Turandot e La bohème

Transcript

Turandot e La bohème
un progetto di
con il sostegno di
l’opera non fa più paura!
Turandot e La bohème
due grandi opere per
celebrare la musica di
Puccini con il giovane
pubblico
Una piattaforma di
progetti per
avvicinare il giovane
pubblico all’opera,
da 0 mesi a 18 anni.
e per festeggiare i 20
anni di Opera domani!
130.000 studenti – 20.000
spettatori del pubblico di
famiglie - 4.500 insegnanti
– 140 spettacoli – in 26
città italiane - 10 repliche
per il pubblico delle
famiglie.
Un approccio
pratico all’opera
attraverso un
percorso didattico
da seguire a
scuola*
4 spettacoli, specifici
per ogni fascia di età, a
cui il pubblico
partecipa dalla platea,
cantando alcune brevi
arie e con semplici
oggetti costruiti a
scuola.
#ilovepuccini
#20operadomani
Opera education è su
*AsLiCo è soggetto riconosciuto per la formazione del personale della scuola – art. 66 del vigente C.C.N.L. e artt. 2 e 3 della Direttiva n. 90/2003.
progetto di avvicinamento all’opera per le
scuole secondarie
ed VI
Ho diacciate le dita
quasi ancora le
tenessi immollate
giù in quella gran
ghiacciaia che è il
cuore di Musetta...
14-18 anni
La bohème
di Giacomo Puccini
regia di Roberto Catalano
La più romantica tra le opere di Puccini in un allestimento di 90 minuti.
In scena 4 cantanti, 1 narratore, 1 pianoforte per permettere ai ragazzi di godere dell’emozione del canto
lirico e delle vicende de La bohème con un approccio tradizionale e originale.
Un’opera ridotta nei tempi e nell’organico,
con giovani cantanti professionisti ed una
mise en espace, una regia dinamica che
esalta l’opera, le sue arie più poetiche, i
passaggi salienti della trama e della musica,
con brevi raccordi narrati per coinvolgere i
ragazzi in uno spettacolo dal sapore antico,
che dà voce ai giovani outsider di duecento
anni fa come di ora.
IL PROGETTO
Attorno alla messinscena dello spettacolo, sono previste diverse
proposte didattiche per ragazzi e docenti, per creare un percorso di
avvicinamento all’opera interattivo e stimolante, per mostrare la
continuità tra teatro e letteratura, opera lirica e storia, musica e arti
figurative.
La partecipazione allo spettacolo prevede la realizzazione di un
workshop con i ragazzi in ogni scuola.
Ad integrare il lavoro in classe una guida all’ascolto scaricabile dal
web (www.operait.org) e stimoli didattici e artistici per lasciarsi
catturare e sedurre dalla musica e dal suo valore storico e attuale.
Chi son?
Sono un poeta.
Che cosa faccio?
Scrivo.
E come vivo?
Vivo.
www.operait.org
NOTA MUSICALE
La musica di Bohème (1896) è forse l’opera che contiene più momenti cantabili in tutto il catalogo di
Giacomo Puccini; senz’altro è quella che lo lancia definitivamente nel panorama internazionale e dove
finalmente si realizza la sua idea di melodramma affrancato dalla struttura a numeri chiusi (cioè con arie,
duetti, ecc. nettamente definiti e separati dal punto di vista musicale), proiettandosi verso un flusso sonoro
continuo e cangiante. In ciò, fa sua la portata innovativa del recente Falstaff di Verdi (1893), mescolandola
a quella tecnica wagneriana di Leitmotiven che ormai si era imposta anche in Italia; una tecnica, questa, che
associa un particolare tema a un personaggio della storia (ma anche a una situazione o un sentimento, ecc.)
– come, per esempio, il tema di Musetta (Quando men vo), riconoscibile per il suo ritmo di valzer francese;
oppure l’amore tra Rodolfo e Mimì, che al suono di una ninnananna richiama l’ambiente semplice della vie
bohemienne in cui si svolge la vicenda.
La musica segue la particolare commistione di tragico e comico (polarizzata nella coppia Rodolfo/Mimì e
Marcello/Musetta), che ormai era diventata tipica del melodramma italiano di nuova generazione
(pensiamo per esempio a Pagliacci di Leoncavallo, ma anche nel verdiano Ballo in maschera i confini fra
tragedia e commedia erano già stati messi in discussione). Puccini, inoltre, piega la musica a un incredibile
realismo, evocando per esempio le scintille del fuoco (I atto), il cadere dei fiocchi di neve (inizio III atto),
fino al drammatico momento della morte di Mimì che conclude questo indiscusso capolavoro.
Sandro Zanon
SPUNTI DIDATTICI
-Approfondimento sulla vita e le opere di Giacomo Puccini
-Analisi contesto storico attorno al compositore
-Sviluppo e trattazione dei temi principali dell’opera: il
destino
-Bohèmien in musica e letteratura
-Discografia disponibile su Spotify con playlist collegate
all’opera
LA SINOSSI
Il primo personaggio di questa storia è un burattinaio vestito di nero. Lui è l’uomo che sceglie: è il destino, il
tessitore di trame, il regista delle vite degli altri. In mano stringe dei fili rossi, destinati a legare tra loro i
personaggi di questa storia.
Accanto a lui, ci sono due uomini e due donne. Stanno aspettando che lui decida quale ruolo assegnare a
ciascuno.
Così, dopo aver scelto per loro, il burattinaio li lascia vivere, apparentemente liberi, la storia che
racconteranno.
Il giovane poeta Rodolfo e il pittore Marcello, legati dal primo filo rosso, stanno trascorrendo la vigilia di
Natale nella gelida soffitta che è la loro abitazione. Non avendo legna per il camino, Rodolfo decide di
bruciare le pagine del dramma che ha appena scritto per evitare che lui e l’amico muoiano di freddo. Così,
dopo essersi riscaldati, Marcello decide di uscire e andare al caffè Momus, mentre Rodolfo resta in casa; lo
raggiungerà dopo aver finito un articolo. D’un tratto bussano alla porta: è Mimì, una giovane ricamatrice
sua vicina, venuta a chiedere un fiammifero. La donna è sfinita, e Rodolfo la ristora con un po’ di vino. Il
burattinaio li osserva e, tessendo ancora una volta il filo rosso che attraversa tutta la storia, decide di
legarli, dando inizio al loro amore. Mimì perde le chiavi di casa. Il lume che illuminava la soffitta si spegne e,
mentre nel buio entrambi cercano le chiavi, le loro mani si sfiorano. Immediata è l’attrazione reciproca:
entrambi si raccontano ora la loro storia e dopo averlo fatto decidono di avviarsi anche loro verso il caffè
Momus dove arriva Musetta, un tempo amante di Marcello. Lei è molto diversa da Mimì. Per Musetta il
lusso è una condizione di salute, ama circondarsi di gente che conta e che la riempie di velluto e oro.
Eppure Marcello, se pur povero, è il solo che la fa innamorare davvero. I due faranno pace e, legati anche
loro dall’ennesimo filo rosso, torneranno insieme.
Ma è in una gelida mattina di febbraio che tutto cambia.
Mimì incontra Marcello, che sta dipingendo l’insegna di un cabaret nella barriera d’Enfer. Scossa dalla
tosse, gli dice di avere litigato con Rodolfo a causa della sua gelosia e lo prega di aiutarla. Ma all’improvviso
arriva Rodolfo e Mimì si nasconde.
Rodolfo rivela allora a Marcello che Mimì è gravemente malata.
Il burattinaio intanto li osserva silenzioso. Lui sapeva già dal principio quale sarebbe stato il destino di Mimì.
Rodolfo la ama ancora, ma non ha i mezzi per offrirle un adeguato ricovero.
D’un tratto Mimì si mostra e i due si abbracciano. Sanno di doversi lasciare, ma rinviano la separazione alla
primavera. Intanto Marcello e Musetta litigano nuovamente.
Il burattinaio ci riporta allora dove tutto è iniziato; nella soffitta gelida dove la luna è vicina.
È passato del tempo e Mimì adesso non sta più con Rodolfo. Anche Musetta ha lasciato Marcello. Il poeta e
il pittore sono nostalgici, ma cercano di sopravvivere all’idea di aver perduto l’amore.
Improvvisamente irrompe Musetta, dicendo che Mimì è fuori dalla porta, svenuta e morente. Rodolfo la fa
coricare sul letto ed entrambi rievocano il loro primo incontro.
Mimì in punto di morte sceglie consapevolmente di andare a morire nella fredda soffitta, dove tutto è
iniziato e dove con certezza si trova il vero amore.
Musetta, commossa da questo gesto, venderà i suoi orecchini d'oro, liberandosi anche dei fili che l'avevano
costretta ad essere come è stata finora.
Il burattinaio è sconfitto.
Marcello annuncia l’arrivo del dottore; all’improvviso però tace, rendendosi conto che Mimì è spirata.
Rodolfo, che ha sperato fino all’ultimo in una guarigione, quando si accorge che Mimì è morta, si getta in
lacrime sul corpo di lei.
Mimì muore. Il burattinaio raccoglie i fili che si sono sciolti. A vincere è stata una scelta.
Roberto Catalano
NOTE DI REGIA
La Bohème, in una messa in scena fedele all’opera, vedrà sul palco i cantanti per i quattro ruoli protagonisti:
Marcello e Musetta, Mimì e Rodolfo. Le loro vicende saranno accompagnate in scena, per i necessari
raccordi drammaturgici, da un narratore.
Il narratore rappresenterà il destino dei protagonisti e, come un burattinaio tessitore di trame, muoverà i
personaggi, legandoli tra loro con fili rossi.
È il destino che determina la vita di tutti; è lui che “costringe” i personaggi alla povertà, dando a Mimì i
giorni contati e assegnando a ciascuno un ruolo da interpretare. L'esistenza che questi personaggi vivono è
segnata, decisa. Quando Mimì entra per la prima volta nella soffitta, il destino, attraverso la chiave caduta
sotto al tavolo, sceglie di legarla intimamente a Rodolfo. Ma il percorso non è semplice, così è il destino a
piegare le loro strade e a separarli.
A bilanciare questo amore, si sviluppa la storia di Marcello e Musetta. Per quest'ultima il lusso è "una
condizione di salute", ama circondarsi di persone facoltose che la riempiono di "velluto e oro". Eppure
Marcello, se pur povero, è il solo che la fa innamorare davvero.
Mimì in punto di morte si libera dai fili del destino e sceglie liberamente di andare a morire nella fredda
soffitta dove tutto è iniziato e dove con certezza si trova il vero amore.
Musetta, commossa da questo gesto, vende i suoi orecchini d'oro, liberandosi anche lei dei fili che l'avevano
costretta ad "essere" com’era.
Mimì muore. Il destino raccoglie i fili che si sono sciolti.
Roberto Catalano