Anno XXXXI, 1753 Firenze, 22 settembre 2010
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Anno XXXXI, 1753 Firenze, 22 settembre 2010 Esce il sabato abb. post. legge 662/96, art. 2, c. 20, lett. b Direttore Francesco Canosa Da L’attenzione solo informazione affidabile e indipendente Agipress: periodico settimanale (sottotitolo L’attenzione) iscritto Tribunale di Firenze n. 4067 Editoriale Utopie moderne e... difficoltà quotidiane Come sarebbe bello se i politici attuali invece di spulciare e cercare pecche nello schieramento avversario attuassero il “silenzio stampa” o tutt’alpiù parlassero solo per spiegare al Paese quali sono i provvedimenti presi o da prendere dal Governo per uscire definitivamente dal guado della crisi ed incominciare a dare fiducia alle famiglie che ogni giorno lottano per far quadrare il proprio bilancio, mentre i politici che notoriamente stanno bene (economicamente parlando) discutono di beghe partitiche, di divisioni, di creazione di sotto-partitini. Le famiglie italiane hanno dovuto, molto spesso, chiedere un finanziamento (a volte ricorrendo anche agli strozzini per la “chiusura” preconcetta delle banche) anche per poter acquistare libri. TRA LIBRI, CARTELLE, ASTUCCI E QUADERNI LA SPESA TOTALE PER FAMIGLIA SFIORA I 1.000 euro. Molto spesso sono costretti ad intervenire i nonni (quando possono!) per sostenere le spese scolastiche dei propri nipoti. Nonni che avendo vissuto la loro giovinezza lavorativa nel tempo della ricostruzione del paese dopo la grande guerra, sono riusciti, anche risparmiando sul cibo, ad accumulare un piccolo “gruzzolo” in vista della vecchiaia. Ma essere riusciti a mandare a scuola i ragazzi non basta! L’anno scolastico è lungo e tante saranno ancora le spese da affrontare: l’abbigliamento, il trasporto, lo sport... Intanto i nostri litigiosi politici (dominati da arroganza, ignoranza, arrivismo) si mettono la benda sugli occhi e non vedono ciò che succede nella maggior parte delle famiglie italiane, tanto loro spesso mandano a studiare i propri figli in costosi collegi se non addirittura in scuole internazionali per mantenere alto il loro status symbol. Colpa grave soprattutto per quei politici cattolici che calpestano il Vangelo che ci insegna ad aiutare gli altri affinchè siano meno poveri e ad avere il necessario per la propria dignità e la propria esistenza. E’ forse utopia anche questa? Ci chiediamo se dobbiamo sperare che ritorni quel passato in cui si faceva politica vera, per gli elettori e non per se stessi, per portare avanti gli ideali di tutti, non di pochi (eletti!) e per cambiare lo stato civile ed economico di ogni cittadino che aveva espresso la sua adesione a quel partito dandogli il voto, che sembra orami un’espressione che ha perso la sua caratteristica di democraticità. Una domanda, che siamo, sicuri, resterà senza risposta perchè non c’è peggior sordo di chi ... non vuol sentire! Forse la nostra è solo utopia sperare che la politica sia meno faziosa e rivolta, almeno nella gran parte, agli interessi della popolazione nel suo complesso. La contemporaneità porta con sé la fine delle ideologie, delle grandi narrazioni? Il processo, in realtà, non si è sviluppato negli ultimi dieci anni. È un percorso lungo che, come gia segnalava Daniel Bell nel 1950, radica, da un lato, nel disallineamento tra le promesse contenute nel “verbo” ideologico e i problemi reali della società e, dall’altro lato, nell’omologazione dogmatica dei percorsi proposti. Quella che si è andata affermando nel corso degli ultimi 50 pag. 2 Editrice Agipress s.a.s. anni è stata, sul fronte dei fini e dell’agire politico, una tendenza che possiamo definire “rinunciataria” (come la chiamerebbe Rorty). Una politica che ha scambiato i mezzi per fini e che ha rinunciato allo sviluppo di una critica permanente della società, per lo sviluppo di scelte e azioni contingenti. Si tratta di una politica dal pensiero “corto”, che ha smesso di essere risposta ai bisogni cogenti, sempre più complessi e articolati, della contemporaneità postmoderna. Il filosofo Slavoj Zizek afferma che oggi è più che mai necessario mantenere aperto “lo spazio utopico di un’alternativa globale” al sistema contemporaneo. E a chi gli fa notare che ne mancano i contenuti, il filosofo ribadisce la necessità di lasciare aperta la porta dell’utopia “anche se tale spazio deve restare vuoto in attesa di un contenuto” . Il termine utopia, come si ricava dalla sua matrice greca (è coniato sulle parole ou – “non” – e topos – “luogo”) indica una specie di non-luogo, un qualcosa che non esiste, ma presuppone anche che, chi professa un’ipotesi utopica abbia fede nella propria immaginazione politica, creda “che il migliore dei mondi non sia soltanto pensabile, ma anche possibile” . Nella dimensione politica moderna, il termine “utopia” ha assunto un valore negativo. Essa è divenuta sinonimo di astrazione, di favola raccontata. Spesso, inoltre, si è sovrapposto questo termine con quello di ideologia. Un esempio tipico è offerto da Mannheim, il quale assimila il termine utopia a quello di ideologia. Per il sociologo tedesco esistono le ideologie rivoluzionarie (il comunismo e le idee libertarie), che sono per lui le utopie, e le ideologie vere e proprie, ovvero quelle conservatrici . Angelina Aino La vedova sconsolata... il problema non è solo politico, ma anche sindacale, sociale. Non è più il tempo del mio povero marito sindacalista quando al primo poso si poneva la dignità del lavoratore ed il diritto ad essere rispettato per il contributo che dava al formarsi della ricchezza del cosiddetto padrone e dello Stato. Oggi c’è chi si arricchisce sulle spalle dei lavoratori (basta vedere quante “morti bianche” si verificano perchè c’è chi vuole risparmiare sulla sicurezza!) che sono disarticolati e, purtroppo, divisi tra di loro, solo per beghe di sindacalisti politicanti! Signore Iddio, se solo mi dai la speranza che possa vivere l’utopia dell’ugualianza, allora ... raccoglimi pure accanto a quell’anima benedetta Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.753 Firenze 22 settembre 2010 In edicola il sabato Direttore responsabile: Francesco Canosa (cell. 338-8991213) Vice-direttore Angelina Aino Gli argomenti più importanti pag. 2 (*) *-Utopie moderne e ... difficoltà quotidiane *-Portare “in gita” la scuola in montagna 4 *-A proposito di Basilea3 6 *-Il Federalismo 7 10-11 *-Notizie dalla Tosscana 14 *-Il problema casa Direzione, redazione, amministrazione: 593, via Pisana, 50143 Firenze. Tel. 055-7324580, fax 055-7324581. E-mail: [email protected] Internet: http://www.agipress.it Iscrizione Tribunale di Firenze al n. 41613, Camera di Commercio di Firenze al n. 374442, Partita IVA 03606260481. Agipress è iscritta al ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione) al n. 2171. Costo copia 2,00 EURO Spedizione ad indirizzi forniti: euro 3,00 x copia Abbonamento Annuale: ordinario 100,00 EURO (estero il doppio); l’abbonamento si rinnova automaticamente a scadenza per un periodo uguale a quello precedente. Per richiedere la disattivazione dell’abbonamento è sufficiente inviare un email alla redazione almeno 15 giorni prima della data di rinnovo. pagamento anche con bonifico bancario -CODICE IBAN IT 96 X 06300 02805 CC 1420200537 Agipress settimanale + agenzia quotidiana per temi 900,00 EURO. Per i lettori: inserti e supplementi gratis. Pubblicità regionale: 40,00 EURO a modulo (42x35 mm) per la quadricromia e 22,00 EURO a modulo per il bianco e nero. Bandi di concorso e commerciali, gare appalto 55,00 EURO a modulo. Pagina intera b/n 720,00 EURO ‘’ colore 1.200,00 EURO Per la pubblicità + Iva 20%. Pubblicità nazionale e posizione particolare: tariffe doppie. Stampa: Nuova Grafica Fiorentina FI Fotolito e Fotocomposizione in proprio. Hanno collaborato a questo numero: Ketty Canosa, Nicola Canosa, Jean-Marie Caribbe (Bruxelles), Riccardo Carrai (sport), Donatella Della Queva (Cultura), Nicola Francano (Economia), Claudio Guidotti (Motori), Davide Lacangellera (Medicina), Marina Mey (Attualità), Tiziana Lusetti (Tecnologie). Della stessa Editrice: *-Agipress, agenzia di stampa quotidiana, iscrizione Trib. di Firenze n. 2352. Direttore resp: Angelina Aino Informativa privacy I dati sono trattati elettronicamente ed utilizzati dall’Editore per la spedizione della presente pubblicazione. Ai sensi dell’art. 13 Legge 675/96 è possibile in qualsiasi momento consultare, modificare, cancellare i dati oppure opporsi al loro utilizzo scrivendoci. 16-17 (*) *-Giornata mondiale sul suicidio *-La castanicoltura in Toscana 18 *-Moda capelli per l’autunno 20 *-Problemi legati alla salute 22-23 (*) 24 *-Il cibo “avvicina” il mare alla montagna *-Abolire il Tribunale dei minori e far nascere un giudice ad hoc per gestire in tempi rapidi le separazioni e le esigenze dei bambini 26-27 (*) *-Verso il Festival dell’e-book 29 *-Il Parlamento europeo “scopre” la montagna 30 *-Quando gli estremi si toccano: da Veltroni a Fini (*) Gli articoli con asterisco sono anche in www.agipress.it/lattenzione 3 milioni di contatti all’anno sia dall’Italia che da tutto il mondo www.agipress.it AGIPRESS è l’unica agenzia di stampa con sede legale in Toscana ad essere ACCREDITATA nel Repertorio delle Agenzie di Stampa nazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri. L'ATTENZIONE “descritta” dall’Agenda del Giornalista [email protected] * www.agipress.it/lattenzione/ Descrizione: l'Attenzione, pur essendo settimanale, ha una struttura del giornale tipica del quotidiano, con notizie di politica, economia, cultura, sport, turismo, salute, privo di cronaca e ricco di approfondimenti. Possibilità di richiedere una copia gratuita per consultazione. Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.753 Firenze 22 settembre 2010 pag. 3 32 (*) Politica Asssunzione di responsabilità del Mezzogiorno Toscana. Partono “stati generali della scuola”: idee e progetti entro il 30 ottobre materiali e immateriali. E’ una grande risorsa se si ha anche il coraggio di abolire nel Sud ogni sussidio ed assistenza per concentrare ogni risorsa a premiare con la leva fiscale chi produce nuova ricchezza reale”. Il contributo di Uncem con un progetto per portare gli studenti in gita in montagna Firenze [email protected]. Questo l'indirizzo cui inviare entro il 30 ottobre idee e progetti per una scuola di qualità secondo quanto previsto da un percorso (“Gli stati generali della Scuola Toscana”: www.regione.toscana.it/statigeneraliscuola) voluto dalla vicepresidente, e assessore toscana all'istruzione, Stella Targetti (nella foto). «Non si vince nulla e non ci sono denari in palio: la nostra proposta si colloca su un terreno diverso», precisa la vicepresidente. «Vogliamo un cantiere aperto di partecipazione civica e di coinvolgimento effettivo alle sorti di un ambiente, la scuola, che appartiene a tutti e le cui odierne difficolà devono preoccupare tutti». In questa prima fase, che si concluderà fra 40 giorni, chiunque può presentare contributi attorno a due aree principali: il sistema della governance territoriale e della innovazione organizzativo-gestionale della scuola (rapporti fra scuola ed enti locali, nuove architetture scolastiche, forme organizzative e gestionali, reti fra scuole); l'innovazione metodologico-educativa (piani integrati d'area, formazione professionale, progetto infanzia, didattica innovativa, diritto allo studio, rapporti tra scuola e famiglia anche per un uso critico dei media). Gli elaborati possono essere presentati sia da singole persone (insegnanti, studenti, genitori, amministratori, ricercatori, pedagogisti) sia da soggetti pubblici (enti locali e scuole, sindacati e associazioni). In posta elettronica i progetti dovranno essere inviati in forma sintetica (non oltre 5 mila battute) e saranno valutati da un apposito comitato scientifico presieduto da Marco Lodoli, insegnante e scrittore. A sostegno degli “stati generali” gli uffici regionali prevedono una campagna comunicativa. «Ma ciò che più ci teniamo a comunicare – conclude Stella Targetti – va ben al di là di qualche slogan azzeccato. Oggi la scuola, in tutto il Paese e dunque anche in Toscana, vive un preoccupante periodo critico: nonostante l'impegno profuso da insegnanti, istituzioni loca- pag. 4 li e forze sociali, c'è ancora molto da operare per far ritrovare alla scuola un ruolo e una centralità oggi smarriti. Sostenere processi innovativi valorizzando al massimo risorse, e potenzialità, insite nell'autonomia scolastica è un percorso necessario per aiutare in un autentico miracolo: tornare a far innamorare della scuola l'intera comunità» All’iniziativa, giudicata molto interessante, ha deciso di partecipare anche l’Uncem, che rappresenta 168 comuni montani. “La nostra idea - dice Oreste Giurlani, presidente di Uncem- è quella di presentare alla Regione Toscana, quindi alla vicepresidente Stella Targetti, un progetto che miri a favorire le gite scolastiche in montagna per allievi di ogni tipo di scuola per verificare dal vivo le eccellenze che la montagna offre. Parlo di cultura, agricoltura, ambiente, lavoro. La montagna offre la possibilità di studiare Pievi, monasteri, basiliche, scoprire l’importanza del lavoro artigianale (dall’alabastro al marmo, al legno), e quindi antichi mestieri e tradizioni. Vedere da vicino come funziona un mulino ad acqua, come si farinano le castagne. Osservare gli alveari di api e capire la produzione del miele. Utilizzare percorsi di trekking per il benessere psicofisico, scoprire la bellezza affascinante delle grotte, percorrere l’itinerario toscano della Via Francigena... Una volta varato, il progetto sarà trasformato in una pubblicazione da far circolare nelle scuole e tra le famiglie, per invitare docenti e genitori a portare gli studenti in montagna, a contatto non solo con la natura ma anche con esperienze di vita sconosciute nelle città. In tal senso l’Uncem organizzerà anche un serie di incontri con le 19 Conferenze a cui fanno capo i 168 sindaci montani che compongono la base dell’Uncem, tramite le 14 Comunità montane e le 5 Unioni speciali di comuni. Le nuove proposte per il turismo scolastico in Piemonte La montagna piemontese rilancia la sfida alle grandi capitali del turismo scolastico e invita i docenti e gli alunni delle scuole di ogni ordine e grado del Piemonte e dell’Italia a scegliere una delle 102 proposte di viaggio d’istruzione contenute nella terza edizione del catalogo “A scuola di montagna”. Il catalogo, completamente rinnovato rispetto alle prime due edizioni, contiene 102 proposte di viaggio d’istruzione (il 15% in più rispetto al 2009) da uno a tre giorni nelle vallate alpine piemontesi. Verrà distribuito in 14 mila copie a tutti i dirigenti scolastici, agli insegnanti, agli educatori delle scuole piemontesi. «Grazie ai pacchetti realizzati dai tour operator con le Comunità montane e l’Uncem – ha spiegato Lido Riba – lo scorso anno scolastico sono stati 9 mila i bambini e ragazzi che hanno potuto conoscere direttamente le grandi ricchezze culturali delle montagne che rappresentano il 46% del territorio piemontese. Sono rimasti affascinati, con i loro insegnanti, dalle bellezze delle terre alte, spesso sconosciute benché siano a pochi chilometri dagli istituti scolastici. L’Uncem, con la collaborazione della Regione Piemonte, crede nel valore dell’immenso patrimonio da scoprire in montagna, alimentando una forma di turismo nuova, di cui le nostre vallate alpine hanno estremamente bisogno». Una collaborazione quella con l’Uncem partita tre anni fa: «Grazie all'Uncem siamo riusciti a far conoscere le Valli Orco e Soana fuori dai confini regionali a migliaia di potenziali giovani turisti. Siamo partiti tre anni fa proponendo svariati pacchetti, ma solo tre vennero considerati all'altezza del catalogo. L'anno scorso siamo passati a quattro e in questa edizione addirittura ad otto percorsi educativi». I titoli scelti per i percorsi e le attività di laboratorio delle valli Orco e Soana sono: “Scoprinatura”, “Sulle tracce di Vittorio Emanuele II°”, “Il Medioevo intorno a noi”, “In rifugio nel Parco”, “L'acqua che accende la lampadina”, “I colori dell'autunno”, “Rame e mastri ramai”, “Pedalare, arrampicare, camminare in Valle”. Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.753 Firenze 22 settembre 2010 Il Paese chiede oggi alla politica una forte assunzione di responsabilità istituzionale per guidare l’Italia definitivamente fuori dalla crisi e rilanciare la crescita e lo sviluppo”. Lo ha sostenuto , aprendo la festa di “NOI SUD” Vincenzo Scotti (nella foto). “Il Governo ha adottato, vincendo anche contro facili demagogie e chiusure corporative, misure di finanza pubblica severe ma necessarie per evitare una crisi della finanza come è avvenuto in altri Paesi a partire dalla Grecia. Con queste misure il Governo ha avviato anche un duro ma indispensabile percorso di cambiamento per portare tutti i centri di spesa - nazionali e locali – a tagliare sprechi e recuperare efficienza. Questo in vista anche di un federalismo fiscale solidale che imponga a tutti di fare i conti con le risorse disponibili che, occorre ricordare, vengono alla fine reperite sempre dalle tasche dei cittadini . Il Governo sta anche realizzando riforme fondamentali – come quella universitaria - per dare non solo ai giovani la possibilità di entrare nel mondo del lavoro globale con la preparazione necessaria,ma anche rendere moderno il Paese. Ora però è tempo di un passo in avanti nell’azione di Governo per rilanciare crescita ed occupazione con riforme coraggiose, politiche ed interventi pubblici adeguati. Stato, imprenditori e sindacati sono chiamati ad un’azione sinergica, cambiando anche culture , ricette e comportamenti che costituiscono ostacolo a vincere le sfide globali e cogliere le occasioni per le nostre esportazioni e per integrazioni economiche produttive con i Paesi emergenti dall’Estremo Oriente all’America Latina e in particolare al Mediterraneo allargato dai Balcani alla Turchia al Golfo ed ai Paesi del Nord Africa “. La ripresa della crescita in Italia non è possibile se si continua a comportarsi come se il Paese finisse alla Capitale ignorando il Mezzogiorno. Se si continua su questa strada e non si interviene con un programma forte, il Sud resta una palla al piede dell’Italia. Il Sud è una grande risorsa se l’Italia investe risorse per dotarlo di quelle nuove infrastrutture moderne, *** NOI SUD è profondamente convinto che per dare credibilità alla proposta di scommettere sul Sud come risorsa del Paese tutto intero “ci vuole un impegno straordinario delle Istituzione e della Politica del Mezzogiorno per cambiare modi di governare e di utilizzare le risorse pubbliche in modo efficiente e produttivo. NOI SUD è convinto che nel Mezzo-giorno ci siano le energie e le volontà per una nuova immagine del Sud moderna efficiente e produttiva. Ci sono centri di eccellenza scientifica , patrimoni culturali, volontà e capacità imprenditoriali che possono sostenere, se chiamate in causa, un vero rinnovamento delle Istituzioni e della società meridionale . *** NOI SUD ritiene che sia tempo di scelte coraggiose e rigorose da attuare con una vera cultura e pratica della legalità, condizione essenziale della lotta per sradicare la piaga delle mafie, contro le quali il governo con le forze dell’ordine hanno conseguito importanti risultati.” Scotti, venendo ai nodi politici di questi giorni, ha sottolineato: “ Berlusconi ha indicato il Mezzogiorno come uno dei cinque punti strategici per una positiva conclusione naturale della legislatura e per il rispetto dell’impegno con gli elettori. Berlusconi ha indicato il Mezzogiorno quindi come l’altra faccia della riforma federalista delle Istituzioni. NOI SUD nella continuità di una leale partecipazione al lavoro della maggioranza chiede oggi a Berlusconi di essere determinato nel dare contenuti alle proposte per il Sud con la stessa coerenza con cui sta portando avanti il federalismo. NOI SUD vuole essere lealmente un elemento di pungolo e di controllo del rispetto dell’impegno meridionalista del governo. NOI SUD ritiene che siamo di fronte ad un’occasione straordinaria per il Mezzogiorno. L’Italia deve riprendere a crescere e lo deve fare puntando sul Mezzogiorno, oggi e non domani. Se non lo faremo subito, una ripresa della crescita nelle regioni forti sarà di corto respiro e condannerà il Sud ancora una volta all’emarginazione ,rendendo più debole tutta l’economia nazionale e la sua capacità di competere nel mondo globale. Un efficiente e moderno intervento nel Mezzogiorno è la strada necessaria per una nuova fase di sviluppo del Paese ed è la condizione per convince- re gli italiani, che hanno paura di vedere indebolita la propria ricchezza, che la scelta per il Mezzogiorno è la strada necessaria per una nuova fase di sviluppo del Paese .” *** Ma NOI SUD sa bene che per sostenere la volontà del Governo di fare del Mezzogiorno uno dei punti forti della nuova fase politica occorre una forte mobilitazione nel Mezzogiorno. Ed è per questo che noi rivolgiamo un invito a tutti quei Parlamentari ed eletti del Mezzogiorno che sentono forte la responsabilità verso la propria terra e che in questi giorni hanno espresso in forme diverse il forte disagio per una lotta politica tutta incentrata sulle preoccupazioni di bottega e personali dei propri partiti, di unirsi e dar vita ad un forte movimento per il Sud. Insieme potremo costituire un riferimento ed una speranza, nel Parlamento e nel Mezzogiorno. Bisogna dire no alla rassegnazione, al ribellismo senza prospettive. Questo appello di NOI SUD non ha niente a che vedere con tutto il gossip di questi giorni. Si è parlato infatti di acquisti e di vendite di ascari e di gruppi di soccorso. NOI SUD non ha mai fatto parte, né intende farlo oggi di un tale modo di concepire e gestire la vita politica. La nostra disponibilità per un’aggregazione più ampia e il nostro invito nascono da una scelta ed urgenza politica per il Mezzogiorno e niente hanno a che vedere con le cronache da cortile e con il gossip. Noi abbiamo seguito e seguiamo con grande rispetto le scelte politiche di autorevoli amici della Sicilia, e non solo, – anche esse estranee ai diversi pettegolezzi - e con essi speriamo di poter realizzare una presenza più forte in questa fase della battaglia per il Mezzogiorno nel Parlamento e nel Paese . Vogliamo realizzare una presenza non di ribelli, non di piagnoni, non di ascari , non di petenti clientelari. Vogliamo una presenza con la schiena dritta, la lealtà e la fedeltà di alleati e non di ricattatori politici. La nostra è una presenza che si muove nella tradizione del grande meridionalismo degli anni Cinquanta, dei De Gasperi, dei Vanoni, dei La Malfa, dei Pastore, dei Saraceno e dei tanti altri e lotteremo per fare del Sud una leva essenziale per una nuova fase di sviluppo del Paese che guardi alle trasformazioni dei nuovi Paesi emergenti, che ieri arretrati, oggi sono locomotiva della crescita mondiale . *** NOI SUD prende atto che un analogo movimento cominci a consolidarsi nel centro del nostro Paese con gli stessi obiettivi di ricollegare la politica con il territorio e i bisogni dei cittadini. Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.753 Firenze 22 settembre 2010 pag. 5 Economia * Politica ... a proposito di Basilea3 Ecco alcuni “appunti” su Basilea3. Possono essere utili per capire che cosa può accadere nel prossimo futuro nel sistema del credito. Cos'è la riforma di Basilea 3? Si tratta della riforma, attualmente allo studio, che mira a rafforzare le banche dopo la crisi. Gli accordi di Basilea sono infatti quelli che regolano la patrimonializzazione degli istituti di credito. La loro logica è semplice. Ogni attività che una banca svolge (dall'erogazione di crediti alla compravendita di titoli) comporta dei rischi. A fronte di questi rischi, gli accordi di Basilea prevedano che le banche "mettano da parte" un tot di capitale. Attualmente sono in vigore gli accordi di "Basilea 2", ma la crisi finanziaria ha reso necessario un loro aggiornamento: Basilea 3 intende aumentare la quantità di capitale messo da parte dalle banche. Cosa prevede Basilea 3? Basilea 3 è molto articolata. In linea generale alzerà i requisiti minimi di capitale che le banche saranno obbligate a detenere. La bozza attuale intende per esempio portare il requisito minimo di Tier 1 (un indicatore di forza patrimoniale delle banche) dal 4% attuale al 6%. Verrà poi aggiunto un altro "cuscinetto" del 3%. L'entrata in vigore sarà comunque molto graduale: l'entrata in regime sarà tra 7-8 anni. Perché i banchieri sono scettici sulla riforma? Il loro timore è che norme troppo rigide costringano le banche a eccessive ricapitalizzazioni. Questo, secondo molti di loro, avrebbe l'effetto di strozzare il credito a imprese e famiglie. Venerdì Alessandro Profumo, che oltre ad essere Ceo di UniCredit è anche presidente della Federazione bancaria europea, ha scritto una lettera a Trichet, a Barroso e a tutti i governatori per esprimere «forti preoccupazioni» su Basilea 3. Tra i motivi di timore, anche l'effetto che la riforma potrebbe avere sul credito. Chi approverà questa bozza? Basilea3 annovera i Governatori delle banche centrali riuniti nel comitato per la supervisione bancaria. Fanno parte del comitato i Governatori dei seguenti paesi: Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, Hong Kong, India, Indonesia, Italia, Giappone, Corea, Lussemburgo, Messico, Olanda, Russia, Arabia Saudita, Singapore, Sud Africa, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Gran Bretagna e Usa. I governatori dovranno dare il via libera alla bozza di riforma, che sarà poi sottoposta ai capi di stato del G20, che si riuniranno in novembre a Seul. Basilea 3 diventa uno standard Basilea 3 diventa uno standard per le banche. Almeno dal 2013. L'accordo raggiunto tra le maggiori banche centrali del mondo sul nuovo sistema di regolamentazione del settore bancario dovrebbe servire per prevenire il ripetersi di nuove crisi finanziarie attraverso un maggiore rafforzamento patrimoniale delle banche. Basilea3 richiede agli istituti di incrementare di oltre il triplo le proprie riserve. pag. 6 Secondo le nuove regole, che entreranno in vigore dal 2013, le banche dovranno incrementare le loro riserve a partire dal primo gennaio del 2015, con il Tier 1 che salirà dal 2% attuale al 4,5%. Oltre a ciò, dal primo gennaio del 2019, agli istituti verrà richiesto un buffer addizionale del 2,5% per contrastare futuri periodi di stress, portando il totale delle riserve core al 7%. Tale riserva aggiuntiva permetterà alle banche di mantenere un buffer di capitale adeguato da usare per assorbire le perdite durante periodi di stress economici e finanziari. Secondo Federconsumatori, "Le nuove regole sottoscritte con l’accordo Basilea 3, all’insegna di una maggiore solidità, di una maggiore trasparenza e chiarezza del sistema bancario, sono, come sosteniamo da tempo, provvedimenti indispensabili, soprattutto alla luce delle vere e proprie catastrofi verificatesi in passato in questo settore, solo per citare l’ultima, il crack Lehman. Tutto ciò ha determinato pesantissime ricadute non solo per i risparmiatori direttamente coinvolti, ma anche per l’intero sistema, alimentando un clima di incertezza e mancanza di fiducia, e mettendo in evidenza i forti limiti e le inaccettabili carenze che, purtroppo, caratterizzano ancora questo settore, soprattutto relativamente al delicato aspetto delle verifiche e dei controlli. In merito ai nuovi accordi, quindi, rivendichiamo con grande determinazione due questioni fondamentali: - Verifiche e controlli stringenti, reali ed effettivi, che non diano luogo, come in passato, ad una pervicace e sempre presente collusione tra organismi di controllo e sistema bancario; - Evitare in maniera categorica che, come già qualche segnale lascia presagire, si verifichino aumenti del costo del denaro del tutto ingiustificati, soprattutto in Italia, dove il differenziale rispetto ad altri paesi è già superiore dello 0,5% sui mutui, e di oltre il 2% sul credito al consumo". Non "vi sarebbe nessuna motivazione né giustificazione per tali aumenti del costo del denaro, - dichiarano Elio Lannutti e Rosario Trefiletti delle associazioni dei consumatori- soprattutto dal momento che inciderebbero pesantemente sulla situazione già drammatica che famiglie ed imprese stanno attraversando, tra cassa integrazione e stangate di aumenti tariffari di 1.118 Euro". Banche più solide con Basilea 3, sistema a pieno regime nel 2019 Banche internazionali più solide contro le crisi con le nuove regole di capitalizzazione - denominate Basilea 3 - che potrebbero anche determinare una minore quantità di credito a disposizione delle famiglie e delle imprese, in un ordinamento che, comunque, andrà a pieno regime solo nel 2019. E' sostanzialmente favorevole il giudizio dei banchieri e degli analisti poche ore dopo il varo delle regole che obbligheranno gradualmente gli istituti di credito a detenere maggiori 'cuscinetti' di capitale per assorbire le perdite potenziali e, di riflesso, determineranno condizioni più severe su tutti i finanziamenti, da quelli delle carte di credito ai mutui. Secondo il presidente della Banca Centrale europea, Jean-Claude Trichet e del G10 dei banchieri centrali, l'accordo raggiunto nella città elvetica sgombera il campo "dall'incertezza in diversi settori". Questo mentre secondo il G10 delle banche centrali non incombono rischi di deflazione sull'economia globale che, ha aggiunto Trichet, sta ora uscendo da una delle peggiori crisi economiche da decenni. Trichet ha sottolineato di avere "piena fiducia" che le misure saranno pienamente adottate anche dalle autorità statunitensi, malgrado queste ultime non avessero pienamente sottoscritto le precedenti regole di Basilea. Secondo le nuove regole il patrimonio di base delle banche (Tier1) dovrebbe salire dal 4 al 4,5% delle attività entro il 2013 per toccare il 6% nel 2019. Inoltre ogni banca dovrà conservare un ulteriore "cuscinetto" del 2,5%. In totale dunque alla fine del decennio ogni banca dovrà detenere riserve 'a prova di bomba' pari all'8,5% delle attività. Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.753 Firenze 22 settembre 2010 Ecco i numeri del federalismo Si delineano i numeri del federalismo fiscale e i costi standard della sanità. È destinata a crescere la leva fiscale in mano ai governatori: oltre alla possibilità di azzerare l'Irap i presidenti di regione potranno manovrare a loro piacimento l'addizionale Irpef, verso l'alto o verso il basso. Nei limiti di un "tetto" che dall'odierno 0,9% (elevabile all'1,4%) potrebbe passare al 3 per cento. A prevederlo è una bozza del decreto legislativo sull'autonomia di entrata degli enti territoriali elaborata dai tecnici della Semplificazione e su cui è cominciato il confronto informale con i rappresentanti delle autonomie. Anche sui costi standard nella sanità è pronta una prima bozza di decreto: sono quattro le regioni benchmark: Lombardia, Toscana, Marche e Umbria. Per quanto riguarda i tempi, l'obiettivo dichiarato del ministro Roberto Calderoli è quello di riuscire a portare i due testi in Consiglio dei ministri già la prossima settimana. Secondo questa tabella di marcia, la partita sull'attuazione della riforma dovrebbe chiudersi entro quattro mesi. Industria. Istat: scendono ordinativi e fatturato Nell’industria scendono fatturato e ordinativi. Lo rileva l’Istat per i mesi di giugno e luglio. Il fatturato dell'industria italiana ha registrato a luglio un calo del 2,7% rispetto a giugno e un aumento dell'8,9% rispetto a luglio del 2009 (+5,4% dato grezzo). Si tratta del primo segno meno da febbraio di quest'anno.In calo anche gli ordinativi che hanno registrato a luglio -3% rispetto a giugno e un aumento dello 0,7% (dato grezzo) rispetto al luglio 2009. E’ il secondo segno meno consecutivo su base mensile. Nel confronto degli ultimi tre mesi (maggio-luglio) con i tre mesi immediatamente precedenti (febbraio-aprile) le variazioni congiunturali sono state pari a più 3,3 per cento per il fatturato e a più 3,7 per cento per gli ordinativi. L'indice del fatturato corretto per gli effetti di calendario ha registrato in luglio un incremento tendenziale dell'8,9 per cento (i giorni lavorativi sono stati 22, contro i 23 di luglio 2009). Nel confronto tendenziale relativo al periodo gennaio-luglio, l’indice del fatturato corretto per gli effetti di calendario ha segnato un aumento dell'8,1 per cento. Gli indici grezzi del fatturato e degli ordinativi hanno registrato incrementi tendenziali, rispettivamente, del 5,4 e dello 0,7 per cento. Nel mese di luglio gli indici destagionalizzati del fatturato per raggruppamenti principali di industrie hanno segnato una variazione congiunturale positiva per i beni intermedi (più 0,5 per cento) e variazioni negative per i beni strumentali (meno 9,8 per cento), per l'energia (meno 2,6 per cento) e per i beni di consumo (meno 0,2 per cento, con meno 2,2 per cento per quelli durevoli e più 0,2 percento per quelli non durevoli). L'indice del fatturato corretto per gli effetti di calendario in luglio è aumentato in termini tendenziali del 25,7 per cento per l'energia, del 14,7 per cento per i beni intermedi, del 3,4 per cento per i beni strumentali e del 3,2 per cento per i beni di consumo (con meno 0,3 per cento per quelli durevoli e più 3,9 per cento per quelli non durevoli). Qualche sentenza della Cassazione Studi di settore inapplicabili se il codice attività usato nell’accertamento è sbagliato Studi di settore “al tappeto”. È illegittimo l’accertamento fiscale nel quale è stato usato un “codice attività” non inerente rispetto ai lavori svolti dall’impresa. L'acquisto di un immobile può far scattare l'accertamento fiscale Redditometro a tutto campo. È legittimo l’accertamento fiscale del reddito di un contribuente che ha comprato un immobile, anche se da un genitore. Una eventuale simulazione dell’atto per esigenze familiari va provata dal cittadino. Illegittimo l’incarico della direzione dei lavori dell’appalto al professionista esterno La pubblica amministrazione. non può affidare la direzione dei lavori dell’appalto a un professionista esterno. E’ infatti obbligata a dare la priorità al progettista incaricato o ai suoi dipendenti. Nulla la notifica al portiere se l’ufficiale giudiziario non indica le ricerche svolte per trovare il destinatario E’ nulla la notifica nelle mani del portiere se l’ufficiale giudiziario non dà espressamente conto delle ricerche compiute per trovare il destinatario, e non ne attesta in modo chiaro l’assenza. E’ quanto ha affermato la Suprema Corte nella sentenza 19417, accogliendo il ricorso di un uomo contro la cartella esattoriale. Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.753 Firenze 22 settembre 2010 pag. 7 Nello speciale la sigla PD è stata erroneamente scritta DS. Ce ne scusiamo: abbiamo provveduto a ristampare lo speciale con le correzioni Le Commissioni permanenti I COMMISSIONE: Affari istituzionali II COMMISSIONE: Agricoltura ( Affari istituzionali e generali - Ordinamento degli uffici e Personale - Enti locali - Enti dipendenti - Disciplina generale degli organismi istituiti presso il Consiglio - Disciplina generale delle nomine e delle partecipazioni regionali Programmazione - Bilancio - Finanze e Tributi - Demanio e Patrimonio) (Sviluppo rurale - Agricoltura - Agriturismo - Prodotti agroalimentari - Foreste - Demanio e patrimonio agricolo-forestale - Bonifica e irrigazione - Attività venatoria - Pesca marittima e dilettantistica ) Marco Manneschi (IDV) - Presidente Componenti: Antichi Alessandro - Vicepresidente, Venturi Gianfranco - Segretario, Bugli Vittorio, Locci Dario, Magnolfi Alberto, Manciulli Andrea, Spinelli Marco [email protected] [email protected] E' nato ad Arezzo il 17 ottobre 1955. E' laureato in giurisprudenza con una tesi in diritto amministrativo. Esercita la professione di avvocato in uno studio associato. Si batte per la correttezza e la trasparenza amministrativa, per la ripubblicizzazione dell’acqua, la tutela dell’ambiente e per un impegno del Comune a favore dell’economia e del sociale. Aderisce al gruppo Italia dei Valori di cui è vicepresidente. III COMMISSIONE : Sviluppo economico Loris Rossetti (PD)- Presidente Componenti: Marignani Claudio - Vicepresidente, Tognocchi Pier Paolo - Segretario, Ballini Alessia, Benedetti Roberto, Brogi Enzo, Gambetta Vianna Antonio [email protected] [email protected] (Diritto allo studio e Istruzione - Edilizia Scolastica - Ricerca e università - Formazione e orientamento professionale - Relazioni tra scuola e lavoro - Emigrazione ed immigrazione - Beni e attività culturali - Informazione e Comunicazione - Sport ) VI COMMISSIONE: Territorio e Ambiente (Urbanistica - Beni paesaggistici e ambientali, protezione della natura, parchi e riserve naturali - Tutela dell’ambiente dagli inquinamenti - Tutela, disciplina e utilizzazione delle acque ) Vincenzo Ceccarelli (PD) - Presidente Nicola Danti (PD) - Presidente Componenti: Donzelli Giovanni - Vicepresidente, Lastri Daniela - Segretario, Bartolomei Salvadore, Parrini Gianluca, Romanelli Mauro, Villa Tommaso [email protected] Componenti: Agresti Andrea - Vicepresidente, Pellegrinotti Ardelio - Segretario, Fuscagni Stefania, Gazzarri Marta, Marcheschi Paolo, Sgherri Monica [email protected] [email protected] Vincenzo Ceccarelli E' nato a Castel S.Niccolò (Ar), il 3 Marzo del 1960. E’ sposato con Alessandra ed è padre di tre figlie: Elena., Elisa e Silvia. Alle ultime Regionali, è stato eletto nella circoscrizione di Arezzo nella lista Pd, dove figurava come capolista per aver vinto le primarie del suo partito. Commissione Controllo Stato di attuazione delle politiche regionali - Coerenza degli atti con la programmazione - IV COMMISSIONE : Sanità e politiche sociali (Sanità - politiche sociali - Edilizia ospedaliera - Sanità animale e veterinaria - Attività di prevenzione) Caterina Bini (PD) - Presidente Marco Remaschi (PD) - Presidente E’ nata a Pistoia, città dove risiede, l'11 settembre 1975. È laureata in Scienze politiche, specializzata in Metodologia della ricerca sociale ed ha conseguito un master post universitario in Organizzazione industriale. Alle consultazioni regionali del 28 - 29 marzo 2010, candidata nella circoscrizione regionale della lista del PDRiformisti toscani, è stata eletta per la seconda volta in Consiglio regionale. V COMMISSIONE: Istruzione, formazione, beni e attività culturali Nicola Danti E' nato a Pelago (Firenze) il 6 settembre 1966, è sposato, ha tre figli e vive a Pelago. Alle Regionali del 28 e 29 marzo 2010, è stato eletto nella lista del Partito democratico nella circoscrizione di Firenze. È stato consigliere regionale anche nella passata legislatura. Laureato in Scienze politiche con una tesi in Diritto parlamentare. E' nato a Fosdinovo (Ms) il 6 dicembre 1957, sposato, ha 4 figli, dipendente Enel. Alle consultazioni regionali del 28-29 marzo 2010, è stato eletto nelle liste del Pd nella circoscrizione di Massa Carrara. Dal 1999 entra in carica in qualità di sindaco Massa e la mantiene per due mandati (fino al 2009) (Imprenditoria - Sistema cooperativo - Artigianato - Commercio Industria - Energia - Turismo -Cave e torbiere - Acque minerali e termali - Politiche del lavoro e dell'occupazione - Cooperazione allo sviluppo) Componenti: Nascosti Nicola - Vicepresidente, Russo Rudi Segretario, Del Carlo Giuseppe, Ferrucci Ivan, Marini Paolo, Staccioli Marina, Taradash Marco, Tortolini Matteo [email protected] [email protected] Le Commissioni permanenti Componenti: Mugnai Stefano - Vicepresidente, Chincarini Maria Luisa - Segretario, Carraresi Marco, Ciucchi Pieraldo, Lazzeri Gian Luca, Matergi Lucia, Pugnalini Rosanna [email protected] [email protected] Fabrizio Mattei (PD) - Presidente Componenti: Santini Giovanni - Vicepresidente, Bambagioni Paolo - Segretario, Ammirati Paolo, Fedeli Giuliano, Ferri Jacopo, Ruggeri Marco [email protected] [email protected] E’ nato a Prato il 7 gennaio 1952, dove risiede. Diplomato, ha militato nel movimento studentesco ed è entrato da giovane nel partito comunista, quindi nel Pds e successivamente nei Ds. E’ stato assessore all’urbanistica e vicesindaco a Prato, nella Giunta guidata da Claudio Martini. Alle consultazioni regionali del 28 - 29 marzo 2010 è eletto nella circoscrizione di Prato. E’ nato ad Altopascio (Lucca) il 16 giugno 1957 e risiede a Ghivizzano, nel comune di Coreglia Antelminelli, nella media Valle del Serchio. È sposato ed ha due figli. Di professione consulente aziendale. Nel 1992, attività lasciata volontariamente per avviare la libera professione. Alle consultazioni regionali del 28 - 29 marzo 2010 è eletto nella circoscrizione di Lucca . La Regione Toscana - supplemento al n. 1752 dell’11 settembre 2010 - anno XXXXI, di Agipress-L'attenzione - Direz. Red. Amm. Firenze (50143), via Pisana 593 - tel. 055-7324580 - fax- 055-7324581 Dir. responsabile: Francesco Canosa - Autorizz. del Tribunale di Firenze n. 4067 VII Commissione - Mobilità e infrastrutture pag. 4 Paolo Marcheschi (PDL) - Presidente Componenti: Manciulli Andrea - Vicepresidente, Carraresi Marco - Segretario, Bambagioni Paolo, Gambetta Vianna Antonio, Manneschi Marco, Romanelli Mauro, Venturi Gianfranco [email protected] E’ nato il 23 marzo 1961 a Firenze, dove vive. Laureato in giurisprudenza svolge la professione di agente di assicurazione. Le sue esperienze politiche iniziano nel 1994 con la nascita di Forza Italia. Alle consultazioni regionali del 28 - 29 marzo 2010 è candidato nella circoscrizione di Firenze nella lista Popolo della Libertà. Nella seduta di insediamento del 23 aprile 2010 entra a far parte del Consiglio regionale della Toscana a seguito dell'opzione di Stefania Fuscagni per la circoscrizione regionale. La Regione Toscana - supplemento al n. 1752 dell’11 settembre 2010 - anno XXXXI, di Agipress-L'attenzione - Direz. Red. Amm. Firenze (50143), via Pisana 593 - tel. 055-7324580 - fax- 055-7324581 Dir. responsabile: Francesco Canosa - Autorizz. del Tribunale di Firenze n. 4067 pag. 5 Toscana Il Presidente della Provincia rilancia l’idea di un’agenzia di mobilità di area vasta “Dobbiamo pensare ad un trasporto pubblico integrato, lavorando con determinazione al completamento dell’opera dell’Alta Velocità per investire sul ferro e sbloccare così l’infrastrutturazione regionale. È necessario, inoltre, ultimare il progetto della tramvia per sostenere il connubio ferro-gomma e promuovere, di conseguenza, una mobilità sostenibile”. Il Presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci, è intervenuto con queste parole all’incontro – organizzato dalla Cisl di Firenze e dall’associazione regionale Ecologia e Lavoro – su “Mobilità sostenibile a Firenze”. “Sarebbe utile affrontare la questione nella dimensione metropolitana, anzi – ha rilanciato il Presidente – perché non lavorare ad un’agenzia della mobilità di area vasta? Uno strumento adatto a stabilire l’ordine di priorità per le scelte delle amministrazioni locali”. “Non è retorica dire che sulla mobilità oggi si scommette una partita importante per Firenze, in gioco ci sono la qualità della vita dei cittadini e della città intera. Purtroppo, i recenti tagli imposti dalla manovra finanziaria del Governo incidono fortemente sul trasporto pubblico locale, non a caso – fronteggiando una situazione difficile – abbiamo dovuto rinviare la gara del Tpl per procedere ad una riorganizzazione funzionale del servizio”, ha concluso Barducci. Presentato lo studio epidemiologico condotto da Ars sui 16 Comuni interessati E’ in linea con quello regionale il quadro sanitario della popolazione residente nei comuni geotermici della Toscana. E’ in estrema sintesi quanto emerge dalla ricerca epidemiologica sulle popolazioni dell’intero bacino geotermico toscano condotto dall’Ars (Agenzia regionale di sanità) Toscana con il supporto scientifico del gruppo di epidemiologi del Cnr (Fondazione Monasterio di Pisa). Lo studio è stato presentato alle istituzioni e ai direttori generali delle Asl da Francesco Cipriani, direttore dell’Osservatorio di epidemiologia dell’Ars, alla presenza dell’assessore all’ambiente Anna Rita Bramerini. L’indagine è stata condotta incrociando dati ambientali e sanitari relativi a 43mila abitanti dei 16 Comuni geotermici toscani. Di questi, 8 si trovano nella provincia pisana e senese e ospitano 26 centrali geotermiche; altri 8 si trovano nella provincia grossetana con 5 centrali. La ricerca condotta come un’istruttoria epidemiologica ha evidenziato un numero limitato di indizi su cui focalizzare l’attenzione e quindi intervenire. «Lo studio dell'Ars – sottolinea l’assessore Bramerini -, poderoso e importante perché uno dei primi completi che valutano la situazione sanitaria nelle aree geotermiche, evidenzia dati di salute rassicuranti, in generale in linea con l'andamento regionale. Emergono anche alcune criticità sanitarie che potrebbero far pensare a fattori ambientali più legati a caratteristiche territoriali tipiche delle aree montane e agli effetti della presenza di attività minerarie. Infatti, laddove è maggiore l'emissione di mercurio e acido solfidrico, cioè l'area di Larderello, è minore l'insorgenza di malattie». «E' stato uno studio abbastanza lungo – ha spiegato Francesco Cipriani - che ha utilizzato tutte le fonti disponibili al momento su eventi sanitari relativi ai residenti nelle aree geotermiche, prendendo in esame tutti i loro atti sanitari indipendentemente dal luogo dove sono stati rilasciati. Dunque, si tratta di mortalità, ricoveri in ospedale, pag. 10 basso peso alla nascita, malformazioni e altre patologie con minore gravità che non richiedono ricovero. Lo studio è descrittivo e va a cercare indizi e prove di eventuali rischi. Dall'insieme di tutte le analisi non emergono grandi differenze sullo stato di salute della popolazione residente nelle aree geotermiche rispetto a quella che vive nelle altre zone della Toscana. I pochi eccessi di malattie rilevati ci fanno pensare che siano imputabili alle occupazioni minerarie del passato o a stili di vita individuali piuttosto che alla geotermia. Semmai rimane da approfondire l'eccesso di malattie respiratorie acute e delle vie urinarie rilevato in alcuni comuni dell'area amiatina» ;. La Regione Toscana organizzerà nelle prossime settimane incontri pubblici per presentare i risultati dello studio ai cittadini e lo stesso faranno le Asl del territorio con gli operatori sanitari della zona. Conciliazione tempi di vita e lavoro, in arrivo 2,4 milioni di euro Approvata dalla giunta la convenzione che permetterà alla Toscana di percepire dal governo (Dipartimento per le pari opportunità) oltre 2 milioni e 400 mila euro da destinare ad interventi rivolti in modo particolare alle donne, ma anche alle famiglie, per favorire la conciliazione dei tempi di vita e lavoro. Insieme alla convenzione, via libera anche al programma attuativo che prevede il rafforzamento di azioni già intraprese dalla Regione. “Il programma comprende vari tipi di interventi – spiega l'assessore regionale titolare della delega alle pari opportunità, Salvatore Allocca - tutti volti a dare piena attuazione alla legge 16 del 2009, sulla cittadinanza di genere, ed a mettere a disposizione delle donne strumenti adeguati per la piena applicazione del principio di pari opportunità e delle promozione e valorizzazi one della loro condizione. La Regione, da sempre molto attenta a questi ambiti, ha agito in maniera tempestiva, grazie anche alla collaborazione degli altri assessorati coinvolti, per preparare gli atti che consentiranno di attivare strumenti di grande utilità”. La somma complessiva stanziata dal governo è di 40 milioni di euro. La quota spettante alla Toscana è di 2 milioni 439 mila euro. Tra gli interventi che verranno attivati, quelli destinati al potenziamento dei servizi all'infanzia, attraverso la creazione di nidi, nidi aziendali e servizi similari ('mamme di giorno', educatrici familiari o domiciliari, ecc.) e la concessione di sostegni economici, sotto forma di voucher, per l'utilizzo dei servizi privati, la dove il Comune non sia in grado di far fronte alla domanda; quelli per il sostegno al lavoro di cura nei confronti dei familiari anziani e disabili, anche in questo caso sotto forma di concessione di contributi economici da impiegare per gli assistenti familiari (badanti) e quelli che mirano a facilitare il reinserimento lavorativo, come percorsi formativi per il rientro al lavoro dopo lunghe assenze, servizi informativi e di supporto prima, durante e dopo la maternità, forme di flessibilità organizzativa (telelavoro). Non mancano infine iniziative indirizzate a contrastare gli stereotipi che tendono a circoscrivere il ruolo della donna negli esclusivi ambiti della 'cura' e dell''assistenza'. Positivo il giudizio di Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana, il quale ha apprezzata la decisione della Giunta anche nella considerazione che possono avvantaggiarsi le aree montane per quanto riguarda il lavoro femminile e l’integrazione di lavoratori stranieri. “Non cè dubbio - osserva Giurlani - che in tal modo si creano le premesse per arrivare ad una concreta pari opportunità uomo-donna nel lavoro”. Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.753 Firenze 22 settembre 2010 No alla discarica di Gambassi Riotorto E' quello che emerge con forza dalle osservazioni prodotte alla Provincia di Firenze Direzione urbanistica, parchi e aree protette e alla Direzione ambiente e gestione rifiuti, in merito al documento preliminare approvato con DGP di Firenze n° 135 del 27.07.2010. In riferimento all’avvio della procedura di VAS e del procedimento per l’approvazione del piano interprovinciale per la gestione dei rifiuti urbani e speciali anche pericolosi, sono molti i punti contestati dal Comune di Volterra. "Quello che emerge dalla lettura del documento - recitano le osservazioni - è il fatto che per il sito di Riotorto, nel Comune di Gambassi terme, rispetto al precedente piano provinciale in cui si riteneva solo la destinazione d’uso a discarica del sito, si introduce, invece, per il medesimo sito, la dicitura “pianificazione esecutiva”. Non è quindi solo riconfermato il precedente piano, che appunto indicava di lasciare solo la destinazione d’uso per il sito, ma si dice, in sostanza, che la realizzazione dell’impianto dovrà essere condotta per dare esecutività al piano interprovinciale. L’approccio utilizzato appare in forte contrasto con in principi comunitari e con le normative nazionali in materia di trasparenza ed informazione. "Il precedente piano della provincia di Firenze attacca il sindaco Buselli - prendeva atto che nell’area a destinazione di discarica, era stato posto, nel 1998, un vincolo paesaggistico, in virtù dell’elevato valore della zona e manteneva tale destinazione “vista la penuria di altri siti”. Tale motivazione era al tempo illogica ed assurda. Lo è ancora di più oggi, dovendo condurre una progettazione e pianificazione del piano interprovinciale secondo moderni criteri. Il fatto che su un documento (e non sul territorio) ci sia un “puntino rosso” che indica la destinazione d’uso, non è motivo sufficiente per passare ad una fase esecutiva. Cosa diversa sarebbe stata se l’impianto ci fosse già stato. Tra i vari aspetti che si indicano nel documento, uno di quelli più gravi, che invitano a lasciare l’ipotesi di realizzare un impianto di discarica nel sito di Riotorto, è la presenza del vincolo paesaggistico nell’area imposto ai sensi del D.Lgs. 42/04 - chiude Buselli". La zona, infatti, si presenta di particolare bellezza paesaggistica ed è caratterizzata dalla presenza di boschi sul fronte di monte con il paesaggio che, quasi improvvisamente, si apre verso le dolci colline coltivate a seminativo offrendo una vista unica sul territorio volterrano. Il vincolo, infatti, riconosce in pieno tali valori e tali caratteristiche. La dicitura del D.M. 28/09/1998, che inserisce nei beni sottoposti a vincolo paesaggistico l’area ai sensi dell’art. 136 del D.Lgs. 42/04 è: ”l’area in questione, collocata all’interno di un immaginario triangolo ai margini delle Province di Pisa e Siena, sulla quale si affacciano le Città di Volterra e San Gimignano, riveste grande interesse paesaggistico poiché caratterizzata da una morfologia particolare, costituita da un insieme di colline generalmente aperte con altitudini modeste, che si alternano nel sinuoso susseguirsi di boschi, borri e ampi seminativi, circondata e inframezzata come è da vaste aree boscate e corsi d’acqua. Considerato che tale area si configura quale biotopo naturale che costituisce la fascia di protezione dell’equilibrio floro faunistico dell’intera zona. Considerato che il territorio in esame riveste anche un elevato interesse culturale poiché le strade panoramiche che delimitano lungo i crinali conducono alle località storiche ed ai monumenti sparsi sul territorio”. "Daremo battaglia se verrà ipotizzata la messa in atto e la prosecuzione di questo progetto, assolutamente carico di elementi negativi - chiude il sindaco Buselli. Con l'assessore all'ambiente coinvolgeremo tutto il Consiglio comunale di Volterra per firmare in tempi brevissimi un'osservazione contro la realizzazione della discarica di Gambassi. Su questi temi ricerchiamo l'unanimità" Sanità, via libera al passaggio di Pienza a una nuova zona-distretto La commissione Sanità ha votato a maggioranza la delibera che sancisce il transito del Comune dalla zona “Amiata senese e Val d’Orcia” alla zona “Val di Chiana senese” Firenze – Via libera da parte della commissione Sanità presieduta da Marco Remaschi (Pd) alla proposta di delibera che sancisce il passaggio del comune di Pienza, in provincia di Siena, dalla zona distretto “Amiata senese e Val d’Orcia” alla zona “Val di Chiana senese”. L’atto è stato approvato con il voto favorevole di Pd, Idv, Pdl, Gruppo misto, mentre i gruppi di Udc e Lega si sono astenuti. Come ha spiegato il presidente Remaschi, la legge regionale 40 prevede l’individuazione di zone distretto che coincidono con l’ambito territoriale della Società della salute, e a ogni variazione le funzioni amministrative esercitate dai Comuni attraverso le Società della salute necessitano di una riorganizzazione, le cui fasi sono stabilite a livello locale da un tavolo di concertazione. “Pienza ha espresso l’esigenza legittima di passare a un’altra zona distretto per una migliore fruizione di alcuni servizi – ha detto Remaschi – e alla decisione, votata dal Consiglio comunale, è stato dato il via libera anche da Conferenza dei sindaci-Comunità montana”. Voto favorevole è stato annunciato da Stefano Mugnai (Pdl) perché “è giusto venire incontro alle richieste del territorio” e da Lucia Matergi (Pd) perché “si invocano oggettive esigenze di poter accedere più rapidamente ad alcuni servizi”. Gianluca Lazzeri (Lega) ha annunciato l’astensione “perché ritengo necessario approfondire la questione”, così come Marco Carraresi (Udc),“perché bisogna capire se il passaggio si accompagna a una valutazione negativa della precedente permanenza nel distretto Amiata”. Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.753 Firenze 22 settembre 2010 pag. 11 Fondo per la montagna in Toscana: finanziamenti erogati e investimenti complessivi Il Fondo per la montagna, istituito con legge regionale del 19 dicembre 1996, n. 95 (Disciplina degli interventi per lo sviluppo della montagna), è alimentato dai trasferimenti derivanti dal Fondo nazionale per la montagna, dai finanziamenti comunitari volti a sostenere programmi regionali per lo sviluppo delle zone montane, da una quota dei proventi risultanti dall’alienazione di beni immobili in zone montane e da quote provenienti da risorse regionali. Il Fondo ha lo scopo di sostenere finanziariamente le politiche di sviluppo delle zone montane sulla base degli indirizzi recati dal Programma regionale di sviluppo e dagli altri atti che ne rappresentano la specificazione operativa. Dalla costituzione del Fondo nazionale per la montagna (1995) le risorse statali assegnate alla Toscana ammontano a oltre 43 milioni di euro, a cui si sono aggiunti, dal 2003, 28 milioni di euro di risorse proprie regionali per un totale complessivo di oltre 74 milioni di euro investiti sui territori montani. Tali investimenti hanno finanziato sia i progetti inseriti nei Piani di sviluppo socio-economici delle comunità montane sia, dal 2005, i progetti presentati da comuni montani non inseriti in comunità montana rilevanti ai fini dello sviluppo economico, sociale, culturale e socio sanitario delle zone montane. Dal 2004, anno di approvazione del Piano d’indirizzo per le montagne toscane, al 2010 sono stati 35 i milioni di euro di Fondo per la montagna assegnati a favore dei territori montani: 9 milioni di euro provenienti da trasferimenti statali, 26 milioni di euro da risorse aggiuntive regionali. Da dati aggiornati al dicembre 2009, quindi non comprensivo del contributo regionale 2010 tutt’ora in corso di erogazione , si riscontra che tali risorse hanno finanziato 589 progetti di iniziativa locale presentati da comunità montane/unioni di comuni e comuni montani non associati per un investimento complessivo sul territorio pari a circa 124 milioni di euro. In sostanza, ogni milione di euro di finanziamento regionale ha permesso l’attivazione di ulteriori risorse pubbliche e private pari a 3 milioni di euro. I settori d’intervento maggiormente interessati dai 589 progetti finanziati sono stati: il settore turismo e commercio con 123 progetti complessivi, pari al 21% del totale, riguardanti ad esempio: la valorizzazione di prodotti tipici e di qualità, interventi di qualificazione integrata tra commercio e turismo, la promozione del territorio attraverso azioni di marketing territoriale; il settore trasporti e viabilità con 91 progetti, pari al 15% del totale, con interventi per la maggior parte riguardanti la sistemazione e la manutenzione straordinaria delle strade minori e dei sentieri; il settore servizi scolastici e culturali con 90 progetti, pari al 15% del totale, per il quale si evidenzia il finanziamento di iniziative riguardanti: l’acquisto di attrezzature per la gestione di servizi associati inerenti le attività sociali, l’organizzazione di campi estivi per bambini ed adolescenti, iniziative per la cura e la sorveglianza attiva della popolazione anziana, interventi per la riqualificazione e valorizzazione del patrimonio culturale locale; il settore presidio e difesa ambientale, ingegneria naturalistica con 71 progetti, pari al 12% del totale, tra i quali possiamo ricordare: la manutenzione di torrenti, fossati, rivi e muri a secco, il servizio raccolta RSU comprensoriale, i centri intercomunali di protezione civile. I maggiori finanziamenti regionali si sono concentrati nei settori di intervento turismo e commercio (18%), presidio e difesa ambientale, ingegneria naturalistica (15%), trasporti e viabilità (14%) e servizi scolastici e culturali (12%). Il Settore energetico ha registrato il contributo regionale medio per intervento più consistente (oltre 80mila e 7 00 euro). pag. 12 L'Uncem Toscana presenta a Stella Targetti (vice-presidente Regione) il "progetto Errequ@dro" Dei 589 progetti ammessi a finanziamento regionale il 65% è cofinanziato con altre risorse pubbliche o private. Oreste Giurlani (Presidente Uncem Toscana), in aggiunta alla situazione appena esposta basata su certezze elaborate dagli uffici regionali, ha voluto ricordare un altro dato relativo al 2008: in tale hanno le 14 Comunità montane e le 5 Unioni speciali di comuni presenti in Toscana, in seguito alla riorganizzazione dello stesso anno predisposta dalla Regione Toscana, hanno gestito 150 milioni di euro di cui 90 destinati ad investimenti, 40 per la gestione corrente (tra cui forestale e bonifica), 20 milioni per partite di giro. I costi di funzionamento hanno raggiunto i 14 milioni di euro, di cui 12 per le deleghe e 2 per le funzioni associate. Il tutto con un personale fisso di appena 448 persone e 100 precari. “Non essendo vincolati al Patto di stabilità - ha spiegato Giurlani - gli enti hanno erogato sempre nel 2008 ben 90 milioni di euro ai fornitori”. alla “animazione” delle strutture scolastiche che verrà effettuato direttamente in ogni singola scuola partecipante. “Si tratta di un percorso –ha dichiarato il Presidente di UNCEM Toscana Oreste Giurlani – che inaugura il nuovo anno scolastico nella montagna toscana, favorendo la crescita della qualità dell’istruzione per garantire pari opportunità di accesso alle migliori pratiche di insegnamento e apprendimento. Ringrazio la Vicepresidente Targetti per aver apprezzato questa iniziativa che permette un’integrazione delle scuole, e offre, ad insegnanti e studenti, la possibilità di svolgere lezioni a distanza, fruire di contenuti didattici multimediali e condividere progetti ed esperienze educative”. “Credo che questo progetto avrà sicuramente un brillante futuro ha dichiarato la Vicepresidente Targetti - e ci auspichiamo un esportazione di questo modello non solo in altri territori regionali, ma anche in altre realtà sul territorio nazionale perché il miglior modo per crescere ed innovare nelle scuole è condividere le esperienze”. Sambuca pistoiese “guarda” al futuro Anche se il Governo continua a “tagliare” le risorse ai comuni mettendoli in difficoltà, in periferia, sopratutto in montagna, si guarda al futuro anche in vista dell’entrata in vigore delle norme sul federalismo. Insomma, i comuni non si vogliono arrendere! Nei giorni corsi si è avuto un esempio a Sambuca Pistoiese dove c’è stato un incontro tra Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana, e la Giunta comunale per un esame della situazione. Intanto è emersa la forte preoccupazione a causa della mancanza di risorse finanziarie, quindi è stato esaminato ed approvato il documento elaborato dall’Uncem e passato al vaglio dei comuni montani, da portare all’attenzione della Regione Toscana per trovare soluzioni ai problemi. Quindi, in vista della stagione invernale, si è discusso del “problema neve” e della necessità di elaborare un progetto (sarà compito dell’Uncem) che metta in evidenza tutte le problematiche che nascono quando nevica in montagna e come affrontarle. Inoltre è stato sollecitata l’Anas a mantenere l’impegno assunto di sistemare la statale n.64. con la costruzione della variante per Taviano. Infine, data l’ubicazione al confine con l’Emilia-Romagna, è stato sollecitata l’applicazione piena del protocollo firmato a suo tempo dai presidenti di regione Martini (Toscana) ed Errani (EmiliaRomagna) per un’adeguata e concreta “politica di confine” che comprende diversi aspetti, dalla mobilità all’assetto idrogeologico, dall’uso delle risorse naturali gli scambi socio-culturali. Giurlani si è impegnato, da parte sua, a seguire le vicende in tutte le sedi opportune. Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.753 Firenze 22 settembre 2010 Una lavagna interattiva per seguire lezioni a distanza, sistemi di Teleconferenza che permettono ad una classe di una zona montana, o di una piccola isola dell’arcipelago, di seguire una lezione che un docente sta tenendo in un altro luogo : questo ed altro è il Progetto Errequ@dro “scuole in rete – reti di scuole” promosso ed attivato da UNCEM Toscana ed ANCI Toscana, primo Progetto in Italia di questo genere. Per conoscere le caratteristiche del progetto presente nella sede di UNCEM Toscana la Vicepresidente della Regione Toscana Stella Targetti che è anche Assessore alla Pubblica Istruzione ed Università. Alla presentazione hanno partecipato in videoconferenza amministratori di enti e comuni montani, e soprattutto le scuole che aderiscono al progetto. Il Progetto si sta articolando su tutto il territorio regionale, coinvolgendo, nella fase sperimentale comuni toscani situati in aree montane e le relative comunità montane. Tra gli obiettivi di Errequ@dro c’è, naturalmente quello di favorire la crescita della qualità dell’istruzione e garantire pari opportunità di accesso alle migliori pratiche di insegnamento e apprendimento, operare per il raggiungimento di un livello di eccellenza nella didattica utilizzando nuove tecnologie e metodologie formative che favoriscano l’integrazione tra scuole di differenti territori, consentendo di superare le difficoltà che si incontrano nel “fare scuola” in luoghi geografici svantaggiati. A permettere la realizzazione degli obiettivi è sicuramente l’utilizzo della Rete Internet che offrirà la possibilità di svolgere lezioni a distanza ed usufruire di contenuti didattici multimediali, arrivando ad un modello didattico avanzato che è già attivo in Toscana con il Progetto “Senza Zaino” che è la naturale continuazione di Errequ@dro. Le scuole che aderiscono possono offrire ai loro alunni vere e proprie lezioni a distanza, attraverso l’uso di lavagne interattive e sistemi di teleconferenza in sincrono che permetteranno ad un bambino fisicamente presente in classe all’Isola del Giglio, o in un qualsiasi comune montano toscano di seguire e, addirittura, partecipare attivamente alla lezione che il docente nella scuola di un altro comune sta facendo ai suoi allievi. Attraverso questa infrastruttura tecnologica saranno inoltre fruibili contenuti collegabili ai contenuti dei programmi ministeriali. Parte importante del Progetto è collegato alla formazione del personale docente ed Incontro positivo dei sindaci montani con Riccardo Nencini, Assessore Regionale al Bilancio e Rapporti Istituzionali L’Uncem ha giudicato positivo l’incontro dei sindaci montani con l’Assessore Regionale al Bilancio e Rapporti Istituzionali, Riccardo Nencini. E’ emersa, in primo luogo, la consapevolezza che la tenuta del sistema montano non è solo un valore per una politica per la montagna ma anche uno strumento essenziale per le azioni necessarie per difendere le Comunità Montane. “Sono soddisfatto - ha scritto ai sindaci il presidente Uncem Oreste Giurlani - perché i vostri interventi hanno dimostrato che le preoccupazioni espresse in questi mesi da Uncem Toscana non erano valutazioni nate all’interno dell’Associazione ma una posizione larghissimamente condivisa dai Sindaci. Voglio infine ribadire che Uncem Toscana continuerà il lavoro istituzionale ai Tavoli Regionali di Concertazione, insieme alle altre Associazioni, ribadendo la disponibilità a farsi carico di tutte le tematiche, istituzionali, finanziarie, sociali come voi avete sottolineato, mantenendo fermi i punti da voi evidenziati: 1. Valorizzazione del sistema montagna toscana con una adeguata politica regionale; 2. Il sistema/ territorio di riferimento come luogo di esercizio della governance montana, partendo dagli indirizzi di riordino territoriale della L.R. 37/ 2008; 3. Il mantenimento delle deleghe storicamente consolidate come base di qualsiasi nuova aggregazione; 4. Il protagonismo comunale come valore fondamentale di qualsiasi processo di innovazione istituzionale. “Come è stato sempre nel passato - ha concuso Giurlani - non ci trinceriamo su posizioni semplicemente di difesa dell’esistente ma vogliamo essere protagonisti e parte di qualsiasi innovazione, istituzionale, organizzativa, funzionale, ect, in un percorso partecipato e condiviso”. Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.753 Firenze 22 settembre 2010 pag. 13 Toscana Casa, problema da affrontare non in modo settoriale ma con uno sguardo più ampio “Quando si parla di casa è piuttosto facile fare l'equazione con termini come criticità, emergenza, difficoltà. É un dato di fatto, purtroppo, in Toscana come altrove”. Così Salvatore Allocca, Assessore regionale al Welfare e politiche per la casa. In questo delicato settore l’attività della Regione non si è mai fermata in questi anni. Neppure pochi mesi fa, col cambio di legislatura. Più di 340 milioni di euro sono infatti impegnati nelle diverse linee di intervento; risorse che stanno progressivamente dando i loro frutti. Adesso, di fronte alle nuove iniziative da mettere in campo, è importante ribadire due principi contenuti nel programma di governo e che dovranno ispirare le mosse dei prossimi interventi. Non si affronta il problema nella sua complessità se non si approntano tutta una serie di risposte differenziate, sia sotto il profilo del “prodotto”, sia sotto il profilo del bisogno sociale a cui queste si riferiscono. Occorre in altre parole tirare tutti i fili della corda affinchè l’azione possa essere efficace. Sostegno agli affitti, case ad affitto agevolato, alloggi ERP, ma anche forme più sperimentali di risposta, dal cohousing all’autocostruzione, fino all’autorecupero. Tutto deve stare insieme, nel tentativo di costruire politiche armoniche e condivise. L’altra questione è quella della rivisitazione del sistema, puntando all'efficienza ed all'efficacia degli strumenti di gestione. Il primo problema è infatti la difficoltà di spendere, ancor prima che reperire risorse. Quando si parla di un tema fondamentale come la casa, l'elemento base è comprendere come questo rappresenti il punto di partenza materiale per disegnare qualsiasi altro intervento, che sia di sostegno economico, lavorativo o di integrazione sociale. E sotto questo profilo, l'esigenza, se non la necessità, di rendere il sistema più efficiente è cruciale, proprio perchè la mancanza di questo punto di partenza rende vano qualsiasi altro tipo di intervento. La scelta di accorpare due competenze come appunto la casa ed il sociale, costituisce un importante passo in avanti verso un approccio in grado di offrire risposte forti ed innovative. Tutto dovrà essere fatto attraverso la più ampia consultazione per ascoltare tutti i soggetti coinvolti: dalle istituzioni, ai destinatari degli interventi, fino ai soggetti economici. E ciò che deve tenere uniti tutti i punti di vista è la percezione che la coesione sociale, ed il ruolo che le politiche abitative possono giocare, sono elementi necessari per superare le attuali difficoltà economiche. La situazione che abbiamo di fronte è da “codice rosso” e non permette ulteriori attese. Andranno perciò individuati strumenti per semplificare ed accelerare le procedure considerando il problema dell’abitare non come un campo ristretto e settoriale, ma come un campo su cui si confrontano altre sfide decisive. UNCEM Toscana apprezza l’iniziativa dell’Assessore regionale al Welfare e politiche per la casa Salvatore Allocca che tende ad aprire un tavolo di confronto permanente con tutti i soggetti isti- pag. 14 tuzionali e non legati al drammatico problema dell’abitare oggi anche in Toscana. lo scopo è quello di definire una nuova legislazione regionale che sappia affrontare la questione della casa non come problema settoriale ma come un problema politico generale. UNCEM mentre manifesta la propria disponibilità a concorrere alla definizione di tali norme, auspica un intervento che abbia la capacità di rispondere in maniera efficace alle urgenze che tale problema determina, ma sappia anche definire una strategia pianificatoria che sia in grado di mettere in campo una pluralità di interventi pubblici e privati. In questo contesto, le questioni attinenti all’abitare in montagna e nei piccoli comuni presenta particolari specificità non solo rispetto alle giuste esigenze di disporre di adeguati alloggi ma anche la necessità di recuperare un patrimonio edilizio che rischia di disperdersi favorendo così l’ulteriore degrado e abbandono dei territori montani. UNCEM condivide l’esigenza di una rinnovata e adeguata conoscenza delle criticità e dei limiti del settore e ritiene opportuno sottolineare come sia decisiva l’attivazione di un sistema locale che da un lato risponda alle giuste esigenze di un costante monitoraggio della situazione e dall’altro ne governi la domanda. In tal senso riterremmo utile che le aree sociosanitarie diventino riferimento di una rinnovata azione delle politiche sulla casa. È in questo spirito che il Presidente di UNCEM Toscana Oreste Giurlani intende invitare gli enti montani a monitorare le diverse esigenze territoriali al fine di disporre una adeguato contributo alla costituenda legislazione regionale. Patto di stabilità, la Regione Toscana “cederà” 60 milioni La giunta regionale ha definito la quota di liquidità che quest'anno cederà ai Comuni toscani virtuosi e che consentirà ad alcune amministrazioni di alzare l'asticella delle spesa da qui alla fine dell'anno. Saranno 60 milioni: di meno rispetto ai 100 milioni dell'anno scorso, perché il patto di stabilità imposto dal governo per tenere a freno la spesa pubblica si è fatto più severo anche per le Regioni. «Ma nonostante le difficoltà e i tagli del governo siamo riusciti comunque a rinnovare questo premio – commenta l'assessore al bilancio e alle finanze della Toscana, on. Riccardo Nencini -. La quota messa a disposizione è più bassa dell'anno scorso, ma è stato uno sforzo non indifferente anche solo mantenerla. E' la dimostrazione di come, nonostante tutto, vogliamo rimanere solidali con gli enti locali». La cessione risolverà uno degli attuali paradossi del patto di stabilità, che obbliga molte amministrazioni a rinviare i pagamenti di opere, servizi e investimenti già fatti nonostante che in cassa i soldi ci siano. L'anno scorso la Regione cedette agli enti locali 100 milioni di liquidità, permettendo a 32 comuni e una Provincia di superare, per un pari importo, il limite imposto dal patto di stabilità interno. Quei 100 milioni sarebbero altrimenti rimasti tutti nelle casse pubbliche e le prime ad essere penalizzate sarebbero state le imprese, che in un momento di crisi hanno ancora più bisogno di liquidità per pagare i lavoratori ma anche altri fornitori. “Si tratta di un’operazione molto importante - ha commentato Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana - che, seppure in maniera indiretta, valorizza il ruolo delle Comunità montane e delle Unioni speciali di comuni che non hanno Patto di stabilità e quindi possono essere lo strumento di raccordo con la Regione”. Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.753 Firenze 22 settembre 2010 Contro la manovra protesta di sindaci Dopo la protesta di qualche mese addietro in piazza della Signoria a Firenze, con la partecipazione di centinaia di sindaci della Toscana, che si erano sdraiati per terra vestendo la fascia tricolore, con la partecipazione anche dell'Uncem, di cui è presidente il sindaco di Fabbriche di Vallico Oreste Giurlani, e la protesta ... in mutande di alcuni sindaci, ecco un nuovo motivo di scontro tra i sindaci ed il Governo. Una protesta lunga una notte contro i tagli del governo. E’ durata oltre quindici ore consecutive l’iniziativa che, promossa dal Comune di Impruneta, ha coinvolto sindaci e cittadini in una veglia politica che ha puntato i riflettori sulle emergenze degli enti locali. Una maratona di interventi e di gesti simbolici che si è tenuta ieri a Tavarnuzze, tra la piazza centrale e la Casa del Popolo della frazione imprunetina. Massiccia la partecipazione dei cittadini e delle amministrazioni pubbliche coinvolte. Tra gli altri il presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci, alcuni rappresentanti di Anci e i sindaci dei Comuni di Barberino Val d’Elsa, Bagno a Ripoli, Borgo San Lorenzo, Campi Bisenzio, Calenzano, Fiesole, Greve in Chianti, Impruneta, Lastra a Signa, Pontassieve, San Casciano in Val di Pesa, Scandicci, Tavarnelle Val di Pesa. Chi si è esposto in “braghe di tela”, chi ha dormito fuori sotto un tendone allestito in piazza, chi si è rimboccato le maniche per ripulire, la mattina dopo, giardini e aree pubbliche insieme ai cittadini. Si è manifestato in forme diverse il campanello di allarme che una quindicina di sindaci, ancora una volta compatti nel contestare i tagli del governo, hanno fatto suonare a partire da ieri sera nell’ambito dell’iniziativa “Sveglia, tutti a veglia.. Il comune in emergenza: è emergenza Comune!”. Una proposta del primo cittadino di Impruneta, Ida Beneforti, che ha chiesto e ottenuto l’adesione di molti dei colleghi toscani per descrivere e confrontarsi sulla grave situazione nella quale versano gli enti locali a causa dei tagli della politica governativa. Tagli ai settori scuola, sociale, trasporto, vincoli imposti dal patto di stabilità: questi gli argomenti che hanno acceso gli interventi dei sindaci, moderati dal giornalista Paolo Ceccarelli. Uno ad uno, i sindaci hanno richiamato l’attenzione del pubblico del Teatro Moderno di Tavarnuzze sulle emergenze e i rischi in termini di servizi erogati dal proprio Comune. “Una realtà - hanno dichiarato gli amministratori - che purtroppo non solo è drammatica ma è complessa e comune agli enti locali; ai cittadini abbiamo voluto far capire che le azioni intraprese dai sindaci, seppur eclatanti, vogliono sottolineare l’incertezza del domani, il rischio di non riuscire a mantenere i servizi indispensabili.” A evidenziare l’aspetto corale della manifestazione una mostra allestita in piazza con i documenti e articoli di giornali relativi alle proteste inscenate dai vari Comuni d’Italia contro il governo. Il titolo “In braghe di tela” ha ispirato il dono fatto dall’amministrazione comunale di Impruneta ai sindaci partecipanti: un paio di mutande arricchite da un fiocco tricolore. “L’impoverimento dei Comuni - hanno concluso i sindaci - e dunque dei servizi al cittadino è un rischio forte e reale: chiediamo alla politica di contrastarlo riappropriandosi delle gravi problematiche che più da vicino toccano le nostre comunità”. Bando Inps per avvocati domiciliatari: in Toscana 102 posti Già dal 15 settembre, è possibile partecipare al bando dell’Inps per la formazione di liste triennali di Avvocati domiciliatari e/o sostituti di udienza per il contenzioso dell’Inps, per complessivi 2.600 posti su tutto il territorio nazionale. L’avviso di bando, che in Toscana riguarda 102 posti distribuiti tra i circondari dei tribunali competenti , è affisso presso tutte le strutture territoriali dell’Inps e i Consigli degli ordini degli Avvocati, con il numero di posti disponibili nella provincia, oltre che nel sito dell’Istituto, all’indirizzo www.inps.it. Le domande dovranno essere presentate entro le ore 24.00 del 24 ottobre 2010, esclusivamente in via telematica tramite il sito dell’Inps, www.inps.it . Per accedere al servizio online, gli interessati dovranno essere muniti di Pin. Il Pin va richiesto online o direttamente presso le sedi dell’Istituto e nel sito sono presenti oltre al bando, tutte le istruzioni per la compilazione, l’invio e la ricevuta di protocollo delle domande oltre i recapiti telefonici della direzione regionale Toscana, cui rivolgersi per ulteriori informazioni. Cosa intende fare la Regione per lo sviluppo del porto di Rio Marina all’Isola d’Elba? Lo chiedono in un’interrogazione alla giunta i consiglieri regionali Udc Giuseppe Del Carlo e Marco Carraresi. “Per l’area portuale – ricordano – è già previsto un impegno di spesa di 18 milioni di euro grazie al progetto elaborato dall’autorità portuale di Piombino-Elba inserito nei documenti di pianificazione ai vari livelli istituzionali e nel finanziamento del Ministero delle infrastrutture. Ma alcune osservazioni tecniche della Regione sembrano mettere in discussione questa realizzazione in un Comune, quello di Rio Marina, dotato di un porto commerciale insufficiente e privo di adeguate condizioni di continuità e sicurezza dei collegamenti. La realizzazione di questa infrastruttura è un importante volano di sviluppo per l’economia della zona, che ha bisogno di essere implementato da una portualità turistica oggi pressoché inesistente”. Per questo i consiglieri regionali chiedono l’intervento diretto della giunta e del Presidente “per sapere quali iniziative urgenti intenda adottare per chiarire la questione della portualità di Rio Marina, come parte essenziale dell’intero sistema portuale elbano”. Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.753 Firenze 22 settembre 2010 pag. 15 Occhi puntati su ... Giornata Mondiale Prevenzione Suicidio 2010: la Comunità Scientifica apprezza il progetto “Montagna in Salute” di UNCEM Toscana 9-10 Settembre 2010 – A Roma esperti mondiali a confronto nel corso della Giornata Mondiale di Prevenzione del Suicidio 2010 che si tiene ogni anno dal 2003 come iniziativa dell’Associazione Internazionale per la Prevenzione del Suicidio (IASP) ed è un evento co-sponsorizzato dalla World Health Organization (WHO). Il motto di quest’anno “Molti volti, molte culture, la prevenzione del suicidio nel mondo”. Inviato Nicola Francano ----------------------------Pieno apprezzamento da parte della comunità scientifica al Progetto speciale di UNCEM Toscana “Montagna in Salute” che è stato presentato nel corso della giornata da Davide Lacangellera (Psicologo e collaboratore di UNCEM ). “Il Progetto regionale - ha spiegato Lacangellera - è un programma di intervento e prevenzione del disagio sociale, ed in particolar modo del fenomeno del suicidio e tentativo di suicidio, in tre Società della Salute montane della Toscana, Casentino, Colline Metallifere e Amiata Grossetana. L’aspetto che ha interessato in modo particolare gli esperti, il fatto che parte centrale del progetto sia stata quella relativa agli incontri formativi e di sensibilizzazione territoriali nelle 3 aree con tecnici, Sindaci ed amministratori locali il cui culmine è stata la fase di Formazione dei Medici di Medicina Generale a livello locale. Quindi forte sensibilizzazione alle problematiche legate al suicidio che innesca già un circuito di prevenzione del fenomeno e costruzione della “Rete” di operatori territoriali”. Tale progetto, coordinato da UNCEM Toscana, è nato dalla constatazione che le aree montane toscane troppo spesso si trovano a convivere con problematiche legate all’alcol, all’isolamento, a violenze, ma anche a situazioni di suicido e tentato suicidio, fenomeno che negli ultimi anni coinvolge sempre più la popolazione, anche quella più giovane. Si tratta di un percorso sperimentale che ha come obiettivo quello di valutare lo stato di salute della popolazione montana della Toscana nelle aree-campione, programmare azioni pag. 16 e strategie di prevenzione del gesto suicidario e dei casi di disagio sociale, e nello stesso tempo cercare di promuovere la salute per un complessivo miglioramento della qualità della vita in montagna. Per approfondimenti www.montagnainsalute.it. “Parlare di queste problematicità - ha dichiarato il Presidente di UNCEM Toscana Oreste Giurlani - e condividerle coinvolgendo il più possibile l’intera comunità, dai più giovani ai più anziani, è una necessità che è emersa in modo sempre più evidente. Continuare su questa strada credo sia essenziale per rispondere ai bisogni di salute delle popolazione che vivono nelle aree montane che troppo spesso sono penalizzate.” *** “Ruolo importante è rappresentato dalla vergogna - ha detto il Prof Maurizio Pompili, medico psichiatra e suicidologo, coordinatore del Centro per lo studio e la prevenzione dei disturbi dell’umore e del suicidio dell`ospedale Sant’Andrea di Roma e referente per l`Italia della Iasp. La vergogna è un fattore di rischio importante – ha continuato - per le perdite finanziarie, quella che colpisce alcuni imprenditori. Si può fare prevenzione a diversi livelli: la prima, universale, primaria, diretta a tutta la popolazione, a tappeto, come, per esempio, messaggi attraverso i mass media. Quella secondaria è diretta a soggetti più a rischio che possono avere o meno un vissuto psichiatrico". In questa classe ci sono soggetti che abusano di sostanze, di alcol, insieme a "persone sole, chi ha avuto per- dite recenti sia di relazione che economiche o ancora persone esposte al fenomeno stesso dei suicidi”. C’è poi chi ha già compiuto un tentativo di suicidio. In questo caso si parla di prevenzione terziaria. La cosa indispensabile è saper riconoscere gli individui in crisi che spesso emettono dei segnali di allarme. Come quelli dei più giovani, la crisi adolescenziale non è un sintomo d`allarme, ma altre situazioni possono destare preoccupazioni che solo gli esperti sanno "leggere". "Molte volte le aspettative dei genitori sono troppo grandi, spesso i ragazzi sopportano pesi ed aspettative per i quali non sono portati. Ma attenzione a colpevolizzare. Dire “per un brutto voto si è suicidato” - conclude Pompili - è una soluzione troppo semplicistica, ci sono sempre dei sentieri che conducono al suicidio”. Il Prof Diego De Leo, padre internazionale in ambito di Prevenzione del Suicidio, ha ribadito la necessità di intraprendere percorsi progettuali anche piccoli, locali ma di grande qualità. L’Istituto Superiore di Sanità indica che Italia su circa 4.000 persone morte per suicidio nel 2002, ben 3.000 erano uomini. Ma il suicidio non ha sesso. Perché se i maschi lo commettono più frequentemente rispetto alle donne, le donne tuttavia hanno una probabilità di quattro volte superiore di tentare il suicidio. Sono i dati raccolti dal "Centro per lo studio e la prevenzione dei disturbi dell`umore e del suicidio" dell`ospedale Sant`Andrea di Roma diretto da Roberto Tatarelli, responsabile dell`U.O.C e docente di Psichiatria dell`Università La Sapienza di Roma. Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.753 Firenze 22 settembre 2010 L’OMS stima che ogni anno nel mondo muoiano un milione di persone per suicidio. Questi numeri rappresentano un tasso di mortalità per suicidio di 14,5 su 100.000 abitanti. La realtà è che ogni minuto, nel mondo, avvengono più di due morti per suicidio. In molti paesi industrializzati il suicidio può essere la seconda o a terza causa di morte tra gli adolescenti e i giovani adulti. E’ considerato inoltre essere la tredicesima causa di morte in tutto il mondo per persone di tutte le età. In aggiunta alle vittime di suicidio, ci sono svariati milioni di persone che compiono tentativi di suicidio causando stress emotivo e sofferenza alle persone che li circondano e i loro familiari. L’OMS stima inoltre un peggioramento dei tassi di suicidio fino a circa un milione e mezzo nel 2020. La Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio è stata un’opportunità per tutti i settori della comunità - il pubblico, Organizzazioni benefiche, le comunità, i ricercatori, medici, professionisti, politici, i volontari, i familiari dei defunti per suicidio, altri gruppi interessati e singoli individui - ad unirsi a all'Associazione Internazionale per la Prevenzione del Suicidio (IASP) e all'OMS per focalizzare l'attenzione pubblica sull’inaccettabile onere e sui costi dei comportamenti suicidari al fine di incentivare diverse attività Due dei relatori: da sin. Pompili e Lacangellera per promuovere la comprensione del suicidio e di evidenziare le attività di prevenzione più efficaci. Tali attività possono richiamare l'attenzione sul “burden” mondiale dei comportamenti suicidari e discu- tere di strategie locali, regionali e nazionali per la prevenzione del suicidio mettendo in evidenza le iniziative culturali e sottolineando le iniziative di prevenzione per affrontare le condizioni locali culturali. Dal disagio psicologico al suicidio La domanda è questa: chi arriva al suicidio e perchè. Spesso si tratta di persone che, apparentemente, non avrebbero nessun motivo per desiderare la morte: sono giovani, in buona salute, hanno un lavoro, una famiglia, una vita "normale". Ma dietro questa facciata di "normalità", si cela un abisso di sofferenza e disperazione, invisibile agli occhi del mondo, e spesso, invisibile persino agli occhi dei familiari e degli amici più cari. Le statistiche sul suicidio dicono che, ogni giorno, in Italia si tolgono la vita almeno dieci persone. E fra questi suicidi, molti hanno meno di trent'anni. Il suicidio non è quasi mai una decisione improvvisa. Poche persone, se non hanno qualche disturbo psichiatrico grave o si trovano a vivere in circostanze estreme, si suicidano in preda ad un raptus di disperazione. In genere, il suicidio è il punto di arrivo di un itinerario mentale lungo e tortuoso, che comporta decisioni, indecisioni e decisioni contrarie a quelle prese in precedenza. La persona che sta meditando di togliersi la vita, attraversa queste fasi: * La morte viene vista in chiave positiva. In questa fase, la persona che sta male comincia a prendere in considerazione l'idea di porre fine alla sua esistenza * Si valutano i pro e i contro del suicidio. Nella seconda fase, l’aspirante suicida comincia a prendere seriamente in considerazione l'idea di uccidersi. La persona depressa si trova a combattere contro sentimenti ambivalenti , fra la voglia di vivere e quella di morire, fra disperazione e speranza * Decisione di porre fine alla propria esistenza. Nella terza fase, l'aspirante suicida ha maturato la decisione di sopprimersi. Spesso, è deciso ad andare fino in fondo, ma, in molti casi, l' istinto di sopravvivenza ha la meglio e all' ultimo minuto, l'aspirante suicida torna sui suoi passi. Perché una persona con una vita "normale" può desiderare la morte? Ecco alcune delle motivazioni più comuni. Il suicidio per motivi esistenziali Alcune persone non riescono a trovare un senso alla propria esistenza, niente le appassiona o le emoziona più. Non si sentono depresse, semplicemente si sentono vuote e spente. Il suicidio come gesto dettato dalla disperazione. In questo caso la persona che medita il suicidio, è in uno stato di disperazione. Ha subito un trauma, ha perso una persona cara, ha avuto una delusione nel settore su cui aveva puntato tutta la sua esistenza. Il suicidio come vendetta. Spesso le persone che pensano al suicidio non si sentono amate e considerate. Il suicidio diventa l'unico modo per essere finalmente visti e apprezzati dalle persone che li circondano. L'aspirante suicida è convinto che solo con un gesto estremo come quello di togliersi la vita, potrà far sì che gli altri si accorgano finalmente di lui. Il suicidio diventa un modo per vendicarsi dell'indifferenza o della cattiveria di amici e parenti:costoro saranno costretti a vivere tutta la loro vita, portandosi dietro il peso insostenibile della colpa e del rimorso. Se stai pensando al suicidio fatti aiutare. Quello di cui tu hai bisogno non è toglierti la vita , ma condividere il tuo dolore con una persona che sappia capirti e aiutarti. Rivolgiti ad un terapeuta o, se non te la senti di farlo, ad un telefono amico (sul sito www.telefonoamico.it troverai il recapito telefonico del telefono amico della tua città). Se in casa tieni del materiale che potrebbe servirti per toglierti la vita ( corde, barbiturici, armi, lamette, ecc..), sbarazzatene subito. Evita il più possibile di stare da solo : solitudine e disperazione si alimentano a vicenda e in un momento così delicato, hai un bisogno particolare di sentire calore e amicizia. Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.753 Firenze 22 settembre 2010 pag. 17 Ambiente - Tecnologie Castanicoltura in montagna Preoccupazione per il futuro della castanicoltura in montagna alla luce delle riorganizzazioni complessive in corso tra gli enti a seguito dei pesanti tagli della manovra. Il Presidente dell'Associazione Nazionale Città del Castagno Ivo Poli, si è confrontato con il Presidente di UNCEM Toscana Oreste Giurlani. “Sono forti i punti interrogativi per il futuro – ha spiegato Poli –, in quanto a seguito delle riorganizzazioni in corso degli enti, non sappiamo come e soprattutto chi domani dovrà occuparsi di promuovere e sostenere nei territori montani la castanicoltura, di cui la Toscana ne va orgogliosa a livello nazionale. La Regione Toscana si è mostrata molto sensibile sulle questioni relative al castagno sostenendole a pieno, e speriamo continui su questa strada, ma le forti incertezze per il futuro degli enti pubblici infondono molta preoccupazione”. Giurlani si è reso intanto disponibile a sviluppare insieme idee progettuali e lavorare per proporre alla Regione, al Ministero ed alla Comunità Europea percorsi a salvaguardia della castagna. L’Associazione ha i seguenti scopi: a) Valorizzare, in collaborazione con Enti pubblici e privati e le Associazioni di categoria, i territori interessati, il castagno, i suoi frutti e quanto da essi derivato. b) Promuovere il ruolo che spetta agli Enti locali, nella valorizzazione e salvaguardia del territorio e dell’ambiente delle zone castanicole particolarmente vocate, sollecitando e favorendo l’emanazione di normative nazionali e regionali in materia. c) Coordinare le singole manifestazioni promozionali e tecniche dedicate al castagno, consentendo la partecipazione, con spazi adeguati, agli Enti associati. Favorire la promozione e la conoscenza delle zone italiane produttrici di marroni e castagne mediante la divulgazione di carte turistiche, guide e sussidi didattici. d) Promuovere ed organizzare manifestazioni e convegni mirati alla possibilità di una maggiore espansione commerciale dei prodotti castanicoli, al superamento della stagionalità dei consumi, all’educazione al gusto ed alle tradizionali abitudini alimentari. e) Operare per l’individuazione, il riconoscimento e la promozione di marchi d’origine protetta del castagno per Regioni, Provincie o zone particolari, tenendone apposito registro. f) Favorire e coordinare l’attività di ricerca e sperimentazione, sulle problematiche della coltivazione e trasformazione del castagno, in collaborazione con Istituti Universitari ed altri centri di ricerca. g) Favorire le attività collegate alla utilizzazione del legno di castagno ed ai suoi usi competitivi ed innovativi. h) Promuovere e sostenere il castagno in ambito europeo attraverso la partecipazione a progetti ed iniziative internazionali. i) Salvaguardare i castagneti e la loro produttività attraverso il controllo delle fitopatologie fungine ed il contenimento di nuovi parassiti. j) Promuovere l’arte e la cultura del castagno nelle varie accezioni. k) Favorire la valorizzazione turistica e la promozione delle aree caratterizzate paesaggisticamente e produttivamente dalla presenza del castagno. Contro il "killer" del castagno avanti con la lotta biologica pag. 18 A incontro Marradi anche rappresentanti del ministero dell'Agricoltura C’erano rappresentanti del ministero dell’Agricoltura e della Regione Toscana, con molte presenze da varie regioni italiane all’incontro-dibattito sul cinipide galligeno, organizzato di recente a Marradi dal Centro di Studio e Documentazione del Castagno in collaborazione con il Comune, la Comunità Montana Mugello e l’associazione “Strada del Marrone”. E’ stato il prof. Alberto Alma, direttore del Divapra (Dipartimento di Valorizzazione e Protezione delle Risorse Agroforestali) dell’Università di Torino e membro del consiglio scientifico del Centro, a fare il punto della situazione su quello che viene indicato comunemente come il “killer” del castagno illustrando strategie, metodi, finalità e tempi della lotta biologica attraverso l’insetto antagonista, il “Torymus sinensis”: l’unico, come confermano le esperienze svolte in Giappone, in grado di fermarlo. Secondo il prof. Alma, il cinipide si è insediato anche in Italia e ci vorrà del tempo per ristabilire un equilibrio in natura, almeno 10 anni. E per farlo è necessario che si prosegua a intervenire con la lotta biologica. Che sta dando risultati efficaci. Risale al 2008 la prima segnalazione del “killer” in Toscana. La Regione è corsa subito ai ripari e dal 2009 ha dato avvio a un progetto di prevenzione e contrasto dell’insetto, e da quest’anno ha messo in atto 5 stazioni di lancio del Torymus, tra cui uno anche nel territorio marradese. I lanci saranno triplicati nel 2011, con una campagna a tappeto. Una direzione che è stata imboccata anche dall’Emilia Romagna, il Lazio, la Campania e altre regioni. “Non tutti i mali vengono per nuocere - commentano gli organizzatori -: il problema del cinipide è riuscito a richiamare l’attenzione e a favorire l’interesse sul valore ambientale del castagno, una pianta che, come ha ricordato il prof. Bellini, presidente del Centro, ricopre ben il 15% delle nostre foreste, non ha paragoni in tutta Europa ed è rappresentativa del nostro continente”. Val di Bisenzio: monitoraggio mosca olearia VAL DI BISENZIO – Prevenire è meglio che curare. Si può riassumere con questo vecchio slogan l’invito rivolto a tutti i produttori di olio della Val di Bisenzio, in previsione della raccolta autunnale delle olive. La Comunità Montana della Val di Bisenzio ha messo a disposizione un esperto agronomo, Elisa Dinoto, che fino a metà del prossimo mese esamina gratuitamente i frutti del territorio per scongiurare la diffusione della mosca delle olive, la Bactrocera oleae, che potrebbe poi danneggiare la produzione. I controlli sono fondamentali perché permettono di tenere sotto controllo i frutti al fine di poter intervenire per tempo in caso di infestazione. L’agronomo ricorda infatti che l’analisi è un servizio apprezzato che permette al coltivatore di ridurre i trattamenti con fitofarmaci e di avere un raccolto sano. Servono solo piccoli accorgimenti e avvalersi dell’esperienza. Avvicinandosi il tempo della raccolta, i controlli si fanno ancora più necessari. Si ricorda infatti che nel caso in cui venga notata la diffusione della mosca, la pianta dovrà essere trattata per una durata di 28 giorni e le sue olive, per quel tempo, non potranno essere raccolte. Da qui l’invito ad approfittare di questo ultimo mese di servizio. La consulenza gratuita verrà offerta ogni giovedì in due diversi luoghi della Val di Bisenzio. La mattina, dalle 9,30 alle 13, l’agronomo riceverà gli agricoltori nella sede della Comunità Montana (via del Bisenzio, 351) a Mercatale di Vernio; nel pomeriggio, dalle 15,30 alle 18,30, il servizio sarà svolto invece presso il Frantoio Valle del Bisenzio (via delle Fornaci,1) a Sofignano, Vaiano. Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.753 Firenze 22 settembre 2010 A Pisa il più grande parco fotovoltaico della Toscana Produrra' 5 milioni Kw annui, pari a fabbisogno di 3000 famiglie Una potenza di 3,7 Mw e una capacita' produttiva stimata in oltre 5 milioni di Kw annui, pari al fabbisogno di 3 mila famiglie con un beneficio ambientale di circa 3750 tonnellate annue di Co2 risparmiate. Sono i numeri del piu' grande parco fotovoltaico della Toscana, e uno tra i piu' potenti in Italia, che sorgera' a Pisa, nella zona dei Navicelli, la cui attivazione e' prevista a dicembre 2010. Il progetto e' finanziato da Toscana Energia Green. I lavori costeranno 10,2 milioni. Treni storici per scoprire la Lunigiana Iniziativa nell'ambito del progetto europeo "No Far Access" - Transfrontaliero Italia-Francia Con i “Treni d’autunno” entra nel vivo il progetto europeo “No Far Access” promosso dalla Provincia di Massa-Carrara, attraverso l’attivazione di una collaborazione con l’Agenzia Viaggi del Parco Nazionale delle Cinque Terre, l’Associazione Treni Storici della Liguria e Legambiente. Grazie a questa collaborazione sostenuta dalla Provincia e dai Comuni si avviano una serie d’iniziative per animare l’offerta turistica verso la Lunigiana in periodo destagionalizzato e con forme sostenibili quali l’uso dei treni storici. Lo scopo è valorizzare, verso il pubblico della costa apuo-lunense-versiliese, le diversificate risorse naturali e culturali che la Lunigiana mette a disposizione proprio in periodi, come quello autunnale e primaverile, considerati di ‘bassa stagione’. Si parte quindi con due ‘Treni d’Autunno: il primo sarà il “Treno della Cultura” che condurrà i passeggeri a Pontremoli, domenica 26 settembre, per farli immergere in un itinerario tra storia, cultura e sapori. Infatti l’iniziativa coincide con le giornate europee del Patrimonio indette dal Ministero dei Beni e Attività Culturali ed anche con la premiazione dei vincitori del “Bancarella della Cucina”. Le guide condurranno alla scoperta di palazzi privati e chiese normalmente non visitabili, al Museo delle Statue Stele ed alla ‘Piazza del Gusto’ con gli stand dei prodotti alimentari delle Regioni italiane allestitie nelle piazze del centro storico. Non mancherà l’occasione di degustare i rinomati ‘testaroli’ di Pontremoli, riconosciuti recentemente come Presidio dallo Slow Food. Domenica 10 ottobre invece partirà la vaporiera del “Treno delle castagne”, che da Viareggio condurrà prima ad Aulla con la visita all’Abbazia ed al Museo di San Caprasio, per immergere i turisti nel mondo della cultura della castagna a Licciana Nardi, in occasione della famosa Rassegna “La castagna racconta” organizzata lungo le vie e nei fondi del suggestivo borgo medioevale e animata da numerosi stand gastronomici ed eventi culturali. Ma sono già programmati anche i “Treni di Primavera” che condurrano nel Parco Regionale delle Alpi apuane, ad Equi Terme, con il “Treno della Geodiversità” ed a Filattiera con il “Treno dell’Archeologia” dedicato alle scuole. Il pubblico potrà prenotare i viaggi rivolgendosi all’Agenzia Viaggi del Parco Nazionale delle Cinque Terre -Tel. 0187 258690 [email protected] www.agenziaviaggi5terre.it/ L'iniziativa rientra all’interno del progetto transfrontaliero europeo “No far access” di cui è partner la provincia apuana assieme a quelle di Livorno, Lucca, La Spezia, Cagliari e al Dipartimento della Corsica del sud: scopo del progetto è quello di incrementare attraverso una serie di iniziative, l’accessibilità delle aree dell’entroterra caratterizzate dalla presenza di elementi di eccellenza di tipo ambientale, architettonico, paesaggistico e naturalistico. Il progetto prevede la valorizzazione delle aree dell’entroterra, caratterizzate da aree naturalistiche di eccellenza, in grado di implementare un’offerta integrata del patrimonio locale, circuiti turistici ad elevato flusso di visitatori, sistemi di trasporto pubblico sostenibili a basso impatto ambientale. “Si tratta di appuntamenti – ha dichiarato l'assessore provinciale ai trasporti, Sara Vatteroni – rivolti a rendere maggiormente fruibili e più noti i territori della Lunigiana. I treni speciali sono delle iniziative finalizzate ad incrementare, anche in modo sostenibile, i flussi turistici all'interno della Lunigiana. I treni speciali vogliono anche essere uno stimolo per nuove opportunità di business; speriamo infatti che in futuro, visto l'alto successo di presenze per questo genere di iniziative, si presentino dei soggetti privati disposti a gestire in prima persona questi treni-evento che oggi Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.753 Firenze 22 settembre 2010 pag. 19 Moda pagine a cura di Angelina Aino Ma cosa gira in questi tempi per la testa delle donne? Un curioso mix di anni Cinquanta e Sessanta, se si guardano le acconciature raccolte che le modelle hanno fatto sfilare nelle ultime passerelle: capelli che, sfidando la forza di gravità, modellano chignon, code e cotonature "in su" e che sembrano quasi una risposta spiritosa alle chiome "in giù", new-hippy e selvagge, viste negli anni passati. Il taglio corto anni ’80 Per chi ama i capelli corti e vuole essere trendy, la parola d’ordine è osare. I nuovi tagli sono grintosi, irregolari e dinamici, con punte che si protendono verso l’alto e creste che richiamano lo stile punk degli anni Ottanta. Un’idea semplice e versatile allo stesso tempo è realizzare un taglio che abbia la stessa lunghezza sui lati e una frangia che si allunga lateralmente a creare un ciuffo asimmetrico. Utilizzando paste modellanti si può giocare con le ciocche per creare un effetto finto spettinato. Capelli sulla nuca Un’alternativa è sfilare i capelli in modo che ricadano morbidi e naturali sulla nuca e ai lati, dove le ciocche vanno mantenute più lunghe. «La frangia e la sommità della testa, invece, sono piuttosto corte. Si ottiene così un look grintoso ma più femminile, molto amato da Sharon Stone. Per valorizzare questi tagli, l’ideale è giocare su due tonalità di colore. Per esempio, si possono illuminare le ciocche con una tinta platino e lasciare la base più scura. Oppure si può dare ancora più movimento al taglio con tante piccole mèches e un’ulteriore schiaritura delle punte. Look minimalista per giornate miti A settembre e ottobre il sole sarà ancora caldo e la sera appena fresca. È troppo presto per tirare fuori dall’armadio cappotti e maglioni.Il look giusto prevede shorts di cotone spesso, giacchine di peso medio, gilet bon ton, gonne di pizzo traforato o di raso leggero. E per le grandi occasioni, il tessuto migliore è ancora il tulle: chic e femminile Il nuovo caschetto sfilato Il caschetto è un passe-partout: sta bene a tutte ed è ideale sia se i capelli sono grossi e folti, sia quando sono sottili perché dà volume alla chioma. Per essere attuale, il carré non deve essere regolare ma sfilato e asimmetrico, più corto nella zona della nuca e più lungo sul davanti, facendo arrivare i capelli circa cinque centimetri sotto il mento. Un’alternativa è un taglio ancora più geometrico. La parte posteriore del capo è molto corta e ben definita per disegnare l’attaccatura. I lati e la sommità, invece, sono scalati e alcune ciocche sfilate vengono lasciate più lunghe a incorniciare il viso. La frangia è corta e molto mossa grazie al sovrapporsi di ciuffi più lunghi. Moda autunno-inverno 2010/2011 fito, con sprazzi di colore che sembrano gettati come su una tela, secondo lo stile dell’artista Jackson Pollock. Print astratte vincono ancora una volta nella collezione di Diane Von Furtsenberg, che sceglie una palette tenue con colori come rosa e verde pastello, mentre Moschino sceglie il simbolo della sua collezione, il mega ciondolo dorato da indossare come clutch, ripetuto in modo ossessivo sul suo cappotto. Grafismi eccellenti sono quelli che troviamo anche in Proenza Schouler, che sceglie come sempre stampe psichedeliche per i suoi mini dress, e Emilio Pucci, dove troviamo schegge di nero che sembrano quasi spruzzate a caso sull’abito, creando un effetto molto interessante. Per il prossimo autunno-inverno 2010/2011, puntate tutto sulle stampe. Gli abiti della prossima stagione, infatti, si vestono di grafismi dallo stile astratto e dai colori vivaci, donando vita ad abiti anche dal tagli più banale. Maestro nel gioco con le stampe, dove le sfumature BELLA SÌ, MA COME? LE TENDENZE DEL PROSSIMO AUTUNNO La nuova stagione è alle porte, e porterà con sé una ventata di freschezza... anche in materia di make-up! Direttamente dalle passerelle, le tendenze beauty che detteranno legge nei mesi a venire: dalla scelta di ciprie e fondotinta, a quella di rossetti e ombretti, scopri come essere sempre bella e trendy il prossimo autunno... di diverse tonalità si incontrano per dare vita quasi a motivi cangianti, è Matthew Williamson, che anche per la prossima stagione colora molti dei suoi abiti di punta di schegge cromatiche che mescolandosi creano un effetto unico sul suo abito di seta monospalla. Psichedelica è la stampa di Marni, che sembra rubare i segreti del caleidoscopio per disegnare sul suo completo figure che si intersecano tra loro con sfumature vivaci. Schizzi di colore sono invece quelli che troviamo nella collezione Moschino Cheap & Chic, dove i suoi abiti sembrano diventare delle tele da pittore. Ricami tridimensionali e brillanti sono quelli che troviamo sugli abiti di Giorgio Armani, dai disegni che sembrano rubati alla tradizione grafica orientale, mentre Tory Burch usa i leggings a mo’ di graf- pag. 20 Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.752 Firenze 11 setembre 2010 Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.752 Firenze 11 setembre 2010 pag. 21 Occhio alla salute... Arriva dalla Campania la richiesta di una legge per istituire ospedali di montagna attività finalizzate alla promozione della salute, alla prevenzione, individuazione, rimozione e contenimento di esiti degenerativi o invalidanti di patologie congenite ed acquisite. La proposta di Santoli (Ugl) Santoli propone legge per istituire ospedali di montagna. Dopo aver scritto ai consiglieri regionali Irpini, il sindacalista dell’Ugl e presidente del Centro Studi EuroIrpinia, Gerardo Santoli invia la sua proposta di legge per l’istituzione dei distretti socio-sanitari montani e gli ospedali di Montagna anche a tutti i capogruppo della regione Campania di maggioranza e di opposizione. Le dichiarazioni. «Se i consiglieri regionali non presenteranno questa legge in tempi brevi – afferma Santoli - non si può fare altro che far partire la raccolta firme, ne occorrono 50 mila, per una proposta di legge popolare. Vedremo poi in aula chi avrà il coraggio di votare contro». In fase di prima attuazione la proposta di legge di Santoli all’art. 5 istituisce e qualifica come distretto socio-sanitario montano proprio il distretto sanitario con sede nel Comune di Sant’Angelo dei Lombardi e come ospedale di montagna il presidio ospedaliero di Bisaccia. Proposta di Legge Regionale “Norme per l’istituzione e la disciplina di distretti socio-sanitari montani e Presidi ospedalieri montani nella Regione Campania”. Art.1 (Finalità) 1. La Regione, nell’ambito delle politiche dirette ad assicurare lo sviluppo civile e sociale dei propri cittadini attraverso un sistema integrato di interventi e servizi di prevenzione, cura e assistenza socio-sanitaria, informato al principio del pieno rispetto della dignità della persona, provvede all’istituzione dei distretti sociosanitari montani. 2. In particolare, con l’istituzione dei distretti socio-sanitari montani si vogliono garantire livelli essenziali ed uniformi di prestazioni socio-sanitarie ai cittadini residenti nelle aree montane, con specifico riguardo agli standards di sicurezza e funzionalità e alla adeguata presenza sul territorio di servizi relativi al pronto soccorso, alla diagnostica e alle branche specialistiche, nonché ridurre l’indice di mobilità passiva e quello di ricorso alla ospedalizzazione, a favore dell’assistenza domiciliare. Art. 2 (Definizione) 1. Ai fini della presente legge, per prestazioni socio-sanitarie si intendono le prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprese quelle ad elevata integrazione sanitaria, cioè le pag. 22 Art. 3 (Distretto socio-sanitario montano) 1. Il distretto sociosanitario montano è un’articolazione territoriale, organizzativa e funzionale dell’azienda unità sanitaria locale (ASL), il cui ambito territoriale coincide, di norma, con quello dei territori delle comunità montane ricadenti nella medesima provincia. 2. Il distretto socio-sanitario montano è istituito con apposita deliberazione della Giunta regionale, previa acquisizione del parere della V commissione consiliare permanente competente in materia di sanità. 3. Con la deliberazione di cui al comma 2, la Giunta regionale individua, in particolare, le attività e i servizi di competenza del distretto socio-sanitario montano nell’ambito delle seguenti funzioni: a) attuazione locale delle politiche aziendali; b) organizzazione dell’assistenza territoriale diretta o funzionale. 4. Con la deliberazione di cui al comma 2, sono altresì definiti: a) le risorse umane, tecniche, strumentali e finanziarie da destinare al distretto sociosanitario montano; b) un sistema di incentivi economici volti a favorire l’esercizio dell’attività medico-specialistica in area montana; c) i percorsi diagnostico-terapeutici tesi a realizzare l’integrazione fra il territorio montano e i luoghi dell’eccellenza sanitaria, anche attraverso strumenti di e-government e telemedicina; d) gli adeguamenti dei finanziamenti correnti, in considerazione dei maggiori costi strutturali. 5. Per la specificità ed il ruolo del distretto socio-sanitario montano, la Giunta regionale, relativamente alla definizione degli aspetti di cui ai commi 3 e 4, può derogare a quanto previsto dalla vigente normativa regionale sull’organizzazione del servizio sanitario regionale ed in materia di parametri di riferimento per la dotazione di professionalità qualificate e per il contenimento della spesa. 6. L’incarico di responsabile del distretto socio-sanitario montano è attribuito dal direttore generale della Asl competente per territorio, previo parere della Giunta Regionale e del Consiglio della Comunità Montana di riferimento, tra soggetti in possesso dei medesimi requisiti per la nomina a Direttore Generale Asl a mente della normativa regionale vigente. Art. 4 (Ospedale di montagna) 1. Nell’ambito di ciascun distretto socio-sanitario montano è individuato un ospedale di montagna quale presidio medico-chirurgico. 2. Sono considerati ospedali di montagna quei presidi ospedalieri, distanti almeno venticinque chilometri da altri complessi ospedalieri pubblici, ubicati in aree comprese nel territorio di una comunità montana che presentano le seguenti criticità: a) svantaggi orografici; b) difficoltà di collegamento viario; c) disagi socio-economici; d) squilibri nella struttura demografica, dovuti alla particolare incidenza del tasso percentuale di popolazione anziana. 3. La Regione garantisce in ciascun ospedale di montagna il servizio di eliambulanza. Art. 5 (Disposizioni transitorie) 1. In fase di prima attuazione della presente legge, sono istituiti e qualificati come distretti socio-sanitari montani i seguenti distretti sanitari: a) il distretto sanitario, con sede nel Comune di Sant’Angelo dei Lombardi (AV) nell’ambito della ASL Avellino 1 – b) - 2. In fase di prima attuazione della presente legge, sono individuati e qualificati come ospedali di montagna, con riferimento ai distretti sociosanitari montani di cui al comma 1, i seguenti presidi ospedalieri: a) l’Ospedale “Di Guglielmo” di Bisaccia; b) -etc Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.753 Firenze 22 settembre 2010 La mancanza di risorse al Fondo nazionale per le politiche sociali Su questo tema si è svolta una riunione presso l’Uncem Toscana, cordinata dal presidente Oreste Giurlani, alla quale hanno partecipato rappresentanti delle articolazioni di Zona Montane ed il coordinatore del sistema socio-sanitario regionale Andrea Leto. Sul tavolo della discusssione l’esame delle proposte delle Regioni sulle Politiche Sociali scaturite dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome 10/083/CR09/C7. “Come si sa -ha spiegato Giurlani - la difficile condizione economica e le preoccupanti prospettive istituzionali del nostro Paese hanno ripercussioni sulle politiche sociali, mutandone obiettivi e bisogni. Inoltre, le modifiche dei poteri costituzionali frammentano gli interventi dello Stato, ostacolando una valida programmazione pluriennale”. Il Fondo Nazionale per le Politiche sociali ha visto dimezzate in pochi anni le risorse in dotazione, nonostante i fondi aggiuntivi per specificità (quali non autosufficienza e fondi per la famiglia) , ed è clamorosamente evidente il minor impegno economico per garantire bisogni e servizi a chi si trova in situazioni di disagio. C’è la necessità di fissare interventi più definiti e mirati, attraverso valide politiche integrate nel rispetto delle governance tra i diversi livelli di Governo. Dal documento emerge la proposta di stipulare un Patto per le politiche sociali, ispirati ad un impegno condiviso per un sistema organico di benefici sociali attraverso livelli essenziali. E’ ribadita la necessaria esistenza del Fondo per la non autosufficienza come misura da finanziare autonomamente come previsto nel Patto per la Salute 2010/2012. E’ importante ricondurre le risorse messe in campo con il Patto, per consentire un’adeguata programmazione regionale e locale, anche escludendo le Politiche Sociali dal Patto di Stabilità, come nel 2004/2006. “L’impegno della Conferenza - ha aggiunto Giurlani - è quindi quello di raggiungere un’intesa con il Governo al fine di produrre un primo documento che ponga questi obiettivi. Il documento è considerevole di attenzione in quanto sottolinea la necessità di un impegno condiviso in un settore così delicato e fondamentale per le politiche della cittadinanza, che non possono vedere ingiustamente classificati i bisogni e frammentare le risorse ad essi destinate”. Proposte delle Regioni e delle Province autonome Le premesse da cui partire per avviare un percorso di lavoro tra Ministero e Regioni devono tenere conto delle condizioni di contesto collegate alla crescita economica del Paese dove dal 2009 ad oggi è stata in costante caduta la produzione industriale, che, solo nell’ultimo trimestre dimostra segni di ripresa. Il rilevante calo delle esportazioni, la crisi delle piccole imprese e la specializzazione produttiva con gli annessi problemi di mantenere alta la competitività, hanno influito ed influiscono sui livelli e sulle possibilità di accesso o di rientro nel mercato del lavoro, con un aumento delle povertà e l'entrata nelle povertà di lavoratori precari o inadatti al nuove occupazioni. Le condizioni osservate hanno una forte influenza e ricaduta sulle politiche sociali che si aggiungono e si sostituiscono ai tradizionali ammortizzatori del mercato del lavoro, diventando a loro volta un ammortizzatore delle differenze, delle disoccupazioni, della incapacità di produrre reddito, dei problemi collegati all'alloggio e alla sopravvivenza quotidiana. A questo va aggiunto l’evolversi degli scenari demografici, orientati nel prossimo decennio ad un importante aumento degli ultrasettantacinquenni (oggi incidono mediamente per il 9,6 % passeranno al 13, per giungere al 16,06 nel 2025). Lo stesso aumento della vita media accresce i nuclei familiari monopersonali con le conseguenti difficoltà di cura nel caso di riduzione delle abilità. La permanenza dei giovani in famiglia e le loro difficoltà di accesso al mercato produttivo indeboliscono la famiglia sotto il profilo dei redditi e dei regime di vita. Sul versante delle disponibilità economiche e su quello della organicità di risposte ai problemi evidenziati, in ossequio alle modifiche dei poteri costituzionali (Titolo V rinnovellato) legge 42/09 sul Federalismo, va significato che ci troviamo invece di fronte ad una frammentazione degli interventi dello Stato e ad un’incertezza delle risorse tale da non permettere una programmazione pluriennale. Le risorse rispetto al 2004, sono state più che dimezzate. Certamente si aggiungono dal 2007 al 2010 gli stanziamenti del Fondo per le non Autosufficienze ammontanti complessivamente a 1.200.000.000,00 euro, ma è più che ovvio, che trattasi di interventi finalizzati, che a norma di legge (finanziaria 2006) non erano e non sono sostitutivi del Fondo Nazionale Politiche Sociali, ma aggiuntivi per una specificità. Anche valutando alcune centinaia di milioni di euro per i Fondi a favore della famiglia, asili nido e minori, (anch'essi finalizzati), ci troviamo di fronte ad un minor impegno economico del livello nazionale per garantire i "bisogni primari" di chi si trova in situazioni di disagio. A questo proposito, non si sottovalutano le iniziative collaterali messe in atto per intervenire nelle estreme povertà: dalla Card, ai bonus per riduzione costi dei consumi familiari, agli incrementi delle pensioni minime, che comunque influiscono nelle situazioni conclamate di povertà, lasciando scoperti altri problemi: dalla casa al disagio e alle situazioni di fragilità psico-fisica, e non influiscono nei confronti delle fasce intermedie che si avviano a diventare "nuovi poveri" (basta vedere i rapporti della Caritas, dei Centri di Ascolto, della Comunità di S.Egidio, etc). Ci sono poi le calamità naturali ed i fatti più gravi, quali il terremoto dell'Abruzzo, che aumentano in maniera smisurata la fila di chi chiede. Il Libro Bianco e le politiche fiscali ipotizzate a supporto delle famiglie, che ricoprono un ruolo centrale nel sistema sociale, offrono ulteriori spunti per la sussidiarietà e per l'avvio di nuove politiche, ma la situazione socio-economica e demografica descritta richiede di fissare interventi più definiti e mirati per contrastare i disagi sociali, che solo una operatività integrata di più politiche, a partire da quelle sociosanitarie e nel rispetto della governance tra i diversi livelli di Governo, consente di far confluire su obiettivi di sviluppo sociale, risorse nazionali, regionali e locali. Nel concludere la disamina, gli Assessori regionali alle Politiche Sociali, interpretando anche le istanze degli Amministratori Locali, propongono al Governo, in analogia a quanto si è già fatto per la salute, la stipula di un PATTO PER LE POLITICHE SOCIALI, che abbia valenza per un triennio e si ispiri a questi principi: 1. impegno dei diversi livelli di Governo: centrale, regionale e locale a ridefinire, nell’ambito di percorsi condivisi un sistema organico di benefici sociali in termini di diritti di cittadinanza e sociosanitari, attraverso livelli essenziali uniformi, prendendo a riferimento anche le proposte già avanzate da regioni e Autonomie Locali, a cui si giungerà con le gradualità consentite dalla sostenibilità condivisa dei costi; 2. analisi e proposte innovative per la percorribilità delle politiche integrate con la salute, la scuola, la formazione e l'avvio al lavoro, con mantenimento all'interno del Patto per le politiche Sociali, del Fondo per la non autosufficienza, come misura da continuare a finanziare in maniera autonoma, secondo quanto già previsto nel Patto per la Salute 2010/2012; 3. riconduzione al quadro organico di cui al punto 1), di tutte le risorse finanziarie messe in campo con il Patto, per consentire un'adeguata programmazione regionale e locale; 4. analisi e valutazione delle problematiche connesse l'invalidità civile ed i benefici economici alla stessa collegati, per giungere a misure innovative, appropriate e fruibili solo dagli effettivi aventi diritto; 5. presa in considerazione, in questo momento di estreme limitazioni di disponibilità finanziaria, della possibilità di escludere (anche temporaneamente) le Politiche Sociali dal Patto di stabilità, come avvenuto in precedenza (2004/2006). Gli obiettivi indicati potranno essere raggiunti con un'intesa tra Governo e Regioni ed un apposito gruppo interistituzionale, con mandato ben preciso e tempi da osservare, dovrà produrre un primo documento da portare all'attenzione della parte politica. Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.753 Firenze 22 settembre 2010 pag. 23 pagine a cura di Ketty Canosa Alimentazione Funghi e pesce: a tavola sposiamo il mare alla montagna Le castagne sono un frutto atipico, poiché sono ricche di carboidrati complessi (amido) come i cereali. Sono una buona fonte di fibre, di potassio e di vitamine del gruppo B, soprattutto B1 e B6. La cottura trasforma parte dell'amido in zuccheri semplici, che ne conferiscono la dolcezza tipica. Per centinaia di anni le castagne hanno rappersentato la principale fonte alimentare delle popolazioni degli appennini durante l'autunno e l'inverno. La stagione giusta, il tempo ideale: dappertutto s’incontra gente che va per funghi, con ceste e figli, con entusiasmo e (si spera) buonsenso. Abbiamo imparato (perlomeno stiamo imparando) che il “fungo safari” non è soltanto sport e non è solo gastronomia: è anche socialità, creatività. Senza usare paroloni, uno dei modi migliori per goderci pienamente quest’ultimo scorcio di tempo sereno. Attenti agli errori! Andar per funghi è un hobby da affrontare con un minimo d’esperienza ed umiltà: bisogna conoscere almeno le specie più comuni, ed abbandonare i modi empirici che ci sono stati inculcati da tempo. Non è vero che il cucchiaio/moneta d’argento annerisca se c’è un ospite velenoso nella pentola, non è vero che i funghi mangiucchiati dalle lumache sono commestibili e non è vero che il prezzemolo rimane di un bel verde solo se aggiunto. Scegliamo luoghi assolati quando c’è molta umidità: fossi e fondovalle ombrosi quando è secco. Il versante nord se fa caldo, quello sud se la temperatura cala. Ma torniamo in cucina con una preparazione un po’ insolita, in cui rivisitiamo il pesce in chiave autunnale. Triglie al cartoccio con funghi freschi Per 4 persone: 8 triglie di media grossezza gr.400 di funghi freschi (preferibilmente finferli) 8 larghe fette di pancetta affumicata 2 cucchiai di prezzemolo tritato Burro, vino bianco secco, sale e pepe q.b. Preparazione Pulite i funghi, lavateli, affettateli e fateli saltare, per 15’ circa, in una teglia con un po’ di burro: salateli, pepateli, versate un poco di vino bianco e cospargeteli di prezzemolo. Toglierli dal fuoco e metterli da parte. Pulite e lavate le triglie. Ungete abbondantemente con burro 8 fogli di alluminio e disponeteli sul tavolo. Avvolgete le triglie nelle fette di pancetta, salarle un poco e metterle sopra i fogli d’alluminio: farcitele coi funghi, e disponetene un poco anche sopra le triglie. Chiudete i cartocci strettamente e metteteli sulla placca del forno: cuocetele, a calore forte, per circa 15’. Accomodate i cartocci su un piatto di portata preriscaldato e serviteli ancora chiusi. Nel microonde ci vanno anche i frutti di mare Per il 70% degli Italiani, l’estate è la stagione in cui si consuma di preferenza pesce (di mare o d’acqua dolce) e tutto quanto è frutto della pesca (totani, seppie, frutti di mare, gamberoni o gamberetti di mare o fiume, e chi più ne ha più ne metta!). E’ una moda, se si vuole, ma sarebbe preferibile mangiarne anche in altre stagioni…. eviteremmo colesterolo e chili in più, dato che molti di noi sostituiscono le carni con formaggi e uova, peggiorando così la situazione. Poichè pesce e molluschi sono i migliori amici del … microonde, cominciamo con questa ricettina facile-facile che non fa perdere troppo tempo: infatti, è pronta in 15 minuti! Allevare le cozze fa molto bene ai….bilanci di alcune regioni d’Italia: Campania, Emilia, Romagna, Puglia e Veneto. Ma siccome la produzione annua pag. 24 (circa 120 tonnellate) non copre il nostro fabbisogno, ne importiamo dalla Grecia e dalla Spagna. Ne siamo, insomma, veramente golosi! A chi si accosta per la prima volta all’acquisto delle cozze è opportuno fare alcune raccomandazioni: verificare il colore del mollusco che deve apparire nitido e brillante che le valve siano sempre perfettamente chiuse e che nelle medesime non vi siano crepe. Ricordate, inoltre, che non potete tenerle in frigorifero per più di due giorni e perciò e meglio consumarle il più rapidamente possibile. Altrimenti potete congelarle, e così dureranno per circa 90 giorni: ma, una volta scongelate e cotte, il profumo di mare sarà praticamente sparito… La verifica della freschezza delle cozze può essere fatta immergendole nell’acqua per alcune ore: passato questo Le castagne, frutto dell’autunno sono una bontà da gustare! tempo, si deve procedere all’eliminazione di tutte quelle che risultino aperte, se pure di poco. Si possono inoltre acquistare già pulite: se non lo sono, potete lavarle mettendole sotto l’acqua corrente, raschiandole poi con forza sulla superficie per eliminare le incrostazioni. Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.753 Firenze 22 settembre 2010 Varietà di castagne In Italia esistono moltissime varietà di castagne: tra le più famose quelle del Mugello (certificate IGP) e di Marradi. La distinzione tra castagne e marroni non è sempre chiara. La castagne sono il frutto delll'albero salvatico. Hanno forma, dimensione, sapore molto variabili anche se prodotte dallo stesso albero e quindi tutta la gestione del prodotto risulta più complessa. I marroni sono prodotti dall'albero coltivato e hanno caratteristiche più standardizzate. Disponibilità delle castagne Le castagne sono il tipico prodotto autunnale: cadono spontaneamente dall'albero da settembre a dicembre, periodo nel quale vengono raccolte due volte al giorno. I prodotti derivati, come la farina di castagne e le castagne secche, possono essere conservati a lungo e si trovano tutto l'anno. La marmellata o crema di castagne è una marmellata preparata con la purea di castagne. Data la bassa acidità è un prodotto molto deperibile, per conservarsi bene necessita di una elevata % di zuccheri, solitamente del 60%. La marmellata di castagne è quindi un prodotto molto dolce, può essere consumata da sola insieme alla ricotta o allo yogurt, oppure per preparare dolci al cucchiaio, o come ripieno per le crepes. Se la crema di marroni ha meno del 50% di zuccheri, come le marmellate (40% di zuccheri), una volta aperta va consumata entro una settimana, altrimenti ammuffisce. Preparazione delle castagne Le castagne possono essere bollite, arrostite sul fuoco o al forno. Le castagne arrosto sono meno digeribili a causa delle imperfezioni nella cottura, che causano alterazioni dei glucidi e delle proteine, come la reazione di Maillard. Queste alterazioni sono anche responsabili dell'aroma tipico delle castagne arrosto. Le castagne arrostite al forno tendono ad asciugarsi un po' troppo rispetto a quelle sul fuoco diretto, per limitare questo problema usate una temperatura di 220 gradi per 15-25 minuti a seconda della pezzatura. Le castagne arrosto vanno incise prima della cottura con un taglio poco profondo, di 2-3 cm di lunghezza. Con la farina di castagne è possibile confezionare torte (castagnaccio), frittelle di castagne, crepes, mousse, polenta. Il castagnaccio alla toscana Il castagnaccio, o baldino o pattona, è un dolce molto particolare ma abbastanza facile da realizzare, preparato con la farina di castagna e arricchito con uvetta, pinoli, noci e rosmarino. Poiché la castagna, elemento principe del castagnaccio, è molto diffusa in regioni quali il Veneto, il Piemonte, la Lombardia e la Toscana, è un po’ difficile stabilire quale sia veramente la patria del castagnaccio anche perché ogni regione ne propone una sua versione buona quanto tutte le altre. Nel corso del tempo, però, il castagnaccio è diventato sempre più un dolce tipico Toscano anche per la sua storia legata strettamente a questa regione e in particolar modo alla citta di Siena. Il castagnaccio nasce inizialmente, come la maggior parte delle ricette tradizionali, come pietanza per i poveri contadini ottenuta appunto dalla castagna, molto diffusa nelle campagne. Certo è che questo dolce affondi le sue origini in un passato davvero remoto: basti pensare che già nel ‘500 era molto conosciuto e apprezzato tanto che un padre agostiniano lo cita in un suo scritto. In ogni caso, sembra che l’ideatore del castagnaccio sia stato proprio il toscano Pilade da Lucca che viene citato nel «Commentario delle più notabili et mostruose cose d’Italia et altri luoghi » scritto da Ortensio Orlando e pubblicato a Venezia nel 1553. Fu però a partire dall’800 che i toscani esportarono il castagnaccio nel resto d’Italia e fu sempre nell’800 che venne arricchito con uvetta, pinoli e rosmarino. Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.753 Firenze 22 settembre 2010 pag. 25 Attualità Minori, la battaglia di Trento Tribunali lenti ed esasperanti: ci vuole un giudice ad hoc per i genitori che si separano Scontro su affidamenti e adozioni: “Il Tribunale per i piccoli non serve più”? di Carlo Rinini (*) La «battaglia» di Trento fra il consulente di parte che ha tirato fuori il caso della mamma «inadeguata» e il presidente del Tribunale dei Minori va avanti. Qualche giorno fa, dopo un lungo silenzio, il giudice ha risposto con una lettera aperta in cui rivendica (e in parte spiega) la correttezza della decisione di ricorrere all’adottabilità della bambina. E ieri lo psicologo-consulente ha coordinato un convegno dal titolo «Genitori e figli di fronte al Tribunale per i minorenni» a cui hanno partecipato avvocati del foro trentino e di altre città. E la «battaglia» si è trasformata in una «dichiarazione di guerra» al Tribunale dei Minori come istituzione. Al centro del convegno ancora un «caso» personale, questa volta con nome, cognome e volto, quello di una Guardia di Finanza originaria di Torino che ha preso la parola e ha raccontato il suo personale calvario: 5 figli – anzi 6 perché una bambina gli fu data in affido proprio dal Tribunale dei minori – quando smette di lavorare e va in pensione si separa e diventa «genitore incapace», cioè gli viene impedito di vedere l’unico figlio minorenne. Motivo? Lui fa risalire tutto al momento in cui cominciò ad andare a Medjugorie. «Non voglio farla lunga ma le vicende della separazione fecero entrare in scena il Tribunale dei minori, e nei carteggi venivo dichiarato "fanatico religioso"». Il Tribunale è ancora quello di Trento, la presentazione del «caso», però, questa volta non avviene per iniziativa del consulente Giuseppe Raspadori ma perché, dopo la storia della mamma, molte persone coinvolte in casi simili si sono fatte vive con lui, da Napoli in su. «A chi mi chiama da fuori ho dato nominativi di legali e psicologi competenti», spiega Raspadori «ma con le persone della provincia mi sono reso disponibile a vedere gli atti; gratis, che non si dica che faccio casino per aver lo studio pieno di madri doloranti». Un po’ di «casino» però l’ha fatto anche ieri, con l’avvocato Francesco Miraglia venuto da Modena per aggiungere il suo «carico» come legale dei coniugi Camparini, i due genitori che a luglio hanno rapito la figlia di 5 anni dal centro protetto in cui si trovava e ora sono in carcere per «sequestro di persona». È guerra dunque tra avvocati e giudici dei Minori? «No, ma con questi casi ci si è accorti che in Italia esiste un problema-Tribunale dei minori», spiega Miraglia, aggiungendo che «è arrivato il momento di abolirlo, perché non serve a niente». Più positivamente, lui e altri propongono «l’istituzione di sezioni specializzate all’interno dei Tribunali ordinari». E i giudici che ne dicono? «Il dibattito sull’abolizione dura da anni», non si stupisce Laura Laera, presidente dell’Associazione dei magistrati minorili (Aimmf), «ma le sezioni ordinarie specializzate esistono solo in pochissimi tribunali». Resta da capire che differenza ci sia. «Il Tribunale dei Minori si differenzia perché si occupa in via esclusiva della materia, ma anche perché ha giudici onorari – esperti in psicologia e pedagogia – non previsti nelle sezioni ordinarie». Ma cosa funziona e cosa no, allora? «Nella sua struttura il Tribunale offre una competenza specifica che ci è invidiata. Ci possono essere dei limiti organizzativi ma se dovessero disfarlo senza prevedere un Tribunale della Famiglia non si farebbe un buon servizio». pag. 26 Il Tribunale della famiglia, di cui l’Aimmf si è fatta più volte promotrice «è un tribunale che unifica le competenze oggi divise fra sezioni ordinarie e tribunali per i Minorenni; specializzato, con competenze esclusive e giudici onorari. Il problema, come sempre, sono le competenze territoriali. E le risorse». Scarse. Impedisce di vedere i figli all'ex. Fiorentina condannata dalla Cassazione Multata dalla Cassazione una moglie separata di Firenze che cambiava continuamente abitazione per eludere il diritto di visita dell’ex marito dal quale aveva avuto due figli minori a lei affidati. Senza successo, davanti ai giudici la signora ha sostenuto che se il marito separato avesse voluto incontrare i figli avrebbe potuto attivarsi per sapere dove si era trasferita. Inoltre, la donna riteneva di essere nel giusto, a non comunicare i suoi cambi di residenza, dal momento che il papà dei bambini non rispettava gli obblighi di mantenimento dei minori. Ad avviso della Cassazione «assume rilevanza penale la condotta del genitore affidatario che ometta di informare l’altro genitore per quanto concerne il luogo della propria dimora, impedendo così all’altro di mantenere un libero e sereno rapporto con i figli». In proposito, i giudici aggiungono che «non può farsi carico al genitore non affidatario di non essersi attivato, per quanto astrattamente possibile, ad individuare di volta in volta il luogo di residenza della moglie separata». Infatti, proprio su «quest’ultima grava l’obbligo di comunicare i suoi spostamenti al padre, per porlo nelle condizioni più agevoli per esercitare le sue prerogative genitoriali». Infine, per quanto riguarda l’obiezione sul mancato adempimento degli obblighi economici a carico dell’ex marito, la Corte rileva che il comportamento della signora in questione non sarebbe comunque «giustificato» anche qualora questa circostanza risultasse provata. Cassazione: genitore non affidatario deve vedere i figli anche se non li mantiene Il genitore separato non affidatario dei figli ha diritto di visita e di frequentazione degli stessi anche se non li mantiene. Lo rileva la Cassazione sottolineando che ''non sussiste un rapporto di sinallagmaticita' tra il diritto di visita del genitore non affidatario e il dovere del medesimo di fornire i necessari mezzi di sussistenza''. Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.753 Firenze 22 settembre 2010 Si è riacceso in questi giorni il dibattito sui diritti dei padri separati. Si afferma che la madre viene sempre preferita nell'ambito della separazione e del divorzio e al padre vengono lasciati solo i ritagli di tempo nella vita dei figli, quando non viene totalmente escluso. +++ Le madri dicono invece che i padri ignorano la fatica quotidiana che la crescita dei figli impone; volentieri lasciano alle madri i sacrifici, i vestiti da lavare e la casa da pulire, i compiti da fare; vogliono i figli per il fine settimana per godersi con loro le ore più serene. In mezzo c'è l'opinione di un coro di esperti che senza esitazione afferma che per il bene dei bambini i genitori non devono litigare e devono comporre i loro contrasti, ricorrendo se necessario all'aiuto di un mediatore familiare. In questo dibattito hanno tutti una parte di ragione, ma viene il sospetto che la discussione non porti un gran contributo alla soluzione del problema. È opportuno partire da una considerazione: non è colpa dei giudici se la maggior parte dei figli di genitori separati vive con la mamma. Non c'è nessuna discriminazione contro i padri. +++ Semplicemente il giudice non può dividere in due il bambino e sceglie il genitore che, prima della separazione, si dedicava con maggiore intensità alla cura dei figli. Spesso però capita di vedere che la madre abusa di questa posizione privilegiata e ostacola i rapporti fra i bambini e il padre; talvolta questo atteggiamento è frutto del rancore, della gelosia, della considerazione dei figli come una cosa propria. Altre volte è invece il padre ad utilizzare i propri diritti di genitore solo per denigrare la madre ed interferire, come un padre padrone, nella sua vita quotidiana. In questi casi il ricorso alla mediazione familiare spesso aiuta a risolvere il problema, a riprendere le fila di un dialogo interrotto. Ma l'appello alla mediazione, pur necessario, non può essere l'unica risposta. Proprio da qui nasce il problema: nel 2006 una legge ha introdotto la regola dell'affidamento condiviso, affermando che tutte le decisioni relative alla crescita dei figli devono essere prese dai genitori di comune accordo, incentivando il ricorso alla mediazione familiare per la soluzione dei contrasti. Ma che cosa succede se i genitori continuano a litigare? La legge non dà risposte adeguate. Proprio nel momento in cui si afferma che i genitori devono condividere le scelte relative ai figli, si tralascia di dire che cosa accade se l'accordo non viene trovato. La legge ha lasciato la soluzione dei contrasti fra genitori separati ai tribunali ordinari che, nella maggior parte dei casi, impiegano mesi solo per fissare la prima udienza di discussione. Capita poi che il giudice si limiti ad invitare i genitori a rivolgersi ad un mediatore familiare e il problema non si risolve. Il genitore più arrogante e prepotente ha allora un tempo infinito per agire indisturbato e sa che i suoi comportamenti difficilmente troveranno, alla fine, una sanzione adeguata. +++ È allora necessario creare un tribunale della famiglia, in grado di affrontare la lite fra i genitori separati in tempi rapidi, compatibili con la crescita di un bambino. I genitori non devono litigare, ma quando litigano è necessario che ci sia un giudice che risolva i contrasti, stabilisca regole chiare e, soprattutto, le faccia rispettare con severità. Da anni si discute della creazione di questo nuovo giudice specializzato, ma i tempi della politica sono più lunghi dei tempi della giustizia. (*)Professore di diritto privato all'Università di Milano Andrea Bocelli: scendo in campo per l'affido condiviso Il tenore a 'Unomattina': "La legge c'è ma è disattesa" Verso la legge bis sull’affido condiviso, una conversazione con Marino Maglietta ......Si tratta di un tema di notevole importanza, in quanto sono sempre più i matrimoni che si concludono con un divorzio o con una separazione. A fronte di questa situazione de facto, c’è stato a lungo un ritardo nell’elaborazione di un quadro di norme che consentissero di gestire la fine di un rapporto di coppia in termini coerenti con un concetto moderno di genitorialità e con l’innegabile evoluzione che i ruoli di genere hanno avuto negli ultimi decenni. Affido condiviso, la senatrice Gallone: "Stiamo migliorando la legge attuale" "Ogni bambino ha diritto a un rapporto equilibrato con entrambi i genitori, che devono contribuire alla pari alla sua cura, educazione ed istruzione, a prescindere dai loro rapporti. Il bene del figlio prima di tutto". Dopo l’appello ad Affari di un papà separato che quest’estate ha potuto vedere la figlia solo una sera in tre mesi, la senatrice Maria Alessandra Gallone, intervistata da Affaritaliani, spiega come il Parlamento stia migliorando la legge 54/2006 sull'affido condiviso attraverso il disegno di legge 957, di cui è relatrice in Commissione Giustizia. Un provvedimento che raccoglie le richieste di tanti papà e mamme separati che le scrivono ogni giorno, chiedendo attenzione per non doversi più “accaparrare” i figli. Senatrice, la legge 54/2006 ha ottenuto un buon risultato: il 78,8% delle coppie separate o divorziate ottiene l’affido condiviso. Perché l’esigenza di rivederla? Perché in questi quattro anni ha presentato lacune nell’applicazione. L’affidamento condiviso viene sì assegnato, ma spesso in maniera non omogenea. Per esempio, è stato negato a genitori che vivono a 12 chilometri di distanza e invece concesso quando uno dei due è residente all’estero. Spesso, poi, è solo una “formalità”, perché nei fatti le modalità sono quelle dell’affidamento esclusivo. Il ddl 957 intende perfezionare l’attuale legge, prevedendo più strumenti a favore dei giudici per garantire che l’affido sia realmente congiunto. Quali sono i punti chiave? Innanzitutto, il domicilio stabilito presso entrambi i genitori, altrimenti cadono i presupposti per l’affidamento condiviso.Tra l’altro, se un genitore dovesse convivere o risposarsi, il giudice può stabilire che quella casa non è più "interesse prevalente" del bambino. Poi ci sono i cambiamenti nelle modalità di mantenimento: non più un genitore dà l’assegno e l’altro decide, ma entrambi partecipano alle decisioni. Il “costo” dei figli sarà inoltre calcolato in base alle attuali esigenze dei bambini e alle attuali risorse economiche dei genitori. Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.753 Firenze 22 settembre 2010 pag. 27 Cultura - società Anche a Firenze “celebrata” la XVII Giornata Mondiale Alzheimer Nella Giornata Mondiale Alzheimer 2010 da Firenze un messaggio chiaro: “non possiamo esimerci dal dare risposte sanitarie tempestive ed appropriate e per far fronte alle esigenze ed alle necessità sempre più estese di assistenza ai pazienti e ai loro familiari è necessario, innanzitutto, che le istituzioni considerino prioritario l’intervento sulla malattia di Alzheimer”. In Italia il 20% della popolazione è ultra 65 enne. Firenze è la seconda città in Italia per anzianità media con il 27% della popolazione ultra 65 enne. Le ricerche provano che il 10 % circa degli ultra 65 enni ha qualche forma di demenza, ne deriva che ad esempio a Firenze circa il 2,7% della popolazione è colpito da qualche forma di demenza. Firenze ha un alto tasso di persone ultra 75 enni di cui il 30% vive da solo. Sono i dati emersi a Firenze nel corso del Convegno organizzato da AIMA Firenze Onlus (Associazione Italiana Malattia Alzheimer) dal titolo: “La demenza: ricerca, clinica, assetto dei servizi”, in occasione della XVII Giornata Mondiale Alzheimer che si celebra ogni 21 Settembre in tutto il mondo. “La malattia di Alzheimer e le altre forme di demenza colpiscono un grande numero di persone anziane: circa 700.000 in Italia e oltre 50.000 in Toscana, ma i numeri sono sicuramente inferiori a quelli reali”. Lo ha affermato nel corso del convegno il dott. Manlio Matera Presidente di AIMA Firenze, e vice presidente AIMA Nazionale. “Il numero di casi presunti di demenza –ha aggiunto Matera - rappresentano una percentuale alta di casi di non pag. 28 autosufficienza, per cui la demenza e l’alzheimer in particolare sono una delle cause più probabili di non autosufficienza. Firenze partecipa alla sperimentazione di nuovi farmaci per l’alzheimer, che tendono a stimolare il sistema immunitario. La sperimentazione potrebbe portare ad avere a disposizione nuovi farmaci per rallentare la malattia, ed è anche in questa prospettiva che è importante rendere efficiente il sistema dei servizi. Se questa sperimentazione avrà un buon esito sarà importantissimo raggiungere tempestivamente i pazienti nel percorso di cura e terapia. L’AIMA oggi presenta l’esigenza che il sistema dei servizi garantisca interventi sanitari tempestivi ed appropriati per tutti i malati, nella consapevolezza che gli interventi non possono essere limitati al campo sociale, e al sostegno dei familiari, perchè non ci si deve dimenticare che la demenza è una malattia e quindi i malati hanno bisogno di medici e medicinali”. Sindaco di Firenze Matteo Renzi intervenuto ai lavori: “Confermo l’impegno del Comune a collaborare con l’AIMA Firenze. Se c’è un settore per cui è impossibile ed inimmaginabile tagliare è questo. Se Firenze è la seconda città in Italia per anzianità media, da un lato vuol dire che si vive meglio, ma dall’altro ci espone a maggior ragione a rischio di un incremento di questo tipo di patologie. Una città che ha un cuore grande come Firenze per l’attenzione alla Sanità, pone l’obbligo di avere lo stesso sguardo di ‘rispetto’ per chi vive una fase di difficoltà, e grazie all’AIMA il Comune di Firenze resterà in prima fila per agevolare la ricerca, incrementare e implementare tutto quello che si può fare con l’AIMA e soprattutto dimostrare alle famiglie che questa esperienza così drammatica può essere un’esperienza di condivisione e di solidarietà. La Città è al vostro fianco e condivide questo momento di dolore e di speranza”. “La situazione complessiva degli anziani – ha dichiarato il Presidente di UNCEM Toscana Oreste Giurlani in rappresentanza di 168 comuni montani toscani - soprattutto nelle aree isolate montane, risulta preoccupante e merita sempre più attenzione con interventi intensivi e sinergici. Basti pensare a quegli anziani interessati dalla cosiddetta sindrome clinica da fragilità, che mette l’anziano a rischio di gravi complicanze, perdita dell’autosufficienza, istituzionalizzazione e morte anche per eventi di per sé di modesta entità. Di qui l’esigenza di attivazione da parte degli enti per produrre innovativi percorsi di intervento per l’anziano fragile, considerando che nelle aree montane, interne, isolate e disagiate, il fenomeno è ancora più grave e il disagio psico-fisico di queste persone è accentuato”. L’E-Book avrà un suo Festival Da sin. Francesco Bisconti (consigliere comunale di Abbadia), Mantengoli e Brancati Un’iniziativa per la promozione della lettura e della cultura in Toscana. È il “Festival dell’ e-book”, che inaugurerà la sua prima edizione il 12 e il 13 novembre ad Abbadia San Salvatore (SI), a cura dell’ Associazione Terre Preziose. L’evento è stato presentato nella sede UNCEM Toscana dal Vice Sindaco del Comune di Abbadia San Salvatore, Patrizia Mantengoli e dalla Coordinatrice del Festival Daniela Brancati, alla presenza del Presidente UNCEM Toscana, Oreste Giurlani. La manifestazione avrà cadenza annuale, con l’ambizione di diventare un vero e proprio Festival del settore, ed ospiterà numerosi autori di diverse generazioni ed esponenti dell’editoria libraria nazionale ed internazionale. “Il Festival dell’ e-book è destinato nelle nostre intenzioni – dice Patrizia Mantengoli – a raccogliere le principali iniziative di promozione della lettura e della cultura, che già da diversi anni si svolgono, e riproporre in un’ottica nuova di scambio intergenerazionale, l’apporto che i contenuti legati alle tradizioni possono dare alle nuove tecnologie e viceversa”. Con questa manifestazione Abbadia si candida a diventare il centro toscano della nuova editoria libraria, quella che si spera avvicinerà alla lettura anche le nuove generazioni. Il tutto nella consapevolezza che l’innovazione tecnologica sia uno strumento e un’opportunità per i territori montani per annullare le distanze e avvicinare i cittadini alla fruizione di eventi culturali importanti ma lontani. Al tempo stesso possono anche essere utilizzati per veicolare la promozione del territorio attraverso il costante rapporto con Aziende del settore dell’I.T, oltre che con le Università ed il mondo scientifico di riferimento. Infatti anche per il Festival dell’e book ci sarà una stretta collaborazione con la Provincia di Siena, il Consorzio Terre Cablate, l’AMTEC (del Gruppo Finmeccanica) e l’Università di Siena. “L’obiettivo delle due giornate del nostro Festival – aggiunge Daniela Brancati - sarà quello di fornire un quadro complessivo delle opportunità e dei problemi che autori, case editrici, scuola e società si trovano ad affrontare. Ormai l’e-book è una realtà importante in tutto il mondo e il mercato italiano non può prescinderne”. Tre saranno i panel di discussione: il giorno 12 presso le ex Officina Meccanica della zona Miniera, mentre il giorno successivo sarà possibile per tutto il pubblico assistere a delle dimostrazioni di vari formati e standard di e book presso la Biblioteca Comunale. “Ritengo sia un’iniziativa di grande valore – ha detto Oreste Giurlani - perché tratta un tema innovativo che può permettere ai Territori Montani di crescere e, soprattutto, dare nuove possibilità ai giovani. Già come UNCEM su questo fronte siamo attivi con i progetti “Senza Zaino” ed “Errequ@dro” ed è nostra intenzione presentare un progetto sulla sperimentazione dell’E-Book in Montagna, continuando l’esperienza della Montagna laboratorio di innovazione”. Cassazione: aumentano le tutele nei confronti delle vittime di stalking Benedetta Vallesi Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.753 Firenze 22 settembre 2010 Con la sentenza n. 34015 del 21 settembre 2010, la Cassazione penale interviene in merito al reato di stalking ed interpretando estensivamente la norma di cui all’art. 612 bis del codice penale non fa altro che aumentare le tutele nei confronti delle vittime. Così Giovanni D’Agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di IDV e fondatore dello “Sportello Dei Diritti” commentando l’importante decisione della Suprema Corte che ha annullato la sentenza con cui il Tribunale del riesame di Napoli revocava l’obbligo di presentarsi alla polizia disposto dal Gip nei confronti di un uomo accusato di molestie nei confronti della ex. Nel caso di specie la vittima non solo aveva subito le consuete molestie tipiche di tale reato come moltissime telefonate, ma era anche stata aggredita verbalmente di fronte a vari testimoni ed inoltre, l’ex fidanzato - indagato si era spinto sino a diffamarla presso il suo datore di lavoro con il fine di farla licenziare. Gli ermellini hanno quindi accolto il ricorso della procura e ripristinato la misura cautelare, affermando che “il reato ex art. 612 bis cp è previsto quando il comportamento minaccioso o molesto di taluno, posto in essere con condotte reiterate, sia tale da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero, in alternativa, da ingenerare nella vittima un fondato timore per la propria incolumità ovvero, infine, tale da costringere la vittima stessa ad alterare le proprie abitudini di vita”. Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.753 Firenze 22 settembre 2010 pag. 29 Europa + Mondo Automotive Servizi di Claudio Guidotti Finalmente! L’Europa “scopre” la montagna! “Con questa proposta chiedo all’Unione europea di attuare una vera politica delle regioni di montagna con risorse adeguate per risolvere l’insieme dei problemi, senza dover rincorrere di volta in volta i singoli bisogni”, così l’europarlamentare valtellinese Fiorello Provera presenta il documento che segnerà l’ingresso ufficiale della montagna nell’assise di Strasburgo. Una prima volta risultato di un intenso lavoro, un impegno assunto sin dall’elezione e condotto con assiduità cercando il modo più efficace per intervenire, lo strumento legislativo più adatto. La promessa fatta in campagna elettorale, sostenuta dalle quasi 28 mila preferenze raccolte, è diventata un impegno concreto sin dall’insediamento dell’ex presidente della Provincia di Sondrio al Parlamento europeo. Un lavoro portato avanti in stretta sinergia con la Regione Lombardia attraverso Irealp, sostenuto dall’associazione Euromontana, confluito in un Documento di Posizione presentato a Bruxelles nell’aprile scorso. Soprattutto, la creazione dell’Intergruppo Montagna, alla fine del 2009, fortemente voluto da Provera che ne è diventato il vicepresidente, a colmare una lacuna evidente in un grande paese come l’UE con il 40% del suo territorio montano abitato dal 20% dei suoi 500 milioni di cittadini. Prima esistevano 25 integruppi in difesa dei più disparati settori ma nessuno si era ancora preso a cuore le sorti della montagna. E, non da ultimo, lo spiraglio aperto dall’attenzione speciale nei confronti della montagna sancita all’articolo 174 del Trattato di Lisbona che ha disegnato la nuova Unione europea. Passi importanti che si sono susseguiti, uno dopo l’altro in questo anno di attività a Bruxelles e che sono stati puntualmente comunicati da Provera per dare conto dell’attività svolta. Ed ora, alla ripresa dell’attività dopo la pausa estiva, la notizia tanto attesa: l’inserimento della questione montagna nell’agenza del Parlamento europeo. Non era mai avvenuto prima. Nella prossima sessione plenaria dell’assise europea riunita a Strasburgo, il 21 settembre, verrà posta in discussione la proposta dell’europarlamentare valtellinese a favore di una politica della montagna che metta a disposizione risorse specifiche per soddisfare i bisogni e le necessità di questi territori. Che significa sancire davanti al Parlamento europeo che la montagna non è soltanto ambiente incontaminato e paesaggi suggestivi, ci sono anche problemi e disagi che gravano sugli abitanti: mobilità e approvvigionamenti resi difficolti dalle carenze infrastrutturali. Costi aggiuntivi per le imprese e servizi insufficienti per la popolazione sono handicap da sanare attraverso un programma quadro, sostenuto da risorse finanziarie adeguate, che diversi settori: agricoltura e sviluppo rurale, turismo, industria e artigianato, energie rinnovabili, risparmio energetico e risorse naturali, trasporti, ricerca e innovazione, educazione e formazione professionale. “Per la prima volta dall'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, che prevede maggiori poteri per il Parlamento – spiega l’onorevole Provera - ho investito formalmente la Commissione di questa problematica. Toccherà poi alla Commissione rispondere a queste richieste sacrosante, perché rappresentano le necessità e i bisogni quotidiani di milioni di cittadini europei. Senza una politica specifica e risorse finanziarie adeguate diventerà sempre più difficile mantenere viva la montagna e valorizzare tutte le opportunità ambientali e energetiche che questa offre. È un primo risultato, di buon auspicio per il futuro”. Immediata, positiva reazione, dalla montagna italiana, in particolare dalla Toscana, dove l’Uncem, di cui è presidente Oreste Giurlani (nonchè vice-presidente nazionale della stessa Uncem), ed anche sindaco di un piccolo comune montano, è schierata ormai da decenni in difesa dei diritti delle popolazioni che vivono in montagna. “Il possibile intervento del Parlamento europeo - dice Giurlani sconfessa l’azione governativa italiana fatta di profonde insensibilità con tagli continui alle Comunità montane, costringendo le regioni, quando possono farlo, ad intervenire per sostenere l’attività delle Comunità montane alle quali fanno capo molti comuni pag. 30 (in Toscana ben 168 su un totale di 287 comuni) con il sistema delle funzioni associate che funzionano perfettamente e garantiscono i servizi ai cittadini. Il mio augurio - conclude Giurlani - è che il Parlamento europeo proceda rapidamente all’approvazione di tale proposta di legge e che il Governo italiano ne tenga conto fin da subito per aiutare a vivere la montagna”. Intanto, c’è un pericolo di tagli Il Comitato delle regioni mette in guardia: l’imminente revisione del bilancio UE non comporti meno fondi a disposizione degli enti regionali e locali per investire in una crescita sostenibile, rispettosa dell’ambiente ed equa sul piano sociale Nella riunione fuori sede dell’Ufficio di presidenza del CdR ad Anversa, la Presidente Mercedes Bresso, tirando le somme di un dibattito sull’imminente revisione del bilancio UE, ha dichiarato che la risposta degli Stati membri alla crisi economica non deve essere una reazione impulsiva che finisca per incidere sui servizi di primo livello, la maggior parte dei quali è fornita dagli enti regionali e locali. "In un periodo di crisi economica come questo, è naturale che, in sede di revisione del bilancio dell’UE, i governi degli Stati membri mirino a ridurre la spesa pubblica. Il problema da porsi è: quali spese tagliare? Ambiti di intervento essenziali come l’inclusione sociale, l’uso di fonti di energia sostenibili o la strategia Europa 2020 richiederanno notevoli stanziamenti. E tutti sanno che le politiche dell’UE possono funzionare soltanto se gli enti regionali e locali sono in prima linea e producono risultati effettivi. L’Europa non deve soltanto assicurare il finanziamento delle sue politiche, ma anche rafforzare la sua capacità di attuarle sul terreno. Qualsiasi minaccia nei confronti dei fondi strutturali europei deve essere sventata, e il CdR auspica che il governo belga sostenga costantemente questa posizione per tutto il semestre della sua presidenza del Consiglio UE". La Presidente Bresso ha anche espresso la sua soddisfazione per l’accoglimento, da parte del Presidente della Commissione José Manuel Barroso, di una delle richieste chiave del Comitato in materia di bilancio dell’UE: "accolgo con viva soddisfazione il riferimento del Presidente Barroso, nel suo recente discorso sullo ’stato dell’Unione’, alla necessità di portare il periodo di programmazione finanziaria dell’UE dagli attuali sette a dieci anni, con una revisione intermedia dopo i primi cinque. Il Comitato invoca da tempo l’adozione di un sistema di questo tipo, che garantirà alle istituzioni europee una maggiore flessibilità nello stilare il bilancio annuale e nel definire le priorità politiche. A questo proposito sono convinta che si debba considerare la possibilità di emettere obbligazioni europee (eurobonds) per finanziare i progetti strategici di lungo termine". Incremento fondi apicoltura: all’Italia nove milioni di euro La Commissione europea sta per incrementare di quasi il 20% i Fondi europei destinati a finanziare, nei prossimi tre anni, i progetti per migliorare il settore dell'apicoltura. L'obiettivo è quello di migliorare la produzione e la commercializzazione dei prodotti dell'apicoltura per rilanciare un settore che resta fortemente deficitario in Europa. Per i progetti italiani questo significherà che i fondi europei 2011-2013 supereranno i nove milioni di euro rispetto ai circa 6,9 milioni del periodo procedente. Su base annuale quindi, i finanziamenti UE per l'Italia passeranno da circa 2,3 a oltre 3 milioni, a cui andranno ad aggiungersi i fondi pubblici nazionali. Globalmente, per il settore dell'apicoltura europea, la Commissione metterà a disposizione dei partner europei 96 milioni di euro: ossia 32 milioni l'anno, per i prossimi tre anni; in netta crescita rispetto ai 26 milioni l'anno del triennio precedente. Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.753 Firenze 22 settembre 2010 Conosciamo il nuovo Codice della strada? Quali informazioni arrivano agli utenti della strada riguardanti le nuove normative? Sfruttando una frase già “coniata”….. Lo sapevate che: per i neo patentati alcol zero nei tre anni successivi e, comunque, per tutti quelli che hanno meno di 21 anni, così come per i guidatori professionali per i quali è previsto il licenziamento per giusta causa nel caso in cui commettano il reato di guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti? Lo sapevate che: i minorenni che commettono una violazione che comporta la sospensione della patente (o del patentino) saranno sottoposti a revisione, cioè dovranno rifare gli esami della patente? Lo sapevate che: per il primo anno dalla data di rilascio della patente di categoria B non sarà possibile guidare autoveicoli di potenza specifica, riferita alla tara, superiore a 55 kW/t, mentre se ci si metterà alla guida delle normali autovetture (categoria M1), si dovrà rispettare anche il limite di potenza posto a 70 kW? Lo sapevate che: chiunque abbia compiuto i 17 anni potrà guidare la macchina a condizione di avere già la patente (evidentemente A1 conseguibile a 16 anni), avere ottenuto l'autorizzazione dalla Motorizzazione civile su istanza presentata da un genitore, avere frequentato un apposito corso in autoscuola di dieci ore, quattro delle quali in autostrada o su strade extraurbane e due in condizione di visione notturna, guidare autoveicoli di potenza specifica, riferita alla tara, non superiore a 55 kW/t e, in caso di autovetture, potenza non superiore a 70 kW, avere al proprio fianco una persona in possesso di patente B o superiore da almeno dieci anni, non avere a bordo altri passeggeri, avere applicato sul veicolo un apposito contrassegno con la sigla "GA" (guida accompagnata), non superare la velocità di 100 km/h in autostrada e di 90 km/h sulle strade extraurbane principali? Lo sapevate che: per continuare a guidare gli ultraottantenni dovranno sottoporsi a una visita medica ogni due anni, mentre i professionisti del volante potranno farlo fino a 68 anni ma con visita medica annuale? Lo sapevate che: la legge introduce la targa personale (in attesa del decreto ministeriale che darà il via), abbinata non più al mezzo di trasporto ma al suo proprietario che però potrà utilizzarla solo su un veicolo? Lo sapevate che: aumentano notevolmente le sanzioni per chi produce, modifica o commercializza ciclomotori e minicar che superano i 45 km/h e su queste ultime è obbligatorio tenere le luci accese ed allacciare le cinture? Lo sapevate che: generalizzando, viene diminuito il “prelievo” dei punti dalla patente ma ovviamente aumentato quello dal portafogli in caso di infrazioni, per la gioia soprattutto degli amministratori locali ed i loro bilanci ed in barba all‘effetto deterrente ed educativo delle sanzioni? Lo sapevate che: troveremo sempre più cartelli luminosi che segnalano la nostra velocità e semafori con il conta-secondi che ci separano dal verde? Lo sapevate che: chi si troverà la patente sospesa potrà chiedere al Prefetto, in casi di estrema necessità, di guidare fino a tre ore al giorno e per contro questa concessione allungherà proporzionalmente la durata della sospensione e si perderà la possibilità di fare ricorso, mentre se la patente sarà revocata non si potrà prendere una nuova patente prima di due anni e non si potrà nemmeno prendere, nel frattempo, il “patentino” per ciclomotori? Lo sapete che ci sono molte altre cose da sapere e noi non abbiamo più spazio? Mercato auto: estate in rosso per l’Ue Secondo i dati diffusi da Acea (Associazione costruttori continentali), le immatricolazioni nei 25 Paesi dell'Ue più i tre dell'Efta (Islanda, Norvegia e Svizzera) a luglio hanno fatto registrare un calo del 17,9% rispetto allo stesso mese del 2009, per un totale di 1.068.433 unità; passivo anche ad agosto con 731.503 vetture, pari al -12,1%. Negativo (-3%) anche il consuntivo da inizio anno, con 9.300.306 veicoli immatricolati. Nella top ten delle consegne dei singoli Gruppi, a luglio Volkswagen si è confermata leader del mercato con 230.825 unità (-14,3%), davanti a Psa (Peugeot-Citroen, -18,5%) e alla Renault (-10,4%). Al quarto posto troviamo GM (-27%), seguita da Ford (-26,3%), Fiat (-31,1%) e BMW (-1,6%). Chiudono Daimler (-2,7%) e Toyota (-29,9%). Così come nel mese di agosto appaiono invariate le prime tre posizioni con Volkswagen (174.719 unità, -9,6%) davanti a Psa (-12,9) e Renault (-7,4%). Seguono GM (-13,2%), Ford (-19,6%), Fiat (-23,8%) e BMW (7,9%). In coda troviamo Daimler (-2,7%) e Toyota (-19%). In entrambi i mesi, l'andamento è stato negativo in tutti i principali mercati: Spagna (-24,1%; -23,8%), Gran Bretagna (-13,2%; 17,5%), Francia (-12,8%; -7,9%), Germania (-30,2%; -27%) e Italia (-25,7%; -19,3%). Saloni dell’auto: dalle prestazioni all’ambiente Il Salone dell'auto di Parigi è ormai imminente e rispetto allo scorso anno, dove i venti di crisi spiravano intensi, quest’edizione vedrà la partecipazione di tutti i più importanti costruttori a livello mondiale, pronti a svelare le proprie anteprime mondiali, ma non solo. A svolgere un ruolo da protagonisti saranno anche e sopratutto i veicoli a basso impatto ambientale e a emissioni zero di ultima generazione. In un apposito padiglione, patrocinato dal ministero francese dell'Ambiente e da quello dell'Industria, i visitatori avranno la possibilità di provare queste vetture e ricevere consigli per migliorare il proprio stile di guida in funzione di consumi ed emissioni. Da sabato 2 a domenica 17 ottobre, dalle 10 alle 20, i giovedì fino alle 22, il Salone aprirà al pubblico. Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.753 Firenze 22 settembre 2010 pag. 31 30 SECONDI DI RIFLESSIONE! Quando gli “estremi” si toccano Incontro “ravvicinato” tra Veltroni (ex-DS) e Fini (ex-AN) In tempi diversi: ieri Fini, oggi Veltroni, hanno dichiarato la stessa cosa: “le correnti sono il cancro dei partiti” invece ... ! Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.753 Firenze 22 settembre 2010