Nozze a Parigi, foto a Venezia L`Europa clonata dei cinesi

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Nozze a Parigi, foto a Venezia L`Europa clonata dei cinesi
Corriere della Sera - NAZIONALE sezione: Cronache - data: 2008-05-31 num: - pag: 25
categoria: REDAZIONALE
Città finte È uno dei business dell'edilizia nel Paese del Dragone. Il dossier di «Focus
Extra»
Nozze a Parigi, foto a Venezia L'Europa clonata
dei cinesi
A 200 chilometri da Shanghai una piccola Parigi ospiterà 100 mila persone: già venduti i primi
appartamenti da 230 mila euro. Da Portofino alle città inglesi e scandinave: tutto ha il suo
doppio in Cina. Il giurista Zhou Lin: «L'importanza di un'opera si capisce dal numero di copie
che ne vengono fatte»
Si svegliano nei loro casermoni di Hangzhou, trangugiano una tazza di spaghetti, vanno al
cantiere. Un'ora dopo spingono carriole di mattoni attraverso gli Champs-Élysées, tirano su
muri in vista della torre Eiffel e rasano stucchi su facciate da settimo
arrondissement. Gli operai che lavorano a Tianducheng costruiscono una Parigi che non
hanno mai visto, un capriccio architettonico figlio di un Haussmann minore. Cemento per la
vanità e i portafogli dei cinesi che possono. Tianducheng, la «città del cielo» è un sogno molto
concreto. Alla fine dei lavori, prevista nel 2015, il centro satellite di Hangzhou (oltre 6 milioni di
abitanti, capitale dello Zhejiang, a 200 chilometri da Shanghai) ospiterà 100 mila persone
(oggi solo 2 mila). Venduti subito i primi alloggi, poi è stata la volta degli appartamenti
«parigini», che l'impresa Guangsha piazza per 230 mila euro.
Tianducheng è una Parigi clonata e in scala. La sua torre Eiffel è alta 108 metri, circa un terzo
dell'originale. I boulevard rischiano l'effetto Cinecittà, da quinta di film in costume, non manca
l'Arco di Trionfo. C'è anche una fontana con un Apollo copiato da Versailles. E la grandeur del
costruttore cinese non si ferma, visto che uno dei progettisti ha rivelato ammiccante che
«importeremo vitigni dalla Francia e chiederemo ad aziende francesi di aiutarci a produrre un
vino della casa». Un improbabile Château Tianducheng?
Non è un caso isolato, questo di Hangzhou. L'ebbrezza edificatoria cinese pesca
generosamente dall'estetica europea per dare forma alle proprie ambizioni. Il nuovo skyline di
Pechino è un fiorire di firme internazionali, e francese (di Paul Andreu) è il design del teatro
accanto alla Tienanmen; il progetto urbanistico di Gregotti per Pujiang (Shanghai) ha già
trovato posto nei libri. L'entusiasmo porta a produrre piccoli mondi paralleli ancora più
estremi, capsule di esotismo. Albert Speer jr., figlio dello Speer che lavorò per Hitler, ha
concepito una città alla tedesca, declinata secondo il gusto delle favole: casette da Hänsel e
Gretel, dove la strega cattiva è tutt'al più l'agente immobiliare. A un'ora da Shanghai sorge
un'iper-britannica «Thames Town», città «sul Tamigi»; in Sichuan una Dorchester punto 2 in
omaggio al romanziere Thomas Hardy. A Shanghai, la guest-house di Stato Hong Qiao, oggi
hotel a 5 stelle, è costituita da ville sparse nel parco costruite come casette di legno canadesi,
ville palladiane, residenze del New England. Un'altra torre Eiffel è a Shenzhen, al confine con
l'ex colonia britannica Hong Kong.
Quelle di Hangzhou-Tianducheng, naturalmente, non sono le prime tracce che la Francia ha
lasciato tracce in Oriente. Non solo in Indocina, dove tra l'altro Hanoi fu impreziosita da una
specie di Notre Dame ridotta e a Saigon fa bella mostra un vero hôtel -de-ville. Anche nella
Cina ottocentesca delle concessioni occidentali, architetti francesi hanno edificato palazzi e
chiese, come la goticissima cattedrale del Sacro Cuore di Canton, che fa il verso a Chartres e
Strasburgo. Sembra un paradosso: l'orgogliosa Cina del boom torna al gusto di quelle che,
una volta, erano avide potenze coloniali.
Nella Cina imitatrice di oggi — che rifà pub inglesi e cittadine scandinave, Portofino apocrife e
una Venezia per 4.500 residenti — entra in gioco quello che Zhou Lin, giurista dell'Accademia
Cinese di Scienze Sociali spiega a Focus Extra,
nel numero speciale pubblicato in collaborazione con il Corriere da oggi in edicola: «Copiare è
nella nostra natura. In passato il rispetto per un autore si esprimeva nel numero di copie che
si facevano della sua opera».
Hangzhou va avanti per la sua strada e rivendica una tradizione cosmopolita che conta il
viaggio di Marco Polo (la descrisse come la florida e splendida
Quinsai) e una colonia di mercanti genovesi nel Duecento. Amanti della lingua francese si
ritrovano a fare pratica in città, al padiglione di Laifeng. Studenti, semplici appassionati.
Ripassano i congiuntivi, simulano colloqui di lavoro o di cortesia. Costa meno del bordeaux e di
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un Cartier. Sperano di vedere un giorno la torre Eiffel a Parigi, non a Tianducheng.
Marco Del Corona 1 2 3 Copiate
Parigi, Venezia, le cittadine inglesi: in Cina tutto ha una «copia». A sinistra Tiandu city, piccola
Parigi con tanto di Tour Eiffel di 105 metri. Sopra, turiste al Venice aquatic village, a destra
Thames town, in stile british
(foto Olivier Chouchana Gamma/Contrasto)
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