santa giovanna francesca fremiot de chantal
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santa giovanna francesca fremiot de chantal
SANTA GIOVANNA FRANCESCA FREMIOT DE CHANTAL COFONDATRICE DELL’ORDINE DELLA VISITAZIONE DI NOSTRA SIGNORA Una grande signora, una grande religiosa, una grande anima. È il ritratto di Santa Giovanna Frémiot de Chantal , moglie di un barone, vedova a causa di un banale incidente di caccia che le strappò il marito, madre di famiglia, che si è ritirata in convento dopo aver sistemato i suoi figli, che ha fondato col suo direttore spirituale, San Francesco di Sales, un nuovo ordine, detto “della Visitazione di Nostra Signora”. Il grande dottore della Chiesa, nonché vescovo di Ginevra, la vide la prima volta, a Digione, durante la Quaresima, mentre indossava ancora i severi abiti vedovili. Lo colpirono il coraggio di quella donna, la sua austerità, la solida fede. Ma il vescovo non era il tipo da lasciarsi abbagliare dall’apparenza delle cose e volle sondare la profondità di quella donna. “ Avete intenzione di maritarvi ancora, signora?”, le chiese. “No”, rispose Giovanna. Una risposta breve e perentoria che segnò l’avvio di uno dei più celebri sodalizi del mondo spirituale. San Francesco di Sales divenne la guida spirituale della giovane vedova, l’esempio tangibile di quanto il santo praticava da anni. Il vescovo infatti svolgeva un’intensa azione pastorale verso il clero e i fedeli ed inoltre combatteva con tutte le sue forze l’eresia calvinista. La baronessa Giovanna rispondeva in pieno ai suoi ideali spirituali ed apostolici. Ella divenne così la prima direttrice della “Visitazione” cui il vescovo aveva assegnato la regola di sant’Agostino. Dieci anni dopo, la congregazione contava già 13 case religiose e, ancora in vita la nostra Santa, si espanse in più di 80 Monasteri pur attraverso grandi prove e difficoltà, lutti, peste, guerre, calunnie. Giovanna assunse il nome di suor Francesca, mentre le suore a lei legate si chiamarono “visitandine”. Nasce a Digione il 23 gennaio 1572 dal barone Benigno Frémyot, secondo presidente del Parlamento di Francia, e da Margherita di Berbisey. A un anno di età rimane orfana di madre. Educata virilmente dal padre, uomo insigne per pietà e fede, andò sposa, il 29 Dicembre 1592, a vent'anni, a Cristoforo de Rabutin barone di Chantal. Lo sposo non avrà mai a pentirsi della piena fiducia accordatale nell’amministrazione della casa : tutto rifiorisce sotto il suo polso energico e soave e nei dintorni viene ben presto chiamata ”la dama perfetta”. Dalla loro unione nascono sei figli : i primi due muoiono alla nascita, poi vengono al mondo Celso Benigno, Maria Amata, Francesca e Carlotta. Fu sposa teneramente amata e che amava con lo stesso ardore il proprio marito . Quando Cristoforo non è al castello la baronessa depone gli abiti eleganti e si dedica maggiormente alle pratiche di pietà. Questa carità raggiunge un grado eroico durante la carestia che colpisce la Borgogna nell’inverno 1600-1601 : Giovanna senza preoccuparsi delle lamentele, incoraggiata solo dallo sposo, trasforma il castello “in ospedale” per alloggiare mamme e bambini in difficoltà e fa costruire un nuovo forno per distribuire pane a tutti i poveri che bussano alla porta. Un giorno le dicono che nel granaio è rimasto solo un sacco di segala. Cosa fare? La giovane baronessa si fida di Dio e ordina di continuare a distribuire come prima…. Quella segala non diminuirà, finché non ci sarà un nuovo raccolto abbondante! Il segreto di quella forza serena e tranquilla sta nella fede, alimentata in modo particolare dalla partecipazione quotidiana alla Santa Messa. Così, forse senza accorgersi, Giovanna progredisce nelle vie di Dio e si prepara a ricevere quella croce dolorosa e improvvisa - che deciderà il suo avvenire. Un giorno della primavera del 1601 durante una battuta di caccia, inavvertitamente, parte un colpo di archibugio e il barone di Chantal é a terra gravemente ferito. Dopo nove giorni di enormi sofferenze, muore cristianamente, perdonando l’involontario uccisore, invitando la sposa a fare altrettanto e ad accettare con rassegnazione i misteriosi disegni divini. Giovanna si ritrova improvvisamente a soli 29 anni, vedova e madre di quattro creature, di cui la più grande ha cinque anni e la più piccola solo pochi giorni. Deve cominciare una nuova vita. Sente subito dentro di sé una nuova attrazione a consacrarsi al Signore, ma i gravi doveri famigliari non le permettono di realizzare questo desiderio. Suo padre, il Presidente Frémyot, la circonda di affetto e la invita a trascorrere qualche tempo a Digione per ristabilirsi in salute. Qui si trova bene, ma il suocero, barone di Chantal, condiziona l’ereditarietà dei beni dei nipoti all’insediamento della nuora a Monthèlon. Giovanna, pur sapendo che qui vi comandava una “serva padrona”, per amore dei figli obbedisce. Appena arrivata al castello la fantesca comincia a trattarla come un’intrusa e fa di tutto per metterla sempre in cattiva luce presso il vecchio barone. Giovanna, come risposta, si dà tutta ai figli e non si risparmia neppure a vantaggio degli stessi figli della prepotente domestica. Ben presto gli abitanti del vicinato si accorgeranno di avere acquistato una santa : cominciano a chiamarla non più “la dama perfetta” come quelli di Bourbilly, ma la chiamano “nostra buona signora”. Nel 1604 la svolta. Arrivò a Digione per predicare il vescovo di Ginevra, Francesco di Sales. Lei andò in chiesa con abiti scuri ma di raffinata eleganza, e così il vescovo ne dedusse che cercava marito. Niente di scandaloso : in fin dei conti aveva solo 32 anni. Quando gli rispose risolutamente di no, il vescovo le disse: “Ma se non volete proprio risposarvi, madame, allora è meglio ammainare anche le insegne”. Cioè... cambiare vestiti. Giovanna in quel periodo era in cerca di un direttore spirituale che la capisse. Ebbene l’aveva trovato. Infatti la guida che il Signore le avrebbe concesso e che Giovanna aveva conosciuto in una visione era proprio il santo vescovo, Francesco di Sales, il quale, a sua volta, ebbe la stessa visione, che gli permise di riconoscere la santa vedova, quale pietra angolare destinata da Dio all'edificazione del nuovo istituto. Nel 1610 la grande decisione. Sistemati i suoi figli (ai quali aveva lasciato tutto addirittura con atto notarile) con altre due amiche creò ad Annecy il “ritiro della Visitazione”, e tre anni dopo diede origine al primo importante convento con il nome della Visitazione. Dopo la rinuncia ai suoi beni terreni Giovanna è davvero povera quando inizia il suo apostolato . Il 6 giugno 1610, insieme alle sue compagne Giacomina Farve e Giovanna Carlotta de Bréchard, dopo la benedizione del Vescovo, a 38 anni, entra nella piccola “Casa della Galleria” ad Annecy, culla dell’ Ordine della Visitazione : “alla Visitazione tutte le cose sono piccole, umili e di poco conto, fuorché l’ideale che è quello di giungere alla perfezione dell’amore di Dio”. Vide morire, dopo il marito, tutti i suoi figli ; una sola figlia le sopravvivrà : Francesca. Anche san Francesco di Sales, morendo nel 1622, la lascerà sola a condurre avanti l'Istituto per ben diciannove anni. Le prime e più preziose sue collaboratrici la precederanno nella vita eterna. Guiderà l'Ordine fino alla morte (con intervalli alternati di superiorato e sudditanza, conforme alle regole della Visitazione) avvenuta il 13 dicembre del 1641, a Moulins, lasciando 87 monasteri da lei fondati. Fu sepolta ad Annecy vicino a Francesco di Sales, suo direttore spirituale e grande amico. La sua beatificazione avvenne nel 1751 ; la sua canonizzazione nel 1767. A sollecitare l'elevazione agli altari della Santa fondatrice intervennero " voti del popolo cristiano, istanze reiterate da parte di Re e Principi cattolici e preghiere di venerandi Pastori della Chiesa ". Ricercata e onorata da tutti i Grandi di Francia e della Savoia , era universalmente considerata santa, già in vita. Gianni Mangano