Soko, la nuova diva virtuale
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Soko, la nuova diva virtuale
Tomb Raider È Alison Carrol la nuova Lara Croft Venezia Problemi risolti per proiezione “Yuppi Du” Protestano i fan Troppi privilegi per Chapman, killer di Lennon Alison Carrol è la nuova Lara Croft. Modella e ginnasta, 23 anni, prende il posto di Angelina Jolie in “Tomb Raider”. Risolto il problema tecnico per la proiezione di Yuppi du, il film di Celentano si potrà vedere alla Mostra di Venezia il 4 settembre Protestano i fan dei Beatles: Mark David Chapman, che assassinò John Lennon nel 1980, gode di troppi privilegi in carcere. ■ 49 Soko, la nuova diva virtuale Tre milioni di download senza pubblicare un disco LAURA PUTTI PARIGI francese, ha 22 anni (ma ne dimostra 16), ed è già una regina. Né corona, né scettro. Soko è la regina dei clic in rete. A tutt’oggi, tra YouTube e MySpace, ne ha già collezionati più di sette milioni. Grazie a una canzone. Fondamentalmente a una sola canzone. Si intitola I’ll kill her ed è uno di quei motivetti che si incollano in testa. C’è stato un momento in cui, a Parigi, ti imbattevi in sgangherati cori di adolescenti inquieti che cantavano a squarciagola «I’ll kill her, I’l kill her, she stole my future, she broke my dreams», la ucciderò, la ucciderò, mi ha rubato il futuro, ha infranto i miei sogni. Era l’anno scorso di questi tempi, massimo fulgore del fenomeno Soko. La quale, dopo aver causato tutto questo “buzz”, è sparita. Per la verità non è mai veramente apparsa. Nel novembre del 2006 un’attrice debuttante di nome Stéphanie Sokolinski (famiglia originaria dell’Europa dell’Est, ma nata a Bordeaux) decide di mettere in rete una canzone che ha appena composto. L’ha registrata sul telefonino, voce e chitarra (di suo fratello minore), seduta sul letto, nella sua stanzetta. Si intitola “I’ll kill her” e racconta di un giovanotto che le dà buca per uscire con una bionda. La mette su MySpace, dedicata a un amico (l’infedele?). Oggi che la sua pagina su MySpace ha avuto più di tre milioni e mezzo di contatti, quella prima versione la rinnega un po’. Dice che avrebbe voluto fare un grande quadro pieno di colori, e che quello era solo uno schizzo in bianco e nero, e che le dispiace di aver avuto successo con un disegnino di prova e non con una vera opera d’arte. Ma tant’è. La canzone colleziona talmente tanti contatti che, neanche un anno dopo, Soko (la quale nel frattempo continua a recitare in film di giovani registi francesi) mette in rete cinque titoli, quello che si chiama un EP, scaricabile dal distributore digi- È Il brano che l’ha resa famosa, “I’ll kill her”, l’ha registrato con il cellulare tale Believe, e in Italia anche da iTunes, Nokia e Alice. Si intitola Not SoKute, e le canzoni raccontano storie di ragazze perdenti, ma in fondo molto vincenti perché abbandonate da ceffi che non le meritano. Signorine cuorinfranti che lei canta con voce rasposa e sensuale, una “femme fatale” spettinata, in maglioncino bianco, senza un filo di trucco. The dandy cowboys, Take my heart, Shitty day, It’s raining outside e naturalmente I’ll kill her (che Stella McCartney ha usato per la sua sfilata parigina nell’ottobre dell’anno scorso). L’EP lo ha anche riprodotto su cd e ne ha tirate mille copie (oggi da collezione), perché non si sa mai, meglio non fidarsi ancora troppo di Internet. Ma, frugando in MySpace, un popolarissimo dj danese (Rob Stenders) inciampa in “I’ll kill her” e la trasmette su una radio nazionale. Diventerà un hit e la cantante virtuale Soko si materializzerà a Copenaghen. Un club di 500 posti si riempie per più concerti dopo due sole ore di prevendita. La gente la riconosce per la strada. Mentre Soko conquista l’Europa del Nord fino ad arrivare a Londra (terrorio solitamente “off limits” per qualunque cantante francese), Believe Digital continua a vendere in rete le cinque canzoni. Dall’aprile del 2007 l’EP ha avuto più di quarantamila download e “I’ll kill her” più di ottantamila. Le majors, i grandi gruppi di- Nel 2009 dovrebbe pubblicare per la prima volta due compact disc autoprodotti scografici, si pressano alla sua porta. Bussano, ma nessuno apre. Lei non si fa vedere, non concede interviste e tantomeno canzoni. Il suo fai-da-te le basta e avanza. “I’ll kill her” entra nelle classifiche digitali europee, ed è scaricata anche in Australia, Giappone, Stati Uniti e Canada. E lei, che soltanto un anno e mezzo fa non sapeva suonare uno strumento (oggi se la cava con l’ukulele, la chitarrina a quattro corde, di origine hawaiana); lei, autrice di una sola canzone scritta per gioco, ora compone di getto. Mette nel cassetto più di cinquanta brani e in rete una mezza dozzina, spesso registrati dal vivo in piccoli concerti in Francia e in Inghilterra. In questa estate Soko sta girando per i più importanti festival tedeschi, inglesi, svizzeri, svedesi, belgi, olandesi e naturalmente francesi. Ma continua a non concedersi alla stampa. In compenso il suo manager, David Barat, parla per lei. E racconta di un doppio cd che, annunciato per l’autunno, dovrebbe invece essere pronto per gennaio 2009. «Sono trenta canzoni autoprodotte» dice Barat. «Uno dei cd è registrato low-fi, in casa di Soko. L’altro sarà un vero disco di studio». Sarà sempre scaricabile in rete, ma questa volta la cantante si affiderà a una “label”, la Babycat Records. Che è sua. In Italia, probabilmente, i dischi usciranno per Because, la stessa etichetta (indipendente dalle major) per la quale incidono Manu Chao e Charlotte Gainsbourg. La curiosità “Doctor Who” incorona Raffa icona televisiva del XX secolo ROMA — Qual è la forma di intrattenimento più tipica dell’intero XX secolo? Gli inglesi hanno una risposta sorprendente: Raffaella Carrà. Durante uno degli ultimi episodi della quarta stagione di Doctor Who, popolare serie tv di fantascienza prodotta sulla Bbc, agli astroviaggiatori diretti al pianeta Midnight viene infatti offerto come passatempo un videoclip di Raffaella. La hostess dei veicolo spaziale spiega ai passeggeri che hanno di fronte una vera reliquia mediatica, che quello a cui stanno per assistere è uno degli spettacoli più in voga del Novecento. Bastano però pochi minuti ai passeggeri per decidere che la Carrà decisamente non ha superato la prova del tempo, giudicandola tanto inattuale da risultare insopportabile. Per non dover mai più sentire Ballo ballo, i viaggiatori interstellari afferrano un cacciavite e manomettono il monitor. Per vedere questo episodio, il pubblico italiano dovrà attendere la prossima stagione televisiva, quando la quarta serie di Doctor Who verrà mandata in onda, in esclusiva, da Canal Jimmy, sulla piattaforma Sky. La serie racconta i viaggi attraverso i secoli del Signore del Tempo, che per muoversi da una data all’altra usa una nave spaziale camuffata da cabina del telefono della polizia. La serie fu un successo televisivo degli anni 60 e 70 in Inghilterra: la prima puntata di questo show che ha fatto la storia della Bbc è andata in onda il 23 novembre del 1963. Dopo due decenni di successo, il declino e la sospensione, nel 1989. Pochi anni, e al pubblico inglese è tornata la voglia di viaggi nel tempo. Il remake, di grande successo, è partito nel 2005, ed è già arrivato di gran carriera alla quarta stagione. Repubblica Nazionale