LA MOSTRA SU PIERO DELLA FRANCESCA AI MUSEI SAN
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LA MOSTRA SU PIERO DELLA FRANCESCA AI MUSEI SAN
LA MOSTRA SU PIERO DELLA FRANCESCA AI MUSEI SAN DOMENICO Mercoledì 6 aprile 2016 noi alunni della classe 1^G abbiamo compiuto una uscita didattica, insieme alla 2^A. Le professoresse Mosconi e Teodorani hanno accompagnato la 1^G, mentre i professori Berardi, Gazzoni e Paglierani la 2^A. Siamo partiti alle 8:30 per poi tornare alle 13:15. Dopo un’ora di pullman siamo arrivati a Forlì, qui abbiamo subito fatto merenda. Finita la piccola pausa, siamo entrati nel museo e abbiamo conosciuto la guida che poi ci avrebbe illustrato le varie opere. La guida ci ha spiegato che non avremmo visto solo opere di Piero della Francesca, sebbene la mostra sia dedicata a lui, ma anche opere di altri artisti che sono stati influenzati dal pittore di Borgo San Sepolcro. In tutto il museo ci sono solo quattro opere di Piero della Francesca, che sono situate al piano superiore (nella parte vera e propria della mostra); le opere presenti sono la Madonna col Bambino, San Girolamo in preghiera con un donatore, la Madonna della misericordia e Sant’Apollonia. La guida ci ha spiegato che ci sono state delle incertezze nell’attribuire la Madonna col Bambino a Piero della Francesca, ma guardandola bene non ci sono dubbi sull’appartenenza dell’opera, poiché ha le tipiche caratteristiche dei quadri di Piero della Francesca, ad esempio la bellezza dello scorcio della finestra, le linee che conducono lo sguardo verso l’orizzonte e la tonalità di rosa. La tavola su cui è stata eseguita l’opera è stata riciclata per ben due volte: prima il legno è stato ricavato da un mobile (un cassone o qualcosa di simile, il buco per la serratura esiste ancora nascosto dalla Madonna) poi è stato rintoppato e ingessato per eseguire sull’attuale retro quello che ha l’aspetto di una tarsia con l’iscrizione aggiunta a pennello “Di Messer Lionardo da Vinco…”. Posta accanto alla Madonna col Bambino c’è San Girolamo, un’opera fatta con la tempera a olio. La guida ci ha spiegato che quest’opera è stata commissionata da Girolamo Amadi ed è un’opera devozionale e rivoluzionaria. Le figure non hanno segni di contorno, la luce è alta e quindi ci sono pochi chiaroscuri; la mano messa di scorcio di San Girolamo, il libro con una pagina che si sta sollevando, le gambe incrociate del santo accompagnano verso lo sfondo. In primo piano c’è un tronco tagliato, poi più lontano un crocifisso con Gesù, che rappresenta la presenza di Dio. La Madonna della misericordia ha al centro la Madonna, che è stata rappresentata più grande rispetto agli uomini che lei avvolge con il suo mantello come segno di protezione. La Madonna rappresenta la forza della Chiesa, mentre le persone che lei protegge sono gli abitanti di Borgo San Sepolcro. Il pittore ha mantenuto ordine: quattro uomini da un lato e quattro donne dall’altro. Il mantello della Madonna forma una cupola e in mezzo ai fedeli, tra i quali anche il pittore si è rappresentato, rimane uno spazio libero per qualunque credente voglia inginocchiarsi al cospetto della Madonna per cercare protezione. Il volto della Madonna è un ovale perfetto, la fronte è ampia e gli occhi sono abbassati. Lo sfondo oro fa risaltare la figura. Come ultima opera di Piero della Francesca la guida ci ha mostrato Sant’Apollonia: la santa mostra il suo simbolo, un dente stretto da una tenaglia perché, secondo le fonti antiche, sarebbe morta per la fede cristiana dopo aver subito lo strappo dei denti. Tra le opere esposte al museo in cui è visibile l’influenza esercitata da Piero della Francesca ci sono le tarsie lignee di Cristoforo Canozi da Lendinara. Nelle tarsie, usate come ante di armadio, è rappresentata Lucca nel pieno rispetto di ciò che Piero della Francesca ha scritto nel suo trattato sulla prospettiva. Tra le opere moderne, degna di nota è La fotografia di Massimo Campigli. È un’opera del 1937, lunga 14 metri, in cui è raffigurata una spiaggia con vari fotografi che scattano foto a persone diverse. È stata realizzata per un ufficio che si occupava di cinematografia. Conclusa la visita al museo, abbiamo fatto un laboratorio su varie tecniche pittoriche. Questa uscita è stata molto interessante, perciò consigliamo a tutti di visitare la mostra: è una esperienza da non perdere. Emma Carichini e Mirea Crescente