UNESCO, una nuova Convenzione Internazionale sul Paesaggio

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UNESCO, una nuova Convenzione Internazionale sul Paesaggio
Anno V - settembre/ottobre 2012 - Prezzo di copertina 5,50 euro
Edipress Communications - Torino - Periodico bimestrale - Poste Italiane Spa - Spedizione postale DI 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n. 46) art 1, comma 1,CB/Torino - (settembre/ottobre 2012) - N. 4 - Abbonamento 6 numeri 30 euro.
Periodico per la promozione dell’attività dell’Istituto Internazionale
Conoscenze Tradizionali - ITKI UNESCO, Banca Mondiale
sulle Conoscenze Tradizionali - TKWB, Premio Eco and the City
Giovanni Spadolini, Distretti Energetici e Ambientali,
Poli di ricerca, Rete delle Reti Angelo Vassallo,
Osservatorio Europeo del paesaggio di Arco Latino.
UNESCO, una nuova
Convenzione Internazionale
sul Paesaggio
Al nastro di partenza
il Premio Eco and the City
Giovanni Spadolini
Carlo d’Inghilterra e Giovanni Spadolini,
un’amicizia fondata su ideali comuni
Campioni di sostenibilità
L’Abruzzo ha vinto l’edizione 2011
del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini
Una Regione pronta per farti conoscere
le sue realtà virtuose
Superficie regionale: 10,794 Km
65,1% area montana
34,9% area collinare
4 province: l’Aquila, Teramo, Chieti, Pescara
305 Comuni
1.500.000 abitanti
Un terzo della Regione è parco nazionale
e regionale:
Parchi nazionali: “Gran Sasso e Monti della Laga“,
“Abruzzo, Lazio e Molise e Majella”;
Parco Regionale: “Sirente Velino“.
Le aree protette sono di rilevante importanza
ambientale e ospitano rare specie di flora
e fauna, come l’orso bruno, il lupo e il camoscio.
E poi …l’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano“
e oltre 25 riserve regionali naturali.
www.regione.abruzzo.it
Anno V - settembre/ottobre 2012
Il mondo cambia, Energeo si rinnova
E
avuto un ruolo di primo piano nelle azioni di difesa del paesaggio e nei progetti di riqualificazione dei territori agricoli.
Il nostro periodico è stato scelto dall’ITKI UNESCO e da tutti i partners che
hanno determinato il successo del recente evento di Firenze, concluso con
la declamazione della “Dichiarazione UNESCO sul Paesaggio 2012”, per
divulgare tutte le fasi che rappresenteranno le tappe di avvicinamento della
nuova Convenzione UNESCO sul Paesaggio.
L’iniziativa è stata sostenuta da un poderoso gruppo di lavoro, costituito da
organismi internazionali intergovernativi, associazioni nazionali non governative, università e amministratori locali, che hanno messo in atto una
mobilitazione internazionale in difesa del paesaggio.
Un progetto che l’UNESCO vuole divulgare in tutto il mondo. Energeo è
stato scelto come partners privilegiato, insieme alla Fondazione Spadolini
Nuova Antologia, attraverso il Premio, per la divulgazione della Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali, iniziativa sostenuta dal Principe di Galles,
S.A.R. Carlo d’Inghilterra, ambasciatore ufficiale.
Nel compito di ripensare con gli altri partners un nuovo modello di sviluppo
che includa cultura e tutela del paesaggio e dell’ambiente tra i parametri da
considerare come una priorità di un’azione di governo del territorio, ci affianca
autorevolmente il Tg2. Il modello di sviluppo che abbiamo alle spalle è stato
estremamente intensivo nell’uso delle risorse, nel consumo scellerato di
suolo. Siamo convinti che, in questo momento storico, sia necessario che
gli uomini tornino a essere abitanti del loro territorio, riprendano in mano la
questione ecologica della loro sopravvivenza, poiché l’identità è energia
costruttiva per la crescita della coscienza del luogo e per l’affermazione di
modelli di sviluppo fondati sulle peculiarità socioculturali, sulla cura e la
valorizzazione delle risorse locali, territoriali, ambientali, produttive e sostenibili e su reti di scambio complementari fra entità locali.
Solo così il cittadino si sentirà parte di una comunità e quindi avrà verso di
essa un comportamento sobrio, responsabile e consapevole.
È necessario un nuovo paradigma, che mostri l’indispensabilità di un mutamento epocale sul piano reale: culturale, sociale ed economico. Costruendo
delle identità comunitarie tese al bene comune e alla ciclicità della natura,
si può costruire un sistema che funzioni e che dia un futuro ai nostri figli.
EDITORIALE
nergeo Magazine segna un’altra tappa importante nel percorso
editoriale avviato cinque anni fa.
Non è un’occasione celebrativa, come spesso accade, ma un
momento di ripensamento del giornale, alla luce dell’attualità riguardante le
politiche territoriali e ambientali dell’UNESCO che, tra l’altro, attraverso l’ITKI,
ha promosso la Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali.
Negli anni scorsi abbiamo seguito passo dopo passo l’evolversi dell’iniziativa
europea Covenant of Mayors.
Allora come ora il territorio, quale realtà composita di un valore collettivo,
ha rappresentato il filo conduttore del nostro progetto editoriale.
Abbiamo sempre aderito alla nostra mission con puntualità, entusiasmo,
passione, tanto da ideare un Premio legato a questo progetto dell’UE.
L’idea era quella di dare un riconoscimeno ai Primi Cittadini virtuosi che
avevano aderito al Patto dei Sindaci, adottando un documento che impegna
le autorità locali e regionali a raggiungere e superare l’obiettivo europeo di
riduzione del 20% delle emissioni di CO2 entro il 2020. Un modo per lanciare
un’iniziativa a carattere internazionale coinvolgendo anche i Comuni e le città
europee. Oggi questa visione del Premio dedicato a Giovanni Spadolini,
fondatore del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, ideato dal nostro
giornale e promosso della Fondazione Spadolini Nuova Antologia che si
avvale dell’Alto Patronato Permanente del Capo dello Stato, con il sostegno
del Distretto delle Energie Rinnovabili, è apparsa leggermente superata, per
un rallentamento dell’iniziativa della Commissione Europea.
Non è diminuito, invece, l’interesse del nostro giornale verso il territorio, col
quale il legame è sempre più stretto.
“Il paesaggio è la rappresentazione materiale e visibile della Patria” (Benedetto Croce). “La Repubblica (...) tutela il paesaggio e il patrimonio storico
e artistico della Nazione” (Cost., articolo 9). Basterebbero queste due citazioni
per illustrare lo spessore degli argomenti di cui ci occupiamo.
In questa nuova avventura nostri alleati sono: Res Tipica, l’Associazione delle
Città di Identità Tipiche, l’UNPLI che raggruppa le oltre seimila Pro Loco
d’Italia, l’ITKI UNESCO e lo stesso UNESCO.
Energeo si propone di raccontare, attraverso il Premio Eco and the City
Giovanni Spadolini, l’Italia delle buone pratiche, i progetti volti alla valorizzazione dei patrimoni e dei beni culturali, alle associazioni o cittadini che hanno
EDITORIALE
Il territorio
nel cuore
T. R.
Senatore Giovanni Spadolini.
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Val Venegia - Trentino “Dolomiti Patrimonio Umanità”.
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Anno V - settembre/ottobre 2012
Redazione:
Pierpaolo Bo
[email protected]
Marketing:
Luigi Letteriello - 334.120.71.85
IL SOMMARIO
Progetti speciali e Pubblicità:
Promedia Srl
[email protected]
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LA MEDAGLIA SPADOLINI
Spadolini, pioniere della tutela dei beni culturali e ambientali
Incontro ravvicinato tra il Premio, la Covenant of Mayors e l’UNESCO
Un Premio per dare speranza e fiducia al Paese
Il Tema del Convegno
La Medaglia Spadolini per esaltare il valore della solidarietà
Le categorie previste nel bando
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ATTUALITÀ
Alla ricerca del paesaggio perduto
Dichiarazione UNESCO, uno strumento solenne e formale
Dichiarazione di Firenze sul paesaggio, 21 settembre 2012
Il paesaggio, una relazione tra le genti e l’ambiente
La nuova visione del paesaggio: dal monumento alle genti
Un approccio dinamico, evolutivo, adattativo e multiculturale
Perpetuazione dei paesaggi attraverso le conoscenze tradizionali
Perdita del paesaggio e collasso degli ecosistemi
Minacce, rischi e disastri
Conoscenze tradizionali per affrontare la crisi globale
UNESCO, Francesco Bandarin, l’uomo delle grandi sfide
Un veneziano ai vertici dell’UNESCO
Dopo tre giorni di fuoco, alla fine tutti d’accordo, ma quanta fatica
In prima linea a favore del territorio
Una convenzione internazionale sulla gestione sostenibile del paesaggio
Mobilitazione internazionale in difesa del paesaggio
Salvaguardia dei paesaggi italiani, vera risorsa nazionale
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TKWB - LA BANCA DEL SAPERE
Conoscenze tradizionali per affrontare la crisi globale
TKWB - Traditional Knowledge World Bank
Una giornata particolare
Convenzione UNESCO per il Paesaggio,
il grande contributo del Principe di Galles
Carlo d’Inghilterra e Giovanni Spadolini,
un’amicizia fondata su ideali comuni
Il principe dell’ambiente al servizio di sua maestà la terra
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RETE DELLE RETI ANGELO VASSALLO
In rete per non dimenticare
Insieme per salvare il paesaggio
Una factory di idee innovative
Si ringrazia per il prezioso contributo
Sua Altezza Reale il Principe Carlo d’Inghilterra
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Segreteria di Redazione:
Lucrezia Locatelli
Progetto Grafico:
Spider S.a.s.
Realizzazione grafica:
Stefania De Cristofaro
Consulente tematiche e sviluppo azioni:
• Dichiarazione UNESCO sul Paesaggio
• Sistemi di Scienze locali, Tecniche
e Conoscenze Tradizionali
• Banca Mondiale Conoscenze Tradizionali
(Banca del sapere) - TKWB
• Pietro Laureano, Presidente
dell’Itki International Traditional
Knowledge Institute UNESCO.
Comitato Scientifico:
• Augusto Marinelli, già Magnifico Rettore
dell’Università degli Studi di Firenze,
Presidente della Giuria Premio Eco
and the City Giovanni Spadolini.
• Prof. Giovanni Puglisi Presidente
CNI UNESCO e Magnifico Rettore
della Libera Università di Lingue
e Comunicazione IULM.
• Dario Carella, MdA Mérit Europeenne, Fondation du Mérite Europeenne,
Lussemburgo.
• Andrea Chiaves, progettista emerito
di impianti innovativi di cogenerazione
e teleriscaldamento.
• Alberto Chini, Associazione Culturale
Padre Chini.
• Carlo Francini, coordinatore scientifico dell’Associazione Beni Italiani
Patrimonio Mondiale UNESCO.
• Stefano Masini, responsabile Ambiente
e Consumi Coldiretti.
• Fabrizio Montepara, Presidente
Res Tipica ANCI.
• Domenico Nicoletti,
Docente Università degli Studi
Scienze Ambientali di Salerno.
• Biagio Longo, manager nel settore
energetico, affermato esperto
di comunicazione nel settore ambientale.
• Angelo Paladino, Presidente
dell’Osservatorio Europeo per il Paesaggio di Arco Latino.
• Dipak Pant, Professore di Antropologia
e Economia, fondatore e direttore
dell’Unità di Studi Interdisciplinari
per l’Economia Sostenibile presso
l’Università di Castellanza.
• Carlin Petrini, fondatore e Presidente di Slow Food.
• Luigi Spagnolli, Presidente Commissione Ambiente ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani).
• Piero Sardo, Presidente della Fondazione
Slow Food per la Biodiversità.
• Alessandro Vercelli, docente di Economia
e Ambiente Università di Siena.
Collaboratori:
Michaela Barilari, Miriam Bruni-Ipogea,
Denise Cainelli, Marina Ciceri-Ipogea,
Puccio Corona, Claudio Chiaves, Leone Chistè,
Filippo Delogu, Lello Gaudiosi, Gabriele
Maniscalco, Stefano Masini, Maria Mazzei,
Adriano Pessina, Marco Pontoni, Federica
Rolle, Carlo Sacchettoni, Alessandro Sbrana,
Alessandra Santini, Chiara Simonetti.
Fotografie:
Gerry Annone; Ambrosio Edilizia; Cavagna –
Ufficio Stampa Provincia Autonoma di Trento;
Associazione Culturale Padre Chini;
Coldiretti‐ Ambiente e Consumi; Commissione
Nazionale Italiana UNESCO (Ufficio Stampa);
Comune di Pollica; Comune di Transacqua;
Consorzio Comuni Trentini, Co.Svi.G.:
Comunicazione e Territorio; Federutility;
Foto Germogli; Massimo Gherardini; Alessandra
Ciullo; ITKI UNESCO‐Ipogea, Tonino di Marco;
Relazioni Esterne La Casa Verde CO2;
Lubos Hazucha‐ Auditorium Al Duomo;
Antonio Siani; Ufficio Stampa Regione Abruzzo;
Ufficio Stampa Regione Campania;Ufficio Stampa
Regione Piemonte; Archivio Slow Food;
Archivio Fondazione Spadolini Nuova Antologia;
Agf Bernardinatti,Ufficio Stampa Provincia
autonoma di Trento (Archivio); Ufficio stampa
Ministero dell’Interno; Ufficio Stampa Provincia
di Modena; Alessandro Zedda Provincia del Medio
Campidano.
Pubblicità Regione Abruzzo:
fotografie di Bruno D’Amicis,
Roberto Mazzagatti, Osvaldo Locasciulli.
Gli articoli e le note firmate esprimono
solo l’opinione dell’autore e non impegnano
la direzione e la redazione di Energeo Magazine.
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• Distretto Energie Rinnovabili
Via Bellini, 58 - Firenze
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• Trento - Consorzio dei Comuni Trentini
Via Torre Verde, 23 - Tel. 0461 987139
• ITKI UNESCO Ipogea (Centro ONU)
Via Roma 595 - 50012 Bagno a Ripoli (Firenze)
• Osservatorio Europeo del Paesaggio
Arco latino - Certosa di San Lorenzo
84034 Padula (Patrimonio UNESCO)
(+39)366.980.14.55 - Fax 0974.95.38.14
IL SOMMARIO
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Periodico bimestrale
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(conv. in L.27.02.2004 n.46) art.1,
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Anno V - N° 4 – Settembre/Ottobre 2012
Il periodico Energeo Magazine è iscritto
nel Registro degli Operatori della
Comunicazione (ROC) - N° iscrizione 17843
Questo periodico è associato
all’Unione Stampa Periodica Italiana.
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Il Premio Eco and the City rende omaggio alla figura umana
e politica dello statista fiorentino
Spadolini,
LA MEDAGLIA SPADOLINI
pioniere della tutela
dei beni culturali e ambientali
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Il progetto della Fondazione
Spadolini Nuova Antologia, giunto
alla seconda edizione, approda
a Trento per la Cerimonia
Ufficiale di Premiazione
(10 novembre 2012),
con l’obiettivo di raggiungere
nuovi traguardi, dimostrando
di saper aggregare, catalizzare,
dialogare, informare, fare rete.
Moltissime le candidature.
U
n anno fa (12 novembre 2011) il debutto a Firenze per la prima
edizione del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini.
Oggi il progetto della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, giunto
alla seconda edizione, approda a Trento per la Cerimonia Ufficiale di Premiazione (10 novembre 2012). Nuovi traguardi e la stessa capacità di aggregare,
catalizzare, dialogare, informare, fare rete. Una semplice ricetta che ha creato
un successo senza precedenti con un notevole numero di candidature (circa
3000, duemila Comuni coinvolti, imprese virtuose, osservatori del Paesaggio,
Consorzi di Comuni, acquedotti, ecomusei, Pro Loco), costruendo una rete
di relazioni anche internazionali, grazie alla sinergia con l’UNESCO.
L’iniziativa ha dimostrato di essere un autentico volano per sostenere sul
territorio progetti e iniziative in difesa dell’ambiente, la salvaguardia del
paesaggio e la tutela dei beni culturali. Il Premio Eco and the City, che promuove e valorizza l’eredità culturale di Giovanni Spadolini a diciotto anni dalla
Medaglia
Spadolini 2011
morte, permetterà ancora una volta di confrontarsi sul futuro del nostro
Paese, almeno dal punto di vista della sostenibilità ambientale, rappresentando un momento di condivisione, conoscitivo, di riflessione e propositivo.
Il grande consenso ottenuto, ha spinto la Fondazione Spadolini, a sostenere,
attraverso il Premio, che ha dato un forte segnale di maturità, un importante
ruolo di raccordo in Italia, con le Regioni, le Province, i Comuni e le associazioni territoriali (Res Tipica ANCI, UNPLI che raggruppa tutte le Pro loco
d’Italia, gli Osservatori del Paesaggio e altri sistemi di aggregazione locali),
a sostegno delle iniziative dei governi nazionali e locali per la protezione del
paesaggio, come si evince nell’importantissimo documento contenente le
linee guida per una nuova Convenzione UNESCO, diffusa in tutto il mondo
dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la
cultura. Un percorso che porterà il gruppo di lavoro, in tempi brevi, direttamente a confronto con i massimi esperti internazionali di problematiche
territoriali. Il ruolo operativo è veramente importante, almeno dal punto di
vista organizzativo per mettere in moto la procedura Nazioni Unite che dovrà
stabilire una nuova Convenzione internazionale sul paesaggio, dopo aver
esaminato e discusso le sfide attuali. Una sfida accettata dalla Fondazione
Spadolini Nuova Antologia che ha già svolto, nei mesi scorsi, un ruolo strategico di coordinamento di iniziative locali, come la Rete delle Reti Angelo
Vassallo e la sottoscrizione di una Patto per la Bellezza e il Paesaggio, attività
propedeutiche e di sostegno alle iniziative dell’UNESCO. Ecco a cosa serve
il Premio, non è soltanto un evento celebrativo, anche se il focus di questa
edizione è dedicato al 40°Anniversario della World Heritage List, ma propositivo e di riflessione sull’impossibilità di proteggere il Patrimonio separatamente dall’ambiente e ignorando i saperi e le pratiche che lo hanno generato.
Il paesaggio è stato definito proprio come quella stretta relazione tra umanità
e ambiente che ogni civiltà e comunità stabilisce realizzando il proprio universo sociale e produttivo. La seconda sezione, che ha avuto un’impennata
di adesioni, evidenzia proprio questa
esigenza: abbiamo bisogno di paesaggio come abbiamo bisogno di
acqua, di aria, di suolo, di foreste ed
energia. Si tratta di beni comuni
ampiamente esaminati nelle nove
sezioni del bando. Come tutte le altre
risorse non sono sostanze ma cicli.
Andiamo alla ricerca di esempi virtuosi come quelli che sono stati proposti dai territori che hanno avuto la
capacità di realizzare idee e progetti
di efficientamento energetico, ma
anche di affrontare i temi della biodiversità, sistema dei Parchi, sviluppo
sostenibile, conoscenze tradizionali,
per ritrovare le identità territoriali nel
nostro Paese, mettendo in primo
luogo il sapere delle genti.
E per ristabilire la relazione tra natura
e cultura che si sedimenta e percepisce nel paesaggio e nel territorio,
concretizzando un Patto tra umanità
e luoghi mantenuto tramite l’identità
e la comunità. Esaminando le proposte si evidenzia come i bandi siano
stati compilati da persone attente e
motivate, con la presentazione di
tanti appunti, molte idee, suggeri-
LA MEDAGLIA SPADOLINI
Anno V - settembre/ottobre 2012
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Anno V - settembre/ottobre 2012
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menti efficaci, azioni concrete.
“Il Premio Eco and the City Giovanni
Spadolini - dice il professor Augusto
Marinelli, presidente della Commissione Giudicatrice - è diventato, in
qualche modo, la voce dei territori
ma anche la leva per fare meglio,
per aiutarli al confronto”. Vedremo
chi risulterà ai primi posti di questa
speciale classifica che premierà, per
ogni categoria, con la Medaglia Spadolini, importante riconoscimento
conferito, per quanto riguarda i sindaci, ai progetti volti all’adozione di
politiche territoriali integrate e sostenibili al fine di ridurre le emissioni di
gas serra attraverso le energie rinnovabili, il miglioramento dell’efficienza energetica e programmi sul
risparmio energetico e l’uso razionale
dell’energia (sezione 1).
Le altre sezioni riguardano la valorizzazione dei patrimoni e dei beni culturali, le istituzioni, le associazioni o
cittadini che hanno avuto un ruolo di
primo piano nelle azioni di difesa
dell’ambiente e del paesaggio e nei
progetti di riqualificazione dei territori
agricoli, che rappresentano uno strumento importante di promozione
della cultura locale, e le imprese
virtuose e innovative. Sono scesi così
in campo, in maniera massiccia, Enti
locali, Comuni, Associazioni di
Comuni, Comunità montane, Consorzi di municipalità e Associazioni
Comuni d’identità, Organizzazioni
Incontro
ravvicinato
tra il Premio,
la Covenant of Mayors
e l’UNESCO
Avviata una proposta di collaborazione
con l’iniziativa della Commissione Europea.
L
Un’antica amicizia unisce Giovanni Puglisi e Augusto Marinelli, entrambi Accademici di lungo corso.
locali, Consorzi agricoli, aziende vitivinicole e private che si sono distinte
nell’ambito della propria attività, dando la chiara percezione di aver acquisito
una stessa identità nazionale dal punto di vista della promozione della sostenibilità ambientale ed energetica e dei progetti regionali sugli interventi per
la produzione di energia da fonti rinnovabili.
La Medaglia sarà anche conferita “simbolicamente“ a tutti i candidati che
hanno compilato nelle varie voci il bando, portando in questo progetto la
propria testimonianza di una maniera sostenibile di vivere, per tutti.
In tanti, tutti i candidati e il movimento che si è creato attorno al Premio Eco
and the City Giovanni Spadolini, vorrebbero dire semplicemente grazie al
compianto statista fiorentino, appassionato studioso di storia del Risorgimento, per aver dato inizio a un percorso innovativo per la politica italiana e
per essere stato il precursore di un confronto concreto sui grandi temi del
nostro tempo. Da allora l’educazione ambientale è divenuta uno strumento
fondamentale per sensibilizzare i cittadini nei confronti di questi problemi,
coinvolgendoli direttamente nelle politiche di governo del territorio.
’ idea era quella di premiare
i sindaci virtuosi che avevano
aderito al Patto dei Sindaci,
adottando un documento che impegna le autorità locali e regionali a
raggiungere e superare l’obiettivo
europeo di riduzione del 20% delle
emissione di CO2 entro il 2020: un
modo per lanciare un’iniziativa a carattere internazionale coinvolgendo
anche i Comuni e le città europee.
Tant’è che la Regione Abruzzo si
aggiudicò questa categoria speciale
con il progetto: una Regione per il
Patto dei Sindaci. Oggi questa visione
del Premio è apparsa leggermente
superata, vuoi perché l’iniziativa della
Commissione Europea ha rallentato,
almeno in Italia, la sua corsa iniziale,
vuoi per le evidenti difficoltà in cui i
Comuni si trovano ad operare, evidenziate nel quadro riepilogativo sullo
Marino Simoni, Presidente del Consorzio dei Comuni
Trentini, al Simposio UNESCO mondiale sul Paesaggio
che si è svolto a Firenze.
stato di attuazione del Patto dei sindaci nel nostro Paese. Rimane di
grande attualità l’ipotesi di avviare
una sinergia tra le due iniziative che
sono sovrapponibili e perfettamente
allineate. Gli uffici della Covenant of
Mayors hanno ricevuto, nel luglio
scorso, una proposta operativa di
collaborazione dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia, in questa fase
attentamente esaminata. Bruxelles,
infatti, sta valutando le varie fasi della
possibile sinergia per dare valore
aggiunto alla Covenant of Mayors,
sviluppando ulteriormente l’interesse
a livello locale (i Comuni cercano di
difendere la propria identità) con il
progetto ambizioso dell’UNESCO
che vuole inventariare, salvaguardare
e far conoscere l’uso innovativo
(anche sostenibile) delle conoscenze
tradizionali ed avviare una nuova linea
di tutela del patrimonio paesaggistico,
come indica la Dichiarazione UNESCO
di Firenze sul paesaggio 2012.
Lo stesso Ministro dell’Ambiente
Corrado Clini ha annunciato, di
recente che “occorre considerare il
paesaggio come una infrastruttura e
le spese per la sua manutenzione
libere dai vincoli del Patto di stabilità”.
Contro i pericoli e i danni provocati
dal rischio idrogeologico e sismico i
Comuni dovranno essere autorizzati
a spendere le risorse esistenti in
deroga al Patto di stabilità. Il Ministro
che già sta lavorando per avere via
libera da Bruxelles, si è impegnato
a chiederlo all’UE, mentre sta per
presentare il Piano nazionale da 20
mld per la manutenzione e la messa
in sicurezza dei territorio dai rischi
idrogeologici e sismici, 1,2 miliardi
di euro l’anno per 20 anni.
LA MEDAGLIA SPADOLINI
LA MEDAGLIA SPADOLINI
Il Percorso del Premio
9
Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini ha dimostrato di avere una
prorompente capacità di coinvolgere l’opinione pubblica nell’affrontare
problemi di carattere e interesse collettivo. Lo ha fatto notare il Presidente
della Commissione nazionale Italiana per l’UNESCO,
professor Giovanni Puglisi, il quale, mettendo in risalto
l’alleanza tra le due prestigiosi istituzioni, ha auspicato
una proficua collaborazione anche per il futuro
Un Premio
LA MEDAGLIA SPADOLINI
per dare speranza e fiducia al Paese
I finalisti inseriti nella cinquina
delle nominations verranno
da tutta la penisola
per partecipare
all’evento conclusivo
della Cerimonia Ufficiale
di conferimento della Medaglia
Spadolini. Alla vigilia è previsto
il convegno: Alcide De Gasperi
e Giovanni Spadolini per il dialogo
e per l’Europa. Le figure dei due
grandi statisti saranno ricordate
a Trento in maniera solenne.
L
a Sala è quella delle grandi occasioni, dove convergono i più prestigiosi eventi istituzionali. Gli invitati, appartenenti a realtà virtuose,
giungeranno a Trento con ogni mezzo, provenienti da tutt’Italia.
Verranno da lontano per partecipare all’evento conclusivo della Cerimonia
Ufficiale di conferimento della Medaglia Spadolini, secondo un programma
fitto e articolato che alla vigilia avrà come appendice il convegno: Alcide De
Gasperi e Giovanni Spadolini per il dialogo e per l’Europa, coordinato da
Stefano Folli, opinionista del Sole 24 Ore. Com’è stato per la prima edizione
che ha visto tantissimi ospiti provenire dai luoghi più lontani della penisola.
Saranno i personaggi e interpreti di quella che si preannuncia una giornata
veramente speciale che si svolgerà tra gli affreschi di Sala Depero, il luogo
di rappresentanza della Provincia Autonoma di Trento, trasformata dall’artista
Fortunato Depero in “opera d’arte totale” tra il 1953 e il 1956.
Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini ha dimostrato di avere una
prorompente capacità di coinvolgere l’opinione pubblica nell’affrontare problemi di carattere e interesse collettivo. Lo ha fatto notare il Presidente della
Commissione nazionale Italiana per l’UNESCO, professor Giovanni Puglisi,
il quale, mettendo in risalto l’alleanza tra le due prestigiosi istituzioni, ha
auspicato una proficua collaborazione anche per il futuro. Il focus del Premio,
infatti, è dedicato al 40° Anniversario della World Heritage List.
Quello che stato definito il Premio alla speranza e alla fiducia nelle istituzioni,
ha dimostrato una grande capacità di tessere relazioni, sia con le principali
istituzioni, sia con le organizzazioni di Comuni operanti sul territorio, senza
trascurare i media e le televisioni che hanno dato man forte per far conoscere
questa esclusiva iniziativa. Il Tg2 ha voluto mettere la sua matrice di testata
vicina alle tematiche di difesa del territorio: è media partner ufficiale.
È stato affidato a due alfieri della testata giornalistica di Rai Due la conduzione
della Cerimonia Ufficiale: Bruno Gambacorta, inviato e ideatore della famosa
rubrica Eat-Parade e Cecilia Cappelli, considerata la giornalista che “accarezza” le notizie, tale è il garbo che ci mette nel “confezionare” i servizi
messi regolarmente in onda nelle edizioni di maggior ascolto.
È stato invitato anche il timoniere della gloriosa testata: il direttore Marcello
Masi. Una Cerimonia così avrà una madrina d’eccezione, un nome e un volto
tanto caro non soltanto ai Trentini: Maria Romana De Gasperi.
Dal vicino Veneto è attesa anche l’olimpionica Sara Simeoni, madrina della
prima edizione del Premio.
Bruno Gambacorta, ideatore della Rubrica Tg2 “Eat Parade”.
10
Il Ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, che ha molto apprezzato l’iniziativa, ha promesso al professor Cosimo Ceccuti di essere presente a
Trento, salvo impegni istituzionali inderogabili.
E poi, l’Assessore Mauro Di Dalmazio, in rappresentanza della Regione
Abruzzo (Medaglia Spadolini 2011) consegnerà il testimone al nuovo vincitore.
Ci saranno alcuni notissimi rappresentati dei media e della comunicazione,
ai quali verrà conferita una Medaglia Spadolini Speciale (i nomi sono ancora
top secret). La spazio per il dibattito, utilizzato mentre la Commissione Giudicatrice effettua i lavori di selezione delle candidature finaliste, avrà per
tema: “Paesaggi e territori, tante idee in movimento”.
Sarà condotto dal giornalista scientifico del Corriere della Sera Paolo Virtuani.
Sigle, saluti ufficiali e accompagnamenti musicali, accompagneranno la
Cerimonia mentre crescerà l’attesa per i vincitori.
Al mattino ancora un’iniziativa: gli ospiti potranno recarsi in Val di Non per
conoscere il luoghi dove è nato Padre Eusebio Chini, al quale è stata dedicata
una sezione del Premio. Marino Simoni, Presidente del Consorzio dei Comuni
Trentini, gongola per questo evento esclusivo, fortemente voluto, insieme
alla Provincia Autonoma a Trento, giunto alla fase conclusiva. Il tutto sotto
il segno di Giovanni Spadolini e di Alcide De Gasperi che saranno ricordati
a Trento in maniera solenne.
Il tema del convegno
“Alcide De Gasperi e Giovanni Spadolini. Per il dialogo e per l’Europa”: è il
tema del convegno promosso a Trento il 9 novembre - nell’ambito del Premio
Eco and the city Giovanni Spadolini - dalla Fondazione Spadolini Nuova
Antologia e della Fondazione Alcide De Gasperi, in collaborazione con la
provincia di Trento ed il Consorzio dei Comuni trentini. I due statisti, operanti
per ragioni anagrafiche in periodi diversi della vita politica italiana ed europea,
ebbero un idem sentire caratterizzato dalla volontà del dialogo e dalla fede
assoluta nell’unione europea, quale superamento degli egoismi nazionali,
garanzia di pace, di sviluppo, di emancipazione e di progresso. Moderato da
Stefano Folli, editorialista del Sole 24 Ore, il convegno verrà aperto dalla
figlia dello statista trentino, Maria Romana, con una personale testimonianza
Cecilia Cappelli, giornalista del Tg2.
dell’affetto per la terra di origine, “De
Gasperi e le sue montagne”. Seguiranno le relazioni di studiosi specialisti quali Piero Craveri, “I rapporti fra
cattolici e laici nel secondo dopoguerra”, Pierluigi Ballini , “L’Europeismo di Alcide De Gasperi”, Cosimo
Ceccuti, “L’Europeismo di Giovanni
Spadolini”. Maria Garbari, docente
di storia, “De Gasperi: il ricordo della
Grande Guerra e l’aspirazione alla
pace”. L’attualità dei due statisti,
nella loro vocazione europeista, è
richiamata dalle due citazioni riportate
nel programma: “L’idea dell’unità
europea ha ritrovato i suoi credenti
e se un Risorgimento si avrà nel
secolo XX non sarà soltanto italiano,
o francese, o tedesco,ma soprattutto
europeo” (Giovanni Spadolini).
“Non vi parlerò dell’Italia, ma dell’Europa e non dell’Europa di ieri e di
oggi, ma dell’Europa di domani, di
quell’Europa che vogliamo ideare,
preparare e costruire. Continuando
sulla strada intrapresa, noi dobbiamo
perseguire il fine dell’integrazione in
direzioni molteplici. Ed occorre provvedere all’integrazione delle politiche
economiche, finanziarie ed alla cooperazione politica internazionale”
(Alcide De Gasperi).
T. R.
LA MEDAGLIA SPADOLINI
Anno V - settembre/ottobre 2012
Sala Depero, il luogo di rappresentanza della Provincia Autonoma di Trento.
11
Il Ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri ha accolto l’invito a presenziare
alla Cerimonia ufficiale di conferimento dell’ambito riconoscimento
La Medaglia
Spadolini
LA MEDAGLIA SPADOLINI
per esaltare il valore
della solidarietà
Per iniziativa della Fondazione
Spadolini Nuova Antologia,
i sindaci del “cratere” della
dell’Emilia, e delle province di
Rovigo e Mantova, riceveranno
la Medaglia Spadolini, il prossimo
dieci novembre. “La fase della
ricostruzione già avviata - dice
l’Assessore all’Ambiente della
Provincia Modena Stefano
Vaccari - deve diventare una
grande occasione per ripensare
il rapporto con il territorio ferito.
Vogliamo proporci come una
best practice sulla ricostruzione
post emergenza in chiave di
sostenibilità, in linea con gli
obiettivi del Premio”.
Stefano Vaccari, Assessore all’Ambiente
della Provincia di Modena
12
A
Il Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri
e il Presidente dell’ANCI Graziano Delrio.
lla vigilia della seconda edizione del Premio Eco and the City, la
Fondazione voluta dal grande statista fiorentino, ufficializza la consegna della Medaglia Spadolini (fuori concorso) ai paesi dell’Emilia
colpiti dal sisma. Il riconoscimento va ai Comuni con i Sindaci in testa, le
comunità locali e la loro composta capacità di reazione e di autorganizzazione,
protagonisti assoluti di questi primi cinque mesi. Si fa portavoce l’Assessore
della Provincia di Modena Stefano Vaccari e, con una certa emozione, ricorda:
“Già lo scorso anno abbiamo partecipato al Premio, confermando l’adesione
anche per questa edizione ma con parametri diversi, purtroppo”. Lo spirito
è rimasto quello di allora, quando la Provincia di Modena ha avuto un ruolo
guida per i sindaci del territorio che per primi hanno creduto nel programma
ambizioso dell’Ente ai primi posti nelle scelte sostenibili. I programmi erano
orientati per coniugare le esigenze di crescita e sviluppo sostenibile, con gli
ulteriori traguardi relativi alla pianificazione, programmazione, progettazione
secondo le migliori pratiche possibile sull’energia. Il sisma ha arrecato danni
a 18 Comuni: 200mila abitanti coinvolti, 24mila edifici danneggiati, 3200
imprese coinvolte in settori di eccellenza come il biomedicale, la meccanica
e l’automotive, l’agroalimentare, 23mila lavoratori coinvolti da percorsi di
trattamento integrativo, 12600 persone sfollate accolte in 48 campi e alberghi, 30mila richiedenti l’autonoma sistemazione, 3 ospedali e 8 case protette
evacuate, 92 scuole e 84 impianti sportivi inagibili come 10 municipi, chiese
campanili a perdita d’occhio non ci sono più, 1700 persone bisognose di
assistenza sono state trasferite in altre strutture delle province vicine e della
Regione, danni per 10 milioni di euro ai sistemi di regimazione delle acque
superficiali. Un intero sistema istituzionale, economico e sociale messo a
dura prova e ancora impegnato a gestire la fuoriuscita dall’emergenza accanto
alla ricostruzione. “A partire da questi numeri ed elementi la fase della ricostruzione già avviata - dice l’Assessore Vaccari - deve diventare una grande
occasione per ripensare il rapporto con il territorio ferito. Vogliamo proporci
come una best practice sulla ricostruzione post emergenza in chiave di
sostenibilità, in linea con gli obiettivi del Premio. La stessa Mr.s Margareta
Wahlströml, Rappresentante speciale del Segretario Generale dell’ONU per
la riduzione del rischio di disastri, che ci ha fatto visita nel mese di giugno,
dopo la visita a imprese e comuni si è congratulata con tutto il sistema
territoriale per la capacità espressa nel costruire pratiche di gestione e
risposta ai rischi anche in partnership col privato, economico e sociale.
Possiamo diventare una best practice solo se acceleriamo e se proponiamo
scelte che ci avvicinano all’Europa della sostenibilità ambientale ed economica, per scongiurare anche il rischio di aumento della povertà in quel territorio”. Ed aggiunge: Ci sono scelte, competenze, saperi, idee e azioni già
in campo, da far dialogare e mettere in rete, ovviamente a partire dal ruolo
fondamentale delle comunità locali, con le loro istituzioni, i sindaci, i cittadini,
le imprese, le associazioni, i lavoratori, il terzo settore, ma con l’attenzione
e lo sguardo oltre i confini comunali ad un territorio più ampio. L’uso e la
tutela del paesaggio e delle risorse del territorio, lo stop al consumo di suolo,
come strumenti di conservazione e trasmissione della storia e cultura del
territorio”. Spiega: “Da noi la richiesta al Governo, al Parlamento perché
definiscano un piano nazionale e pluriennale per la messa in sicurezza e per
la tutela del territorio e paesaggio, per investire risorse ingenti nella prevenzione dai rischi di varia natura”. E conclude: “Il conferimento della Medaglia
Spadolini ai nostri Comuni sarà anche un’occasione per dire grazie alla
Provincia Autonoma di Trento che eccelle anche nel modo di coniugare la
parola solidarietà”. In effetti il Corpo Permanente dei Vigili del fuoco della
Provincia autonoma di Trento è accorso in aiuto della popolazione dell’Emilia, colpite dal terremoto, (come aveva fatto in Abruzzo e in occasione di altri
disastri) fin dalle ore immediatamente successive alla prima scossa sismica
avvenuta il 20 maggio di quest’anno. Nei primi giorni l’attività venne finalizzata all’allestimento del campo di accoglienza, denominato “campo Trento”,
a San Felice sul Panaro, gestito dalla Protezione Civile. Per il protrarsi dello
sciame sismico la task force della Protezione Civile del Trentino mise in opera
l’ampliamento e la manutenzione del campo Trento. Successivamente avviò,
su richiesta del sindaco di San Felice sul Panaro, i sopralluoghi dei tecnici
per valutare l’agibilità degli edifici e per stimare l’entità dei danni generati
dall’evento sismico, concordando un programma di interventi di puntellamento di edifici privati e pubblici che si affacciano sulle vie principali della
zona rossa di San Felice sul Panaro. Molte altre azioni di solidarietà sono
stati effettuate per iniziativa della popolazione trentina che ha fatto realizzare
un edificio scolastico nel comune modenese. E poi un lungo elenco di realizzazioni come l’operazione Parmigiano che ha impegnato gli appartenenti
ai Corpi volontari dei Vigili del fuoco nel recupero di migliaia di forme di
formaggio dai magazzini del Consorzio del Parmigiano Reggiano. È in cantiere
la ricostruzione della Chiesa di Concordia sul Secchia che appartiene alla
Diocesi di Carpi, con l’oratorio attiguo e il campo di calcio, dove sono stati
avviati interventi urgenti di cerchiatura della cella campanaria e riparazione
delle lesioni murarie del campanile
della Chiesa di San Paolo. Tanto per
continuare a vivere in queste terre
esaltando il “valore della solidarietà”.
Non va dimenticato che, l’UNESCO,
che del Premio è un partner d’eccellenza, nella recente declamazione
della Dichiarazione di Firenze sul
Paesaggio, ha indicato le linee guida
per una nuova Convenzione con una
risposta adattiva e partecipata ai rischi
e alle catastrofi. Il prossimo 10
novembre i Sindaci del “cratere”
della Provincia di Modena sono attesi
a Trento, dove verranno insigniti della
Medaglia Spadolini. Su indicazione
dell’A.N.C.I. (Associazione Nazionale
Comuni d’Italia), il riconoscimento
sarà conferito anche ai Comuni limitrofi all’epicentro, interessati da
numerose scosse di terremoto, delle
province di Rovigo e di Mantova.
Il Ministro degli Interni Annamaria
Cancellieri, avendo compreso l’alto
valore simbolico del riconoscimento,
ha accolto l’invito, formulato dai promotori, a presenziare alla Cerimonia
Ufficiale di conferimento dell’ambito
Premio, le cui motivazioni e l’ispirazione sono legate al ricordo di Giovanni Spadolini, fondatore del
Ministero per i Beni Culturali e
Ambientali in Italia, del suo impegno
culturale, politico, civile in una dimensione italiana ed europea.
LA MEDAGLIA SPADOLINI
Anno V - settembre/ottobre 2012
LE CATEGORIE PREVISTE NEL BANDO
Categoria 1
Categoria 4
• Amministrazioni locali
responsabili di politiche
territoriali integrate e sostenibili
• Settore privato ed imprese virtuose e innovative
• Progetti di valorizzazione
dei patrimoni paesaggistici
e culturali
• Focus del Premio
(40° Anniversario World Heritage List dell’UNESCO)
• Padre Eusebio Chini, il religioso trentino pioniere della cultura della sostenibilità,
Categoria 2
Categoria 3
• Progetti di riqualificazione
dei territori agricoli
Inoltre cinque Sezioni
Speciali:
rivolta alle Associazioni
di identità tipiche, Conoscenze Tradizionali e ai Saperi Antichi
• Gestione Forestale Sostenibile
• Gestione sostenibile degli acquedotti (Federutility)
• Comuni che fanno parte
dell’Associazione Nazionale
Città del Vino
In vincitori della passa edizione del Premio.
13
Anno V - settembre/ottobre 2012
ATTUALITÀ
del paesaggio
perduto
Il convegno UNESCO di Firenze
si è concluso con quella che è
stata definita, in accordo con gli
oltre trenta esperti internazionali
intervenuti, “The Florentine
Declaration on Landscape”,
ovvero un documento volto
a promuovere la salvaguardia
dei paesaggi, quale elemento
integrato di uno sviluppo
sostenibile, rendendo possibile la
condivisione di informazioni e la
disponibilità delle competenze.
In questo modo si vuole
preparare la strada alla
redazione di una Convenzione
Internazionale sul Paesaggio
che, nel rispetto delle diversità
culturali dei vari paesi, sappia
integrare e rinforzare azioni
condivise per il paesaggio.
I
l paesaggio e patrimonio immateriale sono intimamente legati, in quanto
sono i saperi, le conoscenze, le abilità delle popolazioni che hanno dato
e danno forma al paesaggio. E conseguentemente nel paesaggio, come
in un palinsesto in continua evoluzione, possiamo leggere le tracce di quei
racconti e di quelle memorie, possiamo scorgere i segni e le rappresentazioni
che costituiscono il fondamento dell’appartenenza a un luogo. Se n’è parlato
al Convegno internazionale UNESCO dal titolo“The International Protection
of Landscapes”, svoltosi dal 19-21 settembre a Firenze in occasione del 40°
anniversario della prima Convenzione Mondiale del Patrimonio. Il convegno,
organizzato dall’International Traditional Knowledge Institute (ITKI) UNESCO,
ha posto l’accento su quella che Pietro Laureano (Presidente dell’ITKI e
consulente UNESCO) ha definito una “nuova visione del paesaggio” che
sposta finalmente l’ottica “dai monumenti alle persone”. La cornice entro
cui si sono svolte le giornate di studio è, infatti, quella dell’evoluzione che
ha avuto negli ultimi quarant’anni il concetto di “cultural heritage”, a partire
proprio dalla Convenzione UNESCO sulla Protezione del patrimonio culturale
e naturale del 1972 che celebra quest’anno il quarantesimo anniversario.
Altro punto nodale evidenziato nel corso delle giornate di studio, è la necessità di superare la mancanza di integrazione tra le varie convenzioni e i diversi
strumenti giuridici (anche in ambito UNESCO), relativi alla salvaguardia del
paesaggio. Spesso siamo, infatti, in presenza di strumenti che concentrano
il concetto di tutela su un singolo aspetto (ecosistemico, storico culturale,
ecc…), tralasciando la complessità e la multidimensionalità del paesaggio.
Il convegno si è quindi concluso con quella che è stata definita, in accordo
con tutti i presenti, “The Florentine Declaration on Landscape”, ovvero un
documento volto a promuovere la salvaguardia dei paesaggi, quale elemento
integrato di uno sviluppo sostenibile, rendendo possibile la condivisione di
informazioni e la disponibilità delle competenze, attraverso collaborazioni
efficaci. In questo modo si vuole preparare la strada alla redazione di una
Convenzione Internazionale sul Paesaggio che, nel rispetto delle diversità
culturali dei vari paesi, sappia integrare e rinforzare azioni condivise per il
paesaggio. Nel tempo, infatti è apparsa con sempre maggiore evidenza,
l’impossibilità di proteggere i “patrimoni culturali” separatamente dall’ambiente in cui si trovano, ignorando i saperi e le pratiche che li hanno generati,
trascurando così i profondi legami esistenti tra “natura” e “cultura”.
Pietro Laureano, Presidente ITKI UNESCO illustra il progetto
ai tantissimi ospiti nell’Anfiteatro Andrzej Tomaszewski.
14
Dichiarazioni UNESCO, uno strumento solenne e formale
Lo standard-setting, cioè la fissazione di norme e principi, costituisce una delle più importanti funzioni costituzionali
dell’UNESCO e comprende tre tipi di documenti:
• Convenzioni
• Dichiarazioni
• Raccomandazioni
• le Dichiarazioni adottate dalla Conferenza Generale UNESCO, sono uno strumento solenne e formale, adatto
per rare occasioni in cui sono enunciati principi di grande importanza.
ATTUALITÀ
Alla ricerca
Come è stato evidenziato in molti degli interventi degli oltre trenta esperti internazionali convenuti a Firenze, sono
le culture, le conoscenze, le tradizioni, i gesti simbolici che danno forma al mondo che viviamo: siamo quindi trasformati dal paesaggio che trasformiamo. Questo aspetto era già stato evidenziato nel 2003 nella Convenzione
UNESCO per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale (nel 2013 ricorre il decennale) che ha messo in
rilievo come “il patrimonio culturale immateriale, trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi in funzione del loro ambiente, della loro interazione con la natura e la loro storia, e
dà loro un senso d’identità e di continuità, promovendo in tal modo il rispetto per la diversità culturale e la creatività
umana”. Energeo affiancherà l’ITKI UNESCO in questo grande viaggio della conoscenza e della ricerca per promuovere la Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali di cui si è fatto portavoce Sua Altezza Reale il Principe Carlo
d’Inghilterra con uno stimolante video messaggio.
Caratteristiche coltivazioni in altura con il sistema a terrazzo.
15
• le Raccomandazioni
Strumenti adottati dalla Conferenza
Generale che riguardano particolari
questioni sulle quali si invitano gli
Stati Membri ad adottare, nei loro
rispettivi territori, le misure legislative
necessarie, o altre misure che possono essere richieste in conformità
con la prassi costituzionale di ogni
Stato. Spesso, nell’uso comune, le
Raccomandazioni vengono denominate anche “Dichiarazioni”.
• Dichiarazioni universali UNESCO
in ordine cronologico a partire dalle
più recenti
- Dichiarazione Universale
sulla Bioetica e i Diritti Umani,
19 ottobre 2005.
- Dichiarazione concernente
la distruzione intenzionale
del patrimonio culturale,
17 ottobre 2003
- Dichiarazione Internazionale
sui dati genetici umani,
16 ottobre 2003
- Carta sulla conservazione
del patrimonio digitale,
15 ottobre 2003
- Dichiarazione Universale
sulla diversità culturale,
2 novembre 2001
- Dichiarazione Universale
sul Genoma Umano e i Diritti Umani, 1997
- Dichiarazione sulla responsabilità delle generazioni presenti verso
le generazioni future, 1997
- Dichiarazione dei principi
sulla tolleranza, 1995
- Dichiarazione Internazionale
sull’educazione per tutti
e quadro d’azione per rispondere
ai bisogni formativi di base, 1990
- Carta Internazionale
sull’Educazionefisica
e lo sport, 1978
- Dichiarazione sulla razza
e i pregiudizi razziali, 1978
- Dichiarazione sui principi
fondamentali concernenti
il contributo dei mass media
per rafforzare la pace
e la comprensione internazionale, per la promozione dei diritti umani
e contro il razzismo, l’apartheid
e l’incitamento alla guerra, 1978
- Dichiarazione di principi guida
per l’utilizzazione
delle trasmissioni satellitari
per la libera circolazione delle informazioni, la diffusione
di una maggiore istruzione
e scambi culturali, 1972
- Dichiarazione sui principi
della cooperazione culturale
internazionale, 1966
Dichiarazione
di Firenze
sul paesaggio,
21 settembre 2012
Dichiarazione finale
del Convegno
internazionale
UNESCO
sul tema
“La protezione
internazionale dei
paesaggi” tenutosi
a Firenze il 19-21
settembre 2012
in occasione
del 40° anniversario
della Convenzione
del Patrimonio
Mondiale
I
partecipanti al convegno, incluso
oltre 30 esperti di ogni paese e i
rappresentanti delle Agenzie delle
Nazioni Unite (UNESCO, FAO, UNCCD,
UNEP) organismi internazionali intergovernativi, centri e associazioni
(ICCROM, EUI, UNU, ICOMOS, IFLA,
ICQHS, ITKI, IPSI, EHP), insieme con
organizzazioni nazionali e non governative, università e amministratori
locali:
Le colline dell’Emilia Romagna.
16
• ringraziando gli organizzatori
per aver convocato un convegno
sulla protezione internazionale
dei paesaggi e, in particolare,
Sua Altezza Reale, il Principe
di Galles per suo stimolante video
messaggio;
• avendo esaminato e discusso
le sfide attuali;
• esprimendo la loro profonda
preoccupazione per il degrado
del paesaggio in tutto il mondo
a causa della rapida urbanizzazione,
l’industrializzazione e l’intensificazione dei processi agricoli e altri
rischi e minacce causati
dal cambiamento globale;
• riconoscendo il paesaggio come
espressione del rapporto tra le genti
e l’ambiente che, nel tempo,
ha creato e tuttora crea condizioni
di vita armoniose e benessere;
• constatando l’importanza
del paesaggio come uno strumento
educativo per promuovere
la conoscenza e la consapevolezza
della diversità culturale, l’identità
e la responsabilità;
• considerando che il paesaggio
è un bene comune e che il diritto
al paesaggio è una necessità umana;
• consapevoli che non è possibile
proteggere i paesaggi ignorando
le conoscenze locali e tradizionali
che li hanno generati la cui perdita
distrugge un patrimonio di knowhow utilizzabile per soluzioni
appropriate e innovative;
• considerando che le risoluzioni
internazionali riconoscono intrinseci
aspetti del paesaggio, come la
gestione adattativa e un approccio
olistico tra elementi sociali,
economici ed estetici, come possibili
risposte alle sfide globali;
• tenendo conto della richiesta
delle comunità locali e dei rappresentanti amministrativi di preservare
il paesaggio per migliori condizioni
di vita basate sulla condivisione
globale delle opportunità e comuni
obiettivi;
• ricordando la Dichiarazione di Rio
+20 “il Futuro che vogliamo” e la
revisione in corso degli Obiettivi
di Sviluppo del Millennio;
• prendendo atto delle numerose iniziative rivolte alla gestione del paesaggio a livello internazionale, nazionale e locale nel contesto dello sviluppo
sostenibile all’interno
del sistema delle Nazioni Unite;
• affermando l’importanza della salvaguardia e il miglioramento
dei paesaggi per:
- la qualità della vita quotidiana e l’identità culturale e per il miglioramento
del benessere;
- riconoscere il valore delle conoscenze e delle pratiche t radizionali come base per armonici programmi tecnologici e innovativi;
- incoraggiare il rispetto dei luoghi
e processi decisionali che salvaguardano le comunità e i luoghi;
- promuovere opportunità di lavoro, la sicurezza alimentare, la tutela dell’ambiente e la resilienza delle comunità;
- promuovere lo sviluppo sostenibile sociale ed economico, estendendo
i confini spaziali e le frontiere concettuali del paesaggio;
- incoraggiare programmi di partecipazione e dal basso verso l’alto insieme
a interventi basati sulla conoscenza locale;
- rinforzare le comunità e le istituzioni locali nei processi decisionali;
- promuovere il rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle comunità
di garantire il loro sostentamento, preservare le loro risorse, la loro identità
e le credenze;
- rispondere in modo adattivo e partecipato ai rischi e alle catastrofi;
- combattere la desertificazione, il degrado dei suoli e la siccità,
la preservazione della diversità biologica e mitigare gli effetti
del cambiamento climatico;
- salvaguardare, la diversità e il patrimonio materiale e immateriale;
- garantire la continuità da parte degli ecosistemi nella fornitura di servizi
alle comunità;
• richiedono alle agenzie intergovernative e i segretariati responsabili per
i programmi delle Nazioni Unite, le convenzioni internazionali e le organizzazioni non governative di:
- rafforzare la consapevolezza globale sulla necessità di salvaguardare
e migliorare i paesaggi come elemento integrante dei processi
di sviluppo sostenibile;
- condividere le informazioni e rendere disponibili le competenze;
- stabilire partenariati efficaci;
• richiedono a questi organismi insieme ai Centri UNESCO e cattedre
concernenti, di creare un Gruppo di Lavoro per favorire il coordinamento
tra gli strumenti internazionali e programmi esistenti per promuovere
politiche internazionali, nazionali e locali mirate al coordinamento della
salvaguardia e il miglioramento dei paesaggi;
• richiedono sostegno a iniziative immediate dei governi nazionali e locali
per la protezione dei paesaggi comprendendo programmi di consapevolezza ed educativi e l’utilizzazione delle conoscenze tradizionali;
• richiedono la realizzazione di un Forum internazionale nel 2013 per la
salvaguardia dei paesaggi come strumento di sviluppo sostenibile, allo
scopo di avanzare proposte per la riflessione sull’Agenda Internazionale
per lo Sviluppo post-2015 e l’avvio del processo di creazione di rilevanti
meccanismi internazionali.
ATTUALITÀ
ATTUALITÀ
Anno V - settembre/ottobre 2012
17
Anno V - settembre/ottobre 2012
I governi nazionali e locali dovranno sostenere le iniziative
per la protezione del paesaggio
Il paesaggio,
una relazione tra le genti e l’ambiente
Pietro Laureano, architetto,
esperto dell’UNESCO per le zone
aride, ideatore dell’ITKI UNESCO
e organizzatore del Convegno
internazionale UNESCO dal
titolo“The International Protection
of Landscapes”, nonché membro
del Comitato Scientifico di
Energeo, ci aiuta a capire quali
saranno le nuove tappe di questa
nuova avventura destinata
a cambiare la storia della
definizione del paesaggio e della
sua tutela, attraverso una nuova
Convenzione Internazionale
delle Nazioni Unite.
I
l concetto di patrimonio culturale è una categoria in continua evoluzione
storica, soggetta alla revisione costante nel tempo. In quarant’anni dalla
convenzione del World Heritage, l’UNESCO ha compiuto una continua
riflessione concettuale e una quantità enorme di esperienze che hanno
coinvolto scienziati ed esperti di tutto il mondo. Dal considerare il patrimonio
come un’opera d’arte indipendente dal suo contesto, un risultato originale
di ingegno individuale, si è passati alla visione del monumento come un
risultato architettonico corale. Ancora nel XIX secolo i monumenti erano
isolati distruggendo l’ambiente circostante: si demolivano le mura della città
e si lasciavano solo le porte, si aprivano i punti di vista intorno a chiese,
palazzi nobiliari distruggendo la trama delle case popolari che erano intorno.
E’ ormai accettato da tutti che un monumento fa parte di un tessuto edilizio
e che senza di esso è mutilato. Così siamo giunti a considerare le città storiche nella loro interezza e, in seguito, ad estendere il nostro interesse per
il territorio nel suo complesso fino al concetto di paesaggio.
La conoscenza e le risorse naturali sono intrinsecamente collegate in un
continuo processo storico di costruzione dell’ambiente. La natura, infatti,
diventa una risorsa grazie alla conoscenza. Noi stessi siamo parte della
natura, e accumulando e trasmettendo la conoscenza modelliamo la natura
e formiamo noi stessi, realizzando quel patrimonio condiviso di identità
collettiva che chiamiamo comunità. In questo processo si costruisce il paesaggio che è al tempo stesso causa e conseguenza della realizzazione delle
società umane. Queste rappresentano e affermano se stesse attraverso la
sua percezione, la sua interpretazione e il suo valore. Così, nel paesaggio,
ambiente e cultura formano un tutto inscindibile. A causa della varietà delle
culture, non è possibile dare una definizione fissa e univoca del paesaggio.
Possiamo definirlo solo come una relazione: l’interazione operativa (culturale,
sociale e produttiva) tra i popoli e loro ambienti. Questa relazione si esprime
in forme diverse, nella varietà di culture e ambienti. Fino a quando persiste,
gli ecosistemi sono salvaguardati.
La nuova visione del paesaggio:
dal monumento alle genti
La tabella mostra l’evoluzione della Convenzione del Patrimonio Mondiale
dell’UNESCO verso la nuova visione del paesaggio:
Convenzione
del Patrimonio
dell’Umanità
La nuova
visione
del paesaggio
• Universalismo
• Multiculturalismo and diversità
• Definizione fissa
• Definizione adattata localmente
ed evolutiva
• Separazione tra natura e cultura
• Integrazione tra natura e cultura
• Lista di eccellenza
• Tutti i paesaggi
• Valore eccezionale
• Vita di ogni giorno
• Tangibilità
• Tangibilità ad intangibilità
• Staticità
• Dinamismo
• Monumento
• Ecosistema
• Approccio museografico
• Approccio sociale, evolutivo
e produttivo
• Conservazione
• Prevenzione, gestione
e preservazione attraverso il cambiamento
• Autenticità
• Perpetuazione della conoscenza attraverso le Conoscenza Tradizionali
• Patrimonio
I mille volti del paesaggio.
18
• Beni comuni e genti
Un approccio
dinamico,
evolutivo,
adattativo
e multiculturale
Il paesaggio introduce nel dibattito
sul patrimonio il tema del multiculturalismo e della diversità, i concetti
di evoluzione e di cambiamento e
nella strategia di conservazione il
concetto di gestione.
La Terra tutta è in continua metamorfosi: i fiumi incessantemente scolpiscono i pendii, incidono gli alvei e
riempiono le pianure. Le montagne,
a loro volta continuano a emergere,
offrendo nuovi strati, prima sepolti,
alle forze di erosione.
L’azione umana dirige, favorisce o
ostacola queste tendenze. Diffonde
o distrugge specie vegetali e animali,
contribuisce alla creazione di humus
o promuove la desertificazione.
Ma ogni azione, ogni creazione è
soggetta al processo fisico di entropia ed esiste in uno stato di fragile e
dinamico equilibrio. Anche i monumenti, le loro strutture e materiali,
sono sottoposti a sollecitazioni dinamiche: si espandono e si contraggono
con i cambiamenti di temperatura,
assorbono ed espellono l’umidità,
cambiano con il respiro dei venti,
l’alternarsi del giorno e della notte e
il variare delle stagioni. Ma è con il
paesaggio, per la sua condizione di
continua trasformazione stagionale,
ATTUALITÀ
ATTUALITÀ
Nella vigna, ieri e oggi.
19
sperato e protetto i loro ecosistemi. La creazione e la perpetuazione del
paesaggio nella sua dinamica evolutiva è realizzata grazie alla complessità
millenaria di conoscenze e tecniche che denominiamo sapere tradizionale.
Fino alla rivoluzione industriale, la modifica dell’ambiente avviene attraverso
conoscenza e tecniche che sono il risultato di una lunga esperienza collettiva.
Questa conoscenza è prodotta da persone e trasmessa alle persone da parte
di attori riconoscibili e competenti. È sistemica (intersettoriale e olistica),
sperimentale (empirica e pratica), tramandata di generazione in generazione
e ha un valore culturale. Questo tipo di conoscenza promuove la diversità,
valorizza e riproduce le risorse locali. Ogni tecnica non è un espediente per
risolvere un singolo problema, ma è un elaborato sistema, spesso multifunzionale, basato sulla un’attenta gestione delle risorse locali. Fa parte di un
approccio integrato (società, cultura ed economia), che è strettamente legato
a un’idea e una percezione del mondo che si materializza nel proprio paesaggio e che diventa un microcosmo concreto frutto di una cosmo visione.
Pertanto, la tecnica tradizionale è parte integrante di un insieme di collegamenti e relazioni fortemente integrati e sorretti da un sistema simbolico e
di significati. Le conoscenze tradizionali sono prodotte e trasmesse all’interno
di una struttura culturale socialmente condivisa: costituiscono il sistema
della scienza e della conoscenza storica locale. Concepire le conoscenze
tradizionali come più di un semplice insieme di tecniche significa considerarle
nel quadro delle condizioni ambientali, produttive e culturali della società.
Queste mantengono un rapporto con la natura per mezzo di una serie di
modi di utilizzare le risorse che rappresentano la loro dimensione tecnologica
e sono parte integrante del sistema culturale. Grazie a queste conoscenze,
le popolazioni sono in grado di ottenere un numero crescente di risorse
senza esaurirle. I vantaggi aumentano, garantendo così migliori condizioni
di vita che possono portare a ulteriori modifiche positive.
Le comunità che vivono in armonia con le risorse possono durare per periodi
di tempo molto lunghi.
sociale e produttiva, che le necessità
del cambiamento permeano con più
forza le tematiche e le strategie del
patrimonio culturale. I popoli hanno
avuto a che fare con l’imprevedibilità
dell’ambiente e la variabilità del clima
fin dagli albori del genere umano.
Queste condizioni hanno forgiato
conoscenze localmente adattate in
grado di rispondere alle avversità con
tecniche appropriate per la raccolta
e la distribuzione dell’acqua, la protezione del suolo, il riciclaggio e l’uso
ottimale dell’energia. In passato le
condizioni di penuria e la variabilità
climatica hanno imposto una profonda conoscenza nella gestione
delle risorse e l’invenzione di tecnologie a basso costo e processi che
non erano distruttivi.
In climi e ambienti diversi, culture
incredibilmente tenaci sono state in
grado di utilizzare i materiali disponibili a livello locale e le risorse rinnovabili. Hanno usato l’energia solare
e gli altri processi della natura: isolamento termico per la protezione dal
freddo e dal caldo; idrodinamica per
la raccolta e la distribuzione dell’acqua, la conoscenza biologica per la
creazione di humus e di terreno coltivabile. Sono riuscite a controllare
la forza dei venti, ad usare la legge
di gravità e a sfruttare i minimi fattori
di umidità per innescare processi
interattivi autocatalitici per amplificare
fenomeni positivi. In questo modo
sono creati i paesaggi.
Perdita
del paesaggio
e collasso
degli ecosistemi
Modernizzazione spinta, tecnologia
invasiva, iper-produttività e industrializzazione dell’agricoltura determinano la crisi del modello tradizionale.
A causa della povertà, perdita di
identità e migrazioni, culture tradizionali stanno scomparendo con il
loro secolare patrimonio di conoscenze adeguate. La rottura della
relazione umanità-natura, determina
la scomparsa dei miti, delle narrazioni
e della conoscenza dei luoghi. L’idea
di paesaggio scompare, insieme con
la comunità che la ha generata, e
l’ecosistema collassa. Oggi per la
prima volta nella storia del pianeta, i
cambiamenti climatici si verificano a
causa dell’azione umana e in presenza di fattori che rendono il riscaldamento globale, con la creazione di
condizioni meteorologiche estreme,
un agente della catastrofe.
Crisi ambientali su larga scala, causate da eventi meteorologici estremi
e dall’innalzamento del livello dei
mari, avranno un impatto enorme
ATTUALITÀ
ATTUALITÀ
Anno V - settembre/ottobre 2012
Perpetuazione
dei paesaggi
attraverso
le conoscenze
tradizionali
Le società che hanno promosso l’armonia con l’ambiente attraverso una
concezione simbolica, narrativa e
giuridica del paesaggio hanno pro-
20
Tuareg degli Hoggar grandi nomadi del Sahara, Algeria.
Terrazzamenti Cinque Terre - Manarola Riomaggiore.
21
Anno V - settembre/ottobre 2012
ATTUALITÀ
Minacce, rischi
e disastri
22
Piogge torrenziali, trombe d’aria,
inondazioni improvvise, frane, dissesti idrogeologici e crisi idriche sono
stati a lungo annunciati da tutti gli
esperti e dalle Nazioni Unite.
L’aumento progressivo della temperatura media del pianeta a causa
dell’effetto serra, dovuto alle emissioni di combustibili fossili di epoca
industriale, è un dato di fatto ormai
stabilito e comprovato da studi regionali. Quando la temperatura sale,
aumenta l’energia in circolazione,
l’evaporazione, e il movimento di
masse d’aria che possono portare a
violente tempeste con forti piogge
e inondazioni lampo in inverno e
siccità e ondate di calore estremo in
estate. Questi eventi sono innestati
su una situazione di degrado del
suolo, abbandono dell’agricoltura
tradizionale, occupazione dello spazio
e creazione di grandi infrastrutture
che rendono l’ambiente non più in
grado di controbilanciare i fenomeni
Conoscenze tradizionali
per affrontare la crisi globale
Non si può risolvere la crisi globale, che è economica, climatica e ambientale,
applicando i metodi che l’hanno provocata: tecnocrazia, spreco di risorse,
approccio indifferenziato per tutti i paesi, soluzioni top-down. Per affrontare
la crisi globale, è necessario un nuovo paradigma e studiosi, ricercatori,
organismi internazionali, operatori locali e associazioni hanno elaborato varie
strategie: lo sviluppo sostenibile, la green economy, una terza rivoluzione
industriale sulla base di fonti di energia alternative, emissioni zero, km zero;
la slow-economy, decrescita, design per la povertà, teorie di gestione armonica degli ecosistemi.
Sono tutte proposizioni di grande attualità. In ogni caso ciò che va tenuto
presente è che lo sforzo per il cambiamento deve coinvolgere, in primo
luogo la conoscenza, e che le risposte non devono essere univoche e uguali
a livello internazionale, ma devono essere adattate ciascuna ai luoghi specifici e da questi avere origine grazie al patrimonio materiale e immateriale
della diversità culturale e delle situazioni locali.
I cambiamenti climatici, il collasso degli ecosistemi, i cataclismi, la fine della
civiltà sono condizioni che l’umanità ha dovuto affrontare numerose volte.
La sopravvivenza è stata assicurata dalla conservazione del sistema di conoscenze tradizionali.
Questo racchiude la saggezza dei luoghi e delle comunità, le antiche conoscenze dell’umanità, lo strato più profondo su cui la scienza moderna e la
cultura si sono sviluppate, le soluzioni locali che hanno permesso la creazione
e la gestione dei paesaggi sulla intera superficie del pianeta.
Esso permette lo sviluppo di soluzioni con un basso utilizzo di energia e di
risorse che sono in grado di adattarsi alla variabilità ambientale e di reagire
alle emergenze e catastrofi in modo flessibile e multifunzionale.
Oggi, mentre l’intero pianeta rischia il collasso ecologico, la conoscenza
tradizionale (vedi servizio a pag. 38)
mostra come interagire con l’ambiente migliorando la sue risorse
senza esaurirle.
Essa utilizza qualità e tecniche, diffuse su scala territoriale, che hanno
origine dall’impiego di materiali e
oggetti della vita quotidiana.
Si compone di elementi fragili che
sono soggetti all’attacco delle trasformazioni di oggi.
Costituisce un valore apparentemente marginale nel pensiero dominante ma è ancora il mezzo di
sussistenza per due terzi dell’umanità
e una riserva ingegnosa di soluzioni
e dispositivi per la produzione di
energia, risorse, riciclaggio per tenere
sotto controllo il microclima e per la
gestione del suolo.
“Documento introduttivo
di Pietro Laureano per il convegno
The Internazional Protection
of Landscapes”.
ATTUALITÀ
sulle aree extra-urbane e urbane già
rese esauste da un consumo ipertrofico di risorse. La produzione si
basa sulla concentrazione della popolazione in pianura e nelle zone
costiere, con l’abbandono delle aree
collinari e montane. I sistemi di montagna, non più protetti dalla interazione umana, hanno perso la loro
capacità di assorbire acqua e di mitigare il clima. Frane, dilavamento e
inondazioni sono sempre più frequenti, con effetti particolarmente
gravi sulle pianure e le coste, dove i
corsi d’acqua sono stati cementati,
contribuendo (insieme con l’urbanizzazione), al consumo di suolo.
Non è consentito attribuire la responsabilità di questi eventi a fenomeni
meteorologici imprevedibili.
meteorologici e, quindi, esporlo al disastro. È chiaro che la situazione è
dovuta alla cementificazione dei letti dei fiumi, alla costruzione in zone alluvionali, all’esodo dalle zone di montagna, all’abbandono delle tecniche tradizionali di gestione dei boschi e di conservazione del suolo, alla creazione
di grandi dighe e all’emigrazione delle comunità.
La crisi globale è determinata dal modello di sviluppo che distrugge l’ambiente
e le competenze necessarie per la gestione e determina il cambiamento
climatico e il collasso degli ecosistemi. Jean Paul Trichet, Presidente uscente
della Banca centrale europea, ha ammesso che la crisi non è finanziaria ma
sistemica. La crescita economica è basata sulla rivendicazione della modernità che le risorse naturali possono essere sfruttate come se fossero inesauribili. In tutto il mondo, negli ultimi anni, l’equilibrio tra le risorse
ambientali disponibili fino alla fine dell’anno e delle risorse consumate è già
andato in deficit nel mese di settembre (Global Footprint Network).
In altre parole, tutte le risorse che la terra mette a disposizione per un anno
sono state consumate in soli nove mesi.
Nei restanti tre mesi, quindi, si attinge a capitale ambientale non rinnovabile
e si crea un deficit che non può essere ripagato: una insolvibilità verso la
natura. La crisi economica è la prova del fallimento di un sistema che è in
debito con l’intero pianeta.
Martha C. Fajardo, ex-presidente IFLA.
Jean-Louis Luxen, Euromed Heritage Programme.
23
Anno V - settembre/ottobre 2012
UNESCO, Francesco Bandarin,
l’uomo delle grandi sfide
ATTUALITÀ
È l’unico italiano, noto per la
sua competenza ed esperienza
internazionale, entrato a far parte
del team del direttore
generale dell’UNESCO,
Irina Bokova. Il responsabile
della Cultura UNESCO a Firenze
è apparso molto determinato a
portare a conclusione l’ultimo suo
progetto: una nuova Convenzione
Internazionale sul Paesaggio.
Il vice Direttore Generale UNESCO Francesco Bandarin.
24
S
ono venuti da tutto il mondo per ascoltarlo e per lanciare insieme la
sfida. Il direttore UNESCO Francesco Bandarin, nella sua relazione
conclusiva al Convegno di Firenze ha detto che questo è stato un
passo chiave nella strategia di protezione del paesaggio.
“Ora si comincia a fare sul serio” - ha dichiarato ai rappresentanti dell’IFLA
che più premevano per una dichiarazione ufficiale in favore di una nuova
Convenzione. Desireè Martinez, Presidente dell’Organizzazione non Governativa, che ha nella mission come priorità l’uso di alta tecnologia, computer,
banche dati per la gestione, l’intensificazione del programma per lo sviluppo
del Terzo Mondo, l’istruzione e la formazione, la conservazione e la conservazione, controllo bibliografico, soltanto allora si è rasserenata.
Grazie al coinvolgimento dell’UNESCO è stato tracciato un percorso preciso
richiedendo la messa in atto di meccanismi formali previsti nel sistema delle
Nazioni Unite. Innanzitutto la dichiarazione di Firenze a cui deve fare seguito
la costituzione del Gruppo di Lavoro e nel 2013 la convocazione di un Forum
Internazionale. Qui cominceremo a contare gli Stati che aderiscono e verificare le possibilità concrete di un’azione coordinata.
Le Comunità le istituzioni, gli Organismi, gli Osservatori e le associazioni
interessate al paesaggio hanno un ruolo fondamentale nel partecipare ai
lavori messi in atto e promuoverne le azioni per realizzare una Convenzione
che sia partecipata e l’espressione di interessi che partano dall’identità delle
popolazioni e inneschino un processo dal basso verso l’alto.
Come è chiaramente emerso nel convegno e indicato nella Dichiarazione
non ci occupiamo di paesaggio per motivi estetici ma poiché il mantenimento
di questo rapporto identitario tra i popoli e l’ambiente è una garanzia per
affrontare le sfide globali, fronteggiare i rischi e le catastrofi, operare per la
sicurezza alimentare e mitigare gli effetti del cambiamento climatico.
Oltre agli Amministratori e agli esperti hanno partecipato al convegno i rappresentanti delle Agenzie delle Nazioni Unite UNESCO, FAO, UNCCD, UNEP
e numerosi organismi internazionali e inter- governativi insieme a centri e
associazioni come ICCROM, EUI, UNU, ICOMOS, IFLA, ICQHS, ITKI, IPSI,
EHP. Altre Agenzie si vanno aggiungendo a seguito delle azioni intraprese
come l’UICN la CBD e ICCUN.
I prossimi passi sono una riunione alla FAO che potrebbe prendere in mano
il processo di creazione di un piattaforma inter agenzie per la creazione del
Gruppo di Lavoro e la convocazione
del Forum Mondiale sul Paesaggio.
Non è stato facile nemmeno per il
direttore Francesco Bandarin mettere
a regime l’apparato che dovrà affrontare la nuova sfida.
Eppure era cominciata male la sua
trasferta a Firenze. Un violento temporale ha costretto l’aereo di linea
su cui viaggiava, proveniente da
Parigi, ad atterrare all’aeroporto internazionale Galileo Galilei di Pisa, poi
una corsa fino a via dei Cerretani, in
pieno centro del capoluogo Toscano,
giungendo in tempo all’Auditorium
al Duomo, prima del termine della
Cerimonia Ufficiale. Con passo deciso
è salito sul palco ed ha salutato in
pubblico plaudente, senza mostrare
particolare stanchezza, prima della
full immersion dei lavori che sono
proseguiti per tre giorni, tra riunioni,
dibattiti, interviste.
Un sorriso per tutti, tanti si sono fatti
fotografare insieme, come dei buoni
amici, in particolare gli ospiti stranieri,
sempre con un sorriso. Ma chi è
Francesco Bandarin?
Un veneziano ai vertici dell’UNESCO
Veneziano, ha 60 anni. Dal 15 novembre del 2009 fa parte del team del
direttore generale dell’UNESCO, Irina Bokova, con l’incarico di vice direttore
generale alla Cultura. Il professor Bandarin per mestiere protegge i luoghi
più belli del pianeta e tutela il paesaggio e l’ambiente e, all’occorrenza non
esita a bacchettare i sindaci, come ha fatto con Luigi De Magistris, lamentando lo stato deplorevole in cui versa il centro storico di Napoli.
Spesso ha fatto sentire la sua voce, contro gli enormi cartelli pubblicitari che
deturpano i monumenti italiani, così come ha detto “basta” alle imbarcazioni
di grandi dimensioni che percorrono la laguna di Venezia (sua città natale e
Patrimonio dell’Umanità). Si è espresso anche contro il degrado dei monumenti che, in molte zone del Sud Europa, appare sempre più grave ed ha
ripetutamente denunciato il gravissimo stato di abbandono di Pompei.
È apparso molto determinato, insieme agli archeologi libici, a scovare il tesoro
di Bengasi. Nei mesi scorsi Francesco Bandarin ha lanciato un appello, per
non ripetere in Emilia l’esperienza dell’ Abruzzo, indicando il cambio di rotta
dell’UNESCO, con una risposta adattiva e partecipata ai rischi e alle catastrofi.
L’UNESCO, infatti, ha proposto, attraverso l’International traditional knowledge
institute (Itki), il “Patto per le popolazioni colpite dal sisma”.
Un protocollo che punta a dare “una risposta rapida, di qualità e partecipata
all’emergenza”, individuando “modalità” innovative di tutela del territorio
“cosi” da “dare nel mondo un’immagine un po’ diversa di un Paese che
mostra non pochi problemi”.
L’obiettivo è evitare, ad esempio, che la ricostruzione porti ad un eccessivo
consumo di territorio o vi introduca tipologie architettoniche estranee, privilegiando il recupero dell’esistente e salvaguardando gli assetti urbani.
Bandarin non è nuovo a cariche di alto livello: aveva già ricoperto l’incarico
di Direttore del Centro del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dal 2000.
ATTUALITÀ
Il professore veneziano dal novembre 2009 è ai vertici
dell’Organizzazione delle Nazioni Unite
Il professor Bandarin, che per mestiere protegge i luoghi più belli del pianeta e tutela il paesaggio e l’ambiente, intervistato dall’inviato della TGR Walter Daviddi.
25
26
Aveva appena portato a compimento
l’esperienza molto impegnativa di
responsabile dell’Ufficio Progetti
Speciali per l’Agenzia per il Giubileo,
concluso con un grandissimo successo. In precedenza aveva lavorato
per istituzioni pubbliche e private nel
campo del patrimonio edilizio, della
conservazione del patrimonio culturale, del patrimonio ambientale e
degli eventi culturali, così come nel
campo del design urbano e architettonico nei paesi in via di sviluppo.
A Venezia ha compiuto la sua carriera
studentesca e universitaria: studente
del Foscarini e poi laureato in Architettura allo Iuav, ha ottenuto un
secondo diploma a Berkley in Pianificazione Urbanistica e si è occupato
per anni di urbanistica nei Paesi del
Terzo Mondo, di cui è profondo conoscitore e per i quali ha studiato soluzioni urbanistiche nei centri storici e
nelle periferie lavorando con la Cooperazione italiana in molti paesi dell’Africa, dall’Angola, all’Algeria, al
Mozambico. Docente allo Iuav, attualmente in aspettativa, Bandarin ha
svolto nella sua carriera importanti
consulenze; tra queste, per il Consorzio Venezia Nuova.
Vive da cinque anni a Parigi nel quartiere Saint-Thomas d’Aquin, ma ha
casa a Venezia, città che ama profondamente, dove torna in ogni possibile occasione.
In qualità di Direttore del Centro del
Patrimonio Mondiale, Bandarin ha
favorito lo sviluppo di un vasta rete
di collaborazioni tra pubblico e privato
per la conservazione del Patrimonio
Mondiale, nonché lo sviluppo di centri
di categoria II a livello regionale, in
ogni parte del mondo. Il prossimo
Centro UNESCO (Categoria II) toccherà a Firenze?
Dopo tre giorni
Periodico per la promozione dell’attività dell’Istituto Internazionale Conoscenze
Tradizionali - ITKI UNESCO, Banca Mondiale
sulle Conoscenze Tradizionali - TKWB, Premio Eco and the City Giovanni Spadolini,
Distretti Energetici e Ambientali,
Poli di ricerca, Rete delle Reti Angelo Vassallo,
Osservatorio Europeo del paesaggio di Arco Latino.
di fuoco, alla fine tutti
d’accordo, ma quanta fatica
IN UN MONDO CHE CAMBIA, LA NUOVA SFIDA DI ENERGEO
Energeo si propone di raccontare, attraverso il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, ideato
dal nostro giornale e promosso della Fondazione Spadolini Nuova Antologia che si avvale dell’Alto
Patronato Permanente del Capo dello Stato, l’Italia delle buone pratiche, i progetti volti alla valorizzazione dei patrimoni e dei beni culturali, alle associazioni o cittadini che hanno avuto un ruolo di
primo piano nelle azioni di difesa del paesaggio e nei progetti di riqualificazione dei territori agricoli.
Energeo è stato scelto dall’ITKI UNESCO per divulgare tutte le fasi che rappresenteranno le tappe
di avvicinamento della nuova Convenzione UNESCO sul Paesaggio e della diffusione della Banca
Mondiale delle Conoscenze Tradizionali, iniziativa sostenuta dal Principe di Galles, S.A.R. Carlo
d’Inghilterra, ambasciatore ufficiale. Due progetti che l’UNESCO vuole divulgare in tutto il mondo.
Un motivo in più
per abbonarti.
Quanto basta
per guardare lontano.
Tutti insieme
La riunione che avrebbe dovuto svolgersi lontana da occhi indiscreti.
A dieci anni dalla Convenzione UNESCO per la salvaguardia del Patrimonio intangibile, complessa per la sua
dimensione e per i problemi legati alla sua protezione, qualcosa con la recente Dichiarazione UNESCO di Firenze
sul Paesaggio potrebbe cambiare ad esclusivo vantaggio del territorio. Lo sanno bene anche i sindaci virtuosi.
30
Indicando chiaramente nome e indirizzo del versante, nonché la causale del versamento. L’abbonamento decorre dal ricevimento del
pagamento. I numeri arretrati (8 Euro a fascicolo, 36 Euro ad annata, spese di spedizione comprese) sono acquistabili se disponibili con
le stesse modalità di pagamento. I reclami per numeri non ricevuti vanno inoltrati ad Edipress Communications entro e non oltre 2 mesi
dalla data di uscita del fascicolo non pervenuto.
Energeo Magazine: un giornale dalla parte del territorio
Corso Re Umberto, 82 - 10128 Torino
Tel. (+39) 011.588.34.28 - mobile 335.60.60.490 - 334.12.07.185
[email protected] - www.edipress.net
C
i hanno riflettuto a lungo, hanno valutato, soppesato, senza concedersi pause neanche di fronte al ricco Tradizional Lunch di prodotti
tipici del Trentino. Per non perdere ulteriore tempo gli esperti internazionali chiamati a svolgere il compito di stilare la “Dichiarazione finale del
Convegno Internazionale UNESCO” sul tema: “La protezione internazionale
dei paesaggi”, una pausa se la sono presa comunque, ma a una condizione:
non si sarebbe perso tempo per la discussione anche di fronte ad un pranzo
frugale. C’è stato un piccolo “fuori programma” puntualmente registrato da
Energeo. Tra il vociare dei numerosi ospiti, è stata imbandita per iniziativa
del volenteroso maitre, in fretta e furia, una tavola improvvisata dietro un
paravento sistemato in un angolo della sala ristoro dell’Auditorium, dove si
sono accomodati i commensali che si sono accontentati soltanto di piccoli
assaggi e di una sorsata di vino rosso, lontano da occhi indiscreti.
I volti erano comunque tesi. Lo sguardo stanco. Erano passati soltanto due
giorni dall’inizio dei lavori, ma bisognava fare in fretta, restavano solo 24 ore,
termine ultimo per declamare la “Dichiarazione UNESCO di Firenze sul
Paesaggio”. Altrimenti si sarebbe paventato un possibile rinvio con lo sconforto di tanti venuti da molto lontano, con una fumata nera definitiva.
Come in un conclave il padrone di casa Pietro Laureano avverte il disagio di
un piccolo gruppo di delegati, alla fine riesce a convincere anche l’autorevole
esponente dell’UNESCO Francesco Bandarin che aveva manifestato in tarda
mattinata qualche dubbio, creando
ulteriore suspense. Alla fine Bandarin ha scelto: “andiamo avanti…!!”
Un sollievo per Laureano, che, riflettendo dopo quell’esperienza collegiale molto faticosa ha detto: “non
ci sono dubbi, i tempi per esprimere
questi concetti, assolutamente nuovi,
sono maturi. Possiamo procedere...”.
L’emozione non è mancata al
momento della declamazione del
documento UNESCO, che dovrà
aprire un nuovo percorso verso una
nuova Convenzione UNESCO sul
Paesaggio. L’uditorio, ha calorosamente manifestato fiducia nei delegati internazionali, ci sono stati lunghi
applausi e si sono udite entusiastiche
ovazioni : “Bravi!”
ATTUALITÀ
ATTUALITÀ
Anno V - settembre/ottobre 2012
L.L.
27
Un protagonista
del nostro tempo
In prima
linea a favore
del territorio
ATTUALITÀ
Beatrice Gentili di Politecnica, chairperson della Sezione:
Towards enhanced landscape management ad protection At Nazional level.
Pietro Laureano, confrontandosi
con i vertici del mondo che
promuovono le Convenzioni
Universali, vede concretizzarsi
una sua idea e riceve consensi
da più parti, lettere di
congratulazioni, suggerimenti,
sostegno. Ora ha ottenuto anche
il sostegno del primogenito
della Regina Elisabetta, Principe
Carlo, per promuovere la Banca
Mondiale delle Conoscenze
Tradizionali. La sfida riguarda
una nuova Convenzione
Internazionale sul Paesaggio.
I
l sistema delle Nazioni Unite, che si configura intorno al nucleo centrale
costituito dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), è articolato in
una decina d’istituzioni intergovernative, ognuna delle quali si dedica
ad un settore determinato dell’economia, della società e della cultura.
Ma, forse meglio ancora che nel loro fine, è nella loro maniera di raggiungere
questo fine che si afferra meglio come tali istituzioni armonizzino con il senso
dell’evoluzione generale della nostra civiltà. Esse effettivamente si propongono di considerare i problemi di cui si occupano da un punto di vista universale e cercano di dare le soluzioni precise che essi richiedono, tenendo
conto dell’organizzazione dell’ umanità nel suo insieme. L’UNESCO - Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura - è
una di queste istituzioni specializzate. La sua creazione è avvenuta il 4
novembre 1946, a Parigi, dopo che una ventina di Stati avevano accettato
l’Atto costitutivo, redatto un anno prima a Londra, durante una conferenza
organizzata per invito dei Governi della Gran Bretagna e della Francia, cui
avevano partecipato i rappresentanti di 44 Paesi. Sembra semplice ma i
promotori della Dichiarazione internazionale sul Paesaggio di Firenze che fa
da preludio alla nuova Convenzione Internazionale sul Paesaggio, dovranno
interagire con quasi tutte le istituzioni intergovernative per raggiungere
l’ambizioso obiettivo. Nella fase attuale non si può capire se sarà l’UNESCO
a fare da apripista. Ci chiarisce le idee Pietro Laureano, il professionista che,
organizzando l’evento di Firenze, lo scorso settembre, ha fornito un’autentica
dimostrazione di capacità di tessere relazioni. “Non sarà proprio una passeggiata, ma con l’impegno di tutti ce la faremo. Abbiamo sotto gli occhi le
recenti esperienze che hanno fatto i promotori della Convezione contro la
desertificazione e della Convenzione sulla Diversità Biologiche” - confida
Pietro Laureano, profondamente soddisfatto per questo suo progetto che
l’ha portato a confrontarsi con i vertici del mondo che promuovono le Convenzioni Universali, ricevendo consensi da più parti, lettere di congratulazioni,
suggerimenti, sostegno. Nel 1952, vennero avviate queste complicate
procedure dall’ONU, la prima sul diritto d’autore firmata a Ginevra il 6 settembre, l’ultima che riguarda la qualità concernente l’alta specializzazione in
Europa, declamata a Lisbona l’11 aprile del 1997. Le più note sono quelle
che riguardano la lotta alla desertificazione, la tutela della diversità biologica
(o biodiversità), la Convenzione delle Alpi, la convenzione di salvaguardia del
patrimonio immateriale (emessa a Parigi nel 2003).
Il vicesindaco di Firenze Dario Nardella insieme a Hoshino Tsuji, Life Beyond Tourism.
28
Tutte mirano, attraverso i protocolli
attuativi che comprendono principi,
norme, azioni, alla conservazione
degli ecosistemi, ed allo sviluppo
sostenibile nel suo complesso. Sono
state adottate quelle sui diritti
dell’uomo e sui Diritti Umani e sui
servizi agli studenti disabili, ed altre
ancora. In totale sono trenta, una
ogni due anni. La sede negoziale
dove la Comunità internazionale elabora le nuove politiche di sviluppo è
l’ONU (Assemblea Generale,
ECOSOC /Commissione per lo Sviluppo Sostenibile).
L’Assemblea Generale delle Nazioni
Unite, nel settembre 2000 ha approvato gli otto Obiettivi del Millennio,
probabilmente il più grande impegno
collettivo mai sottoscritto dalla comunità internazionale a perseguire una
serie ben definita e verificabile di
scopi in un tempo preciso. Tra questi
figura in modo preminente la sostenibilità ambientale, che comprende
a sua volta l’integrazione dei principi
dello sviluppo sostenibile nelle politiche e nei programmi di governo dei
vari Paesi e l’inversione del trend
attuale di depauperamento delle
risorse. Ci saranno tra gli obiettivi
anche i contenuti della Dichiarazione
di Firenze? Lo vedremo. Pietro Laureano è appena ritornato da una missione,
sempre per conto dell’UNESCO, nel regno del Bahrain, snocciola dati e
progetti, sapendo di avere un’agenda già ricca di appuntamenti, già fissati
anche per il 2013. È un uomo del sud Pietro Laureano, nato a Tricarico, nelle
nobili terre della Lucania, abitata da un antico popolo Italico che gestiva gli
scambi tra le colonie della Magna Grecia. Si deve a lui se i Sassi di Matera,
il Parco del Cilento e del Vallo di Diano con i Siti archeologici di Paestum e
Velia e la Certosa di Padula sono stati riconosciuti Patrimonio dell’Umanità.
Ed è stato anche tra i promotori della iscrizione della Dieta mediterranea,
nata a Pioppi, frazione di Pollica nel Cilento, dagli studi del Dott. Ancel Keys
isc nella lista del patrimonio immateriale. È autore del progetto UNESCO
per la campagna di salvaguardia di Shibam e del progetto di restauro dell’oasi di Ighzer in Algeria. Architetto urbanista, ha insegnato presso le Facoltà
di Architettura di Firenze, Algeri e Bari. È consulente UNESCO esperto delle
zone aride, della civiltà islamica e degli ecosistemi in pericolo. Svolge la sua
attività nell’ambito dell’analisi, della pianificazione e della progettazione
urbanistica con specifico riferimento alle problematiche relative all’organizzazione e gestione del territorio e al restauro architettonico per il recupero
dei beni culturali e ambientali. In particolare le sue ricerche e l’impegno
professionale hanno riguardato la lettura di sistemi territoriali in Italia e all’estero per la proposizione di strategie di valorizzazione e amministrazione
urbanistica volte alla salvaguardia di insediamenti storici, archeologici e ambiti
territoriali da assumere nel patrimonio culturale dell’umanità. Con i suoi studi
nelle oasi del deserto, condotti durante l’attività pluriennale di architetto
urbanista nel Sahara e di insegnamento presso la Facoltà di Architettura
dell’Università di Algeri, ha dimostrato come queste non siano eventi spontanei e casuali, ma il risultato di un’ingegnosa organizzazione dello spazio e
delle risorse idriche. Se guardiamo ancora il curriculum, potremmo dilungarci
per ore. È certo che Pietro Laureano gode della stima e dell’amicizia del vice
direttore generale UNESCO Francesco Bandarin e che conosce tutti i meccanismi per portare avanti questi impegni, utilizzando contatti con gli organismi internazionali ben collaudati. Insomma, siamo in buone mani.
ATTUALITÀ
Anno V - settembre/ottobre 2012
Pietro Laureano insieme al vice Direttore generale UNESCO Francesco Bandarin, Sra Elizabeth Nobrega de Araujo Tsakiroglou e Michael Carrington,
rispettivamente Presidente e Direttore Generale della The Maria Nobrega Foundation, progetto sostenuto dal Principe di Galles.
29
Anno V - settembre/ottobre 2012
La sua attività lo ha portato ad acquisire esperienza delle problematiche
urbane e spaziali dei paesi del bacino
mediterraneo (Africa sahariana e
Sahel compresi) e del Medioriente.
Di sicuro è il tassello decisivo di
questa operazione promossa dall’UNESCO in occasione del 40° Anniversario della Worl Heritage List.
È riuscito a coinvolgere anche il primogenito della Regina Elisabetta
come ambasciatore della Banca
Mondiale delle Conoscenze Tradizionali, un’autentica dimostrazione di
capacità di tessere relazioni importanti. Rapporti che probabilmente,
come ammette Pietro Laureano,
sono “serviti da palestra” per un
incarico che oggi si presenta particolarmente gravoso.
Ma non demorde. Ci accompagna
verso l’uscita della sua casa di Bagno
a Ripoli, un magnifico affaccio su
Firenze: “devo pensare anche a raccogliere le olive, le piante sono ben
cariche, pronte per essere portate
al frantoio”. Una coincidenza! Anche
questa antica attività sarà compresa
tra le Conoscenze Tradizionali della
Banca Mondiale. E’ un primo sogno
che si è avverato. Gli impegni non
mancano. Entro l’anno si dovrà mettere in moto il gruppo di lavoro permanente come passo successivo
alla Dichiarazione di Firenze.
L. L.
convenzione
Una
internazionale sulla gestione
sostenibile del paesaggio
Per uno strumento internazionale di tutela del paesaggio, una reale opportunità risiede nel capitalizzare gli investimenti fatti in trattati ambientali con
similari finalità, ed innestarsi in meccanismi già creati e rodati quale protocollo
di attuazione di specifiche misure. Ciò permetterebbe di snellire i tempi ed
aumentare la sua efficacia rispetto ai costi. Ne sono esempio le concertazioni in corso sulla convenzione sui suoli - altrettanto legittima, importante
ed urgente - che intravedono la possibilità in creare un protocollo operativo
nell’ambito della Convenzione sulla Desertificazione e la Siccità.
U
n trattato internazionale richiede investimenti notevoli, in termini
di tempi e di costi. La costituzione di una convenzione sotto l’egida
delle Nazioni Unite infatti comporta: una decisione dell’Assemblea
Generale delle Nazioni Unite; un negoziato internazionale per la preparazione
di un testo preliminare del trattato, condotta da un comitato internazionale
preposto; l’adozione del testo del trattato da parte del comitato; la ratificazione del trattato da parte di un numero minimo di Paesi, per la sua entrata
in vigore; la costituzione di una struttura (segretariato) per organizzare i lavori
propedeutici alla riunione degli organi direttivi; e di strutture e servizi, incluso
un adeguato bilancio, necessari a garantirne la funzionalità. Una volta entrata
in vigore, una convenzione richiede: la convocazione periodica degli organi
direttivi, al fine di verificarne la corretta attuazione; la costituzione di strumenti
operativi, sia a livello nazionale (programmi nazionali per la difesa del patrimonio paesaggistico) sia a livello internazionale (protocolli di attuazione); la
disponibilità di risorse e strumenti finanziari per garantire l’esecuzione delle
misure e degli interventi a livello nazionale, regionale e globale (fondi fiduciari a livello globale, regionale e nazionale); la predisposizione di strumenti
di monitoraggio e controllo. Prendendo in esame il caso di un trattato globale
ambientale di medie dimensioni - la Convenzione delle Nazioni Unite per la
Lotta alla Desertificazione ed agli effetti della siccità (UNCCD) - si potrà
facilmente constatare quali investimenti siano stati necessari, in termini di
costi e di tempi, per costituire e assicurare la corretta attuazione di questo
strumento. La degradazione dei suoli era stata percepita come problema
ambientale e socioeconomico mondiale sin dal 1975. Dal momento della
decisione dell’Assemblea Generale (1992), sono occorsi due anni per l’adozione di un trattato (1994) ed altrettanti per la sua entrata in vigore (1996).
Gli organi direttivi si sono riuniti a partire dal 1997, e solo nel 2008 è stata
adottata una strategia di azione (box 1).
Massimo Candelori
in un convegno internazionale.
30
Secondo il corrente bilancio, la struttura della UNCCD genera costi ricorrenti di quasi 25 milioni di Euro
all’anno tra bilancio regolare, bilancio
straordinario e riunioni degli organi
statutari. Convocare una Conferenza
delle Parti della UNCCD, ad esempio,
costa approssimativamente 4,5
milioni di Euro. Difficile poter fare
una analisi costi/efficacia dei maggiori
trattati internazionali ambientali. Tali
strumenti - indipendentemente dalla
nobiltà della causa che difendono
quale la salvaguardia del patrimonio
culturale, ambientale e sociale vedono la loro utilità quando il problema che affrontano può essere
risolto unicamente tramite un’azione
concertata a livello internazionale.
E vedono espressa la loro efficacia
solo quando gli strumenti operativi
che li appoggiano sono sufficientemente agili. Come bilanciare la necessità di agire a livello concertato su
temi globali, con i costi ed i tempi
necessari a costutuire gli strumenti
e mettere in partatica adeguate strategie globali? L’attuale crisi finanziaria delle maggiori economie mondiali
potrà mettere a tacere la lecita richiesta di attenzione e di azione delle
comunità locali che maggiormente
sentono il bisogno di strumenti di
tutela sovranazionali? In altri termini,
la scarsa disponibiltà di capitali potrà
far passare in seconda priorità la
conservazione, la tutela e la gestione
sostenibile di beni comuni quali il
paesaggio? Per uno strumento internazionale di tutela del paesaggio, una
reale opportunità risiede nel capitalizzare gli investimenti fatti in trattati
ambientali con similari finalità, ed
innestarsi in meccanismi già creati
e rodati quale protocollo di attuazione
di specifiche misure. Ciò permetterebbe di snellire i tempi ed aumentare la sua efficacia rispetto ai costi.
Ne sono esempio le concertazioni in
corso sulla convenzione sui suoli altrettanto legittima, importante ed
urgente - che intravedono la possi-
bilità in creare un protocollo operativo nell’ambito della Convenzione sulla
Desertificazione e la Siccità.
I tempi
La prima Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulla desertificazione
(UNCOD) si è riunita a Nairobi nel 1975 ed ha lanciato un piano di azione che
- in quindici anni di attività - non ha fornito i risultati sperati.
In seguito alle raccomandazioni della Conferenza sull’Ambiente e lo Sviluppo
delle Nazioni Unite (UNCED), meglio nota come il Summit di Rio (1992),
l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite prese decisione di intraprendere
un negoziato internazionale per la stesura di una convenzione sulla lotta alla
desertificazione. Il comitato intergovernativo che è stato in tal modo costituito, si è riunito dieci volte dal 1993 al 1997, per la predisposizione e la
negoziazione di un testo base e dei suoi annessi regionali; nell’autunno del
1994, a Parigi, è stato adottato il testo finale delle convenzione, ed è stato
quindi aperto al processo di ratifica. Secondo il diritto internazionale, infatti,
un trattato multilaterale deve essere ratificato da un numero minimo di paesi
membri delle Nazioni Unite prima di entrare in vigore; per la Convenzione di
lotta alla Desertificazione, ciò è avvenuto nel dicembre 1996, ovvero quattro
anni dopo la decisione dell’Assemblea Generale.
Da quel momento in poi, sono iniziate le riunioni degli organi direttivi della
convenzione - dapprima annuali e successivamente biannuali.
Il principale organo direttivo, la Conferenza delle Parti si è riunita per la prima
volta a Roma nell’autunno del 1997; si è quindi riunita undici volte dal momento
dell’entrata in vigore della Convenzione.
Nel 2001 è stato costituito un organo sussidiario per il monitoraggio dell’impatto della convenzione, che ha registrato una correzione del suo mandato
nel 2001. Solo nel 2003 è stato consentito l’accesso dei paesi colpiti alle
risorse finanziarie del Fondo per l’Ambiente Globale (GEF), che sino a quel
momento non aveva fornito l’appoggio necessario per avviare le adegate
politiche di protezione del territorio e la mesa in opera dei piani nazionali di
lotta al degrado dei suoli. Nel 2008 è stata varata una strategia globale
decennale (2008-2018).
ATTUALITÀ
ATTUALITÀ
APPROFONDIMENTO
I costi
Il bilancio preventivo della UNCCD per il biennio in corso (2012-2013), include
costi per un totale di 48,8 milioni di Euro tra bilancio regolare (personale della
struttura operativa), straordinario (attività della struttura operativa) e le riunioni
degli organi statutari della Convenzione. Riunire una Conferenza delle Parti
della UNCCD costa approssimativamente 4,5 milioni di Euro di servizi e
strutture, ad i quali vanno aggiunti i costi dei partecipanti (viaggio, trasporto
ed alloggio). I costi di gestione del trattato vengono suddivisi tra i paesi che
lo hanno ratificato (195 per la UNCCD) in ragione di quote corrispondenti alla
loro capacità di contribuzione.
Correntemene, il Governo italiano versa il circa il 5% del bilancio ordinario
e fornisce un contributo volontario suppletivo. L’italia è paese membro di
numerosi trattati internazionali in materia ambientale, molti dei quali in ambito
europeo o mediterraneo ed una decina di portata globale - tra i quali le tre
convenzioni post-Rio: cambi climatici, biodiversità e desertificazione.
*Massimo Candelori
Convenzione delle Nazioni Unite per la Lotta alla Desertificazione (UNCCD).
31
Anno V - settembre/ottobre 2012
Un gruppo di lavoro favorirà il coordinamento
tra gli strumenti internazionali e i programmi esistenti
Mobilitazione
internazionale
in difesa del paesaggio
Un poderoso gruppo
di lavoro, costituito da organismi
internazionali intergovernativi,
associazioni nazionali
e non governative, università
e amministratori locali,
affiancheranno l’UNESCO
e l’ITKI nella sfida per la salvezza
del pianeta. Vogliono avere
un ruolo di primo piano
nella difesa del territorio
e del paesaggio e nelle scelte
future indicate nella recente
Dichiarazione UNESCO
di Firenze.
Drissa Kanambaye, Network Water Anthropology
for Local Development.
32
G
li organizzatori del Convegno di Firenze hanno aperto una serie di
finestre di dialogo con organismi internazionali intergovernativi,
associazioni nazionali e non governative, università e amministratori
locali. Tutti insieme vogliono procedere nella stessa direzione, fornendo tanti
tasselli ed un aiuto determinante, che dovrà provenire innanzitutto dal basso,
per riprendere un cammino per la costruzione del proprio ambiente e del
proprio paesaggio, nell’armonia e nel benessere. Insieme vogliono giocare
un ruolo determinante nelle scelte future indicate nella “Dichiarazione
UNESCO di Firenze sul Paesaggio”. Vediamo nei dettagli chi sono e cosa
fanno gli “alleati” di UNESCO e ITKI. La Fao è una sigla nota.
Il direttore José Graziano da Silva ha inviato nel capoluogo toscano Parvin
Koohafkan, director Landa and Water Division, per sottolineare l’importanza
del Globally Important Agricultural Heritage Systems, per l’utilizzo di cibi
tradizionali, al fine di migliorare e sottoscrivere impegni maggiori da parte
delle Nazioni Unite e nuovi investimenti nella nutrizione.
“Questo fornisce un’opportunità molto importante per promuovere la piccola
agricoltura e la produzione locale, in linea con la difesa del paesaggio agricolo
Il professor Francesco Bandarin conversa, in una pausa, con due ospiti.
Il Rettore dell’Università Iuav di Venezia, Amerigo Restucci con Pietro Laureano e un ospite del Convegno.
e del territorio. Promuovere l’educazione alimentare e nutrizionale è una
sfida nei paesi in via di sviluppo e
sviluppati” - ha affermato Parvin
Koohafkan. Precisando che “mentre
circa 900 milioni di persone sono
sottonutrite in tutto il mondo, 2
miliardi in più soffre di qualche forma
di malnutrizione”.
Il direttore del Land and Water Division ha ribadito “l’impegno della FAO
a lavorare con i suoi partner delle
Nazioni Unite e in particolare con
l’UNESCO in linea con le nuove indicazioni sul paesaggio, nella lotta
contro la fame e la malnutrizione”.
“Quando si lavora insieme i risultati
possono essere eccellenti” - ha concluso. La FAO e l’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS) mobiliteranno il prossimo novembre 2013
tutte le risorse necessarie per migliorare la nutrizione e la promozione di
un sistema globale multisettoriale a
vantaggio dell’educazione nutrizionale chiave per combattere la fame
e la malnutrizione.
Massimo Candelori, advisor Segretary UNCCD (Convention to combat
desertification dell’Onu), ha sottolineano “la vulnerabilità del nostro
mondo interconnesso ad un pericolo
naturale che è destinato ad aumentare in futuro. In una parola la desertificazione”. Manco a dirlo la causa è “il cambiamento climatico che dovrebbe
aumentare la frequenza, l’intensità e la durata dei periodi di siccità, con
impatti su molti settori, in particolare su prodotti alimentari, acqua ed energia”. “Abbiamo bisogno di passare da un approccio frammentario, crisidriven, e di sviluppare politiche nazionali integrate basate sul rischio siccità”.
“Occorrono soluzioni a lungo termine, - ha avvertito Massimo Candelori integrate nei piani di sviluppo nazionali politiche efficaci per mitigare gli effetti
della siccità, della desertificazione e il degrado dei suoli. Per prevenire i
problemi, i governi dovrebbero avere delle politiche di lotta contro i cambiamenti climatici che per essere efficaci dovrebbero essere coordinate. Oggi
la gestione della crisi volta per volta non è più attuale. Fa bene l’UNESCO a
riunire in un’unica Dichiarazione la difesa del territorio e del paesaggio”.
Una finestra di dialogo è stata aperta anche con il Programma delle Nazioni
Unite per lo Sviluppo (UNDP - United Nations Development Programme), la
più importante fonte multilaterale di sussidi per lo sviluppo umano sostenibile. Il Programma che coordina la maggior parte dell’assistenza tecnica del
sistema delle Nazioni Unite, ha il compito di approvare programmi nazionali
di sviluppo presentati da singoli stati, di stanziare i relativi fondi e di sovrintendere all’esecuzione dei progetti. Iniziative che compongono i programmi,
esecuzioni che di solito sono affidate alle agenzie specializzate, progetti
realizzati in collaborazione con organizzazioni non governative, con l’obiettivo
di favorire lo sviluppo economico e sociale e soddisfare le necessità dei
settori più poveri della popolazione.
L’UNDP è l’organismo che ha ideato l’approccio più sistematico nel definire
lo sviluppo umano, dopo che nel 1988 l’Onu aveva proposto l’avvio di un
approccio globale e totale allo sviluppo, che desse la priorità all’individuo.
Dal 1990 produce una serie di documenti sul tema dello sviluppo umano,
scegliendo ogni anno di focalizzare il rapporto su un argomento specifico.
Insomma si tratta di un alleato prezioso che potrà contribuire a porre le
premesse per la creazione di un percorso condiviso da tanti partners smessi
insieme una sola volta. E non è poco. Viste le proposte degli organismi
ATTUALITÀ
ATTUALITÀ
Incontro nella bouvette dell’Auditorium.
33
Pierpaolo Bo
ATTUALITÀ
internazionali intergovernativi, esaminiamo il ruolo operativo delle associazioni
nazionali e non governative, aprendo una finestra di dialogo con le più note,
a cominciare dal ruolo strategico di ICCROM. Stefano De Caro, direttore
generale del Centro intergovernativo, con un appassionato intervento, ha
spiegato come nel 1956, venne creata la struttura per migliorare i metodi di
restauro. ICCROM è un’organizzazione intergovernativa (IGO) dedicata alla
conservazione del patrimoni culturale. ICOMOS (International Council on
Monuments and Sites), rappresentato a Firenze dalla Presidente Monica
Luengo, venne fondato nel 1965 come risultato della Carta di Venezia del
1964. Si tratta di un’organizzazione internazionale non governativa che ha
principalmente lo scopo di promuovere la teoria, la metodologia e le tecnologie applicate alla conservazione, alla protezione e alla valorizzazione dei
monumenti e dei siti di interesse culturale. Ne fanno parte oltre 7000 membri,
provenienti da diversi paesi ed esperti di diverse discipline: architetti, storici,
archeologi, storici dell’arte, geografi, antropologi, ingegneri e urbanisti.
Referente dell’UNESCO, gioca un ruolo importantissimo nell’ambito della
conservazione e del restauro dei monumenti. Tra gli obiettivi principali vi
sono quelli di raccogliere tutte le informazioni e le tecniche di conservazione
e restauro; di incoraggiare l’adozione di Convenzioni internazionali; di riunire
professionisti altamente qualificati al servizio dell’organizzazione; collaborare,
infine, a livello nazionale e internazionale alla creazione di Centri di amministrazione specializzata nella Conservazione. Per il raggiungimento di questi
obiettivi, l’ICOMOS, attraverso l’istituzione di Comitati nazionali, cerca di
diffondere i contenuti della Carta di
Venezia. Anche l’IFLA è una ONG,
come pure si appresta ad essere
l’ITKI che abbiamo imparato a conoscere. La Presidente Desirée Martinez ha coordinato una sessione
pomeridiana, sul tema “New challenges and International experiences” con interventi dello stesso
Laureano, Martha G, Fajardo, Akane
Minohara, Jean Louis Luxex. Presenti
nell’Auditorium nel pieno centro di
Firenze anche i rappresentanti dell’Università delle Nazioni Unite (UNU),
tra volti noti e meno noti, esperti
internazionali, studenti e studiosi,
gente comune e architetti, curiosi.
Tantissimi, nella sala sempre gremita,
che alla fine, dopo il ciclo di incontri,
dopo la dichiarazione, sono rimasti
a lungo ad applaudire, aspettando
ancora una replica, un discorso, un
suggerimento. La sfida ora si sposta
sul territorio, per comprendere e
capire cosa accadrà al nostro pianeta.
Stefano De Caro, Direttore Generale ICCROM, Maurizio Di Stefano, Presidente ICOMOS Italia Francesco Caruso, ex-Ambasciatore d’Italia presso l’UNESCO,
attuale Direttore Generale del Forum Universale delle Culture (Napoli, 2013), Luigi Petti, ICOMOS Italia, Paolo Del Bianco, Presidente Fondazione Romualdo
Del Bianco - Life Beyond Tourism e Franco Sottani, Presidente Salone del Restauro, Firenze, in una pausa dei lavori.
34
LA MEDAGLIA SPADOLINI
Anno V - settembre/ottobre 2012
Anno V - settembre/ottobre 2012
Salvaguardia dei paesaggi
ATTUALITÀ
italiani, vera risorsa nazionale
Il Presidente dell’Osservatorio
del Paesaggio per il Monferrato
e l’Astigiano e Coordinatore
della Rete degli Osservatori del
Paesaggio del Piemonte ci aiuta
a capire come, dove, perché nel
nostro Paese sono stati costituiti
gli Osservatori del Paesaggio.
Essi sono espressione locale
della società civile e pertanto
luoghi privilegiati per favorire
un incontro tra esperienze e
sensibilità diverse in tema di
paesaggio e favorire sintesi
culturali e progettuali avanzate.
L
’Osservatorio è il luogo dell’incontro tra il sapere esperto e il
sapere diffuso di chi vive; e può portare all’attenzione delle
comunità gli strumenti necessari per dare un volto culturale
alle proprie terre. Eppure gli osservatori di paesaggio non sono ancora
molto diffusi in Italia, così come non lo è la Convenzione Europea del
Paesaggio che li istituisce. Una contraddizione evidente, qual è il Suo
punto di vista?
“La Convenzione Europea del Paesaggio (CEP) prevede espressamente che
vengano avviate “procedure di partecipazione del pubblico, delle autorità
locali e regionali e degli altri soggetti coinvolti nella definizione e nella realizzazione delle politiche paesaggistiche”.
Si è infatti pienamente compreso come il paesaggio rappresenti un bene
culturale, ma anche un bisogno sociale, costituendo un preciso elemento
identificativo per chi vi abita.
La pianificazione del territorio deve sempre più chiaramente prestare una
costante e continua attenzione al paesaggio, valorizzando gli elementi di
singolarità, di identità e di equilibrio e prevenendo nel contempo le trasformazioni in quanto fonte di squilibrio e dissonanza. Però queste politiche non
possono avere carattere solamente difensivo, bensì devono richiedere una
forte tensione progettuale per rimuovere le ragioni strutturali del degrado e
perseguire nuovi e lungimiranti equilibri tra le diverse esigenze economicosociali e le specificità dei caratteri ambientali. Gli Osservatori del Paesaggio,
quali realtà “bottom-up”, cioè espressione locale della società civile, sono
indubbiamente un luogo privilegiato per favorire un incontro tra esperienze
e sensibilità diverse in tema di paesaggio e favorire sintesi culturali e progettuali avanzate. Rispetto ad una sempre più pressante esigenza di “qualità
del paesaggio”, l’Italia si sta gradualmente attrezzando per una nuova e più
efficace partecipazione della popolazione alla gestione territoriale.
Ad oltre dieci anni dalla sottoscrizione della Convenzione Europea del Paesaggio molta strada deve essere ancora percorsa, ma merita tuttavia sottolineare un fervore culturale sulle tematiche del paesaggio, solo pochi anni
addietro impensabile. Anche la realtà degli Osservatori del Paesaggio, sia
pur ancora sporadica nel contesto italiano, ha peraltro visto di recente un
fiorire di nuove esperienze dal Piemonte, alla Campania, alla Liguria e di
Marco Devecchi, Presidente della Rete degli Osservatori del Piemonte.
36
recente al Veneto. Occorre quindi
proseguire nella semina culturale che
la CEP auspica per poter vedere a
breve frutti insperati in termini di
innovativa salvaguardia e valorizzazione dei paesaggi italiani, vera
risorsa del nostro Paese”.
Com’è organizzata la Rete piemontese?
“I sette Osservatori del Paesaggio
del Piemonte, rappresentati dall’Osservatorio Biellese - Beni culturali e
Paesaggio, Osservatorio del Paesaggio Alessandrino, - Osservatorio
del Paesaggio dell’Ecomuseo dell’anfiteatro morenico di Ivrea, Osservatorio del Paesaggio dei Parchi del Po
e della collina torinese, Osservatorio
per la tutela attiva del paesaggio di
Langhe e Roero, Osservatorio del
paesaggio del Monferrato casalese
e Osservatorio del paesaggio per il
Monferrato e l’Astigiano sono nati
nella prospettiva di azione delineata
dalla Convenzione Europea del Paesaggio (CEP). Essi agiscono infatti in
materia di sensibilizzazione sulle
tematiche della conoscenza, salvaguardia e valorizzazione del paesaggio. Hanno inoltre il preciso e comune
obiettivo di diffondere la CEP e la
sua effettiva attuazione.
Essendo l’impegno per la CEP il
denominatore comune i sette Osservatori piemontesi hanno ritenuto di
sottoscrivere un Protocollo di Intenti
il 2 luglio 2009 a Villadeati (AL) per
la della Costituzione della Rete Piemontese. La Rete in questi primi anni
costituzione, grazie alle attività dei
singoli Osservatori ha portato avanti
attività di organizzazione a seminari,
workshop e incontri di studio su
tematiche specifiche inerenti il paesaggio, senza trascurare la formazione per funzionari e tecnici delle
Pubbliche Amministrazioni. La Rete
Piemontese organizza, inoltre, visite
guidate di vario genere per la conoscenza diretta dei propri paesaggi e
realizza progetti di sensibilizzazione
di vario tipo, rivolti a scuole e al pubblico in generale. Sviluppiamo anche
progetti destinati a favorire l’integrazione tra conoscenze locali e saperi
esperti, attraverso iniziative editoriali”.
Nel nostro paese si realizzano progetti e programmi che sostengono
iniziative di valorizzazione di aree e patrimoni immateriali inseriti nelle
reti dei paesaggi culturali, parchi culturali, parchi letterari, distretti culturali evoluti, che mettono al centro della propria azione di tutela e
valorizzazione la nozione di patrimonio. La recente Dichiarazione UNESCO
di Firenze allarga ulteriormente la forbice sulla definizione del paesaggio.
Qual è il suo punto di vista? L’UNESCO ha anticipato i tempi?
“Sì, la recente Dichiarazione finale del Convegno internazionale UNESCO
sul tema “La protezione internazionale dei paesaggi” ha giustamente aperto
una seria riflessione su molti aspetti che coinvolgono direttamente la qualità
del paesaggio. Mi pare particolarmente interessante evidenziare l’enfasi
riservata soprattutto al riconoscimento del “valore delle conoscenze e delle
pratiche tradizionali come base per armonici programmi di sviluppo tecnologico e innovativo”. La gestione lungimirante soprattutto dei paesaggi agrari
di interesse bioculturale non potrà fare a meno di una conoscenza attenta
delle pratiche agronomiche tradizionali, così come della componente botanica
“cultivarietale” tipica di ogni realtà territoriale.
In questa prospettiva l’UNESCO sta effettivamente tracciando una via nuova
quanto mai proficua da percorrere nel campo della ricerca e delle azioni
concrete di salvaguardia, anche attraverso l’apprezzata e riconosciuta attività
dell’International Traditional Knowledge Institute”.
Siete pronti a questo cambiamento? Adesso vi tocca “osservare” in
un altro modo?
“Ritengo che gli Osservatori del Paesaggio per il loro radicamento in specifiche realtà territoriali possano più e meglio di altre strutture ed organizzazioni
cogliere realmente le peculiarità del patrimonio paesaggistico delle comunità
locali, facendo emergere sentimenti più forti ed autentici di appartenenza e
conseguentemente azioni concrete ed efficaci di salvaguardia attiva e valorizzazione lungimirante”.
ATTUALITÀ
“Gli Osservatori del Paesaggio, per il loro radicamento in specifiche realtà territoriali
possono meglio di altre strutture ed organizzazioni cogliere realmente le peculiarità
del patrimonio paesaggistico delle comunità locali, facendo emergere sentimenti
di appartenenza e conseguentemente azioni concrete ed efficaci di salvaguardia
attiva e valorizzazione lungimirante”
Quali sono le vostre prospettive future di azione?
“Indubbiamente sulla base del proficuo lavoro di coordinamento sin qui
realizzato in ambito piemontese, appare utile valutare un’estensione della
collaborazione al resto delle esperienze italiane per far fronte in modo più
vantaggioso alle tante e stimolanti sfide che il tema del paesaggio pone.
Tra le realtà attive fuori del Piemonte, merita ricordare presso la Certosa di
San Lorenzo in Padula, l’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino,
in Liguria l’Osservatorio del Paesaggio della Riviera dei Fiori (OSPARF) e in
Veneto l’Osservatorio del Paesaggio del Canale di Brenta e l’Osservatorio
del Paesaggio dell’Alta Marca Trevigiana. Nel 2013, un momento importante
di confronto sugli Osservatori del paesaggio, esteso all’intero contesto
europeo, si terrà a Firenze presso la Villa medicea di Careggi nell’ambito
delle attività della rete UNISCAPE (Rete delle Università europee operanti
per l’attuazione del campo della ricerca e della didattica della Convenzione
europea del Paesaggio)”.
T. R.
37
Anno V - settembre/ottobre 2012
Il principio di funzionamento dei sistemi tradizionali si basa
su una forte coesione tra la società, la cultura e l’economia
Conoscenze
Oggi, mentre l’intero pianeta
rischia il collasso ecologico, la
conoscenza tradizionale mostra
come interagire con l’ambiente
migliorando la sue risorse senza
esaurirle. Essa utilizza qualità
e tecniche, diffuse su scala
territoriale, che hanno origine
dall’impiego di materiali e oggetti
della vita quotidiana.
N
on si può risolvere la crisi globale, che è economica, climatica e
ambientale, applicando i metodi che l’hanno provocata: tecnocrazia,
spreco di risorse, approccio indifferenziato per tutti i paesi, soluzioni
top down. Per affrontare la crisi globale, è necessario un nuovo paradigma
e studiosi, ricercatori, organismi internazionali, operatori locali e associazioni
hanno elaborato varie strategie: lo sviluppo sostenibile, la green economy,
una terza rivoluzione industriale sulla base di fonti di energia alternative,
emissioni zero, km zero; la slow economy, decrescita, design per la povertà,
teorie di gestione armonica degli ecosistemi. Sono tutte proposizioni di
grande attualità. In ogni caso ciò che va tenuto presente è che lo sforzo per
il cambiamento deve coinvolgere, in primo luogo, la conoscenza, e che le
risposte non devono essere univoche e uguali a livello internazionale ma
devono essere adattate ciascuna ai luoghi specifici e da questi avere origine
grazie al patrimonio materiale e immateriale della diversità culturale e delle
situazioni locali. I cambiamenti climatici, il collasso degli ecosistemi, i cataclismi, la fine della civiltà sono condizioni che l’umanità ha dovuto affrontare
numerose volte. La sopravvivenza è stata assicurata dalla conservazione del
sistema di conoscenze tradizionali. Questo racchiude la saggezza dei luoghi
e delle comunità, le antiche conoscenze dell’umanità, lo strato più profondo
su cui la scienza moderna e la cultura si sono sviluppate, le soluzioni locali
che hanno permesso la creazione e la gestione dei paesaggi sulla intera
superficie del pianeta. Esso permette lo sviluppo di soluzioni con un basso
utilizzo di energia e di risorse che sono in grado di adattarsi alla variabilità
ambientale e di reagire alle emergenze e catastrofi in modo flessibile e
multifunzionale. Oggi, mentre l’intero pianeta rischia il collasso ecologico,
la conoscenza tradizionale mostra come interagire con l’ambiente
migliorando la sue risorse senza esaurirle. Essa utilizza qualità e tecniche, diffuse su scala territoriale, che hanno origine dall’impiego di
materiali e oggetti della vita quotidiana. Si compone di elementi
fragili che sono soggetti all’attacco delle trasformazioni di oggi.
Costituisce un valore apparentemente marginale nel pensiero
dominante ma è ancora il mezzo di sussistenza per due terzi dell’umanità e una riserva ingegnosa di soluzioni e dispositivi per la
produzione di energia, risorse, riciclaggio per tenere sotto controllo
il microclima e per la gestione del suolo.
P. L.
Il vino, nella storia e nella memoria.
38
TKWB - Traditional Knowledge
World Bank
TKWB (Traditional Knowledge World Bank) è la banca mondiale delle Conoscenze Tradizionali elaborata da IPOGEA per l’UNESCO. La validità delle
Conoscenze Tradizionali e l’uso di pratiche da esse derivate è affermata
ormai da diversi anni a vari livelli. Oltre all’UNESCO, molteplici organismi
internazionali ne hanno affermato l’importanza in studi e documenti - organismi quali l’UNCCD, l’ILO, l’OECD, la FAO, l’UNEP, la World Bank e la NATO.
Nel 2005 Pietro Laureano (IPOGEA) ha presentato il progetto di TKWB a
Nairobi alla Conferenza delle Parti, VII Sessione, della Convenzione sulla
lotta alla Desertificazione delle Nazioni Unite (UNCCD).
TKWB è basata sul web (www.tkwb.org), è di libero accesso a tutti e fornisce le informazioni relative all’inventario e diffusione delle conoscenze tradizionali nel mondo. TKWB è un archivio dati ma anche una vera banca del
sapere: raccoglie e protegge le conoscenze storiche e promuove e certifica
le pratiche innovative basate sull’uso contemporaneo della tradizione. Costituita attraverso la metodologia SITTI, identifica le tecniche tradizionali con
icone di facile riconoscimento, visivamente localizzate nelle aree di
appartenenza tramite la georeferenziazione su Google Earth.
Attraverso una piattaforma informatica di tipo wiki, TKWB si alimenta
continuamente di nuove informazioni
grazie al contributo degli utenti stessi.
Questo sistema “TKWB wiki-like” e
il sistema “TKWB on Google Earth”,
sono due modalità diverse per accedere alle stesse informazioni, e si
può passare facilmente da un sistema
all’altro, in ogni momento, secondo
il tipo di ricerca che si vuole effettuare
(ricerca tematica o ricerca secondo
zone geografiche).
Il metodo di inventario delle tecniche
TKWB - LA BANCA DEL SAPERE
TKWB - LA BANCA DEL SAPERE
tradizionali per affrontare
la crisi globale
39
TKWB - LA BANCA DEL SAPERE
Anno V - settembre/ottobre 2012
40
è denominato SITTI, Sistema Iconografico delle Tecniche Tradizionali e
Innovative. Questo sistema è stato
elaborato da IPOGEA per rendere
più facile l’identificazione delle tecniche e il loro uso.
Le icone sono raggruppate in 7 categorie: A) Silvicoltura, allevamento e
caccia; B) Agricoltura, C) Acqua; D)
Suolo e ambiente; E) Energia; F)
Architettura; G) Pratiche sociali, arte
e spiritualità. Ogni icona SITTI rappresenta una tecnica tradizionale.
Alle icone vengono associate schede
di approfondimento, compilate
secondo un medesimo formato che
ne permette la comparazione e la
informatizzazione.
Queste schede si possono visualizzare sia all’interno del sistema
“TKWB wiki-like” sia cliccando sulle
icone georeferenziate su Google
Earth. Esistono quattro tipi di schede
di approfondimento per ogni tecnica.
ll primo tipo “definition of the technique”, fornisce una descrizione
generale della tecnica, avvalendosi
di testo, immagini e schemi.
La scheda di tipo 2 “local application
of the technique” fornisce la descrizione della variante locale di una
tecnica in un determinato luogo.
La scheda di tipo 3, “success stories”, descrive un progetto di successo in cui è stata utilizzata o
Raccoglitore di lumache in Sardegna.
Sotto: l’intervento dell’architetto Miriam Bruni, Ipogea.
restaurata una tecnica tradizionale. La scheda di tipo 4, “innovative technologies and solutions”, illustra una soluzione innovativa che reinterpreta i
principi di una tecnica tradizionale alla luce delle nuove tecnologie.
In questa scheda è fondamentale il link all’azienda produttrice della soluzione
innovativa. In questo modo TKWB e le imprese produttrici si incontrano con
la domanda di pratiche e prodotti appropriati per la gestione dei paesaggi,
delle aree urbane e per la richiesta privata. La pubblicazione di un prodotto
su TKWB, adeguatamente vagliato da un gruppo di esperti, diventa un marchio di garanzia. TKWB si configura sia come sistema esperto capace di
contenere, comunicare e elaborare conoscenze che come strumento finalizzato allo studio di paesaggi ed ecosistemi complessi, poiché permette di
comprenderne l’evoluzione storica e di realizzare scenari previsionali alla
base dei processi di pianificazione.
Miriam Bruni
Conoscenze
moderne
Conoscenze
tradizionali
• Soluzione specifica
• Multifunzionalità
• Efficacia immediata
• Funzionale nel lungo periodo
• Specializzazione
• Olismo
• Poteri dominanti
• Autonomia
• Separazione
• Integrazione
• Risorse esterne
• Risorse interne
• Conflitto
• Simbiosi
• Monocultura
• Sintesi e complessità
• Uniformità
• Diversità
• Rigidità
• Flessibilità
• Manutenzione esterna
• Autoregolazione e a intensità
e necessità di capitali
di lavoro
• Internazionalizzazione
• Contestualizzazione
• Alto costo
• Risparmio
• Tecnicismo e razionalismo
• Simbolismo e significato
• Dipendenza
• Autopoiesi
Lord Michael Carrington, direttore generale della “The Maria Nobrega
Foundation” interviene al simposio UNESCO di Firenze illustrando
il ruolo strategico della Banca Mondiale delle Conoscenze
Tradizionali sulla raccolta e mappatura delle “Tecniche tradizionali
o sistemi di scienze locali”
TKWB - LA BANCA DEL SAPERE
Una giornata particolare
Sul terrazzo di Casa Nobrega,
in Transilvania, il Principe Carlo
d’Inghilterra è stato immortalato
dal fotografo di Energeo insieme
all’esperto dell’UNESCO Pietro
Laureano, Presidente ITKI,
Elizabeth Tsakiroglou, Michael
Carrington, Katherine and Dan
Dimancescu rispettivamente
Presidente, Direttore Generale
e sostenitori della
“The Maria Nobrega Foundation”.
Una giornata storica,
in cui sono state messe
le basi per la costituzione
della Banca Mondiale delle
Conoscenze Tradizionali.
L
e case di Archita, nel cuore del Transilvania Tarnava Mare, in Romania, sono tutte lì con i muri a secco sporgenti, allineate lungo le
strade di campagna, circondate da colline e foreste e casolari sparsi.
Il piccolo villaggio, pittoresco e incontaminato, restaurato con tecniche antiche, continua a mostrare la sua inconfondibile caratteristica architettonica
d’insediamento sassone sviluppatosi attorno alla chiesa fortificata, come si
addiceva ad un posto di frontiera in una terra di frontiera, comunque magico.
Qui verrà istituito il Centro Rumeno per le Conoscenze tradizionali o sistemi
di scienze locali. Questo paesaggio di eccezionale biodiversità, creato dagli
agricoltori nel corso di centinaia di anni, può solo essere conservato grazie
alla continua gestione tradizionale dei contadini oggi. Gli agricoltori, le comunità locali, le università, le altre ONG e del governo a tutti i livelli, provano a
risolvere l’insieme dei problemi che minacciano la sopravvivenza di questo
paesaggio straordinario e delle piccole comunità agricole che vivono al suo
interno. Il salvataggio di questa zona è di grande importanza non solo per
se stessa - le specie e gli habitat, il sistema agricolo in armonia con loro, e
le condizioni di vita delle piccole comunità agricole che vivono lì - ma anche
per quello che possiamo imparare da esso circa salvataggio o il ripristino
Colazione di lavoro nel villaggio restaurato con tecniche tradizionali: ospite Carlo d’Inghilterra.
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Il Principe di Galles, nel 2004, è intervenuto al Salone del Gusto di Torino e Terra Madre,
la rete che riunisce tutti coloro che fanno parte della filiera alimentare e vogliono difendere l’agricoltura,
la pesca e l’allevamento sostenibili, per preservare il gusto e la biodiversità del cibo.
aree simili in Europa. Casa Nobrega,
sobria e al tempo stesso austera,
sede della Fondazione Maria
Nobrega, domina le altre abitazioni,
raccolte una accanto all’altra.
Il 16 maggio di quest’anno poteva
essere un giorno come l’altro. Invece
era un giorno speciale. I contadini
dalle facce grosse, gli occhi azzurri
e i capelli biondi non si sono allarmati
per quell’inconsueto via vai. Erano
intenti al lavoro della terra. In quel
luogo magico, nella quiete del borgo,
era atteso Sua Altezza Reale il Principe Carlo d’Inghilterra. Il Principe
contadino, dopo una rapida visita al
villaggio, restaurato con tecniche
tradizionali, accompagnato dall’esperto dell’UNESCO Pietro Laureano,
Presidente ITKI, da Elizabeth Tsakiroglou, Michael Carrington, Katherine
and Dan Dimancescu rispettivamente
Presidente, Direttore Generale e
sostenitori della “The Maria Nobrega
Foundation”, ha presenziato ai lavori
per mettere le basi alla Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali
(Traditional Knowledge World Bank
- TKWB). Gli ospiti di Casa Nobrega
non si sono concessi nemmeno una
pausa per il lunch: i lavori sono proseguiti attorno ad una tavola imban-
dita con prodotti locali, coperta da
una rigorosa tovaglia bianca, all’ombra del terrazzo della casa che si
affaccia sul pianoro, una splendida
veranda con vista sui boschi, lontani
da occhi indiscreti. Il fotografo di
Energeo era presente, ben mimetizzato, per immortalare le varie fasi
dell’incontro: le foto sono state pubblicate sullo scorso numero del Magazine. Sorpreso, ma non irritato, Lord
Michael Carrington, nel corso del
simposio UNESCO di Firenze, è salito
sul palco. Senza perdere la compostezza e l’aplomp squisitamente
inglese, ha mostrato il periodico
“ficcanaso”che ha svelato l’enigma
di questa “giornata particolare”.
Energeo, infatti, ha seguito da vicino
le varie tappe della nuova iniziativa
dell’ITKI UNESCO. Il suo commento:
“Ma come hanno fatto i reporters di
Energeo a scattare queste foto?
Eravamo a casa mia? Magnifico
scoop. Li perdono!”. La grande
avventura della Banca Mondiale delle
Conoscenze Tradizionali sulla raccolta
e mappatura delle “Tecniche tradizionali o sistemi di scienze locali”
era appena cominciata.
Pierpaolo Bo
TKWB - LA BANCA DEL SAPERE
Anno V - settembre/ottobre 2012
Lord Michael Carrington, direttore generale della “The Maria Nobrega Foundation” mostra il periodico Energeo magazine
che ha fatto lo scoop della visita del Principe Carlo d’Inghilterra a casa Nobrega in Romania.
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Anno V - settembre/ottobre 2012
Convenzione UNESCO
per il Paesaggio, il grande contributo
del Principe di Galles
TKWB - LA BANCA DEL SAPERE
La Convenzione del Patrimonio mondiale dell’UNESCO è cresciuta da un focus iniziale sulla protezione dei monumenti
ad un programma molto più ampio che comprende importanti centri storici ed aree di rilievo ambientale. “Personalmente - dice Carlo d’Inghilterra - trovo estremamente incoraggiante che la Convenzione riconosce la necessità
di tutelare i paesaggi, non solo a causa della loro intrinseca importanza culturale, ma anche per la capacità di queste
aree di sostenere le conoscenze e pratiche tradizionali, di cui mi pare avremo bisogno così disperatamente, ma una
volta che tali pratiche si perdono, come ho detto, non sono facilmente recuperabili, e la capacità delle comunità rurali
di esercitare la loro funzione vitale come guardiane dei nostri paesaggi, sia passati che futuri, è compromessa”.
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S
ignore e Signori,
devo innanzi tutto ringraziarvi
per avermi dato l’opportunità
di parlare in occasione del quarantesimo anniversario della Convenzione
del Patrimonio Mondiale UNESCO.
Sono dispiaciuto di non potere essere
con voi in persona, poiché gli argomenti di cui si parlerà nel corso dei
prossimi giorni mi stanno a cuore da
tempo. Da molti anni ho cercato di
evidenziare il pericolo per i nostri
paesaggi più preziosi e fragili, se le
pratiche tradizionali scompaiono.
Può bastare anche una sola una generazione affinché le competenze di
conoscenza tramandate da una generazione all’altra possano essere perse
per sempre, è per questo che sono
felice dell’ambizioso progetto di
creare una Banca Mondiale delle
Conoscenze, the Traditional
Knowledge World Bank, poiché
questa idea riconosce proprio quanto
sia importante un approccio basto
su le pratiche e le conoscenze tradizionali. Stranamente, ho trovato
molto difficile, ricordo che sia stato
circa venticinque anni fa, suscitare
l’interesse proprio in questo tipo di
iniziativa, ma in quei giorni nessuno
sembrava comprendere ciò che stavo
cercando di fare. Qualsiasi menzione
della parola “tradizionale” tende a
essere interpretata come antiquata,
sorpassata e irrilevante. Le conoscenze e pratiche tradizionali, tuttavia tramandano alle nuove generazioni
comprensioni vitali e abilità effettive,
che sono stati provate e testate per
secoli. Il sapere tradizionale è quindi
molto lungimirante, si potrebbe
anche definirlo visionario. Si tratta di
una sorta di politica di assicurazione
a lungo termine. Ecco perché credo
che la conoscenza tradizionale sia di
grande importanza critica e perché
la sua perdita sarebbe un disastro.
In un mondo dove il capitale naturale
della terra, cose come l’acqua, il suolo
e la biodiversità, per non citare il
nostro patrimonio culturale, sono
sotto minaccia costante ed esponenziale per l’ignoranza generale della
ricchezza esistente di risorse naturali
e di conoscenze tradizionali e del loro
esaurimento fisico, una conferenza
come questa non può che accrescere
la nostra comprensione e l’apprezzamento del nostro patrimonio internazionale e la sua importanza.
Ora, Signore e Signori, siete tutti
senza dubbio a conoscenza di come
l’enfasi posta della Convenzione del
Patrimonio mondiale dell’UNESCO
si sia modificata dal suo inizio quarant’anni fa. E’ cresciuta da un focus
iniziale sulla protezione dei monumenti ad un programma molto più
ampio che comprende centri storici
di importanza ed aree di rilievo
ambientale. Personalmente, trovo
estremamente incoraggiante che la
Convenzione riconosce la necessità
di tutelare i paesaggi, non solo a
causa della loro intrinseca importanza
culturale, ma anche per la capacità
di queste aree di sostenere le conoscenze e pratiche tradizionali, di cui
mi pare avremo bisogno così disperatamente, ma una volta che tali
pratiche si perdono, come ho detto,
non sono facilmente recuperabili, e
la capacità delle comunità rurali di
esercitare la loro funzione vitale come
guardiane dei nostri paesaggi, sia
passati che futuri, è compromessa.
Credo che l’innovazione tecnica
possa beneficiare enormemente da
una migliore consapevolezza delle
conoscenze tradizionali. Trovo ancora
una volta che questi approcci e tecniche collaudate e verificate hanno
tanto da insegnarci, e possono essere
adattate usando i progressi tecnici
di oggi e fare la differenza reale
rispetto al nostro modo di affrontare
le cose. In molti campi possono contribuire enormemente a metodi
sostenibili e rispettosi dell’ambiente.
In altre parole, possono contribuire
a creare una miscela del meglio del
vecchio e il meglio del nuovo.
E‘ per questa ragione che sono lieto
di ascoltare le proposte e i passi già
effettuati per creare the Traditional
Knowledge World Bank, la Banca
Mondiale delle Conoscenze Tradizionali, un sistema “wiki” su internet
che sarà uno strumento interattivo
per i partecipanti. La prima fase può
davvero essere vista come una sorta
di censimento internazionale della
conoscenza, un impegno massiccio
a cui posso offrire il mio convinto
sostegno. Il motivo per cui sono stato
a lungo un sostenitore degli ecosistemi vitali della terra e la diversità
del patrimonio umano è perché sono
di immenso valore economico, sopra
ogni altra cosa. Essi offrono la possibilità di generare una grande occasione di reddito nel futuro, soprattutto
per coloro che dipendono da redditi
agricoli. Questi potrebbero vedere
sostanziali incrementi di valore, ma
ciò sarà possibile solo, e possibile
nel lungo termine, se riusciamo a
trovare il giusto equilibrio tra i ritorni
economici e la conservazione dei
sistemi sociali sostenibili ed ecologici.
Per me questa è una delle preoccupazioni più urgenti per i nostri leaders
internazionali, soprattutto nel clima
economico incerto di oggi.
Al momento, troppo spesso, succede
che gran parte dei progressi di oggi
causino la rottura degli ecosistemi e
in alcuni casi il loro avvicinarsi al
collasso, e quando questo avviene,
molti paesaggi sono distrutti.
Le convenzioni e direttive internazionali, come quelle elaborate dall’UNESCO e dal Consiglio d’Europa,
sono assolutamente cruciali. Convincere tutti ad aderirvi è purtroppo
spesso problematico. Ci sono molte
ragioni per questo, ma una delle più
Sua Altezza Reale il Principe Carlo d’Inghilterra nel video-messaggio
inviato alla conferenza UNESCO di Firenze.
importanti è una generale mancanza di comprensione dell’importanza di ciò
che è in gioco. Credo che il ruolo chiave della Traditional Knowledge World
Bank sarà quello di incoraggiare questa comprensione e rendere la società
consapevole dell’impatto a lungo termine di queste disastrose politiche di
sfruttamento del nostro capitale naturale e forse portare a una battuta d’arresto. Per farlo, dobbiamo invocare il sostegno attivo del pubblico e il settore
privato più in generale, e questo inizia con una visione comune e una mobilitazione locale, cose che possono essere indotte con l’educazione.
Ci sono molte iniziative che potrebbero essere lanciate per aiutare a preservare il paesaggio, cose come i piani agro-ambientali, i programmi di gestione
delle risorse idriche, la promozione turistica, le reti di vendita dei prodotti,
la legislazione per salvaguardare e proteggere l’ambiente, l’istruzione e la
innovazione tecnica, ma non dimentichiamo ciò che abbiamo già: le abitudini
tradizionali delle comunità che si sono tramandate per generazioni hanno
garantito un equilibrio tra l’umanità e la natura. Ma questi equilibri stanno
cambiando sempre più velocemente per gli aumenti della popolazione e
l’inarrestabile domanda di crescita e di sviluppo economico.
La Romania, un paese al quale m’interesso da tempo, è un ottimo esempio
di un luogo dove c’è una grande opportunità per sviluppare un approccio
sostenibile supportato da controlli efficaci. In realtà, potrebbe diventare un
esempio di eccellenza nella gestione delle risorse naturali. Mi incoraggia
molto sapere che ci sono piani per stabilire al più presto il Centro Rumeno
per le Conoscenze Locali e Tradizionali. Signore e Signori, le presentazioni
e le discussioni a cui tutti voi parteciperete nel corso dei prossimi due giorni
coprirà una moltitudine di argomenti che fanno parte del programma mondiale
UNESCO. Io posso solo auspicare che possiate avere successo nel vostro
lavoro. Sono sicuro che darete un contributo essenziale agli sforzi di tutto il
mondo nel salvaguardare il capitale naturale della terra, e non posso sottolineare abbastanza che nulla potrebbe essere più importante per il benessere
futuro dei nostri figli e nipoti.
TKWB - LA BANCA DEL SAPERE
Un video- messaggio è stato inviato ai relatori di fama mondiale
intervenuti alla Conferenza di Firenze
Sua Altezza Reale il Principe Carlo d’Inghilterra
(lingua originale inglese, traduzione Pietro Laureano)
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Anno V - settembre/ottobre 2012
Fra lo statista fiorentino e l’erede al trono inglese si sviluppò negli anni ottanta
un rapporto basato sui molti interessi culturali condivisi: dall’arte alla storia,
dalla letteratura alla sensibilità ambientale
Carlo d’Inghilterra
TKWB - LA BANCA DEL SAPERE
U
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Nondimeno Spadolini, seduto accanto
a Carlo, parlò di arte, di storia, di
letteratura. Rimase colpito dalle profonde conoscenze e dalla vastità degli
interessi culturali del Principe, sincera
e autentica vocazione. I due personaggi, al di là della differenza di età,
erano fatti davvero per intendersi.
Tant’è che la sera stessa Spadolini
mi annunciò con soddisfazione ed
orgoglio il desiderio espresso dal
Principe di visitare la “casa dei libri”
di Pian dei Giullari, in occasione di
una prossima visita a Firenze.
Purtroppo le drammatiche vicende
seguite a quei momenti felici e spensierati non consentirono di realizzare
quel progetto, così gradito al Professore, che avrebbe accolto nella “casa
dei libri” tanti capi di Stato e di
governo, nonché l’Imperatore di Giappone: ma non Carlo. Chissà se il
Premio Spadolini Eco and City ed il
Patto per la nuova Costituente del
Paesaggio consentiranno all’erede
al trono d’Inghilterra di recarsi nella
casa-museo di Pian dei Giullari, sulle
colline fiorentine care a Michelangelo,
Guicciardini e Galileo, dove l’inscindibile binomio “paesaggio - cultura”
è una concreta, palpabile realtà.
Cosimo Ceccuti
I
l Principe di Galles, uomo colto, misurato, austero, ha attraversato le
alterne vicende della vita senza lasciarsi intrappolare dalla malinconia.
L’erede al trono d’Inghilterra, fra gli innumerevoli impegni, ha trovato il
tempo per lanciare un forte messaggio al mondo sulla tutela dei paesaggi
e degli ecosistemi. “Per farlo - ha ricordato nel suo video-messaggio, ascoltato con molta attenzione nel corso del simposio UNESCO a Firenze -,
dobbiamo invocare il sostegno attivo del pubblico e il settore privato più in
generale, e questo inizia con una visione comune e una mobilitazione locale,
cose che possono essere indotte con l’educazione. Ci sono molte iniziative
che potrebbero essere lanciate per aiutare a preservare e beneficiare del
paesaggio, cose come i piani agro-ambientali, i programmi di gestione delle
risorse idriche, la promozione turistica, le reti di vendita dei prodotti, la legislazione per salvaguardare e proteggere l’ambiente, l’istruzione e la innovazione tecnica, ma non dimentichiamo ciò che abbiamo già: le abitudini
tradizionali delle comunità che si sono tramandate per generazioni hanno
garantito un equilibrio tra l’umanità e la natura. Ma questi equilibri stanno
cambiando sempre più velocemente per gli aumenti della popolazione e l’
inarrestabile domanda di crescita e di sviluppo economico”.
Il Principe Carlo è un pioniere della tutela dell’ambiente e da anni cura personalmente la tenuta di Highrove nel Gloucestershire, dove ci sono allevamenti biologici e grande attenzione all’eco-sostenibilità. Il figlio maggiore
William optò per un matrimonio green con la Principessa Kate, cercando di
limitare i consumi, abbattere le emissioni di CO2 e mantenere un atteggiamento responsabile. La tenuta di Highgrove, proprietà del
Principe Carlo d’Inghilterra nella contea del Gloucestershire,
si raggiunge dopo un viaggio di circa due ore da Londra.
Cuore del complesso è una grande villa georgiana costruita nel ’700 da un nobile ugonotto e poi acquistata nel 1980
dal Principe negli anni in cui era appena iniziata la vita
matrimoniale con Lady Diana. La villa è circondata da un
giardino di ben 300 ettari, curati dal Principe con l’aiuto di
un piccolo esercito di giardinieri.
A poche miglia si trova una fattoria chiamata Duchy Home
Farm, un paradiso della biodiversità: 600 ettari di terreno
coltivati a mais, orzo e frumento, oltre che con una cinquantina di varietà di ortaggi biologici. Sui prati pascolano
le pregiati bovini Aberdeen Angus, oltre a varie razze di
maiali originali inglesi e pecore delle isole Ebridi.
Non solo qui si respira l’aria delle
vecchie fattorie inglesi, ma questo
è il regno dell’ecosostenibilità e dell’agricoltura biologica: banditi diserbanti
e pesticidi chimici, si innaffia solo
con acqua piovana filtrata e si concima il terreno con compost derivato
dal riciclo degli scarti. Carlo coltiva
antiche specie di ortaggi e alberi da
frutto della tradizione britannica,
alcuni a rischio di estinzione. Anche
il paesaggio è stato sempre tutelato
negli anni, con il ripristino dell’architettura rurale e dei muretti a secco
in pietra locale. Insomma, è il trionfo
di una filosofia dell’ambiente di cui
il Principe del Galles è sempre stato
promotore e fervido sostenitore. The
prince who talked to plants, lo aveva
soprannominato la stampa inglese:
“il principe che sussurra alle piante”.
TKWB - LA BANCA DEL SAPERE
La tenuta di Highgrove, proprietà di Carlo d’Inghilterra nella contea del Gloucestershire, si raggiunge dopo un viaggio
di circa due ore da Londra. Cuore del complesso è una grande villa georgiana costruita nel ’700 da un nobile ugonotto
e poi acquistata nel 1980 dal Principe negli anni in cui era appena iniziata la vita matrimoniale con Lady Diana. La
villa è circondata da un giardino di ben 300 ettari, curati dal Principe con l’aiuto di un piccolo esercito di giardinieri.
Il primogenito della Regina Elisabetta aveva espresso
Il saluto del Professore in omaggio all’ospite
(a fianco il Sindaco di Firenze Lando Conti), a Palazzo Vecchio.
al compianto senatore il desiderio di visitare
la “casa dei libri” di Pian dei Giullari, in occasione di una prossima visita
a Firenze, dove l’inscindibile binomio “paesaggio - cultura” è una concreta, palpabile realtà.
esploso per l’occupazione da parte
dei militari argentini.
Ma torniamo ai comuni valori e sentimenti dei nostri personaggi.
Il vincolo personale si consolidò a
Firenze, nel corso di una visita alla
città compiuta da Carlo e Diana a
metà degli anni Ottanta. Ad accoglierli, Lando Conti (nella foto in alto),
il Sindaco repubblicano così legato
a Spadolini, caduto vittima delle brigate rosse il 10 febbraio 1986. Mi
piace ricordarlo in questa sede,
accanto ad Angelo Vassallo e a quanti
sono caduti per avere operato coraggiosamente per un’Italia migliore.
Ebbene, Spadolini - Ministro della
Difesa - accompagnò il Principe e la
consorte (ospitati durante il soggiorno
fiorentino da Lord Acton, a villa La
Pietra) nella visita a Palazzo Vecchio,
conclusa con una cena offerta dal
Sindaco. Niente cerimoniale, Lando
era fatto così, fiorentino puro, spontaneo e naturale. Davanti alla bistecca
alla fiorentina e al vino rosso del
Chianti i Principi furono accolti come
due giovani amici, ogni formalismo
si sciolse fra le battute e l’ilarità nelle
quali il Sindaco era maestro, con la
straordinaria capacità di mettere tutti
a proprio agio, accantonando piacevolmente ogni etichetta.
Il principe dell’ambiente
al servizio di sua maestà la terra
e Giovanni Spadolini,
un’amicizia fondata
su ideali comuni
n rapporto di reciproca stima
ha unito Carlo d’Inghilterra
a Giovanni Spadolini: fondato sul comune amore per la tutela
del patrimonio artistico e ambientale,
per la cultura nel significato più ampio
della parola.
I loro incontri furono piuttosto frequenti nella prima metà degli anni
Ottanta, allorchè Spadolini accolse
la giovane coppia reale (Carlo era
sempre accompagnato da Lady
Diana) come Presidente del Consiglio
dei Ministri e come Ministro della
Difesa nei governi presieduti da Bettino Craxi: a Roma, La Spezia (a bordo
della nave scuola “Amerigo
Vespucci”), Firenze.
Non vi è dubbio che l’amicizia personale fosse favorita dalla forte solidarietà politica che univa l’Italia alla
Gran Bretagna, di cui Spadolini era
convinto fautore. Basta leggere le
memorie di Margaret Tatcher, la lady
di ferro primo Ministro inglese in quel
periodo, per rendersene conto: la
sua stima per lo statista fiorentino è
apertamente dichiarata. Spadolini - e
la Tatcher non lo dimenticava - non
aveva avuto esitazioni a collocare il
governo italiano in pieno appoggio a
quello britannico in occasione della
crisi delle isole Falkland, nel conflitto
L’erede al trono di Inghilterra paladino
della tutela dei paesaggi e degli ecosistemi
L.L.
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Verso un nuovo rinascimento
nel ricordo di Angelo Vassallo
In rete
RETE DELLE RETI ANGELO VASSALLO
per non dimenticare
48
La Rete delle reti a salvaguardia
del territorio e del paesaggio.
A Pian de Giullari per la
sottoscrizione del Patto,
finalizzato alla fondazione di
una “costituente per la bellezza
e il paesaggio” a salvaguardia
del territorio, erano presenti
delegati provenienti da tutt’Italia.
L’iniziativa ha rappresentato
un’importante occasione per
perpetuare il ricordo del Sindaco
di Pollica e per riaffermare
i valori, in cui egli fortemente
credeva. Temi di rilevante
attualità, che si inseriscono
nel dibattito internazionale
sui nuovi indicatori
di performance orientati
alla ricerca di nuovi strumenti
complementari (la qualità)
o alternativi al PIL (il paesaggio
e il territorio sono il migliore
investimento e possono
contribuire in modo significativo
a costruire il Pil del futuro).
I
l 5 settembre 2010 veniva assassinato Angelo Vassallo (Medaglia Spadolini 2011 alla memoria), il Sindaco-pescatore, impegnato per l’ambiente
e la legalità, per il riscatto e la valorizzazione del suo territorio.
Un agguato rimasto impunito, a distanza di due anni, le indagini non hanno
sortito alcun risultato. Il 19 settembre scorso, da Firenze è partita una grande
iniziativa a lui dedicata. Si tratta della Rete delle Reti per la tutela e valorizzazione del paesaggio naturale e culturale italiano. In concomitanza è stato
sottoscritto un Patto per attivare un processo di aggregazione finalizzato alla
fondazione di una “costituente per la bellezza e il paesaggio” a salvaguardia
del territorio. Il progetto, promosso dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia, attraverso il Premio Eco and the City e dall’Osservatorio Europeo del
Paesaggio di Arco Latino, è sostenuto dal giovane Sindaco di Pollica Stefano
Pisani e dal Sindaco di Bari Michele Emiliano, i due primi cittadini che hanno
lanciato un anno fa il manifesto “100 Sindaci per la bellezza e il paesaggio”,
al quale stanno aderendo tante altre municipalità dell’intero Paese e organizzazioni territoriali che operano a tutela del paesaggio e dell’ambiente.
La manifestazione, inserita come prologo dell’atteso evento planetario (19-21
settembre 2012) per la “proposta di tutela internazionale dei paesaggi”,
promosso dall’UNESCO, è stata ospitata in questo angolo suggestivo della
collina di Firenze ( Tondo dei Cipressi), tanto caro al fondatore del Ministero
per i Beni Culturali e Ambientali, nella “Casa dei Libri”. Perché la casa-museo
di Giovanni Spadolini, a Pian dei Giullari, è stata scelta per sancire il Patto
per la bellezza e il paesaggio ed accogliere il prologo del convegno dell’ITKI
UNESCO che avrebbe dato luogo alla “Dichiarazione di Firenze sul Paesaggio” che sarà diffusa dall’UNESCO in tutto il mondo? Le ragioni sono numerose. Primo, la persona, Giovanni Spadolini, fondatore del Ministero per i
beni culturali e ambientali nel 1974, che impresse una svolta al concetto di
“ambiente”, unendo ai luoghi le persone, il territorio e lo sviluppo umano,
il “paesaggio” appunto. Secondo, l’ambiente, inteso come straordinaria
congiunzione fra bellezza della natura, arte e cultura. Terzo, ma non ultimo,
il comune intento e obiettivo che muove i partners: lo sviluppo sostenibile,
nel rispetto del territorio e delle identità tradizionali.
E’ il senso profondo del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, con
un’ambizione e una prospettiva internazionale, in sinergia con l’ITKI e l’UNESCO ed altri organismi nazionali ed internazionali intergovernativi e associazioni nazionali e non governative.
L’iniziativa ha rappresentato un’importante occasione per perpetuare il ricordo
Il vice Presidente della Regione Piemonte, Ugo Cavallera, porta il saluto del Piemonte al simposio.
di Angelo Vassallo e per riaffermare i valori, in cui egli fortemente credeva.
I temi della legalità, della tutela e della salvaguardia dell’ambiente e della
coesione sociale, condizioni essenziali per la crescita economica e civile di
una comunità, tanto cari al Sindaco-pescatore sono stati al centro sia del
prologo, sia della Cerimonia ufficiale d’apertura del simposio UNESCO,
organizzata dall’ITKI UNESCO, in occasione del 40°Anniversario della World
Heritage Convention UNESCO. Commovente, molto sentito e partecipato
il ricordo fatto dal suo successore Stefano Pisani, al quale è stata conferita
dall’UNESCO la Medaglia Michelangelo, per le buone pratiche del territorio.
“Il Sindaco Vassallo - ha detto - ci ha lasciato la volontà di essere il sud che
ce la fa. E noi vogliamo continuare sulla scia del suo insegnamento”.
Stefano Pisani, Sindaco di Pollica, ritira la Medaglia Michelangelo conferita dall’UNESCO.
A Pian de Giullari per la sottoscrizione
del Patto hanno fatto capolino, a
piccoli gruppi, i delegati provenienti
da tutt’Italia e numerosi relatori provenienti da tutto il mondo accompagnati da Pietro Laureano,
organizzatore del Convegno pomeridiano, rimasti meravigliati dal fascino
del luogo, nonostante la giornata
grigia e piovosa. Sullo sfondo la
cupola del Brunelleschi illuminata da
un raggio di sole. Gabriele Florindi,
Sindaco di Città Sant’Angelo e il suo
vice Fernando Fabbiani, in rappresentanza di Regione Abruzzo (Medaglia Spadolini 2011) son arrivati per
primi ai cancelli della villa, poi gli altri
alla spicciolata. La Regione Piemonte
era rappresentata dal vice Presidente
Ugo Cavallera e da Roberto Cerrato,
Presidente dell’Associazione Paesaggio Vitivinicolo Langhe, Roero e
Monferrato, la Provincia Autonoma
di Trento, ed ancora i sindaci del
Consorzio dei Comuni Trentini, del
Südtiroler Gemeindenverband
Genossenschaft e del Friuli Venezia
Giulia (questi ultimi rappresentati
dall’ANCI e dall’UNCEM) aderenti
alla Carta di Primiero, attraverso i
delegati Marino Simoni, Stefano Lucchini (UNCEM) e Sergio Chinese,
Sindaco di Resia, in provincia di
Udine. I responsabili dell’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco
Latino (Angelo Paladino e Domenico
Nicoletti), una delegazione di primi
cittadini (il Sindaco di Bari Michele
Emiliano è intervenuto in video conferenza) che hanno sottoscritto il
manifesto “100 Sindaci per la Bellezza e il Paesaggio”.
La città di Firenze era rappresentata
dal vice Sindaco Dario Nardella che
ha portato il saluto del Sindaco
Matteo Renzi, impegnato nelle primarie del suo partito. La Toscana era
altresì rappresentata dai Sindaco di
Fiesole Fabio Incantasciato, Bagno
a Ripoli, Luciano Bartolini, Rosignano
Marittimo, Alessandro Franchi e dal
Co.Svi.G. che raggruppa 15 Comuni
RETE DELLE RETI ANGELO VASSALLO
Anno V - settembre/ottobre 2012
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dell’area geotermia, con il suo direttore generale Sergio Chiacchella.
Dalla Lombardia era presente un
delegato del Sindaco di Abbiategrasso, il consigliere Comunale
Arcangelo Ceretto. Sono intervenuti
anche numerosi membri di Res Tipica
ANCI, le Associazioni Città di Identità
guidati dalla responsabile Gina Di
Liegro, le Città Slow con il Presidente
Gianluca Marconi, nonchè Sindaco
di Castelnuovo né monti, e il direttore
dell’Associazione Giorgio Oliveti.
Infine il segretario Generale
dell’UNPLI, che raggruppa tutte le
Pro Loco d’Italia, Gabriele Desiderio
e Marco De Vecchi, Presidente della
Rete degli Osservatori Paesaggio
del Piemonte, che ha sottoscritto il
Patto anche a nome degli altri Osservatori Piemontesi.
Quest’ultimo ha partecipato anche
ad un Panel sul paesaggio, un incontro pomeridiano di lavoro propedeutico all’iniziativa UNESCO.
Significativa la rappresentanza dal
sud: Salvatore Adduce, Sindaco di
Matera, ha ricordato la visita del
senatore Spadolini ai Sassi di Matera
avviandone in quell’occasione il recupero. Ed ancora: Antonio Radano,
Sindaco di Stella Cilento, Giuseppe
Del Medico, Sindaco di Sapri, e i
rappresentanti del Comune di Teggiano e di Laurito.
Il Sindaco di Bari, intervenuto in video
conferenza, rivela di aver comunicato
al Presidente del Consiglio Mario
Monti, nel corso della recente visita
a Bari, all’inaugurazione della Fiera
del Levante, il progetto “Cento Sindaci per la Bellezza e il Paesaggio”.
“La nostra idea di fondo è semplice
- ha spiegato - rendere vantaggioso
per i privati il ripristino della bellezza
del paesaggio e delle città. Servono
normative urbanistiche nazionali e
regionali che consentano di demolire
le brutture in aree tutelate e, in cambio, di poter edificare, con una premialità in volumi nei territori già costruiti. In questo modo sarebbe il mercato
stesso ad attuare il sogno degli ambientalisti di demolire tutte le costruzioni
che hanno consumato inutilmente territorio pregiato. Si potrebbe così ricostruire addensando e riutilizzando il suolo secondo normative antisismiche
e con attenzione ai moderni metodi per la raccolta dei rifiuti e per il risparmio
energetico. Basterebbe poco per mettere in moto un meccanismo di trasformazione urbana,finalmente fondato sulla ricerca della bellezza anche da
parte dei privati, senza dei quali l’operazione è impossibile.
E sono sicuro che un’azione siffatta costituirebbe un potente volano economico e di immagine per il nostro Paese”. Tra i trenta esperti provenienti da
tutti i continenti, invitati alla kermesse, sono rimasti ancora più sorpresi e
meravigliati dalla presa di coscienza dei sindaci italiani sul tematiche del
territorio, testimoniata da Akane Ninohara dell’University United Nations
University e Drissa kananbaye di Mali, come pure tutti gli altri.
La Fondazione Spadolini Nuova Antologia farà da propulsore di questo progetto esclusivo avviato in occasione dei lavori del “The International Protection of Landscapes, A global assessment on the occasion of the 40th
Anniversary of the World Heritage Convention”, costruendo una Rete di
relazioni internazionali. I proponenti del Patto sono consapevoli che “Il diritto
alla bellezza e la tutela del paesaggio costituiscono una delle missioni irrinunciabili della Repubblica italiana, risultato di un’identità millenaria e riconosciuta nel dettato costituzionale”. Insieme potranno svolgere, con il
sostegno del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini e dei suoi strumenti
operativi e di comunicazione (Energeo Magazine è l’house organ ufficiale),
una funzione di stimolo, propositiva per programmi e progetti condivisi fra
una pluralità di Enti, per lo sviluppo di sistemi e reti di reti, che vedano il
coinvolgimento anche di soggetti privati, delle fondazioni bancarie, la collaborazione degli operatori dei beni e delle attività culturali con le Università,
le Accademie, i Conservatori e gli Istituti di ricerca, l’intreccio fecondo tra il
mondo della cultura e quello dell’economia e del lavoro. Sarà cura della
Fondazione Spadolini Nuova Antologia (Firenze, Pian de’ Giullari), che opera
sotto l’Alto Patronato permanente del Presidente della Repubblica, attraverso
il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, in sinergia con l’Istituto Internazionale delle Conoscenze Tradizionali denominato ITKI (International Tra-
La firma di adesione alla Rete delle Reti Angelo Vassallo e la sottoscrizione di un Patto per Bellezza e il Paesaggio.
ditional Knowledge Institute) e dell’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino, svolgere un ruolo di raccordo
e sviluppo della Rete, concordando con i sottoscrittori e fondatori del Patto, forme e modi per la costituzione e
organizzazione della “costituente per la bellezza e il paesaggio” e della sua operatività. Sono previste giornate di
studio e approfondimento in tutto il Paese per promuovere i “laboratori a cielo aperto delle politiche dell’UNESCO”.
I media pongono particolare attenzione al progetto, tra l’altro sostenuto dal Tg2 (media partner), a conferma dell’impegno della testata giornalistica di Rai Due nell’avviare campagne di successo per sensibilizzare azioni a favore del
territorio e del paesaggio. Temi di rilevante attualità, che si inseriscono nel dibattito internazionale sui nuovi indicatori di performance orientati alla ricerca di nuovi strumenti complementari (la qualità) o alternativi al PIL (il paesaggio
e il territorio sono il migliore investimento e possono contribuire in modo significativo a costruire il Pil del futuro).
L’ambizioso progetto della Fondazione Spadolini Nuova Antologia è perfettamente allineato al programma del simposio internazionale voluto dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, che ha
tracciato, con le sue politiche, la linea a cui si ispirano i progetti dell’ITKI UNESCO (che presto sarà riconosciuto
Istituto UNESCO di Categoria 2) con il compito unico al mondo di inventariare e promuovere le conoscenze tradizionali e il loro uso innovativo e dello stesso UNESCO.
L’incontro a Pian dè Giullari è stato di buon auspicio per il Convegno che si è chiuso, come si è visto, con la “Dichiarazione di Firenze sul Paesaggio” che, lanciata da questa località, simbolo internazionale delle tradizioni e dell’armonia dei luoghi, la città che ha ospitato la firma della Convenzione Europea del Paesaggio, sarà diffusa dall’UNESCO
in tutto il mondo.
L.L.
RETE DELLE RETI ANGELO VASSALLO
RETE DELLE RETI ANGELO VASSALLO
Anno V - settembre/ottobre 2012
Foto di gruppo di tutti i partecipanti.
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Anno V - settembre/ottobre 2012
Il Presidente dell’ITKI UNESCO
ha scelto la Fondazione Spadolini Nuova
Antologia come partner privilegiato
per la divulgazione della Banca Mondiale
delle Conoscenze Tradizionali
e della Convenzione UNESCO sul Paesaggio,
un progetto che interessa il mondo intero
Insieme per salvare
il paesaggio
Cosimo Ceccuti, Presidente della Fondazione Spadolini
Nuova Antologia.
RETE DELLE RETI ANGELO VASSALLO
Gli interventi dovranno essere verificati in base alla sostenibilità e alla conoscenza locale, potenziando le comunità e
le istituzioni nei processi decisionali. Occorre promuovere il rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle comunità
al fine di garantire il loro sostentamento, preservare le loro risorse, la loro identità culturale e le credenze relative.
Un progetto della Fondazione Spadolini dovrà aggregare numerose realtà, sia pubbliche che private, agendo in
sinergia con il mondo della scuola, con le Associazioni (UNPLI, Res Tipica ANCI) e con il mondo dell’informazione.
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D
a Pian de Giullari prende il
via un progetto ambizioso
finalizzato ad affiancare
l’UNESCO e la Banca Mondiale delle
Conoscenze Tradizionali nella realizzazione della nuova Convenzione per
il Paesaggio attraverso un approccio
partecipato dal basso, affinché i risultati possono rimbalzare agli occhi del
mondo intero. Un progetto che dovrà
aggregare numerose realtà, sia pubbliche che private, agendo in sinergia
con il mondo della scuola, con le
Associazioni (UNPLI, Res Tipica
ANCI) e con il mondo dell’informazione. Un impegno che dovrà valorizzare il ruolo e l’impegno di ciascuno,
operando con un team internazionale
di esperti e di appassionati che hanno
a cuore le tematiche del Paesaggio:
persone che hanno scelto di contribuire alla realizzazione delle iniziative
dell’ITKI (Banca Mondiale delle Conoscenze Tradizionali) e dell’UNESCO.
La cabina di regia è stata affidata alla
Fondazione Spadolini Nuova Antologia, attraverso il Premio Eco and the
City. Progettualità e concretezza,
passione ed impegno costante:
queste le parole d’ordine dei promotori. Concetti che costituiscono l’identità stessa della Fondazione, valori
grazie ai quali può contribuire a “pro-
durre” un bene più alto, come amava
ripetere il senatore Spadolini: “Una
moderna politica dell’ambiente e del
territorio richiede il concorso di tutte
le forze vive della cultura e della
società”. Come in ogni iniziativa, il
compito è affidato ad apripista convinti (se n’è parlato nella Casa dei
Libri in occasione della sottoscrizione
del Patto per la Bellezza e il Paesaggio). Il passaparola sta già creando
numerosi proseliti, il progetto dovrà
essere svolto in sinergia dalla Fondazione e l’ITKI UNESCO, candidato
a trasformarsi a breve in Agenzia
UNESCO (categoria 2) e le attività
sul territorio previste dal programma
di lavoro, da qui in avanti, saranno
attuate attraverso l’organizzazione di
eventi e campagne di sensibilizzazione. Le parole di Pietro Laureano
testimoniano l’impegno costante nel
costruire, insieme, iniziative innovative a vantaggio del territorio e di
interesse pubblico.
Il Presidente dell’ITKI UNESCO ha
scelto la Fondazione Spadolini Nuova
Antologia come partner privilegiato
per portare avanti l’impegno per la
costruzione e divulgazione della
Banca Mondiale delle Conoscenze
Tradizionali e della partecipazione dal
basso per costruire il percorso verso
la nuova Convenzione UNESCO sul
Paesaggio, dando spunto al nostro
Paese di proporsi come capofila di
un progetto che interessa il mondo
intero. Una fiducia riposta senza
riserve dopo la sperimentata collaborazione nel recente convegno
svoltosi a Firenze: la macchina organizzativa è apparsa ancora una volta
efficace, capace di comunicare e far
conoscere un evento di interesse
planetario. D’altro canto la Fondazione è in grado, in qualsiasi occasione, di mettere in moto iniziative
con il patrocinio delle più importanti
Istituzioni e i media (in particolare il
Tg2 che affianca la Fondazione nel
compito di ripensare con gli altri
partners un nuovo modello di sviluppo che include cultura e tutela del
paesaggio e dell’ambiente tra i parametri da considerare come una priorità di un’azione di governo del
territorio), mettendo a disposizione
la sede prestigiosa di Pian de Giullari.
Il Premio Eco and the City Giovanni
Spadolini è costantemente impegnato nella costruzione di una rete
di relazioni (anche internazionali),
tramite la creazione di progetti, ricchi
di contenuti e di valori, legati al territorio.
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Anno V - settembre/ottobre 2012
Il Consorzio che unisce
gli Enti e i Comuni dell’area
geotermica ha un ruolo
di primo piano nelle attività
per la crescita di competitività
delle imprese toscane
Una factory
Geotermia e sviluppo sostenibile.
Tutela del pesaggio e risparmio
energetico. Ma anche ricerca e
scambio con altri territori virtuosi.
Il prossimo dieci dicembre a
Piancastagnaio, al convegno
sul tema “Il Calore della
Terra, conoscere per capire e
condividerne l’uso”, sono attesi
ospiti internazionali
Piero Ceccarelli, Presidente Co.Svi.G.
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I
n ogni occasione c’è sempre qualcuno che comincia per primo.
Il Co.Svi.G. (il Consorzio che unisce gli Enti e i Comuni dell’area geotermica), alla soglia della ricorrenza dei primi 25 anni di attività, mette in
cantiere nuovi progetti per fornire un’offerta ancora più variegata di iniziative
sul territorio. Un comprensorio situato proprio nel cuore dell’Italia, tra le
province di Grosseto, Pisa e Siena, in un territorio che si riconosce nel
Distretto delle Energie Rinnovabili, caratterizzato dai suggestivi pennacchi
dei soffioni. In questo cantiere aperto di iniziative con un programma articolato, dopo aver sottoscritto il “Patto per la Bellezza e il Paesaggio” e aderito
alla “Rete delle Reti Angelo Vassallo”, si vuole organizzare il primo “laboratorio a cielo aperto delle politiche dell’UNESCO”, per animare occasioni di
incontri, dibattito, scambi con altri territori virtuosi aderenti alla Rete delle
Reti, e soprattutto adottando le politiche indicate dall’UNESCO.
Politiche che, oggi, sono ancora più attuali dopo la Dichiarazione Internazione
sulla salvaguardia del paesaggio, declamata lo scorso settembre a Firenze.
Il Consorzio, che ha fornito una serie di servizi come partner del “The International Protection of Landscapes” promosso dall’UNESCO e l’ITKI (Istituto
Internazionale Conoscenze Tradizionali), prova ad adottare le linee guida che
sono emerse dal simposio internazionale .
Il Co.Svi.G. non è nuovo a questi primati. La Comunità del Cibo ad Energie
Rinnovabili rappresenta un caso unico ed emblematico a livello mondiale di
come si possa applicare il concetto di sostenibilità ambientale alla produzione
alimentare. “La cosa non sorprende, - dice il Presidente Piero Ceccarelli siamo abituati ad azioni di questo genere sul nostro territorio, in questo caso
i protagonisti sono un nutrito gruppo di imprenditori che hanno come priorità l’utilizzo delle energie rinnovabili nei propri processi produttivi e la filiera
corta”. La Comunità del Cibo si caratterizza dunque per l’alta qualità e la
sostenibilità di produzioni agro-alimentari ottenute con sistemi innovativi.
A Torino, lo scorso ottobre, gli agricoltori “custodi della Comunità del Cibo
ad Energie Rinnovabili della Toscana”, insieme a Slow Food, hanno dato vita
alle iniziative di promozione della rete delle Comunità del Cibo e di Terra
Madre. È uno degli innumerevoli progetti, avviati nel lontano 1988, per dare
sostegno e vigore alle iniziative degli enti locali delle due aree geotermiche
toscane. Il Consorzio ha un ruolo di primo piano, come braccio operativo
della Regione Toscana, per lo sviluppo sostenibile, la valorizzazione delle
energie rinnovabili e delle tecnologie ambientali, attraverso la risorsa principale che è la geotermia.
Coltivazione in una serra utilizzata per la produzione di basilico, riscaldata con energia geotermica.
Il Co.Svi.G. ha costituito con gli Enti di Ricerca un ponte, utilizzando la struttura di Energea, tra gli enti pubblici e le imprese nell’ambito del trasferimento
dell’innovazione tecnologica.
La partecipazione al DTE (Distretto Tecnologico sulle Energie Rinnovabili
della Toscana) e al PIERRE (Polo sulle Energie Rinnovabili) consente a
Co.Svi.G. di avere un ruolo da protagonista nelle attività per la crescita di
competitività delle imprese toscane del settore.
Nel corso degli anni l’attività di Co.Svi.G. ha avuto come oggetto la promozione e la realizzazione, di concerto con gli Enti Pubblici Soci, di progetti
coerenti con un programma di sviluppo sostenibile del territorio di propria
competenza. Tra i progetti di maggior successo il Parco Eolico di Montecatini Val di Cecina (6 aerogeneratori Leitwind da 1,5 MW ciascuno) e l’assistenza ai Comuni di Pomarance, Monterotondo Marittimo, Castelnuovo Val
di Cecina, Santa Fiora nelle fasi di progettazione e realizzazione di impianti
di teleriscaldamento geotermico che attualmente servono immobili per circa
1,5 milioni di metri cubi, con circa 5.000 utenze allacciate, per un beneficio
ambientale pari a circa 12.100 TEP risparmiate e circa 38.000 tonnellate di
CO2 non emessa ogni anno. Tra i progetti futuri sui quali il Consorzio sta
collaborando con i Comuni soci è opportuno ricordare lo sviluppo di reti di
teleriscaldamento per Chiusdino, Radicondoli, Monteverdi Marittimo e
Montieri. Alla luce della nuova normativa in materia di geotermia, Co.Svi.G.
è fortemente impegnato nella valorizzazione delle medie temperature e nella
promozione di una “filiera geotermica toscana” attraverso la realizzazione
di piccoli impianti geotermoelettrici utilizzanti il ciclo binario (ORC).
Con questa premessa appare logico credere che il progetto di laboratorio
viaggerà su gambe solide e, visti i risultati, sarà funzionale per far confrontare
tanti territori che hanno fatto scelte sostenibili diverse per promuovere l’e-
conomia green. Quando un territorio
progetta il suo futuro dichiara subito
la sua vera identità: è facile che il
nuovo modello di sviluppo adottato
possa essere confrontato con altre
realtà. Non soltanto per far conoscere
i propri luoghi per le caratteristiche
turistiche, ma anche per il raggiungimento della consapevolezza di
applicare nuove formule sostenibili
nel rispetto dell’ambiente, della tutela
del paesaggio e del risparmio energetico. Ecco perché in questi luoghi
suggestivi è nata l’idea di andare alla
ricerca dei territori virtuosi che hanno
una gran voglia d’identità.
Succederà anche il prossimo dieci
dicembre a Piancastagnaio, dove
sarà organizzato un convegno sul
tema “Il Calore della Terra, conoscere
per “capire” e condividerne l’uso”,
andando oltre i confini nazionali con
ospiti internazionali.
Anche questo significa fare “laboratorio delle politiche dell’UNESCO”.
RETE DELLE RETI ANGELO VASSALLO
RETE DELLE RETI ANGELO VASSALLO
di idee innovative
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UN’ASSOCIAZIONISMO
ISPIRATO AI VALORI
DELLA COOPERAZIONE
L’A.N.C.I. ha riconosciuto statutariamente (art. 32) il Consorzio dei Comuni Trentini
quale sua articolazione istituzionale in Provincia di Trento. Il Consorzio dei Comuni Trentini
(A.N.C.I. TRENTINO) è una Società Cooperativa costituita il 9 luglio 1996 alla quale
sono associati la totalità dei Comuni (217) e delle Comunità (16).
Considerati gli scopi statutari, il Consorzio dei Comuni Trentini:
presta ai Comuni e alle Comunità ogni forma di assistenza anche attraverso servizi,
con particolare riguardo al settore contrattuale, amministrativo, contabile, legale fiscale,
sindacale, organizzativo, economico e tecnico;
esercita tutte le prerogative, compiti e funzioni atte ad assicurare al Consiglio
delle Autonomie Locali ogni forma di assistenza, collaborazione e supporto;
rappresenta, difende e tutela gli interessi dei Comuni e delle Comunità intrattenendo,
allo scopo, opportuni contatti con enti, istituzioni, uffici ed organi di ogni ordine e grado;
promuove e favorisce l’innovazione nei Comuni e nelle Comunità attuando iniziative
e compiendo operazioni atte a favorirne l’ottimale assetto organizzativo, anche attraverso
relazioni con enti di ricerca;
presta ai Comuni e alle Comunità ogni forma di assistenza per i problemi legati all’applicazione
dei contratti provinciali di lavoro al personale dipendente; è presente con un proprio
rappresentante nell’A.P.R.A.N. per la definizione degli strumenti contrattuali;
promuove e attua la formazione e l’aggiornamento professionale del personale dipendente
dei Comuni e delle Comunità; attiva specifici interventi di formazione e aggiornamento
per gli Amministratori comunali;
attua tutte le iniziative previste per il mantenimento della certificazione della gestione
forestale sostenibile delle foreste di proprietà comunale secondo lo schema PEFC.
Consorzio dei Comuni Trentini
Via Torre Verde, 23 - 38122 TRENTO
Tel. 0461-987139 - Fax 0461-981978
[email protected] - www.comunitrentini.it