parenchima ovarico e diminuzione della componente stromale 355 NEGLI ULTIMI ANNI SONO EMERSE NUOVE STRATEGIE TERAPEUTICHE NELLA CURA DELLA PCOS CHE SI BASANO SULL’UTILIZZO DI QUALE TRA LE SEGUENTI MOLECOLE? A) Inositolo B) Lattoferrina C) Acido folico 356 QUALE TIPO DI DETERGENTE INTIMO E’ DA CONSIGLIARE AD UNA PAZIENTE SOTTOPOSTA AD INTERVENTO CHIRURGICO ADDOMINALE? A) E’ consigliata la detersione con sola acqua ossigenata B) Detergente idratante con pH intorno a 4 C) Detergente a base di clorexidina 357 QUALE TRA LE SEGUENTI RAPPRESENTA LA TERAPIA DI PRIMA SCELTA NEL TRATTAMENTO ACUTO DI UNA METRORRAGIA? A) Ossitocina per via endovenosa B) Metilergometrina per via intramuscolare C) Acido tranexamico per via endovenosa 358 IL RASCHIAMENTO DIAGNOSTICO-FRAZIONATO (RDF) DELLA CAVITA’ UTERINA: A) La sua complicanza principale, la perforazione uterina, può verificarsi nel 5% dei casi B) E’ contemporaneamente diagnostico e terapeutico C) Il materiale del canale cervicale e quello endometriale vengono ottenuti nello stesso tempo operatorio e inviati nello stesso contenitore per l’esame istologico 359 I DILATATORI DI HEGAR: A) Devono essere utilizzati con cautela poiche’ possono provocare la creazione di una falsa strada e/o la perforazione uterina B) Sono strumenti del tutto atraumatici, dotati di punta smussa, utilizzati con lo scopo di dilatare il canale cervicale C) Hanno lo scopo di dilatare il canale cervicale prima della disinfezione 360 LA CHIUSURA DEL PERITONEO NELLA COLPOISTERECTOMIA: A) Non è raccomandata in quanto allunga i tempi chirurgici e la durata dell’anestesia senza fornire alcun vantaggio nell’immediato periodo postoperatorio B) E’ raccomandata perché riduce l’incidenza di formazione di aderenze e di febbre nel postoperatorio C) Non vi sono al riguardo specifiche direttive o linee guida ed è pertanto a discrezione del primo operatore 361 LA CHIUSURA DEL PERITONEO NELL’ISTERECTOMIA RADICALE ADDOMINALE PER NEOPLASIE GINECOLOGICHE MALIGNE: A) Non è raccomandata in quanto allunga i tempi chirurgici e la durata dell’anestesia senza fornire alcun vantaggio nell’immediato periodo postoperatorio B) E’ raccomandata perché riduce l’incidenza di formazione di aderenze e di febbre nel postoperatorio C) E’ raccomandata perché riduce il rischio di recidiva 362 LA CONIZZAZIONE DELLA CERVICE UTERINA: A) Ha come conseguenza l’incontinenza cervico-istmica nelle future gravidanze B) E’ importante che il cono asportato abbia un margine pulito cioè esente da neoplasia C) E’ il trattamento d’elezione delle lesioni precancerose 363 QUALI TRA LE SEGUENTI PATOLOGIE RAPPRESENTANO UN’INDICAZIONE ALLA MINILAPAROTOMIA? A) PID B) Endometriosi C) Piccoli miomi 364 QUANTO DEVE ESSERE PICCOLA UN’INCISIONE PER POTERLA DEFINIRE “MINILAPAROTOMIA”? A) Non più di 5 cm B) Non più di 4 cm C) Non più di 6 cm Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 29 365 QUALE DELLE SEGUENTI DEFINIZIONI E’ VERA? A) La salpingotomia è l’asportazione della tuba B) La salpingectomia è l’apertura della tuba con asportazione del suo contenuto (cisti, gravidanza extrauterina) e richiusura C) La salpingotomia è la ricanalizzazione della tuba mediante incisione a croce su un ostio tubarico chiuso 366 IL TERATOMA CISTICO O CISTI DERMOIDE E’: A) Un tumore maligno di origine ectodermica B) Un tumore benigno di origine ectodermica, mesodermica ed endodermica C) Un tumore benigno di natura sierosa 367 IL TRATTAMENTO ELETTIVO DELLE CISTI DERMOIDI E’: A) Medico, con terapia estro progestinica che favorisce il riassorbimento della cisti B) Attesa, poiché nel 60% dei casi vanno incontro a regressione spontanea C) Chirurgico, poichè le cisti dermoidi non vanno mai incontro a regressione spontanea 368 L’ESAME ECOGRAFICO TRANSRETTALE: A) Rappresenta una valida alternativa all’esame transvaginale ma solo in casi selezionati (necessità ma impossibilità ad eseguire un esame transvaginale) B) Necessita di un consenso scritto da parte della paziente C) Non può essere eseguito nelle pazienti virgo 369 PER PROLASSO URO-GENITALE SI INTENDE: A) Un decremento fisiologico nella densità delle fibre muscolari con progressiva denervazione delle stesse a livello del diaframma uro-genitale B) Un completo sovvertimento dell’anatomia pelvica con perdita della funzionalità dei legamenti uterini e conseguente discesa dell’utero oltre la rima vulvare C) La discesa verso il basso attraverso lo jatus uro-genitale del pavimento pelvico con interessamento di vagina, utero, vescica, retto o anse intestinali in grado variabile 370 IL MUSCOLO ELEVATORE DELL’ANO, CHE FORMA IL DIAFRAMMA PELVICO, E’ A SUA VOLTA COSTITUITO DA: A) Il muscolo ileo-coccigeo e il muscolo pubo-coccigeo o pubo-rettale B) Il muscolo ileo-psoas e il muscolo pubo-coccigeo C) Il muscolo ileo-coccigeo e il muscolo ileo-psoas 371 CON IL TERMINE “CISTOCELE” SI INTENDE: A) Il descensus della parete vaginale posteriore e del retto B) Il descensus della parete vaginale anteriore e della vescica C) Il descensus del corpo uterino 372 IL PROLASSO GENITALE E L’INCONTINENZA DA SFORZO RICONOSCONO UN’EZIOPATOGENESI MULTIFATTORIALE, TUTTAVIA LA CAUSA PRINCIPALE E’ SICURAMENTE RAPPRESENTATA DA: A) La menopausa B) La multiparità C) L’obesità 373 LA SINTOMATOLOGIA DEL PROLASSO GENITALE E’ MOLTO VARIABILE IN CONSIDERAZIONE DEI DIVERSI LIVELLI DI COMPROMISSIONE DELL’INTEGRITA’ FUNZIONALE DELL’APPARATO. QUALE TRA LE SEGUENTI AFFERMAZIONI E’ A) Nelle fasi iniziali (cistocele di I grado) il prolasso genitale non presenta alcun sintomo e il riscontro è per lo più casuale in occasione della visita ginecologica B) La sintomatologia urinaria è quasi sempre molto sfumata e non rappresenta motivo di richiesta di intervento del medico da parte della paziente C) Il disturbo “da corpo estraneo” è meno fastidioso dei sintomi urinari e non rappresenta motivo di richiesta di intervento del medico da parte della paziente 374 IL TRATTAMENTO RIABILITATIVO DEL PAVIMENTO PELVICO: A) Consiste in un insieme di tecniche, chirurgiche e farmacologiche, utili nella prevenzione ma non nella terapia dell’incontinenza urinaria B) Consiste in un insieme di tecniche, non chirurgiche e non farmacologiche, utili nella terapia, ma non nella prevenzione dell’incontinenza urinaria C) Consiste in un insieme di tecniche, non chirurgiche e non farmacologiche, utili nella prevenzione e nella terapia dell’incontinenza urinaria Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 30 375 L’INCONTINENZA URINARIA COLPISCE UN’ALTA PERCENTUALE DI PUERPERE CHE ABBIANO PARTORITO PER VIA VAGINALE, PER TALE MOTIVO: A) E’ importante compito dell’ostetrica (e del ginecologo) consigliare e insegnare a tutte le puerpere il trattamento riabilitativo come prevenzione B) E’ consigliato iniziare il trattamento riabilitativo a tutte le pluripare in postmenopausa a prescindere dalla presenza o meno di incontinenza C) E’ consigliato evitare il parto vaginale 376 UN SISTEMA UTILE PER VALUTARE IL TONO E L’ATTIVITA’ CONTRATTILE DEI MUSCOLI DEL PAVIMENTO PELVICO E’: A) Il testing perineale, eseguito in occasione della visita ginecologica B) L’elettromiografia del nervo pudendo C) I potenziali evocati del muscolo bulbo-cavernoso 377 LA GINNASTICA ISOMETRICA DI KEGEL CONSISTE NEL: A) Impiego di pesi o coni vaginali introdotti in vagina B) Utilizzo di sonde vaginali gonfiabili connesse ad elettromiografi C) Interruzione del getto minzionale attraverso la contrazione dei muscoli 378 LE LINEE GUIDA: A) Sono raccomandazioni di comportamento clinico prodotte attraverso un processo sistematico che rappresentano un ausilio nel decidere quali siano le modalità di assistenza più appropriate in specifiche circostanze cliniche B) Sono riservate ad aree in cui vi sia incertezza clinica con lo scopo di migliorare l’efficacia delle cure attraverso l’identificazione dei parametri di “buona pratica clinica” C) Si basano esclusivamente su opinioni di comitati di esperti sull’argomento e su evidenze cliniche, ma non su studi randomizzati o meta-analisi o studi caso-controllo 379 IN FORZA DEL RICONOSCIMENTO DELL’AUTONOMIA DELLA SUA PROFESSIONE, ALL’OSTETRICA SPETTA IL COMPITO DI: A) Individuare le situazioni a rischio e praticare ove occorre relative misure di particolare emergenza B) Individuare le situazioni a rischio e sollecitare l’intervento medicosenza praticare misure anche se in situazioni di emergenza C) Eseguire quello che il medico prescrive 380 QUALE TRA LE SEGUENTI E’ LA CORRETTA DEFINIZIONE DI DISURIA? A) La quantità di urine prodotta nelle 24 ore B) Difficoltà di svuotamento della vescica C) La perdita involontaria dell’urina 381 LA FREQUENZA MINZIONALE INDICA: A) Il numero degli atti minzionali giornalieri B) L’intervallo tra un atto minzionale e l’altro durante il giorno C) Un numero di minzioni superiore al normale 382 L’ENURESI E’: A) La quantità di urine prodotta nelle 24 ore B) La presenza di sangue nelle urine C) La perdita involontaria dell’urina impossibile da interrompere e con completo svuotamento della vescica 383 LA POLIURIA E’: A) Il bisogno di mingere spesso con intervalli inferiori alle 2 ore B) Una produzione di urina superiore al normale C) La riduzione della produzione di urina nelle 24 ore 384 IL RESIDUO POSTMINZIONALE O RISTAGNO: A) E’ fisiologico nella misura di qualche cc B) E’ valutabile soggettivamente dalla paziente C) E’ la quantità di urina che permane in vescica dopo cateterismo estemporaneo 385 L’IMENE STRUTTURALEMNTE E’: A) Una membrana di tessuto connettivo B) Una piega cutaneo-mucosa incompleta C) Una membrana di tessuto muscolo-membranoso 386 SI CONSIDERA MALFORMATO UN IMENE CHE: A) Non presenta fori (imene imperforato) B) Presenta 2 fori (imene biperforato) C) Si dilata senza lacerarsi (imene compiacente) Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 31 387 IL LEGAMENTO LARGO DELL’UTERO: A) Collega i margini laterali uterini alla pelvi B) Collega il margine laterale dell’utero all’ovaio omolaterale C) Collega la parete anteriore dell’utero alla plica vescico-uterina 388 LE TUBE DI FALLOPPIO (O SALPINGI O OVIDOTTI): A) Sono condotti muscolo-membranosi lunghi mediamente 4-5 cm B) Costituiscono, con le ovaie, gli annessi C) La loro funzione è quella di accogliere l’ovocita e condurlo all’interno della cavità uterina 389 L’APERTURA CHE METTE IN COMUNICAZIONE LA TUBA CON LA CAVITA’ PERITONEALE DA ORIGINE A QUALE STRUTTURA: A) Ampolla B) Idatide di Morgagni C) Fimbria 390 LA PROFILASSI ANTIBIOTICA PER GLI INTERVENTI CHIRURGICI DEVE ESSERE ESEGUITA: A) Circa due ore prima dell’intervento B) Durante l’intervento C) Entro un’ora dalla fine dell’intervento 391 L’ETA’ MEDIA DELLA MENOPAUSA IN ITALIA E’ PARI A CIRCA: A) 48 anni B) 51 anni C) 53 anni 392 LA TOMOGRAFIA COMPUTERIZZATA (TAC) TROVA INDICAZIONE IN GINECOLOGIA NELLO STUDIO: A) Delle masse annessiali B) Dell’endometriosi C) Dell’incontinenza urinaria 393 RAPPRESENTA UN’INDICAZIONE ALL’ESECUZIONE DI UNA RISONANZA MAGNETICA DELLA PELVI L’INQUADRAMENTO DIAGNOSTICO DI QUALE DELLE SEGUENTI PATOLOGIE? A) Le masse annessi ali B) L’endometrite C) La PID 394 L’ESAME GOLD STANDARD PER LA DIAGNOSI DELL’ADENOMIOSI E’: A) La risonanza magnetica B) La TAC C) L’isteroscopia 395 LA VULVODINIA E’ DEFINITA COME: A) Un discomfort cronico a livello vulvare caratterizzato da dolore B) Dolore avvertito durante i rapporti sessuali C) Dolore avvertito durante le visite ginecologiche 396 IL DOLORE PELVICO CRONICO: A) E’ uno dei sintomi della presenza di endometriosi severa B) Rappresenta un disturbo ginecologico comune, ma spesso non è possibile identificarne una causa responsabile C) E’ definito dalla presenza di dolore in sede pelvica per più di un mese 397 L’INFIBULAZIONE PREVEDE: A) Rimozione del clitoride B) Rimozione del clitoride, delle piccole e grandi labbra e chiusura della vulva con sutura con minima apertura per il deflusso mestruale e dell’urina C) La circoncisione del prepuzio clitorideo 398 LA COMPLICANZA PIU’ GRAVE DELLE MUTILAZIONI DEI GENITALI ESTERNI FEMMINILI E’: A) La comparsa di infezioni B) La ritenzione urinaria C) L’emorragia, anche profusa, che può anche risultare mortale 399 IN TEMA DI TRATTAMENTO DEI DATI SENSIBILI, VI E’ IL DIVIETO DI COMUNICARE I DATI SENSIBILI RELATIVI A: A) Paziente che ha subito un intervento per endometriosi B) Paziente che ha subito intervento per tumore dell’ovaio C) Una persona vittima di violenza sessuale Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 32 400 IN TEMA DI TRATTAMENTO DEI DATI SENSIBILI, NON VI E’ IL DIVIETO DI COMUNICARE I DATI SENSIBILI RELATIVI A: A) Donna che non riconosce il proprio figlio B) Presenza/assenza dell’interessato in ospedale C) Donna che si è sottoposta a interruzione di gravidanza 401 L’INTERAZIONE TRA CONTRACCETTIVI ORALI ED ALTRI FARMACI ASSUNTI IN CONTEMPORANE PUO’ RIDURRE L’EFFICACIA DEL CONTRACCETTIVO STESSO IN PARTICOLARE OCCORRE VALUTARE L’INTERAZIONE CON: A) Tutti gli antibiotici B) Alcuni antibiotici (ampicillina e tetraciclina) C) I FANS 402 QUALE PRINCIPIO ATTIVO E’ CONTENUTO NELLA “PILLOLA DEL GIORNO DOPO”? A) Enantone B) Danazolo C) Levonorgestrel 403 IN POSTMENOPAUSA LO SCREENING PER LA DIAGNOSI PRECOCE DEL CARCINOMA DEL COLLO UTERINO MEDIANTE PAP TEST: A) Non è più eseguibile a causa della secchezza vaginale B) Non è necessario a causa della ridotta incidenza della patologia in postmenopausa C) Rientrano nello screening gratuito le pazienti fino ai 65 anni 404 LA CISTI ENDOMETRIOSICA È DEFINITA ANCHE: A) Cisti “cioccolato” B) Cisti “a vetro smerigliato” C) Cisti “jelly-like” 405 L’INTERVENTO DI ISTERECTOMIA RADICALE PER VIA ADDOMINALE PRENDE IL NOME DI: A) Stoeckel B) Pfannestiel C) Wertheim 406 UN CORRETTO REFERTO COLPOSCOPICO DEVE COMPRENDERE LE SEGUENTI INFORMAZIONI ECCETTO: A) Visibilità, posizione e aspetto della giunzione squamo-colonnare B) Aspetto dei genitali esterni C) Descrizione di eventuali polipi del canale cervicale. 407 MOLTO UTILE NELLA DIAGNOSI DI PCOS E’ L’ASPETTO ANTROPOMETRICO DELLA PAZIENTE: IL 50-60 % DELLE PAZIENTI AFFETTE HA UN’OBESITA’ DI TIPO: A) Ginoide, detta “a pera” con distribuzione delle masse adipose nella metà inferiore dell’addome, nelle regioni glutee B) Androide, detta “a mela”, con maggiore distribuzione del tessuto adiposo nella regione addominale, toracica, dorsale e cervico-nucale C) Androide e ginoide contemporaneamente 408 L’ISTMO UTERINO E’: A) Una zona di transizione tra collo e corpo uterino caratterizzata da un restringimento dell’utero stesso B) Una zona di separazione, ben distinta sia dal corpo uterino che dal collo, sede della giunzione squamo-colonnare C) La porzione intrauterina delle tube 409 STUDI IN VITRO HANNO DIMOSTRATO LA CAPACITA’ DI LACTOBACILLUS SPP DI INIBIRE LA CRESCITA DI DIVERSE SPECIE BATTERICHE. TRAMITE QUALE MECCANISMO SI ESPLICA QUESTO RUOLO? A) Produzione di glicogeno con alti valori di pH B) Produzione di perossido di idrogeno con bassi valori di pH C) Produzione di perossido di idrogeno con alti valori di pH 410 LA CANDIDA ALBICANS: A) Quando presente da sempre manifestazioni cliniche anche nel partner maschile B) E’ sempre responsabile di vaginiti con sintomatologia tipica (prurito e secrezioni) C) Può fare parte della popolazione microbica vaginale e non dare sintomi di vaginite 411 L’IPEREMESI COMPARE: A) Nel 3° trimestre di gravidanza B) Nel 2° trimestre di gravidanza C) Nel 1° trimestre di gravidanza 412 SI E’ SOLITI RICONOSCERE LA “CONDIZIONE DI IPEREMESI”NEI CASI IN CUI: A) Al vomito si associa una compromissione dell’alimentazione ed una diminuzione del peso corporeo B) Al vomito si associa la comparsa di ipertensione C) Al vomito si associa la presenza di edemi agli arti inferiori Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 33 413 SECONDO LA LEGGE ITALIANA, SI DEFINISCE ABORTO L’INTERRUZIONE DELLA GRAVIDANZA ENTRO: A) Il 220° giorno completo di amenorrea B) Il 180° giorno completo di amenorrea C) Il 140° giorno completo di amenorrea 414 PER ABORTO SI INTENDE: A) La cessazione della gravidanza entro il 2° trimestre di gravidanza B) L’ interruzione volontaria della gravidanza C) La cessazione della gravidanza prima che il feto acquisisca la possibilità di vita autonoma al di fuori dell’utero 415 PER ABORTO PROVOCATO SI INTENDE: A) La cessazione della gravidanza entro il 2° trimestre di gravidanza B) L’ interruzione volontaria della gravidanza C) La cessazione della gravidanza prima che il feto acquisisca la possibilità di vita autonoma al di fuori dell’utero 416 PER ABORTO COMPLETO SI INTENDE: A) La morte del prodotto del concepimento senza che vi sia la sua espulsione all’esterno B) L’espulsione parziale del prodotto del concepimento e dei suoi annessi C) L’espulsione completa e totale del prodotto del concepimento e dei suoi annessi 417 PER ABORTO INCOMPLETO SI INTENDE: A) La morte del prodotto del concepimento senza che vi sia la sua espulsione all’esterno B) L’espulsione parziale del prodotto del concepimento e dei suoi annessi C) L’espulsione completa e totale del prodotto del concepimento e dei suoi annessi 418 PER ABORTO INTERNO SI INTENDE: A) La morte del prodotto del concepimento senza che vi sia la sua espulsione all’esterno B) L’espulsione parziale del prodotto del concepimento e dei suoi annessi C) L’espulsione completa e totale del prodotto del concepimento e dei suoi annessi 419 L’ABORTO VIENE DEFINITO “IN ATTO” QUANDO: A) Si hanno perdite ematiche dai genitali, dolori addominali crampiformi, cervice parzialmente dilatata, orifizio uterino pervio, ma non vi è stata espulsione di materiale ovulare B) Si osserva l’effettiva espulsione di materiale ovulare C) Si è in presenza di un infezione dei residui ovulari da parte di germi che possono dare origine ad una forma infettiva generalizzata 420 L’ABORTO VIENE DEFINITO “INEVITABILE” QUANDO: A) Si hanno perdite ematiche dai genitali, dolori addominali crampiformi, cervice parzialmente dilatata, ma non vi è stata espulsione di materiale ovulare B) Si osserva l’effettiva espulsione di materiale ovulare C) Si è in presenza di un infezione dei residui ovulari da parte di germi che possono dare origine ad una forma infettiva generalizzata 421 L’ABORTO VIENE DEFINITO “SETTICO” QUANDO: A) Si hanno perdite ematiche genitali, dolori addominali crampiformi, cervice parzialmente dilatata, orifizio uterino pervio, ma non vi è stata espulsione materiale ovulare B) Si osserva l’effettiva espulsione di materiale ovulare C) Si è in presenza di un’ infezione dei residui ovulari da parte di germi che possono dare origine ad una forma infettiva generalizzata 422 L’ABORTO VIENE DEFINITO “RIPETUTO” QUANDO: A) La donna ha avuto, prima della attuale gravidanza, due aborti consecutivi B) La donna ha avuto, prima della attuale gravidanza, tre o più aborti consecutivi C) La donna, non ha mai avuto aborti prima della attuale gravidanza 423 L’ABORTO VIENE DEFINITO “ABITUALE” QUANDO: A) La donna ha avuto, prima della attuale gravidanza, due aborti consecutivi B) La donna ha avuto, prima della attuale gravidanza, tre o più aborti consecutivi C) La donna, non ha mai avuto aborti prima della attuale gravidanza 424 L’ABORTO VIENE DEFINITO “OVULARE” SE SI VERIFICA: A) A partire dalla tredicesima settimana di età gestazionale B) Tra l’inizio della nona e la fine della dodicesima settimana di età gestazionale C) Dall’inizio della gravidanza fino all’ottava settimana di età gestazionale 425 L’ABORTO VIENE DEFINITO “EMBRIONALE” SE SI VERIFICA: A) A partire dalla tredicesima settimana di età gestazionale B) Tra l’inizio della nona e la fine della dodicesima settimana di età gestazionale C) Dall’inizio della gravidanza fino all’ottava settimana di età gestazionale Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 34 426 L’ABORTO VIENE DEFINITO “FETALE” SE SI VERIFICA: A) Dall’inizio della gravidanza fino all’ottava settimana di età gestazionale B) Tra l’inizio della nona e la fine della dodicesima settimana di età gestazionale C) A partire dalla tredicesima settimana di età gestazionale 427 LA PRESENZA DI PERDITE EMATICHE DAI GENITALI ESTERNI E DI DOLORI SOVRAPUBICI CRAMPIFORMI E LOMBOSACRALI SONO SEGNO DI: A) Iperemesi gravidica B) Minaccia d’aborto C) Gestosi E.P.H. 428 LE CAUSE PU’ COMUNI DI ABORTO SPONTANEO SONO: A) Di origine materna B) Di origina paterna C) Di origine fetale 429 LE ANOMALIE DELLA MORFOLOGIA DELL’UTERO (MALFORMAZIONI CONGENITE ED ACQUISITE), SONO CONSIDERATE CAUSA DI ABORTO SPONTANEO DI ORIGINE: A) Fetale B) Materna C) Paterna 430 LA BEANZA DEL CANALE CERVICALE, E’ CONSIDERATA CAUSA DI ABORTO SPONTANEO DI ORIGINE: A) Materna B) Fetale C) Paterna 431 LE ANOMALIE GENETICHE E MORFOLOGICHE RISCONTRATE NEL MATERIALE ABORTIVO SONO CONSIDERATE CAUSA DI ABORTO SPONTANEO DI ORIGINE: A) Materna B) Fetale C) Paterna 432 L’ISOIMMUNIZZAZIONE RH, E’ UNA MALATTIA IMMUNITARIA CHE SI MANIFESTA: A) Nelle gravide Rh negative portatrici di un feto Rh positivo B) Nelle gravide Rh negative portatrici di un feto Rh negativo C) Nelle gravide Rh positivo portatrici di un feto Rh negativo 433 SI PARLA DI MORTE ENDOUTERINA DEL FETO (MEF) QUANDO SI VERIFICA: A) L a morte del feto durante il travaglio di parto B) La morte del feto durante la terza settimana di gravidanza C) La morte del feto dopo la 20esima settimana di gravidanza e prima della completa espulsione del prodotto del concepimento 434 LA COMPLICAZIONE PIU’ TEMIBILE DELLA MORTE ENDOUTERINA DEL FETO (MEF) E’: A) La coagulazione intravasale disseminata (CID) B) Il Diabete gestazionale C) La gestosi EPH 435 LA “MALATTIA TROFOBLASTICA GESTAZIONALE” INCLUDE LE SEGUENTI PATOLOGIE: A) Mola vescicolare, mola invasiva, corioncarcinoma B) Anomalie della placenta, del cordone ombelicale, del volume del liquido amniotico C) Placenta previa, placenta accreta, distacco intempestivo di placenta 436 PER GRAVIDANZA “ECTOPICA” EXTRAUTERINA SI INTENDE: A) Quella condizione patologica in cui l’impianto dell’embrione avviene al di fuori della cavità uterina B) Quella condizione patologica in cui coesistono una gravidanza intrauterina ed una ectopica C) Quella condizione patologica in cui l’impianto dell’embrione avviene all’interno della cavità uterina, ma in sede impropria 437 PER GRAVIDANZA “ETEROTOPICA” SI INTENDE: A) Quella condizione patologica in cui l’impianto dell’embrione avviene al di fuori della cavità uterina B) Quella condizione patologica in cui coesistono una gravidanza intrauterina ed una ectopica C) Quella condizione patologica in cui l’impianto dell’embrione avviene all’interno della cavità uterina, ma in sede impropria Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 35 438 PER GRAVIDANZA “ECTOPICA” INTRAUTERINA SI INTENDE: A) Quella condizione patologica in cui l’impianto dell’embrione avviene al di fuori della cavità uterina B) Quella condizione patologica in cui coesistono una gravidanza intrauterina ed una ectopica C) Quella condizione patologica in cui l’impianto dell’embrione avviene all’interno della cavità uterina, ma in sede impropria 439 LA GRAVIDANZA TUBARICA E’: A) Una gravidanza ectopica extrauterina B) Una gravidanza eterotopica C) Una gravidanza ectopica intrauterina 440 LA GRAVIDANZA OVARICA E’: A) Una gravidanza eterotopica B) Una gravidanza ectopica intrauterina C) Una gravidanza ectopica extrauterina 441 LA GRAVIDANZA ADDOMINALE E’: A) Una gravidanza eterotopica B) Una gravidanza ectopica intrauterina C) Una gravidanza ectopica extrauterina 442 LA GRAVIDANZA ANGOLARE E’: A) Una gravidanza ectopica intrauterina B) Una gravidanza eterotopica C) Una gravidanza ectopica extrauterina 443 LA GRAVIDANZA CERVICALE E’: A) Una gravidanza ectopica intrauterina B) Una gravidanza eterotopica C) Una gravidanza ectopica extrauterina 444 LA GRAVIDANZA EXTRAUTERINA CHE SI PRESENTA CON MAGGIORE FREQUENZA E’: A) La gravidanza addominale B) La gravidanza tubarica C) La gravidanza ovarica 445 L’ABORTO TUBARICO, LA ROTTURA DELLA TUBA GRAVIDA, LA GRAVIDANZA ADDOMINALE SECONDARIA, POSSONO VERIFICARSI A SEGUITO DI: A) Una gravidanza ovarica B) Una gravidanza addominale C) Una gravidanza tubarica 446 L’EZIOLOGIA DELLA GRAVIDANZA EXTRAUTERINA TUBARICA COMPRENDE: A) Cause che ritardano o deviano la discesa verso l’utero dell’uovo fecondato e cause che accelerano lo sviluppo dell’uovo fecondato B) Cause che deviano l’uovo fecondato verso l’ovaio e cause che rallentano lo sviluppo dell’uovo fecondato C) Cause che favoriscono la discesa verso l’utero dell’uovo fecondato e cause che rallentano lo sviluppo dell’uovo fecondato 447 QUANDO NELLA PLACENTA SI RILEVA LA PRESENZA DI DUE DIFFERENTI LOBI PLACENTARI, DI VOLUME CIRCA UGUALE, SEPARATI DA UN TRATTO DI MEMBRANE, ESSA VIENE DENOMINATA: A) Placenta succenturiata od aberrante B) Placenta diffusa o membranacea C) Placenta bilobata 448 QUANDO NELLA PLACENTA SI RILEVA LA PRESENZA DI DUE DIFFERENTI LOBI PLACENTARI DISUGUALI CON NOTEVOLE PREVALENZA DI UNA DI SULL’ALTRA, QUEST’ULTIMA CHE COSTITUISCE UNA PLACENTA ACCESSORIA, VIENE DENOMINATA: A) Placenta diffusa o membranacea B) Placenta bilobata C) Placenta succenturiata od aberrante 449 QUANDO LA PLACENTA ASSUME UNA NOTEVOLE ESTENSIONE IN SUPERFICE CON DIMINUZIONE DELLO SPESSORE, ESSA VIENE DENOMINATA: A) Placenta diffusa o membranacea B) Placenta bilobata C) Placenta succenturiata od aberrante Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 36 450 QUANDO NELLA PLACENTA SI RILEVA UNA SPROPORZIONE TRA SUPERFICE MATERNA E SUPERFICE FETALE, ESSA VIENE DENOMINATA: A) Placenta bilobata B) Placenta marginata C) Placenta circumvallata 451 QUANDO NELLA PLACENTA SI RILEVA UN ANELLO DI FIBRINA CHE SI SOLLEVA A FORMARE UNA SPECIE DI CERCINE, ESSA VIENE DENOMINATA: A) Placenta bilobata B) Placenta marginata C) Placenta circumvallata 452 L’INSERZIONE DEL FUNICOLO OMBELICALE, VIENE DENOMINATA “A RACCHETTA” QUANDO: A) Uno o più vasi decorrono attraverso il polo inferiore del sacco amniotico B) Il funicolo si inserisce al centro della faccia fetale della placenta C) Il funicolo si inserisce al margine placentare 453 L’INSERZIONE DEL FUNICOLO OMBELICALE, VIENE DENOMINATA “VELAMENTOSA” QUANDO: A) Uno o più vasi decorrono attraverso il polo inferiore del sacco amniotico B) Il funicolo si inserisce al centro della faccia fetale della placenta C) Il funicolo si inserisce al margine placentare 454 LA GESTOSI E.P.H. E’ A) Una sindrome caratterizzata dalla presenza di vomito, proteinuria, ipertensione B) Una sindrome caratterizzata dalla presenza di proteinuria, ipertensione e diminuzione del peso corporeo C) Una sindrome caratterizzata dalla presenza di edemi, proteinuria, ipertensione 455 NELLA GESTOSI E.P.H. SONO CONSIDERATI DIAGNOSTICI: A) Valori di pressione arteriosa sistolica superiori 140 mmHg e valori di pressione diastolica superiori a 90 mmHg B) Valori di pressione arteriosa sistolica superiori 200 mmHg e valori di pressione diastolica superiori a 130 mmHg C) Valori di pressione arteriosa sistolica superiori 180 mmHg e valori di pressione diastolica superiori a 110 mmHg 456 NELLA GESTOSI E.P.H. VENGONO CONSIDERATI SIGNIFICATIVI VALORI DI PROTEINURIA PARI A: A) 0.3-0.5 g/1000ml di urina B) 0.7 g/2000ml di urina C) 0.9 g/3000ml di urina 457 NELLA GESTOSI E.P.H. IL SEGNO DI MINORE IMPORTANZA E’: A) La proteinuria B) L’edema C) L’ipertensione 458 I DISORDINI IPERTENSIVI IN GRAVIDANZA SONO: A) Ipertensione gestazionale (gestosi EPH), gestosi asintomatica, diabete gestazionale, B) Ipertensione gestazionale (gestosi EPH), diabete gestazionale, la coagulazione intravasale disseminata C) Ipertensione gestazionale (gestosi EPH), preeclampsia , eclampsia 459 PER DIABETE GESTAZIONALE (DG) SI INTENDE: A) Ogni grado di intolleranza glucidica con inizio o primo riconoscimento durante la gravidanza B) Ogni situazione in cui la malattia è clinicamente manifesta C) Quella condizione in cui sono presenti elementi di sospetto senza disturbi attuali del metabolismo glucidico 460 L’ETA’, L’OBESITA’, LA FAMILIARITA’, UN PREGRESSO DG, LA GLICOSURIA, IL POLIDRAMNIOS E LA PREGRESSA MACROSOMIA, SONO FATTORI DI RISCHIO PER: A) La coagulazione intravasale disseminata B) Iperemesi gravidica C) Il diabete gestazionale 461 LA MACROSOMIA, L’AUMENTO DELL’INCIDENZA DI INFERITLITA’, IL POLIDRAMNIOS, SONO COMPLICANZE CHE POSSONO PRESENTARSI NELLE DONNE AFFETTE DA: A) Coagulazione intravasale disseminata B) Iperemesi gravidica C) Diabete gestazionale 462 UN FETO CON UN PESO SUPERIORE A 4000 GR, E’ PRESENTE NELLE GRAVIDE AFFETTE DA DIABETE GESTAZIONALE CON UNA PERCENTUALE PARI AL: A) 10% B) 50% C) 90% Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 37 463 LA MACROSOMIA FETALE E’ DEFINITA COME QUELLA CONDIZIONE IN CUI: A) Il peso fetale stimato è superiore ai 4000gr o superiore al 90° percentile per l’epoca gestazionale B) Il peso fetale stimato è superiore ai 6000gr o superiore al 70° percentile per l’epoca gestazionale C) Il peso fetale stimato è superiore ai 3000gr o superiore al 50° percentile per l’epoca gestazionale 464 PER COAGULAZIONE INTRAVASALE DISSEMINATA (CID) SI INTENDE: A) Ogni grado di intolleranza glucidica con inizio o primo riconoscimento durante la gravidanza B) Quella condizione in cui, a seguito dell’attivazione massiva del sistema coagulativo, si formano grandi quantità di trombina, con conseguente trombosi generalizzata C) Quella sindrome caratterizzata dalla presenza di edemi, proteinuria, ipertensione 465 LA CONDIZIONE IN CUI SI RILEVA UN’INTOLLERANZA GLUCIDICA DI QUALUNQUE GRAVITA’ CON INIZIO O PRIMO RICONOSCIMENTO DURANTE LA GRAVIDANZA PRENDE IL NOME DI: A) Coagulazione intravasale disseminata B) Gestosi E.P.H. C) Diabete gestazionale 466 LA CONDIZIONE IN CUI, A SEGUITO DELL’ATTIVAZIONE MASSIVA DEL SISTEMA COAGULATIVO, SI FORMANO GRANDI QUANTITÀ DI TROMBINA, CON CONSEGUENTE TROMBOSI GENERALIZZATA PRENDE IL NOME DI: A) Coagulazione intravasale disseminata B) Diabete gestazionale C) Gestosi E.P.H. 467 LA SINDROME CARATTERIZZATA DALLA PRESENZA DI EDEMI, PROTEINURIA, IPERTENSIONE PRENDE IL NOME DI: A) Coagulazione intravasale disseminata B) Diabete gestazionale C) Gestosi E.P.H. 468 L’ECLAMPSIA, E’ UNA COMPLICAZIONE MATERNA CHE PUO’ VERIFICARSI A SEGUITO DI: A) Coagulazione intravasale disseminata B) Gestosi E.P.H. C) Iperemesi gravidica 469 IL RIPOSO A LETTO IN POSIZIONE DISTESA ED UNA DIETA ADEGUATA SONO MISURE DA FAR ADOTTARE ALLA GESTANTE AFFETTA DA: A) Coagulazione intravasale disseminata B) Gestosi E.P.H. C) Iperemesi gravidica 470 NELLA COAGULAZIONE INTRAVASALE DISSEMINATA (CID), IL PRIMO ORGANO A RISENTIRE DELLA COAGULAZIONE DISSEMINATA E’: A) Il cuore B) L’intestino C) Il rene 471 SE L’IMPIANTO DELL’EMBRIONE AVVIENE AL DI FUORI DELLA CAVITA’ UTERINA SI PARLA DI : A) Gravidanza ectopica intrauterina B) Gravidanza ectopica extrauterina C) Gravidanza eterotopica 472 SE L’IMPIANTO DELL’EMBRIONE AVVIENE NELLA CAVITÀ UTERINA, MA IN SEDE IMPROPRIA SI PARLA DI : A) Gravidanza ectopica intrauterina B) Gravidanza ectopica extrauterina C) Gravidanza eterotopica 473 LA SINDROME DA DISTRESS RESPIRATORIO E’ TIPICA DEI NEONATI: A) Post termine B) A termine C) Pre termine 474 LA SINDROME CARATERIZZATA DALLA TRASFORMAZIONE CISTICA DEI VILLI CORIALI E’ DENOMINATA: A) Mola vescicolare o idatiforme B) Fibromatosi uterina C) Carcinoma uterino 475 LA MOLA VESCICOLARE (O IDATIFORME) VIENE DEFINITA “COMPLETA” QUANDO: A) La trasformazione cistica riguarda tutti i villi coriali e non è presente tessuto fetale B) La trasformazione cistica riguarda una parte dei villi coriali ed è presente tessuto fetale C) I villi idropici invadono il miometrio e possono manifestarsi delle metastasi Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 38 476 LA MOLA VESCICOLARE (O IDATIFORME) VIENE DEFINITA “PARZIALE” QUANDO: A) La trasformazione cistica riguarda tutti i villi coriali e non è presente tessuto fetale B) La trasformazione cistica riguarda una parte dei villi coriali ed è presente tessuto fetale C) I villi idropici invadono il miometrio e possono manifestarsi delle metastasi 477 LA MOLA VESCICOLARE (O IDATIFORME) VIENE DEFINITA “INVASIVA” QUANDO: A) La trasformazione cistica riguarda tutti i villi coriali e non è presente tessuto fetale B) La trasformazione cistica riguarda una parte dei villi coriali ed è presente tessuto fetale C) I villi idropici invadono il miometrio e possono manifestarsi delle metastasi 478 IL CORIONCARCINOMA (O CORIONEPITELIOMA) E’: A) Una neoplasia in cui non sono più evidenziabili le normali strutture del villo o le degenerazioni molari, ma solo proliferazioni irregolari ed atipiche B) Una neoplasia ovarica C) Una neoplasia della tuba 479 LA MINACCIA D’ABORTO E’: A) Un quadro clinico caratterizzato da una perdita di sangue dai genitali e da dolori localizzati generalmente in sede lombosacrale e sovrapubica a carattere intermittente B) Un quadro clinico caratterizzato da edemi diffusi, alterazioni pressorie e da dolori localizzati generalmente in sede lombosacrale e sovrapubica a carattere intermittente C) Un quadro clinico caratterizzato da forti nausee, alterazioni pressorie e da una perdita di sangue dai genitali 480 LA TERAPIA PER LA MINACCIA D’ABORTO, PUO’ PREVEDERE: A) Terapia con progesterone, brevi passeggiate, un’alimentazione frazionata in numerosi piccoli pasti B) Un’alimentazione frazionata in numerosi piccoli pasti, riposo assoluto, terapia chirurgica (cerchiaggio cervicale) C) Il riposo assoluto, terapia con progesterone (nel primo trimestre) e con tocolitici (nel secondo trimestre per rilassare la muscolatura uterina), terapia chirurgica (cerchiaggio cervicale) 481 LA GRAVIDANZA GEMELLARE BIOVULARE DERIVA: A) Da una sola cellula uovo fecondata da un solo spermatozoo B) Dallo sviluppo di due differenti cellule uovo fecondate da due diversi spermatozoi C) Da una sola cellula uovo fecondata da due spermatozoi 482 LA GRAVIDANZA GEMELLARE MONOVULARE DERIVA: A) Da una sola cellula uovo fecondata da un solo spermatozoo B) Dallo sviluppo di due differenti cellule uovo fecondate da due diversi spermatozoi C) Da una sola cellula uovo fecondata 483 IN CASO DI GEMELLI BIOVULARI LA GRAVIDANZA E’ SEMPRE DEFINITA A) Bicoriale biamniotica B) Monocoriale biamniotica C) Monocoriale monoamniotica 484 LA SUPERFECONDAZIONE CONSISTE: A) Nella fecondazione di due ovociti a breve distanza di tempo ma in coiti differenti B) Nella fecondazione di un ovocita dopo che nella cavità uterina si è già annidato un altro uovo fecondato C) Nella fecondazione di quattro ovociti a breve distanza di tempo ma tutti in coiti differenti 485 LA SUPERFETAZIONE CONSISTE: A) Nella fecondazione di due ovociti a breve distanza di tempo ma in coiti differenti B) Nella fecondazione di un ovocita dopo che nella cavità uterina si è già annidato un altro uovo fecondato C) Nella fecondazione di quattro ovociti a breve distanza di tempo ma tutti in coiti differenti 486 LA SINDROME DA TRASFUSIONE FETO – FETALE COMPORTA: A) Il rischio che i gemelli siano fusi totalmente o parzialmente tra loro in vario modo B) Il rischio materno di contrarre una coagulazione intravasale disseminata C) Uno squilibrio nella ripartizione dell’apporto nutritivo che comporta per il feto donatore uno sviluppo staturale e ponderale molto rallentato tale da poterne causare la morte 487 NELLE GRAVIDANZE OTTENUTE DA TECNICHE DI RIPRODUZIONE ASSISTITA (ART), I RISCHI SUPERIORI RISPETTO ALLE GRAVIDANZE SPONTANEE RIGUARDANO: A) Un aumento della percentuale di morte intrauterina del feto, una maggiore incidenza di aborto spontaneo, una elevata incidenza di gravidanze protratte e di applicazione di ventosa nell’espletamento del parto B) Un aumento della percentuale di determinate anomalie genetiche, una ridotta potenzialità d’impianto, una maggiore incidenza di aborto spontaneo, una elevata incidenza di parto prematuro e di taglio cesareo C) Un aumento della possibilità di contrarre una coagulazione intravasale disseminata, una maggiore incidenza di placenta previa, una elevata incidenza di parto prematuro e di taglio cesareo Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 39 488 GLI ESITI PIU’ TEMIBILI DI UNA GRAVIDANZA GEMELLARE SONO: A) Il gemello acardico, il fetus in fetu, lo stuck twin o gemello bloccato B) I gemelli fraterni, i gemelli congiunti, il gemello acardico C) I gemelli fraterni, il fetus in fetu, lo stuck twin o gemello bloccato 489 IL CERCHIAGGIO CERVICALE VIENE UTILIZZATO PER LA PREVENZIONE DEL: A) Parto pre termine B) Parto post – termine C) Parto gemellare 490 IL CERCHIAGGIO VIENE RIMOSSO: A) Durante il travaglio avanzato B) Dopo 4 settimane dalla sua effettuazione C) Verso la 36 – 37 settimana di gravidanza 491 LA PIU’ GRAVE COMPLICAZIONE MATERNA DELLA PATOLOGIA IPERTENSIVA IN GRAVIDANZA E’: A) L’eclampsia B) La gestosi sintomatica C) Il diabete gestazionale 492 LA SINDROME HELLP E’: A) Sindrome caratterizzata da emolisi (H), elevati livelli di enzimi epatici (EL) e piastrinopenia (LP) presente nelle donne in pre-eclampsia B) Sindrome caratterizzata da emolisi (H), elevati livelli di enzimi epatici (EL) e piastrinopenia (LP) presente nelle donne con diabete gestazionale C) Sindrome caratterizzata da emolisi (H), elevati livelli di enzimi epatici (EL) e piastrinopenia (LP) presente nelle donne nelle quali si manifesta una coagulazione intravasale disseminata 493 LA MAGGIOR CAUSA DI MORBILITA’ E MORTALITA’ MATERNA E FETALE E’ DATA DA: A) La gravidanza gemellare B) La patologia ipertensiva in gravidanza C) La gravidanza ectopica extrauterina 494 LE COMPLICAZIONI MATERNE ASSOCIATE AL DIABETE GESTAZIONALE (DG) SONO: A) Aumentata incidenza di taglio cesareo, ipertensione cronica e diabete nella vita futura B) Aumentata incidenza di applicazione di ventosa durante il parto, aumento degli edemi agli arti inferiori e superiori, diabete nella vita futura C) Aumento della proteinuria, degli edemi agli arti inferiori e superiori ed ipertensione cronica 495 I RISCHI FETALI LEGATI AL DIABETE GESTAZIONALE SONO: A) Fetus in fetu, morte del feto, stuck twin (gemello bloccato) B) Gemello acardico, morte del feto o feto “piccolo per l’epoca gestazionale” C) Presenza di malformazioni fetali maggiori, morte del feto o feto “grande per l’epoca gestazionale” 496 PER CORIONAMNIOTITE SI INTENDE: A) Una grave infiammazione del peritoneo dovuta a infezione batterica B) Una grave infiammazione della cavità amniotica e delle membrane che l'avvolgono, dovuta a infezione batterica C) Una grave infiammazione della tuba e delle ovaie dovuta a infezione batterica 497 I SEGNI CLINICI DELLA CORIONAMNIOTITE SONO: A) Febbre, tachicardia, iperleucocitosi materna, dolorabilità uterina e tachicardia fetale B) Iperemesi, edemi diffusi e bradicardia fetale C) Diabete, ipertensione e feto “grande per l’età gestionale” 498 LA TERAPIA INDICATA IN CASO DI CORIONAMNIOTITE CONSISTE: A) Nel tenere la donna a riposo assoluto con una dieta bilanciata B) Nell’espletare il parto nel più breve tempo possibile e nella somministrazione di antibiotici secondo antibiogramma C) Nell’effettuare un cerchiaggio ed espletare il parto mediante taglio cesareo 499 LA CORIONAMNIOTITE E’ SPESSO PRECEDUTA DA: A) Rottura intempestiva delle membrane (PROM) B) Preeclampsia C) Coagulazione intravasale disseminata 500 L’INFEZIONE DA TOXOPLASMA GONDII È UNA MALATTIA CHE SI CONTRAE ENTRANDO IN CONTATTO CON: A) Le oocisti contenute nelle feci di cane, nella carne infetta e troppo cotta, nella frutta e verdura non ben lavata B) Le oocisti contenute nelle feci di gatto, nella carne infetta cruda o poco cotta, nella frutta e verdura non ben lavata C) Le oocisti contenute nelle feci di coniglio, nella carne poco cotta, nella frutta e verdura non ben lavata a meno che non sia biologica certificata Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 40 501 NELL’INFEZIONE DA TOXOPLASMA GONDII, IL RISCHIO DI INFEZIONE FETALE E’: A) Direttamente proporzionale all’epoca gestazionale B) Direttamente proporzionale al numero delle gravidanze precedenti C) Inversamente proporzionale all’epoca gestazionale 502 L’INFEZIONE DA HERPES SIMPLEX VIRUS (HSV) VIENE CONTRATTA: A) Per via sessuale B) Per via ematica C) Per via alimentare 503 SE IL PRODOTTO DEL CONCEPIMENTO SUBISCE UN’INFEZIONE NEL PRIMO TRIMESTRE DI GRAVIDANZA SI PARLA DI: A) Fetopatia infettiva B) Embriopatia infettiva C) Ovocitopatia infettiva 504 SE IL PRODOTTO DEL CONCEPIMENTO SUBISCE UN’INFEZIONE NEL SECONDO E TERZO TRIMESTRE DI GRAVIDANZA SI PARLA DI: A) Ovocitopatia infettiva B) Embriopatia infettiva C) Fetopatia infettiva 505 LE PRINCIPALI PATOLOGIE DEL PARTO RIGUARDANO: A) Il taglio cesareo B) Distocie dinamiche, distocie meccaniche, la sofferenza fetale C) La sofferenza fetale 506 LE ALTERAZIONI NELLA NORMALE EVOLUZIONE DEL PARTO SONO DOVUTI AI SEGUENTI FATTORI DEL PARTO: A) Utero, ormoni, feto B) Forza, feto, canale del parto C) Bacino, ormoni, utero 507 COSA AVVIENE NELLA ROTAZIONE POSTERIORE O SACRALE DELL’OCCIPITE? A) L’occipite modifica i rapporti del bambino con l’utero B) L’occipite resta bloccato nella sua posizione C) La rotazione interna porta l’occipite a dirigersi verso la concavità sacrale anziché verso la sinfisi pubica 508 QUALI POSSONO ESSERE LE CONSEGUENZE DELLA POSIZIONE POSTERIORE DELL’OCCIPITE IN PRESENTAZIONE DI VERTICE? A) Rallentamento della evoluzione del parto anche in presenza di buona contrattilità uterina, sofferenza fetale, aumentato ricorso ad interventi ostetrici vaginali o addominali B) Sofferenza fetale C) Distocia dinamica del travaglio 509 QUALI POSSONO ESSERE LE CONSEGUENZE DELLA POSIZIONE POSTERIORE DELL’OCCIPITE IN PRESENTAZIONE DI VERTICE QUANDO IL PARTO SI CONCLUDE PER VIA VAGINALE? A) Sofferenza fetale B) L’abnorme distensione del perineo, necessità di ampie incisioni, lacerazioni importanti, grosse perdite ematiche o ematomi profondi C) Perdite ematiche abnormi 510 LA POSIZIONE POSTERIORE DEL VERTICE PUÒ FAVORIRE LA ROTAZIONE SACRALE DELL’OCCIPITE. IN CHE MODO PUÒ ESSERE DIAGNOSTICATA IN TRAVAGLIO DI PARTO? A) Dalle manovre di Leopold, dalla localizzazione del battito fetale, nell’esplorazione vaginale dalla localizzazione della fontanella lambdoidea nei quadranti sacrali B) Dalla ecografia C) Dal rallentamento del travaglio 511 QUALI SONO LE PRESENTAZIONI CEFALICHE DEFLESSE? A) Presentazione di bregma B) La presentazione di fronte, la presentazione di faccia C) Posizioni posteriori 512 IN GENERE DA QUALI FATTORI SONO FAVORITE LE PRESENTAZIONI DEFLESSE (FRONTE, FACCIA)? A) Malformazioni fetali B) Dimensioni del bambino (macrosomia) C) Dolicocefalia, prematurità, bacino materno antropoide Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 41 513 NELLA PRESENTAZIONE DI FRONTE QUANTO È LUNGO IL DIAMETRO OCCIPITO-MENTONIERO? A) Circa 10 cm B) Circa 14 cm C) Circa 12 cm 514 NELLA PRESENTAZIONE DI FACCIA IL PARTO PUÒ EVOLVERE SPONTANEAMENTE, SOLO SE ESISTONO QUALI CONDIZIONI? A) Gravidanza gemellare B) Polidramnios C) Rotazione posteriore del mento, feti molto piccoli, bacini molto ampi 515 LA PRESENTAZIONE PODALICA È FAVORITA DA PARTICOLARI ALTERAZIONI DELLO SPAZIO DISPONIBILE ALL’INTERNO DELL’ADDOME E DELL’UTERO, RISCONTRABILI IN ALCUNE CONDIZIONI FETALI, QUALI? A) Peso inferiore al 50° percentile B) Feto che presenta molti movimenti fetali nella giornata (superiori a 10/dì) C) Malformazioni congenite (nelle quali spesso il feto si muove meno) e gemellarità 516 LA PRESENTAZIONE PODALICA È FAVORITA DA PARTICOLARI ALTERAZIONI DELLO SPAZIO DISPONIBILE ALL’INTERNO DELL’ADDOME E DELL’UTERO, RISCONTRABILI IN ALCUNE CONDIZIONI MATERNE, QUALI? A) Ipotonia dei muscoli retti dell’addome B) Addome voluminoso C) Malformazioni uterine e tumori pelvici 517 LA PRESENTAZIONE PODALICA È FAVORITA DA PARTICOLARI ALTERAZIONI DELLO SPAZIO DISPONIBILE ALL’INTERNO DELL’ADDOME E DELL’UTERO, RISCONTRABILI IN ALCUNE CONDIZIONI OSTETRICHE, QUALI? A) Sofferenza fetale B) Placenta previa C) Rallentato accrescimento fetale 518 PERCHÉ IL PARTO IN PRESENTAZIONE PODALICA È CONSIDERATO UN PARTO “A RISCHIO”? A) Perché il parto potrebbe essere troppo rischioso per la madre viste le dimensioni del feto in tale presentazione B) Perché la testa potrebbe restare eccessivamente compressa C) Perché la testa impegnandosi dopo la fuoriuscita dell’addome può comprime il cordone ombelicale per tutto il tempo della progressione nel canale da parto, tanto a lungo da creare una condizione di grave sofferenza fetale 519 IN CASO DI MASTITE, LE RACCOMANDAZIONI DA DARE AD UNA MADRE SONO: A) Continuare l’allattamento anche al seno interessato, incoraggiare le poppate frequenti, somministrare antibiotici se necessario B) Sospendere temporaneamente l’allattamento da entrambi i seni, somministrare antibiotici se necessario C) Sospendere temporaneamente l’allattamento al seno interessato, incoraggiare le poppate frequenti all’altro seno 520 QUAL È IL SUGGERIMENTO INDISPENSABILE PER UNA MADRE CON RAGADI AL SENO? A) Verificare la posizione e l’attacco del bambino al seno B) Suggerire l’uso di paracapezzoli in silicone C) Limitare la poppata a 10 minuti per seno 521 NELL’EVENTUALITÀ DI UNA APPARENTE IPOGALATTIA, QUALE PUÒ ESSERE IL CONSIGLIO DA DARE AD UNA MADRE? A) Ricorrere a terapia farmacologica che aumenti la produzione di latte B) Far poppare più spesso il bambino per stimolare la produzione del latte C) Utilizzare il Sistema di Allattamento Integrativo 522 QUALI POSSONO ESSERE LE CAUSE DEL DOLORE AI CAPEZZOLI? A) Attacco inadeguato, pozione scorretta B) Infezione da germi comuni C) Predisposizione genetica 523 QUALE PUÒ ESSERE IL SUGGERIMENTO PER CORREGGERE IL DOLORE AI CAPEZZOLI? A) Ridurre l’allattamento al seno B) Curare l’attacco, la suzione, la posizione di madre e bambino C) Applicare antinfiammatori per uso topico 524 NELL’ASSISTENZA AL PARTO SPONTANEO PER IL PODICE È NECESSARIO INVITARE LA DONNA A NON ASSECONDARE LO STIMOLO ESPULSIVO PREMATURO, PER QUALE MOTIVO? A) Perché l’addome del feto (facilmente comprimibile) verrebbe espulso prima della dilatazione completa della bocca uterina con conseguente “intrappolamento” della testa fetale B) Perché la fuoriuscita dei piedi potrebbe far aumentare il rischio di infezioni C) Perché potrebbero essere eliminate delle feci che contaminerebbero il bambino Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 42 525 NELL’ASSISTENZA AL PARTO SPONTANEO PER IL PODICE QUALÈ LA FINALITÀ DELLA MANOVRA DI MAURICEAU – SMELLIE – VEIT? A) Ridare il giusto atteggiamento della testa del feto B) Allungare l’ansa del funicolo perché non subisca eccessivi stiramenti C) Evitare lo sbarramento degli arti superiori 526 LA GRAVIDANZA PLURIMA È PER DEFINIZIONE UNA GRAVIDANZA A RISCHIO, PER QUALE MOTIVO? A) Perché alcuni feti potrebbero non sopravvivere B) Perché il parto sarebbe difficoltoso C) Perché è frequentemente complicata da gestosi, placenta previa, distacco intempestivo, polidramnios, insufficienza placentare 527 NELLA PRESENTAZIONE DI SPALLA, A QUALE SITUAZIONE CORRISPONDE L’ASSE MAGGIORE DEL FETO? A) Longitudinale B) Trasversa, in cui l’asse maggiore del feto e quello della cavità uterina sono perpendicolari tra loro C) Obliqua 528 NELLA DISTOCIA DINAMICA DEL TRAVAGLIO, SI PARLA DI IPERCINESIA UTERINA QUANDO: A) Le contrazioni improvvisamente si diradano B) Aumenta il tono delle contrazioni C) Le contrazioni sono più intense, più prolungate, o più frequenti del normale 529 NELLA DISTOCIA DINAMICA DEL TRAVAGLIO, SI PARLA DI IPERTONIA UTERINA QUANDO: A) Le contrazioni improvvisamente si diradano B) Il tono del miometrio nell’intervallo fra le contrazioni è abnormemente aumentato C) Le contrazioni sono più prolungate 530 NELLA DISTOCIA DINAMICA DEL TRAVAGLIO, QUANDO SI PARLA DI TETANIA UTERINA? A) Quando l’ipertonia uterina diventa di grado elevato B) Quando il tono del miometrio nell’intervallo fra le contrazioni è abnormemente aumentato C) Quando le contrazioni sono più prolungate 531 SI PARLA DI TETANIA UTERINA QUANDO LA PRESSIONE INTRAMNIOTICA DELLE CONTRAZIONI È: A) > 40 mm Hg B) < 40 mm Hg C) > 80 mm Hg 532 QUALE È LA CONSEGUENZA PIÙ IMMEDIATA NELLA TETANIA UTERINA? A) Distacco intempestivo della placenta e morte fetale B) Rottura d’utero C) Insufficienza placentare 533 SI PARLA DI IPOCINESIA UTERINA QUANDO: A) Le contrazioni sono troppo ravvicinate B) Le contrazioni uterine sono di intensità eccessivamente ridotta, o di durata troppo breve, oppure troppo distanziate nel tempo C) Le contrazioni sono troppo dolorose 534 SI PARLA DI IPOCINESIA UTERINA QUANDO LA PRESSIONE INTRAMNIOTICA DELLA CONTRAZIONE È: A) = a 30 mm Hg B) < a 30 mm Hg C) > a 30 mm Hg 535 SI PARLA DI IPOCINESIA UTERINA QUANDO LA DURATA DELLE CONTRAZIONI È: A) = a 45 secondi B) > a 60 secondi C) < a 45 secondi 536 SI PARLA DI IPOCINESIA UTERINA QUANDO LA DISTANZA TRA LE CONTRAZIONI È: A) < a 2 contrazioni ogni 10 minuti B) 4 contrazioni ogni 10 minuti C) 5 contrazioni ogni 15 minuti 537 SI PARLA IPOTONIA UTERINA QUANDO: A) Il tono delle contrazioni uterine è < a 8 mm Hg B) Il tono delle contrazioni è di 30 mm Hg C) Il tono delle contrazioni è leggermente superiore a 30 mm Hg Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 43 538 SI PARLA DI INERZIA UTERINA QUANDO: A) C’è la completa mancanza di attività contrattile uterina B) L’attività delle contrazioni uterine è sporadica C) Non c’è rilassamento nelle pause tra le contrazioni 539 LE ANOMALIE PER DIFETTO DELLE CONTRAZIONI UTERINE POSSONO ESSERE CAUSA DI: A) Allungamento del travaglio di parto B) Parto abnormemente doloroso C) Parto precipitoso 540 LE ANOMALIE PER DIFETTO DELLE CONTRAZIONI UTERINE SONO: A) Ipotonia, ipocinesia, inerzia uterina B) Inerzia uterina e ipercinesia, ipotono C) Ipotonia, ipocinesia, tetania uterina 541 LE ANOMALIE PER ECCESSO DELLE CONTRAZIONI UTERINE SONO: A) Inerzia uterina, ipercinesia, ipertono B) Tetania uterina, ipotonia, ipercinesia C) Ipercinesia, ipertono, tetania uterina 542 UNA DELLE CONSEGUENZE DELLE ANOMALIE PER ECCESSO DELLA CONTRAZIONE UTERINA È: A) Sofferenza fetale perché interferisce nella perfusione intervillosa e nelle forme gravi rischio di morte fetale B) Ipotonia della contrazione uterina C) Iperdolorabilità della contrazione uterina 543 COSA S’INTENDE COL TERMINE DISCINESIA UTERINA? A) Indica una contrazione uterina disorganizzata per alterazione di uno o più dei gradienti (propagazione, intensità, durata) della contrazione fisiologica B) Indica una attività aumentata della contrazione uterina C) Indica una attività diminuita della contrazione uterina 544 COSA S’INTENDE PER “SPASMO UTERINO ZONALE”? A) Una contrazione uterina ipertonica anulare, semianulare o segmentaria che si localizza in qualsiasi zona del corpo uterino o del segmento inferiore B) Uno spasmo della cervice uterina C) Un restringimento del canale da parto 545 IN BASE ALLA CURVA CERVICOMETRICA DI FRIEDMAN, COSA S’INTENDE PER “FASE LATENTE PROLUNGATA”? A) Si parla di fase latente prolungata ogni volta che la durata della fase latente supera le 14 ore nella nullipara e 20 ore nella multipara B) Si parla di fase latente prolungata ogni volta che la durata della fase latente supera le 6 ore nella nullipara e 4 ore nella multipara C) Si parla di fase latente prolungata quando il travaglio di parto supera le 24 ore complessive 546 IN BASE ALLA CURVA CERVICOMETRICA DI FRIEDMAN, COSA S’INTENDE PER “FASE ATTIVA RALLENTATA”? A) Si parla di fase attiva rallentata quando il travaglio di parto supera le 24 ore complessive B) Si parla di fase attiva rallentata quando la velocità della dilatazione cervicale è inferiore a cm/ora nella multipara e 2 cm/ora nella nullipara C) Si parla di fase attiva rallentata quando la velocità della dilatazione cervicale è inferiore a 1,5 cm/ora nella multipara e 1 cm/ora nella nullipara 547 IN BASE ALLA CURVA CERVICOMETRICA DI FRIEDMAN, COSA S’INTENDE PER “ARRESTO SECONDARIO DELLA DILATAZIONE”? A) Si parla di arresto secondario della dilatazione quando la dilatazione cervicale dopo una certa progressione si arresta prima di essere completa B) Si parla di arresto secondario della dilatazione nel periodo espulsivo C) Si parla di arresto secondario della dilatazione prima del secondamento fisiologico della placenta 548 IN BASE ALLA CURVA CERVICOMETRICA DI FRIEDMAN, COSA S’INTENDE PER “FASE DI DECELERAZIONE PROLUNGATA”? A) Il caso in cui l’arresto della dilatazione duri più di 30 minuti nella multipara e più di due ore nella nullipara B) Il caso in cui l’arresto della dilatazione duri meno di 30 minuti nella multipara e meno di due ore nella nullipara C) Riguarda una delle condizioni di benessere fetale in relazione al rallentamento della progressione della dilatazione cervicale 549 IL “PARTO PRECIPITOSO” È: A) Quella condizione in cui la donna non sente la fase dilatante e si accorge solo del periodo espulsivo B) Quella condizione di parto senza dolore C) Quella anomalia in eccesso della dilatazione cervicale in cui la velocità della stessa supera i 5 cm/ora, la progressione della parte presentata è proporzionalmente accelerata e il travaglio dura meno di tre ore Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 44 550 QUALI POSSONO ESSERE LE CONDIZIONI CHE FAVORISCONO IL PARTO PRECIPITOSO? A) Multiparità, tessuti molli e poco resistente, contrazioni uterine intense, feti di piccole dimensioni e condizioni ostetriche favorenti, precedenti parti precipitosi B) Tetania uterina C) Condizione genetica 551 LE DISTOCIE MECCANICHE DI ORIGINE MATERNA, POSSONO RIGUARDARE: A) Canale osseo, parti molli B) Utero C) Costituzione fisica 552 LE DISTOCIE MECCANICHE DEL CANALE OSSEO AVVENGONO: A) A livello dello stretto superiore, dello stretto medio, dello stretto superiore B) A livello delle anche C) A livello della colonna 553 POSSIAMO PARLARE DI VIZIATURE PELVICHE DELLO STRETTO SUPERIORE QUANDO: A) Il diametro anteroposteriore è inferiore a 8 cm, o quello trasverso è inferiore a 10 cm B) Il diametro anteroposteriore è inferiore a 12 cm, o quello trasverso è inferiore a 14 cm C) Il diametro anteroposteriore è inferiore a 10 cm, o quello trasverso è inferiore a 12 cm 554 LA STENOSI A LIVELLO DELLO STRETTO MEDIO PUÒ COMPORTARE: A) Ritardo nella rotazione interna o rotazione invertita, nelle forme più gravi l’arresto della progressione B) Rallentamento del travaglio C) Taglio cesareo 555 SI A) B) C) PARLA DI STENOSI DELLO STRETTO INFERIORE QUANDO: La distanza fra le tuberosità ischiatiche è inferiore a 4 cm La distanza fra le tuberosità ischiatiche è inferiore a 8 cm La distanza fra le tuberosità ischiatiche è inferiore a 6 cm 556 NELLA PRESENTAZIONE DI VERTICE CON SOSPETTO DI SPROPORZIONE CEFALO-PELVICA, QUALI MANOVRE POSSONO UTILIZZARSI PER VALUTARE IL RAPPORTO DIAMETRICO TRA LA TESTA FETALE E IL BACINO MATERNO? A) La 4° manovra di Leopold, la manovra di Pinard o 5° manovra di Leopold, la manovra di Muller-Kerr B) La 1° e la 2° manovra di Leopold C) La 3° manovra di Leopold 557 NELLA VALUTAZIONE DELLA SPROPORZIONE FETO-PELVICA ATTRAVERSO LA MANOVRA DI MULLER- KERR, COSA SI VA AD APPREZZARE? A) Attraverso l’esplorazione vaginale, a membrane rotte e a almeno 5 cm di dilatazione si cerca di apprezzare la porzione della testa dal di sopra della sinfisi pubica B) La porzione di parte presentata al di sopra della sinfisi pubica, ciò accade quando le mani dell’operatore messe al di sopra della sinfisi non si uniscono attorno alla parte presentata C) Il grado di fissità della parte presentata 558 PER “BACINO LIMITE” SI INTENDE: A) Un bacino decisamente più piccolo rispetto alla media B) Un bacino dalla conformazione androide C) Una condizione di proporzionalità fra il bacino materno e la testa fetale senza margini di sicurezza per l’evoluzione spontanea del parto 559 QUALI TRA QUESTE ANOMALIE DEL CANALE MOLLE POSSONO RAPPRESENTARE UNA DISTOCIA MECCANICA DEL PARTO? A) Tumori del corpo uterino, di altri organi pelvici soprattutto se situati tra la parte presentata e lo stretto medio B) Ragadi anali C) Emorroidi 560 QUALI TRA QUESTE ANOMALIE DEL CANALE MOLLE POSSONO RAPPRESENTARE UNA DISTOCIA MECCANICA DEL PARTO? A) Anomalie del collo congenite o acquisite (rigidità cervicale su base costituzionale, cicatriziale o tumorale), edema importante B) Ectopia C) Carcinoma in situ 561 QUALI TRA QUESTE ANOMALIE DEL CANALE MOLLE POSSONO RAPPRESENTARE UNA DISTOCIA MECCANICA DEL PARTO? A) Ragadi anali B) Ectopia C) Anomalie della vagina (setti, stenosi cicatriziali, tumori), della vulva o del perineo (su base costituzionale, cicatriziale o infettiva) Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 45 562 LE DISTOCIE DEL CORPO MOBILE COMPRENDONO: A) Le distocie fetali, le distocie annessiali (placenta, funicolo, membrane amniocoriali) B) La rottura prematura delle membrane amnio-coriali C) La sofferenza fetale 563 NELLE DISTOCIE DEL CORPO MOBILE, IL FETO PUÒ ESSERE CAUSA DI IMPEDIMENTO DELL’EVOLUZIONE SPONTANEA DEL PARTO QUANDO: A) Il volume fetale è abnorme, ci sono anomalie di presentazione, procidenza di piccole parti fetali, l’impegno di più parti fetali in caso di gravidanze plurime B) C’è sofferenza fetale C) C’è la rottura prematura delle membrane amnio-coriali 564 VENGONO CONSIDERATI MEGALOSOMI TUTTI I FETI DI UN PESO CORPOREO SUPERIORE: A) Al 90° percentile della curva di crescita del post nascita B) Al 90° percentile della curva di crescita intrauterina C) Tutti i feti di peso superiore ai 4000 gr 565 IN QUALI CASI SI PARLA DI GIGANTISMO FETALE? A) Quando il peso alla nascita supera i 4000 gr B) Quando il peso alla nascita supera i 4500 gr C) Quando il peso alla nascita supera i 5000 gr 566 QUALI SONO LE PRESENTAZIONI ANOMALE CHE RIGUARDANO LA SITUAZIONE LONGITUDINALE DEL FETO? A) Bregma, fronte, faccia, podalica B) Posizioni posteriori dell’occipite C) Posizioni assinclitiche dell’occipite 567 QUALI SONO LE DISTOCIE DEGLI ANNESSI FETALI CHE RIGUARDANO LA PLACENTA? A) Placenta previa, distacco intempestivo B) Infarti placentari C) Insufficienza placentare 568 COME AVVIENE LA DIAGNOSI DI CERTEZZA DELLA PLACENTA PREVIA? A) Visita ginecologica B) Rx contenuto uterino C) Ecografia 569 LA PLACENTA PREVIA IN RELAZIONE AI RAPPORTI CHE QUESTA STABILISCE CON L’ORIFIZIO UTERINO INTERNO PUÒ SUDDIVIDERSI IN: A) Laterale, marginale, centrale B) Laterale, marginale, fundica C) Centrale, anteriore, posteriore 570 QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DELLA PLACENTA PREVIA LATERALE? A) Il bordo della placenta dista a più di 3 cm dalla periferia dell’orifizio uterino interno B) Il bordo della placenta dista a più di 4 cm dalla periferia dell’orifizio uterino interno C) Il bordo della placenta dista a più di 5 cm dalla periferia dell’orifizio uterino interno 571 QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DELLA PLACENTA PREVIA MARGINALE? A) Il bordo della placenta dista a meno di 5 cm dalla periferia dell’orifizio uterino interno B) Il bordo della placenta dista a meno di 6 cm dalla periferia dell’orifizio uterino interno C) Il bordo della placenta dista a meno di 3 cm dalla periferia dell’orifizio uterino interno 572 QUALI SONO LE CARATTERISTICHE DELLA PLACENTA PREVIA CENTRALE? A) La placenta è inserta nella zona centrale dell’utero B) L’area di inserzione placentare copre l’orifizio uterino interno C) La placenta è inserta nella zona centrale del fondo uterino 573 QUAL È LA SINTOMATOLOGIA DELLA PLACENTA PREVIA? A) Metrorragia abbondante accompagnata da dolori importanti B) Metrorragia scarsa, regolare e non accompagnata da dolore C) Metrorragia di grado variabile che si ripete a intervalli imprevedibili e non accompagnati da dolore 574 QUAL È LA DIAGNOSI DIFFERENZIALE TRA PLACENTA PREVIA E DISTACCO DI PLACENTA NORMALMENTE INSERTA? A) Nella placenta previa il dolore non è una costante, contrariamente al distacco intempestivo di placenta normalmente inserta B) Nella placenta previa la perdita ematica è più abbondante, di colore rosso vivo e non si associa mai ad attività contrattile uterina e ne a dolore C) Nel distacco compare sempre il sangue di colore rosso vivo Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 46 575 QUAL È LA SINTOMATOLOGIA DEL DISTACCO INTEMPESTIVO DELLA PLACENTA NORMALMENTE INSERTA? A) Metrorragia B) Dolori addominali C) Forti dolori addominali, ipertono uterino, metrorragia, segni di sofferenza fetale gravi 576 QUALI ANOMALIE RIENTRANO NELLE DISTOCIE MECCANICHE DA CAUSA FUNICOLARE? A) Presenza di una arteria e una sola vena B) Anomalie di lunghezza del funicolo e il prolasso di funicolo C) Gravidanze monocoriali e monoamniotiche 577 LA BREVITÀ RELATIVA DEL FUNICOLO È: A) La riduzione costituzione della lunghezza del funicolo B) La riduzione della lunghezza del funicolo a seguito di giri singoli o multipli attorno al corpo o altre parti del corpo C) La presenza di anse 578 DURANTE IL TRAVAGLIO QUAL È IL SEGNALE CHE PUÒ FAR SOSPETTARE LA PRESENZA DI UNO O PIÙ GIRI DI FUNICOLO? A) Ripetute decelerazioni variabili durante il controllo cardiotocografico B) Sofferenza fetale C) Rottura prematura delle membrane amnio-coriali 579 IN QUALE CONDIZIONE SI PARLA DI BREVITÀ ASSOLUTA DEL FUNICOLO? A) Quando la sua lunghezza è inferiore a 20 cm B) Quando la sua lunghezza è inferiore a 50 cm C) Quando la sua lunghezza è inferiore a 30 cm o non arriva alla rima vulvare 580 QUANDO SI PARLA DI PROLASSO DEL CORDONE OMBELICALE SI INCLUDE: A) Procidenza, prolasso, associazione di cordone ombelicale B) Brevità assoluta C) Brevità relativa 581 IN QUALI CIRCOSTANZE SI PUÒ PARLARE DI PROCIDENZA DEL CORDONE OMBELICALE? A) La procidenza del cordone ombelicale è quando affianca il corpo del bambino in una o più anse B) La procidenza del cordone ombelicale indica la presenza di una o più anse del funicolo al davanti della parte presentata del feto a membrane integre C) La presenza del funicolo davanti alla parte presentata del feto con membrane rotte 582 IN QUALI CIRCOSTANZE SI PUÒ PARLARE DI PROLASSO DEL CORDONE OMBELICALE? A) Il prolasso del cordone ombelicale è quando affianca il corpo del bambino in una o più anse. B) La presenza del funicolo davanti alla parte presentata del feto a membrane rotte C) Il prolasso del cordone ombelicale indica la presenza di una o più anse del funicolo al davanti della parte presentata del feto a membrane integre 583 IN QUALI CIRCOSTANZE SI PUÒ PARLARE DI ASSOCIAZIONE DEL CORDONE OMBELICALE? A) L’associazione del cordone ombelicale è quando affianca il corpo del bambino in una o più anse, si impegna nel canale da parto, ma mai davanti alla parte presentata del feto B) L’associazione del cordone ombelicale davanti alla parte presentata del feto a membrane rotte C) L’associazione del cordone ombelicale indica la presenza di una o più anse del funicolo al davanti della parte presentata del feto a membrane integre 584 DOPO QUANTO TEMPO È GIUSTIFICATO INTERVENIRE PER PROVVEDERE ALL’ESTRAZIONE MANUALE DELLA PLACENTA? A) Dopo 30 minuti B) Dopo 20 minuti C) Dopo 1 ora 585 QUALI CONDIZIONI RIENTRANO NELLA CONDIZIONE PATOLOGICA DEFINITA “RITENZIONE DELLA PLACENTA”? A) Mancato distacco, ritenzione della placenta totalmente distaccata, secondamento incompleto B) Secondamento manuale C) Parziale distacco 586 TRA I FATTORI ANATOMICI CHE IMPEDISCONO IL SECONDAMENTO SPONTANEO, QUALI ANOMALIE RIENTRANO IN QUESTA CATEGORIA? A) Placenta accreta, ritenuta, pervia B) Placenta accreta, placenta increta, placenta percreta C) Placenta increta, placenta infartuata Archivio questiti per OSTETRICHE Pag. 47 587 CHE TIPO DI ANOMALIA DI PENETRAZIONE DEI VILLI CORIALI È PRESENTE NELLA PLACENTA ACCRETA? A) I villi arrivano alla decidua B) I villi penetrano nel miometrio C) I villi sfiorano il miometrio 588 CHE TIPO DI ANOMALIA DI PENETRAZIONE DEI VILLI CORIALI È PRESENTE NELLA PLACENTA INCRETA? A) I villi penetrano lo strato superficiale dell’utero B) I villi si infiltrano profondamente nel miometrio C) I villi sfiorano il miometrio 589 CHE TIPO DI ANOMALIA DI PENETRAZIONE DEI VILLI CORIALI È PRESENTE NELLA PLACENTA PERCRETA? A) I villi penetrano il miometrio, lo superano e raggiungono la sierosa peritoneale B) I villi infiltrano il miometrio C) I villi sfiorano il miometrio 590 NEL CASO DI EMORRAGIA DA MANCATO SECONDAMENTO, QUALI SONO LE MANOVRE DA PRATICARE? A) Cateterismo vescicale, manovra di Brandt – Andrews, spremitura alla Credé B) Somministrazione di utero tonici C) Somministrazione di antispastici 591 LE METRORRAGIE PRECOCI DEL PUERPERIO QUALI CAUSE RICONOSCONO? A) Grave anemia materna B) Atonia uterina, ritenzione di membrane o di frammenti di placenta, distacco di trombi nella sede dove era inserita la placenta C) Rottura d’utero 592 QUAL È LA PIÙ COMUNE MALATTIA TROMBO EMBOLICA NEL PUERPERIO? A) La coagulazione intravasale disseminata B) Embolia gassosa C) Tromboflebite superficiale delle safene 593 QUAL È LA SINTOMATOLOGIA DELLA TROMBOFLEBITE SUPERFICIALE DELLE SAFENE? A) Dolore in corrispondenza delle vene interessate, febbre, tachicardia B) Dolore, crampi, forme al polpaccio C) Parestesia delle gambe 594 QUALE DI QUESTE PRESENTAZIONI È UNA INDICAZIONE ASSOLUTA AL TAGLIO CESAREO? A) Presentazione di fronte B) Presentazione di faccia C) Presentazione di vertice 595 LA CAUSA PIÙ COMUNE DI ADDOME ACUTO NEL PUERPERIO È: A) Colecistite B) Endometrite C) Appendicite 596 QUALI SONO I SINTOMI DI UNA ENDOMETRITE PUERPERALE? A) Dolore acuto alla palpazione uterina, febbre, lochi maleodoranti B) Metrorragia C) Malessere generale 597 QUALE DI QUESTI SINTOMI È TIPICO DELLA MASTITE? A) Anemia B) Dolore e rossore in una zona circoscritta del seno, febbre C) Ipogalattia 598 QUAL È LA CAUSA PIÙ FREQUENTE DELLE RAGADI AL SENO? A) Infezione B) Traumatismo C) Attacco inadeguato 599 QUALI SONO I SINTOMI DELLA CANDIDOSI DEL SENO IN ALLATTAMENTO? A) Prurito ai capezzoli, capezzoli arrossati, dolore al tessuto profondo del seno B) Secrezioni purulente dal seno C) Tensione mammaria 600 NEL CASO DI UN INGORGO MAMMARIO IN ALLATTAMENTO QUALE POSSONO ESSERE LE RACCOMANDAZIONI? A) Svuotare il seno attaccando più spesso il bambino e utilizzare eventualmente anche il tiralatte B) Sospendere l’allattamento C) Assumere antinfiammatori