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15 aprile 2016
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INDICE
ANICA - ANICA CITAZIONI
15/04/2016 Corriere della Sera - Nazionale
Cannes boccia l'Italia
7
15/04/2016 La Stampa - Nazionale
Cannes lascia il cinema italiano a casa
9
15/04/2016 QN - Il Resto del Carlino - Nazionale
I sogni infranti di Bellocchio & C. A Cannes l'Italia è fuori dalla gara
11
15/04/2016 Gazzetta del Sud - Cosenza
Il nostro cinema? È più vivo che mai
12
15/04/2016 Il Centro - Nazionale
Amori, divi e Spielberg al Festival di Cannes che non parla italiano
13
15/04/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari
CANNES SENZA ITALIANI Neppure un film tricolore in concorso al Festival di
maggio
15
15/04/2016 Il Piccolo di Trieste - Nazionale
Lo psichiatra Peppe Dell'Acqua consulente di Paolo Virzì
17
15/04/2016 La Sicilia - Nazionale - Catania
A Cannes d'italiano c'è solo il manifesto
18
15/04/2016 Il Quotidiano del Sud - Calabria - Catanzaro
Cannes, l'Italia senza Palma d'oro
20
15/04/2016 Il Quotidiano del Sud - Irpinia
Cannes, l'Italia senza Palma d'or o
21
ANICA - CINEMA
15/04/2016 Corriere della Sera - Nazionale
Fumo, a sentenza in nome di Bogart
23
15/04/2016 La Repubblica - Nazionale
Le palme di Cannes senza les Italiens
25
15/04/2016 La Repubblica - Nazionale
Cannes senza Italia
26
15/04/2016 La Repubblica - Nazionale
Mordini in gara al Certain Regard "Il mio Pericle in fuga per la libertà"
27
15/04/2016 La Stampa - Nazionale
"Nessuna sorpresa, l'eccezione era il tris dell'anno scorso"
28
15/04/2016 Il Messaggero - Nazionale
A Cannes sfida tra grandi star ma i film italiani restano esclusi
29
15/04/2016 Il Messaggero - Nazionale
Scamarcio "manovale" del crimine E la Golino produttrice sarà in giuria
31
15/04/2016 Il Giornale - Nazionale
Ucciso dal fumo? Colpa dello Stato (e del cinema)
32
15/04/2016 Il Giornale - Nazionale
Cannes stellare Ma nessun italiano scelto per la gara
34
15/04/2016 Libero - Nazionale
CANNES STA BENE SENZA ITALIANI
36
15/04/2016 Il Fatto Quotidiano
Cannes, quest ' anno non perdiamo: italiani tutti fuori concorso
38
15/04/2016 L'Unità - Nazionale
Nessun regista italiano in concorso al festival di Cannes: forse saltare un anno ci
farà bene
40
15/04/2016 Il Manifesto - Nazionale
Le buone abitudini della Croisette
42
15/04/2016 Il Tempo - Nazionale
Cannes boccia l'Italia Nessun film tricolore in corsa per la Palma
44
15/04/2016 Corriere della Sera - Sette
Ci sono fiction e cartoon in cerca d' autore
45
15/04/2016 Corriere della Sera - Sette
A Lecce, favole e inediti cinematografici
46
15/04/2016 Il Venerdi di Repubblica
CI VOLEVA DON CHEADLE PER FARE CINEMA CON LA LEGGENDA DEL JAZZ
47
15/04/2016 Il Venerdi di Repubblica
IL RAP ITALIANO TI PRENDE E TI PORTA DENTRO AL FILM
48
15/04/2016 Corriere del Trentino - Trento
Bolzano festival, la giuria «Il cinema è sensibilità»
49
15/04/2016 Corriere dell'Alto Adige - Alto Adige
Bolzano festival, la giuria «Il cinema è sensibilità»
50
15/04/2016 Corriere delle Alpi - Nazionale
Apre il primo cinema in ospedale
51
15/04/2016 Il Centro - Nazionale
Cast di stelle per "Timballo", film su inclusione e cibo
52
15/04/2016 Il Piccolo di Trieste - Nazionale
Apre il primo cinema in ospedale
53
15/04/2016 Il Piccolo di Trieste - Nazionale
I triestini conquistano Cannes ma in gara l'Italia non ci sarà
54
15/04/2016 La Nuova Sardegna - Nazionale
A Cannes anche uno spicchio di Sardegna
55
ANICA - TELEVISIONE
15/04/2016 La Stampa - Nazionale
Nel nuovo "Radici" la schiavitù ha ancora storie da raccontare
57
15/04/2016 Il Messaggero - Nazionale
Gioè: «Io, eroe senza paura»
59
15/04/2016 Il Messaggero - Nazionale
Maratona David
60
15/04/2016 Il Giornale - Nazionale
Un canale per i film premiati al David
61
15/04/2016 Corriere della Sera - Sette
La parabola dei "talent" e la musica in tv
62
ANICA WEB - ANICA WEB
14/04/2016 www.agopress.info 11:23
Incontri del Cinema di Sorrento, il "mondo del crime" sbarca in costiera
64
14/04/2016 www.informazione.it 14:00
Cinepalace Riccione (Viale Virgilio, 19). Programmazione 14/04/2016 - 20/04/2016
66
14/04/2016 blog.screenweek.it 14:30
ScreenWEEKend - Che Idolo Nonno Hardcore nella Giungla per il #CinemaDays
68
14/04/2016 blog.screenweek.it 11:04
#CinemaDays - Oltre 300mila spettatori il terzo giorno, oggi chiusura con Il Libro
della Giungla
71
14/04/2016 blog.screenweek.it 10:50
Il Libro della Giungla da oggi al cinema: tutte le sale a 3 euro
72
14/04/2016 www.torinotoday.it 10:41
Al cinema con tre euro, oggi è l'ultimo giorno
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14/04/2016 rbcasting.com 15:13
Torna il Nordic Film Fest, a Roma dal 21 al 24 aprile
74
14/04/2016 rbcasting.com 12:10
Weekend di incontri a Sorrento con grandi ospiti nel segno del crime
75
14/04/2016 romanotizie.it 10:01
PICCOLO AMERICA VINCE IL TROISI, TORNA LA LUCE IN UN'ALTRA SALA
76
14/04/2016 taxidrivers.it 16:13
Nordic Film Fest: dal 21 al 24 aprile alla Casa del Cinema di Roma
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ANICA - ANICA CITAZIONI
10 articoli
15/04/2016
Pag. 1.48
diffusione:325546
tiratura:405864
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Il concorso Almodóvar e Loach tra i maestri. Golino in giuria. Sezione parallela per Scamarcio
Cannes boccia l'Italia
Delusione per Bellocchio e Andò fuori dalla gara Salvatores: il nostro cinema vive un'era incerta Il
produttore Tozzi: «La Croisette tende a favorire solo i suoi cocchi Moretti, Sorrentino e Garrone»
Valerio Cappelli
A tavola non c'è posto per noi, alla grande abbuffata del cinema mondiale manca l'Italia. A questo giro del
Festival di Cannes andiamo dietro la lavagna. Dopo il tris dello scorso anno (Sorrentino, Garrone, Moretti),
dall'11 al 22 maggio nessun film italiano sarà in gara. «Ci sono anni così, non so cos'altro aggiungere,
l'Italia è sempre nel nostro cuore», prova a rispondere il direttore artistico Thierry Frémaux. Sono venti (di
cui quattro francesi) i film candidati alla Palma d'Oro. I maestri: Ken Loach, Almodóvar, i Dardenne,
Assayas. Poi l'ex enfant prodige Xavier Dolan, la star Sean Penn come regista, Nicolas Winding Refn, il
regista cult dell'America indipendente, Jim Jarmusch. Fuori gara Woody Allen, Spielberg, Jodie Foster...
Chi è rimasto fuori della porta protesta. Non si può accontentare l'universo mondo. Fremaux: «Il Messico?
Ma voi siete viziati, con Iñárritu avete appena vinto un Oscar; i Paesi arabi? C'è un film palestinese in una
sezione collaterale; la Cina? Siete il Paese numero uno al mondo come apertura di sale, ma è andata
così».
Eppure l'esclusione italiana pesa, anche perché non avveniva dal 2007 (e prima ancora dal 2000).
Quest'anno si era parlato di Marco Bellocchio ( Fai bei sogni dal romanzo di Massimo Gramellini) mentre la
possibile candidatura di Roberto Andò ( Le confessioni ) da giorni era scomparsa dai radar. L'Italia si
consola a «Un Certain Regard» con Pericle il nero di Stefano Mordini (protagonista Riccardo Scamarcio)
che dice: «È la sezione rock, quella giusta per il mio film, sono molto contento. I festival sono territori
sovranazionali, non bisogna rammaricarsi se non siamo in gara». Martedì dovrebbe essere annunciato alla
«Quinzaine» La pazza gioia di Paolo Virzì con Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi. Poi ci sono il
documentario L'ultima spiaggia girato a quattro mani dal greco (ma residente in Italia) Thanos
Anastopoulos e da Davide Del Dega, e il cortometraggio Il silenzio di Farnoosh Samadi e Ali Asgari. Valeria
Golino (coproduttrice del film con Scamarcio) si dà per certa nella giuria della gara. Il pacchetto italiano si
chiude qui.
Che cosa significa, per la nostra cinematografia, non essere presenti al concorso del più importante festival
del cinema? «Non è il Giudizio Universale - dice il presidente dei produttori Riccardo Tozzi - non bisogna
montarsi quando ci siamo né smontarsi ora. I festival non sono misuratori oggettivi della qualità, ma dei
rapporti di forza». Cannes ha un'identità forte. «Appunto: prendono i loro cocchi, quelli che il festival ha
lanciato e il discorso vale per Paolo Sorrentino, Matteo Garrone e anche per Nanni Moretti. Poi tendono a
prendere film sorprendenti, e possono essere anche piccoli». Qual è, Tozzi, la categoria che viene
penalizzata, a parte le commedie? «I cross over , cioé i film di qualità diretti da autori importanti e più
indirizzati al pubblico. Il primo nome che mi viene in mente è Ferzan Ozpetek. Lo stesso Marco Bellocchio:
Vincere fu l'unico film italiano a Cannes nel 2009. Ora ha girato Fai bei sogni e non viene invitato. Può
essere che non abbiano trovato film italiani che corrispondano alla loro linea editoriale». Ozpetek: «Cannes
fa piacere, poi se ci sei bene, sennò è lo stesso...Io ci sono stato due volte ma non in gara. L'importante è
fare bei film e condividere l'abbraccio del pubblico».
Anche Gabriele Salvatores a Cannes è andato in due occasioni fuori concorso. Ecco la sua analisi: «Il
cinema italiano è in un momento di transizione, sta cercando delle strade nuove, non sempre è facile
confrontarsi con i festival. Abbiamo una tradizione che piace ai francesi; abbiamo avuto il caso Jeeg Robot,
la riscoperta del film di genere, e non sempre a loro piace».
ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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Infine c'è la strada dei documentari. «Sì, Fuocoammare di Rosi unisce poesia, fiction e realtà, io stesso ho
realizzato un ritratto in 1960 : è cinema che non va lasciato alla tv. Ci vuole tempo, ci vogliono produttori
che prendano qualche rischio in più. Cannes è un festival molto orientato, non è la destinazione naturale di
questo tipo di ricerca e nuova avventura».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: Da sinistra: Rossy de Palma, Emma Suárez, Adriana Ugarte, Inma Cuesta e Michelle Jenner,
protagoniste di «Julieta», il nuovo film (il 22esimo) di Pedro Almodóvar in gara a Cannes, dove sarà
proiettato il 17 maggio. La rassegna ha già premiato in passato il regista spagnolo premio Oscar: nel 1999
con «Tutto su mia madre» (Regia) e nel 2006 con «Volver»
Autori
Woody Allen (80 anni) apre il Festival con il film fuori concorso
«Café Society»
Fuori concorso anche Steven Spielberg (69) con «Il gigante gentile»
Il regista britannico Ken Loach (79) è in gara con il nuovo film «I, Daniel Blake»
20 titoli
Venti titoli in gara: tra gli altri, «Julieta» (Almodóvar); «I, Daniel Blake» (Loach); «Bacalaureat» (Mungiu);
«The Neon Demon» (Winding Refn); «The last face» (Penn); «La fille inconnue» (Dardenne); «Personal
shopper» (Assayas); «Paterson» (Jarmush); «Juste la fin du monde» (Dolan); «Rester vertical»
(Guiraudie); «Aquarius» (Mendonça Filho); «Loving» (Nichols); «Agassi» (Park); «Elle» (Verhoeven);
«Sieranevada» (Puiu); «Ma loute» (Dumont)
Foto: Pericle il nero Scamarcio (36 anni), produttore e protagonista di «Pericle il nero»
ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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15/04/2016
Pag. 1
diffusione:172712
tiratura:244598
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NESSUN FILM IN GARA
Cannes lascia il cinema italiano a casa
Fulvia Caprara
E UN INTERVENTO DI Alberto Barbera A PAG. 31 Il cinema dall'A alla Zeta, fatto di autori prestigiosi, divi
scintillanti, sfide coraggiose. Il cinema di tutto il mondo, con i francesi ottimi e abbondanti, ma anche con i
mostri sacri americani, Woody Allen (in apertura con Cafè Society) e Steven Spielberg (con Disney's the
Bfg ), senza dimenticare i grandi maestri europei come Pedro Almodovar e Ken Loach che tornano ad
affrontare le glorie e i patemi della competizione. A parte alcuni titoli italiani su cui, fino all'ultimo, si erano
concentrate scommesse e speranze (soprattutto Fai bei sogni di Marco Bellocchio), Cannes 2016 si
conferma festival dei festival, vetrina privilegiata per esporre e valorizzare le tre anime del cinema, arte,
glamour, mercato. Alla domanda sull'assenza di made in Italy dall'elenco del concorso, il direttore Thierry
Fremaux risponde con un mezzo sorriso: «Quest'anno è andata così, ma l'Italia è sempre nei nostri cuori,
basta guardare il manifesto con la scena tratta dal Disprezzo ». Le sezioni collaterali E d'altra parte è anche
vero che, dopo il clamoroso exploit dell'edizione passata, con Moretti, Sorrentino e Garrone in corsa per la
Palma (ma ignorati dai fratelli Coen presidenti di giuria), ci fosse un calo fisiologico. Un piccolo passo
indietro, attenuato dalla presenza di Stefano Mordini con Pericle il nero, nel prestigioso «Certain Regard», e
da altri annunci attesi nei prossimi giorni, quando saranno svelati i titoli della «Quinzaine des realisateurs»
dove, accanto al quasi certo La pazza gioia di Paolo Virzì, potrebbe esserci anche Fiore di Claudio
Giovannesi, e quelli della «Semaine de la Critique» dove potrebbe aver trovato spazio Alessandro Comodin
con I tempi felici verranno presto. Segnali importanti, di una «presenza diversificata» che, secondo l'ad di
Raicinema Paolo Del Brocco «vuol dire che la cerchia degli autori amati da Cannes si va ad allargare, oltre
i nomi consolidati». Insomma, i futuri concorrenti italiani potrebbero essere quelli che oggi appaiono nelle
sezioni collaterali: «Non è un'assenza significativa - commenta il presidente dell'Anica Riccardo Tozzi - ,
mai come adesso l'Italia ha una cinematografia viva, basta pensare a Lo chiamavano Jeeg Robot e a
Veloce come il vento ». Sulla fatidica «Montee des marches» si vedranno scorrere, intanto, i divi che fanno
battere i cuori dei fan del mondo, Julia Roberts e George Clooney nel film di Jodie Foster regista Money
Monster, Charlize Theron e Javier Bardem in The Last Face di Sean Penn, Marion Cotillard, Vincent Cassel
e Lea Seidoux in Juste la Fin du Monde di Xavier Dolan, Elle Fanning e Jena Malone in The Neon Demon
di Nicolas Winding Refn, Adam Driver in Paterson di Jim Jarmusch, Kristen Stewart in Personal shopper di
Olivier Assayas. Emozionante anche la lista dei registi-star, dai fratelli Dardenne con La fille Inconnue al
visionario coreano Park Chan Wook con Agassi, da Bruno Dumont, di solito oggetto di aspri dissidi tra
cinefili, con Ma Loute a Paul Verhoeven che in Elle dirige l'inarrivabile Isabelle Huppert. La lezione di
cinema è affidata a William Friedkin, la riflessione su identità, generazioni e confini risuona nell' Ultima
spiaggia, firmato da Thanos Anastopoulos e Davide Del Degan e girato, su una spiaggia di Trieste dove un
muro di 3 metri separa ancora oggi gli uomini dalle donne. Dall'11 maggio la palla passa al presidente della
giuria George Miller e, per la prima volta, toccherà al film vincitore della Palma chiudere la rassegna. Per il
resto, come sempre, feste, paillettes, panfili, adrenalina a mille per gli addetti ai lavori e infinite attese
all'ingresso delle sale. I controlli saranno rafforzati perché Cannes continui ad essere, come hanno
sottolineato ieri a Parigi, sia Fremaux che il presidente Lescure, l'isola felice dove gli amanti del cinema
possono circolare liberi e sicuri. c
20 i titoli selezionati per la corsa alla Palma d'Oro. Il Festival si terrà dall'11 al 22 maggio
Paolo Virzì Per lui è quasi certa la presenza nella «Quinzaine» con il film «La pazza gioia», protagoniste
Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi La selezione verrà annunciata martedì prossimo
Foto: Sean Penn e l'Africa umanitaria Pedro Almodóvar torna con «Julieta» La pellicola è favoritissima fin
dalla vigilia Protagoniste Emma Suárez e Adriana Ugarte Steven Spielberg e «Il Gigante gentile» Il regista
ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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sarà a Cannes con «Il Gigante gentile» (fuori concorso) adattamento del libro di Roald Dahl Sean Penn
quest'anno approda da regista con «The Last Face», protagonisti Theron e Barden Il manifesto Qui sopra,
il cartellone di Cannes 2016 con un fotogramma di Villa Malaparte, a Capri, nel «Disprezzo» di Jean-Luc
Godard
15/04/2016
Pag. 31
diffusione:109915
tiratura:139502
PARIGI I SOGNI erano già svaniti perché la notizia era nell'aria da giorni. Nessun film italiano in
competizione al prossimo festival di Cannes e, in genere, presenza della nostra cinematografia ridotta ai
minimi termini. Il direttore Frémaux giustifica l'assenza con i tre moschettieri dello scorso anno (Moretti,
Sorrentino e Garrone, tornati comunque a mani vuote dalla Croisette) e cerca di acquietare il nostro
malumore: «È un anno così..... ma l'Italia è cara al nostro cuore, lo dimostra il manifesto». Ma il profilo della
villa di Malaparte a Capri, così come lo vide Godard in "Pierrot le fou", estrosa affiche di Cannes 2016 e la
presenza di Valerio Golino nella giuria non può certo bastare per un cinema che è stato un bastione del
Festival e che solo in altre due occasioni, per altro lontane, è rimasto fuori dalla corsa alla Palma.
L'ESCLUSIONE più dolorosa è quella di Marco Bellocchio: "Fai bei sogni" tratto dall'omonimo best seller di
Massimo Gramellini dato per sicuro e, sembra, scartato negli ultimi giorni. Il soggetto lacrimevolpsicanalitico deve essere parso poco allettante e comunque non nella linea del Bellocchio amato oltralpe.
Per "La pazza gioia" di Virzì, di cui si era parlato a lungo, sembra quasi certo un posto nella Quinzaine il cui
programma sarà reso noto oggi, mentre nella sezione Un Certain Regard troviamo "Pericle il nero" opera
terza di Stefano Mordini, un noir ambientato a Napoli, tratto dal romanzo- cult di Giuseppe Ferrandino
interpretato e finanziato da Riccardo Scamarcio, a cui va aggiunta la metà del film documentario italo greco
Fuori Concorso "L'ultima spiaggia" di Davide Del Dega. Non è una bocciatura per il cinema italiano ma è la
conferma che all'estero la nostra vitalità è strettamente legata ai cosiddetti autori al di fuori dei quali non vi
è spazio come dimostra anche il mercato. IL PROGRAMMA della sessantanovesima edizione del Festival
ancora all'insegna dello sperimentato trio Spettacolo-Mercato-Arte, Italia a parte, si presenta tra i più
attraenti degli ultimi anni per la presenza di molte star di grande richiamo. La parte del leone la fa la
cinematografia francese che, se si aggiungono i belgi Dardenne, arriva a cinque film su venti: Olivier
Assayas con la star californiana Kristen Stewart, Bruno Dumont con Fabrice Luchini e Juliette Binoche,
Nicole Garcia con Marion Cotillard e Louis Garrel e Alain Guiraudie, già autore dello scabroso "Lo
sconosciuto del lago". Francofono è anche il canadese "Juste la fin du monde" di Xavier Dolan, l'enfant
terrible appena ventisettenne e già alla sua quarta presenza sulla Croisette che si avvale questa volta di
star come Vincent Cassel, Léa Seydoux. NELLA CATEGORIA veterani vanno iscritti il mai laureato
Almodovar ("Julieta") e il pluridecorato Ken Loach ("I, Daniel Blake"). Naturalmente sarà ancora una volta
una Cannes americana secondo il doppio registro, indipendenti di richiamo in Concorso e grandi firme Fuori
Concorso. L'amatissimo Sean Penn presenta "The last face", dramma passionale ambientato in Sud Africa
con Charlize Theron e Javier Bardem mentre il neocult Jeff Nichols corre con "Loving" legal thriller razziale
interpretato da Joel Edgerton e Michael Shannon e infine l'habitué Jim Jarmusch con "Paterson". SI
AGGIUNGONO, fuori competizione, Spielberg con l'atteso "Il gigante gentile", il suo adattamento del
romanzo fantastico di Roald Dahl e Jodie Foster autrice di "Money Monster" dove George Clooney è un
giornalista finanziario vittima di un'imprevedibile vendetta di un investitore deluso. A cui si uniscono le due
registe Andrea Arnold e Maren Ade; i due rumeni Cristian Mungiu (già Palma d'oro) e Cristi Puiu; due nomi
di grande attrazione come Paul Verhoeven tornato in Olanda e Nicolas Winding Refn; due registi asiatici di
richiamo come il coreano Park Chan Wook ("Agassi") e il filippino Brillante Mendoza ("Ma'Rosa"). Chiude il
brasiliano Kleber Filho Mendonça con il fantastico "Aquarius". Si comincia l'11 maggio con l'intelligenza di
Woody Allen fuori concorso poi la parola passa al giurato presidente George Miller. ANICA Andrea
Occhipinti Abbiamo il film di Mordini a Un Certain Regard, quello di Virzì forse alla Quinzaine. Dopo il tris
dell'anno scorso è fisiologico che un anno non arrivi nulla in concorso
ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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I sogni infranti di Bellocchio & C. A Cannes l'Italia è fuori dalla gara
15/04/2016
Pag. 16 Ed. Cosenza
diffusione:25024
tiratura:36301
Il nostro cinema? È più vivo che mai
l Riccardo Tozzi dal 2011 Presidente dell ' Anica, l ' Associazione Nazionale delle Industrie
Cinematografiche ed Audiovisive con l ' Ansa osserva: «Questa assenza non la ritengo significativa. Intanto
i film ci sono e non è la fine del mondo se non c'è quello che va in concorso. L ' Italia, mai come in questo
momento, ha una cinematografia viva, basti pensare a film come VELOCE COME IL VENTO e LO
CHIAMAVANO JEEG ROBOT. Va detto anche che a Cannes non amano troppo prendere in concorso
autori se si misurano in film più popolari come forse è stato per Marco Bellocchio (Fai bei sogni), che tra l '
altro non è figlio di Cannes, e Paolo Virzì (La pazza gioia).
ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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Parla Riccardo Tozzi dell ' Anica
15/04/2016
Pag. 29
diffusione:14719
tiratura:19323
Amori, divi e Spielberg al Festival di Cannes che non parla italiano
Amori, divi e Spielberg
al Festival di Cannes
che non parla italiano
Nessun film Made in Italy fra le 20 pellicole in gara dall'11 maggio
C'è solo "Pericle il nero" nella rassegna Un certain regard
La rassegna sarà inaugurata da Woody Allen che presenterà "Café Society" In concorso anche "Julieta" di
Pedro Almodovar PARIGI Gli organizzatori del Festival di Cannes hanno annunciato i 20 film in concorso:
dopo la tripletta dello scorso anno, nella 69esima edizione in programma dall'11 al 22 maggio non ci
saranno italiani in gara, malgrado si nutrissero speranze per Bellocchio con «Fai bei sogni» e Andò con «Le
confessioni». A contendersi la Palma d'oro saranno «Julieta» dello spagnolo Pedro Almodovar, «Juste la
fin du monde» del canadese Xavier Dolan, «La Fille inconnue» dei belgi Luc e Jean-Pierre Dardenne. Poi ci
sono gli americani Sean Penn con «The Last Face», Jim Jarmusch con «Paterson» e Jeff Nichols con
«Loving». Anche il cinema francese sarà ben rappresentato da Olivier Assayas con «Personal Shopper»,
Bruno Dumont con «Ma Loute», Alain Guiraudie con «Rester Vertical» e Nicole Garcia con «Mal de
pierres». Quindi ci saranno l'inglese Ken Loach con «I, Daniel Blake» e l'olandese Paul Verhoeven con
«Elle». Fuori concorso il regista Steven Spielberg presenterà «Il grande gigante gentile», mentre Jodie
Foster e i suoi attori Julia Roberts e George Clooney saranno a Cannes con «Money Monster». Gli attori
Kristen Stewart, Ryan Gosling, Russell Crowe, Charlize Theron, Javier Bardem, Adam Driver, Adele
Exarchopoulos, Marion Cotillard, Vincent Cassel, Lèa Seydoux, Adele Haenel, Fabrice Luchini, Juliette
Binoche, Valeria Bruni-Tedeschi e Isabelle Huppert sfileranno sul red carpet. «È un festival con molte star»
quello di quest'anno, ha detto il direttore del festival, Thierry Fremaux. La prossima edizione del festival
sarà inaugurata da Woody Allen che presenterà la sua ultima pellicola, «Café Society», mentre non si sa
ancora quale sarà la pellicola di chiusura. L'Italia sarà presente solo con «Pericle il Nero» di Stefano
Mordini con Riccardo Scamarcio (anche produttore) in concorso nella sezione Un certain regard. Era dal
2007 che l'Italia non correva per la Palma d'oro, eppure molti titoli erano stati ipotizzati come papabili per la
69esima edizione del Festival di Cannes che per ora si porta a casa solo «Pericle il nero» di Stefano
Mordini in corsa per Un Certain Regard. È anche vero che alla Quinzaine, secondo molti rumour, potrebbe
approdare il film di Paolo Virzì «Con la pazza gioia» (quasi una certezza) e anche «Fiore» di Claudio
Giovannesi con Mastandrea, mentre alla Semaine de la critique l'opera seconda di Alessandro Comodin, «I
tempi felici verranno presto». Secondo il parere degli addetti ai lavori come Del Brocco, Occhipinti e Tozzi
questa assenza al concorso per l'Italia, non deve preoccupare più di tanto. Può essere considerata una
cosa fisiologica, ma anche, per certi versi il segno di un rinnovamento. Dice Paolo Del Brocco,
amministratore delegato di Rai Cinema: «Paghiamo forse un po' lo scotto dell'anno scorso in cui abbiamo
portato tre bei film e nessun premio. Certo è una cosa che dispiace, ma dopo tanti anni può anche capitare
di non avere nulla in concorso. Ma se ci sarà una presenza diversificata in varie sezioni più degli altri anni è
una cosa non da poco. Vuol dire che si va ad allargare la cerchia degli autori amati da Cannes al di là di
quelli consolidati». Sottolinea invece Andrea Occhipinti, produttore e attualmente presidente dei distributori
Anica, l'Associazione nazionale delle industrie cinematografiche e adiovisive «Abbiamo un film a Un certain
regard, quello di Mordini, probabilmente Virzì alla Quinzaine. E, secondo me, ci potrebbero arrivare altre
sorprese. L'anno scorso avevamo un tris straordinario ed è anche fisiologico che un anno non arrivi nulla in
concorso». Riccardo Tozzi, dal 2011 presidente dell'Anica, osserva: «questa assenza non la ritengo
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Amori, divi e Spielberg al Festival di Cannes che non parla italiano Nessun film Made in Italy fra le 20
pellicole in gara dall'11 maggio C'è solo "Pericle il nero" nella rassegna Un certain regard La rassegna sarà
inaugurata da Woody Allen che presenterà "Café Society" In concorso anche "Julieta" di Pedro Almodovar
15/04/2016
Pag. 29
diffusione:14719
tiratura:19323
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significativa. Intanto i film ci sono e non è la fine del mondo se non c'è quello che va in concorso. L'Italia,
mai come in questo momento, ha una cinematografia viva, basti pensare a film come "Veloce come il vento
e lo chiamavano Jeeg Robot". Va detto anche che a Cannes non amano troppo prendere in concorso autori
se si misurano in film più popolari come forse è stato per Marco Bellocchio e Paolo Virzì». (c.s.)
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15/04/2016
Pag. 29 Ed. Bari
diffusione:23632
tiratura:31653
Ma c'è «Pericle il Nero» di Mordini, prodotto da Scamarcio, in «Un certain regard»
di FRANCESCO GALLO Era dal 2007 che l'Italia non correva per la Palma d'oro, eppure molti titoli erano
stati ipotizzati come papabili per la 69.ma edizione del Festival di Cannes (11-22 maggio) che per ora si
porta a casa solo Pericle il Nero di Stefano Mordini in corsa per la sezione «Un Certain Regard». È anche
vero che alla «Quinzaine», secondo molte indiscrezioni, potrebbe approdare il film di Paolo Virzì Con la
pazza gioia (quasi una certezza) e anche F i o re di Claudio Giovannesi con Mastan drea , mentre alla
«Semaine de la Critique» l'opera seconda di Alessandro Comodin , I tempi felici verranno presto . Una cosa
che potrebbe pareggiare così, almeno in parte, l'ago della bilancia. Secondo il parere degli addetti ai lavori
questa assenza al concorso per l'Italia, non deve preoccupare più di tanto. Può essere considerata
fisiologica, ma anche, per certi versi il segno di un rinnovamento. Riccardo Tozzi dal 2011 presidente
dell'Associa zione Nazionale delle Industrie Cinematografiche ed Audiovisive osserva: «questa assenza
non la ritengo significativa. L'Italia, mai come in questo momento, ha una cinematografia viva, basti
pensare a film come Veloce come il vento e Lo Chiamavano Jeeg Ro b o t . Va detto anche che a Cannes
non amano troppo prendere in concorso autori se si misurano in film più popolari come forse è stato per
Marco Bell o c ch i o ( Fai bei sogni ), che tra l'altro non è figlio di Cannes, e Paolo Virzì. E il ministro Dario
Franceschini dice: «C'è davvero un provincialismo insensato nel valutare lo stato di salute del cinema
italiano sulla base delle vittorie, o meno, delle presenze, o meno, del nostro cinema a Cannes. Il Cinema
italiano è in crescita, aumentano i biglietti venduti, e poi negli ultimi due anni l'Italia ha vinto un Oscar e un
Orso d'Oro a Berlino, negli stessi anni la Francia non ha vinto nessuno dei due». Dice Paolo Del Brocco ,
amministratore delegato di Rai Cinema: «paghiamo forse un po' lo scotto dell'anno scorso in cui abbiamo
portato tre bei film di Garrone, Moretti e Sor rentino , ma nessun premio. Certo è una cosa che dispiace, ma
dopo tanti anni può anche capitare di non avere nulla in concorso. Ma se ci sarà una presenza diversificata
in varie sezioni più degli altri anni è una cosa non da poco. Vuol dire che si va ad allargare la cerchia degli
autori amati da Cannes al di là di quelli consolidati». Sottolinea invece Andrea Occhipinti , produttore e
attualmente presidente dei distributori Anica: «Abbiamo un film a "Un certain regard", quello di Mordini,
probabilmente Virzì alla Quinzaine. E, secondo me, ci potrebbero arrivare altre sorprese. L'anno scorso
avevamo un tris straordinario ed è anche fisiologico che un anno non arrivi nulla in concorso». Felicissimo
naturalmente Mordini, al suo terzo film: «Dal romanzo Pericle il nero di Giuseppe Ferrandino in tanti hanno
provato a farci un film (come Abel Ferrara , ndr ) ma senza trovare la strada. La mia si è incrociata con
quella di R i c c a rd o Scamarcio che mi ha proposto il film che lui stesso con la Buena Onda - la società di
produzione con Valeria Golino e Viola Prestieri - voleva produrre. Da lì siamo partiti ed è stato un processo
bello approfondito e lungo costruendo un film giorno dopo giorno soprattutto fuori dal set». L'opera di
Ferrandino, caso editoriale in Francia con Gallimard prima che in Italia con Adelphi, diventa al cinema «un
noir esistenziale» e certamente anche «una storia di riscatto». Rispetto al libro - con quell'incipit fantastico
«Il mio padrone è Luigino Pizza, che tutti lo chiamano così a causa delle pizzerie ... Io mi chiamo Pericle
Scalzone ... Di mestiere faccio il culo alla gente» - il film sposta geograficamente la storia da Napoli e
Pescara a Liegi, nel Belgio diventato il simbolo dell'Europa sotto attacco Isis e a Calais dove si ammassano
i migranti che tentano di arrivare in Gran Bretagna. «La scelta di trasferire la vicenda è precedente
ovviamente agli attentati di Bruxelles. Essere troppo legati al linguaggio napoletano sarebbe stato non
facile da affrontare per Scamarcio così avevamo pensato di spostare la storia fuori dall'Italia e pensando a
situazioni migratorie siamo finiti in Vallonia interessando tra l'altro i Dardenne».
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CANNES SENZA ITALIANI Neppure un film tricolore in concorso al
Festival di maggio
15/04/2016
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Foto: A CANNES Il regista italiano Stefano Mordini il cui film è prodotto e interpretato dal pugliese Riccardo
Scamarcio (in basso). Nella foto intermedia Jodie Foster
15/04/2016
Pag. 45
diffusione:25152
tiratura:29079
Lo psichiatra Peppe Dell'Acqua consulente di Paolo Virzì
Lo psichiatra
Peppe Dell'Acqua
consulente
di Paolo Virzì
IL FILM
CANNES Per ora, l'unico film italiano inj concorso (e non per la palma d'oro) è "Pericle il nero" di Stefano
Mordini in corsa per Un Certain Regard. È anche vero che alla Quinzaine, secondo indiscrezioni, potrebbe
approdare il film di Paolo Virzì "Con la pazza gioia", che si è avvalso della consulenza dello psichiatra
triestino d'adozione (e a fine maggio, film e regista dovrebbero arrivare anche a Trieste), nato a Salerno,
Peppe Dell'Acqua, e "Fiore" di Claudio Giovannesi con Mastandrea, mentre alla Semaine de la Critique ci
sarà l'opera seconda di Alessandro Comodin "I tempi felici verranno presto". Una cosa che potrebbe
pareggiare così, almeno in parte, l'ago della bilancia. Secondo il parere degli addetti ai lavori come Del
Brocco, Occhipinti e Tozzi questa assenza al concorso per l'Italia, non deve preoccupare più di tanto. Può
essere considerata una cosa fisiologica, ma anche, per certi versi il segno di un rinnovamento. Dice Paolo
Del Brocco, ad di Rai Cinema: «Paghiamo forse un po' lo scotto dell'anno scorso in cui abbiamo portato tre
bei film senza vincere nessun premio. Certo è una cosa che dispiace, ma dopo tanti anni può anche
capitare di non avere nulla in concorso. Ma se ci sarà una presenza diversificata in varie sezioni più degli
altri anni è una cosa non da poco. Vuol dire che si va ad allargare la cerchia degli autori amati da Cannes al
di là di quelli consolidati». Sottolinea invece Andrea Occhipinti, produttore e attualmente presidente dei
distributori Anica: «Abbiamo un film a Un certain regard, quello di Mordini, probabilmente Virzì alla
Quinzaine. E, secondo me, ci potrebbero arrivare altre sorprese. L'anno scorso avevamo un tris
straordinario ed è anche fisiologico che un anno non arrivi nulla in concorso». Riccardo Tozzi, dal 2011
Presidente dell'Anica, l'Associazione Nazionale delle Industrie Cinematografiche ed Audiovisive osserva:
«Questa assenza non la ritengo significativa. Intanto i film ci sono e non è la fine del mondo se non c'è
quello che va in concorso».
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Lo psichiatra Peppe Dell'Acqua consulente di Paolo Virzì IL FILM
15/04/2016
Pag. 18
diffusione:21326
tiratura:34037
Cinema In gara habitué come Almodovar, Loach, i Dardenne, Sean Penn. Apre Allen, attesi Spielberg, Julia
Roberts, Jodie Foster I nostri film fuori gara. «È andata così, ma siete nel nostro cuore» L'anno scorso
avevamo un tris d'assi, è anche fisiologico
PAOLO LEVI
P ARIGI . Questa volta è anche inutile sperare perché l'Italia è già fuori in partenza. Tra i venti film
selezionati per la corsa alla Palma d'Oro neanche uno ha il passaporto italiano. Proprio mentre il nostro
cinema moltiplica le prove di una ritrovata vitalità, come si potrà vedere forse in altre sezioni ancora da
annunciare, il Festival di Cannes, in programma dall'11 al 22 maggio, guarda altrove. Tra i venti selezionati
per la competizione edizione numero 69 tanti grandi nomi e habitué del "Club de la Croisette" come Ken
Loach ( I, Daniel Blake ), Olivier Assayas ( Personal Shopper ), Pedro Almodovar ( Julieta ). E poi Xavier
Dolan ( Juste la fin du monde ), i fratelli Dardenne ( La fille inconnue ), Jim Jarmusch ( Paterson ), Sean
Penn ( The Last face ), Cristi Puiu ( Sierranevada ), Paul Verhoeven ( The Neon demon ). In apertura del
Festival, Café Society , di Woody Allen. Neanche un italiano, dunque, almeno nel concorso ufficiale, mentre
ci è consentito consolarci con la sessione "Un certain regard". In gara, tra i diciassette del "concorso
parallelo" della selezione "underground" - se così si può dire Pericle il Nero di Stefano Mordini con Riccardo
Scamarcio, tratto dal romanzo di Giuseppe Ferrandino. Nella kermesse troverebbero posto anche altri
italiani, tra cui La pazza gioia di Paolo Virzì con Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, incluso salvo sorprese - nella Quinzaine des Realisateurs, ma per l'annuncio ufficiale bisognerà attendere il 19
aprile. Tra gli italiani, c'è anche Il silenzio , il cortometraggio di Farnoosh Samadi e Ali Asgari in concorso
nella categoria dei film brevi. Mentre L'ultima spiaggia , il film sui migranti del triestino Davide Del Degan e
del greco Thanos Anastopoulos sono tra i film selezionati nelle "Proiezione spéciali". Presentando come
ogni anno la rassegna al cinema Ugc-Normandie degli Champs-Elysées, a Parigi, il delegato generale,
Thierry Frémaux, insieme con Pierre Lescure, ha tenuto a ricordare che l'anno scorso l'Italia era stata in
gara con tre punte di diamante: Nanni Moretti, Paolo Sorrentino e Matteo Garrone. «Quest'anno - ha
riconosciuto rispondendo alla domanda di una giornalista - è presente in modo meno forte. È un anno così,
ci sono anni così... Ma è un Paese caro al nostro cuore, e questo lo testimonia il manifesto» della prossima
edizione: uno splendido fotogramma di Villa Malaparte, a Capri, tratta dal Disprezzo di Jean-Luc Godard.
Secondo il parere degli addetti ai lavori come Del Brocco, Occhipinti e Tozzi questa assenza al concorso
per l'Italia non deve preoccupare più di tanto. Può essere considerata una cosa fisiologica, ma anche, per
certi versi il segno di un rinnovamento. Dice Paolo Del Brocco, ad di Rai Cinema: «Paghiamo forse un po'
lo scotto dell'anno scorso in cui abbiamo portato tre bei film e nessun premio. Certo è una cosa che
dispiace, ma dopo tanti anni può anche capitare di non avere nulla in concorso. Ma se ci sarà una presenza
diversificata in varie sezioni più degli altri anni è una cosa non da poco. Vuol dire che si va ad allargare la
cerchia degli autori amati da Cannes al di là di quelli consolidati». Sottolinea invece Andrea Occhipinti,
produttore e attualmente presidente dei distributori Anica: «Abbiamo un film a "Un certain regard", quello di
Mordini, probabilmente Virzì alla Quinzaine. E, secondo me, ci potrebbero arrivare altre sorprese (si parla di
Fiore di Claudio Giovannesi con Mastandrea, mentre alla "Semaine de la Critique" l'opera seconda di
Alessandro Comodin, I tempi felici verranno presto , nda). L'anno scorso avevamo un tris straordinario ed è
anche fisiologico che un anno non arrivi nulla in concorso». Per questa edizione 2016 la Francia può invece
vantare quattro film in concorso: oltre a quello di Olivier Assayas, tra i venti selezionati ci sono anche Ma
Loute , di Bruno Dumont, con Fabrice Luchini, Juliette Binoche e Valeria Bruni-Tedeschi, Mal de Pierres , di
Nicole Garcià, e Rester vertical , di Alain Guiraudie, che tre anni fa firmò la regia de L'Inconnu du Lac . Per
il resto l'organizzazione continua a scommettere sul glamour e su una pioggia di star. Quest'anno per la
prima volta anche Julia Roberts, Steven Spielberg e Jodie Foster. Il regista di E. T. arriverà sulla Croisette
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A Cannes d'italiano c'è solo il manifesto
15/04/2016
Pag. 18
diffusione:21326
tiratura:34037
ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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per la presentazione, fuori concorso, del GGG , il suo adattamento del fantastico romanzo di Roald Dahl.
Lo stesso farà la Foster per Money Monster , il suo film da regista con la Roberts e George Clooney nelle
vesti di un guru della finanza e presentatore tv preso in ostaggio. Attesi a Cannes, tra gli altri, anche Ryan
Gosling e Russell Crowe per Nice Guys di Sean Black. Nella Francia colpita al cuore dagli attentati del 13
novembre quest'anno le due settimane di kermesse verranno protette da un importante dispositivo antiterrorismo. «Cannes - ha commentato Frémaux - è chiaramente uno di quei posti del mondo dove bisogna
garantire la sicurezza. La sicurezza è anche un modo per fare in modo che la gente sia felice a Cannes».
Del resto, non è una sorpresa. Ormai da cinque mesi la Francia vive in stato d'emergenza e ha rafforzato i
controlli e la sorveglianza nell'insieme dei siti sensibili.
Foto: IL POSTER In alto Capri sul manifesto ufficiale. Sotto, Julia Roberts
15/04/2016
Pag. 44 Ed. Catanzaro
diffusione:7296
tiratura:15796
Cannes, l'Italia senza Palma d'oro
Pr obabile Vi r z ì e non solo alla Quinzaine
di FRANCESCO GALLO ROMA - Era dal 2007 che l'Italia non correva per la Palma d'oro, eppure molti titoli
erano stati ipotizzati come papabili per la 69/ma edizione del Festival di Cannes (11-22 maggio) che per ora
si porta a casa solo "Pericle il nero"di Stefano Mordini in corsa per Un Certain Regard. È anche vero che
alla Quinzaine, secondo molti rumours, potrebbe approdare il film di Paolo Virzì con "La pazza gioia" (quasi
una certezza) e anche "Fiore" di Claudio Giovannesi con Mastandrea, mentre alla Semaine de la Critique
l'ope ra seconda di Alessandro Comodin, "I tempi felici verranno presto" . Una cosa che potrebbe
pareggiare così, almeno in parte, l'ago della bilancia. Secondo il parere degli addetti ai lavori come Del
Brocco, Occhipinti e Tozzi questa assenza al concorso per l'Italia, non deve preoccupare più di tanto. Può
essere considerata una cosa fisiologica, ma anche, per certi versi il segno di un rinnovamento. Dice
all'Ansa Paolo Del Brocco, ad di Rai Cinema: «paghiamo forse un pò lo scotto dell'anno scorso in cui
abbiamo portato tre bei film e nessun premio. Certo è una cosa che dispiace, ma dopo tanti anni può anche
capitare di non avere nulla in concorso. Ma se ci sarà una presenza diversificata in varie sezioni più degli
altri anni è una cosa non da poco. Vuol dire che si va ad allargare la cerchia degli autori amati da Cannes al
di là di quelli consolidati». Sottolinea invece Andrea Occhipinti, produttore e attualmente presidente dei
distributori Anica:«abbiamo un film a Un certain regard, quello di Mordini, probabilmente Virzì alla
Quinzaine. E, secondo me, ci potrebbero arrivare altre sorprese. L'an no scorso avevamo un tris
straordinario ed è anche fisiologico che un anno non arrivi nulla in concorso». Riccardo Tozzi dal 2011
Presidente dell'Anica, l'Associazione Nazionale delle Industrie Cinematografiche ed Audiovisive con l'Ansa
osserva: «questa assenza non la ritengo significativa. Intanto i film ci sono e non è la fine del mondo se non
c'è quello che va in concorso. L'Italia, mai come in questo momento, ha una cinematografia viva, basti
pensare a film come "Veloce come il vento" e "Lo chiamavano Jeeg Robot". Va detto anche che a Cannes
non amano troppo prendere in concorso autori se si misurano in film più popolari come forse è stato per
Marco Bellocchio ("Fai bei sogni"), che tra l'altro non è figlio di Cannes, e Paolo Virzì ("La pazza gioia").
Foto: Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti protagoniste de "La pazza gioia" di Virzì dato come
probabile alla Quinzaine
ANICA - ANICA CITAZIONI - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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SOCIETÀ
15/04/2016
Pag. 27
Il Quotidiano del Sud - Irpinia
diffusione:7296
tiratura:15796
Cannes, l'Italia senza Palma d'or o
Pr obabile Vi r z ì e non solo alla Quinzaine
di FRANCESCO GALLO ROMA - Era dal 2007 che l'Italia non correva per la Palma d'oro, eppure molti titoli
erano stati ipotizzati come papabili per la 69/ma edizione del Festival di Cannes (11-22 maggio) che per ora
si porta a casa solo "Pericle il nero"di Stefano Mordini in corsa per Un Certain Regard. È anche vero che
alla Quinzaine, secondo molti rumours, potrebbe approdare il film di Paolo Virzì con "La pazza gioia" (quasi
una certezza) e anche "Fiore" di Claudio Giovannesi con Mastandrea, mentre alla Semaine de la Critique
l'ope ra seconda di Alessandro Comodin, "I tempi felici verranno presto" . Una cosa che potrebbe
pareggiare così, almeno in parte, l'ago della bilancia. Secondo il parere degli addetti ai lavori come Del
Brocco, Occhipinti e Tozzi questa assenza al concorso per l'Italia, non deve preoccupare più di tanto. Può
essere considerata una cosa fisiologica, ma anche, per certi versi il segno di un rinnovamento. Dice
all'Ansa Paolo Del Brocco, ad di Rai Cinema: «paghiamo forse un pò lo scotto dell'anno scorso in cui
abbiamo portato tre bei film e nessun premio. Certo è una cosa che dispiace, ma dopo tanti anni può anche
capitare di non avere nulla in concorso. Ma se ci sarà una presenza diversificata in varie sezioni più degli
altri anni è una cosa non da poco. Vuol dire che si va ad allargare la cerchia degli autori amati da Cannes al
di là di quelli consolidati». Sottolinea invece Andrea Occhipinti, produttore e attualmente presidente dei
distributori Anica:«abbiamo un film a Un certain regard, quello di Mordini, probabilmente Virzì alla
Quinzaine. E, secondo me, ci potrebbero arrivare altre sorprese. L'an no scorso avevamo un tris
straordinario ed è anche fisiologico che un anno non arrivi nulla in concorso». Riccardo Tozzi dal 2011
Presidente dell'Anica, l'Associazione Nazionale delle Industrie Cinematografiche ed Audiovisive con l'Ansa
osserva: «questa assenza non la ritengo significativa. Intanto i film ci sono e non è la fine del mondo se non
c'è quello che va in concorso. L'Italia, mai come in questo momento, ha una cinematografia viva, basti
pensare a film come "Veloce come il vento" e "Lo chiamavano Jeeg Robot". Va detto anche che a Cannes
non amano troppo prendere in concorso autori se si misurano in film più popolari come forse è stato per
Marco Bellocchio ("Fai bei sogni"), che tra l'altro non è figlio di Cannes, e Paolo Virzì ("La pazza gioia").
Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti protagoniste de "La pazza gioia" di Virzì dato come probabile
alla Quinzaine
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ANICA - CINEMA
25 articoli
15/04/2016
Pag. 1
diffusione:325546
tiratura:405864
Fumo, a sentenza in nome di Bogart
Luigi Ferrarella
Dalle sigarette di Bogart a quelle della Hepburn: citati anche i film tra le motivazioni per confermare il
risarcimento dall'Ente tabacchi per un morto di tumore. «Negli anni 60 poca consapevolezza dei danni». a
pagina 20
Dalle sigarette di Humphrey Bogart in «Casablanca» a quelle di Audrey Hepburn in «Colazione da Tiffany»,
dal Marcello Mastroianni de «La dolce vita» allo 007 James Bond «che nei romanzi del suo creatore Ian
Fleming era descritto come un fumatore di 60 sigarette al giorno e che solo al 19° film della serie,
interpretato da Pierce Brosnan, viene fatto diventare un non fumatore»: c'è anche una sorta di cineteca
giudiziaria tra le motivazioni con la quale la II Corte d'Appello civile di Milano respinge il ricorso dell'ex Ente
tabacchi spa (le cui pregresse produzione e commercializzazione di sigarette sono state ereditate da British
American Tobacco Italia), e ne conferma la condanna di primo grado nel 2014 a risarcire con 776.000 euro
- 1 milione con rivalutazioni e interessi - la moglie e i figli (rappresentati dai legali Carlo Gasparro e Angelo
Cardarella) di un uomo morto di tumore al polmone a 54 anni nel 2004 dopo aver fumato «quasi 1 milione
di sigarette in 40 anni», cioè due pacchetti al giorno da quando nel 1965 aveva 15 anni.
Il ricorso della difesa giocava tra l'altro la carta di uno studio della professoressa padovana di storia
medioevale Cristina La Rocca su giornali e riviste nel 1945-1991, volto a concludere che a metà anni 60,
quando l'uomo aveva iniziato a fumare e ad esempio ampia eco aveva avuto nel 1964 la pubblicazione del
«rapporto Terry» sulla connessione statistica tra fumo e morti, già esistesse in Italia (ben prima del 1991
con l'obbligo di avvertenza sui pacchetti) la consapevolezza pubblica dei rischi di tumore associati alle
sigarette. Ma i giudici d'Appello Luigi De Ruggiero, Angiola Sbordone e l'estensore Giovanni Battista
Rollero, nel «dissentire radicalmente» da altre sentenze italiane basatesi proprio su questo studio definito
qui invece «asservito a un interesse economico», ne criticano «la selezione delle fonti»: «parziale perché
l'autrice ha trascurato del tutto altre popolari ed efficaci forme di comunicazione ben più capaci di
influenzare, in maniera sia consapevole sia inconscia, il modo di pensare e i comportamenti della vita
quotidiana di grandi masse di persone». La tv. E, all'epoca ancor più, il cinema. Che «ha reso "immortali"
personaggi per i quali la sigaretta, penzolante a un angolo della bocca o tenuta elegantemente in una
mano, era parte essenziale del "costume di scena" e quindi dell'immagine che proiettavano su milioni di
spettatori». E giù una sfilza di esempi: Clark Gable in «Via col Vento» (1939), James Dean in «Gioventù
bruciata» (1955), la diva Rita Hayworth in «Gilda» (1946), «e come non pensare a "Lo spaccone" (1961) in
cui le sigarette fumate incessantemente da Paul Newman e dal suo avversario "Minnesota Fats" sono, non
meno delle stecche da biliardo, oggetti di scena essenziali». E poi i film italiani, come «Clint Eastwood in
"Per un pugno di dollari" (1964), anche se forse è dalla tv che si ricava l'esempio di personaggio la cui
condizione di fumatore risulta essenziale alla sua rappresentazione: il "commissario Maigret" interpretato
da Gino Cervi (1964), arduo da immaginare senza l'immancabile pipa». Ecco, stimano i giudici, il ragazzo a
15 anni aveva lasciato la scuola e iniziato a fumare, «certo non aveva letto il "rapporto Terry" e forse
neppure riviste e quotidiani, ma guardava i più popolari programmi tv e andava al cinema».
Luigi Ferrarella
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2 Pacchetti
Quanto fuma-va, ogni giorno per 40 anni, l'uomo morto di tumore1 Milione
ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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il giudice cita hollywood
15/04/2016
Pag. 1
diffusione:325546
tiratura:405864
ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Il risarcimento riconosciuto ai famigliari del fumatore mortoL'attore americano Clark Gable
in una scena del famoso film diretto da Victor Fleming in cui recita la parte di «Rhett Butler»,
uno scaltro avventuriero
di CharlestonRita Hayworth, nel 1946, con la sigaretta in mano durante le riprese del film I protagonisti
James Dean e Natalie Wood nella pellicola del 1955 Humphrey Bogart (che recita «Rick Blaine») e la sua
inconfondibile sigaretta
15/04/2016
Pag. 1
diffusione:235298
tiratura:335733
Le palme di Cannes senza les Italiens
NATALIA ASPESI
SU, coraggio, non è un affronto al tricolore inteso come Italia e neppure alla nostra millenaria cultura intesa
come cinema. Nessun nostro film in concorso né fuori concorso al Festival ufficiale di Cannes! A PAGINA
46 CON SERVIZI DI FINOS E PUTTI SU, coraggio, non è un affronto al tricolore inteso come Italia e
neppure alla nostra millenaria cultura intesa come cinema. Nessun nostro film in concorso né fuori
concorso al Festival ufficiale di Cannes! Forse, e non per la prima volta, meglio così. L'anno scorso furono
invitati tre nostri giganti, Sorrentino, Moretti, Garrone, il meglio della nostra produzione, e nessuno si prese
una Palma o una Palmetta; il che, se uno è permaloso, è quasi peggio che non essere invitati. Non ci sono
neppure film cinesi o giapponesi, che di solito debordano da ogni festival, quindi non siamo i soli in castigo.
I più positivi dicono che i film importanti non sono finiti oppure che i nostri produttori hanno preferito
trattenerli per la Mostra di Venezia, altri che forse ci contavano tacciono elegantemente: si aspetta che
qualche personalità politica che non va mai al cinema gridi all'invidia e alla superbia dei francesi; che infatti
di film i concorso ne hanno quattro, di registi apprezzati come Olivier Assayas, Nicole Garcia, Bruno
Dumont, già vincitore di due gran premi della giuria a Cannes e il temuto Alain Guiraudie, nel 2013 vincitore
della sezione Un certain regard, con Lo sconosciuto del lago, ricco di simpatici accoppiamenti gay con
delitto. L'ultimo premio a un film italiano, il Festival l'ha assegnato nel 2014 non a un venerato autore, ma
alla giovane e semisconosciuta Alice Rohrwacher e al suo rustico film Le meraviglie ,protagonista la sorella
Alba. I brusii che alimentano il nostro mondo cinematografico avevano puntato su un altro Maestro, Marco
Bellocchio, che ha terminato Fai bei sogni da un romanzo di successo di Gramellini. È seguito un fastidioso
silenzio. Ma alla fine nella sezione Un certain regard, che comunque elargisce premi, è entrato Pericle il
nero, storia di camorristi che piace sempre, diretto da Stefano Mordini, prodotto da Valeria Golino,
protagonista Riccardo Scamarcio. E La pazza gioia di Paolo Virzì, che racconta appunto la gioia di signore
pazze, si vedrà alla Quinzaine des réalisateurs. Per chi ama il cinema è importante che un festival
proponga bei film anche coreani e rumeni, che magari non troverebbero altra strada per farsi conoscere.
Quasi tutti quelli in concorso sono di autori che già hanno vinto a Cannes, come i belgi fratelli Dardenne,
due Palme d'Oro e un gran premio della giuria, l'inglese Ken Loach e il romeno Cristian Mungiu, una Palma
d'oro a testa.
I nostri ex-premiati non avevano film pronti. Comunque ci saranno i beniamini delle folle colte, come gli
americani Woody Allen (fuori concorso), e Jim Jarmusch, lo spagnolo Pedro Almodóvar, il sudcoreano Park
Chan-Wook, quelli delle più minuscole folle dei cineavventati, come il filippino Brillante Mendoza, e l'inglese
Andrea Arnold, anche loro già premiati in passato.
E noi italiani, a Venezia! Si spera, non per patriottismo ma per talento.
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UN FESTIVAL IN SALSA FRANCESE
15/04/2016
Pag. 46
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Cannes senza Italia
Mondanità e impegno la Croisette si affida ad Almodóvar e Penn e dimentica i nostri film I nuovi lavori di
Paolo Virzì e di Claudio Giovannesi potrebbero essere nella Quinzaine des Réalisateurs
LAURA PUTTI
PARIGI IL MANIFESTO con Villa Malaparte a Capri faceva ben sperare. E invece il cinema italiano non
sarà nella "Compétition" della sessantanovesima edizione del Festival di Cannes (11-22 maggio)
presentata ieri in un cinema sui Campi Elisi dopo aver ospitato sullo stesso palco la protesta degli
intermittenti dello spettacolo contro la discussa legge El Khomri sul lavoro. Dopo la grande abbuffata
dell'anno scorso - con Garrone, Moretti e Sorrentino - dovremo accontentarci di un film in concorso nella
selezione del Certain regard - Pericle il nero di Stefano Mordini - e di un documentario nelle "Séances
Spéciales" - L'ultima spiaggia firmato a quattro mani dal greco Thanos Anastopoulos e dal nostro Davide
Del Degan - infine di un corto di Laura Samani nella "Cinéfondation". Sperando nel nuovo Virzì e in Claudio
Giovannesi nella "Quinzaine des Réalisateurs" la cui lista verrà annunciata martedì. Il regolamento esclude
i film usciti in sala, quindi i casi della stagione italiana Lo chiamavano Jeeg Robot e Perfetti sconosciuti non
potevano essere presi in considerazione. Eppure il manifesto tratto da Il disprezzo di Godard - Michel
Piccoli che sale il tetto-scalinata dell'edificio di Adalberto Libera - e il primo annuncio del delegato generale
Thierry Fremaux - «In selezione ufficiale saranno quarantanove film da ventotto paesi» - ci avevano
regalato l'illusione di essere presenti in un'unione cinematografica a ventotto come quella europea. Molta
Europa, infatti, poco Oriente (solo il coreano Park Chan-wook), ma niente Italia questa volta in serie A. «Ci
sono anni così», cerca di consolarci il delegato.
In un festival che si annuncia mondano e pieno di star sarà Café Society di Woody Allen, fuori concorso,
ad aprire i giochi. Infranta la tradizione del film di chiusura: «Proietteremo il vincitore», Fremaux ha anche
annunciato una sala a cinquecento posti per il 2019. Tra i quattro film fuori concorso Money Monster di
Jodie Foster e Il gigante buono di Steven Spielberg. Il quale ha detto a Fremaux «Mi farebbe piacere venire
al festival» ed è stato accontentato. Nel concorso ufficiale quattro francesi: Olivier Assayas di nuovo con
Kristen Stewart, ma senza Binoche la quale sarà nel film di Bruno Dumond accanto a Fabrice Luchini e
Valeria Bruni Tedeschi; poi Alain Guiraudie e Nicola Garcia. C'è il ritorno di Pedro Almodóvar con l'all
women Julieta; la prima volta dopo anni di un film tedesco con la giovane Maren Ade, «e sono sicuro che
Wenders e Schloendorff mi faranno i complimenti» ha detto Fremaux.
Le conferme: i fratelli Dardenne, Ken Loach che ha infranto la promessa di non girare più, Jim Jarmusch
presente anche fuori concorso con un documentario su Iggy Pop e Stooges, Sean Penn con una storia
d'amore tra Charlize Theron e Javier Bardem nell'Africa delle ong, Paul Verhoeven che torna dopo quattro
anni, il filippino Brillante Mendoza, l'americano Jeff Nichols, i due rumeni Cristian Mungiu e Cristi Puiu, e il
giovane canadese Xavier Dolan. Terza regista del concorso è l'inglese Andrea Arnold; per il Brasile Kleber
Mendonça, produzione danese-americana per Nicolas Winding Refn. Il suo The neon demon è un horror
cannibale nell'ambiente delle modelle.
IN GARA SEAN PENN L'attore e regista americano porta in concorso "The Last Face". Protagonista
Charlize Theron PEDRO ALMODÓVAR Il cineasta spagnolo porta sulla Croisette "Julieta" con Emma
Suárez e Adriana Ugarte
Foto: DAL 2007 Nel 2007 l'ultima edizione senza italiani in lizza per la Palma d'Oro. Sul manifesto 2016 "Il
disprezzo" di Jean-Luc Godard girato a Capri
ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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R2 SPETTACOLI / L'11 maggio Woody Allen con "Café society" apre la 69esima edizione del Festival
15/04/2016
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Mordini in gara al Certain Regard "Il mio Pericle in fuga per la libertà"
ARIANNA FINOS
ROMA. Pericle il nero di Stefano Mordini è nella sezione Un certain regard. «Siamo felici, dopo tutto il
lavoro fatto», sospira felice il regista, mentre finisce il missaggio negli studi romani in via Margutta.
Rispetto al romanzo di Giuseppe Ferrandino avete spostato l'azione in Nord Europa, tra il Belgio e la
Francia.
«Sì. Il film è un noir esistenziale, la storia di un uomo in fuga, ma anche la costruzione di una persona.
Pericle, scagnozzo di un boss di camorra, nel viaggio si libera dalla soggezione verso il suo capo, scopre
ciò che non aveva capito della sua vecchia famiglia e ne trova un'altra che lo accetta per ciò che è».
Riccardo Scamarcio è il protagonista assoluto del film.
«Non solo, direi che ne è l'anima. L'ha prodotto, ci ha messo tutta la sua energia. Il film respira della sua
capacità di vedere il cinema, oltre che di interpretarlo».
Secondo lei perché il film è stato scelto? «Perché si è preso i suoi rischi e ha una sua profonda onestà».
Tra i suoi film "Provincia meccanica", "Acciaio" e documentari.
«Sono nato nel documentario. Sono cresciuto quando fare film costava molto, gli unici finanziamenti
nascevano da Roma. L'avanzata del digitale ha offerto la possibilità di uno sguardo più libero, perché i
mezzi te lo permettevano, a questo tipo di racconto. La mia generazione si è formata con quella libertà, che
ha riportato nel cinema di finzione. Oggi la forma è scelta solo in base alla storia da raccontare».
Foto: Il regista Stefano Mordini
ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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R2 SPETTACOLI / L'INTERVISTA
15/04/2016
Pag. 31
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ALBERTO BARBERA
Neanche un film italiano in concorso a Cannes e per chi - come me - le pellicole prodotte nel nostro Paese
le vede praticamente tutte, o quasi, non è una vera sorpresa. L'anno scorso in gara per la Palma d'oro
c'erano Garrone, Moretti e Sorrentino, ma era piuttosto quella l'eccezione, non questa. È il caso di dire che
qualche rondine non fa primavera, e le rondini in questo caso sono l'Oscar di Paolo Sorrentino, o il Leone
d'oro e poi l'Orso d'oro di Gianfranco Rosi. Il fatto che gli autori italiani in grado di confrontarsi con il
mercato internazionale sono ancora pochi, né possiamo pretendere che tutti facciano un film l'anno. Il
nostro cinema vive una crisi di sovrapproduzione: sino a qualche anno fa, erano non più di 120 i film
prodotti annualmente, oggi siamo intorno ai 260. Il numero delle produzioni è più che raddoppiato, non così
le risorse complessive del sistema, e non sono più di 70-80 i titoli che poi riescono a uscire in sala.
Nell'epoca d'oro del nostro cinema, gli Anni 60 e 70, se ne realizzavano tra i 300 e i 400, ma quella era
un'industria che funzionava, con una qualità media molto più alta. Oggi assistiamo a un'inversione di
tendenza, che per certi aspetti ricorda il periodo buio degli Anni 90, dal quale il cinema italiano era venuto
fuori investendo prima di tutto sulla qualità. Che cosa è successo? Il digitale ha tagliato i costi, oggi si può
fare un film investendo poche decine di migliaia di euro. Ma non è abbassando i costi di produzione,
riducendo il numero delle settimane di ripresa o risparmiando sulle sceneggiature che si riesce a competere
con gli standard internazionali. Ben abituato dai prodotti dell'industria cinematografica hollywoodiana, il
pubblico odierno ha giustamente aspettative di qualità molto alte. E non sempre il cinema italiano è in grado
di soddisfarle. Ne è un segno la crescente disaffezione nei confronti dei nostri film, scesi dal 40% degli
incassi complessivi di qualche anno fa a meno del 20% dell'anno scorso. Non bastano le felici eccezioni di
Checco Zalone e di qualche commedia riuscita come Perfetti sconosciuti per modificare il quadro
complessivo. Senza contare che la maggior parte dei film prodotti oggi in Italia sono commedie. Ma,
paradossalmente, la commedia è il genere che «comunica» meno facilmente, passando da un Paese
all'altro. Per questo sembra che i festival amino poco le commedie: perché l'umorismo da cui sono
alimentate è spesso poco comprensibile fuori dai confini nazionali. Manca oggi al cinema italiano il prodotto
medio, quello che costituiva l'ossatura del grande cinema italiano, sostenuto da sceneggiatori, attori e
registi di grandissima qualità. Non è un problema solo nostro, ma europeo, con la parziale eccezione di
Francia e Gran Bretagna: quanti film spagnoli abbiamo visto recentemente, a parte quelli di Almodovar? O
tedeschi? La grande speranza di rilancio del cinema italiano è oggi affidata alla nuova legge per il cinema,
la prima di sistema dal 1982, che metterà a disposizione molte più risorse, assegnate con regole e modalità
differenti. Funzionerà come uno stimolo straordinario a ripartire su basi diverse, puntando a prodotti nuovi e
alzando la qualità complessiva. E allora la normalità non sarà più il Cannes di quest'anno, ma quello
dell'anno scorso. *Direttore della Mostra del cinema di Venezia [Testo raccolto da Piero Negri]
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"Nessuna sorpresa, l'eccezione era il tris dell'anno scorso"
15/04/2016
Pag. 1
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A Cannes sfida tra grandi star ma i film italiani restano esclusi
Gloria Satta
Satta a pag. 33 Niente italiani in corsa per la Palma d'oro. Al 69mo Festival di Cannes (11-22 maggio)
l'orgoglio tricolore potrà palpitare soltanto per un film in competizione al Certain Regard: il "noir
esistenziale" Pericle il nero ispirato all'omonimo romanzo di Ferrandino (Adelphi), diretto da Stefano
Mordini, interpretato da Riccardo Scamarcio e prodotto da Valeria Golino. Rimane deluso chi si aspettava
di ripetere l'exploit del 2015, quando tre big come Moretti, Sorrentino e Garrone vennero invitati in concorso
(ma alla fine rimasero a mani vuote): proprio l'eccezionalità di quella edizione azzera ora le polemiche per
l'assenza di italiani in concorso. «Quest'anno è andata così, ma l'Italia rimane nel nostro cuore anche se ha
una presenza meno forte sulla Croisette», spiega il direttore del festival, Thierry Fré
maux. Ci rifaremo alla Quinzaine des Réalisateurs dov'è certa la presenza del nuovo film di Paolo Virzì, La
pazza gioia con le formidabili protagoniste Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi, e pare anche
quello di Claudio Giovannesi, Fiore , interpretato da Valerio Mastandrea. Mentre alla Semaine de la Critique
potrebbe sbarcare I tempi felici verranno presto di Alessandro Comodin.
IN GARA Ma, esclusa l'Italia, chi correrà per la Palma d'oro? Il cartellone 2016, presentato a Parigi da
Frémaux e dal presidente del Festival Pierre Lescure, mescola maestri e new entry per un totale di 20 titoli:
«Per sceglierli abbiamo visionato 1869 film», rivela il direttore, «che rappresentano un cospicuo aumento
rispetto agli altri anni: grazie al digitale, si produce di più. E mettendo in cartellone nomi nuovi, ci siamo
presi volentieri il rischio di scommettere sugli autori di domani». Il concorso ospita ritorni molto attesi: Pedro
Almodóvar con Julieta , potentissima storia di donne, Paul Verhoeven con Elle interpretato da una Isabelle
Huppert più sulfurea che mai, l'enfant prodige danese Nicolas Winding Refn con l'horror "cannibalico" The
Neon Demon (prodotto dai Lucisano), Bruno Dumont con Ma loute, gli immancabili Dardenne con La fille
inconnue , Xavier Dolan con Juste la fine du monde , Jim Jarmusch con Paterson , Kean Loach con il
dramma sociale I, Daniel Blake, Sean Penn con The Last face con Charlize Theron e Javier Bardem nel
ruolo di due medici umanitari. Massiccia la presenza francese: a parte Dumont concorrono Olivier Assayas
con Personal Shopper , Nicole Garcia con Mal de pierre (ispirato al romanzo Mal di pietra di Milena Agus),
Alain Guiraudie con Rester Vertical . "Sparata" di grandi nomi anche fuori concorso: oltre a Woody Allen
che apre il Festival con Café Society («sta a Cannes come Molière sta alla Comédie Française», ha
spiegato Frémaux), la Croisette ospiterà l'anteprima
mondiale del nuovo film di Steven Spielberg Disney's The Big Friendly Giant (verrà distribuito da Medusa il
1 gennaio 2017), Money Monster di Jodie Foster sugli scandali finanziari, The Nice Guys di Shane Black
mentre le affollatissime proiezioni di mezzanotte potranno contare su Gimme Danger di Jimi Jarmusch e
Bu-San-Haeng del coreano Yeon Sang-Ho.
RED CARPET Si prevede un red carpet incandescente grazie all'alto tasso di divi. Si attendono tra gli altri
George Clooney, Ryan Gosling, Julia Roberts, Russel Crowe, Keanu Reeves, Elle Fanning, Christina
Hendricks, Jesse Eisenberg, Marion Cotillard, Vincent Cassel, Gaspar Ulliel, Fabrice Luchini, Juliette
Binoche. E Kristen Stewart, già definita la «regina del festival» perché appare in due film ( Café Society e
Personal Shopper ). L'apertura e la premiazione verranno condotte dall'attore francese Laurent Lafitte e per
la prima volta non ci sarà il film di chiusura: verrà proiettato il vincitore della Palma d'oro. E, dopo gli
attentati degli ultimi mesi, la Croisette verrà blindata da misure di sicurezza mai viste.
I film in concorso Germania Spagna Regno Unito Francia Belgio Canada Francia Francia Francia USA
Brasile Regno Unito Filippine Romania USA Sud Corea USA Romania Olanda Danimarca Toni Erdmann
Julieta American Honey Personal Shopper La Fille inconnue Juste la fin du monde Ma loute Mal de pierres
Rester verical Paterson Aquarius I, Daniel Blake Mà Rosa Bacalaureat Loving Agassi - The Handmaiden
ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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Il festival
15/04/2016
Pag. 1
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tiratura:152668
ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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The last face Sierranevada Elle The neon demon Maren Ade Pedro Almodovar Andrea Arnold Olivier
Assayas Jean-Pierre e Luc Dardenne Xavier Dolan Bruno Dumont Nicole Garcia Alain Guiraudie Jim
Jarmusch Filho Kleber Mendonca Ken Loach Brullante Mendoza Cristian Mungiu Jeff Nichols Chan-Wook
Park Sean Penn Cristi Puiu Pierre Verhoeven Nicolas Winding Refn
Foto: LA STAR Charlize Theron e sotto Isabelle Huppert
15/04/2016
Pag. 33
diffusione:116159
tiratura:152668
Scamarcio "manovale" del crimine E la Golino produttrice sarà in giuria
Gl. S.
«Sono molto contenta di tornare a Cannes, al Certain Regard, con il film diretto da Mordini e interpretato da
Scamarcio», dice Valeria Golino, «mi rendo conto che siamo noi a rappresentare l'Italia ed è un grande
onore, ma sono stupita che Bellocchio non sia in concorso». Pericle il nero è la nuova produzione della
Buena Onda, la società fondata dall'attrice con Scamarcio e Viola Prestieri. E per la seconda volta Valeria
partecipa al Certain Regard: la prima fu nel 2013, con la sua opera prima da regista Miele che sulla
Croisette ebbe un "battesimo" all'insegna degli applausi del pubblico e delle ottime critiche internazionali.
Tanto è amata dal Festival, l'attrice, che sarà accanto a Jodie Foster nella giuria principale, guidata dal
regista australiano George Miller (l'annuncio verrà dato la prossima settimana). Ma per il momento tutti gli
occhi sono puntati su Pericle il nero , unico titolo italiano in concorso, sia pure non per la Palma d'oro, che
verrà distribuito nelle sale da Bim il 12 maggio. Per il regista tenere alto l'orgoglio patriottico è una bella
responsabilità: «Lo so, ed è anche un grande privilegio», dice Stefano Mordini, 47 anni, al terzo film dopo
Provincia meccanica e Acciaio. Portando sullo schermo il romanzo di Giuseppe Ferrandino, successo
Adelphi nel 1998 (e "caso" letterario in Francia con Gallimard), è riuscito nell'impresa che aveva visto fallire
altri registi prima di lui, perfino Abel Ferrara, e che oggi ha coinvolto produttivamente anche i fratelli
Dardenne e RaiCinema. Mordini ha spostato l'azione da Napoli a Pescara, a Liegi e a Calais dove
convergono i migranti decisi a sbarcare in Inghilterra. Ma non ci sono agganci immediati all'attualità che
riempie oggi le prime pagine di tutta Europa. FOSCO Codino e sguardo truce, Scamarcio affronta uno dei
personaggi più foschi della sua carriera: Pericle Scalzone detto il Nero. È un "manovale" del crimine al
servizio di un camorrista emigrato in Belgio, ma durante una spedizione punitiva commette un grave errore
e determina la propria condanna a morte. Fuggirà in Francia, dove incontrerà una donna (interpretata da
Marina Foïs) che lo accoglie senza giudicare il suo passato. L'uomo scopre così la possibilità di
intraprendere una nuova esistenza, capire la propria identità e diventare finalmente, «rocambolescamente»
un uomo. Il regista definisce il film un «noir esistenziale», ma anche «una storia di riscatto».
Foto: Scamarcio nel film
ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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L'INCONTRO
15/04/2016
Pag. 1
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tiratura:143225
Ucciso dal fumo? Colpa dello Stato (e del cinema)
Luca Fazzo
La colpa è dei film, della tv e pure delle tribune elettorali sempre invase di fumo. E dello Stato. Antonio
Scippa morì a 54 anni dopo essersi fatto due pacchetti di Marlboro al giorno. Ora la Corte d'appello di
Milano stabilisce che i responsabili sono l'Ente italiano tabacchi (i monopoli di Stato) e tutto il contesto dalla tv alla politica appunto - che lasciava intendere che le bionde non fossero un pericolo. E scatta il
risarcimento. a pagina 16 Colpa di Hollywood, dei duri alla Bogart sempre con la sigaretta in bocca; colpa
dei politici delle tribune elettorali degli anni Settanta, pronti ad azzuffarsi in una nuova di fumo grigio; e
colpa soprattutto dell'industria del tabacco, che fino a quando non vi fu costretta per legge si guardò bene
dall'avvisare i consumatori del rischio esiziale cui li esponeva il vizio della nicotina. Antonio Scippa aveva
iniziato a fumare a quindici anni, e morì a 54, dopo essersi fatto due pacchetti di Marlboro ogni giorno che
Dio mandava in terra. E ora la Corte d'appello di Milano stabilisce che di quella morte furono responsabili i
signori del business tabagista: l'Ente Italiano Tabacchi, ovvero la manifattura di Stato, passata nel 2004 (lo
stesso anno in cui Scippa moriva), nelle mani della British American Tobacco. E agli eredi viene
riconosciuto un megarisarcimento di 776mila euro, che con gli interessi sfiorerà il milione. É una condanna
che va in controtendenza rispetto a sentenze che in varie parti d'Italia hanno equiparato la morte da fumo a
un lento, consapevole suicidio, attuato in piena libertà. Se ti rovini i polmoni con due pacchetti di «rosse» al
giorno, avrebbero risposto in sostanza quelle sentenze ai familiari di Scippa, con che coraggio chiedi poi i
danni? Sulla stessa linea si era mossa la difesa del colosso inglese: che il fumo uccidesse lo si sapeva già
fin dal 1991, quando per legge l'avviso venne stampato su ogni pacchetto. Invece no, dice la sentenza
scritta dal giudice Giovanni Battista Rollero. Soprattutto tra i più giovani, tra i meno colti, il fascino della
sigaretta era reso invincibile dai due grandi mezzi di persuasione di massa: il cinema e la televisione. É
vero, gli articoli di stampa mettevano in guardia sui pericoli: ma sull'altro piatto c'era «l'impatto profondo che
su intere generazioni di giovani (e non solo) hanno esercitato grandi produzioni cinematografiche, che
hanno reso "immortali" personaggi per i quali la sigaretta, penzolante ad un angolo della bocca o tenuta
elegantemente in una mano oppure la pipa o il sigaro erano parte essenziale del "costume di scena"». In
una nota a margine, la sentenza fa anche degli esempi: «Clark Gable in Via col Vento (1939), Basil
Rathbone in Le avventure di Sherlock Holmes ed ovviamente l' Humphrey Bogart di Casablanca (1942) e
La regina d'Africa (1951) come James Dean di Gioventù bruciata (1955) ed anche un personaggio
femminile, come la Rita Hayworth di Gilda (1946); venendo alle produzioni del periodo in cui il nostro sig.
Scippa iniziò a fumare e si assuefece al fumo, come non pensare a L'appartamento di Billy Wilder (1960)
ed a Lo spaccone (1961) in cui le sigarette fumate incessantemente da Paul Newman e dal suo avversario
Minnesota Fats sono, non meno delle stecche da biliardo, oggetti di scena essenziali alla rappresentazione
dell'ambiente in cui si svolge la storia; e per rimanere a Paul Newman (peraltro morto di cancro ai polmoni
nel 2008), si pensi al personaggio interpretato ne La stangata (1973)». Per non parlare dei «programmi
televisivi dell'epoca che qui maggiormente rileva, quegli anni Sessanta e Settanta in cui le trasmissioni di
propaganda elettorale ed i dibattiti fra gli esponenti dei vari partiti (le Tribune politiche in quegli anni assai
seguite), si svolgevano generalmente tra persone che dopo breve tempo si ritrovavano avvolte in una
densa nuvola di fumo, creata dalle sigarette o dalle pipe che quasi tutti fumavano, senza preoccupazione
alcuna né per la propria salute né per il messaggio che la loro immagine pubblica trasmetteva». Insomma: il
fascino della sigaretta era poderoso. Ed era compito dei produttori combatterne la sudditanza, mettendo
sull'avviso i consumatori. Non accadde, e per questo British American Tobacco deve pagare.
Tabagisti da film LO SPACCONE GILDA CASABLANCA
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SENTENZA STORICA
15/04/2016
Pag. 1
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Foto: TRA FICTION E REALTÀ A sinistra una fumatrice in alto locandine di film
ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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15/04/2016
Pag. 33
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Da Julia Roberts a George Clooney, annunciata una grande passerella. Scamarcio in «Certain regard»
FUORI CONCORSO Spielberg presenterà «GGG» e Jodie Foster «Money Monster»
Cinzia Romani
E adesso Fai bei sogni , il film di Marco Bellocchio dato per certo sulla Croisette, allude a un certo
struggimento del cinema italiano, quest'anno assente da Cannes 69. Impossibile ripetere la tripletta 2015,
con Garrone-Moretti-Sorrentino in gara. Giochi al via dall'11 al 22 maggio. Pazienza: sulla Costa Azzurra il
tricolore sarà tenuto su da Riccardo Scamarcio, pronto a sfilare nella sezione Un Certain Regard con
Pericle il Nero , film drammatico di Stefano Mordini, dove la coppia Golino&Scamarcio, impegnata
nell'adattamento del romanzo di Giuseppe Ferrandino edito da Adelphi, verrà riunita per la gioia dei
paparazzi. Tolto il dente a les italiens , comunque presenti in giuria Valeria Golino e Gianfranco Rosi
affiancano il presidente George Miller -, il direttore artistico (in partenza) Thierry Frémaux liquida la
faccenda: «L'Italia è nel nostro cuore. L'anno scorso c'erano tre film in concorso, quest'anno ce n'è uno in
Un Certain Regard e nessuno in concorso». Amen. La nostra produzione non è stata delle migliori e i
selezionatori, che hanno visto 1869 lungometraggi, per selezionarne 49 di 28 paesi, operano per il meglio.
Si preannuncia una kermesse densa di buoni film e vere celebrità, da Julia Roberts a George Clooney.
Sarà perché in gara figurano venerati maestri come i fratelli Dardenne, con La Fille Inconnue e come il
rosso Ken Loach (Palma d'Oro a Cannes 2006), che a 79 anni torna con I, Daniel Blake , storia d'un
carpentiere alle prese con il welfare. Anche Olivier Assayas è assiduo del festival, dove gareggia con
Personal Shopper , di nuovo appaiato all'attrice Kristen Stewart, vincitrice d'un César nel 2014 con Sils
Maria , diretto da lui. La Stewart, lesbo-paladina, recita pure nel film d'apertura Café Society di Woody
Allen, fuori competizione come l'atteso, The Nice Guys , romanzo criminale con Russell Crowe e Ryan
Gosling. Tra i veterani, Pedro Almodovar, che dopo lo scandalo dei Panama Papers ha annullato la
promozione del suo nuovo film, Julieta , incentrato sul suo tema-feticcio: i rapporti madre-figlia. Incontrare
la stampa non gli va, ma competere per la Palma d'Oro, cinque anni dopo La pelle che abito , sì. Magari, il
regista spagnolo ci ripensa. Altro titolo intrigante è Loving dell'americano Jeff Nichols, dove Ruth Negga e
Joel Edgerton formano una coppia che combatte i pregiudizi razziali nei Cinquanta Usa. Un gradito ritorno è
quello del regista danese Nicolas Winding Refn ( Drive e Solo Dio perdona ), che concorre con The Neon
Demon , horror di supermodelle-vampiro, nella Los Angeles contemporanea: faranno scalpore Elle Fanning
e Christina Hendricks come eleganti succhiasangue vestite per uccidere. Sean Penn porta il suo quinto film
da regista, The Last Face , dramma sociale che mostra Javier Bardem e l'ex-fidanzata di Sean, Charlize
Theron, impegnati in Africa come volontari. Per la seconda volta in competizione, il 27enne francocanadese Xavier Dolan sfila con It's Only the End of the World , che promette bene con Vicent Cassel, Léa
Seydoux e Marion Cotillard mentre Paul Verhoeven infila Isabelle Huppert in Elle , thriller tra videogiochi e
rapimenti. Riecco l'eterno ribelle Jim Jarmush, che ha un film in gara, Paterson , con Adam Driver, e un
documentario su Iggy Pop, Gimme Danger nella sezione mezzanotte. E le donne? Quest'anno, in gara
figurano tre registe, numero relativamente alto per un festival al maschile. Si tratta di Andrea Arnold, che
firma American Honey , con Shia LaBeouf nel ruolo d'un commerciante che ama coca&party; della francese
Nicole Garcia, che con Mal de Pierres parla della seconda guerra mondiale e della tedesca Maren Ade, il
cui Toni Erdmann mostra un padre che educa la figlia al senso dell'umorismo. L'Asia fa la sua parte col
filippino Brillante Mendoza ( Ma'Rosa ) e il sudcoreano Park Chan-wook ( Agassi ), mentre l'unico
sudamericano in gara è Kleber Mendonça Filho ( Aquarius ). Anche i titoli fuori competizione sono ghiotti:
da Il gigante gentile , fantasy di Steven Spielnerg ispirato al libro di Roald Dahl a Money Monster di Jodie
Foster.
ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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Cannes stellare Ma nessun italiano scelto per la gara
15/04/2016
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HABITUÉ DELLA CROISETTE
Tra i registi Almodovar Loach, Penn, Assayas
IN COSTA AZZURRA
La kermesse si terrà dall'11 al 22 maggio
Foto: PIOGGIA DI STAR Sopra, in senso orario da sinistra, Julia Roberts, nel cast di «Money Monster»,
diretto da Jodie Foster (nella foto al centro). Ryan Gosling protagonista di «The Nice Guys» e Steven
Spielberg che presenta fuori concorso il suo film fantastico «GGG - Il grande gigante gentile»
15/04/2016
Pag. 29
diffusione:45501
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CANNES STA BENE SENZA ITALIANI
Nessun nostro film in lizza per la Palma. Ma è un'abbuffata di cinema
GIORGIO CARBONE
Tra meno di un mese parte Cannes. E il direttore in carica, Thierry Fremaux ha annunciato il cartellone con
compiaciuto trionfalismo, scevro da qualche efferatezza. L'efferatezza non riguarda l'esclusione dell'Italia
dalla corsa alla Palma (anche se è la prima volta che succede in quasi settant'anni di vita della Mostra)
quanto le motivazioni dell'esclusione. L'assenza bilancerebbe la massiccia presenza dello scorso anno
(Moretti, Sorrentino e Garrone in corsa per il Palmares). Ma che vuol dire? Che se hai qualche buon film a
portata di mano (l'ultimo di Bellocchio era dato per sicuro) ci rinunci per una questione di bilancino? Tanto
più che (a pensar male ci si azzecca sempre) Fremaux non ha rinunciato a rovesciare sulla rassegna ben
tre film di produzione transalpina (del trio solo su Personal chopper di Olivier Assayas saremmo disposti a
scommettere). Bene. Fin qui ha parlato (cioè scritto) l'italiano vero. Che però passa ora la parola
all'appassionato di cinema. Il quale, cartellone alla mano, non può non constatare che ilCannes 2016
promette di essere un festival coi cotiledoni. Tanto da passare subito la raccomandazione agli altri
appassionati. Se avete tempo e soldi andate sulla Croisette nei giorni centrali di maggio e non dovreste
pentirvi. Perché i selezionatori sembrano aver ramazzato tutto o quasi il top sul mercato, lasciando
presumibilmente le briciole alle Mostre che verranno. Che diamine. Tanto per gradire, il festivalone spara
nella prima serata Cafè society l'ultimo Woody Allen , rievocazione della Hollywood del tempo più aureo, gli
anni 30 (fuori concorso certo, quel gran coniglio di Woody non si mette mai in gioco). E sempre per gradire,
Il gigante gentile di Spielberg trasposizione della favola di Roald Dahl. Gli appassionati del giallo avranno
Nice Guys con Ryan Gosling e Ma loute con Fabrice Luchini e anche se confinata in una collaterale - la più
volte annunciata (ma solo ora realizzata) trasposizione di Pericle il nero di Ferrandini (con Riccardo
Scamarcio nel ruolo del killer pentito). Poi non mancheranno (e quando mai Cannes se li è fatti mancare?) i
santoni della Mostra , quelli che non disertano mai a costo di andarli ad acquistare a scatola chiusa. Chi si
sentirebbe di escludere un Pedro Almodovar , anche se un don Pedro più cupo, corrucciato, iettatorio del
solito? Julieta è la storia di una donna vista in due fasi della sua vita. Giovane esuberante golosa di vita, e
poi trent'anni dopo, vecchia disperata, oltre l'orlo della crisi di nervi (diciamo pure del suicidio). Nessuna
forza al mondo potrebbe impedire ai selezionatori cannensi di mandare in rassegna l'ultimo Ken Loach (non
ho mai capito se perché molto bravo o molto comunista, o tutt'e due). In I, Daniel Blake Ken dà fondo al
suoi indomabile marxismo prendendosela col Welfare (il Blake del titolo è un falegname che non riesce a
farsi tutelare dalla previdenza). E i fratelli Dardenne ? I valloni più bravi a far del cinema ci propongono
stavolta un problema morale. In La fille inconnue una dottoressa si libera sbrigativamente di una ragazza
che ha chiesto aiuto. Qualche giorno dopo la fanciulla è trovata morta. La polizia archivia velocemente. Ma
la dottoressa no. E abbandona ogni altro punto di riferimento (famiglia e pazienti) per andare alla ricerca del
passato della disgraziata. Sempre tra gli inevitabili non poteva mancare un'opera di Olivier Assayas che in
patria giudicano tra i primi dieci (e per una volta il giudizio ci trova pienamente d'accordo). Con Personal
Chopper Olivier mira alto. Fare un thriller sul mondo della moda parigina. Un sogno che Antonioninon riuscì
mai a realizzare e che Robert Altman realizzò male. Ma Assayas forse ce la farà. Magari non è in grado di
raggiungere le vette dei precedenti. Ma non incapperà negli errori che han mandato in vacca non pochi film
dei grandi di cui sopra. E per chiudere un bel ritorno, quello di Paul Verhoeven il regista olandese che
trionfò a Hollywood negli anni 90 ( Basic Insinct , Atto di forza , il primo Robocop ). Tornato in
patria,Verhoeven aveva ridotto l'attività. Ora riappare con un thriller, Elle , costruito sul fascino gattesco di
Isabelle Huppert che potrebbe essere un momento forte del festival. La protagonista è una donna in
carriera che viene violentata da un bruto. La sua vita è spezzata? Macché, appena può lei si mette in
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La kermesse francese
15/04/2016
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caccia e spezza quella del bruto.
Foto: TUTTO IL MEGLIO
Foto: A fianco, Riccardo Scamarcio in «Pericle il nero». Sopra Woody Allen sul set di «Café Society»
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Cannes, quest ' anno non perdiamo: italiani tutti fuori concorso
Parola di Ghezzi " Poco male, a vedere il programma il Festival sarà un mix odioso di film eccentrici, grandi
maestri e terzomondismi, come al solito "
FEDERICO PONTIGGIA
Nessun italiano in Concorso al Festival di Cannes. Dopo il tridente Garrone-Moretti-Sorrentino dell ' anno
scorso, dall ' 11 al 22 maggio non ci sarà alcun film tricolore a correre per la Palma d ' Oro: se non altro,
non rischiamo di perderla di nuovo. Forte dell ' averci concesso l ' eccezionale - ma sterile - abbuffata di
Tale of Tales, Mia madre e Youth , il delegato generale Thierry Fremaux dodici mesi più tardi ha avuto
buon gioco a ignorare i pretendenti italiani: su tutti, Fai bei sogni di Bellocchio (dal romanzo di Massimo
Gramellini), poi Le confessioni di Andò, quindi Due di Kim Rossi Stuart, Sole, Cuore, Amore di Daniele
Vicari e Indivisibili di Edoardo De Angelis. NON VI HA TROVATO, forse, il capolavoro che cercava o
almeno quel film capace per coraggio poetico, radicalità stilistica o scandalose promesse di guadagnarsi un
posto al sole. Enrico Ghezzi, critico e saggista, non ne fa una tragedia: " Se ci siano tanti, pochi o nessun
italiano, è l ' ultima mia preoccupazione. Più interessante è vedere le idee politico-sociologiche della
selezione: il solito mix odioso di film eccentrici, grandi maestri e terzomondismi, questo è Cannes " . Ma
volendo provare a spiegare il nostro digiuno forzato? Ghezzi ha un ' idea raffinata: " Manca, evidentemente,
un film sulla linea de La grande o oltre a Café Society di Allen in apertura - arriva fuori concorso con The
BFG (Il gigante gent ile) di Steven Spielberg, tratto da Roald Dahl e interpretato dal fresco premio Oscar
Mark Rylance. NEL MUCCHIO, Ghezzi mostra, e non da oggi, indifferenza per i Dardenne, un
sorprendente interesse per l ' u lt im o Allen divenuto " più cineasta e con una produttività da Anni 30-40 " e
lamenta l ' assenza del suo prediletto iraniano Amir Naderi, il cui Mountain sarà alla Mostra di Venezia. Ma
è la cornice a non tenere più il quadro: " I festival giocano carte ideologiche, sono ricattatori verso gli artisti
e, soprattutto, non indicano lo stato dell ' arte, pertanto nemmeno lo stato del cinema italiano " . La Palma
può attendere. Selezione Ufficiale: alla Quinzaine, diretta da Edouard Waintrop, si prospetterebbe - il
programma verrà svelato il 19 aprile - la doppietta La pazza gioia di Paolo Virzì, interpretato da Valeria
Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, e Fiore di Claudio Giovannesi, protagonista Valerio Mastandrea; alla
Semaine della Critiqu e , con ogni probabilità, I tempi felici verranno presto , opera seconda di Alessandro
Comodin. Tornando al cartellone ufficiale, per la Palma ecco Almodovar ( J uli eta ), Assayas ( Personal
Shopper ), i Dardenne ( La fille innocue ), Xavier Dolan ( Juste la fin du monde ), Jim Jarmusch ( P at er so
n) , Ken Loach ( I, Daniel Blake ), Nicolas Winding Refn ( The Neon Demon ), Sean Penn ( The Last Face ),
i romeni Mungiu e Puiu, mentre il grande colpo - Croisette brillerà la nostra migliore offerta attuale, quella di
Lo chiamavano Jeeg Robot e Veloce come il vento : il cinema di genere, in questo caso noir. NON È L ' U
NICO prodotto nostrano: agli Special Screenings ci sarà L ' ultima spiaggia di Thanos Anastopoulos e
Davide Del Degan, ovvero un anno, tragicomico, trascorso su una spiaggia popolare di Trieste, dove un
muro di tre metri separa gli uomini dalle donne. E Cannes non si esaurisce con la piccola bellezza, che
negli ultimi anni è il movimento del cinema italiano. Manca, ma non so se sia un male: La grande bellezza
ha sostituito il cinema, con poca intensità, e ha riempito i festival di neo-post-realismo magico " . Ma parlare
di una Cannes senza italiani tout court sarebbe sbagliato: al Certain Regard , il concorso minore del
festival, troveremo Pericle il Nero di Stefano Mordini, interpretato - e co-prodotto con Valeria Golino e i
fratelli Dardenne - da Riccardo Scamarcio. Progetto di lunga gestazione, adatta il libro (Adelphi) di
Giuseppe Ferrandino, che così inizia: " Il mio padrone è Luigino Pizza, che tutti lo chiamano così a causa
delle pizzerie... Io mi chiamo Pericle Scalzone... Di mestiere faccio il culo alla gente " . La sensazione è che
anche sulla Pillola STREGA, ECCO I 12 Resi noti i 12 semifinalisti del Premio Strega 2016. A contendersi
l'ingresso in cinquina per la finale saranno Affinati, Albinati, Campo, Funetta, Lo Iacono, Malaguti, Meacci,
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ESCLUSI Dopo le delusioni del 2015, quest ' anno niente tricolore sulla Croisette. Spazio ai nostri autori
solo nelle sezioni collaterali
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Moresco, Paolin, Romagnolo, Sermonti e Stancanelli
Foto: Giudici inappellabili Thierry Fremaux e Pierre Lescure , presidente e ad del Festival Reuters
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L'Unità
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Alberto Crespi
Nessun regista italiano in concorso al festival di Cannes: forse saltare un anno ci farà bene P. 17 Do p o l 'a
b b u f f a t a dell'anno scorso, con tre titoli in competizione, il cinema italiano si regala - si fa per dire - un
2016 di dieta: nessun film made in Italy sarà in concorso al 69esimo festival di Cannes, che si svolgerà
nella ridente località della Costa Azzurra dall'11 al 22 maggio prossimi. Ridente per tutti, ma non per l'Italia:
l'unico film annunciato ieri, in occasione della conferenza stampa di presentazione a Parigi, è Pericle il nero
di Stefano Mordini, che sarà proiettato nella sezione collaterale "Un certain régard". Il direttore del festival
Thierry Frémaux ha usato parole diplomatiche e sostanzialmente inutili: «L'Italia è sempre nei nostri cuori,
l'anno scorso c'erano tre film in competizione, quest'anno ce n'è uno in 'Un certain régard' e nessuno in
concorso». Il trionfo della tautologia per non dover confessare una verità elementare: Frémaux ha
sicuramente visto numerosi film ma non gliene è piaciuto nemmeno uno. Si era parlato di Fai bei sogni , il
nuovo film di Marco Bellocchio, ma non è andata bene: per altro il regista di Bobbio ha un rapporto piuttosto
controverso con la Croisette, visto che qualche anno fa Il regista di matrimoni venne piazzato nella stessa
sezione di Mordini - una "diminutio" abbastanza grave per un regista così importante - e Vincere , film
bellissimo, non venne premiato. C'è da dire che forse trarre un film da un libro di Massimo Gramellini non è
automaticamente una garanzia di visibilità internazionale. Una lavata di capo non fa male Sarà un bene,
sarà un male? Dicile dirlo. Al nostro cinema, ogni tanto, una buona lavata di capo non fa male. Non certo
per i cineasti in sé, ma per il tam-tam mediatico che li circonda. L'anno scorso la stampa si riempì la bocca
di frasi roboanti quando Cannes piazzò in concorso Mia madre di Nanni Moretti, Il racconto dei racconti di
Matteo Garrone e Youth di Paolo Sorrentino. Il risultato è ancora bruciante: complice una giuria
stravagante, senza giurati italiani, rimediammo zero premi zero. In seguito Youth non ha fatto l'incetta di
Oscar sulla quale alcune anime belle avevano scommesso (ricordiamo ancora, a Cannes 2015, alcuni che
dicevano: come fa Michael Caine a non vincere? Infatti...) e l'Italia ha clamorosamente sbagliato la
candidatura all'Oscar per il film straniero, mandando allo sbaraglio un film bello - Non essere cattivo del
compianto Claudio Caligari - che però non aveva alcuna chance di catturare l'attenzione dell'Academy. Il
candidato giusto era ovviamente Mia madre di Moretti, ma del senno di poi... Tutto questo ci porta a dire
che siamo contenti per Mordini (per un giovane al terzo film, "Un certain régard" è collocazione ottima) e
che in generale al nostro cinema un anno di umiltà potrebbe risultare utile. Per altro, il prossimo 19 aprile
verrà annunciato il programma della "Quinzaine des Réalizateurs", la sezione collaterale di gran lunga più
prestigiosa (che rispetto al concorso ha altra direzione, altre sale, altri selezionatori) e lì l'Italia dovrebbe
togliersi almeno una soddisfazione: da settimane si dà per sicura la partecipazione di La pazza gioia di
Paolo Virzì, con Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi, che uscirà in sala proprio durante il festival
(e se due più due fa ancora quattro, questo significherà pur qualcosa). Quest'ultima in Francia è una star
autentica, e la sua presenza dovrebbe garantire al film di Virzì un patrimonio di simpatia da non sperperare.
Più Hollywood del solito Senza Italia, che Cannes sarà? La solita. Concorso di lusso, grandi nomi, una
presenza hollywoodiana più forte del solito. Basterebbe un nome: Steven Spielberg. Qualche anno fa ha
presieduto la giuria, quindi il filo diretto con Cannes è robusto: ma non è mai scontato che un film di
Spielberg, il cineasta più potente del mondo, decida di aver bisogno di un passaggio festivaliero.
Quest'anno il suo nuovo Il gigante gentile , ispirato a un libro di Roald Dahl, passa fuori concorso così come
il nuovo Woody Allen, Café Society , che è il titolo d'apertura, e l'atteso ritorno alla regia di Jodie Foster,
Money Monster , con George Clooney. Basterebbero questi tre titoli a garantire glamour e tappeti rossi in
abbondanza. Ma dall'America arrivano anche Sean Penn e Jim Jarmusch, mentre diverse ex Palme d'oro
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Nessun regista italiano in concorso al festival di Cannes: forse saltare un
anno ci farà bene
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L'Unità
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arricchiranno il programma: i fratelli Dardenne con La fille inconnue , Ken Loach con I, Daniel Blake , il
romeno Cristian Mungiu con Bacalaureat . C'è anche il ritorno di Pedro Almodovar, che la Palma l'ha
spesso sfiorata ma è uno dei pochi grandi europei a non averla mai vinta; e va segnalata con curiosità la
presenza in concorso di Paul Verhoeven, che tanti anni fa aprì il festival all'insegna delle cosce di Sharon
Stone (il film era Basic Instinct , quanto tempo è passato) ma che da tempo non si aacciava più a queste
latitudini. Come sapete, presiede la giuria George Miller, il regista-culto di Mad Max. Aspettiamoci un
verdetto eccentrico. Cannes 2016 sarà come minimo un festival interessante. Fosse anche folle, ci
divertiremmo di più.
I TITOLI E I REGISTI Almodovar, Loach e Penn per la Palma Allen, Foster e Spielberg fuori gara
I 20 film in concorso l Toni Erdmann di Maren Ade (Germania) l Julieta di Pedro Almodovar (Spagna) l
American Honey di Andrea Arnold (Regno Unito) l Personal Shopper di Olivier Assayas (Francia) l La Fille
inconnue di Jean-Pierre e Luc Dardenne (Belgio) l Juste la fin du monde di Xavier Dolan (Canada) l Ma
loute di Bruno Dumont (Francia) l Mal de pierres di Nicole Garcia (Francia) l Rester verical di Alain
Guiraudie (Francia) l Paterson di Jim Jarmusch (Usa) l Aquarius di Filho Kleber Mendonca (Brasile) l I
Daniel Blake di Ken Loach (Regno Unito) l Ma Rosa di Brullante Mendoza (Filippine) l Bacalaureat di
Cristian Mungiu (Romania) l Loving di Je Nichols (Usa) l Agassi - The Handmaiden di Chan-Wook Park
(Corea del Sud) l The last face di Sean Penn (Usa) l Sierranevada di Cristi Puiu (Romania) l Elle di Pierre
Verhoeven (Paesi Bassi) l The neon demon di Nicolas Winding Refn (Danimarca).
Fuori concorso l Café Society di Woody Allen (film d'apertura) l Il Gigante Gentile di Steven Spielberg l
Goksung di Na Hong-Jin l Money Monster di Jodie Foster l The Nice Guys di Shane Black
Foto: Giovani star sul set. Jesse Eisenberg e Kristen Stewart con Woody Allen durante le riprese del film
d'apertura del festival "Café Society". Foto: Ansa
15/04/2016
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Le buone abitudini della Croisette
Il Festival di Cannes ha svelato la selezione. Una linea che tende a confermare i «suoi» autori senza
lasciarsi tentare dall'imprevisto del nuovo Molti grandi cineasti, Foster, Verhoeven, Jarmusch, Serra
Guiraudie, Assayas, Pahn, e la prima volta di Vecchiali. L'Italia solo al Certain Regard con Stefano Mordini
Cristina Piccino
La sala è affollata, l'attesa è quasi finita, davanti ai microfoni Thierry Frémaux e Pierre Lescure stanno per
svelare (in diretta streaming) il programma del festival di Cannes 2016, l'appuntamento più ambito per i
professionisti del cinema. Si sa già tutto, o quasi, i titoli che Frémaux annuncerà di lì a qualche minuto sono
quelli - più o meno - che circolavano da giorni, poi ci potrà essere qualche aggiunta dell'ultimo momento,
come vuole la «strategia» festivaliera, ma per ora ci siamo. La prima «smentita» riguarda l'Italia: non ci
saranno film italiani nel concorso di Cannes quest'anno, niente di tragico per carità ma la polemica si
scatena subito. Non ci sarà dunque Fai bei sogni , il nuovo film di Marco Bellocchio che era tornato più
volte nei giorni passati tra i possibili titoli del concorso. Ci sarà invece ma nel Certain Regard Pericle il nero
di Stefano Mordini, con Riccardo Scamarcio e Valeria Golino, tratto dal romanzo di Giuseppe Farrandino.
«L'Italia è nel nostro cuore, lo scorso anno c'erano tre film in concorso ( Il racconto dei racconti , The Youth
, Mia madre , ndr ) quest'anno ce n'è uno in Un Certain Regard e nessuno in concorso» ha detto serafico
Frémaux. «Nazionalismi» a parte, come si annuncia questa edizione numero 69? Verso la quale si
indirizzano le proteste degli intermittenti dello spettacolo che hanno ripreso la loro battaglia dopo il piano di
tagli (circa 800 milioni di euro) previsto dal ministro del lavoro Myriam El Khomri. Ieri alla conferenza
stampa c'erano anche loro, l'ex patron di Canal Plus Lescure, presidente dall'anno scorso della
manifestazione, gli ha lasciato la parola quasi subito. «Cannes è una fabbrica del precariato, ma non spetta
a noi pagare la loro crisi. Il Medef e il governo lavorano insieme e sono responsabili del loro operato come
della buona riuscita del festival» hanno detto i rappresentati dei precari che potrebbero decidere di bloccare
l'evento. Il cartellone dopo il generale scontento dello scorso anno si annuncia pieno di star, da avere
l'imbarazzo dei selfie sul tappeto rosso - Russell Crowe e Ryan Gosling per The Nice Guys di Shane Black
; Julia Roberts e George Clooney per Money Monster di Jodie Foster ; Rebecca Hall per il film di Steven
Spielberg ; Jesse Eisenberg, Steve Carell, Blake Lively e Kristen Stewart per Café Society di Woody Allen
che aprirà fuori concorso il festival l'11 maggio (fino al 22). E con i soliti «steccati» di genere, che
francamente fanno parecchio sorridere, per cui quello di Cannes è l'unico festival che continua (a differenza
della Berlinale e della Mostra di Venezia) a non mettere i documentari in gara. Per il resto l'impressione
generale, è quella di un «deja vu» anche se ci sono moltissimi film che tutti vogliamo vedere. Certo un
direttore di festival non può rinunciare a autori come Pedro Almodovar ( Julieta ), Ken Loach ( I, Daniel
Blake ), Xavier Dolan ( Juste la fin du monde ), i fratelli Dardenne ( La fille inconnue ), Nicolas Winding Refn
( The Neon Demon ). Paul Verhoeven ( Elle , star Isabelle Huppert), Jim Jarmusch in gara con Paterson ,
un road movie in bus con Adam Driver al volante - e il regista americano è presente anche nella sezione
Mezzanotte con il ritratto di Iggy Pop, Gimme Danger . Jeff Nichols (di cui la Berlinale ha appena
presentato in concorso Midnight Special ) con Loving , la storia di una coppia «mista» nel profondo sud
razzista americano alla fine degli anni Cinquanta. Quello che manca nella selezione è un contrappunto,
qualche nota eccentrica, soprattuto qualcosa che non rientra nella «tradizione» della Croisette - almeno nel
concorso, visto che invece il Certain regard ha scommesso su molte opere prime. Perché anche quei registi
che la stampa francese indica come «inaspettati» sono cresciuti proprio lì, spesso coprodotti dalla Francia pensiamo ai rumeni Cristi Puiu ( Serranevada ) o Cristan Mungiu ( Baccalauréat ) già Palma d'oro per 4
mesi, 3 settimane, e 2 giorni , a Brillante Mendoza ( Ma'Rosa ). Eppure Frémaux dice di avere visionato
1869 film insieme alla sua equipe. La Francia. Sfoggia nella competizione con quattro titoli. Grande assente
quest'anno è Bertrand Bonello ( Saint Laurent ) - Frémaux dice che il suo nuovo film non lo hanno visto, ma
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15/04/2016
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il quotidiano Libération afferma di sapere il contrario. Molto atteso, Nocturama , questo il titolo, ruota intorno
a una serie di attentati che dei giovani compiono nel cuore di Parigi. Per la prima volta correrà invece per la
Palma Alain Guiraudie con Rester vertical. Insieme a Olivier Assayas, che in Personal Shopper ritrova dopo
il magnifico Sils Maria (era in concorso due anni fa, appunto) la sua nuova «icona», Kristen Stewart. E, sul
versante più tradizionale, Nicole Garcia con Mal de pierres, un dramma romantico interpretato da Louis
Garrel e Marion Cotillard. Il quarto è Ma Loute , commedia polizesca e in costume di Bruno Dumont (nel
cast Fabrice Luchini, Juliette Binoche, Valeria Bruni Tedeschi),che sembra avesse promesso di andare alla
Quinzaine se non lo avessero preso in concorso. Viste le critiche l'anno scorso per l'assenza di Desplechin
e di Garrel dalla selezione ufficiale, e la considerazione della critica per il regista, eccolo. Il solo debutto evviva! - è quello di Paul Vecchiali che a 85 anni arriva nelle proiezioni speciali per la prima volta a Cannes
con Cancre , protagonisti Catherine Deneuve, Mathieu Amalric, Pascal Cervo. Nella stessa sezione che è
già il «must to be» del Festival troviamo Albert Serra con La morte di Luigi XIV , scritto dal regista catalano
insieme a Thierry Lounas, sull'agonia e la morte del sovrano che deve organizzare la sua successione. A
dare vita sullo schermo a Luigi è il sublime Jean Pierre Leaud. E poi Exil di Rithy Panh, Hissein Habré di
Haroun Mahamat Saleh e L'ultima spiaggia di Thanos Anasopoulos e Davide Del Degan.
Foto: PAUL VERHOEVEN SUL SET DI «ELLE»; SOPRA, «THE BFG» DI STEVEN SPIELBERG;
ACCANTO, «THE NICE GUYS» DI SHANE BLACK
Foto: JODIE FOSTER SUL SET DI «MONEY MONSTER»
Foto: ADAM DRIVER, PROTAGONISTA IN «PATERSON« DI JARMUSCH
Foto: KRISTEN STEWART IN «PERSONAL SHOPPER« DI ASSAYAS
Foto: SEAN PENN E ADELE EXARCHOPOULOS IN «THE LAST FACE»
15/04/2016
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Cannes boccia l'Italia Nessun film tricolore in corsa per la Palma
Il ministro Franceschini «Vinti un Oscar e un Orso d'Oro La Francia a bocca asciutta»
Carlo Antini
Cannes boccia il cinema italiano. Nonostante i tanti successi e riconoscimenti ottenuti in tutto il mondo negli
ultimi anni, la 69esima edizione del Festival del cinema di Cannes non sceglie alcun film italiano per la
corsa alla Palma d'Oro 2016. Gli organizzatori della kermesse si affrettano a precisare che c'è comunque
tanta Italia. L'Italia è presente perfino nel poster della manifestazione su cui campeggia l'immagine della
villa di Curzio Malaparte tratta dal «Disprezzo» di Jean-Luc Godard. Per trovare qualche film italiano
bisogna andare nella sezione «Un certain Regard» dove c'è «Pericle il nero» di Stefano Mordini con
Riccardo Scamarcio e tratto dal romanzo di Giuseppe Ferrandino. Fuori concorso sarà proiettato anche
«L'ultima spiaggia» sul tema dei migranti, girato in coppia da Thanos Anastopoulos e da Davide Del Dega.
Nella «Quinzaine des Realizateurs» ci sarà, invece, «La pazza gioia» di Paolo Virzì scritto con Francesca
Archibugi con Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti. Il vincitore dell'ultima Berlinale, Gianfranco
Rosi, sarà alla guida della giuria che assegnerà il premio al miglior documentario. Tra i corti è stato
selezionato «La Santa che dorme» di Laura Samani. A gettare acqua sul fuoco ci pensa, però, il ministro
Franceschini. «C'è davvero un provincialismo insensato nel valutare lo stato di salute del cinema italiano
sulla base delle vittorie o meno, delle presenze o meno del nostro cinema a Cannes - dichiara il titolare del
Mibact - Il cinema italiano è in crescita. Aumentano i biglietti venduti e poi negli ultimi due anni l'Italia ha
vinto un Oscar e un Orso d'Oro a Berlino. Negli stessi anni la Francia non ha vinto nessuno dei due.
Cannes è una manifestazione importantissima ma i risultati del nostro cinema derivano da una somma di
tanti fattori». E cosa ci sarà quest'anno sulla Croisette? Come sempre una pioggia di divi e firme celebri. Da
Steven Spielberg a Pedro Almodovar, da Jodie Foster regista di «Money Monster» con George Clooney e
Julia Roberts a Ken Loach, da Nicolas Winding Refn a Sean Penn, dai pluripremiati fratelli Dardenne al
giovane favoloso Xavier Dolan. Il presidente della giuria sarà il regista australiano George Miller, autore, tra
gli altri, di «Mad Max: Fury road». Con lui ci saranno anche Valeria Golino e Kirsten Dunst. Il Festival sarà
aperto l'11 maggio da «Cafè Society» di Woody Allen ed è la terza volta che il regista statunitense inaugura
la manifestazione. La sua quarantanovesima pellicola ha come protagonista Jesse Eisenberg (nei panni di
uno sceneggiatore nella Hollywood degli anni Trenta) e Kristen Stewart. L'elenco completo dei film in
concorso comprende «Aquarius» di Kleber Mendonça Filho, «American honey» di Andrea Arnold,
«Bacalaureat» di Cristian Mungiu, «Elle» di Paul Verhoeven, «Mal de pierres» di Nicole Garcia, «Agassi» di
Park Chan-wook, «I, Daniel Blake» di Ken Loach, «La fille inconnue» di Jean-Pierre e Luc Dardenne,
«Juste la fin du monde» di Xavier Dolan, «Julieta» di Pedro Almodóvar (il super favorito della vigilia), «The
last face» di Sean Penn, «Loving» di Jeff Nichols, «Ma' Rosa» di Brillante Mendoza, «The neon demon» di
Nicolas Winding Refn, «Paterson» di Jim Jarmusch, «Personal shopper» di Olivier Assayas,
«Sieranevada» di Cristi Puiu, «Ma loute» di Bruno Dumont, «Rester vertical» di Alain Guiraudie e «Toni
Erdmann» di Maren Ade. Tra i film proiettati fuori concorso ci saranno anche «Il gigante gentile (The Bfg)»
di Steven Spielberg, prodotto dalla Disney e ispirato a un romanzo di Roald Dahl, «Money monster» di
Jodie Foster (con Julia Roberts e George Clooney) e «The nice guys» di Shane Black (con Ryan Gosling e
Matt Bomer). Tanta carne al fuoco. In ogni caso.
Foto: Divi sulla Croisette A destra Steven Spielberg che presenterà fuori concorso il suo «Il gigante
gentile». Sotto da sinistra Julia Roberts e Valeria Golino nella giuria
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Festival Mordini e Virzì per «Un Certain Regard» e «Quinzaine»
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Pag. 80 N.15 - 15 aprile 2016
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Lezioni di storytelling per imparare ad esprimersi in modo originale. Tra i docenti anche premi Oscar. Si
comincia a settembre
Micaela De Medici
Scrivere e riscrivere. Che si tratti di una sceneggiatura, di un soggetto originale o di un romanzo, poco
importa. La qualità non è il risultato di un colpo di genio venuto dal nulla, ma richiede una professionalità
che va coltivata e si acquisisce solo con un lavoro accurato e costante. Non ha dubbi su questo Armando
Fumagalli, professore ordinario di Semiotica all'Università Cattolica di Milano e direttore del master in
International Screenwriting and Production: «I laureati in lettere e filosofia hanno un'eccellente formazione
umanistica e una cultura di base forte. Quello che serve loro sono le tecniche di scrittura per dare forma a
idee capaci di fare presa su un pubblico vasto». Nato nel 2000 come corso post universitario, il master si
presenta oggi con una nuova formula (tutte le lezioni si terranno in inglese, dato l'alto numero di studenti
stranieri) e lo sguardo sempre più rivolto al panorama internazionale. Da qui escono sceneggiatori, autori,
producer, story editor, aiuti registi: «La nostra formazione è incentrata sullo storytelling, cioè sulle forme di
costruzione del racconto. Gli insegnamenti possono poi essere applicati in campi diversi, dal cinema alle
fiction tv, al documentario, fino all'animazione, ai fumetti e ai romanzi», racconta Fumagalli, che dal 1999 è
consulente di sceneggiatura per la Lux Vide e conosce bene il settore. Non cerchiamo Fellini. I riscontri
sono decisamente positivi: la percentuale di allievi inseriti nel mondo del lavoro sfiora il 90%. Molti di loro
hanno contribuito a vario titolo a fiction di successo come Don Matteo, Che Dio ci aiuti, Un passo dal cielo,
Distretto di polizia, Ho sposato uno sbirro, Anna Karenina, Sant'Agostino, Elisa di Rivombrosa, Rino
Gaetano, e a serie animate come Jules Vernes, Virus Attack e Cuccioli cerca amici; qualcun altro ha
pubblicato romanzi diventati bestseller, come Alessandro D'Avenia con Bianca come il latte, rossa come il
sangue e Ciò che inferno non è. «Il nostro obiettivo non è formare un nuovo Fellini ma bravi professionisti,
capaci di creare qualcosa che il pubblico abbia voglia di vedere. È necessario un humus perché il talento
possa esprimersi: su questa base poi i ragazzi potranno mettere a frutto la loro originalità», spiega
Fumagalli. «Incoraggiamo molto il dialogo e lo scambio di idee, qualità molto apprezzate anche in grandi
aziende come la Pixar che deve una buona parte del suo successo alla collaborazione tra i creativi». Tra gli
insegnanti spiccano i nomi di alcuni dei migliori professionisti del settore, come lo sceneggiatore John
Truby e Paolo Sigismondi, professore di Global Entertainment presso la University of Southern California di
Los Angeles (la scuola più prestigiosa per chi voglia fare questo mestiere); e ancora, gli sceneggiatori
David Seidler, premio Oscar e Bafta per Il discorso del re, William Nicholson ( Il gladiatore, Les Misérables,
Unbroken) e Randall Wallace ( Braveheart, Pearl Harbor; regista de La maschera di ferro ). Il master - full
time, della durata di un anno - inizierà alla fine di settembre. Domande di ammissione fino a metà maggio (i
posti sono una quarantina), con un'ultima opportunità in settembre per i ritardatari. Il costo è di 8 mila euro.
Sono disponibili anche borse di studio.
Foto: I protagonisti Sopra, aspiranti registi impegnati in un cortometraggio. A fianco, Armando Fumagalli,
ordinario di Semiotica alla Cattolica di Milano e direttore del master in International Screenwriting and
Production; sotto, Giacomo Poretti e il premio Oscar David Seidler.
ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
45
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Il master Alla Cattolica, aperte le iscrizioni per un corso dedicato agli aspiranti sceneggiatori
15/04/2016
Pag. 102 N.15 - 15 aprile 2016
A Lecce, favole e inediti cinematografici
Dieci film in concorso, omaggi a Christian De Sica e al regista polacco Krzystof Zanussi. Poi una mostra su
Monica Vitti
/ a cura di Manuela Croci / Cristiana Gattoni
Lino Banfi fa l'asino e Maria Grazia Cucinotta la gallina nella favola cinematografica Asino Vola (nella foto
piccola), opera prima di Marcello Fonte e Paolo Tripodi cui spetta l'onore di dare il via, il 18 aprile, alla
17esima edizione del Festival del Cinema Europeo: i due attori, che in realtà prestano le voci agli amici
animali del piccolo protagonista, saranno a Lecce per l'ouverture della kermesse, quest'anno dedicata al
critico Morando Morandini. Ma gli omaggi in programma sono diversi, a partire dalla retrospettiva sul regista
polacco Krzystof Zanussi: tra le sue opere che saranno proiettate al Cinema Massimo, anche l'inedito
Foreign Body (nelle sale italiane dal 3 maggio; nella foto grande un frame del film). E poi ancora focus su
Christian De Sica ed Elio Germano, mentre Monica Vitti è la protagonista nelle sale del castello Carlo V con
la bella mostra Monica e il cinema. L'avventura di una grande attrice. A tutto questo si aggiungono l'incontro
del 23 aprile dal titolo "Stati Generali della Commedia Italiana" a cura di Marco Giusti, oltre naturalmente ai
lungometraggi in concorso: dieci in tutto, in gara per aggiudicarsi l'Ulivo d'Oro. Festival del cinema Europeo
Dal 18 al 23 aprile Cinema Multisala Massimo e Castello Carlo V - Lecce festivaldel cinemaeuropeo.com
Foto: @ManuelaCroci [email protected]
ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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Piaceri&Saperi Tempo al Tempo
15/04/2016
Pag. 107 N.1465 - 15 aprile 2016
diffusione:296559
tiratura:402906
CI VOLEVA DON CHEADLE PER FARE CINEMA CON LA LEGGENDA DEL
JAZZ
L'attore è protagonista e regista di Miles Ahead, il flm sul periodo più oscuro del musicista. «Solo lui poteva
interpretarlo» dice il nipote e batterista di Miles Davis
Stefano Pistolini
Il virgulto Herbie Hancock, la prima volta che gli capitò di suonare con Miles Davis, non ricevette dal
trombettista istruzioni sul da farsi. Perciò ebbe l'ardire di chiedergli cosa suonare: «Il piano, motherfucker»
rispose Miles, usando l'ap pellativo con cui adorava apostrofare i collaboratori. È una scheggia di una
materia biografca talmente vasta e intrisa di leggenda, che nessuno fnora s'era azzardato a tentarne la
versione cinematografca. Adesso qualcuno l'ha fatto e gli effetti sono notevoli. Lui è Don Cheadle, 51 anni,
attore con pedigree solidissimo (Soderbergh, De Palma, P.T. Anderson), nonché musicista coi diplomi
giusti (in sassofono, ma nell'occasione ha studiato tromba, per rappresentare con proprietà la diteggiatura
di Miles sui pistoni). È stato Vince Wilburn Jr., nipote e batterista di Miles, a coinvolgerlo nell'avventura,
convinto che solo Cheadle potesse impersonarlo in maniera credibile. C'è stato un lungo conciliabolo tra i
due e alla fine il progetto ha preso forma, nell'attimo in cui Cheadle ha capito che, non solo si poteva fare,
ma andava fatto come aveva in mente lui e che perciò si sarebbe occupato anche della regia. In testa
aveva un'idea chiara: che Davis fosse l'uomo che «ha cambiato la musica 5 o 6 volte» come diceva di se
stesso, è cosa risaputa. Però il Miles che a Cheadle interessava immortalare era un altro, meno celebrato:
quello del periodo oscuro, avvolto da misteri e dicerie poco edifcanti. Il Davis di Miles Ahead risale alla
metà degli anni 70, quando smette di suonare e piomba in una spirale di depressione e autodistruzione. Il
suo cervello annega nelle droghe, i rapporti umani sono azzerati, il carattere è ridotto a brandelli di perfdia e
poesia, tormentato com'è dai sensi di colpa per la ferocia con cui ha distrutto la relazione con la prima
moglie, Frances Taylor. «Miles è stato un vero gangster, con la G maiuscola» dice Cheadle, il cui flm,
presentato a un paio di festival Usa, è stato accolto dall'entusiasmo degli addetti ai lavori. Ora esce nei
cinema americani, in contemporanea a Born to be Blue , che Ethan Hawke ha dedicato a Chet Baker, uno
che Miles vedeva come il fumo negli occhi, giudicandolo un imitatore al limite del plagio. Baker però aveva
la pelle bianca e Davis conosceva l'importanza di queste cose. E la conosce anche Cheadle, quando
spiega che la presenza «bianca» di Ewan McGregor, nei panni di un reporter di fantasia le cui traiettorie
s'incrociano con quelle di Miles, è stata necessaria per riuscire a girare il flm: «Non si trovavano mai i soldi.
Poi è arrivato Ewan e il flm s'è fatto». Così adesso può dirsi orgoglioso che Miles Ahead non sia solo una
pellicola su di lui, ma la storia nella quale, fosse stato vivo, Miles ci avrebbe anche messo la faccia in prima
persona.
Foto: DON CHEADLE IN UNA SCENA DI MILES AHEAD (IN BASSO LA LOCANDINA). PRESENTATO A
UN PAIO DI FESTIVAL USA E ACCOLTO DALL'ENTUSIASMO DELLA CRITICA, IL BIOPIC SU MILES
DAVIS (NEL CAST ANCHE EWAN MCGREGOR) ESCE ORA NELLE SALE AMERICANE
ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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cinema teatro musica danza televisione
15/04/2016
Pag. 108 N.1465 - 15 aprile 2016
diffusione:296559
tiratura:402906
IL RAP ITALIANO TI PRENDE E TI PORTA DENTRO AL FILM
Rime, emozioni e voglia di riscatto. Il regista Cosimo Alemà in Zeta racconta la periferia romana a ritmo hip
hop. Con cast all-star, da Fedez a Clementino
Giandomenico Curi
Tira aria di hip hop nella musica italiana. Un'aria che sta contagiando anche il cinema. E Zeta , il flm che
sarà nelle sale dal 28 aprile, è solo l'ultimo di una serie di titoli che vanno da All Night Long di Gianluigi
Sorrentino (poliziottesco napoletano in salsa hip hop) ai due documentari, All'assalto: le radici del rap
italiano di Paolo Fazzini e Street Opera di Haider Rashid. Mentre per quanto riguarda il rap, braccio
musicale della cultura hip hop, è in edicola lo speciale di Classic Rock , dedicato alla scena italiana hip
hop/rap dal 1988 al 2016. Ma Zeta è il progetto più ambizioso, a giudicare dall'investimento che c'è dietro,
dai nomi coinvolti (da Clementino a J-Ax); dalla regia infne di Cosimo Alemà, 45 anni, due flm e soprattutto
un'incredibile espe rienza di oltre 500 videoclip musicali, in gran parte realizzati proprio con i rapper italiani.
Di sicuro è il primo tentativo serio di dare all'hip hop una forma cinematografca compiuta. Perché Zeta ?
Intanto perché, come dice Fedez (nel flm gestore di un locale per concerti), «dopo la Z c'è il nulla», e poi,
come spiega il protagonista Alex prima di affrontare la sfda del freestyle, «perché il rap è il mio destino e
devo anda re fno in fondo». Per la verità, all'inizio sono in tre a sognare il sogno dell'hip hop, Alex/Zeta,
Gaia e Marco (si chiamano Anti); ma alla fne, dopo la morte di Marco e la crisi di Gaia (una straordinaria
Irene Vetere), sarà solo lui a giocarsi la partita della vita, attraverso difficoltà, cadute, dolore, tradimenti. «È
una storia di formazione, amore e riscatto» dice Cosimo Alemà, «una corsa a ritmo di rap all'inseguimento
del pro prio destino. Un film che in qualche modo dovevo fare, dopo anni passati a inventare immagini per
questa musica, che è ormai la sola ascoltata e amata dai ragazzi». Un universo per niente facile da
raccontare, preso com'è in mezzo a mille contraddizioni, mode veloci, rivalità, passioni, scontri tra
underground e mainstream e via elencando. Ma cos'è diventata la scena italiana dell'hip hop e che rapporto
ha con il cinema? «È molto cambiata, ha pochissimo a che vedere con le immagini un po' folcloristiche
della old school . In questo abbiamo cercato di rispettare quelli che sono i nuovi linguaggi, a cominciare
proprio dalla forza e dalla qualità della musica, che è quella che ti prende e ti porta dentro al flm. E i testi, le
rime, i ritmi fanno la sceneggiatura, con una ricchezza di immagini che in qualche modo sono già cinema. E
in questo ab biamo cercato di cogliere la nuova onda dell'hip hop, quella trap music , ultimo grido di un
beatmaking raffnato, che imperversa da tempo in Usa e Uk e ora anche in Italia grazie a rapper come
Ghali, Sfera Ebbasta, e Izi cioè Diego Germini, il nostro protagonista». Insomma un buon flm. Certo le
trappole del biopic e di qualche luogo comune non mancano, ma sono compensate dalla voglia contagiosa
della narrazione e dall'interpretazione dei giovani protagonisti (compreso Germini, che tiene botta
nonostante la sua continua presenza in scena). Indimenticabili alcuni momenti emotivi, come il ritrovarsi in
lacrime di Alex e Gaia dopo la morte di Marco («Ci siamo lasciati soli»), e di nuovo alla fne del flm
(«Insieme siamo invincibili»).
Foto: IL RAPPER IZI (A SINISTRA) E JACOPO OLMO ANTINORI IN UNA SCENA DI ZETA . SOTTO, LA
LOCANDINA E I TRE PROTAGONISTI: ANTINORI , IZI E IRENE VETERE . IL FILM SARÀ IN SALA DAL
28 APRILE
ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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SPETTACOLI
15/04/2016
Pag. 14 Ed. Trento
diffusione:11196
<p>Felber e Fischli: «Il documentario? In Europa più amato»</p>
Lucia Munaro
Una giuria tutta femminile per il premio al miglior documentario. Tizza Covi, fotografa, regista e
sceneggiatrice di origini bolzanine, Petra Felber per anni docente alla Filmakademie Baden Württenberg a
Ludwigsburg e alla Hochschule für Fernsehen und Film a Monaco di Baviera e attualmente redattrice capo
per il film documentario presso l'ente televisivo Bayerischer Rundfunk, ed Elena Fischli Hinshaw, editrice,
sceneggiatrice e psicanalista svizzera sono chiamate a decidere a quale degli otto documentari in concorso
al Bolzano Film Festival 2016 andrà il premio Fondazione Cassa di risparmio di Bolzano.
Quasi scontato chiedere del rapporto tra il film e il genere femminile a due di loro, Petra Felber ed Elena
Fischli, che abbiamo incontrato tra una proiezione e l'altra il primo giorno del festival al Filmclub. Per Petra
Felber «la presenza femminile nell'ambito cinematografico è sempre più rilevante, ma non ho numeri alla
mano. Di questo sono invitata a discutere prossimamente in una conferenza sul tema in Germania e dovrò
documentarmi». Elena Fischli aggiunge «A parte i numeri, non mi pare che ci siano grosse differenze di
stile tra registi o registe, a determinare il film è la sensibilità e l'esperienza personale dell'autore più che il
genere».
A proposito del film documentario, che ultimamente si impone anche sui lungometraggi come è successo
all'ultima Berlinale dove Fuocoammare di Rosi ha vinto l'orso d'oro, Elena Fischli sottolinea come «in
Svizzera il documentario è seguito da sempre da un grosso pubblico, non è un genere di nicchia. Al
contrario, molta gente va al cinema per vedere documentari, e questo non solo negli ultimi anni».
Dei film in concorso a Bolzano non possono però esprimere giudizi. «Semplicemente perché non li
abbiamo ancora visti - spiegano entrambe - dal programma sembrano molto eterogenei, vedremo».
E sull'evoluzione del linguaggio cinematografico in genere, cosa pensano? «Certo la tecnica si evolve
continuamente e di anno in anno i film maker hanno più possibilità, questo si rispecchia nella qualità dei
film. Se le tecniche di ripresa sono più velocizzate, produrre un film resta comunque un lungo processo,
impegnativo e costoso» risponde Petra Felber. Elena Fischli ricorda infine che per lei questo è un ritorno a
Bolzano: «Nel 1992, quasi agli esordi del festival, ho partecipato come aiutoregista col film Kebab und
Rosoli di Karl Saurer. Già allora il tema era quello dei migranti, che collaborarono attivamente alla
realizzazione del film. Era un esperimento e il tema oggi è ancora scottante».
Le intense giornate del festival proseguono fino a domenica con la proiezione dei film vincitori, che saranno
resi noti domani. Da non perdere il documentario di Pietro Marcello Bella e perduta (alle 16.30 al Capitol,
nella foto) e Nessuno si salva da solo di Sergio Castellitto special guest della giornata di domani, alle 20.30
al Rainerum .
ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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Bolzano festival, la giuria «Il cinema è sensibilità»
15/04/2016
Pag. 14 Ed. Alto Adige
diffusione:11196
<p>Felber e Fischli: «Il documentario? In Europa più amato»</p>
Lucia Munaro
Una giuria tutta femminile per il premio al miglior documentario. Tizza Covi, fotografa, regista e
sceneggiatrice di origini bolzanine, Petra Felber per anni docente alla Filmakademie Baden Württenberg a
Ludwigsburg e alla Hochschule für Fernsehen und Film a Monaco di Baviera e attualmente redattrice capo
per il film documentario presso l'ente televisivo Bayerischer Rundfunk, ed Elena Fischli Hinshaw, editrice,
sceneggiatrice e psicanalista svizzera sono chiamate a decidere a quale degli otto documentari in concorso
al Bolzano Film Festival 2016 andrà il premio Fondazione Cassa di risparmio di Bolzano.
Quasi scontato chiedere del rapporto tra il film e il genere femminile a due di loro, Petra Felber ed Elena
Fischli, che abbiamo incontrato tra una proiezione e l'altra il primo giorno del festival al Filmclub. Per Petra
Felber «la presenza femminile nell'ambito cinematografico è sempre più rilevante, ma non ho numeri alla
mano. Di questo sono invitata a discutere prossimamente in una conferenza sul tema in Germania e dovrò
documentarmi». Elena Fischli aggiunge «A parte i numeri, non mi pare che ci siano grosse differenze di
stile tra registi o registe, a determinare il film è la sensibilità e l'esperienza personale dell'autore più che il
genere».
A proposito del film documentario, che ultimamente si impone anche sui lungometraggi come è successo
all'ultima Berlinale dove Fuocoammare di Rosi ha vinto l'orso d'oro, Elena Fischli sottolinea come «in
Svizzera il documentario è seguito da sempre da un grosso pubblico, non è un genere di nicchia. Al
contrario, molta gente va al cinema per vedere documentari, e questo non solo negli ultimi anni».
Dei film in concorso a Bolzano non possono però esprimere giudizi. «Semplicemente perché non li
abbiamo ancora visti - spiegano entrambe - dal programma sembrano molto eterogenei, vedremo».
E sull'evoluzione del linguaggio cinematografico in genere, cosa pensano? «Certo la tecnica si evolve
continuamente e di anno in anno i film maker hanno più possibilità, questo si rispecchia nella qualità dei
film. Se le tecniche di ripresa sono più velocizzate, produrre un film resta comunque un lungo processo,
impegnativo e costoso» risponde Petra Felber. Elena Fischli ricorda infine che per lei questo è un ritorno a
Bolzano: «Nel 1992, quasi agli esordi del festival, ho partecipato come aiutoregista col film Kebab und
Rosoli di Karl Saurer. Già allora il tema era quello dei migranti, che collaborarono attivamente alla
realizzazione del film. Era un esperimento e il tema oggi è ancora scottante».
Le intense giornate del festival proseguono fino a domenica con la proiezione dei film vincitori, che saranno
resi noti domani. Da non perdere il documentario di Pietro Marcello Bella e perduta (alle 16.30 al Capitol,
nella foto) e Nessuno si salva da solo di Sergio Castellitto special guest della giornata di domani, alle 20.30
al Rainerum .
ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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Bolzano festival, la giuria «Il cinema è sensibilità»
15/04/2016
Pag. 8
diffusione:5166
tiratura:6499
Apre il primo cinema in ospedale
Apre il primo cinema in ospedale
Al Gemelli di Roma la sala per i degenti. «È parte della terapia»
di Cinzia Lucchelli wROMA Il cinema ti curerà. O perlomeno sarà parte della terapia. Con la proiezione in
anteprima del film "Il libro della giungla" è stata inaugurata al policlinico universitario Gemelli di Roma la
prima vera sala cinematografica in Italia ricavata all'interno di una struttura ospedaliera. Uno schermo
enorme, comode poltrone e lo spazio per 15 carrozzine e 10 letti, 130 posti in tutto, dove potranno
accomodarsi i pazienti e i loro familiari per una pausa dalle cure, dalle preoccupazioni, dalla routine della
quotidianità da degenti. Due ore per mettere da parte la paura per un intervento chirurgico o per un esame
fastidioso, per prendere le distanze dal dolore. Un momento di svago e di cultura, ma anche lo spazio per
un effetto placebo, di sospensione. I primi ad entrare nella sala, tra l'ottavo e il nono piano di questo
policlinico che accoglie pazienti da tutta Italia, sono stati circa ottanta bambini ricoverati nel reparto di
oncologia, pochi giorni prima dell'inaugurazione ufficiale. L'emozione per loro è cominciata un'ora e mezza
prima della visione di "Zootropolis", e anche questo fa parte della terapia, quando, grazie anche all'aiuto di
volontari, sono stati truccati da tigri e leoni per immedesimarsi nelle scene del film. Sono entrati in sala e
per circa due ore, la durata del film, nessuno si è mosso. Uno di loro ha vissuto l'esperienza di vedere un
film al cinema per la prima volta nella vita. Ma l'esperienza è nuova anche per i medici del Gemelli che
metteranno a punto nei prossimi mesi protocolli a misura dei pazienti. Si partirà da gruppi omogenei come i
bambini di pediatria oncologica, le donne che vivono gravidanze difficili e sono costrette a lunghi ricoveri e
gli anziani con problemi neurodegenerativi. I contenuti saranno selezionati, le proiezioni dedicate. Parte
dunque con l'inaugurazione della sala anche una fase di ricerca, per misurare l'efficacia della
cinematerapia. «Si parla più spesso di arteterapia - dice Celestino Pio Lombardi, responsabile della
commissione medico scientifica del progetto-. Ma in fondo il cinema raccoglie altre arti, la musica ad
esempio. Una sinergia che diventa stimolo mentale, culturale. Fino ad ora esistevano esperienze di sale al
di fuori dell'ospedale, averla dentro ci dà un nuovo punto di osservazione. Per noi è una sfida per capire
come e quanto in più può essere utile questa esperienza per un paziente ricoverato». Il progetto è stato
realizzato grazie a una raccolta fondi solidale promossa da MediCinema Italia Onlus: la somma ricavata è
stata sufficiente per finanziare il costo totale dell'operazione, circa 500mila euro. C'è anche stato un
sostegno di diversi partner, primo fra tutti la Walt Disney Company Italia, alla quale si è aggiunta la Rai.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
51
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Apre il primo cinema in ospedale Al Gemelli di Roma la sala per i degenti. «È parte della terapia»
15/04/2016
Pag. 30
diffusione:14719
tiratura:19323
Cast di stelle per "Timballo", film su inclusione e cibo
Cast di stelle
per "Timballo", film
su inclusione e cibo
campli
di Anna Fusaro wCAMPLI Un piatto tipico e un film possono veicolare un messaggio di inclusione? E
magari anche promuovere bellezze e bontà del territorio? A Campli, antico paese teramano, pensano di sì.
In fondo cibo e cinema sono due sistemi simbolici forti, capaci di parlare al corpo e all'anima. Lo dimostra
l'ormai ricchissimo filone food-movie. Ecco allora il progetto "Timballo, una grande cucina", promosso
dall'associazione Itaca e dalla casa di produzione Officina Azzurra, in collaborazione con la napoletana Bro
Company: l'idea si articola in una gara culinaria e un cortometraggio, entrambi dedicati al timballo di
scrippelle, re della tavola teramana e abruzzese, sposato in un esperimento di cucina fusion all'arabo couscous. Finanziato da Comune di Campli, Slow Food, consorzio Docg Colline Teramane, il gustoso progetto
in una prima fase vedrà impegnati nella competizione gastronomica gli studenti degli istituti alberghieri di
Teramo, Giulianova e Pescara, che gareggeranno nella preparazione del timballo di cous-cous. Subito
dopo entrerà nella fase realizzativa il cortometraggio, che dovrebbe avere tra gli interpreti Maria Grazia
Cucinotta. Il film "Timballo" è stato scritto dal regista e sceneggiatore teramano Pietro Albino Di Pasquale
(regista di molti documentari e autore dello script di "Buoni a nulla" di Gianni Di Gregorio), qui anche
produttore con Emanuele Palamara, e sarà diretto da Maurizio Forcella e musicato da Gianluigi Antonelli.
Oltre a Cucinotta nel cast altri nomi noti: il ceco Ivan Franek ("Brucio nel vento", "Cloro", "La grande
bellezza"), Nunzia Schiano ("Benvenuti al Sud" e "Benvenuti al Nord"), Niko Mucci e Fabio Balsamo,
popolare youtuber. E soprattutto nel corto "reciterà" anche il timballo di cous-cous vincitore della gara tra
istituti alberghieri. Le riprese del film sono previste a Campli e dintorni dal 9 al 14 maggio. Per fine giugno il
completamento della post produzione, in tempo per partecipare ai maggiori festival cinematografici estivi e
da lì puntare a Venezia e Roma. La storia raccontata da "Timballo" ha per protagonista la cuoca Adelina
(Schiano), che sogna di far assaggiare il suo speciale timballo a una diva del cinema (Cucinotta).
Imprevedibilmente verrà aiutata dai tre immigrati, idraulici improvvisati, che dovrebbero ripararle il bagno:
saranno proprio loro - un senegalese, un macedone, un kosovaro -, più bravi ai fornelli che con tubi e
guarnizioni, a inventare con Adelina un piatto che fonde differenti culture e tradizioni gastronomiche, il
timballo di cous-cous. «A Campli abbiamo 80 immigrati e ci è sembrato giusto appoggiare un progetto che
lancia un messaggio di integrazione», sottolineano l'assessora agli Eventi, Maria Angela Vanni, e Luciano
Di Giovannantonio (associazione Itaca). «Dietro il film c'è un'idea forte: raccontare come la creatività possa
unire le culture», aggiunge Di Pasquale. Come detto, la versione di questo piatto interetnico che vedremo
nel film sarà scelta nella gara culinaria tra istituti. Gli studenti del Di Poppa (Teramo), Crocetti (Giulianova),
De Cecco (Pescara), guidati dai loro insegnanti (Alberigo Acciaio, Domenico Iobbi, Narcisio Cicchitti)
proporranno 6 versioni del timballo di cous-cous, due per istituto, con ingredienti locali e stagionali dei
presidi Slow Food. Assaggio e votazione delle 6 preparazioni il 23 aprile a Campli. La ricetta vincitrice sarà
scelta da una giuria composta da un rappresentante di Slow Food Italia, dal cuoco camplese Antonio
Verdino e da Giampiero Sacchetti, docente della facoltà di Scienze e tecnologie alimentari dell'università di
Teramo. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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Cast di stelle per "Timballo", film su inclusione e cibo campli
15/04/2016
Pag. 9
diffusione:25152
tiratura:29079
Apre il primo cinema in ospedale
Apre il primo cinema in ospedale
Nella Capitale al Gemelli la sala per i degenti. «È parte della terapia»
di Cinzia Lucchelli wROMA Il cinema ti curerà. O perlomeno sarà parte della terapia. Con la proiezione in
anteprima del film "Il libro della giungla" è stata inaugurata al policlinico universitario Gemelli di Roma la
prima vera sala cinematografica in Italia ricavata all'interno di una struttura ospedaliera. Uno schermo
enorme, comode poltrone e lo spazio per 15 carrozzine e 10 letti, 130 posti in tutto, dove potranno
accomodarsi i pazienti e i loro familiari per una pausa dalle cure, dalle preoccupazioni, dalla routine della
quotidianità da degenti. Due ore per mettere da parte la paura per un intervento chirurgico o per un esame
fastidioso, per prendere le distanze dal dolore. Un momento di svago e di cultura, ma anche lo spazio per
un effetto placebo, di sospensione. I primi ad entrare nella sala, tra l'ottavo e il nono piano di questo
policlinico che accoglie pazienti da tutta Italia, sono stati circa ottanta bambini ricoverati nel reparto di
oncologia, pochi giorni prima dell'inaugurazione ufficiale. L'emozione per loro è cominciata un'ora e mezza
prima della visione di "Zootropolis", e anche questo fa parte della terapia, quando, grazie anche all'aiuto di
volontari, sono stati truccati da tigri e leoni per immedesimarsi nelle scene del film. Sono entrati in sala e
per circa due ore, la durata del film, nessuno si è mosso. Uno di loro ha vissuto l'esperienza di vedere un
film al cinema per la prima volta nella vita. Ma l'esperienza è nuova anche per i medici del Gemelli che
metteranno a punto nei prossimi mesi protocolli a misura dei pazienti. Si partirà da gruppi omogenei come i
bambini di pediatria oncologica, le donne che vivono gravidanze difficili e sono costrette a lunghi ricoveri e
gli anziani con problemi neurodegenerativi. I contenuti saranno selezionati, le proiezioni dedicate. Parte
dunque con l'inaugurazione della sala anche una fase di ricerca, per misurare l'efficacia della
cinematerapia. «Si parla più spesso di arteterapia - dice Celestino Pio Lombardi, responsabile della
commissione medico scientifica del progetto-. Ma in fondo il cinema raccoglie altre arti, la musica ad
esempio. Una sinergia che diventa stimolo mentale, culturale. Fino ad ora esistevano esperienze di sale al
di fuori dell'ospedale, averla dentro ci dà un nuovo punto di osservazione. Per noi è una sfida per capire
come e quanto in più può essere utile questa esperienza per un paziente ricoverato». Il progetto è stato
realizzato grazie a una raccolta fondi solidale promossa da MediCinema Italia Onlus: la somma ricavata è
stata sufficiente per finanziare il costo totale dell'operazione, circa 500mila euro. C'è anche stato un
sostegno di diversi partner, primo fra tutti la Walt Disney Company Italia, alla quale si è aggiunta la Rai.
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ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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Apre il primo cinema in ospedale Nella Capitale al Gemelli la sala per i degenti. «È parte della terapia»
15/04/2016
Pag. 45
diffusione:25152
tiratura:29079
I triestini conquistano Cannes ma in gara l'Italia non ci sarà
I triestini conquistano Cannes
ma in gara l'Italia non ci sarà
Thanos Anastopoulos e Davide Del Degan portano al Festival "L'ultima spiaggia"
interamente girato al Pedocin. Laura Samani la sua "La santa che dorme"
di Beatrice Fiorentino Se quest'anno a Cannes, in occasione della 69.a edizione del Festival di cinema più
ambito, mancheranno nomi italiani in concorso, non ci si può certo lamentare della presenza più che
significativa, addirittura lusinghiera, di triestini sulla Croisette. "L'ultima spiaggia", il documentario
interamente girato da Thanos Anastopoulos e Davide Del Degan allo stabilimento balneare La Lanterna,
meglio noto come Pedocin, sarà infatti a Cannes nelle Séances Spéciales (proiezioni speciali fuori
concorso), ambasciatore, nell'esclusiva località della riviera francese, della quintessenza della triestinità
popolare. «Una tragicommedia sulla natura umana», lo definiscono i due registi (che proprio oggi andranno
a salutare i frequentatori del popolare "bagno"), tra euforia e incredulità, poco dopo l'annuncio del direttore
del festival Thierry Fremaux. Thanos Anastopoulos, giunto con "L'ultima spiaggia" al suo quarto
lungometraggio, è nato in Grecia, ma vive da anni a Trieste "per amore". Qui ha formato una famiglia
assieme alla compagna Nicoletta Romeo (programmer di Trieste Film Festival) e al figlio Petros, e nel 2013
si è messo a lavorare all'idea del film «colpito da questo luogo di mare che in qualche modo mi ricordava la
mia infanzia». «Quando ho saputo che anche Davide stava pensando di girare qualcosa lì - racconta - ci
siamo messi a parlare dell'idea di farlo insieme». Del Degan, autore fino a oggi di diversi cortometraggi
passati anche in ambito festivaliero, è triestino "doc" e quello stabilimento, l'ultimo in Italia a conservare la
divisione tra uomini e donne con la presenza di un muro, lo ha frequentato fin da bambino. Si sono sommati
due sguardi, diversi ma uniti dal desiderio di osservare con rispetto e pazienza un luogo particolare, quasi
sospeso nello spazio e nel tempo. «Questo posto - racconta Anastopoulos - ultimo baluardo di una
tradizione austroungarica, ci ha fatto pensare all'idea di confine, di identità e anche di sessualità. Quando
abbiamo cominciato ho avuto l'impressione di trovarmi davanti all'ultimo muro d'Europa. E invece, due anni
dopo, si stanno alzando nuove barriere». Nessuna intervista ai bagnanti, nessun intervento esterno: solo
verità. Tutto ciò che accade davanti all'obiettivo è frutto di un'osservazione paziente e rigorosa, conquistata
nel tempo assieme alla fiducia dei frequentatori del "bagno". «Dovevamo far dimenticare la nostra presenza
-aggiunge Del Degan - per poter cogliere l'essenza di quella umanità». «È così vero - conclude Nicoletta
Romeo (in veste di produttrice per la Mansarda Production) - che essendo stato girato tutto in dialetto, sarà
necessario proiettare il film con i sottotitoli ovunque, a parte in città». Girato in 120 giornate nell'arco delle
quattro stagioni (perché il Pedocin è aperto tutto l'anno), "L'ultima spiaggia" è coprodotto da Mansarda
Production (Italia), Fantasia Ltd (Grecia) e Arizona Productions (Francia) con Rai Cinema e con il supporto
del Fondo Audiovisivo Fvg per lo sviluppo e di Friuli Venezia Giulia Film Commission. Il presidente Federico
Poillucci esprime la sua gioia per un progetto «in cui abbiamo creduto da subito. Prosegue l'onda di
successo del cinema made in Fvg». E infine, triestina è anche Laura Samani, giovane autrice del
cortometraggio ambientato e girato nelle valli del Natisone "La santa che dorme", selezionato alla
Cinéfondation tra 18 film in gara realizzati nell'ambito delle scuole di cinema. «Così felice - dichiara - che
potrei ballare la Macarena. Speriamo solo di non dover attendere mille anni per debuttare nel "lungo", che
sto già scrivendo. Si intitola "Piccolo corpo" ed è ambientato in Carnia». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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I triestini conquistano Cannes ma in gara l'Italia non ci sarà Thanos Anastopoulos e Davide Del Degan
portano al Festival "L'ultima spiaggia" interamente girato al Pedocin. Laura Samani la sua "La santa che
dorme"
15/04/2016
Pag. 36
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tiratura:42956
A Cannes anche uno spicchio di Sardegna
A Cannes anche uno spicchio di Sardegna
Tra le opere in concorso al festival c'è la produzione francese "Mal di pietre", film tratto dal romanzo di
Milena Agus
di Fabio Canessa wSASSARI Niente Italia, ma un po' di Sardegna sì. Almeno di rimbalzo. Sono stati
annunciati ieri i film della selezione ufficiale del Festival di Cannes, in programma dall'11 al 22 maggio. E se
tra i lungometraggi in concorso non figurano i lavori di registi italiani - l'anno scorso c'erano Garrone, Moretti
e Sorrentino - c'è un film francese basato su libro di una scrittrice sarda: Milena Agus. Da "Mal di pietre"
del''autrice nata a Genova, ma cagliaritana (vive nel capoluogo isolano e i genitori erano emigrati) la regista
Nicole Garcia ha tratto "Mal de pierres", girato soprattutto in Provenza e con protagonista una stella
assoluta del cinema come Marion Cotillard. Insieme all'attrice francese, già premio Oscar nel 2007 per "La
vie en rose" dove veste i panni di Edith Piaf, ci sono Àlex Brendemühl e il più famoso Louis Garrell, figlio
del regista Philippe. Marion Cotillard si presenta come la regina di questa edizione del festival non solo per
questo film. È infatti protagonista anche di un altro lungometraggio in concorso: "Juste la fin du monde",
nuovo lavoro del canadese Xavier Dolan che a soli 27 anni si presenta con quello che è già il suo sesto
film. Impreziosito da una cast che vede la presenza anche di Lea Seidoux e Vincent Cassell. Doppio red
carpet anche per Kristen Stewart scelta da Woody Allen per il ruolo principale di "Cafè Society", che sarà il
film d'apertura, fuori concorso, del 69esimo Festival Cannes e in gara con "Personal Shopper" di Olivier
Assayas, che aveva già diretto la Stewart due anni fa nell'ottimo "Sils Maria", film nel quale divideva la
scena con Juliette Binoche. Anche la grande attrice francese sarà presente sulla Croisette, visto che recita
al fianco di Fabrice Luchini in "Mao loute" di Bruno Dumont. L'eccellenza francese della recitazione è
rappresentata anche da Isabelle Huppert, protagonista di "Elle" di Paul Verhoeven. Tra gli altri film del
concorso, ben venti, spiccano i nuovi lavori di Ken Loach, Pedro Almodovar, Jim Jarmusch e i fratelli
Dardenne. Presenza abituale a Cannes quella dei registi belgi, come lo stanno diventando anche quelle del
rumeno Cristian Mungiu e dell'americano Jeff Nichols. Per gli Stati Uniti il film più atteso è però quello di
Sean Penn, tornato dietro la macchina da presa dopo diversi anni (da "Into The Wild" del 2007). In "The
Last Face" dirige un cast di stelle guidato da Charlize Theron e Javier Bardem. Per l'Asia trovano spazio
invece il filippino Brillante Mendoza e il coreano Park Chan-wook. Tra gli altri nomi da segnalare, l'inglese
Andrea Arnold e il danese Nicolas Winding Refn presente con "The Neon Demon" che nel cast, al fianco
dei protagonisti Keanu Reeves ed Elle Fanning, presenta anche l'attore americano di origini sarde
Alessandro Nivola (nipote di Costantino, il famoso artista di Orani). Ieri sono stati annunciati anche i film
della sezione, sempre competitiva, "Un certain regard". Qui c'è una produzione italiana: "Pericle il Nero" di
Stefano Mordini, con Scamarcio, che se la dovrà vedere con altri sedici film, tra i quali spicca "After the
Storm", del giapponese Hirokazu Koreeda. Da non dimenticare poi, fuori concorso, tre attesi film americani:
"The BFG" di Steven Spielberg, "The Nice Guys" di Shane Black con Russell Crowe e Ryan Gosling,
"Money Monster" di Jodie Foster con George Clooney e Julia Roberts.
ANICA - CINEMA - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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A Cannes anche uno spicchio di Sardegna Tra le opere in concorso al festival c'è la produzione francese
"Mal di pietre", film tratto dal romanzo di Milena Agus
ANICA - TELEVISIONE
5 articoli
15/04/2016
Pag. 30
diffusione:172712
tiratura:244598
Nel nuovo "Radici" la schiavitù ha ancora storie da raccontare
Un remake tivù con premi Oscar e vecchi protagonisti, oggi produttori "I giovani ignorano il film. Qui si parla
di dignità e sopravvivenza" Il film è il manifesto di tutto quello che non funziona negli uomini
MICHELA TAMBURRINO INVIATA A CANNES
Avolte, si dice, ritornan o. Sono storie che non invecchiano perché si portano dietro una scia di rimpianto.
Radici, televisivamente parlando, ne è il campione. Basato su un libro di Alex Haley del 1976, l'anno dopo
divenne una miniserie, dal successo fenomenale: il finale rimane il più visto nella storia della tv americana,
con più di 51 di rating (la percentuale di televisori sintonizzati su quel programma) e il 71% di share. Numeri
che non conoscono confronti. All'epoca fu presentato al Miptv. Oggi, 39 anni dopo, sempre al Miptv di
Cannes, A+E Studios ha lanciato, in anteprima mondiale, il remake Roots, in onda dal 30 maggio per otto
ore di film, budget da kolossal, premi Oscar nel cast e il ritorno commovente di Kunta Kinte e della sua
saga di schiavitù tramandata per generazioni. Dal villaggio africano arrivano negli Usa in catene, seguendo
lo sviluppo del colonialismo, della lotta per la sopravvivenza e la dignità, dando un contributo importante
alla storia di quel paese, inclusa Rivoluzione americana e guerra civile. Un evento, quello di Cannes,
andato oltre i limiti della commozione, grazie alla presenza di Le Var Burton, co-produttore, che nel '77 fu
star nei panni del gambiano Kunta Kinte; con il produttore esecutivo Mark Wolper, figlio del primo
produttore, David. «Q uesto è il momento perfetto per il remake - hanno detto loro - i giovani non hanno
visto la serie originale, i tempi sono cambiati e ci sono molte cose nuove da dire. L'America oggi, la
diaspora, il Presidente nero e tutte le altre connessioni, inclusa la paura, il senso di colpa e migliaia di altri
sentimenti. Noi tendiamo a dimenticare il passato, invece qui parliamo di quegli errori». Ha le lacrime agli
occhi Le Var Burton quando sussurra: «Il primo Radici ha segnato la mia vita, questo l'ha cambiata. È
un'esperienza incredibile tornare come produttore». Anche Anika Noni Rose ne è entusiasta, fantastica
interprete di Kizzy, figlia di Kinte, violentata dal padrone bianco, viscido, debole e crudele, che ha il volto di
Jonathan Rhys Meyers dal quale avrà un figlio. «Abbiamo fatto esperienze incredibili, abbiamo vissuto nelle
piantagioni con l'afa e gli animali, abbiamo attraversato questa storia di sopravvivenza ogni singolo giorno e
abbiamo dimostrato che gli schiavi sono rimasti esseri umani. Quando ho provato ad accennare alla
schiavitù, alcuni ragazzi mi hanno chiesto: "Ma dobbiamo ancora parlarne?" Non ho mai sentito questa
domanda associ ata all 'Olocaust o. Inve ce questo è l'Olocausto dei neri in America ed è necessario
parlarne, sentirne e rimediare. Spero che nel mio personaggio non si veda solo la schiava ma la storia della
sopravvivenza di una donna in una situazione abnorme che non ha nulla di umano ma che lei in un modo
indefinibile riesce a governare. Spero si accenda nei giovani il fuoco della verità e che capiscano quanto le
persone possano essere fragili, spietate ma anche forti e vive». Una storia, l'odierna, che rispetto
all'originale si concentra sulle sofferenze dei singoli personaggi, oltre che sul dramma collettivo. Dice Rhys
Meyers: «Questo film è la manifestazione di tutto quello che non funziona in un essere uman o. Sono un
truf fato re, un ubriacone, sono pieno di conflitti. Sono il padrone eppure amo questo figlio che mi
assomiglia nonostante il colore della pelle. È stata un'esperienza forte, dirompente, ho sofferto e, alla fine,
ho capito chi sono e chi siamo». c
Ora bisogna parlarne perché gli errori non vengano dimenticati Meyers e Noni Rose Protagonisti del
remake della serie televisiva
Foto: In catene L'attore inglese Malachi Kirby (il primo della foto) è uno dei nuovi protagonisti nel ruolo di
Kunta Kinte. Lunga otto ore la serie partirà il 30 maggio negli Usa poi arriverà anche in Italia Racconta di un
gruppo di neri rapiti in Africa dai mercanti di schiavi e portati in catene in America Attraverso la famiglia di
Kinte si ripercorre la storia di un Paese
ANICA - TELEVISIONE - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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Anteprima
15/04/2016
Pag. 30
diffusione:172712
tiratura:244598
ANICA - TELEVISIONE - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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Foto: Violenze Jonathan Rhys Meyers e Anika Noni Rose. Lui la violenta e lei gli dà un figlio che ameranno
in modo opposto ma con intensità
15/04/2016
Pag. 34
diffusione:116159
tiratura:152668
Gioè: «Io, eroe senza paura»
Valentina Venturi
Rendere in prima serata l'onestà in versione 'cool' è entusiasmante. Sono felice di aver lavorato a un
progetto importante anche dal punto di vista culturale: trasmettere i valori dell' integrità è un mezzo per
captare il bisogno di contrastare e vincere la corruzione». Si entusiasma Claudio Gioè mentre parla del suo
nuovo impegno televisivo: da lunedì 18 aprile l'attore veste i panni del maggiore della Guardia di Finanza
Alessandro Luce - «un personaggio denso, ricco di sfaccettature» - nella serie diretta da Carmine Elia Il
sistema , in onda in prima serata su Raiuno. La fiction si è avvalsa della diretta collaborazione della Gdf,
che ha seguito la fase di scrittura e quella delle riprese, durate sei settimane, durante le quali hanno
partecipato 230 finanzieri. RICICLAGGIO Siamo a Roma, al centro della vicenda c'è il lavoro criminale di
un' associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro sporco, guidata dall'avvocato collezionista
d'arte Alcamo (Massimo Venturiello), dalla contabile Daria Fabbri (Gabriella Pession), che si occupa degli
investimenti dell'organizzazione e dal glaciale scagnozzo il Rosso (Antonio Gerardi). Oltre al riciclaggio, i
tre controllano e gestiscono prestiti a usura, traffici di merce contraffatta e spaccio di droga. Il maggiore
Luce inizia a indagare dopo il suicidio del fratello Raoul (Fausto Sciarappa), un imprenditore in gravi
difficoltà economiche. Luce è convinto che dietro la morte di Raoul si celi più di una crisi personale: scopre
infatti che il fratello aveva cominciato ad accettare denaro da usurai. Il caso sembrerebbe risolto, ma Luce
vuole arrivare fino alla vetta del Sistema criminale, per smantellarla. Per riuscirci ha bisogno del supporto
del Gico (Gruppo d'Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza), dove lavora anche l'ex
fidanzata Floriana (Valeria Bilello) e deve infiltrarsi nella banda, per conquistarsi la fiducia dei criminali e
smascherarli. «Durante alcune riprese - ricorda Gioè - c'è stato il supporto dei corpi speciali, mentre per le
scene di azione mi hanno affiancato veri finanzieri. È fondamentale presentare al pubblico la storia di un
eroe che non ha paura, che va avanti per la sua strada rispondendo ai principi che insegnano agli allievi
della Gdf: il servizio e la tutela dello Stato sopra ogni cosa». Durante il suo lavoro di copertura, Luce
conosce e inizia a frequentare la dark-lady Daria: tra i due scoppia una forte passione, nonostante il
Maggiore capisca che la donna era stata l'amante del fratello Raoul. «Il mio ruolo - commenta la Pession,
che torna sul piccolo schermo dopo la maternità - oscilla di continuo tra essere una carnefice e una vittima.
Incarno l'eterna lotta tra bene e male. Daria è una donna spaventata del Sistema in cui si muove, è un
personaggio tridimensionale, reale. È stato facile entrare nel personaggio perché il copione era ricco di
spunti e indicazioni». La sceneggiatura della fiction, coprodotta da Rai Fiction-Italian International Film e da
Fulvio e Paola Lucisano, è di Valter Lupo e Sandrone Dazieri; l'obiettivo era di proporre un eroe con cui lo
spettatore potesse immedesimarsi. «Lo abbiamo costruito - confermano i due autori - giocando sugli
opposti, sui chiaroscuri. È un uomo di legge, uno dei migliori cacciatori di criminali che la Guardia di
Finanza abbia mai prodotto».
Foto: «Come insegnano agli allievi della Gdf: la tutela dello Stato sopra ogni cosa»
Foto: IL CAST Sopra Claudio Gioè e Gabriella Pession. A fianco Antonio Gerardi
Foto: GABRIELLA PESSION NEL RUOLO DI UNA CONTABILE CHE INDAGA SUL RICICLAGGIO,
ANTONIO GERARDI È IL GLACIALE "ROSSO"
ANICA - TELEVISIONE - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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Da lunedì su Rai1 "Il sistema": protagonista un maggiore della Guardia di Finanza che vuole smantellare
un'organizzazione criminale. Alle riprese hanno preso parte anche 230 finanzieri LA FICTION
15/04/2016
Pag. 35
diffusione:116159
tiratura:152668
Sky Cinema Hits da stasera David di Donatello
In occasione dei David di Donatello Sky dedica un intero canale ai film premiati con la statuetta: da oggi al
24 aprile, Sky Cinema Hits (canale 304) si trasforma in Sky Cinema HD David di Donatello, tutto in alta
definizione e con i migliori titoli disponibili anche su Sky On Demand e Sky Go. Nel corso dei 10 giorni di
programmazione, oltre alla diretta esclusiva dei 60esimi David di Donatello (con la conduzione di
Alessandro Cattelan) prevista per lunedì dalle 20.50 su Sky Cinema 1 HD, TV8 (canale 8 del digitale
terrestre), Sky Uno HD e su Sky Cinema HD David di Donatello, largo spazio ai film con oltre 60 titoli
trasmessi. Tra i titoli in palinsesto sul canale spiccano sei vincitori dei David di Donatello 2015: il trionfatore
"Anime Nere" (in prima serata domenica alle 21,10) che si è aggiudicato nove David. Cinque statuette
invece per "Il giovane favoloso" (in prima serata mercoledì 20 aprile alle 21,10); migliori effetti digitali per
l'ultimo film di Gabriele Salvatores, "Il ragazzo invisibile" (in prima serata sabato alle 21,10). Miglior esordio
alla regia per Edoardo Falcone autore di "Se Dio vuole" (in prima serata giovedì 21 alle 21,10) e infine il
miglior film straniero, "Birdman". Da segnalare anche la toccante pellicola di Nanni Moretti, "Mia madre" (in
prima visione stasera alle 21,10 su Sky Cinema 1 HD e alle 21.40 su Sky Cinema HD - David di Donatello),
con cui ha ottenuto il suo settimo David in carriera.
Foto: ALESSANDRO CATTELAN Condurrà la diretta dei David
ANICA - TELEVISIONE - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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Maratona David
15/04/2016
Pag. 33
diffusione:74885
tiratura:143225
Un canale per i film premiati al David
In occasione dei David di Donatello, Sky dedica un intero canale ai film premiati con la statuetta: da oggi al
24 aprile, Sky Cinema Hits (canale 304) si trasforma in Sky Cinema HD - David di Donatello. Nel corso dei
10 giorni di programmazione, oltre alla diretta esclusiva dei 60esimi David di Donatello (con la conduzione
di Alessandro Cattelan) prevista per lunedì 18 aprile dalle 20.50 su Sky Cinema 1 HD e TV8 (canale 8 del
digitale terrestre), Sky Uno HD e su Sky Cinema HD - David di Donatello, spazio ai film con oltre 60 titoli
trasmessi. Spiccano i vincitori dei David 2015, tra cui Anime Nere , Il giovane favoloso , Il ragazzo invisibile
.
ANICA - TELEVISIONE - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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DA OGGI SU SKY
15/04/2016
Pag. 94 N.15 - 15 aprile 2016
La parabola dei "talent" e la musica in tv
Nella battaglia tra Rai e Mediaset a suon di show, si inserisce anche Sky. Tutti a caccia del pubblico
giovanile
/ di Paolo Martini
Sulla musica le televisioni si giocano una partita chiave, come si vede bene nella primavera di guerra
frontale tra gli show. Il nuovo debutto serale di Amici, testa a testa contro Ballando su Raiuno, ma anche
alternativo al talent di Raidue The Voice, sembra riaccendere i grandi apparati di luci che fagocitano tutto.
Ma la battaglia si tiene anche nelle pieghe meno illuminate e sicuramente assume un valore decisivo dato
che la musica aggrega ancora una parte del pubblico, più giovane e più alta, che è sostanzialmente ormai
insofferente alla tv. Nel grande risiko musical-televisivo bisogna però anche considerare che, al di là della
forza dei singoli personaggi, come Maria De Filippi, e al di là dei format, ovvero dell'inevitabile parabola
ormai discendente dei talent, sembra che alla Rai come a Mediaset manchi una strategia complessiva di
presenza in questo settore. Lo si vede anche nelle occasioni sociali e familiari in cui la tv può funzionare
come una sorta di sottofondo musicale, per esempio durante le feste di Pasqua, quando Sky Arte ha
riproposto per due serate i grandi duetti di Pavarotti & Friends (che, peraltro, originariamente erano stati
ripresi, con grande dispendio di mezzi e personale, dal servizio pubblico...). Proprio Sky Arte è un asso
nella manica del gruppo satellitare, che usa anche questo canale per confermare il suo radicamento nel
pubblico della musica leggera, molto meglio di come faccia la Rai, per esempio, con Rai5 (anche se, a
giudicare dalle prime mosse, dopo l'avvento del nuovo direttore potrebbe essere dirottato l'incarico di
presidiare il pop a Rai4). Sky Arte fa un po' il giro all'incontrario del prodotto-vetrina musicale di Sky, che è
X-Factor: tanto il talent cerca e va verso il popolare, quanto Arte non si fa spaventare nemmeno dall'antitelevisivo delle nicchie. Per luogo comune, in Italia sono sempre considerati improponibili, o quasi, alcuni
cantautori di minor immediatezza, sia per i testi più intellettuali, sia per la scarsa propensione alle
concessioni all'immagine. Di recente su Sky Arte si è visto persino tanto Francesco Guccini, per non dire
dell'onore reso a un personaggio ostico per il pubblico televisivo com'era Gianmaria Testa. Per ribadire la
voglia d'egemonia nel settore della musica pop, infine, Sky ha lanciato la nuova serie nostalgia Vynil (che
sta andando in onda su Atlantic), firmata da Martin Scorsese con Mick Jagger. Un ultimo accenno è
necessario per X-Factor, grande macchina organizzativa che non si ferma mai, attualmente in fase di
nuove selezioni dei concorrenti e di tira-e-molla sulla composizione della squadra di giudici (speriamo che
qualche ingresso altisonante non turbi troppo l'equilibrio binario Mika-Fedez, che ha reso così fruibili le
ultime stagioni). Basta anche solo aver visto qualche decina di minuti dell'ultimo Festival di Sanremo, in cui
peraltro Conti si è avvalso di un'eccellente regia televisiva, per rendersi conto di quanto X-Factor sia
diventato oggi una sorta di canone prevalente nello show televisivo. E se per fare un bello spettacolo, la tv
del servizio pubblico deve copiare qualcosa che viaggia in cielo a trecento chilometri da terra, beh si
capisce perché la Rai fa fatica a stare in piedi.
Foto: Maria De Filippi
ANICA - TELEVISIONE - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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10 articoli
14/04/2016 11:23
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incontri-cinema-sorrento-2016Con i primi due focus dedicati all'industria e alla scrittura del genere 'crime'
tra cinema e televisione, entrano nel vivo, domani venerdì 14 aprile, i nuovi 'Incontri del Cinema di Sorrento'
che stanno già registrando il tutto esaurito dopo due giorni di anteprime e rassegne. Due i focus in
programma al Chiostro di San Francesco, cuore della manifestazione insieme al Cinema Tasso e al
Palazzo del Comune: si parte alle 12,00 con 'Il pubblico del Crime', relatori Riccardo Tozzi, fondatore e Ceo
Cattleya, casa di produzione ospite dell'edizione 2016; Luca Rochira (Programming Director Entertainment
Channels at Fox International Channels), Antonio Visca (Direttore Sky Atlantic), Francesco Nardella
(Vicedirettore Rai Fiction), Sherin Salvetti (General Manager A+E Networks Italy Crime + Investigation),
modera: Conchita Sannino (La Repubblica).
Seconda sessione alle 16,00 quando sul tema 'La Geografia del Crime' moderato da Riccardo Tozzi si
confronteranno alcuni tra i più prestigiosi autori e sceneggiatori del genere: Maurizio De Giovanni,
Giancarlo De Cataldo, Marco Videtta, Giampaolo Simi , Sandrone Dazieri, Paolo Repetti (direttore collana
Stile Libero Einaudi). Per la retrospettiva 'Nerocampania' saranno i Manetti Bros a salutare il pubblico per la
proiezione al Cinema Tasso del film ormai cult 'Song e Napule' (ore 17,30). Alle 20.30 I due registi romani
parleranno della loro prossima produzione Nunn'è Napule insieme a Edoardo De Angelis che racconterà il
set campano di Indivisibili .
A seguire, l'anteprima nazionale della terza puntata della serie del momento, Il caso O.J.Simpson American Crime Story, regia di Scott Alexander e Larry Karaszewski, con Cuba Gooding Jr., John Travolta,
Sterling K. Brown (per gentile concessione di FOX CRIME).
Seguirà alle ore 22, l' anteprima nazionale del film 'Il caso Freddy Heineken', regia di Daniel Alfredson con
Jim Sturgess, Anthony Hopkins, Sam Worthington (Koch Media). Basato sull'omonimo best seller del
giornalista olandese Peter R. de Vries, il film narra il famoso rapimento dell'erede della famiglia Heineken,
proprietaria della birra olandese, e del suo autista, Ab Doderer, che avvenne nel 1983. Il crimine diventò
famoso all'epoca, per il pagamento della cifra più alta mai pagata per un riscatto di un individuo: circa 50
milioni dollari. Sarà un fine settima a Sorrento ricco di star e presenze, sono infatti attesi tra gli altri i registi
Francesca Comencini e Carlo Carlei , gli sceneggiatori Maddalena Ravagli e Sandrone Dazieri, gli attori
Alessandro Borghi, Greta Scarano, Giulia Bevilacqua, Giovanna Di Rauso, Antonio Gerardi. E nella
giornata di chiusura Michele Riondino e Fortunato Cerlino con il regista di "Falchi" Toni D'Angelo. Domani
venerdì 15 aprile parte anche l'iniziativa One day Stages con l'Università Suor Orsola Benincasa: una
giornata aperta agli studenti della Facoltà di Scienze della comunicazione e del Master in cinema e
televisione che parteciperanno al denso programma, ricco di incontri, focus, proiezioni.
Gli Incontri di Sorrento, direttore artistico Remigio Truocchio, tornano in attività dopo 12 anni per iniziativa di
Mario Gargiulo, Assessore agli Eventi del Comune di Sorrento e di Antonino Giammarino (dirigente del
settore eventi e cultura che ne ha ideato il format). La storica manifestazione è prodotta da Cineventi srl, in
collaborazione con la Film Commission Regione Campania.
Film di chiusura sarà Codice 999, per le serie TV in programma le anteprime di The Night Manager (SKY
Atlantic), e di Il Sistema (Rai Fiction) che andrà il onda dal 18 aprile su Rai Uno. Le proiezioni sono gratuite
e l'accesso in sala è libero. Per le proiezioni dei film in prima e seconda serata l'accesso è regolato
mediante inviti in distribuzione gratuita, presso il cinema Tasso.
L'ingresso sarà consentito fino ad esaurimento posti.
Aggiornamenti ed info su facebook.com/IncontriCinemaSorrento
ANICA WEB - ANICA WEB - Rassegna Stampa 15/04/2016 - 15/04/2016
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Incontri del Cinema di Sorrento, il "mondo del crime" sbarca in costiera
14/04/2016 11:23
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Cinepalace Riccione (Viale Virgilio, 19). Programmazione 14/04/2016 20/04/2016
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CINEMADAYS seconda giornata. I film in uscita e le Rassegna.
Bologna, 14/04/2016 - 14:00 (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)
Cinepalace Riccione (Viale Virgilio, 19).
Programmazione 14/04/2016 - 20/04/2016.
Giovedì 14 Aprile
Criminal
Durata: 01:43
Regia: ARIEL VROMEN
Ore 20:40; 22:50
God'S Not Dead
Regia: Harold Cronk
Ore 20:30
Il Cacciatore E La Regina Di Ghiaccio
Regia: Cedric Nicolas-Troyan
Ore 20:30; 22:40.
Il Libro Della Giungla.
Durata: 01:35
Regia: JON FAVREAU
Ore 20:30; 22:30
Nemiche Per La Pelle
Regia: LUCA LUCINI
Ore 22:45
Nonno Scatenato
Durata: 01:42
Regia: DAN MAZER
Ore 20:30; 22:30
Veloce Come Il Vento
Durata: 01:59
Regia: MATTEO ROVERE
Ore 20:15; 22:30.
Rassegne al Cinepalace Riccione
ROYAL OPERA HOUSE 2015/16
La nuova stagione 2015 - 2016 Live al cinema della Royal Opera House di Londra 6 Balletti e 6 Opere
Lunedì 25 Aprile
LUCIA DI LAMMERMOOR
LA GRANDE ARTE AL CINEMA
Primo l'appuntamento con Firenze e gli Uffizi 3D/4K
Lunedì 02 Maggio
LEONARDO DA VINCI - L'ULTIMA MOSTRA
CINEPALACE RICCIONE RIVEDIAMOLI A SOLI 3 EURO
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TUTTI I GIOVEDìì I MIGLIORI FILM A SOLI 3 EURO
RICCIONE CINEMA D'AUTORE - QUARTO CICLO - Marzo 2016
Il lunedì alle ore 21, preceduto da aperitivo BIO'S KITCHEN, e il martedì alle ore 20,30 #3 Ciclo 2016 del
CINEMA D'AUTORE.
CINEMADAYS seconda giornata.
Sono stati 268 mila gli spettatori che hanno acquistato un biglietto del cinema nella seconda giornata dei
CinemaDays, l'iniziativa che fino a giovedì 14 aprile consente al pubblico di entrare in sala a soli 3 euro (a
esclusione dei film in 3D che costano 5 euro e degli eventi speciali). Un dato positivo rispetto al martedì
della settimana precedente (5 aprile) quando i biglietti acquistati erano stati 123 mila, con un incremento del
119%. E anche rispetto all'analogo martedì dell'anno scorso (14 aprile 2015) si registra un +73%. Numeri
questi che incrementano i risultati già positivi registratati nella giornata di esordio.
Inoltre, nelle altre due giornate dei CinemaDays, sono in uscita in sala molti nuovi film: oggi 13 aprile,
escono Hardcore! (Lucky Red), Nonno scatenato (Eagle), Criminal (Notorius) e Un'estate in Provenza
(Nomad Film), mentre domani, giovedì 14 aprile (ultimo giorno della promozione) usciranno Il libro della
giungla (Disney), Nemiche per la pelle (Good Films), L'universale (L'occhio e la luna e Lo Scrittoio) The Idol
(Adler), Mistress America (Fox), Les souvenirs (Parthenos), Senza lasciare traccia (HiraFilm), Il bambino di
vetro (Lab 80 Film).
I CinemaDays sono organizzati dalle associazioni dell'industria cinematografica ANEC, ANEM, ANICA, con
il sostegno della Direzione Generale Cinema del MiBACT.
Sul sito ufficiale www.cinemadays.it sono disponibili l'elenco dei cinema aderenti (2.700 schermi in tutta
Italia) e dei film in programmazione e le informazioni sulle iniziative collaterali e i concorsi per il pubblico.
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Si conclude in bellezza la seconda edizione di #CinemaDays, l'iniziativa organizzata dalle associazioni
dell'industria cinematografica ANEC, ANEM, ANICA, precedentemente conosciuta come Festa del Cinema.
Quattro giorni da vivere in sala, con un menù ricchissimo di film, e un prezzo speciale in tutta Italia: 3 euro
per tutti i film (5 euro i 3D)! Tra questi, ovviamente, ci sono anche le nuove uscite del weekend. Ecco tutti i
film in arrivo nelle nostre sale oggi:
Il libro della giungla di Jon Favreau (711 sale)
Il giovane Mowgli è un cucciolo d'uomo allevato da una famiglia di lupi nella giungla. Minacciato dall'arrivo
della tigre Shere Khan, Mowgli è costretto ad abbandonare la sua casa, imbarcandosi in un viaggio in
compagnia della pantera Bagheera e dell'orso Baloo. Durante il suo percorso incontrerà numerosi animali,
tra cui il serpente Kaa e il chiacchierone Re Luigi.
Criminal di Ariel Vromen (271 sale)
L'agente della CIA Bill Pope viene ucciso e porta con sé nella tomba dei segreti fondamentali per salvare il
mondo da un potenziale attacco terroristico. Per risvegliare la coscienza di Bill e quindi i suoi ricordi, la CIA
chiede l'aiuto del Dottor Franks, il quale ha sviluppato una nuovissima tecnica scientifica per trasferire il
pattern cerebrale di una persona nella mente di un'altra.
Nonno scatenato di Dan Mazer (270 sale)
Jason sta per sposarsi con la figlia del suo capo e diventare così socio nello studio legale del suocero.
Quando però il puritano Jason cade nella trappola del nonno Dick, che lo costringe ad accompagnarlo a
Daytona per le vacanze di primavera, le sue nozze vengono messe seriamente a rischio. Tra feste, risse da
bar e una serata epica di karaoke, Dick vuole godersi il viaggio più selvaggio della sua vita sempre al
massimo. Alla fine il nonno zozzone e il nipote bacchettone scoprono di poter imparare molto l'uno dall'altro
e creare quel legame che non avevano mai avuto prima.
Hardcore! di Ilya Naishuller (225 sale)
Non ricordi nulla. Sei appena stato salvato da tua moglie che ti ha riportato in vita. Lei sostiene che ti chiami
Henry. Dopo 5 minuti vieni colpito, tua moglie rapita, e forse è il caso che tu vada a riprendertela. Chi l'ha
rapita? Il suo nome è Akan, un folle personaggio a capo di un gruppo di mercenari e con un piano per
dominare il mondo. Ti trovi a Mosca, città a te sconosciuta e tutti intorno vogliono ucciderti. Tutti tranne un
misterioso alleato inglese di nome Jimmy . É probabile che lui sia dalla tua parte, ma non ne sei sicuro. Se
riuscirai a sopravvivere alla follia, e a risolvere il mistero, potrai probabilmente capire il tuo obiettivo e la tua
vera identità. Buona Fortuna. Ne avrai parecchio bisogno.
Nemiche per la pelle di Luca Lucini (220 sale)
Lucia e Fabiola si conoscono da anni, e per anni si sono contese l'amore e l'affetto di Paolo, ex marito di
Lucia e attuale marito di Fabiola. Quando Paolo viene a mancare, il suo funerale sembra segnare l'ultimo
momento che saranno costrette a condividere, ma l'uomo, che con loro due di figli non ne aveva mai voluti,
ha lasciato al suo avvocato una lettera in cui invita le due donne a prendersi cura congiuntamente di suo
figlio, Paolo junior. Lucia e Fabiola, ambedue inadeguate alla maternità, animate inizialmente dall'antico
astio e da mere questioni ereditarie, iniziano così un viaggio dentro se stesse e dentro questa maternità
tardiva e inattesa. Proprio quando il piccolo Paolo comincia a far breccia nei loro cuori, viene loro sottratto.
Lucia e Fabiola saranno allora costrette per la prima volta ad unire le forze, passare del tempo insieme e
scopriranno, oltre tutte le evidenti differenze, qualcosa che, forse, in fondo le accomuna.
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ScreenWEEKend - Che Idolo Nonno Hardcore nella Giungla per il
#CinemaDays
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The Idol di Hany Abu-Assad (68 sale)
Gaza. Sinonimo di tanti conflitti, distruzione e disperazione, ma per Mohammad Assaf e sua sorella Nour,
Gaza è la loro casa e il loro parco giochi. È dove, insieme ai loro migliori amici fanno musica, giocano a
calcio e hanno il coraggio di sognare in grande. La loro band è alla buona, utilizzano vecchi strumenti
musicali, ma nonostante tutto hanno grandi ambizioni. Una sera, ecco la possibilità che il sogno di sfondare
si avveri: Mohammed sente in tv che i provini per "Arab Idol", lo show più popolare nel mondo arabo, si
svolgono al Cairo. I confini sono chiusi. Sembra non esserci via d'uscita. Ma la voglia di realizzare un sogno
è più forte di ogni ostacolo... Ecco l'opportunità di cambiare la sua vita e dare a un popolo senza voce la più
grande sensazione: la libertà di amare, vivere e sentirsi liberi.
Mistress America di Noah Baumbach (40 sale)
Tracy è una solitaria matricola universitaria a New York, che non sta avendo né un'emozionante esperienza
all'università né lo stile di vita metropolitano glamour che si era immaginata. Ma quando viene accolta dalla
sua futura sorellastraBrooke, una ragazza intraprendente e mondana che abita a Times Square, viene
salvata dallo sconforto e sedotta dai suoi modi folli e affascinanti.
Un'estate in Provenza di Roselyne Bosch
Nella campagna provenzale giungono in vacanza dai nonni Léa, Adrien e il fratellino Théo, sordo dalla
nascita.
Non è la vacanza dei loro sogni e in meno di ventiquattro ore è scontro generazionale con il nonno Paul, un
olivicoltore rigido e burbero che non hanno mai conosciuto a causa di un vecchio conflitto familiare con la
madre. Ben presto, però, il passato tempestoso di Paul si riaffaccia e i trasgressivi anni Settanta fanno
ritorno sullo sfondo incantevole della Provenza, mettendo in luce il suo lato più umano e affettuoso. Ecco
che le differenze tra la vita di città e di campagna si annullano e le due generazioni possono finalmente
incontrarsi dando vita a una vacanza indimenticabile.
Senza lasciare traccia di Gianclaudio Cappai
Bruno ha cercato di dimenticare un passato di cui porta i segni sulla pelle e dentro di sè, nella malattia che
lo consuma lentamente: di quel passato non ha mai parlato con nessuno, neanche con la sua compagna.
Fino a quando Bruno non ha l'occasione di tornare nel luogo dove tutto è cominciato: una fornace ormai
abbandonata, diventata il rifugio di un uomo e della figlia. Nessuno dei due riconosce quell'intruso, né
immagina le sue intenzioni. Per guarire, Bruno deve trovare un colpevole, guardare in faccia l'origine del
suo male.
Les Souvenirs di Jean-Paul Rouve
Romain ha 23 anni. La sua aspirazione è diventare scrittore, ma per il momento si accontenta di fare il
guardiano notturno in un albergo. Suo padre ha 62 anni. Sta andando in pensione e apparentemente la
cosa non lo scompone.
Il ragazzo con cui divide l'appartamento ha 24 anni. Ha in mente una sola idea: sedurre una ragazza,
qualsiasi ragazza, con qualunque mezzo. Sua nonna ha 85 anni. Si ritrova in una casa di riposo e si
domanda che cosa ci faccia lì con tutti quei vecchi. Un giorno suo padre compare precipitosamente a casa
sua. La nonna è scomparsa. In un certo senso è evasa. Romain parte alla sua ricerca, in qualche luogo dei
suoi ricordi...
L'universale di Federico Micali
Tommaso è figlio del proiezionista del Cinema Universale di Firenze. Un luogo mitico, chiuso nel 1989,
dove il vero spettacolo era il pubblico grazie a episodi come l'incredibile ingresso in sala di una Vespa, il
famoso abburracciugagnene, i commenti a voce alta durante le proiezioni, i balli durante i film musicali.
Le poltrone di legno, il bar, le mura, le maschere, la cassiera, la barista e lo stesso programmatore Sig.
Ginori vivevano da protagonisti gli sketch degli spettatori, irriverenti e sopra le righe, alla ricerca della
propria identità.
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Il bambino di vetro di Federico Cruciani
Palermo, oggi. Giovanni, un bambino di dieci anni, giunge amaramente a scoprire che nella parola
"famiglia" può annidarsi il male. In una lenta e graduale presa di coscienza, il bambino metterà
irrimediabilmente in crisi il legame incondizionato con suo padre Vincenzo, aprendo gli occhi su una realtà
in cui le "famiglie criminali" possono essere più di una e in cui la sua stessa "famiglia naturale" nasconde un
segreto capace di colpire al cuore.
Ricordiamo anche l'uscita nei prossimi giorni di Montedoro, Nessuno mi troverà e Fiore del deserto.
Per finire, vi rimandiamo come sempre allo ScreenWEEKend Speciale Kids e alle nostre app per iPhone e
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14/04/2016 11:04
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Siamo giunti all'ultimo giorno nelle sale italiane i #CinemaDays, l'iniziativa organizzata dalle associazioni
dell'industria cinematografica ANEC, ANEM, ANICA, precedentemente conosciuta come Festa del Cinema.
Quattro giorni da vivere in sala, con un menù ricchissimo di film, e un prezzo speciale in tutta Italia: 3 euro
per tutti i film (5 euro i 3D)!
I risultati di questa seconda edizione sono molto soddisfacenti. Ieri aggiunti altri 313mila spettatori anche
grazie alle nuove uscite in sala, come l'action movie Hardcore! di Ilya Naishuller, l'adrenalinico Criminal con
Kevin Costner e la commedia Nonno Scatenato con Robert DeNiro e Zac Efron.
Il dato è in crescita del 124% rispetto allo scorso mercoledì e di oltre il 106% rispetto ad un anno fa, quando
dominava nelle sale il fenomeno Fast & Furious 7. Nonostante il prezzo ridotto, il numero elevato di
spettatori ha portato persino ad un incremento negli introiti: parliamo di oltre il 30% sia rispetto alla scorsa
settimana che al 2015. Il totale aggiornato di questa edizione è di quasi 800mila spettatori dopo soli tre
giorni di iniziativa, e oggi si supererà ampiamente la soglia del milione anche grazie al kolossal Il Libro della
Giungla, in uscita oggi in 700 schermi italiani, anche nel formato 3D (in offerta per oggi a 5 euro).
Rispetto all'edizione dello scorso ottobre, il calo medio è del 35% ma solo considerando i numeri assoluti.
In relazione al periodo e agli incassi cinematografici del weekend precedente e dei giorni anticipanti
l'edizione, si registra in realtà un incremento relativo molto positivo. In conclusione, domani tireremo le
somme definitive, ma la doppia edizione primaverile e autunnale è sicuramente una scelta vincente, pronta
a fare da "booster" in momenti particolari dell'anno cinematografico iniettando voglia di vivere i film in sala,
con tutti i benefici che ne conseguono.
TOP-10 SPETTATORI:
1 - IL CACCIATORE E LA REGINA DI GHIACCIO: 53.259 spettatori (Tot. 1.978.494)
2 - NONNO SCATENATO: 38.936 spettatori (Tot. 117.501)* (1GG)
3 - VELOCE COME IL VENTO: 31.209 spettatori (Tot. 971.254)
4 - SAN PIETRO E LE BASILICHE PAPALI: 8.476 spettatori (Tot. 238.939 - evento non compreso)
5 - HARDCORE!: 21.576spettatori (Tot. 65.830)* (1GG)
6 - TROPPO NAPOLETANO: 20.115 spettatori (Tot. 640.957)
7 - BATMAN V SUPERMAN: 20.566 spettatori (Tot. 10.116.840)
8 - CRIMINAL: 17.260 spettatori (Tot. 51.967)* (1GG)
9 - RACE: 14.975 spettatori (Tot. 1.503.837)
10 - KUNG FU PANDA 3: 8.643 spettatori (Tot. 7.886.768)
Il Libro della Giungla
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#CinemaDays - Oltre 300mila spettatori il terzo giorno, oggi chiusura con
Il Libro della Giungla
14/04/2016 10:50
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LEGGI ANCHE: Il Libro della Giungla - La recensione del nuovo film Disney
Si conclude in bellezza la seconda edizione di #CinemaDays, l'iniziativa organizzata dalle associazioni
dell'industria cinematografica ANEC, ANEM, ANICA, precedentemente conosciuta come Festa del Cinema.
Quattro giorni da vivere in sala, con un menù ricchissimo di film, e un prezzo speciale in tutta Italia: 3 euro
per tutti i film (5 euro i 3D)!
L'ultimo giorno di questa iniziativa coincide con l'arrivo in sala de Il libro della Giungla, la spettacolare
trasposizione cinematografica del famoso libro scritto da Rudyard Kipling verso la fine del 1800, che
arriverà in ben 711 sale.
Se non vedete l'ora di precipitarvi al cinema per vedere questo film, potete trovare la sala più vicina a voi
grazie alla nostra applicazione, tutto quello che dovete fare è consentire la localizzazione sul vostro
browser o scrivere l'indirizzo in cui vi trovate.
Ricordiamo che il cast vocale italiano comprende personalità famose, provenienti dal mondo del cinema e
della televisione:
Violante Placido (Raksha)
Toni Servillo (Bagheera)
Neri Marcorè (Baloo)
Giancarlo Magalli (King Louie)
Giovanna Mezzogiorno (Kaa)
A loro il compito di competere con i doppiatori originali, che comprendono nomi come nomi come Bill
Murray (Baloo), Ben Kingsley (Bagheera), Lupita Nyong'o (madre lupo Rackcha), Idris Elba (la tigre Shere
Khan), Scarlett Johansson (il serpente Kaa), Christopher Walken (il Re delle scimmie Louie) e Giancarlo
Esposito (il capo dei lupi Akela).
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Il regista Jon Favreau ha unito le forze con i Walt Disney Studios per realizzare una pellicola che si
preannuncia particolarmente magica. Il film, realizzato in tecnica mista, fonde il tradizionale live action con
la migliore grafica digitale, dando luogo ad un connubio decisamente suggestivo.
La sceneggiatura è firmata da Justin Marks e il film uscirà nei cinema il 14 aprile 2016. Vi ricordiamo infine
che anche Warner Bros. sta realizzando una propria versione del Libro della Giungla, Jungle Book: Origins
diretta da Andy Serkis.
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Il Libro Della Giungla (Edizione speciale) (Blu-ray)
List Price: EUR 16,90
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Il Libro della Giungla da oggi al cinema: tutte le sale a 3 euro
14/04/2016 10:41
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Al cinema con tre euro, oggi è l'ultimo giorno
"Si chiude Cinemadays, la festa dedicata alle pellicole cinematografiche. Ecco l'elenco delle sale di Torino
che aderiscono all'iniziativa"
Al cinema con tre euro, oggi è l'ultimo giorno
"
Ultimo giorno per andare al cinema con soli 3 euro. Oggi, giovedì 14 aprile, si chiude infatti Cinemadays, la
festa dedicata alle pellicole cinematografiche.
L'iniziativa, nata con l'obiettivo di incentivare le presenze nelle sale, prevede il costo del biglietto per i film
ridotto a soli 3 euro, mentre le proiezioni in 3D sono in listino a 5 euro. Cinemadays, organizzata dalle
associazioni dell'industria cinematografica ANEC, ANEM, ANICA e con il sostegno della Direzione
Generale Cinema del MiBACT, l'hanno scorso ha avuto grande successo, con 1.800.000 biglietti venduti in
soli 4 giorni.
A Torino, le sale cinematografiche che aderiscono all'iniziativa sono:
- AMBROSIO, corso Vittorio Emanuele II 52;
- ELISEO, via Monginevro 42;
- ERBA, corso Moncalieri 241;
- GREENWICH VILLAGE, via Po 30;
- IDEAL CITYPLEX, corso Giambattista Beccaria 4;
- JOLLY, via S. Giovanni Bosco 2B;
- LUMIERE, via Fratelli Rosselli 19;
- LUX, galleria S. Federico 33;
- MASSAUA, piazza Massaua 9;
- MASSIMO, via Giuseppe Verdi 18;
- NAZIONALE, via Giuseppe Pomba 7;
- REPOSI, via XX Settembre15;
- ROMANO, Galleria Subalpina, piazza Castello 9;
- SOLFERINO, piazza Solferino 4;
- THE SPACE TORINO, via Livorno 54;
- UCI CINEMAS TORINO, via Nizza 230;
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Al cinema con tre euro, oggi è l'ultimo giorno
14/04/2016 15:13
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NORDIC-FILM-FEST-Poster-Locandina-2016-11
Torna il Nordic Film Fest, dopo il grande successodi pubblico, critica e stampa degli anni passati, da
giovedì 21 a domenica 24 aprile alla Casa del Cinema di Roma.
Giunto alla quinta edizione, la rassegna nasce con l'intento di promuovere la cinematografia e la cultura dei
Paesi Nordici (Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia), a cura delle quattro ambasciate nordiche
presenti in Italia e con la collaborazione del Circolo Scandinavo di Roma.
La rassegna, che quest'anno avrà come tema l'"Amore nordico", articolato in tutte le sue declinazioni,
presenterà nuovi film in anteprima, o inediti in Italia, ed è realizzata anche in collaborazione con
l'Ambasciata di Islanda di Parigi, i Film Institutes dei rispettivi paesi e con il patrocinio del Comune di Roma.
Oltre alle proiezioni, in lingua originale con sottotitoli in italiano e a ingresso libero, il programma prevede
presentazioni e incontricon ospiti internazionali (registi, attori, attrici,produttori ecc.).
La manifestazione avrà anche uno spazio speciale dedicato a documentari e corti a cura del Circolo
Scandinavo.
Importante evento collaterale della manifestazione sarà la mostra fotografica (18 aprile - 3 maggio) "Liv &
Ingmar: colleghi, amanti, amici" dedicata all'attrice norvegese Liv Ullmann e al regista svedese Ingmar
Bergman.
Si confermano anche quest'anno: la sezione dedicata agli sceneggiatori nordici a cura di Writers Guild
Italia, con masterclass tenute da importanti rappresentanti del cinema dei Paesi Nordici e, venerdì 22
aprile, la tavola rotonda di produttori nordici e italiani a confronto "North Meets South", in collaborazione
con Anica e Writers Guild Italia.
Nordic Film Fest 2016 si avvale dell'importante partnership con Ied (Istituto Europeo di Design) che ha
realizzato la sigla originale. Il main sponsor della manifestazione è la società svedese Ericsson.
Il cinema dei Paesi Nordici è sempre più caratterizzato dall'emergere di una generazione di nuovi autori che
hanno conquistato uno spazio significativo nel panorama della cinematografia mondiale, grazie ad una
notevole varietà e un'eccellenza artistica che merita di essere conosciuta e approfondita dal pubblico
italiano, obiettivo che è alla base del progetto del Nordic Film Fest.
Info: www.nordicfilmfestroma.com
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Torna il Nordic Film Fest, a Roma dal 21 al 24 aprile
14/04/2016 12:10
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Incontri-Cinema-Sorrento-2016
Dopo le prime due giornate all'insegna delle anteprime tra cinema e televisione, venerdì 15 aprile gli
Incontri del Cinema di Sorrento entrano nel vivo con una serie di appuntamenti dedicati al crime che
porteranno nella cittadina costiera numerosi ospiti tra registi, attori, autori e sceneggiatori.
Offrirà molti spunti di riflessione il focus dedicato a "La geografia del crime" moderato da Riccardo Tozzi
(Fondatore e Ceo Cattleya) che dialogherà con gli autori Maurizio De Giovanni, Giancarlo De Cataldo,
Sandrone Dazieri, Giampaolo Simi, Marco Videtta e con Paolo Repetti, editore della collana Einaudi/Stile
Libero. Questi maestri del genere, partendo da una riflessione su libri, serie tv e film che propongono delle
tipologie di crime regionali e molto localizzati, dialogheranno sull'esistenza di una specificità regionale del
crime e sui segreti del suo successo. Un successo che non rimane circoscritto a un'area geografica
limitata, ma anzi che spesso travalica i confini nazionali.
Dedicato invece a "Il pubblico del crime" l'incontro previsto nella mattinata di venerdì (ore 12, Chiostro di
San Francesco) che offrirà analisi e riflessioni con interventi di Riccardo Tozzi - Fondatore e Ceo Cattleya,
Luca Rochira - Programming Director Entertainment Channels at Fox International Channels, Antonio Visca
- Direttore Sky Atlantic, Francesco Nardella - Vicedirettore Rai Fiction, Sherin Salvetti - General
ManagerA+E Networks Italy.
A salutare il pubblico di Sorrento ci saranno anche i Manetti Bros, che presenteranno in sala "Song'e
Napule" (ore 17.30, cinema Tasso), e saranno i protagonisti di uno degli incontri della sezione
NeroCampania dedicati alle produzioni crime realizzate in Campania (ore 20.30, cinema Tasso). Accanto ai
fratelli Manetti, che parleranno del set del loro ultimo film ancora in lavorazione "Nun è Napule", ci sarà
anche Edoardo De Angelis, regista che dopo "Mozzarella Stories" e "Perez" torna al cinema con
"Indivisibili", storia di due gemelle siamesi ambientata a Castelvolturno.
A chiudere il programma della giornata di venerdì saranno due grandi anteprime: per le serie tv la terza
puntata di "Il caso O.J. Simpson: American Crime Story", in anteprima nazionale a Sorrento, e "Il Caso
Freddy Heineken" di Daniel Alfredson, con Anthony Hopkins, sul celebre rapimento dell'erede della famiglia
proprietaria della birra olandese, distribuito in Italia da Koch Media.
Nel weekend sono attesi a Sorrento anche i registi Francesca Comencini, Toni D'Angelo e Carlo Carlei e gli
attori Alessandro Borghi, Greta Scarano, Giulia Bevilacqua, Giovanna Di Rauso, Michele Riondino e
Fortunato Cerlino.
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Weekend di incontri a Sorrento con grandi ospiti nel segno del crime
14/04/2016 10:01
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Cinque anni fa abbiamo formato un'assemblea, l'assemblea "Giovani al centro" - dichiara Valerio Carocci
presidente dell'associazione Piccolo Cinema America - convinti che ci fosse l'esigenza politica di avviare un
nuovo percorso in città, pratico e pragmatico, con l'obiettivo di mappare gli spazi abbandonati, salvarli e
restituirli alla cittadinanza come nuovi luoghi culturali polivalenti. Abbiamo così occupato il Cinema America
con l'intento di renderlo uno spazio in cui poter essere "protagonisti e non semplici fruitori", siamo stati
sgomberati e non siamo ancora stati in grado di riaprirlo definitivamente, ma l'abbiamo per ora sottratto alla
demolizione e speculazione. Abbiamo vinto al Tar contro il tentativo di rimozione dei vincoli ministeriali ed
ora ci stiamo costituendo al Consiglio di Stato per lo stesso motivo.
Dopodiché in questo anno ci hanno cavalcato, preso in giro, ghettizzato, hanno tentato di sfiancarci, ma
oggi, dopo tanti mesi di attesa, abbiamo finalmente raggiunto un altro sorprendente risultato. Abbiamo
restituito alla città un nuovo spazio: oggi abbiamo vinto il bando per l'assegnazione della Sala Troisi di Via
Induno, esclusivamente sulla base della nostra storia e della nostra idea di spazio culturale e sociale
polivalente. Oggi proseguiamo ancora con la nostra identità e spensieratezza quella "Brutta, sporca e
cattiva", di chi è pronto a tutto per ciò in cui crede.
Questa, però, è un'assegnazione particolare: è una rivendicazione politica stessa, in quanto la sala
trasteverina è passata dall'essere occupata sine titulo da una delle più grandi società dell'esercizio
cinematografico, la Mediaport SRL di Giorgio Ferrero (anche presidente di ANEC LAZIO e nipote del
Viperetta della Sampdoria), all'essere data in gestione alla più piccola e giovane esperienza politica,
culturale e sociale che abbia mai messo piede nel settore cinematografico, costituitasi tra l'altro in
associazione culturale non a scopo di lucro.
E se l'avessimo rubata potremmo dire "Rubiamo ai ricchi per dare ai poveri", ma questa volta l'abbiamo
sottratta allo Sceriffo di Nottingham e l'abbiamo finalmente restituita alla città, con gli stessi loro strumenti
con cui rendevano impermeabili le istituzioni alle realtà spontanee sociali.
Questo spazio non sarà una sala cinematografica come l'avete vista fino ad ora, bensì un operatore
culturale vivente, una palestra di democrazia, un laboratorio di rapporti sociali, un presidio di ragazzi a
tutela dei territori e di valori come l'antifascismo e l'antirazzismo. Ci piace immaginarla come un polo
aggregativo che dà vita al territorio circostante e che da questo riceve la sua stessa linfa vitale, come una
spugna che si lascia riempire dei contenuti delle realtà esterne, al tempo stesso inondando tutta la città dei
propri.
Per questo annunciamo che è solo l'inizio, il "Piccolo America" si pone l'obiettivo di continuare ad essere
una realtà sociale spontanea in grado di muoversi liberamente nella città e di aprire altri spazi, restituendo
luoghi alla cultura come abbiamo fatto e continueremo a fare con gli "Schermi Pirata" ed il Festival di
Trastevere.
Ringraziamo in primo luogo tutti i residenti, le loro associazioni ed i nostri amici e genitori che ci hanno
sostenuto e fatto rialzare ogni volta in cui hanno tentato di farci mollare la presa. A Francesco Bruni,
Alfonso Perrotta e l'avvocato Claudio Giangiacomo un abbraccio speciale, perché non hanno mai smesso
di sopportarci e supportarci. Un altro importante ringraziamento va alle persone e realtà che hanno
sostenuto formalmente il progetto: Carlo Degli Esposti, Nicola Giuliano e Francesca Cima, Piera Detassis
per CityFest, Gian Luca Farinelli per Cineteca di Bologna, Tinny Andreatta per Rai Fiction, Emiliano
Morreale per Cineteca Nazionale, Gianluca Arcopinto per XELOTIL PRODUZIONI, Riccardo Tozzi per
ANICA, Giovanna Melandri e Mario Sesti per Fondazione Maxxi, Vincenzo Spadafora per Autorità Garante
dell'Infanzia e l'Adolescenza, , Silva Scola per ANAC, tutto il direttivo di 100Autori, Marco Delogu per
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PICCOLO AMERICA VINCE IL TROISI, TORNA LA LUCE IN UN'ALTRA
SALA
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Festival Internazionale della Fotografia di Roma e decine di autori ed attori del mondo cinematografico.
Inoltre tutte le scuole, la Consulta Provinciale degli Studenti ed i centri anziani del Municipio Roma I hanno
stipulato convenzioni con il progetto assieme alla compagnia teatrale ZAPPATTORI che continuerà i
laboratori iniziati nel Cinema America.
Se "C'era una volta in America" una nuova idea di città - conclude il presidente dell'associazione Valerio
Carocci - oggi più che mai ribadiamo che siamo pronti ad abbandonare ogni progetto ed idea se ci fosse
bisogno nuovamente bisogno di noi in Via Natale del Grande.
"Dicono che c'è un tempo per seminare ed uno più lungo per aspettare, noi diciamo che c'era un tempo
sognato che bisognava sognare" - urlano in coro i ragazzi che hanno animato e salvato il Cinema America.
Venerdì alle 22.00 Brindisi di festeggiamento al Big Star di Via Mameli 25.
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NORDIC FILM FEST 2016
Roma - Casa del Cinema - Villa Borghese
da giovedì 21 a domenica 24 aprile 2016
www.nordicfilmfestroma.com
Torna il Nordic Film Fest, dopo il grande successo di pubblico, critica e stampa degli anni passati, da
giovedì 21 a domenica 24 aprile alla Casa del Cinema di Roma.
Giunto alla quinta edizione, la rassegna nasce con l'intento di promuovere la cinematografia e la cultura
dei Paesi Nordici (Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia), a cura delle quattro ambasciate
nordiche presenti in Italia e con la collaborazione del Circolo Scandinavo di Roma.
La rassegna, che quest'anno avrà come tema l'"Amore nordico", articolato in tutte le sue declinazioni,
presenterà nuovi film in anteprima, o inediti in Italia, ed è realizzata anche in collaborazione con
l'Ambasciata di Islanda di Parigi, i Film Institutes dei rispettivi paesi e con il patrocinio del Comune di Roma.
Oltre alle proiezioni, in lingua originale con sottotitoli in italiano e a ingresso libero, il programma prevede
presentazioni e incontri con ospiti internazionali (registi, attori, attrici, produttori ecc.).
La manifestazione avrà anche uno spazio speciale dedicato a documentari e corti a cura del Circolo
Scandinavo.
Importante evento collaterale della manifestazione sarà la mostra fotografica (18 aprile - 3 maggio) "Liv &
Ingmar: colleghi, amanti, amici" dedicata all'attrice norvegese Liv Ullmann e al regista svedese Ingmar
Bergman.
Si confermano anche quest'anno: la sezione dedicata agli sceneggiatori nordici a cura di Writers Guild
Italia, con masterclass tenute da importanti rappresentanti del cinema dei Paesi Nordici e, venerdì 22
aprile, la tavola rotonda di produttori nordici e italiani a confronto "North Meets South", in collaborazione
con Anica e Writers Guild Italia.
Nordic Film Fest 2016 si avvale dell'importante partnership con Ied (Istituto Europeo di Design) che ha
realizzato la sigla originale. Il main sponsor della manifestazione è la società svedese Ericsson. Il cinema
dei Paesi Nordici è sempre più caratterizzato dall'emergere di una generazione di nuovi autori che hanno
conquistato uno spazio significativo nel panorama della cinematografia mondiale, grazie ad una notevole
varietà e un'eccellenza artistica che merita di essere conosciuta e approfondita dal pubblico italiano,
obiettivo che è alla base del progetto del Nordic Film Fest.
INAUGURAZIONE NFF 2016
Il tema principale della rassegna sarà l'"Amore nordico", in tutte le sue declinazioni. Infatti, a inaugurare
l'edizione del Nordic Film Fest 2016 sarà il film del finlandese Mika Kaurismäki, "The Girl King", che
racconta la storia avvincente della Regina Cristina di Svezia, una giovane donna in continua lotta tra
ragione e passione, il mondo antico e quello moderno. Malin Buska, protagonista del film, ha vinto per
questa interpretazione il premio come migliore attrice al Festival di Montreal, dove il film ha avuto anche il
premio del pubblico. I costumi del film, di Marjatta Nissinen, sono stati premiati con il "Jussi", il premio più
importate della Finlandia.
Il film verrà proiettato alla presenza del regista Mika Kaurismäki e dell'attrice Malin Buska e del produttore
Martin Persson, nella serata inaugurale, giovedì 21 aprile (ore 18:30 ad inviti e ore 21 proiezione aperta al
pubblico in 2 sale, Deluxe e Kodak).
GLI ALTRI FILM
Il secondo film della Finlandia, presentato domenica 24 aprile ore 15, sala Deluxe, è la commedia sequel
"Lapland Odyssey 2" del regista Teppo Airaksinen. Il film, che verrà proiettato alla presenza dall'attrice
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Nordic Film Fest: dal 21 al 24 aprile alla Casa del Cinema di Roma
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protagonista Pamela Tola, racconta la storia di Janne e Inari, da poco genitori. Quando Inari esce una sera
per festeggiare con la sua amica, Janne e il suo amico rimangono a casa con la bimba. Visto che la bimba
dorme sempre bene, decidono di caricarla in macchina e partire verso Ylläs per festeggiare un matrimonio.
Il terzo film finlandese, invece, è "Absolution" che sarà presentato dal regista Petri Kotwica, un thriller
psicologico, parzialmente autobiografico, e vincitore del Jussi Awards, l'Oscar finlandese, per la migliore
attrice non protagonista. Kiia e Lauri corrono verso l'ospedale, è buio e la visibilità è scarsa. Anche se il
parto è prematuro, Kiia sta entrando in travaglio. Improvvisamente la loro corsa si ferma, la vettura sembra
aver colpito qualcosa ma Lauri assicura la moglie, sostenendo che non è accaduto nulla. Kiia dà alla luce
un bambino sano ma, mentre, è in ospedale incontra Hanna, una donna il cui marito è in coma dopo essere
rimasto vittima di un pirata della strada. Le due donne stringono amicizia prima che una terribile verità
venga alla luce.
La Svezia presenta, venerdì 22 alle ore 15, sala Deluxe, "Hotel" della regista Lisa Langseth. Protagonista
l'attrice premio Oscar Alicia Vikander, nel ruolo di Erika, una neomamma di un bambino affetto da gravi
problemi e con scarse possibilità di sopravvivere. Dopo essersi rinchiusa in casa e nel proprio silenzio,
Erika viene invitata dal marito a frequentare delle sedute psicoterapeutiche di gruppo. Erika lega con 4
compagni di terapia e i 5 decidono di trascorrere una giornata in hotel, il luogo per eccellenza dove i legami
sono effimeri e la realtà è artefatta e patinata.
Sempre nella giornata di venerdì 22 alle ore 19, il film introdotto dal produttore Martin Persson, "Underdog",
del giovane regista svedese Ronnie Sandahl, famoso in patria anche come scrittore e giornalista, premiato
come migliore opera prima al Zürich Film Festival e come miglior film al Festival di Chicago. Il film vede
Dino, una giovane ragazza che come tanti suoi coetanei, spinti dalla disoccupazione di massa della Svezia
rurale, ha deciso di lasciare il proprio paese per cercare fortuna a Oslo. Un film dove la storia personale
della protagonista si trasforma in metafora di un'intera situazione sociale.
"Something Must Break" è il film svedese che chiude la giornata di sabato 23. Introdotto dalla produttrice
Anna-Maria Kantarius e dalla regista Ester Martin Bergsmark, il film è tratto dal romanzo "Voi siete le radici
che dormono ai miei piedi e tengono la terra ferma" della scrittrice transgender Eli Levéns che ha
collaborato anche alla sceneggiatura. Una storia d'amore tra due ragazzi, l'androgino Sebastian e Andreas,
ragazzo che si considera non gay, che insieme sognano di sfuggire alla noia e il rischio di diventare ciò che
tutti gli altri rappresentano. E poi c'è Ellile, la Superwoman che cresce dentro Sebastian e che Andreas
ama e teme allo stesso tempo.
Un film importante, che tratta argomenti come identità e gender in modo intelligente e toccante. Il film è
stato premiato ai Festival di Rotterdam e Göteborg.
Per la Danimarca, venerdì 22 aprile alle ore 21, sala Deluxe, l'ultimo lavoro del grande regista Bille August,
premio Oscar e due volte Palma d'oro al festival di Cannes.
Il film "Silent Heart", 4 premi Bodil, l'Oscar danese, tra cui quello come miglior film, verrà introdotto dalla
popolare attrice danese Ghita Nørby, una delle più attive di tutti i tempi, ha interpretato oltre 110 tra film e
serie televisive. Le tre generazioni di una famiglia si riuniscono per l'ultimo weekend di Esther, che soffre di
una malattia terminale, un tipo di sclerosi che può solamente degenerare. Esther ha deciso di porre subito
fine alla malattia con l'aiuto di suo marito Poul, che è un medico e può somministrarle la giusta dose di
medicine per un'eutanasia indolore con un estremo gesto d'amore.
Domenica 24 aprile alle ore 17, verrà presentato anche il penultimo lavoro di Bille August "Marie Krøyer",
sulla storia della pittrice moglie del celebre pittore P.S. Krøyer. Il film racconta con grande eleganza e
partecipata emozione la vita tormentata della bella Marie, sposata al pittore danese più amato e celebrato
del suo tempo. Come un'Anna Karenina danese, s'illude di poter sfuggire ad un matrimonio insostenibile
buttandosi a capofitto in una relazione con un uomo solo in apparenza migliore e innamorato, la perdita
della figlia a seguito del suo abbandono è la conferma che per le donne dell'epoca la ricerca della felicità
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era qualcosa che veniva considerata inaudita e sbagliata.
Terzo film danese della rassegna è "The Idealist" della regista Christina Rosendahl, che introdurrà la
proiezione sabato 23 alle ore 17, tratto dal libro inchiesta ''Thulesagen - Løgnens univers'' del giornalista e
scrittore danese, Poul Brink, presentato al Torino Film Festival 2015. Un grande film-inchiesta classico e
lineare, racconta il caso "watergate" danese. Niente fiction ma realismo tra democrazia e corruzione. Un
thriller giornalistico basato interamente sul lavoro del protagonista. Un singolo uomo che ha scelto con il
suo mestiere di portare avanti la lotta per la verità. E la regista si affida totalmente a immagini e parole
dirette e precise, nella difficile costruzione di una drammatica pagina di storia post bellica.
L'Islanda, invece, presenta sabato 23 alle ore 15, sala Deluxe, il commovente film "Rams - Storia di due
fratelli e otto pecore" del regista Grímur Hákonarson, vincitore della sezione Un certain regard al Festival di
Cannes 2015 e rappresentante dell'Islanda ai premi Oscar per il miglior film straniero. Il film descrive con
grande efficacia un mondo ridotto all'osso, in cui la pastorizia è l'unica fonte di sostentamento e le pecore
sono al centro della vita (e degli affetti) di un'intera comunità. Gummi e Kiddi sono due anziani fratelli
islandesi che non si parlano da 40 anni. Al centro della loro rivalità c'è l'ingestibilità caratteriale di Kiddi,
refrattario alle regole sociali e alla mera convivenza civile. Quando un'epidemia ovina costringe i pastori a
uccidere tutte le loro pecore, Gummi decide per la prima volta di fare qualcosa contro le regole: nascondere
sette pecore e un montone nella cantina della propria casa, confidando in una ripresa del suo gregge al
termine della quarantena imposta dallo Stato. È l'inizio di una possibile riconciliazione fra due fratelli che
non hanno mai smesso di volersi bene ma non sono abituati, per natura e per cultura, a esprimere alcuna
forma di affetto.
Ad aprire la sezione per la Norvegia, venerdì 22 alle ore 17, "I'm Yours", opera prima della regista e attrice
norvegese/pakistana Iram Haq, premiato al Toronto International Film Festival.
Il film, forse autobiografico, parla di Mina, una giovane mamma single che vive a Oslo con il suo bambino
Felix. La ragazza è anche alla ricerca costante di un amore che però la porta ad avere numerose storie con
uomini diversi, come quella con Jesper, per il quale proverà amore fin dal primo momento, tanto da
decidere di trasferirsi a Stoccolma, portando con sé anche il figlio. Jesper però non sembra essere ancora
pronto ad una vita di famiglia. Mina lotterà duramente per cercare di non interrompere la loro relazione, ma
alla fine dovrà, da sola, cercare il vero senso dell'amore.
Il secondo titolo norvegese, proiettato sabato 23 alle ore 19, invece, è "The Orange Girl" opera terza di Eva
Dahr, che introdurrà la proiezione, e tratto dall'omonimo libro, tradotto in 43 lingue, di Jostein Gaarder (noto
per il suo romanzo filosofico "Il mondo di Sofia", 40 milioni di copie vendute in tutto il mondo). Nel giorno del
suo sedicesimo compleanno Georg riceve una pila di lettere che aveva scritto suo padre dieci anni fa,
appena prima di morire. Georg non ha tanti ricordi di suo padre e non vuole avere a che fare con le lettere
misteriose, ma nonostante ciò li porta con sé in una gita in montagna. Quando poi decide di leggere le
lettere si trova all'improvviso dentro un'enigmatica e bella storia d'amore; un racconto che inizia su un tram
ad Oslo e che poi continua sotto gli alberi di arancio a Siviglia.
Il film che chiuderà il Nordic Film Fest 2016, in perfetta sintonia con il tema principale della manifestazione,
sarà il norvegese "Victoria" della regista e scrittrice Torun Lian, tratto dall'omonimo romanzo di Knut
Hamsun, una grande storia d'amore, definita un cantico all'amore per gli aspetti lirici del romanzo che si
svolge nella magia del paesaggio dell'estremo nord della Norvegia. Seguiamo la travagliata storia dei
protagonisti Victoria e Johannes tra moti dell'animo e convenzioni sociali verso una fine inaspettata.
NFF 2016 in Italia
In collaborazione con Cineteca di Bologna e la casa editrice Iperborea una sintesi del NFF 2016 verrà
proposta anche a Bologna e a Milano. Inoltre anche quest'anno è previsto il Nordic Film Fest Summer
all'Isola del Cinema (Isola Tiberina, Roma) nel mese di luglio e una collaborazione con il Terra di Siena
Film Festival a settembre/ottobre in Toscana.
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MASTERCLASS WGI
Anche quest'anno nell'ambito del Nordic Film Fest si svolgeranno, il 21 e 23 aprile mattina, sempre alla
Casa del Cinema, le Masterclass organizzate dalla Writers Guild Italia.
Saranno presenti gli autori, svedesi, danesi e norvegesi delle serie di maggior successo internazionale.
Quest'anno il Focus sarà su "Drama Structure" (la Struttura del genere Drama) e "How Characters Mirror
Social Theme" (Come i personaggi delle Serie TV raccontano la società).
Le Masterclass sono rivolte a sceneggiatori e a professionisti del settore audiovisivo, rappresentano un
momento di scambio di contenuti e di tecniche e sono nate con l'intento di promuovere delle coproduzioni e
ampliare il mercato del lavoro.
La Writers Guild Italia è il sindacato degli scrittori di cinema, Tv e Web. Il suo scopo principale è quello di
rappresentare, promuovere e difendere l'interesse dei soci e degli sceneggiatori in generale sia in ambito
domestico che internazionale, è riconosciuta dalle altre associazioni dell'audiovisivo, collabora con la
Writers Guild America e con le altre Guilds europee. E' socia della FSE e rappresenta gli sceneggiatori
italiani in Europa. Attualmente è l'unico sindacato europeo presente nella Blacklist USA che annovera nella
sua storia numerosi Oscar.
LA MOSTRA:"LIV & INGMAR: - colleghi,amanti, amici"
In occasione del Nordic Film Fest dal 18 aprile verrà allestita nel foyer della Casa del Cinema una mostra
fotografica su due autentici "miti" della cinematografia nordica: l'attrice norvegese Liv Ullmann e il grande
regista svedese Ingmar Bergman.
Voluta dal Consolato di Norvegia e Svezia a San Pietroburgo (2012), è stata elaborata dal Norwegian Film
Institute (NFI) con il supporto della Biblioteca Nazionale di Oslo e lo Swedish Film Institute, le foto sono già
state esposte in numerosi musei e pinacoteche del mondo. Questa edizione della mostra comprende un
totale di 33 fotografie che raccontano Liv e Ingmar e la loro relazione artistica a partire dagli anni '50.
In occasione della inaugurazione della mostra, Lunedì 18 aprile ore 18.00, verrà proiettato, alle ore 16.30
sala Deluxe, il documentario intitolato "Liv & Ingmar - Painfully Connected", ad ingresso libero, La storia
d'amore tra la leggendaria attrice norvegese e il grande maestro della regia.
Il documentario è un omaggio fedele e affettuoso a due persone che hanno condiviso le più grandi
emozioni e hanno vissuto tempi straordinari regalandoci opere indimenticabili, esempi della loro grande
passione sia sullo schermo che nella vita.
Inoltre, sempre per celebrare la mostra verrà proiettato, ad ingresso libero, anche il film "Miss Julie", regia
di Liv Ullmann, giovedì 21 alle ore 15.30, sala Deluxe, per l'apertura delle proiezioni del NORDIC FILM
FEST 2016, prima dell'inaugurazione ufficiale.
CIRCOLO SCANDINAVO SPECIAL EVENT
Durante questa edizione della rassegna, il Circolo Scandinavo di Roma presenterà 3 documentari ed il
corto di animazione svedese "Melker" di Melker Sundén nella giornata di sabato 23 aprile dalle ore 15, sala
Kodak. Le opere saranno introdotte dal Direttore del Circolo Ingo Arnason insieme agli artisti nordici
presenti in residenza: Katrine Borre, Danimarca - documentario "La voce di Mette"; Lone Falster e Iben
Haahr Andersen, Danimarica - documentario "In Light of the Revolution"; Wiktor Ericsson, Svezia documentario "A Life in Dirty Movies".
NORTH MEETS SOUTH
Produttori nordici e italiani a confronto
Venerdì 22 aprile, dalle ore 15 alle 17.30, presso la sala Kodak della Casa del Cinema di Roma, Villa
Borghese, in collaborazione con Anica e Writers Guild Italia, anche quest'anno si svolgerà una tavola
rotonda aperta a tutti gli operatori del settore cinematografico, interessati a progetti di coproduzione tra
paesi nordici e Italia.
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Per l'occasione saranno presenti per la Danimarca, Katrine Borre, Lone Falster, Iben Haahr Andersen
Dunja Gry Jensen; per la Finlandia, Mika Kaurismäki, Petri Kotwica; per la Norvegia, Eva Dahr, Siv
Rajendram Eliassen, Anne Bache Wiig; per la Svezia, Martin Persson, Anna-Maria Kantarius, Ester Martin
Bergsmark, Wiktor Ericsson.
Inoltre, saranno presenti anche produttori italiani e interverranno rappresentati dell'Unione Europea,
Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed il Turismo, ICE Agenzia, Assessorato alla Cultura Regione
Lazio, ANICA, WGI - Writers Guild Italia, IFC - Coordinamento Film Commission, Roma Lazio Film
Commission.
Nel cinema dei Paesi Nordici negli ultimi anni si è assistito all'emergere di una generazione di nuovi autori
che hanno conquistato uno spazio significativo nel panorama della cinematografia mondiale, grazie ad una
notevole varietà artistica che merita di essere conosciuta e approfondita dal pubblico italiano, obiettivo che
è alla base del Nordic Film Fest.
I partecipanti avranno quindi l'opportunità di ascoltare ed interagire attivamente con alcuni rappresentanti
dell'industria audiovisiva scandinava. L'incontro, moderato da Roberto Stabile, Responsabile Sviluppo
Internazionale Anica, sarà seguito da un cocktail e un evento di Networking (su prenotazione).
I NUMERI DI NFF 2016
Complessivamente Nordic Film Fest 2016 presenterà: 14 film nordici, 4 documentari, 1 corto.
La Danimarca 3 film, la Finlandia 3 film, l'Islanda 1 film, la Norvegia 3 film, la Svezia 3 film.
Il Circolo Scandinavo: 3 documentari, 1 corto
Per la mostra "Liv & Ingmar": 1 film, 1 documentario
30 ore di grande cinema nordico
Le proiezioni inizieranno:
giovedì, venerdì, sabato e domenica alle ore 15.00 per concludersi alle ore 24.00, e saranno tutte ad
ingresso libero fino ad esaurimento posti.
Per ulteriori informazioni e per le immagini in alta risoluzione da scaricare, si prega di visitare il sito: