Un giovane cardiopatico la terza vittima del caldo
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Un giovane cardiopatico la terza vittima del caldo
GIOVEDÌ 28 GIUGNO 2007 LA SICILIA 30. Siracusa [ I GIORNI DELL’AFA. UN PRIMO BILANCIO ] Un giovane cardiopatico la terza vittima del caldo Impegno assoluto r.m.) 239 uomini delle 6 caserme della provincia e un distaccamento volontario a Sortino costituito da personale non appartenente al corpo nazionale ma da esso formato. 239 uomini dicevamo, che durante l’emergenza caldo hanno effettuato centinaia di interventi lavorato in squadre di 5 unità ognuna, per coprire 4 sezioni di turnazione e garantire la sicurezza dei cittadini anche a scapito della loro vita. Tre di loro infatti sono ricorsi alle cure mediche per le conseguenze causate dal fumo tossico inalato. Inutile la corsa dei soccorritori all’ospedale Umberto I L’ultima vittima del caldo si è spenta nella notte tra martedì e mercoledì. Affetto da problemi cardiaci e diabetici, a peggiorare le condizioni di salute del quarantatreenne C.F. hanno contribuito anche l’enorme caldo e gli oltre 100 chili di peso. Un malore lo ha colto mentre si trovava in casa, in via Forlanini, il peso del suo corpo ha reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco per condurlo al pronto soccorso dell’Umberto I dove però, è arrivato già cadavere verso mezzanotte. Il caldo killer ha stroncato anche altre due persone. Entrambi siracusani F. S. e G. D. P., rispettivamente di 87 e 86 anni, sono entrati in coma poco dopo essere arrivati all’"Umberto I" , per spegnersi martedì mattina in seguito a una crisi cardiocircolatoria. Oltre a queste tre vite, con questa due giorni africana è andato perso anche molto altro. Ad Avola antica le fiamme hanno distrutto 200 ettari di macchia mediterranea e svariati uliveti e mandorleti, arrivando fino al "Residence Cassarisi" evacuato a scopo preventivo. A Siracusa invece un incendio di vaste proporzioni si è sviluppato poco prima delle 14 in contrada Faro Carrozzieri dove la polizia è intervenuta per allontanare gli abitanti dalle rispettive abitazioni, visto che, a causa della congestione delle linee telefoniche e delle squadre impegnate in altri interventi, questi non riuscivano a mettersi in contatto con i pompieri. Agli oltre 40 gradi di sono aggiunte poi le continue interruzioni di corrente che hanno mandato in tilt quasi tutta la città. La Mazzarrona è rimasta al buio dalle 19 di lunedì alle 21 di martedì, la via Augusta è stata in totale black out per 24 ore e numerose strade del quartiere Tiche sono state senza corrente per più di 4 ore. "Le cabine Enel sono troppo antiquate - ha evidenziato Giuseppe Carnazzo presidente della circoscrizione Tiche -, i sistemi attualmente in uso non dispongono infatti di impianti di areazione che manterrebbero bassa la temperatura interna della cabine, scongiurando situazioni di crisi come quella in cui ci siamo trovati in questi giorni". I martiri di questo "inconveniente" sono stati i residenti, che non hanno potuto accendere i climatizzatori e hanno avuti danni irreparabili agli elettrodomestici, senza considerare che hanno perso tutto quanto conservavano nei frigoriferi e nei congelatori. Con loro anche i commercianti, gestori di bar e alimentari soprattutto, molti dei quali sono stati costretti a chiudere anticipatamente le proprie attività e buttare gran parte della merce da "tenere al fresco". A Cassibile invece è stata l’emergenza idrica a preoccupare la popolazione dove la pressione delle condotte è stata troppo debole per soddisfare tutta la comunità. Ora bisogna riparare i danni causati dal sole e dalla fiamme. L’assessore comunale alla protezione civile Enzo Vinciullo si sta già muovendo per chiedere lo stato di calamità naturale. "Dopo aver sentito i sindaci degli altri comuni aretusei - ha dichiarato infatti l’assessore - avanzeremo la nostra richiesta. Sebbene le fiamme non abbiano colpito gli edifici, a parte alcuni vecchi casolari, in tutto il territorio ci sono danni irreparabili". I vigili del fuoco hanno lavorato senza tregua per due giorni "operando in maniera encomiabile - ha sottolineato Vinciullo -, senza mai perdere il controllo della situazione". E all’impegno costante dei pompieri si è aggiunto anche quello delle associazioni di volontariato, che, ognuna in base alle proprie competenze, hanno prestato assistenza, soccorso sanitario e affrontato, impavidamente, le fiamme. Un lavoro congiunto insomma disposto dal prefetto Benedetto Basile che ha attivato nei locali del Palazzo di governo, una sala operativa integrata tra vigili del fuoco, corpo forestale e servizio regionale di protezione civile. gli incendi PROVINCIA IN CENERE Difficile al momento effettuare una stima dei danni causati dagli incendi di ieri. Lentini, Augusta, Noto, Avola, Floridia, Tivoli e Città Giardino, sono le zone maggiormente colpite dal fuoco e dove l’estensione delle fiamme ha ingenerato i danni maggiori. Il bilancio più pesante è quello di Lentini e di Augusta. Nel primo il consuntivo offre dieci capannoni distrutti, alcuni utilizzati come segherie altri come depositi. Tra questi uno in cui erano depositati cumuli di computer e materiale elettronico dimessi e che ha fatto temere il rilascio, per la combustione, di sostanze tossiche. A questo si aggiungono tre vigili del fuoco colpiti da ipertermia. Nella tarda mattinata di ieri a Lentini è scattato un nuovo allarme per un altro incendio che ha interessato un altro capannone. Ma è ad Augusta che il bilancio è stato ancora più grave: un uomo ustionato in modo grave, una bambina intossicata dal fumo, quattro villette distrutte e più di venti pesantemente danneggiate. La furia dei roghi ha danneggiato prevalentemente le zone balneari di Brucoli e di Baia del Silenzio. Ad Avola antica le fiamme, che hanno distrutto oltre duecento ettari di macchia mediterranea oltre ad uliveti e mandorleti, sono arrivate a lambire il complesso abitativo "Residence Cassarisi" che è stato evacuato, seppur a scopo cautelativo. Importanti danni a carrubeti ed uliveti a Noto. Il vasto incendio in contrada Bochini-Sant’Elia durato quasi tre giorni (le ultime fiamme sono state spente ieri) ha vandalizzato le colture mediterranee per migliaia di ettari. Inferiori i danni, per quanto comunque consistenti, in contrada Monasteri a Floridia, Città Giardino e Tivoli. Qui si sono registrati danni ad alcune ville. Ancora a Siracusa, l’incendio che si è sviluppato in contrada Faro Carrozzieri che ha lambito alcune abitazioni. MARIA TERESA GIGLIO ROBERTA MAMMINO AUGUSTA Un uomo ustionato in modo grave, una bimba intossicata, quattro villette distrutte e altre danneggiate AVOLA Distrutti 200 ettari di macchia mediterranea, uliveti e mandorleti, il fuoco lambisce le case di Risicone O ROGHI E PAURA ANCHE IN CITTÀ «Per 40 minuti ho lottato a mani nude contro il fuoco» Topi, zecche e incendi. Tutto ciò almeno una volta l’anno. Accade in via Napoli, da dove Francesco Montoneri, medico ma soprattutto residente, chiede aiuto all’amministrazione comunale. «I primi cinque metri del prolungamento di via Napoli - spiega - sono di proprietà del Comune, i restanti appartengono a privati, la maggior parte dei quali non più residenti a Siracusa, e a cui non interessa bonificare la zona». Siamo nei pressi di via Torino, in pieno centro, e solo qualche giorno fa «sono stato morso da una zecca racconta Montoneri -. Martedì invece la campagna circostante ha preso fuoco, con fiamme altissime che han- Soltanto l’impegno delle squadre antincendio di Sortino, coordinate dal comandante del Distaccamento maresciallo Francesco Pizzo, ha evitato che le fiamme attaccassero la vegetazione della Valle dell’Anapo. Un primo incendio, quasi certamente di natura dolosa, si è sviluppato in contrada Costa Niviera, poi, nel pomeriggio di marterdì, un altro incendio, questa volta molto più intenso ha interessato la contrada Fosso Nocella, zone della Riserva naturale. A facilitare la propagazione delle fiamme è stata sicuramente la temperatura torrida. Però è indubbio che le stesse fiamme si siano estese velocemente in queste campagne iblee, favorite dalle sterpaglie che da mesi giacciono ai margini delle strade e all’interno di questi terreni incolti. Si è temuto, che questo incendio, anche per la sua intensità potesse attaccare la valle dell’Anapo. E’ quindi scattata l’emergenza e tutte le squadre antincedio si sono riversate nella zona. Ci sono volute 25 ore per circoscrivere l’incendio che, però, ha distrutto circa 25 ettari di macchia mediterranea e qualche albero di ulivo e di carrubo.Le operazioni di spegnimento del fuoco sono state ancora di più difficoltose dal territorio scosceso, nonfacile da percorrere a piedi o con mezzi da terra. Quello che più conta è che, almeno in questa occasione, la valle dell’Anapo e la zona della necropoli di Pantalica, non sono state interessate dagli incendi. Considerato che negli passati, invece, queste zone erano state tra le prime ad essere attaccate dal fuoco, in questa occasione . La tasckforce della Forestale, composta da torrettisti che hanno il compito di avvistare gli incendi, e delle squadre antincendio in questa circostanza hanno avuto la meglio su quei piromani, il cui intento era quello di arrecare danni irreversibili alla zona iblea. PAOLO MANGIAFICO Perdite per ventimila euro euro al chilogrammo. Non lascia desiderare la vendita della novella uva bianca denominata Matilde e della cosiddetta "Vittoria", i cui costi sono compresi: tra 1 e 2 euro, per la prima; tra 1,40 e 1,80 per la seconda. «Per preparare la salsa, le massaie LUCA SIGNORELLI Danni limitati nella zona montana MERCATO ORTOFRUTTICOLO. Andato a male un carico di ciliegie e di peschenoci I blackout elettrici, causati dal caldo, hanno mandato in tilt i frigoriferi del mercato ortofrutticolo, dove, per analoghi problemi, una grossa partita di ciliegie è giunta marcia. «Nei giorni scorsi, il mercato ortofrutticolo di via Columba, dove si è sfiorata l’emergenza - dice il direttore, Angelo Bedogni - ha subito ingenti danni. Al funzionamento "intermittente" dei frigoriferi utilizzati per conservare la merce, si è aggiunto l’arrivo di oltre 6.000 chilogrammi di ciliegie deterioratesi durante il tragitto a causa delle avarie agli impianti refrigeranti posti a bordo dei mezzi. A causa di tali problemi, verificatisi nei pressi di Lagonegro, sono andati in fumo ben 20.000 euro, corrispondenti al ricavo della ormai impossibile vendita di ciliegie e di modesti quantitativi di pesche e nocepesche. «A parte tali "contrattempi" - prosegue il direttore del mercato ortofrutticolo - la vendita al mercato è sostenuta. Le temperature africane hanno determinato un’impennata negli acquisti di frutta e verdura. I consumatori prediligono, soprattutto, le angurie, il cui costo oscilla tra i 35 ed i 40 centesimi al chilogrammo. Tirano anche le pesche a pasta gialla. «Ad attirare gli acquirenti sono anche le susine bianche, il cui costo è pari ad un no lambito casa mia». Sono le due del pomeriggio, infatti, quando il vento forte spinge le fiamme verso l’abitazione del medico: "ho chiamato i vigili del fuoco - ricorda il medico - che mi hanno spiegato di avere altri interventi urgenti (sono venuti 40 minuti dopo) e ho cominciato a bagnare i muri e il terreno antistante". In questo modo, il terreno è stato sterilizzato, «ma così non si può andare avanti - conclude Montoneri -. Nel frattempo qui è diventato una discarica. Perché il Comune non interviene per bonificare? Potrà rivalersi poi coi proprietari e intanto migliorare l’igiene, ne abbiamo urgente bisogno». comprano in considerevoli quantità il pomodoro rosso, il cui prezzo, al chilo, è compreso fra 35 e 50 centesimi. Per svariati usi, va a ruba il ciliegino di Pachino, che costa tra i 60 e gli ottanta centesimi». L’andamento del clima preoccupa Confagricoltura. Le temperature torride Un gatto fiaccato dal caldo ha scelto l’ombra per difendersi e il vento caldo hanno causato danni importanti agli agrumeti, provocando la caduta dei frutticini, mettendo a rischio la produzione del prossimo anno. Gli ortaggi in serra hanno subito una brusca accelerazione della maturazione, che ha determinato una perdita di produzione di circa il 30%, quelli in pieno campo, soprattutto cocomeri, melanzane e peperoni, hanno subito la stessa sorte, costringendo gli agricoltori a raccolte anticipate, pur di salvare il prodotto. LUCIA CORSALE ANCHE GLI ANIMALI FINISCONO KO m.l.b.)Il caldo di questi giorni non ha risparmiato neanche gli animali. L’obiettivo principale era trovare riparo dalla calura all’ombra di alberi o sotto le macchine posteggiate. Per rinfrescarsi, gli amici a 4 zampe hanno bevuto dalle fontane fino ad immergersi proprio per combattere le temperature troppo alte anche per loro. Chi possiede un animale domestico non si sarà stupito nel vederlo disteso davanti al condizionatore. Neppure i gatti, notoriamente avversi all’acqua, hanno potuto fare a meno di bagnarsi. SU PANTALICA LA FORESTALE HA FATTO BUONA GUARDIA RICHIESTA DELLA CGIL «Un tavolo in Prefettura per affrontare le nuove crisi» «Perché affrontare un problema solo quando questo ha già i connotati dell’emergenza piuttosto che pensarci prima?». E’ quanto si chiede il segretario generale provinciale della Cgil Gino Carnevale. «L’ondata di caldo dei giorni scorsi ha messo in evidenza ancora una volta, le carenze nella politica della prevenzione - prosegue -. Era un evento preannunciato da mesi, senza dimenticare che le nostre terre registrano spesso estati afose. E allora perché non pianificare per tempo un programma di interventi ad hoc?». Temperature come quelle di lunedì e martedì infatti costituisco un rischio soprattutto per gli anziani, «è preoccupante quindi che in alcuni comuni, sia stata interrotta l’erogazione di un servizio essenziale come quello dell’assistenza domiciliare agli anziani - sostiene Marcella Coppa, responsabile delle politiche sanitarie e socio-assistenziali della segreteria confederale della Cgil - bloccato per carenza di risorse economiche». Un ulteriore elemento di allarme per il GINO CARNEVALE sindacato è poi l’assenza di informazioni in merito alla predisposizione di un piano di intervento adeguato da parte dei dirigenti dell’Asl 8 e del presidio ospedaliero. «Suggeriamo quindi - conclude Carnevale - la convocazione urgente di un tavolo prefettizio, a cui ritengo che il sindacato possa offrire un importante contributo, per studiare un piano di interventi». R.M.