la funzione di bonten e taishaku

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la funzione di bonten e taishaku
Scritti di Nichiren Daishonin
volume 5
LA FUNZIONE DI BONTEN E TAISHAKU
Il 14 maggio ho ricevuto il carico di tari1 che ti sei preso il disturbo di inviarmi.
Di questi tempi, considerando quanto occorre per la loro estrazione, i tari sono
preziosi come tesori o come medicine. Ora soddisferò la tua richiesta.
C'era un uomo chiamato Yin Chi-fu2 che aveva un unico figlio di nome Po-chi3.
Il padre era saggio, e così il figlio. Si poteva pensare che nessuno avrebbe potuto
metterli l'uno contro l'altro. La matrigna spesso parlava male del figliastro al marito,
ma questi non le dava ascolto. Tra i vari tranelli orditi in parecchi anni, una volta la
matrigna si mise un'ape in seno e corse da Po-chi per farsela togliere, facendo in modo
che il padre lo vedesse. Quindi per fare uccidere il figliastro, disse che aveva tentato di
sedurla.
Il re Bimbisara, oltre a essere un re saggio, era il più valido sostenitore del
Budda in tutto il continente di Jambudvipa. Inoltre era il sovrano del Magadha, dove il
Budda intendeva
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1. Tari: una varietà di patate.
2. Yin Chi-fu: ministro del re Hsuan, undicesimo sovrano della dinastia Chou che regnò dall'828 al
782 a.C. Aiutò il re a restaurare le fortune della dinastia.
3. Po-ch'i: figlio di Yin Chi-fu. Secondo il Konjaku monogatari (Storie antiche e moderne), fu
costretto a suicidarsi a causa degli intrighi della matrigna.
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predicare il sutra del Loto. Data l'unità d'intenti fra il re e il Budda, la predicazione del
sutra del Loto sembrava cosa certa, ma un uomo chiamato Devadatta voleva impedirla
a ogni costo. Poiché tutti i suoi tentativi erano falliti, dopo aver meditato a lungo, per
vari anni cercò di farsi amico Ajatashatru, il figlio del re Bimbisara, e alla fine ne
conquistò la fiducia; allora alienò il figlio dal padre e indusse Ajatashatru a uccidere il
padre Bimbisara. Ora che il re Ajatashatru e Devadatta erano d'accordo e avevano
stretto alleanza, brahmani e uomini malvagi delle cinque regioni dell'India''
sciamarono come nubi e foschia verso il Magadha. Ajatashatru li blandì donando loro
terre e tesori. Ormai il re dello stato era un acerrimo nemico del Budda.
Il Demone del sesto cielo del mondo del desiderio5, discese con il suo
innumerevole seguito e si impossessò dei corpi di Devadatta, di Ajatashatru e dei sei
ministri6, i quali, benché conservassero forma umana, avevano il potere del Demone
del sesto cielo. Essi erano più turbolenti e temibili di un tifone che abbatta alberi e
piante, di una burrasca che sollevi le onde sul mare, di un immane fremito che
sconquassi la terra o di un incendio che divori una casa dopo l'altra. Il re di nome
Virudhaka7, istigato da Ajatashatru, passò a fil di spada centinaia
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4. Cinque regioni dell'India: Est, Ovest, Nord, Sud e Centro.
5. Mondo del desiderio: il primo dei tre che compongono il triplice mondo. Gli altri sono il mondo
della forma e della non-forma. È così chiamato perché i suoi abitanti sono dominati da vari desideri, quali
il desiderio di cibo e desiderio sessuale. Nel sesto cielo di questo mondo regna il Demone del sesto cielo,
che desidera dominare gli altri a sua piacimento e impedire loro di raggiungere l'illuminazione
6. Sei ministri: ministri del re Ajatashatru. Quando il re si ammalò gli consigliarono di chiedere
aiuto ai sei maestri non buddisti.
7. Virudhaka: re di Kosala, figlio di Prasenajit e di Mallika, serva di un signore del clan Shakya.
Quando scoprì che gli Shakya si erano presi gioco di suo padre facendogli credere che Mallika era una
principessa, si impadronì del trono, marciò contro il regno degli Shakya e uccise cinquecento persone.
Come il Budda aveva predetto, sette giorni più tardi morì bruciato e cadde nell'inferno di incessante
sofferenza.
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di persone appartenenti al clan del Budda Shakyamuni. Il re Ajatashatru liberò un
branco di elefanti ubriachi e fece calpestare un gran numero di discepoli del Budda,
altri li fece uccidere per mano di soldati in agguato sulle strade, altri ancora
contaminando l'acqua dei pozzi con escrementi o persuadendo delle donne ad
accusarli falsamente8.
Shariputra e Maudgalyayana9 furono perseguitati. Kalodayin10 fu sepolto nello
sterco dei cavalli e il Budda fu costretto a vivere per novanta giorni di un'intera estate
nutrendosi di biada. La gente pensò che persino il Budda fosse impotente di fronte a
questi uomini malvagi. Anche quelli che credevano in lui, si morsero la lingua per non
parlare e chiusero gli occhi per non vedere. Non poterono far altro che incrociare le
braccia, ammutoliti. Infine, Devadatta batté a morte la madre adottiva del Budda
Shakyamuni, la monaca Utpalavarna", e fece sanguinare il Budda12. Chi, in tali
circostanze, si sarebbe schierato con il Budda? Eppure, nonostante tante difficoltà, alla
fine il Budda predicò il sutra del Loto. Nel sutra si legge: «Poiché odio e gelosia
abbondano persino durante l'esistenza del Budda, quanto peggiore sarà il mondo dopo
la sua scomparsa!»13 Il significato di questo passo è che se c'erano
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8. Ajatashatru persuase alcune donne a fingersi incinte e ad accusare i seguaci del Budda di
esserne responsabili.
9. Shariputra e Maudgalyayana: secondo il Binaya zoji (Raccolta delle regole di disciplina) mentre
diffondevano il Buddismo a Rajagriha, una volta confutarono il maestro di un gruppo di brahmani e
furono assaliti con bastoni. Si dice che Maudgalyayana sia stato bastonato a morte.
10. Kalodayin: un seguace di Shakyamuni. Secondo il Juju ritsu, mentre andava elemosinando a
Shravasti, ricevette offerte da una donna. il marito geloso lo uccise e ne seppellì la testa nello sterco dei
cavalli.
11. Utpalavarna: monaca buddista che raggiunse l'illuminazione con la guida di Mahaprajapati,
zia e madre adottiva di Shakyamuni.
12. Una delle nove grandi prove subite dal Budda. descritte nel Daichido ron in altre scritture.
Devadatta tentò di uccidere il Budda facendo cadere su di lui un masso dalla cima del Picco dell'Aquila,
riuscendo solo a ferirlo a un dito del piede.
13. Sutra del Loto, cap. 10.
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nemici del sutra del Loto mentre il Budda era in vita, ancora di più saranno i nemici
della persona che nell'Ultimo giorno della Legge predicherà o crederà in una singola
lettera o anche in un solo punto del sutra del Loto.
Alla luce di questo brano, nei 2220 anni e più trascorsi da quando il Budda
espose il sutra del Loto fino a oggi, nessuno ha sperimentato il sutra come fece il
Budda. Solo quando uno incontra grandi persecuzioni, si può dire che conosca
veramente il sutra del Loto. I Grandi Maestri T'ien-t'ai e Dengyo furono devoti del
sutra del Loto, eppure non subirono grandi persecuzioni come il Budda; essi
incontrarono soltanto persecuzioni minori, T'ien-t'ai da parte delle sette scuole della
Cina settentrionale e delle tre scuole della Cina meridionale, e Dengyo da parte dei
sette templi di Nara14. Non furono perseguitati dal governante, attaccati da sudditi
armati di spade o insultati dall'intera nazione. [Secondo il sutra del Loto], coloro che,
dopo la scomparsa del Budda, credono nel sutra del Loto dovrebbero subire
persecuzioni maggiori di quelle del Budda, invece le loro persecuzioni non furono
uguali e tanto meno maggiori o più numerose.
Quando la tigre ruggisce, si alzano forti venti; quando il drago grida, si
addensano le nubi15. Il verso della lepre o il raglio dell'asino invece non hanno alcun
effetto sul vento e sulle nubi. Quando gli stolti leggono il sutra del Loto e i saggi lo
spiegano, il paese rimane tranquillo. Ma quando appare un santo che predica il sutra
del Loto come fece il Budda, tutta la nazione si agita e sorgono persecuzioni maggiori
di quelle che si verificarono durante la vita del Budda.
Ora io, Nichiren, non sono un saggio né tanto meno penso di essere un santo,
sono la persona più perversa del mondo.
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14. Sette templi di Nara: i sette principali templi buddisti di Nara: Todai-ji, Kofuku-ji, Gango-ji,
Daian-ji, Yakushi-ji, Saidai-ji e Horyu-ji.
15. Riferendosi a questi tradizionali detti cinesi, il Daishonin afferma che una grande azione
produce effetti di grandezza corrispondente.
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Tuttavia, poiché ho subito grandi persecuzioni per aver praticato in perfetto accordo
con le parole del sutra, sono più felice di quanto lo sarei se i miei genitori tornassero in
vita o se succedesse qualche disgrazia a una persona odiata. Il fatto che io, uomo
stolto, sia considerato un santo dal Budda, mi riempie di gioia. Alcuni saggi osservano
rigorosamente i duecentocinquanta precetti16 e sono rispettati dalla popolazione più di
quanto tutti gli esseri celesti rispettino Taishaku. Ma, per quanto appaiano virtuosi
agli occhi degli uomini, se dal Budda Shakyamuni e dal sutra del Loto fossero
considerati infidi come Devadatta, la loro esistenza dopo la morte sarebbe terribile,
veramente terribile!
Comunque, se si sparge la voce che sei un devoto del sutra del Loto, con tua
sorpresa sia coloro che ti sono vicini sia gli estranei ti ammoniranno facendo mostra di
essere veri amici: «Credere nel prete Nichiren ti porterà sicuramente fuori strada e
inoltre ti farà cadere in disgrazia presso il tuo signore». Gli stratagemmi usati dalla
gente sono temibili persino per un saggio, perciò tu sicuramente abbandoneresti il
sutra del Loto. È quindi opportuno che tu non faccia capire [che sei devoto del sutra
del Loto]. Coloro che sono posseduti da un gran demone, se con i loro consigli
riescono a far cadere una persona, la usano come esca per catturarne molte altre.
Shofu-bo, Noto-bo e Nagoe-no Ama17, discepoli di Nichiren, si proclamavano saggi pur
essendo avidi, codardi e stupidi. Quando fui colpito dalle persecuzioni, questa
gentaglia ne approfittò per far cadere un gran numero di credenti. Se
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16. Duecentocinquanta precetti: regole di disciplina per i monaci hinayana.
17. Shofu-bo, Noto-bo e Nagoe-no Ama: discepoli del Daishonin che abbandonarono la fede. Pare
che Shofu-bo avesse cominciato a dubitare all'epoca dell'esilio a Izu nel 1261. Noto-bo, che fu ferito
difendendo il maestro nell'attacco di Matsubagayatsu, abbandonò la fede verso il 1271, all'epoca della
persecuzione di Tatsunokuchi, insieme a Nagoe-no Ama, moglie di Hojo Tomotoki, fratello minore del
reggente Hojo Yasutoki.
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anche tu ti lasci persuadere ad abbandonare la fede, le persone di Suruga che
sembrano avere un po' di fede e quelle che stanno per convertirsi abbandoneranno
tutte il sutra del Loto. Anche in questa provincia di Kai ci sono alcune persone che
dicono di voler credere, ma non permetterò che si uniscano a noi finché non saranno
fermamente convinte. Le persone che hanno ancora una conoscenza superficiale ma
fanno mostra di credere, parlando con arroganza possono distruggere anche la fede
degli altri.
Non ti curare di loro. Grazie all'opera di Bonten e Taishaku, tutto il Giappone
abbraccerà simultaneamente la fede. A quel tempo, sicuramente, molti insisteranno
nel dire che anche loro hanno creduto fin dall'inizio. Se la tua fede è ferma, devi
decidere risolutamente: «Non per altri, ma per il mio defunto padre [manterrò la mia
fede]. Gli altri non possono sostituirmi nelle preghiere per mio padre: poiché sono il
figlio, io devo pregare per il suo riposo. Io governo un villaggio: metà della rendita la
spenderò per fare offerte per il bene del defunto genitore, l'altra metà per mia moglie, i
miei figli e i miei dipendenti. E se dovesse sorgere un'emergenza, io darò la mia vita
per il mio signore». In qualsiasi circostanza, parla in tono pacato.
Se compare qualcuno che cerca di indebolire la tua fede nel sutra del Loto,
consideralo come se stesse mettendo alla prova la tua fede e digli: apprezzo i tuoi
consigli, ma dovresti darli a te stesso. Lo so bene che i superiori non approvano la mia
fede, ma minacciarmi in loro nome è assurdo. Stavo pensando di venire io ad
ammonire te, ma tu mi hai preceduto venendo da me. Quando tu con tua moglie e i
tuoi figli sarete trascinati davanti a Ema, sicuramente mi scongiurerai a mani giunte di
aiutarti».
Ciò che dici di Niida18 è vero. Ho saputo anche della gente di Okitsu19. Se
capitasse l'occasione, comportati come loro. Le persone di alto rango che ti biasimano
per la tua fede, sono
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forti avversari del sutra del Loto. Consideralo un evento straordinario come la fioritura
dell’udumbara20 o il tronco di sandalo galleggiante21 trovato dalla tartaruga cieca, e
rispondi con fermezza.
Alcuni proprietari di migliaia o decine di migliaia di acri di terra sono stati
messi a morte sommariamente o sono stati privati dei loro feudi per cose di poco
conto. Se ora dai la tua vita per il sutra del Loto, che cosa avrai da rimpiangere? Il
bodhisattva Yakuo si bruciò il corpo per milleduecento anni e divenne un Budda. Il re
Suzudan22 fece del proprio corpo un letto per il maestro e rinacque come Budda
Shakyamuni.
Non agire sconsideratamente. Se ora abbandoni la fede, diverrai lo zimbello dei
tuoi nemici, fingendosi amici, ti ammoniranno ripetutamente per indurti ad
abbandonare la fede con lo scopo di beffarsi di te e di farti beffare dagli altri. Lascia
che dicano tutto quello che vogliono. Poi dì loro: «Invece di
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18. Niida: Niida Shiro Nobutsuna, seguace del Daishonin, che viveva a Hatake nella provincia di
Izu. Era fratello maggiore di Nichimoku Shonin e figlio di una sorella di Nanjo Tokimitsu. Insieme a loro e
ad altri, si sforzava di propagare il vero Buddismo nell'area di Oshu, nel Giappone settentrionale. Non si sa
cosa Nanjo Tokimitsu avesse riferito al Daishonin, comunque, si suppone che avesse conservato
coraggiosamente la fede resistendo alle pressioni dei nemici del vero Buddismo.
19. Okitsu: villaggio sulla costa della baia di Suruga, attuale prefettura di Shizuoka. Con «gente di
Okitsu» probabilmente il Daishonin si riferisce a Okitsu Zaemon Saburo Fujiwara Tokinari e a Joren-bo.
Quest'ultimo era legato a Takahashi Nyudo e durante la persecuzione di Atsuhara, protesse gli altri
credenti.
20. Udumbara: pianta immaginaria che si diceva fiorisse ogni tremila anni per annunciare la
comparsa di un Budda o di un "re che gira la ruota d'oro".
21. La storia compare nei sutra Zo-agon, ed è menzionata anche nel capitolo Myoshogonno (27)
del sutra del Loto.
22. Suzudan: il nome di Shakyamuni in una precedente esistenza. Rinunciò al trono e si dedicò alle
austerità buddiste sotto la guida del saggio eremita Ashi per mille anni. L'eremita rinacque in seguito
come Devadatta, secondo il capitolo Devadatta (12) del sutra del Loto.
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dare consigli agli altri, dovreste prima dare consigli a voi stessi». Detto questo, alzati e
allontanati.
Entro un paio di giorni fammi sapere cosa è successo. Ci sono ancora molte cose che
vorrei dire. Ti scriverò ancora.
Rispettosamente, Nichiren
Il 15 maggio del terzo anno di Kenji (1277)
Ueno Dono Gohenji (Bon Tai On Hakarai no Koto)
Gosho Zenshu, pag. 1537
Scritto il 15 maggio 1277, a 56 anni, da Minobu
Destinato a Nanjo Tokimitsu
CENNI STORICI - Nanjo Tokimitsu, il destinatario di questa lettera, scritta il 15
maggio del 1277, viveva a Ueno nella provincia di Suruga. La morte del padre e del
fratello maggiore lo obbligarono ad assumere la responsabilità di capofamiglia e di
Signore di Ueno quando non aveva ancora vent'anni. Esistono più di trenta Gosho a lui
indirizzati. Aveva sempre considerato Nikko Shonin come suo maestro personale, e
quando questi lasciò Minobu nel 1289, Nanjo lo invitò presso di sé e gli donò il terreno
nella zona chiamata Oishigahara, su cui fu poi costruito il tempio Taiseki-ji.
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