Documento Noviziato 01

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Documento Noviziato 01
Ripensando il Noviziato
Ovvero: una rilettura del Regolamento di Branca R/S
La storia della Branca R/S, e prima ancora della Branca Rover in ASCI, ci insegna come il noviziato sia sempre
stato al centro del dibattito associativo, vuoi per la sua struttura, vuoi per l'età particolarmente critica dei ragazzi/e
che lo compongono.
Negli anni '70 l'esperienza associativa aveva dato molto rilievo al noviziato promovendo fortemente la proposta
dei noviziati biennali completamente autonomi dal clan. Presto ci si era resi conto, però, che questa impostazione
praticamente distruggeva la Branca R/S, creando di fatto quasi due branche distinte.
Agli inizi degli anni '80, con la revisione metodologica realizzata attorno alla stesura dei nuovi regolamenti di
branca, si volle ribadire l'unitarietà della proposta scout dai 16 ai 21 anni. Il modello del noviziato annuale, legato
decisamente al clan ma con vita concreta prevalentemente autonoma, che per brevità d'ora in poi chiameremo
"tradizionale", sembrava soddisfare tanto l'esigenza di unitarietà della Branca quanto quella di un gruppo
orizzontale nel quale affrontare l'inserimento dei sedicenni nel roversimo/scoltismo.
1. Il noviziato oggi
Negli ultimi tempi il noviziato è tornato alla ribalta come problema, soprattutto in relazione alla diminuzione dei
ragazzi/e che salgono dal Reparto. La contrazione numerica della Branca E/G, dovuta in parte alla conversione
dei Reparti paralleli in misto, e comunque la maggiore difficoltà a "tenere agganciati" i 14/15enni, hanno portato
ad un calo sensibile dei novizi. Di fronte alle oggettive difficoltà gestionali molte Comunità Capi hanno optato per
soluzioni alternative al noviziato tradizionale. Tali soluzioni vanno dal diretto inserimento dei ragazzi/e in Clan alla
creazione di noviziati "cittadini" che raccolgono novizi da più gruppi e vivono un anno staccati dalle realtà di
provenienza. Piuttosto frequenti sono i noviziati cosiddetti "intergruppo" o le esperienze "accorciate" che si
concludono nell'arco di 3-6 mesi di attività.
Da una lettura svolta dalla Branca nazionale nelle regioni non sembra però che queste esperienze nascano con
una sufficiente attenzione al metodo R/S. Nella maggioranza dei casi si tratta di soluzioni operative dettate da
situazioni contingenti, compresa (ahimè) la disponibilità o meno di Capi.
E' evidente come, ad esempio, il noviziato "cittadino" offra una proposta decisamente diversa dal noviziato
"accorciato" o dal diretto inserimento dei ragazzi/e in Clan. Sono indubbiamente esperienze difformi e con
obiettivi non facilmente confrontabili.
La domanda che ci si deve allora porre è se esista e quale sia tra le varie esperienze la soluzione che abbia la
validità pedagogica e formativa di un noviziato R/S. Per rispondere occorre innanzi tutto chiarire cosa
effettivamente sia il noviziato così come contemplato oggi dalla Branca R/S e quali siano i suoi tratti irrinunciabili.
2. Il ruolo del noviziato
Il ruolo del noviziato è sinteticamente ma chiaramente delineato nella definizione di Branca R/S nel Regolamento
Metodologico Agesci: i giovani e le giovani si uniscono in Comunità rover/scolte, formate da un primo momento
chiamato noviziato e da un secondo chiamato clan se maschile, fuoco se femminile, clan/fuoco se misto.
Quindi il noviziato esiste in quanto momento della Comunità R/S e non ha significato come realtà autonoma.
All'interno della stessa comunità R/S si distinguono due momenti formativi: il primo comprende le scolte e i rover
che hanno scelto di vivere nel clan la proposta del roversimo-scoltismo; il secondo comprende i novizi e/o le
novizie che, nel noviziato, sperimentano la proposta stessa.
Il clan e il noviziato prevedono specifiche attività in comune per garantire unità e continuità di proposta educativa
e metodologica e per consentire al clan di proporsi al noviziato come Comunità educante, i cui gesti sono più
significativi e credibili di ogni proposta verbale.
Quindi il Noviziato è formato dai ragazzi che vivono il momento formativo della scoperta. A loro non sono richieste
scelte ma semplice disponibilità a sperimentare sulla propria pelle le regole del gioco. Naturalmente il momento
formativo esiste indipendentemente dalla struttura della Comunità R/S, ed anche eliminando il noviziato non
sparirebbero i novizi e resterebbe l'esigenza di gestire questa fase del cammino scout. Va notato soprattutto,
però, che il Noviziato è anche occasione di formazione per il clan, il quale è chiamato ad un ruolo di
testimonianza attraverso gesti significativi e credibili e quindi stimolato dal rapporto con il Noviziato ad una
continua verifica del proprio essere Comunità educante.
La lettura appena fatta del Regolamento ci farebbe intendere come i noviziati "intergruppo" o "cittadini" di fatto
annullino la Comunità R/S isolando i clan, che non avrebbero la possibilità di proporsi al noviziato come Comunità
educante.
Questo è un aspetto sul quale raramente ci si sofferma a riflettere. Come negli anni '70 il noviziato biennale
penalizzò il clan "soffocandolo", così ora si rischia che la separazione dei momenti della Comunità R/S penalizzi
tra i due maggiormente il clan.
3. La durata dell'esperienza di noviziato
Il noviziato è il primo momento della branca R/S in cui i tre elementi del metodo (Strada, Comunità e Servizio)
sono vissuti nella dimensione della scoperta e della preparazione; esso dura un anno. Eccezionalmente la
Comunità capi può valutare l'opportunità di variarne la durata. Queste soluzioni richiedono un impegno particolare
ed un'attenzione maggiore da parte dei capi ai singoli ragazzi e ragazze ed alle loro esigenze specifiche.
All'epoca della stesura del Regolamento metodologico non si è voluto imporre come unica soluzione quella del
noviziato annuale. Questo perché ancora era forte la ricca esperienza dei noviziati biennali, che nel 1976
costituivano il 75% dei noviziati Agesci.
Al contrario oggi l'idea del noviziato biennale ("verticale" o "a trenino" che sia) non sembra più molto di moda,
mentre sono sempre più frequenti le esperienze di Noviziati "accorciati". Nella già citata indagine nazionale è
risultato che 2/3 dei noviziati campione concludevano la loro esperienza in un tempo inferiore all'anno.
Dobbiamo allora chiederci quanto debba durare una fase di scoperta e preparazione per essere tale. E' possibile
farsi un'idea adeguata del roversimo - vivendo esperienze significative - in pochi mesi?
Probabilmente in un noviziato di pochi ragazzi con una forte esperienza comunitaria alle spalle si può pensare di
raggiungere alcuni obiettivi in meno tempo che in una comunità più numerosa o che è formata da novizi
provenienti da Reparti diversi, e questo fatto va tenuto in considerazione.
4. La comunità di noviziato
Strada e Comunità costituiscono momenti forti delle attività e tutto ciò che viene proposto si concretizza in
avventure, in incontri con altri, in occasioni per conoscere meglio se stessi e scoprire i propri limiti e le proprie
potenzialità.
La riflessione sulle esperienze fatte e la conoscenza dei reali bisogni degli altri devono inoltre portare il novizio e
la novizia a rispondere con la disponibilità ed il Servizio. Nel noviziato, le esperienze di Servizio sono comunitarie
o, se individuali, di breve durata, sotto la responsabilità dei capi.
Se il piccolo numero non penalizza le esperienze di Strada e di Servizio, un noviziato ridotto può avere concrete
difficoltà nel vivere la Comunità. Questa è certamente una delle osservazioni che spingono le Comunità Capi a
ricercare soluzioni diverse da quelle tradizionali.
Ma non dobbiamo dimenticare che il metodo scout si fonda sul rapporto educativo che si instaura nelle comunità
verticali (è questo il principio della Squadriglia), dove il più giovane è stimolato a seguire le tracce del più anziano
e questi a testimoniare con il servizio la strada percorsa. Pertanto il novizio appartiene anche e prima di tutto alla
Comunità R/S, che è la sua "vera" comunità educativa di appartenenza.
Scopo dell'autonomia del noviziato è quello di proporre avventure, in incontri con altri, in occasioni per conoscere
meglio se stessi e scoprire i propri limiti e le proprie potenzialità che all'interno della Comunità R/S - impegnata in
altre attività, e soprattutto nel servizio continuativo - non sarebbero pienamente realizzabili. I sedicenni vivono un
momento delicato che merita di essere seguito con particolare attenzione: hanno bisogno di uno spazio per
costruire la propria identità, per confrontarsi su problemi comuni, anche forse per realizzare qualche sogno,
trasgredire qualche regola, insomma mettersi alla prova.
Per questo l'inserimento diretto in clan spesso non da risultati incoraggianti. Avendo per sua natura il clan una
identità forte, si rischia di non far vivere adeguatamente ai novizi il loro momento specifico "assorbendoli"
acriticamente in una comunità dalle regole precostituite. La conoscenza di sé in noviziato serve anche per
arrivare al clan sapendo essere portatori di novità.
Ma allora il noviziato è o non è una comunità?
Forse, proprio perché momento di una comunità più ampia non lo deve essere compiutamente. Come già si
propone per il Servizio, l'esperienza di comunità può essere parziale, limitata, esemplare, non pretendendo di
formare una identità autonoma ma proponendo esperienze di altre comunità in cui inserirsi, prima tra tutte la
Comunità R/S.
5. Le attività del noviziato
Per quanto riguarda le attività specifiche del Noviziato abbiamo già visto come tutto ciò che viene proposto si
concretizza in avventure, in incontri con altri, in occasioni per conoscere meglio se stessi e scoprire i propri limiti e
le proprie potenzialità.
Il programma viene formulato dal noviziato attraverso una partecipazione sempre più piena dei novizi/zie.
Unico strumento metodologico particolare indicato dal Regolamento è l'Impresa, cioè un'attività pratica limitata nel
tempo ma intensa, che è insieme avventura, gioia di stare insieme e gusto della scoperta, nonché acquisizione di
competenza. Può essere impresa un servizio, una veglia, una attività natura. E' importante che l'impresa valorizzi
le competenze acquisite in reparto.
Almeno una volta al mese, inoltre, il noviziato vive l'esperienza dell'uscita.
Il Regolamento non dice molto sulle attività in comune clan e noviziato, ma le indicazioni sul Capitolo e sulla
Carta di Clan sono comunque significative se inquadrate nell'ottica dei gesti significativi e credibili di cui si parlava
prima.
Pur essendo un'attività più tipicamente rivolta al clan, è utile che anche i novizi e le novizie siano coinvolti in
alcune parti dei Capitoli di clan.
La Carta di Clan anche se è scritta e periodicamente rinnovata dal clan/fuoco, viene presentata al noviziato.
Entrambe le cose appaiono difficilmente realizzabili nei noviziati "intergruppo" e/o "cittadini".
6. La progressione personale
La guida e l'esploratore che lasciano il reparto o il giovane proveniente dall'esterno entrano nella Comunità R/S
accettando di sperimentare nel noviziato la proposta del roverismo-scoltismo, in una tensione alla disponibilità e
al cambiamento.
Nelle Branche L/C ed E/G esiste una fase di "accoglienza" del bambino/ragazzo prima della Promessa durante la
quale il Capo può osservare il nuovo venuto mentre questi è chiamato ad acquisire le conoscenze di base uguali
per tutti. In Branca R/S questa fase sembrerebbe non esistere affatto perché difficilmente si può immaginare che
coincida in pratica con il noviziato. Quando e come inizi un vero cammino personale non è comunque del tutto
chiaro.
I punti della strada possono coincidere con i momenti della tradizione della branca (salita al noviziato, firma
dell'impegno, Partenza), i momenti forti della vita di comunità (route, conclusione di Capitoli, verifica finale del
servizio...), in occasione della partecipazione ad eventi di progressione personale o comunque significativi per il
giovane.
Qualcuno propone di utilizzare l'anno del Noviziato quasi come una sorta di lungo Punto della Strada, durante il
quale il ragazzo scopre la propria identità e si prepara ad affrontare il cammino del clan.
7. Il maestro dei novizi
Decisamente trascurata dal Regolamento è invece la figura del Maestro dei Novizi.
In un articolo del Regolamento, significativamente intitolato "CAPO CLAN E CAPO FUOCO", si dice
genericamente che i capi e gli assistenti ecclesiastici fanno integralmente parte della Comunità R/S, vivendone i
vari momenti e problemi, pur nella diversità dei ruoli rispetto a quelli dei novizi e delle novizie, delle scolte e dei
rover.
L'unico riferimento al Maestro dei Novizi è a riguardo dello staff di Unità, dove si dichiara che poiché il noviziato e
il clan/fuoco sono due momenti di un'unica proposta, i Maestri dei novizi e i capi del clan/fuoco e gli assistenti
ecclesiastici formano un unico staff, affinché le attività, spesso separate, siano in armonia con le finalità della
Comunità R/S.
Chiacchierando su questo appaiono due orientamenti tra i Capi dell'Associazione. C'è chi ritiene fondamentale
per il Maestro dei Novizi l'aspetto dell'animazione e del rapporto immediato con i ragazzi, e di conseguenza
predilige Capi energici anche se di esperienza limitata, chi invece sostiene l'estrema delicatezza del ruolo
vedendovi più indicati Capi maturi ed esperti di metodo. Probabilmente diversi orientamenti sul Maestro dei Novizi
"tipo" rispecchiano diverse impostazioni dello staff R/S e diversi stili di rapporto Capi-novizi e clan-noviziato. Il
Maestro dei Novizi può essere visto ad esempio come una sorta di "tutore" all'interno di un ambiente formativo
che è la Comunità R/S, o come "precettore" che traghetta i ragazzi dal Reparto al Clan, o come "delegato" del
Capo Clan, o…
8. La proposta
Proviamo a riconsiderare il noviziato come una fase del cammino del giovane all'interno della Comunità R/S e
non più come una struttura.
Questa fase ha inizio con la salita dal Reparto e si conclude con la firma dell'Impegno e durerà normalmente circa
un anno, ma dipenderà dalla Progressione Personale di ogni singolo ragazzo.
In questa fase di noviziato possiamo immaginare un primo periodo di vita parzialmente autonoma dedicato alla
scoperta di sé, dei propri limiti, e un secondo gradatamente sempre più inserito nel clan, durante il quale i novizi,
pur vivendo appieno nella Comunità R/S, si ritagliano degli spazi privati per le loro avventure, approfondimenti,
confronti.
La durata di tali periodi può variare a seconda del numero di ragazzi.
Chiaramente la figura del Maestro dei Novizi solitario viene profondamente scossa da questa ipotesi. Egli deve
forzatamente e concretamente far parte a pieno titolo dello staff R/S, sia perché le attività vanno coordinate, sia
perché egli si troverà a seguire sia i ragazzi appena saliti dal Reparto, sia quelli che, saliti l'anno precedente,
devono ancora firmare la Carta di Clan. In quest'ottica quello di Maestro dei Novizi verrebbe considerato, come
forse il Regolamento tacendo lascia intendere, un incarico all'interno dello staff.
Immaginiamo allora come potrebbe svolgersi un anno di noviziato con soli 4 ragazzi.
A ottobre salita dal Reparto, accoglienza in Comunità R/S, affidamento al Maestro dei Novizi.
Da ottobre a gennaio un periodo di intense attività dei novizi con il loro Maestro. Incontri e uscite coinvolgenti, di
scoperta ma anche di incontro con altri, che hanno il culmine in un campetto invernale insolito e avventuroso,
durante il quale si vive il primo deserto e magari anche una bella esperienza di servizio comunitario.
A gennaio i novizi cominciano a partecipare a tutte le attività del clan, che proprio allora inizia il suo capitolo
annuale. I novizi, con il loro Maestro, continuano a portare avanti un'Impresa che si sono scelti, sfruttando il
"tempo" che rover e scolte dedicano al servizio.
A giugno il primo dei novizi chiede di firmare la Carta di Clan. Per lui il noviziato è finito. Altri due firmeranno
durante la route estiva. L'ultimo è ancora indeciso e non si sente ancora di lasciare la fase di novizio, ma il
Maestro gli "soffia sul collo"… Nel frattempo sono arrivati dal Reparto i nuovi novizi. Quest'anno sono solo tre e lo
staff R/S progetta un cammino autonomo molto intenso ma breve, da concludersi con un campo invernale
gemellato con un altro piccolo noviziato della Zona…
9. Conclusioni
Concludendo questa riflessione, possiamo pensare di aver identificato un percorso da seguire ma anche due
aspetti da chiarire e approfondire. In primo luogo i contenuti e gli strumenti della Progressione Personale, che
andrebbe meglio definita in questa fase, magari partendo dalle numerose e diverse esperienze vissute in
Associazione. In seconda istanza la figura del Maestro dei Novizi, che andrebbe tanto valorizzata sul piano
metodologico, indicandone ruolo, scopi e caratteristiche, quanto ridimensionata sul piano pratico riducendone
l'autonomia spesso eccessiva all'interno degli staff.
Abbiamo ragionato sul noviziato, così come è definito dall'attuale Regolamento metodologico, pensando a quelle
situazioni in cui i ragazzi sono troppo pochi per una struttura "tradizionale". Rivedendo ora il risultato del nostro
ragionamento, forse ci accorgiamo che quanto proposto può essere un valido punto di partenza per tutti.