Dan 7,13-14 Sal 92/93,1-2.5 25 novembre 2012

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Dan 7,13-14 Sal 92/93,1-2.5 25 novembre 2012
Dan 7,13-14
Sal 92/93,1-2.5
Ap 1,5-8 Gv 18,33-37
25 novembre 2012
Cristo Re – anno B
Il dialogo tra Gesù e Pilato che abbiamo ascoltato è solo un frammento
del grande racconto della passione-morte-risurrezione di Gesù;
è un pezzetto che prende luce dall’insieme a cui appartiene,
ma nel quale – come per le grandi sinfonie – risuona il senso del tutto.
Gesù è a tu per tu con un uomo di potere
ed è proprio l’esercizio del potere ciò su cui si confrontano.
Lo fanno apparentemente da due posizioni diverse,
che a noi sembrano squilibrate
perché l’una – quella di Pilato – pare quella di chi il potere l’ha in mano
e l’altra – quella di Gesù – sembra quella di chi il potere lo subisce.
Ma in realtà non è così,
ciò a cui assistiamo è il tentativo di contagio di un potere amante (Gesù)
nei confronti di un potere disumanizzato e disumanizzante (Pilato).
Da parte di Gesù c’è anzitutto un “no” preciso:
“no” alla violenza, alla sopraffazione, alla sottomissione di altri:
“Se il mio regno fosse di questo mondo,
i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato;
ma il mio Regno non è di quaggiù”,
E’ impossibile immaginarlo come condottiero che impone sottomissione
e che - eventualmente – crocifigge chi non si lascia comandare.
E’ un “no” detto da Gesù con il suo restare inerme,
con il suo fermare Pietro che mette mano alla spada,
con il suo manifestarsi da risorto in modi che mai stregano la libertà
e sempre attendono il consenso del cuore.
La scelta della non-violenza vissuta da tanti nel corso della storia
è un magistero autorevole, una tradizione da raccogliere,
proveniente direttamente dallo Spirito del Messia-disarmato-Gesù.
E poi c’è un “sì”, una “verità” a cui dà “testimonianza”
e che traspare luminosamente nel dialogo con Pilato.
Gesù non difende se stesso, non intende sconfiggere l’interlocutore,
non lo contesta, non lo smentisce, non lo insulta, non lo umilia.
Fa con lui come fa con tutti sempre:
cerca un varco nel profondo della sua coscienza,
offre la possibilità che una verità nuova trovi accoglienza:
“Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”.
Altri passi del racconto della passione narrano quanto potente
sia stata sull’animo di Pilato la non-violenza di Gesù,
ci dicono che “cercava di metterlo in libertà” (Gv 19,12),
riportano anche il tentativo di mutare il corso delle cose
fatto da un altro potere non-violento:
“Sua moglie gli mandò a dire: ‘Non avere a che fare con quel giusto,
perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua’” (Mt 2719).
Tutta la forza del suo potere di Gesù è racchiusa
nel modo con cui le parole dell’Apocalisse oggi ci parlano di Lui:
Egli è “Colui che ci ama e ci ha liberati con il suo sangue”.
Non a caso la festa di Cristo Re che celebriamo in questa domenica,
e che – nell’anno liturgico – fa da cerniera con l’inizio dell’Avvento,
è stata introdotta nel secolo XX, il secolo dei grandi totalitarismi.
Celebrarla nei primi decenni del nuovo secolo è un annuncio e un impegno:
a far sì che, in tutti gli ambiti, il potere sia amante e l’amore sia potente.
Nei giorni scorsi, partecipando a un momento di riflessione,
ho ascoltato il rimando alla vicenda recente di una ragazza pakistana;
un fatto che a me era sfuggito e che cito volentieri
come magistero autorevole della non-violenza suscitata dallo Spirito di Dio.
Ha 14 anni e con il suo diario pubblicato su un blog
chiede il diritto di studiare per le bambine e le donne del suo paese.
Ha scritto ad esempio: “dateci penne per scrivere,
prima che qualcuno metta armi nelle nostre mani”.
C’è chi ha tentato di ucciderla, ferendola alla testa e al collo.
Si firma con uno pseudonimo, ma il suo vero nome è Malala,
che – nella sua lingua, l’urdu – significa “addolorata”.
Invito volentieri oggi a conoscere più da vicino questa vicenda,
eco del dialogo di Gesù con il potere violento
e annuncio aggiornato all’oggi di un potere esercitato ben diversamente.
Che sia una ragazza a vivere tutto questo penso che non sia un caso
e parlo volentieri di lei oggi, giornata contro la violenza sulle donne.