lacerba - Altervista

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lacerba - Altervista
Lacerba 1 marzo 2009
Editoriale
Non abbiate paura, è
solo un po’ di nausea!
Non è il nuovo che avanza, ma il
vecchio che torna
di Gianfranco Buccella
Vi rimando cari lettori de lacerba al precedente
numero della rivista e più precisamente alla
pagina 19 invitandovi a rileggere l’opinione di
Giovanni Cutilli sulla situazione politica, morale e
culturale dell’antica Pinna Vestinorum.
Non vi ripeto pertanto tutta la giaculatoria, che
molto bene viene descritta dall’autore e che io
voglio qui fare mia in toto per stabilire un
perfetto parallelismo con la situazione politica,
mor.. e cult…ale …di Loreto Aprutino. Nel
linguaggio informatico il copia – incolla sembra
l’operazione più idonea da compiere per
descrivere il paesello degli Acerbo, dei Valentini,
dei Casamarte, dei Guanciali e dei…quanti altri
han dato lustro al paese che fu poi affidato, nel
dopoguerra, ai “cant-autori” dello Sciopero a
Rovescio il cui interprete di maggiore spicco è
sicuramente quello che io in altra situazione ho
definito il fattore “P”, cioè Bruno Passeri.
Un solo punto dell’intervento di Cutilli mi trova e
mi lascia perplesso!
“Non abbiate paura”. Riprende, l’opinionista,
l’accorato appello del Papa e lo rilancia ai giovani
di Penne e quasi quasi anche qui il copia – incolla
in un primo tempo mi sembrava l’operazione da
ripetere anche a Loreto…ma…
Ma prima ancora di rivolgere l’appello ai giovani
di Loreto proviamo a fare le pulci al vecchio.
In primis salta subito all’occhio che Loreto è da
sempre governata dal vecchio sistema dei partiti
e del partito comunista in particolare che, o con la
maggioranza assoluta o in allegra compagnia dei
vari socialisti, democristiani, margherite, rose,
garofani, ulivi, e fior fiori di zucche ha da sempre
occupato lo scranno più alto del Consiglio
Comunale.
Due sono le ragioni: o sono stati troppo bravi o gli
avversari delle varie minoranze succedutesi non
sono stati all’altezza di scalzarli e sostituirli. Ora se
pensiamo che sono stati bravi loro, i comunisti, (io
li chiamo ancora così) dobbiamo dedurre che la
politica a Loreto ha realizzato quanto di meglio si
potesse.
Ed allora perché i loretesi avrebbero dovuto
percorrere la strada del cambiamento? A quanto
pare questo si sono sempre chiesti gli elettori e
mai hanno pensato di farlo.
La seconda ipotesi non fa altro che confermare la
prima. Infatti se in tanti anni le forze
dell’opposizione non sono riuscite a darsi mai un
contegno riconoscibile dalla maggioranza degli
elettori perché mai dargli un credito che non
hanno mai meritato?
Le chiacchiere fan quattro e da sempre di esse il
vento ha fatto scempio. Questa è la realtà di
Loreto!
Io non sono mai stato convinto che Loreto abbia
espresso politicamente il meglio ma, tant’è e mi
sono rassegnato. Come me forse tanti altri che
magari nelle ultime consultazioni elettorali hanno
scelto la strada dell’astensione per dimostrare il
loro disgusto per la politica e per tutti i loro
sacerdoti politicanti. Di qui forse la necessità per il
Cutilli di fare un appello ai giovani affinché si
riapproprino del tempo e dello spazio che i
vecchi hanno loro usurpato. Io no, non credo che i
giovani abbiano voglia ed energie da impiegare
in un’avventura in cui loro non credono più,
privati come sono della forza che proviene dalla
speranza di un mondo migliore. Già le giovani
coppie fanno fatica a mettere in cantiere un figlio,
non vedendo in prospettiva un futuro le cui linee
di fondo siano improntate all’ottimismo; e questo
sentimento pervade oggi tutta la gioventù
facendola vivere qui ed ora senza prospettive,
senza neanche la pur minima percezione del
futuro. Carpe diem sembra essere il motto che
questa gioventù ha adottato da tempo. Altro che
chiedersi cosa posso fare io per il mio paese. Ma
cosa ha fatto e cosa fa il mio paese per me.
Questo si chiedono. E… niente, si rispondono!
Hanno bruciato il mio futuro, hanno ucciso la mia
speranza e su quali basi potrò io ricominciare?
Questa è la loro disperazione! Spiegatemi
altrimenti come si possono giustificare le notti
passate a stordirsi nelle discoteche e i ritorni a
casa finiti contro un albero o dentro un fossato!
Quelli che si salvano pensano a salvare se stessi
solo perché qualcuno avrà loro detto: almeno
riporta a casa la pelle! E non venite a dirmi che
sono una minoranza, quando le cifre della
statistica parlano di stragi del sabato sera e di
bollettini di guerra. Purtroppo negli ultimi
quattro anni il conto dei soldati americani morti
in Iraq è pari a quello dei giovani italiani sul fronte
del divertimento. Gli altri, quelli che riportano a
casa la pelle, sono solo più fortunati o meno
storditi!
Sì, è vero, qualcuno studia con serietà ed
impegno; ma hanno forse più possibilità di un
vincitore al televoto del Grande Fratello? Lo
sforzo ed il sacrificio profuso nello studio, il
merito viene forse riconosciuto in qualche
graduatoria che non preveda l’appartenenza del
genitore a qualche parrocchia politica? A questo
serve la politica dal loro punto di vista, a trovare il
lavoro al figlio non a risolvere il problema
dell’occupazione. Serve in sostanza a risolvere il
problema individualmente, non a trovare
soluzioni per la collettività.
Ed allora come chiudere il discorso?
Forza Bruno che ce la fai.
Tu sei il nuovo che avanza, tu sei la speranza, tu
sei il futuro di questo paese e forse più e meglio
di te lo è l’altro “grande” esponente della
“sgarrupata” casa del PD.
Si spera solo che il paese reale sia migliore di chi
lo rappresenta. Peccato che ai migliori non venga
data nemmeno l’opportunità di riprodurre il
proprio codice genetico perchè costretti a farlo
altrove.
Quanto al resto, tutto quanto di più inutile possa
esserci intorno all’osso dopo averne asportata la
polpa!
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Lacerba 1 marzo 2008
L’opinionista
La “mare-monti”, chez nous
Una truffa dialettica illuminante per
la strada eclissata. In Toto
Cutilli
di Giovanni Cutilli
La proposta di variare il lotto di lavori per la
sistemazione del tratto della ss 81 da Penne
a Passo Cordone, nell’ambito del progetto
bugiardamente denominato “mare-monti”,
che nulla c’azzecca né col mare né coi
monti, per questioni di distanze, è l’unica
proposta sensata sull’argomento, da 10 anni
in qua. Rinunciare ai totem sognati da
statisti di strada privi di ogni barlume d’idea
di “superstrada” e di viabilità veloce, è sano
realismo, dopo lo scialacquio di soldi che,
piuttosto, sarebbero stati utili a rendere più
decorosa e meno insicura la pietosa
condizione delle nostre strade. Invece, per
coltivare ambizioni scriteriate, s’è visto di
tutto. Di quelle bizzarrie rimangono le ferite
inferte all’ambiente, visibili nelle tracce, da
paesaggio lunare, del cantiere abortito, nei
Ipotesi del viadotto
pressi del borioso cartello che annuncia ai
forestieri l’ingresso nella “Città d’Arte”.
Quegli sbancamenti sono un’anteprima
dell’arte zotica di Lor Signori! Il suggerimento resipiscente è almeno buono per
limitare i danni, nella consapevolezza, però,
di realizzare un intervento ordinario, poco
più che minimale a terzo millennio inoltrato.
Su quel tratto di strada, in mezzo secolo, s’è
visto un solo altro cantiere, per il ripristino di
una scarpata franata su una curva, nella
stessa zona. Non si parli più, per decenza,
rispetto dei cittadini e amore di verità, di
“superstrada mare-monti”. Canzonare la
gente è una bugie dalle gambe corte. La
“superstrada” e la sua denominazione
“mare-monti” erano e restano una bufala.
Propriamente, “superstrada” è una definizione inesistente nella normativa italiana; per
il Codice della Strada quella per Passo
Cordone rimarrebbe una “strada extraurbana secondaria” (art.2), neppure “primaria”,
per carenza delle specifiche caratteristiche.
A scorrimento veloce, perciò, sono state solo
le castronerie da anni dette o scritte sui
manifesti (“opera storica…, le ruspe
lavoreranno 4 anni…”, s’alluccava nel 2000).
Penne, poi, è in collina, a 438 metri s.l.m., i
monti distano almeno altri 15 km e mezz’ora
buona di strada tutta curve; Cappelle sul
Tavo (all’estremo opposto della “superstrada”), è a 6 km e a circa altri 15 minuti dal
mare, prima delle forche caudine del
“chilometro lanciato”. Di quale mare e di
quali monti si sparla, allora? Il vizio dei
politici di infinocchiarsi i cittadini è inguaribile
ma violentare la verità oggettiva delle cose,
qual è quella di semplici lavori di allargamento di una strada (“eliminazione dei punti
neri”, dice l’accordo di programma con
ANAS) barattati per la costruzione
dell’autosole, è perversione. La truffa
dialettica, indotta da sciocca arroganza
inzuppata d’ignoranza, è da teatranti
d’avanspettacolo. Ma ciò è il frutto fatale di
una società priva di elementi di cultura
liberale, perché in quelle dominanti, anche
solo nel corso dell’ultimo secolo, si
concepisce il ruolo della persona, dunque
del cittadino, solo come “servo”. Lo statalismo, prima di essere una politica istituzionale, è un pensiero filosofico, una cultura.
Scriveva don Sturzo che “i semi dello
statalismo si sono diffusi in Italia…persino
nell'orientamento generale del paese come
una gramigna mentale e sentimentale”. Per
estirparla ci vorrebbe il “rasoio liberale” di cui
parlava il filosofo politico Karl Popper, ma è
dura da impugnare. In tale sedimentato
contesto, il federalismo riprodurrà i mali dello
statalismo a livelli decentrati, di regioni e
comuni in primo luogo (le province non
contano quasi nulla, se non a spendere
soldi), molto più rozzi e incompetenti di
quello centrale. E’ già stato sperimentato,
per esempio, in campo sanitario col disastro
storico del SSN, che in 30 anni ha bruciato
una ricchezza astronomica per partorire un
sistema, federalista, tanto iniquo e
inefficiente che il parlamento ha istituito una
Commissione d’inchiesta alla ricerca del
perché. Le ragioni sono complesse ma una
è semplice. Il cittadino non è il “sovrano”
dipinto dall’art. 1 della Costituzione ma il
suddito al quale non si debbono spiegazioni
e che può subire ogni vessazione. Il guaio è
che quel suddito, a causa dell’humus
culturale di cui è imbevuto, ritiene “normale”
non avere spiegazioni e, di volta in volta,
addebita la colpa del silenzio o dell’angheria
subita alla cattiveria o alla fresconeria del
burocrate di turno. Lo conferma un piccolo
esempio. A tutti è capitato di sentir dire di
taluno che è, o era, un “servitore dello
Stato”, così come, in campo religioso, ci
sono i “servi di Dio”. Questi appellativi,
ritenuti complimentosi, in realtà svelano la
concezione del rapporto tra istituzione e
cittadino: padrone e suddito, appunto.
Rapporto inconsciamente accettato perché è
nel dna della nostra formazione culturale. In
una società autenticamente liberale, invece,
non c’è spazio per servaggi e, semmai, il
rapporto è inverso, è l’istituzione a “servizio”
del cittadino il quale, rispettati i suoi doveri,
ha il diritto di avere tutte le spiegazioni che
vuole, anzi le ha senza neppure doverle
chiedere e se subisce un’angheria a pagarla
sono gli autori: l’ufficio pubblico e il
burocrate di turno. Basta parlare con gli
emigrati e farsi raccontare come funziona la
pubblica amministrazione all’estero;
chiedergli se si siano mai imbattuti in follie
tipo “mare-monti”; “diga di Bisenti” (13
miliardi di vecchie lire spesi per non
realizzarla, con gli espropri di terreni e case
situati nell’”invaso” già pagati ai proprietari
col loro diritto di conservarne la disponibilità
fino all’inizio degli improbabili lavori;
“poliambulatorio di Castiglione M. R.) di 3
piani, costato, 20 anni fa, 1,3 miliardi, mai
entrato in funzione; strutture del Carmine
(costate ai contribuenti circa 25 miliardi di
lire ma che almeno con la follia c’entrano
perché in principio destinate a manicomio).
Sono, queste, le pazzie croniche dello
statalismo inteso come rapporto di “servaggio” del cittadino verso la pubblica amministrazione, non importa da chi gestita. Quanto
sia diversa un’idea di società con al centro
del sistema politico-istituzionale la persona,
dunque il cittadino, lo s’intuisce da un altro
piccolo esempio. Tutti, o quasi, sono
frettolosamente impazziti per Obama.
Ebbene, nel suo discorso d’insediamento il
21 gennaio scorso, il neo presidente ha
ringraziato, tra gli altri, il predecessore,
Bush, per il “servizio reso ai cittadini
americani”. In Italia si sarebbe detto: “…reso
allo Stato”. Come funzioni la pubblica
amministrazione negli USA è inutile dirlo ma,
se occorre, è illuminante la storia di un
conterraneo emigratovi. Un giorno, non poté
uscire di casa con l’auto a causa di un
albero, abbattuto da un’intemperie notturna,
che ostruiva la strada. Dopo soli 3 giorni,
venne risarcito con un indennizzo, corrisposto brevi manu, di 2,8 milioni di lire (al
cambio di 30 anni fa), dalla municipalità di
residenza, condannata dal giudice della
contea d’appartenenza, a 72 ore dalla
denuncia, per l’albero non rimosso. Ognuno
faccia i raffronti con quel che accade in Italia
e rifletta se le differenze possano dipendere
dalla buona o cattiva volontà di Caio o di
Mevio e non, piuttosto, da differenti culture
nelle quali le parti, rispettivamente, del
padrone e del servo sono esattamente
rovesciate. Se la vicenda della “mare-monti”
si fosse verificata, per accademia, negli Stati
Uniti, non uno di coloro che vi hanno avuto a
che fare sarebbe in circolazione nelle stanze
di uffici pubblici e tutti i politici che si sono
sciacquati il gargarozzo con le boiate su
quel progetto, da Marini in giù, sarebbero
stati invitati da un bel pezzo a sproloquiare
in privato, tra le mura domestiche. Da noi,
invece, sono ancora lì, tutti pronti a scodellare la prossima schiarchiarìa. Tanto, chez
nous, paga sempre Pantalone!
Lacerba 1 marzo 2008
L’intervento
San Zopito facci la grazia
Il problema è fargli la festa. Propongo un comitato
di Gianluca Buccella
Sul Forum de Lacerba, mi ha colpito un
appello lanciato da una persona a me cara,
Gianluca Nobilio, che chiamava a raccolta tutti
quei cittadini volenterosi di formare un nuovo
comitato per organizzare la secolare festa del
S. Zopito.
Già il nuovo, perche ogni anno, appena
finita la festa, il comitato si dissolve in un
nano secondo.
I motivi sono noti: i soldi sono pochi, il
tessuto economico non partecipa più
come una volta e i cittadini oggi impegnati
a far quadrare i bilanci familiari contribuiscono con il minimo indispensabile.
Così ogni comitato dopo tre mesi di lavoro,
raccolta pubblicitaria, questua e domande
per permessi vari, si ritrova con una somma
di denaro esigua indispensabile per
arrangiare una normale festa che li
espone, alla sua chiusura, a critiche
ferocissime da parte dei devoti del Santo
patrono.
Ora, la domanda che mi pongo è la
seguente: possibile che una festa di tale
portata culturale, che ha fatto “ Innamorare
l’Inghilterra”, colpendo profondamente
Chris Webb, l’allora consulente del
Ministero per la cultura dell’ex Governo
inglese di Tony Blair (Loreto Oggi” del 3
agosto 2006), la debba, per l’ennesima
volta, organizzare, tra le mille difficoltà, un
gruppo volenteroso di cittadini?
San Zopito, oltre a destare curiosità
all’ineguagliabile poeta Gabriele
D’Annunzio, ha suscitato negli anni passati,
interesse per lauree ( “il bue di San Zopito.
Una festa dell’Italia centrale” di Gianfranco
Spitilli presso l’Università “La Sapienza” di
Roma), e per documentari ( “Il bue di San
Zopito. Le voci della Festa”, presentato al VII
Congresso Nazionale dell’Associazione
Italiana per le Scienze Etnoantropologiche e
al Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni
Popolari di Roma), tra cui un paio girati
all’inizio del secolo scorso e visibili sul sito
dell’Istituto Luce di Roma.
Allora mi chiedo: “Possibile che un evento che
attrae turisti da molte parti d’Italia ed anche
dall’estero, non riesca ad attirare l’attenzione
della nostra amministrazione?”
Qualcuno, immaginando già chi, da Via dei
Mille mi risponderà che la giunta si prodiga
già abbastanza sostenendo le spese di vitto e
alloggio del Bue ed elargendo un contributo
al comitato.
Io credo che 3000 euro ad una associazione
che si occupa di accudire il Bue per tutto
l’anno, ed una cifra simile data anche al
comitato, rappresentano una somma irrisoria,
che permettono a questi volontari di
coprire appena appena le spese vive.
A differenza di qualche amministratore,
credo che il San Zopito sia l’unico evento
che possa ridare lustro al nostro paese e
punterei molto nel potenziarla cercando,
come si fa per un’altra manifestazione
locale, prettamente artistica, cospicui
finanziamenti provinciali e regionali.
Invece di tirare a campare, organizzerei un
comitato formato da esponenti
dell’amministrazione, da qualche rappresentante della Fondazione dei Musei Civici,
dalla associazioni di categoria quali la
Coldiretti e la Cia e dai cittadini che hanno a
cuore quest’evento, organizzando cinque
giorni di festa attraverso convegni, mostre,
spettacoli teatrali e degustazioni di prodotti
tipici.
Qualche anno fa, la Regione Abruzzo
riconobbe questa festa come una delle
poche tradizioni di notevole spessore
culturale, e noi oggi dobbiamo pregare,
assistendo passivamente, che anche
quest’anno il comitato e l’associazione dei
vetturali riescano a rifare il “ miracolo”,
organizzando di nuovo questa bellissima
ed importante manifestazione religiosa.
Appuntamento
con Lacerba
a Pasqua
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Attualità
Lacerba 01 marzo 2009
Per qualche euro in più o in meno
L’associazione di Vallozza portavoce dell’assessore. Ma perchè?
di Jacques De Molay
Errare umanum est!!!
Jacques de Molay Essendo la natura umana
fallace sono qui per confessare ed espiare un
errore da me commesso nella stesura
dell’articolo a titolo “IL PESO (D’ORO) DELLA
CULTURA”.
Tale errore mi è stato fatto notare dal portavoce dell’assessore Di Minco nonché professionista per il procacciamento del soldo
pubblico Giacomo Vallozza.
Nella sua lettera pubblicata nell’ultimo
numero de LACERBA lui fa la
seguente affermazione: «Qualche
mese fa, il Templare pubblicò un
articolo in cui affermava che
l’Associazione Culturale Lauretana aveva ricevuto un contributo
dall’Amministrazione Comunale
di 60.000 euro per la realizzazione degli Incontri 2007. »
Prendendo a spunto tale affermazione fa un ragionamento sulle verità
da confrontare, ricorsi ad avvocati,
croci teutoniche, massonerie e pura
razza ariana. Insomma un poutpourrì di «sinistri» spauracchi che
nel suo pensiero dovevano ledere o
dispregiare la mia persona.
Questo fatto mi ha portato ad
effettuare
un’attenta
rilettura
dell’articolo incriminato e nel quale
ponevo in dubbio l’opportunità di
alcune scelte politiche effettuate
dal competente assessore e riguardanti le attività culturali patrocinate
o finanziate dal comune di Loreto
Aprutino.
Per completezza dell’informazione
riportavo i dati risultanti alla SIAE
delle presenze agli eventi di “Incontri 2007” che, già pubblicati, sono
qui riassumibili in: 10 eventi per un
totale di 656 presenze e con una
media di 65,6 persone ad evento. In
tale articolo davo anche una
sommaria stima dei costi che
testualmente riporto: «Volendo
tracciare anche un bilancio finanziario sappiamo che un bel po’ di soldi del
contribuente sono stati impiegati.
Non siamo riusciti ad appurare in tempo
utile quanto è stato il contributo finanziario del Comune di Loreto Aprutino e
nemmeno quello fornito dalla Fondazione
Pescarabruzzo, invece, sembrerebbe che, la
Provincia di Pescara ha sborsato 28.000,00
Euro e la Regione Abruzzo 32.000,00
Euro.»
Nel rileggere l’articolo mi sono accorto
dell’errore che qui mi corre l’obbligo di
correggere.
La Regione Abruzzo non ha erogato 32.000,00
Euro come scritto allora ma solo 28.000,00,
giusta la delibera di G.R. n.780 del 03/08/2007;
la Provincia di Pescara non ha erogato
28.000,00 ma ha sborsato 32.500,00, giusta la
nota a prot.06 Gab. del Presidente del
02/01/2007.
Allo stato non sappiamo se vi è stata
contribuzione alle attività da parte della
Fondazione Pescarabruzzo, mentre sembrerebbe che il Comune di Loreto Aprutino
abbia emesso a favore dell’Associazione
Culturale Lauretana, nel 2007 n.8 mandati di
pagamento per un totale di Euro 54.782,00 e
nel 2008 n.5 mandati per un totale di Euro
13.764,00.
Vorrei spiegare al lettore che sovente si è
costretti ad usare il condizionale perché
risulta quasi impossibile procurarsi i dati delle
contribuzioni ed erogazioni fatte dagli Enti,
questo chiaramente, alla faccia della
trasparenza amministrativa.
A tale proposito giova citare l’articolo 1 del
D.p.r. del 7 aprile 2000, che impone
l’aggiornamento e la pubblicazione dell’albo
dei beneficiari a cui sono stati erogati
nell’anno contributi, sovvenzioni, crediti,
sussidi ed altri benefici di natura economica.
Tale adempimento non è stato mai fatto dal
Comune di Loreto Aprutino.
Il nostro amato contestatore cita atti
dell’amministrazione che nessuno però può
controllare.
Perché non si rispettano le leggi e si pubblicano nell’Albo Pretorio e sul sito del comune
l’elenco di coloro che pigliano i soldi di
tutti???
Da quanto detto appare di tutta
evidenza che Giacomo parla ma
senza leggere quanto scritto da
altri, oppure se legge non capisce
quanto viene scritto o infine, se
legge e capisce è un bugiardo!!!
Noi non abbiamo mai detto che il
Comune di Loreto ha elargito
60.000 Euro per finanziare la
manifestazione Incontri 2007.
Vorrei concludere facendo alcune
riflessioni:
credo
che
l’Associazione Culturale Lauretana ha sempre svolto e svolga
un’attività meritoria e degna di
rispetto.
D’altra parte spiace e preoccupa
quando
un’associazione
si
sostituisce al politico e cerca di
dare spiegazioni ed opinioni non
richieste nè sollecitate.
Spiace che non sia il politico
tirato in ballo a dire la sua ed
eventualmente
correggere
inesattezze, peraltro da lui stesso
cagionate con la non applicazione delle leggi, per la tranquillità
di tutti i cittadini.
Non occorrerebbe tirare in ballo
avvocati o tribunali per fare
chiarezza sugli aspetti concernenti l’utilizzo della cosa
pubblica, basta semplicemente
attenersi alla verità. La verità ci
dice che l’affidamento della
gestione del Teatro Comunale è
stata fatta con una delibera di Consiglio
Comunale e non facendo fare dal funzionario
preposto una pubblica gara.
In altre regioni per tali atti si sciolgono i
Consigli Comunali, per fortuna siamo in
Abruzzo.
Concludo dicendo che il rapporto tra l’ACL e
l’Amministrazione è torbido e l’acrimonia
degli interventi di Vallozza ne sono la miglior
riprova.
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Lacerba 1 marzo 2009
Attualità
Noi dipietristi senza schemi
Donatelli: sveglia sul mattone. “A Loreto serve una svolta”
LORETO APRUTINO - 759 i voti raccolti alle
ultime regionali, 89 in più del Partito Democratico, un risultato che, per Domenico
Donatelli, va oltre ogni rosea previsione per la
locale sezione del partito di Antonio Di Pietro:
L’Italia dei valori. Adesso?
Adesso abbiamo la consapevolezza che, a
Loreto, il nostro partito è diventato una
realtà diversa, rispetto a qualche anno fa e
questo ha indubbiamente rafforzato la
nostra attività. Inoltre, l’ottimo risultato ha
fatto sorgere negli altri partiti locali, il
malizioso dilemma della nostra futura
collocazione politica nelle amministrative
comunali del 2010.
Infatti, avete un‘idea ben precisa di dove vi
collocherete alle amministrative del prossimo
anno?
No, ma siamo sempre più convinti della
natura del nostro partito, formato da
uomini liberi con mani libere. A livello
locale non abbiamo in mente schemi ben
precisi. Pensiamo piuttosto, ad una futura
amministrazione formata da persone
credibili e capaci, che concepiscano la
politica e la Pubblica Amministrazione con
spirito di servizio, nell’interesse della
comunità. In questo contesto vogliamo e
possiamo dialogare e lavorare.
Come vede l’azione politica, portata avanti
fino ad oggi, di questa maggioranza?
La nostra cittadina e il suo tessuto socio
economico, sono rimasti fermi per troppo
tempo, condizionati da equilibri e beghe
personali di amministratori e non, che per
oltre un decennio, non si sono accorti, o
perlomeno hanno fatto finta di non
accorgersi, che siamo stati sorpassati, in
tutti gli aspetti, persino da quei paesi che
fino a quindici anni addietro, guardavano
alla nostro paese come ad un’icona da
imitare.
Esponenti della maggioranza asseriscono
che, con l’approvazione del Piano Fornace,
Loreto avrà quella spinta decisiva per il suo
rilancio.
Il territorio di Loreto è ben più vasto della
zona Fornace, ci sono zone altrettanto
importanti o anche di più. Voglio ricordare
che l’amministrazione Passeri, non ha
ancora dato risposta alle diverse situazioni
che molti cittadini hanno segnalato ormai
da diverso tempo. Presso l’ufficio urbanistico sono depositate circa 160 richieste di
modifiche al PRG, buona parte di esse ,
sono riconducibili alle “zone agricole” o ai
“parchi tematici” oppure ad altre situazioni
di interesse pressoché generale. Ancora
oggi, molti cittadini si vedono costretti a
spendere la loro pensione o parte dei loro
stipendi, per pagare pesanti tasse su
terreni che mai potranno essere utilizzati a
scopi edificatori. Sono soldi che i cittadini
Donatelli
non potranno mai recuperare. Il sindaco
Passeri, ha promesso ma non mantenuto,
ha preferito salvaguardare il bilancio
comunale prelevando inopportunamente i
soldi dalle tasche di lavoratori e pensionati
anziché attraverso una più oculata
gestione delle spese. Tornando alla
“fornace” che ricordo, l’Italia Dei Valori non
ha votato, in quanto il Consiglio Comunale
non è stato messo nelle condizioni di
capire cosa effettivamente si vuole fare in
quell’area. I consiglieri di “maggioranza”
hanno votato in blocco,senza conoscere
cosa in effetti hanno approvato con
l’ultima seduta del C.C. sfido chiunque a
smentirmi. L’auspicato decollo della cosiddetta fornace, di fatto prioritaria rispetto
ad altre aree edificabili, peraltro solo su
carta, potrà solo peggiorare le aspettative
di tanti cittadini che vedranno svanire le
attenzioni per le loro super tassate aree,
sicuramente più marginali.
Sempre in tema di opere pubbliche,
l’assessore Sablone, su questo giornale e
sull’organo comunale, continua ad elencare
tutte quelle opere pubbliche realizzate in
questa legislatura.
Per carità, tutte cose apprezzabili ma, non
dimentichiamocene, dovute e che devono,
ancora essere ultimate, vedi gli edifici
scolastici. Inoltre, ricordo, che sono tutte
opere già programmate dalla vecchia
amministrazione, quella guidata da Di Zio.
A proposito di opere pubbliche, invito tutti
a prendere visione dei diversi programmi
triennali ed annuali delle opere pubbliche
redatti dalla Giunta Comunale negli anni
di competenza. Sfido ancora una volta
chiunque a capirne la logica, le opportunità e la realizzazione. A strade comunali
divelte, in alcuni casi sprofondate e mai
risistemate (vedi strada Canonico), si
contrappongono reti di illuminazione in
piena campagna, contrastate a loro volta
da zone quasi al buio a ridosso della
“riqualificata” Piazza Garibaldi (vedi via dei
Normanni).
Tra le diverse cose che cita l’assessore, ha
particolarmente attirato la mia attenzione
l’argomento della struttura cimiteriale. In
questi giorni non ho potuto fare a meno di
notare delle situazioni che si contrappongono a quanto affermato dallo stesso
assessore. Il nostro Comune, ha acquistato,
spendendo circa 40mila euro, nel 2002 ,un
terreno adiacente al cimitero, a ridosso
della strada comunale Dorem per la realizzazione di un parcheggio funzionale al
cimitero stesso. A distanza di sette anni,
quell’area è di fatto diventata una
discarica, che ospita rifiuti a dir poco raccapriccianti. (invito i cittadini a verificare)
E vogliamo parlare di quel che accade nella
parte posteriore del cimitero? Ripetutamente vengono accatastati e bruciati resti
di bare prodotti dalle estimulazioni.
A questo punto siamo in presenza di
un’amministrazione che, a differenza di
quello che vuol far apparire, lascia a desiderare persino sotto l’aspetto morale e
civico. Ho già raccolto la necessaria
documentazione
per
sottoporre
all’attenzione del sindaco e dell’assessore,
il pesante argomento. Alla luce delle tante
normative di carattere ambientale e non,
mi chiedo se tutto ciò possa essere possibile. E’ mia intenzione approfondire
l’argomento anche con altre autorità
competenti. Mi fermo qui, ma, in merito
agli argomenti citati si potrebbe parlare
per giorni.
Prossimo appuntamento le elezioni provinciali: come vi state organizzando?
Le Province, attualmente, non hanno più
molti ruoli, però quelli che ha sono importanti: strade, scuole ecc… . Non è mia intenzione criticare l’operato altrui, tra l’altro in
un contesto che poco conosco, ma credo
che un comune come il nostro, meriterebbe
molto di più da una Istituzione all’interno
della quale siedono due esponenti di
maggioranza di cui uno Assessore. Forse i
cittadini si sarebbero aspettati maggiore
coordinamento e cooperazione e, perché
no un coinvolgimento diverso, per essere
rappresentati al meglio e vedere
veramente una “Provincia amica”nei fatti e
non nella cartellonistica stradale. Noi
dell’Italia Dei Valori pensiamo ad una
Provincia che sia più vicina, con amministratori che quotidianamente vivono le
realtà del territorio e le rappresentano al
meglio. In questa direzione vogliamo
lavorare in occasione dell’ormai prossimo
rinnovo del Consiglio Provinciale.
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Lacerba 1 marzo 2009
Attualità
Polemiche da Amatori
Riceviamo e pubblichiamo da Giuseppe
Giampietro *
LORETO APRUTINO - Finalmente si parla un
pochino anche dell’Associazione Sportiva
Dilettanti Passo Cordone!!
Prima “Loreto Oggi”, organo di stampa ufficiale
del Comune di Loreto Aprutino, dove presta
servizio l’assessore Sablone, che dopo lungo
tempo, durante il quale ha parlato di tutto: la
squadra che milita in eccellenza, la squadra di
calcetto, di palla a volo e del tiro alla quaglia,
ecc., si è degnato, nell’ultimo numero di
citare questa realtà del suo territorio.
Poi Lacerba, addirittura attraverso la penna
del suo Direttore. Francamente però, sarà
la mia datata età, il mio semplice diploma
di scuola media superiore, la mia educazione contadina, non sono stato in grado di
capire ciò che Lupacchini, con il suo
raffinato stile di scrittura, volesse dire. La
cosa importante comunque, chiedo scusa
se mi ripeto, è che si parli un po’ anche
dell’ASD Passo Cordone.
Questa Società rappresenta una piccola
frazione di Loreto (credo con circa 300/400
abitanti), una frazione di campagna; siamo
tutti contadini o figli di contadini.
I nostri genitori ci hanno insegnato ad
essere gente pratica, a non fare passi più
lunghi della gamba. Lupaccchini, che è di
paese, non sa cosa si dice dei contadini: contadino, passo lungo e cervello fino.
Siamo chiari nel parlare, leali nei comportamenti e sappiamo che si raccoglie quello che
si semina. Abituati a fare con poco, abbiamo
imparato a gestire quello che abbiamo, e lo
sappiamo fare bene, evidentemente.
Dovrebbe sapere, il caro Direttore, e per
questo non me ne voglia, che la mezzadria è
stata abolita qualche anno fa e da allora i
contadini non hanno e non vogliono avere
più padroni; siano essi politici o uomini
influenti. Rispettiamo chi ci rispetta,
ignoriamo chi non ci rispetta.
Le nostre case sono aperte a tutti quelli che
vogliono venire, bussando, e siamo sempre
disposti a bere insieme un bicchiere di buon
vino. Un’altra cosa i nostri genitori ci hanno
insegnato: non si fanno accordi o affari con
società fallite o quasi, magari, e se ne vale la
pena, le si compera.
Caro Lupacchini, lei ha scritto tante cose che
non ho capito però mi viene in mente una
raccomandazione ricevuta da bambino: se
decidi di dire pubblicamente cose che
possono ledere l’immagine e l’onorabilità di
Una foto non recente dell’Amatori
persone, tanto più se sono personaggi
pubblici, sii certo di quello che dici, porta
prova per sostenere eventuali querele per
diffamazione da parte di queste persone.
Per tutto il resto che ha scritto e che non ci
riguarda, mi viene da dire, parafrasando
l’ultima battuta del protagonista di un
celeberrimo film: “francamente me ne
infischio”.
* Dirigente dell’ASD Passo Cordone
Dovrebbe, signor Giampietro, chiarire qualcosa.
Se lei non ha capito cosa ho scritto nell’articolo
“Amatori Pd” dell’8 febbraio scorso, poi come fa
a definirlo pesante nelle righe di accompagna-
mento al suo intervento: quindi l’ha capito?E se
l’ha capito, cosa ha capito? Lei, signor Giampietro, che scrive di contadini e di paese francamente non si fa capire per nulla. Ma è talmente
alta la concezione di libertà che questo giornale
possiede che dà la possibilità a tutti di
esprimere la propria opinione. Anche quando
questa non è particolarmente chiara. Vede,
signor Giampietro, la tesi dell’articolo del
sottoscritto era semplice: mettere in evidenza
che dalle parti nostre vi è una società di un
piccolissimo centro che fa faville in Promozione,
torneo assai impegnativo e costoso, basti
vedere i nomi dei giocatori che avete voi e
le altre squadre, in cui operano a vario
titolo due assessori del centro sinistra
locale, Napoletano di Penne (la cui
amministrazione comunale sponsorizza
il Penne calcio) e Sablone di Loreto, il cui
sindaco Passeri è da sempre vicinissimo
alle vicende pallonare però del Lauretum.
Due dati di fatto incontrovertibili.
Un’altra tesi tentava di portare questi
collegamenti in un momento di crisi
economica come l’attuale in cui
ovviamente il calcio fa fatica. Non tutti
hanno nel proprio assetto dirigenziale
ben due assessori, comunque forme di
potere politico: non è mica
un’infamia?Comunque chi scrive non l’ha
mai così definita. Una fortuna o una
sfortuna?Del resto che la Sua società, signor
Giampietro, sia piuttosto ambiziosa lo si
capisce anche dagli ultimi fatti sportivi:
l’esonero (polemico: leggi dichiarazioni su Il
Messaggero) di mister Di Pietro, che non è
proprio l’ultimo arrivato, con una (buona)
squadra a ridosso della zona play off e l’arrivo
sulla panchina di Giacomo Chinellato, cioè uno
dai trascorsi importanti nel calcio. Il resto è
libera, liberissima interpretazione. Sua e del
giornale, oltre che dei lettori.
B. Lup
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Lacerba 1 marzo 2009
Attualità
Su Penne volano i falchi
Tecnici. Assessori. Parcelle e progetti.
Le porte girevoli dell’urbanistica sotto tiro. E poi dicono che c’è la crisi
di Berardo Lupacchini
Quando un giorno il sindaco Donato Di
Marcoberardino arrivò in giunta per portare
l’allungamento del contratto fino al 2011, cioè
fino al termine della consiliatura, dell’architetto
Antonio Mergiotti, tecnico esterno scelto dai
socialisti per dirigere l’ufficio urbanistica,
qualcuno rimase stupito ed impietrito. La mossa
del primo cittadino aveva spiazzato tutti. Lui
Mergiotti, responsabile del partito democratico
di Collecorvino che alle regionali ha appoggiato
Vincenzo Fidanza, era un uomo di Alberto
Giancaterino, suo testimone di nozze.
Ma appoggiato così vistosamente dal sindaco,
poi suo collega nel Pd, nessuno o pochi se lo
sarebbero aspettato. Ma allora l’urbanistica è in
mano solo ai socialisti e basta?In effetti
l’urbanistica è un groviglio di uomini e partiti.
E di interessi. Di certo l’arrivo dell’architetto
Mergiotti deve aver provocato uno scombussolamento. La prima concessione che rilascia è di
quelle significative. Gennaio 2007.
Le villette di Marcotullio dalle parti del parcheggio della Portella. Zona rossa, divieto di costruzione come prescritto dal piano di assetto
idrogeologico varato dalla Regione nel febbraio
2005. Governa Del Turco che tiene per sé la
delega al settore.
Dirige l’ufficio l’ingegner Pierluigi Caputi, un
recente passato con Forza Italia. I pareri dei
geologi caratterizzano il dossier presentato dalla
moglie del cavaliere che viaggia rapidamente a
ridosso del provvedimento regionale di riapertura dell’iter concessorio. La concessione a
costruire due villette (e otto appartamenti in
permuta alla Cogedil di Vecchiotti) viene
rilasciata dall’architetto Mergiotti. Questi prende
atto di una nota di risposta richiesta al geometra
Di Simone che attesta come nell’area vi siano le
infrastrutture necessarie. Una risposta da
manuale.
Sui sottotetti scoppia la grana. Gennaro Varone,
che chiese l’arresto nel 2003 di Rocco Petrucci
per la vicenda della Lungofino, e il capitano dei
carabinieri Di Pietro li hanno messo nel mirino.
La prima interpretazione del regolamento
comunale varato nel 2001 dalla giunta Marcotullio è del geometra Luigi D’Angelo, oggi confermato assessore ai lavori pubblici della Di
Marcoberardino bis in quota all’Italia dei Valori.
Nel 2002 D’Angelo segue da tecnico un
sottotetto a San Rocco. L’ipotesi progettuale, poi
autorizzata, prevede la possibilità di realizzare un
sottotetto allo stesso piano dell’alloggio senza
aumenti di volumetria. Negli anni successivi è
questa la linea passata, quando a rilasciare le
autorizzazioni sono stati l’ingegner Piero
Antonacci e il geometra Enzo Di Simone.
“Se ho sbagliato io - ha dichiarato Rocco
Petrucci, indagato sulla questione per essersi
preso cura del sottotetto dell’imprenditore
Cecamore - hanno sbagliato coloro i quali
hanno operato prima di me”.
Dai sottotetti ai comparti con relative diffamazioni. Assessori-consiglieri-tecnici come nelle
porte girevoli. Vincenzo Ferrante, ingegnere e
sonica, mentre in questi anni mi hanno solo
ostacolato”, si lamentò con Lacerba Vincenzo
Ferrante.
Con la magistratura ad indagare sull’urbanistica,
si perde di vista però che la crisi c’è, si sente e si
vede. A fine 2008 si registrava un incasso legato
alla legge Bucalossi, cioè gli oneri di costruzione,
inferiore di 100 mila euro rispetto alle previsioni.
Nel 2007 ancora peggio: il 50% in meno. L’edilizia
dunque ristagna, le indagini crescono invece.
Scorcio del Conad
Ampliamento del Sisa
tecnico anche lui, oppositore comunale, nel 2006
denuncia il malaffare di contrada Conacciappetta definendo la giunta Fornarola, a pochi
mesi dall’addio, un comitato di affaristi con al
centro la figura del geometra Di Simone,
all’epoca segretario dei Ds e consigliere provinciale.
Fornarola, “il capo di un’armata Brancaleone
composta da affaristi ed imprenditori che
usano la politica per affari personali” è stranamente rimasto in silenzio. Per Conacciappetta
Ferrante attacca la Sigma Immobiliare per la palazzina con
quattro appartamenti le cui
concessioni vengono rilasciate
da Di Simone perché Piero
Antonacci non avrebbe potuto
farlo a causa della presenza nel
procedimento
del
fratello
Alessandro. L’istruttoria e le
autorizzazioni sono firmate
perciò dal geometra Di Simone
che attesta come l’area in
questione
sia
totalmente
infrastrutturata.
Ma in consiglio Ferrante, che ha subito una
condanna a 8 mesi dal tribunale pennese per
quella diffamazione di Di Simone, sventolò
anche una convenzione che riguardava i Triozzi
(proprietari di un altro lotto a Conacciappetta e
che ricorsero al Tar che sospese la modifica alla
normativa operata dall’amministrazione sui
piani di lottizzazione), seguiti in tutte le fasi
dall’ingegner Luigi Bianchini anche quando
questi
era
assessore. “L’andazzo
sull’urbanistica è noto.
Si costruisce in abbondanza, si privilegiano
gli stessi sodalizi, nascono case facilmente,
certe pratiche viaggiano a velocità super-
Il piano sregolatore di
Ossicelli
PENNE – Un giorno, nella tarda estate del
2007, in Comune arriva una lettera da Civita
Castellana, la cittadina viterbese nota per il
forte papale del Sangallo, per le sue numerose fontane e per il distretto di ceramiche.
Scrive l’avvocato Alessandro Fortuna e
chiede di sapere all’urbanistica cosa mai sia
successo di diverso nel comparto di contrada
Ossicelli dove sono state costruite sette
villette bifamiliari più un’altra, sfigurando così
lo scenario urbanistico ipotizzato con la
sub-lottizzazione. Il legale rappresenta i
parenti di Salvatore Camplese che, con
l’imprenditore Ettore Pierdomenico, è
proprietario del terreno in una zona che così
tanto si è sviluppata a poche decine di metri
dal vecchio stadio di calcio “Fernando
Colangelo”. Alessandro Antonacci aveva
progettato l’intervento edilizio privato, il
geometra Di Simone aveva istruito e
concesso le autorizzazioni. L’ufficio urbanistica è retto dall’architetto Mergiotti da
gennaio 2007.
E’ lui dunque
che deve
rispondere
all’avvocato
viterbese. Ed è
una risposta
che non lascia
spazio a
dubbi: gentile
avvocato, i
permessi a
costruire
Pierdomenico-Camplese ad Ossicelli sono andati oltre i
parametri imposti dal piano regolatore
generale. Uno sconfinamento bello e buono
messo nero su bianco dall’autorità comunale.
Un bel guaio. L’allora assessore
all’urbanistica Alberto Giancaterino si è
mosso ed ha scritto al tecnico comunale per
chiedere che provvedimenti avesse inteso
prendere dopo l’istruttoria tecnica.
La missiva è stata spedita per conoscenza
anche al sindaco Di Marcoberardino. Nel
frattempo indaga la magistratura.
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Attualità
Lacerba 1 marzo 2009
Bye bye piazza
Edilpav verso il ritiro. Dovrebbe sborsare tutti i soldi per il Comune senza poter gareggiare
PENNE – Uno degli ultimi scontri nella
vecchia giunta Di Marcoberadino si è consumato sugli accordi di programma. I socialisti
chiedevano
che
fosse
il
dirigente
dell’urbanistica ad essere nominato responsabile del procedimento, contro il partito democratico: specie l’allora assessore alla cassa,
Giuliano Evangelista. E allora responsabile del
procedimento, come si legge nel prospetto
delle opere pubbliche approvato il 3 febbraio
dalla nuova giunta, è Piero Antonacci. Ma sul
dossier piazza la partita rischia di non giocarsi
proprio: per abbandono. E’ recentissima
l’introduzione della normativa comunitaria
recepita dall’Italia che impone al privato
proponente di versare in contante la somma
che serve a finanziare l’appalto bandito dal
Comune e nel quale l’impresa non può
partecipare neppure. Come dire: l’Edilpav dei
fratelli Antonacci dovrebbe sborsare un
milione e mezzo di euro (un milione per la
piazza e il resto per inerbire artificialmente il
vecchio stadio) al Comune che indirebbe la
gara in cui la stessa Edilpav non potrebbe
partecipare. Ecco allora che l’impresa
riterrebbe non più conveniente l’iniziativa
che, gestita in proprio, le produrrebbe
risparmi importanti. Il consiglio comunale si
era già espresso positivamente, dopo lunghi
mesi di riflessione dentro il Pd, sulla
contropartita fra quanto l’Edilpav fa per il
Comune e quanto riceve (una quarantina di
appartamenti sparsi fra varie zone di Penne),
apprezzandone l’idea e rientrando nei parametri tecnici di legge. Tra l’altro l’Edilpav ha già
prodotto un progetto alternativo su come
intende rifare il look a piazza Luca da Penne.
Se quest’accordo di programma è destinato a
non vedere mai la luce è anche colpa del
contesto delicatissimo locale proprio
sull’urbanistica. L’altro accordo di un certo
rilievo per Penne è quello proposto ed approvato a tutti i livelli dalla società di Gabriele
Ciarcelluti per rifare la pavimentazione di
Asssessore ai lavori pubblici: D’Angelo
parte di corso Alessandrini fino a tutto il largo
San Francesco. I lavori sarebbero dovuti
partire, ma la novità normativa introdotta li
sta ritardando. Dovrebbe essere di 124 mila
euro il versamento pro amministrazione che
Ciarcelluti farebbe con l’appalto delle opere a
carico dell’ente. In questo caso, visti i valori in
campo, l’operazione dovrebbe andare in
porto senza ritiri. Ciarcelluti avrebbe in
cambio la possibilità di costruire qualche
appartamento.
Processo all’inerzia
PENNE – Un’ordinanza dimenticata.
Un abuso mai sanato.
Un palazzo a rischio.
E Piero Antonacci è accusato per un abuso
d’ufficio legato ai lavori non autorizzati che
minacciano la stabilità di palazzo Perrella, in
piazza Luca da Penne.
L’ingegnere dell’ufficio tecnico comunale deve
rispondere anche del rifiuto di atti d’ufficio
davanti al tribunale di Pescara: il processo,
chiesto dal Pm Aldo Aceto e disposto dal gip
Michela Di Fine, è iniziato al tribunale di
Pescara (presiede Marco Dall’Olio), il Comune
Napoletano, assessore all’urbanistica
non si è costituito parte civile.
La vicenda è quella dei lavori nel ’95 al primo
piano del condominio Perrella. In quel periodo
Vincenzo Bianchini, proprietario di un locale
attiguo al condominio, eseguì anch’egli opere
di ristrutturazione che sfociarono in un
aumento di volumetria: un abuso edilizio,
dunque, mai sanato però e che provocherebbe
tuttora pubblici problemi di stabilità, secondo
la ricostruzione della procura della Repubblica.
Gli esposti di Vincenzo Perrella e l’intervento di
Giovanni Masciocchi, all’epoca difensore civico
regionale, indussero il Comune a muoversi. Ecco
allora l’ordinanza del febbraio 2002 con cui il
sindaco Fornarola imponeva a Vincenzo
Bianchini di eliminare l’abuso e di ripristinare le
condizioni di stabilità dell’intero palazzo, messo
in pericolo dallo scavo di circa mezzo metro di
una porzione della struttura.
Ma a quell’ordinanza Bianchini non avrebbe
mai ottemperato, mentre Antonacci non
l’avrebbe mai resa esecutiva, nonostante le
ripetute sollecitazioni di Vincenzo Perrella alle
quali il dirigente comunale, difeso
dall’avvocato Ugo Di Silvestre, non avrebbe mai
risposto provocando un ingiusto vantaggio
patrimoniale al Bianchini.
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Lacerba 1 marzo 2009
Attualità
DONATO un democratico pasticcio
Si fa strada l’idea del tutti a casa. Socialisti furiosi.
Il Pd cerca una via d’uscita
PENNE – Mai più con il partito democratico
del 6 giugno, la caccia alla candidatura si fa
né con l’Italia dei Valori e nemmeno con la
serrata. Enzo Di Simone, consigliere uscente, ci
sinistra. I socialisti
spera. Ma tutto è da decifrare.
insomma a Penne
Paolo
Fornarola, assessore
hanno detto che può
provinciale alla cultura, avrebbe
bastare. La farsa è
espresso la voglia di rinnovafinita. Una farsa?In
mento della classe politica
politica si capisce
locale chiedendo di fare un
sempre dopo ciò che
passo indietro. Ma prima delle
si doveva capire
elezioni ci sono mesi interi da
prima.
governare. Con la magistratura
Appariva chiaro a
alle calcagna. La segreteria di
molti che l’accordo
Renato Giancaterino appare in
del 2006 facesse
difficoltà. Nel clima di caccia alle
fatica a reggere la
streghe che regna in
prova quinquennale
Comune, l’uomo della Cna
Di Marcoberardino
dell’amministrazione.
spera di riuscire a tenere
E così è stato. Oltre mille voti, un
calma la situazione. Sul
sostegno numericamente ingomsindaco si era già espresso:
brante per Donato Di Marcoberarlo commissarieremo aveva
dino, il sindaco troppo amante dei
detto. Il caos di questi
compromessi ad ogni costo, ma
giorni potrebbe rimettere
poi capace di pensare al suo
in gioco Antonello De Vico
futuro. Rocco Petrucci piazzò Di
di cui però si sono perse le
Norscia, Giancaterino e Ferrara in
tracce dopo il black out
consiglio
comunale.
Quindi
alle elezioni regionali. Il
acquistò Di Fabrizio e lo Sdi in
medico
di
Farindola,
consiglio ne aveva quattro. Poi, le
preoccupato anche per il voto di
dimissioni di Ferrara e l’ingresso di
primavera nel suo paese, è al
Luigi D’Angelo dell’Italia dei Valori,
centro di boatos che lo danno
Petrucci
ripescato. Donato Di Marcoberarvicino all’Udc. E non solo.
dino onorò la cambiale con la delega
all’urbanistica ed anche il responsabile
Parola d’ordine:
(esterno) dell’ufficio urbanistica. E adesso?Le
voci si rincorrono, le ipotesi pure. Ma è chiaro
rinnovamento
che un riposizionamento dello Sdi nel centro
Camillo Savini lancia l’alternativa
destra appare piuttosto scontato. Un socialista d’antan come il pescarese Piero
PENNE – Punto primo:
D’Andreamatteo è appena passato con
quest’amministrazione deve andarsene.
Berlusconi dopo l’innamoramento per
Punto secondo: il sindaco getti la spugna.
Luciano D’Alfonso. Nel partito democratico
Punto terzo: noi per essere credibili
cercasi leader disperatamente. La situazione
dobbiamo essere nuovi. Camillo Savini,
locale è confusa in linea con quella regionale
presidente di Alleanza Nazionale a Penne,
e nazionale. In vista delle elezioni provinciali
parla da coerente. Per lui è arrivata l’ora che il
centro destra espugni il Comune dopo
tantissimi anni in cui lui ha gridato da solo
contro le malefatte del centro sinistra.
“Io ci sono sempre stato.
Spesso da solo. Oggi però vedo che si
vorrebbe entrare nella nostra casa per
ripararsi dal diluvio che investe da tempo
il centro sinistra. Io dico di fare attenzione
a chi imbarchiamo. Evitiamo il trasformismo di comodo”, osserva subito Camillo
Savini. Tra un po’, nascerà questo partito
unico della destra nel momento in cui
l’amministrazione pennese è in seria
difficoltà.
“Una difficoltà
annunciata. Non
hanno saputo
districarsi un po’ per
colpe non proprie,
tanto anche per
incapacità progettuale, per mancanza
di coesione, per
carenza di idee. Non
Savini
credo che il buon
sindaco Di Marcoberardino riesca a mantenere la lucidità
necessaria in un momento come questo in
cui la magistratura è così pesantemente
entrata nella vita amministrativa dell’ente.
Si dimetta e torniamo subito al voto”.
Savini, ma la destra è pronta a Penne?
”Stiamo creando un’organizzazione,
insieme con Forza Italia, in grado di
governare la città.
Lo dobbiamo fare con un volto rinnovato e
credibile. Che non si dica insomma: eccoli
di nuovo, i trasformisti.
Se riusciremo in questo, saremo
veramente diversi e la gente ci capirà.
Altrimenti rischiamo di perdere ancora”.
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Attualità
Lacerba 1 marzo 2009
RENDO I CONTI
Giuliano Evangelista fa tutti i bilanci. E si vede in attivo.
Dai debiti al sindaco alla sinistra. L’analisi di un ex
di Berardo Lupacchini
PENNE - Deluso?
”Certo, dal sindaco e dai colleghi, non tutti,
della maggioranza”. Perchè?
”Intanto se Di Marcoberardino credeva
seriamente in me mi avrebbe tenuto al
bilancio che avrebbe invece voluto dare
alla sinistra democratica, ma che non ha
voluto: poi però la delega ai conti è rimasta
nelle mani del Pd e stranamente è andata
ad un mio collega, Napoletano. Risultato?
Qualcuno sparla di un mio esonero. Io, se
non lo si sa, ho rinunciato a prendere
l’urbanistica”.
Si spieghi meglio. ”La realtà è che io sono un
politico anomalo. Le cose le dico, non me le
tengo e vado allo scontro. Avevo avvisato il
sindaco dei problemi sull’urbanistica
dandola ai socialisti tout court. Ma di una
cosa sono felice”.
Quale? ”Esco a testa alta con un bilancio
risanato di cui i pennesi devono essere a
conoscenza, rispetto a quella mattina di
ottobre del 2004: quando arrivai erano a
rischio persino gli stipendi dei dipendenti
comunali. Nessuno voleva fare l’assessore
al bilancio”.
E adesso? ”Voglio autonomia in consiglio.
Non uscirò dal gruppo del Pd, però. Ero un
indipendente di sinistra, prima di aderire al
partito democratico in cui continuo a
credere fortemente”.
Giuliano Evangelista è sempre lo stesso. L’ex
assessore al bilancio, l’unico votato a San
Pellegrino, sembra rientrare a pieno titolo nel
credo di Pier Paolo Pasolini:”Esprimersi e
morire o rimanere inespressi ed immortali”.
“Ma io non sono morto. Politicamente però
volto pagina. Mai più farò l’assessore o il
consigliere a Penne grazie ai voti di una San
Pellegrino che ha sempre creduto in me e
che magari da me ha poco ricevuto per le
note ristrettezze di bilancio”.
Chi la critica, specie sinistra democratica e i
socialisti, pensa che lei sul bilancio abbia
tenuto nascosta la realtà, che l’ammontare del
passivo sia ancora una zona grigia, che non ha
tagliato a sufficienza, sperperando a sua volta.
“Al di là dei toni che spesso sono stati usati
nei miei confronti dai miei colleghi, anche
sulla stampa, posso dire solo una cosa: la
situazione contabile del Comune è veritiera
Di Simone
e molto più ottimistica”.
L’impressione è che il Comune risulti a credito
per diversi milioni di euro se i suoi conti sono
visti sotto il profilo della competenza, e non
della cassa, per cui fa fatica a monetizzare i
suoi crediti.
“E’ così. L’operazione Conad, condotta da
me in prima persona, penso sia stata un
successo. Un milione e mezzo per il Comune
senza vendere. L’amministratore delegato
ha detto che non se ne faranno più di
operazioni così... Sugli swap siamo messi
bene: i primi a trovare la strada nel 2005
per uscire dal pantano e i fatti di oggi ci
danno ragione. Un milione di euro ce li
deve l’Aca per quei mutui sugli investimenti che avrebbe dovuto accollarsi come
da convenzione. C’è poi da recuperare un
milione fra Ici e tassa rifiuti per gli anni dal
2004 in poi. Un residuo attivo è relativo alla
cartolarizzazione, cioè alle vendite che
Soget deve fare specie della caserma della
Polstrada e dei locali sul corso per incassare
il 30%. E poi le vendite ultime”.
L’ente però qui sembra abbia perso tempo e
non ha venduto per introitare quei 2 milioni di
euro atti a scongiurare le sanzioni previste per
il mancato rispetto del patto di stabilità 2007 e
2008. Non è un po’ colpa sua?
”Avevo detto, e scritto nel bilancio, che era
necessario provvedere alle vendite entro il
2008. Ma la giunta ha perso tempo. Il
regolamento è stato rinviato più volte in
consiglio. Con quei due milioni, senza
vincolo di destinazione, avremmo respirato
alla grande. Ad oggi abbiamo venduto solo
la farmacia. Temo che Roma applicherà le
sanzioni fiscali, cioè l’Irpef allo 0,10%. Se
responsabile vuol dire aver fatto parte di
quel governo per due anni e mezzo, sì lo
sono. Ma le carte, le riunioni e gli atti
dimostrano come mi sono mosso: per il
bene di Penne”.
Sull’amministrazione Di Marcoberardino il
cielo non è più blu. La magistratura sta
indagando a fondo sull’urbanistica, e su altro.
Il sindaco ha risolto a modo suo una crisi
politica. Che ne sarà?
”Prevedo
un
futuro
nero
per
l’amministrazione. Come farà il primo
cittadino a gestire la situazione caotica e
inquinata che c’è?A me non piaceva come
sindaco, non è una novità. Nel direttivo dei
Ds non votai per lui. Poi ho fatto parte della
giunta perché così stabilì il partito e su
pressione degli amici”.
Lei invece?
”Ho almeno il tempo di giocare a carte
quell’oretta e di dedicarmi ad altro. Non
campo di politica, io”.
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Lacerba 1 marzo 2009
Sanità
Soccorso più pronto
Di Fabrizio: l’ospedale incontro al territorio
PENNE - Il dato balza agli occhi: al pronto
soccorso ospedaliero più di 600 ricoveri in
meno nel 2008 rispetto all’anno precedente.
Sostanzialmente uguali poi i dati delle
prestazioni delle sue prestazioni con un
leggero incremento del totale dei pazienti nel
2007.
Per il day hospital i ricoverati
sono stati 3277 nel 2007 a
fronte dei 3023 dell’anno
passato. “Vuol dire-spiega
Roberto Di Fabrizio, capo
sala e punto di riferimento
locale dell’ufficio infermieristico- che c’è stata una
buona attività del pronto
soccorso frutto di una
migliore
attenzione
riservatagli
anche
dall’azienda:
qualche
addetto in più, attrezzature e spazi anche se
l’angolo del triage non è
funzionale a dovere”.
Qual è la situazione
dell’ospedale nel complesso?
”E’ chiaro che ci sono difficoltà oggettive.
Però, con questo nuovo assessore regionale
alla sanità Venturoni e con il nuovo
direttore generale della Asl D’Amario
speriamo che il San Massimo riprenda
nuova linfa.
Servono servizi collegati ai reparti: manca
l’endoscopia e l’ecografia ha problemi.
La chiusura di urologia è stato un clamoroso errore: andava ben e i dati lo dicevano.
Altro fronte di crisi: una migliore strumentazione è necessaria e il personale è
precario.
Non sono state operate sostituzioni di chi è
andato via.
La pianta organica vede scoperti alcuni
reparti senza coordinatori. Mancano
almeno 8 infermieri professionali.
Fin qui, le piante organiche prese a
serve effettivamente per andare avanti
bene. L’ospedale deve andare incontro alle
esigenze del suo territorio”.
Aspettando i fatti
L’assessore regionale alla sanità Venturoni ha
detto che l’ospedale di Penne resterà e vivrà.
I sindaci dei Comuni vestini chiedono risposte
concrete come il miglioramento dei servizi
sanitari, l’abbattimento delle liste d’attesa, la
ristrutturazione dell’ospedale ampliandone il
parcheggio e utilizzando gli oltre 12 milioni di
euro disponibili in particolare per mettere mano
all’edificio più vecchio.
Dove risiede il personale
Di Fabrizio
riferimento non erano in base alle esigenze
dei singoli reparti, ma sull’esistente con
incongruità evidenti”.
Al 6 ottobre 2008, la fotografia mostrava che:
ad esempio in medicina mancavano 7 figure
professionali (aree livelli) senza contare i
medici; ben 8 carenze in ortopedia, -6 in
cardiologia, -8 in pediatria-neonatale, -5 in
laboratorio analisi.
Come si svolta?
”Penne ha un bacino di utenza sui 42 mila
utenti. Dalle richieste della popolazione
che frequenta il nostro ospedale bisogna
trarre, dati alla mano, le conclusioni su cosa
Su 439 dipendenti in servizio nel 2007
al S. Massimo, 314 risiedono a Penne.
27 quelli residenti a Pescara, 18 a Loreto,
13 a Farindola, 5 a Picciano, 2 a Villa Celiera,
4 a Montebello, 7 a Collecorvino,
4 a Castiglione, 3 a Spoltore,
11 a Montesilvano, 2 a Silvi, ad Atri e Pineto,
4 a Città Sant’Angelo,
10 a Civitella, 7 a Chieti, e 1 ciascuno a
Castilenti, Scafa, Pianella e persino Roma.
Trend dei nati
I nati del 2006 furono 295, quelli del 2007
219 e quelli dell’anno scorso 246.
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Lacerba 1 marzo 2009
Attualità
Ti faccio un verbale così
Era il 2007. I sindaci più cattivi a Spoltore e Turrivalignani.
Fare cassa con le multe: ecco i dati del Sole24ore
Comune
Abbateggio
Popolazione
Imposte
Introiti da multe Multe su imposte % Multe pro capite
439
72.702
3.800
5,23
Alanno
3.683
1.289.673
14.600
1,13
3,96
Bolognano
1.217
348.639
15.000
4,30
12,33
Brittoli
8,66
382
89.907
0
0,00
0,00
Bussi sul tirino
2.877
727.846
767
0,11
0,27
Cappelle sul tavo
3.768
930.603
0
0,00
0,00
Caramanico terme
2.087
616.728
18.004
2,92
8,63
Carpineto della nora
710
102.791
0
0,00
0,00
Castiglione a casauria
895
175.690
0
0,00
0,00
1.496
157.731
0
0,00
0,00
Catignano
Cepagatti
9.763
2.719.625
40.000
1,47
4,10
13.314
4.587.293
0
0,00
0,00
Civitaquana
1.345
341.807
0
0,00
0,00
Civitella casanova
2.021
349.397
0
0,00
0,00
Collecorvino
5.592
1.248.275
25.000
2,00
4,47
Corvara
290
35.650
0
0,00
0,00
Cugnoli
1.633
354.675
143
0,04
0,09
Elice
1.739
243.465
0
0,00
0,00
Farindola
1.727
207.147
0
0,00
0,00
Lettomanoppello
3.111
415.252
1.711
0,41
0,55
Loreto aprutino
7.689
1.908.543
28.000
1,47
3,64
Manoppello
6.132
1.551.952
22.000
1,42
3,59
Montebello di bertona
1.090
181.982
0
0,00
0,00
Citta' sant'angelo
Montesilvano
44.687
14.749.131
436.310
2,96
9,76
Moscufo
3.241
734.361
40.417
5,50
12,47
Nocciano
1.790
387.370
9.652
2,49
5,39
Penne
12.545
3.199.900
74.290
2,32
5,92
Pescara
122.457
51.379.241
121.401
0,24
0,99
549
43.300
0
0,00
0,00
Pianella
7.872
1.858.698
51.269
2,76
6,51
Picciano
1.376
266.833
0
0,00
0,00
598
105.938
0
0,00
0,00
Popoli
5.558
1.693.153
0
0,00
0,00
Roccamorice
1.013
148.611
2.000
1,35
1,97
Rosciano
3.190
696.650
0
0,00
0,00
310
49.145
0
0,00
0,00
1.922
404.922
0
0,00
0,00
323
133.909
0
0,00
0,00
3.967
948.516
0
0,00
0,00
Pescosansonesco
Pietranico
Salle
San valentino in abruzzo citeriore
Sant'eufemia a maiella
Scafa
Serramonacesca
586
124.481
102
0,08
0,17
16.904
2.847.577
750.000
26,34
44,37
Tocco da casauria
2.830
483.074
15.000
3,11
5,30
Torre de' passeri
3.136
686.361
3.500
0,51
1,12
Turrivalignani
846
171.481
98.892
57,67
116,89
Vicoli
431
55.409
0
0,00
0,00
Villa celiera
816
143.584
77
0,05
0,09
Spoltore
Tra le gabelle piú subdole vi è
senz’altro la multa per violazione
al Codice della Strada.
Questa colpisce indiscriminatamente i cittadini alti quanto quelli
bassi, i ricchi e i poveri nonché i
calvi e quelli tricologicamente
dotati.
Da strumento per dissuadere
comportamenti incivili e rendere
piú sicure le strade, si è trasformato in strumento per impinguare le casse comunali e
provinciali e consentire così, al
politico amministratore di turno,
di largheggiare nelle spese.
Vi è da dire che tra gli amministratori ci sono quelli fortunati che
hanno sul territorio comunale una
strada importante di collegamento e con elevati volumi di
traffico e quelli meno fortunati
che ciò non hanno.
Questa fortuna consente di poter
tendere imboscate agli automobilisti piazzando autovelox,
malamente segnalati, che
consentono di elevare quantitativi
industriali di multe.
Qui pubblichiamo i dati dei
comuni della Provincia di Pescara
per consentire agli automobilisti
di evitare, se possibile, alcuni
territori o, in difetto, essere
particolarmente ligi quando si
viaggia su talaltri.
Senza arrivare alla cifra record del
comune di Turrivalignani, molti
altri territori sono da considerare a
rischio di balzello multa.
Auspichiamo che si torni a fare le
multe per correggere il comportamento degli automobilisti
indisciplinati e non per mettere
“una pezza” al bilancio.
Comunque su ogni considerazione vale la raccomandazione:
guida con prudenza ed astieniti
dal consumo di alcool e sostanze
stupefacenti.
Buon viaggio.
Lacerba
in edicola
a Pasqua
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I NUOVI trasversali
ORIZZONTI
A Penne è sorta una libera associazione
politico-culturale denominata nata “ NUOVI
ORIZZONTI“, con sede in Piazza XX settembre.
Essa non vuole essere un nuovo ulteriore
partito nè un nuovo patronato; l’obiettivo che
questa associazione si pone di essere aperta
ed attenta a tutti i settori della vita sociale
della città e del comprensorio.
Stimolerà la più ampia partecipazione dei
cittadini alla vita culturale e sociale nelle varie
forme: individuale e collettiva che in rappresentanza delle categorie, attraverso gli
strumenti quali il confronto, la collaborazione
ed ogni altra forma lecita ed atta ad individuare opportunità e ad elaborare proposte, per
una migliore amministrazione di istituzioni ed
enti locali (Comuni, Province, Regioni ed altri),
nell’ambito del territorio della Regione
Abruzzo, con particolare riferimento ed
interesse per la Città di Penne ed il suo
circondario.
Costituirà fattore di stimolo e collaborazione
nei confronti di altre associazioni.
Svilupperà pubblici dibattiti sulla nascita di un
eventuale nuovo soggetto politico-culturale.
Pubblicherà libri, riviste, produzioni multimediali, con intenti culturali e politiche.
Organizzerà in forma diretta o partecipata,
iniziative culturali e politiche, convegni,
conferenze, chats e quant’altro, ad argomento
politico-culturale.
Favorirà l’informazione e la conoscenza sui vari
aspetti della vita sociale,
con particolare
riferimento allo sviluppo
della coscienza civile,
dello spirito di solidarietà
e di responsabilità, dello
spirito di servizio pronto e
disinteressato.
Ricercherà e stimolerà
forme di progettualità
politica, di ricerca e di
disponibilità nel pieno
rispetto per le posizioni
ed opinioni altrui.
Promuoverà la presenza e
la partecipazione attiva
negli organismi e presso
le istituzioni preposte al
governo della cosa
pubblica.
L’associazione infine, non
perseguirà finalità di lucro.
Per realizzare quanto ci si è prefissato, sono
stati creati gruppi di studio e di lavoro, che
analizzeranno ciò che accade nella nostra
società, dalla sanità, al sociale, ai problemi del
lavoro, alla viabilità urbana ed extra urbana,
alle attività produttive, alla scuola, alla cultura,
all’immigrazione, allo sport ed altro che verrà
meglio prossimamente reso noto.
L’associazione intende svolgere pertanto, una
funzione di conoscenza ed approfondimento,
di collaborazione attenta e di severa vigilanza,
Attualità
su quei settori che incidono sulla vita di tutti i
giorni della cittadinanza intera.
Saremmo oltremodo lieti se anche tu,
condividendo alcune delle nostre motivazioni,
voglia contribuire con le tue idee, il tuo
impegno, la tua passione, alla crescita di
questo progetto.
Questa esperienza di stare insieme vuole
ispirarsi ad una citazione fatta da un grande
politico J. F. Kennedy che diceva:
“E’ bello vivere per il proprio paese,
ma è ancora più bello aiutare il proprio
paese a vivere” .
Per maggiore conoscenza della nostra identità
e della nostra ragione sociale ci si potrà
rivolgere al seguente indirizzo di posta
elettronica: [email protected]
Gli ideatori del progetto sono: Nicola Giberto ,
Mirko Salerni, Lauro Bifari, Mario Semproni,
Mario Di Memmo, Pasquale Romanelli, Angelo
Fiorito, Giuseppina Tulli, Sergio Morales, Aldo
Antonacci, Lino Delle Monache, Adriano
D’Intino e Vincenzo Di Simone.
Il Marconi chiama, la
Provincia risponde
A primavera si appalteranno i lavori per la
ristrutturazione - adeguamento alle norme di
sicurezza, sismica dell'Istituto Tecnico "G.
Marconi", sede dei geometri, in Largo San
Giovanni Evangelista e stando a quanto
riferisce il Consigliere
Enzo Di Simone,
Presidente della Commissione
Lavori Pubblici della
Provincia di Pescara,
l'edificio verrà completamente ristrutturato e si
collegherà alla sede
principale
dell'Istituto.
La spesa complessiva
dell'intervento è di
656.295 euro.
Continua l'impegno della
Provincia per
l'ammodernamento
dell'edilizia
scolastica, d'intesa con il
Comune, impegnata alla
salvaguardia e alla
valorizzazione del centro
storico.
Attualmente le aule sono state dislocate anche
nell'ex sede del giudice di Pace sopra i portici
Salconio, in Corso E. Alessandrini.
Lacerba
in edicola a Pasqua
Lacerba 1 marzo 2009
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Attualità
Uomini ragno sotto canestro
Diffide. Legali in azione. Vecchi screzi.
Pagamenti contestati. Così la parete indoor prende fuoco
di Berardo Lupacchini
PENNE – Potersi arrampicare al coperto nel
palasport ha innescato una lite che si sta
espandendo al punto da coinvolgere anche
l’amministrazione comunale. La parete
artificiale indoor è indubbiamente una
struttura che a ragione fa vantare Penne di
possederla. Si sono svolte iniziative sportive ad
altissimo livello ed altre se ne stanno organizzando (“Penne 2011-Europei Assoluti di
arrampicata sportiva” presentata a Torino). Il
nodo sta nell’uso. In pratica, la parete e tutti gli
attrezzi necessari all’arrampicata sono
all’interno del palasport utilizzato a sua volta
dalla Basket Penne, ma non solo: Penne calcio,
Volley, appassionati di altri sport e provenienti
da altre realtà vestine, l’elenco è lungo. La Cpl
Concordia, la società modenese che gestisce
gli impianti sportivi sulla base di una convenzione pluriennale firmata col Comune proprietario, ha a sua volta siglato un’intesa con la
Basket Penne per gestire il palazzetto. Ne
deriva che la Basket Penne, presieduta da
Arturo Brindisi, dirigente del Comune, e
Guglielmo Di Paolo, consigliere comunale di
maggioranza, nel ruolo del supervisore tecnico
dei cestisti, deve vedersela con la Vertigo 2000,
l’associazione sportiva degli uomini (e
donne)-ragno al cui vertice c’è Matteo Rossi; il
suo vice è potente: Antonio Bianchini,
amministratore delegato della Brioni. Il caso è
scoppiato in una sera di metà gennaio: gli
uomini- ragno non hanno potuto allenarsi
trovando interdetto l’accesso al palasport.
Motivo? Problemi. Quali?
”E’ stata rinnovata la convenzione fra Cpl e
Basket Penne e l’impianto può essere fruito
solo dagli utilizzatori che rispetteranno il
regolamento d’uso. La Vertigo 2000 non ha
mai pagato quanto dovuto per il suo
pregresso utilizzo. Le accuse contro di noi
pertanto sono infondate”, spiega l’avvocato
Silvia Di Salvatore, dirigente della Basket
Penne.
“Abbiamo chiesto di pagare la parte del
debito che riconosciamo, poiché vi sono ore
conteggiate che non ci risultano. Loro ci
hanno detto: o si paga quanto richiesto da
noi o nulla. Chiediamo all’assessore una
mediazione. Ovviamente siamo disponibilissimi a pagare il giusto dovuto, ma
vorremmo capire il conteggio delle ore del
2008. E’ la ragione per cui chiediamo che ci
sia un garante super partes nella gestione
del palazzetto”, replica Matteo Rossi.
Nel frattempo, entra in scena la storica sezione
pennese del Club Alpino Italiano (risale al
1950), con oltre 300 soci. Dal gennaio 2007 la
presiede Paolo Di Paolo, zio del Guglielmo del
basket. E allora: dall’1 marzo sino alla fine di
maggio un accordo fra il CAI, la stazione del
Corpo Nazionale di Soccorso Alpino (Paolo
Mariani ne è il capo dopo aver preso il posto di
Antonio Crocetta) e il Basket Penne consente a
tutti i soci, pennesi e non, del Cai,
presentando la tessera, di potersi
arrampicare il lunedì, il giovedì e il
sabato per tre ore. Il fatto ha
alimentato ancor più la tensione. La
Vertigo ha diffidato il Club Alpino a
non utilizzare gli attrezzi sportivi che
non sarebbero di sua proprietà né
del concessionario, ma propri. “Tanto
il CAI ha i suoi”, è la replica.
Ma il sospetto è un altro. Vertigo, con
diversi suoi soci tesserati anche del
CAI, accusa la sezione “Lino D’Angelo”
di proporsi come alternativa invece
di esserne alleata nella battaglia che
sta combattendo contro la Basket
Penne al fine di avere più ore, più servizi, più
igiene, più riconoscimento insomma per lo
sport dell’arrampicata.
“Ci considerano dei pazzi attaccati ad una
corda. Chiediamo invece rispetto”, scrive in
una lettera accorata al CAI pennese, Matteo
Rossi.
“Vorrei capire se state con noi o se, come
temo, il CAI è ancora schiavo dei tanti
personalismi che in questi anni l’hanno
caratterizzato”.
Il riferimento è alle polemiche vicende legate
al voto con cui in due round (2007 e 208) è
stato rinnovato il direttivo della sezione
pennese. Della querelle di certo si parlerà
nell’assemblea ordinaria dei soci prevista fra
una decina di giorni. Gli arrampicatori dicono
altro: il CAI di Loreto li ha contattati e le ore
richieste in più per ospitarne i soci al palasport
sono state una causa che ha alimentato la
tensione, secondo Vertigo. Nel mezzo, il
sindaco Di Marcoberardino se ne sta in silenzio
dopo gli attacchi che la dirigenza della Vertigo
gli ha indirizzato. E l’assessore Remo Evangelista sta approfondendo la situazione.
Lacerba 1 marzo 2009
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Attualità
Lacerba 01 marzo 2009
Che puzza che c’e’
Fangopoli. Acqua. Socapi. Discarica. Trame da destra a sinistra.
Perché a Pianella l’aria politica è irrespirabile
di Berardo Lupacchini
PIANELLA - Sarà una strana coincidenza, ma
ogni volta che qualcosa puzza (nel senso
letterale del termine) compare per incanto il
nome di Giorgio D’Ambrosio: è successo per
fangopoli, in cui pende una richiesta di rinvio
a giudizio per abuso d’ufficio; per
l’inquinamento delle falde acquifere e dei
pozzi di Bussi, per il quale la procura della
Repubblica parla di disastro ambientale di
immani proporzioni e chiede di processare
(tra gli altri) D’Ambrosio per somministrazione di sostanze adulterate, avvelenamento di
acque e turbativa d’asta. Ora accade che
un’azienda, la Socapi, vuole realizzare un
insediamento insalubre di prima classe e,
chissà perché, sceglie proprio il Comune di cui
è sindaco D’Ambrosio per impiantare la
propria industria. Di più: ecco che la discarica
di contrada Morrocino è destinata ad entrare
in azione. E perciò a puzzare. Grane giudiziarie
a parte, la vicenda della Socapi ha consegnato
uno scivolone politico all’ex segretario
regionale della Margherita.
D’Ambrosio è stato chiaramente osteggiato da un
proprio
esponente,
l’assessore Nepa, che in
consiglio e sui giornali
dipinge la giunta di cui fa
parte come un gruppo di
poco di buono.
Il sindaco si era impegnato
a barattare la variante al
piano regolatore generale
di ben 6 ettari di terreno
agricolo per 25 mila euro di
“compensazione” da parte
della ditta, confidando
nella compattezza in consiglio della sua
maggioranza, ma non aveva ipotizzato che i
suoi stessi alleati lo avrebbero lasciato solo,
bocciando l’ennesima proceD’Ambrosio
dura spericolata dell’ex leader
vestino del Pd. Ma i guai non
finiscono qui, perché la società
di riscossione a capitale
pubblico costituita nel 2006,
insieme con l’ex sindaco di
Francavilla, Roberto Angelucci
(anche lui indagato per
concorso con D’Ambrosio nella
vicenda di Bussi), la Ri.s.co. srl,
rischia il tracollo al punto che il
Comune di Pianella ha dovuto
approvare in corsa l’ennesimo
cambio di gestore del servizio
di riscossione, affidandosi stavolta alla Equitalia Pragma. Tuttavia, la Ri.sco., a quanto pare,
non morirà nonostante la ormai certa
dipartita del socio di maggioranza (Comune
di Francavilla). Vi sono infatti due enti che non
vedono l’ora di subentrare: secondo indiscrezioni sarebbero i Comuni di Loreto Aprutino
e di Moscufo con i quali Pianella condivide il
segretario generale, Fabrizio Bernardini, la cui
moglie figura nel libro paga
della Ri.sco. Uno scenario
non proprio brillantissimo
per D’Ambrosio, che vede
sfumare le velleità di candidatura alla presidenza della
Provincia, e per i consiglieri
della maggioranza, preoccupati
seriamente
delle
indagini sull’urbanistica che
stanno riguardando i centri
vicini. Cominciano insomma
a non fidarsi più delle sue
temerarie
modalità
di
gestione della cosa pubblica
e sono pronti a fare le valigie.
Ma non è che l’opposizione a D’Ambrosio stia
tanto meglio. Le smanie di candidatura alle
provinciali di Gianni Filippone, ex fedelissimo
di D’Ambrosio, oggi neo dipietrista (che pure
dovrà convincere i dirigenti locali del partito a
rinunciare alla candidatura del dottor Fini,
reduce dall’ottima performance alle regionali)
e la guerra fredda delle componenti di Forza
Italia ed Alleanza nazionale (D’Ambrosio è
stato più volte visto da quelle parti), di fatto
indeboliscono
qualsiasi
ipotesi
di
un’alternativa di governo legata alla recente
esperienza di “Rinasce Pianella” e del suo
leader Sandro Marinelli che da parte sua deve
incassare il palese fallimento del progetto
politico unitario di ispirazione territoriale al
quale evidentemente non è riuscito di aggregare quei consiglieri che coltivano invece
ambizioni di candidatura personali. Pianella
ed i pianellesi quindi si ritrovano a pochi mesi
dal voto per la Provincia un sindaco agonizzante sotto il profilo politico, ma uno scenario
alternativo di enorme frammentazione nel
quale abbandonati i buoni propositi
post-elettorali tutti vogliono candidarsi
contro tutti, tenendo in tal modo artificialmente in vita una maggioranza che altrimenti
sarebbe già morta.
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Attualità
Lacerba 1 marzo 2009
Tanto in dieci anni
La Croce Rossa ne ha date molte: di mani
di Loris Di Giovanni
PIANELLA - Il Gruppo Volontari del Soccorso
della Croce Rossa Italiana di Pianella ha festeggiato i dieci anni dalla nascita con una
settimana di eventi, incontri e mostre, tra
Pianella e Pescara, per raccontare la propria
storia e condividere questo traguardo importante con i concittadini e con i volontari del
soccorso di tutto l’Abruzzo.
La cerimonia di apertura si è svolta domenica
15 febbraio 2009 alle 17,00 nella sala consiliare
Donato Cavallone del Comune di Pianella.
Sono intervenuti il sindaco di Pianella Giorgio
D’Ambrosio, il presidente del consiglio comunale Marco Pozzi, il commissario
regionale C.R.I. Abruzzo Prof.ssa
Maria Teresa Letta, il commissario
provinciale Avv. Fabio Nieddu, i
commissari regionale e provinciale
dei Volontari Rosalia Alfieri e
Maurizio Casati.
A seguire è stata inaugurata, presso
il “Palazzo della Cultura”, la mostra “La
Croce Rossa e Pianella: identità,
storia e prospettive”, in collaborazione con la Biblioteca Provinciale di
Pescara e con la Biblioteca Provinciale “Melchiorre Delfico” di Teramo.
In due sale è stata ricostruita con
fotografie, documenti ed oggetti la
presenza della Croce Rossa a
Pianella, legata alla attiva partecipazione ad essa della famiglia de’ marchesi De
Felici; nella terza il gruppo V.d.S. ha esposto le
divise dei vari corpi della C.R.I. e tantissime foto
della sua attività nell’arco dei dieci anni.
Nello stesso palazzo, a cura di Poste Italiane si
è aperto l’ufficio filatelico temporaneo con
uno speciale annullo realizzato per
l’occasione, utilizzando il francobollo emesso
per il centenario delle Infermiere volontarie di
Croce Rossa, su una cartolina raffigurante un
collage di immagini di momenti di vita del
gruppo di Pianella.
Giovedì 19 febbraio nella sala consiliare del
municipio si è svolto un importante incontro
con incaricati della sezione pescarese
dell’Associazione Donatori Midollo Osseo
(ADMO) finalizzata alla sensibilizzazione per
l’iscrizione al Registro mondiale dei donatori
di midollo osseo.
Domenica 22 febbraio, a partire dalle 8,00 del
mattino, la centrale piazza Garibaldi di Pianella
ha ospitato la festa “C.R.I. in Piazza”, con
esposizione di automezzi e attrezzature,
effettuazione di ECG gratuiti alla popolazione
e raccolta sangue con l’autoemoteca regionale C.R.I.
Alle 17,00 importante appuntamento nella
sala consiliare del comune di Pianella con la
tavola rotonda “118 ABRUZZO SOCCORSO:
esperienze e sviluppi a confronto” che ha visto
la partecipazione di volontari operatori e
professionisti a dibattito su esperienze e
prospettive del soccorso.
Nell’occasione, l’intervento dell’Assessore
regionale alla Sanità Lanfranco Venturoni, del
responsabile del 118 di Pescara Dr Claudio Lalli
e del commissario regionale C.R.I. Abruzzo
Maria Teresa Letta.
Una festa in piazza ha chiuso i festeggiamenti
con stand gastronomici curati dai volontari.
Ma veniamo al fondatore ed attuale Commissario dei V.d.S , Ivano Pietrolungo, il quale ha
accettato un’intervista per farci comprendere
meglio il lavoro svolto dai volontari del
soccorso in questi 10 anni.
Potrebbe ripercorrere per noi le attività della
Croce Rossa a Pianella dalla sua fondazione ad
oggi?
“Siamo nati il 19 febbraio del 1999 da una
costola del gruppo VdS di Cepagatti; i
volontari di Pianella hanno subito vissuto il
“battesimo del fuoco” con la Missione
Arcobaleno in Kosovo, durante la quale
alcuni di loro hanno prestato servizio in
Albania nei campi della Croce Rossa dove
trovano asilo i profughi che fuggivano dalla
guerra. Nel 2000 la Croce Rossa locale ha
partecipato ai soccorsi per le vittime
dell’alluvione in Valle d’Aosta, nel 2002 si è
mobilitata e ha prestato servizio in
occasione del terremoto di San Giuliano di
Puglia; nel 2004 i volontari sono tornati di
nuovo in Albania per accompagnare, nel
rimpatrio, un disabile albanese; tra il 2003
ed il 2004 i volontari infermieri di Pianella
sono partiti alla volta dell’Iraq in occasione
della seconda guerra del Golfo”.
Fin qui le “missioni” fuori dal territorio comunale e provinciale, quale è stata l’attività in
questo ambito?
“ Oltre al soccorso in ambulanza (servizio
118) e al trasporto infermi, la CRI Pianella
effettua da sempre trasporti anche fuori
nazione. Tra le prestazioni professionali
fornite
dai
Volontari
ricordiamo
l’assistenza ai senza tetto di Pescara, la
cooperazione con le comunità terapeutiche
“Il Faro” e “Arcadia”, le attività di soccorso in
montagna” .
Esistono altre componenti della CRI a Pianella
e in quale sede?
“A Pianella svolgono attività anche altre
due componenti della Croce Rossa: i Donatori di sangue ed i Pionieri. Attualmente
sono 105 i volontari attivi. Il quartier
generale dei Volontari si chiama “Casa di
Pianella”: 120 mq con sala operativa, sala
riunioni, cucina, bagno, infermeria
e segreteria. A questa si aggiunge
una foresteria di circa 60 mq con 6
posti letto e cinque bagni.
Quest’ultima è una delle peculiarità della sede CRI di Pianella: in
questi dieci anni vi sono state
ospitate decine dei persone
italiane e straniere che hanno
goduto di accoglienza, vitto,
alloggio e assistenza.
Quali sono le peculiarità di questo
gruppo? Qualche statistica?
“ Il gruppo dei VdS CRI Pianella
vanta alcuni piccoli primati: siamo
stati i primi in Italia a dotare le
ambulanze della banda laterale
con il richiamo al sito internet, i
primi in provincia di Pescara ad ottenere
l’abilitazione al BLSD (Basic Life Support
Defibrillation) ed, infine, il gruppo di volontari CRI più numeroso ad aver partecipato
alla Giornata mondiale della Gioventù del
2000, quella del Giubileo. Volendo fare una
statistica basta pensare che nel corso dei
dieci anni di attività sono state più di
settemila le persone assistite a vario titolo
dai Volontari; i chilometri percorsi in ambulanza e con altri mezzi CRI sono stati un
milione e duecentomila, mentre sono stati
circa tremila gli interventi effettuati in
urgenza”.
Tutti questi chilometri presuppongono un
parco automezzi di non poco conto. Ce lo può
illustrare?
“ Sono quattro le ambulanze (tre di
rianimazione) di cui è dotato il Gruppo, cui
si aggiungono un mini pullman, un camioncino, un’autovettura e un fuoristrada.
Ultima arrivata è la nuova ambulanza, tipo
Mercedes e nome in codice Pescara 188, che
sarà inaugurata nella giornata di domenica
22 Febbraio.
Un grazie al Commissario e a tutti i volontari di Pianella e un ringraziamento a nome
della comunità pianellese per il lavoro fin
qui fatto”.
www.lacerbaonline.it
Rustichella cotta
all’indiana
La pasta doc si espande sulle
rive del Gange. Ma l’ultimo
bilancio non brilla
PIANELLA – L’India è vista anche da qui. La
Rustichella d’Abruzzo è la pasta nostrana che
sta per fare il grande sbarco. E’ infatti previsto
Attualità
specie negli Stati Uniti e in altri sessanta Paesi
dove sbocca la produzione di oltre 500
formati diversi di una pasta prima in Italia a
puntare sul farro, a commercializzare
l’integrale ed a investire nella pasta senza
glutine.
A Lacerba risulta che gli oltre 4 milioni e 300
mila euro investiti nelle attività aziendali dai
fratelli Peduzzi hanno però portato per il
2007 una perdita di esercizio di 116 mila euro
nonostante l’aumento notevole dei ricavi
produttivi di almeno mezzo milione di euro
(anche nei primi mesi del 2008 i valori sono
rimasti gli stessi) che hanno toccato quota 6
milioni 126 mila a fronte di costi per 5 milioni
853 mila.
Hanno pesato sul risultato di esercizio
negativo gli oneri finanziari.
Lacerba 1 marzo 2009
ale- le rate per il primo semestre di
quest’anno sono definite come da
contratto e sarà cura della nostra banca
notificare ai clienti, successivamente, tutte
le rate determinate in base alla legge o in
base alla nostra riduzione unilaterale dello
0,50%”.
Voglia di Farmacia
COLLECORVINO - Ormai il centro storico non
ha più nè una banca nè la farmacia entrambe
traslocate alla Stazione.
E’ questa la ragione principale per la quale è
in atto una raccolta di firme allo scopo di
ottenere l’apertura di una farmacia comunale
CREDITO
BCC anti crisi sui mutui
Mutui a tasso variabile più leggeri alla banca
di credito cooperativo di Castiglione Messer
Da sinistra Paolo Mingione, Alfredo Savini e Ermanno Alfonsi
che il pastificio artigianale di Gianluigi e
Stefania Peduzzi, nipoti di nonno Gaetano,
l’artigiano pennese che nel 1924 diede vita al
marchio, vi apra uno stabilimento di produzione. Non solo: presenterà anche un tipo di
pasta funzionale, cioè un alimento che abbia
non solo caratteristiche nutrizionali elevate,
ma che possa incidere in maniera significativa
sulla diminuzione del colesterolo e sul
trattamento della glicemia. Il tradizionale
sacchetto marrone della Rustichella ha un
prezzo medio-alto, si apre molto all’estero,
Raimondo e Pianella. L’ha deciso il consiglio
di amministrazione: 0,50% in meno sul tasso
dovuto contrattualmente per il primo
semestre del 2009 su tutti i mutui prima casa
a tasso variabile con revisione semestrale non
rientranti nelle agevolazioni statali approvate
con la conversione in legge del decreto
numero 185 del 29 novembre 2008.
“Nell’attesa di individuare tutti gli aventi
diritto all’agevolazione-spiegano alla
direzione della banca presieduta da Alfredo
Savini con Paolo Mingione direttore gener-
da insediare nella parte vecchia di Collecorvino. Entro marzo l’iniziativa dovrebbe
concludersi anche se difficilmente si
raggiungerà quota 8000 firme apposte.
L’amministrazione comunale ci sta dunque
provando. Un altro problema evidente è la
difficoltà di collegamento fra il centro del
paese e la Stazione per cui mancano dei
servizi di trasporto pubblico.
Uno spiraglio di rivitalizzazione si apre con
l’istituzione dell’Istituto Comprensivo che così
diporrà di una propria direzione staccandosi
da Loreto Aprutino.
Lacerba
in edicola a Pasqua
www.lacerbaonline.it
Lacerba 1 marzo 2009
Attualità
Chi va per musei
La Fondazione informa. E punta sul web
Riceviamo e pubblichiamo dalla Fondazione dei Musei Civici di Loreto Aprutino
Nel corso dell’anno 2008 la Fondazione dei
Musei Civici di Loreto Aprutino ha continuato
a curare, oltre alle attività istituzionali relative
alla gestione dei Musei Civici cittadini, una
serie di iniziative volte ad incrementare la
diffusione e la conoscenza del patrimonio
storico, artistico e archeologico di Loreto
Aprutino e del territorio vestino.
GESTIONE DEI MUSEI CIVICI
A partire dal mese di marzo il Consiglio di
gestione della Fondazione ha affidato il
servizio di guida nell’ambito del percorso
museale all’Archeoclub d’Italia, sede di Loreto
Aprutino. Fra i volontari dell’Archeoclub ne
sono stati individuati alcuni per svolgere
tale mansione. I requisiti richiesti dalla
Fondazione per lo svolgimento del servizio
prevedevano la conoscenza delle collezioni
museali e l’iscrizione all’Albo Provvisorio
Regionale delle Guide Turistiche.
Gli orari di apertura dei Musei sono stati
fissati alla mattina del sabato e della
domenica, per il periodo invernale, di tutti i
giorni, tranne il lunedì per i periodo estivo;
per quanto riguarda le altre fasce orarie è
attivo un servizio di reperibilità che
consente ai visitatori di accedere ai Musei
nel pomeriggio.
VISITATORI
Durante tutto l’anno i Musei Civici hanno
continuato ad offrire congiuntamente alla
guida all’interno delle collezioni, il servizio di
visita guidata nel centro storico, nel tragitto di
collegamento fra le varie strutture da visitare e
la chiesa di S. Maria in Piano.
Tale sevizio, introdotto dall’estate 2007, ha
riscosso notevole successo fra i visitatori che
hanno potuto ammirare, oltre alle collezioni,
alcuni degli angoli più caratteristici e suggestivi di Loreto Aprutino.
Il numero dei visitatori registrato è salito
rispetto agli anni scorsi, soprattutto a partire
dal mese di marzo quando i Musei sono stati
inseriti in alcuni programmi di visita di gruppi
di turisti e di classi delle Scuole Elementari e
Superiori (gennaio 2 visitatori, febbraio 23,
marzo 155, aprile 181, maggio 179, giugno 110,
luglio 134, agosto 256, settembre 89, ottobre 657,
novembre 276, dicembre 303. totale 2365)
PROVENIENZA DEI VISITATORI
A partire dal mese di marzo 2008 si è
provveduto ad individuare la provenienza dei
visitatori: molto buona la percentuale di
visitatori provenienti dalla regione Abruzzo
(534).
Le presenze dal Nord Italia (339) sono relative
in larga parte a gruppi di turisti organizzati che
negli ultimi anni stanno sempre più
scegliendo come meta di loro viaggi l’Abruzzo,
una regione che conoscono ancora in pochi.
Le presenze dal Centro Italia (246) sono
relative a gruppi associati che si spostano per
viaggi di breve durata.
Le presenza dal Sud Italia (88) sono relative a
gruppi familiari.
Rilevante l’afflusso di
visitatori stranieri, per i quali la nuova organizzazione ha reso possibile lo svolgimento delle
servizio di guida e accompagnamento in
lingua inglese e francese.
L’analisi dell’utenza ha poi mostrato una forte
presenza di visitatori extra europei, provenienti soprattutto dagli Stati Uniti e
dall’Australia (extra europei 222, Germania 78,
Paesi Bassi 35, Francia 83, Spagna 37, Inghilterra
147, paesi dell’est 49. totale 651 visitatori) .
ATTIVITÀ DELLA SEZIONE DIDATTICA
L’attività didattica nelle scuole ha coinvolto
anche le classi del Circolo Didattico di Città
Sant’Angelo Centro Urbano e nel plesso di
Madonna della Pace, con la realizzazione di
progetti sulle tematiche dello scavo archeologico, dello sviluppo delle unità abitative e
dello studio di materiali anforacei rinvenuti
nella zona di Marina di Città Sant’Angelo.
Sono stati poi realizzati percorsi di guida
tematici all’interno dei musei con classi provenienti da scuole primarie di Pescara e Montesilvano.
Nel periodo autunnale i Musei sono stati
visitati in occasione della manifestazione “
Frantoi aperti “ che ha visto la partecipazione
di circa 30 classi della Suola Primaria, provenienti dal territorio regionale.
PROMOZIONE DIDATTICA
Come negli anni passati si è provveduto ad
inviare progetti di didattica all’inizio dell’anno
scolastico a tutte lo scuole della provincia di
Pescara, in più i Musei sono stati contattati dal
CEPS di Roma, Il Centro Elaborazione
Programmi Sperimentali, accreditato presso il
Comune di Roma, per la elaborazione di un
progetto didattico rivolto alle Scuole della
Capitale.
ATTIVITA’ DI PROMOZIONE
Si è provveduto alla realizzazione del sito
istituzionale
dei
Musei
www.museiciviciloretoaprutino.it all’interno
del quale è possibile trovare informazioni sulle
collezioni e sulle attività della Fondazione.
Altro mezzo fondamentale per la promozione
è stato la realizzazione di una nuova brochure
dei Musei con la creazione di alcuni supporti
per la visita del territorio e del centro storico
realizzati in forma di fogli di block notes.
La Fondazione ha inoltre contribuito alla
ristampa del volume “ Un anno senza rondini”
scritto da Zopito Valentini, illustre personaggio
originario di Loreto Aprutino, vissuto nella
prima metà del 1900.
Ha partecipato alla stampa di una piccola
pubblicazione curata dagli alunni della
Scuola Media Statale “ G. Rasetti” sulla
cucina tradizionale locale e sul suo
collegamento con le feste più importanti
dell’anno e con le ricorrenze familiari: “
Feste, fatiche e dolori nella cucina tipica
di Loreto Aprutino”.
Dalla scorsa estate, inoltre, i Musei di
Loreto Aprutino sono presenti nei punti
informativi curati dalla Camera di
Commercio di Pescara presso il porto
turistico Marina di Pescara e presso
l’Aeroporto d’Abruzzo.
CONVENZIONI.
E’ stata firmata una convenzione con il
FAI nazionale per l’ingresso agevolato dei
loro associati, con l’Archeolcub d’Italia ed
è stata rinnovata la convenzione con il Touring
Club d’Italia e con Carta Giovani Euro26, una
convenzione con i Musei Civici di Brescia e una
convenzione con un Tour Operator americano
per la realizzazione di escursioni e visite
guidate riservate a persone con problemi di
mobilità, (si può consultare il programma sul
sito www.accessibleescapes.com).
PARTECIPAZIONE A MANIFESTAZIONI
La Fondazione dei Musei Civici è stata
presenta alla BIT di Milano proponendo il
progetto “ Archeoturismo attivo” che coniugava in un unico ambito ricerca archeologica,
cultura e tradizione locale.
Non è mancata la presenza dei Musei Civici
all’interno della rassegna di Ecotur.
I Musei hanno aderito alla iniziativa della
Provincia di Pescara “ Le grandi strade della
cultura: viaggio tra i tesori d’Italia” che si è
svolta nei giorni 27 e 28 settembre.
Nel mese di ottobre e novembre nell’ambito
della manifestazione “Frantoi Aperti. Alla
scoperta del mondo dell’olio”.
Nel mese di dicembre si è svolta, all’interno dei
Musei, la II edizione di Lauretum vinum et
oleum, un itinerario alla scoperta delle tipicità
enogastronomiche e delle preziose risorse
storico artistiche di Loreto Aprutino.
Lacerba 1 marzo 2009
Cultura
Motori e Marchesi
Il rombo di De Sterlich in quel Gran Premio vestino. Un libro fa rivivere un mitico periodo
di Candido Greco
Nel quadro delle manifestazioni culturali
promosse dal Consiglio Direttivo della Società
Operaia di Mutuo Soccorso "Diego
de Sterlich Aliprandi" di Penne,
guidata dall'ottimo presidente
Raffaele Silvi, è stata promossa,
attuata e presentata la pubblicazione
del volume Coppa di Natale. Storia
di uomini ed automobili d'un
tempo, stampato nella Tipografia
Cantagallo a novembre dello scorso
anno.
Ne è l'autore il dott. Mario Semproni,
aiuto geriatra presso l'Ospedale
"S. Massimo" di Penne.
Egli stesso narra come, partendo
dalla sua "passione per
l'automobilismo d'epoca", sia
approdato alla conoscenza umana e
sportiva del marchese Diego de
Sterlich Aliprandi, noto, ancora alla
fine degli Anni Ottanta, più "per le
sue stravaganze che per i meriti
sportivi".
Apprendiamo, così, come il medico
con le sue ricerche nell'Archivio
Valerii e presso alcuni testimoni
oculari, ancora viventi in quegli anni,
si sia trasformato in storico, come
espressamente si evince anche dalla
sua dichiarazione che gli fa onore:
"Ritenevo quindi che avrei dovuto
impegnarmi [!] affinchè fossero
riconosciuti i giusti meriti a chi molto
aveva fatto per la nostra Città".
Scoprendo nell'Archivio suddetto la
documentazione sulla prima corsa in
salita d'Abruzzo fatta a Natale 1925,
detta appunto Coppa di Natale, il
Semproni con l'aiuto di amici
pennesi, ne fa la "rievocazione
storica" il 28-29 ottobre 1989 (28
concorrenti), il 29-30 settembre 1990
(84 concorrenti), il 28-29 settembre
(89 concorrenti) ed infine il 19
settembre 1993 (39 concorrenti).
La Coppa di Natale nelle intenzioni
degli organizzatori del 1925 (De
Sterlich e Acerbo) mirava a portare
l'attenzione nazionale sull'Abruzzo e
sulla rete stradale regionale "ritenuta
di prim'ordine".
L'anno prima con lo stesso intento era stata
istituita la Coppa Acerbo (13 luglio).
Gli avvenimenti sportivi avevano risonanza
nazionale e la Diatto così pubblicizzava se
stessa e l'Abruzzo: "Chi ha vinto la COPPA DI
NATALE (LORETO APRUTINO-PENNE - km
12,500 in salita) 25 dicembre 1925?
IL MARCHESE DIEGO DE STERLICH SU DIATTO,
classificandosi PRIMO ASSOLUTO in 9' 2''
(RECORD) alla media oraria di km 82,771".
All'epoca gli sportivi italiani già conoscevano
il fenomeno abruzzese che nel 1923 su
Bugatti aveva vinto la Susa-Moncenisio, su
Bianchi la Roma-L'Aquila-Castellammare
Adriatico, ma soprattutto quello stesso anno
1925 s'era aggiudicate la II Terni-Passo della
Somma (Marzo), la Susa- Moncenisio ( 5
luglio) e l'Aosta - Gran S. Bernardo (26 luglio),
tutte su Diatto.
Che l'attenzione fosse rivolta all'Abruzzo lo
prova anche il fatto che Giacomo Acerbo,
prendendo la parola nel conviviale tenutosi
dopo la gara, dette notizia dei lavori
che presto sarebbero iniziati per la
ferrovia elettrica CastellammarePenne ed elogiò oltre alla rete
stradale, il paesaggio abruzzese e le
nostre opere d'arte.
E' innegabile che nella gara vi fosse
anche il tentativo di superare
l'invisibile tradizionale barriera tra i
due centri vestini, Loreto, da dove la
corsa aveva il suo punto di partenza
alla Cartiera e successivamente alla
Piazza Garibaldi, e Penne, che aveva il
suo punto di arrivo al Viale e alla Porta
S. Francesco.
La gara sportiva della Coppa - della
quale il giornalista Francesco
Santuccione ha scoperto la documentazione della II Edizione, senza per
altro trovare notizia della sua
attuazione ed il giornalista Peppino
Valerii, utilizzando le fonti del suo
archivio ha potuto ricostruire la III
Edizione (26 dicembre 1927) - è stata
definita "corsa intrigante"
(Santuccione e Semproni), sia per gli
intenti politico-sociali, sia per la
"contraddittorietà delle poche fonti
che, secondo il primo dei due giornalisti, danno la certezza della sola prima
edizione: "Il prosieguo della gara, se
continuità c'è stata, resta tutto da
scoprire e da collocare [!]".
Nell'intrigo ci sono alcuni "misteri",
primo fra tutti la foto della copertina,
che in sé e per sé è molto bella.
Posta per certa che la località è Penne,
Viale S. Francesco, che l'auto, come
giustamente rileva il Semproni, è una
Bugatti, crea "intrigo" la didascalia
indeterminata: "L'arrivo nel rettilineo
di Penne del Marchese de Sterlich".
Stando alla documentazione riportata,
l'arrivo non è del De Sterlich che era su
Diatto nella I Edizione; potrebbe essere
di Salvatore Marano che, a detta di
Peppino Valerii, vinse la III Edizione su
Bugatti.
- SEGUE -
nella foto in alto: Il Piccolo con le foto dei due favoriti al
Gran Premio di Monaco (1929)
nella foto in basso: Arrivo del De Sterlich al rettilineo di
S. Francesco nel 1927
Lacerba 1 marzo 2009
Cultura
La didascalia, in questo caso, sarebbe errata.
Se essa, invece, è autentica e corretta, l'arrivo
del De Sterlich non potrebbe essere
nemmeno quello della II Edizione (1926),
perchè nella gara che poi fu rimandata al 9
gennaio 1927 per la neve (ma che ignoriamo
se fu mai disputata) De Sterlich sarebbe stato
su Diatto.
Nella I Edizione, inoltre, nessuno correva
su Bugatti, e quindi è da escludere che la
foto sia del 1925 o del 1926.
Se è del 26 dicembre 1927 (III Edizione
della Coppa) l'arrivo del De Sterlich non
è certo quello del primo classificato che
fu Marano.
In merito alla participazione del
Marchese alla gara su Bugatti, Valerii,
ripreso da Semproni, dice solo che egli
"al volante di una Bugatti grand prix,
ultimo suo acquisto della stagione,"
provò più volte il percorso. Sarebbe stato
meglio se il Semproni, anziché essere
costretto a riferire il commento del
Valeri, avesse potuto prendere visione
diretta dei documenti della III Edizione
della Coppa di Natale.
L'arrivo, dunque, fu ripreso dal fotografo
nel 1927 o durante una corsa di prova
del percorso, o il giorno della corsa
quando De Sterlich non giunse primo.
Il nostro storico ha fatto del suo meglio:
ha schematizzato in maniera chiarissima
le tappe fondamentali della carriera
sportiva del Marchese, ponendo come
suo inizio il 1923 e sua fine il 1930, ma
ha anche accennato alla possibilità di
allargare quest'arco temporale, includendo
all'inizio la controversa partecipazione alla
Aosta-Gran S. Bernardo del 30 giugno 1922 e
alla fine la sua vittoria nella Corsa di Tijuca del
1941, "undici anni dopo l'abbandono della
gare", prova sulla quale giustamente egli
avanza dubbi perché sarebbe stata
conseguita con una Maserati Tipo 26 "ossia
una macchina vecchia di tre lustri e tecnicamente superata".
Ciò dimostra che la Coppa di Natale e la
carriera sportiva del De Sterlich sono ancora
da precisare e che i cosiddetti "misteri"
necessitano di ulteriori indagini che le
consultazioni "a spizzico" nell'Archivio Valeri
non hanno finora consentito di espletare.
Ottimi l'impostazione del lavoro e l'uso degli
schemi illustrativi, tutte interessanti le
illustrazioni prodotte e sapientemente
condotta la presentazione delle protagoniste
(le auto) e dei protagonisti (i corridori).
Nonostante tutto la figura del Marchese è
ancora incompleta, soprattutto per le vicende
dei suoi amori, per le sue passioni di erborista,
di inventore e di compositore di poesie. Ma
questi aspetti non rientravano nel compito
che s'era prefisso il Semproni.
Con le sue ricerche e rievocazioni storiche ha
salvato dall'oblio un personaggio che ha fatto
conoscere Penne in tutto il mondo. Se oggi
Penne lo ricorda, avendo intitolato a lui la ex
Salita Ringa, se la Società Operaia gli ha
dedicato il Concorso Pagella d'Oro, se l'uomo
non è citato più solo per le sue stravaganze o
eccentricità, ma anche per le sue prestazioni
sportive, per la sua generosità che ha
dell'incredibile (vedi la donazione di parte del
suo palazzo, della sede alla Società Operaia,
gli aiuti economici e i dieci telai Diatto dati ai
fratelli Maserati perché fondassero la loro
casa e ancora il salvataggio della Maserati, la
donazione del Castello di Nocciano al suo
fattore, Riccardo Torreggiai, ecc.) lo si deve
alle rievocazioni storiche della Coppa di
Natale ed ora anche a questo libro che le
ricorda ed ha illustrato per la prima volta la
storia della corsa e quella dei suoi protagonisti.
Sabato 21 febbraio, presso la Sala Consiliare del
Municipio di Penne, si è svolta la conferenza,
organizzata dalla Sezione pennese di Italia
Nostra,
MITI E LUOGHI DEL MITO IN TERRA VESTINA
a cura del prof. Goffredo Berti.
Il relatore, docente di religione ed appassionato
ricercatore di tradizioni locali, ha evidenziato le
profonde radici culturali, sociali e religiose di
Penne e del suo territorio attraverso l’analisi di
leggende ed espressioni della religiosità
popolare relative a diverse contrade vestine,
come Colle Trotta, Campetto ed Arci, caratterizzate da antiche antropizzazioni.
Suggestive immagini sono state di supporto al
commento di racconti fantastici, di riti
propiziatori e di culti verso particolari santi e di
altri elementi di una cultura popolare, che dal
mondo arcaico e dai suoi miti tra origine.
Streghe, demoni ed esorcismi, estrapolati
dall’ambito della superstizione e dell’ignoranza,
trovano razionale spiegazione nei culti delle
divinità pagane che, surclassati dal cristianesimo, sono però sopravvissuti ed arrivati fino a
noi, conservando integro il significato simbolico,
attraverso le tradizioni popolari e contadine.
Considerata l’importanza dell’argomento
trattato, alla conferenza erano presenti le classi
delle scuole medie superiori di Penne.
Al termine Italia Nostra ha omaggiato il relatore
con alcune foto pitture dell’artista Carlo Pilone,
raffiguranti suggestivi scorci del Colle Sacro,
antica sede del tempio di Vesta e dell’acropoli
vestina.
Lacerba 1 marzo 2009
Cultura
Antonio Solario e le sue zingarate
L’amore per Margarita d’Austria. E un quadro per lei.
La leggenda di un pittore forse pennese
di Candido Greco
suscita il riso degli astanti, egli replica con serietà
e chiede dieci anni di tempo, nel frattempo egli
non dovrebbe maritare a nessun altro la figlia. Il
Maestro acconsente, essendo la cosa pressoché
impossibile ma, facendo il Solario altri lavori nel
Palazzo Reale, egli pretese che il Colantonio si
impegnasse in presenza della Regina
Margherita, madre di Ladislao, il cui intervento
era stato procurato dalla principessa Giovanna,
sorella dello stesso Ladislao, la quale diventerà
anch'essa regina.
Il Solario partì e fu in diverse parti d'Italia per
apprendere l'arte della pittura. A Bologna stette
sei anni presso Lippo Dalmasio, che però in quel
tempo doveva essere già morto. Tornato a
Napoli intorno al 1419 e presentatosi in
incognito con le sue opere pittoriche, fu
giudicato molto favorevolmente dai maestri
De Caesaris, pone il protagonista al di fuori dei
contesti storici degli Angiò-Durazzo o dei
Sulla figura di questo pittore Bernardo De
sovrani aragonesi per collocarlo in quello
Dominici nel 1742 produsse una biografia,
successivo farnese di Margarita d'Austria. Inoltre
giudicata da gran parte della Critica novecenil quadro del Padre Eterno è posteriore all'epoca
tesca inattendibile, quasi un romanzo, che
di Madama, è del secolo successivo ed è
farebbe del protagonista, un fabbro o calderaio
attribuito a Giambattista Spinelli.
girovago fino a ventisette anni, un pittore per
Sulla patria del Solario la presunta fonte
amore. Per il suo primo lavoro il Solario avrebbe
(Criscuolo) del De Dominici dice che nacque in
acquisito il soprannome di Zingaro che gli
una località detta "Civita presso Chieti", il che
sarebbe rimasto per tutta la vita.
potrebbe anche essere inteso "alle dipendenze
Secondo il De Dominici lo Zingaro sarebbe nato
della Regia Udienza di Chieti". In Abruzzo vi sono
in Abruzzo, in una località chiamata "Civita"
tante località, nel cui nome compare la parola
presso Chieti nel 1382 e sarebbe morto nel 1455.
"Civita", e tra queste è Civita di Penne, che, però,
Non sarebbe stato soltanto pittore, ma anche
è la sola nella Regione Pennese (che era
architetto perché la sua biografia "non mai data
vicinissima a Chieti) ad essere stata sempre
" prima, cioè inedita, ha il seguente titolo: Vita del
indicata dai suoi corregionali "La Cità" per
famosissimo Antonio Solario, detto volgarmente "Il
antonomasia. Ma la fonte del De Dominici
Zingaro", pittore ed architetto.
definisce "civita" una località
Un Solario Antonio, storicamente
che ai suoi tempi è una "terra".
documentato per le sue opere
Vi sono motivi per giustificare
esclusivamente pittoriche, non fu
la pretesa di Penne di aver
architetto e fu attivo nei primi
dato i natali al Pittore, ma le
due decenni del Cinquecento.
sue ragioni addotte sono
Inoltre, egli si qualificò in alcune
difficili da provare, come del
opere Venetus e in un documento
resto lo sono per Chieti e per
è detto : Magister Antonius
qualsiasi altra località
Joannis Pieri de Soleriis de Venetis,
abruzzese, a maggior ragione
habitator Firmi, cioè Maestro
dopo essersi il Pittore
Antonio, figlio di Giovanni di
dichiarato veneto!
Piero de' Solerii, de' Veneti,
Le ragioni di Penne sono le
abitante di Fermo. All'epoca
seguenti: è certo che in Città
(dovremmo essere anteriormente
nel Cinquecento vi era una
al 1502) costui risiedeva dunque
famiglia Solario: lo proverebnelle Marche, mentre il De Venetis,
bero i Registri di Nascita della
raccordato al Magister, potrebbe
Cattedrale consultati da
Antonio Solario
Il Padre Eterno nella cappella del Rosario
essere un riferimento alla "Scuola
Saverio De Leone. Solario,
Veneta" di Pittura oltre che alla
comunque, non è un cognome
Nazione Veneta. Questo Solario documentato
napoletani, dalla Regina Isabella e dallo stesso
del Centro o del Meridione, ma piuttosto del
non ci risulta mai qualificato come Zingaro nei
Colantonio che, venuto a sapere chi egli era e,
Nord, soprattutto di Milano, ove Solaro è un
tempi in cui visse, tranne che in una fonte
ricordatosi del patto concesse ben volentieri la
comune.
(Criscuolo) molto dubbia, del sec.XVI, prodotta
mano di sua figlia Maria che nel frattempo
Per G. Viaggio, autore della Storia degli zingari in
dal De Dominici.
l'aveva aspettato.
Italia (Roma 1997), la famiglia Solario potrebbe
Il personaggio leggendario, che la pseudostoria
A questa storia non si può credere, non solo per
essere giunta in Abruzzo alla fine del XIV secolo
del De Dominici fa nascere all'incirca nel 1382,
le contraddizioni evidenziate ma anche perchè
o all'inizio del XV con la venuta degli zingari nel
ha come base l'episodio dello incontro dello
la Critica dice che il De Dominici si ispirò
Mezzogiorno e a questo proposito cita la
Zingaro con il pittore Colantonio, figlio di
all'amore del pittore fiammingo Quintino Massys
"leggenda" del celebre pittore detto Lo Zingaro.
Simone, della cui figlia Maria egli si sarebbe
o Metsys (1466-1530) con gli stessi risvolti.
In questo caso il soprannome sarebbe scaturito
innamorato. Questo sarebbe avvenuto intorno al
Inoltre, il Solario storico non potè mai conoscere
dalla sua etnia.
1409 se prendiamo in considerazione la
il Colantonio.
Penne, inoltre, ha una "Via Solario" che inizia da
supposta data di nascita dello Zingaro (1382) ed
Ed ecco cosa si racconta a Penne sul Solario che
Piazzetta Purgatorio o vi si immette. Il nome,
i ventisette anni che avrebbe avuto al momento
vi sarebbe nato. Egli si sarebbe innamorato di
però, non è legato al pittore perché deriva
dell'incontro suddetto. Il Colantonio è personagMargarita d'Austria quando questa venne ad
dall'edificio ad angolo proprio sulla Piazzetta, il
gio storico, convalidato da Giovanni Antonio
abitare nel Palazzo di Alessandro dei Medici che
quale ha per ingresso un atrio aperto in alto che,
Summonte in una sua opera pubblicata tra il
poi divenne suo. Per lei sarebbe diventato
dando luce e sole agli appartamenti che vi si
1603 ed il 1643.
pittore e per lei avrebbe fatto un patto col
affacciano, è detto perciò "solario".
A Napoli giunge dall'Abruzzo il calderaio o
diavolo: gli avrebbe promesso di donargli la sua
Si conoscono due ritratti del Solario, uno inciso
fabbro Solario. Per il suo mestiere capita in casa
anima se gli fosse riuscito, dopo le sue prove di
da Morghen e l'altro da Mastracchio e ripreso dal
del Maestro Colantonio che, essendo attivo negli
artista, di sposarla. Pentito del patto, per
volto di pittore con pennello in uno degli
anni 1440-1470, all'epoca doveva essere poco
recuperare la sua anima, escogitò un inganno e,
affreschi nel Chiostro del Platano del monastero
più che un ragazzo! S'innamora di sua figlia
riuscito nell'impresa, per ringraziare Dio dipinse
napoletano dei SS. Severino e Sossio, affreschi
Maria e lei di lui. La chiede in isposa al padre e si
il quadro del Padre Eterno che è nell'altare
attinenti alla Vita di S. Benedetto, che sono stati
sente rispondere che gliela darà quando egli si
Stefanucci della Cappella del Rosario in S.
datati tradizionalmente 1495 (D'Engenio e
porrà nella sua stessa posizione, divenendo
Domenico.
Celano) e recentemente 1515 circa (M. Rotili).
anche lui un celebre pittore. Alla battuta, che
Queta storiella pennese, accennata da Giovanni
Cultura
Lacerba 1 marzo 2009
Un chirurgo eroe
Un medico, un soldato, un uomo soprattutto.
Fu Raffaele Paolucci: “Ma la Patria è dove si serve, come Dio”
di Tonino Testa
istriano, spicca la corazzata “Viribus Unitis”, la
più importante della flotta navale austriaca.
Raffaele Paolucci è stato senza dubbio uno
L’obiettivo da anni è minarla ed affondarla. Gli
degli uomini più insigni d’Abruzzo. Grande
austriaci di Carlo I hanno perso la guerra.
chirurgo ed eroe della prima guerra mondiale:
L’ardito tenente medico Raffaele Paolucci e
tutta sua la medaglia d’oro per l’impresa che
Raffaele Rossetti decidono di raggiungere
travolse la nave ammiraglia austriaca, la
l’ammiraglia con le mignatte, piccoli e veloci
“Viribus Unitis” attraccata nel porto di Pola.
mezzi marittimi. L’operazione riuscì, ma la
Paolucci fu direttore della clinica chirurgica
nave era stata ceduta ai croati poche ore
dell’università di Bologna fino al 1938 e
prima. Gli ordigni esplosero e furono in 300
fra vittime e dispersi. I due
italiani fatti prigionieri.
Torniamo alla vigilia del blitz di
Pola. Oltre a scrivere alla madre,
Paolucci inviò una nobile
lettera al sindaco di Orsogna, il
cavalier Vincenzo Fonzi. La
lettera, le cui parole dimostrano
grande fede e coraggio, mi è
stata concessa dal compianto
avvocato Giuseppe Rizzacasa.
“Orsogna, dilettissima patria
di mio padre, prima di partire
per i viaggio dal quale è
difficile far ritorno ti mando,
Il busto a Paolucci
a mezzo del tuo sindaco, con
sul lungomare di Pescara
cuore di figlio, l’estremo
saluto. Era nel tuo cimitero
che, in un giorno vicino o
successivamente di quella dell’università di
lontano, io avrei voluto dormire presso mio
Roma. Fu tra i primi in Italia ad iniziare la
padre. Ma la patria è dove si serve, come
chirurgia toracica che richiedeva capacità e
Dio. Sarà mia tomba forse l’Adriatico, ma
audacia per le possibili complicanze post
dal campanile nei giorni sereni, l’Adriatico
operatorie in assenza, in quel periodo, di una
si vede e tu vedrai, Orsogna, il figlio tuo
terapia protettiva antibiotica. Operò anche
che morirà con la convinzione di vendicare
all’ospedale di Penne. Uomo di notevole
i tuoi morti, di onorare il tuo nome e di
signorilità e generosità, usava il bisturi senza
difendere i tuoi figli. Tutti vi abbraccio,
alcuna ricompensa per tutti gli abruzzesi che
perché tutti vi amo”. Raffaele Paolucci svolse
si affidavano alla sua opera, con un trattaanche attività politica dopo la seconda guerra
mento particolare agli ex combattenti della
mondiale, presentandosi nel partito nazionale
prima guerra mondiale. E’ il 30 ottobre 1918,
monarchico, fedelissimo al giuramento
vigilia dell’epica impresa di Pola. Nel porto
prestato al Re. Famoso un suo discorso tenuto
a Chieti quando, dinanzi ad una grande folla,
così esordì:”Vedo delle insegne, vedo delle
bandiere all’ombra delle quali ho combattuto e sofferto e un giorno la patria mi
chiamasse ancora (erano i tempi della
guerra fredda) sotto altre insegne ed altre
bandiere, non esiterei ad accorrere ed a
donare la mia vita per difendere l’unità e
l’indipendenza della nostra patria”.
Grande fu l’entusiasmo, e l’ovazione arrivò
alle stelle. Morì che non aveva ancora 70 anni
dopo una giornata di intenso lavoro, mentre
riposava su una poltrona del suo salotto: un
dolce sorriso illuminava il suo pallido volto
come conscio d’aver compiuto, fino in fondo,
il proprio dovere. Durante l’orazione funebre il
professor Paolini, primario medico
dell’ospedale civile di Pescara, disse che con la
morte di Raffaele Paolucci scompariva
“L’ultimo eroe romantico del Novecento”:
figlio di un’antica e gloriosa stirpe.
L’inedito Garibaldi pennese
E’ stata rinvenuta una lettera che l’eroe dei
due Mondi scrisse il 13 marzo 1862 da Quarto
al municipio di Penne con cui ringraziava per
la cittadinanza
onoraria
concessagli.
Ma tra gli atti
deliberativi
dell’epoca non
c’è traccia del
provvedimento comunale.
“E’ probabilmente perchè l’iter era diverso. Ma
la missiva è assai importante”, osservano
Norma D’Ercole e Annalisa Massimi
dell’archivio storico comunale.
Lacerba 1 marzo 2009
Fuori
scaffale
Fuori
scaffale
Un grande
maestro
di Tonino Testa
Un problema che costantemente
si ripropone è quello della scuola,
i cui malanni sembrano ormai
diventati permanenti. Le varie
riforme apportate negli ultimi anni,
pur considerate giuste da molti
non hanno soddisfatto, per motivi
discutibili, parte del corpo
insegnante e parte degli studenti.
Desidero ricordare che la parola
scuola deriva dal greco skolè che
significa ozio e perciò per gli
antichi greci studiare era un
piacere. Il maestro godeva di
grande prestigio ed era non
soltanto stimato, ma anche amato
dai suoi allievi che erano
desiderosi di apprendere, di
imparare tant’è che erano definiti
“amanti del sapere”. Anche i latini
avevano la stessa concezione
della scuola:”Non per la scuola,
ma per la vita studiamo”
dicevano. Oggi la situazione è
interamente capovolta. Non tutti i
docenti godono del prestigio
necessario e pertanto la
preparazione degli studenti è
deficitaria e i genitori invece di
stimolare i figli a un maggior
impegno inveiscono contro i
docenti spesso aggredendoli. Un
tardo pomeriggio d’estate ebbi il
piacere di rivedere, dopo tanto
tempo, il mio professore di latino
e greco ormai novantenne: uomo
di alta cultura umanistica, severo
ma giusto, poco incline al sorriso
ma umano. Era seduto su una
vecchia panchina lungo la riviera.
Era curvo con le mani incrociate,
poggiate su un elegante bastone.
I capelli bianchissimi, leggermente mossi e lo sguardo teso ad
osservare il mare che in quel
giorno era minaccioso: alte onde
si rovesciavano rumorose
invadendo gran parte della
spiaggia. Fu felicissimo nel
rivedermi e mi invitò a sedere al
suo fianco. Volle sapere della mia
professione e ricordò con
ammirazione mio padre che
andava spesso al liceo per
interessarsi del mio rendimento
scolastico. Ad un tratto si fece
serio e, guardando il mare, mi
sussurrò:”Sai, stavo pensando ad
Ulisse quando sballottato dalla
furia di Eolo, esanime con tutti i
suoi compagni, naufragò sulla
riva del mare; Ulisse che
trascorrerà molta parte della sua
vita sul mare per conoscere
nuove terre e nuove genti per
seguire virtute e conoscenza”.
Poi, proseguì mentre io
l’ascoltavo attentamente:“Aveva
ragione quel critico che affermava
che Omero andava letto seduto
su uno scoglio mentre “urla e
biancheggia il mare” perché allora
il lettore, quasi per incanto, vedrà
gli immortali personaggi omerici in
tutto il loro splendore e in tutta la
loro grandezza. Io
risposi:”Professore, ricordo che lei
ci fece tradurre il canto dell’Arco
quando Ulisse, tornato in patria
ad Itaca, fece strage dei Proci”.
“Vendetta inesorabile”, rispose il
mio interlocutore. Quindi,
aggiunsi:”Quanti versi sublimi e
quanti brani scelti imparati a
memoria…”. Egli osservò:”Certo,
la memoria va coltivata: senza di
essa non si va da nessuna parte”.
La memoria oggi è trascurata.
Verrà un giorno in cui i nostri
poveri ragazzi non impareranno
nemmeno più la tavola pitagorica.
La conversazione, piacevolissima, durò a lungo. Mi parve di
essere ritornato ai tempi del liceo,
quando egli prima di iniziare la
lettura o la spiegazione di un
autore greco o latino
esordiva:”Ascoltate, ascoltate
ragazzi: non fa scienza senza lo
ritener aver inteso (Dante)”. E se
qualcuno sembrava distrarsi, egli
alzava il tono della voce come
richiamo senza interrompere la
spiegazione. Ad un tratto guardò
l’orologio, si alzò e nello stringermi la mano con affetto,
disse:”Sono rimasto solo…La mia
domestica mi attende. Guarda, io
abito lì di fronte: promettimi che
tornerai a farmi visita così
continueremo nei nostri ricordi”.
Gli risposi:”Professore, per me
sarà un onore: verrò senz’altro”.
Dopo alcuni giorni mantenni la
promessa. Venne ad aprirmi il
portone una signora anziana
vestita di scuro e con lo sguardo
pallido e triste. Mi presentai: dissi
che ero stato uno dei tanti allievi
del professore e che ero venuto a
rendergli visita. La donna, tra le
lacrime, tristemente mi disse:”Il
professore non c’è più…Se n’è
andato l’altra notte nel sonno,
senza accorgersene”. Non volevo
crederci. Per me era scomparso
un mondo fatto sì di sacrifici (ma
che cos’è mai una vita senza
sacrifici?), ma anche un mondo
fatto di serietà, di impegno e di
rispetto anche se non mancavano
quelle manifestazioni allegre,
proprie della giovinezza.
Attraversai con lentezza la strada
e mi fermai dopo aver acceso una
sigaretta, sulla spiaggia. Guardai
il mare, ora era calmo, silenzioso,
sembrava immobile. Stormi di
gabbiani scivolavano velocemente sulla superficie dell’acqua
per poi innalzarsi nel cielo ed io
seguivo tristemente con lo
sguardo il loro volo gioioso,
mentre mi accompagnava un
mormorio misterioso:”Addio,
addio amato professore,
indimenticabile maestro di vita,
amico sincero dei nostri verdi
anni”.
SOSPETTI
di Fausto Bufarale
Se vi dico che un ammalato era
guarito, sarete tutti contenti, ma
se vi dico che quel signore
davanti a me s’era depresso dopo
aver sconfitto il male, la cosa vi
sembrerà alquanto
strana. Eppure m’è
capitato. La cosa era
iniziata con il famoso
PSA, una volta sigla di
Penna Sant’Andrea,
oggi vero spauracchio
per chi madre natura ha
fornito di ghiandola
prostatica. Dopo il
prelievo e la biopsia era
venuto fuori un
adenocarcinoma ed il
chirurgo aveva parlato
chiaro, la vita sarebbe
stata salva
ma…….Dopo
l’intervento la riabilitazione col viagra, ma, purtroppo, di
risultati non se n’erano visti.
Spiegai che il farmaco agisce sul
famoso AMPciclico, ma questo
non vuol dire che dopo si vada
come Ettore Fieramosca alla
disfida di Barletta,occorreva
l’intervento fattivo della signora.
La signora però, come scuola di
pensiero, faceva parte della
corrente “Quello ch’é fatto, é
fatto” ed al nostro amico era
venuta la depressione. Consultai
un mio amico cardiologo il quale
mi aveva raccontato di un
anziano infartuato che, non
accettando una vita ad
andamento ridotto, s’era
depresso ed un giorno aveva
deciso di farla finita. Aveva
convocato un’ucraina in camera
da letto, ma fortunatamente il
cuore aveva retto ed ogni tanto si
vedeva con la cara ragazza che
lo aveva salvato.Mettemmo così
in contatto i due pazienti
sperando che anche il primo,
dopo aver sconfitto il male fisico,
potesse avere la meglio sul male
oscuro della depressione.
Passarono dei mesi e rincontrai la
moglie dell’operato di prostata,
cui chiesi notizie. Stava
benissimo ed aveva deciso
d’impiegare parte del suo tempo
nel volontariato. Una volta a
settimana si recava dai malati
terminali…..accompagnato da un
suo amico ex infartuato.
La signora che avevo davanti era
venuta per il controllo al suo
ultimo nato. Ma le domande di
rito, settimane di gravidanza,
fumo, allattamento, sarebbero
state rimpiazzate dalla storia che
stava per raccontarmi. Lei, molto
religiosa, aveva conosciuto il suo
attuale marito in parrocchia
e,dopo la benedizione del
sacerdote, sua guida spirituale,
era, con grande gioia, iniziata una
gravidanza. La storia, vi preannuncio, è a lieto fine e perciò , a
questo punto,come da copione,
deve uscirci l’intoppo. Il padre del
bimbo era risultato di fattore Rh
positivo mentre la mamma era Rh
negativa. Col predominio genetico
della positività, la signora, si
sarebbe trovata ad avere in
grembo un figlio con
sangue diverso, con
rischio di malattia
emolitica neonatale.
C’era da fare la
terapia con
gammaglobuline da
donatore umano,
ma il suo confessore le aveva
consigliato di
accettare la volontà
di Dio con annessa
Misericordia. Il quasi
miracolo in effetti si
era compiuto, per
quelle eccezioni
che,fortunatamente, anche la
scienza ammette. In base alle
leggi di Mendel c’é una remota
possibilità che da genitori con Rh
diverso, fermo restando il
prevalere dell’Rh più, nasca un
figlio Rh meno ed il rischio
incompatibilità è scongiurato. E
così fu. Avevo davanti a me un
pargolo bello e sano,m’ero
ripassato un capitolo di clinica
ostetrica e presto avrei chiesto di
saperne di più ad un mio amico
del centro trasfusionale. Ma lo
confesso, qualcosa di extramedico o, se preferite di medicolegale mi balenava nella mente.
Come se uno spiritello aleggiasse
sulla mia testa pelata per dirmi
che c’era dell’altro. Dopo un po’ la
lampadina si accese. Confessione dopo confessione, che,
niente niente, mamma, figlio e
prete non erano tutti e tre Rh
negativi?
A pensar male, come si dice, si fa
peccato, ma, quasi sempre si
azzecca.
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Ipertensione: la prima
terapia è la prevenzione
di Valentina Piergallini *
Circa 12 milioni di italiani soffrono di ipertensione ma il 20% di essi non lo sa.
Sono troppi gli ipertesi inconsapevoli della
propria condizione di salute, ma anche chi sa
della propria malattia, spesso non riesce a
tenere la pressione sotto controllo. Le cause?
Sono numerose.
L’ipertensione (o pressione alta) è una
malattia multifattoriale tipica dei Paesi
Occidentali dove rappresenta uno dei primi
fattori di rischio per le malattie cardiovascolari.
Si tratta di una patologia tipica dell’età adulta
(anche se fattori connessi all’ambiente e alle
abitudini di vita hanno contribuito alla
diffusione della malattia anche tra i più
giovani) e la probabilità di insorgenza
dell’ipertensione aumenta con l’età.
Sono considerati normali valori di pressione
arteriosa diastolica (la minima) pari a 80
mmHg e di pressione arteriosa sistolica (la
massima) pari a 120 mmHg.
Sebbene non esista una linea di confine
assoluta tra pressione arteriosa normale e
pressione alta, per convenzione si parla di
ipertensione in presenza di un aumento
permanente della pressione arteriosa oltre i
suddetti valori.
Mentre in passato si prestava maggior cura al
valore di pressione minima, alcune ricerche
hanno attualmente evidenziato l’importanza
di entrambi i valori (minima e massima)
attribuendo un ruolo di particolare interesse
alla pressione differenziale, ovvero alla
differenza tra la pressione massima e minima.
Sembra infatti che una pressione differenziale
alta sia spesso indice di una cattiva condizione dei vasi sanguigni.
L’ipertensione può essere una patologia
secondaria ad altri fattori come ad esempio
malattie renali, malattie della tiroide o anche
all’assunzione di particolari farmaci (es. i
decongestionanti nasali, pillola contraccettiva); oppure, come accade nel 90% dei casi si
tratta di un disturbo indipendente di cui non
si conoscono le cause esatte all’infuori
dell’età.
Una delle difficoltà principali nella diagnosi di
ipertensione è, soprattutto nella fase di
sviluppo della patologia, l’assenza di veri e
propri sintomi.
Quando la pressione è molto alta possono
comparire sintomi quali mal di testa, emorragia nasale, dolore toracico. Anche in questo
caso i sintomi potrebbero essere causati da
altri tipi di patologie ma è comunque
opportuno ricorrere ad una visita medica
urgente.
Una volta accertata la presenza di ipertensione, prima di ricorrere a cure farmacologiche “a vita”, sarebbe opportuno eliminare i
fattori rischio. Primi fra tutti il sovrappeso, il
Di tutto un pò
fumo e l’inattività fisica e lo stress. E’
consigliato inoltre ridurre il consumo di sale e
di alimenti che ne sono ricchi, di caffeina e di
alcolici.
Se dopo aver eliminato le cause di rischio la
pressione rimane alta è opportuno iniziare
una cura farmacologica che deve essere
valutata dal medico in base alle caratteristiche individuali del paziente. Generalmente si
parte da una monoterapia per passare dopo
qualche settimana ( in base alla risposta del
paziente) ad un trattamento combinato.
Nei casi di risposta non soddisfacente al
farmaco, è opportuno modificare la terapia
fino al raggiungimento della pressione
ottimale.
Questo deve avvenire, naturalmente, sotto il
controllo diretto del medico. E’ fondamentale
una stretta collaborazione tra il medico e il
suo assistito, il quale è tenuto, oltre che a
controllare costantemente il valore della
propria pressione arteriosa, anche a seguire la
terapia. Accade spesso infatti, che il paziente
iperteso, non sentendosi malato, decida
autonomamente di ridurre o sospendere la
cura.
Un consiglio per il paziente. Sicuramente in
alcuni casi il trattamento farmacologico può
essere evitato o rimandato modificando le
proprie abitudini di vita, ma prima di
interrompere la cura, è opportuno rivolgersi al
proprio medico.
Un consiglio per tutti. La prima terapia è la
prevenzione.
* Farmacista
Lacerba è anche una tesi
di Alesssia Micolucci
Il 18 febbraio ho finalmente raggiunto un
traguardo importante, la laurea in “Letteratura, musica e spettacolo” alla Sapienza di
Roma e così tutta quella tensione e
quell’ansia, accumulate durante i miei anni di
studio, si sono volatilizzate nell’arco di una
decina di minuti, questo il tempo a disposizione per illustrare alla Commissione la mia
tesi intitolata “Pagine culturali e regionali:
un campione. La regione Abruzzo”.
Il lavoro ha inizio con il quadro generale della
stampa abruzzese, relativamente all’ambito
della cultura, dalle origini fino ai giorni nostri,
e continua con l’analisi degli articoli di alcuni
giornali da me selezionati, in particolare il
Messaggero d’Abruzzo, il Centro, la Cronaca di
tutto Abruzzo e, dulcis in fundo, Lacerba, con
cui collaboro da circa due anni.
La scelta di riservare una parte dell’elaborato
al periodico vestino nasce dalla volontà
personale di portare alla ribalta non solo le
principali testate regionali ma anche le
piccole realtà locali che, nonostante le
molteplici difficoltà, continuano a riscuotere
Lacerba 1 marzo 2009
consensi e apprezzamenti.
<<Una tesi un po’ particolare>>, così l’ha
definita la mia relatrice abituata ad impostare
e a leggere scritti incentrati esclusivamente
sulla stampa nazionale; io invece la definisco
una tesi informativa e insieme celebrativa di
un tipo particolare di giornalismo, quello
endemico, nostrano, locale, quel giornalismo
di cui, a parer mio, Lacerba è la più riuscita
incarnazione.
Colgo l’occasione per ringraziare profondamente il direttore Berardo Lupacchini per
l’aiuto costante che mi ha saputo dare e per i
preziosi consigli dispensati, e tutta la
redazione che ha creduto in me e in questa
tesi.
Grazie dalla vostra neo dottoressa Alessia
Uno scoiattolino di nome
Ludovica Vellante
www.lacerbaonline.it
Lacerba 1 marzo 2009
Attualità
Fu vero plagio
Colpevole Andrea Rino Zaccaria. La Corte d’Appello rende giustizia a Greco
PENNE - Assistito dagli Avv. Marcella Greco e
Domenico Piccirilli, Candido Greco è riuscito
nell'intento di far riconoscere il plagio di
alcune sue opere attuato in suo danno anni fa
da tal Rino Zaccaria che, per meglio sottrarsi
alle sue responsabilità, aveva lasciato credere
che si chiamasse Andrea.
Costui, che mai si è presentato in Tribunale, è
stato condannato al risarcimento del danno
dalla Corte di Appello di Firenze che ha
emesso la sentenza che segue.
Da notare che precedentemente il Tribunale
Civile di Firenze, ritenendo che le opere del
Greco manifestassero "all'evidenza elementi
apprezzabili e distintivi di creatività, consistenti nella sistemazione ed organizzazione
delle notizie, soltanto in parte già note,
essendo in altra parte frutto di scoperta
storico-scientifica, in base a criteri comunque
dotati di originalità" aveva decretato il sequestro dell'opera plagiaria dello Zaccaria in tutta
Italia.
La Sezione II Penale...udita la relazione della
causa fatta alla pubblica udienza...., sentiti il
Procuratore Generale, l'appellante ed il difensore
di ufficio,.... ha pronunciato la seguente
SENTENZA nel procedimento penale nei
Greco
confronti di ZACCARIA RINO, nato a Roma il
17.02.64, residente in Bushey Herts (G.B.) 15,
Richfield Road, contumace, IMPUTATO del delitto
di cui art. 171 legge 633/41, lett. a per avere, per la
stesura dell'opera letteraria PENNE della collana
Luoghi d'Italia edita da Octavo...trascritto ampi
stralci di brani estratti dalle opere letterarie
"Città di Penne", "La Processione del Cristo Morto
in Penne" e "La Bolla d'Oro di Federico II, privilegio del 1219 alla Chiesa di Penne" di GRECO
Candido....
In merito lo ZACCARIA ha senza alcun dubbio
commesso il reato in imputazione. Nella pubbli-
cazione dedicata a Penne, pubblicata
nell'ambito della collana "Luoghi d'Italia" e della
quale lo ZACCARIA ha curato i testi, ampi stralci
di quest'ultimi risultano del tutto identici al
contenuto delle opere "Città di Penne", "La
Processione del Cristo Morto in Penne" e "La Bolla
d'Oro di Federico Secondo. Privilegio del 1219
alla Chiesa di Penne" opera del prof. Candido
GRECO.
Ampi brani risultano grossolanamente parafrasati ma non ne può sfuggire il sostanziale plagio.
Le date delle pubblicazioni rendono evidente che
lo ZACCARIA ha copiato le opere del prof. GRECO
e non viceversa.
Le opere incriminate sono infatti successive.
Lo ZACCARIA, che è rimasto contumace, non ha
opposto a queste conclusioni alcuna obiezione.
Per tali ragioni, lo ZACCARIA deve essere condannato al risarcimento dei danni in favore della
parte civile, danni il cui ammontare dovrà essere
liquidato in separato giudizio...
Condanna lo ZACCARIA al risarcimento del
danno in favore della parte civile CANDIDO
GRECO, da liquidarsi in separato giudizio.
La Speranzella ai pescatori
E’ il simbolo dell’amicizia fra Polacchi e Tommaso Cascella
di Gerardo Polacchi
Reduce dalla Prima Guerra Mondiale, il poeta
Luigi Polacchi si laureò in Lettere e prese ad
insegnare in un istituto di Penne.
Nei mesi estivi degli anni '20 frequentava la
spiaggia di Castellamare Adriatico (oggi
Pescara) ove la famiglia possedeva una villetta
a pochi metri dal litorale.
Comperò una barchetta a vela che battezzò
“Speranzella” da uno scritto del D'Annunzio e
se ne andava veleggiando lungo la costa.
Nei primi di settembre del 1921, a bordo con
I'amico Tommaso, l'imbarcazione fu sorpresa
da improvvisa burrasca e mentre attraversava
la corrente del Pescara fu travolta e sparì tra i
flutti.
Luigi e Tommaso, nuotando a fatica, tornarono
a riva.
Un paio di mesi più tardi il mare gettò davanti
allo stabilimento I'Adriatica della famiglia
Fanelli i pochi resti di un'imbarcazione: ne
raccolsero i legni per il fuoco, Luigi prese
un'assicella in ricordo di “Speranzella”.
In seguito l’affidò a un pittore dilettante, uno
di quelli della domenica, di cui oggi si ignora
l’identità, per dipingerci un ex voto dedicato a
San Cetteo e alla brutta
avventura.
Il dipinto, cm 40 x 50,
mostra i due amici in
pericolo, e rimase tra
gli oggetti di famiglia;
alla Morte del poeta,
avvenuta a Pescara nel
1988, uno dei figli lo
portò a Roma, ma il 15
marzo 2009 I’ex voto
tornerà a Pescara,
offerto in dono, in
ricordo del poeta Luigi
polacchi,
all'Associazione
Pescatori della città, nel
cui porto-canale opera
una vasta flottiglia.
Nel corso della
cerimonia saranno letti
un paio di racconti del
D'Annunzio, di
argomento marinaro,
tratti dalle Novelle della Pescara, poi il dipinto
sarà benedetto dal parroco della comunità
per restare tra le memorie dei
caduti in mare.
L'amico Tommaso,
sopra
ricordato, è il pittore Tommaso
Cascella, figlio del grande
Basilio,
fratello di Michele, il padre
dello scultore Andrea, autore
del monumento alla Nave di
Gabriele D’Annunzio che
avvalora il lungomare di
Pescara.
Le opere della dinastia
Cascella son raccolte nel
grande museo, allestito nella
dimora di famiglia, accanto al
ponte.
Il poeta Luigi e il pittore
Tommaso, ambedue
insegnanti, divisero una lunga
e fraterna amicizia: poco
prima di morire, Tommaso, in
visita all'amico, gli confidò: "
Luiggì, sto preparando la
valigia ! ". Luigi ne fu turbato e ne pianse.
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Sport
Di Paolo vince sul parquet
e nel palazzo
Il tecnico è ora consigliere federale abruzzese
PENNE - Un risultato che conta solo per le
statistiche ma che proprio attraverso i suoi
numeri trova lustro e risalto: 17 vittorie e 1 sola
sconfitta,
un percorso straordinario per la prima squadra
della Basket Penne che si è compiuto a fine
2008 e ripreso con l'inizio del 2009.
Ed è questo il momento migliore per ripercorrere un anno splendido che ha portato la
Basket Penne anche alla ribalta internazionale
con il Torneo "PennEurope 2008", che ha visto
la partecipazione di quattro squadre nazionali
femminili (Italia, Romania, Svezia, Olanda).
Tante le manifestazioni e i tornei organizzati
dalla Basket Penne anche per i più piccoli,
l'ultimo in ordine di tempo è il Trofeo della
Befana.
La collaborazione con la
Fondazione PescaraAbruzzo
per il progetto Giovani,
Culture e Colori ha inoltre
permesso la pratica dello
sport ai bambini con famiglie
in difficoltà economiche ed a
bambini immigrati: insieme e
gratuitamente ciò
contribuirà ad accelerare il
processo di integrazione
sociale e culturale a Penne.
Ancora una volta, poi, nella
storia del basket pennese, la
Nazionale Italiana di
Pallacanestro femminile
Under 18 si è allenata nella
struttura sportiva del
Palazzetto dello Sport di c.da
Campetto di Penne.
Il raduno si è svolto lunedì 9 ,
martedì 10 e mercoledì 11
febbraio culminato con l'incontro amichevole
tra la Nazionale Italiana ed una rappresentativa
locale.
L'evento è stato organizzato dalla Basket
Penne e da uno staff di coordinamento costituito da :Roberto Paolillo, Fabio Esquilino,
Maurizio Bennato, Marco Franceschini, Alessia
Buccella ed
Antonella Crisante.
Quella del raduno della Nazionale è la prima di
una lunga serie di iniziative rivolte a sensibilizzare tutta la
cittadinanza sull'importanza che ricoprono le
varie discipline sportive nella società moderna
e del forte legame con la solidarietà e con il
mondo giovanile e del volontariato.
Si è trattato indubbiamente di un evento
importantissimo per l'intera comunità vestina,
che ha richiamato l'interesse di molti appassionati, addetti ai lavori e semplici curiosi i quali
hanno seguito la Nazionale.
Il giusto riconoscimento per tutto l'impegno
profuso è stata infine l'elezione al Comitato
Regionale della Federazione Italiana
Pallacanestro di Guglielmo Di Paolo.
Il 2009 si apre non solamente per fare il punto,
ma anche e soprattutto per ipotizzare il futuro
prossimo di un club che ha in Guglielmo Di
Paolo anche il coach della serie C2 : "Il rischio
maggiore che si ha con una squadra che ha
dato tanto e che ha vinto, è che prevalga un
senso di appagamento.
Ed il miglior sistema per proseguire, e
andare oltre, sulla strada intrapresa, è
quello di tenere sempre alta ed al massimo
livello la tensione, ponendoci degli obiettivi
importanti.
Non è per niente semplice, anzi, ma ci stiamo
riuscendo, avendo prima di tutto
costruito uno staff quasi tutto pennese, con
un bel gruppo, fuori e
dentro il campo, che è
cresciuto con il desiderio
di migliorarsi». Come è
stato possibile?
«I nostri giocatori nel
gruppo si sono fatti forti,
anche nel caso di Briglia,
che è arrivato tardi.
E poi, è stata vincente la
strategia di mantenere il
gruppo unito e
compatto.
Ma non dimentichiamo
anche il
fatto che il campionato è
molto lungo e ci sono
avversari sempre più
agguerriti.
Per il momento siamo
ancora noi la 'lepre' però
Di Paolo
il campionato mi sembra
molto equilibrato ed anche più bello, poi
quest'anno squadre come
Martinsicuro, Campobasso, Pineto, Nereto e
Venafro sono molto forti».
Dove può arrivare la Basket Penne?
«Sarebbe straordinario arrivare fino alle
finali, realisticamente sarebbe importante
riuscire ad inserirsi tra le migliori quattro».
Sponsor e Palasport sono variabili fondamentali per la garanzia di un futuro solido della
Basket Penne, a che punto siamo?
«Sono percorsi che stanno andando avanti,
con tutte le loro difficoltà ma che vogliamo
proseguire….d'altra parte siamo da quasi
trent'anni in campo!
Vorrei ricordare, che quest'anno siamo
impegnati anche in serie B femminile.
Insomma stiamo crescendo tanto anche in
società.
Lo sport ci consente anche di sognare.
Sempre restando con i piedi per terra».
Lacerba 1 marzo 2009
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Sport
Il Lauretum non ci sta
così. Del resto è vero che ci sono dei cicli e che
ovunque in Eccellenza si registra ovunque un
calo di partecipazione ed entusiasmo. E per
riprovare a far riaccendere la passione il Penne
vuole riprendersi il vecchio comunale, teatro di
tante mitiche battaglie calcistiche. C’è tutto un
lunghissimo dibattito sul perchè finora non ci
sia stato il ritorno. Ma pare che con L’Aquila
(domenica prossima), e quindi nelle altre gare
che mancano alla fine del torneo (26 aprile), i
vestini di mister Montani calcheranno la terra
del “Fernando Colangelo”.
“Per far tornare entusiasmo uno dei modi è
quello di cambiare campo”, osserva Floriano,
uno dei capi della Neuro, la tifoseria organizzata
ormai in sciopero da un anno in casa. “Bisogna
capire che in caso contrario il calcio non
interesserà più a nessuno in questa nostra
città. Ho pensato anche ad una raccolta di
firme per spingere verso questo ritorno a
casa”.
Guido Colangelo, direttore sportivo del Penne, è
d’accordo:”Figuriamoci se uno come me
potrebbe essere contrario a giocare in quello
stadio, il nostro campo di sempre. C’erano
problemi logistici da risolvere non
insormontabili, ma che l’amministrazione
comunale ha detto di volersene occupare”.
L’ultimo posto con 21 punti fa paura.
E costerebbe la retrocessione diretta.
Il Lauretum non vince in casa da settembre e il
cambio di panchina (l’ex pennese Giampietro al
posto del locale Mirko Di Pietro) per ora non ha
fruttato una vittoria.
Adesso ci sono i nuovi innesti (l’attaccante
campano classe ’83 Vittorio Somma, ex
Puteolana, Paganese e Scafatese e il centrocampista offensivo, il trentenne Ludovico
Tartaglia, già del Vico Equense e con vasta
esperienza fra i dilettanti campani) voluti grazie
all’interesse della famiglia Acciavatti (che è
entrata anche col Delfino Pescara) al parziale
debutto contro il Ripa domenica scorsa in attesa
di un contributo decisivo alla causa. Una
situazione molto difficile dunque che fa vedere
da vicino il derby con i cugini dell’Amatori Passo
Cordone in Promozione, evitato la scorsa
stagione grazie al ripescaggio dei biancazzurri.
Sulle cause dell’andamento negativo del
Lauretum si può dire molto. Partita con una
squadra (Improta, Di Fabio, Orsini), la società ha
poi cambiato in corsa, finendo per indebolire la
rosa di mister Di Pietro. In campo
l’organizzazione tattica si vedeva e si vede
(contro il Penne, il Lauretum nel primo tempo
avrebbe meritato il gol), ma è venuta meno la
consistenza tecnica e alla lunga si è visto. Una
stagione insomma che volge al peggio, anche
se il tempo per recuperare non manca da oggi
fino al 26 aprile e poi oltre con i play out,
l’obiettivo cui punta il Lauretum. Come fece il
Guardiagrele l’anno scorso che si salvò
partendo da una posizione molto svantaggiosa.
Oggi all’Acciavatti scende in campo il Pineto di
mister Natale che è a quota 31 con 5 punti di
vantaggio sulla zona play out. Batterlo è
necessario per sperare ancora.
Karate, il medagliere cresce
Penne - Si sono svolti domenica 15 febbraio, a
Lettomanoppello i Campionati Regionali Karate
specialità Kata (forme) organizzati dal Comitato
Regionale FIJLKAM (Federazione Italiana Judo
Lotta Karate Arti Marziali).
All’importante appuntamento hanno partecipato ben 9 Società sportive per un totale
complessivo di 76 atleti provenienti da tutta la
regione.
Lacerba 1 marzo 2009
15 marzo a Catania.
Soddisfazione alle stelle per il sodalizio Vestino,
dovuto sia per le medaglie conquistate che per
le belle prove eseguite da: Jessika Petrucci, Erika
Di Martino, Erika De Bernardis, Matteo Tocco,
Niki Ermano, Riccardo Sangiorgio, Luca
Michelucci, Valentina Di Nino, Erika Pomante,
anche i loro risultati sono stati determinanti per
la classifica definitiva di società che ha
registrato il successo della Vestina Karate Club al
1° posto nelle classi femminili e al 2° posto nelle
classi maschili.
Come calcia Collestella
L’ASD COLLESTELLA calcio a cinque nasce a
Penne nell’ autunno del 2007, dall’invito degli
organizzatori, a partecipare al “primo campionato amatoriale di calcio a cinque UISP” che si
disputava presso gli impianti Fair Play di
Collecorvino. A raccogliere l’invito furono tre
amici: Peppino Mazzocco, Gabriele Sangiorgio
e Pino Pomponio, i quali nel giro di pochi giorni
riuscirono a formare Società e Squadra
chiamandola inizialmente ASD La Meglio
Gioventù. Con l’aiuto dello sponsor Ferri Service
di Collecorvino e Piero Paolo Impianti di Vestea
si sono acquistate le divise di colore granatagiallo diventati poi i colori sociali della squadra.
Il Penne torna a casa
Una squadra giovane e sbarazzina, che costa
poco, e rischia di giocarsi la promozione in D.
Con un giocatore, il funambolico Massimo
D’Angelo, di proprietà biancorossa, convocato
nella nazionale dilettanti la cui casacca azzurra
venne indossata anche da Giovanni Severo (non
c’era nell’81 il limite d’età), Luca Pilone ed
Antonio Palmarini. Fabio Montani allena la
formazione più baby del campionato che ha 46
punti a 8 lunghezze dal duo di testa
L’Aquila-Miglianico: l’anno scorso la società
presieduta da Pasquale Almonti e diretta anche
da Luciano Di Simone è stata premiata con 4
mila euro dalla Figc abruzzese. Un gruppo in cui
vi sono quasi tutti giocatori di proprietà e validi:
Palmarini, D’Ercole, Petrucci, Pasta, D’Angelo,
Ricci, Ferrante, De Collibus tanto per dirne
alcuni. Ma tutto ciò non sembra interessare
molto evidentemente i tifosi del Penne che si
sono disamorati della propria squadra di calcio
ormai seguita solo da uno zoccolo duro sempre
meno robusto. La considerazione fa notizia. Sarà
il campo di contrada Campetto, sarà il freddo,
sarà la concorrenza televisiva della serie A, sarà
l’invidia di molti che dopo aver giocato nel
Penne ed averne fatto parte a vario titolo
adesso ne vogliono vedere la fine a beneficio di
altre realtà calcistiche. I pennesi sono fatti un po’
Ottime le prestazioni degli atleti della Vestina
karate Club di Penne. Il bilancio definitivo parla
di una medaglia
d’oro negli
assoluti per Laila
Ermano e sei
medaglie di
bronzo
conquistate
rispettivamente
da: Valeria
Ciarcelluti, Sabrina
Pomponio,
Angelica Ciavattella, Stefano
Cardone, Denise
Contini e Ariannna Di Zio. Atleti che si sono
anche qualificati alle finali nazionali che si
svolgeranno il 7 e 8 marzo a Lanciano e il 14 e
Nel precedente campionato la compagine ha
raggiunto i play off terminando al 4° posto
disputando poi le fasi provinciali sfiorando la
qualificazione alle semifinali. La stagione attuale
vede il cambio della denominazione della
squadra in ASD Collestella e li vede affrontare
un campionato entusiasmante e di vertice
avendo raggiunto la bellezza di 12 vittorie di cui
9 di fila e 3 sconfitte, mettendo in mostra una
delle migliori difese e il capocannoniere del
torneo Nardicchia Enzo con 61 reti, ma la vera
forza della squadra è l’unione e l’amicizia che
lega dirigenti e atleti. A breve verrà pubblicato il
sito internet della squadra (www.
asdcollestella.org). La rosa dell’ ASD Collestella
per la stagione attuale è così composta:
Peppino Mazzocco (Presidente-allenatore),
Gabriele Sangiorgio ( Vice Presidenteattaccante), Pino Pomponio (Segretariodifensore-capitano), Paolo Rosa (portiere); i
difensori: Andreoli Paolo, Sangiorgio Andrea,
Fabio Petrucci, Gabriele Cantagallo, Cristian Di
Nunzio, Marco Di Liberato; gli attaccanti Enzo
Nardicchia, Roger Giansante, Franco Petrucci e
Giorgio Pomponio.