Monastero Invisibile 02-2017

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Monastero Invisibile 02-2017
Incontra come modello di umiltà il Cristo «mite e umile di cuore» (Matteo 11, 29). Ridimensiona l’orizzonte terreno
eliminando gli idoli, mettendo l’uomo di fronte alla realtà di creatura limitata. «Perché anche se uno è
nell’abbondanza, la sua vita non dipende dai suoi beni» (Luca 12, 15), ma allo stesso stimola la consapevolezza e
l’impegno alla collaborazione con Dio per realizzare il suo Regno, in un rapporto di fiducia filiale, anche nel momento
della caduta e del peccato. «Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati» (Matteo 9, 2). Parole che nella Chiesa
continuano a risollevare la persona che è consapevole di valere proprio perché è amata da un Dio più grande del suo
cuore (1 Giovanni 3, 20). La persona si pente proprio perché si scopre amata e scoprendosi amata non ha bisogno di
cercare «idoli» che compensino la sfiducia in se stessa.
Preghiamo in unità
-Signore benedici tutti coloro che rendono più viva e operosa la Chiesa, che regalano tempo ed energie a servizio
degli altri mettendo a disposizione per il bene comune. Noi ti preghiamo
-Signore benedici tutti coloro che operano per la giustizia, la pace e la solidarietà Noi ti preghiamo
-Signore benedici coloro che si impegnano ad offrire tenerezza a coloro che sono abbandonati a chi è nel disagio, a
offrire vicinanza a chi è solo. Noi ti preghiamo
-Signore benedici i giovani il loro desiderio di realizzare progetti importanti nella loro vita affettiva, spirituale, sociale,
professionale, fa' che trovino uno slancio per superare le difficoltà e coltivare ciò che è bello e buono, nella loro vita.
Noi ti preghiamo
-Signore benedici uomini e donne dal cuore sensibile e generoso che svolgono un servizio prezioso per anziani e
malati con rispetto e tenerezza, fa' che possano irradiare serenità e bontà verso quanti sono nella sofferenza. Noi ti
preghiamo
-Signore benedici gli ammalati e coloro che, con competenze e umanità, li sostengono nelle sofferenza, con la
dolcezza e la forza del tuo Spirito. Noi ti preghiamo
Preghiera per ottenere l’umiltà
Gesù, tu hai detto: «Imparate da me che sono mite e umile di cuore e troverete riposo alle anime vostre.» Sì, Signore
mio e Dio mio, l’anima mia riposa nel vederti rivestito della forma e della natura di schiavo, abbassarti fino a lavare i
piedi dei tuoi apostoli. Ricordo ancora le tue parole: «Vi ho dato l' esempio, perché anche voi facciate come ho fatto
io. Il discepolo non è più del Maestro... Se voi comprenderete ciò, sarete beati mettendolo in pratica.» Le comprendo, Signore, queste parole uscite dal tuo cuore mansueto e umile. Le voglio mettere in pratica con l’aiuto della tua
grazia... Tu però, o Signore, conosci la mia debolezza: ogni mattino prendo l’impegno di praticare l’umiltà e alla sera
riconosco che ho commesso ancora ripetuti atti di orgoglio. A tale vista sono tentata di scoraggiamento, ma capisco
che anche lo scoraggiamento è effetto di orgoglio. Voglio, mio Dio, fondare la mia speranza soltanto su di te. Poiché
tutto puoi fa’ nascere nel mio cuore la virtù che desidero. Per ottenere questa grazia dalla infinita tua misericordia ti
ripeterò spesso: «Gesù, mite e umile di cuore, rendi il mio cuore simile al tuo.»
Teresa di Lisieux
Termino questo momento di preghiera con il Padre Nostro
Chi, per qualsiasi motivo, volesse contattare la redazione de “Un Monastero Invisibile”, scriva a: Redazione “Un
Monastero Invisibile” - c/o Capelli Giorgio e Stefania - via Ossanesga 46 - 24030 Paladina (BG) oppure all’e-mail:
[email protected]
Questo sussidio si può scaricare da internet , generalmente a partire dal 20 del mese precedente, all’indirizzo:
http://monasteroinvisibile.murialdo.org
Un Monastero
invisibile
una rete di preghiera nel segreto del mondo
Sussidio di preghiera della Famiglia del Murialdo: Giovani, Amici, Collaboratori, Ex-Allievi, AMA, CLdM,
Ist. Secolare “S.L. Murialdo”, Murialdine, Giuseppini.
FEBBRAIO 2017 n. 232
In questo mese vogliamo parlare dell’umiltà. Una virtù che ci mette un po’ a disagio. Vogliamo essere umili? E
soprattutto possiamo essere umili in un mondo competitivo e arrogante? Papa Francesco ha detto: “Per essere grandi bisogna prima di tutto saper essere piccoli. L'umiltà è la base di ogni vera grandezza”.
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Troviamo un posto tranquillo, cerco di fare silenzio dentro me per poter meglio ascoltare alla voce di Dio che mi parla
attraverso le Scritture. Iniziamo la preghiera nel modo consueto con il Segno di Croce recitando questa orazione allo
Spirito Santo
Vieni, o Spirito Santo, e da’ a noi un cuore nuovo, che ravvivi in noi tutti i doni da Te ricevuti con la
gioia di essere Cristiani, un cuore nuovo sempre giovane e lieto. Vieni, o Spirito Santo, e da’ a noi un
cuore puro, allenato ad amare Dio, un cuore puro, che non conosca il male se non per definirlo, per
combatterlo e per fuggirlo; un cuore puro, come quello di un fanciullo, capace di entusiasmarsi e di
trepidare. Vieni, o Spirito Santo, e da’ a noi un cuore grande, aperto alla Tua silenziosa e potente parola
ispiratrice, e chiuso ad ogni meschina ambizione, un cuore grande e forte ad amare tutti, a tutti servire,
con tutti soffrire; un cuore grande, forte, solo beato di palpitare col cuore di Dio.
Leggiamo Matteo 11,25 -30
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai
nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché
così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno
conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al
quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò
ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di
cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
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RIFLESSIONE
Ti rendo lode: In italiano non c’è un termine idoneo che possa rendere l’idea del verbo exomologe? che insieme
esprime la confessione della fede nella potenza di Dio e, nello stesso tempo, la lode che dall’uomo sale a Dio. E’
riconoscimento dell’amore di Dio verso l’uomo e la sua misericordia che sfocia nel ringraziamento e nella acclamazione. Dobbiamo immaginare che la preghiera che Gesù offre al Padre sia una preghiera coinvolgente, intensa, che esprime tutta la comunione col Padre.
Hai nascosto: Incredibile è questo Dio che ha creato l’uomo, lo ha cercato, si è fatto conoscere, lo ha guidato, liberato, salvato, ha parlato con lui e adesso nasconde. E’ una azione positiva,
per cui Gesù ringrazia il Padre, quella del nascondimento. A chi sfoggia sapienza umana, a chi si fida delle conquiste
intellettuali, a chi cerca di arrampicarsi verso Dio, ai dotti che usano l’intelligenza per il proprio prestigio, la superiorità, la grandezza, a chi si appoggia sulle qualità naturali d’intelligenza per scoprire, capire, arrivare, conquistare, a chi
non si fida dell’amore di Dio ma su se stesso, a tutti questi Dio si nasconde. Dio imbroglia le carte per lasciare gli
uomini alle loro illusioni.
E’ estremamente facile pensare di essere dalla parte di Dio o che Dio sia dalla nostra parte, nelle piccole e nelle
grandi cose viviamo l’illusione di una religione distorta o addomesticata alle nostre esigenze; ecco Dio ci lascia alle
nostre illusioni.
Le hai rivelate: Invece Dio sceglie i piccoli! Quelli che hanno la coscienza che da loro stessi non possono scoprire, capire, non hanno dove arrivare, neppure nulla da conquistare. La Sapienza divina non può essere compresa dalle
capacità umane di sapienza e intelligenza, ma da coloro che hanno la capacità di accogliere il suo dono. Dalle parole
di Gesù sembra capire che proprio i piccoli sono i destinatari privilegiati della rivelazione divina. Solo facendosi piccoli ci è possibile accogliere, e si può cogliere, il dono di Dio. Questo è deciso dalla benevolenza di Dio: è un segno
chiaro di come Dio vuole bene all'umanità.
La piccolezza, però, non è una sensazione o un sentimento, neppure un'altra conquista della nostra capacità. La piccolezza va prima di tutto riconosciuta nei poveri, nei deboli, negli emarginati, negli scartati della nostra società perché
in loro la benevolenza divina ha depositato la sua rivelazione.
Come Gesù che si è lasciato circondare dai piccoli - bambini, malati, sofferenti, scartati di ogni genere - ed è diventato il più piccolo dei piccoli svuotando se stesso. Proprio perché più piccolo dei piccoli Gesù afferma che nessuno
conosce il Padre come lui.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro: Dopo aver contemplato il
volto della benevolenza paterna, Gesù si guarda intorno e si rivolge agli stanchi e oppressi.
Dalla lode al Padre, Gesù va in cerca di coloro a cui dare ristoro, coloro che imparando da lui diventino i piccoli ai
quali il Figlio voglia rivelare la conoscenza del Padre.
Tra gli stanchi e oppressi c'è una buona parte dell'umanità e forse anche noi, peccatori, annaspatori della verità, galleggiatori tra i dubbi. Tutti coloro che cercano un senso alla propria vita e trovano
il vuoto, che rincorrono la bellezza e si rivestono di vanità, che vorrebbero pace e soffrono della
violenza e quelli che cercano la pace e portano violenza; quanti hanno fatto la fatica di vie tortuose
e sbagliate, coloro che hanno cercato l'amore e trovato il tradimento, quelli che hanno pagato un
caro prezzo per ritrovarsi al punto di partenza; noi tutti che abbiamo bisogno della sua Misericordia.
Prendete il mio giogo: Ai pesi della vita Gesù offre il sollievo di un ulteriore peso da portare, un carico dolce e
leggero; è il giogo ineffabile dell'amore di Dio: quello espresso dalla comunione con il Padre, reso concreto dall'obbedienza del Figlio, l'Amore più forte della morte (Ct 8,6), che si fa misericordia e perdono, che è Parola e bicchiere
d'acqua (Mt 10,42), che brilla come il mistero della Croce che ci coinvolge (Mt 16,24)
Umiltà: Una parola che ci mette un po’ a disagio. Cosa significa umiltà? E’ la virtù che si oppone alla superbia. La
persona umile non ha una bassa autostima. Ha piuttosto una percezione di sé equilibrata. In sostanza, non si sente né
un verme inutile, ma neanche un Padre Eterno. A proposito, nella fede cristiana Dio ha dimostrato facendosi uomo di
essere estremamente umile, pur essendo per definizione il massimo della potenza. L’umile quindi non è un dimesso
e tantomeno un depresso. Non va in giro a testa bassa. Ma… una persona umile può avere successo? Dipende da
cosa intendiamo per successo. Dio vuole sempre il successo dei suoi figli, ma per ottenerlo occorre riconoscere di
avere bisogno di lui. È il contrario dell’uomo presuntuoso e autosufficiente. Nel Cristianesimo Dio sceglie l’umiltà per
dimostrare la sua vicinanza e il suo amore per l’umanità. Attraverso l’umiltà di una ragazzina ebrea di quattordici anni
– nella Nazareth di quasi duemila anni fa – si incarna e nasce a Betlemme in una condizione di disagio e povertà.
Maria di Nazareth loda Dio dicendo: «ha guardato l’umiltà della sua serva… ha innalzato gli umili e ha disperso i
superbi nei pensieri del loro cuore» (Luca 1,51).
Dunque Dio fa cose grande attraverso gli umili. Dobbiamo però chiarire che gli umili non sono i poveracci e che un
poveraccio può benissimo non essere umile. L’umiltà è soprattutto una disposizione interiore, un tratto della personalità. La povertà del Vangelo non è quella materiale. Per viverlo non è necessario fare il voto di povertà. E’ però necessario mettere la propria fiducia in Dio e non nelle cose materiali. Usarle, possederle sì, ma senza avidità rendendole di
fatto degli idoli. Lo stesso vale per il denaro. Dunque l’umile ritiene di ricevere da
Dio la forza per realizzare i propri sogni, per essere innalzato. Gesù Cristo afferma
“prendete esempio da me che sono mite e umile di cuore”. Anche qui è bene
chiarire che mite non significa debole. Mitezza significa potenza sotto controllo. Il
mite ha il controllo di se stesso. E’ il debole che perde le staffe facilmente. Mitezza
e umiltà sono grande amiche. Improbabile riuscire ad essere umili senza essere
miti, e viceversa. Arroganza e violenza sono purtroppo alleate. Non necessariamente violenza fisica. La violenza è anche morale e psicologica. Forse le più
diffuse. La violenza psicologica più diffusa è la menzogna, la bugia. La violenza
morale più diffusa è l’insulto, l’offesa. Quindi l’umiltà aiuta molto ad essere sinceri
e a rispettare, a considerare anche l’altro e il suo valore. L’umiltà però non è un comportamento derivante dalla presa
di coscienza dei propri insuccessi. Il verbo cauchaomài in greco sta a significare la fiera dignità dell’umile. Ma «Per
essere grandi bisogna prima di tutto saper essere piccoli.
L’umiltà è la base di ogni vera grandezza», come ha ricordato Papa Francesco. L’esperienza cristiana favorisce e
sostiene l’umiltà. Quali effetti benefici essa può avere sull’affettività? Perché mai la persona matura dovrebbe essere
umile? Lo è di fatto? «Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà
sarà innalzato» (MT 23, 11) «L’orgoglio dell’uomo ne provoca l’umiliazione» (PR 29, 23). «Tutte le visioni, rivelazioni
e sentimenti celesti non valgono il minimo atto di umiltà» scrive San Giovanni della Croce . Ed Edith
Stein: «Nell’aridità e nel vuoto l’anima diventa umile. L’orgoglio di un tempo sparisce quando in se stessi non si trova
più nulla che dia l’autorizzazione a guardare gli altri dall’alto in basso» mentre l’autore de L’imitazione di Cristo afferma: «Quando uno si umilia per i propri difetti facilmente fa tacere gli altri, e acquieta senza difficoltà coloro che si
sono adirati contro di lui… Verso l’umile Dio si china; all’umile largisce tanta grazia, innalzandolo alla gloria, perché
si è fatto piccolo; all’umile Dio rivela i suoi segreti, invitandolo e traendolo a sé con dolcezza». Non dobbiamo confondere psicologicamente l’umiltà con il senso di inferiorità e con l’assenza di autostima. L’umiltà è piuttosto la coscienza dei propri limiti, la conversione dai propri falsi idoli, l’accettazione di una realtà trascendente la propria esistenza. Proprio l’affettività matura dà all’individuo la possibilità di essere umile.
Questi, avendo scoperto il proprio valore e avendo raggiunto la piena accettazione di sé nell’autostima, non avrà
bisogno di crearsi dei sostituti mentali al proprio senso di inadeguatezza e di insicurezza.
Sostituti mentali che definiamo come «idoli», ai quali la persona si affida per surrogare la stima di se stessa, generando il sentimento di orgoglio. Quest’ultimo non ha nulla a che fare con l’autostima; è invece la causa di una mancanza di questa. L’individuo orgoglioso dipenderà dalle lodi e dall’apprezzamento altrui come condizione essenziale
per autostimarsi ed accettarsi, ben lontano dal semplice bisogno fondamentale di essere amato. In realtà la persona è
profondamente dipendente dalla rimozione del suo senso di inadeguatezza e dalla sua conseguente proiezione reattiva, che può dargli l’illusione di sentirsi autosufficiente e superiore. L’esperienza cristiana favorendo l’autostima elimina il falso sentimento di orgoglio (e quindi di «idolatria») sfociante nella superbia.