La sostenibilità in edilizia come ambiente di innovazione
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La sostenibilità in edilizia come ambiente di innovazione
Atti del Convegno – Bari 24 aprile 2004 IL PROGETTO DELL’INVOLUCRO INNOVATIVO L'approccio low-energy e la sostenibilità Sergio CROCE (*) (*) Politecnico di Milano – BEST via Durando 10, 20158 Milano – email: [email protected] 1. Premessa Le tematiche ambientali si pongono oggi come il vero banco di prova per lo sviluppo di una innovazione responsabile Gli aspetti energetici, di qualità ambientale (ambiente esterno e interno) costituiscono gli ambiti disciplinari maggiormente innovativi e in grado di determinare sul in tempi medi risultati apprezzabili versante dell’impatto ambientale e quindi della sostenibilità dell’ambiente costruito. Il ricorso alle energie rinnovabile e la riduzione della immissione in atmosfera di CO2 costituiscono gli sviluppi maggiormente in grado di incidere su tale aspetto. In linea generale si deve distinguere tra innovazione di prodotto e innovazione di processo. In un sistema complesso come l’architettura l’innovazione di prodotto non ha esito apprezzabile senza l’innovazione di progetto: ciò e tanto più vero per ciò che attiene gli aspetti legati alla sostenibilità. La messa a sistema di qualsiasi prodotto innovativo richiede quindi un riesame delle prassi progettuali per la loro messa a sistema, orientato a valutarne la coerenza, le interazione con altri elementi tecnici e lo sfruttamento delle sue potenzialità L’involucro a cui fa capo la funzione di controllo dei flussi termici entranti e uscenti dall’organismo edilizio costituisce il luogo più fertile dal punto di vista ambientale su cui concentrare l’innovazione di progetto. 2. L’involucro come mediatore tra ambiente esterno ed interno L’edificio e in particolare l’involucro, investito dall’universo di segnali che qualificano l’ambiente esterno, reagisce sapientemente o meno, con specifiche reattività, naturali o dipendenti da regolazioni impiantistiche. L’involucro rappresenta quindi l’elemento fisico di mediazione tra ambiente esterno ed interno. Esso trasforma, potenzia o riduce, modula o trasforma i segnali fisici termici, acustici, luminosi provenienti dall’esterno. Croce Pagina 1 di 11 Atti del Convegno – Bari 24 aprile 2004 Esso diventa quindi un generatore di segnali, dalla cui graduazione e dal cui controllo dipende qualità ambientale percepita.1 Da questa interpretazione risultano evidenti le potenzialità progettuali nella messa a punto di nuovi sistemi di involucro orientati agli obiettivi di qualità ambientale e di sviluppo sostenibile. L’incomprensione di tale potenzialità e la riproduzione di stereotipi progettuali porta spesso ad assegnare agli impianti la funzione surrogatoria di risolvere difettosità del sistema edilizio. 3. L’approccio progettuale climate responsive Nel passato l’architettura vernacolare ha sviluppato molti esempi relativi alla possibilità di mettere a punto sistemi costruttivi e architettonici sensibili e reattivi coerenti con il luogo e l’ambiente in cui si sono formati, orientati a determinare una climatizzazione spontanea degli ambienti confinati.2 Sarebbe peraltro un grande errore concettuale dagli effetti potenzialmente regressivi pensare di riprodurre oggi tali stereotipi concettuali e formali, essendo mutate sia le richieste di qualità ambientale, che le tecniche costruttive e i materiali oggi disponibili e dotati di nuove potenzialità.3 Il mondo della ricerca ci mette inoltre a disposizione conoscenze disciplinari e codici di calcolo in grado di svolgere analisi previsionali del reale comportamento di nuove ipotesi progettuali, rispetto alle varie stimolazioni provenienti dall’ambiente esterno. La ridefinizione di un corretto rapporto tra edifici e ambiente dovrebbe quindi attivare una sorta di architettura neovernacolare (Climate sensitive) non più basata su una cultura materiale stratificatasi nei secoli, ma su una nuova cultura basata sul dominio approfondito delle scienze e delle ingegnerie edilizie e del loro progressivo avanzamento. 1 S. Croce, Innovazione tecnologica Architettura Clima, in Manuale di progettazione edilizia, volume 3, Hoepli, 1998 2 S. Croce, Progetto tecnologico e approccio climaticamente consapevole, in Progetto qualità edilizia, Edizioni Edilizia popolare, 2002 3 L’aspetto urbano di molti paesi del sud caratterizzato da edifici ravvicinati che si offrono a vicenda una mutua schermatura solare è integrato, dal punto di vista della climatizzazione estiva spontanea degli ambienti confinati, dalle masse inerziali che caratterizzavano tali sistemi costruttivi. Alla capacità inerziale quotidiana si aggiungeva quella sequenziale in grado di contrastare le onde di calore prolungate. Gli attuali sistemi costruttivi non sono caratterizzati da masse inerziali del genere e la replicazione di tali strutture urbane non darebbe gli stessi favorevoli risultati in termini di climatizzazione spontanea. Dal punto di vista costruttivo la leggerezza degli attuali sistemi dovrebbe essere compensata da interventi orientati ad esempio a potenziare il movimento dell’aria o ad altre opzioni come l’iperisolamento in grado di contrastarne la criticità. Croce Pagina 2 di 11 Atti del Convegno – Bari 24 aprile 2004 Un possibile attuale riferimento sono le esperienze dell’Europa centrale e settentrionale (Passive House) che hanno dimostrato la possibilità di costruire edifici a bassissimo fabbisogno di energia (<15kwh/mq anno) basati sull’utilizzo di energia solare. Tali esperienze si riferiscono a climi con criticità fondamentalmente invernali che quindi non possono essere trasferite tal quali all’Italia. A parte quanto attiene alla necessaria coerenza con il microclima del sito, si debbono tener conto aspetti di natura sociologica, tipici dell’Italia, che prevalenziano la gradibilità di vita in ambienti maggiormente connessi con l’esterno, durante lunghi periodi dell’anno. Rispetto al caso delle Passivhaus dell’Europa centrale e settentrionale, diventa quindi opportuno studiare nuovi sistemi costruttivi e architettonici gestiti durante la stagione primaverile ed estiva mediante una sorta di free running con il prevalente contributo della ventilazione naturale. Un approccio progettuale di questo tipo è in linea con recenti studi che hanno dimostrato come i soggetti umani non solo gradiscono maggiormente una climatizzazione naturale, ma in tale situazione sanno adattarsi con maggiore flessibilità alla variabilità delle condizioni ambientali. Al contrario in edifici condizionati è sufficiente una minima variazione di temperatura per dar luogo ad apprezzamenti negativi delle condizioni ambientali. In figura si evidenzia il range di temperature ritenute accettabile dall’80% dei soggetti al variare stagionale della temperatura esterna in edifici ventilati naturalmente. Si veda invece in altra figura come nel caso degli edifici condizionati le temperature ottimali siano molto più basse e con una variabilità estremamente ridotta Per concludere è a questo proposito interessante osservare che la tendenza ad una climatizzazione free running, basata sulla ventilazione naturale sta attraversando anche il settore dell’edilizia per il terziario, dove ai sistemi completamente condizionati, vengono contrapposti sistemi a ventilazione ibrida (hybrid ventilation) e cioè in parte naturale e in parte artificiale. 4. Le potenzialità progettuali indotte dalle innovazioni di prodotto Per quanto attiene all’innovazione di prodotto essa riguarda sia il miglioramento prestazionale di materiali e componenti esistenti, sia la messa a punto di nuovi materiali e componenti Croce Pagina 3 di 11 Atti del Convegno – Bari 24 aprile 2004 In particolare i settori più innovativi per ciò che attiene all’involucro riguardano: 1. prodotti vetrati (diag vetri ottimali) od opachi con resistenze termiche potenziate (immagini) 2. sistemi di schermatura 3. sistemi di involucro trasparenti 4. tecnologie costruttive a secco (che riguardano non solo l’involucro, ma anche gli altri elementi tecnici del sistema edilizio) Le potenzialità progettuali indotte dalla messa a punto di prodotti isolanti potenziati consentono di mettere a punto sistemi di involucro, per la pare opaca, iperisolati con spessori ragionevoli. Le innovazioni molto sofisticate nel settore dei vetri consentono di ottimizzare le scelte in funzione di obiettivi prestazionale specifici dal punto di vista climatico, come la prevalenza di problematiche invernali (termotrasmittanza) od estive (termotrasmittanza, fattore solare) Ma l’aspetto più interessante dal punto di vista progettuale riguarda l’innovazione nei settori delle schermature, dei sistemi trasparenti di involucro, delle tecnologie costruttive a secco. Per quanto attiene alle schermature esse sono attraversate da un notevole sviluppo di soluzioni che consentono di sviluppare sistemi orientati al controllo della energia entrante in stagione estiva ovvero (e a volte nel contempo) di rinforzare l’ingresso di luce ed energia nella stagione invernale Per quanto si riferisce ai sistemi trasparenti di involucro, in accoppiamento con le innovazioni nel settore dei vetri, si registra un notevole fervore innovativo (facciate a doppia pelle, finestre a isolamento dinamico, ecc.) che si concentra in particolare nelle applicazioni relative al settore del terziario. Se i sistemi a isolamento dinamico (air exhasut window) i risultati prestazionale ed energetici sono convincenti 4 nel caso della doppia pelle a ventilazione naturale le attuali applicazioni sul territorio italiano appaiono non così performanti nel periodo estivo. Ciò deriva a dal fatto che per l’ottimizzazione prestazionale di questi sistemi di chiusura sono richieste analisi termodinamiche che non sono alla portata del settore della progettazione diffusa. Le applicazioni in Italia, quando centrate sulla ventilazione naturale tendono per la gran parte a trasferire modelli risolutivi mitteleuropei senza alcuna valutazione di 4 S. Croce, L. Mazzarella, Facciate ventilate, facciate continue a doppia pelle, isolamento dinamico: la storia e le potenzialità applicative, Convegno Internazionale AICARR 2004: Integrazione e nuove visioni di progetto e di gestione, Milano 3-4 marzo 2004 Croce Pagina 4 di 11 Atti del Convegno – Bari 24 aprile 2004 coerenza rispetto al clima italiano. E’ necessario infatti osservare come rispetto al clima moderato dei paesi oltralpe, il clima italiano si caratterizza per estati molto più calde che mettono in crisi l’efficienza di tali soluzioni durante tale periodo. Tutto ciò non significa che tali soluzioni siano da proscrivere, ma che la loro adozione richiede attente e sofisticate analisi, ancora termo-fluidodinamiche, finalizzate ad una loro ottimizzazione rispetto al sito climatico e all’evolversi delle vicende stagionali. Per quanto riguarda i sistemi costruttivi a secco, basati su sistemi multistrato montati a secco, che hanno avuto nell’Europa centrale una grande importanza nello sviluppo delle Passive house, essi stanno avendo interessanti sviluppi anche in Italia. Per questi va evidenziata una notevole coerenza rispetto alla necessità di strategie e tecnologie differenziate in ragione del contesto climatico e quindi sono portatori di una logica progettuale coerente rispetto ad una gestione dell’involucro più rispondente al controllo delle interazioni tra clima e benessere ambientale. Tutto ciò in ragione di potenzialità di composizioni tecnologiche più articolate. “La ragione dell’efficacia dell’ibridazione tecnologica è evidente: essa consegue ad una prassi, eminentemente moderna, flessibile ed adattiva; essa facilita, anzi incentiva, indirizzandola specialisticamente, la scelta dei materiali e delle combinazioni più capaci di ottimizzare l’insieme delle prestazioni differenziate dell’involucro esterno, e di quelli interni, cui non si può attribuire semplicisticamente la dilatazione delle stratificazioni di isolamento, benché questo sia indubbiamente il provvedimento costruttivo prevalente e largamente risolutivo della componente risparmio.”5 Rilevanti poi sono i vantaggi in termini di velocità del momento costruttivo, la smontabilità e quindi la più facile dismissione anche per gli aspetti legati eventualmente alla riutilizzabilità dei materiali componenti 5. I climate sensitive building Come osservato si devono studiare nuovi sistemi edilizi in grado di operare una mediazione spontanea tra condizioni esterne ed interne e che mostrino quindi una naturale propensione a controllare le condizioni di benessere termico degli ambienti interni. Col termine di climate sensitive building si intendono edifici sensibili e reattivi al variare delle condizioni climatiche durante l’evolversi delle stagioni in quanto 5 E. Zambelli, Costruzioni stratificate a secco, Maggioli, 1998 Croce Pagina 5 di 11 Atti del Convegno – Bari 24 aprile 2004 caratterizzati da una reattività intrinseca alle stimolazione dell’ambiente esterno e quindi in grado di attivare condizioni interne di benessere igrotermico Tale reattività può essere passiva o attiva, intendendo con tale ultimo termine la possibilità di fare variare la configurazione di elementi tecnici al fine di attivare una reazione coerente con la variabilità di forzanti climatiche. L’obiettivo è quindi quello di ridurre la necessità di un ricorso primario a dispositivi impiantistici tradizionali di climatizzazione invernale ed estiva e di ridurre in modo pesante quindi i consumi di energie non rinnovabili. I climate sensitive building si caratterizzano in particolare per una forte riduzione dei fabbisogni energetici accompagnata da un utilizzo percentualmente rilevante di energia rinnovabile (sole, geotermia, vento, brezze, ecc.). Per quanto attiene ai climatismi italiani, notevolmente diversi rispetto ai paesi più a nord, essi si caratterizzano per una forte variabilità da nord a sud e quindi richiedono strategie e soluzioni diversificate. Ad esempio le forzanti ambientali in pianura padana sono critiche sia per l’inverno che per l’estate, mentre per la Sicilia sono critiche solo quelle estive. In ogni caso l’insegnamento che si può ricavare dalle esperienze delle passive house è l’iperisolamento delle chiusure d’ambito che costituisce una opzione che consente, ancor più nei nostri climi, di rendere percentualmente importante il ricorso alle energie rinnovabile (sole, geotermia) e di bloccare l’attuale progressivo ricorso ai sistemi di condizionamento.. Il comportamento quasi adiabatico delle chiusure opache riporta primariamente sulle partiture trasparenti la funzione di gestire, in modo coerente rispetto alle forzanti esterne, i flussi di calore entranti ed uscenti. Per la messa a punto di climate sensitive building e cioè di edifici a climatizzazione spontanea due sono quindi gli obiettivi progettuali tra di loro fortemente interrelati da raggiungere: 1-mettere a punto sistemi costruttivi e architetture in grado di reagire passivamente (con una propensione alla climatizzazione spontanea) o attivamente alle stimolazioni ambientali, in modo da ridurre la necessità di un ricorso a dispositivi elettromeccanici di climatizzazione invernale ed estiva e che quindi assolvano a tale compito mediante una forte riduzione dei consumi e un utilizzo percentualmente rilevante di energia rinnovabile (sole, geotermia, brezze, vento, ecc.). 2-l’attivazione di condizioni di benessere ambientale, in particolare termiche, luminose, acustiche Croce più organiche rispetto alla psico-fisiologia umana secondo i Pagina 6 di 11 Atti del Convegno – Bari 24 aprile 2004 concetti dell’adaptive comfort, sfruttando le potenzialità offerte dal contesto ambientale specifico Le strategie di controllo nel caso italiano possono differire profondamente da sito a sito in quanto diverse possono essere le potenzialita offerte dalla natura e cioè le forzanti positive e negative I fattori principali che incidono in termini sinergici sul raggiungimento delle condizioni ambientali-obiettivo sono i seguenti: 1-Il clima locale e gli elementi di stimolazione provenienti dall’ambiente esterno nelle loro variabilità giornaliere, stagionali (sole, vento, piovosità, temperatura, umidità relativa, trasparenza del cielo) 2-Le caratteristiche naturali e antropiche del sito (soleggiamento, vegetazione, orografia, brezze struttura urbana, geotermia ecc.) 6. Un esempio applicativo Un edificio climate sensitive, in fase di progettazione avanzata, sarà realizzato a Lodi per una comunità per il recupero di minori disadattati.6 Esso costituisce una applicazione dei concetti elaborati nel gruppo di ricerca VeLE del Politecnico di Milano, che consistono nella definizione di strategie progettuali per edifici a basso consumo energetico, calibrate alle peculiarità del contesto climatico italiano. Per ottenere contemporaneamente una significativa riduzione del consumo energetico e un elevato comfort ambientale per gli utenti, si è adottato un approccio misto: - privilegiando l’aspetto conservativo, con chiusure iperisolate e a tenuta d’aria, per ridurre al minimo le dispersioni termiche - sfruttando gli apporti solari gratuiti, particolarmente significativi nel clima italiano, e i carichi interni, attraverso una progettazione integrata delle caratteristiche morfologiche e prestazionali degli elementi tecnici e del sistema impiantistico - controllando il surriscaldamento estivo con strategie essenzialmente passive, basate su fonti geotermiche, che permettono di evitare l’adozione di sistemi meccanici tradizionali. 6 E. Zambelli e altri, Edifici energeticamente efficienti: una sperimentazione a Lodi, Convegno Internazionale AICARR 2004: Integrazione e nuove visioni di progetto e di gestione, Milano 3-4 marzo 2004 Croce Pagina 7 di 11 Atti del Convegno – Bari 24 aprile 2004 La progettazione di questo edificio si è proposta quindi: - di studiare soluzioni architettoniche ed impiantistiche integrate che dialoghino efficacemente con le caratteristiche climatiche del luogo - di applicare, per la realizzazione dei diversi subsistemi, la tecnologia stratificata a secco, la quale assicura un migliore controllo della qualità attraverso la specializzazione dei materiali, l’articolazione strutturale, la progettabilità e la gestibilità dell’intero organismo edilizio. L’obiettivo è inoltre quello di realizzare un laboratorio sperimentale di materiali, componenti e tecnologie con particolare attenzione alle innovazioni, grazie anche al contributo concreto di numerose imprese di settore. Parallelamente alla fase di progetto e al termine dell’intervento saranno effettuate simulazioni teoriche e indagini sperimentali, i cui risultati diventeranno linee guida per migliorare sia la progettazione dell’edificio in oggetto sia la progettazione di realizzazioni simili. Passive house a Friburgo Croce Pagina 8 di 11 Atti del Convegno – Bari 24 aprile 2004 BEST Politecnico di Milano, VeLE,-climate sensitive building: edificio sperimentale a Lodi Profilo spettrale di un vetro basso emissivo ideale Da: J. Karlsson, Window optical performance and energy efficiency, Acta universitatis upsaliensis, Uppsala 2001 Croce Pagina 9 di 11 Atti del Convegno – Bari 24 aprile 2004 Profilo spettrale di un vetro ideale di controllo dei transfert termici Esemplificazione delle proprietà dei vetri elettrocromici dell’abbagliamento Croce Pagina 10 di 11 nel controllo Atti del Convegno – Bari 24 aprile 2004 Temperature di comfort: confronto tra modello previsionale statico e adattivo Da: A standard for natural ventilation, G. Shiller e altri, ASHRAE Journal, october 2000 Temperature ottimali in presenza di spazi ventilati naturalmente Da: A standard for natural ventilation, G. Shiller e altri, ASHRAE Journal, october 2000 Croce Pagina 11 di 11