Tv pugliesi, con il digitale un futuro in bianco e nero

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Tv pugliesi, con il digitale un futuro in bianco e nero
www.mediaterraneonews.it
Anno 4 - N. 21 - Aprile 2011
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MEDI@TERRANEO news - Periodico del Master di Giornalismo di Bari
Ordine dei Giornalisti della Puglia - Università di Bari
Editore: Apfg - Bari
Direttore Responsabile: Lino Patruno
Registrazione Tribunale di Bari numero 20/07 del 12/04/2007
Redazione: str. Palazzo di Città 5 - Bari
Telefono 080-5223560
Fax 080-5223569
email: [email protected]
Voi ragazzi
fortunati
due volte
di Lino Patruno
Lino Patruno è il nuovo direttore del master di giornalismo di
Bari e delle testate edite dalla
Apfg (Associazione pugliese per
la formazione al giornalismo).
Patruno prende il posto di Antonio Rossano, scomparso il 30
marzo. Questo è il suo editoriale
di insediamento.
Crescono gli occupati, diminuiscono gli ascolti
E le emittenti locali temono l’addio all’analogico
un onore, un piacere e uno
stimolo per me dirigere la
Scuola di giornalismo di
Puglia. Ringrazio l’Ordine
che l’ha voluto. Quindi mi
rivolgo a voi ragazzi della Scuola cui
dico: siete fortunati due volte. Primo,
perché potete accedere a questa professione attraverso una Scuola. Secondo, perché avete scelto di fare il
mestiere più bello del mondo. Meglio
capirci sùbito, perché sono certo che
la maggior parte dei colleghi abbiano
già fatto capriole per dissuadervi: ma
chi te lo fa fare.
E immagino anche che i colleghi
abbiano portato argomenti efficaci a
loro conforto e a vostro sconforto. Vi
avranno detto che è una fatica della
malora, che non avrete più orari e una
vita vostra, che non conoscerete più
domeniche, feste, fine settimana. Vi
avranno detto anche che sarete sempre ossessionati dalla fretta, che quando crederete di aver finito potrete
essere costretti a ricominciare tutto
daccapo, che starete a pensare a ciò
che dovete fare anche quando sarete a
casa o fuori con gli amici che vi chiederanno perché avete l’aria assente.
I medesimi colleghi vi avranno detto
che sarà un’impresa per voi trovare
un lavoro stabile, che i giornali quasi
non assumono più, che non si guadagna più come una volta quand’anche
una volta si guadagnasse chissà come,
che spesso i sogni di gloria da grandi
inviati si infrangono nella «cucina»
del giornale, che dovrete sgomitare
sempre perché ormai fra giornali, tv,
radio, web c’è una concorrenza continua e le notizie ce l’hanno tutti, finanche sul telefonino.
È
>> SEGUE A PAGINA 7
Tv pugliesi, con il digitale
un futuro in bianco e nero
CASSANO, DI BITETTO, GASPARRO, LASELVA, LONGO, MARINELLI, MONTEMURRO E TURLIONE DA PAG. 3 A PAG. 6
l’arcipelago
Tedesco, la sentenza che fa tremare il Senato
GIANGIUSEPPE CONSOLE
[email protected]
n senatore può influire
sulla pubblica amministrazione e, anche in
tale veste, potrebbe reiterare i reati di cui è
accusato. E' questo il senso della pronuncia del Riesame di Bari sul caso
del senatore Alberto Tedesco. I giudici hanno confermato, attenuandole,
le misure cautelari nei confronti dell'ex assessore regionale alla Salute.
Questa decisione non muta però la
procedura parlamentare: il Senato
dovrà comunque decidere se concedere o meno l’arresto, e il presidente
della giunta per le autorizzazioni a
procedere, Marco Follini, ha già
dichiarato che si dovrà ricominciare
tutto da capo. Il caso non ha precedenti, in tutti i sensi.
Il principio contenuto nell’ordinanza dei giudici baresi rischia infatti di
diventare un precedente fortissimo:
il fatto di essere parlamentare non
esclude la possibilità che si possa
ritenere non sussistente la reiterazione di un reato nei confronti della
U
pubblica amministrazione. Dovesse
arrivare l’ok del Senato per Tedesco,
questo principio dovrebbe poi essere
applicato anche in futuro. Ed è chiaro che la prospettiva non fa piacere a
nessuno, maggioranza o opposizione.
Già in occasione della precedente
pronuncia della giunta per le autorizzazioni a procedere, che aveva
rinviato all'Aula la decisione finale,
qualcuno aveva sollevato il dubbio
che Tedesco potesse effettivamente
reiterare il reato a così tanto tempo
sia dai fatti, sia dalle indagini.
E i primi segnali di «disagio politico» e di distinguo si stanno già manifestando. All'interno del Pd, il partito
di cui faceva parte fino a poco tempo
fa l'ex assessore alla sanità pugliese,
si delineano posizioni differenti.
Frutto della decisione di Bersani di
lasciare libertà di voto ai propri
deputati, e quindi anche di imbarazzo.
C'è chi come Rosy Bindi sembra
propendere per l'accoglimento della
richiesta della procura di Bari, allineandosi a Casson e Di Pietro. Diversa e più articolata la posizione di Fol-
lini e D'Alema.
Ma a rendere più ingarbugliata la
situazione del Pd ha contribuito lo
stesso Tedesco dichiarando di «non
poter accettare» che la magistratura
richieda il suo arresto e che il Senato
lo salvi.
Una mossa che ha spiazzato tutti.
Nel partito più grande dell'opposizione si teme da un lato l'impatto sull'opinione pubblica di un diniego alla
richiesta di arresto, dall'altro ci si
chiede se possa ritenersi giusto e
accettabile che si debba esprimere
un giudizio sotto l'ombra di una
simile preoccupazione.
A livello della politica regionale le
cose non vanno meglio. Le posizioni
dei vertici del Pd e di Sel sembrano
orientate ad una presa di distanza
rispetto all'ex alleato.
Ma resta sul piatto come un macigno il peso di quei trentamila voti
che il senatore Tedesco ha sempre
assicurato alla coalizione di centrosinistra, sia a livello regionale, sia
nazionale.
E sono voti che potrebbero diventare l'ago della bilancia delle future
consultazioni.
cronaca
aprile 2011
pagina 2
INTERVISTA Dopo l’emergenza profughi che ha colpito la Puglia, parla l’assessore della giunta Vendola
«Manduria, il campo vachiuso»
Fratoianni: «Ma ai migranti devono essere garantite libertà e tutela legale»
MARZIA CONVERSANO
questo governo, cioè la Lega, che ha provato ad affrontare la situazione fuori da una
logica di accoglienza. Si è detto che i
migranti dovevano essere respinti in mare,
«La tendopoli di Manduria è un modello
qualcuno dice addirittura che bisogna spasbagliato di accoglienza. Per questo motivo
rarli. E' una vergogna».
andrebbe chiusa al più presto». L’assessore
Che situazione ha trovato nella tendoregionale all’Immigrazione Nicola Fratopoli?
ianni ha le idee chiare. E non risparmia le
«Abbastanza serena perché era finalmenfrecciate al governo Berlusconi: che avrebte arrivato l'annuncio dell'accordo siglato
be agito fino ad ora tenendo fuori le Regiosulla concessione dei permessi di soggiorno
ni.
temporaneo. Ma i primi tempi la situazione
Si è detto in questi mesi che la grande
era grave. Mancava l'acqua quasi sempre e
emergenza non è mai esistita ma è
c'erano problemi nella distribuzione del
stata solo un'operazione di propaganda
cibo. Ora i problemi sono in parte risolti.
del governo. Cosa pensa di queste poleLa questione principale rimane quella di
miche?
gestire una condizione in cui ci sono delle
«È un po' difficile accettare l'idea che in
persone che sono costrette a stare in un
un Paese come il nostro, una delle potenze FUGA DALLA TENDOPOLI I migranti tentano di scappare dal campo di Manduria
luogo senza una ragione. Perché avrebbero
del G8, con 60 milioni di abitanti, un afflusso di 20mila persone possa essere definito uno tsu- una mega tendopoli che in un territorio così picco- il diritto di muoversi liberamente sul territorio».
Quale sarà il destino della tendopoli?
nami umano, un'emergenza dalle proporzioni pre- lo come Manduria non provoca un problema di
«Penso che andrebbe chiusa perché è un modello
sentate come bibliche. Credo che da questo punto sicurezza, ma di gestione dei flussi. C'è bisogno di
di vista la scelta di insistere molto sul tema del- mediazione culturale, di orientamento, di informa- sbagliato di accoglienza. Ma credo che difficilmente chiuderà a breve, nonostante le promesse ripetul'emergenza sia una scelta ideologica, utilizzata zione per i migranti e per il territorio».
Perché c’è stato tanto ritardo nella concessio- te di Maroni e Mantovano. Forse Manduria verrà
come strumento politico».
utilizzata come centro di primo smistamento. Ma
In cosa consiste il Patto per la sicurezza dei ne dei permessi di soggiorno temporanei?
«Al governo regionale è spesso negata la possibili- dovrà essere garantito che i migranti restino solo
comuni di Oria e Manduria siglato dal sottosetà di avere anche semplicemente informazioni. per il tempo necessario, e che all'interno e all'estergretario all'Interno Alfredo Mantovano?
«Non lo so. La Regione e gli enti locali non sono Posso dire che ciò che ha contraddistinto la gestio- no del campo ci siano tutte le condizioni di tutela e
stati minimamente coinvolti. Più che fare un patto ne da parte del governo di questa vicenda è una di garanzia come succede nei Centri di accoglienza
per la sicurezza si dovrebbero garantire risorse che grandissima confusione. Non solo per scarsa com- per richiedenti asilo, come la libertà di movimento
aiutino a gestire in modo opportuno la situazione. petenza ma perché c'è stato continuamente il ricat- e la possibilità di ricevere orientamento legale e colSi è scelto in modo del tutto sbagliato di costruire to di una componente politica rilevantissima di legamenti col territorio».
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IL CASO Dopo la vicenda Saturno, sono diventate 50 le morti sospette
Carceri italiane,19 possibili suicidi nel 2011
L’allarme: superato il limite dei posti letto
FEDERICO GRECO
[email protected]
Dal 2000 al 2011 nelle carceri
italiane sono morti 1.786 detenuti, di cui 645 (ben un terzo)
per suicidio. Nei soli primi
quattro mesi di quest'anno
sono 50 i detenuti morti, 19
dei quali si sarebbero suicidati. Sono i dati allarmanti
riportati nel dossier «Morire
di carcere», elaborato dal centro studi «Ristretti Orizzonti».
La pena di morte non esiste
più in Italia dal 1948 (nel 1994
è stata cancellata anche dal
codice di guerra). Sono passati oltre 60 anni, eppure in carcere si continua a morire. È
successo ancora. Questa volta
in Puglia. Carlo Saturno, il
giovane di Manduria che
avrebbe tentato il suicidio
nella sua cella del carcere di
Bari, non ce l'ha fatta. Ricoverato in gravissime condizioni
nel reparto di rianimazione
del Policlinico, è morto dopo
un’agonia di sette giorni.
Mimmo Mastrulli, vice
segretario nazionale del-
l’Osapp (il sindacato della
polizia penitenziaria) solleva
il problema del sovraffollamento nelle carceri pugliesi.
Nel penitenziario di Bari il
tetto di 296 posti letto è stato
superato di oltre il 100%: ad
oggi ce ne sono 606. Nelle 15
strutture
penitenziarie
pugliesi i posti sono 2.528, ma
il numero dei reclusi ammonta a 4.445. Un «carnaio
umano», tuona Mastrulli.
Luigi Morsello, ispettore
generale del Dipartimento
dell'amministrazione penitenziaria, ricorda che in base
al piano cerceri del ministro
Alfano in Puglia si sarebbero
dovuti realizzare 18 penitenziari e 49 padiglioni. Ma ad
oggi siamo fermi ai vecchi 11
penitenziari con i loro 20
padiglioni. Inoltre, «i posti
letto da realizzare sono scesi
da 21.709 a 9-10 mila. I fondi si
sono ridotti da 600 a 200 milioni di euro, dei quali 50 a carico del ministero della Giustizia e 150 dalla cassa delle
ammende, soldi che in realtà
dovrebbero essere destinati
alle attività per i detenuti».
Sovraffollamento, certo. Ma
qui si parla anche di soprusi,
violenze e torture nei confronti di detenuti. Il ricordo
non può non andare a Stefano
Cucchi, anche lui vittima di
un sistema carcerario inefficiente ed a volte corrotto.
Carlo Saturno aveva 22
anni. Alle spalle una vita tormentata, fatta di solitudine,
diversi tentativi di suicidio,
scelte e amicizie sbagliate.
Era solo sedicenne quando
venne arrestato per furto e
condotto nel carcere minorile
di Lecce, dove avrebbe dovuto ricevere un'educazione
finalizzata al reinserimento
nella società civile. Ma insieme a altri due detenuti visse
l'incubo delle violenze e dei
maltrattamenti. La denuncia
dell'onorevole Alberto Maritati, all'epoca sottosegretario
alla Giustizia, portò all'apertura di un'inchiesta e, nel
2010, al rinvio a giudizio dell'ispettore Gianfranco Verri e
di altri otto agenti per abusi
su minori e violenze. Saturno
si costituì parte civile. Di quel
processo non se ne farà più
BARI Carlo Saturno, 22 anni, morto al Policlinico di Bari lo scorso 7 aprile
nulla. Il giudice del Tribunale
di Lecce, Fabrizio Malagnino
(il terzo che si occupa di questo procedimento), ha rinviato l'udienza al 19 giugno 2012,
data in cui i reati saranno
prescritti.
Dopo la denuncia Carlo fu
spostato prima a Taranto, poi
a Lucera e, cinque mesi fa, a
Bari. Ma in Puglia non ci
voleva stare. Voleva andare
al Nord a scontare la pena,
dove nessuno avrebbe saputo
che era stato lui ad accusare
gli agenti-aguzzini.
Il resto è storia dell'ultima
settimana di vita. Il 29 marzo,
forse in seguito a una colluttazione con un agente, Saturno finisce in isolamento. Il
giorno successivo - secondo le
ricostruzioni ufficiali - ha tentato il suicidio impiccandosi
con un lenzuolo fissato al
montante del letto a castello.
Trasportato in ospedale, è
entrato in coma. E’ morto il 7
aprile.
Le ultime parole per la sorella Anna le ha scritte in una
lettera del 18 marzo: «Non
smetto mai di guardare la foto
in cui stiamo tutti insieme e
mi viene da piangere perché
ho tanta paura, non so quando vi posso riabbracciare,
non so quando uscirò, non so
niente e questo mi fa stare
molto triste, non provo più un
pizzico di felicità».
Proprio la sorella oggi chiede giustizia e si scaglia contro
gli agenti: «Assassini, l'avete
ucciso». E i sindacati di polizia penitenziaria alzano i toni
e gridano alla diffamazione.
La procura di Bari, nonostante l'autopsia abbia accertato
la morte per asfissia, sta ipotizzando l'istigazione al suicidio.
Inchiesta
ANTONELLO CASSANO
[email protected]
La situazione occupazionale
nelle emittenti televisive
pugliesi è in una quiete prima
della tempesta. La quiete è
ben descritta scorrendo i dati
del Corecom che mettono a
confronto gli anni dal 2007 al
2009, un periodo nel quale si è
verificato un incremento dei
giornalisti contrattualizzati.
Erano 184 nel 2007, sono passati a 223 nel 2008. E nel 2009
sono saliti ulteriormente a
quota 251. Ma la tempesta è il
passaggio al digitale, una
tempesta che la Puglia (esclusa la provincia di Foggia
accorpata nello switch-off con
Molise e Abruzzo) ha rimandato al giugno 2012.
Dal 2007 al 2009 solo Teledehon, Telebari e Telerama 1
risultano aver effettuato tagli
al personale. Tutte le altre
emittenti hanno assunto giornalisti o hanno mantenuto
stabile il numero di occupati.
Esemplare il caso di Studio
100 Tv, passata da 12 giornalisti nel 2007 a 22 nel 2009. A
seguire Telenorba, che sta
ottenendo ottimi risultati con
TgNorba 24. Per quanto
riguarda la sede regionale di
Rai3 (non monitorata dal
Corecom), il numero dei giornalisti occupati è rimasto più
o meno costante, oscillando
tra i 28 del 2007 e i 26 del 2009.
Ma tra i 28 occupati del 2007
erano presenti anche 8 giornalisti precari con contratto a
I GIORNALISTI CONTRATTUALIZZATI NELLE TV PUGLIESI
184 251
Giornalisti a contratto
nell'anno 2007
Telenorba
Telerama
Antenna Sud
Teleregione color
Studio 100 Tv
Teledehon
Telebari
41
35
15
15
12
10
9
43
35
15
19
22
6
6
Telerama 1
Teleradioerre
Telesveva
BS television
Tele Blu
Canale 7
Trcb
9 2
8 9
7 10
5 9
4 5
4 6
4 6
Giornalisti a contratto
nell'anno 2009
Videopuglia
Telefoggia
Rtg Puglia
Video Emme
Teledauna
Puglia Channel
L'ATV
2
2
2
1
1
1
1
0
2
3
1
1
4
0
FONTE: Elaborazione su dati Corecom Puglia - La lista riporta solo le emittenti principali
Nelle tv locali più occupati, meno certezze
tempo determinato. Otto precari che negli ultimi 4 anni
sono stati stabilizzati. Anche
nelle altre emittenti l’aumento degli occupati sembra
dovuto almeno in parte alla
stabilizzazione dei precari.
Ma le brutte notizie sono
dietro l’angolo: dall'inizio del
2011 hanno chiesto la cassa
integrazione Antenna Sud,
Telebari, Studio 100 e Telerama. L'arrivo del digitale avrà
sulle piccole reti effetti disastrosi. È quanto prevede
anche Domenico Giotta,
direttore del Corecom Puglia,
l'organismo che si occupa
delle telecomunicazioni e del
sistema radiotelevisivo a
livello locale. Le prospettive
pugliesi sono preoccupanti,
considerati i pessimi risultati
ottenuti nelle altre regioni
che hanno già effettuato il
passaggio. La Regione Sardegna, la prima a essere completamente digitalizzata, è stata
anche la prima a dichiarare
lo stato di crisi per le sue
emittenti locali. Situazione
simile anche in Emilia, Piemonte e Lombardia.
In Puglia sono 50 le tv locali
attive, ma soltanto dieci
potranno strappare una
buona posizione sul telecomando (cioè dal canale 9 al
canale 19). Nell’etere c’è poi il
rischio delle interferenze: dal
giugno dell’anno prossimo la
Puglia rischia infatti di trovarsi in una babele di canali
lucani e calabresi. Per non
parlare degli insormontabili
problemi di interferenza con i
canali transfrontalieri albanesi.
Ma tornando alla questione
occupazionale, a dimostrazione che per il momento il passaggio al digitale è percepito
più come un pericolo che
come un'opportunità, la
Regione Puglia ha già stanziato 10 milioni di euro (fondi
Fesr) per sostenere l'ingresso
e soprattutto la sopravvivenza delle emittenti pugliesi
nelle terre selvagge del digita-
le . Fondi che saranno distribuiti in base a una graduatoria: ad ottenere più finanziamenti saranno le emittenti
con il maggior numero di
giornalisti professionisti e
pubblicisti assunti a tempo
indeterminato.
A quanto pare la Puglia si è
mossa per prima e con il maggior stanziamento di risorse
insieme alla Campania. Sulla
stessa linea si stanno muovendo anche le altre regioni.
Si teme che a pagare pegno al
digitale saranno molte delle
650 reti locali sparse sul territorio italiano. Il bilancio finale è rimandato a giugno del
prossimo anno.
Pubblicità, crisi finita. L’esperto: «Il boom nel 2012»
CAROLINA DI BITETTO
[email protected]
Non è certo la pubblicità ad allontanare il telespettatore dalla tv. L'italiano medio, esasperato dalle
continue interruzioni pubblicitarie, al massimo
cambia canale. O, nella peggiore delle ipotesi, si
addormenta.
Gli spazi pubblicitari nei palinsesti televisivi sono
sempre presenti, anche se attualmente non si registra un netto aumento, nonostante la pubblicità sia
«linfa vitale» per i bilanci aziendali. Secondo le
stime elaborate da Nielsen - società che offre informazioni di marketing - gli investimenti della pubblicità nella tv in Italia sono pari a 340mila 550 euro
in riferimento a gennaio 2011. Esattamente un anno
prima erano 335mila 239 euro, quindi la variabile
aumenta dell'1,6%.
Facendo ancora un salto indietro di un anno, nel
trimestre gennaio-marzo 2009 gli investimenti pubblicitari nella televisione erano di 1.144.369 euro,
circa 100mila in più rispetto agli stessi mesi del 2008
(1.352.835). Però di questi solo il 6% (500 milioni
circa) erano destinati alle tv locali. Impossibile fare
una stima precisa dei dati relativi alla Puglia.
Comunque, si nota che l'andamento degli investimenti del settore pubblicitario nelle televisioni
negli ultimi 3 anni è più o meno costante: dopo il
picco tra 2008 e 2009, c'è un calo tra 2009 e 2010 e una
leggera ripresa nel 2011. Per la carta stampata la
situazione è più critica. Si registra il segno meno:
da gennaio 2010 a gennaio 2011 gli investimenti pubblicitari nella stampa passano da 132 a 123 milioni
di euro, quindi -7,2%.
Secondo Nielsen lo stallo della pubblicità nella
televisione è dovuto all'andamento dell'economia
internazionale, come spiega Stefano Russo, responsabile marketing e comunicazione della divisione
Ais (adversiting information service) della Nielsen
Italia: «L'investimento pubblicitario dipende dal
contesto economico. Con la crisi del 2009 le aziende
hanno diminuito la spesa, anche se un po’ meno in
tv. Nel 2010 inizia la ripresa e il mercato pubblicitario torna a crescere, soprattutto internet, tv e
radio». Nei primi mesi di quest'anno, però, tutti i
settori hanno investito poco. «Questo è dovuto - continua Russo - ai problemi internazionali, alla crisi
in Nord Africa, all'aumento del prezzo dei beni alimentari, settore di largo consumo che investe molto
in pubblicità».
Ad aprile, secondo le prime stime, il mercato pubblicitario sta ricominciando a crescere: «Si prevede
un 2011 stabile o in leggero aumento. Per poter constatare una crescita economica più marcata bisogna aspettare il prossimo anno».
Ma come dare una spinta al mercato pubblicitario? Secondo Russo dipende da due fattori: la
macroeconomia e l'offerta dei canali disponibili.
«Stiamo certamente vivendo una fase di trasformazione nella tv per l'arrivo del digitale terrestre che
aumenterà gli investimenti pubblicitari». Insomma, anche le aziende che prima non investivano in
pubblicità ora avranno modo di farlo.
Altro forte impulso deriva da internet: «Vicende
economiche e tecnologiche cambiano i mezzi di
comunicazione. E di conseguenza cambiano anche
le dinamiche della pubblicità».
aprile 2011
pagina 4
Inchiesta Gli spettatori e le prospettive
Icanali locali in crisi di ascolti
Molti fuggono dall’Auditel
ILARIA TURLIONE
[email protected]
In attesa del passaggio al
digitale terrestre le tv locali
pugliesi continuano a darsi
battaglia sui dati Auditel. E
nel primo trimestre 2011 le
principali emittenti, Telenorba e Teledue, registrano un
importante calo degli ascolti
forse dovuto al contemporaneo successo della nuova piattaforma satellitare Tg Norba
24, il nuovo canale lanciato
dal gruppo di Luca Montone
che in soli due mesi di vita è
stato scelto da oltre 10 milioni
di persone, contro i 12 di Sky
Tg 24. Il nuovo Tg ha superato
più volte il milione di ascoltatori quotidiani, con una
media giornaliera di 900 mila
(meno di 300 mila fuori dalla
Puglia) e quasi sei milioni di
contatti mensili.
A gennaio Teledue, seconda
emittente del gruppo Norba,
ha perso circa 122mila telespettatori al giorno rispetto a
12 mesi prima. Più contenuto
invece il calo della più grande
emittente locale italiana, che
a gennaio ha sostanzialmente
mantenuto gli spettatori dell'anno precedente mentre a
marzo ne ha registrati 75mila
in meno. Cali di ascolti anche
per le altre emittenti pugliesi.
Per la tarantina Blu Star Tv
una perdita complessiva di
circa 16.000 spettatori nel
primo trimestre di quest'anno. Saldo negativo anche per
Teledehon e Telerama: nel
primo trimestre del 2011
24.600 contatti giornalieri
netti persi dalla tv andriese,
18mila spettatori in meno per
l'emittente salentina. Andamento irregolare invece per
Telepuglia, altra emittente
del gruppo Norba, che rispetto ai dati negativi dei primi
due mesi del 2011 ha registrato a marzo 33mila spettatori
giornalieri in più. Speculare
la situazione di Studio 100
che, dopo un lieve aumento
degli ascolti nel bimestre gennaio-febbraio, a marzo 2011
ha perso 22.000 contatti medi
giornalieri. L'unico andamento positivo è quello di 7 Gold
Puglia, che nel mese di febbraio ha raggiunto addirittura un +66mila contatti medi
giornalieri rispetto al 2011.
Sono escluse dalle rilevazioni
Auditel Antenna Sud, che ha
monitorato gli ascolti sino a
febbraio 2010 con dati che la
confermavano la terza emittente pugliese, e Telesveva, i
cui ascolti sono per l'intero
2010 particolarmente bassi.
Rilevazioni a singhiozzo invece per la foggiana Teleblu, il
cui Auditel rimane comunque modesto.
Ma oltre i dati correnti, si
temono gli ascolti con l'arrivo
del digitale. «È caos totale. Le
emittenti locali sono alla
canna del gas» ha commentato Domenico Giotta, direttore
del Corecom. Perché nelle
regioni in cui le frequenze
analogiche sono state abbandonate si registrano drammatici cali degli ascolti. La situa-
La scheda
Così funziona
il rilevamento
dell’Auditel
Un apparecchio elettronico,
che si chiama «meter», rileva
ogni giorno, minuto per
minuto, l'ascolto di tutti i
canali di ogni televisore che
sia in funzione nelle
abitazioni delle famiglie
campione. Il campione
Auditel (che si chiama
«panel») è scelto per essere
rappresentativo della
popolazione con età
superiore ai 4 anni.
zione dipende dal cosiddetto
Lcn, l'ordinamento automatico dei canali, che privilegia
solo dieci delle emittenti
regionali posizionandole dal
canale 9 al canale 19 (i canali
più facilmente raggiungibili
da chi è abituato alla numerazione analogica), a discapito
delle altre tv locali.
«E i cali degli ascolti - ha sottolineato Giotta - si faranno
sentire anche da noi». Perché
si dovrà fare i conti anche con
la differente capacità trasmissiva delle nuove frequenze.
Ad ogni canale analogico corrisponderà infatti una frequenza digitale in grado di
ospitare fino a sei canali, che
bisognerà riempire di contenuti e pubblicità. Novità che
il direttore del Corecom ha
criticato duramente: «Quale
emittente locale pugliese sarà
in grado di ottenere buoni
livelli Auditel offrendo un
palinsesto valido e differenziato, con i costi che questo
comporta?».
GLI SPETTATORI DELLE PUGLIESI
EMITTENTE
TG NORBA 24
TELENORBA
TELEDUE
ANTENNA SUD
7 GOLD PUGLIA
STUDIO 100 TV
TELERAMA
TELEPUGLIA
TELEDEHON
TELESVEVA
TELEBLU
BLU STAR TV
INTERVISTA 1 Il direttore di Antenna Sud: noi abbiamo investito sull’innovazione tecnologica
Ferretti: «Rinnovarsi per sopravvivere»
«Sbagliato copiare le emittenti nazionali. Assunzioni? Per ora non se ne parla»
ALESSANDRA MONTEMURRO
[email protected]
«Credo che le emittenti locali non debbano scimmiottare il nazionale. Il grande problema sono i costi. Già alti in partenza diventano esagerati in certe
situazioni». Così Annamaria Ferretti,
alla guida di Antenna Sud da cinque
anni, quando parla della crisi occupazionale che investe il mondo del giornalismo televisivo.
Le tv locali fanno fatica a sopravvivere. Il digitale terrestre è una
risorsa o un elemento di possibile
crisi per le piccole emittenti?
«Il digitale terrestre è un passaggio
molto doloroso per l'emittenza locale. Il
governo sta portando avanti una politica assolutamente penalizzante per i territori. Gli editori delle piccole emittenti sono stati indotti a fare sostanziosi
investimenti, anche sulle macchine,
per essere al passo con i tempi. Il gioco
è un gioco al massacro».
Antenna Sud come si appresta ad
affrontare questo passaggio?
«Sin dall'inizio noi abbiamo preferito
lavorare sulla Rete con una web tv. Al
digitale siamo arrivati un pochino in
ritardo rispetto agli altri. Ci piaceva
l'idea di recuperare anche il pubblico
più giovane. A loro di guardare la tv
non interessa. Non la tv tradi- ANNAMARIA
zionale. Non comprano i gior- FERRETTI
nali ma vanno su internet. Direttore
Attraverso la Rete noi cer- dell’emittente
chiamo anche di ragionare televisiva
con chi snobba la televisione. barese
E i risultati arrivano».
Antenna Sud
Quanto incide il ricavo
pubblicitario sul lavoro
delle televisioni?
«La pubblicità ha fatto tanto
ma adesso non fa più niente.
Si è ridotta di moltissimo. La
concorrenza è una concorrenza sleale e c'è chi propone uno stesso vero un dolore per chi lavora e vede il
prodotto a prezzi stracciati. La pubbli- proprio futuro assolutamente precacità, nel senso istituzionale del termine, rio».
Si parla quindi di precariato?
ormai è morta. Bisogna lavorare su un
«Assolutamente sì. E i tagli del goveraltro tipo di idee come i redazionali. Un
contenuto più light ma orientato sullo no hanno influito moltissimo sulle scelte. Se si tiene conto del fatto che noi
specifico. Ma anche così si fa fatica».
Dall'11 aprile dopo 30 anni la linea stiamo ancora aspettando i contributi
editoriale di Antenna Sud è cambia- del 2008, come si va avanti? Quanti sono
ta. Un modo per sopravvivere alla gli editori disposti ad investire? È una
domanda da porsi in questo momento».
crisi?
Prospettive di nuove assunzioni?
«In questa fase di passaggio noi abbia«No. Antenna sud come tv locale oggi
mo colto l'occasione per modernizzare
la nostra veste. Abbiamo modificato le è già ben dimensionata. Ci sono settori
proposte quotidiane per lo spettatore, i che andrebbero rinforzati e incentivati,
luoghi di accoglienza, e investito sul ma solo in futuro e se la situazione
rinnovamento delle macchine. Investi- diventerà più rosea. Adesso è un promenti sostanziosi. Parliamo di 4 milio- blema solo pensarci. Non ci sono le posni di euro che, però, rappresentano dav- sibilità».
aprile 2011
pagina 5
E qualcuno sceglie il web
«Anche 18.000 contatti»
Boom in Puglia: 54 emittenti su Internet
LAURA LONGO
[email protected]
Da Foggia, Bari, Lecce è un fiorire di
emittenti sulla rete. Lo conferma l’ultima
mappa resa nota da Altratv. tv, la «wikipedia» delle micro web tv: 54 i canali regionali pugliesi su un totale nazionale di 436.
Microcosmi che fanno il giro del mondo
grazie alla loro relativa economicità
(contatti netti nel giorno medio mensile)
GENNAIO
2010
2011
1.464.271
680.243
269.640
226.670
179.329
n.r.
164.101
n.r.
36.943
n.r.
n.r.
FEBBRAIO
2010
2011
MARZO
2010
2011
Differenza
primo
trimestre
893.844
n.r.
941.353
1.459.748 1.408.833 1.387.239 1.441.233 1.367.016 -100.334
557.930
645.647
587.815
602.744
560.643 -222.246
n.r.
256.811
n.r.
n.r.
n.r.
249.516
194.537
260.693
202.197
223.597 110.402
186.686
169.985
173.429
165.668
143.801 -11.066
160.294
n.r.
146.170
n.r.
142.399
147.005
149.114
147.022
130.438
163.449 13.823
68.793
n.r.
54.544
n.r.
44.194
n.r.
53.968
n.r.
44.493
n.r.
n.r.
n.r. da marzo da aprile
41.647
46.871 da marzo
34.209
40.004
30.927
FONTE: elaborazione su dati Auditel (n.r. = non rilevato)
La novità
Un portale per «aggregare»
Su iniziativa di «Salentowebtv» nascerà a
breve «Pugliawebtv», una piattaforma che
raccoglierà il meglio dei video e delle
notizie pubblicate dalle emittenti on line
dei diversi territori pugliesi. Al progetto
hanno aderito più di 50 canali. L’idea è di
costituire un’associazione che raggruppi
tutte le tv locali del territorio regionale
promuovendone il lavoro su scala
nazionale. «Il sito - dicono i promotori moltiplicherà l’appeal commerciale delle
singole realtà, captando pubblicità e
investitori a livello più esteso, e sarà un
modo per fronteggiare la concorrenza dei
media tradizionali».
INTERVISTA 2 Il presidente del sindacato regionale: «Telerama deve mettersi in regola»
«Con il digitale molte tv chiuderanno»
Lorusso (Assostampa): «E’ in atto una crisi simile a quella dei giornali»
VALENTINA GASPARRO
[email protected]
Il presidente dell'Associazione
della Stampa di Puglia, Raffaele
Lorusso, definisce «sempre più
precaria» la situazione delle emittenti televisive locali. Lo dimostrano anche i dati occupazionali.
Le maggiori cause: crisi economica e calo della pubblicità. Ma
anche il passaggio al digitale terrestre.
Qual è la situazione attuale
nelle televisioni pugliesi?
«In tutta la regione, nelle emittenti locali, ci sono circa 200 giornalisti contrattualizzati con articolo 1. La crisi ha portato a un'ampia richiesta di accesso agli
ammortizzatori sociali e quindi
cassa integrazione in deroga.
Accanto a questi pochi contratti,
rimangono collaborazioni e sacche di lavoro nero, soprattutto
nelle realtà più piccole. Certo, non
è pensabile che tutti i 110mila
iscritti all’Ordine tra pubblicisti e
professionisti, di cui circa la metà
assolutamente sconosciuti alla
previdenza, siano assorbiti dal
mercato. Non viene neanche assicurato il turn over fisiologico».
C'è differenza tra la situazione delle televisioni e quella dei
giornali?
«No: la crisi ha colpito la pubblicità, principale introito di tutte le
aziende editoriali e quindi questo
vale tanto per i giornali quanto
per le televisioni, con un effetto a
cascata. Tutto il sistema dell'economia e delle imprese è in crisi».
Come cambierà la situazione
con il passaggio al digitale terrestre?
«Per come è stato strutturato in
Italia, il digitale terrestre è un
rischio per le emittenti locali. La
moltiplicazione di offerta porterà
alla riduzione della pubblicità,
fondamentale per la sopravvivenza delle tv. Nelle regioni dove il
digitale terrestre è già partito si
sono registrati fallimenti: una
situazione che colpisce maggiormente le realtà più piccole, ma
ovunque la perdita di posti di lavoro è inevitabile. In Puglia ci sono
43 emittenti locali: non potranno
reggere tutte».
Il caso Telerama: spia di una
situazione grave o episodio isolato?
«Telerama dovrebbe regolarizzare alcuni rapporti di lavoro, ma
RAFFAELE LORUSSO,Presidente Assostampa Puglia
rappresenta una realtà consolidata che potrebbe continuare a vivere anche con il passaggio al digitale terrestre».
In conclusione, quali sono le
prospettive per il futuro delle
emittenti private?
«Reinventarsi e diversificarsi.
Ma solo quelle con una solidità di
bilancio aziendale potranno permetterselo. Per esempio, Telenorba ha varato Tg24. La scelta di quest'investimento consistente è stata
fatta nel tentativo di sopravvivere
nel mare magnum del digitale terrestre. L'informazione continua
può essere un modo per distinguersi e Telenorba ha fatto una
scommessa».
rispetto alla tv «tradizionale». Sport, cultura, attualità. Basta un click e il monitor
del pc si trasforma in un televisore. Raccontano il territorio e gli eventi, denunciano ciò che non va, creando un filo
diretto con le amministrazioni in un’ottica di cittadinanza attiva. E lo fanno con
pochi spiccioli e tanta buona volontà.
«Documentiamo le feste tradizionali,
come quella dei Santi Medici – dichiara
Francesco Campione, responsabile marketing di Bitontotv. «In queste occasioni
raggiungiamo anche 17.000-18.000 contatti, tenendo conto che buona parte degli
accessi arrivano da oltreoceano».
È spiccatamente sociale la funzione
delle web tv. «Offriamo programmi e contenuti di vario genere – continua Campione – e garantiamo la diretta che permette
di essere collegati esattamente nel
momento in cui i fatti avvengono». E se la
perdi? Niente paura, c’è la tv on demand:
il programma può essere visto in qualsiasi momento della giornata. «Monitoriamo
tutti i paesi della provincia e gli enti locali ci invitano per seguire le iniziative»
spiega Francesca Angelozzi, art director
di Salentowebtv. Attualità e promozione
del territorio attraverso ambiente, arte e
musica. Questi i punti cardini della web
tv salentina. «In 4 anni di attività - spiega
Angelozzi - per ogni video messo in rete
sono 2000 utenti registrati che votano e
commentano notizie».
Tutto merito delle giovani redazioni e
delle produzioni editoriali che realizzano
«signori» palinsesti. Come per Capursowebtv, un’emittente che propone una
programmazione quotidiana sull’omonima cittadina a 360 gradi. «Vari sono i
nostri appuntamenti: dalla rubrica
“Gustourbano” sulle specialità culinarie
a quella sul “consiglio per gli acquisti”
per le nuove novità editoriali fino a una
sezione dedicata alla storia capursese»,
afferma Federica Valentini, vicepresidente di Promolab716.
Queste emittenti rispondono a un
immenso bisogno di local in un panorama audiovisivo in cui inevitabilmente
dilaga il global. E i politici pugliesi l’hanno capito fin da subito. Da Emiliano a
Vendola che hanno aperto un canale su
YouTube.
L’unico vero limite resta la monetizzazione dovuta anche all’indifferenza delle
istituzioni che spesso sottovalutano le
capacità delle web tv. Si autofinanziano.
Al massimo ricavano un rimborso spese
attraverso gli sponsor. Solo i più fortunati, rientrando nei piani di comunicazione
istituzionale, ottengono una piccola percentuale dagli enti pubblici.
Nell’era delle battaglie per l’ascolto, le
web tv diventano una frontiera per sottrarsi agli imperi televisivi. Come già era accaduto negli anni ’70 con il fenomeno delle
«radio libere». Vuoi mettere il gusto di fare
un palinsesto senza subire la dittatura dell’auditel? Vallo a dire ai direttori Rai o
Mediaset. Chissà che darebbero per avere
un’ora di libertà televisiva assoluta.
aprile 2011
pagina 6
Inchiesta La Puglia e la tv del futuro
Anche il Sud ha la sua Cnn
Telenorba diventa all news
Da settembre anche una redazione a Milano
ANNALISA LASELVA
[email protected]
«In un mondo sempre più
globalizzato aumenta l'esigenza di sapere cosa succede a
casa nostra». Suonano come
un paradosso le parole di
Enzo Magistà. E invece i
primi risultati di Tg Norba
24, il canale all news del gruppo Norba, sembrano dare
ragione allo storico direttore
di Telenorba, ora anche alla
guida di questa nuova sfida
iniziata lo scorso ottobre e
costata dieci milioni di euro
di investimento iniziale.
Un canale interamente dedicato all'informazione sul Mezzogiorno, secondo la cifra territoriale seguita da oltre 30
anni dall'emittente di Conversano. Trasmissioni 24 ore su
24 - con diciotto ore di diretta
- in chiaro sul digitale terrestre ed al canale 590 della piattaforma Sky. Un notiziario
ogni quindici minuti, la rassegna stampa, l'agenda parlamentare, rubriche su sport,
spettacolo, economia e mondo
femminile, approfondimenti
tematici, collegamenti con
l'Aeronautica per il meteo e
con la Polstrada per la viabilità.
Nei primi cinque mesi di
10 milioni
di euro di investimento iniziale
stanziati per il nuovo canale all
news di Telenorba
400 mila
i pugliesi residenti in Lombardia
tutti potenziali spettatori di Tg
Norba 24
programmazione, il Tg Norba
24, secondo quanto reso noto
dal gruppo, si è confrontato
quasi alla pari con i principali canali all news della piattaforma Sky. «In due mesi di
vita - commenta il presidente
del gruppo Luca Montrone circa 10 milioni di persone si
sono sintonizzate su Tg
Norba 24, contro i 12 milioni
per Sky Tg 24».
Un successo che, secondo
Magistà, spiega la necessità
di rafforzare la presenza del
gruppo Telenorba a Milano. È
prevista per settembre, infatti, l'apertura di una redazione
della rete all news nel capoluogo lombardo. L'obiettivo,
ha dichiarato il direttore, è
allargare la platea di telespettatori non solo all'intera
fascia di meridionali che
vivono in Lombardia (dove il
Tg Norba 24 è già visibile sul
digitale terrestre) e nelle
regioni del Nord, ma anche
agli stessi cittadini settentrionali, perché conoscano il vero
Sud.
«Vogliamo sostenere il Sud
informando anche il Nord
delle nostre ambizioni e dei
nostri problemi. Porteremo la
gente nelle nostre trasmissioni per avere con la Lega di
Umberto Bossi un rapporto
più costruttivo che distruttivo», spiega Montrone. Che
nel 2009 era stato espulso da
Confindustria dopo lo spotappello - mandato in onda su
Telenorba - con cui aveva
denunciato la scarsa rappresentatività delle imprese
TELENORBA
L’emittente
locale è nata a
Conversano
(Ba) nel 1976.
Ha sedi in tutte
le province
pugliesi, a
Potenza, a
Campobasso e a
Roma. A fianco
Vincenzo
Magistà,
direttore delle
testate e
cofondatore di
Telenorba
meridionali da parte dell'associazione degli industriali.
Commenti positivi all'iniziativa sono venuti dal vicesindaco di Milano (di origini
pugliesi) Riccardo De Corato.
«Fra Milano e la Lombardia ha detto De Corato - l'esercito
di pugliesi di prima, seconda
Previsto per giugno 2012 lo switch-off nella nostra regione. Ma i problemi sono ancora tanti
Le emittenti locali e il sacrificio digitale
Mancano le frequenze per le tv pugliesi: e gli impianti vanno sostituiti
NICO MARINELLI
[email protected]
Secondo il nuovo calendario, che detta i tempi del passaggio al digitale terrestre, la
regione Puglia effettuerà lo
switch-off così: entro la fine
del 2011 passerà al digitale la
provincia di Foggia, mentre
entro giugno 2012 passerà al
digitale il resto della regione.
Ma le questioni aperte sono
tante e il caos regna incontrastato.
Tanto per cominciare il
numero di frequenze destinate alle tv locali non è sufficiente. Il piano nazionale prevede per le piccole televisioni
solo 18 frequenze invece che
le 27 previste anche perché la
legge di stabilità del 2011 stabilisce che 9 frequenze vengano assegnate ai servizi di
comunicazione mobile a
banda larga (telefonini).
Nonostante l'Unione europea
abbia obbligato l'Italia a mettere a gara cinque multiplex
RIPETITORI DI 30 ANNI FA I costi di adeguamento degli impianti sono troppo alti per le tv locali
(frequenze digitali multicanali) da assegnare ad operatori
televisivi alternativi, il governo ha deciso di assegnarle
con due beauty contest cioè
tramite gare non competitive.
La prima aperta ai soli operatori alternativi, la seconda
aperta anche a Rai e Mediaset, cioè a quegli operatori
che le avevano ottenute illegittimamente secondo l'Europa all'avvento del digitale.
Anche in questo caso niente
frequenze per le tv locali.
Il Comitato regionale per le
comunicazioni diretto da
Mimmo Giotta segnala anche
altri problemi: primo fra tutti
l'adeguamento degli impianti
delle emittenti locali, operazione che richiede forti investimenti, spesso insostenibili
per emittenti con bilanci di
poche decine di migliaia di
euro. Anche per questo la
Regione Puglia ha annunciato un bando di sostegno all'innovazione del sistema televisivo locale: stanziamento previsto 10 milioni di euro, presi
dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale.
La moltiplicazione dei canali digitali fa prevedere una
riduzione degli inserzionisti
pubblicitari nelle tv locali,
che potrebbero dover ridurre
il prezzo degli spot. E poi in
e terza generazione, non è
inferiore alle 400.000 unità,
numero che fa di Milano
un'importante 'città pugliese'.
Poter vedere qui un telegiornale pugliese e meridionale è
un fatto straordinario che
accogliamo con grande entusiasmo».
Digitale a rischio
Canali insufficienti
antenne vecchie
decoder superati
Secondo un recente
sondaggio dell'Adoc
(Associazione per la difesa e
l'orientamento dei
consumatori) nelle zone che
hanno completato lo switchoff il 76% degli italiani ha
problemi con il digitale
terrestre. Canali che
svaniscono e trasmissioni
che si interrompono a metà
sono i problemi più
frequenti. Tra le cause ci
sono decoder superati,
debolezza del segnale e
inadeguatezza delle
antenne. E gli utenti devono
mettere mano al portafogli.
Puglia c'è il problema delle
interferenze tra il segnale
televisivo digitale e quello dei
Paesi che si affacciano sul
mare Adriatico (Croazia, Slovenia, Bosnia, Albania e
Montenegro). Da non trascurare anche le interferenze e le
sovrapposizioni tra le tv locali pugliesi e quelle delle regioni confinanti, già verificatesi
nelle regioni che hanno completato lo switch-off.
cronaca
aprile 2011
pagina 7
IL CASO Alla vigilia delle elezioni politiche 2006 il sottosegretario cercò invano l’accordo con gli americani
Letta cercò di ripulire Rotondella
Su Wikileaks la lettera all’ambasciatore Usa: «Riprendetevi le scorie nucleari»
CHIARA CURCI
[email protected]
Il nucleare italiano era
diventato una questione di
voti. È quello che emerge da
un «cablo» dell’ambasciata
americana a Roma diffuso da
Wikileaks: il governo aveva
chiesto agli Usa di riprendersi le barre di uranio depositate a Rotondella. Ma invano.
Il 6 febbraio 2006, alla vigilia
delle elezioni politiche, il sottosegretario Gianni Letta
scrisse all'ambasciatore americano Ronald Spogli. Oggetto
della richiesta, restituire agli
Stati Uniti 64 barre al toriouranio, combustibile nucleare esaurito, immagazzinate
all'Itrec di Rotondella, provincia di Matera.
Letta definisce quello delle
barre di Rotondella «un problema molto importante per
il governo italiano», che lo
aveva già sollevato senza
riscontro nell'agosto 2004.
Dopo la disattivazione delle
proprie centrali l’Italia non
ha mai allestito un deposito
per le scorie nucleari: e così,
per l’uranio esaurito di Caorso e Montalto di Castro, la
soluzione individuata era il
trasferimento in Francia. Le
barre depositate a Rotondella
erano arrivate dalla fabbrica
di Elk River, nel 1970, per un
progetto comune successivamente abbandonato, tra le
agenzie nucleari dei due
Paesi, il Cnen e l'Aec. Centinaia di barre, contenenti uranio 235 al 93% e al 95% vennero portate in Italia provocando la rivolta dei cittadini
pugliesi e lucani. Tanto che,
come spiega Letta all’ambasciatore, si stava pensando di
affidarle a un deposito russo.
E così Letta invita gli Usa a
riprendersi le loro barre.
«Abbiamo chiesto all'autorità
statunitense di portare nel
sito americano di Sovannah
River, dove attualmente sono
immagazzinati
i
rifiuti
nucleari, le poche barre conservate a Rotondella. L'Italia
provvederà al pieno finanziamento dell'operazione». Letta
definisce il problema «una
piccola cosa», ma ne tratteggia il possibile impatto a livello «psicologico»: «Questo problema - scrive - è stato usato
dalle forze di opposizione
locali e nazionali che affermano che il governo Berlusconi
sostiene più il Nord che il
SOTTOSEGRETARIO L’ex giornalista Gianni Letta, 76 anni: è il numero due del governo di Silvio Berlusconi
Sud».
Il «cable» pubblicato da
Wikileaks offre anche il commento dell’ambasciatore Spogli per il Dipartimento dell’energia: «Il sud, specialmente la regione Puglia che confina ad est con Matera, sarà un
campo di battaglia strategico
per le elezioni del 9 aprile
2006».
Le barre di Elk River, come
noto, sono ancora a Rotondella. L'ambasciatore infatti
declina con gentilezza la
richiesta del governo italiano. «Sfortunatamente - è il
motivo offerto nella sua rispo-
sta - non c'è stato un cambio
di posizione del Dipartimento
dell'Energia che non può
accettare il materiale di Elk
River». Spogli ribadisce il
forte legame dell'America con
l'Italia, e la cooperazione per
lo sviluppo della scienza e
della tecnologia nucleare per
scopi pacifici. «Abbiamo provato ad aiutarvi dove possibile sul difficile problema dello
smaltimento
dei
rifiuti
nucleari. In questo caso nonostante la risposta negativa,
volevo rispondere velocemente in modo che potrete procedere con rimedi alternativi».
IL SONDAGGIO Ragazzi pugliesi sempre più soli e senza la supervisione dei genitori
Studenti, poco «social» tanto «network»
L’Ufficio scolastico regionale: «Uno su dieci non ha amicizie tra i coetanei»
FEDERICA DIBENEDETTO
[email protected]
Un link condiviso in bacheca e un post
pubblicato nel profilo.
Basta poco per diventare amici nell’era
di Facebook. Basta accettare una richiesta stando comodamente seduti davanti
al proprio pc.
Ecco allora che uno studente su dieci
confessa di non avere nemmeno un
amico reale e di trascorrere in solitudine
la maggior parte del suo tempo libero.
Questo il ritratto degli adolescenti
pugliesi che emerge da un’indagine sul
«Benessere a scuola e nell’ambiente» a
cui sono stati sottoposti seicento studenti tra i 14 e i 18 anni.
«I ragazzi sono sempre più soli – afferma la direttrice dell’Ufficio scolastico
regionale, Lucrezia Stellacci – basti pensare che circa il 10% di loro non ha amici
e solo il 45% ne ha più di tre».
A influire è anche il ruolo della famiglia che, in molti casi, è assente o troppo
permissiva.
«La scuola è rimasto l’unico luogo
aggregativo e di socializzazione poiché i
genitori si concentrano troppo sull’assicurare ai propri figli solo beni materiali,
FACEBOOK Il social network spopola tra i ragazzi
tralasciando i buoni esempi».
In un contesto in cui sia per mancanza
di tempo, che per eccesso di accondiscendenza, si trascura l’importanza della
supervisione familiare, non è difficile
che i ragazzi si sentano spesso disorientati e insoddisfatti.
A confermarlo è il 16% di loro che ha
dichiarato di ritenere insufficiente il
proprio stile di vita. Un dato allarmante
soprattutto se si considera che, talvolta,
l’insoddisfazione giovanile tende a sfociare in violenza.
E, sebbene il 94% dei giovani abbia
sostenuto di non aver mai subito nessun
atto di bullismo, quasi uno su dieci ha
confessato di aver preso parte a qualche
episodio di violenza negli ultimi dodici
mesi.Che la sorveglianza dei genitori
venga spesso a mancare è un dato di
fatto, l’ambiente scolastico, tuttavia, sta
acquisendo un ruolo sempre più importante nella funzione educativa dei ragazzi, come evidenzia la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale.
«È una fotografia della situazione
attuale dalla quale esce rafforzato il
sistema scuola e indebolita la struttura
della famiglia».
Se, infatti, gli studenti durante la settimana utilizzano limitatamente i social
network , durante il week-end recuperano le occasioni perdute.
Sono ormai lontani i tempi in cui ci si
dava appuntamento per incontrarsi e
fare due chiacchiere insieme. La chat ha
preso il loro posto.
Ma un legame virtuale può davvero
sostituire uno reale? L’argomento spopola per ironia della sorte proprio lì, in un
blog appositamente dedicato.
PATRUNO
Voi ragazzi
fortunati
due volte
>> SEGUE DALLA PRIMA
I colleghi vi avranno inoltre
detto che loro non hanno
quasi avuto famiglia, che non
hanno potuto vedere crescere
i figli, che sono stati sempre
considerati anormali dal
mondo normale, che li avranno definiti pettegoli, ficcanaso, scandalistici, venduti.
I colleghi vi avranno infine
detto che comunque è un brivido impagabile essere sempre al centro degli avvenimenti, poterli descrivere per
gli altri, poter contribuire
alla maturazione collettiva
attraverso l’informazione,
poter essere il punto di riferimento di chi non ha una voce
e la cerca, poter svolgere un
ruolo di difesa da tutti i poteri
piccoli e grandi che dominano la nostra vita, poter avere
un ruolo nello sviluppo di
tutti attraverso la copia, il
telecomando, la connessione
di ciascuno. Vi avranno
anche detto che un po’ di
vanità e di popolarità non
guastano.
Fatto un bilancio dei più e
dei meno, anche i colleghi vi
avranno detto, chi consapevolmente chi no, che avete
scelto il mestiere più bello del
mondo.
Lino Patruno
&
CULTURA spettacoli
GUZZANTI
CAMALEONTE
Corrado Guzzanti, 46 anni. L’artista
romano, fratello di Caterina e
Sabina, al termine dello show che
andrà in onda su SkyUno inizierà un
nuovo tour teatrale: sarà a Bari il
prossimo autunno
Nè padre né padroni
Il comico istrionico
che irrita la politica
GUIDO CASAVOLA
[email protected]
Definirlo un comico è riduttivo. Fa parte
degli esiliati storici della tv di stato, ma continua da anni a riempire i teatri e a breve partirà un suo show sulla piattaforma di Sky. Ha
preferito l'indipendenza rispetto alla visibilità, scelta rischiosa ma che continua a dare i
suoi frutti. Nessun padrone da rispettare, solo
la libertà di fare satira su qualsiasi cosa la
meriti. Genialità e irriverenza, condite da un
trasformismo che gli ha permesso di imitare
tantissimi personaggi. Dalla politica allo spettacolo passando per il giornalismo e la religione, le imitazioni di Guzzanti hanno sempre
proposto un divertimento mai fine a se stesso:
«Se l'unica cosa che ho da dire di Berlusconi è
che è basso non faccio bene il mio mestiere» ha
lui stesso dichiarato.
Non solo persone famose, ma anche creazioni frutto della sua fantasia: il regista Rokko
Smithersons, Lorenzo, l'adolescente coatto,
l'avvenente conduttrice Vulvia o l'introverso
Brunello Robertetti, poeta occhialuto con evidenti problemi di sociopatia.
Il successo arriva nel 1991 con lo show televisivo «Avanzi», un programma nato come un
contenitore di tutti gli scarti della televisione
pubblica. Nel giro di poche puntate Guzzanti
diventa il comico di punta della trasmissione
lanciando il tormentone «Minoli rap», uno
sbeffeggiamento del noto giornalista riproposto come un uomo alla ricerca continua di
eventi catastrofici e di fatti sanguinari.
Ma Avanzi sancisce, oltre alla nascita di un
eccellenza della satira, anche qualcosa che
risulterà poi fondamentale per il proseguo
della carriera del comico romano. Infatti,
quando si parla di Guzzanti, non si può prescindere dalla sua collaborazione professiona-
le con Serena Dandini. Negli ultimi quindici
anni hanno prodotto insieme trasmissioni di
enorme successo come «Tunnel», «Maddecheao'», «Pippo Chennedy Show» e soprattutto
«L'ottavo nano», dove parteciparono anche le
sorelle Sabina e Caterina. Esilarante l'imitazione di Gianfranco Funari, ma la parodia di
Antonello Venditti rimane forse una delle
meglio riuscite.
Grande successo anche per un'altra sua trasmissione, «Il caso Scafroglia». Alla ricerca di
una persona scomparsa, Mario Scafroglia per
l'appunto, le puntate si evolvevano sui perché
di questa sparizione affrontando in chiave
satirica tematiche di attualità, politica e costume. Guzzanti, che interpretava il conduttore
del programma, racchiudeva in sè tutte le
caratteristiche negative del mondo dei media.
Ma alla fine si scopre che Mario Scafroglia non
era altro che il conduttore stesso della trasmissione.
Ma come spesso accade, il successo è affiancato da critiche. Non sono mancati gli attacchi al
suo lavoro. Incandescente la polemica con la
Lega Nord per l'imitazione di Umberto Bossi,
ma in generale gli si rimprovera di avere come
sue vittime preferite, i politici di Destra.
Una pressione sempre più costante che lo ha
portato ad una scelta: addio alla televisione di
stato, ora solo teatri e al massimo Sky. Intanto
Bari lo aspetta.
CINEMA La nuova pellicola del regista romano con Piccoli e la Buy
Il Vaticano secondo Moretti
Con «Habemus Papam» scopre il lato umano del Pontefice
ANTONELLA CAPPELLI
[email protected]
A cinque anni da «Il Caimano» Nanni Moretti torna a
stupirci ed «analizzarci»
ancora
con
«Habemus
Papam», pellicola cooprodotta da Sacher Film e dalla Fandango del barese. Noto lo stile
del regista, che utilizza cinepresa e schermo come gli
strumenti di uno psicanalista
e si adopera per esplorare l'inconscio di una generazione,
personaggi, istituzioni o consorzi umani. Le scelte di
Moretti sono come «la palombella», il tiro da lontano della
pallanuoto per sorprendere il
portiere. Minimalista e semplice nella di regia, il cineasta
romano disegna un altro
capolavoro.
«Habemus Papam» è un film
durante il quale si ride, non a
denti stretti, ma che induce
come sempre alla riflessione,
anche se i riferimenti lascia-
no molto spazio alla soggettiva interpretazione dello spettatore. Il regista della «Stanza
del figlio» lancia dei messaggi, ed è arduo compito del
pubblico coglierli ed interiorizzarli. La trama è quasi per
intero ambientata nel Vaticano (sostituito da Palazzo Farnese) e racconta la crisi esistenziale di un neoeletto papa
(Michel Piccoli) che decide di
darsi alla fuga prima della
presentazione e del saluto
ufficiale dalla loggia delle
benedizioni di San Pietro. Il
conclave non può concludersi
e tutti i cardinali compreso lo
psicanalista (Nanni Moretti)
chiamato a risolvere la crisi
del Sommo Pontefice rimangono «ostaggi» nelle mura
vaticane. Il dottor Brazzi, che
si definisce il migliore nel suo
campo («E’ per questo che
mia moglie mi ha lasciato,
non reggeva il confronto»),
organizza per ammazzare il
tempo un esilarante torneo di
pallavolo. Michel Piccoli
rende un interpretazione delicata e silenziosa ma dal forte
impatto. La trama del film è
caratterizzata da introspezione e riferimenti alla psicologia, come la storia del «deficit
d'accudimento» su cui insiste
l'ex moglie del protagonista
interpretata da Margherita
Buy. Anche i "ministri di Dio"
hanno bisogno dell'analisi. E
poi l'umanizzazione di un
papa, un uomo che ha voglia
di una vita normale, di mangiarsi un cornetto di notte, e
seguire Checov, che ricorda a
memoria nel «Gabbiano».
Anche lui da piccolo picchiava gli altri bambini, anche lui
ha diritto ad una dèbacle che
culmina nel discorso finale.
Ammissione di incapacità.
"Non posso essere io la vostra
guida" comunica il pontefice
alla folla basita nel drammatico finale. Il tema dell'inadeguatezza: quando un ruolo
troppo grande per la propria
IL «CAIMANO» Nanni Moretti, 58 anni, sarà in concorso a Cannes
anima e la propria testa può
schiacciare. Il tema dell' umiltà: saper ammettere i propri
limiti e fare un passo indietro. La dorata vita all'interno
delle mura Vaticane, e fuori il
mondo. La dicotomia tra dentro e fuori. E poi il teatro. Passione giovanile del protagonista della vicenda, che ricorda
la stessa passione di Papa
Giovanni Paolo II. Sarà un
caso ma Michel Piccoli in
questo film, fisicamente
ricorda molto Karol Wojtyla.
Ma il teatro anche come fin-
zione, costumi, riti. Da non
sottovalutare la colonna
sonora. «Todo cambia» di
Mercedes Sosa, simbolo della
resistenza alla dittatura
argentina che sperava in un
popolo unito. Resta forte l'eco
della battuta del dottor Brazzi
di risposta ad un cardinale
che dice durante il torneo:
«Proprio pallavolo, non ce la
faccio, non si può giocare a
palla prigioniera?». E l'outsider Moretti: «Cardinale, palla
prigioniera non esite più da
cinquant'anni!».
cultura
aprile 2011
pagina 9
Personaggi
Cassano: il bene e il male, la presunzione e l’umiltà
DOMENICA COLLOTORTO
[email protected]
Il potere che agisce sulla
debolezza degli uomini e
rende il male quasi remissivo. Franco Cassano racconta
il viaggio attraverso la zona
grigia del male. Il padre del
«Pensiero meridiano», nel
suo ultimo libro «L'umiltà del
male» definisce il bene come
presuntuoso e lo idealizza. Il
bene si indigna se la realtà
non corrisponde alla propria
visione, il male invece è
umile perché conoscendo la
debolezza dell'uomo la usa
per i propri fini.
Il libro si apre con le sconcertanti pagine di Dostoevskij, dove il Grande Inquisitore spiega a Gesù, tornato
sulla terra, il perché dei crimini commessi in nome della
Chiesa. L'uomo è debole,
incerto e angosciato e cerca
in Cristo un sostegno. E' questo, spiega Cassano, che permette al male di essere così
resistente, continuamente in
grado di evolversi.
E’ sempre in vantaggio
rispetto al bene perchè avendo molta più confidenza con
la fragilità dell’uomo, è più
capace di volgerla a proprio
favore.
Gli uomini non possono
migliorare, dice l'Inquisitore,
le loro debolezze alimentano
il male. L'unico modo di combatterlo è accettare l'uomo
nella sua imperfezione. La
descrizione dei lager nazisti,
fatta da Primo Levi, porta
nella zona grigia, dove il confine tra male e bene non si riesce a delineare.
Qui il potere è tutto. La resistenza dell'uomo si cancella,
non esiste la dignità che permette all'uomo di contrastare
un incontrollato potere.
Certo, non è un libro facile.
Ma Cassano sa adattarsi ai
tempi. Ritiene sia arrivato il
momento di far cadere il potere dei migliori, che si specchiano nella loro perfezione.
Questo li isola, bisogna andare in quella zona grigia, dove
abitano tutti, per combattere
le strategie del male. Cassano
scrive che il Grande Inquisitore vince perché è un profondo conoscitore degli uomini.
Lavora sui migliori coltivando le loro consapevolezze
e rendendo solido il loro potere.
Combattere il narcisismo
etico, quell'atteggiamento che
affetto da un sentimento di
superiorità morale, lascia le
debolezze degli uomini nelle
mani del nemico.
Non si tratta di criticare il
coraggio morale ma di indirizzare la sua spinta verso la
maggioranza degli uomini.
Oggi però, sotto la spinta
della conquista del potere, si
assiste ad una accentuazione
del peggiore, ad un dilagare
della volgarità.
E' il potere dell'interesse, di
chi sfrutta la debolezza degli
altri per il proprio tornaconto. La strada per un vero cam-
FRANCO CASSANO
Il sociologo, 68 anni,
insegna Sociologia della
Conoscenza
all’Università di Bari.
Autore del «Pensiero
meridiano», il suo ultimo
libro «L’umiltà del male»,
è edito da Laterza
biamento è tornare ad essere
umili, a delimitare la sfera
personale nel rispetto delle
esigenze dell'altro.
E' semplice la conclusione di
Cassano: dobbiamo sperare
di avere grande forza morale,
ma questa forza non deve mai
portarci a liquidare la nostra
capacità di parlare con tutti e
di provare a capirne le ragioni, a dimenticare l'enorme
importanza che ogni essere
umano possiede ai propri
occhi, a prescindere dal suo
grado di perfezione.
La Rymond Loewy Foundation ha premiato una giovane architetto di Molfetta
Un «Pàzol» incanta il design italiano
Il radiatore progettato dalla pugliese Di Virgilio: «E’ pure riciclabile»
AURORA SANTANGELO
ROMA A destra,
la designer
Luciana Di
Virgilio ai Lucky
Strike Award.A
sinistra, la sua
creazione
[email protected]
Inventa il radiatore invisibile e vince un importante premio internazionale per giovani designer. Luciana Di Virgilio, la 24enne pugliese premiata ai Lucky Strike Talented Designer Award di Roma
per il suo Pàzol: il radiatore
componibile.
Una giovane designer a
Molfetta. È stata una scelta
lavorare in Puglia?
«Mi sento legata alla mia
Regione per affetti, sapori,
odori, per la bellezza di questa terra, ma dal punto di
vista lavorativo è diverso,
complicato. Lavoro con lo studio «veneziano+team» a Molfetta, ma coltivo un dialogo
con varie realtà in Italia e
all'esterno, ovunque ci sia fermento creativo».
Cosa l'ha spinta a laurearsi in disegno industriale?
«La passione per l'arte, trasmessami da mia madre. La
mia morbosa curiosità e gli
avvenimenti più o meno
casuali mi hanno portata a
laurearmi all'università di
Firenze, ma mi ritengo un'autodidatta perché la vita è sempre la migliore scuola».
Come si colloca la Puglia
nel campo del design?
«Una domanda da un milione di dollari. La nostra terra è
una fucina di creativi rigorosamente «non profeti» in
patria. Per il design la Puglia
era rinomata per il distretto
dell'imbottito, oggi ne rimane
veramente poco. Ma nonostante tutto ci sono rare e
belle realtà imprenditoriali,
che andrebbero tutelate e
incentivate».
Da dove nascono le idee
per creare un nuovo oggetto d'arredamento?
«Il mio approccio è abbastanza casuale. Mi soffermo
su tutto quello che mi circonda, sviluppo dei piccoli cortometraggi mentali, poi metto
le mie idee sul foglio da disegno per verificarne la fattibilità. Un processo che parte da
intuizioni, contaminazioni,
sensazioni. Quasi dei piccoli
sogni che a volte diventano
realtà altre volte rimangono
nel cassetto. Il progettista
dopotutto è un creatore di
sogni a servizio della collettività».
E l'idea del Pàzol com'è
nata?
«Volevo dare una connotazione estetico-funzionale differente ai tradizionali radiatori da riscaldamento. Il termosifone si trasforma nella
tessera di un giocoso puzzle,
che mostra la propria vocazione compositiva. La novità
rispetto ai radiatori già noti
è, infatti, il concetto della piastra intercambiabile che dà la
possibilità di modificare
forma e aspetto estetico del
radiatore senza smontare il
corpo radiante dalla parete e
quindi senza scollegarlo dalla
rete idraulica.
I sistemi di riscaldamento
noti presentano inconvenienti perché sono ingombranti e
non possono essere modificati. Inoltre, tutti i componenti
di Pàzol sono riciclabili. Sono
stati riciclati anche gli scarti
di lavorazione».
A proposito di scarti di
lavorazione, come si combinano il design e l'arredamento con la sostenibilità e
le energie alternative?
«Oggi c'è particolare attenzione a questi temi fondamentali per la sopravvivenza e la
salute del nostro pianeta che
pongono chi lavora nel mio
settore dinanzi a delle responsabilità etiche molto importanti».
Architettura, arredamento e design. Qual è la cosa
che preferisce fare?
«Fortunatamente ho la possibilità di scegliere e affrontare sempre tematiche trasver-
sali, che spaziano dal product
design al furniture design,
dall'interior alla grafica. Non
pongo limiti alla sperimentazione perché la mia ricerca
pone una forte attenzione al
rapporto tra design e arte, in
una promiscuità di processi
creativi».
Quale consiglio darebbe a
una persona che deve arredare casa?
«Di farlo con attenzione perché arredare casa è un modo
d'intendere la vita. La maggioranza della nostra vita si
svolge all'interno delle mura
domestiche o dell'ambiente
lavorativo. Alcuni luoghi riescono a farci sentire nostro
agio, altri non riescono ad
accoglierci nel modo giusto.
In studio, nel nostro rapporto
con i privati, iniziamo con
vere e proprie "sedute da psicologo" per raccogliere informazioni da poter elaborare in
un mix di esigenze, estetica e
funzionalità. E in questo
modo creiamo esperienze abitative uniche».
SPORT
Ciak, a Foggia si gira
Zemanlandia due
Oggi come ieri, tra successi e polemiche
il tecnico boemo divide il calcio italiano
LUIGI MARIA ROSSIELLO
[email protected]
All'inizio degli anni novanta una squadra
di provincia approda in serie A e sconvolge il calcio italiano. È il Foggia di Zdenek
Zeman.
Come prima così adesso: l'allenatore
boemo, da sempre un figura di spicco nel
palcoscenico del calcio italiano, riesce ad
ottenere risultati impensabili con una
squadra di quasi sconosciuti reclutati
nelle serie minori. Tra polemiche,risultati
eclatanti e la mentalità di sempre il tecnico
boemo fa ancora sognare il Foggia. L'antica ricetta alla quale Zeman è rimasto saldamente ancorato, è composta da: marcatura
a zona, un 4-3-3 offensivo che segna una
miriade di gol, una preparazione atletica
disumana e il divertimento. All'epoca uscì
un film-documentario, dal titolo «Zemanlandia» a far si che l'impresa del Foggia e
del suo allenatore fuori dal comune rimanessero per sempre nelle cineteche degli
appassionati. I protagonisti di allora:
Signori, Rambaudi, Altamura, Di Biagio,
Baiano. I loro eredi di oggi: Insigne, Sau,
Candrina, Kone, Agodirin, Farias. Con
Zeman sono gli uomini, qualunque sia il
loro nome, ad adattarsi al modulo.
Oggi, il Foggia è sesto in classifica in
LegaPro, lotta per conquistare i play-off e
sperare nella promozione in serie B. Ha il
miglior attacco del campionato, 64 i gol
fatti, 38 dei quali segnati dalla coppia di
attaccanti Insigne-Sau, che con 19 gol a
testa sono la miglior coppia di attaccanti
nei campionati professionistici. La squadra di Zeman ha anche la peggior difesa: 52
i gol subiti. Una età media tra le più basse
del campionato, il più anziano, se così si
può definire, è Marco Candrina classe '82.
Per Zeman il tempo sembra essersi fermato: il suo modulo, il 4-3-3 di sempre, richiede una preparazione atletica superiore, i
giocatori perché tutto funzioni devono correre dal primo all'ultimo minuto a ritmi
elevati. La difesa che si trova spesso sulla
linea del centrocampo, deve essere pronta
a rincorrere gli avversari e a salire poi
rapidamente. Ecco allora i cari e vecchi
gradoni dello Zaccheria che rendono le
gambe dei rossoneri dure e forti come
cemento. Le ali dei «satanelli», fanno su e
giù per la fascia come dei forsennati. I giocatori del Foggia, molti dei quali giovanissimi, sono stati plasmati dal tecnico
boemo. Tanta corsa, qualità, ossessione
per l'attacco e divertimento. Vedere il Foggia è davvero uno spettacolo e pensare che
il suo allenatore sia un po' fuori dagli schemi è lecito. Al calcio d'inizio tutto il Foggia,
tranne i due difensori centrali e il portiere,
si schiera sulla linea di centro campo. Al
fischio dell'arbitro i giocatori rossoneri
partono come dei centometristi dopo lo
sparo dello starter e aggrediscono l'avversario con una grinta unica. I tanti uomini
che Zeman pretende davanti alla linea
della palla servono a dare sbocco ad un
gioco offensivo che a volte però costa caro.
Fare e subire tanti gol è quasi un marchio
di fabbrica di Zeman che ha come filosofia
quella di segnare una rete in più dell'avversario.
Certo Zeman, non sarà Mourinho, ma
quanto a personaggio polemico non è
secondo a nessuno. La lotta eterna contro
le potenze del calcio,la Juventus di Moggi
su tutte, la condanna del doping, credere
nei valori di uno sport che ad ogni campionato sembra volerne fare a meno. Non alza
mai la voce, il suo tono è sempre lo stesso,
ma quando deve dire qualcosa lo fa senza
problemi. Le polemiche dopo la rissa con il
Gela per il «gollonzo» segnato con l'uomo
della squadra avversaria a terra puntavano il dito sul Boemo, eterno predicatore di
fair-play, che si difese dicendo che l'atteggiamento dei giocatori della squadra siciliana era antisportivo e ogni minimo contatto era il pretesto per perdere tempo. O
ancora l'intenzione di denunciare l'arbitro
della partita contro il Siracusa accusato di
bestemmiare e di insultare i suoi giocatori.
Ogni partita del Foggia è una piccola
impresa che rievoca «Zemanlandia», come
sempre la firma d'autore è la stessa: Zdenek Zeman il coerente amante del gioco del
calcio.
HOCKEY SU PISTA
Caricato, un biglietto
di sola andata
Molfetta-Giovinazzo
ROBERTO BARGONE
[email protected]
Antonio “Nino” Caricato
torna a Giovinazzo. Il nuovo
allenatore subentra alla
guida dei biancoverdi dopo le
dimissioni del precedente tecnico, il giovane argentino
Josè Oscar Vianna.
La chiamata di Caricato è
arrivata dopo una decisione
unanime dello staff societario
e del direttore tecnico Giambattista Massari. Una scelta
destinata a lasciare un segno
profondo nello spogliatoio,
comunque vada la stagione.
Perché “Nino” non è solo uno
giovinazzese di nascita, ma
anche una bandiera della
squadra di hockey su pista
cittadina, che ha contribuito
a portare sul tetto d’Italia e
d’Europa nel biennio ’79-‘81
con la vittoria di uno scudetto
e di una Coppa delle Coppe.
Senza contare la finale di
Champions League persa con
il Barcellona.
«Per me è un onore –ha detto
Caricato- oltre che un’emozione grande, entrare a far parte
di questo progetto, sperando
di essere all’altezza delle
aspettative di questa bella
realtà. Ma per me è soprattutto un piacere il fatto di essere
tornato a casa, in quella città
che in dieci anni mi ha dato
tutto prima come giocatore e
poi come allenatore.»
Il nuovo mister biancoverde
è chiamato a cercare di dare
un senso ad una stagione travagliata, che ha visto il Giovinazzo navigare a vista pericolosamente vicino alla zona
retrocessione.
Questa difficile situazione di
classifica è stata finora aggravata dalle incomprensioni tra
alcuni giocatori e il precedente allenatore. Tensioni che
hanno quasi spaccato lo spogliatoio, privando l’ambiente
della necessaria tranquillità.
Antonio Caricato, al contrario, torna a Giovinazzo da leader dopo la travagliata esperienza sulla panchina del
Molfetta. Il presidente Vito
Favuzzi si è detto fiducioso
che i biancoverdi possano tornare «ai fasti di un tempo».
La nomina di “Nino” va vista
sotto quest’ottica: il nuovo
mister gode della fiducia totale della società, e possiede
quindi la piena legittimità
aprile 2011
pagina 11
BASKET 1 I «maghi» del canestro in campo ad Andria
I Globetrotter in Puglia
ventotto anni dopo
ALESSANDRA MONTEMURRO
[email protected]
Sono la squadra di basket
più famosa del mondo. Con la
loro divisa a stelle e strisce si
esibiranno con schiacciate,
palleggi e azioni di gioco spettacolari per il pubblico del
Palasport di Andria.
L'appuntamento è il 12 maggio alle 20.30 per l'unica tappa
nel Sud Italia del loro tour
mondiale.
Così, dopo lo straordinario
agosto azzurro al PalaFlorio
di Bari per le qualificazioni
della Nazionale ai prossimi
Europei, il grande basket
torna in Puglia. «Dopo i
momenti di grande agonismo
vissuti l'estate scorsa, Andria
si prepara ad una serata all'insegna del divertimento e dello
spettacolo puro - dice Margaret Gonnella, presidente del
Comitato regionale della
Federbasket - Un appuntamento imperdibile, anche per
la prolungata assenza degli
Harlem Globetrotters dai palcoscenici pugliesi».
I maghi della pallacanestro
mancano nel tacco d'Italia dall'ultima esibizione al Tursport di San Vito (1983).
Memorabili anche la performance portata in scena a Bari
nel 1964, in notturna allo Stadio della Vittoria e quella al
vecchio stadio Salinella di
Taranto, negli anni Settanta.
Gli acrobati del canestro
amano coinvolgere il pubblico, soprattutto i più piccoli,
con scherzi e giochi spassosi
nelle due ore di esibizione.
Spesso improvvisano il loro
HARLEM
GLOBETROTTERS
Un tipico «trick» della
formazione nata ad
Harlem nel 1927: tutti
raccolti in preghiera
mentre un piccolo fan tira
a canestro
magic circle dove capita. Per
divertire e divertirsi basta
l'inconfondibile palla a spicchi bianca, rossa e blu. Assistere ad una partita è un po'
come andare a teatro.
Nati da un'idea di Abe Saperstein nel 1927 ad Harlem,
quartiere afroamericano di
New York, si sono esibiti in
più di 100 Paesi nel mondo
con oltre ventimila partite.
I Globetrotters fanno parte
della storia mondiale della
pallacanestro. Con la loro atti-
vità hanno cambiato usi e
costumi della società, quando
essere neri costituiva una
colpa, tanto da vedersi vietare
la partecipazione ai campionati nordamericani di basket.
Terminate le esibizioni i giramondo di Harlem non si sottraggono agli autografi e alle
foto con i fan.
Tra i grandi campioni che
hanno indossato la maglia del
team Wilt Chamberlain, stella
dell'NBA tra gli anni Sessanta
e Settanta e il mitico Earvin
"Magic" Johnson.
Intere generazioni di ragazzi
si sono avvicinate alla pallacanestro affascinate dalle
eccezionali capacità atletiche
degli Harlem. Anche Dino
Meneghin, campione azzurro,
oggi alla guida della FIP, è
passato dall'atletica alla pallacanestro dopo aver assistito
ad un loro show. «Il loro arrivo - ha detto lo stesso Meneghin - è un'occasione per il
basket di farsi conoscere sempre più. È un grande evento».
BASKET 2 Squadra verso la retrocessione, e il patron cerca acquirenti
Brindisi, dietro l’angolo c’è una nuova crisi
Ferrarese: «A fine campionato me ne vado»
VALENTINA NINNO
[email protected]
BANDIERA Nino Caricato, vecchia gloria dell’ hockey su pista giovinazzese,
torna sulla panchina biancoverde dopo l’esperienza al Molfetta
per imporsi in uno spogliatoio che necessita di nuove
motivazioni. Le intenzioni
societarie sono ambiziose ma
non a brevissima scadenza.
Se per quest’anno l’obiettivo
minimo era una tranquilla
salvezza, già dalla prossima
stagione si punterà a scalare
la classifica con qualche
nuovo innesto.
I primi passi sono state le
riconferme del bomber argentino Dario Gimenez e del
nazionale italiano Domenico
Illuzzi. Ma per il presidente
Favuzzi questo è solo l’inizio:
«Ci stiamo già muovendo sul
mercato perché vogliamo una
squadra più competitiva il
prossimo anno». Le priorità?
Per Caricato un portiere e un
difensore di ruolo sono il
minimo indispensabile per
poter pensare di competere
ad alti livelli.
La vera certezza, comunque,
è l’allenatore. Uno che ad alti
livelli ci è abituato, dalla panchina della nazionale giovanile alla finale di Champions
League conquistata quando
allenava il Vercelli. Oltre,
ovviamente, ai successi da
giocatore. Quelli che lo hanno
reso una vera bandiera dell’hockey su pista giovinazzese.
E che potrebbero dare ai giocatori quella carica agonistica necessaria per ritornare a
primeggiare in Italia e in
Europa.
L'annuncio era stato dato a giugno
dello scorso anno. Dieci mesi dopo, il
presidente dell'Enel Basket Brindisi
Massimo Ferrarese, conferma: «alla
fine del campionato, cedo le mie quote».
La decisione arriva come segno di esasperazione di Ferrarese che ricopre
anche
la
carica
di
presidente
della Provincia.
P a s s o
indietro.
Nel
2004,
Ferrarese
diventa
patron della
nuova New
B a s k e t
Brindisi
che prende
parte
al
campionato
di B2. Dopo 6 anni, la squadra riesce
ANTHONY
ROBERSON nella gran scalata che la riporta dopo
ventinove anni nella massima serie.
americano,
Fin qui tutto bene.
27 anni.
La rottura arriva per motivi che
Dal 2010
guardia della vanno oltre la società cestistica.
Lo scorso giugno, Ferrarese ha tirato
New Basket
su di sé l'ira dei tifosi del football BrinBrindisi.
disi che si sono lamentati per l'assenza
Nel
campionato di sponsor a sostegno della squadra.
Gli ecologisti, invece, non hanno perNba è
passato dai donato al presidente della Provincia la
scelta di non essersi presentato alla
Knicks ai
manifestazione contro la costruzione
Chicago
del terminale di rigassificazione.
Bulls
Ai cartelloni contro di lui, Ferrarese
aveva risposto: «Neppure i tifosi del
basket, che pure erano lì presenti,
hanno preso le mie difese. Dopo tanti
sacrifici non meritavo un simile trattamento».
È passata una stagione. Lo scorso
mese, Ferrarese ha ribadito che per il
prossimo campionato non sarà più lui il
primo azionista dell'Enel Brindisi.
«Non posso più andare avanti da solo».
Chi vorrebbe occuparsi della società,
non manca. Un paio di imprenditori dell’edilizia barese e di altre zone d'Italia.
Ma il vincolo viene messo dallo stesso
Ferrarese: «il titolo lo lascerò solo ai
brindisini». Ed ecco la nota dolente.
Più volte il presidente aveva chiesto la
cooperazione degli imprenditori locali
senza ricevere riscontro.
Ma la svolta potrebbe arrivare. Indiscrezioni sul web parlano di sei o sette
imprenditori brindisini che coprirebbero le quote mancanti e che andrebbero
ad aggiungersi agli sponsor, pubblicità
ed incassi del palazzetto.
L'idea di Ferrarese è quella di eliminare il suo nome fra quelli degli azionisti
maggiori della società per evitare conflitti di interesse politico.
Il presidente vorrebbe continuare ad
interessarsi e a contribuire al futuro
della New Basket Brindisi tramite la
sua società che ha altri tre anni di contratto con la squadra.
Bisognerà aspettare. Il girone di ritorno volge al termine e, nonostante un
campionato non proprio glorioso,
lasciar retrocedere una squadra che ha
saputo riportare il basket dove da sempre è più sentito in Puglia, sarebbe un
peccato.