Relazione sul video immigrati - Istituto Superiore Angioj Carbonia

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Relazione sul video immigrati - Istituto Superiore Angioj Carbonia
Relazione sul video in lingua inglese realizzato al Centro Enap
con gli immigrati
Classi coinvolte: 5 A Liceo delle Scienze Applicate, 4 A Grafica e Comunicazione
Anno scolastico 2015/2016
Docente : Carla Mura
Durante il secondo quadrimestre alcuni allievi delle classi quinta A del Liceo delle Scienze
Applicate e quarta A del corso di Grafica e Comunicazione hanno partecipato alla
creazione di un video in lingua inglese realizzato al Centro Enap di Carbonia. Due ospiti
del centro, una ragazza nigeriana e un ragazzo senegalese hanno accettato di rilasciare
una breve intervista per raccontare le loro esperienze. L’idea dell’intervista è scaturita
dopo una discussione con gli alunni delle quinte durante la quale si è parlato del problema
dell’immigrazione. Ho notato un notevole coinvolgimento dei ragazzi nel prendere parte
alla discussione su questo problema specie quando un’alunna ha riferito di aver
collaborato alcuni mesi prima come volontaria al Centro Enap nelle iniziative di
accoglienza per un gruppo di immigrati ospitati all’Enap nel mese di ottobre dello scorso
anno.
Immaginavo che qualcuno degli immigrati fosse in grado di comunicare in inglese e
considerato che i miei alunni studiano l’inglese ho pensato che l’intervista potesse essere
non solo una opportunità di utilizzare la lingua straniera ma specialmente di parlare con
ragazzi provenienti da un paese e una realtà completamente diversa dalla nostra, per
conoscere le loro storie e riflettere su una problematica che ci riguarda ormai molto da
vicino.
L’incontro al centro è stato molto coinvolgente; i due ragazzi intervistati hanno parlato per
circa un’ora delle loro difficili esperienze, della fuga dalla violenza dei loro paesi d’origine,
dei rischi corsi durante il lungo viaggio per arrivare in Italia e delle loro speranze in un
futuro di lavoro e pace. Quando hanno parlato dei loro interessi e di come trascorrono il
tempo nel centro di accoglienza è emerso che non ci sono poi tante differenze rispetto ai
ragazzi italiani; anche loro amano lo sport, escono con gli amici, navigano su internet per
informarsi e ascoltare musica, vogliono istruirsi nella speranza di trovare un lavoro.
Abbiamo inoltre constatato che sono in grado di esprimersi in inglese in modo abbastanza
corretto anche se talvolta abbiamo avuto qualche difficoltà a capirli a causa della
pronuncia un po’ diversa dalla nostra. In ogni caso, considerando che provengono da un
paese molto meno fortunato del nostro e con opportunità di istruzione ben diverse da
quelle che offre l’Italia, hanno dimostrato di avere un livello di conoscenza dell’inglese
superiore a quello di molti ragazzi italiani!
Si sono occupati delle riprese, della scelta delle inquadrature e del montaggio del filmato
due alunni del corso di Grafica che per la prima volta si cimentavano in un lavoro di questo
tipo. I docenti prof. Donnini e prof. Tamponi li hanno seguiti nel lavoro che ha richiesto
notevole impegno e parecchie ore di studio. Il risultato è un video della durata di soli otto
minuti che credo metta in risalto la creatività e le capacità dei ragazzi. Le mie alunne del
Liceo hanno avuto il ruolo di intervistatrici e hanno offerto spunti e idee per i testi e le
domande da porre ai ragazzi africani.
A lavoro ultimato, a fine anno, abbiamo invitato a scuola per assistere alla proiezione del
video i due ragazzi intervistati accompagnati da una mediatrice culturale e qualche altro
ospite del centro Enap. Dopo la proiezione alcuni docenti e alunni hanno rivolto loro
qualche domanda sulle esperienze raccontate nel filmato.
La scelta di non divulgare il video è stata fatta per rispetto verso gli intervistati che hanno
accettato di raccontare le loro storie per farle conoscere ad altri ragazzi ma che non si
sentivano di renderle pubbliche.
Devo dire che in questa breve esperienza ho molto apprezzato la disponibilità a
collaborare dei docenti e degli alunni e l’opportunità che questo breve video ci ha offerto di
fare scuola in modo diverso, lavorando insieme al di là delle divisioni legate alle classi di
appartenenza e creando interessanti momenti di confronto.