Sistemi e Funzione di Trasferimento
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Sistemi e Funzione di Trasferimento
Sistemi e FdT - 1 Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica Controlli Automatici L Sistemi e Funzione di Trasferimento Prof. Carlo Rossi DEIS-Università di Bologna Tel. 051 2093020 Email: [email protected] URL: www-lar.deis.unibo.it/~crossi Prof. Carlo Rossi Controlli Automatici L Sistemi e FdT - 2 Modelli matematici dei sistemi ¾ Sistemi orientati ingressi (cause) e uscite (effetti): schematizzazione non sempre facile e non univoca, dipende dal problema perché l’interpretazione causa-effetto abbia senso l’uscita non deve dipendere da valori futuri dell’ingresso: sistemi causali l’uscita può però dipendere dai valori passati dell’ingresso regolazione della temperatura dell’acqua in una doccia! Sistemi statici: l’uscita al tempo t dipende solamente dal valore dell’ingresso al tempo t resistenza elettrica Sistemi dinamici: l’uscita al tempo t dipende anche dai valori passati dell’ingresso sistema massa molla legami tra segnali e non tra singoli valori Per descrivere il sistema si utilizza un modello matematico, cioè un insieme di relazioni matematiche che legano i segnali di uscita a quelli di ingresso Prof. Carlo Rossi Controlli Automatici L Sistemi e FdT - 3 Modelli matematici dei sistemi ¾ Un modello matematico permette in linea di principio di calcolare l’uscita per ogni possibile segnale di ingresso il numero di possibili segnali è infinito si vuole caratterizzare il sistema senza dover analizzare tutte le possibili risposte studio della struttura del modello matematico ¾ Ci limiteremo a modelli dati da equazioni differenziali ordinarie lineari e stazionarie ordinarie: non compaiono derivate parziali, l’unica variabile indipendente dei segnali è il tempo Si: sistemi meccanici rigidi, sistemi elettrici a parametri concentrati, ecc.. No: descrizione delle onde, modelli propagatori, ecc… Normalmente in questo caso si riesce a dare una descrizione dei fenomeni principali utilizzando un modello approssimato ai valori medi lineari: ipotesi forte, cercheremo di giustificarla tra poco Si: sistema massa molla No: pendolo Prof. Carlo Rossi Controlli Automatici L Sistemi e FdT - 4 Modelli matematici dei sistemi stazionarie: i coefficienti dell’equazione lineare sono costanti e non dipendenti dal tempo ipotesi ragionevole in moltissimi casi, specialmente se l’intervallo temporale non è molto lungo detto u(t) l’ingresso e y(t) l’uscita, il modello generale è d n y (t ) d n −1 y (t ) d n − 2 y (t ) d y (t ) + + + … + + a0 y (t ) = a a a n −1 n−2 1 n n −1 n−2 dt dt dt dt d m u (t ) d m −1u (t ) d m − 2 u (t ) d u (t ) + + + … + + b0 u (t ) bm b b b m −1 m−2 1 m m −1 m−2 dt dt dt dt L’enfasi è sulle proprietà del modello, non sulle soluzioni particolari ordine dell’equazione: n,m, differenza n-m valori dei coefficienti ai e bi se il sistema e causale, si ha sempre n>m Prof. Carlo Rossi Controlli Automatici L Sistemi e FdT - 5 Linearità e principio di sovrapposizione degli effetti ¾ L’ipotesi di linearità permette semplificazioni notevoli evoluzione libera ed evoluzione forzata n m n m ∑ ai y (t ) = ∑ b j u (t ) ( j) a y ( t ) = b u ∑ i ∑ j (t ) y ( i ) (0) = yi 0 i = 0,… , n − 1 y (fi ) (0) = 0 i = 0,… , n − 1 u ( j ) (0) = u j 0 j = 0,… , m − 1 u ( j ) (0) = u j 0 j = 0,… , m − 1 (i ) i =0 ( j) j =0 problema iniziale i =0 (i ) f j =0 evoluzione forzata n (i ) a y ∑ i l (t ) = 0 y (t ) = yl (t ) + y f (t ) i =0 yl( i ) (0) = yi 0 i = 0,… , n − 1 soluzione completa evoluzione libera Prof. Carlo Rossi Controlli Automatici L Sistemi e FdT - 6 Linearità e principio di sovrapposizione degli effetti ¾ linearità applicata all’evoluzione forzata ∑ ai y (t ) = ∑ b j (α u1( j ) (t ) + β u2( j ) (t ) ) n risposta a combinazione lineare di due ingressi m (i ) i =0 j =0 u1( j ) (0) = u1 j 0 n ∑a i =0 i u2( j ) (0) = u2 j 0 m y (t ) = ∑ b j u (t ) (i ) 1 j =0 ( j) 1 u1( j ) (0) = u1 j 0 y (t ) = α y1 (t ) + β y2 (t ) Prof. Carlo Rossi n ∑a i =0 i m y (t ) = ∑ b j u2( j ) (t ) (i ) 2 j =0 u2( j ) (0) = u2 j 0 combinazione lineare delle risposte Controlli Automatici L Sistemi e FdT - 7 Soluzioni di equilibrio ¾ Data una equazione differenziale ordinaria, anche non lineare, ed un segnale di ingresso costante, una soluzione costante si dice soluzione di equilibrio segnale di uscita costante, se condizione iniziale dell’uscita pari alla costante e condizioni iniziali su tutte le derivate dell’uscita nulle le soluzioni di equilibrio possono non esistere, nel caso esistano possono non essere uniche calcolo semplice in linea di principio: si pongono tutte le derivate nulle nell’equazione differenziale e si risolve l’equazione algebrica risultante può essere complesso per sistemi non lineari banale per sistemi lineari Una soluzione di equilibrio si dice isolata se non ne esistono altre arbitrariamente vicine per sistemi lineari con ingresso nullo, la soluzione y(t)=0 è sempre di equilibrio e può essere l’unica soluzione isolata se l’origine è soluzione isolata del sistema con ingresso nullo, allora con ingresso diverso da zero esiste una sola soluzione di equilibrio Prof. Carlo Rossi Controlli Automatici L Sistemi e FdT - 8 Soluzioni di equilibrio per sistemi non lineari ¾ Data una equazione differenziale ed una soluzione di equilibrio f ( y ( n ) , y ( n −1) ,… , y, y, u ( m ) , u ( m −1) ,… , u , u ) = 0 y (t ) = ye u (t ) = ue f ( 0, 0,… , 0, ye , 0, 0,… , 0, ue ) = 0 ⇒ per piccoli spostamenti rispetto a questa soluzione nominale, la soluzione è approssimabile con la soluzione di un’equazione lineare u (t ) = ue + δ u (t ) y (0) = ye + δ y0 δ u (t ) ⇒ y (t ) − ye < ε n ⎫ ⎪ ⎬ ⎪ ⎭ ⇒ y (t ) ≈ ye + δ y (t ) m ( j) a δ y ( t ) = b δ u (t ) ∑ i ∑ j (i ) i =0 δ u ( j ) (0) = δ u j 0 j =0 δ y ( i ) (0) = δ y j 0 sempre vero per tempi piccoli, ma interessante quando si rimane sempre nell’intorno della soluzione di equilibrio Prof. Carlo Rossi Controlli Automatici L Sistemi e FdT - 9 Linearizzazione ¾ Il processo che porta ad approssimare la soluzione nell’intorno dell’equilibrio con la soluzione di un’equazione lineare si chiama linearizzazione ¾ Lo studio dei sistemi lineari diviene importante per studiare anche l’evoluzione dei sistemi non lineari nell’intorno di soluzioni di equilibrio sulla base della linearizzazione si può concludere anche se la soluzione non lineare si manterrà nell’intorno valido per l’approssimazione allo scorrere del tempo sufficiente che la soluzione lineare non tenda all’infinito, ma rimanga limitata la proprietà precedente non dipende dall’ampiezza dell’ingresso il rimanere sufficientemente piccola dipende invece dall’ampiezza dell’ingresso per la proprietà di linearità, oltre che da quanto è lontana la condizione iniziale da quella di equilibrio non è necessario risolvere l’equazione non lineare importante perché non si conoscono metodi di soluzione generale per equazioni non lineari Prof. Carlo Rossi Controlli Automatici L Sistemi e FdT - 10 Esempio: linearizzazione pendolo inverso M l 2θ ( t ) + h l θ ( t ) + M g l sin θ ( t ) = Cm ( t ) θ (t ) = − ( h g 1 Cm ( t ) = f θ , θ , Cm θ ( t ) − sin θ ( t ) + 2 Ml l Ml ) Cm ( t ) = C Punto di equilibrio θ (t ) = 0 θ (t ) = θ M g l sin θ = C θ ( t ) = θ + δθ (t ) δθ = Sistema linearizzato ∂f ∂θ θ =0 θ =θ Cm = C δθ + Cm (t ) = C + δ C (t ) ∂f ∂θ θ =0 θ =θ Cm = C δθ + ∂f ∂Cm θ =0 θ =θ δ Cm Cm = C 1 h g δθ = − δθ − cos (θ ) δθ + δ Cm 2 Ml l Ml Prof. Carlo Rossi Controlli Automatici L Sistemi e FdT - 11 Sistemi lineari ¾ Nel corso ci si limita allo studio dei sistemi lineari stazionari ¾ Tutto quello detto in precedenza vale anche se i segnali di ingresso e di uscita hanno dimensione maggiore di uno: si parla di sistemi MIMO (Multiplo Input Multiple Output) u (t ) = ⎡⎣u1 (t ) … uq (t ) ⎤⎦ T y (t ) = ⎡⎣ y1 (t ) … y p (t ) ⎤⎦ T ¾ Ci limiteremo allo studio di sistemi SISO (Single Input Single Output) in cui i segnali hanno dimensione unitaria in realtà avremo sistemi con più ingressi, ma singolarmente la variabile manipolabile, i disturbi in ingresso ed in uscita ed il rumore di misura saranno monodimensionali considereremo più propriamente sistemi costituiti da interconessione di sistemi elementari SISO, ed in cui gli ingressi ai singoli sottosistemi saranno somma di segnali monodimensionali processo, controllore, sensore si richiami lo schema in retroazione della introduzione Prof. Carlo Rossi Controlli Automatici L Sistemi e FdT - 12 Funzione di trasferimento ¾ Sistema con modello matematico descritto da ODE lineare stazionaria utilizzo della trasformata di Laplace per lo studio già visto per il calcolo della soluzione ad ingresso fissato enfasi sulla struttura delle soluzioni ¾ Condizioni iniziali nulle applicando la trasformata ad entrambi i membri si ottiene n ∑a i =0 i m m y (t ) = ∑ b j u (t ) (i ) ( j) j =0 n m i =0 j =0 ∑ ai siY (s) = ∑ b j s jU (s) ⇒ Y (s) = ∑b j =0 n j sj i a s ∑ i U (s) i =0 m H (s) = j b s ∑ j j =0 n ∑a s i =0 Prof. Carlo Rossi i i bm s m + bm −1 s m −1 + … + b1 s + b0 N ( s ) = n = n −1 D( s) s + an −1 s + … + a1 s + a0 Funzione di trasferimento FdT Controlli Automatici L Sistemi e FdT - 13 Funzione di traferimento ¾ Descrive l’uscita forzata di un sistema ¾ Zeri e poli della FdT si dicono rispettivamente zeri e poli del sistema H (s) = ∑b j =0 n j s ∑a s i =0 ∏(s − z ) m m i j = bm i j =1 n j ∏(s − p ) i =1 n≥m i il termine costante è detta costante di trasferimento insieme alla conoscenza di poli e zeri descrive completamente la FdT ¾ obiettivo: studiare le caratteristiche del sistema al variare del numero e della posizione dei poli e zeri e della costante di trasferimento ¾ i poli definiscono la struttura delle risposte elementari del sistema, gli zeri come esse contribuiscono alla costruzione della soluzione complessiva, la costante di trasferimento quanto essa viene amplificata Prof. Carlo Rossi Controlli Automatici L Sistemi e FdT - 14 Struttura della risposta forzata ¾ Se la trasformata del segnale di ingresso è una funzione razionale fratta, anche la trasformata dell’uscita lo è mu ∏(s − z ) ∏ ( s − zu ) m Y ( s ) = H ( s ) U ( s ) = bm j j =1 n ∏(s − p ) umu i i =1 j =1 j nu ∏ ( s − pu ) i =1 i Caso generale: poli semplici nella Y(s) e non ci sono cancellazioni tra poli e zeri del sistema e dell’ingresso l’uscita presenta parti dipendenti solo dai poli del sistema e parti dipendenti solo dall’ingresso nu ki kui Y ( s ) = H ( s ) U ( s ) = bm umu ∑ + bm umu ∑ i =1 s − pi i =1 s − pui n nu ⎛ n ⎞ pi t y (t ) = bm umu ⎜ ∑ ki e + ∑ kui e pui t ⎟ i =1 ⎝ i =1 ⎠ modi dell’ingresso (forzanti) modi del sistema Prof. Carlo Rossi Controlli Automatici L Sistemi e FdT - 15 Struttura della risposta forzata ¾ Nella risposta forzata sono presenti sia i modi del sistema, sia quelli dell’ingresso se i modi del sistema tendono a zero, essi influiscono solamente sul transitorio della risposta dopo un tempo sufficiente, sono presenti solamente i modi dell’ingresso: risposta in regime permanente i modi dell’ingresso sono moltiplicati per delle costanti (i residui) che stabiliscono quanto essi sono singolarmente attenuati o amplificati: i residui dipendono dagli zeri del sistema e della trasformata del segnale di ingresso il sistema si dice stabile: vero se tutti i poli del sistema hanno parte reale negativa mi (t ) = ki e pi t modo corrispondente ad un polo reale mi (t ) = 2 M i eσ i t cos (ωi t + ϕi ) modo reale corrispondente ad una coppia di poli complessa coniugata se i modi del sistema divergono, la risposta forzata del sistema divergerà indipendentemente da quale ingresso sollecita il sistema in questo caso il sistema si dice instabile Prof. Carlo Rossi Controlli Automatici L Sistemi e FdT - 16 Struttura della risposta forzata ¾ Caso particolare: un modo dell’ingresso coincide con un modo del sistema (risonanza) nello sviluppo in fratti semplici della risposta forzata compaiono poli multipli la risposta diverge anche quando la parte reale del polo è nulla sistema instabile, nel senso che in presenza di un ingresso limitato la risposta può divergere, anche se la parte reale dei poli è nulla ¾ Caso particolare: uno zero del sistema coincide con un modo dell’ingresso il modo non è più presente sull’uscita: proprietà bloccante degli zeri in caso di sistema stabile, la risposta a regime permanente può essere nulla la risposta in transitorio è comunque diversa da zero, i modi del sistema vengono eccitati e poi decadono naturalmente a zero se il sistema è instabile, l’uscita diverge poiché i modi instabili sono eccitati anche se l’eventuale modo divergente dell’ingresso è bloccato da uno zero del sistema Prof. Carlo Rossi Controlli Automatici L Sistemi e FdT - 17 Struttura della risposta forzata ¾ Caso particolare: uno zero dell’ingresso coincide con un polo del sistema il modo instabile del sistema non è più presente sull’uscita forzata vero in linea di principio, ma in realtà esiste sempre una componente di errore che anche se piccolissima porta l’uscita a divergere vedremo in seguito anche altre motivazioni: non è possibile evitare che l’uscita diverga in presenza di un modo instabile cancellando il modo stesso con uno zero dell’ingresso ¾ Caso poli multipli nel sistema valgono le stesse considerazioni, solamente che ora in presenza di poli multipli con parte reale nulla l’uscita diverge matematicamente identico al caso della risonanza non è necessario eccitare il modo del sistema con un modo analogo dell’ingresso Prof. Carlo Rossi Controlli Automatici L Sistemi e FdT - 18 Introduzione della risposta libera ¾ La trasformata della risposta libera ha esattamente la stessa struttura della risposta forzata n ∑a i =0 i y (t ) = 0 (i ) ⇒ Y ( s ) = L0 ( s ) = Y0 ( s ) n ∑a s i =0 i Y0 ( s ) = D( s) i Y0(s) è un polinomio di ordine n-1 i cui coefficienti dipendono dalle condizioni iniziali I poli della risposta libera sono esattamente, con la stessa molteplicità, i poli del sistema la risposta libera è data da una combinazione lineare dei modi del sistema se i modi sono stabili, la risposta libera tende a zero e l’effetto delle condizioni iniziali non nulle si esauriscono nel transitorio se i modi sono instabili, l’uscita diverge comunque, indipendente dall’ingresso prima ragione per cui la cancellazione del modo instabile con uno zero dell’ingresso non è fattibile Prof. Carlo Rossi Controlli Automatici L Sistemi e FdT - 19 FdT e caratteristiche della risposta ¾ Struttura complessiva della risposta Y ( s ) = H ( s ) U ( s ) + L0 ( s ) = Y (s) N ( s) U (s) + 0 D( s) D( s) ¾ Caratteristiche di stabilità del sistema Tutti i poli del sistema a parte reale negativa risposta limitata ad un ingresso limitato dopo l’esaurimento del transitorio risposta a regime permanente ingresso costante -> uscita costante ingresso sinusoidale -> uscita sinusoidale alla stessa frequenza (ma diversa ampiezza e fase) Presenza di poli semplici con parte reale nulla possibile risonanza: esistono ingressi limitati che portano ad uscite divergenti Poli multipli a parte reale nulla o poli a parte reale positiva l’uscita del sistema diverge indipendentemente dall’ingresso Prof. Carlo Rossi Controlli Automatici L Sistemi e FdT - 20 Forme standard della FdT ¾ Forma con poli e zeri 2 2 s − z s + 2 ζ α s + α ( ) ( ρ ∏i i ∏k k n,k n,k ) H (s) = g s ∏ ( s − pi )∏ ( s 2 + 2 δ k ωn , k s + ωn2, k ) i k ρ costante di trasferimento, g tipo del sistema αn,k , ωn,k pulsazioni naturali ζk , δk coefficienti di smorzamento ⎛ ζk s2 ⎞ s+ 2 ⎟ (1 + Ti si )∏ k ⎜1 + 2 ∏ i α n,k α n,k ⎠ µ ⎝ H (s) = g s ⎛ δk s2 ⎞ ∏ i (1 + ti s )∏ k ⎜1 + 2 ω s + ω 2 ⎟ n, k n,k ⎠ ⎝ Ti = − 1 zi ti = − 1 pi µ costante di guadagno Ti , ti costanti di tempo Prof. Carlo Rossi Controlli Automatici L Sistemi e FdT - 21 Schemi a blocchi ¾ Spesso il modello complessivo si può derivare come interconnessione di sistemi (FdT) elementari Diviene importante definire come ricavare la FdT complessiva della conoscenza delle singole FdT Esempio: Altoparlante di + Ri = u − e dt M v + h v = f − fe f = ki e = kv L x=v u f e = ke x 1 Ls+ R e Prof. Carlo Rossi fe i f k ke 1 M s+h v 1 s x k Controlli Automatici L Sistemi e FdT - 22 Algebra degli schemi a blocchi ¾ Serie F1 ( s ) F2 ( s ) F1 ( s ) F2 ( s ) ¾ Parallelo F1 ( s ) + F1 ( s ) + F2 ( s ) F2 ( s ) Prof. Carlo Rossi Controlli Automatici L Sistemi e FdT - 23 Algebra degli schemi a blocchi ¾ Retroazione negativa + − F1 ( s ) F1 ( s ) 1 + F1 ( s ) F2 ( s ) F2 ( s ) ¾ Retroazione positiva + F1 ( s ) + F1 ( s ) 1 − F1 ( s ) F2 ( s ) F2 ( s ) Prof. Carlo Rossi Controlli Automatici L Sistemi e FdT - 24 Algebra degli schemi a blocchi u2 ¾ Spostamento nodo somma u2 u1 F1 ( s ) + u1 F1 ( s ) F1 ( s ) + u2 1 F1 ( s ) u2 u1 Prof. Carlo Rossi F1 ( s ) + u1 + F1 ( s ) Controlli Automatici L Sistemi e FdT - 25 Algebra degli schemi a blocchi u2 ¾ Spostamento nodo diramazione 1 F1 ( s ) u2 u1 u1 F1 ( s ) F1 ( s ) u2 F1 ( s ) u2 u1 Prof. Carlo Rossi F1 ( s ) u1 F1 ( s ) Controlli Automatici L Sistemi e FdT - 26 Esempio: altoparlante ke fe 1 Ls+ R u e i f k 1 Ls+ R e Prof. Carlo Rossi 1 s x k fe u v 1 M s+h i f k ke s 1 M s+h v k Controlli Automatici L Sistemi e FdT - 27 Esempio: altoparlante i 1 Ls+ R u k e u s s ( M s + h ) + ke v k f k Ls+ R e Prof. Carlo Rossi f s s ( M s + h ) + ke v k Controlli Automatici L Sistemi e FdT - 28 Esempio: altoparlante ks ( L s + R ) ( s ( M s + h ) + ke ) u e u Prof. Carlo Rossi v k ks ( L s + R ) ( s ( M s + h ) + ke ) + k 2 s v Controlli Automatici L