Gamberi rossi su griglietta e spigola selvaggia conpercebes
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Gamberi rossi su griglietta e spigola selvaggia conpercebes
. 28 LA STAMPA GIOVEDÌ 19 GENNAIO 2012 Dal 21 gennaio in edicola con Seconda uscita: il BELLO & il BUONO Riso e Risotti a solo 2,90 euro in più [email protected] Le pagelle di Edoardo Raspelli [email protected] Gamberi rossi su griglietta e spigola selvaggia con percebes Si beve anche italiano in uno dei migliori ristoranti di Barcellona F Ca er rr Ca r ne ta un M de es alm eB XIII Lleo arrer d C di er eV rd rre Ca s de ra er e er d Carr antasia, gioco, divertimento, un pizzico di esibizionismo e di provocazione ma anche eleganza, buon gusto, classe, professionalità. Qui, certo, impera anche la «destrutturazione» ma, a differenza dei cosiddetti «maestri» che i loro ristoranti di successo… avevano tanto successo che li hanno chiusi, qui anche si mangia,o se si mangia… Insomma, mentre Ferran Adrià, abbassate le saracinesche del Bulli, non le aveva ancora alzate a Capodanno nel suo nuovo locale di Barcellona, qui all'Abac, tra il 2011 ed il 2012, si lavorava e si lavora ai fornelli con tutti quegli ingredienti che trasformano un ristorante in un grande ristorante, una cucina in una grande cucina. Il tutto da parte di uno chef che ha C rr Ristorante aHotel Abac ParcdelCreueta solo 33 anni ma che è già un maer Coll de estro e che sin da ora ci regala Barcellona, Ti ci è leccornìe con pochi uguali. Avenida Tibidabo 1 Barcellona è un trionfo di Parc Guëll rre italianità: la lingua di Dante rE ste l l ve e del Tricolore, assieme a caDa T de stigliano e catalano, è la più Jardins de da n o R la Tamarita riconoscibile in ogni angolo Parc del Turó di questa città di straordinadel Putget ria bellezza. Gli italiani occupano ogni angolo della città ed eral Mitre arrivano anche fino a qui, in ciGen del a ma a Barcellona, in fondo a un viand RI Ro ET IM le infinito che porta in periferia, dove NT E -C MPA il verde diventa ancora più verde, dove LA STA le macchine vanno ancora più veloci e dove da poco è stato inaugurato il lus- RISTORANTE HÔTEL ABAC AVENIDA TIBIDABO 1 suoso Hôtel Abac di abbacinante mo- BARCELLONA, TEL. +34 933 196 600 FAX +34 933 196 601 derno nitore. [email protected] Non fidatevi di chi parla di «trionfo WWW.ABACBARCELONA.COM CHIUSO DOMENICA E LUNEDÌ italiano nel mondo della eno gastrono- CHIUSURA ULTIMA PROVA:30-12-2011 Souvenir Rambla da evitare Non perdete la passeggiata dal centro di Barcellona al mare, lungo le Rambla, ma non fate come me che mi sono lasciato abbindolare, oltre tutto non a prezzi stracciati, dalle tapa iperpubblicizzate di Nou American Soda (cucina deludente, toilette indegne e dalle porte sfondate) e della Cerveceria Baviera (nessun coperto, servizio scafato, cucina straunta e gabinetti da chiusura immediata). [E.RAS.] I Tra mamma e luna le stanze vicino a Varese HÔTEL MOTEL MO.OM OLGIATE OLONA(VA),VIA SAN FRANCESCO 15 TEL. 0331.327511 FAX 0331.333862 WWW.MOOMHOTEL.COM CATEGORIA : * * * * (4 STELLE ) DOPPIA: 110-120 EURO PRIMA COLAZIONE COMPRESA PROVATO IL 28-12-2011 15/20 18/20 Dalle cipolle alle cassate in Italia è tutta glassa che cola ROCCO MOLITERNI Fratelli di Teglia H ôtel e motel, camere su di un piano e su due piani, sale convegni e centro benessere, piscina ludica e massaggi, vacanza romantica e soggiorno di lavoro. Questo il dentro, perché poi c’è il fuori: a pochi passi trovate il verde, il prato, il campo di golf, quello di tennis, il posto per ballare e quello per portare i vostri bambini… Tutto questo ad Olgiate Olona, campagna della provincia di Varese, lungo la strada più o meno obbligata per l’aeroporto della Malpensa, cittadina famosa fino ad oggi soprattutto perché nel suo centro ospita Ma.Ri.Na , una delle cucine di pesce più ghiotte d’Italia e per essere stata trasformata dal regista Fabio Bastianello in set cinematografico del problematico Primo. Fino ad un paio di anni fa il Mo.oM (curioso nome palìndromo, che cioè si legge in entrambi i sensi), gioco musicale che scherza con «mum» e «moon» (madre, luna, ma anche… uno champagne) era una grandissima serra, a poche centinaia di metri dalla Autostrada dei Laghi e dal casello di Busto Arsizio. La sua mole, singolare, elegante, squadrata, imponente ma slanciata, la vedete ergersi lungo l’autostrada. Dal casello poche centinaia di metri, poi pochi attimi di una strada molto frequentata e si sparisce nel silenzio.Il bel pieghevole illustrato presenta la struttura con verbosa poetica sincerità. il voto L’albergo mia»: i nostri grandi vini sono sconosciuti alle carte dei ristoranti top del pianeta e i nostri prodotti idem. Qui, all'Abac, piacevoli eccezioni; i piatti sono Rosenthal ma l'inox è italiano e porta la firma di Versace, i tovaglioli sono Rivolta Carmignani e nella carta dei vini leggete: Gaja, Voerzio, Dalforno, Villa Bucci, Ca' del Bosco, Ca' Rugate (che non è del paese vicino a Cologno Monzese ma di Montecchia di Crosara, in provincia di Verona, terra di bollicine e parricidi). Si parte con i pre-antipasti: il sorbetto di mojito, l’ampollina di squisito olio extra vergine spagnolo, i pomodoretti locali con aringa affumicata, il croccante di «prosciutto e melone». Una griglietta fumante porta a tavola su tavoletta di sale dei gamberi rossi con melanzane saltate e la salsa in un tubetto (sì,tubetto!) a parte; poi il baccalà in umido con i fagiolini, la pasta ai frutti di mare, la spigola selvaggia con i rari frutti di mare (i «percebes»), la ventresca di tonno rosso arrostita di una bontà e succulenza senza eguali, il cilindro di piedino di maiale, il vitello alle carote, il maialino iberico… Al pre-dolce,accettate il «lucida labbra» (avete letto bene!): portato su un sasso gelato, al suo interno uno strepitoso e divertente sorbetto di rose e fragole, e poi la piccola pasticceria meravigliosa, la fantasia la cioccolato, le foglie croccanti al cappuccino e panna alla vaniglia. Menu guidati a 125 e 145 euro, pranzo medio completo alla carta con 150-160 per uno dei sommi ristoranti di Spagna, d’Europa, del Mondo. il voto Il ristorante F edele al vecchio proverbio cinese «Quel che passa tutto inglassa», la cucina italiana vede molte specialità con la glassa. Artusi però rifiutava questo termine di origine francese e preferiva al posto del verbo glassare il verbo crostare. Il che però toglie fascino all’idea di avvolgere in uno strato caramelloso cose tanto dolci quanto salate. Un classico sono infatti le cipolline e le carote glassate. In genere si fanno prima bollire e poi si mettono in una padella, con burro, zucchero e aceto e si lasciano rosolare per quasi un’ora. Se dal salato passiamo al dolce al Nord trionfano i marron glacé che altro non sono che castagne glassate. La loro preparazione richiede varie fasi e oggi in pasticceria è più facile trovare castagne candite che non autentici marron glacé. Sempre al Nord da non dimenticare le piccole glasse al cioccolato o a gusti vari che ricoprono i bigné nei classici «cabaret di pastarelle» (come cantavano Ric e Gian e Lola Falana in una celebre trasmissione della domenica pomeriggio ai tempi della tv in bianco e nero). In Sicilia la glassa di zucchero (a volte è verde perché contiene anche il pistacchio) ricopre le cassate di piccole e grandi dimensioni. Insomma in Italia è tutta glassa che cola. Per questo di una cosa si può essere certi, che nonostante la crisi economica non c’è nessuna agenzia di rating internazionale in grado di deglassare l’Italia. Itinerario GIANNI RANIERI I l nitrito dei cavalli non ha ancora traduttori affidabili, ma federico Tesio e Mario Incisa della Rocchetta affermavano, senza che il minimo dubbio sfiorasse le loro menti appassionate, che i grandissimi Nearco e Ribot, vincitori tra l’altro di parigini Archi di Trionfo, si mettevano a fare i capricci, a battere gli zoccoli, a sventolare le criniere e a nitrire : «Non vogliamo passare l’inverno sul Lago Maggiore. Vogliamo svernare a San Guido e a Bolgheri!». E Nearco, con anni di anticipo su Ribot, pare aggiungesse: «Quanto mi piace galoppare dando di tanto in tanto un’occhiata ai cipressi di Giosuè Carducci». Sconsigliabile dire a Tesio e al marchese Incisa che, passi per l’occhiata ai celebri cipressi, era eccessivo supporre Nearco conoscitore del Carducci poeta. Il genio della Dormello Olgiata replicava stizzito che i suoi cavalli erano capaci di imprese inaudite. E sembra che, molti anni dopo, l’8 ottobre del 1955, Ribot, la sera della seconda conquista dell’Arc de Triomphe (Tesio era scomparso da un anno) si sia rivolto a Incisa della Rocchetta dicendo(pardon: nitrendo): «Be’, marchese, dopo questa vittoria lo facciamo o no il Sassicaia?». Il fantasioso ed esimio fantino Enrico Camici avrebbe confermato: «Ma sì, l’ho sentito anch’io». Cavalli, vini, Bolgheri, il Sassicaia di Incisa della Rocchetta, l’Ornellaia del marchese Lodovico Antinori. Terra maremmana benedetta. Mario Incisa della Rocchetta, pronipote di Leopoldo magistrato dell’Imperiale Regio governo del Lombardo Veneto, prende dall’avo il nobile amore per in vini e la devozione per i trapianti di barbatelle bordolesi. Nel 1930 Mario Incisa sposa Clarice dei conti della Gherardesca e, trovata la moglie ideale, trova anche la terra agognata. La zona di Bolgheri gli ri-